Corriere di Romagna - Unindustria Rimini

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Corriere di Romagna - Unindustria Rimini
UNINDUSTRIA RIMINI
Venerdì, 08 aprile 2016
UNINDUSTRIA RIMINI
Venerdì, 08 aprile 2016
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08/04/2016 Il Resto del Carlino (ed. Rimini) Pagina 3
LORENZO FRASSOLDATI
Il Vinitaly festeggia 50 anni C' è il record di espositori
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Nelle cantine c'è sempre più valore Cresce l'export del vino...
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Ugo Ravanelli, toccata e fuga dalla Fiera
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LORENZO FRASSOLDATI
La regione si mette in mostra Al Vinitaly si brinda a 'InCantina'
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LORENZO FRASSOLDATI
Dall' export agli investimenti Le attività dell' Enoteca Regionale
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RITA CELLI
Il Gruppo Maggioli si allarga e scommette sui musei
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Boom dei voucher da 390mila a 1,6 milioni
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Contratto, macchinisti sulle barricate
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Diritti dei lavoratori, la Cgil scende in campo: «Servono 500mila...
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Rimini Fiera Si dimette il direttore...
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«L' impianto eolico devasterà in maniera irreparabile un...
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Sigilli al night tra le proteste dei dipendenti
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Lascia il direttore generale Ravanelli
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Cgil Carta dei Diritti e referendum: da domani la raccolta firme in...
Estate 2016, Italo tornerà a Rimini
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«Protocollo legalità, promesse disattese»
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Dall' Emilia Romagna al Veneto Oltre 1.800 soci e 16 cantine associate
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ALDO VIROLI
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Il Vinitaly festeggia 50 anni C' è il record di
espositori
A Verona edizione straordinaria. Tra gli ospiti Renzi e Mattarella
di LORENZO FRASSOLDATI CINQUANTA
anni, edizione straordinaria con il premier
Renzi ma la guest star più eccellente sarà il
presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Cinquanta anni, compleanno da ricordare con
l' imperatore cinese del commercio on line
Jack Ma, fondatore di Alibaba, a colloquio col
nostro premier sul futuro del vino in Asia. Era il
1967 e a Verona, su intuizione del
romagnolissimo Angelo Betti, nascevano le
«Le Giornate del Vino Italiano». Tanta acqua è
passata sotto i ponti , lo scandalo del metanolo
nel 1986 ha segnato la pagina più nera della
nostra enologia ma anche il punto di non
ritorno, la volontà di ripartire e di rigenerarsi,
fino a diventare i primi esportatori mondiali. Un
piccolo grande 'miracolo italiano' , come solo
noi siamo capaci di fare quando ci troviamo
con le spalle al muro, merito di un manipolo di
vignerons che dal Piemonte alla Sicilia, dalla
Toscana al Veneto, dall' Emilia Romagna alla
Puglia, dalle Marche al Friuli, dalla Lombardia
alla Campania hanno restituito l' onore perduto
alla nostra vitivinicoltura, imboccando la strada
della qualità e della tradizione.
OGGI Vinitaly, alla 50a edizione (Verona, 10­13 aprile), non è solo una fiera ma un brand , un asset del
made in Italy, bandiera dell' eccellenza enoica italiana nel mondo, seconda solo a quella dei francesi.
Edizione monstre quest' anno ­ record storico con più di 4.100 espositori e oltre 100mila metri quadrati
espositivi netti ­ che guarda già al futuro in un' ottica che non può essere che quella della crescita sui
mercati internazionali in vista del traguardo dei 7,5 miliardi di export nel 2020.
Maurizio Danese, presidente di Veronafiere, chiede a tutti gli attori di agire «in una logica di rete.
La stessa che Veronafiere ha costruito negli anni a servizio del business internazionale e che ha portato
il Governo italiano a riconoscere in Vinitaly una piattaforma b2b strategica per il comparto vinicolo
nazionale». Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere, ricorda gli impegni e i numeri dell'
edizione 2016: 8 milioni di euro investiti per aumentare il già alto tasso di internazionalità di Vinitaly
(55mila operatori stranieri da 141 nazioni presenti nel 2015); 1.000 buyer selezionati in più dall' estero,
i n particolare da Paesi target quali Germania, Austria, Svizzera, Regno Unito, Paesi Scandinavi,
Polonia, Usa e Canada, Russia, Giappone e Cina; azioni congiunte con i ministeri delle Politiche
agricole e dello Sviluppo economico e con ICE­Agenzia; massima attenzione ai vini biologici e naturali
con un intero padiglione dedicato. Il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina ricorda che
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«veniamo da una grande esperienza di collaborazione con Veronafiere ad Expo, dove abbiamo
realizzato il padiglione del vino. Ora dobbiamo andare avanti consapevoli che la partita p e r l '
internazionalizzazione e l' aumento di numeri dell' export è la grande chiave per la riorganizzazione e il
successo del settore». Quattro giorni di fiera riservati agli operatori business, ma per il grande pubblico
degli enoappassionati dall' 8 all' 11 aprile nel cuore storico di Verona c' è Vinitaly and the City: un vero e
proprio fuori salone con degustazioni di vino e cibo, spettacoli musicali e culturali, dj set e incontri sul
tema enogastronomico. Notte Viola sabato 9 aprile. Tutte le info su www.vinitalyandthecity.com.
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Nelle cantine c'è sempre più valore Cresce l'export
del vino in bottiglia
[QN11EVIBLU]IN DIECI ANNI,[/QN11EVIBLU]
tra il 2005 e 2015, il vino emiliano romagnolo è
cresciuto dell' 80% in valore anche se lo
scorso anno ha subito una flessione dell' 11%
a causa della crisi del mercato russo, la
diminuzione dei consumi in Germania e la
forte competizione della Spagna nella fascia
del vino sfuso.
