Appunto su ITS - Mariastella Gelmini

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Appunto su ITS - Mariastella Gelmini
Breve storia degli ITS
LE ORIGINI
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I corsi post diploma di specializzazione e perfezionamento furono introdotti
dalla legge n.889 del 1931 sul “Riordinamento dell’istruzione media tecnica”;
La loro realizzazione divenne sempre più occasionale dopo l’entrata in vigore
dei decreti delegati sulla scuola del 1974 e, in particolare, per effetto del
decreto delegato sulla riforma degli organi collegiali. Negli anni ‘50 e ’60
furono promossi dai consigli di amministrazione degli istituti tecnici
(soppressi dai decreti delegati), dove erano presenti imprenditori molto
interessati alla qualità della formazione tecnica e al livello di specializzazione
dei neo diplomati;
Dalla fine degli anni ’70 sino alla fine degli anni ’90 furono esperiti, senza
successo, molti tentativi di istituire il livello terziario dell’istruzione tecnica (su
proposta dell’IRI, della Commissione Brocca, di parlamentari e gruppi politici),
analogo a quello del Brevet de Technicien Supérieur (BTS) francese o delle
Fachhochschule tedesche;
BERLINGUER
A seguito degli impegni assunti con il PATTO SOCIALE PER LO SVILUPPO E
L'OCCUPAZIONE del 22 DICEMBRE 1998 (cd. Patto di Natale), dal Governo D’Alema
con le Parti sociali, venne istituito con la legge n.144 del 1999, articolo 69, il Sistema
Integrato di Istruzione e Formazione Tecnica Superiore (IFTS) per realizzare percorsi
di specializzazione, annuali e biennali, per preparare i tecnici superiori richiesti dal
mondo del lavoro, pubblico e privato, con particolare riferimento alle piccole e
medie imprese. Ne fu protagonista il ministro Berlinguer che ne definì le strategie
politiche per collegare scuole superiori, università, centri di formazione
professionale e imprese. Gli ordinamenti del Sistema IFTS furono disciplinati
successivamente, con decreto adottato nel 2000 dal ministro De Mauro di concerto
con i Colleghi del lavoro e dell’università.
MORATTI (2003-2005)
I passi successivi per “dare gambe” al Sistema post secondario
Il ministro Moratti collega il Sistema di Istruzione e Formazione Tecnica Superiore
(IFTS) con la riforma del secondo ciclo del sistema educativo di istruzione e
formazione. Alla fine del 2004, raggiunge un importante accordo con le Regioni e le
Parti sociali per superare la precarietà dei percorsi di specializzazione IFTS realizzati,
sino a quel momento, da Associazioni Temporanee di Scopo (ATS) tra scuole,
università, centri di formazione e imprese nell’ambito dei piani regionali e favorire
stabili raccordi con le sedi della ricerca attraverso la realizzazione di Poli formativi di
settore. A Genova nasce l’Accademia del mare per la formazione degli ufficiali della
marina mercantile come primo esempio di Polo formativo per il settore marittimo.
Un Piano straordinario viene realizzato per il Mezzogiorno per formare supertecnici
di laboratorio, con l’obiettivo di sostenere il trasferimento tecnologico dalle sedi
della ricerca alle imprese. Il Piano ha successo e segna la direzione di marcia nello
sviluppo di reti territoriali di collaborazione più solide rispetto alle ATS.
FIORONI (2006 -2007)
Il ministro Fioroni adotta una strategia politica per contrastare la licealizzazione
della scuola superiore, avvenuta con la riforma Moratti, e ridefinire l’assetto del
secondo ciclo di istruzione e formazione, ridando spazio agli istituti tecnici e agli
istituti professionali sino a livello terziario, nel quadro delle norme per il rilancio
dello sviluppo economico (legge n.40/2007); riorganizza, nel gennaio 2008, il
Sistema IFTS istituito, al tempo, su proposta del ministro Berlinguer, anche sulla
base dei risultati conseguiti dal ministro Moratti. Su iniziativa di Fioroni, vengono
previsti gli Istituti Tecnici Superiori con un impianto simile ai BTS francesi e una
strategia di stabile integrazione di risorse pubbliche e private nelle Fondazioni di
partecipazione che ne costituiscono “le strutture portanti” . Viene istituito anche un
“Fondo” per sostenere finanziariamente gli ITS.
GELMINI (2008-2011)
Il ministro Gelmini decide di “non ricominciare daccapo” e di raccogliere i risultati
migliori dei suoi Predecessori, impegnandosi nel rafforzare e valorizzare l’istruzione
tecnica sino a livello superiore, che viene riordinata completamente nel 2010 dopo
79 anni. Gli ITS vengono configurati, negli ordinamenti dei relativi percorsi, come
“scuole speciali di tecnologia” e connessi con gli istituti tecnici e professionali, che
ne diventano gli “Enti di riferimento”.
Cinquantanove Istituti tecnici superiori vengono costituiti entro la fine dell’anno
2010. Nei mesi successivi, molti di loro cominciano a preparare gli studenti del
quinto anno degli istituti tecnici, per rafforzarne le competenze di lingua inglese e di
ICT in vista della prosecuzione degli studi e della formazione nei lunghi tirocini
necessari per conseguire, dopo due anni, il diploma di tecnico superiore nelle aree
tecnologiche di “punta” .
Il ministro Gelmini coglie l’occasione della riforma sull’organizzazione delle
università e per incentivare la qualità e l’efficienza del sistema universitario (legge
n.240/2010), per promuovere federazioni tra le università e gli ITS e per il
riconoscimento dei crediti acquisiti dai tecnici superiori ai fini della prosecuzione
degli studi universitari, dando così concrete opportunità di soluzione a due aspetti
problematici, rimasti irrisolti nelle legislature precedenti nei rapporti tra percorsi di
specializzazione tecnica superiore e percorsi universitari.
I ministri Gelmini e Sacconi trovano spazio per lo sviluppo degli ITS nell’ambito
dell’alto apprendistato previsto dal recentissimo Testo Unico, che ne ha riordinato
tutti i livelli, in linea con gli orientamenti dell’Unione europea che lo indica come
uno strumento strategico per il futuro dei giovani e la competitività delle imprese.
Attraverso il contratto di apprendistato può essere quindi acquisito anche il titolo di
diploma tecnico superiore.
Gelmini ha mobilitato le strutture del Ministero per far conoscere gli ITS ai giovani e
alle famiglie, come una concreta opportunità di acquisire quelle solide competenze
scientifiche e tecnologiche molto richieste dal mondo del lavoro, che possono
costituire uno strumento per contrastare la disoccupazione giovanile. Ai fini di una
più ampia informazione, molto possono fare gli organi di stampa per far conoscere
questo neonato sistema, che ha antiche radici nei fabbisogni delle imprese, sempre
più insoddisfatti per scelte di studio spesso disinformate.