IASMA NOTIZIE

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IASMA Notizie
Notiziario tecnico del Centro Trasferimento Tecnologico della
Fondazione Edmund Mach - Istituto Agrario di S. Michele all’Adige
ORTOFLOROFRUTTICOLTURA
16 aprile 2009
n.
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IASMA Notizie - n. 21 - Anno VIII - Taxe payée/Tassa riscossa - TN-CPO - Dir. editoriale: Giovanni Gius - Dir. responsabile: Michele Pontalti - San Michele all’Adige, Via E. Mach 1 - Aut. Tribunale TN n. 1114 del 19.02.2002
Linee di difesa integrata
del ciliegio
Interventi a gemma
ingrossata
Cocciniglie
Nei casi di forte infestazione (fare attenzione
soprattutto con piante di elevate dimensioni)
intervenire con:
Polisolfuro di Calcio alla dose di 20 l in 80 l di
acqua oppure con Polithiol alla dose di 5 l/hl.
Questi insetticidi hanno azione anche contro
le malattie fungine, possono sostituire l’intervento con rame e vanno impiegati entro lo
stadio di gemme ingrossate.
Con debole infestazione di cocciniglia è sufficiente intervenire più tardi con olio bianco.
Per una buona efficacia dei trattamenti è
importante intervenire in giornate miti e in
assenza di vento, curando bene la bagnatura,
soprattutto nelle parti alte delle piante.
Corineo e batteriosi
Per limitare l’insorgenza di corineo, monilia e
altre malattie fungine, si consiglia l’impiego di
prodotti a base di rame quali:
ossicloruro di rame al 50% di p.a. 500 g/hl
poltiglia bordolese alle dosi riportate in etichetta per i trattamenti di fine-inverno.
Considerando la presenza della batteriosi
nell’annata scorsa, questo trattamento riveste un’importanza non trascurabile nel prevenirne l’insorgenza.
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Tignola delle gemme
La tignola delle gemme sverna come uovo
in corrispondenza delle gemme e alla ripresa
vegetativa si sviluppa la larva che provoca dei
danni a livello dei bottoni fiorali, dei fiori e dei
frutticini appena formati, causandone la perdita. In talune situazioni può compromettere
buona parte della produzione e il danno può
essere attribuito erroneamente a mancanza
di impollinazione.
Questo lepidottero nel 2006 si è diffuso nella
maggior parte dei ceraseti.
Attualmente non esistono prodotti fitosanitari registrati su ciliegio e autorizzati all’impiego
contro la tignola.
Interventi a bottoni
fiorali visibili
In questa fase si colloca il momento opportuno per effettuare il controllo dell’afide nero e
delle larve di nottue.
Per questi parassiti si propone la seguente
miscela:
olio bianco 2.5-3 l/hl
+ prodotti a base di pirimicarb (Pirimor 17,5 a
200 g/hl, ecc)
+ fosmet (Spada wdg ecc) 220-250 g/hl e dose
massima ad ettaro 3.2 kg/ha
Alla miscela va aggiunto un fungicida a base
di ziram (Triscabol DG, Diziram 76 Wg, Crittam
Wg, ecc.) 200 g/hl
Negli impianti con problemi di cancri da batteriosi è preferibile impiegare rame in sostituzione dello ziram. Con formulati commerciali
al 35-40 % la dose di impiego è di 150-200
gr/hl. Per evitare possibili problemi di fitotossicità è preferibile non miscelare il rame con
fosmet.
In alternativa a pirimicarb è possibile l’impiego di Epik alla dose di 100 g/hl.
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È molto importante, prima di eseguire il trattamento, sfalciare il prato sottostante il filare
qualora vi siano essenze in fiore. Tale intervento va eseguito non troppo vicino all’inizio
della fioritura.
Interventi
in fioritura
Si ricorda che durante il periodo della fioritura
sono vietati i trattamenti con insetticidi, acaricidi, e diserbanti (Legge provinciale 18/04/88
n.16, art 7).
