Buon Natale e Buon Anno con tante attese
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Buon Natale e Buon Anno con tante attese
FITP - Sede legale: Box 001 Centro Uffici (t) Viale Ammiraglio Del Bono, 20 - 00122 Roma Segreteria del Presidente nazionale: Via San Nicola, 12 - 71013 - S. Giovanni Rotondo - tel. e fax 0882 441108 n. 6 ANNO XVI novembre / dicembre 2014 Rivista bimestrale della Federazione Italiana Tradizioni Popolari Buon Natale e Buon Anno con tante attese www.fitp.org Federazione Italiana Tradizioni Popolari SEGREtERiA PRESiDENZA NAZiONALE Via San Nicola, 12 71013 San Giovanni Rotondo (FG) tel. e Fax: 0882.441108 [email protected] UFFiCiO tESSERAMENtO Via San Sebastiano, 16/18 98122 Messina tel. e Fax: 090.771398 [email protected] SEGREtARiO GENERALE Contrada Chiusa Lotto 4/b Loc. Simeri Mare Villaggio Santa Lucia 88050 Simeri Crichi (CZ) tel.: 0961.881609 - 0961.794388 Fax: 0961.881491 [email protected] UFFiCiO tESORERiA C.da Conca d’Oro, Garden Ville, 16 98168 Messina tel.: 090.355604 [email protected] UFFiCiO StAMPA Cdp Service - San Severo (FG) www.cdpservice.it tel. e Fax: 0882 375761 [email protected] Consulta Scientifica MARCHE Mario Borroni PRESiDENtE Mario Atzori MOLiSE ViCEPRESiDENtE Patrizia Resta PiEMONtE FRiULi VENEZiA GiULiA Giampiero Crismani COMPONENti Leonardo Alario Gian Luigi Bravo Pino Gala ignazio Macchiarella Vincenzo Spera PUGLiA LAZiO ivo Di Matteo Antonio Giuliani Bernardo Beisso Fedele Zurlo Nino Agostino LiGURiA Milena Medicina SARDEGNA LOMBARDiA Fabrizio Nicola Consiglio Nazionale Vittorio Fois Mario Pau Luigi Usai Daniel Meloni COORDiNAtORE NAZiONALE SiCiLiA Maria L. De Dominicis Antonella Castagna Santo Gitto Consiglieri tOSCANA ABRUZZO Maria L. De Dominicis BASiLiCAtA Pasquale Casaletto CALABRiA Carmine Gentile Maria teresa Portella CAMPANiA Fabio Del Mastro Leonardo Bianco Marco Fini tRENtiNO ALtO ADiGE Attilio Gasperotti UMBRiA FRiULi VENEZiA GiULiA Mario Srebotuyak LAZiO Giuseppe d’Alessandro LiGURiA Luciano Della Costa LOMBARDiA Luigi Sara Giovanni Bossetti MARCHE Pamela trisciani MOLiSE Michele Castrilli PiEMONtE Andrea Flamini PUGLiA tommaso Russo SARDEGNA Giommaria Garau Francesco Pilotti SiCiLiA Alfio Russo Valle d’Aosta tOSCANA Francesco Castelli VENEtO tRENtiNO ALtO ADiGE Susi Lillaz Gianni Marini EMiLiA ROMAGNA Sauro Casali EMiLiA ROMAGNA Sauro Casali (commissario) Attilio Gasperotti Presidenti Comitati Regionali UMBRiA Floriano Zangarelli ABRUZZO Fidio Bianchi Valle d’Aosta BASiLiCAtA Pietro Basile CALABRiA Michele Putrino CAMPANiA Francesco Coccaro Susi Lillaz (commissario straordinario) VENEtO Adriano Bissoli IL FOLKLORE D’ITALIA 10 Assemblea Sardegna Pronto un nuovo cammino per i gruppi isolani Premio Sciacca 2014 12 n. 06 / 2014 IL FOLKLORE D’ITALIA Bimestrale d‘informazione Anno XVI n. 6 - NOVEMBRE / DICEMBRE 2014 Registrazione al Tribunale di Foggia n. 9 dell’8 aprile 2008 DIRETTORE RESPONSABILE Benito Ripoli COORDINAMENTO RED.LE Antonio d’Amico Leo Conenno Elvira La Porta Rita Laguercia FOTOGRAFIE Ilaria Fioravanti PROGETTO GRAFICO Sinkronia studio Diploma di Merito con Medaglia al vicepresidente nazionale Nino indaimo STAMPA Grafiche Lucarelli - Ariano Irpino 16 FEDERAZIONE ITALIANA TRADIZIONI POPOLARI PRESIDENTE NAZIONALE Benito Ripoli VICE PRESIDENTI Nino Indaimo, Luigi Scalas Tesseramento 2015 tutte le modalità per rinnovare l’affiliazione alla Federazione 18 La Fitp in Romania A Bistrita importante riunione dell’Ufficio di Presidenza dell’igf 20 Il “mondo” di Lomax Un viaggio alla scoperta dello yankee a cui piaceva il folklore italiano ASSESSORI EFFETTIVI Gerardo Bonifati, Fabrizio Cattaneo, Enzo Cocca, Fabio Filippi, Giuliano Ierardi, Gesualdo Pierangeli ASSESSORI SUPPLENTI Renata Soravito SEGRETARIO GENERALE Franco Megna VICE SEGRETARIO GENERALE Giancarlo Castagna TESORIERE Tobia Rinaldo VICE TESORIERE Adelio Gilardi COLLEGIO SINDACI REVISORI Francesco Fedele (presidente) Giovanni Soro (vicepresidente) Ancilla Cornali (membro effettivo) Giampiero Cannas (membro supplente) COLLEGIO PROBIVIRI Gavino Fadda (membro effettivo) Franco Folzi (membro effettivo) Dionigi Garofoli (membro effettivo) Sauro Casali (membro supplente) Pietro Prencipe (membro supplente) COMITATO D’ONORE FITP Past President Lillo Alessandro Presidente Onorario Luciano Della Costa Comitato Dei Saggi Luciano Della Costa Aldo Secomandi www.fitp.org Staff del Presidente Bruno Bordoni, Mario Borroni, Monica Castrilli, Francesca Grella, Ivo Polo, Concetta Masciale Cerimoniere Michele Putrino 3 editoriale I cantori della grammatica del cuore di Benito Ripoli Presidente Nazionale Fitp In Sicilia per un convegno sul folklore siciliano e, in particolare, sui cantastorie. Ho la fortuna di assistere ad uno spettacolo di Pupi, abbinato ad una presentazionerassegna di cantastorie isolani. Rientrato nella mia camera d’albergo, il pensiero, quasi per incanto, vola a rivivere i miei primi passi nel campo del folklore e all’entusiasmo con il quale mi approcciavo a scandagliare e ricercare le tradizioni della mia Terra. Sono così preso che mi ritrovo, senza accorgermene, a scrivere l’editoriale per il nuovo numero del “Folklore d’Italia”. Il termine folclore (o folklore) è attribuito allo scrittore ed antiquario inglese William Thoms, che nel 1846 pubblicò una lettera sulla rivista letteraria “Athenaeum” con lo scopo di dimostrare la necessità di un vocabolo che potesse comprendere tutti gli studi sulle tradizioni popolari inglesi. Per questa ragione, quando il termine venne universalmente adottato, incluse l’insieme delle tradizioni arcaiche provenienti dal popolo e oralmente tramandate, riguardanti: usi, costumi, leggende, proverbi, musica, canto e danza, riferiti ad una specifica area geografica. Quest’ambito (e chi meglio di noi lo comprende), cela dei tesori, spesso poco considerati, poiché di certi rituali, le movenze, le parole e le armonie non sono di moderna concezione e possono sembrare avulse dai nostri concetti di danza, poesia e musica e quindi rischiare di essere perdute. Basta, però, guardare alla tradizione di queste forme artistiche per scoprire la parte sicuramente più nobile della nostra famiglia, in quanto, essa, affonda le radici in secoli e, a volte, millenni di storia. Un desiderio irrefrenabile mi spinge, lo faccio con piacere, a parlare della figura del cantastorie, vero “artista di strada” (prevalentemente nel Sud Italia) in possesso di notevoli doti canore, poetiche IL FOLKLORE D’ITALIA e mnemoniche. La mnemotecnica, cioè l’abilità di ricordare ogni strofa, è certamente un aspetto interessante per l’intreccio di rime, assonanze e versi formulari che, come dimostrò il grecista statunitense Milman Parry (a lui si deve la teoria della pura oralità nella formazione dei testi omerici), si ripetono rappresentando dei punti di riferimento per il cantore. Egli narrava, alternando parti parlate con altre cantate, fatti leggendari, come quelli della “chanson de geste”, che sono tutt’oggi tramandati in Sicilia dai pupari, ma anche storie inerenti a fatti di cronaca contemporanea, come le vicende del bandito Giuliano e di Giuseppe Musolino, uomini condannati dalla legge ma mitizzati dal popolo negli anni ‘50 del secolo scorso. Un cantastorie è un essere multiplo; è un musico, un poeta, un attore; è un vagabondo che vaga per le strade e dà spettacoli nei villaggi; è il suonatore di ghironda (strumento a corde strofinate da un disco e azionato da una manovella) che, a ogni tappa, canta le canzoni di gesta alle persone; è il ciarlatano che diverte le gente ai vicoli delle strade; è il conduttore delle danze che fa ballare la gioventù; è l’affabulatore, il cantore che rallegra festini, nozze e veglie; il cantastorie è tutto ciò ed altro ancora. I moderni cantastorie accompagnano il canto con la chitarra o la fisarmonica. E’ palese che i destinatari di tali spettacoli erano quasi sempre i ceti medio-bassi. E’ per questo motivo che anche la Chiesa, nel XVII secolo, appoggiò i cantastorie con lo scopo di diffondere le storie dei Santi e della Bibbia. Al giorno d’oggi la figura del cantastorie va scomparendo. Fino agli n. 06 / 2014 anni cinquanta del 1900, si potevano ammirare gli ultimi esibirsi nelle piazze siciliane in giorni di festa, con l’ausilio di raffigurazioni inerenti alle narrazioni affrontate, poi il graduale ma inesorabile declino. Tuttavia, cari amici ricercatori e cultori, è una figura, quella del cantastorie, da cui non si può prescindere, per scavare nelle fondamenta della tradizione di un popolo. Anche i greci sentirono la necessità di mettere per iscritto l’Iliade e l’Odissea, per evitare Un pensiero finale desidero riservarlo al bilancio Fitp 2014, cosa abbiamo fatto? Un anno difficile da raccontare, da riassumere e da dimenticare. Abbiamo, tutti, sperato, che le cose andassero meglio, invano. Nonostante tutto la Fitp è più viva che mai (430 gruppi affiliati) e tante, tante manifestazioni hanno vissuto la magia dell’eccellenza culturale. Dobbiamo continuare a sperare e sorridere, non crollare e mai sentirci sconfitti. che la tradizione orale, variasse i contenuti di quelle che erano considerate le loro origini, difatti molte opere vennero incise dagli ultimi artisti di questo genere. E’ vero che la nostra storia ha radici meno leggendarie, ma spesso i libri hanno una visione “dall’alto”, mentre i cantastorie hanno dato il loro contributo nel tramandare una storia “dal basso”. Per dirla secondo la nomenclatura dello storico Burke, hanno messo la quotidianità del popolo al centro delle proprie opere. Tutto ciò non solo non va trascurato nelle ricerche di carattere storico, ma deve essere preservato in favore delle generazioni future, affinché si conoscano le proprie origini e non si smarrisca la propria identità. Mi viene spontanea una metafora. Ci sono comete che abbagliano, al loro apparire, ma presto scompaiono allo sguardo. Ci sono, invece, stelle che, minuscole alla percezione dell’occhio, rimangono lì, a brillare nel firmamento. Le prime si sciolgono alla prova del tempo, mettendo a nudo la propria evanescenza, le altre continuano a risuonare e vivere nell’io dell’uomo per incidere nella storia del costume e della cultura dei popoli…caratteristiche delle nostre manifestazioni. “Per le cose importanti e durature il Tempo è un Dio benigno” (Sofocle, Elettra). Ci sorregga un anelito di speranza, perché la grammatica del cuore possa coniugare l’infinito di ieri col presente di un futuro