“Ain`t misbehavin” ha debuttato a Broadway il 9 maggio 1978 ed ha

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“Ain`t misbehavin” ha debuttato a Broadway il 9 maggio 1978 ed ha
Ain’t Misbehavin’
HARLEM SWING
Ain’t Misbehavin’ ha debuttato a Broadway il 9 maggio 1978 ed ha subito fatto storia.
In sole quattro settimane ha ricevuto tutti riconoscimenti che può aggiudicarsi un musical nell’arco
di una stagione a Broadway: il Tony Award come miglior musical per il 1978 (altri Tonys sono stati
assegnati anche a Richard Maltby jr. come miglior regista di musical e a Nell Carter come miglior
attrice protagonista in un musical); il New York Drama Critics’ Circle Award, l’Outer Critics’ Circle
Award e il Drama Desk Award, tutti ricevuti come miglior musical della stagione 1977-78.
Ha inoltre vinto l’Obie Award come miglior musical Off-Broadway per la stagione 1977-78,
essendo nato nel cabaret del più prestigioso complesso teatrale di New York, il Manhattan Theater
Club.
«La sera della prima il pubblico ha quasi fatto crollare il teatro da tanti erano gli
applausi. Ain’t Misbehavin’ è la nuova cannonata di Broadway!» ha scritto William Glover sull’
Associated Press la mattina del 10 maggio. E per la prima volta, dopo molto tempo, che la critica si
è trovata unanimemente estasiata.
«Ain’t Misbehavin’, uno show divertente, pungente, sorprendentemente bello, da
mozzafiato» ha scritto Richard Eder sul New York Times. «A dirlo nella maniera più giudiziosa, il
primo atto di Ain’t Misbehavin’ è sbalorditivo e il secondo, saranno in molti a non dimenticarlo» ha
detto Walter Kerr del Sunday Times. Clive Barnes ha così riassunto sul New York Post:
«Fantastico! Ain’t Misbehavin è semplicemente uno spettacolo che non si dimenticherà mai.
Una celebrazione stupenda e gioiosa che attraverserà il mondo. È proprio Fats Waller a Broadway».
«L’abilità straordinaria di Ain’t Misbehavin’ è che offre diversi livelli di divertimento
simultaneamente. Ad un primo livello lo show è, come dichiarato da Douglas Watt del New York
Daily News, un trattamento rapsodico di trenta canzoni e di alcuni assolo per piano (ultimamente
arricchiti di parole) sia interamente composti che arrangiati o semplicemente incisi da Fats Waller».
Sono inclusi tutti classici di Waller, come Honeysuckle Rose, Keepin’ Out of Mischief Now, I’ve
Got a Feeling I’m Falling, insieme a molti altri preziosi motivi quasi dimenticati, come Cash For
You Trash e Find Out What They Like, che – dopo faticose ricerche, sono stati riscoperti per la
messinscena dello show. Insieme a queste, sono state incluse anche canzoni di altri autori incise e
rese famose da Fats, di solito perché riproponevano le sue rinomate e incredibili divagazioni
comiche. Ognuna di queste canzoni è stata sottilmente trasformata in Ain’t Misbehavin’ in un testo
teatrale, una commedia in un atto, una canzone che merita di avere vita propria sulla scena.
Ad un altro livello «Ain’t Misbehavin’ mette in luce tutto il mondo vissuto e rappresentato da Fats
Waller: la Harlem degli anni trenta – gli anni d’oro di locali come il Cotton Club e il Savoy
Ballroom, di scatenati ‘honky tonk’ in Lenox Avenue, di feste a pagamento, di pianisti ‘stride’ e di
quel nuovo genere, lo ‘swing’. In uno scenario sorprendentemente semplice quanto abbagliante e
che ad un tempo suggerisce il palcoscenico di un night club di Harlem, una strada di Harlem, una
radio degli anni trenta, e un gigantesco juke box, Ain’t Misbehavin’ evoca tutta una serie di mondi
jazz – quartieri alti e periferici, gente corrotta ed elegante, divertente e sorprendentemente bella»
(Elder).
Questa è quella che il Los Angeles Time ha chiamato «la Harlem quasi immaginaria, dove si faceva
festa tutte le notti finché non arrivava la polizia.» Ma è anche la Harlem dei musicisti, negri che
andavano a vendere le loro canzoni a Tin Pan Alley per venticinque o cinquanta dollari. (Qualche
volta queste stesse canzoni diventavano dei grandi successi con la firma di qualcun altro).
Parte dell’idea straordinaria del regista Richard Maltby jr. è che l’atmosfera degli anni ventitrenta e dell’inizio degli anni quaranta in Ain’t Misbehavin’ viene evocata nelle scene di John Lee
Beaty e nelle coreografie di Arthur Faria, splendidamente curate nei particolari: ogni mossa, ogni
gesto è autentico, ma l’energia è contemporanea. E quando lo spettacolo erompe in un numero di
danza sfrenata come How Ya Baby, è un’esplosione di vita. L’epoca diventa viva al presente. Lo
stesso si può dire degli eleganti arrangiamenti vocali di William Elliot e delle intelligenti
orchestrazioni di Luther Henderson. Come ha detto Alvin Klein, critico della WNYC Radio, «ciò
che affascina in Ain’t Misbehavin’ è la sua autenticità. È genuino; è la realtà. È, molto
semplicemente, il miglior show basato sulla vita di un compositore che io abbia mai visto».
Ma se il divertimento di Ain’t Misbehavin’ esiste a più livelli, c’è una parte finale che è inaspettata
quanto emozionante, tutta da scoprire: Fats Waller è vivo sulla scena. Mai nessuno del cast lo
impersona. Piuttosto, lo spirito di quest’uomo straordinario è evocato dalla contentezza,
l’esuberanza, lo spirito musicale, l’energia pura e la gioia dei trenta numeri che si succedono. «Non
c’è da stupirsi se si trova divertente una serata di canzoni di Fats Waller» ha scritto John Wilson sul
New York Times «ma l’esperienza eccitante è avvertire l’immediatezza della sua presenza».
L’attore Dustin Hoffman, durante la cerimonia di consegna del Obie Award, ha così descritto le
sensazioni provate assistendo allo show: «Era come se lo spirito di un uomo meraviglioso scendesse
dal palcoscenico e venisse ad avvolgere me e i miei figli in un caldo abbraccio».
Di quest’uomo lo spettacolo dà un ritratto completo e definito. Così veniamo a conoscere la
filosofia di vita di Fats, il mondo in cui è nato e la sua arte, l’origine della maschera clownesca da
lui usata con tanta efficacia. In realtà, nel momento più commovente dello show – verso la fine – lo
‘jiving’ si ferma per un istante, la maschera da clown cade e il cast al completo intona l’ossessiva
canzone di Fats “Black and Blue”. «È in questo preciso momento», come ha detto Jack Kroll su
Newsweek, «che uno show infinitamente accattivante diventa commovente».
La nuova produzione voluta da Mel Howard e Peter Klein per la prossima tournée europea nella
stagione 2011-2012, vede protagonisti gli stessi personaggi della versione originale presentata a
Broadway nel 1978: Richard Malby Jr. – Director, Arthur Faria – Choreographer e John Lee
Beaty – Set Designer; il team sta lavorando in questi giorni per scegliere il cast di attori e musicisti,
tra i protagonisti delle produzioni messe in scena negli USA negli ultimi anni.
Italian Tour: novembre-dicembre 2011
Produzioni Artistiche Solari
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