Angelino qualunque e la bolla di vetro x[...]

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Angelino qualunque e la bolla di vetro x[...]
Lo strano caso di
Angelino Qualunque e la palla di vetro
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Questo racconto parla di tutti quei bambini
un po’ “speciali”,
affetti da disturbo dello spettro autistico,
costretti da questa patologia a vivere ……
imprigionati in una “palla di vetro”
che impedisce loro di comunicare con il
mondo esterno
………ma che non può, e non deve, impedire loro di
essere felici.
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Lo strano caso di
Angelino Qualunque e la palla di vetro.
Manuela Salvetti
Associazione Autismo Apuania Onlus
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C’era una volta, e c’è ancora, un bambino di nome
Angelino Qualunque.
Angelino, a dispetto del suo cognome, era in verità
un bambino assai particolare, diverso da tutti
gli altri bambini, anche se molto simile nell’aspetto.
Alcuni lo consideravano un bambino
un po’ speciale, altri dicevano che
fosse un po’ strambo e altri ancora
sostenevano che venisse addirittura da un altro pianeta.
Tutti, a loro modo, avevano ragione.
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Ma chi era veramente Angelino qualunque?
Lasciate che vi racconti brevemente la sua storia davvero
bizzarra e singolare.
Quando Angelino venne alla luce, circa 9 anni fa’, era un
bambino perfettamente “normale”.
Il signore e la signora Qualunque lo avevano aspettato per
tanto, tanto tempo e quello fu il più bel giorno della loro vita.
Erano così raggianti ed orgogliosi che organizzarono una
grande festa di benvenuto per Angelino con
tanta
musica e fuochi d’artificio di mille colori.
All’inizio tutto fu perfetto, tutto procedeva secondo le loro
aspettative.
Angelino era la gioia di mamma e papà: era un bambino
bellissimo, sveglio, sorridente e molto curioso, anche troppo;
non vi era angolo della casa, cassetto o scatola, che non
avesse ancora esplorato o rovesciato.
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Ma……., un infausto giorno, al compimento del suo
diciottesimo mese di vita, tutto questo cambiò
irrimediabilmente. …
Qualcosa di veramente inaspettato e spaventoso accadde quel
giorno….….., non ci crederete, ma quel giorno
Angelino…….. si risvegliò ……..
all’interno di una grossa palla di vetro!!!
Quel tragico mattino la mamma di Angelino, come faceva da
un anno e mezzo a questa parte, entrò nella sua cameretta, in
punta di piedi per non far rumore e, nella penombra, si chinò
su di lui per svegliarlo dolcemente con un bacio
…..quando….. “TOOC!!!”
…..tanta fu la sorpresa e il raccapriccio per quello che vide
che non sentì neppure dolore per quella gran testata e non si
accorse dell’enorme bernoccolo che le stava crescendo sulla
fronte.
Ma che diavoleria era mai questa?
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Possibile che le streghe cattive esistessero davvero e una di
loro, per qualche oscura ragione, avesse gettato un oscuro
maleficio su Angelino? Non riusciva a pensare a
nessun’altra spiegazione! O forse stava ancora dormendo e
questo era solo un orribile incubo?
“Ohi!!” si lamentò. No, no, il bernoccolo cominciava a
farle male….tutto questo era, ahimé, reale!
Suo figlio era imprigionato dentro ad una palla di
vetro!!!!
Bussò sul vetro e chiamò Angelino a gran voce ma quel
vetro, così spesso e lucido, sembrava separali anni luce uno
dall’altra. Angelino non rispose. Sbigottita e stravolta si
mise ad urlare ed accorso il marito, tra incredulità e
disperazione, cominciarono a battere con forza sul vetro per
attirare l’attenzione di Angelino ed accertarsi che stesse bene.
Ma Angelino, nonostante avesse gli occhi aperti, sembrava
non rendersi conto di quanto stava accadendo.
Allora il Sig. Qualunque andò a prendere il martello più
grosso e pesante che aveva per rompere il vetro che
imprigionava il suo bambino, ma tanto batteva forte che il
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martello si ruppe senza minimamente scalfire la superficie
della palla.
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Quel diabolico oggetto era così impenetrabile che, ahimé,
neppure un martello pneumatico o una schiacciasassi,
avrebbero potuto frantumarlo.
Angelino, dal canto suo, non sembrava per nulla spaventato.
Apparentemente tranquillo, nella pace ovattata del suo nuovo
mondo, dove tutto era in ordine, pareva non curarsi
minimamente di mamma e papà in chissà quale urgente
faccenda affaccendati.
Nel sua bolla infatti si sentiva protetto, sereno, c’era tutto
ciò di cui aveva bisogno: i suoi giochi preferiti erano tutti lì,
dinosauri di ogni dimensione, animali di ogni genere,
macchinine di ogni modello e colore.
Trascorsero alcuni giorni ma la situazione non migliorò e,
l’illusione che forse quell’orribile marchingegno di vetro
sarebbe sparito improvvisamente, così come improvvisamente
era apparso, ben presto si spense.