Tuttavia questa tendenza viene interpretata dai
tecnici come il segnale di un progressivo
riposizionamento qualitativo dei vini dell'
Emilia Romagna v e r s o l a f a s c i a a l t a d e i
mercati. «Una conferma in questa direzione ­
spiega Claudio Pasini, segretario generale di
UnionCamere ­ viene anche dall' aumento del
numero di piccole e medie imprese
esportatrici (+50% dal 2008) un dato
importante in un settore tradizionalmente
molto concentrato su pochi grandi gruppi».
SECONDO i dati elaborati dall' Istat nel 2014,
l' Emilia Romagna ha prodotto 6,3 milioni di
ettolitri di vino, il 6% meno del 2013, ma il 3%
in più della sua media produttiva recente. Le
superfici investite a vigneto rilevate dall' Istituto
di statistica ammontano a 55mila ettari e la produzione per tipologia di vino vede una ripresa dei vini
rossi sui bianchi.
Riguardo al valore della produzione ai prezzi di base, l' Emilia Romagna ha prodotto 236 milioni di euro
di vino. Negli ultimi anni i vini sfusi hanno inoltre perso di importanza a favore delle 'etichette' di qualità.
Secondo Nomisma tra il 2012 e il 2015 il peso dello sfuso sul valore complessivo delle esportazioni di
vini emiliano romagnoli è sceso dal 47% al 38%.
«Assistiamo invece ad una forte crescita delle esportazioni di vino imbottigliato verso gli Stati Uniti
(+40%), Canada (+10%), Gran Bretagna (16%) e Giappone (+3%)», conferma Nomisma. Oggi il
mercato extra Ue assorbe il 48% delle esportazioni emiliano romagnole quando dieci anni
rappresentava appena il 32%. Merito anche delle risorse per la promozione nei Paesi extra Ue messe a
disposizione dell' Ocm vino, l' Organizzazione comune di mercato di settore. L' Emilia Romagna è la
quinta regione esportatrice di vino (5,1% del totale nazionale, in valore), dopo Veneto, Piemonte,
Toscana e Trentino Alto Adige.
A fine 2014 le imprese esportatrici della regione erano complessivamente 723 (Fonte: Trade Catalyst ­
Centro Studi Unioncamere Emilia­Romagna e Bureau Van Dijk) per un valore complessivo di 324
milioni di euro. L' Istituto di ricerca Iri ha rilevato inoltre che sono in crescita le vendite di vino nei
supermercati dove il Lambrusco si conferma il primo vino venduto in assoluto con 12 milioni 771 mila
litri venduti per un controvalore di quasi 44,3 milioni di euro. Il settore vitivinicolo è al centro degli
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investimenti dell' assessorato regionale all' Agricoltura: nel 2016 sono stati messi a disposizione 7
milioni di euro per l' innovazione in cantina e tra il 2012 e il 2015 il comparto ha potuto contare su 100
milioni di euro. Per promuovere le bottiglie della regione l' assessore all' Agricoltura Simona Caselli, ha
presentato una nuova App, chiamata 'Via Emilia Wine & Food', che offrirà un panorama completo dei
vini, dei prodotti tti Dop e Igp, degli eventi e dei pacchetti vacanze, «integrando l' offerta
enogostronomica e turistica».
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DIMISSIONI A SORPRESA ALLA VIGILIA DELLA NOMINA DEL NUOVO CDA
Ugo Ravanelli, toccata e fuga dalla Fiera
Il manager lascia a soli quattro mesi dalla nomina a direttore generale
L A S C I A l a Fiera a q u a t t r o m e s i d a l l '
insediamento. Ugo Ravanelli, nominato a metà
dicembre direttore generale di Rimini Fiera,
«ha rassegnato le dimissioni per motivi
personali», si legge in una nota del gruppo. La
Spa si dichiarata «già operativa per una pronta
sostituzione e prosegue per determinazione
nel progetto di quotazione e nei suoi obiettivi
di crescita e sviluppo». Precisazione non
casuale. Infatti Ravanelli, super manager che
aveva portato la Marr ad oltre un miliardo di
fatturato, secondo i bene informati era stato
chiamato alla guida del quartiere fieristico per
traghettare la società presieduta da Lorenzo
Cagnoni nel percorso di quotazione in Borsa.
Intanto viene annunciata per il 12 aprile l'
ultima seduta del consiglio d' amministrazione
uscente di Rimini Fiera.
NEL POMERIGGIO del 15 aprile è convocata
in seduta straordinaria e ordinaria l' assemblea
dei soci della Fiera, che nello stesso giorno
sarà chiamata a nominare il nuovo consiglio di
amministrazione. «Subito a seguire la prima
seduta del nuovo cda, per le nomine di sua
competenza».
LA NOTA ricorda che lo scorso 15 marzo è stato approvato il progetto di bilancio consolidato di Rimini
Fiera al 31 dicembre 2015, dal consiglio di amministrazione rimasto in carica per tre esercizi.
Chiuso con un fatturato di 74,9 milioni di euro, con un aumento pari al 10,1% rispetto ai 68 milioni
incassati nel 2014. Il margine operativo lordo si è assestato intorno ai 12 milioni di euro, mentre l' utile
netto è stato pari a 3,7 milioni, con un incremento dell' 8,8% rispetto ai 3,4 milioni di euro dell' esercizio
2014. Alla fine dell' anno la situazione finanziaria del gruppo si è chiusa con un attivo di 4,8 milioni di
euro, in miglioramento rispetto al debito di 4,7 milioni che si registrava ancora al 31 dicembre 2014.
SEMPRE il 15 aprile nomina del nuovo cda e del presidente. Sembra confermata l' ipotesi che Lorenzo
Cagnoni venga confermato alla guida della Fiera d i Rimini fino alla conclusione del processo di
quotazione in Borsa. Processo che potrebbe venire ultimato tra la fine di quest' anno e i primi mesi del
2017.
