Call for posters (Italiano)

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Call for posters (Italiano)
La Lucanie entre deux mers :
Archéologie et patrimoine
Convegno Internazionale - Parigi, 5, 6 e 7 novembre 2015
Organizzatori : Olivier de Cazanove e Alain Duplouy
Call for posters
Nell’ambito del Convegno Internazionale “La Lucanie entre deux mers : Archéologie et
patrimoine”, che si terrà a Parigi il 5-6 e 7 novembre 2015, è stato lanciato il seguente call for posters.
Al fine di lasciare spazio allo studio di casi specifici, le sessioni plenarie e gli ateliers saranno
integrati da una mostra di posters. Questi ultimi dovranno adeguarsi ad uno dei tre temi specifici del
Convegno:
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la storia delle ricerche sulla Lucania antica (XVIII-XXI sec.)
le collezioni museali lucane nel mondo
la diversità delle culture materiali della Lucania antica (VI-I sec. a.C.)
Le proposte di poster, sotto forma di un abstract di una pagina (in italiano, francese, inglese o
tedesco) corredato da non più di 4 immagini, dovranno essere trasmesse agli organizzatori entro il 15
giugno 2015. Le candidature ammesse saranno comunicate nel mese successivo.
I poster dovranno essere redatti in una delle lingue del Convegno (francese, italiano, inglese,
tedesco), sulla base di un modello che sarà fornito in seguito. La stampa e l’installazione dei poster
saranno a carico del comitato organizzativo del Convegno. I poster esposti saranno inoltre oggetto di
pubblicazione (da 5000 a 7500 caratteri) negli atti del Convegno.
Contatti:
Olivier de Cazanove ([email protected])
Alain Duplouy ([email protected])
Nell’ambito del programma di ricerca Émergence(s) finanziato dalla Ville de Paris, in
collaborazione con il programma condiviso “Le paradigme lucanien” dell’UMR 7041 ArScAn, l’École
Française de Rome e il Centre Jean Bérard (Napoli), l’Université Paris 1 Panthéon-Sorbonne
organizza nell’autunno 2015 un Convegno Internazionale dedicato alla Lucania ‘fra due mari’.
La Lucania, regione che in antico inglobava le attuali Basilicata, Campania meridionale e Calabria
settentrionale, presenta due versanti che interessano il mar Tirreno e il Golfo di Taranto, con delle
culture materiali in parte divergenti, ma anche con dei movimenti e dei traffici che le recenti ricerche
sul terreno rivelano in maniera sempre più consistente. Ciò non toglie che le divisioni amministrative
attuali abbiano ‘costretto’ molti degli studi territoriali all’interno dei limiti artificiali moderni. Questo
convegno desidera prendere in esame l’insieme della Lucania, pur sottolineandone le diversità e
confrontando di volta in volta le situazioni locali senza pretendere di appiattirne le specificità. La
Lucania antica, per via della sua posizione e della sua complessa vicenda storica, dall’Età del Ferro
fino all’epoca imperiale, compresa fra coloni greci e popolazioni italiche, fra impronta ellenica e
‘romanizzazione’, costituisce un osservatorio privilegiato per pensare nella lunga durata le
trasformazioni di un territorio – o piuttosto di un insieme di territori – così come la cultura materiale
afferente (le sue produzioni in senso lato).
Poco esplorata fino alla seconda guerra mondiale, la Lucania costituisce una terra di conquista
archeologica piuttosto recente ; da circa mezzo secolo e a seguito alla creazione della Soprintendenza
per i beni archeologici della Basilicata diretta inizialmente da Dinu Adamesteanu, le attività di scavo e
ricognizione si sono moltiplicate e continuano, ancora oggi, a rinnovare profondamente la nostra
percezione di quest’antica regione. L’archeologia della Lucania ha attirato da subito l’attenzione degli
studiosi francesi, già a partire dal XIX secolo; ma è soprattutto dagli anni ’60 e ’70 del XX secolo che
questi ultimi hanno costruito e sviluppato una tradizione di ricerca significativa, attraverso una serie di
cantieri fondamentali (Eboli, Garaguso, Laos, Moio della Civitella, Paestum, Heraion al Sele, Civita di
Tricarico – e l’elenco non è esaustivo) e di collaborazioni scientifiche (si pensi in primis a Michel
Lejeune e alle iscrizioni di Rossano di Vaglio, ma anche ai numerosi giovani studiosi chiamati da
Adamesteanu e dai suoi successori alla guida della Soprintendenza). Questo patrimonio di esperienze
merita di essere rivisitato, come oggetto storiografico e come esempio di collaborazione internazionale,
tanto per un suo bilancio che per le sue prospettive future.
Se le recenti scoperte sono esposte e studiate nei musei e nelle istituzioni archeologiche della
Basilicata, Calabria e Campania, numerose antichità della Lucania sono d’altro canto presenti nelle
collezioni straniere, in particolare a Parigi. Il Louvre, il Cabinet des médailles e il Museo del Petit
Palais conservano una serie di oggetti portati dalla Lucania da vari viaggiatori francesi o ancora
acquistati da ricchi collezionisti, che ne hanno fatto dono nel corso del XIX secolo ai grandi musei
parigini. Rileggere la storia di questo patrimonio lucano nel mondo consente di rivedere le vecchie
conoscenze alla luce delle acquisizioni più recenti dell’archeologia della Lucania.
Come anticipato, grazie al finanziamento della Ville de Paris, l’Université Paris 1 PanthéonSorbonne ha avviato un programma di ricerca dal titolo « La Lucanie antique : archéologie et
patrimoine ». Nell’ambito di questo programma, un’équipe di ricerca diretta da A. Duplouy è impegnata
nella redazione di un duplice inventario, relativo rispettivamente ai siti archeologici della Lucania e alle
antichità lucane a Parigi. L’obiettivo è di fornire agli studiosi uno strumento di lavoro che raccolga,
all’interno di un interfaccia dimanico, tutte le informazioni disponibili sull’archeologia e il patrimonio
della Lucania (http://lucanie-antique.univ-paris1.fr).
Coniugando le dinamiche della ricerca in corso nell’ambito dei programmi Émergence(s) e “Le
paradigme lucanien”, il Convegno si propone di redigere un bilancio delle nostre conoscenze in
relazione ai tre seguenti assi:
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la storia delle ricerche sulla Lucania antica (XVIII-XXI sec.)
le collezioni museali lucane nel mondo
la diversità delle culture materiali della Lucania antica (VI-I sec. a.C.)