Panorama de la musique française de film di M.
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Panorama de la musique française de film di M.
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MILANO FACOLTÀ DI LETTERE E FILOSOFIA CORSO DI LAUREA IN SCIENZE DEI BENI CULTURALI A.A. 2003-2004 «En fin, un jour, nous entendîmes le cinématographe». Panorama de la musique française de film di M.-F. Gaillard Elaborato finale di FEDERICO LAZZARO Matricola 628961 Relatore: Chiar.mo Prof. EMILIO SALA Correlatore: Chiar.ma Prof.ssa ELENA DAGRADA Indice Indice 3 Introduzione 5 Marius-François Gaillard 5 La prassi musicale nel primo cinema francese 7 La svolta: El Dorado 12 L'affaire Thiriet 15 Gli scritti su musica e cinema di M.-F. Gaillard 17 Panorama de la musique française de film 21 Le fonti e l'edizione 21 Panorama de la musique française de film 24 Apparato critico 34 Elenco dei film citati 37 Bibliografia 51 3 Introduzione Nel 1950, in occasione del VII Congresso Internazionale di Musica, dedicato alla musica da film,1 «Bianco e Nero» usciva con un numero doppio interamente dedicato all'argomento; accanto a riflessioni generali sul rapporto musica-film, ad articoli riguardanti la musica per determinati generi cinematografici (film musicale, disegno animato, documentario), a illustri opinioni di compositori (Malipiero, Pizzetti, Petrassi) e di nomi legati al cinema (Blasetti, Luciani, Viazzi), una sezione era dedicata alla musica per film in precisi contesti: in Francia, in Inghilterra, negli Stati Uniti, nell'U.R.S.S. L'autore dell'articolo sulla Francia, apparso nella traduzione italiana di Fausto Montesanti,2 era Marius-François Gaillard.3 Marius-François Gaillard 4 «Als Pianist spielte er als erster 1920 das ganze Werk Debussys».5 Forse questo sarebbe restato l'unico evento a cui qualche parigino coevo poteva collegare il nome Gaillard, 1 Firenze 13-19 maggio 1950 (durante il Maggio musicale fiorentino), presidente Ildebrando Pizzetti, organizzatore Guido M. Gatti. Pare non ne siano stati pubblicati gli Atti. 2 Critico e storico del cinema (1919-1989), collaboratore di «Bianco e Nero», all'epoca era conservatore della Cineteca Nazionale, incarico che tenne fino al 1974 e cui affiancò l'insegnamento al Centro sperimentale di cinematografia. 3 La musica per film in Francia, trad. it. di Fausto Montesanti, «Bianco e nero», XI/5-6, maggio-giugno 1950, pp. 115-121 (d'ora in poi BN). 4 Parigi, 13.X.1900 – Evecquemont, 23.VII.1973. 5 MACHABEY 1955. È da notare che nella II edizione di Die Musik in Geschichte und Gegenwart. Allgemeine Enzyclopädie der Musik begründet von Friedrich Blume, a cura di Ludwig Finscher, 26 voll., Kassel etc.: Bärenreiter, 1994–, non è stata inserita la voce Marius-François Gaillard. 5 ma ben presto il giovane pianista (già premier prix al Conservatorio nel 1916 6 sotto la guida di Diémer) 7 seppe imporsi come direttore d'orchestra e compositore (studiò con Xavier Leroux).8 Come tale Armand Machabey lo ‘ritrae’ insieme ad altri 29 musicisti francesi di età inferiore ai 50 anni tra il 1942 e il 1946, epoca in cui risulta essere «fort connu» come direttore d'orchestra e «l'un des plus originaux compositeurs actuels».9 Tuttavia, forse per modestia, pur disponendo di un'orchestra 10 tendeva a non approfittarne per dirigere i propri lavori.11 Viaggiò molto: e dalle musiche conosciute in America, India, Africa, nelle Antille e in Medio Oriente trasse elementi di ispirazione e stilemi compositivi.12 Bastino alcuni titoli: Guyanes (1925), Steppes d'Israël (1926), La passion noire (1929), Danse amazone polynésienne (1930), Invocation Maori (1931), Toute l'Afrique danse (1946). Tra le sue numerosissime composizioni 13 4 sinfonie, pezzi per pianoforte, brani per coro o per voce sola, opere, musica di scena e da camera 14 (tra cui Week-end, 1929, di cui esiste una registrazione con Gaillard al pianoforte). Quando nel 1950 si rese portavoce della situazione musicale del cinema francese, Gaillard poteva vantare la firma su partiture per film di Marcel L'Herbier (El Dorado, Les hommes nouveaux, Histoire de rire, La révoltée, La route impériale ), di Alberto Cavalcanti (They Made me a Fugitive), di Louis Daquin (Nous les gosses). E avrebbe continuato anche dopo (Le rendez-vous du diable di Tazieff, Magie moderne, Alger – Le Cap) lavorando anche per produzioni televisive per un totale di circa 40 partiture da film.15 Considerato a tutti gli effetti un uomo di cinema, comparve nel documentario TV di Noël Burch e Jean-André Fieschi Cinéma de notre temps: la première vague (1968) 6 VAN HOUTEN 2001, p. 424. MACHABEY 1955. 8 MACHABEY 1955. 9 MACHABEY 1949, p. 87. 10 ‘Orchestre Symphonique Marius-François Gaillard’, di cui in F-Pn sono conservate delle incisioni di Schubert, Mozart, Fauré risalenti agli anni '40 e '50. 11 Così almeno secondo MACHABEY 1949. Probabilmente preferiva dirigere il repertorio classico, ma sempre in F-Pn sono conservati dischi in cui dirige sue composizioni. Purtroppo la maggior parte di questi supporti è inaccessibile. 12 MACHABEY 1955. 13 Manoscritti in F-Pn. 14 Per una abbondante selezione cfr. VAN HOUTEN 2001. 15 Altri film con musiche di Gaillard sono: Judex 34 (1934) di Maurice Champreux, Joli monde (1935) e Fort-Dolorès (1938) di René Le Hénaff, Yamilé sous les cèdres (1939) di Charles d'Espinay (IMDB; BIFI); sfogliando il quaderno su cui appuntava i depositi SACEM si riescono a leggere altri titoli: Club des femmes, Les étoiles [1949, di Beauvais], Images d'Ethiopie, ecc. ‘Gaillard dirige Gaillard’ anche (e soprattutto) nelle musiche da film. Cfr. in F-Pn l'incisione di quelle per Le rendez-vous du diable (1958). 7 6 insieme a L'Herbier, Mitry, Cavalcanti, Duran, Eve Francis, Franju e altri colleghi ormai ‘d'epoca’. La prassi musicale nel primo cinema francese Léon Gaumont était d'accord pour que je fasse composer une partition originale qui serait écrite à partir du montage définitif du film et qui serait ainsi pour la première fois dans l'Histoire du cinéma absolument synchrone avec les images. Ainsi mon film échapperait à ce pot-pourri musical qui, malgré les excellents orchestres des grandes salles, gâchait en partie la signification des images en discordance avec une musique qui ne les concernait pas. Et pour ce travail ardu j'eus tout de suite l'accord enthousiaste d'un jeune compositeur: Marius-François Gaillard.16 La soddisfazione di L'Herbier fu, terminato El Dorado (1921), la soddisfazione di tutti coloro che lamentavano unanimi il basso livello della musica da film; basso livello non dei brani in sé, che anzi erano attinti normalmente dal fior fiore del repertorio classicoromantico e spesso eseguiti da «excellentes orchestres», ma drammaturgico: se nel mélo ottocentesco – di cui, almeno per i procedimenti musicali, il cinema è per certi versi erede 17 – si componevano musiche più o meno ad hoc, seppure standardizzate sia per destinazione drammaturgica (momenti di pathos, sincronizzazione con la mimica, entrate-uscite dei personaggi, ecc.) sia dal punto di vista formale (tremoli, ostinati ‘misteriosi’, settime diminuite, ecc.), e se queste musiche (di solito) circolavano insieme al testo dello spettacolo così da garantirne una certa identità, nel cinema muto l'accompagnamento musicale dal vivo era affidato al pianista o al direttore d'orchestra – a seconda dell'importanza della sala – che eseguiva dei pot-pourri di musiche di solito note 18 col fine, prosaico ma non celato, di coprire il «grésillement métallique», il «ronronnement saccadé» 19 dell'apparecchio di proiezione. Dunque una necessità anche pratica all'origine della musica nelle sale cinematografiche. È logico quindi che i registi, ancora negli anni '10, non chiamassero un compositore a scrivere una partitura originale per il proprio film. 16 L'HERBIER 1979, p. 56. SALA 1995, pp. 241-255. 18 Sono pur sempre gli anni in cui iniziava a sentirsi l'esigenza di una musique d'ameublement che sostituisse «vantaggiosamente Marce, Polke, Tanghi, Gavotte e via dicendo» (SATIE 1994, p. 41) che intasavano ogni ambiente pubblico, cinema compreso. 19 Entrambe le espressioni in PM, p. 1. Il proiettore non era isolato acusticamente: si trovava infatti direttamente nella sala, non in una apposita cabina come oggi (BERTETTO 2002, p. 25). 17 7 In Francia questo accadde per la prima volta con L'assassinat du duc de Guise (1908): era il primo film della Film d'Art, la società di produzione fondata dai fratelli Lafitte con lo scopo di rilanciare il cinema francese, che stava vivendo la sua prima grande crisi, nobilitandolo artisticamente: sceneggiature d'autore (Anatole France, Lavedan, Sardou, Rostand, ecc.), attori della Comédie-Française (Mounet-Sully, Le Bargy, Sarah Bernhardt, ecc.), scenografi e musicisti di fama – in questa occasione Camille Saint-Saëns – 20 che, grazie all'auctoritas artistica di cui godevano, permettevano di raggiungere un'importante fetta di pubblico fino a quel momento disinteressata o ostile al cinematografo. Il successo de L'assassinat du duc de Guise non ebbe seguito e la Film d'Art si buttò, o meglio fu spinta dalla Pathé, in produzioni più commerciali.21 Gaillard, oltre a quella di Saint-Saëns, non ricorda – o forse non vuole ricordare – altra partitura cinematografica sino a quelle di Camille Erlanger per La sublime épopée (1919) e di Charles Pons per Trilby (1919?).22 E comunque anche in questi casi «si trattava di esperimenti, non di partiture specializzate, poiché il musicista, una volta presa conoscenza in generale degli elementi drammatici del film, scriveva, per conto proprio, una specie di lungo poema sinfonico senza un sincronismo molto rigoroso».23 Ma la prassi era usare i cue sheets 24 e gli arrangiatori «tels Paul Fosse, Sziffer ou Raoul Cantrelle, qui soignaient très particulièrement au monstruosités presque viables»;25 «[les] accompagnements et soulignements musicaux peu adéquats, composés d'oeuvres tronquées, coupées, ajoutées, couturées, puisées dans un répertoire allant de Beethoven à Debussy, en passant par Wagner» facevano soffrire «cruellement» Luis Delluc 26 e non solo: 20 SADOUL 1981, I, pp. 65-66. È una partitura per archi, pianoforte e harmonium, pubblicata come op. 128. 21 SADOUL 1981, I, pp. 66-67. 22 Suggeritegli probabilmente dalla breve introduzione di J-L. Croze a CP: «On a déjà écrit des partitions spéciales pour accompagner des films, je citerai pour mémoire la partition de La sublime épopée, par M. Camille Erlanger, et celle de Trilby, par M. Charles Pons. M. Marius-François Gaillard vient d'écrire la partition d'El Dorado, cette adaptation musicale du film est conçue entièrement à la moderne et d'une façon tout à fait originale». 23 BN, p. 116. 24 Il celebre e monumentale Allgemeines Handbuch der Film-Musik (BECCE–ERDMANN 1927), allo stesso tempo summa e canto del cigno della prassi compilatoria, sarebbe uscito addirittura nel 1927. Ma su questo particolare repertorio cfr. infra nel testo. 25 PM, p. 1. 26 QM, p. 1. 8 le moins cultivé, le moins artiste des spectateurs, s'est plaint trop souvent de la médiocrité, ou de l'insuffisance, ou du manque d'adhésion, ou de la stupidité, des musiques qui prétendent accompagner le déroulement du film.27 La reazione di Delluc fu: «Un beau film, donnez-le nous sans musique».28 Eppure gli osservatori più attenti si accorsero che la musica, «qui ne devait se permettre de jouer, au début, qu'un modeste rôle de cache-son parasite»,29 aiutava il film: infatti, sarebbe stato impossibile proiettare i film al pubblico nella straordinaria e riposante atmosfera creata da questo rumore metallico [del proiettore], donde derivava un'aria strana e nostalgica, assolutamente incompatibile con le caratteristiche movimentate dei film d'epoca; 30 inoltre, on a pu remarquer que […], sans l'appui de la musique, le rayonnement de son émotion [del film] sur le public résulte amoindri par le silence musical dans une proportion considérable.31 Agli antipodi della soluzione di Delluc, quella di Ricciotto Canudo: non l'assenza di musica renderà bello il film, ma addirittura le immagini dovrebbero nascere dalla musica, vero punto di partenza. Il faut aujourd'hui créer à l'écran des ‘danses idéales’, c'est-à-dire des actions dramatiques parfaitement synchroniques, sur des musiques connues dont l'émotion du monde se nourrit déjà.32 Questo sarebbe «[le] véritable film musical»: nei successivi decenni i cineasti avrebbero inseguito questo ideale 33 procedendo, oserei dire, hegelianamente: a) (tesi) accompagnare la musica «con grafismi astratti che potendo solo farle da contrappunto l'implicano necessariamente» 34 (alluderanno a questo le ‘danses idéales’ canudiane?); 27 28 29 30 31 32 CANUDO 1921b. QM, p. 1. PM, p. 1. BN, p. 115. CANUDO 1921b. CANUDO 1921b. 33 Negli anni '30, a Lione, Emile Vuillermoz e Jacques Thibaud fondarono addirittura ‘La compagnie des grandes artistes internationaux’ con il fine di realizzare corto-mediometraggi su pezzi musicali eseguiti da grandi virtuosi, le cosiddette Cinéphonies (CDB). 