Osservazioni sullo studio sul Nazismo esoterico di V.Prati

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Osservazioni sullo studio sul Nazismo esoterico di V.Prati
Osservazioni sullo studio sul Nazismo esoterico di V.Prati
D. Costantino
Lo studio sul nazismo esoterico di Veronica Prati è molto interessante e, nonostante la giovane età,
l’autrice dimostra una maturità e una capacità che non sono affatto scontate, e se teniamo conto del
fatto che la sua ricerca è stata fatta nel contesto scolastico liceale essa acquista un merito anche
maggiore. Mi permetto però di fare alcune osservazioni critiche, spero costruttive e non polemiche.
Innanzitutto un inquadramento storico-ideologico. Mi sembra troppo manichea e anti-storica l’idea
che nazismo e chiesa cattolica (e altre chiese cristiane) siano stati in radicale, totale e assoluto
conflitto, visto che l’autrice tende a vedere il primo come manifestazione del male assoluto e la
seconda come incarnazione del bene e della “verità” sulla terra, il che rientra nelle sue opinioni e
convinzioni religiose. In linea di principio, al contrario di quel che ritiene l’autrice dello studio, è
difficile credere nell’ingenuità della chiesa nei confronti del nazismo, come è difficile credere
nell’“ingenuità” di qualsiasi istituzione di potere, sia essa laica o religiosa, di qualunque epoca e
latitudine, specie se si tratta di istituzioni che hanno attraversato i secoli, quindi ben poco ingenue e
assai smaliziate. Del resto l’opposizione assoluta tra nazismo e chiesa è smentita da alcuni fatti
storici ai quali l’autrice non ha minimamente accennato, forse per dimenticanza o per la mancanza
di tempo per documentarsi. Non si possono affatto mettere sullo stesso piano un’ideologia
radicalmente distruttiva come il nazismo e il cristianesimo o qualunque religione, ma non possiamo
non ricordare che se Dio è creatore è anche distruttore, come ben evidenziano i miti sul diluvio
universale, che sono universali e non solo biblici, e come evidenziano le profezie religiose circa la
“fine del mondo”, e i racconti biblici circa l’“angelo della morte” inviato da Dio ad uccidere i
primogeniti egiziani per punire il faraone delle sue persecuzioni contro gli ebrei. E Hitler fu visto
negli ambienti cristiani antisemiti come l’“angelo vendicatore” inviato da Dio per punire gli ebrei
dei loro peccati, primo fra tutti la morte di Gesù Cristo, di cui gli ebrei erano ritenuti colpevoli come
razza.
Ricordiamo infatti che l’antisemitismo era condiviso dal nazismo e da vastissimi ambienti
cristiani. Hitler trasferì sul piano biologico quell'anti-ebraismo religioso (e spesso anche
etnico) diffusissimo e radicato in Europa da circa diciannove secoli a seguito della predicazione
cristiana anti-ebraica, che vedeva negli ebrei la “razza perfida e deicida”, la “razza maledetta da
Dio”, tale per la “colpa ereditaria” dell’uccisione di Gesù Cristo, colpa lavabile, secondo secoli di
teologia cristiana, solo con la conversione al cristianesimo (e ancora oggi esiste qualche “teologo”
cristiano o sedicente tale, che sostiene questa teoria). La stella di david gialla che gli ebrei furono
obbligati a portare al braccio dai nazisti come marchio di riconoscimento non fu un’invenzione
hitleriana ma era un retaggio medievale imposto agli ebrei proprio dalla chiesa, che inoltre
obbligava le donne ebree a circolare velate per distinguerle dalle donne cristiane. I ghetti ebrei
europei furono poi creati dalle varie chiese cristiane in tutta Europa (occidentale e orientale) per
impedire agli ebrei di mischiarsi ai cristiani, onde evitare il rischio che li “infettassero” con la loro
suddetta “colpa storica”.