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La regione si mette in mostra Al Vinitaly si brinda a
'InCantina'
L' Enoteca Regionale porta 200 aziende e consorzi al Padiglione 1
di LORENZO FRASSOLDATI EMILIA
ROMAGNA terra del gusto, capitale dell'
enogastronomia del Belpaese. Come ogni
anno i visitatori del Vinitaly incontreranno,
appena entrati, al Padiglione 1 l' Emilia
Romagna dei vini e dei prodotti di eccellenza
che tutto il mondo ci invidia (e ci copia). E
come ogni anno Enoteca Regionale Emilia
Romagna è il grande maestro di cerimonie di
questo padiglione dove nulla viene tralasciato
per lasciare ai visitatori il ricordo di un'
esperienza unica per la qualità delle
degustazioni e per l' atmosfera ospitale.
Quest' anno il Padiglione 1 diventa
«InCantina», dal nome del ristorante, enoteca,
wine­bar di proprietà di Enoteca Regionale,
sito a Francoforte, nel quale vengono utilizzati
e venduti solamente prodotti enogastronomici
regionali.
«InCantina» rappresenta un innovativo format
di comunicazione per i prodotti dell' Emilia
Romagna. Il progetto pilota di Francoforte,
dopo alcuni anni di «rodaggio», è ora pronto
per essere diffuso/esportato in Europa e oltre
Oceano: i vini, e non solo, emiliano romagnoli trovano e troveranno così un sempre più valido canale
diretto per mercati importanti, come avviene attualmente per quello tedesco. L' intero padiglione (oltre
4.000 mq di superficie complessiva), gestito e coordinato da Enoteca Regionale, si trasformerà pertanto
in un grande «InCantina», nel quale saranno presenti circa 200 tra aziende e consorzi; 7 banchi d'
assaggio circolari con quasi 500 tipologie di vini organizzati per aree in modo che ogni visitatore possa
percorrere il proprio personale «viaggio nel buongusto» lungo la via Emilia, che unisce tutte le Province
della Regione, da Rimini a Piacenza.
POI CI SARÀ un vero ristorante ­ con accesso su invito ­ che proporrà un menù legato al territorio, il cui
tema centrale sarà la pasta fresca artigianale preparata dalle mani esperte di una «sfoglina», ma che
non dimenticherà le altre eccellenze della regione come formaggi e salumi. Al lavoro una brigata di 40
persone fra cuochi e camerieri; 15 sommelier alle prese con oltre 15.000 calici per garantire un servizio
impeccabile. Ambrogio Manzi, direttore di Enoteca Regionale Emilia Romagna, responsabile e curatore
di Vinitaly è soddisfatto: «Il nostro padiglione è anche dotato di aree dedicate, in cui saranno ospitati
eventi, degustazioni, incontri, workshop con l' obiettivo di promuovere e valorizzare il patrimonio
vitivinicolo regionale, ma anche la cultura e le tradizioni del territorio, lavorando in sinergia con i
consorzi di tutela dei prodotti tipici regionali. Non si può dimenticare, infatti, che l' Emilia Romagna è la
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food valley d' Europa, prima regione europea per numero di prodotti Dop e Igp, da poco saliti a 43».
Il vino può essere l' ambasciatore di una promozione turistica unitaria della regione. Ne è convinto
Pierluigi Sciolette, presidente di Enoteca Regionale: «Stiamo lavorando con gli assessorati all'
Agricoltura, al Turismo e alle Attività produttive per mettere a sistema e valorizzare tutte le eccellenze
della nostra straordinaria regione, unendo la valorizzazione del patrimonio territoriale a quello
gastronomico ed enologico». Ad aiutare i visitatori, Enoteca Regionale ha realizzato una nuova app che
permetterà all' utente di approfondire l' esperienza digitale dei banchi d' assaggio che troverà
fisicamente al Vinitaly.
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Dall' export agli investimenti Le attività dell' Enoteca
Regionale
Sono tante le iniziative per valorizzare il 'pianeta vino'
di LORENZO FRASSOLDATI IL FUTURO ha
radici antiche.
Nella Rocca Sforzesca di Dozza, uno dei
borghi più belli d' Italia, a cavallo tra Emilia e
Romagna, è custodito il giacimento enoico
della regione: oltre mille etichette
rappresentative di un patrimonio fatto di storia
materiale e di una eredità storico­culturale che
rappresenta una delle identità più profonde di
questa regione. E' qui la sede dell' Enoteca
regionale dell' Emilia Romagna che dal 1978
si dedica alla promozione e alla valorizzazione
dei vini della regione in Italia e nel mondo. La
regione, anzi le due mezze regioni, sono molto
diverse anche nel bicchiere: la Romagna
privilegia i rossi fermi a base Sangiovese con
la bianca Albana che eccelle in versione
passita, il Bolognese propone le bollicine del
Pignoletto, il Ferrarese quelle del Fortana,
Modena e Reggio sono la culla del
Lambrusco, la bianca Malvasia è la gloria di
Parma e Piacenza, con il rosso Gutturnio a
fare da spartiacque tra Piacenza e Lombardia.
ATTUALMENTE sono socie di Enoteca 260
realtà tra consorzi, cooperative e aziende vinicole di grandi, medie e piccole dimensioni. In questo 2016
Enoteca Regionale ha già avviato diversi progetti regionali e comunitari, in collaborazione con i
principali consorzi Vini e Food della regione, in una logica di «sistema» per valorizzare il «made in
Emilia Romagna» dell' agroalimentare sui mercati interni e su quelli extra EU.
