L`ottavo capitolo
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L`ottavo capitolo
la pelle del cuore-impa 14-11-2008 9:32 Pagina 165 Virginio ….poi prendete l’intero preparato e lo versate in una grande zuppiera. Non abbiate paura di rovinarlo. Girate e rigirate con le mani fino a quando non vi sembra condito in maniera omogenea. A questo punto assaggiate e nel caso in cui vi accorgiate manchi qualche cosa, non esitate ad abbondare con i sapori… Il piatto potrà dirsi perfetto solo se piacerà a voi che l’avete preparato. Jamie Oliver Jamie’s kitchen 165 la pelle del cuore-impa 166 14-11-2008 9:32 Pagina 166 la pelle del cuore-impa 14-11-2008 9:32 Pagina 167 X Non avevo dubbi sul fatto che, nelle ore immediatamente precedenti all’inaugurazione di questa sera, la mia agitazione si sarebbe presa la libertà di compiere un sali e scendi sui gradini della scala emotiva. Nessuna paura e nessuna ansia, solo questa insensata percezione che tutti gli sforzi non siano stati altro che un perseverare nell’errore. Ma questo lo si saprà solo con il tempo. Non si tratta di una vera e propria inaugurazione, anche perché essendo a Piacenza da poco non avrei saputo chi invitare: semplicemente alzeremo la saracinesca e aspetteremo che qualcuno entri. Per ripagare la fiducia dei nostri primi e coraggiosi clienti offriremo dolci e alcolici. Ho pubblicizzato l’evento limitandomi a un trafiletto pubblicitario su uno dei giornali locali. Questa mattina, mentre aspettavo gli ultimi fornitori ripulendo la cucina per l’ennesima volta, non sono riuscito a fermare il cervello che, autonomamente, ha deciso di fare una ripassa167 la pelle del cuore-impa 14-11-2008 9:32 Pagina 168 tina sulla folle ridda degli eventi. La cosa che più mi preoccupa è come si sarebbe tramutato il mio rapporto con Cristina, dopo l’altra notte. Fortunatamente ieri, appena ci siamo rivisti dopo la mia fuga dall’hotel, sul suo viso era stampato un sorriso che, se pure di circostanza, mi ha rassicurato. Il mio timore era di essere travolto da una serie di insulti e imprecazioni tipiche delle donne che si sentono usate e poi rifiutate. Non è stato così. Dopo avermi chiesto se avevo dormito bene, mi ha addirittura preparato il caffè e domandato da dove desideravo che cominciasse a sbrigare le mille faccende ancora in sospeso. Mostrandomi il più naturale possibile, come sempre, le ho detto di gestirsi come meglio riteneva opportuno. Tranquillizzato dalla calma apparente però, non ho potuto fare a meno di desiderarla ancora. La guardavo muoversi e chinarsi tra i banconi e riprovavo la sensazione delle sue dita conficcate nei miei fianchi. Finito il caffè d’un fiato, sono sceso in cantina a terminare un inventario, in verità già concluso, solo per allontanare certi pensieri. «Dove la metto questa?» 168 la pelle del cuore-impa 14-11-2008 9:32 Pagina 169 Una voce squillante e sconosciuta mi spaventa e mi strappa da torbidi desideri. Un omino piccolo, grasso e con il cavallo dei pantaloni alle ginocchia, mi osserva stringendo una cassetta di funghi freschi tra le mani sulla soglia della cucina. Un’espressione piuttosto inquietante non contribuisce certo a rendere il suo aspetto più amichevole. «Allora, capo… non ho tutta la mattina, io.» «Sì, mi scusi, la metta pure lì, a terra. C’è qualcosa da firmare?» «Mi faccia uno scarabocchio qui, capo» dice porgendomi un foglio spiegazzato. Mentre sta per uscire dalla piccola porta di servizio, lasciata erroneamente aperta e attraverso cui è entrato, si blocca per osservare alcuni budini di cioccolato che ho messo su un tavolo a