Lo stesso Hitler, benché disprezzasse ogni religione, considerava le chiese cristiane (cattolica e
luterana) come un baluardo della conservazione, dell’ordine sociale, dell’anti-bolscevismo e
dell’anti-semitismo. E' inoltre storicamente noto l’entusiasmo che l’anti-semitismo e l’antibolscevismo hitleriano suscitarono in vasti ambienti cristiani (laici ed ecclesiastici), cattolici,
protestanti, e anche nell’Est europeo fra gli ortodossi. La presenza non indifferente di cappellani
militari cattolici e protestanti non solo nell’esercito tedesco (e negli eserciti alleati dei tedeschi) ma
anche nelle SS (tedesche e non-tedesche), nonostante l’ideologia ufficialmente “neopagana” del
nazismo, ne è una delle molte prove, assieme al diretto coinvolgimento di ecclesiastici cattolici
croati (perfino i francescani, cosa alla quale ho stentato a credere ma che purtroppo si è rivelata
vera) nella persecuzione violenta di ebrei, zingari e serbi ortodossi nella Croazia ultra-cattolica e
nazista nel periodo 1941-1944, retta dal duce fascista filo-hitleriano e ultra-cattolico croato Pavelic
(che definì Hitler “Crociato di Dio”), col pieno sostegno del primate cattolico di Croazia,
l’arcivescovo Stepinac (che definì la Croazia “terra cattolica di Dio e di Maria”, per rimarcare il
fatto di non gradire non-cattolici in quella regione), regime che perpetrò massacri e conversioni
forzate verso tutti i “non-cattolici”, appunto ebrei e cristiani ortodossi, oltre che verso gli zingari. E
pure è noto l’aiuto fornito dal Vaticano alla fuga in Sud America di non pochi criminali nazisti.
Come è noto l’appoggio dell’allora patriarca di Mosca (esule nella Parigi occupata dai nazisti)
all’invasione nazista della Russia, che sperava facesse cadere il regime sovietico di Stalin, ateo e
violento persecutore di tutte le religioni. Anche il Vaticano sperò quell’invasione, col duplice
obbiettivo di far crollare non solo il bolscevismo ateo ma anche la stessa chiesa ortodossa russa, di
modo da condurre la Russia sotto il cattolicesimo romano (e altrettanto aveva sperato riguardo la
Grecia invasa da italiani e tedeschi, essendo la Grecia sotto la chiesa ortodossa), e questa
“vocazione russa” (e slava in genere) la chiesa romana continua ad averla ancora oggi, con le sue
dichiarazioni circa il fatto di voler “annunciare il vangelo” nell’Est europeo, il che produce timori e
accuse di proselitismo da parte degli ortodossi, non solo russi, ma di tutto il mondo slavo.
Il sostegno dato all’anti-semitismo e anti-bolscevismo nazista nonché alla politica bellica
hitleriana, da parte di influenti ambienti delle gerarchie delle varie chiese cristiane europee è un
aspetto occulto e sinistro della storia del cristianesimo nel secolo XX che sarebbe stato degno
approfondire, visto che nello studio di V. Prati si parla dell’aspetto occulto del nazismo e dei suoi
rapporti col mondo dello “spirito”. Come si può elaborare una teoria della storia (di qualunque tipo,
materialista, idealista, spiritualista, metafisica) se non si conoscono bene i fatti storici che si
vogliono interpretare ?
Comunque, tutto ciò non significa affatto dire (sarebbe delirante) che il messaggio cristiano in
quanto tale è solidale col nazismo, mentre l'autrice sembra affermare, in modo troppo affrettato, che
il buddhismo tibetano in quanto tale avrebbe ispirato la “mistica nera” delle SS, per il solo fatto che
i nazisti mandarono una spedizione in Tibet e presero contatti col mondo lamaista o perché qualche
nazista praticò qualche metodo spirituale derivato dalle religioni del Tibet o dell’India. Se è per
questo, come s’è detto, i nazisti intrattennero stretti rapporti di amicizia con influenti ambienti
cattolici, protestanti, ortodossi, e perfino islamici (accomunati dall’anti-bolscevismo e soprattutto
dall’odio verso gli ebrei, anche se per gli islamici aveva cause diverse, per il fatto che già allora
arabi ed ebrei si contendevano lo spazio vitale in Palestina, il che non è una giustificazione verso
l’antisemitismo islamico, ma solo una spiegazione), durante tutto il periodo in cui il nazismo fu al
potere e anche dopo la fine della guerra. Il Gran Muftì di Gerusalemme dell’epoca (Husseini),
massimo leader religioso e politico palestinese, fu amico personale di Hitler e soggiornò
lungamente nella Berlino nazista. Per tutto il secondo conflitto mondiale (1939-1945), l’intero
clero cattolico cecoslovacco regolare e secolare (caratterizzato da un marcato antisemitismo e
antibolscevismo) pregò (con preghiere cristiane cattoliche) per Hitler e per la sua vittoria.
