La nautica in cifre anno 2015

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La nautica in cifre anno 2015
ANALISI DEL MERCATO PER L’ANNO
Indice
6
PREFAZIONE
EDITORIALE
8
Prima parte
L’INDUSTRIA NAUTICA
1. IL 2015 IN SINTESI
13
2. L’INDUSTRIA DELLA NAUTICA IN ITALIA
21
a. Fatturato
21
b. Addetti
26
c. Contributo al PIL
28
3. LA CANTIERISTICA
33
a. Costruzione di nuove unità da diporto
33
b. Refitting, riparazione e rimessaggio
40
c. Il finanziamento in leasing delle imbarcazioni
41
d. Commercio con l’estero
44
e. I territori “iperspecializzati”
53
4. GLI ACCESSORI
65
5. I MOTORI
71
Seconda Parte
IL DIPORTISMO
6. IL PARCO NAUTICO
79
a. In Italia
79
b. Nel mondo
86
7. LA RICETTIVITÀ 93
a. In Italia
93
b. Nel mondo
97
8. LE PATENTI NAUTICHE IN ITALIA
La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015
101
5
PREFAZIONE
Finalmente, dopo i difficili anni di
ducia da parte della clientela italia-
industriale e, a maggior ragione, per
crisi e di stasi del comparto, i dati
na, elemento imprescindibile per un
un settore dalla filiera complessa
di mercato che emergono da questa
più solido ed equilibrato sviluppo
come la nautica.
nuova edizione della Nautica in Cifre
dell’intera filiera, negli ultimi anni
indicano per il 2015 un significativo
trainata esclusivamente dall’export.
incremento del fatturato globale,
In questo positivo trend di mercato,
UCINA continuerà a investire forte-
pari al 17,1% rispetto all’anno pre-
Per marcare quello che risulta a tutti
mente in tutte le azioni di confronto
cedente, accompagnato dall’ottima
gli effetti un anno di svolta nell’an-
tecnico e istituzionale che possano
performance del contributo del set-
damento del comparto, l’edizione
migliorare il contesto economico
tore al PIL italiano, che torna a supe-
2016 della Nautica in Cifre si pre-
e regolamentare in cui operano le
rare i 2 miliardi di euro.
senta totalmente rinnovata nell’a-
aziende dell’industria italiana della
È evidente che per assicurare nuo-
spetto e nei contenuti, e caratte-
nautica, eccellenza del Made in Italy
vamente al settore durature prospet-
rizzata dalla nuova collaborazione
nel mondo.
tive di crescita, la risalita degli indi-
con Fondazione Edison, che diventa
catori economici dovrà comunque
partner scientifico dello studio. La
consolidarsi nel corso dei prossimi
scelta di Edison nasce proprio dal-
anni. I buoni risultati sul mercato
la centralità che l’attività di ricerca
CARLA DEMARIA
interno, uniti alle ottime performan-
della Fondazione ha sempre dato
Presidente di UCINA
ce del leasing nautico, permettono
ai sistemi locali, il cui ruolo in Italia
Confindustria Nautica
però di registrare una rinnovata fi-
è fondamentale per la competitività
EDITORIALE
Nautica in Cifre 2.0
contenuti in due parti (L’industria
Per una corretta lettura dei dati
nautica e Il diportismo), a loro volta
aggiornati annualmente in primo
porto e sportive”); il posiziona-
luogo attraverso la raccolta dei Mo-
mento del comparto nel contesto
L’edizione 2016 della Nautica in Ci-
ottimizzate nella struttura. Questa
A livello metodologico innanzitutto
duli di Autocertificazione compilati.
internazionale, a livello di export e
fre si presenta completamente rin-
nuova impostazione ha permesso di
è importante rimarcare che i dati
Nel questionario sono richieste in-
di saldo commerciale, è invece av-
novata nei contenuti e nell’aspetto,
migliorare l’esposizione dei dati e di
sul segmento costruzione di uni-
formazioni relative a localizzazione e
venuto sulla base dei dati ITC-UN
per marcare quello che risulta a tutti
mettere in luce i trend della produ-
tà da diporto fanno riferimento alle
forma societaria, numero di addet-
Comtrade (classificazione HS 96).
gli effetti un anno di svolta nell’an-
zione italiana e del mercato interno.
sole attività attinenti alla produzione
ti, fatturato complessivo e nautico,
Le indagini del capitolo 3.d sull’in-
damento del comparto.
Inoltre, il tradizionale focus sulla pro-
nautica delle aziende (a differenza
valori economici di import-export e
cidenza della cantieristica nautica
Grazie alla collaborazione strategi-
duzione di superyacht viene affian-
dei dati generalmente pubblica-
classificazione merceologica delle
sulle economie locali, per quanto
ca con Fondazione Edison, nuovo
cato quest’anno da una nuova ana-
ti nelle comunicazioni corporate),
vendite. Nella fase di revisione dei
riguarda numero d’imprese, addet-
partner scientifico della ricerca, trova
lisi del mercato italiano della vela.
quindi a esclusione delle attività
dati raccolti sono stati individuati i
ti e fatturato, sono state effettuate
spazio per la prima volta nella pub-
L’arricchimento dei contenuti è sta-
non-core.
valori fuori scala ed è stata effettua-
utilizzando la banca dati AIDA di
blicazione un capitolo introduttivo di
to accompagnato dalla nuova veste
Nella prima parte della pubblicazio-
ta una verifica di congruenza sugli
Bureau Van Dijk (costruita sui bilan-
analisi dei trend macroeconomici
grafica, ora caratterizzata da uno
ne i dati statistici relativi alle azien-
anni precedenti. Per i questionari
ci delle imprese e aggiornata quasi
dell’economia mondiale e dell’anda-
stile più moderno e da un’imposta-
de di settore fanno riferimento a
incompleti o errati si è procedu-
in toto al 2015): i dati sono relativi
mento dei principali indicatori di set-
zione più chiara, a tutto vantaggio
database differenti (Nautica in Cifre,
to a una verifica diretta con i refe-
alla somma del codice Ateco 30.12
tore dell’industria nautica. La Fonda-
della piena fruizione dei contenuti
ISTAT, AIDA – Bureau Van Dijk, ITC–
renti aziendali. Per le imprese non
più la parte del codice 30.11 “navi
zione arricchisce inoltre la ricerca con
da parte del lettore.
UN Comtrade): non risulta pertanto
rispondenti al questionario, ma
e strutture galleggianti” di pertinen-
due approfondimenti sulla cantieristi-
L’ultima significativa novità è rap-
sempre possibile una comparazio-
tuttora operative e significative dal
za della produzione nautica. Nello
ca da diporto: un esame del com-
presentata dalla Nautica in Cifre in
ne diretta fra i valori risultanti nei
punto di vista del volume d’affari è
stesso capitolo i dati sull’export de-
mercio con l’estero e uno studio sul
Sintesi, il fascicolo bilingue italia-
diversi capitoli.
stata effettuata un’integrazione del-
rivano invece dalla banca dati ISTAT
peso del comparto nelle economie
no/inglese che raccoglie in poche
La banca dati storica della Nauti-
le variabili d’interesse, utilizzando
e sono relativi alla voce 30.1 “navi
dei territori “iperspecializzati”.
pagine i principali dati di settore del
ca in Cifre si è arricchita, affina-
valori desunti dai bilanci ufficiali o
e imbarcazioni” (che include anche
Viene poi rilanciata la collaborazio-
rapporto, fornendo agli operatori un
ta e aggiornata anno dopo anno,
dalla comunicazione corporate del-
la cantieristica navale), non essen-
ne con Assilea, Associazione Italia-
colpo d’occhio immediato sui più
risultando oggi un elemento as-
le stesse aziende.
do disponibile a livello provinciale il
na Leasing, che presenta i dettagli
importanti indicatori di mercato.
solutamente
Nel capitolo 3.c, per analizzare i
dettaglio relativo alle sole “imbarca-
imprescindibile
per
dell’andamento del leasing nauti-
comprendere i trend dell’industria
dati
commer-
zioni da diporto e sportive”: i valori
co nel 2015 e le tendenze per il 2016.
nautica in Italia. È basata sui dati
ciale dell’Italia della cantieristica
risultanti non sono pertanto con-
dell’interscambio
La pubblicazione vede anche un
STEFANO PAGANI ISNARDI
economici di tutte le imprese signi-
da diporto, Fondazione Edison si
frontabili con quelli analoghi espo-
nuovo impianto editoriale, carat-
Responsabile Ufficio Studi UCINA
ficative del settore nautico (produt-
è avvalsa della banca dati ISTAT
sti in altre sezioni del rapporto.
terizzato dalla riorganizzazione dei
Confindustria Nautica
trici e importatrici), che vengono
(Ateco 30.12 “imbarcazioni da di-
Prima Parte
L’INDUSTRIA NAUTICA
1.