raffreddare. «Qualcosa che non va…», guardo l’intestazione del documento appena firmato, «…signor Giuliano?» «Quelli, li faceva anche il signor Omar.» In effetti i budini di cioccolato con le bucce di arancia e limone caramellate sono una ricetta del mio maestro. «Lei conosceva Omar Castagna? Riforniva 169 la pelle del cuore-impa 14-11-2008 9:32 Pagina 170 anche lui? Eravate amici?» Dovrei sentirmi fiero di me stesso per essere stato in grado di fare tre domande idiote laddove molti sarebbero riusciti a formularne una sola. Il piccoletto mette in mostra i suoi brutti denti, con un ghigno. «Oh, no, no. Sono venuto a mangiare qui solo un paio di volte, con la moglie.» «Capisco. Ne prenda uno se vuole, ma aspetti che si raffreddi un po’ prima di mangiarlo.» Non se lo lascia dire due volte e afferra quello che, probabilmente, ha deciso essere il più grosso. «Grazie, la prossima volta le riporto la scodella.» Lo saluto con un cenno della mano, ma lui resta immobile a fissarmi. «Non deve essere facile, per lei.» «Che cosa?» mi sento autorizzato a domandare sentendomi stupidamente imbarazzato di non aver capito subito a cosa si riferisca. «Prendere il posto di un’altra persona. Lei lo conosceva bene?» Sembra strano parlare di Omar con un tizio che ho visto per la prima volta solo due minuti fa, 170 la pelle del cuore-impa 14-11-2008 9:32 Pagina 171 ma decido di rispondere anche perché sono curioso di sentire che risposta uscirà dalla mia bocca. Potrebbe essere una situazione in cui mi capiterà di ritrovarmi parecchie volte, nei prossimi giorni. «C’è stato un tempo in cui lo consideravo quasi un padre. Ma è stato secoli fa.» «Certe cose il tempo non se le porta mai via. A me succede con il ricordo dei morti. Il mio papà per esempio, non c’è più da quasi venti anni ed è come se fosse ancora qui, in mezzo a noi, anche in questo momento.» Un profondo senso di disagio mi assale e non posso fare a meno di guardare la fotografia di Filippo che ho messo sul ripiano più grande della dispensa. Giuliano segue immediatamente il mio sguardo e si avvicina alla foto. Adesso vorrei che se ne andasse subito. «Questo è il suo figliolo, vero?» Riesco a farfugliare un sì. «La cosa più terribile al mondo deve essere sopravvivere ai propri figli» sussurra con un filo di voce appena percettibile. «Ma lei sa…» Si volta di scatto e mi regala un ulteriore sorriso amaro. 171 la pelle del cuore-impa 14-11-2008 9:32 Pagina 172 «Questa è una piccola città signor Patà. Si deve abituare al fatto che qui tutti…» «Me lo hanno già detto, me lo hanno già detto» lo interrompo io. «Hai visto Morgana questa mattina?» «No» ribatte seccamente Cristina. Sono certo che l’insofferenza percepibile nel tono della sua voce non sia per la domanda, quanto piuttosto per l’ennesima comunicazione di poco fa da parte dell’agenzia interinale alla quale ci siamo appoggiati. Pare che non si trovino ragazzi giovani e volenterosi disposti a venire a lavorare al Monroe. La scelta di effettuare una cernita solo tra i giovanissimi è stata l’unica decisione che ho imposto. Sui molteplici motivi di questa mia scelta si potrebbe scrivere un intero trattato, ma la ragione principale è che preferisco “allevare” personalmente i miei adepti e soprattutto perché coltivo silenziosamente, e in gran segreto, il desiderio di formare qualcuno insegnandogli tutto quello che posso. Proprio come Omar Castagna 172 la pelle del cuore-impa 14-11-2008 9:32 Pagina 173 fece con me. Progetto ambizioso, che si potrebbe dimostrare ancora più difficile con persone già plasmate da mani poco esperte. «Ieri