I Signori Qualunque cominciavano a perdere le speranze.
Non sapevano a chi chiedere aiuto e si vergognavano ad
uscire di casa.
Cosa avrebbe pensato la gente della condizione di Angelino?
Come avrebbero reagito?
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Orrore, stupore, scherno?
Ma non potevano certo andare avanti così, dovevano fare
qualcosa.
Il padre aveva sentito dire che in un paese, non lontano da lì,
viveva un certo Dottor Professor Suppongo che di cose
strane nella sua vita ne aveva viste. Forse avrebbe saputo
come aiutare Angelino ad uscire da lì.
Il Dottor Suppongo esaminò a lungo lo strano caso del
piccolo Angelino ma grande fu la delusione dei Signori
Qualunque quando capirono che non esisteva nessuna magica
soluzione al loro problema.
Tuttavia, il Dottor Suppongo, diede loro una notizia molto
interessante: Angelino non era l’unico caso di bimbo-palla al
mondo, esistevano, infatti, molti altri bambini con lo stesso
strano “problema”, anche se nessuno ne era al corrente.
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Il Professor Suppongo consigliò loro di recarsi nel vicino
paese di “VieniAncheTu” per incontrarli.
Questi bambini abitavano in un luogo chiamato “La Casa
delle Bolle Vetrose”.
Qui i Signori Qualunque conobbero i Signori Qualsiasi, i
Signori Rimboccamaniche, i Signori Sfortunati, i Signori
Nonmollo e tanti altri che, come loro, si erano trovati in
questa incredibile situazione.
Condividere con loro questa strampalata esperienza, li aiutò
finalmente a ritrovare la speranza e il coraggio.
Qui c’erano tanti bambini ed ognuno di loro viveva in una
palla di vetro.
Tuttavia, queste palle, non era tutte uguali ma si
distinguevano tra loro per forma, colore o dimensione:
perfettamente rotonda e trasparente quella di Angelino,
satinata e un po’ allungata quella di Santillo, la palla di
Innocentino era verde e di forma irregolare e così via.
Incredibile! Avevano scoperto un mondo incantato, non
lontano da casa, abitato da tanti bimbi-palla di cui tutti
ignoravano l’esistenza.
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Qui i giorni trascorrevano tranquilli ed Angelino cominciava
a sentire il bisogno di comunicare con l’esterno.
Beh era più semplice a dirsi che a farsi ….per il momento
l’unico modo che Angelino aveva per attirare l’attenzione era
colpire forte il vetro con pugni e calci e se proprio non ci
riusciva anche con delle gran testate.
Poi, a volte, mamma e papà riuscivano a capirlo e allora
Angelino appoggiava le labbra al vetro per avere un bacio.
Era meraviglioso!
Arrivò ben presto il momento di andare a scuola e questo
causò non poca ansia ai Signori Qualunque.
In effetti, l’inizio non sembrò dei migliori; la classe di
Angelino si trovava infatti al secondo piano dell’edificio e le
due lunghe e ripide rampe di scale riempirono la Signora
Qualunque di sgomento:
“Cominciamo bene!” pensò sconcertata,
“Riportiamocelo a casa!” disse infine piena di sconforto.
Ma i bambini, incuriositi da quella strana palla in cui
abitava un bambino dalla faccetta simpatica, cominciarono a
saltellare tutt’intorno.
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Non vi dico l’espressione divertita di Angelino che cominciò a
saltare come loro e a rotolarsi!
In un attimo, come d’incanto, il problema si risolse così
naturalmente e facilmente che i Signori Qualunque non
riuscivano a credere ai loro occhi.
I bambini, tutti insieme, cominciarono a far rotolare la palla
e a spingerla su per le scale mentre Angelino ridacchiava
soddisfatto.
Più difficile fu invece metterlo seduto al suo banco; la sedia
era infatti troppo piccola e la palla scivolava continuamente.
Ma anche a questo problema fu ben presto trovata facile
soluzione.
Le maestre, infatti, chiesero a ciascun alunno di portare a
scuola un bel cuscino morbido e colorato; poi spiegarono ai
bambini come sistemarli a terra in modo da formare una
specie di nido soffice e rassicurante. Infine tutti insieme vi
posizionarono sopra la palla.
Era proprio un posticino comodo e sicuro!
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Il momento più piacevole per Angelino fu senza dubbio il
momento della ricreazione quando i bambini poterono uscire a
correre liberi in cortile. I suoi compagni, dopo alcuni minuti,
iniziarono infatti a giocare letteralmente “a palla con
Angelino” che si divertiva e rideva a crepapelle mentre la
palla passava rotolando da un bambino all’altro.
Certo, le materie scolastiche, erano un’altra questione!!!
Angelino non riusciva a capire bene quando la maestra
spiegava. All’interno della palla le voci, infatti, arrivavano
lontane e confuse….Poi, però, cominciarono a mostrargli
delle immagini, foto o disegni, a supporto delle parole e
Angelino cominciò così ad imparare qualcosa.