radioso. www.fitp.org 5 Gli Auguri del Presidente La magia del Santo Natale pervada le nostre anime e accenda l’amore nei nostri cuori… Continuate a sognare per essere vivi Q uest’anno alluvioni, lutti e sofferenze non hanno risparmiato le italiche terre ma, io mi auguro, che il prossimo Natale e il nuovo anno, riportino, nei cuori di tutti, serenità e tranquillità d’animo (una “distensio animi” duratura). Il Natale non ammette mediocrità di sentimenti: è la festa dell’amore e della fratellanza, è un momento prezioso in cui ribadire i valori della solidarietà, dell’accoglienza e della generosità, specie in un momento storico come quello attuale, contrassegnato da particolari difficoltà economiche. Le festività di fine anno rappresentano un’occasione unica, accompagnata dall’euforia dei festeggiamenti per un 2015 che tutti ci aspettiamo contrassegnati da novità positive. E’ necessario proseguire, fiduciosi, sulla strada dell’impegno collettivo e della volontà di operare per un’ulteriore crescita all’interno della nostra Federazione. Sono certo che il patrimonio delle nostre professionalità e le risorse, derivanti dal sostegno costante di voi tutti, nei diversi ruoli, apporteranno una forte e rigogliosa prospettiva d’iniziative da completare e di nuovi interventi da avviare. Continueremo a lavorare per portare a compimento i percorsi tracciati negli ultimi anni, per raggiungere quegli obiettivi che, mi auguro, rendano la nostra FITP, sempre più efficiente, funzionale e unita. Nel mio impegno di servizio alla guida della Federazione mi accompagnano, soprattutto, la forza e la volontà propositiva ed operativa di dare, non soltanto segnali di promesse, ma convincimenti e certezze. Non perdete la speranza, perché forza di vita; non perdete i vostri sogni, teneteli stretti e difendeteli, devono essere la vostra destinazione. Sorridete sempre, anche nelle difficoltà, non ci sono controindicazioni. E, soprattutto, amate: soffrirete, sarete traditi, feriti, fatti a pezzi, ma vivrete momenti e sensazioni esaltanti e indimenticabili. Sognate un mondo migliore, perche, sono certo, arriverà... Sognate per essere vivi. “Anche con i sogni si può essere liberi” (F. Schiller). Auguro, alla mia grande famiglia del folklore italiano di proseguire il suo cammino lungo i sentieri luminosi della fratellanza, dell’amicizia, della vera gioia e della pace, ove affetti, carezze, nenie, canti immagini ed eventi , continuino a vivificare il nostro universo folklorico e si facciano rimembranza nello sterminato lago del nostro cuore. AUGURI… a tutti coloro che non sorridono, perché lo facciano! AUGURI… a chi non sa regalare Amore, perché impari! AUGURI… a chi è triste, perché merita gli auguri due volte! AUGURI… a chi non aspetta il Santo Natale per essere migliore! AUGURO a tutti un germoglio raro chiamato “felicità” e quella rugiada delicata chiamata “serenità”. SPERO, infine, che il vento, oltrepassando le fessure delle nuvole, porti i nostri pensieri di gratitudine e di affetto a tutte le persone care che non sono più con noi. Con il sorriso sulle labbra (solo così si crea la magia del Natale), sentendomi particolarmente vicino a tutti gli iscritti, rinnovo ai presidenti, ai capo gruppi, a orchestrali e ballerini, ai collaboratori tutti, anche a nome di tutti i Dirigenti nazionali, i miei più sinceri e affettuosi Buon Natale e Felice Anno Nuovo Febbraio 2015 Padri del folklore Personalità benemerite della Fitp Rassegna di musiche, di canti folklorici ed etnici «Rinnovate l’affiliazione a gennaio» Siamo giunti al termine dell’anno con un bilancio molto positivo per la Federazione che ha ottenuto, ancora una volta, il consenso di tantissimi nuovi gruppi (48), anche se ne mancano tanti che non hanno rinnovato (comunque, nonostante i tempi, il vento continua a spirare per il verso giusto, oltre 400 gruppi affiliati, dieci in più dello scorso anno,). Purtroppo verifichiamo che, dopo pochi anni li Benito Ripo itp Presidente F di vita, molte associazioni si sciolgono, privando, in tal modo, il territorio di un’importante attività culturale e di una rilevante presenza a livello sociale. Cari amici e colleghi, ricordate che è necessario “garantire” i nostri gruppi, in qualsiasi momento, evitando i rischi connessi alla mancanza della copertura assicurativa. Desidero ricordare a tutti l’importanza di aderire alla Federazione sin da gennaio, poiché l’affiliazione e il tesseramento hanno durata relativa all’anno solare. Inoltre, più volte ho messo in guardia in relazione ai controlli ENPALS, sempre più frequenti. E’ vero che non necessita più alcun certificato ENPALS, tuttavia, i gruppi, per poter operare, devono: a) ESSERE ADERENTI AD UNA FEDERAZIONE RICONOSCIUTA A LIVELLO NAZIONALE b) GARANTIRE DI ESSERE ASSOCIAZIONI DILETTANTISTICHE (ecco perché si raccomanda la puntualità di affiliazione alla FITP, che si dia garanzia di osservanza delle regole e che si rassicuri che nessun componente del gruppo ottenga compensi). Sono sempre più convinto, però, che ognuno di noi dovrebbe vivere orgogliosamente l’adesione precisa e puntuale ad una Federazione, riconosciuta dallo Stato Italiano, proiettata verso traguardi sempre più prestigiosi e qualificanti. L’attuale Dirigenza sta per concludere il proprio mandato, è quindi tempo di riflessioni e bilanci, che inducono a positive conclusioni in termini di crescita quantitativa e, soprattutto, qualitativa. Vivo questi momenti con l’orgoglio e la fierezza del buon “pater familias”, convinto che conferme e adesioni debbano arrivare, essenzialmente, come esigenza di appartenenza ad un’organizzazione che offre prestigio, immagine, sicurezze e occasioni di crescita e arricchimento. Penso, a questo punto, venga banale, rispolverare la domanda: perché iscriversi alla FITP? Risposta: Per i sotto elencati vantaggi e servizi e, soprattutto, per l’orgoglio e il prestigio di appartenere alla grande FAMIGLIA FITP. • Partecipazione alle iniziative artistiche e culturali • Assicurazione durante spettacoli, prove e spostamenti per attività • Assistenza e consulenza in materia fiscale, amministrativa e tecnica • Riduzioni e facilitazioni SIAE, secondo convenzione • Invio Bimestrale “Il Folklore d’Italia” - Riviste scientifiche regionali - Calendario FITP - Libri editi dalla FITP • Diritto di partecipazione a “Italia e Regioni” - “Fanciullo e Folklore” - Rassegna nazionale Musica popolare - “Omaggio a Padre Pio” - Stages formativi (Direttori artistici - Danza Strumenti tradizionali) • Trattazione pratiche rilascio licenze spaccio bevande e generi alimentari per organizza- re Bar, mense, etc. • Scambi e inviti per festival in Italia e all’estero • Annuario dei gruppi FITP (ristampa) • Partecipazione a Premi internazionali e riconoscimenti per appartenenti alla famiglia FITP • Diffusione di notizie riguardo manifestazioni e progetti di ciascun gruppo, attraverso il SITO e il NOTIZIARIO. La “massima”, che ci ha portato alla programmazione e realizzazione dei nostri programmi? I PROGETTI SONO PROMESSE CHE LA FANTASIA FA AL CUORE (L.Vaudoyer) LA REALIZZAZIONE E MESSA IN OPERA LA FA LA RAGIONE. (FITP) Il Presidente Benito Ripoli LE NUOVE COORDINATE BANCARIE DELLA FITP Si comunica che a partire dal 15 dicembre 2014, a causa dello spostamento della sede bancaria, cambieranno le coordinate del conto della Fitp. Pertanto, a partire dalla stessa data, tutti pagamenti relativi ad affiliazioni e tesseramenti dovranno essere accreditati sul seguente C/C bancario, intestato a: Federazione Italiana Tradizioni Popolari Presso: Banco Popolare Siciliano, 2343 Messina, ag.5 IBAN: IT97J0503416506000000001140 www.fitp.org l’appuntamento La Sardegna si ritrova Assemblea regionale e primi impegni per la nuova dirigenza Il presidente nazionale Benito Ripoli con il Gruppo folk “Dolianova” 10 ASSEMINI (Cagliari) - La Sala consiliare del Comune di Assemini ha ospitato l’assemblea dei presidenti e dei rappresentanti dei gruppi folklorici della Sardegna associati alla Federazione italiana tradizioni popolari. All’importante riunione hanno partecipato gli on. Anna Maria Busia e Michele Cossa, espressamente invitati in quanto interessati alle problematiche riguardanti la tutela e valorizzazione dei beni culturali etnografici della Sardegna. Inoltre, hanno partecipato tutti i dirigenti nazionali della Federazione con il presidente nazionale Benito Ripoli. I lavori sono stati introdotti da Luigi Scalas, che ha fatto gli onori di casa salutando i convenuti, in qualità di organizzatore e di vicepresidente della Federazione. Nell’intervento ha subito denunciato la grave crisi che attualmente attraversano i gruppi folklorici, poiché da tempo mancano i finanziamenti regionali e degli enti locali; nel passato, tali finanziamenti avevano consentito di conservare vitali le tradizioni popolari (canti, balli, tradizioni festive, ecc.) delle diverse zone e comunità dell’isola. Tra i vari interventi sono stati particolarmente forti e incisivi, nel ribadire la crisi, quelli di Gavino Fadda del Gruppo “Città di Ossi” e di Giovanni Soro del Coro “Perfugas”. Il primo ha messo in risalto la particolare funzione di caratterizzazione identitaria svolta dai gruppi folklorici, sia in occasione di viaggi all’estero, sia durante le esibizioni nelle feste locali, sia durante le grandi sagre regionali, come quelle in onore di Sant’Efisio a Cagliari, del Redentore a Nuoro, oppure come la grande esibizione di costumi tradizionali della Cavalcata Sarda a Sassari. Fadda ha sottolineato l’importante messaggio pubblicitario veicolato dai gruppi verso il mercato turistico interessato alla Sardegna, la quale come è noto deve attirare, non soltanto per le bellezze ambientali, ma anche per il suo variegato patrimonio culturale ad iniziare da quello storico-artistico-archeologico a quello ancora vitale dei beni culturali etnografici, nei quali, di fatto, si collocano le realtà economiche degli itinerari enogastronomici e delle comunità in cui si producono manufatti dell’artigianato tradizionale. Si tratta di un’ampia gamma di beni culturali, connessa al vasto orizzonte etno-antropologico - ha ulteriormente precisato Gavino Fadda - che, negli ultimi tempi, è stata trascurata dall’attuale normativa regionale ormai superata; nella pratica, infatti, si è ritenuto fossero più funzionali all’attrazione turistica forme di spettacoli di tipo elitario. Si sono così valutati come scarsi o negativi gli eventi e le esibizioni dei gruppi folklorici