Non a caso da circa 6 anni Enoteca Regionale è la capofila dei progetti Ocm per i mercati extra UE, con
un aumento crescente del valore dei progetti gestiti (+40% nel 2016 rispetto al 2015). Nel 2004 è nata
Enoteca Servizi Srl, braccio operativo dell' Enoteca regionale che permette di sviluppare tutta una serie
di attività di promo­commercializzazione che altrimenti sarebbe stato difficile realizzare. La Srl si
occupa così di quelle attività che hanno una valenza più prettamente commerciale, come ad esempio la
gestione dell' enoteca e del wine bar di Dozza; la fornitura dei vini ai canali Horeca e Gdo, lo sviluppo di
altri asset imprenditoriali, come «InCantina». «InCantina» è il nome del ristorante, enoteca, wine­bar di
proprietà di Enoteca Servizi, sito nella zona finanziaria di Francoforte, nel quale vengono utilizzati e
venduti solamente prodotti enogastronomici regionali. Enoteca Servizi si occupa, inoltra, della
progettazione, della redazione e di tutte le successive fasi di sviluppo e attuazione dei progetti per la
richiesta di contributi regionali, nazionali e comunitari, sia per la proprie attività dirette, sia per conto dei
consorzi e delle aziende socie. Nel 2015 ha condotto in porto circa 20 progetti complessivi per attività
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sia promozionali sia d' investimento, per un ammontare totale di alcuni milioni di euro, con erogazione
per le aziende di una interessante percentuale a fondo perduto. Infine svolge anche attività di
consulenza per quanto riguarda i fondi Ocm multiregionali e Ocm nazionali che coinvolgono diverse
regioni.
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LA SCHEDA BENE LE VENDITE IN FRANCIA E IN AMERICA
Dall' Emilia Romagna al Veneto Oltre 1.800 soci e
16 cantine associate
CANTINE Riunite Civ chiude l' esercizio 2015
(al 31 luglio) con ricavi per 219 milioni di euro,
confermando così la propria leadership nel
segmento del Lambrusco e del Pignoletto oltre
che in quello del Prosecco e dei vini frizzanti
veneti prodotti nelle proprie Cantine Maschio
di Treviso. L' approvazione del bilancio, chiuso
al 31 luglio 2015, è avvenuta il 16 dicembre
scorso nel Reggiano alla cantina Albinea
Canali durante l' assemblea generale. La
cooperativa c o n t a o g g i p i ù d i 1 . 8 0 0 s o c i
produttori di uve e sedici cantine associate in
Emilia Romagna, Veneto e in altre regioni d'
Italia. «Tra i dati più rilevanti del bilancio della
cooperativa si evidenzia un patrimonio netto di
150,3 milioni di euro, pari al 45,3% delle fonti,
e un cash­flow di 14,4 milioni, con un
miglioramento della posizione finanziaria netta
di 2,7 milioni di euro ­ ha detto il presidente dei
Riunite Civ Corrado Casoli ­ . Anche grazie ai
dividendi distribuiti dal Gruppo Italiano Vini, il
risultato d' esercizio evidenzia un utile di 5,5
milioni di euro, destinati a riserva. Un bilancio
che consente quindi un consolidamento
patrimoniale della cooperativa e un' ottima remunerazione per i viticoltori che nella vendemmia 2014
avevano conferito 805.000 quintali di uve, per le quali è riconosciuto un prezzo medio di riparto di 46,37
euro per quintale. Un importante contributo a questo risultato ­ ha proseguito Casoli ­ proviene da
Cantine Maschio che, con un incremento delle vendite dell' 8,6%, oggi rappresenta circa il 40% del
fatturato complessivo dell' azienda grazie anche all' eccellente andamento dell' export del Prosecco. Per
quanto riguarda l' export tra i paesi esteri in maggiore evidenza abbiamo gli Stati Uniti, dove il
Lambrusco Riunite ha avuto un incremento delle vendite di circa il 20%, grazie anche al lancio di un
nuovo packaging e a investimenti significativi in comunicazione e in store promotion; bene le vendite
anche in Francia (+16%) e in Centro e Sud America». Il presidente ha inoltre segnalato il
consolidamento delle vendite in Italia, dove sono stati realizzati importanti progetti per i vini a marchio
Riunite e Righi nel canale moderno e lo sviluppo di una nuova linea, denominata Gaetano Righi, di vini
modenesi. E' stata poi proposta, in occasione dell' Expo, la linea Senzatempo ­ Lambrusco Riunite,
Prosecco Maschio e Pignoletto Righi ­ che riprende il metodo tradizionale per ottenere vini frizzanti
naturali in Emilia e Veneto.
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Il Gruppo Maggioli si allarga e scommette sui musei
Acquisite quote di una società specializzata in software informatici
IL GRUPPO Maggioli di Santarcangelo lancia
un nuovo progetto legato ai musei nazionali e
internazionali. L' azienda ha acquisito a fine
marzo, dopo una lunga trattativa e un grosso
investimento (la cifra resta top secret, ndr),
oltre il 60% delle quote della società fiorentina
Parallelo srl, specializzata dal 1997 in
applicazioni informatiche per musei, beni
storici, archivistici e bibliografici. «Il nostro
intento ­ racconta Mauro Villa, direttore del
nuovo progetto che si chiamerà 'Maggioli
Musei' ­ è quello di diventare un gruppo di
riferimento per il mercato dei musei e delle
istituzioni culturali.
Intendiamo offrire una gamma di prodotti e
servizi a 360 gradi, per il rilancio e lo sviluppo
d e i m u s e i i t a l i a n i . A partire d a l l a
digitalizzazione, l' informatica, il web, le app,
oltre alla stampa e all' editoria, fino alla
consulenza».
IL SITO del progetto è già online:
www.maggiolimusei.it.
«Obiettivo del Gruppo Maggioli ­ s p i e g a i l
direttore commerciale e marketing, Amalia
Maggioli ­ è quello di rendere i musei più accessibili, interattivi, rispondenti alle esigenze del pubblico.
La strada passa attraverso l' integrazione di piattaforme e sistemi gestionali, l' utilizzo di tecnologie più
evolute, lo sfruttamento delle potenzialità legate alla virtualizzazione della realtà nel rispetto però della
tradizione culturale italiana».
LA SOCIETÀ toscana, acquisita da Maggioli, è specializzata da anni nelle ricostruzioni virtuali di
ambienti storici e oggetti d' arte, e vanta un curriculum di alto profilo. Tra le realizzazioni di Parallelo srl:
il touch screen con la ricostruzione 3D della tribuna degli Uffizi di Firenze, l' app Museum e Uffizi Ar per
la ricostruzione di realtà aumentate delle opere d' arte, e la rete wifi su 13mila metri quadrati della
Galleria degli Uffizi. Proprio in questi giorni il progetto è stato presentato a Ferrara al salone Restauro
Musei, alla presenza del ministro dei beni e attività culturali, Dario Franceschini. Ma il Gruppo Maggioli
ha già incontrato Eike Schmidt, della Galleria degli Uffizi di Firenze, e Peter Aufreiter, direttore del
Palazzo Ducale di Urbino. Contatti aperti poi anche con Belgrado, in Serbia, e con la Romania.