34 MITRY 1971, p. 219. 9 b) (antitesi) seguire la partitura «con immagini concrete, di per se stesse significanti, ma che hanno allora il difetto di aspirare a una certa qual ‘illustrazione’ del pensiero musicale» 35 (che siano queste le «actions dramatiques parfaitement synchroniques», riassumibili con un titolo esemplare: Fantasia?); 36 c) (sintesi) utilizzare immagini reali – che, «essendo ‘immagini di qualche cosa’, hanno per lo meno la carica emotiva della realtà rappresentata» 37 – senza incatenarle in una narrazione: sarà la musica ad assicurare «allo svolgimento filmico la nozione di temporalità che gli manca».38 Gaillard plaudirà proprio a questa soluzione, in particolare a Pacific 231 (1949) di Mitry.39 Nel frattempo, continua con spirito pratico Canudo, «reste tout entier le problème de l'accompagnement musical actuel des films».40 Questo «problème» era triplo: 1. I cue sheets / pot-pourri / arrangiamenti non garantivano unità al commento musicale. Spezzoni di autori e stili magari lontanissimi ‘mixati’ per «facilmente ottenere alcuni minuti di fosca drammaticità, due minuti di grandiosità, un minuto di tempesta o di smancerie» 41 non potevano che andare a scapito della continuità drammatica già spezzata fastidiosamente «dai cartelli indicatori delle brutali didascalie».42 2. Non garantivano unicità al film. Gli stessi brani venivano suonati durante le proiezioni di film diversi; allo stesso film non si accompagnavano in tutte le sale le stesse musiche, o, nel caso si facesse in modo che avvenisse,43 non tutti i cinema disponevano dello stesso organico. 3. Non era garantito il sincronismo. L'utilizzo di musiche preesistenti non permetteva evidentemente di far coincidere la loro durata con quella del fotografico, cosicché si andava incontro a tagli brutali o ad incessanti loop di moduli in origine integrati alla 35 MITRY 1971, p. 219. Comunque sia, è interessante notare come Canudo auspicasse un mickeymousing ‘artistico’, mentre opinioni più recenti, che ne hanno fatto forse indigestione, lo considerino come un procedimento il più possibile da evitare (cfr. ad es. MORRICONE–MICELI 2001, p. 79). 37 MITRY 1971, p. 220. 38 MITRY 1971, p. 220. 39 PM, f. 6. 40 CANUDO 1921b. 41 BN, p. 115. 42 BN, p. 115. A proposito delle didascalie un appunto di Gaillard recita: «Chaque fois que l'on passe une soirée au cinéma, l'on est épouvanté par le nombre extraordinairement levé de fautes d'ortographe [rectius: orthographe!] que contiennent les sous-titres de nombreux films», e continua dicendo che lo Stato, sempre in cerca di soldi, potrebbe mettere una tassa sugli errori in pubblico (DIVERS, f. 27). 43 O per lo meno lo si suggerisse. Nel 1909 la Edison Pictures iniziò a distribuire cue sheets insieme alle pellicole «to encourage the selection of appropriate musical numbers» (COOKE 2001, p. 797). 36 10 composizione e non certo ritornellabili a volontà. Non è inverosimile immaginare che succedesse spesso che la musica finiva prima della scena che commentava, dando luogo a momenti di silenzio non desiderato, perché il direttore d'orchestra o chi per esso aveva calcolato un po' a spanne le durate, o perché il proiettore non garantiva uno scorrimento regolare della pellicola. Il faut que le chef d'orchestre ait voix en chapitre, une voix même très importante, afin qu'il puisse arriver à ‘minuter’ les partitions désignées par l'écraniste, en général, c'est ce que l'on fait seulement parfois […], en lui laissant au moins le temps nécessaire à l'élaboration de son programme musical, ce qui n'arrive pas toujours. Il faut également imposer à l'opérateur une régularité absolue de projection, afin qu'elle dure toujours un nombre déterminé de minutes, une partition n'étant pas extensible à volonté.44 Questo in assenza di partiture originali. Meglio ancora sarebbe stato «imposer le bon principe des musiques écrites pour les Films, comme elles le sont sur des libretti d'opéra». Allo stesso tempo però, come già notato, anche le partiture originali non rispondevano al bisogno 45 di sincronismo: erano piuttosto poemi sinfonici ispirati al mood del film e indubbiamente più unitari delle macedonie di repertorio («preferably noncopyright») 46 abituali. D'altronde si può facilmente intuire come fosse principalmente un problema tecnico.47 È doveroso infine notare che accanto a queste posizioni molto critiche, c'era anche chi non demonizzava la tecnica compilatoria: dal momento che, per una serie di motivi pratici (ed economici), era il metodo più diffuso per musicare i film, piuttosto che combatterlo per principio forse si poteva aiutarlo a crescere artisticamente. Questo era il fine di Hans Erdmann e del suo Allgemeines Handbuch der Film-Musik, pubblicato nel 44 CANUDO 1921b. Non è esagerato definirlo tale: «le premier pianiste placé devant un écran pour suivre le déroulement des images, indiquait le premier effort vers le synchronisme idéal qui fera un jour d'un Film savamment ‘mis en musique’ le parfait ‘drame musical’ nouveau» (CANUDO 1921b). Un mese prima era apparso sempre su «Comoedia» un altro articolo di Canudo dedicato a musica e cinema, che dimostrava essere linguaggi universali, in cui il critico bocciava lo «style cinéma» e auspicava «une musique nouvelle conçue selon des règles polirythmiques insoupçonnées jusqu'ici, et que nos musiciens trouveront bien un jour […] pour donner le vrai Drame Musical de l'Ecran» (CANUDO 1921a). L'articolo successivo si apriva proprio con un riferimento al primo: «On me permettra d'entrer en matière en rappelant mon article dans Comoedia sur le même sujet. Le titre en était: Musique et Cinéma. Ces deux mots apparaissent ci-dessus renversés [il titolo del secondo articolo è infatti Cinéma et Musique], parce qu'il ne s'agit plus d'établir des rapports idéologiques entre le Premier et le Septième Art, mais d'affirmer la nécessité pratique, de plus en plus impérieuse, de leur étroite collaboration à la réalisation des spectacles cinématiques» (CANUDO 1921b). 46 COOKE 2001, p. 797 47 Per la difficoltà del sincronismo anche oggi, cfr. ad es. MORRICONE–MICELI 2001, pp. 63-76. 45 11 1927: rendere artistico l'accompagnamento del film (ormai considerato opera d'arte tout court) e sottrarlo al «gusto indiscriminato del pianista di turno»: 48 una tecnica per fare compilazioni ‛artistiche’ in un'epoca in cui Erdmann riteneva non ci fossero le condizioni produttive per creare abitualmente Kompositionen, cioè partiture originali composte ad hoc in stretta collaborazione col regista (secondo l'idea del film come Kollektivkunst).49 Concretamente, per evitare estemporanei pot-pourri, Erdmann suggeriva ad esempio di non mescolare musiche di stili differenti: come in un'opera si fondono arie e recitativi, comicità e dramma, pur con uno stile di fondo che ne garantisce la coerenza, così si dovrà fare anche per la musica da film.50 Naturalmente, una volta accettata esteticamente la questione «in fin dei conti oziosa» 51 se sia giusto o meno estirpare, rielaborare, mescolare temi da opere diverse, Erdmann non può che suggerire di seguire il buon gusto.52 La svolta: El Dorado 53 Quando L'Herbier gli chiese di collaborare a El Dorado, Gaillard aveva tutto a suo favore per poter creare qualcosa di importante: dibattito teorico, strumenti adatti, tempo e mezzi a volontà (un'eccezione ancora oggi).54 Essendo il film terminato potei vederlo con comodo […]. Quanto a mezzi non avevo alcun limite, e scrissi una partitura di circa cinquecento pagine, per un'orchestra di ottanta musicisti.55 […] Non solo per quanto riguarda i mezzi non avevo limite, 48 VISINTIN 2002, p. 46. BECCE–ERDMANN 1927, I, pp. 6-7. 50 BECCE–ERDMANN 1927, I, pp. 49-50. Si noti come sia Canudo sia Erdmann usino l'opera come termine di paragone, pur con esiti diversissimi. 51 VISINTIN 2002, p. 97 (citando Erdmann). 52 BECCE–ERDMANN 1927, I, p. 60. L'Allgemeines etc. offre un prontuario di esempi musicali vastissimo e ordinato con intelligenti criteri drammaturgici, mentre normalmente i cue-sheets contenevano solo esempi dalle opere edite dalla casa editrice che li pubblicava, criterio evidentemente non molto serio (BECCE– ERDMANN 1927, p. 58). 53 La musica di El Dorado è stata «ricostruita per merito di Theodor Van Houten al Festival d'Olanda dove il film è stato presentato a più riprese nel luglio 1983 con esecuzione della colonna sonora dal vivo da parte dell'Orchestra del Brabante diretta da Arie van Beck, replicata in uguale circostanza e con lo stesso complesso sinfonico il 19 novembre 1983 alla Salle Gaveau di Parigi» (PICCARDI 1985a, p. 63). Nel 2000 la Gaumont ha realizzato un DVD della versione restaurata di El Dorado con le musiche di Gaillard postsincronizzate. 54 Cfr. MORRICONE–MICELI 2001, p. 259. 55 Con il seguente organico: ottavino, 2 flauti, 2 oboi, corno inglese, 2 clarinetti in Sib, clarinetto basso, 2 fagotti, controfagotto, 4 corni cromatici in Fa, 2 trombe in Fa, 2 cornette a pistoni, 3 tromboni, tuba, 4 timpani, triangolo, castagnette, tamburo, tamburo basco, grancassa, piatti, tam-tam, mandolino, chitarra, 2 49 12 ma mi era concesso pure il tempo necessario, e a questo punto i miei colleghi rivivranno con me il dramma perenne della composizione in lotta con l'orologio…56 A risolvere il problema del sincronismo stava pensando da due anni Charles Delacommune.57 Questi non si limitava a lamentare gli accompagnamenti indegni dei film e a riporre le sue speranze in un futuro migliore; Delacommune, più utilmente, inventava. Le premier des appareils que j'ai réalisés est le ciné-pupitre. Destiné à être placé sous les yeux du chef d'orchestre, il a l'aspect extérieur d'un pupitre ordinaire, mais, dans le couvercle, au-dessus de l'endroit réservé à la partition, une fenêtre est ménagée. Derrière cette fenêtre se déroule automatiquement et par saccades, une longue bande de papier sur laquelle la partition est transcrite suivant les procédés classiques. La projection commence. Une lampe s'allume devant les yeux du chef d'orchestre qui ‘attaque’ la première mesure. Les images s'animent et se superposent sur l'écran; l'inscription musicale se déroule ligne par ligne devant le chef d'orchestre. Un repère lumineux indique à chaque seconde quelle mesure de la partition correspond aux images projetées, tandis que deux lampes de couleur s'allumant alternativement marquent la cadence métronomique et permettent de lier […] l'exécution aux gestes des acteurs sur l'écran, en particulier dans le cas de danses, marches militaires, etc. Enfin un curseur, placé à la portée de la main du chef d'orchestre, lui permet de ramener à chaque instant le rythme de projection au rythme normal d'exécution. Ainsi se trouve assuré le parallélisme absolu entre les images fugitives et les vibrations musicales qui les soulignent et les enveloppent.58 Tutto lascia pensare che Gaillard fece ‘da cavia’ al ciné-pupitre: All'epoca di El Dorado […] si era persino istituito un apparecchio che, regolando entro certi limiti la velocità di scorrimento della pellicola cinematografica, permetteva di seguire il più da presso possibile il sincronismo necessario, ed è sempre con una certa emozione che io ricordo gli sforzi riuniti di Paul Fosse, che dirigeva l'orchestra, e i miei, mentre regolavo le manopole di quest'apparecchio.59 Dunque Gaillard aveva tempo, mezzi economici, mezzi tecnici. E idee: «via via che mi scorrevano dinanzi agli occhi le immagini di El Dorado i temi predominanti mi cantavano dentro». A livello drammaturgico gli erano già ben chiari i diversi ruoli della musica rispetto al fotografico, ruoli la cui formulazione teorica si sarebbe imposta ben più arpe, archi, pianoforte. La partitura autografa, 452 pp. mss., datata agosto-settembre 1921, è conservata in F-Pn (Mus. ms. 21866) e riprodotta in fac-simile presso il Dipartimento di storia delle arti, della musica e dello spettacolo dell'Università degli Studi di Milano (15L.G.G34.1). 56 BN, pp. 117-118. 57 DELACOMMUNE 1921. 58 DELACOMMUNE 1921. 59 BN, p. 119. 