che, invece, da sempre caratterizzano l’identità della Sardegna. L’intervento di Giovanni Soro, dal canto suo, ha completato questa IL FOLKLORE D’ITALIA analisi, indicando l’opportunità dell’emanazione di un’apposita legge regionale che tuteli e valorizzi i beni culturali etno-antropologici della Sardegna nel quadro dell’attuale dialettica tra locale e globale, tenendo conto, fra l’altro, delle particolari funzioni economiche, nei rispettivi comparti, che tali beni hanno nell’industria turistica, in quanto elaboratori e diffusori di forti messaggi di attrazione. Altri interventi hanno ribadito e rafforzato queste considerazioni ed istanze. Ha quindi preso la parola l’on. Busia dichiarando di sentirsi molto coinvolta dall’analisi fatta in quando barbaricina e soprattutto come mamoiadina; per questo motivo, infatti, si è dichiarata fortemente attenta a conservare e valorizzare le specificità dei mammuthones e del carnevale che caratterizza la sua comunità. Da qui il formale impegno preso dall’on. Busia di portare avanti, in collaborazione con l’assessore prof. Francesco Morandi, proposte normative che intervengano a tutelare e valorizzare le funzioni educative dei gruppi folklorici, nel contesto dei giovani sardi interessati a mantenere vitali le rispettive tradizioni popolari, nel quadro dello sviluppo dell’industria turistica, per valorizzare il complesso patrimonio etnografico delle differenti comunità dell’isola. In tale prospettiva la nostra regione, ha argomentato l’on. Busia, potrà programmare la propria offerta turistica per tutto l’anno e non solo concentrarla nel periodo estivo come avviene attualmente. Infine, dopo l’intervento dell’on. Cossa, il quale ha ripreso e approfondito ulteriormente le questioni e le possibili prospettive affrontate dai diversi relatori, al fine di arrivare a soluzioni operative concrete sulla questione della tutela e valorizzazione dei gruppi folklorici e del relativo patrimonio culturale etnografico, l’on. Busia ha concluso auspicando collaborazione da parte proprio dell’on. Cossa e ovviamente del suo gruppo politico. Entrambi i rappresentanti del Consiglio Regionale della Sardegna hanno pubblicamente dichiarato che si attiveranno al più presto per raggiungere questo obiettivo. L’incontro è proseguito con la presentazione del prof. Mario Atzori dell’opera curata dal prof. Gian Luigi Bravo La prima etnogra- n. 06 / 2014 dell’edizione, è allegato un DVD nel quale sono stati trasferiti in digitale gli articoli delle due più importanti riviste di etnografia apparse in Italia tra la seconda metà dell’Ottocento e il primo decennio del Novecento; la prima è l’“Archivio per lo studio delle tradizioni popolari”, fondata nel 1882 da Giuseppe Pitrè e Salvatore Salomone Marino ed edita fino al 1909; la seconda è la “Rivista delle tradizioni popolari italiane”, fondata da Angelo De Gubernatis nel 1893 e pubblicata fino al 1895. In sostanza, in entrambe le riviste sono raccolte le tradizioni popolari di tutte le regioni italiane, ovviamente anche quelle della Sardegna, vitali tra i due secoli 11 Un momento dell’assemblea fia. Gli studi di folklore tra ‘800 e ‘900 nel quadro europeo, pubblicata nel 2013 dalla Casa Editrice Franco Angeli grazie all’impegno finanziario della Federazione italiana tradizioni popolari; al volume, dove sono presenti saggi introduttivi di illustri studiosi per chiarire l’importanza scientifica ‘800 e ‘900. I contenuti dei saggi, raccolti nel DVD, sono facilmente consultabili con un sistema di domande informatiche; ciò facilita le ricerche e i riscontri delle indagini condotte dagli operatori dei gruppi folklorici nel momento in cui ritengono necessario rintracciare materiali sulle proprie tradizioni. www.fitp.org il riconoscimento Premio Sciacca Diploma di Merito con Medaglia al vicepresidente Indaimo di Ivo Di Matteo Presidente Comitato Fitp-Lazio 12 CITTA’ DEL VATICANO – C’è anche il vicepresidente della Fitp, Nino Indaimo, tra i vincitori della 13.ma edizione del Premio internazionale “Giuseppe Sciacca”. Il riconoscimento è stato assegnato nel corso di una solenne cerimonia, presentata da Savino Zaba e Valeria Ciardiello, nell’Aula Magna della Pontificia Università Urbaniana in Città del Vaticano Alla presenza di numerose autorità civili, militari ed ecclesiastiche sono state premiate molte persone tra cui alcuni ragazzi giovanissimi che si distinguono nelle loro più svariate attività. Il vincitore assoluto è il 16enne Jacob Barnett, americano affetto da autismo, che, a nove anni, si è iscritto all’Università. Laureato, studia per conseguire un dottorato, mentre elabora studi sulla relatività di Einstein. A consegnare la Caravella, simbolo della manifestazione, il presidente d’Onore del Premio, il cardinale Dario Castrillón Hoyos, il coordinatore del Premio, don Bruno Lima, presidente dell’Istituto di studi giuridici economici e sociali internazionali, e il segretario generale Vasiliki Bafataki. Tra i premiati, anche il tenente colonnello Roberto Punzo, ferito gravemente in Libano, che nonostante la sua infermità è ancora in servizio; una bambina di 10 anni, che con la sua incantevole voce da soprano ha vinto anche un “Got Talent” nella sua Olanda; un ragazzo siciliano affetto da tetra paresi spastica che si esprime solo con gli occhi, è scrittore, attore e regista teatrale. Molte altre ancora sono state le persone premiate che nel loro campo sono delle eccellenze. Tra i diplomi di merito, dunque, anche la Fitp con il vicepresidente Nino Indaimo. La cerimonia è stata allietata da due gruppi del Lazio, “Marcellina Folk”, sempre disponibile, diretto da Nicolina Gioisi che ha cantato il brano “Madonnina dai riccioli d’oro”, e la rappresentanza del Gruppo musicale dei “Picari del Cominium”, guidati da Oscar Velardo, che ha anticipato l’atmosfera natalizia intrattenendo il pubblico con una “ballar ella” e una novena, al suono di zampogna ciaramella e fisarmonica. Entrambi i gruppi sono stati apprezzati e applauditi. IL FOLKLORE D’ITALIA Il vicepresidente nazionale Nino Indaimo mentre viene premiato Una vita nel folklore e per il folklore. Un nuovo riconoscimento che suggella la sua opera nel mondo delle tradizioni popolari. Diploma di Merito con Medaglia a Nino Indaimo, vicepresidente della Federazione italiana tradizioni popolari, nell’edizione 2014 del “Premio Sciacca”, manifestazione che ogni anno premia persone che abbiano saputo distinguersi nel proprio campo di lavoro o di studio. Indaimo da sempre nel mondo del folklore con il suo Gruppo “I Nebrodi” di Ficarra, in provincia di Messina, è uno dei punti di riferimento di tutta la Federazione presieduta da Benito Ripoli. Per anni tesoriere, attualmente Indaimo è vicepresidente insieme a Luigi Scalas. Nel 2009 Indaimo è stato riconosciuto “Padre del folklore” per la regione Sicilia, manifestazione voluta dalla Fitp per celebrare il lavoro di chi, nel corso della propria vita, ha dedicato tempo alla ricerca e alla valorizzazione della cultura popolare. Tanto n. 06 / 2014 impegno e lavoro col gruppo e nella Federazione. Come non ricordare l’udienza, in rappresentanza della Fitp, del Santo Padre Benedetto XVI nel 2012. Indaimo ha omaggiato il Papa del libro “Giovanni Paolo II-I gruppi folklorici e i canti madonnari della tradizione popolare (CDP Service Edizioni). Un’emozione indescrivibile, un ricordo indelebile. Ora il Diploma di Merito con Medaglia al “Premio Sciacca”, nato nel 2001 per porre all’attenzione dell’opinione pubblica storie e personalità eccellenti, oltre a raccogliere fondi per opere benefiche. Per la Fitp erano presenti Ivo Di Matteo, presidente del Comitato Fitp-Lazio e il consigliere nazionale Carmine Gentile. Nelle precedenti edizioni hanno ricevuto il “Premio Sciacca” per la nostra Federazione, il presidente nazionale Benito Ripoli (2009), il segretario generale Franco Megna (2010), il vicepresidente Luigi Scalas (2011), l’assessore Gerardo Bonifati (2012, nella stessa edizione è stato premiato anche il presidente del Comitato della Calabria, Michele Putrino, per la Sezione attività sociale e di volontariato”) e il prof. Attilio Mastino, rettore dell’Università degli studi di Sassari, iscritto nel Gruppo etnomusicologo “Ichnuss” dello stesso Ateneo sardo. www.fitp.org 13 il libro Quella memoria storica dei vigili del fuoco della città di Messina 14 MESSINA - La storia del Corpo dei vigili del fuoco nel contesto sociale ed antropologico di Messina, a partire dalla metà dell’Ottocento fino ai più recenti avvenimenti nei quali essi hanno svolto le loro insostituibili missioni di soccorso. Questo e altro ancora nel libro “Pompieri e Vigili del Fuoco a Messina dal 1848 ad oggi” (CDP Service Edizioni), scritto da Tobia Rinaldo, tesoriere della Federa- zione italiana tradizioni popolari e presidente del Gruppo folklorico “I Cariddi”. Il volume, frutto di attente ricerche d’archivio, è stato presentato a Palazzo Zanca, sede del Comune di Messina. Dall’attenta ricerca, condotta attingendo le notizie da numerosi e differenti archivi, rintracciando foto d’epoca e articoli di giornale contemporanei alle catastrofi e agli avvenimenti, recuperando testimonianze di prima mano dai protagonisti, nel lavoro emergono non soltanto gli elementi istituzionali dei vigili del fuoco, ma anche fatti biografici, grazie ai racconti di quelli che possono essere definiti degli “eroi delle emergenze”. Durante la presentazione, nel quadro dei diversi interventi, coordinati con particolare competenza dal prof. Giovanni Molonia, esperto per la consulenza dell’Archivio storico comunale, la prof.ssa Michela D’Angelo – professore ordinario di Storia Moderna dell’Università degli studi di Messina - ha affermato che «il lavoro di ricostruzione di questa storia non è stato certamente facile; nello stesso lavoro sono mostrati anche gli avvenimenti della società, attraverso quei piccoli interventi quotidiani che semplificano la nostra vita». Il passaggio da “pompiere” a “vigile del fuoco” è dettato proprio dall’esigenza di un intervento statale, oltre quello comunale e provinciale, per far fronte alle emergenze idro-geologiche, insieme ad un processo di evoluzione tecnica delle diverse attrezzature impiegate. Un importante segno del cambiamento è avvenuto negli anni ’60, con il piano di riadeguamento, che ha conferito al Corpo dei vigili del fuoco il carattere civile, fino all’ulteriore svolta del 1992, anno in cui essi sono diventati parte essenziale della Protezione civile. Ha