«Puntiamo a nuove e importanti collaborazioni ­ continua Villa ­ I progetti imminenti sono il catalogo per
il Museo della follia di Catania, e quello di Salò per Vittorio Sgarbi. Ma i musei in Italia sono oltre 4mila,
più di duemila di proprietà comunale. Essendo già fornitori per le pubbliche amministrazioni,
aggiungere questo elemento in più, legato alla digitalizzazione e al virtuale, nell' offerta dei nostri
servizi, è un nuovo passo importante per il nostro gruppo».
Rita Celli.
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Nel mirino del segretario del sindacato, Urbinati, «la mancanza di un osservatorio provinciale e
di una stazione unica appaltante che erano stati annunciati»
«Protocollo legalità, promesse disattese»
Appalti e controlli, il monito della Cgil ai politici: «Dopo le parole non sono seguiti i fatti»
RIMINI. Niente da fare, a distanza di due anni
e sette mesi, da quel 16 settembre 2013,
quando è stato firmato il Protocollo sulla
legalità in Prefettura, «poco e niente è stato
fatto». Il campanello d' allarme è suonato dalla
Cgil.
Stiamo parlando di quel documento legato a
legalità, regolarità e sicurezza del lavoro e
inerente le prestazioni negli appalti e
concessioni di lavori, s e r v i z i e f o r n i t u r e
pubblici. Un accordo siglato da Provincia, Pref
e t t u r a , Co nf er en za dei sindaci, enti,
categorie, sindacati.
Il protocollo aveva azzerato di fatto quello
siglato nel lontano 2003 e grande risalto era
stato dato alla conseguente introduzione dello
strumento della white list, definita allora, «un
vero e proprio albo delle aziende pulite,
lontane dalle infiltrazioni mafiose, del quale far
parte su base volontaria».
M a d a a l l o r a , s p i e g a i l s e g r e t a r i o Cgil,
Graziano Urbinati, «a Rimini siamo rimasti
fermi in molti casi, non c'è stata la volontà di
andare avanti e di concretizzare quanto messo
nero su bianco in quel protocollo ». E le
conseguenze dirette sul territorio si sono
tradotte «in effetti negativi sul lavoro nero e
sulla precarietà». Ecco perché lo stesso
Urbinati ricorda le tante mancanze riminesi: «Non c'è la stazione unica appaltante e manca l'o s s e r v
atorio provinciale sugli appalti». Ma ancora: «Perfino negli appalti pubblici, quindi elemento che
riteniamo più grave, ci sono assegnazioni che puntano ancora al massimo ribasso». E nei cantieri edili,
«si possono trovare i lavoratori che non rispettano le regole minime di sicurezza e che non hanno
contratti regolari». Una zona d'ombra, questa, che «favorisce anche le infiltrazioni criminali, come era
stato ribadito a più riprese prima che si firmasse il protocollo sulla legalità», continuano dal sindacato.
Che ancora per voce di Urbinati lancia un appello alla politica, «soprattutto in questo periodo elettorale
dove si fanno numerosi incontri e si metto al fuoco numerosi temi». La richiesta dalla Cgil è che «a
livello locale, i politici, pongano al centro delle loro attività anche il lavoro e la sua tutela, la legalità e le
azioni da mettere in campo perché sia dia seguito, finalmente, alle parole e agli annunci fatti ».
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8 aprile 2016
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Corriere di Romagna
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Escalation dal 2013 al 2015
Boom dei voucher da 390mila a 1,6 milioni
RIMINI. Voucher, voucher, fortissimamente
voucher. La provincia di Rimini è terza in Italia
per il loro utilizzo, preceduta solo da Bolzano e
Udine.
E la Cgil, illustrando alla stampa la campagna
per la raccolta firme sui tre referendum e sulla
legge di iniziativa popolare per rovesciare la
politica del Governo in materia di lavoro, lancia
l' allarme ancora una volta. Il loro significato è
stato «stravolto», attacca il sindacato: così dai
62.000 del 2008 si è passati in regione ai quasi
nove milioni del 2014. E per la città di Fellini si
registra una vera e propria escalation dal 2013
al 2015, con i voucher che passano da
390.000 a quasi 1,6 milioni. Il 30% riguarda il
turismo e il 18,6% il commercio, ma una buona
fetta, il 36% è riferito ad altri settori non meglio
specificati.
Non solo: la maggioranza non viene acquistata
tramite l' Inps, ma in tabaccheria e spesso non
sono nemmeno riscossi. Senza dimenticare
che non danno diritto alla disoccupazione, ala
maternità e alla pensione. Così, tuona il
segretario della Cgil, Graziano Urbinati, «un
numero sempre più crescente di persone
scivola in una precarietà peggiore e lavora
senza diritti».