In caso di piogge prolungate si consiglia di
intervenire con uno dei seguenti prodotti
specifici per la monilia:
– iprodione 50% (Rovral, Borial, ecc.) alla dose
di 150 g/hl
– iprodione 25% (Rovral FL) alla dose di 300
cc/hl
– tebuconazolo (Folicur Wg) 60-70 g/hl
– fenexamid (Teldor) 100 g/hl.
– boscalid + piraclostrobin (Signum) 60-75
g/hl e dose massima di 750 g/ha
– ciprodinil+ fludioxonil (Switch) 30 g/hl e
dose massima di 300 g/ha
Switch può essere fitotossico su alcune varietà, ad esempio Durone 3.
Il numero di interventi dipende dall’andamento climatico.
Folicur, essendo un inibitore dello sterolo, va
utilizzato con temperature superiori a 12°C
e non deve subire dilavamenti per almeno 3
ore dall’applicazione.
Iprodione può essere impiegato fino alla fase
di fine fioritura (tempo di carenza 40 giorni).
Aggiungere prodotti a base di ziram per limitare l’insorgenza di corineo. L’eventuale intervento va eseguito fuori dal periodo del volo
delle api, preferibilmente alla sera.
Analoga attenzione alla difesa dalla monilia
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si dovrà prestare nella fase di caduta petali
e scamiciatura, soprattutto su alcune varietà
che hanno difficoltà nella pulizia dai residui
fiorali.
L’efficacia dei trattamenti non è totale e si devono tenere in considerazione le condizioni
climatiche dell’annata, della zona, della sensibilità varietale, e dalla presenza d’inoculo
in campo. I frutti colpiti da moniliosi spesso
rimangono sulla pianta, si disseccano e raggrinziscono, subendo un processo di mummificazione. Su questi residui si conservano le
spore del fungo che rappresentano una pericolosa fonte d’infezione per la stagione successiva. Risulta pertanto importante eliminare queste mummie. Anche i mezzi agronomici
gestiti in maniera ottimale possono migliorare la difesa dalla monilia e creare un ambiente
con presenza minore di umidità.
Anche la scelta di sistemi e sesti d’impianto,
assieme a una corretta potatura atta a favorire una buona insolazione sono fattori che
favoriscono una migliore difesa dalla monilia.
Difesa post-fiorale
In post-fioritura si completa il controllo
dell’afide nero e delle larve eventualmente
presenti, e si continua il controllo delle malattie fungine.
Si propone la seguente miscela:
imidacloprid (Confidor 200 SL, ecc.) alla dose
di 40 cc/hl
+ fosmet (Spada wdg, ecc.) 220-250 g/hl
+ ziram alla dose di 150 -200 g/hl.
Prima di eseguire il trattamento assicurarsi che le arnie siano state rimosse dai ceraseti e sfalciare il prato sottostante qualora
vi siano essenze in fiore.
Da alcuni anni si stanno registrando diversi
casi di danni da ricamatori sui frutti alla raccolta, soprattutto negli impianti coperti.
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La specie responsabile dell’attacco è Capua
reticulana. Sverna come larva di 2°-3° stadio
di sviluppo e riprende l’attività in fioritura
danneggiando i mazzetti fiorali e le foglie in
post-fioritura.
I danni in questa fase sono limitati ma possono diventare più consistenti alla generazione
successiva durante la fase di maturazione.
Le larve della generazione estiva compiono
erosioni sulle foglie protette da fili di seta e
nei frutti compiono erosioni superficiali più o
meno estese preferibilmente nei punti di contatto con altri organi. La larva di questa specie
è distinguibile dalle altre per il capo di color
miele e per il comportamento nervoso se stimolata.
In questa fase è importante effettuare i controlli dei mazzetti per la ricerca delle larve
svernanti per poter quantificare la popolazione. I prodotti registrati contro questo parassita sono quelli a base di Bacillus thuringiensis
la cui efficacia in zona è comunque da valutare ed è in funzione della temperatura al momento d’impiego.
