Starace è indigesto a Stoppini
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Starace è indigesto a Stoppini
Tennis l'Adige TENNIS A1 A SQUADRE TRENTO - «Non ho giocato bene. Anzi, non è vero. Lui ha giocato molto bene e io ho commesso qualche errore di troppo». A caldo le prime parole di Andrea Stoppini, numero uno dell’Ata Battisti Trentino, dopo il match con Starace sono la più ermetica descrizione dell’incontro che uno spettatore possa immaginarsi. Eppure è tutto vero. Qualcuno vedendo la partita potrebbe pensare che Andrea non abbia giocato bene. Ma ogni match ha una sua storia e nel tennis conta anche chi sta al di là della rete. Era impossibile pensare di vedere ieri la versione di Stoppini arrembante ammirata con Luzzi e Dustov: troppo carica la lunedì 6 novembre 2006 Il retroscena / Tanti carichi di lavoro per il n. 1 dell’Ata: «Lui ha giocato meglio» Il giustiziere di Agassi punta all’Australia palla da fondo campo di Starace e troppo pericoloso avventurarsi a rete all’arma bianca contro quel terrificante rovescio bimane che scova ogni centimetro libero per andare a depositarsi nei pressi delle righe. Sarebbe servita una versione di Stoppini al 100%: un’altissima percentuale di prime palle per difendere i propri turni di servizio senza faticare eccessivamente, un’attenzione particolare da fondo, la prontezza per catapultarsi in avanti nel mo- mento propizio… a onor del vero, senza che questo debba diventare un alibi, Andrea in queste settimane sta lavorando duramente. Nel tennis moderno sono pochissime le settimane in cui è possibile per un atleta fare carichi di lavoro importanti per la stagione futura. E quando, come sta facendo Stoppini, si pensa a organizzare la campagna in terra d’Australia in gennaio, i tempi si restringono. Ma ben vengano gli allenamenti duri: Andrea ha 26 anni e l’espe- rienza della campagna americana di quest’estate sui campi in cemento (nota a tutti per la vittoria su Agassi a Washington, ma in realtà ben più importante per il suo positivo andamento complessivo) deve avergli insegnato qualcosa. I tornei australiani sui terreni veloci possono essere terra di conquista di un bel bottino di punti Atp per un tennista come Stoppini. Ma bisogna preparare la trasferta seriamente e pensare di rimanere lontani da ca- 29 sa per qualche settimana: la partecipazione alle qualificazioni dell’Australian Open – il grande Slam di Melbourne – sarebbe un cameo insignificante se non si provasse a raggranellare qualche punto nei tornei che lo precedono. Non se la prenderà il presidente Monegaglia: immaginiamo che anche lui pagherebbe per le sconfitte di Stoppini in singolare in serie A da qua sino a Novate Milanese (sede delle finali scudetto del 2006) se queste portassero bene come nelle ultime due domeniche… Stoppini perdente e Ata vincente sia a Cagliari che a Trento con il Capri. Nip Starace è indigesto a Stoppini «Poto» porta l’unico punto ai napoletani «Stoppo» perde l’imbattibilità casalinga RIVALI. Dopo due anni Stoppini perde ancora da Starace e rinvia la vendetta fotoservizio P. Cavagna di NICOLA PRETI TRENTO - La vendetta è un piatto che va servito freddo. Ma non c’è stato spazio per nessuna vendetta nel big match dell’incontro tra Ata Battisti Trentino e Capri Sport Academy. Andrea Stoppini ha dovuto alzare bandiera bianca contro Potito Starace. Proprio come nel 2004, quando il campano che militava nelle fila del Saetta Palermo si impose sul campo numero 7 del palazzetto di via Fersina regalando ai siciliani l’unico punto in singolare di una giornata memorabile per i ragazzi del presidente Monegaglia. Giornata conclusasi con un salomonico pareggio allora, vista la superiorità degli isolani nei doppi. Starace ha dimostrato e confermato in campo di possedere la dote caratteristica di un top 100: la costanza. Tutti sanno che nel mondo del tennis professionistico è molto più difficile confermarsi piuttosto che arrivare al vertice. Molti giocatori – intendiamoci, stiamo sempre parlando di atleti che hanno potenzialità di altissimo profilo, non di tennisti del dopo lavoro ferriovario – hanno la capacità di inanellare una serie di risultati utili che ti sparano nel gotha del tennis mondiale, ma la differenza sta nel riuscire a mantenere negli anni uno standard di gioco tale che ti consenta di difen- dere il ranking raggiunto. E questo non può essere un caso. Starace gravita nelle prime cento posizioni mondiali da qualche anno e l’atteggiamento in campo è la dimostrazione di una indiscussa professionalità e di una palese maturità di rendimento: imperturba- bile, quasi