13 tardi: 60 «rappresentare l'equivalente sonoro delle visioni oggettive [musica diegetica o livello interno], creare l'atmosfera richiesta dalla scenografia [musica off, da buca o livello esterno], e seguire soggettivamente il dramma interiore di ciascun personaggio [suono interno o livello mediato]».61 Gli studi musicologici su questa partitura 62 hanno messo in evidenza come in El Dorado tutti i livelli si intreccino continuamente, i temi siano allusivi più che denotativi, la stessa musica diegetica sia sempre arricchita da elementi che rispecchiano l'interiorità dei personaggi o una sorta di commento off. E Gaillard non solo era ben conscio di tutto questo, ma teneva a che tutti lo capissero. Così, a film appena uscito, scrisse un articolo per «Comoedia» in cui illustrava alcuni passi esemplari a tale proposito.63 Che cosa videro i contemporanei in El Dorado? Il film riscosse un grandioso successo sia di critica sia di pubblico: commovente la storia («Margot y a pleuré») 64, la tecnica raffinata («La juger belle semble une banalité. Elle [la photographie] est incomparable»), impareggiabili gli attori.65 E naturalmente la musica. M. Marius-François Gaillard a composé spécialement une partition spéciale pour El Dorado. Jamais alliance de l'image et de la musique n'avait été aussi originalement comprise, aussi parfaitement réalisée.66 Dans les cinémas où l'orchestre comporte quelque développement, c'est-à-dire dans presque tous, la partition de M. Marius-François Gaillard, composée en vue de l'ouvrage, d'après une esthétique aussi hardie qu'originale, a été vivement appréciée. On l'entendra bientôt en Hollande, et d'abord à Bruxelles où le compositeur dirigera une très belle présentation spéciale d'El Dorado, la partition du jeune et brillant artiste accompagnera l'oeuvre sur l'écran et aussi, on peut l'affirmer, dans la faveur du public.67 Dietro agli elogi giornalistici c'era la consapevolezza di essersi imbattuti in qualche cosa di nuovo e proiettato verso il futuro, tant'è che, sbollito il fervore pubblicitario e trascor- 60 Il tricerchio di CHION 1985, ripreso e approfondito in CHION 2001, pp. 67-78; i tre livelli di MICELI 1982, ripresi in MICELI 2000 e in MORRICONE–MICELI 2001, pp. 77-128. 61 BN, p. 118. 62 PICCARDI 1985b, SALA 2004. 63 CP. Questa parte dell'articolo è ripresa quasi senza varianti in PM, quindi tradotta in BN. 64 «Vive le mélodrame où Margot a pleuré», verso dal poemetto di Musset Après une lecture (MUSSET 1888, p. 284-290) edito in Poésies nouvelles nel 1850, ma già pubblicato nella «Revue des deux mondes», 15.XI.1942 (SALA 2004, nota 17). 65 CROZE 1921. 66 CROZE 1921. 67 EL DORADO 1921. 14 si gli anni necessari ad avere una visione d'insieme del fenomeno, Machabey nel 1949 scrive: C'est encore El Dorado (1921) la première partition symphonique française synchronisée avec un film, modèle des commentaires musicaux qui aboutirent à l'enregistrement sonore.68 L'affaire Thiriet Alla fine del maggio 1950, Gaillard ricevette una lettera dal collega Maurice Thiriet. Questi era stato al Congresso del Maggio musicale fiorentino e in quella occasione aveva letto l'articolo di Gaillard sul numero speciale di «Bianco e Nero». A p. 120 si attribuisce a Joseph Kosma la partitura «pittoresca e violenta» di Les enfants du paradis di Carné. «[Je] proteste de la façon la plus formelle» contro questa «aberration», scrive Thiriet: quella partitura l'ho scritta io, pur arrangiando e orchestrando dei temi di Kosma (con le dovute autorizzazioni e dichiarazioni che la invito a consultare) ed è risaputo che costui ordisce un complotto contro di me al quale deve la sua notorietà.69 Il povero Gaillard scrive subito a Luigi Chiarini,70 a Guido Gatti 71 e a Thiriet scuse e spiegazioni:72 l'errore è stato «malhereusement inspiré par notre regretté ami Jean-Georges Auriol,73 qui, lisant cette étude, au cours de laquelle je n'avais cité comme musique de monsieur Kosma que la partition de La bête humaine me demanda d'ajouter Les enfants du paradis»; sarò lieto di scrivere una rettifica, gradirei ricevere il numero di «Bianco e Nero» con il mio articolo.74 Chiarini prontamente gli invia la rivista, sarà lieto di pubblicare la rettifica (ha personalmente informato di questo Thiriet), lo invita a scrivere ancora per 68 MACHABEY 1949, p. 87. DUMESNIL 1946 (p. 134) ritiene che le prime partiture sincronizzate furono quelle scritte da Henri Rabaud per Le miracle des loups (1924) e Le joueur d'échecs (1926). È da credere che non conoscesse El Dorado, infatti liquida così Gaillard: «chef d'orchestre et compositeur de trois symphonies, de plusieurs partitions destinée au film [che evidentemente riteneva successive a quelle di Rabaud]» (pp. 214-15). 69 LETTERA 193. 70 1900-1975, fondatore e direttore di «Bianco e Nero» fino al 1951. 71 L'illustre musicologo (1892-1973) era all'epoca direttore de «La rassegna musicale» e amministratore delegato della Lux Film. 72 Rispettivamente LETTERA 194, 196, 195. 73 1907-1950, sceneggiatore e critico cinematografico, fondatore e direttore della «Revue du cinéma» (dalle cui ceneri nel 1952 nasceranno i «Cahiers du cinéma»). 74 LETTERA 194. 15 «Bianco e Nero», gli comunica che il suo compenso di £ 7.000 è disponibile.75 Gaillard sarà onorato di scrivere ancora e chiede se ci sia un «sujet spéciale» che gradirebbe trattasse; probabilmente passerà a prendere i soldi in un prossimo viaggio a Roma; ha ricevuto la rivista e, rileggendo il suo articolo ha «eu la surprise de voir que, passant dans le mains de Jean-George Auriol, il avait subi des notables changements», che naturalmente non pensa neanche lontanamente possano essere avvenuti a Roma; aveva sentito parlare di una sorta di complotto di Kosma e ora capisce a che fini: ma il povero Auriol non c'è più, e dunque sarebbe ingiusto tirarlo direttamente in causa.76 Allegato alla lettera, un biglietto con la rettifica: Dans le numéro de «Bianco e Nero» du mai-juin 1950, au cours d'un article titré La musique de film en France paru sous ma signature, une erreur regrettable s'est glissée en ce qui concerne la musique du film Les enfants du paradis de Carné. En effet, cette erreur me faisait attribuer cette partition à Monsieur Kosma, alors qu'en réalité c'est Monsieur Thiriet qui, pour la plus grande part, en est le talentueux compositeur, comme en fait foi, du reste, le génerique de ce film, indiquant comme musicien Monsieur Thiriet. Chissà perché, essa non venne pubblicata. È possibile che Chiarini non l'abbia mai ricevuta? 77 Se l'ipotesi complottistica non è dimostrabile, l'ambiguità dell'attribuzione delle musiche del film in questione ha verosimilmente radici storiche: iniziato nel 1943, il film venne interrotto all'annuncio dello sbarco alleato in Sicilia nel febbraio 1944. Da allora «Alexandre Trauner pour les décors et Joseph Kosma pour la musique ont travaillé dans la clandestinité. Pour l'anedocte, Pierre Renoir remplace, dans le rôle de Jéricho, Robert Le Vigan, qui a fui la France».78 In questo clima la musica uscì sotto il nome di Georges Mouqué e Maurice Thiriet:79 il primo era uno pseudonimo di Joseph Kosma; è possibile che nel 1950 si fosse approfittato dell'articolo di Gaillard per rivendicare la vera paternità della partitura. Infatti, spiega Philippe Mougeot, 75 76 LETTERA 199. LETTERA 197. 77 Su «Bianco e Nero», XI/10, ottobre 1950 (pp. 70-71) viene pubblicata una lettera di Luigi Pestalozza che lamenta la citazione inesatta di un suo articolo da parte di Glauco Viazzi nel numero dedicato a musica e cinema. Viazzi gli risponderà sul numero successivo (pp. 74-77). Non è dunque da pensare che la rivista preferisse lasciare da parte correzioni e polemiche riguardanti gli articoli pubblicati: la precisazione di Gaillard poteva benissimo comparire accanto a quella di Pestalozza. Che il ‘complotto Kosma’ partisse in realtà proprio da Roma e non dal compianto Auriol? 78 TOULARD 1990, vol. I, p. 731 (corsivo mio). 79 IMDB. 16 Pour Les enfants du paradis (1945) […] Carné demanda à Joseph Kosma une partition destinée à accompagner un véritable spectacle de pantomime: Baptiste. Maurice Thiriet en reprit et en orchestra certains éléments pour le générique et quelques transitions, car Kosma travaillait alors, difficilement, dans la clandestinité. Nel 1946 Jean-Louis Barrault, già interprete del mimo Deburau 80 nel film, mise in scena Baptiste al Théâtre Marigny. Da questa partitura Kosma trasse anche una suite orchestrale. 81 Gli scritti su musica e cinema di M.-F. Gaillard Sono a mia conoscenza due articoli di Gaillard sulla musica da film pubblicati: - CP: MARIUS-FRANÇOIS GAILLARD, Ciné-Partition, «Comoedia», XV, 3254, 12.XI.1921, p. 3. - BN: MARIUS-FRANÇOIS GAILLARD, La musica per film in Francia, trad. it. di Fausto Montesanti, «Bianco e nero», XI/5-6, maggio-giugno 1950, pp. 115-121. Il primo, per gran parte ripreso in BN, gli era stato chiesto da Jean-Louis Croze, princi- pale firma della sezione cinematografica di «Comoedia», in concomitanza con l'apparizione sugli schermi di El Dorado. L'articolo si può dividere in tre sezioni: 1. Contestualizzazione della composizione della partitura per El Dorado: Gaillard non si era mai occupato di cinema, ma sviluppò presto due concetti fondamentali, due linee guida che avrebbe seguito nel suo lavoro: a) «La musique, art évocateur par excellence, devait s'adapter au septième art, qui n'est que symphonie d'ombres et de lumière»; in questo modo il film, o meglio «l'émotion visuelle ou purement sensible qui s'en dégage, gagnerait en puissance». b) Comporre per il cinema significa fare qualcosa di diverso dal solito e segue regole proprie: «l'écriture d'une composition musicale cinégraphique ne saurait en rien emprunter sa forme à la symphonie ou à l'opéra». 2. Illustrazione della resa musicale di alcuni passi di El Dorado. È questa la parte ripresa in modo quasi integrale in BN. 80 Jean-Baptiste Gaspard Deburau (Kolin 1796 – Parigi 1846). Attivo al Théâtre des Funamboles, ha reso celebre la figura del Pierrot ‘moderno’, mutuato dalla meno incisiva maschera della Commedia dell'arte. 81 MOUGEOT 1993, pp. 3-4. TOULARD 1990 non indica nella locandina alcun autore delle musiche… Per altri particolari su questa faccenda cfr. infra la nota 10 dell'edizione critica. 17 3. Commento alla funzione della musica nel film: i temi e i ritmi non solo sottolineano la ritmicità delle immagini e i rimandi del montaggio, quindi la temporalità, ma sono come i colori per le immagini mute e in bianco e nero «par la palette de l'orchestre aux nuances infinies».82 Il secondo articolo pubblicato è comparso solamente in traduzione italiana. L'originale manoscritto in francese, - PM: [MARIUS-FRANÇOIS GAILLARD], Panorama de la musique française de film, ms., s.d., F-Pn, Mus Rés. Vma ms. 1153 è qui da me proposto in edizione critica. La redazione dell'articolo risale al 1950, poco prima della pubblicazione.83 Pur rimandando alla lettura integrale del testo, penso sia opportuno ripercorrerlo schematicamente: 1. Il cinema senza parola era puro movimento e la musica, che gli si era avvicinata in principio soprattutto con la finalità pratica di coprire i rumori della proiezione, fu presto utilizzata per aumentarne l'espressività.84 2. L'idea era giusta, ma si sbagliò nel metterla in pratica: si iniziò infatti a mettere la musica davanti al cinematografo, cioè ad applicare un commento al film finito, e nacquero i tanto biasimati arrangiamenti e cue sheets. 3. Come reazione, la riflessione teorica arrivò a negare il ruolo della musica nel film (Louis Delluc e l'esperimento di Marcello Pagliero) o addirittura, visti i risultati assolutamenti privi di unità stilistica, l'artisticità del cinema (L'Herbier). D'altro canto ci furono i primi esperimenti di partiture originali, ma senza rigore sincronico (Saint-Saëns, Erlanger, Pons).85 4. La svolta si ebbe con El Dorado: la musica non andava messa davanti ma dentro al film. Questo naturalmente comportava una serie di difficoltà: sequenze troppo brevi e frammentarie rendevano impossibile un discorso musicale sviluppato: la soluzione era usare le stesse tecniche (di montaggio) del cineasta; si dovevano intrecciare vari tipi di musica: 82 Correggo l'originale «infinis», evidentemente un errore di stampa. Per l'importanza dell'orchestrazione in El Dorado cfr. PICCARDI 1985b. 83 Il film più recente che cita è infatti Les amours jaunes (1950). 84 PM, f. 1. 85 PM, f. 2. Utilizzando la terminologia proposta da MICELI 2000 (pp. 336-38), si può parlare di accompagnamento (mera funzione rafforzativa, mimetica) per quanto riguarda i cue sheets, e di commento per queste partiture in cui la musica aveva un struttura (fin troppo) autonoma: la ‘svolta El Dorado’ consisterà proprio nel conciliare autonomia del discorso musicale e sincronismo. 18 «réelle» (richiesta dalle immagini, diegetica) e espressiva (a sua volta esterna, legata al contesto, es. per «évoquer la grandeur de l'Alhambra», o interna, legata alle emozioni dei personaggi, come i flou di L'Herbier che sottolineavano «la pensée absente, ailleurs» di Sibilla); difficoltà tecniche legate al sincronismo, sia in fase compositiva, sia in fase esecutiva (ricrearlo ad ogni rappresentazione); una difficoltà tecnica – con ripercussioni però sul risultato artistico – era anche quella legata all' arretratezza della registrazione del suono: per ovviare all'impossibilità di «grossir le son», Gaillard dovette ricorrere all'utilizzo di una grande orchestra. Segue una serie di esempi tratti dal film di avvenuto matrimonio tra musica e immagini. 5. Seguirono El Dorado altre partiture riuscite, cosicché si possono riconoscere Gaillard, Honegger (La roue) e Rabaud (Le miracle des loups) come i pionieri della vera musica da film.86 6. L'avvento del sonoro, con la registrazione della banda musicale direttamente sulla pellicola, ridusse una serie di difficoltà. Tuttavia è sempre più difficile trovare cineasti musicalmente sensibili (fanno eccezione ad esempio Grémillon, L'Herbier, René Clair), pertanto oggi (1950) non si fanno più tante ricerche sul sonoro. 