detto l’ing. Alessandro Paola comandante delle Scuole Centrali Antincendi di Roma. «Il volume di Tobia Rinaldo, attraverso l’analisi dell’evoluzione storica dei vigili del fuoco, offre l’opportunità di inquadrare e conoscere le modalità con le quali il servizio di estinzione degli incendi e di soccorso tecnico alla popolazione abbia avuto la necessità di essere organizzato. La storia, ripercorsa sapientemente dalle pagine del libro, evidenzia come proprio Messina e la sua provincia insistono su uno dei territori più instabili e suscettibili di gravi eventi calamitosi. Quest’opera è dunque importante nel contesto in cui nasce, seminando nel lettore attento quella giusta e sana voglia di approfondimento delle fonti, peraltro riccamente citate anche con precisione e dovizia di dettagli. Il testo, più in particolare, rende memoria storica ai volti ed agli uomini che hanno fatto la storia dei vigili del fuoco che si sono cimentati nella gestione delle emergenze enunciate». In conclusione, nel suo intervento, Tobia Rinaldo si è soffermato sui contenuti dell’opera, ricordando il lungo lavoro di ricerca e di analisi, che per la prima volta ha permesso di determinare il periodo storico della fondazione del Comando. L’autore ha posto poi l’accento sull’importanza storica dell’istituzione pompieristica cittadina nel 1848, nata di fatto dal “desiderio di libertà dei messinesi”. «Oggi ha continuato Rinaldo - i soccorritori messinesi e, comunque, tutti i vigili del fuoco d’Italia, hanno avuto modo di potersi riappropriare della propria memoria e della identità storica, attraverso la cronistoria dello sviluppo dell’istituzione peloritana, dalla sua nascita fino ai giorni nostri, in continuo collegamento con l’evoluzione dell’Istituzione nazionale». Ad accogliere con entusiasmo lo studio di Rinaldo era presente anche il sindaco Renato Accorinti, il quale ha criticato apertamente le istituzioni per non aver saputo va- a ripulire i torrenti che nella stagione delle grandi piogge costituiscono il pericolo numero uno per i disastri; stiamo anche ostacolando le edificazioni in zone a rischio. Per fare ciò basta l’1% di tutto quello che finora è stato speso per la tragedia di Giampilieri». 15 I relatori durante la presentazione del libro lorizzare l’operato di tali risorse, che, invece, sono indispensabili per la comunità. Da qui la problematica chiara da affrontare. «Prevenire - ha ribadito Accorinti - che costa molto meno di quanto pensiamo. Già ci stiamo impegnando Nel corso della presentazione, sono anche intervenuti l’ing. Antonio Rizzo, esperto del Comune di Messina per le attività di protezione civile e l’ing. Nunzio Venuti, vice comandante del Comando provinciale vigili del fuoco della città. www.fitp.org tesseramento 2015 TESSERAMENTO E AFFILIAZIONE 2015 Dal 1° dicembre 2014 abbiamo data inizio alle operazioni di affiliazione e tesseramento per l’anno sociale 2015. Il costo della tessera e dell’affiliazione, è rispettivamente 10 euro e 90 euro. LA DOCUMENTAZIONE RELATIVA ALL’AFFILIAZIONE DEVE ESSERE SPEDITA ALL’UFFICIO TESSERAMENTO VIA S. SEBASTIANO, 18 - 98122 MESSINA - TEL./FAX 090.771398 I sodalizi che chiedono la adesione alla Federazione devono far pervenire all’indirizzo suddetto quanto segue: 1) Domanda di affiliazione* 2) Elenco nominativo componenti il Gruppo con relativi dati anagrafici 3) Importo affiliazione 90 euro e tesseramento 10 euro a persona 4) Foto, curriculum, stemma del proprio Comune 5) Statuto (3 copie) N.B. * Per i Gruppi di nuova affiliazione si precisa che, oltre alla documentazione suddetta, la domanda di affiliazione deve contenere il parere del Comitato provinciale Fitp di appartenenza. LA TESSERA FITP OFFRE I SEGUENTI SERVIZI 1) Partecipazione attiva alle iniziative artistiche e culturali promosse dalla Federazione stessa 2) Garanzia dai rischi derivanti dallo svolgimento delle attività sia nella persona dell’iscritto, sia per la responsabilità che lo stesso dovesse avere nei confronti di terzi 3) Assicurazione degli infortuni extra lavoro 4) Convenzione Autogrill 5) Assistenza e consulenza in materia fiscale, amministrativa e tecnica 6) Riduzioni e facilitazioni Siae, secondo convenzione, per canoni audizioni musicali, utilizzo strumenti ed apparecchi audiovisivi 7) Invio materiale editoriale (Il Folklore d’Italia) 8) Diritto di partecipazione alle manifestazioni Italia e Regioni - Il Fanciullo e il Folklore MODALITA’ DI PAGAMENTO - Le quote di affiliazione e di tesseramento dovranno essere versate esclusivamente a mezzo bonifico bancario, intestato alla Federazione Italiana Tradizioni Popolari (codice IBAN: IT97J0503416506000000001140). Non saranno ammessi altri sistemi di pagamento. CONVENZIONE SIAE Com’è a vostra conoscenza la Fitp ha stipulato una propria convenzione con la Siae. La convenzione ha consentito ai Gruppi folklorici affiliati alla Fitp, organizzatori di festival, il risparmio di cifre piuttosto consistenti. CONVENZIONE AUTOGRILL La Fitp ha avuto la conferma da parte della Società Autogrill delle agevolazioni già riservate a Gruppi folklorici della Fitp. I menù con i relativi costi saranno inviati al più presto. NATIONALE SUISSE GARANZIE ASSICURATIVE POLIZZE FITP Nuova Polizza assicurativa “Nationale Suisse” che garantisce gli infortuni occorsi agli assicurati in attività ricreative/culturali: - Durante la loro permanenza negli uffici del contraente - Durante la loro permanenza nei circoli e/o sedi associative - Durante la partecipazione a manifestazioni organizzate da Enti pubblici o privati o dall’Associazione contraente con area di copertura mondiale. Si precisa che dette attività e/o manifestazioni possono essere: - Corsi, concorsi, mostre, manifestazioni, folkloriche o culturali in genere - Gite e visite guidate e raduni Si precisa che la copertura assicurativa per infortuni comprende l’uso di ordinari mezzi di spostamento guidati da terzi (aerei, treni, pullman... ) utilizzati per trasferimenti messi a disposizione dall’ associazione per lo svolgimento delle attività associative. Somme assicurate: - Caso di morte € 25.000,00 - Caso di invalidità permanente (con franchigia fissa ed assoluta del 5%) € 25.000,00 - Indennità ricovero ospedaliero (franchigia 3 giorni e max. 40 gg.) € 15 - indennità giornaliera per gessatura e/o mezzi di contenzione inamovibili applicati e rimossi in Istituti di cura o da medici (franchi- gia 3 giorni e max. 30 gg.) € 15 - massimo esborso in occasione di sinistro catastrofale € 700.000,00 - Responsabilità civile, (valida in Europa geografica) € 500.000,00 Denuncia di sinistro da inoltrare direttamente al responsabile assicurativo Fitp, controfirmata dal responsabile dell’Associazione culturale o Gruppo. FACILITAZIONI PER I GRUPPI Trattazione delle pratiche per l’eventuale rilascio delle licenze per lo spaccio di bevande (alcoliche, super alcoliche) e per la vendita di generi alimentari per organizzare bar, mense, etc... Esenzione dall’imposta sulle insegne indicanti la sede sociale dei Gruppi folklorici affiliati. Riduzione del 50% sui diritti di affissione e pubblicità. Assistenza nei rapporti con la Pubblica amministrazione. SITO INTERNET FITP Per consultare tutte le attività, i quadri dirigenziali e i Gruppi della Federazione Italiana Tradizioni Popolari basta collegarsi al sito www.fitp.org, e per inviare e-mail al Presidente utilizzare l’indirizzo [email protected] Per la pubblicazione di notizie inerenti le attività dei gruppi sul sito e sulla rivista federale inviare e-mail a: [email protected] SEDE LEGALE DELLA FITP Box 001 Centro Uffici (T) Viale Ammiraglio Del Bono, 20 - 00122 Roma Sede operativa Segreteria del Presidente Via San Nicola, 12 71013 San Giovanni Rotondo Tel. e fax: 0882.441108 Email: [email protected] Cell.: 392.4469426 ORARI UFFICIO Dalle ore 9.30 alle ore 13.00 e dalle ore 16.30 alle ore 19.00 escluso il sabato. Con l’augurio di poter contare, ancora una volta, sulla vostra fiducia in tempi rapidi, ricordiamo che il tesseramento e l’affiliazione devono essere effettuati entro e non oltre il 30 GIUGNO 2015. La Presidenza Nazionale ALLEGATO “A” DOMANDA DI AFFILIAZIONE Spett.le Federazione Italiana Tradizioni Popolari (FITP) Ufficio Tesseramento Il/La sottoscritto/a ______________________________________________________________________________________________ nato il __________________________________ a ___________________________________________________________________ quale Presidente del Gruppo ___________________________________________________________________________________ con sede in __________________________________ Cap. __________________ Via_______________________________________ Tel./Fax __________________________ E-mail ______________________________________________________________________ Visto lo Statuto della FEDERAZIONE ITALIANA TRADIZIONI POPOLARI, CHIEDE l’affiliazione____________ del Gruppo alla FEDERAZIONE per l’anno 2015 obbligandosi, altresì a riconoscere ed osservare tutti i Regolamenti organici, tecnici e federali in vigore e quelli che verranno deliberati. Allega: a) Copia dello Statuto del Gruppo (solo per Sodalizi di nuova affiliazione) b) Quota di 90 euro per l’affiliazione c) Quota di 10 euro a persona per tesseramento componenti il Gruppo ______________________________________, lì ________________________________2015 IL PRESIDENTE ______________________________ Parere del Comitato o fiduciario provinciale, ove non esistente del Comitato o fiduciario regionale o in mancanza di tali organi, del Consigliere nazionale: _____________________________________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________, lì _____________________________________ 2015 IL PRESIDENTE ______________________________ Le quote di Affiliazione e di Tesseramento dovranno essere versate esclusivamente a mezzo bonifico bancario, intestato alla Federazione Italiana Tradizioni Popolari: codice IBAN IT97J0503416506000000001140 - Presso Banco Popolare Siciliano, 2343 Messina, ag.5 Non saranno ammessi altri sistemi di pagamento. RETRO ALLEGATO “A” GRUPPO_______________________________________________________________________________________________ Il Consiglio Direttivo, nominato il ____________________________________________________:_____________è così composto: Presidente: Sig. ______________________________________________ Via ____________________________________ n.________ V. Presidente: Sig. ____________________________________________ Via ___________________________________ n.