Come detto nell`articolo pubblicato lunedì, la crisi delle banche Usa

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Come detto nell`articolo pubblicato lunedì, la crisi delle banche Usa
Come detto nell’articolo pubblicato lunedì, la crisi delle banche Usa ha portato ad un crollo dei loro
prezzi che sono sui livelli dei minimi del 2000 e del 1997.
Nei grafici qui sotto abbiamo i dati del Prezzo/Utili delle società del S&P500 (in rosso) aggiornato
alle prime 2 settimane di gennaio- più sotto il rapporto Prezzo/Dividendi.
Il P/E attuale è circa 15 e siamo molto sotto qualsiasi fase di eccesso, come nel 2002 (p/e intorno a
45) e soprattutto sotto il massimo del 1999 (p/e intorno a 35).
C’è l’anomalia che tutto il rialzo dell’indice S&P500 a partire dall’ottobre 2002, è avvenuto con
p/e discendenti.
P/Dividend i è anch’esso sceso durante la salita del S&P500 ed è molto basso rispetto agli eccessi
tra il 1997-2001.
In definitiva le aziende Usa sono attualmente a buon mercato e danno buoni dividendi rispetto al
loro prezzo. Possiamo affermare anche che il rialzo del S&P500 a partire dalla fine del 2002 non ha
aspetti speculativi, ma è basato su una valutazione realistica delle azioni.
Di seguito c’è il rapporto tra gli utili delle azioni del S&P500 rapporto al rendimento del Bond a 10
anni. Come vedete siamo su massimi storici e molto sopra 1, il che significa che mediamente le
azioni sono molto più convenienti delle obbligazioni.
In definitiva le azioni Usa attualmente sono in buona salute, fanno utili e distribuiscono dividendi,
mentre i Bond rendono poco. I presupposti economici per un crollo non ci sono.
L’unico problema è che la crisi del sistema bancario, e quindi della liquidità, potrebbe mettere in
crisi anche tutte le aziende. Le banche hanno già perso molto del loro valore, e si stanno
ristrutturando- ma sono abbastanza forti sia per gli utili che hanno incassato negli anni precedenti
sia per gli aiuti del governo Usa.
Passiamo all’Europa e vediamo il valore dell’indice Eurostoxx (dati mensili rapportati al 1° datoscala sinistra) e il Prezzo/Utili che è riferito all’indice S&P Europe 350 (più rappresentativo delle
grandi aziende europee):
2.3
2.1
35.0
Eurostoxx
P/E
30.0
1.9
1.7
25.0
1.5
20.0
1.3
1.1
15.0
0.9
10.0
0.7
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Attualmente il P/E è intorno a 12 e su minimi storici.
Vediamo il rapporto Dividendi/Prezzo (il grafico è inverso rispetto all’analogo sul mercato Usa):
2.3
Eurostoxx
Div Yield
4.5
2.1
4.0
1.9
1.7
3.5
1.5
3.0
1.3
1.1
2.5
0.9
2.0
0.7
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Attualmente i dividendi sono del 3,9% con i titoli obbligazionari tedeschi Bund a 10 anni che
rendono poco più del 4%.
I Dividendi/Prezzo sono su livelli molto alti, pari a quelli del settembre 2002 (minimo della borsa,
seguito dal minimo del marzo 2003).
Anche per le borse europee possiamo dire che il rialzo a partire dal 2003 è avvenuto con P/E in
discesa e dividendi/prezzi in salita. Pertanto anche le azioni europee sono attualmente, come negli
anni precedenti, su valori sensati e non speculativi- inoltre, mediamente le azioni distribuiscono
dividendi competitivi con i rendimenti obbligazionari.
In conclusione il rialzo dal marzo 2003 fino all’ottobre 2007 non ha avuto l’aspetto di un rialzo
speculativo. Il rialzo speculativo c’è stato solo nei paesi emergenti nel 2007.
Le aziende Usa e Europee sono attualmente sane (tranne alcune banche) e aumentano fatturato, utili
(stabili) e dividendi (probabilmente in leggera flessione, ma con prezzi delle azioni in discesa).
Credo che attualmente valga la pena di acquistare aziende che siamo scese come prezzi di almeno
20-30% dai massimi, e che abbiano buoni fondamentali (soprattutto basso indebitamento) o che
sono in mercati poco legati al ciclo economico (farmaceutici-alimentari), o che sono in mercati
altamente tecnologici o legati a energie alternative e trattamento acque e rifiuti.