7. Compositori francesi che hanno collaborato con il cinema: da chi ha fatto solo apparizioni passeggere (Ravel, Ibert, Milhaud, Delvincourt) a chi ha lasciato un'impronta profonda (Jaubert, Auric, Honegger, Thiriet, Sauguet, Wiener, Kosma), dai giovani (Landowsky, Grünenwald) a chi ha uno stile meno impegnato (Van Parys, Sylviano) o si è dedicato prevalentemente ai documentari (Baudrier, Jolivet, Rivier, Guy Bernard).87 8. Pertanto sarebbero numerose le mani pronte a scrivere partiture cinematografiche, ma sono pochi i film che si prestano a ricevere un apporto musicale significativo. Nel cinema manca la poesia che apra le porte del sogno, «climat idéale de la musique». Fanno eccezione i film di Cocteau e Chaumel, che, grazie alle nuove tecniche di conservazione, potranno conquistare – spera Gaillard – «leur part d'éternitè».88 Esiste un altro ms. di Gaillard sulla musica da film: - QM: [MARIUS-FRANÇOIS GAILLARD], Quelques mots sur la musique et le cinéma, ms., s.d., in DIVERS. 86 PM, PM, 88 PM, 87 ff. 3-6. ff. 7-8. ff. 8-9. 19 Si tratta dell'inizio (poi interrotto) di un articolo e di vari appunti di assai ardua decifrazione. Ritengo che fosse una prima stesura di PM che Gaillard preferì interrompere e reimpostare completamente. Gli argomenti sono perlopiù ripresi, in ordine diverso e con altra formulazione, in PM (come evidenzio tramite confronti nell'edizione critica). C'è infine un concetto, sviluppato 89 in QM e ripreso solo in parte e molto sinteticamente nelle ultime righe di PM, cui per completezza accennerò. Si tratta della breve vita dei film: Mais la grande question est surtout la nécessité vitale pour le film de naître vite, de vivre vite, de mourir vite. Cette vitesse qui est la négation de la pensée en profondeur et par conséquent de la pensée musicale proprement dite.90 Se, scrive Gaillard, i tecnici statunitensi si impegnano in «efforts tenaces» per garantire la conservazione dei film – cosa che darà la possibilità di costituire una «cinémathèque importante» –, tuttavia la durata della produzione rimarrà sempre troppo breve, legata com'è alle esigenze commerciali. È la tirannia dei produttori «qui s'estimaient les auteurs véritables» del film.91 Evidentemente Gaillard si accorse che era uno scritto un po' troppo polemico, più un pamphlet che un articolo sulla situazione della musica da film in Francia. O forse questi appunti non c'entrano nulla con PM, e sono solo una riflessione personale da cui emerge un Gaillard che non era solo il timido compositore che preferiva non eseguire le sue opere, o il distinto opinionista che non esitava a profondersi in scuse edulcorate per un'imprecisione nel suo articolo; sfogava, in privato, anche un simpatico sarcasmo, e scriveva, addirittura in versi: L'Art, c'est de la merde. La Littérature? autre merde… mais corrosive. L'Elément merdeux envahit tout. […] La Peinture? de la merde sur une toile.92 89 In verità, più che essere sviluppato, risulta dalla somma di vari appunti disorganici e spesso interrotti. f. 4. f. 6. 92 Re-manifeste, s.d., in DIVERS, f. 77. 90 QM, 91 QM, 20 Panorama de la musique française de film Le fonti e l'edizione Presento qui in edizione critica l'articolo di Gaillard Panorama de la musique française de film (PM), di cui esiste pubblicata solo la traduzione italiana (BN), apparsa nel 1950 su «Bianco e Nero». Al testo verranno affiancati, quale termine di confronto, CP, apparso su «Comoedia» nel 1921 e gli appunti raccolti come QM. - PM: si tratta di 10 ff. da macchina per scrivere mss. su un solo lato con una penna scura e calligrafia ordinata (a differenza di altri appunti di Gaillard, spesso indecifrabili), segno che si tratta di una bella copia. Ci sono correzioni a matita, quasi sempre ripassate a penna, e un paio di annotazioni a penna con un inchiostro diverso da quello principale. I fogli sono numerati, tranne l'ultimo intitolato Corrections, due aggiunte da integrare al testo in corrispondenza degli appositi rimandi (A, B). I numeri dei ff. 8 e 9 sono cancellati e sostituiti inspiegabilmente con 7 e 8, cosicché risultano esserci due ff. 7 consecutivi e nessun f. 9. Normalizzo accenti e punteggiatura. È curioso come Gaillard scriva quasi sempre a (preposizione) al posto di à, où (avversativa) al posto di ou, déja al posto di déjà, e usi gli arcaismi poëme, poësie e poëtique al posto di poème, poésie e poétique. Normalizzo tacitamente anche i titoli dei film, scritti da Gaillard tra virgolette e con tutte le parole maiuscole (es. "Le Quai des Brumes" Æ Le quai des brumes). Lascio le maiuscole ‘enfatizzanti’ (es. Cinéma). Laddove ci siano delle parole sottolineate le riporto in corsivo. - CP: Ciné-Partition, «Comoedia», XV, 3254, 12.XI.1921, p. 3. - QM: Quelques mots sur la musique et le cinéma, in DIVERS. Si tratta di 6 ff. mss. a penna con pessima grafia, spesso indecifrabile. Sono stati numerati a matita, probabilmente in fase di schedatura, in un ordine che andrebbe a mio avviso corretto così: 1 [bella co- 21 pia di] – 2 [in realtà 1 bis, brouillon di 1] – 4 – 5 – 6 – 3 [mezzo foglio contenente un solo appunto]. Ritengo che il f. 1 sia una bella copia poiché la grafia è più ordinata; Gaillard si limitò a ricopiare (con numerose correzioni rispetto al brouillon) solo questa prima parte, cosicché gli altri fogli non sono che appunti disorganici. I passi che riporto da questa fonte sono trascritti in modo semi-diplomatico (normalizzo accenti, punteggiatura e maiuscole ma lascio le cancellature). - BN: La musica per film in Francia, trad. it. di Fausto Montesanti, «Bianco e nero», XI/5-6, maggio-giugno 1950, pp. 115-121. Se si volesse rappresentare graficamente lo sviluppo delle idee di Gaillard su musica e cinema attraverso i suoi articoli e i suoi appunti si potrebbe supporre il seguente schema di relazioni: CP QM PM ? BN Come ho già notato nell'introduzione, tutti gli scritti di Gaillard su musica e cinema (CP, QM, PM, e naturalmente BN) si richiamano a vicenda con intere sezioni riprese (con va- rianti) e medesime idee sviluppate diversamente; inoltre esistono delle differenze tra il manoscritto PM e la sua traduzione BN, dovute – è logico supporre – a varianti tra PM e la sua versione probabilmente dattiloscritta inviata a Roma per la traduzione e la pubblicazione. Purtroppo non esiste, a quanto pare,1 un archivio di «Bianco e Nero» dove possa essere conservato tale documento che sarebbe il testimone in francese più recente (nello schema supra indicato come ‘?’) e permetterebbe di risolvere la questione posta dall'af- 1 Ringrazio Stafania Parigi per questa informazione. 22 faire Thiriet, e cioè se effettivamente furono apportate modifiche in sede di traduzione.2 Pertanto metto in evidenza nel testo passi tratti dagli altri articoli e dagli appunti, ponendoli a lato del testo principale per una visione sinottica delle varianti. Altre differenze sono evidenziate per mezzo dei seguenti segni diacritici: - parti non presenti in BN - parti aggiunte (in traduzione) in BN - parti già presenti in CP - parti presenti in CP ma non più in PM - parti già presenti in QM 2 Stando a quel che scrive Gaillard nella LETTERA 197 (cfr. supra § L'affaire Thiriet) l'ultimo ad avere tra le mani questo documento prima della sua spedizione a Roma sarebbe stato Auriol. 23 Panorama de la musique française de film 5 10 15 20 25 30 35 1 Ainsi, le cinématographe est né à l’envers. Au commencement était le Verbe… et voici la singulière naissance du ‘muet’. Pas tout à fait, cependant, puisque la mécanique de l'appareil de projection émet en son mouvement un grésillement métallique qui accentue encore cette impression de néant auditif. Et l'on peut bien dire que, du ronronnement saccadé de cet appareil, est née l'idée du mariage de la musique avec le film. Il y a maintenant un peu plus d'une trentaine d'années, le cinématographe, encore privé de voix, se devait, par nécessité, de faire appel à la musique. Mais c'était, là aussi, une idée à l'envers, une idée entièrement négative pour la musique, qui ne devait se permettre de jouer, au début, qu'un modeste rôle de cache-son parasite. Il eût été, en effet, impossible de projeter les films au public dans l'extraordinaire et lénifiante atmosphère créée par ce roulement métallique, d'où naissait une ambiance étrange et nostalgique absolument incompatible avec les virtualités mouvementées des films de cette époque. Sans le verbe, le film ne pouvait être que mouvement. Ce furent donc, tout d'abord, ces monstrueux accompagnements empruntés à des musiques de tous les styles, tirés indifféremment des œuvres de Beethoven, Richard Wagner, Chopin ou Claude Debussy. Cependant, bientôt, le cinématographe, insatiable, demandait à ces mêmes musiques de pourvoir à l'insuffisance expressive des images muettes, et de lui prêter l'appui de leurs accents dramatiques si riches en soulignements et ponctuations plus ou moins bien ménagés. [QM, f. 1] des accompagnements et soulignements musicaux peu adéquats, composés d'oeuvres tronquées, coupées, ajoutées, couturées, puisées dans un répertoire allant de Beethoven à Debussy, en passant par Wagner, le tout joué à trois ou quatre, la plupart du temps. Et c'est bien pour cela que les musiciens de cette époque se penchèrent sur ce nouveau problème, de suivre dans leurs méandres les plus subtiles les actions et les sentiments d'un film. Il y eut donc, à l'époque, les adaptateurs, tels Paul Fosse,1 Sziffer 2 ou Raoul Cantrelle,3 qui soignaient très particulièrement au monstruosités presque viables. Aussitôt, des hommes très avisés, quelque fois même musiciens, n'eurent de cesse qu'ils n'eussent créé une sorte de bibliothèque musicale où figuraient, en un superbe catalogue, les expressions sentimentales les plus diverses, et aussi les plus ordinaires, [f. 2] ainsi l'on pouvait facilement obtenir quelques minutes de sombre drame, deux Direttore d'orchestra al Gaumont Palace e compositore (Marsiglia 1885 – ?) la cui carriera durò dal 1900 al 1954 (FOSSE 1955). Per quanto riguarda i musicisti, darò notizia in nota solo di quelli non presenti in GROVE 2001. 2 Verosimilmente il J.-E. Szyfer che DUMESNIL 1946 (p. 134) ricorda come direttore dell'orchestra durante la proiezione di Le joueur d'échecs (musiche di Henri Rabaud) nel 1926. BURCH 1973 (p. 166) specifica che era direttore al Marivaux, dove eseguì anche le musiche di El Dorado. 3 Arrangiatore. In F-Pn sono conservati vari arrangiamenti, trascrizioni, «adaptations cinématographiques» (Mus. 4° Vm15 13374). 24 40 45 50 55 60 65 70 minutes de grandeur, une minute d'orage ou de minauderie. Ainsi étaient accompagnées musicalement les soirées cinématographiques du ‘muet’, et le film allait son chemin, coupé de temps à autre par la borne indicatrice du brutal sous-titre, qui heurtait si durement toute continuité dramatique. Bien entendu, cela était de moins en moins satisfaisant, puisque, de la sorte, on privait le film d'une vertu qui lui fait encore bien défaut: l'unité de style. Cependant, déjà, des esprits lucides voyaient des nouvelles possibilités surgir. Sur l'application de la musique au cinématographe s'ouvraient des polémiques entre auteurs, cinéastes, musiciens. Louis Delluc réclamait le beau film sans musique – comme si ce que l'on offrait pouvait s'appeler musique. Au reste, le problème de la musique au cinéma est resté situé exactement de la même façon avec le ‘sonore’. [QM, f. 1] «Un beau film, donnez-le nous sans musique» disait, il y a maintenant vingt-huit ans, Luis Delluc, l'un des plus sensibles cinéastes du ‘muet’. Quelle conception serait la sienne, après la réussite nécessaire du ‘sonore’? Un des derniers films que nous venons de voir, Un homme marche dans la ville di Marcello Pagliero , reprend et concrétise la pensée de Luis Delluc, avec moins d'excuses, sans doute, mais la tentative est intéressante et nous a au moins prouvé la nécessité de la musique de film. D'ailleurs, le cinéaste d'Un homme marche dans la ville n'a pu se passer entièrement de l'élément musical. Il l'a remplacé en partie par une symphonie de bruits. Bien entendu, on est toujours vivement impressionné par le mugissement sourd d'une sirène de bateau qui, dans le temps d'un battement de coeur précipité, donne cette indéfinissable et allègre tristesse des départs lointains… et nous n'oublions pas, non plus, dans ce film, l'adjonction sporadique de la Radio… avec sa musique. D'ailleurs, disons-le que de films sonores seraient insupportables sans leur parure musicale… Mais revenons à l'époque de notre ‘muet’. 