pomeriggio dopo la mia telefonata è rientrata, si è infilata a letto e non si è più alzata. Tu le hai parlato?» «Virginio, parlare con tua moglie è una cosa che voglio fare il più tardi possibile.» Rovescia la cassa di funghi sul piano di lavoro e comincia a pulirli. Mi stropiccio la faccia con le mani e cerco un po’ di relax in una profonda stiracchiata delle braccia dietro la schiena. Quando ieri sera ho raggiunto Morgana a letto mi ha detto che era stravolta per via dei nuovi medicinali che sembrano gettarla, ogni giorno di più, in un profondo stato di spossatezza. Però, nel dormiveglia del mio sonno agitato, mi sono accorto che ha continuato a leggere uno dei suoi soliti libri, fino a notte inoltrata. «Mi sa che saremo solo noi due questa sera. Se da quella porta entrano più di dieci persone saremo belli che fottuti.» Dico questo, sebbene veramente non ci creda, perché mi diverte vedere Cristina agitarsi. «Comincio a pentirmi di aver voluto aprire così 173 la pelle del cuore-impa 14-11-2008 9:32 Pagina 174 presto. Se ci sputtaniamo subito non avremo più speranze in questa città di malfidenti» rincaro. «Ci conviene togliere qualche altra portata dal menu. Se ti ritroverai a cucinare meno cose potrai senza dubbio fare meglio e i clienti non dovranno aspettare delle ore.» «Speriamo non arrivino i fratelli Ferretti.» Ridiamo insieme di gusto. La prima vera risata in questa nuova cucina, subito interrotta dal campanello che suona. «Sono i Ferretti. Sono già qui con le loro donnine gommose.» Ridiamo nuovamente e le faccio segno di andare avanti con i funghi, mentre vado ad aprire. «Mi scusi, abita qui la signora Morgana?» La ragazzina che mi si para davanti con quella insolita domanda ha un’espressione furba e tagliente, almeno da quello che posso intravedere dal disopra della grande sciarpa arrotolata quasi fin sotto gli occhi. Non rispondo e resto a osservarla. Probabilmente percepisce il mio stupore e si affretta a darmi ulteriori spiegazioni. 174 la pelle del cuore-impa 14-11-2008 9:32 Pagina 175 «Un cliente del bar in cui lavoro mi ha detto che, forse, potevo trovarla qui. Questa è una piccola città e tutti sanno tutto di tutti.» Mi domando se da queste parti lo insegnino a scuola o è diventato un complesso per l’intera popolazione. «Sì, sì, scusami. Certo, entra pure.» Apro del tutto la porta e la faccio accomodare nella sala del ristorante. Lei comincia a liberarsi della sciarpa, osservando attorno incuriosita. Allungo la mano e mi presento. «Piacere, io sono Virginio, il marito di Morgana. Tu ti chiami?» «Federica. Mi spiace disturbare, volevo solo parlare un minuto con sua moglie, se fosse possibile.» «A dire il vero credo stia riposando e mi spiacerebbe svegliarla.» Non si lascia assolutamente intimidire da questa risposta. Le osservo le lunghe e affusolate mani smaltate di rosso che cominciano a frugare nella grossa borsa da cui estrae qualcosa avvolto in un panno giallo. «Volevo solo darle questo.» «Di che cosa si tratta?» I suoi occhietti piccoli e svegli sembrano ades175 la pelle del cuore-impa 14-11-2008 9:32 Pagina 176 so ad un passo dal riempirsi di lacrime. «Per cortesia, le dica solo che devo per forza restituirle il libro che mi ha dato.» «Che ti ha dato?» Alla tristezza si unisce anche il timore di aver fatto e detto qualcosa di ancora più sbagliato. «Le spieghi che mio padre l’ha scoperto. Ha iniziato a urlare e a insultarmi dicendo che non posso accettare un regalo tanto prezioso e che devo smetterla con queste cavolate sul diventare una scrittrice famosa.» «Regalo?» Ripeto ancora come un