Premessa
Negli ultimi quindici anni la specializzazione produttiva dell’Italia è profondamente mutata.
In seguito all’ingresso della Cina nella
WTO, nel 2001, e alla fine dell’Accordo Multifibre, nel 2005, il nostro Paese si è trovato a dover fronteggiare
la concorrenza asimmetrica asiatica
che, nei primi anni del nuovo millennio, ha colpito in particolar modo
alcuni dei settori tipici della nostra
industria come quelli dei beni per la
persona e la casa.
In tale situazione l’Italia ha saputo
reagire spostandosi sulle fasce a più
elevato valore aggiunto dei settori
maggiormente esposti alla concorrenza asiatica, ma anche orientandosi
sempre più verso i beni della meccanica (in particolare quella non elettronica che comprende i prodotti in
metallo, gli apparecchi e le macchine
per l’industria, gli elettrodomestici ed
apparecchi elettrici), i prodotti “hi-tech” tra cui prodotti chimici di nicchia e
farmaci confezionati, nonché i mezzi
di trasporto diversi dagli autoveicoli, in
cui un ruolo fondamentale è giocato
dalle navi da crociera e dalla nautica
da diporto.
Basti pensare che tra i settori di più
forte specializzazione dell’Italia le
“imbarcazioni da diporto e sportive” sono il prodotto che negli ultimi
vent’anni ha sperimentato il miglior
incremento dell’export in valore (in
base alla classificazione Ateco a 4
cifre). E che le “barche e panfili da
Il 2015 in sintesi
a cura di Fondazione Edison
diporto o da sport con motore entrobordo” sono oggi tra i protagonisti
del surplus commerciale italiano, generando uno dei maggiori avanzi (superiore a quello di altri importanti settori come la farmaceutica, o i divani e
le sedie imbottite o le macchine per
riempire e chiudere bottiglie e altri
contenitori) che li colloca al ventesimo posto in Italia nella classifica dei
prodotti che presentano il più elevato
saldo con l’estero (sugli oltre 5.000
censiti dalla classificazione HS96).
Quadro
macroeconomico di
riferimento
In questi anni non facili, seguiti alla
esplosione della crisi economica
mondiale, con il mercato interno fortemente penalizzato dalle politiche
di austerità imposte dall’Europa al
nostro Paese a partire dal 2011, le
imprese italiane del settore nautico
hanno dato prova della loro resilienza, soprattutto sui mercati esteri. Si
conferma, infatti, il primato indiscusso
della nautica made in Italy, grazie alla
capacità delle aziende della Penisola
di puntare sulla qualità e sull’innovazione, spinte dall’immagine positiva
che i consumatori di tutto il mondo
legano alle nostre produzioni. E alla
loro abilità nel saper cogliere le opportunità offerte dai nuovi mercati, nonché dalla crescita delle classi medie e
dall’aumento dei “nuovi ricchi”.
Il contesto economico internazionale
in cui le imprese italiane, tra cui anche
quelle della nautica, si trovano ad operare non è tuttavia dei più favorevoli.
Nel 2015 la ripresa globale è proseguita con fatica, mantenendosi eterogenea tra le varie aree del pianeta; la
sostanziale tenuta del ritmo di crescita del PIL mondiale è apparsa infatti
come la sintesi tra il vigore degli Stati
Uniti e la diffusa, per quanto lenta, ripresa dell’Eurozona da una parte, e
la decelerazione dei Paesi emergenti
e il ritorno in recessione del Giappone, dall’altra. Negli ultimi mesi dell’anno, alla frenata degli emergenti, che
ha ridotto le stime per il commercio
internazionale già alle prese con un
rallentamento, si sono aggiunti anche
altri fattori negativi, tra i quali la paura generata dagli attacchi terroristici,
l’escalation militare in Siria, le tensioni
tra Russia e Turchia, che hanno gettato ulteriori ombre sulla ripresa economica, oltre che sulle relazioni commerciali tra Paesi europei, del Nord
Africa e del Medio Oriente.
E ancora oggi molti sono i dubbi legati alla ripresa del ciclo economico
anche nel 2016 e le preoccupazioni
dettate dalla persistente debolezza
del commercio internazionale, che già
nel 2015 era cresciuto solo del 2,5%
a fronte del 3,7% del 2014, e che
nel 2016 si prevede crescerà ancor
meno, cioè del 2,1%.
Il ritmo di crescita globale appare infatti tuttora condizionato da molteplici
fattori di incertezza.
In primis i dubbi sulla solidità della ripresa dell’economia americana che
hanno indotto la Fed a interrompere
La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015
13
L’industria nautica | 1. Il 2015 in sintesi
il processo di normalizzazione della
politica monetaria, intrapreso nel corso
del 2015, per quanto i dati pubblicati
dal Governo americano a fine maggio
2016 abbiano rivisto al rialzo le stime
relative alla crescita del PIL.
Qualche timido segnale positivo inizia
a diradare l’incertezza che permea i
mercati emergenti. Nei primi mesi del
2016 gli indicatori congiunturali della
Cina (produzione industriale, investimenti fissi urbani, vendite al dettaglio)
stanno infatti dando deboli segnali di
stabilizzazione e, nel contempo, sono
cresciute le importazioni e le esportazioni, allontanando la possibilità di un
nuovo contributo negativo del gigante
asiatico al commercio mondiale. Lievi
cenni di miglioramento si ravvisano
anche in Brasile, per quanto in un
contesto ancora estremamente fragile in cui la crisi di fiducia e la contrazione del credito hanno penalizzato
gli investimenti, ma dove la domanda
interna e la bilancia dei pagamenti
hanno potuto beneficiare della riduzione delle importazioni (quale effetto
del forte aumento della disoccupazione) e del modesto recupero delle
esportazioni. Anche l’economia russa
accenna a un’inversione di tendenza,
con una minore caduta del PIL e contrazioni più contenute nei principali
indicatori congiunturali, nonché una
dinamica delle importazioni in fase di
inversione, per quanto esse appaiano
ancora in calo.
Quanto all’Eurozona, la ripresa dell’economia, avviatasi nel 2014 e proseguita lentamente per tutto il 2015, nei
primi mesi del 2016 ha registrato qualche timido segnale di ripresa del PIL,
e ciò fa sperare nel fatto che gli stimoli
della Bce stiano iniziando a produrre i
primi, seppur deboli, risultati di rafforzamento della domanda interna, assolutamente essenziale ora per controbilanciare la debolezza del commercio
14
estero. Tuttavia, dopo l’esito del referendum britannico del 23 giugno che
ha sancito la volontà del Regno Unito
di uscire dall’Unione Europea, pesano
adesso tutte le incertezze (politiche,
economiche, finanziarie e sociali) legate agli effetti che la Brexit porterà con
sé, al momento difficilmente prevedibili e quantificabili, anche per quanto
riguarda la dinamica del PIL, sia del
Regno Unito che degli altri Paesi. Così
come pesa, in ultimo ma non per importanza, il clima di sempre maggiore
vulnerabilità dei Paesi occidentali agli
attacchi terroristici, a cui si aggiungono le tensioni tra Stati Uniti e Turchia in
seguito alle accuse rivolte dal governo
di Ankara al governo di Washington
dopo il tentativo di golpe da parte
dell’esercito turco.