I signori Qualunque erano molto contenti che a scuola
Angelino avesse trovato un ambiente ospitale e positivo e
questo li incoraggiò ad uscire dal proprio guscio e far vivere
ad Angelino nuove esperienze.
Così, la domenica successiva decisero di portarlo al parco
giochi.
Era una bellissima giornata e i raggi del sole si riflettevano
sulla superficie della palla rendendola splendente.
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C’erano molti bambini che si divertivano, correvano e
vociavano.
Quando videro Angelino tutti si fermarono improvvisamente
azzittendosi, come impietriti, con gli occhi sbarrati.
“Cos’è quella strana cosa?”,
“Un’extraterreste dentro una palla volante!”,
“Attenti è pericolosa!”.
Qualcuno fece un passo indietro timoroso. Altri si
avvicinarono con cautela e, il più temerario, allungò una
mano per sfiorare la palla.
A quel punto anche Angelino appoggiò la sua mano sul vetro
come per toccare quella del bambino coraggioso; poi, per un
breve e intenso attimo, sembrò guardarlo negli occhi e
sorridergli.
A quel punto, i bambini che si erano allontanati, si
avvicinarono alla palla incuriositi; chi bussava sul vetro, chi
l’annusava, chi appoggiava l’orecchio per sentire; “Ehi, ma
non è pericolosa!”, esclamava uno,
“Senti com’è liscia! “, diceva un altro,
“Ciao bambino, come ti chiami? Perché stai li dentro?”
chiedeva un altro ancora.
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Naturalmente, Angelino non poteva rispondere ma, per la
prima volta, i Signori Qualunque videro qualcosa di diverso
nel suo sguardo, come una luce nuova nei suoi occhi, una
nuova consapevolezza.
Come se si stesse rendendo conto che quel vetro, così spesso,
gli impediva di far parte di quel mondo esterno così
interessante e divertente.
Angelino era felice e cominciò a spingere la palla dall’interno
e a battere sul vetro. I bambini capirono che era il suo modo
per dir loro “Voglio giocare con voi!”, così tutti insieme
fecero rotolare la palla verso lo scivolo, con gran fatica la
spinsero su e poi “Via!!!!” la lasciarono andare.
La palla scivolò giù veloce e più scendeva, più prendeva
velocità tanto che, arrivata in fondo, roteò in aria e ricadde a
diversi metri di distanza, con un tonfo fortissimo, conficcandosi
nel terreno.
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I signori Qualunque e i suoi nuovi amici si precipitarono
verso la palla preoccupati.
Angelino si era accasciato a terra e sembrava immobile.
“E’ morto?” chiese con un filo di voce tremante un bambino.
“No! No! Si muove, è ancora vivo”.
Solo la piccola mano di Angelino si muoveva;
inizialmente non capirono cosa stesse facendo, sembrava come
se stesse cercando di scavare.
“Giriamo la palla, forza! Ora! tutti insieme” incitò il papà
di Angelino.
Grande fu la sorpresa e la gioia di tutti quando si resero
conto che, con la caduta, si era formata una piccolissima
spaccatura sulla superficie della palla.
Quella cosa non era poi invincibile come pensavano!!!
Anch’essa aveva un punto debole! Era meraviglioso!
Quel giorno i Signori Qualunque capirono una cosa
importantissima.
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Ciò che rendeva la palla invulnerabile erano l’isolamento e la
vergogna.
Per riuscire a frantumare quel vetro Angelino aveva bisogno
di uscire, di fare nuove esperienze, di giocare, anche se a modo
suo, con gli altri bambini…….. perché i
bambini non
si fermano mai solo alla superficie ma sanno
penetrarla ed arrivare dritti al cuore.
Da quel momento i Signori Qualunque, recuperato il loro
ottimismo, decisero di far fare ad Angelino ogni possibile
esperienza: lo portarono al cinema, a pattinare sul ghiaccio, a
sciare, a nuotare, lo portarono in molti luoghi lontani e
affascinanti…e, ogni volta, quella falla sul vetro si
allargava di qualche millimetro.
Piano piano, Angelino riuscì ad infilarci un dito , poi una
mano, poi un braccio.
Forse Angelino non riuscirà mai a liberarsi completamente
da quella palla, ma sta tutt’oggi continuando con grande
impegno, e con l’aiuto di tutti, ad allargare quella piccola
spaccatura.
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La famiglia Qualunque comprese, soprattutto grazie ai
bambini che, solo unendo le forze era possibile ottenere de
risultati e dei miglioramenti.
Grazie a loro, non si lasciarono più sopraffare dallo sconforto
e, ancora oggi, nonostante i momenti difficili, mantengono
sempre viva la speranza di poter, un giorno, anche se lontano,
riabbracciare il loro piccolo Angelino di un tempo.
E Angelino?
Angelino oggi ha nove anni, tante persone
che gli vogliono bene ed una vita piena e
felice….….nonostante la sua palla non
l’abbia ancora del tutto abbandonato .
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