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8 aprile 2016
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Corriere di Romagna
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Contratto, macchinisti sulle barricate
RIMINI.Il nuovo contratto del segmento Cargo
di Trenitalia prospettato dalle Fs, di cui si sta
discutendo proprio in questi giorni, fa infuriare
i macchinisti in Emilia­Romagna. I nodi da
sciogliere sono essenzialmente due, spiegano
i componenti della Rsu Cargo presenti in
regione, che ieri mattina hanno convocato u n'
assemblea a Bologna per discutere della
situazione: da un lato, il nuovo regime
porterebbe «a un esubero di 467 macchinisti»
in tutt' Italia, di cui solo 129 sarebbero
ricollocati in altri impianti ma sempre all'
interno della Divisione Cargo; dall' altro, il
sindacato si dice «sconcertato» dalle richieste
aziendali in termini di normativa di lavoro. Nel
dettaglio, si denuncia, «hanno osato» chiedere
treni merci «ad agente solissimo», cioè con un
unico macchinista, con 10 ore di prestazione, e
servizi con un ferroriere «polifunzionale» che
però non può sostituirsi al macchinista, anche
di notte. Dunque «infischiandosene delle
recenti sentenze che condannano agente solo
ed equipaggio misto». Co me se non
bastasse, si profilano anche «11 ore di lavoro
di giorno e nove di notte, nessuna fascia oraria
di garanzia dei pasti, e base operativa con
raggio di 60 chilometri». Richieste che i
rappresentanti sindacali bollano come «i
naccettabili e offensive perché si chiedono maggiori carichi di lavoro ai macchinisti, quando
praticamente ogni giorno giungono notizie di macchinisti morti, principalmente per patologie
cardiologiche, o divenuti inidonei per problemi di salute molto gravi, soprattutto nella divisione Cargo».
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Corriere di Romagna
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Diritti dei lavoratori, la Cgil scende in campo:
«Servono 500mila firme contro il precariato»
RIMINI. «Occorre riportare il lavoro a centro ».
Lo spiega il segretario provinciale della Cgil,
Graziano Urbinati, annunciando il via alla
campagna di raccolta firme per i tre
referendum lanciati in solitaria dal sindacato.
Per abrogare «la norma sul lavoro occasionale
con la quale sono stati introdotti i voucher»;
per ripristinare «la responsabilità in solido dei
committenti negli appalti»; e per ripristinare «il
reintegro dei lavoratori di aziende dai cinque
dipendenti in su quando il licenziamento è
illegittimo », si parla dell'articolo 18 insomma.
Scatta inoltre la raccolta firma anche per la
legge di iniziativa popolare per riscrivere lo
statuto dei lavoratori, con l'obiettivo di
«estendere a tutti i lavoratori diritti e regole,
per garantire i diritti fondamentali in capo alla
persona, indipendentemente dal lavoro c h e
svolge, sia esso dipendente, parasubordinato,
atipico, non standard, precario o autonomo».
Come spiega il segretario confederale
Massimo Fusini sul tema a Rimini sono stati
consultati 12.268 iscritti su circa 50.000 in 536
assemblee. E circa il 98% ha dato l'ok alle
iniziative.
Da domani scatta dunque la raccolta firme
diretta ai cittadini, tre mesi per i referendum (il
termine è stato fissato per il prossimo 8 luglio)
e sei per la legge ( il termine in questo caso è stato fissato per il prossimo 8 ottobre), con 20 banchetti in
altrettante piazze: piazza Cavour, a Rimini, dalle 9 alle 12.30.; ma anche piazza Matteotti e viale
Ceccarini a Riccione; piazza de Curtis a Cattolica; via della Repubblica a Misano.
In provincia rispetto alla regione, aggiunge, c'è meno manifattura e più terziario, il che si traduce «in
maggiore lavoro stagionale e precario, con meno diritti».
Per cui con il Jobs acts non si è registrato un aumento di occupazione, ma la trasformazione da precari
a tutele crescenti, la crescita dei voucher e il calo degli avviati. Insomma, conclude, «un impoverimento
complessivo».
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Rimini Fiera Si dimette il direttore Ipotesi proroga per
Cagnoni
RIMINI. Rinnovo in vista per il cda di Rimini
Fiera. Martedì si terrà l' ultima seduta dell'
attuale consiglio d' amministrazione, rimasto in
carica per tre esercizi, che il 15 marzo ha
approvato il progetto di bilancio consolidato al
31 dicembre. Venerdì si riunirà l' assemblea
dei soci in seduta straordinaria per le
modifiche dello statuto e in seduta ordinaria
per l' approvazione del bilancio consolidato, la
distribuzione del dividendo e per varare le
nomine del nuovo cda. A seguire, si terrà la
prima seduta per la nomina del presidente.
Lorenzo Cagnoni potrebbe dunque lasciare,
dato che il 27 marzo del 2015, rispondendo in
commissione al consigliere dell' Idv Stefano
Murano Brunori che lo interpellava sulle sue
intenzioni in vista del fine mandato del 2016,
disse: «Non ho nessuna intenzione di
ricandidarmi».
Una soluzione possibile pare sia anche la
proroga della presidenza a Cagnoni, magari
per un anno, giusto per completare la
collocazione in Borsa della Fiera.
Cagnoni è stato nominato presidente di Rimini
Fiera nel 2002, rendendosi protagonista della
realizzazione del nuovo quartiere per un
investimento che si aggira intorno ai 300
milioni di euro.
Intanto martedì scorso 5 aprile il direttore generale Ugo Ravanelli ha rassegnato le proprie dimissioni
per motivi personali. Già avviato il lavoro per una pronta sostituzione della sua figura, mentre prosegue
con determinazione anche il progetto di quotazione.