25 75 80 85 90 95 100 4 Marcel L'Herbier, qui voyait déjà la victoire du cinématographe sur les arts, définissait celui-ci l'‘Ennemi des muses’.4 Oubliait-il Euterpe? Pour ma part, je combattais ardemment pour la vraie musique de cinéma, telle que, du reste, nous la comprenons maintenant. Enfin, des musiciens se penchèrent sur ce problème nouveau de la musique pour le film. Camille Saint-Saëns, à la curiosité toujours en éveil, mettait en musique L'assassinat du duc de Guise, Camille Erlanger , de son côté, écrivait une partition pour La sublime épopée et Monsieur Charles Pons apportait son concours musical au film Trilby.5 C'étaient là des essais, mais non des partitions spécialisées, le musicien, après reconnaissance des éléments chromatiques généraux du film, écrivant, de son côté, une sorte de long poème symphonique sans grande rigueur synchronique. Nous en étions là, et le problème était toujours aussi mal posé: la musique devant le cinématographe… Au mois de juillet 1921, au cours de fort intéressantes conversations autour d'un ballet que nous désirions réaliser ensemble, mais qui, à cause de ce qui suivit, ne fut pas terminé, Marcel L'Herbier me parla de la question, alors très neuve, de la musique au Cinéma et, terminant à ce moment El Dorado, me proposa d'associer mes pensées musicales aux admirables images de son film, et ainsi [f. 3] [QM, f. 1] Las! A cette même époque Monsieur Marcel L'Herbier définissait le cinéma: l'‘ennemi des Muses’! C'était juste, mais il fallait l'entendre très exactement à rebours de la pensée de Monsieur Marcel L'Herbier, qui imaginait la prochaine victoire du cinématographe sur les arts… qui sait sur quel plan cette victoire était placée. En fait, il n'y a qu'incompatibilité d'humeur entre le cinéma et les arts, et particulièrement la Musique. Car le film dévorant a besoin, dans sa faiblesse, qu'on le serve. [QM, f. 1] Quelques partitions furent écrites pour des films, tels l'Assassinat du duc de Guise mis en musique par Camille Saint-Saëns – que toute nouveauté de forme attirait invinciblement –, La sublime épopée, dont la partition était due à Camille Erlanger, et celle de Trilby par Monsieur Charles Pons. Mais on peut dire que ce n'était encore là que de louables mais timides essais d'accompagnements dont le synchronisme manquait par trop de rigueur. [CP] Lorsqu'en juillet [QM, f. 1] dernier Marcel L'Herbier En 1920, me proposa d'écrire une partition pour El Dorado, il me sembla tout d'abord quasi impossible de réaliser cette tentative. Jusque là je m'était intéressé au cinéma, mais j'ignorais tout de la technique de l'écran. A quanto mi dice Michele Canosa per litteras non è possibile risalire alla fonte esatta di questa espressione e non è da escludere che si tratti di una parafrasi di Gaillard. In ogni caso, è un concetto che risale al 1917/19, quando L'Herbier scriveva: «Peut-on tenir pour ‘cinquième art’ celui dont la finalité s'oppose nettament à la finalité des autres arts?» (L'HERBIER 1918, p. 48), e su cui il regista continua a insistere almeno fino al 1925: «Non uno dei miei amici, non uno dei miei nemici, ha finora mancato di rimproverarmi, con voce più o meno acuta, l'insistenza con cui mi ostino a considerare il Cinematografo contrapposto all'Arte. Una tale unanimità avrebbe di che rendere esitante colui che l'ha provocata. Io raggiungo solo momentaneamente lo stato di grazia del dubbio»; ma aggiunge poco dopo: «Brandisco di slancio la mia arma di sempre: il Cinematografo contro l'Arte!» (L'HERBIER 1925, pp. 37-38). 5 Non sono riuscito a risalire né al film né al compositore, che non penso vada confuso con l'omonimo produttore attivo negli anni '30-'50 (BIFI). 26 105 110 115 120 125 130 je fus appelé à inventer de toutes pièces et, pour ainsi dire, à fixer la technique spéciale que l'on pratique encore actuellement pour les partitions destinées aux films, et qui me permit, par de minutieux minutages et un tout nouveau développement de la partition musicale de suivre fidèlement, en ses méandres les plus subtiles, image par image, peut-on dire, la trame dramatique du film. Je reposai donc à nouveau le problème de cet accord de la musique et du film, mais d'emblée, je le reposai d'une manière toute différente. Ce ne devait plus être la « musique devant le cinématographe » , mais bien l'incorporation de la sensibilité auditive dans la somme d'émotions diverses dispensées par le film. Si le problème était mieux posé, il n'était pas, pour autant, résolu. Au contraire, les difficultés commencèrent à surgir, vaincues cependant, les unes après les autres. A cette époque, le cinématographe, toujours muet, offrait la possibilité de développements musicaux plus importants et moins anecdotiques qu'aux jours présents, et, surtout, l'on ne connaissait pas la musique dite ‘de fond’. Souvent, en voyant se dérouler un film, j'avais pensé que l'émotion visuelle ou purement sensible qui s'en dégage, gagnerait en puissance si la musique, strictement appliquée à l'action, commentait celle-ci dans son mystérieux langage. La musique, art évocateur par excellence, devait s'adapter sans trop d'efforts au cinématographe, qui n'est que symphonie d'ombres et de lumière. Il fallait donc inventer. Je pense pouvoir me permettre ici de montrer quelques aspects des questions qui se posèrent tour à tour pendant ce long et passionnant travail. 135 Le film étant terminé, je pus à loisir le regarder, et, au fur et à mesure que se déroulaient devant mes yeux les captivantes images d'El Dorado, s'imposaient des thèmes qui chantaient en moi. Mais ils se morcelaient d'eux-mêmes dans le raccourci [QM] je fus appelé à inventer de toutes pièces pour le film El Dorado de Monsieur Marcel L'Herbier, la technique définitive que l'on pratique actuellement, et qui permettait, par des méticuleux minutages et un tout nouveau développement musical, de suivre pas à pas, et même image par image le film. [CP] Bien des fois, en voyant se dérouler un film, j'avais pensé que l'émotion visuelle ou purement sensible qui s'en dégage, gagnerait en puissance, si la musique strictement appliquée à l'action, commentait celle-ci dans son mystérieux langage. La musique, art évocateur par excellence, devait s'adapter au septième art, qui n'est que symphonie d'ombres et de lumière. Composer pour le cinéma implique tout d'abord l'abandon de toute idée préconçue et la soumission à des règles spéciales, toute adaptation à un art nouveau, nécessitant un effort nouveau. L'écriture d'une composition musicale cinégraphique ne saurait en rien emprunter sa forme à la symphonie ou à l'opéra. Maintenant que la partition d'El Dorado est écrite, peut-être me sera-t-il permis de dire ce que j'ai voulu y exprimer. C'est le scénario et son développement qui m'ont servi uniquement de thèmes et d'inspiration, puisque le musicien doit se soumettre non seulement à une action préétablie mais encore à la définition même de cette action projetée sur l'écran. Le scénario d'El Dorado m'imposait des thèmes qui chantaient en moi, tandis que les images se déroulaient; 27 140 145 150 155 160 165 170 175 180 185 28 de certaines projections dont la durée fugitive entravait tout essor de pensée musicale. Pour entrevoir la solution du problème qui se posait et qui m'apparaissait si aride, il me fallait avoir recours aux mêmes procédés que ceux employés par le cinéaste. Il me fallait donc avoir recours aux mêmes procédés que ceux employés par le cinéaste. Il me fallait suivre mon collaborateur scène par scène, plus encore, cliché par cliché. Thèmes, harmonies, rythmes, bruits, devaient se superposer au gré de sa fantaisie. [f. 4] Ces contingences créèrent, du reste, un style très particulier au cinématographe muet, sonorisé musicalement en dehors de lui-même. Comment faire? Tout d'abord, je fus frappé par les incidences de la musique ‘réelle’ que contenait le film. Il fallait donc que la musique puisse donner la représentation d'une visualité sonore, telle l'image d'un guitariste aveugle que l'on voyait jouer; ou encore ces danseuses gitanes dont on devait souligner les claquements des mains, dont la cadence était visible. Par ailleurs – ceci étant davantage du domaine du poème symphonique était plus facile – il fallait évoquer la grandeur de l'Alhambra de Grenade, ou l'atmosphère louche, remuante et dangereuse de la maison de danse, ou encore le calme olympien de la Sierra Nevada. Il y avait aussi toute une série de sentiments intérieurs à saisir; à ce sujet particulier, je citerai ces extraordinaires déformations d'images ou ces flous auxquels Marcel L'Herbier confiait l'importante mission de donner une sensation de dédoublement spirituel, et je pense à cette étonnante image où l'on voyait madame Eve Francis, danseuse, parmi des compagnes, la pensée absente, ailleurs, estompée par un halo qui la réparait visuellement de tout ce qui l'entourait. La musique avait donc un triple rôle: représenter l'équivalent sonore de visions objectives, créer l'ambiance réclamée par le décor, et suivre subjectivement le drame intérieur de chaque personnage. Première difficulté: se mouvoir dans ces différentes rôles, sans confusion possible; mais la musique est toute souplesse, et ce n'était pas une réelle difficulté. Je vis tout de suite – c'était facile, du reste – qu'il me fallait dresser une sorte de tableau de minutage, précis et méticuleux, exprimé en minutes, secondes et même demisecondes (maintenant, il m'arrive de travailler sur des minutages calculés au dixième de seconde). Ce fut donc la première fois qu'un minutage absolument rigoureux était effectué pour un film. [f. 5] Ensuite, je sentis la nécessité de donner à chaque personnage, à chaque décor, son thème propre, qui pouvait l'accompagner tout au long du film. C'était l'introduction du leit-motiv dans la musique de film, dont on repris la formule très vite, par la suite, 190 195 200 205 210 215 220 225 230 235 aux Etats-Units e poi altrove . Les moyens ne m'était pas compté, et j'écrivis pour El Dorado une partition de puis de cinq cents pages pour un orchestre de quatre-vingt musiciens. L'enregistrement sonore étant inconnu – sinon par disques, vraiment par trop fragmentaire et d'un volume sonore extrêmement faible – il était évident qu'il fallait des effets de masse orchestrale et beaucoup de possibilités instrumentales, puisque l'on ne possédait aucun moyen de grossir le son comme on en a la possibilité maintenant . Si les moyens ne m'étaient pas comptés, le temps aussi m'était accordé, et, ici, mes confrères revivront, comme moi, le drame constant de la composition contre la montre… n'insistons pas! Et voici pour terminer avec El Dorado quelques exemples de l'accord image-musique, nécessairement parallèle: à l'écran, une danse gitane, lente et triste qui s'éteint peu à peu dans un brouillard de larmes, s'éteint à l'orchestre par la transformation de la musique en rythme et dans l'épuisement finale de ce rythme. Pour une Procession qui se déploie au milieu de toute une foule en liesse, c'est le thème religieux qui prédomine, bientôt couvert cependant par la rumeur d'un peuple en fête; puis les cierges allumés s'estompent dans le lointain et l'on n'entend plus qu'un bruit décroissant de pas. Et tandis qu'Hedwick, dans l'Alhambra, attend Iliana, avant même que celle-ci ait paru, le thème virginal s'entend et la musique s'insinue à la pensée. C'est alors la mort de Sibilla. La fête bat son plein dans la maison de danses. João, déchaîné, se livre à ses pitreries au milieu du bruit des cymbales, des rires et des cris; tout cela est un tumulte assourdissant qui semble faire partie de la vie même de Sibilla. Elle veut fuir… se réfugier dans le grand silence… et se poignarde, tandis que le pitre projette son ombre grotesque sur le rideau de fond, au pied duquel Sibilla s'effondre. Ici, tous les thèmes musicaux de la vie de Sibilla s'enchevêtrent, se heurtent, et le bruit des danses tournoie dans une ronde sinistre. [f. 6] Sur l'entrée chancelante et horrifiée de la vieille Flore – qui a vu – dans la salle de danses, la musique hésite et, enfin, le silence se dresse comme un mur: on voit les lèvres murmurer: la Sibilla est morte! Tout aussitôt la musique se presse sur la précipitation de la foule derrière le rideau. Et quand le vieil aveugle guitariste accourt en tâtonnant, lamentable, le thème de la sérénade est une pointe d'amère ironie à ce tableau funèbre. A l'époque d'El Dorado, un détail qui pourrait passer inaperçu maintenant et qui cependant avait toute son im- [BN, p. 119] Sull'ingresso, titubante e spaventata da una vecchia che ha scorto il dramma, nella sala delle danze, la musica rimane perplessa e infine il silenzio si leva alto come un muro: 29 240 245 250 255 260 265 270 6 portance à ce moment était l'obligation de recréer correctement à chaque représentation du film le rigoureux synchronisme établi entre la musique et le film. On avait même établi un appareil qui, réglant dans une certaine mesure la vitesse de déroulement de la pellicule cinématographique, permettait de suivre d'ainsi près que possible ce synchronisme nécessaire, et c'est toujours avec une certaine émotion que je me souviens des efforts conjugués de Paul Fosse, qui dirigeait l'orchestre, et de moi-même, qui tenais les manettes de cet appareil. La présentation d'El Dorado fuit, à l'époque, une sensationnelle réussite, et l'on put croire que par l'adjonction de la musique le cinématographe allait se hausser sur le plan d'un art véritable. Et l'on parlait déjà de septième art. Bientôt, une nouvelle réussite éclatante était assurée par la partition d'Arthur Honegger pour le film La roue d'Abel Gance. Cette partition sans être dans son ensemble d'un synchronisme très rigoureux, [QM, f. 1] Cette impression fut confirmée bientôt par le mariage de la musique de Monsieur Arthur Honegger avec les images du film La roue de Monsieur Abel Gance. [BN, p. 119] Questa partitura pur non essendo troppo originale, né, nell'insieme, di un sincronismo veramente rigoroso, était d'une belle venue musicale et, surtout, y figurait le célèbre mouvement symphonique Pacific 231, dont l'effet complémentaire fut sensationnel accompagnant les images rapides et dramatiques du film.6 A ce propos, j'ouvre ici une parenthèse qui nous ramène aux temps présents: tout dernièrement, j'ai pu voir un nouveau film de court métrage, bâti sur la musique d'Honegger Pacific 231 7 et j'ai été très surpris de constater combien on le trouvait reporté dans le style du pur muet, sans texte et avec son montage rapide, observation qui rejoint ce que j'indiquais plus haut, concernant le style très particulier du film muet. Il faut donc admettre une évolution beaucoup plus profonde qu'on ne voudrait le croire, dans les nouveaux problèmes de cinématographe sonore. On peut donc fixer désormais dans l'ordre chronologique le nom des trois pionniers de la musique de film: In realtà Pacific 231 (Mouvement symphonique n. 1) risale al 1924 (la prima era stata l'8 maggio all'Opéra, direttore S. Koussevitzky). Per la questione se considerare o meno la musica di La roue – o meglio il solo preludio, il resto della partitura essendo una compilazione (POIRIER 2001, p. 633) – come suo antecedente diretto cfr. MICELI 2000, pp. 131-33. 