In tale contesto, il giudizio sulla performance economica italiana nella
prima parte dell’anno è complessivamente positivo, pur considerando
gli elementi di debolezza che ancora
permangono in alcuni settori e aree
del Paese. A causa del rallentamento della domanda estera, che frena
l’export, i consumi interni rappresentano oggi il principale motore della ripresa italiana.
L’industria italiana della
nautica
Nel contesto economico nazionale
in cui i consumi interni costituiscono,
come visto, il principale motore della
ripresa italiana, l’industria della nautica
rappresenta un’eccezione, continuando a trovare gran parte della propria
linfa vitale sui mercati internazionali e
confermando la sua leadership e la
sua straordinaria competitività a livello mondiale. Nel 2015, tuttavia, dopo
anni di difficoltà e con un mercato
domestico apparso “ridotto ai minimi
termini”, si è assistito ad una impor-
La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015
tante ripresa del fatturato interno, che
appare incoraggiante per il futuro.
I più importanti indicatori economici
che testimoniano una significativa ripresa del settore, tra cui anche quella del mercato interno, sono riassunti
dalla tabella 1.1.
Nel 2015 il fatturato globale del settore (calcolato esclusivamente sulle attività attinenti alla produzione
nautica delle aziende, a differenza di
quanto viene sovente divulgato nelle
comunicazioni corporate, che includono nei conteggi anche le attività
non-core) è stato pari a 2,9 miliardi di
euro, registrando, dopo anni di flessione, una crescita significativa, pari
al +17,1% rispetto al 2014 (figura
1.1). Il contributo predominante alla
sua crescita è ascrivibile al comparto
della cantieristica, che genera oltre la
metà del fatturato del settore (55%),
seguito dagli accessori (29%), i motori (9%), refitting, riparazione e rimessaggio (7%). Quanto alla ripartizione geografica del fatturato, il 65%
è originato sui mercati esteri, il 19%
sul mercato nazionale e il rimanente
16% proviene dalle importazioni. Al
fatturato globale il mercato italiano
vi ha contribuito con 950 milioni di
euro, crescendo del +21,3% rispetto
al 2014, andando ad invertire la tendenza negativa che lo aveva caratterizzato negli ultimi anni. E’ questo
un segnale molto importante che fa
intravvedere una ritrovata vitalità del
mercato delle unità da diporto anche dentro i confini nazionali: i dati
molto positivi dello stipulato leasing
nautico per il 2015 confermano il
risveglio della domanda interna e
soprattutto il ritorno della fiducia dei
clienti italiani. Coerentemente con la
crescita del mercato italiano, anche
la produzione nazionale per l’Italia,
pari a 550 milioni di euro nel 2015
nel suo complesso, ha messo a se-
gno un tasso di crescita a due cifre,
pari al +13,1%. La produzione italiana ha raggiunto per il 77% i mercati
esteri, mentre il 23% è stata collocata sul mercato italiano. Anche la
dinamica degli addetti (dipendenti
più addetti equivalenti) è contraddistinta dal segno positivo, registrando un incremento del +3% rispetto
al 2014 e raggiungendo le 18.130
unità. Oltre l’80% degli occupati
del settore sono impiegati nei due
comparti della costruzione di nuove
Tab. 1.1
La cantieristica
unità (8.990 addetti) e degli accessori (5.970 addetti). Infine, un ultimo
accenno al contributo che il settore
della nautica dà al PIL nazionale, evidenziando in tal modo il peso di tale
industria nell’economia del Paese:
considerando il valore della produzione a prezzi di mercato, nel 2015
l’industria italiana della nautica ha
generato l’1,75‰ del PIL nazionale, superando in valore i 2 miliardi di
euro e registrando un aumento del
+19% rispetto all’anno precedente.
All’interno dell’industria nautica il comparto della cantieristica è quello di maggiore rilievo, non solo nel panorama nazionale, ma anche in quello mondiale.
In base a quanto risulta dall’indagine
svolta da UCINA sulla base di questionari somministrati agli operatori
del settore, nel 2015 il fatturato della
cantieristica (intesa come costruzione
di nuove unità più le attività di refitting, riparazione e rimessaggio) è pari
Industria italiana della nautica, principali indicatori 2015 e
variazioni percentuali 2015 su 2014
Indicatore
Valore
Variazione 2015 su 2014
Fatturato globale
2,90 mld €
17,1%
Produzione nazionale per l’Italia
0,55 mld €
13,1%
Mercato italiano
0,95 mld €
21,3%
Addetti effettivi
18.130
3,0%
Contributo al PIL nazionale
1,75‰
19,0%
Nota: i dati riportati in questa tabella si riferiscono all’intera industria della nautica che include, oltre alla cantieristica (unità di nuova
costruzione più attività di refitting, riparazione e rimessaggio), anche i motori e gli accessori.
Fonte: elaborazione UCINA
Fig. 1.1
Industria italiana della nautica, andamento del fatturato globale
2000-2015
valori in miliardi di euro
7
6,20
6,18
6
5,73
5
4,97
3,54
4
2,93
3
4,25
3,82
3,42
3,36
3,26
2,90
2,43
2,50
2 2,43
2,48
1
0
2000
2005
2010
2015
La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015
15
L’industria nautica | 1. Il 2015 in sintesi
a 1.807 milioni di euro, di cui 1.600
generati dalle sole unità di nuova costruzione e 207 milioni dalle attività di
refitting, riparazione e rimessaggio. I
1.600 milioni di fatturato generati dalle
unità di nuova costruzione (in aumento del 20% rispetto al 2014) originano
per gran parte dalla produzione nazionale (1.576 milioni di euro). La produzione nazionale della cantieristica italiana considerata nel suo complesso è
collocata per l’86,4% sui mercati esteri
(1.540 milioni di euro) e, a loro volta, i
mercati extra UE assorbono il 74,5%
delle esportazioni nazionali (1.149 milioni). Sul mercato italiano è stato collocato il rimanente 13,6% della produzione nazionale (243 milioni di euro).
In termini occupazionali (considerando sia il numero di dipendenti che gli
addetti esterni) la sola cantieristica da
diporto italiana ha impiegato nel 2015
oltre 11.500 addetti sui 18.130 complessivi dell’industria nautica.
Nel contesto italiano, sulla base dei
dati ISTAT, la cantieristica da diporto
(identificata dal codice Ateco CL3012
Fig. 1.2
“Imbarcazioni da diporto e sportive”) rappresenta una componente
importante del comparto “Automazione-meccanica-gomma-plastica” il
quale (insieme all’Abbigliamento-moda, all’Arredo-casa e all’Alimentare-vini) costituisce uno dei quattro grandi
comparti dell’eccellenza manifatturiera italiana secondo un paradigma sviluppato dalla Fondazione Edison. Nel
2015 l’export complessivo dell’“Automazione-meccanica-gomma-plastica” è stato di 141 miliardi di euro e le
sole “Imbarcazioni da diporto e sportive”, con i loro 1,7 miliardi, vi hanno
contribuito per l’1,2%; in un ventennio
la loro incidenza è aumentata di 0,8
punti percentuali (nel 1995 era pari
allo 0,4%), mentre in valori assoluti
l’incremento dell’export della cantieristica da diporto è stato di 1,4 miliardi
di euro. Se si considera invece il saldo
commerciale, nel 2015 il contributo
delle “Imbarcazioni da diporto e sportive” all’intero comparto della Automazione-meccanica-gomma-plastica
è stato pari all’1,9%, in aumento di
1,3 punti percentuali rispetto al 1995
(0,6%); nel periodo considerato il saldo commerciale generato dal comparto della cantieristica da diporto è
aumentato di 1,3 miliardi, passando
da 215 milioni a 1,5 miliardi.