ebete. Non faccio in tempo a trovare qualcosa di più intelligente da dire che mi sbatte il libro contro il petto. «La prego, lo prenda e basta.» Comincia a riavvolgersi nella sciarpa, camminando verso la porta. «Aspetta un secondo. Hai detto che lavori in un bar?» Si blocca con la mano sul pomolo, poi torna a osservarmi. E’ certamente l’occasione che stavo aspettando e che non posso permettermi di perdere. Osservo le sue spalle, i suoi fianchi… è perfetta. «Questa sera c’è il nostro debutto e ci serve 176 la pelle del cuore-impa 14-11-2008 9:32 Pagina 177 disperatamente una mano. Abbiamo cercato qualcuno da assumere, ma tutte le ricerche sono state vane. Che ne dici?» «Io non ho mai lavorato in un ristorante.» «Non ho bisogno che tu faccia nulla di particolare. Dovrai portare i piatti ai tavoli e servire le bottiglie. Conosci qualche vino?» «In effetti, ho da poco finito un corso da sommelier. Ma lei crede che potrei davvero…» «Tentar non nuoce. Ovviamente se sei così legata al lavoro che hai già capirei il tuo rifiuto. Deve essere una tua scelta. Io non voglio esserne responsabile.» Si porta le lunghe dita davanti alla bocca per trattenere una risatina sarcastica. «Certo, amo talmente il posto dove lavoro che ogni giorno spero salti in aria.» «Ottimo, sei arruolata.» Il suo viso si illumina di gioia. «Anche Morgana lavora qui?» «Certo. Lei è una colonna portante della nostra attività. Senza di lei, nulla avrebbe senso nel ristorante.» Allungo ancora la mano nella sua direzione e, dopo averla fissata per un secondo o due, la stringe decisa. 177 la pelle del cuore-impa 14-11-2008 9:32 Pagina 178 «Benvenuta nella nostra famiglia allargata.» «Quando comincio?» «Subito. Credo sia meglio mostrarti immediatamente la cosa più importante: la cantina.» Ritorno in cucina e vengo travolto dall’ira di Cristina. «Si può sapere dove eri finito dio santo? Ha telefonato un tale che ha letto la pubblicità sul giornale e voleva prenotare un tavolo per otto persone.» «E tu che gli hai detto?» Tira un profondo respiro e per la prima volta percepisco un tangibile segno di cedimento e stanchezza nel tremore delle sue mani rovinate: credo siano, per lei, un vero e proprio complesso. «Di richiamare tra dieci minuti.» «Hai fatto benissimo.» Mi avvicino e mettendomi dietro di lei comincio a massaggiarle le spalle. Anche se non posso vederla in viso, capisco che ha chiuso gli occhi. Desiderava quel contatto. La stoffa della camicetta sotto le mie mani diventa subito calda e il suo collo si piega sulla destra, come 178 la pelle del cuore-impa 14-11-2008 9:32 Pagina 179 un invito per la mia bocca. «Devi stare tranquilla, Cristina. Ce la siamo sempre cavata. Vedrai che questa sera, quando tutto sarà finito, rideremo delle nostre inutili preoccupazioni. Siamo sempre stati in grado di accontentare la clientela più difficile e gli abitanti di questa città non ci spaventano di certo. Per me e Omar nessuna sfida è mai stata impossibile.» All’improvviso mi stacco con risolutezza, per farle capire che la ricreazione è terminata. «Tu continua qui, io vado un minuto a vedere come sta Morgana.» Cristina si scosta dal tavolo a cui è appoggiata e comincia a massaggiarsi il collo da sola. «Virginio, solo una cosa. Hai spostato tu il coltello più grande dal set che hai portato da Roma?» «No. Credo sia ancora nella valigetta, assieme agli altri.» Mentre non la perdo d’occhio, spaventato e spiazzato da quella domanda assolutamente inaspettata, lei si avvicina alla credenza in massello, apre lo sportello, estrae la valigetta e la apre. «Guarda, qui non c’è.» 179