Un altro prodotto registrato è quello a base di
virus della granulosi della Capua (Capex). Agisce per ingestione contro le larve, soprattutto quelle più giovani e va impiegato contro
le larve svernanti di Capua in post-fioritura. Il
granulovirus contenuto nel prodotto fitosanitario subisce una certa inattivazione a causa
dei raggi ultra violetti per cui la persistenza
non supera i 7-8 giorni: pertanto è consigliabile eseguire almeno 2 interventi a distanza
di 8-10 giorni. Per assicurare una buona efficacia è importante curare la bagnatura delle
piante. Capex non va miscelato con rame e
prodotti alcalini. Sono da evitare pure miscele
con sospensioni concentrate e con prodotti a
base di Bacillus thuringiensis in quanto si può
avere un eccessivo imbrattamento dei frutti.
Evitare l’uso di acqua con ph superiore ad 8
ed eventualmente acidificare la sospensione
con acido citrico.
La dose d’impiego è di 8-12 cc/hl o 80-120
cc/ha. Il tempo di carenza di questo insetticida è di 3 giorni.
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delle possibili fitotossicità di questi prodotti
sulla vegetazione e sui frutti.
Difesa in
post allegagione
Corineo e cilindrosporiosi
Larva di Capua
In questo periodo intervenire con prodotti a
base di ziram o tiram ad intervalli in funzione
dell’andamento climatico.
Avvicinandosi all’invaiatura è preferibile intervenire con prodotti a base di dodina al fine
di controllare la cilindrosporiosi. Questo fungicida non va miscelato con concimi fogliari e
insetticidi. Per evitare problemi di residui alla
raccolta non eseguire più di 2 interventi con
questo fungicida.
Attenzione: nel corso dell’annata lo ziram
potrebbe subire una variazione del tempo
di carenza, passando dai 10 giorni attuali
ai 21 giorni.
Rosure di Capua sui frutti
Difesa all’invaiatura
Cecidomiidi
Mosca
Questi ditteri provocano l’arresto dello sviluppo dei germogli in accrescimento. Il controllo
è importante su piante giovani per salvaguardare la formazione della pianta durante
l’allevamento ma al momento non esistono
prodotti autorizzati all’impiego contro questo
parassita.
Negli ultimi anni la presenza di questo dittero si è diffusa in tutte le zone. È importante
monitorare il volo dell’insetto con le trappole
cromotropiche gialle.
Il momento ottimale di intervento è quando
la maggior parte delle ciliegie sono allo
stadio di invaiatura (dal giallo al rosa).
Il prodotto impiegabile che assicura la maggior efficacia è il dimetoato:
con formulati commerciali al 40% (Rogor L
40, Danadim ecc.) alla dose di 50 cc/hl;
con formulati commerciali al 24% (Gardius,
Rogatox EC, ecc) alla dose di 75 cc/hl
Aggiungere un bagnante e rispettare il tempo di carenza che è di 20 giorni, perciò con
Batteriosi
Anche nel periodo post fiorale in determinate
situazioni climatiche (con bagnature superiori alle 50 ore) possono verificarsi le condizioni
favorevoli allo sviluppo. In questi casi intervenire con prodotti a base di rame autorizzati all’impiego post fiorale, anche se esistono
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presenza di varietà o zone a diversa epoca di
maturazione il trattamento dovrà essere eseguito scalarmente.
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Difesa dopo
la raccolta
Monilia
Corineo e cilindrosporiosi
Per limitare l’insorgenza di marciumi durante
la maturazione e conservazione dei frutti di
talune varietà è indispensabile eseguire due
interventi antimonilia di cui uno all’invaiatura ed il successivo in pre-raccolta nel rispetto
del tempo di carenza. I formulati impiegabili
sono:
– fenexamid (Teldor) 100 g/hl, dose massima
di 1500 g/ha, tempo di carenza 3 giorni
– fenbuconazolo (Indar 5 Ew) 100 cc/hl, tempo di carenza 3 giorni.