È inoltre interessante notare quanto
pesano le “Imbarcazioni da diporto e
sportive” nel comparto specifico degli
“Altri mezzi di trasporto” (ossia i mezzi
di trasporto diversi dagli autoveicoli che,
oltre alle unità da diporto, comprendono nello specifico le navi e strutture
galleggianti; le locomotive e materiale
rotabile ferro-tranviario; gli aeromobili,
veicoli spaziali e relativi dispositivi; veicoli militari, motocicli e biciclette): la loro
incidenza nel comparto è passata dal
6,2% del 1995 al 13,9% del 2015 in
termini di export e dal 10,5% al 26,2%
in termini di saldo commerciale (figura
1.2). Negli ultimi venti anni, dunque, appare più che raddoppiata.
Come accennato nella premessa, tra
i settori di più forte specializzazione
dell’Italia (ossia i prodotti che, nella
suddivisione a 4 cifre della classificazione Ateco 2007, presentano un saldo commerciale superiore a 1,5 miliar-
Peso del settore “imbarcazioni da diporto e sportive” nel
comparto specifico degli “altri mezzi di trasporto”: 1995-2015
classificazione Ateco
30%
26,2%
25%
20%
13,9%
15%
10%
10,5%
6,2%
La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015
2015
Incidenza Saldo
Fonte: elaborazione Fondazione Edison su dati Istat
quello dei farmaci confezionati, delle
macchine per riempire, chiudere, tappare o etichettare bottiglie, scatole o
altri contenitori, divani e sedie imbottite, parti di macchine per imballaggio e
di pompe per aria o per vuoto e cappe
aspiranti, e che colloca le imbarcazioni
da diporto e sportive al ventesimo posto in Italia (sugli oltre 5.000 prodotti
censiti) tra i comparti con il più elevato
saldo commerciale (tabella 1.3).
Classifica dei 20 prodotti il cui export è cresciuto di più negli
ultimi 20 anni: 1995-2015
valori in milioni di euro; prodotti che nel 2015 presentano un saldo commerciale superiore a 1,5
miliardi di euro; classificazione Ateco a 4 cifre
Classi
1995
2015
Var %
2015/1995
1
2
3
4
5
Imbarcazioni da diporto e sportive
Prodotti petroliferi raffinati
Prodotti per toletta: profumi, cosmetici, saponi e simili
Articoli da viaggio, borse e simili, pelletteria e selleria
Macchine e apparecchi di sollevamento e movimentazione
Motori e turbine, esclusi i motori per aeromobili,
veicoli e motocicli
Motori, generatori e trasformatori elettrici
Aeromobili, veicoli spaziali e relativi dispositivi
Vini di uve
Macchine per impieghi speciali n.c.a
(incluse parti e accessori)
Altre pompe e compressori
Altri rubinetti e valvole
Attrezzature di uso non domestico
per la refrigerazione e la ventilazione
Paste alimentari, cuscus e prodotti farinacei simili
Altri prodotti in metallo n.c.a.
Altre macchine di impiego generale n.c.a.
Macchine per l'industria alimentare,
delle bevande e del tabacco
Tubi, condotti, profilati cavi e relativi accessori
in acciaio (esclusi quelli in acciaio colato)
Altri prodotti della lavorazione e
conservazione di frutta e ortaggi
Macchine utensili per la formatura dei metalli
290,1
2.335,5
723,8
1.393,4
1.575,3
1.701,7
12.359,4
3.719,0
6.129,7
5.359,7
486,6%
429,2%
413,8%
339,9%
240,2%
1.662,7
5.612,3
237,5%
1.512,6
1.760,4
1.729,7
5.070,4
5.818,5
5.390,4
235,2%
230,5%
211,6%
2.132,9
6.164,0
189,0%
2.286,4
2.189,7
6.601,4
6.171,2
188,7%
181,8%
2.052,6
5.748,8
180,1%
723,8
2.446,1
3.644,2
1.858,2
6.197,4
9.034,5
156,7%
153,4%
147,9%
1.336,8
3.295,0
146,5%
2.169,2
5.328,5
145,6%
1.226,7
2.842,1
131,7%
1.678,1
3.868,0
130,5%
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
19
1995
2015. Inoltre l’analisi condotta sugli
oltre 5.000 prodotti contemplati dalla
classificazione internazionale HS96
a 6 digit evidenzia come lo scambio
commerciale di “barche e panfili da diporto o da sport con motore entrobordo”, generi uno dei maggiori surplus
dell’Italia, pari a 1,6 miliardi di dollari
nel 2015. Si tratta di un valore di poco
inferiore a quello di altri pilastri storici
del made in Italy, come i mobili in legno
e le piastrelle ceramiche, e superiore a
Rank
18
Incidenza Export
16
Tab. 1.2
17
5%
0%
di di euro), le “Imbarcazioni da diporto
e sportive” sono il prodotto che negli
ultimi vent’anni ha sperimentato il miglior incremento dell’export (davanti
anche ai preparati farmaceutici, questi ultimi protagonisti di un formidabile
boom nell’ultimo quinquennio), registrando nel 2015 un valore dell’export
pari a quasi sei volte il valore del 1995
(+486%). Come si può vedere dalla tabella 1.2 l’export è passato da
290 milioni del 1995 a 1,7 miliardi del
20
Fonte: elaborazione Fondazione Edison su dati Istat
La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015
17
Tab. 1.3
I prodotti italiani esportati all’estero che generano i più elevati
saldi commerciali: anno 2015
valori in milioni di dollari; classificazione HS 96
Rank
Prodotti
Saldo
1
Rubinetteria e valvolame
4.426
2
Oli leggeri e preparazioni di oli di petrolio o di materiali bituminosi, diversi dagli oli greggi
4.390
3
Vini di uve fresche
4.379
4
Minuterie ed oggetti di gioielleria e loro parti
4.373
5
Autoveicoli da turismo, incl. gli autoveicoli del tipo "break"
e le auto da corsa, di cilindrata > 3.000 cm
3.314
6
Parti e accessori, di trattori, autoveicoli per il trasporto di 10 o più persone
2.999
7
Borsette, anche a tracolla, incl. quelle senza impugnatura, con superficie esterna di pelli
2.909
8
Autoveicoli da turismo, incl. gli autoveicoli del tipo "break"
e le auto da corsa, di cilindrata > 1.500 cm, ma <= 3.000 cm
2.411
9
Macchine ed apparecchi per impacchettare o imballare le merci
2.329
10
Piastrelle e lastre da pavimentazione o da rivestimento, verniciate o smaltate, di ceramica
2.255
11
Calzature con suola esterna e tomaia di cuoio naturale
2.216
12
Autoveicoli per il trasporto di merci di peso a pieno carico =< 5 t
2.214
13
Occhiali da sole
2.096
14
Macchine ed apparecchi meccanici
1.916
15
Paste alimentari (non cotte né farcite né altrimenti preparate, non contenenti uova)
1.805
16
Parti di mobili diversi dai mobili per sedersi
1.787
17
Articoli in ferro o acciaio
1.758
18
Mobili di legno
1.707
19
Piastrelle e lastre da pavimentazione o da rivestimento
(non verniciate né smaltate) di ceramica
1.700
20
Barche e panfili da diporto o da sport, con motore entrobordo
1.634
21
Farmaci confezionati
1.514
22
Oli medi e preparazioni provenienti da oli di petrolio o di minerali bituminosi
1.476
23
Medicamenti, contenenti ormoni o altri steroidi utilizzati come ormoni
1.434
24
25
Calzature con suola esterna di gomma, di materia plastica,
di cuoio naturale o ricostituito e tomaia di cuoio naturale
Macchine ed apparecchi per riempire, chiudere, tappare
o etichettare bottiglie, scatole, sacchi o altri contenitori
1.408
1.341
26
Prodotti in materie plastiche
1.295
27
Mobili per sedersi con intelaiatura di legno imbottiti (esclusi divani letto)
1.277
28
Conduttori elettrici per tensioni inferiori agli 80 V
1.252
29
Parti di macchine per imballaggio
1.203
30
Parti di pompe per aria o per vuoto e cappe aspiranti
1.199
Fonte: elaborazione Fondazione Edison su dati ITC - UN Comtrade
18
La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015
L’industria della
nautica in Italia
2.
