Appuntamento in D3 La prevendita sul sito
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Appuntamento in D3 La prevendita sul sito
LO SPETTACOLO 7 20 agosto Marco Baldazzi, in scena durante la sua coreografia. Lo spettacolo coniuga poesia, teatro, danza in cui i brani danno il ritmo a diversi linguaggi artistici La parola che diventa musica La poesia protagonista della prima serata al Meeting. Marco Baldazzi danza al ritmo di Péguy, Baudelaire e Leopardi Lo spettacolo inaugurale del Meeting di Rimini 2015, in collaborazione con la Sagra musicale malatestiana, nasce dal desiderio di esplorare il titolo di quest’edizione, incipit della celebre poesia di Mario Luzi, attraverso una produzione di poesia, teatro e danza in cui il ritmo dei brani potesse diventare il vero protagonista musicale su cui innestare il dialogo fra diversi linguaggi artistici. Vento, mare, foglie e fuoco sono la cornice entro cui il ballerino, Marco Baldazzi, si lascia coinvolgere in una danza intensa, con tanto di acrobazie con funi e vele, dialogando fisicamente con le parole e i rumori che lo avvolgono, lo schiacciano e lo rilanciano sul vasto palcoscenico dell’arena Frecciarossa1000 D3. Si tratta di una messinscena originale in cui la multimedialità consiste nella proiezione di volti di celebri attori su diverse vele in movimento, mentre interpretano alcune fra le più toccanti e musicali poesie appartenenti a diverse tradizioni e periodi storici. Il ballerino accompagna la lettura lasciandosi «emozionare, quindi muovere», usando le sue parole, dall’impatto poetico dato dalla voce degli interpreti. Gli attori, ripresi singolarmente da Otello Cenci, sono invece spesso proiettati in scena l’uno accanto all’altro, rincorrendo e rivivendo le medesime parole, che appaiono quindi incarnate quasi simultaneamente con sensibilità e ritmi differenti. Il percorso letterario proposto è frutto di un confronto con gli attori stessi, fra i migliori del panorama artistico italiano, quali Francesca Benedetti, Maddalena Crippa, Gioele Dix, Sandro Lombardi, Glauco Mauri, Ermanna Montanari, Michele Nani, Massimo Popolizio, Galatea Ranzi, Roberto Sturno, Pamela Villoresi e con la partecipazione straordinaria dell’attore francoinglese Michael Lonsdale che interpreta in francese dei versi di Marco Baldazzi durante un’acrobazia con le funi Charles Péguy. Agli attori è stato chiesto infatti, di partecipare alla creazione dello spettacolo, suggerendo dei testi che in qualche modo parlassero della malinconia e della tristezza, causate dall’assenza di qualcuno o qualcosa fortemente desiderato. «La tristezza non è che il segno di una presenza di cui si ha fame». Nello spettacolo appaiono contributi (tra gli altri) di Dix, Mauri, Lombardi, Popolizio, Villoresi Li vedremo così portare sul palcoscenico dei versi che li interpellano in prima persona, ai quali affidano l’espressione del grido più profondo del loro cuore. Fra gli autori scelti vi sono Charles Baudelaire, Giacomo Leopardi, Clemente Rebora e Kikuo Takano, solo per citarne alcuni. Il filmato che verrà proiettato, purtroppo, non è che una piccola parte del materiale girato, ma il direttore artistico dello spettaco- Appuntamento in D3 La prevendita sul sito Lo spettacolo «L’impronta - cuori moderni» va in scena questa sera in Arena Frecciarossa1000 D3 alle 21,45. I biglietti sono in prevendita sul sito www.meetingrimini.org; il costo è di 10 euro (intero) e 8 euro (ridotto). Contributi filmati di Francesca Benedetti, Maddalena Crippa, Gioele Dix, Sandro Lombardi, Glauco Mauri, Ermanna Montanari, Michele Nani, Massimo Popolizio, Galatea Ranzi, Roberto Sturno, Pamela Villoresi, Michael Lonsdale. In scena Marco Baldazzi, regia di Otello Cenci. lo, Otello Cenci, spera si possa realizzare presto anche un video integrale della performance di questi grandi artisti. «Sono veramente grato per l’impegno e l’immedesimazione degli attori – rivela Cenci, – mi ha particolarmente colpito il loro stupore per la poesia di Mario Luzi, interpretata da ognuno di loro in modo commosso e personale». Davide Rondoni, autore del titolo dello spettacolo: L’impronta- cuori moderni, ci spiega che la tristezza non è che il segno di una presenza di cui “si ha fame”, è la traccia chiara che indica l’esistenza di ciò che l’uomo brama così fortemente nel segreto del proprio cuore. «Baudelaire e Leopardi, due fra i più grandi poeti del 1800, ci invitano a una lettura non banale di questa sproporzione», rivela il poeta forlivese, per il quale ogni uomo serio vive il vuoto esistenziale come confronto fra due ipotesi: la prima legge la malinconia come un’inquietudine fine a se stessa, la seconda come un’impronta che desidera essere guardata, conosciuta e, magari, riconosciuta. Le due ipotesi evidentemente non possono convivere, “l’uomo serio” si dirige inesorabilmente verso una di queste due. Il titolo rappresenta la chiave interpretativa delle poesie, è il punto di fuga che permette di guardare alle parole dei poeti come un ritmo su cui danzare, come un dialogo da interpretare. Benedetta Parenti