Inoltre, durante l'invasione nazista della Russia, nell'armata tedesca si arruolarono migliaia
di volontari spagnoli, nonché decine di migliaia di ungheresi, e ben duecentomila ucraini
affiancarono l’armata hitleriana, tutti ferventissimi cattolici che si portarono dietro preti e altari
celebrando regolarmente tutti i riti e sacramenti comandati e invocando il Dio cristiano e lo Spirito
Santo a sostegno della loro crociata anti-bolscevica (e anti-semita); e in particolare gli ucraini,
prima e dopo le loro operazioni di sterminio verso i civili russi, ricevevano dai loro sacerdoti
cattolici il sacramento della comunione e l'assoluzione per i loro crimini, senza ovviamente
dimenticare i crimini e l’oppressione che i sovietici esercitavano sui popoli loro sottomessi, il che
fece apparire inizialmente i nazisti come liberatori. E non pochi furono i volontari islamici
(bosniaci, albanesi, egiziani, palestinesi, iracheni) ad entrare nell'esercito nazista. Ciò vuol dire
allora che Cristianesimo e Islam furono in quanto tali ispiratori spirituali della "mistica nera"
nazista ? Ovviamente no.
Un altro aspetto dello studio di V. Prati che non mi sembra accettabile, è il fatto di considerare
identica la visione del mondo tra la “gnosi hitleriana” e le scuole gnostiche e neoplatoniche
alessandrine. E’ possibile che l’autrice si sia lasciata influenzare dalle note attuali opinioni
teologiche cattoliche (e protestanti) anti-gnostiche (non solo contro lo gnosticismo pre-cristiano o
“non.cristiano”, ma anche contro lo gnosticismo cristiano antico, che del resto sembra aver
influenzato alcuni degli stessi padri della chiesa), dove si tende ad accomunare cose assai diverse
solo perché portano il nome di “gnosi” o “gnosticismo”, e questo fatto può averla indotta ad
accostarle alla “gnosi hitleriana” e alla “mistica nera” nazista, che indubbiamente esistette e fu
assai composita.
A tal proposito, gli attori della “mistica nazista” utilizzarono, come pare accertato, oltre alla magia
nera e alla medianità, anche tecniche meditative prese dall’India e dal Tibet, come pure usarono
simboli e antiche pratiche religiose nordiche pre-cristiane (come ad esempio le rune) e cristiane
medievali (la simbologia del Graal e la mistica guerriera dei Templari), ma, evidentemente, con uno
scopo ben diverso da quello da cui erano concepite in origine. Nelle sette sataniche operanti ancora
oggi nel mondo cristiano non si usano forse i simboli sacri cristiani (croce, ostia, calice, vino,
sangue, preghiere recitate al contrario, e i nazisti recitavano le rune nordiche al contrario....), ma
invertiti rispetto al loro senso originario ? Ciò accomuna tutte le cosiddette “contro-religioni” in
ogni parte del mondo. In India, ad esempio, nei “culti neri” a carattere demonico si usano i simboli
tradizionali indù ma invertiti sia nel senso che nell’uso operativo. Del resto l’autrice dello studio
sul nazismo esoterico riconosce che la svastica in origine era un simbolo creativo (ma non
esclusivamente jainista come l’autrice sembra riportare, ma anche buddhista e più anticamente
indù, e anzi universale, visto che si ritrova nell'antica Grecia, nell'antico Egitto, presso gli antichi
popoli nordeuropei, nelle antiche civiltà del Medio Oriente, in Cina, e nelle religioni americane
pre-colombiane, e perfino nell’islam e nel cristianesimo medievale) e i nazisti, invertendone il
senso, lo trasformarono in simbolo distruttivo. In realtà la svastica (dal sanscrito svastika,
letteralmente “che è buono”, e quindi “buon segno”, “segno di buon auspicio”) più che un simbolo
solare è un simbolo polare, che descrive la rotazione attorno ad un centro/polo (ed è anche solare se
si fa riferimento alla rotazione apparente del sole attorno all'orizzonte polare artico senza
tramontare, o alla rotazione apparente del Sole nella volta celeste attorno alla terra durante l'anno),
la rotazione di tutte le cose attorno al “polo” divino, e come tale esprimente dinamismo, energia,
creatività.
Per ora queste sono le principali osservazioni critiche che mi sento di fare all’interessante studio di
V. Prati sul nazismo esoterico, di cui ho comunque all’inizio elogiato il merito.