– boscalid + piraclostrobin (Signum) 60-75
g/hl, dose massima di 750 g/ha, tempo di
carenza 7 giorni
– ciprodinil + fludioxonil (Switch) 60 g/hl,
dose massima di 1000 g/ha, tempo di carenza 7 giorni.
Questi fungicidi sono miscibili con dimetoato. Si raccomanda di evitare la deriva su
colture diverse dal ciliegio e sulle varietà prossime a maturazione.
In pre-raccolta è preferibile l’impiego di fenbuconazolo o fenexamid.
Dopo la raccolta è importante mantenere
sana la coltura evitando l’instaurarsi di malattie fungine che possono arrecare danni all’apparato fogliare, compromettere lo sviluppo
ed il rinnovo della vegetazione e creare inoculo per l’anno successivo.
È quindi opportuno intervenire con prodotti
a base di dodina o tiram, ad intervalli più o
meno ampi a seconda dell’andamento climatico dando la preferenza alla prima per il primo trattamento post raccolta.
Cidia
Nella fase di maturazione è importante eseguire dei controlli per verificare gli eventuali
danni sui frutti. In caso di necessità intervenire con spinosad:
Laser alla dose di 20 cc/hl, dose massima di
450 cc/ha o
Success alla dose di 80 cc/hl, dose massima
di 1800 cc/ha
Il tempo di carenza di questi prodotti è di 7
giorni. Per garantire una migliore efficacia
contro questi fitofagi è preferibile non miscelarlo con altri prodotti fitosanitari e garantire
una buona bagnatura soprattutto nelle parti
medio alte della pianta.
Batteriosi
Le piogge prolungate tipiche dei periodi autunnali possono creare le condizioni favorevoli alla diffusione della batteriosi; pertanto
è opportuno intervenire con prodotti a base
di rame autorizzati all’impiego durante le fasi
vegetative.
Difesa alla caduta
delle foglie
La difesa alla caduta delle foglie è fondamentale per garantire la sanità delle colture delle
drupacee, e quindi anche del ciliegio. Per limitare l’insorgenza di corineo, monilia e altre
malattie fungine, si consiglia l’impiego di prodotti a base di rame quali:
ossicloruro di rame al 50% di p.a. 500 g/hl
poltiglia bordolese alle dosi riportate in etichetta per i trattamenti di autunnali.
In presenza di batteriosi, per coprire meglio
tutta la fase di caduta delle foglie, è opportuno frazionare il trattamento in tre interventi, a
inizio, metà e fine caduta con dosi di 250, 300
e 400 g/hl.
Nel caso di ciliegio biologico non superare i 6
kg/ha/anno di rame metallo.
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ALBICOCCO
In seguito al processo di armonizzazione dei
Limiti Massimi di Residuo (LMR) avvenuto in
Europa, sono stati abbassati i LMR di alcune
sostanze tra le quali:
s.a.
formulato
vecchio LMR (ppm)
nuovo LMR (ppm)
Buprofezin
Nimrod 250 EW
0,5
0,2
Fosmet
Spada, Imidan
0,6
0,05
Rame
Ossiclor
20
5
Rotenone
Rotena
0,05
0,01
Ziram
Crittam
2
0,1
In conseguenza di queste riduzioni e del
contemporaneo processo di revisione delle
sostanze attive di alcuni prodotti sono state
modificate le autorizzazioni all’impiego e in
particolare: per fosmet il tempo di carenza è
stato portato per tutti i formulati a 28 giorni;
si consiglia pertanto di limitare l’eventuale
impiego di questo prodotto alla fase di prefioritura;
Per ziram sono possibili solo trattamenti autunno invernali; durante la stagione vegetativa potrà essere sostituito con dodina o
captano; per rotenone sono stati eliminati gli
impieghi su albicocco, per cui non potrà più
essere impiegato su questa coltura;
Per tiram il tempo di carenza di alcuni formulati è stato innalzato a 42 giorni.