________ Direttore: Sig. ________________________________________________ Via ___________________________________ n.________ Segretario: Sig. ______________________________________________ Via ____________________________________ n.________ Cassiere: Sig. ________________________________________________ Via ____________________________________ n.________ Consiglieri: Sig. ______________________________________________ Via ____________________________________ n.__________________ Sig. ______________________________________________ Via ____________________________________ n.__________________ Sig. ______________________________________________ Via ____________________________________ n.__________________ Sig. ______________________________________________ Via ____________________________________ n.__________________ ________________________________, lì __________________ 2015 IL PRESIDENTE _________________________ Il presente modulo deve essere redatto in 5 copie e trasmesso alla Segreteria del Presidente della Federazione che, ad accettazione, ne restituirà 2 copie: una per il Sodalizio ed una per il Comitato provinciale. la riunione Igf, Fitp, Europa di Franco Megna Segretario Generale Fitp 18 BISTRITA (Romania) - Dal 30 novembre al 3 dicembre 2014, la Federazione italiana tradizioni popolari, in occasione della Festa nazionale dello Stato di Romania, è stata impegnata a Bistrita in una impegnativa riunione dell’Ufficio di Presidenza dell’Igf, incontro propedeutico all’importante Consiglio di amministrazione dell’Unione internazionale delle federazioni dei gruppi folklorici che si terrà nei primi mesi del prossimo anno. Per l’occasione, la Fitp era rappresentata dal presidente nazionale, Benito Ripoli e dal segretario generale, Franco Megna, chiamato, insieme a Vlada Tesanovic, a dare un parere tecnico/amministrativo su importanti pratiche inserite nell’ordine del giorno. Nel corso dei lavori, l’Ufficio di Presidenza ha determinato i prossimi appuntamenti dell’Igf. In particolare: in Spagna si terrà un importante convegno sul binomio tradizioni/turismo (con la presenza, per l’Italia, di un prestigioso operatore turistico che sarà, appositamente, invitato dalla Federazione); in Francia si svolgerà l’annuale Rassegna “World’s Folklore Stars” e, per l’occasione, sarà convocata l’Assemblea Generale IGF che eleggerà le cariche dirigenziali per i prossimi quattro anni; infine, nel mese di ottobre 2015, la città di Haifa dello Stato di Israele ospiterà la cerimonia di consegna dell’ambito riconoscimento “Folklore Star” (precedentemente denominato Oscar Mondiale del Folklore). Ma, la discussione più serrata ha riguardato la sede di San Giovanni Rotondo, confermata, nonostante le difficoltà avanzate dalla delegazione francese, sede legale dell’Unione internazionale delle federazioni dei gruppi folklorici. Benito Ripoli, rivendicando, con forza, il prestigio internazionale della Fitp, ha contestato il tentativo di “inversione di rotta” che voleva mantenere una sede “virtuale” in Francia, rifiutando, invece, un prestigioso e prezioso immobile (non virtuale) messo a disposizione dall’Amministrazione comunale di San Giovanni Rotondo guidata dal sindaco Luigi Pompilio. Franco Megna, da parte sua, facendo riferimento a precisi ed incontestabili riferimenti normativi, ha incalzato l’Ufficio di Presidenza dell’Igf ribadendo che le deliberazioni assunte a Vilnius, con voto unanime (anche della Francia), hanno “maturato” la loro piena legittimità, rendendole, di fatto, esecutive, tanto da impegnare un Ente Pubblico Italiano ad adottare provvedimenti amministrativi di “presa d’atto di trasferimento sede Igf” da Nizza a San Giovanni Rotondo. Inoltre, la mancata firma alla convenzione regolante i rapporti tra l’Igf e il Comune di San Giovanni Rotondo – che deve essere corredata dalla documentazione prevista per legge e supportata dai doverosi ed obbligatori IL FOLKLORE D’ITALIA “passaggi istituzionali” da parte di entrambi i contraenti – non annulla, infatti, il deliberato assunto, autonomamente, dall’Igf in Lituania. Pertanto, la sede legale dell’Igf è, e resta, nella città pugliese e di tale impegno si è fatto, pubblicamente, garante lo stesso presidente Dorel Cosma. Ora, però, affinché questa struttura non resti “una cattedrale nel deserto” occorre “riempirla di contenuti”. L’Igf, di certo, non ha le risorse umane, strumentali e, soprattutto, economiche per “gestire” una struttura come quella messa a disposizione dalla suddetta Amministrazione comunale, ma, nel rispetto della Delibera del C.C. n. 54/2014 che intende fare di San Giovanni Rotondo “un punto di riferimento mondiale di spiritualità e di cultura”, l’Unione Internazionale ha, certamente, capacità, professionalità ed intelligenze “per sostenere adeguatamente la valorizzazione delle tradizioni e del folklore” e “per recuperare la memoria storica di diverse realtà antropologiche e geografiche efficacemente rappresentate dalla stessa Igf”. Per raggiungere questi obiettivi, non c’è bisogno del “libro dei sogni”…di “proclami” o “bandierine”, ma di lavoro, progettualità, e, soprattutto, con la dovuta modestia, di un efficace gioco di squadra che deve vederci e sentirci tutti “protagonisti”. Questo nostro impegno lo merita la città di San Giovanni Rotondo e il sindaco Pompilio, ma, anche, il “nostro” mondo del folklore. Certo, tutto ciò non avviene magicamente, ma sono necessarie precise condizioni e competenze capaci di “esaltare” le nostre indubbie capacità espressive, nonché scelte condivise, assunte nell’assoluto rispetto di leggi e norme statutarie. Pertanto, l’Igf, la Fitp e, possibilmente, altri organismi nazionali ed internazionali (come lo Iov) – d’intesa con il Comune di San Giovanni Ritondo – potrebbero essere impegnati (magari, come suggerito dal segretario generale della Fitp, iniziando un nuovo iter amministrativo con la costituzione di una apposita Ats ai sensi n. 06 / 2014 di un europeismo consapevole e condiviso, ma, anche, la ricetta per trovare linfa vitale e sicurezza dalle proprie radici, lasciando da parte dei, miti e show – come quelli americani - che non ci appartengono; “spazio” che elabora, anche partecipando a bandi dell’Ue, eventi attraverso cui le “eccellenze” delle tradizioni si incontrano, uniscono le comunità, favoriscono gli scambi, consentono di rimettere insieme territori per aree cultu- Autorità e pubblico durante l’incontro di Bistrita dell’art. 10 del D. Lgs n. 358/92 e dell’art.11 del D. Lgs 17 marzo 1995 n. 157 e s.m.i.) ad assumere responsabilità che non possono essere disattese. Infatti, con l’impegno di tutti, e soprattutto della nuova classe dirigente della Fitp e dell’Igf, la sede di San Giovanni Rotondo potrebbe diventare “laboratorio” per dare alla luce programmi e azioni finalizzati alla comprensione interculturale; “salotto” dove, parlando d’Europa, si abbandonano i “monologhi recitati” che sanno solo di economia, politica e potere, e si individua nella “valorizzazione delle identità” non solo la panacea al risveglio rali, a prescindere dai meri confini geografici. L’Igf e la Fitp possono e devono veicolare il messaggio che le culture cosiddette “immateriali” sono punti di riferimento per la contemporaneità. Un compito, questo, che tutti dobbiamo sentire come proprio, per contribuire, finalmente, alla tutela delle identità dei popoli d’Europa. Wenders – e come dargli torto!...- ritiene, infatti, che “L’Europa ha un’anima antica…bisogna tuttavia riportarla in una nuova cornice, valorizzarla, cantarla nelle canzoni, amarla… oltre gli spazi della politica, oltre gli spazi dell’economia”. www.fitp.org 19 lo studio Lomax e il suo sogno italiano Alan Lomax in Sicilia A 60 anni dalla ricerca “on the road” dello yankee a cui piaceva il folklore italiano di Antonio D’Amico Redazione Fitp 20 Erano gli anni Cinquanta e l’Italia – prossima alla svolta del boom economico e con ancora addosso le ferite della Seconda Guerra Mondiale – si appresta a vivere un momento esaltante negli studi sulle tradizioni popolari. Il 2014 che sta per volgere al termine segna il 60.mo anniversario di una ricerca sistematica del settore realizzata dallo statutenitense Alan Lomax e dall’etnomusicologo calabrese Diego Carpitella. Lavoro commissionato dalla Columbia World Library and Primitive Music, che li porterà a registrare circa tremila documenti. La raccolta conservata presso gli Archivi di etnomusicologia di Roma comprende documenti sonori, con vari organici vocali e strumentali, registrati in ogni angolo d’Italia, con particola- re attezione alla Calabria, alla Puglia e alla Sicilia. Diari di un popolo – quello italiano – che usciva a fatica dalle conseguenze di una guerra amara e fratricida, spaccato di una tragedia immane destinata a lasciare segni indelebili. Alan Lomax, antropologo statunitense questo impegno lo aveva assunto in pieno: a bordo di uno sgangherato furgone, con l’ausilio di un magnetofono “Magnerecord” Alan Lomax a Cardeto e in compagnia di Carpitella. Un inquieto viaggiatore della cultura – come è stato definito – costretto a ripercorrere le strade d’Europa, suo esilio volontario per sfuggire alle liste di proscrizione del «red channel» maccarthista, ma anche per censire e raccogliere documenti sonori di tradizione orale da responsabile della sezione musicale della Library of Congress. Impegno e finalità profusi anche nel suo viaggio in Italia, dove ha IL FOLKLORE D’ITALIA Lomax Grossi - Lago di Varano raccolto canti poi pubblicati sulla collana discografica «World Library» della Columbia Records. In questa sua ricerca c’è di tutto. Immagini sbiadite dal tempo, uomini e donne che sembrano usciti da un mondo lontano e accomunati da modi di divere, costumi, abiti tradizionali; contadini, pastori, cavamonti, pescatori di tonno, tutti teuti insiene dal filo conduttore di un unico disegno culturale. Quello legato alla tradizione e alla musica popolare. Che poteva chia- Diego Carpitella marsi saltarello, pizzica, tarantella garganica o calabrese. Piccole enclavi di un patrimonio folkorico di ineguagliabile bellezza. Note raccolte su una cinquantina di taccuini su cui si “leggono” i messaggi culturali di un mondo che da lì a poco sarebbe stato minacciato e dimenticato dal boom economico. Quello che ha permesso all’Italia e agli Italiani di cancellare ferite e distruzioni, di tuffarsi nelle emo- zioni di un’esistenza meno grama. Ma che, nello stesso