compassato in qualche passaggio, non lascia trapelare emozioni dalla prima all’ultima pallina. Sul 4 a 3 per il campano, Stoppini concede quattro palle break e finisce per perdere il servizio in seguito ad uno scambio prolungato di diritto: è il momen- to decisivo del primo set. Nella gestualità in campo del rivano si può cogliere la differenza di atteggiamento tra i due giocatori: Andrea è un tennista intelligente che si rende conto dell’importanza dei singoli punti e sa benissimo che sbagliare un rovescio lungo linea sul 30 pari in quel momento significa regalare un’occasione ad un avversario che non attende altro. Ma la sua reazione istintiva, naturale all’errore è scuotere leggermente la testa in segno di auto disapprovazione. Attenzione: ciò non vuol dire che An- drea non sia un lottatore. Tutt’altro. Però la sua innata capacità di capire il tennis lo porta ad analizzare il momento con una sorta di distacco, come se guardasse il punto o la partita dall’esterno e commentasse la scelleratezza di commettere un errore gratuito in quel preciso istante. E forse questo ruba un minimo di concentrazione alla mente di un atleta. La fredda cronaca dell’incontro sarebbe riassumibile in poche righe: tre break, di cui due nel secondo set, a favore di Starace contro nessuno per Stoppini. Un equilibrio che si rompe nel fatidico ottavo gioco del primo parziale, con il napoletano che non si lascia sfuggire l’opportunità e chiude sul 6 a 3. All’inizio della seconda frazione un doppio fallo e un errore di diritto del trentino regalano a Starace il break di apertura che risulterà irrecuperabile. Il numero 86 del mondo è il giocatore più forte visto a Trento nella serie A del 2006: mostra umiltà restando due metri dietro la riga di fondo per rispondere e non sottovaluta Stoppini, conoscendo la forza del rivano sul veloce. Resta concentrato nei turni di servizio con alta percentuale di prime palle, commette un numero irrisorio di errori gratuiti e con il rovescio bimane trova il passante con una facilità disarmante. L’imbattibilità casalinga di Stoppini finisce laddove era nata: contro Potito Starace. Rally / Con il navigatore Pollet una prova da incorniciare nel Veronese Nuoto / Per l’alfiere dell’Esercito un secondo e un terzo posto nella rana De Tisi impone la sua classe Demozzi «illumina» Bolzano Vittoria roveretana alla Ronde «Due Valli» Unica trentina sul podio tra tante stelle di MAURIZIO FRASSONI SOAVE (Vr) – Giorgio De Tisi navigato da Rudy Pollet ha dominato il Rally Ronde “Due Valli”. Una speciale di 13,350 chilometri, da ripetersi per quattro volte. Partenza da Soave alle 14,00 ed arrivo alle 23,10 di sabato. Al volante della Peugeot 206 Wrc, il pilota roveretano ha effettuato il primo passaggio staccando il secondo miglior tempo a soli 0”5 da Zumerle in gara con la Toyota WRC. Secondo giro ed è primo Arbetti, altra Toyota. De Tisi è a 0”9. Quindi? «Abbiamo cambiato le coperture e ci siamo aggiudicati le altre due prove, vincendo così il rally». Seconda gara dell’anno. «Già, abbiamo partecipato solo al Bondone e qui a Verona. La gara è stata davvero molto combattuta ed è la seconda volta che vinciamo questa corsa». Una prova di giorno e tre in notturna. «Decisamente più difficile gareggiare di notte. Cambia la profondità di campo, i punti di riferimento. Non siamo abituati a correre con il buio, ma è andato tutto alla perfezione. Siamo molto soddisfatti». Hanno entusiasmato anche gli altri piloti trentini in gara. Graziano Passerini, navigato da Marco Zortea, al volante della Renault Clio Super 1600 è ottavo assoluto. Terzo tra le Super 1600. «Abbiamo effettuato il primo passaggio per conoscere la vettura e, tra l’altro, era l’unica prova di giorno. Poi, non abbiamo commesso errori e tutto è andato al meglio». Beppe Bertolini torna al volante della Mitsubishi Lancer Evo VII. E’ 11° assoluto. «E secondo in N4. Dopo la parentesi con le Due Ruote Motrici, siamo tornati alla trazione integrale e finalmente ci siamo divertiti. Al solito abbiamo preso in mano la vettura solo nella prima speciale. Per noi è stato lo shake down. Poi abbiamo effettuato le regolazioni. Ottimo». La corsa di Fabrizio Ferrari, con al fianco Michela Farea, è stata pesantemente condizionata da noie meccaniche nella prima speciale. «Problemi elettrici sulla nostra Renault Clio Williams di gruppo A. Non solo, ma durante il trasferimento abbiamo accusato noie alla pompa della benzina. Siamo arrivati al controllo orario in ritardo e pagato 1’10” di penalità». Ma il pilota roveretano si scatena nelle tre speciali successive. «Sempre