2.a Fatturato
Nel presente paragrafo vengono presentati i dati relativi all’industria nautica in Italia, composta da:
• cantieristica - costruzione di nuove
unità da diporto (I)
• cantieristica - refitting, riparazione
e rimessaggio (II)
• accessori (III)
• motori (IV)
I dati sono frutto di elaborazione di
Fig. 2.1
questionari UCINA, arrotondati alle
decine di migliaia di euro.
Il fatturato complessivo del settore della nautica in Italia, ammonta a circa 2,9
miliardi di euro, derivante per l’84% da
produzione nazionale e per il 16% dalla vendita di prodotti di importazione.
La produzione nazionale genera un
fatturato di oltre 2,4 mld €, di cui il
77% è diretto all’estero, prevalentemente (68%) verso Paesi extra UE.
Sul mercato nazionale vengono col-
Peso % dei
sottosettori
dell’industria nautica
anno 2015
Fig. 2.2
9%
locate vendite per oltre 550 mln €, a
cui si aggiunge un valore di prodotti di
importazione pari a quasi 400 milioni:
per questo il valore del fatturato collocato in Italia sfiora il miliardo di euro.
Infine, è importante menzionare il saldo della bilancia commerciale dell’industria nautica, decisamente positivo,
che supera 1,4 mld €.
La figura 2.1 mostra il peso dei diversi
sottosettori dell’industria nautica.
La figura 2.2 evidenzia l’importanza
Ripartizione del
fatturato globale
dell’industria nautica
anno 2015
16%
19%
29%
55%
7%
65%
Costruzione di nuove unità
Sul mercato nazionale (a)
Refitting, riparazione e rimessaggio
Per esportazione (b)
Accessori
Importazioni
Motori
La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015
21
L’industria nautica | 2. L’industria della nautica in Italia
Tab. 2.1
Tutti i comparti dell’industria nautica
anno 2015, valori in euro
Cantieristica
Costruzione di nuove
unità (I)
Refitting, riparazione
e rimessaggio (II)
Accessori (III)
Motori (IV)
Totale industria nautica
1.576.170.000
207.150.000
592.860.000
57.060.000
2.433.240.000
83,9%
137.740.000
105.550.000
294.070.000
12.890.000
550.250.000
22,6%
1.438.430.000
101.600.000
298.790.000
44.170.000
1.882.990.000
77,4%
364.010.000
27.430.000
185.250.000
23.410.000
600.100.000
31,9%
1.074.420.000
74.170.000
113.540.000
20.760.000
1.282.890.000
68,1%
Importazioni
24.070.000
-
243.380.000
197.780.000
465.230.000
16,1%
provenienti da Paesi UE
20.460.000
-
128.990.000
174.050.000
323.500.000
69,5%
3.610.000
-
114.390.000
23.730.000
141.730.000
30,5%
18.050.000
-
184.970.000
191.850.000
394.870.000
84,9%
6.020.000
-
58.410.000
5.930.000
70.360.000
15,1%
saldo esportazioni - importazioni
1.414.360.000
101.600.000
55.410.000
-153.610.000
1.417.760.000
-
Fatturato globale
1.600.240.000
207.150.000
836.240.000
254.840.000
2.898.470.000
100%
destinazione finale all'estero (b+d)
1.444.450.000
101.600.000
357.200.000
50.100.000
1.953.350.000
67,4%
155.790.000
105.550.000
479.040.000
204.740.000
945.120.000
32,6%
Produzione nazionale
per il mercato nazionale (a)
per esportazione (b)
di cui verso Paesi UE
di cui verso Paesi extra UE
provenienti da Paesi extra UE
vendute in Italia (c)
vendute all'estero (d)
destinazione finale Italia (a+c)
delle esportazioni nella composizione
del fatturato dell’industria nautica.
Nell’ambito di un quadro economico fortemente negativo dal 2008 ad
oggi, con una sostanziale incertezza
sui tempi della ripresa, l’industria nautica ha dovuto fronteggiare una forte
Tab. 2.2
riduzione della domanda nei mercati
tradizionali, con evidenti conseguenze sulla produzione del settore.
La figura 2.3 intende mostrare l’andamento del mercato tra il 2010 e il
2015, evidenziando in particolare la
destinazione delle vendite in Italia,
che tornano finalmente a crescere
(+21,3%), invertendo la tendenza in
atto da diversi anni.
La tabella 2.2 riporta i valori del fatturato, relativi agli anni 2010-2015 e
le variazioni percentuali tra gli ultimi
due anni. Il valore della produzione
nazionale mostra una crescita di oltre
il 15%, derivante da un incremento di
entrambe le sue componenti, mentre
le importazioni aumentano di oltre il
25%. Complessivamente, quindi, il
fatturato globale ha un incremento di
oltre il 17%.
La figura 2.4 evidenzia graficamente
la crescita dell’ultimo biennio e il diverso peso dei settori.
La figura 2.5 evidenzia con chiarezza
le dinamiche sinora esposte, in particolare si osserva come il valore della
produzione nazionale dell’industria
Tutti i comparti dell’industria nautica, andamento 2010-2015
valori in euro
Anno
Produzione nazionale
per il mercato nazionale (a)
Produzione nazionale
per export (b)
Produzione nazionale
(a+b)
Importazioni
(c)
Saldo
Export-Import
Fatturato globale
(a+b+c)
2010
1.160.770.000
1.610.810.000
2.771.580.000
587.310.000
1.023.500.000
3.358.890.000
2011
939.120.000
1.918.230.000
2.857.350.000
556.420.000
1.361.810.000
3.413.770.000
2012
604.210.000
1.476.500.000
2.080.710.000
416.540.000
1.059.960.000
2.497.250.000
2013
479.060.000
1.589.500.000
2.068.560.000
356.450.000
1.233.050.000
2.425.010.000
2014
486.570.000
1.618.190.000
2.104.760.000
370.660.000
1.247.530.000
2.475.420.000
2015
550.250.000
1.882.990.000
2.433.240.000
465.230.000
1.417.760.000
2.898.470.000
13,1%
16,4%
15,6%
25,5%
Variaz. % 15-14
22
cresca più di quello delle importazioni.
La figura 2.6 mostra la destinazione
delle vendite dei prodotti italiani, prevalentemente rivolta ai mercati esteri.
Si segnala come questa tendenza sia
in atto a partire dal 2008.