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Corriere di Romagna
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I cittadini di "Amici Valmarecchia svegliatevi" invitano amministratori e politici a ripensare al
progetto
«L' impianto eolico devasterà in maniera irreparabile
un territorio ricco di storia e geologicamente fragile»
CASTELDELCI. L' impianto eolico industriale
Poggio Tre Vescovi, se approvato, diventerà
uno dei più grandi d' Italia, «devasterà in
maniera irreparabile uno dei territori più ricchi
di storia e più fragili dal punto di vista della
conformazione geologica dell' intero crinale
dell' Appennino», sostengono i cittadini di
"Amici Valmarecchia svegliatevi". «Il parco era
stato bocciato già nel 2012 dal Consiglio dei
Ministri dopo le bocciature del ministero dei
beni Culturali e dalle Sovraintendenze delle
Regioni Emilia Romagna, Toscana, Marche e
da parte di Italia Nostra e Wwf. A distanza di
pochi anni la stessa proponente, Geo Italia,
una società italiana di proprietà del gruppo
tedesco Geo mbh, reitera il progetto in seguito
a un ricorso per un vizio di forma». L' energia
verde, «è un' esigenza sulla quale tutti
conveniamo e proprio per questa la sua
pianificazione non de ve essere imposta o
regolata dalla massimizzazione dei profitti o
ancora peggio tramite cavilli legali. Se il
territorio ­ proseguono da "Amici Valmarecchia
svegliatevi" ­ è sempre lo stesso e le
modifiche all' impianto sono minime, i
generatori saranno per altezza il doppio del
campanile di Giotto di Firenze, il triplo della
torre di Pisa e supereranno di circa 60/70
metri la torre del Mangia di Sie na e quella degli Asinelli di Bologna, perché ogni qualvolta ci sono in
ballo gli interessi economici si va avanti con ricorsi su ricorsi fino a quando i profitti di pochi prevalgono
sul pubblico?». La richiesta di bloccare il progetto proviene, «da gente semplice, che ama il proprio
territorio a prescindere dalle difficoltà economiche ed ambientali che lo hanno caratterizzato. Oggi ­
concludono da"Amici Valmarecchia svegliatevi" ­ del nostro isolamento possiamo farne una ricchezza e
promuovere uno stile di vita veramente green al di fuori delle retoriche e dei luoghi comuni. Riteniamo
che gli amministratori a tutti i livelli abbiano il dovere civile e morale di fare accertamenti approfonditi, di
ascoltare la popolazione, le organizzazioni territoriali, i comitati e confrontarsi sul territorio».
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La Voce di Romagna
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Sigilli al night tra le proteste dei dipendenti
CHIUDE LA PERLA I carabinieri hanno sequestrato la storica sexy disco mentre l'
amministratore giudizario ha rassicurato gli ex lavoratori
Addio allo storico night club La Perla. Ieri
mattina i carabinieri di Riccione hanno posto i
si gilli alla sexy disco di via Lungomare d'
Annunzio, dopo che nelle scorse settimane l'
amministratore giudiziario Giancarlo Ferrucini
(affiancato dagli avvocati Edgardo
Ricciardiello del foro di Bologna e Barbara
Vannucci del foro di Rimini) aveva ottenuto in
sede civile il sequestro dell' immobile. Ad
attendere i militari dell' Arma e il dottor
Ferrucini, davanti all' entrata del locale, c '
erano i quaranta dipendenti de La Perla, che
hanno protestato contro il provvedimento di
chiusura imposto dal Tribunale. "Non potete
sbatterci in mezzo a una strada. Noi con
questo lavoro ci campiamo", hanno gridato a
più riprese.
Momenti di tensione superati grazie alla
diplomazia dell' amministratore giudiziario
che, in stretto contatto telefonico con il giudice
Vinicio Cantarini, ha promesso il pagamento di
una mensilità a tutti gli ormai ex dipendenti
della Catbu Srl, rappresentata dall' avvocato
Carola Mecatti, ex società gestrice de La
Perla.
Soldi che poi Ferruccini ricomprenderà nella
richiesta di risarcimento danni. Una volta
sedata la protesta, si è proceduto all'
inventario, descrizione e stima di tutto ciò che si trovava all' interno del night, prima del cambio di
serratura.
"Ci teniamo a tranquillizzare tutti, nessuno dei 40 dipendenti rimarrà senza lavoro ­ spiega l' avvocato
Mecatti ­. La società che gestiva La Perla, infatti, garantisce il loro reimpiego in tempi brevissimi. L'
amministratore farà causa alla Catbu? Posso dire che le parti si stanno accordando per risolvere le
pendenze pregresse in modo da evitare di adire le vie legali".
Da oggi, intanto, l' amministratore giudiziario avvierà i primi contatti con i nuovi potenziali gestori. Pare,
però, escluso che in futuro sulle ceneri de La Perla possa sorgere un nuovo night club.
Sempre ieri, intanto, mentre il locale veniva posto sotto sequestro, in Tribunale si è tenuta la prima
udienza del processo che vede sul banco degli imputati quello che gli investigatori dell' Arma ritengono
l' amministratore di fatto della Catbu Srl, Rodolfo Luciani (difeso dall' avvocato Piero Ippoliti), accusato
di sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione in concorso, così come la cassiera del locale,
Cristina Alexa e il tuttofare Luca Lombini (entrambi difesi dall' avvocato Nicola De Curtis), con quest'
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Continua ­­>
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ultimo che deve rispondere anche di detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio. Gli altri
imputati coinvolti nell' inchiesta Ubris, condotta dai Carabinieri di Rimini e coordinata dal pm Paolo
Gengarelli, sono invece Vittorio De Leo, altro amministratore di fatto della catbu, e Marco Pucci
Cappelli, direttore del night: entrambi hanno patteggiato nelle scorse settimane a un anno e otto mesi di
reclusione (pena sospesa).
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FIERA MARTEDÌ PROSSIMO L' ULTIMA SEDUTA DEL CDA USCENTE, VENERDÌ L'
ASSEMBLEA DEI SOCI NOMINERÀ IL NUOVO
Lascia il direttore generale Ravanelli
Si terrà martedì 12 aprile l' ultima seduta dell'
attuale Consiglio d' Amministrazione di Rimini
Fiera S.p.A.
Il CdA, che nella seduta del 15 marzo scorso
aveva approvato il progetto di bilancio
consolidato di Rimini Fiera al 31 dicembre
2015, è rimasto in carica per tre esercizi.
Venerdì 15 aprile, nel pomeriggio, si riunirà l'
Assem blea dei Soci di Rimini Fiera, in seduta
straordinaria per le modifiche dello Statuto e in
seduta ordinaria per l' approvazione del
bilancio consolidato d' esercizio 2015, la
distribuzione del dividendo 2015 e per varare
le nomine del nuovo Consiglio di
amministrazione.
Subito a seguire, si terrà la prima seduta del
nuovo Con siglio d' Amministrazione di Rimini
Fiera S.p.A.
per la nomina del Presidente.