a ridosso dei primi, in gara con le WRC. E’ stata indubbiamente una gran gara, 13. assoluti e secondi in classe A7, anche se rimane l’amaro in bocca per i problemi sofferti». Marco Capello e Francesca Nerobutto hanno vinto la classe N2 con la Citroen Saxo. «Gran lotta e splendida gara. La nostra piccola Saxo ci ha regalato finalmente grandi soddisfazioni. Siamo sedicesimi assoluti, ma anche terzi di gruppo N a ridosso delle vetture integrali. Abbiamo battuto mezzi di classe superiore». La notte? «Una delle prime esperienze della nostra carriera. E’ andato tutto bene, grazie anche all’ottima navigatrice». La classifica: De Tisi (Peugeot 206 Wrc), Arbetti (Toyota Corolla Wrc) a 5”, Zumerle (Toyota Wrc) a 16”1. di SILVIA GADOTTI TRENTO - Con un secondo posto sui 100 e un terzo sui 50 rana Veronica Demozzi è stata l’unica trentina a salire sul podio a 10° «Swimmeeting» di Bolzano, l’unico evento che ancora riesce a portare in regione i big del nuoto mondiale. Più di 10 anni fa, anche Trento poteva vantare il “meeting Europeo Giovanile”, organizzato dalla Rari Nantes. Nelle corsie della vasca di Madonna Bianca sono passati campioni della storia del nuoto come l’ungherese Kristina Egerszegi, la tedesca Van Alsmisck o l’americano Mark Spitz, entrato nella storia delle Olimpiadi per le sette medaglie d’oro (con record del mondo) a Monaco ’72 quando aveva appena 22 anni. Ma torniamo alla cronaca delle gare. Partita con il miglior tempo di iscrizione sui 100, la Demozzi, che è tesserata sia per l’Esercito che per la Buonconsiglio, ha condotto la gara in testa fino ai 75 metri, salvo cedere nelle ultime bracciate alla tedesca Janne Schäfer, la campionessa europea in carica dei 50 rana. 1’09"70 è stato il tempo finale della trentina allenata da Nerio Danieli, a soli due decimi dalla vincitrice e lontana comunque dal record di Tara Kirk (1’06"98). «Non posso pretendere la forma eccellente- ha commentato la Demozzi - sto lavorando per gli Assoluti di Livorno, in dicembre. Cominciare la stagione con due medaglie è comunque di buon auspicio». Quarta piazza per la bolzanina Noemi di Renzo (ieri seconda sui 50 rana dietro alla Schäfer) passata quest’anno in forza alla Canottieri Aniene. Solamente sesta la trentina Desiree Ferro (1’12"09), fresco acquisto della Larus Nuoto, che dal 20 novembre sarà proprio nella capitale per un maxi-allenamento. Ha risentito dei tempi morti di inizio stagione anche Sabina Mussi, la trentina in forza all’Aniene Roma. Per lei “solo” un sesto posto sui 100 farfalla (1’03"16) e un settimo sui 50 (29"09). Tra i ri- sultati degli atleti trentini da segnalare anche l’ottima prova di Josol Jan Raven, classe 1994, che sabato ha migliorato il record provinciale dei 50 rana ragazzi e sfiorato quello sui 100, siglati anni fa dal compagno di squadra Daniele Dissegna, che a Bolzano si è piazzato decimo sia sui 100 che sui 50 rana. Non è entrato tra i migliori invece, Enrico Ciola (Rari Nantes Trento), che sui 100 delfino ha ottenuto un discreto tempo di 57"80. Meglio di lui ha fatto l’altoatesino Luca Mazzurana, ottavo nella stessa gara in 55"60. Il secondo record provinciale a cadere è stato quello della staffetta 4 x 50 stile cadetti della Leno 2001: i roveretani Gerola, Grisenti, Cazzola e Sterni hanno fermato il cronometro a 1’41"11. Dieci in totale i nuovi primati di manifestazione: un ottimo bilancio del meeting bolzanino, che ha avuto come regina Janine Pietsch, la campionessa mondiale ed europea in carica nei 50 dorso La tedesca, ha vinto tre gare (50-100 dorso e 100 misti) con altrettanti record di manifestazione. In campo maschile si è invece imposto l’americano Randall Ball, con una gara spettacolare, in 24.39, davanti al tedesco Rupprath, che ha dominato i 50 farfalla, i 100 misti e ai 100 delfino (52.35). in quest’ultima gara ha sfiorato il record dell’ucraino Sernidov di due decimi. Sempre ieri un record è caduto per mano della slovacca Martina Moravcova. La 22 volte campionessa europea, dopo due secondi posti di sabato, ha vinto i 100 delfino in 58.33. L’unica vittoria azzurra della giornata è arrivata sui 50 stile donne. Cristina Chiuso ha trionfato in 25"61, mentre nel maschile, l’americano Jason Lezak ha rispettato i favori del pronostico vincendo in 22"2, abbondantemente davanti al nostro Lorenzo Vismara (4° in 22"73) Infine i 100 rana maschili sono stati vinti dal britannico Darren Mew in 1.00.99, davanti all’ex campione del mondo James Gibson (1’01"04). Alessandro Terrin, dopo la splendida vittoria di sabato sui 50 rana, ha dovuto accontentarsi del terzo posto in 1’01"44.