La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015
17,1%
La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015
23
L’industria nautica | 2. L’industria della nautica in Italia
Fig. 2.3
Tutti i comparti: andamento dati di fatturato 2010-2015
valori in miliardi di euro
3,41
3,36
3,00
3,00
2,50
2,50
2,77
2,00
2,86
1,70
2,08
1,44
1,50
0,95
1,00
2,90
2,43
2,48
2,07
2,10
0,79
0,78
2,43
2,43
2,50
2,00
1,50
0,95
1,00
0,47
0,50
0,50
-
2010
2011
2012
Fatturato globale
Fig. 2.4
2013
Produzione nazionale
2014
2015
0,00
2010
Destinazione finale Italia
Ripartizione 2013-2015 del fatturato globale per comparto
valori in miliardi di euro
2,00
2011
2012
Produzione nazionale (a+b)
Fig. 2.6
2013
2014
2015
Importazioni (c)
Tutti i comparti: ripartizione produzione nazionale per mercato
di sbocco, andamento 2010-2015
valori percentuali
90%
1,81
1,80
1,60
Tutti i comparti: composizione del fatturato globale,
andamento 2010-2015
valori in miliardi di euro
3,50
4,00
3,50
Fig. 2.5
80%
70%
1,45 1,47
60%
1,40
50%
1,20
67%
0,76 0,78
0,80
0,84
77%
77%
77%
23%
23%
23%
2013
2014
58%
42%
33%
40%
1,00
71%
30%
29%
20%
0,60
10%
0,40
0,22 0,22 0,25
0,20
0,00
2010
2011
Export
Cantieristica
2013
24
0%
Accessori
2014
La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015
2012
2015
Mercato italiano
Motori
2015
La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015
25
L’industria nautica | 2. L’industria della nautica in Italia
2.b Addetti
Per quanto riguarda l’impatto del
settore nautico sul mercato del lavoro, le tabelle 2.3 e 2.4 illustrano i
risultati ottenuti dall’analisi dei dati
stimati tramite i questionari UCINA.
I lavoratori impiegati nei quattro sottosettori sono stati suddivisi in lavoratori alle dirette dipendenze dell’impresa in modo continuativo, e addetti
esterni, impiegati nell’impresa con
contratti atipici.
I lavoratori dipendenti per il settore
nautico complessivamente ammontano a 16.750 unità (contro le 16.400
dell’anno precedente), di cui quasi la
metà impiegati nella produzione e
importazione di nuove unità. Analoga ripartizione per gli addetti esterni, complessivamente quasi 2.000,
contro i 1.800 nel 2014.
Gli addetti esterni in media lavorano
presso le imprese per un periodo di
tempo pari a circa 9 mesi e oltre il
65% viene utilizzato per più di 11
mesi all’anno.
Osservando la tabella 2.3 è possibile
evincere il dato relativo ai cosiddetti
“addetti equivalenti a tempo pieno”,
che risultano dalla conversione dei
volumi di lavoro degli addetti esterni
(numero lavoratori e durata, in mesi,
dei rispettivi contratti) in impieghi
a tempo pieno. Il numero di addetti equivalenti dell’industria nautica
ammonta a 1.380 (contro i 1.190
dell’anno precedente), gran parte dei
quali assorbiti dalla produzione e importazione di nuove unità. Sommando il numero di addetti equivalenti al
numero di dipendenti si ottiene il numero di lavoratori effettivi.
Le persone impiegate nei comparti
della nautica da diporto salgono così
a 18.130 (contro 17.590 del 2014),
con una crescita del 3%.
La figura 2.7 mostra il fatturato medio generato da ogni dipendente e
ogni addetto effettivo nei diversi sottosettori.
Fig. 2.7
Fatturato per addetto
anno 2015, valori in migliaia di euro
500
439
450
398
400
350
300
250
200
198
178
143 140
150
91
100
82
50
Tab. 2.3
0
Addetti equivalenti ed effettivi
anno 2015
Sottosettori
Dipendenti
Addetti equivalenti
Addetti effettivi
Costruzione di nuove unità
8.070
920
8.990
Refitting, riparazione e rimessaggio
2.270
260
2.530
Accessori
5.830
140
5.970
580
60
640
16.750
1.380
18.130
Motori
Totale addetti
Tab. 2.4
Costruzione di nuove unità
Refitting, riparazione e
rimessaggio
Fatturato per dipendente
Accessori
Motori
Fatturato per addetto effettivo
L’impatto del settore nautico sul mercato del lavoro
anno 2015
% Addetti in
esclusiva su totale
addetti esterni
Dipendenti +
addetti esterni
Numero medio
mesi di utilizzo
addetti esterni
% utilizzo per più
di 11 mesi all'anno
% utilizzo per più
di 6 mesi all'anno
Dipendenti
Addetti Esterni
di cui: Addetti
esterni in esclusiva
Costruzione di nuove unità
8.070
1.220
440
36%
9.290
9
60%
80%
Refitting, riparazione e
rimessaggio
2.270
450
160
36%
2.720
7
15%
80%
Accessori
5.830
190
80
42%
6.020
9
70%
80%
580
60
60
100%
640
12
90%
95%
16.750
1.920
740
39%
18.670
9
65%
83%
Sottosettori
Motori
TOTALI
26
La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015
La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015
27
L’industria nautica | 2. L’industria della nautica in Italia
2.c Contributo al PIL
Il calcolo dell’impatto del settore sul
PIL utilizza la metodologia delle “matrici input-output”, matrici che servono
a misurare la quantità di prodotto che
ciascun settore produttivo acquista da
ciascuno degli altri.
I dati utilizzati sono stati ottenuti inviando appositi questionari ad un
opportuno campione stratificato secondo il comparto di appartenenza
(cantieristica, accessori, motori) e la
dimensione del fatturato nautico.
Il contributo al PIL del settore della
nautica è determinato dal valore della
produzione del settore a prezzi di mer-
cato. Ad esso si giunge sommando:
• valore aggiunto dei comparti (pari al
29% del fatturato totale);
• costi intermedi dei comparti: cantieristica, accessori e motori, al
netto degli acquisti che ciascun
comparto effettua presso gli altri
(stimati sulla base di una opportuna indagine tramite questionari su
campione stratificato per comparto
di appartenenza) ovvero i costi derivanti dalle transazioni interindustriali
riguardanti beni e servizi intermedi
affluiti dalle branche di origine alle
branche di impiego e da queste
ultime utilizzate come input dei rispettivi processi produttivi;
• margini di intermediazione per collocazione della produzione sul mercato (pari al 12% dei fatturati della
sola cantieristica).
Il contributo della nautica al PIL, come
valore della produzione a prezzi di
mercato, supera i 2 miliardi di euro,
con un aumento del 19% rispetto allo
scorso anno. Tale valore è formato per
il 29% dal valore aggiunto, per il 59%
dai costi intermedi dei comparti (che
quantificano implicitamente l’ammontare dell’indotto a monte del settore
nautico) e per il restante 11% dai margini di intermediazione per la cantieristica (tabella 2.5).
La figura 2.8 mostra il contributo del-
la nautica da diporto al PIL italiano, in
deciso aumento nel 2015, dopo l’iniziale ripresa già vista nel 2014.
Il rapporto tra il contributo al PIL derivante dall’industria della nautica da diporto
nel suo complesso e il PIL dell’Italia in
valori assoluti (figura 2.9) rappresenta pertanto l’andamento dell’apporto
dell’industria nautica al prodotto interno
Fig. 2.8
3
Il contributo della nautica al PIL
anno 2015
Valore aggiunto dei comparti
Costi intermedi della cantieristica
Costi intermedi del settore degli accessori
Costi intermedi del settore dei motori
Totale costi intermedi (indotto a monte)
2,00
Valori in euro
peso
695.630.000
29,3 %
1.102.510.000
236.570.000
69.140.000
11,4%
Contributo al PIL 2015
2.374.960.000
100%
Contributo al PIL 2014
1.995.570.000
28
La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015
1,75‰
+19,0%
‰
1,44
-2,1%
+2,0%
1,46‰
1,43‰
2
1,50
0,50
271.110.000
Peso del contributo al PIL della nautica rispetto al PIL
nazionale ‰ 2015
Peso del contributo al PIL della nautica rispetto al PIL
nazionale ‰ 2014
+2,0%
‰
2,00
-29,9%
1,97‰
1
59,3%
Variazione contributo al PIL 2015-2014
Evoluzione 2010-2015 del contributo della nautica al PIL
valori in miliardi di euro, variazioni percentuali annuali
1,00
1.408.220.000
Margini intermediazione per collocamento produzione
sul mercato
nale, essendo la nautica da diporto un
mercato ad alta elasticità del reddito.