Rimini Fiera comunica inoltre che il 5 aprile
scorso il Direttore Generale Ugo Ravanelli, da
poco tempo in carica,ha rassegnato le proprie
dimissioni per motivi personali: la Società per
azioni riminese è già operativa per una pronta
sostituzione della sua figura e prosegue con
determinazione nel progetto di quotazione e
nei suoi obiettivi di crescita e sviluppo.
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8 aprile 2016
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Cgil Carta dei Diritti e referendum: da domani la
raccolta firme in tutte le principali piazze della
provincia con mille banchetti in regione
Ventimila banchetti in tutta Italia, 1.000 in
Emilia Romagna, inizia domani per la Cgil la
seconda fase del "Nuovo Statuto", la raccolta
firme per la presentazione di una legge d '
iniziativa popolare, basata sulla Carta dei diritti
universali del lavo ro.
Ne hanno parlato ieri in una conferenza
stampa il Segretario generale della Cgil d i
Rimini Graziano Urbinati e Claudia Cicchetti e
Massimo Fusini della Segreteria confederale.
"La raccolta delle firme ­ ha spiegato Fusini ­
avviene su mandato degli iscritti dopo la
consultazione straordinaria che, a Rimini, ha
coinvolto in oltre 500 assemblee 12.268 votanti
con una percentuale di voti favorevoli del
99,48%. Ora, in tutte le principali piazze della
provincia si passerà alla raccolta concreta
chiedendo u na firma a tutti i cittadini.
Obiettivo: portarla in discussione al
Parlamento. La legge vuole estendere a tutti i
lavoratori diritti e regole; garantire i diritti
fondamentali in capo alla persona,
indipendentemente dal lavoro che svolge, sia
esso dipendente, parasubordinato, atipico,
non standard, precario o autonomo".
"Si cerca di far passare l' idea che un lavoro va
bene, qualunque esso sia, anche se sfruttato,
malpagato e senza alcuna tutela ­ ha detto
Urbinati ­ Nel 2015 i nuovi contratti a tempo indeterminato a tutele crescenti, che nella provincia di
Rimini sono passati dal 5,5% al 12,9% degli avviamenti in ragione dei cospicui incentivi dati alle
imprese, oltre ad essere a tempo indeterminato fittizio non beneficiano di alcuna tutela in caso di
licenziamento illegittimo determinando un peggioramento delle tutele e dei diritti per tutti i nuovi
assunti".
Insieme alla proposta di legge la CGIL chiede di firmare anche per i tre quesiti referendari depositati in
Cassazione e che hanno come obiettivo cancellare la norma sul lavoro occasionale per il quale sono
stati istituiti i voucher; ripristinare la responsabilità in solido dei committenti degli appalti nei confronti
dei lavoratori, sia sul piano retributivo che contributivo; ripristinare la reintegra per i lavoratori di aziende
dai cinque dipendenti in su quando il licenziamento è illegittimo (art. 18 Legge 300).
La raccolta delle firme si concluderà venerdì 8 luglio per quanto riguarda i quesiti referendari e sabato 8
ottobre per ciò che concerne la 'Carta dei Diritti Universali del Lavoro'.
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La Voce di Romagna
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ALTA VELOCITÀ Previste quattro coppie di collegamenti nei fine settimana di agosto e nell'
ultimo week end di luglio. Si attende di conoscere quali saranno le decisioni di Trenitalia per l'
offerta Frecciarossa
Estate 2016, Italo tornerà a Rimini
Manca ancora l' annuncio ufficiale da parte di
Ntv, Nuovo trasporto viaggiatori ma è certo
c h e Italo, c o n c o r r e n t e d e l Frecciarossa,
t o r n e r à a Rimini l a p r o s s i m a e s t a t e e
precisamente tutti i sabati e domenica di
agosto e l' ultimo week end di luglio.
Si tratta di quattro coppie, questi gli orari in
direzione Rimini che indicano la partenza dal
capoluogo lombardo e l' arrivo a Rimini. 0905­
1134; 13051520; 1605­1820; 2005­2210.
Lo stesso discorso vale per la direzione
opposta: 835­1045; 1326­1550; 1722­1945;
20302235. Come si può notare, non tutte le
tabelle di marcia tengono conto dei benefici
dell' alta velocità. Dopo l' abbandono del
servizio regolare sull' Adriatica che prevedeva
tre coppie di collegamenti tra milano e
Ancona, una attestata a Torino, Ntv aveva
scelto la scorsa estate la soluzione dei
collegamenti di fine settimana tra Milano e
Rimini che hanno registrato grazie anche alle
tariffe promozionali, un elevato tasso di
occupazione dei posti.
D e l r e s t o i l r i t o r n o d i Italo a Rimini è
testimoniato dall' emettitrice automatica dei
biglietti, rimasta in stazione anche dopo il
terrnine del servizio. Non è certo una novità, la
clientela turistica gradisce l' offerta di qualità
che permette di spostarsi rapidamente dalla metropoli alla spiaggia. Per quan to riguarda invece
Trenitalia, non sono stati ancora inseriti nel sistema di vendita le due coppie di Frecciarossa attualmente
in servizio (Milano Bari e Milano ­ Ancona): lo stesso discorso riguarda anche qualche Frecciabianca. In
particolare si attendono le decisioni di Trenitalia per quanto riguarda la relazione estiva Milano ­ Ancona
che in direzione sud ha ceduto la traccia a quella istituita lo scorso mese di settembre per Bari. In
direzione Nord il Frecciarossa passava da Rimini verso le 18.40, un ottimo orario per arrivare a Milano
in una fascia oraria non tardiva. Tenuto conto che Frecciarossa e Italo non possono fermare dappertutto,
perché i benefici dell' Alta velocità possano venire spalmati su tutta la fascia costiera romagnola, è
necessaria l' integrazione con i treni del trasporto regionale. Rimini di fatto deve svolgere le funzioni di
stazione hub con coincidenze immediate. In pratica chi scende a Rimini con un treno Alta velocità deve
trovare subito il proseguimento verso Riccione, Misano e Cattolica oppure verso Bellaria.
Aldo Viroli.
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ALDO VIROLI
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