7 Si tratta quasi sicuramente dell'omonimo film di Jean Mitry del 1949 (per cui cfr. MITRY 1971, pp. 21924). Il medesimo brano era già stato oggetto di un esperimento di visualizzazione ad opera di Michail Zečajanovskij (o Cechanovskij) nel 1931 (MICELI 2000, p. 132n, 272; per POIRIER 2001, p. 633, il film sarebbe del 1933). 8 È curioso e quasi paradossale che, in un articolo sulla musica da film soprattutto nel periodo del muto, si parli di ‘sentire’ il cinema solo in relazione all'avvento del sonoro. Ecco che emerge il questa frase en passant il sarcasmo (qui velato e mascherato) di Gaillard, che sembra ammiccare a chi non aveva ancora capito quanto poco ‘muto’ fosse l'omonimo cinema… 30 275 280 285 290 295 300 305 310 315 Marius François Gaillard (El Dorado), Arthur Honegger (La roue) et Henri Rabaud qui après La roue écrivit une partition soignée [f. 7] pour Le miracle des loups. En fin, un jour, nous entendîmes le cinématographe: il avait trouvé une voix et allait vivre sa vie propre par l'adjonction de la sonorisation constituée par l'enregistrement direct sur pellicule.8 Quelques recherches que l'on puisse faire, quelques perfectionnements que l'on apporte, soit dans la couleur, soit dans le relief ou dans ces deux procédés simultanément, le cinématographe n'en est pas moins fixé dans sa forme dramatique définitive. Les musiciens trouveront sans doute que l'on rencontre trop peu de réalisateurs sachant entendre le son, et plus particulièrement la musique. Ils n'auront pas tort. Ici nous ne connaissons guère que Jean Grémillon que je trouve être personnellement musicien. Marcel L'Herbier a aussi des vues très sensibles sur cet art. Un autre grand cinéaste eut l'habile courtoisie de consulter son musicien avant de tourner son film, et jamais musique ne fuit mieux à sa place – en toute préméditation – que la charmante phrase musicale chantée de Georges Auric: «Le travail est obligatoire, car le travail, c'est la liberté» dans le film de René Clair A nous la liberté. Pour ma part, je trouverais plutôt que l'on ne fait pas beaucoup de recherches sonores nouvelles, et je le regrette d'autant plus que j'avais été très intéressé par les effets sonores conçu par Marcel L'Herbier pour La nuit fantastique, effets bien soulignés d'ailleurs par la musique intelligente de Maurice Thiriet. Maintenant que les rapports de la musique et du cinématographe sont bien établis et la technique paraissant très au point, on peut considérer les musiciens qui ont collaboré avec le plus de bonheur avec le cinématographe. Certains n'ont eu que des brefs rapports avec le film. Particulièrement l'illustre musicien Maurice Ravel, ne fit qu'une halte malheureuse devant le cinématographe. On lui avait demandé d'écrire la partition musicale nécessaire au film Don Quichotte. Mais, comme à l'habitude, on donnait un terme assez bref au temps imparti à la composition de cette partition, et Maurice Ravel n'avait encore écrit que deux admirables chansons , Don Quichotte à Dulcinée et Chanson à boire, 9 lorsque l'on décida de remplacer sa présence musicale par celle d'un autre compositeur; ce 9 Più precisamente si tratta di tre canzoni su testi di Paul Morand (Chanson romanesque, Chanson épique, Chanson à boire) raccolte e pubblicate (1934) sotto il titolo collettivo Don Quichotte à Dulcinée (RAVEL 1934). La composizione della musica per questo film fu poi affidata a Jacques Ibert che scrisse quattro Chansons de Don Quichotte (Chanson du départ, su testo di Ronsard, Chanson à Dulcinée, Chanson du Duc, Chanson de la mort, su testi di Alexandre Arnoux) che «si pongono con dignità nella tradizione cameristica francese ma, proprio per questa dichiarata discendenza, risultano estranee a un'opera cinematografica» (MICELI 2000, p. 250). 31 320 325 330 335 340 345 350 10 fuit le seul essai de Maurice Ravel après du cinématographe. Mais, tout en me demandant s'il serait possible, aujourd'hui de voir le film Don Quichotte sans sourire, je reste convaincu qu'il en subsiste en tous cas les deux chants exquis Don Quichotte à Dulcinée et Chanson à boire que Maurice Ravel avait patiemment élaborés et que l'on [f. 8] chantera encore très loin dans l'avenir… Ce musicien avait oeuvré pour la postérité. Messieurs Jaques Ibert, Darius Milhaud, Claude Delvincourt n'ont fait ainsi auprès du film que des apparitions passagères. Par contre un musicien a laissé l'emprunte profonde d'une sensibilité et d'une habilité remarquables: Maurice Jaubert dont le nom préoccupe toujours les esprits et dont on garde le souvenir d'une des musiques qu'il écrivit pour tant de film, dont on peut citer en exemple Le jour se lève, Le quai des brumes, Zéro de conduite ou Quatorze juillet. George Auric est un des musiciens élus du cinématographe, ayant commencé avec le troublant Sang d'un poète de Jean Cocteau, qui lui assure depuis une grande fidélité et pour lequel il vient de terminer la partition d'Orphée. Citons aussi les musiciens comme Arthur Honegger, Maurice Thiriet, Henri Sauguet, Jean Wiener et infine Joseph Kosma, a qui l'on doit entre autre l'intéressante musique de La bête humaine de Renoir et la partition pittoresca e violenta 10 des Enfants du paradis de Carné. De plus jeunes compositeurs aussi, tels Marcel Landowsky et Jaques Grünenwald auquel nous devons la musique des Anges du péché et Les dames du bois de Boulogne. [BN, p. 120] Oltre ad alcuni compositori più giovani, come Marcel Landowski, e soprattutto Jacques Grünenwald, fortunato collaboratore di Robert Bresson per Les anges du péché e Les dames du bois de Boulogne. Dans un genre plus léger, nous trouvons Van Parys, Sylviano 11 et bien d'autres véritables musiciens. Le cinématographe offre aussi aux compositeurs un autre domaine qui les intéresse: le Documentaire e il cortometraggio , où nous trouvons fréquemment les noms Questi aggettivi non sono invenzione del traduttore. In QM c'è mezzo foglio [f. 3] con appuntate solo queste parole: «la partition pittoresque et violente de Les enfants du paradis de Carné». Stando a quanto dice Gaillard nella LETTERA 194 (cfr. supra § L'affaire Thiriet), potrebbe trattarsi di un memorandum di quanto Auriol gli avesse suggerito di aggiungere. Gaillard avrebbe poi semplicemente citato il film senza sbilanciarsi in valutazioni sulla partitura. Queste valutazioni sarebbero però state aggiunte (da Auriol?) nella copia da inviare a «Bianco e Nero». Se così fosse bisognerebbe ipotizzare l'esistenza di una versione dell'articolo precedente a PM (e che non sia QM, dove Kosma non è proprio citato) che Gaillard avrebbe fatto leggere ad Auriol; questi gli avrebbe suggerito di aggiungere «la partition pittoresque et violente de Les enfants du paradis de Carné», cosa che Gaillard si sarebbe appuntato su un foglietto (poi finito in QM in fase di riordino delle carte del musicista da parte della Bibliothèque Nationale); sulla versione di PM mandata a Roma Auriol avrebbe modificato qualcosa (ad esempio avrebbe aggiunto «pittoresque et violente»); modifiche che Gaillard non lesse se non in traduzione sulla copia di «Bianco e Nero» inviatagli da Chiarini (cfr. LETTERA 197). 11 René Sylviano, fecondo compositore di operette, chansons, danze, musiche da film. Numerose composizioni sono conservate in F-Pn e testimoniano un'attività che durò dagli anni '20 agli anni '50. 32 355 360 365 370 375 380 385 390 d'Yves Baudrier, André Jolivet, Rivier, Aupour , Guy Bernard 12 etc. Il y a ici, autour du film, toute une pléiade de musiciens authentiques qui n'attendent qu'une occasion pour montrer leur force… mais les occasions réelles sont fort rares, les films étant trop souvent situés dans des ambiances peu propices à la musique. Et l'on parait attendre quelque chose… Ce quelque chose, il me semble le sentir… ne serait-ce pas la Poésie? l'éternelle Poésie? Seul, pour l'instant, un poète génial sait imposer sa vérité poétique au cinématographe, comme il l'impose à tout ce qu'il [f. 9] touche, c'est Jean Cocteau, qui sait ouvrir les portes du Rêve… le Rêve, climat idéale de la musique… Cependant, sous l'impulsion d'Alfred Chaumel, un nouveau climat poétique s'inscrit sur le livre d'or du Cinématographe.13 Déjà deux essais sur des poètes avaient vu le jour: Rimbaud, avec le film Le bateau ivre et Alphonse Daudet avec Les étoiles. Alfred Chaumel intelligemment secondé par Simon Gantillon, vient de terminer un essai sur le poète maudit Tristan Corbière sous le titre Les amours jaunes, titre du seul livre de poésies que Tristan Corbière laissa.14 J'y ai apporté de tout mon coeur ma collaboration musicale, absolument envoûté par la poésie aigue de Corbière, par les images prenantes du film, et surtout par l'implacable psychanalyse de la vie de Tristan Corbière.* Film poétique en profondeur, d'une émouvante et torturante beauté où les images, le poème, la musique ont pu chacun jouer un rôle déterminant d'une égale importance. Si j'ai tenu à parler de ce film très récent, c'est que, en tant que musicien, il me parait contenir en puissance tout un avenir qui, cette fois, pourrait bien porter le cinématographe à travailler enfin pour la postérité senza accontentarsi di una musica da riempitivo . Et, si les efforts des techniciens Américains en vue de pouvoir conserver longuement les films se voient couronnés de succès, je pense que ce sera surtout pour garder des films d'une telle signification et qui, mieux que tous autres, méritent leur part d'éternité.15 [QM, f. 4] Mais dans ce domaine, seul Jean Cocteau apporte sa vérité poétique. 12 Autore delle musiche per vari film e documentari tra il 1945 e il 1963, tra cui Guernica di Alain Resnais e Robert Hessens (1949) e Les statues meurent aussi di Alain Resnais e Chris Marker (1953), autori del Van Gogh citato infra da Gaillard (BIFI; cfr. infra nota 16). 13 In QM (f. 4) c'è il seguente appunto riguardo a Chaumel: «La renaissance du cinéma est nécessaire et, peut être, Alfred Chaumel, avec sa super-sensibilité lui a-t-il trouvé une voie nouvelle où la poésie et la musique pourrant ensemble l'épanouir». 14 Definito da Ezra Pound come «the greatest poet of the period». Edouard-Joachim Corbière (1845-1875) si cambiò il nome in Tristan in onore della prima e più illustre vittima delle fatalità della passione (dal Preface a CORBIÈRE 1931). 15 L'auspicio di Gaillard rimase tale: basti pensare al fatto che nessuna enciclopedia del cinema da me consultata (tutte quelle a libero accesso nella Salle P della Bibliothèque national de France, Rez-deJardin) né l'aggiornatissimo IMDB cita Chaumel o uno qualsiasi dei suoi film! 16 Resnais girò, all'inizio della sua carriera (1948-1949), quattro «remarquables» film sull'arte (Van Gogh, 33 * Les mêmes résonances psychanalytique avaient déjà été traitées, dans un tout autre esprit, par Jaques Besse pour la Bibliographie imagée du Van Gogh d'Alain Resnais e Gaston Diehl .16 Gauguin, Guernica, Les statues meurent aussi), rifacendosi alla lezione di Luciano Emmer (PASSEK 1995, II, p. 1815). A questi va aggiunto un precedente tentativo, Malfray (1947), voluto da Gaston Diehl, critico che aveva appena fondato all'interno della società «Les amis de l'art» un movimento per la realizzazione di «una serie di film in formato ridotto destinati a sedute private di cultura artistica» (VIDAL 1950, p. 123). 