Si osservi che il settore della nautica
da diporto appare crescere anche
quando il PIL nazionale resta costante
o lievemente negativo: ciò accade ad
esempio se il PIL dei Paesi destinatari
delle esportazioni cresce.
4
2,50
Tab. 2.5
lordo italiano. Nel 2015 tale rapporto è
quantificabile nell’1,75‰, avvicinandosi ai valori del 2011.
La figura 2.10 rappresenta l’andamento delle variazioni percentuali del PIL
italiano e del PIL della nautica da diporto. Tale andamento appare simile:
la variazione del PIL della nautica da
diporto amplifica quella del PIL nazio-
0-
2010
2010
2011
2011
2012
2012
2013
2013
2014
2014
2015
2015
19,0%
1,75 ‰
1,46 ‰
La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015
29
Fig. 2.9
Peso del contributo al PIL della nautica rispetto al PIL Italia
2010 - 2015
valori ‰
2,50
2,00
2,00‰
1,97‰
1,75‰
1,44
‰
1,43‰
1,50
1,46‰
1,00
0,50
-
2010
Fig. 2.10
2011
2012
2013
2014
2015
Evoluzione 2007 - 2015 della variazione del contributo della
nautica al PIL e del PIL nazionale
variazioni percentuali annuali
30%
19,0%
20%
10%
7,4%
-0,3%
0%
1,9%
-1,0%
-10%
1,3%
2,0%
2,0%
0,4%
-5,0%
-2,1%
-2,4%
-1,9%
-0,4%
0,8%
2014
2015
-20%
-23,4%
-30%
-40%
-29,9%
-30,3%
2007
2008
2009
2010
Variazione PIL Italia
30
La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015
2011
2012
Variazione PIL nautica
2013
La cantieristica
3.
Il comparto della cantieristica comprende la produzione e importazione
delle nuove unità da diporto e le attività di refitting, riparazione e rimessaggio.
La figura 3.1 mostra l’andamento di
tale mercato negli anni 2010-2015,
evidenziando come dal 2012 il fatturato complessivo e quello relativo
alla produzione nazionale si siano
dapprima assestati e abbiano poi
dato i primi segni di ripresa. Le vendite sul territorio nazionale, comprensive sia delle nuove unità prodotte in Italia, sia delle importazioni,
seguono lo stesso andamento con
un ritardo di un anno.
Fig. 3.1
2,50
2,00
3.a Costruzione di
nuove unità da diporto
Il faturato italiano della costruzione
di nuove unità da diporto per l’anno
2015 supera 1,6 mld €, quasi interamente derivanti da produzione nazionale (tabella 3.1).
La destinazione principale delle vendite sono i Paesi extraeuropei (75%
delle esportazioni). Sul mercato nazionale vengono collocate vendite per
oltre 137 mln €, che, sommate ai 18
mln € di importazioni, compongono
un valore di fatturato collocato in Italia
pari a circa 156 mln €.
Nella tabella 3.2 sono riportati i valori
dei fatturati relativi al periodo 2010-
Cantieristica: andamento dati di fatturato 2010 - 2015
valori in miliardi di euro
2,18
2,21
2,05
2,14
1,81
1,46
1,45
1,50
1,43
1,00
2015 con un confronto sulla variazione percentuale negli ultimi due anni.
Il fatturato totale registra un aumento
del 20% rispetto all’anno precedente.
La produzione nazionale per il mercato nazionale mostra la crescita con la
percentuale maggiore (+60%), ma in
valore assoluto l’aumento più importante si ha nell’export.
Dall’analisi della figura 3.2 emerge
chiaramente l’importanza della produzione italiana esportata (90%), e
il minor valore della produzione collocata sul mercato interno (8%). Le
importazioni hanno un ruolo marginale nella composizione del fatturato,
anche per il fatto che, a seguito della
crisi del mercato italiano, le dinamiche
1,47
1,43
1,46
0,20
0,20
1,78
0,86
0,62
0,31
0,50
-
2010
2011
Fatturato globale
2012
2013
Produzione nazionale
2014
0,26
2015
Destinazione finale Italia
La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015
33
L’industria nautica | 3. La cantieristica
Tab. 3.1
Fig. 3.2
Produzione e importazione di nuove unità
anno 2015
Produzione e importazione di nuove unità: ripartizione del
fatturato globale
valori percentuali, anno 2015
Valori in €
Valori %
1.576.170.000
98%
137.740.000
9%
1.438.430.000
91%
364.010.000
25%
1.074.420.000
75%
Importazioni
24.070.000
2%
provenienti da Paesi UE
20.460.000
85%
3.610.000
15%
Produzione nazionale per esportazione (b)
18.050.000
75%
Importazioni (c)
6.020.000
25%
Fatturato globale
1.600.240.000
100%
destinazione finale all'estero (b+d)
1.444.450.000
90%
155.790.000
10%
Produzione nazionale
per il mercato nazionale (a)
per esportazione (b)
di cui verso Paesi UE
di cui verso Paesi extra UE
provenienti da Paesi extra UE
vendute in Italia (c)
vendute all'estero (d)
destinazione finale Italia (a+c)
commerciali di numerosi marchi prevedono una vendita diretta da parte
delle case madri.
L’andamento del settore nel periodo
2010-2015 (figura 3.3) evidenzia la
sempre maggiore importanza della produzione nazionale rispetto alle
importazioni. La maggiore importanza dell’export rispetto alle vendite
Tab. 3.2
sul mercato nazionale è invece rappresentata nella figura 3.4, che mostra come la forbice tra queste due
grandezze abbia conosciuto un forte
aumento dal 2010 al 2013, per mostrare poi una inversione di tendenza
nel 2015.
Il settore della produzione e importazione di nuove unità rappresenta
la parte costitutiva e fondamentale
dell’industria della nautica da diporto,
ed è a sua volta suddiviso in sottosettori di specializzazione merceologica.
L’analisi dettagliata di tali comparti
permette di individuare quali siano le
tipologie di unità da diporto maggiormente richieste dal mercato.
Le imbarcazione prodotte sono sud-
2%
8%
Produzione nazionale per il mercato nazionale (a)
90%
divise per le seguenti tipologie:
• unità a motore entrobordo (eb), entrofuoribordo (efb) e idrogetto;
• unità a motore fuoribordo (fb);
• unità a vela;
• unità pneumatiche;
• unità minori1.
Dalle tabelle 3.3 e 3.4 si evince la netta prevalenza del fatturato derivante
dalla vendita di unità da diporto con
motore entrobordo, entrofuoribordo
e idrogetto, che ammonta a oltre 1,4
mld € (90% del fatturato globale), in
gran parte derivante dalla produzione nazionale. Tale produzione viene
in gran parte destinata all’estero, con
l’eccezione delle unità minori.
La tabella 3.4 illustra la variazione
percentuale delle diverse componenti
di fatturato all’interno di ciascun sot-
Produzione e importazione di nuove unità,
andamento 2010- 2015
valori in euro
Anno
Produzione nazionale
per il mercato nazionale (a)
Produzione nazionale
per esportazione (b)
Produzione nazionale
(a+b)
Importazioni
(c)
Saldo
Export-Import
Fatturato globale
(a+b+c)
2010
616.730.000
1.263.420.000
1.880.150.000
125.890.000
1.137.530.000
2.006.040.000
2011
413.780.000
1.546.900.000
1.960.680.000
86.250.000
1.460.650.000
2.046.930.000
2012
176.490.000
1.088.170.000
1.264.660.000
32.160.000
1.056.010.000
1.296.820.000
2013
90.200.000
1.196.970.000
1.287.170.000
21.200.000
1.175.770.000
1.308.370.000
2014
86.090.000
1.229.270.000
1.315.360.000
18.410.000
1.210.860.000
1.333.770.000
2015
137.740.000
1.438.430.000
1.576.170.000
24.070.000
1.414.360.000
1.600.240.000
60,0%
17,0%
19,8%
30,7%
Variaz. % 15-14
34
tosettore, al fine di comprendere in
modo più approfondito le dinamiche
intervenute nel corso del 2015.