tempo, ha fatto dimenticare la vita nelle tonnare, i canti delle mondine vercellesi, le danze sulle aie delle masserie dopo una giornata di fatica nei campi. Emozioni che traspaiono dal commento sulle cantatrici della Valle d’Itria, in Puglia: “Una era magra, con pazzi occhi marroni e capelli arruffati, distratta, non aveva avuto niente da mangiare per tutto il giorno - un’altra con la faccia scura da africana, la bocca larga, molti denti macchiati di nero. E cantarono per me la più commovente canzone che io avessi sentito in tutta Italia, una canzone che mi ricordò l’infinita pena dei neri del Mississippi e del Texas che avevano cantato per me tanti anni prima”. E’ questo il valore aggiunto dei diari di Alan Lomax. Appunti di un viaggio senza soste, fagocitato dalle emozioni e della passione che solo un cultore – vero - della materia può avere. Lui che vantava di avere discendenze tutte italiane, o meglio lombarde. Forse idealizzando una discendenza con i Lomazzi, musicisti ed editori milanesi che già nel ‘600 avevano pubblicato repertori di sonate popolari. Un motivo in più per realizzare il diario “on the road” su un malandato furgone “Volkswagen”. Alan Lomax ha lasciato un importante insegnamento di questa sua ricerca “on the road” e cioè l’atteggiamento che ogni antropologo della musica dovrebbe tenere: n. 05 / 2014 riuscire a parlare con tutti tenendo fermo allo spirito di umiltà propria e di rispetto per l’altro. Lomax seppe farlo come pochi. Trattò alla pari le tabaccaie del Salento, i caprai dell’Aspromonte, registi cinematografici come De Alan Lomax fondo magazine Sica e De Seta, produttori radiofonici come Nataletti, studiosi come De Martino e Cirese e tanta altra gente incontrata. Viaggio che, cinque anni fa, la casa editrice il Saggiatore ha riproposto pubblicando il libro “L’anno più felice della mia vita. Un viaggio in Italia 1954-1955” che raccoglie i diari di quell’«iter italicum» insieme alle foto struggenti di un paese popolato da personaggi l’uno diverso dall’altro prima dell’irruzione della modernità. Il tutto farcito dalla prefazione di Martin Scorsese. www.fitp.org 21 la riflessione Premio Cocchiara Una vetrina speciale per la Fitp di Mario Atzori Presidente Consulta Scientifica fitp 22 Per la Federazione italiana tradizioni popolari è stato un onore particolare consegnare, a Palermo presso il Museo Internazionale delle Marionette (piazza Pasqualino, 5), al prof. Antonino Buttitta il premio Giuseppe Cocchiara per lo straordinario contributo che egli ha dato, nell’arco di oltre 50 anni, allo sviluppo in Italia degli studi demoetnoantropologici. Che questa cerimonia si svolga a Palermo ha avuto significati culturali simbolici specifici, non solo perché in questa città ha svolto la sua opera di antropologo il prof. Buttitta, ma perché, a partire dalla seconda metà dell’Ottocento, mentre nel resto Paese i ricercatori erano intenti a indagini e documentazioni dialettologiche, nel quadro degli interessi linguistici di allora dello schema positivistico parole e cose, in questa stessa città nascevano gli studi etnoantropologici italiani con le meticolose indagini condot- te da Giuseppe Pitrè e Salvatore Salomone Marino, poi portate avanti, nel Novecento, da Giuseppe Cocchiara, Giuseppe Bonomo, Antonino Buttitta, Aurelio Rigoli, Antonino Pasqualino oltre che da una successiva folta schiera di studiosi più giovani. Questi ultimi grazie alla formazione ricevuta nella scuola palermitana, propongono anche oggi importanti contributi nel dibattito scientifico antropologico nazionale ed internazionale. A tale riguardo appare opportuno offrire qualche chiarimento sui principali protagonisti di questo indirizzo di studi. Giuseppe Pitrè e Salvatore Salomone Marino, per esempio, furono entrambi medici; il primo era impegnato a curare malati dei ceti sociali umili della città, il secondo interessato a scoprire la cause delle malattie, nel suo ruolo di docente e ricercatore di patologica medica nell’Università di Palermo. Nonostante la professione medica, tra gli ultimi decenni dell’Ottocento e i primi del Novecento, essi si rivolsero con particolare interesse a documentare il vasto patrimonio della cultura popolare siciliana, con una prima attenzione per la poesia e i canti oltre che per tutto il vasto orizzonte delle altre forme di tradizioni popolari. Come è noto, i metodi che essi applicarono in tale impegno documentario corrispondevano a quelli allora in auge: i fatti folklorici erano da considerare come sopravvivenze di epoche lontane, i quali avevano attraversato un complesso processo evolutivo, grazie al quale era possibile effettuare comparazioni tra gli esiti dei diversi momenti e dei differenti contesti storicoculturali. Giuseppe Pitrè a Palermo, inoltre, fu presidente della Società Siciliana di Storia Patria, della Reggia Accademia di Scienze e Lettere; dal 1910 fu professore di demopsicologia, come lui allora definiva il folklore, presso l’università della stessa città; nel 1914, fu senatore del Regno. Fondò il Museo di Etnografia Siciliana che oggi porta il suo nome. Con la collaborazione di Salvatore Salomone-Marino fondò, nel 1882 e diresse fino al 1909, l’«Archivio per lo studio delle tradizioni popolari». In occasione del premio Cocchiara 2014 è stato presentato il volume “Prima etnografia d’Italia”, a cura di Gian Lugi Bravo, nel quale c’è la riedizione integrale dei 24 volumi dell’Archivio insieme ai 2 della «Rivista delle tradizioni popolari italiane», fondata nel 1893 da Angelo De Gubernatis e interrotta nel 1895. Infine, si devono ricordare alcune altre importanti opere di Giuseppe Pitrè: la “Biblioteca delle tradizioni popolari siciliane” pubblicata in 25 volumi tra il 1871 e il 1913, le cui varie sezioni abbracciano la totalità dei fatti folkloristici siciliani: IL FOLKLORE D’ITALIA canti, giochi, proverbi, indovinelli, fiabe, spettacoli, feste, medicina popolare, ecc.; “Curiosità popolari tradizionali” in 16 volumi, apparsi tra il 1885 e il 1899, con la quale egli estese l’indagine sugli usi e costumi popolari, grazie ai contributi di altri studiosi di varie regioni italiane. Nel 1894 egli pubblicò la “Bibliografia delle tradizioni popolari d’Italia” che costituisce di fatto, anche se una parte è rimasta inedita, lo stato dell’arte degli studi etnografici condotti nel nostro Paese, sino alla fine del XIX secolo. Gli studi etnoantropologici, fondati a Palermo da Giuseppe Pitrè e Salvatore Salomone Marino, a partire dai primi anni ’20 del Novecento, continuarono con Giuseppe Cocchiara, il quale sebbene originario di Mistretta, in provincia di Messina, nel 1921 si iscrive, per seguire le orme del padre avvocato, alla facoltà di Giurisprudenza di Palermo, pubblicando, nel 1923, per le edizioni Sandron, “Popolo e canti nella Sicilia d’oggi”; un lavoro nel quale riporta quanto a 16 anni aveva raccolto nella realtà socio-culturale della sua zona, analizzando in chiave esteticopsicologica i canti popolari. Da qui partirono i successivi interessi di Cocchiara che, di fatto, considerò Pitrè il suo maestro, badando ad ereditarne soprattutto le virtù pratiche e il progetto complessivo, cioè, investire sul tesoro di materiali folklorici e bibliografici lasciato da Pitrè, studiandolo, divulgandolo, integrandolo, ovvero, continuando la sua opera. Cocchiara, nonostante la laurea in Giurisprudenza, con una tesi sull’opera legislativa di Federico II in Sicilia, continuò i suoi interessi etnoantropologici pubblicando, tra il 1924 e il 1929, tredici volumi oltre diversi articoli. Tra queste opere sono da ricordare “Le vastasate” del 1926 e “Gli studi delle tradizioni popolari in Sicilia”, del 1928; nel primo lavoro Cocchiara volle recuperare un interessante documento storico del teatro popolare siciliano, la “vastasata”, cioè, un genere di farsa in voga nella Palermo del secolo XVIII, così definita perché metteva in scena il “vastaso”, ovvero il personaggio del facchino e il relativo ambiente socio-culturale di quel tempo. Nel secondo lavoro Cocchiara orientò le sue attenzioni verso la storiografia che poi costituirà un aspetto particolare delle sue ricerche di carattere metodologico. Infatti, da queste ebbe modo di pubblicare, nel 1947, la “Storia degli studi delle tradizioni popolari in Italia” e, nel 1952, la “Storia del folklore in Europa”. Si deve rilevare, tuttavia, che questi lavori costituiscono quasi gli esiti teorico-metodologici conclusivi di un percorso culturale più articolato, tramite il quale Giuseppe Cocchiara era entrato in contatto con ambienti stimolanti sia nazionali che internazionali, che poi ha saputo portare a Palermo per formare e sviluppare la scuola etnoantropologica. Tra il 1928 e il 1929 entrò in contatto a Firenze con intellettuali particolarmente importanti come Michele Barbi, l’indianista Paolo Emilio Pavolini, l’antropologo Aldobrandino Mochi e il filologo Pio Rajna. Nel 1929 insieme a Paolo Toschi organizzò il primo Congresso Nazionale delle Tradizioni Popolari, durante il quale strinse amicizia con Raffaele Pettazzoni, allora fondatore in Italia degli studi storico-religiosi, il quale gli consigliò di andare in Inghilterra, allora centro importante di ricerche etnografiche e sul folklore. Fu così che Cocchiara trascorse lunghi soggiorni in Inghilterra fino al 1932, seguendo a n. 06 / 2014 Un momento della premiazione Londra le lezioni del funzionalista Bronislaw Malinowski e ad Oxford del diffusionista Robert Marett, dai quali apprese i principi teorici importanti del metodo comparativo che gli consentirono di uscire dalle strettoie del regionalismo e così essere in grado di approfondire le analisi sulla nozione di sopravvivenze per arrivare ad un’interpretazione storica dei fatti culturali. Su tale chiave teorica, infatti, si basa l’opera del 1932 “Il linguaggio del gesto”, nella quale Cocchiara intese individuare le “origini” del gesto tramite la sequenza evolutiva dal molteplice e complesso per risalire all’unità e all’elementare; in tale quadro interpretativo, pertanto, la preghiera sarebbe il gesto originario del primitivo. L’intuizione felice di Cocchiara è quella di aver definito il gesto come espressione linguistica: una questione che sarà successivamente sviluppata da altri antropologi e studiosi semiologi, i quali hanno colto, nei diversi segni dei differenti linguaggi, i veicoli fondamentali che servono ad elaborare e a trasmettere i fatti culturali. Problematica teorica questa che, negli anni ’70 del Novecento, sarà affrontata da Antonino Buttitta. Nel 1934, Giuseppe Cocchiara, dopo aver conseguito la libera docenza www.fitp.org 23 la riflessione nell’anno precedente, assunse l’incarico presso l’Università di Palermo dell’insegnamento di “Letteratura delle tradizioni popolari” che, nel 1944, con il riordino postbellico fu trasformato in “Storia delle tradizioni popolari”; inoltre, fu incaricato dell’insegnamento di “Antropologia sociale”. Il primo di tali incarichi, nel 1946, a seguito di regolare concorso, fu confermato con la cattedra, diventando così la prima nelle università italiane. Grazie al ruolo che gli veniva riconosciuto si dedicò subito a salvare, a riordinare il tesoro pitreiano, rifondando e riorganizzando uno dei musei etnografici più impor- pologo maturo ed affermato, pubblica nel 1961 “L’eterno selvaggio” – “Presenza e influsso del mondo primitivo nella cultura moderna”; nel 1963 “Il mondo alla rovescia”; “Le origini della poesia popolare”, lavoro apparso postumo nel 1966; infatti, il 24 gennaio 1965 egli moriva. Questo era, in concreto, il quadro culturale della Palermo dell’immediato dopoguerra del Novecento. Nella prima metà degli anni ’50 dello stesso secolo, Antonino Buttitta, mentre frequentava la facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di questa città, con Antonino Pasqualino e altri giovani studenti Al centro della foto, il segretario generale della Fitp Franco Megna 24 tanti d’Europa. A metà degli anni ’50, con una più attenta definizione del metodo storicistico Giuseppe Cocchiara affrontò l’analisi dei “motivi” fiabeschi e novellistici in alcuni saggi poi riuniti nel volume “Il paese di Cuccagna” del 1956, nel quale si possono cogliere elementi che si ritrovano nei lavori dei formalisti russi come Vladimir Propp, ma che, sul piano teorico, erano stati già preannunciati nel 1948 con “Il mito del buon selvaggio”, dove egli approda allo storicismo inteso come esito del superamento dell’evoluzionismo. Giuseppe Cocchiara, ormai antro- partecipava ai seminari privati tenuti da Giuseppe Tomasi di Lampedusa; nello stesso contesto culturale, inoltre, incontrava Giuseppe Cocchiara che gli confermava gli entusiasmi per le tradizioni popolari già ricevuti quando era ragazzo dal padre Ignazio, ormai affermato poeta in lingua siciliana. Dal maestro Giuseppe Cocchiara Buttitta riceveva ulteriori stimoli ed interessi per i simboli estetici espressi nei prodotti materiali della cultura popolare. Di questo periodo sono alcune importanti opere di Antonino Buttitta come “Cultura figurativa popolare in Si- cilia” del 1961, “Ideologie e Folklore” del 1971 e “La pittura su vetro in Sicilia” del 1972, nelle quali egli individua ed evidenzia segni e simboli cromatici espressi e presenti nell’arte popolare. Così Antonino Buttitta mette in evidenza gli elementi che caratterizzano i linguaggi estetici e stilistici dei diversi prodotti materiali della cultura siciliana; da qui, infatti, la successiva istanza teorica e metodologica che fonda i parametri interpretativi nella semiotica, proponendo approcci di tipo nomotetico nelle indagini antropologiche, superando così i vincoli e i condizionamenti dello storicismo di Cocchiara. Dopo una prima applicazione di questa nuova istanza metodologica in “Pasqua in Sicilia”, opera apparsa nel 1978, Antonino Buttitta, a seguito dei contatti allacciati con i più illustri semiologi a livello internazionale, tra i quali Umberto Eco, nel 1979 pubblica “Semiotica e Antropologia”, un lavoro ormai considerato fondamentale nel dibattito antropologico internazionale di quel periodo. Intanto, con la rilettura delle “Forme economiche precedenti alla produzione capitalistica” di Karl Marx gran parte degli antropologi di allora tentava di superare, tramite l’impiego del noto rapporto marxiano struttura-sovrastruttura, gli eccessivi rigori nomotetici derivanti dallo strutturalismo di Claude Lévi-Strauss e del formalismo russo. Come rileva Maria Margherita Satta nel volume “Le feste. Teorie e interpretazioni”, Antonino Buttitta «sostiene che gli intellettuali occidentali, quando giunsero a fondare l’antropologia come scienza che conduce indagini sull’uomo, si sarebbero fermati soltanto al primo livello della ricerca, cioè quello di “capire per capirsi” e non, invece, quello di indagare oltre e aggredi- IL FOLKLORE D’ITALIA Al centro della foto, il prof. Antonino Buttitta con i dirigenti della Fitp re il vero oggetto, se stessi, e quindi arrivare a “capirsi per capire”. In questo modo, è rimasto fuori, per eccessivo ottimismo sui propri metodi di conoscenza e di ricerca, l’irrisolto problema agostiniano: “Sono io a vedere o vedo di vedere”. Secondo Buttitta – continua Maria Margherita Satta – sarebbe iniziato così un percorso di ricerca nel quale “inseguendo fissismi o storicismi vuoi spiritualisti vuoi materialisti, l’uomo ha creduto, con tracotanza sempre puntualmente sconfitta, di potersi intendere attraverso i suoi discreta del continuum del reale, necessariamente sempre riduttivi e, quando ontologicamente supposti, addirittura distorcenti, quali: spirito versus materia, cultura versus natura, sacro versus profano, bene versus male, soggetto versus oggetto, e così via. Considerare queste dicotomie nelle loro concrete attuazioni storiche, è stato ed è naturalmente necessario. Ma non è questo il punto. Ai più è sfuggita la grave omissione, non solo scientifica, che si operava, ignorando il dispositivo mentale che presiedeva quelle discrezioni e rendeva possibili queste attuazioni (A. Buttitta, 2000, p. 75). Perciò, per conoscere l’uomo e il suo esserci nel mondo è necessario – per Butttitta –, in primo luogo, partire dallo studio dei processi logici e soltanto, in un secondo momento, studiare il linguaggio, inquadrato nello stretto rapporto che esso intrattiene con il pensiero nel processo di comunicazione; infatti, ciò che è pensato e pensabile è anche co- municazione. Per questo motivo, Buttitta afferma che “il pensiero stesso esiste soltanto come fatto linguistico, perciò culturale”. Queste considerazioni sul rapporto tra pensiero e linguaggio portano sia alla conoscenza delle regole che governano tale rapporto, sia a stabilire la connessione tra processi logici ed esiti linguistici dai quali deriverebbe la cultura secondo l’antica sequenza pensiero e logica, logica e linguaggio, linguaggio e cultura» (M. M. Satta, 2007, pp. 157-158). In conclusione, secondo l’istanza teorico-metodologica di Antonino Buttitta, per cogliere, ovvero studiare e anche praticare, nelle diverse proposte di performance o di messa in scena, i prodotti culturali, quindi anche le cosiddette tradizioni popolari, sia immateriali che materiali, compresi quelli che compaiono più distaccati dall’organizzazione logica del pensiero, in primo luogo, è indispensabile individuarne le leggi e/o le procedure mentali che li determinano. Per riproporre o rivivere una qualsiasi tradizione è necessario individuare le leggi logiche e i relativi segni o linguaggi che la pongono in essere, come presupposti costanti della sua relativa struttura sia semantica che sociale che la supporta. Questo significa che, per capire la cultura e, quindi, le tradizioni popolari e la relativa loro rifunzionalizzazione con le performance, ovvero tutto ciò che gli uomini producono e si scambiano nella e con la comunicazione, è indispensabile - secondo Antonino Buttitta - individuare n. 06 / 2014 le regole mentali che organizzano, tramite simboli linguistici, la stessa cultura, le stesse tradizioni popolari, ovvero quanto tali regole producono mentalmente e praticamente. L’approccio semiotico, pertanto, deve essere rivolto alla cultura intesa come discreto operato dall’uomo sul continuum spazio temporale in risposta al suo bisogno di dominare la natura per perpetuarsi come specie. Questo indirizzo teorico metodologico ha fatto da sfondo e da guida a numerose ricerche condotte da Antonino Buttitta e, come si è già accennato, da un folto gruppo di allievi e altri studiosi che ne hanno accolto l’istanza ponendo la scuola antropologica palermitana fra le eccellenze internazionali. Per questi motivi fin qui sintetizzati e ovviamente per numerosi altri che, per esigenze di brevità vengono tralasciati, quali per esempio le ricerche ed opere sulle tradizioni pasquali, sulle feste e altre tradizioni popolari siciliane, la Federazione Italiana Tradizioni Popolari, dietro la proposta della Consulta Scientifica, ha deciso di conferire al Chiarissimo Prof. Antonino Buttitta il premio Giuseppe Cocchira. Le prossime edizioni del premio, alternativamente organizzate per scegliere illustri studiosi italiani e stranieri nelle discipline denoetno-antropoliche, avranno luogo a Mistretta, dove Giuseppe Cocchiara è nato, con l’organizzazione operativa della Federazione Italiana Tradizioni Popolari e la collaborazione della locale Amministrazione Comunale. Pertanto, nel 2015, verrà premiato uno studioso straniero scelto da una commissione composta da rappresentanti dei tre atenei siciliani coordinati dalla Consulta scientifica federale. www.fitp.org 25 il libro “A Sud” con Salvatore e Cucciolla Viaggio con letture e brani sul Meridionalismo di De Martino e Scotellaro di Marilena Turco Studiosa di Cultura Popolare 26 Matteo Salvatore e Riccardo Cucciolla. Un cantastorie e un attore del Sud. Un incontro speciale verificatosi il 14 gennaio 1978 a Bari a conclusione di una mostra sugli ex voto. Ne viene fuori un dialogo artistico-culturale che un ricercatore, Giovanni Rinaldi, registra e conserva. Dopo circa trent’anni, quelle “voci” sono parti integranti di un libro, “A Sud” (SquiLibri Editore), arricchito da un cd su cui sono riversate le voci dei due autori. Pagine da sfogliare e ascoltare, in cui Cucciolla – barese doc - legge le testimonianze di una irripetibile e struggente stagione meridionalistica riproponendo Rocco Scotellaro, Ernesto De Martino, Tommaso Fiore mentre il folk-singer Matteo Salvatore (di Apricena e scoperto da Claudio Villa) commenta il tutto affidando il proprio pensiero a brani più rappresentativi del suo repertorio che affonda le origini nella rabbia dei contadini e della gente comune, quella che, negli anni ’50 e ’60, soffriva una situazione assurda fatta di soprusi e discriminazioni, nei campi o nelle cave. Di lui si occupò anche Otello Profazio e ora le sue canzoni vengono recuperate e riarrangiate da molti gruppi di etno-folk. Un tesoro per anni rimasto