34 Apparato critico NOTA 1) Dove non indico altrimenti mi riferisco a PM. 2) Cancellature a tratto singolo: a penna (es. son); cancellature a tratto doppio: prima a matita, poi ripassate a penna (es. Monsieur) 15 eût] eut 27 de leurs] de son leurs (scritto sopra) 30 eut] eût (testimonianza, unitamente all'errore di r. 15, dell'indecisione di Gaillard circa la giusta grafia di questi tempi del verbo avoir) a l'époque,] virgola a matita 53 sans musique – comme] sans musique. – comme (a iniziare un inciso a capo che termina con:) 54 s'appeler musique.] s'appeler musique – 55-74 Testo originariamente nel f. 10, Corrections, e integrato grazie al rimando (f. 2: lettera A cerchiata; f. 10: A page 2) 71 musique] BN musica (non corsivo) 73 revenons à l'époque de notre] revenons à notre "muet". l'époque de notre 75 segg. QM A cette même époque […] qu'on le serve] (esistono due versioni di questo concetto:) [f. 1] Las! Monsieur Marcel L'Herbier définissait à l'époque [sopra aggiunge cette, poi tutto cancellato e spostato a inizio frase: à cette même époque] le cinéma: l'‘énnemi des Muses’! C'était fort juste, mais il fallait prendre l'entendre [sovrascritto] très exactement à rebours de la pensée de Monsieur Marcel L'Herbier, qui voyait imaginait la prochaine victoire du cinématographe sur les arts… qui sait sur quel plan cette victoire était placée. [f. 4] Las! Monsieur L'Herbier avait ‘dit’ plus justement à l'époque, lorsqu'il définissait le Cinématographe: ‘l'Ennemi des Muses’. Mais il fallait prendre très exactement [sintagma aggiunto sopra] à rebours la pensée de Marcel L'Herbier, qui lui [aggiunto sopra] voyait dans cet ennemi le prochain vainqueur la prochaine victoire du Cinématographe sur les arts. En fait, il n'y a qu'incomptabilité [sic] d'humeur entre le cinéma et les arts, et particulièrement la Musique. Car le dév film dévorant a besoin, dans sa faiblesse, qu'on le serve. 76 ‘Ennemi des muses’. Oubliait-il Euterpe? Pour ma part] ‘Ennemi des muses’. Pensait-il aussi à Euterpe? avait il oublié Euterpe? oubliait-il Euterpe? Pour ma part (da Pensait a oubliait-il Euterpe? interlineare) 112 devant] BN davanti (non corsivo) 143 fallait donc avoir] CP fallait avoir 35 161 encore] (aggiunto prima a matita, poi ripassato a penna) 182 il m'arrive de travailler sur des minutages calculés au dixième de seconde] il m'arrive de travailler au dixième de seconde, c'est a dire au geste, même décomposé sur des minutages calculés au dixième de seconde (da sur a seconde scritto sopra la parte cancellata) 195 vraiment par trop fragmentaire] et vraiment par trop fragmentaire (cancellatura solo a matita) et d'un volume sonore extrêmement faible] (aggiunto sotto a matita, poi ripassato a penna) 205 à l'écran, une danse gitane, lente et triste qui s'éteint peu à peu dans] CP une danse gitane, lente et triste qui s'éteint peu à peu à l'écran dans 209 Pour une Procession] CP Pour la Procession 211 par la rumeur] CP par le bruit 218 João] Joao · BN Jodo 220 tumulte] CP bruit 224 les thèmes musicaux de] CP les thèmes de 228 Flore – qui a vu – dans] CP Flore dans 229 et, enfin, le silence] CP et le silence 231 la Sibilla est morte] CP la Sibille est morte 272 Marius François Gaillard (El Dorado), Arthur Honegger (La roue) et Henri Rabaud qui après La roue écrivit une partition soignée pour Le miracle des loups.] Marius François Gaillard: ‘El Dorado’ Arthur Honegger: ‘La Roue’ | et Henri Rabaud qui après ‘La Roue’ écrivit une partition soignèe pour le ‘Miracle des Loups’ 288 Jean Grémillon] Monsieur Jean Grémillon (Jean scritto a matita, poi ripassato a penna, sopra Monsieur) 290-296 Testo originariamente nel f. 10, Corrections, e integrato grazie al rimando (f. 7: lettera B cerchiata; f. 10: B page 7) 294 chantée] (interlineare) 298 je le regrette] (je aggiunto a matita, poi ripassato a penna) 323 chantera encore très loin dans l'avenir… Ce musicien avait oeuvré pour la postérité.] chantera encore très loin dans l'avenir… | Ce musicien avait oeuvré pour la postérité. (le due righe sono abbracciate da una parentesi chiusa a fianco della quale si riesce a decifrare:) bon [†] cette copie (questo appunto è scritto con una penna diversa da quella con cui è redatto l'articolo) 334 ayant commencé avec] ayant commencé, si ma mémoire est bonne avec 338 Jean Wiener] (aggiunto sotto a matita, poi ripassato a penna) 36 339 Joseph Kosma] (Joseph aggiunto sopra a matita, poi ripassato a penna) entre autre] (aggiunto sopra a penna) 343 Marcel Landowsky] (Marcel aggiunto sopra a matita, poi ripassato a penna) 349 autre] (aggiunto sopra a penna) 352 Aupour] (nome di difficile decifrazione, forse Aufour o Aupont. Nessuno di questi, che io sappia, corrisponde comunque a un musicista) 356 les films étant trop souvent situés] le cinématographe se mouvant le plus souvent le films étant trop souvent situés (la frase sostitutiva è stata aggiunta sotto, prima a matita e poi ripassata, e cerchiata con una penna più chiara) 379 rôle déterminant] rôle déterminant, (virgola a matita) 37 Elenco dei film citati I film sono indicati col titolo francese, così come li conosceva Gaillard. L'eventuale versione italiana o quella originale nel caso di film non francesi è indicata tra parentesi. Alger – Le Cap Anno Regia Sceneggiatura Musica Produzione Caratteristiche Fonte 1952 Serge de Poligny Serge de Poligny Marius-François Gaillard Fr., André Robert documentario IMDB A nous la liberté 1931 René Clair René Clair Georges Périnal, Georges Raulet Lazare Meerson Georges Auric Fr., Tobis Raymond Cordy (Louis), Henri Marchand (Emile), Paul Ollivier (l'oncle), Rolla France (Jeanne) Caratteristiche bn, 104 min. Fonte TOULARD 1990 Anno Regia Sceneggiatura Fotografia Scenografie Musica Produzione Interpreti Les amours jaunes Anno 1950 Regia Alfred Chaumel Musica [Marius-François Gaillard] Fonte BIFI 38 Les anges du péché 1943 Robert Bresson R.P. Bruckberger, Robert Bresson, Jean Giraudoux Philippe Agostini René Renoux Jean-Jacques Grunenwald Fr., Synops (Roland Tual) Renée Faure (Anne-Marie), Jany Holt (Thérèse), Sylvie (la prieure), Mila Parély (Madeleine), Marie-Hélène Dasté (mère Saint-Jean), Paula Dehelly (mère Dominique), Sylvia Monfort (Agnès), Yolande Laffon (la mère d'Anne-Marie), Louis Seigner (le directeur de la prison) Caratteristiche bn, 73 min. Fonte TOULARD 1990 Note primo lungometraggio di Bresson. Anno Regia Sceneggiatura Fotografia Scenografie Musica Produzione Interpreti L'assassinat du duc de Guise 1908 André Calmettes, Charles Le Bargy Henri Lavedan Emile Bertin Camille Saint-Saëns Fr., Le film d'art Charles Le Bargy (Henri III), Albert Lambert (le duc de Guise), Gabrielle Robine (sa maîtresse), Berthe Bovy (le page) Caratteristiche bn, 18 min. Fonte TOULARD 1990 Anno Regia Sceneggiatura Scenografie Musica Produzione Interpreti Le bateau ivre Anno 1948 Regia Alfred Chaumel Fonte BIFI La bête humaine (L'angelo del male) Anno Regia Sceneggiatura Fotografia Musica Produzione Interpreti 1938 Jean Renoir Jean Renoir da Emile Zola Curt Courant Joseph Kosma Fr., Robert Hakim Jean Gabin (Jacques Lantier), Simone Simon (Séverine), Fernand Ledoux (Roubaud), Julien Carette (Pecqueux), Cotte Régis 39 (Victoire), Jenny Hélia (Philomène), Jean Renoir (Cabuche) Caratteristiche bn, 105 min. Fonte TOULARD 1990 Cinéma de notre temps: la première vague 1968 Noël Burch, Jean-André Fieschi Fr., Janine Bazin, André S. Labarthe Marcel L'Herbier, Jean Mitry, Jean Dréville, Alberto Cavalcanti, Lucien Aguettand, Michel Duran, Henri Diamant-Berger, Eve Francis, Georges Franju, Alexandre Kamenka, Jacques Siclier, Claude Ollier, Adonis Kyrou, Jean-Louis Bouquet, MariusFrançois Gaillard Caratteristiche documentario TV, bn, 151 min. Fonte IMDB Anno Regia Produzione Interpreti Club de femmes Anno Regia Sceneggiatura Fotografia Musica Produzione Fonte 1936 Jacques Deval Jacques Deval Marc Fossard Marius-François Gaillard Fr., Les films Jacques Deval BIFI Les dames du bois de Boulogne (Perfidia,1945) 1944 Robert Bresson Robert Bresson, Jean Cocteau da Diderot Philippe Agostini Max Douy Jean-Jaques Grünenwald Fr., Raoul Ploquin Paul Bernard (Jean), Maria Casarès (Hélène), Eléna Labourdette (Agnès), Lucienne Bogaert (Madame D.), Jean Marchat (Jacques) Caratteristiche bn, 90 min. Fonte TOULARD 1990 Anno Regia Sceneggiatura Fotografia Scenografie Musica Produzione Interpreti Don Quichotte Anno Regia Sceneggiatura Fotografia Scenografie 40 1933 Georg Wilhelm Pabst Paul Morand, Alexandre Arnoux, da Cervantes Nicolas Farkas, Paul Portier A. Andreïev Lotte Reiniger Jacques Ibert Fr., Vandor-Nelson-Wester Fédor Chaliapine (don Quichotte), Dorville (Sancho Pança), Arlette Marchal (la duchesse), Mady Berry (la femme de Sancho), Mireille Balin (la nièce) Caratteristiche bn, 98 min. Fonte TOULARD 1990 Ombre cinesi Musica Produzione Interpreti El Dorado 1921 Marcel L'Herbier Marcel L'Herbier Georges Lucas, Georges Specht Robert-Jules Garnier, Louis Le Bertre Alberto Cavalcanti Marius-François Gaillard Fr., Gaumont Eve Francis (Sibilla), Jaque Catelain (Hedwick), Marcelle Pradot (Iliana), Philippe Hériat (João), Claire Prelia (la comtesse suédoise), Georges Paulais (Estiria), Edith Réal (Conception), Max Dhartigny (le patron d'El Dorado), Emile Saint-Ober (l'aveugle), Jeanne Bérangère (Flore), Michel Duran, Noémi Seize Caratteristiche bn, 100 min. Fonte IMDB Anno Regia Sceneggiatura Fotografia Scenografie Costumi Musica Produzione Interpreti Les enfants du paradis (Amanti perduti, 1945) 1943-44 Marcel Carné Jacques Prévert Roger Hubert A. Barsacq, R. Gabutti, A. Trauner Joseph Kosma (come Georges Mouqué), Maurice Thiriet Fr., Scalera, poi Pathé Arletty (Garance), Jean-Louis Barrault (Baptiste Deburau), Pierre Brasseur (Frédérick Lemaître), Marcel Herrand (Lacenaire), Louis Salou (le comte edouard de Montray), Maria Cassarès (Nathalie), Pierre Renoir (Jéricho) Caratteristiche bn, 95 min. + 87 min. Fonte TOULARD 1990, IMDB (dà come anno di produzione 1945) Anno Regia Sceneggiatura Fotografia Scenografie Musica Produzione Interpreti Les étoiles Anno 1949 Regia H. Beauvais [?], Alfred Chaumel [?] – Jacques Dufilho [?] Musica Marius-François Gaillard 41 Note film sconosciuto; sulla partitura musicale, dedicata all'«ami Alfred Chaumel affectueusement», si legge che il film è di Beauvais. BIFI riporta un film omonimo e dello stesso anno con regia di Jacques Dufilho. Fantasia Anno Regia Sceneggiatura Fotografia Musica Produzione Interpreti Caratteristiche Fonte 1940 James Algar, Samuel Armstrong, ecc. Joe Grant, Dick Huemer, ecc. James Wong Howe, Maxwell Morgan non originale USA, Walt Disney Leopold Stokowski, Deems Taylor, ecc. animazione, technicolor, 120 min. IMDB Fort-Dolorès Anno Regia Sceneggiatura Fotografia Musica Produzione Interpreti Fonte 1939 René Le Hénaff Jean des Vallières Boris Kaufman Marius-François Gaillard Fr., Societé de production et d'exploitation du film Fort-Dolorès Roger Karl (Don Ramire de Avila), Pierre Larquey (Jefke Vandenbom), Paul Escoffier (Pasquale), Alina de Silva (Consuelo), Gina Manès (Lola) BIFI Gauguin Paul Anno Regia Sceneggiatura Fotografia Musica Produzione Interpreti Caratteristiche Fonte 1949 Alain Resnais Gaston Diehl Henry Ferrand Darius Milhaud Fr., Panthéon Jean Servais (le narrateur) documentario, bn, 12 min. BIFI Guernica Anno Regia Sceneggiatura Fotografia 42 1949 Alain Resnais, Robert Hessens Robert Hessens, Paul Eluard Henry Ferrand Musica Produzione Interpreti Caratteristiche Fonte Guy Bernard Fr., Les films de la Pléiade Maria Casarès (la narratrice), Jacques Pruvost (le narrateur) documentario, bn, 12 min. BIFI Histoire de rire 1941 Marcel L'Herbier Georges Neveux, Armand Salacrou Roger Hubert Marius-François Gaillard Fr., André Paulvé (DisCina) Fernand Gravey (Gérard Barbier), Marie Déa (Hélène Donaldo), Micheline Presle (Adélaïde Barbier), Pierre Renoir (Jules Donaldo), Bernard Lancret (Jean-Louis Deshayes), Gilbert Gil (Achille Ballorson), Monique Rolland (Coco d'Antibes), Maurice Mosnier (Joseph), Gustave Gallet (Maisnier) Caratteristiche bn, 117 min. Fonte IMDB Anno Regia Sceneggiatura Fotografia Musica Produzione Interpreti Un homme marche dans la ville 1949 Marcello Pagliero Robert Scipion Nicolas Hayer Fr., Sacha Gordine/Corona Ginette Leclerc (Madeleine), Jean-Pierre Kérien (Jean Sauviot), Grégoire Aslan (Ambilarès), Robert Dalban (Laurent), Yves Deniaud (Albert), André Valmy (le commissaire) Caratteristiche bn, 95 min. Fonte TOULARD 1990 Anno Regia Sceneggiatura Fotografia Produzione Interpreti Les hommes nouveaux Anno Regia Sceneggiatura Fotografia Scenografie Musica Produzione Interpreti 1936 Marcel L'Herbier Claude Farrère, Marcel L'Herbier Robert Lefebvre Robert Gys Marius-François Gaillard Fr., Albert Lauzin Harry Baur (Bourron), Natalie Paley (Christiane), Gabriel Signoret (Maréchal Lyautey de Tolly), Max Michel (Henri de Chassagnes), Claude Sainval (Jean de Sainte-Foy), Sylvio De Pedrelli (le caïd Medhani), Jean Marais (le secrétaire), André Numès Fils 43 (Rousignol), René Bergeron (Mingasse) Caratteristiche bn Fonte IMDB Images d'Ethiopie Anno Regia Fotografia Musica Produzione Interpreti Caratteristiche Fonte 1948 Jean e Paul Pichonnier Paul Pichonnier [Marius-François Gaillard] Belgio Georges Farineau, Robert Lefèvre documentario, bn, 65 min. IMDB Joli monde 1935 René Le Hénaff René Le Hénaff Robert Lefebvre Jacques Gotko Marius-François Gaillard Fr., Les Films Pierre Mathieu Junie Astor (Clara Soleil), Germaine Aussey (Edith), Raymond Blot (le metteur en scène), Marion Delbo, Philippe Hersent (Philippe), Paul Ollivier (le directeur), Jeanne Provost (Irma), Maurice Rémy (Guy), Georges Rigaud (Charles Meunier) Caratteristiche bn, 80 min. Fonte IMDB Anno Regia Sceneggiatura Fotografia Scenografie Musica Produzione Interpreti Le joueur d'échecs 1927 Raymond Bernard Raymond Bernard, Henry Dupuis-Mazuel, Jean-José Frappa Henry Rabaud Fr. Pierre Blanchar (Boleslas Vorowski), Charles Dullin (Baron von Kempelen), Edith Jehanne (Sophie Novinska), Camille Bert (Maj. Nicolaieff), Pierre Batcheff (Prince Serge Oblomoff), Marcelle Charles (Catherine II), Jacky Monnier (Wanda), Armand Bernard (Roubenko), Alexiane (Olga) Caratteristiche bn., 130 min. Fonte IMDB, DUMESNIL 1946 Note DUMESNIL 1946 (p. 134) lo ricorda come del 1926. Anno Regia Sceneggiatura Musica Produzione Interpreti 44 Le jour se lève (Alba tragica) 1939 Marcel Carné Jacques Viot, Jacques Prévert Curt Courant Alexandre Trauner Maurice Jaubert Fr., Sigma Jean Gabin (François), Jules Berry (Valentin), Arletty (Clara), Jacqueline Laurent (Françoise), Jacques Baumer (le commissaire), Bernard Blier (Gaston), Mady Berry (la concierge), René Genin (le concierge), Marcel Pérès (Paulo), René Bergeron (le patron du café), Gabrielle Fontan (la vieille dame dans l'escalier), Arthur Devère (Gerbois), Georges Douking (l'aveugle), Germaine Lix (la chanteuse) Caratteristiche bn, 95 min. Fonte TOULARD 1990 Anno Regia Sceneggiatura Fotografia Scenografie Musica Produzione Interpreti Judex 34 1934 Maurice Champreux Arthur Bernède Georges Raulet, Charles Suin Marius-François Gaillard Fr., Charles Le Fraper Paule Andral (Madame de Trémeuse), Blanche Bernis (Diana Monti), Raymond Blot, Jean Borelli (le petit Jean), Nino Costantini (Moralès), Yvette Dantin, René Ferté (Judex), Madeleine Guitty (la bonne de Cocantin), Louise Lagrange (Jacqueline), Jean Lefebvre (Roger de Trémeuse), Charles Lemontier Caratteristiche bn, 95 min. Fonte IMDB Anno Regia Sceneggiatura Fotografia Musica Produzione Interpreti Magie moderne 1931 Dimitri Buchowetzki Howard Irving Young [Marius-François Gaillard] USA, Paramount Pictures Raymond Ceccaldi, Fanny Clair, Lucien Gallas, Madeleine Guitty, Gaston Jaquet, Pierre Piérade, Sunshine Woodward Caratteristiche bn, 85 min. Fonte IMDB Anno Regia Sceneggiatura Musica Produzione Interpreti 45 Le miracle des Loups (Miracolo dei lupi) 1924 Raymond Bernard Jean-José Frappa da Dupuy-Mazuel Robert Batton, Marc Bujard Henri Rabaud Fr., Société des films historiques Charles Dullin (Louis XI), Gaston Modot (Du Lau), Philippe Hériat (Tristan l'Ermite), halma (Olivier le Daim), Romuald Joubé (Robert Cottereau), Vanni Marcoux (Charles le Téméraire), Yvonne Sergyl (Jane Fouquet) Caratteristiche bn, 3000 m Fonte TOULARD 1990 Note il film, muto, fu sonorizzato nel 1930. Anno Regia Sceneggiatura Fotografia Musica Produzione Interpreti Nous les gosses 1941 Louis Daquin Marcel Aymé, Maurice Hiléro Jean Bachelet Suzanne de Troeye Marius-François Gaillard Fr., Pathé Cinema Louise Carletti (Mariette), Gilbert Gil (Monsieur Morin), Pierre Larquey (le père Finot), Raymond Bussières (Gaston), André Brunot (le commisaire), Marcel Pérès (l'ouvrier), Louis Seigner (le directeur de l'école) Caratteristiche bn, 90 min. Fonte IMDB Anno Regia Sceneggiatura Fotografia Scenografie Musica Produzione Interpreti La nuit fantastique 1941 Marcel L'Herbier Louis Chavance, Henri Jeanon Pierre montazel René Moulaert, Marcel Magniez Maurice Thiriet Fr., UTC Fernand Gravey (Denis), Saturnin Fabre (Thalès), Micheline Presle (Irène), Jean Parédès (Cadet), Charles Granval (Adalbert), Zita Flore (l'assistante), Bernard Blier (Lucien), Marcel Levesque (Tellier) Caratteristiche bn, 103 min. Fonte TOULARD 1990 Note primo titolo: Le tombeau de Méliès; su IMDB risulta essere del 1942. Anno Regia Sceneggiatura Fotografia Scenografie Musica Produzione Interpreti 46 Orphée (Orfeo, 2001) 1949 Jean Cocteau Jean Cocteau Nicolas Hayer Jean d'Eaubonne Marcel Escoffier Georges Auric Fr., André Paulvé Maria Casarès (la princesse), Marie Déa (Eurydice), Jean Marais (Orphée), François Perier (Heurtebise), Jacques Varennes (le juge), Pierre Bertin (le commissaire), Edouard Dhermitte (Cégeste) Caratteristiche bn, 112 min. Fonte TOULARD 1990 Anno Regia Sceneggiatura Fotografia Scenografie Costumi Musica Produzione Interpreti Pacific 231 Anno 1949 Regia Jean Mitry Musica [Arthur Honegger] Fonte IMDB Le quai des brumes (Il porto delle nebbie) 1938 Marcel Carné Jacques Prévert da Pierre Mac Orlan Eugen Schüfftan Alexandre Trauner Maurice Jaubert Fr., Gregor Rabinovitch Jean Gabin (Jean), Michèle Morgan (Nelly), Michel Simon (Zabel), Pierre Brasseur (Lucien), Edouard Delmont (Panama), Aimos (Quart-Vittel), Robert Le Vigan (Michel), René Génin (Dr Mollet) Caratteristiche bn, 91 min. Fonte TOULARD 1990 Anno Regia Sceneggiatura Fotografia Scenogarfie Musica Produzione Interpreti 14 juillet (Per le vie di Parigi, 1933) Anno Regia Sceneggiatura Fotografia Scenografie Musica 1932 René Clair René Clair Georges Périnal, Louis Page Lazare Meerson Maurice Jaubert, André Gailhard 47 Produzione Fr., Tobis Interpreti Annabella (Anna), Georges Rigaud (Jean), Raymond Cordy (Raymond), Pola Illery (Pola), Paul Ollivier (M. Imaque), Aimos (Charles), René Bergeron, Odette Talazac Caratteristiche bn, 97 min. Fonte TOULARD 1990 Le rendez-vous du diable (Appuntamento con il diavolo) Anno Regia Sceneggiatura Musica Produzione Caratteristiche Fonte 1958 Haroun Tazieff Haroun Tazieff Marius-François Gaillard Fr., UGC Agfacolor, 80 min. IMDB La révoltée 1947 Marcel L'Herbier Marcel L'Herbier da Pierre Sabatier Christian Matras Robert Gys Marius-François Gaillard Fr., Femina, Lux Film Josette Day (Françoise Darbel), Victor Francen (Henri Dumières), Jacques Berthier (Serge Loref), Jaque Catelain (Christian Darbel), Sylvie (Mademoiselle Barge), Irène Capri (la nurse), Michèle Marly (la poule) Caratteristiche bn Fonte IMDB Anno Regia Sceneggiatura Fotografia Scenografie Musica Produzione Interpreti La roue (La rosa sulle rotaie, 1923) 1920 Abel Gance Abel Gance Léonce-Henry Burel Arthur Honegger Fr., Pathé Séverin Mars (Sisif), Gil Clary (Dalilah), Gabriel de Gravone (Elie), Ivy Close (Norma), Pierre Magnier (Hersan) Caratteristiche bn, 2 versioni di differente metraggio Fonte TOULARD 1990 Anno Regia Sceneggiatura Fotografia Musica Produzione Interpreti 48 La route impériale 1935 Marcel L'Herbier Jean Bernard-Luc Michel Kelber, Louis Née Robert Gys Marius-François Gaillard Fr., Films Union, Sirius Käthe von Nagy (Lady Stark), Pierre Richard-Willm (Colonel Brent), Jaque Catelain (Dan), Kissa Kouprine (Alia), Paul Escoffier (Colonel Simpson), Jean Forest (Lieutenant Drake), Pierre Renoir (Major Hudson), Aimé Clariond (Colonel Stark), Jean Gobet (Barman) Caratteristiche bn, 98 min. Fonte IMDB Anno Regia Sceneggiatura Fotografia Scenografie Musica Produzione Interpreti Sang d'un poète 1930 Jean Cocteau Jean Cocteau Georges Périnal Georges Auric Fr., vicomte Charles de Noailles Enrique Rivero (le poète), Lee Miller (la statue), Feral Benga (l'ange noir), Pauline Carton (la dresseuse d'enfants) Caratteristiche bn, 49 min. Fonte TOULARD 1990 Anno Regia Sceneggiatura Fotografia Musica Produzione Interpreti [Le] 6 Juin à l'aube Anno Regia Sceneggiatura Fotografia Musica Produzione Caratteristiche Fonte Note 1946 Jean Grémillon Jean Grémillon Louis Page, Alain Douarinou, André Bac, Maurice Pecqueux Jean Grémillon Fr. documentario, bn, 56 min. SADOUL 1990 per l'IMDB è del 1945; per MITRY 1971 del 1946. Les staues meurent aussi Anno Regia Sceneggiatura Fotografia 1953 Chris Marker, Alain Resnais Chris Marker Ghislain Cloquet 49 Musica Produzione Interpreti Caratteristiche Fonte Guy Bernard Fr., Tadié Cinéma Jean Négroni (le narrateur) documentario, bn, 29 min. BIFI La sublime épopée Anno Regia Musica Fonte 1919 H. Desfontaine Camille Erlanger PICCARDI 1985, p.63 come La suprême épopée Trilby Anno 1919 ? Fonte PICCARDI 1985, p. 63 They Made me a Fugitive (Sono un criminale) 1947 Alberto Cavalcanti Noel Langley da Jackson Budd Otto Heller Andrew Mazzei Marius-François Gaillard GB, A.R. Shipman Productions, Alliance Films Corporation Sally Gray (Sally), Trevor Howard (Clem Morgan), Griffith Jones (Narcy), René Ray (Cora), Mary Merrall (Aggie), Charles Farrell (Curley), Michael Brennan (Jim) Caratteristiche bn, 103 min. Fonte IMDB Anno Regia Sceneggiatura Fotografia Scenografie Musica Produzione Interpreti Van Gogh Anno Regia Sceneggiatura Fotografia Musica Produzione Caratteristiche Fonte Note 50 1948 Alain Resnais Alain Resnais, Gaston Diehl, Robert Hessens Henry Ferrand Jacques Besse Fr., Panthéon Production bn, 20 min. BIFI vinse il premio del documentario alla biennale di Venezia del 1949 (VIDAL 1950, p. 123). Zéro de conduite (Zero in condotta) 1933 Jean Vigo Jean Vigo Boris Kaufman Maurice Jaubert Fr., Nounez/Gaumont Jean Dasté (le pion Huguet), Louis Lefebvre (Caussat), Gilbert Pruchon (Colin), Robert Le Flon (Pète-sec), Delphin (le principal) Caratteristiche bn, 44 min. Fonte TOULARD 1990 Anno Regia Sceneggiatura Fotografia Musica Produzione Interpreti Yamilé sous les cèdres 1939 Charles d'Espinay Jean Arroy, Henry Bordeaux Marc Fossard, Jacques Vandal Marius-François Gaillard Fr., Imperial Film Production Charles Vanel (Rachid), Denise Bosc (Yamilé), José Noguéro (Khalil), Georges Péclet (Boutros), Jacques Dumesnil (Osman), Lucas Gridoux (Aboud), Georges Mauloy (le prètre maronite), Paul Demange (le valet), Georges Douking (Ahmed) Caratteristiche bn, 95min. Fonte IMDB Anno Regia Sceneggiatura Fotografia Musica Produzione Interpreti 51 Bibliografia NOTA Cito le biblioteche con la nomenclatura RISM. F-Pn è la Bibliothèque Nationale de France; IMism è la biblioteca del Dipartimento di storia delle arti, della musica e dello spettacolo dell'Università degli Studi di Milano. a) Scritti di Marius-François Gaillard: DIVERS Divers écrits, mss., s.d., F-Pn, Mus., Rés. Vma ms. 1152 MOTS Quelques mots sur la musique et le cinéma, in DIVERS [fasc. interno]. PART El Dorado, partitura autografa per il film, agosto-settembre 1921, F-Pn, Mus. ms. 21866; riproduzione in fac-simile (consultata) in I-Mism, 15L.G.G34.1 CP Ciné-Partition, «Comoedia», XV, 3254, 12.XI.1921, p. 3. PANORAMA Panorama de la musique française de film, ms., s.d. [ma 1950], F-Pn, Mus. Rés. Vma ms. 1153 BN La musica per film in Francia, trad. it. di Fausto Montesanti, «Bianco e Nero», XI/5-6, maggio-giugno 1950, pp. 115-121. LETTERA [n.] [Lettere di e a Marius-François Gaillard], F-Pn, Mus. N.L.A. 13 bob. 29420 (122-204), tra cui il carteggio relativo all'affaire Thiriet: 52 - 193: Maurice Thiriet a Gaillard, Paris, 21.V.1950; - 194: Gaillard [a Chiarini], [Paris], 25.V.1950; - 195: Gaillard a Thiriet, [Paris], 26.V.1950; - 196: Gaillard a Gatti, [Paris], 31.V.1950; - 197: Gaillard a Chiarini, [Paris], 15.VI.1950 (risposta alla 199); - 198: biglietto allegato con l'errata corrige; - 199: Chiarini a Gaillard, [Roma], 29.V.1950. SACEM Dêpots SACEM, quaderno (rubrica telefonica) ms., s.d., F-Pn, Mus. Rés. Vmc ms. 48 b) Scritti di altri autori: MUSSET 1888 [LOUIS-CHARLES-]ALFRED DE MUSSET, Poésies nouvelles (1840-1849), Paris: Charpentier, 1850; ed. consultata Oeuvres complètes de Alfred de Musset, 9 voll., Paris: Charpentier, 1888, II: Poésies II; riproduzione digitale Paris: Bibliothèque National de France, 2001, disponibile su < http://gallica.bnf.fr/ >. 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DELACOMMUNE 1921 CHARLES DELACOMMUNE, Peut-on traduire musicalement une vision déterminée?, «Comoedia», XV, 3274, 2.XII.1921. 53 L'HERBIER 1925 MARCEL L'HERBIER, Esprit du cinématographe, «Cahiers du mois», nn. 16-17: Cinéma, 1925; cito dalla trad. it. Spirito del cinematografo, in Cinema. La creazione di un mondo, a cura di Michele Canosa, Genova: Le mani, 2001, p. 37-43. BECCE–ERDMANN 1927 GIUSEPPE BECCE – HANS ERDMANN, Allgemeines Handbuch der Film-Musik, 2 voll., Berlin etc.: Schlesinger, 1927. CORBIÈRE 1931 TRISTAN CORBIÈRE, Les amours jaunes, préface de Charles Le Goffic, Paris: Messein, 1931; I ed. Paris: Librairie du XIXe siècle, 1873. RAVEL 1934 MAURICE RAVEL, Don Quichotte à Dulcinée. Trois poèmes de Paul Morand pour baryton avec accompagnement d'orchestre, Paris: Durand, 1934. DUMESNIL 1946 RENÉ DUMESNIL, La musique en France entre les deux guerres.1919-1939, Genève– Paris–Montréal: Milieu du monde, 1946. 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