nel re- gistro multimediale dell’Archivio sonoro di Puglia e ora riproposto da Rinaldi, ricercatore e divulgatore in ambito etno-musicologo. Dagli anni ’70, il suo lavoro documenta la cultura materiale e la storia orale utilizzando mezzi audiovisivi e fotografici. Lavoro incessante che oggi permette agli studiosi della materia di avere e disposizione un archivio audio-video di fondamentale importanza perché la cultura popolare non veda disperso il suo patrimonio mancando una vera e propria letteratura in materia. “A Sud” è stato presentato e analizzato anche dal Centro studi tradizioni popolari “Terra di Capitanata” che ha proposto una interessante serata nell’ambito della “Festa d’ Sand’ Màrtin” organizzata in collaborazione con l’Associazione culturale intorno al vino “Daunia Enoica”. «La cultura popolare va ricercata e difesa - ha ricordato Rinaldi - perché parte essenziale della nostra vita. Un lavoro duro, dispendioso ma necessario per mantenere viva questa essenza culturale che, proprio nel nostro territorio, trova radici importantissime. La mia esperienza mi permette di affermare che non è un compito facile, perché irto da mille difficoltà e reso ancora più arduo dalla scorsa attenzione che istituzioni e mondo civile dedicano a questo ambito culturale». Con “A Sud” la provocazione è di quelle intelligenti. Settanta pagine in cui si susseguono momenti di riflessione politica e sociale, provocazioni intellettuali che solo due personaggi come Salvatore e Cucciolla potevano mettere in campo. «Per una sera - commenta Rinaldi - le parole di De Martino, Scotellaro, Fiore, attraverso la voce di Cucciolla, non venivano ascoltati quali punti di vista unici, alti, colti, ma accostate sobriamente alla parola, alla voce, di chi aveva provato a comprendere il “mondo popolare”». Matteo Salvatore fu l’autore della colonna sonora di quella serata. A lui il compito di accompagnare con la chitarra le letture fatte da Cucciola. A lui il merito di aver arricchito l’incontro con le sue storie, a essere testimone di quella cultura di cui era espressione migliore. Il tutto arricchito dalle foto di Paolo Longo. Sacro e profano. Sì, all’ortodossia politico-sociale dei grandi uomini del Meridionalismo, alla dissacrante azione artistica di Salvatore, con la sua rabbia e la sua protesta. Con un viaggio nei paesi di quel Sud raccontato dai suoi Uomini. Il poeta della povera gente Matteo Salvatore nasce ad Apricena, in provincia di Foggia il 16 giugno 1925. Cantante e compositore di musica popolare, trascorre l’infanzia nella povertà che affligge la Capitanata tra le due Guerre modiali. Fin dagli anni Cinquanta compone ed esegue ballate allegre e comiche, e arricchite da aneddoti divertenti narrati attraverso un linguaggio caratterizzato da particolare irriverenza. Viene scoperto da Claudio Villa, che gli fa firmare un contratto per la sua stessa etichetta, la Vis Radio: debutta così nel 1955 con i primi tre 78 giri, pubblicati lo stesso giorno e contenenti sei brani registrati in un›unica sessione. Pur avendo vissuto una giovinezza di miseria e di analfabetismo, grazie all’affermarsi del talento musicale ed alla forza poetica delle sue parole riesce a trovare il proprio riscatto, suscitando l’apprezzamento del pubblico e la stima da parte di diversi intellettuali tra cui Italo Calvino, il quale afferma che “Le parole di Matteo Salvatore noi le dobbiamo ancora inventare”. Anni in cui spesso s’incontra in via Virgilio, 8 a Roma sede della CAM per la quale registra: Le Puglie” di Matteo Salvatore Sigla: Tank MTG 8013/ Stereomono. Canzoni folkloristiche Pugliesi con Matteo Salvatore e Adriana Doriani. Nel 1973 la sua carriera ha uno stop forzato: viene infatti arresta- to con l’accusa di aver ucciso la sua compagna, la cantante Adriana Doriani, verrà poi assolto dopo cinque anni e la revisione del processo. E’ morto a Foggia il 27 agosto 2005. www.fitp.org 28 vita dei gruppi Festival “Bande” Tradizione che si rinnova SASSARI - Un’edizione dal respiro internazionale che migliora e si rinnova ogni anno. Un appuntamento da mantenere vivo come segno di continuità in ricordo delle tradizioni. Anche la 26.ma edizione del Festival “Francesco Bande” Colori e Suoni della Sardegna - Canti Voci Musiche e Balli, va in archivio col segno positivo. Si rinnova così il ricordo di Francesco Bande, tra gli esponenti più importanti della tradizione musicale isolana, indimenticabile musicista e protagonista di tutte le edizioni della “Cavalcata Sarda” dal 1951 al 1988 (anno della sua scomparsa). Il circolo omonimo, continua l’opera del maestro valorizzando la tradizione musicale nelle sue più alte espressioni, in un binomio inseparabile cultura-spettacolo. Evento patrocinato dal Comune di Sassari - Assessorato alle politiche culturali e turismo e Assessorato al turismo della Regione autonoma della Sardegna. La 26.ma edizione è stata presentata dall’attore Carlo Valle, con la guida della direzione artistica di Inoria Bande, figlia di Francesco. Tanti i musicisti saliti sul palco. Spettacolo articolato in sezioni nelle quali sono state proposte diverse tipologie di strumenti che pur nella loro diversità sono accomunati da un denominatore comune, quello di appartenere alla famiglia degli aerofoni. Da segnalare, per la sezione aerofoni ad ance libere in serie (organetto e fisarmonica), l’esibizione di Inoria Bande. Per il secondo anno consecutivo è stata riselezionata per la “Carovana del Folklore”, organizzata dall’Igf (unione delle federeazioni folkloriche mondiali) che quest’anno ha toccato diverse tappe: Romania (Bucarest, Museo del Villaggio e Favorit Tv), Bulgaria (Razgrad), Serbia, Croazia, Slovenia, Italia (Cunardo, Ispra e Viareggio) Francia (Grenoble e Voiron) e Spagna (Ourense, Galizia). Nell’iniziativa erano coinvolte altre nove nazioni tra le quali Israele, Turchia, Argentina, Francia, Spagna (Galizia), Repubblica Ceca, Bielorussia, Romania, Bulgaria. Le altre sezioni: aerofoni ad ancia semplice battente, Is Launeddas; aerofoni a serbatoio d’aria (famiglia delle cornamuse e zampogne); canti polifonici del Meilogu. Z IL FOLKLORE D’ITALIA n. 06 / 2014 “Zampognaro Lagaro” in giro per l’Europa POMAROLO (Trento) - In Portogallo e in Ungheria. Va in giro per l’Europa l’Associazione folklorica “Zampognaro Lagaro” di Pomarolo, in provincia di Trento. Il sodalizio presieduto da Attilio Gasperotti con il suo gruppo del Ballo Lagaro, in terra lusitana ha partecipato al 13.mo Festival folklorico di San Pedro di Castelões, località nei pressi di Porto. Unico gruppo italiano dell’importante rassegna organizzata nel centro portoghese. Trentacinque persone tra musicisti e danzatori si sono prestati alla trasferta. Il gruppo era composto dal nucleo di suonatori di provenienza vallagarina (Val Lagarina: identifica l’ultimo tratto tra i monti della valle percorsa dal fiume Adige) e supportato da danzatori folklorici locali e della Lombardia e del Veneto, che nel corso della primavera hanno partecipato alle varie sessioni di prove. Il complesso, così strutturato, ha presentato un vasto repertorio di danze e di musica popolare a testimonianza della ricca tra- dizione folkorica trentina e del nord-est italiano. “Zampognaro Lagaro” quest’anno è tornato di nuovo in Ungheria per partecipare ai Festival di Pecs, Gyongyos e Nagyvazsony. Esperienza importante, così come lo scambio con il Gruppo “EriceFolk”. Tappa a Marettimo in Sicilia, mentre il gruppo siciliano ha partecipato alla manifestazione “Cort e Cornamuse en Festa” che si svolge a Pomarolo l’ultima domenica di settembre e che è giunta alla nona edizione. L’Associazione trentina non è nuova a scambi ed a viaggi internazionali di questo tipo, come testimoniano le trasferte fatte nel 2013 in Ungheria, per il Festival internazionale di musica folk, in Bosnia e nel New Jersey per il locale “Columbus Day”. “Zampognaro Lagaro concluderà il 2014 e inizierà il nuovo anno con le suonate natalizie a San Nicolò a Moena e a Varena, per un totale di circa trenta uscite. Agenda ricca di appuntamenti per il sodalizio di Pomarolo. www.fitp.org 29 vita dei gruppi “Uelì Uelà”, un cd per ricordare chi siamo BITONTO (Bari) - «La realizzazione di questo cd, all’interno del quale è custodito in maniera definitiva parte del patrimonio etno-musicale della città di Bitonto è passo molto importante per il gruppo folklorico. I brani contenuti al suo interno sono anche una felice occasione per affrontare tematiche legate al patrimonio etno-antropoligico mediterraneo, del quale Bitonto ne costituisce una piccola ma significativa componente». E’ con queste parole che Tina Masciale, presidente del Gruppo folklorico “Re Pambanèlle” espone il perché della creazione del cd “Uelì Uelà”, prima raccolta di canzoni del sodalizio bitontino. Il progetto, per quello svolto dal gruppo folkorico finanziato da Comune di Bitonto ed in parte anche dall’azienda tedesca arteFackt olivenol di Conrad Bölicke, è presentato alla città di Bitonto in una manifestazione. Un lavoro certosino e non senza difficoltà dunque, quello svolto dal sodalizio, sia per la ricerca ed il recupero dei brani inseriti, alcuni vicini alla definitiva scomparsa, sia per il complesso lavoro di riarrangiamento. Le dieci canzoni contenute all’interno del cd si differenziano per quattro argomenti: amore, lavoro, storia e religione. Per quanto riguarda il primo argomento balza subito all’occhio la presenza di “Abbasce a la marine”, divenuto ormai inno del popolo barese ed altri brani “L’urte”, “Te si fatte re capidde a la romana” e “Chengettelle”. Il brano su Nicola Morra, riveste l’ambito storico mentre per il tema dei mestieri fanno parte la “Mazurka”, “la Tarandedde” e “U Stagnare” brano che è valso al gruppo la vittoria del primo premio in occasione della “Rassegna nazionale di musica popolare”organizzata a Sarno (Salerno) dalla Fitp nel 2013. Un capitolo a parte meritano i due brani dal tema religioso, “U Venerdia Sànde” e“La scalate de Sande Mecheile”: il primo è una litania che i monaci dell’Abbazia San Leonedi Bitonto cantavano per le vie della città nella notte del Venerdì diQuaresima, effettuando la questua, mentre “La scalate de Sande Mecheile” è un brano che era eseguito dalla Compagnia all’appèite di San Michele Arcangelo quando si recava nella prima decade di maggio all’omonimo Santuario presente sul Gargano. 31^ edizione Il Fanciullo e il Folklore incontro con le nuove generazioni Vieste / Foggia 24-25-26 aprile 2015