Il primo dato che emerge dall’analisi
della tabella è che tutte le variazioni
sono positive. Si segnala inoltre la forte crescita della produzione venduta
sul mercato nazionale (+60% rispetto
al 2014), con particolare riferimento
alle unità a vela (+115%).
La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015
20,0%
1. Per unità minori s’intendono unità rigide
non a vela < 2,5 m, unità pneumatiche <
2,5 m, unità a vela < 2,5 m, derive e tavole
a vela, moto d’acqua PWC, canoe, kajak,
pattini, pedalò, jole, mosconi.
La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015
35
L’industria nautica | 3. La cantieristica
Tab. 3.3
Composizione del fatturato dei sottocomparti
anno 2015, valori in euro
Tipologie
merceologiche
Produzione nazionale per il
mercato nazionale (a)
Produzione nazionale
per esportazione (b)
Produzione nazionale
(a+b)
Importazioni
(c)
Saldo Export-Import
Fatturato globale
(a+b+c)
96.440.000
1.326.070.000
1.422.510.000
17.520.000
1.308.550.000
1.440.030.000
4.230.000
17.090.000
21.320.000
1.870.000
15.220.000
23.190.000
Unità a vela
20.060.000
50.300.000
70.360.000
2.720.000
47.580.000
73.080.000
Unità pneumatiche
15.510.000
44.470.000
59.980.000
1.510.000
42.960.000
61.490.000
1.500.000
500.000
2.000.000
450.000
50.000
2.450.000
137.740.000
1.438.430.000
1.576.170.000
24.070.000
1.414.360.000
1.600.240.000
Unità eb. efb. idrogetto
Unità rigide con motore fb.
Unità minori
Totali
Tab. 3.4
Variazione del fatturato dei sottocomparti
variazioni percentuali 2015/2014
Tipologie
merceologiche
Produzione nazionale per il
mercato nazionale (a)
Produzione nazionale
per esportazione (b)
Produzione nazionale
(a+b)
Importazioni
(c)
Saldo Export-Import
Fatturato globale
(a+b+c)
54,9%
17,0%
19,0%
15,9%
17,0%
19,0%
9,6%
32,5%
27,2%
192,2%
24,1%
33,3%
114,8%
13,5%
31,1%
86,3%
11,0%
32,6%
Unità pneumatiche
63,4%
15,2%
24,8%
57,3%
14,2%
25,4%
Unità minori
32,7%
42,9%
35,1%
87,5%
-54,5%
42,4%
Totali
60,0%
17,0%
19,8%
30,7%
16,8%
20,0%
Unità eb. efb. idrogetto
Unità rigide con motore fb.
Unità a vela
Tab. 3.5
Peso dei sottocomparti sul fatturato globale
anno 2015, valori percentuali
Tipologie
merceologiche
Produzione nazionale
per il mercato nazionale (a)
Produzione nazionale
per export (b)
Produzione nazionale
(a+b)
Importazioni
(c)
Fatturato globale
(a+b+c)
70,0%
92,2%
90,3%
72,8%
90,0%
3,1%
1,2%
1,4%
7,8%
1,4%
Unità a vela
14,6%
3,5%
4,5%
11,3%
4,6%
Unità pneumatiche
11,3%
3,1%
3,8%
6,3%
3,8%
1,1%
0,0%
0,1%
1,9%
0,2%
100%
100%
100%
100%
100%
Unità eb. efb. idrogetto
Unità rigide con motore fb.
Unità minori
Totali
36
La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015
La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015
37
L’industria nautica | 3. La cantieristica
Fig. 3.3
Produzione e importazione di nuove unità: composizione del
fatturato globale, andamento 2010-2015
valori in miliardi di euro
2,00
1,80
1,58
1,60
Focus. I superyacht
Al fine di evidenziare l’andamento del settore relativo ai produttori di imbarcazioni maggiori di 24 metri, vengono presentate le
statistiche relative ad un campione rappresentativo di produttori italiani di superyacht. La tabella riporta i dati relativi ai questionari interamente compilati e pertanto al netto delle imprese che hanno risposto solo parzialmente.
Dalla tabella si evince la crescita del fatturato derivante dalla produzione nazionale (+24%) e una ripresa del mercato nazionale,
che aveva risentito molto della crisi economica.
La produzione italiana di superyacht: analisi di un campione
valori in euro
1,40
1,20
1,00
0,80
0,60
0,40
0,20
0,02
0,00
2010
2011
2012
Produzione nazionale (a+b)
2013
2014
2015
Importazioni (c)
Anno
Produzione nazionale
per il mercato nazionale (a)
Produzione nazionale
per export (b)
Produzione nazionale
(a+b)
2010
112.900.000
580.460.000
693.360.000
2011
126.960.000
666.490.000
793.450.000
2012
52.980.000
493.170.000
546.140.000
2013
5.180.000
685.550.000
690.730.000
2014
7.370.000
688.510.000
695.890.000
2015
22.930.000
839.710.000
862.640.000
211%
22%
24%
Variazione 2015-2014
Fig. 3.4
Produzione nazionale di nuove unità: ripartizione fatturato
per mercato di sbocco, andamento 2010-2015
valori percentuali
100%
90%
86%
80%
79%
70%
60%
93%
93%
91%
Per comprendere appieno il trend del mercato italiano delle unità a vela non è sufficiente analizzare l’andamento dei dati desunti dai bilanci. Infatti, per la consistente parte di unità estere venduta direttamente dalle case madri, le aziende distributrici
fatturano le sole provvigioni e non il valore effettivo di vendita.
Per non sottostimare il dato relativo alle vendite di unità estere in Italia è stato analizzato un campione rappresentativo di produttori e di importatori di unità a vela inferiori a 24 metri, rivalutando le importazioni al valore effettivo di vendita, anziché ai soli
margini di commercializzazione.
I risultati confermano la ripresa del mercato e mostrano un aumento sensibile di tutte le grandezze; in particolare si evidenzia il peso
della quota dell’import (quasi il 40% del totale) e la forte crescita della produzione italiana esportata, che triplica fra il 2014 e il 2015.
67%
50%
40%
33%
21%
30%
14%
20%
10%
0%
2010
2011
Export
2012
Mercato italiano
Focus. Il mercato italiano delle unità a vela
7%
7%
9%
2013
2014
2015
Unità a vela, analisi di un campione
valori in euro
Produzione
nazionale
per il mercato
nazionale (a)
Produzione
nazionale
per
export (b)
Produzione
nazionale
(a+b)
Valore delle
importazioni
(c)
Mercato totale
2014
6.839.580
6.314.000
13.153.580
18.710.000
31.863.580
2015
14.691.000
18.701.000
33.392.000
21.800.000
55.192.000
115%
196%
154%
17%
73%
Anno
Variaz. % 15-14
Nota: Trattandosi di un campione, vanno considerate solo le variazioni 2014-2015 e la ripartizione del mercato (a, b, c).
38
La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015
La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015
39
L’industria nautica | 3. La cantieristica
3.b Refitting,
riparazione e
rimessaggio
Le attività di refitting, riparazione e
rimessaggio consistono nella riparazione dello scafo, degli interni e di
intere unità da diporto e comprende
l’ordinaria manutenzione, il refitting
connesso alla ristrutturazione totale
dell’imbarcazione e il rimessaggio e
Tab. 3.5
i servizi di ricovero delle unità presso
strutture a terra, oltre alla necessaria
movimentazione delle stesse.
Il fatturato complessivo del settore
per l’anno 2015 supera i 200 milioni
di euro, con una crescita importante
rispetto al 2014. Trattandosi dell’erogazione di un servizio, tale fatturato è
generato interamente da produzione
nazionale, ripartita uniformemente
tra imbarcazioni che battono bandie-
ra italiana e unità estere (tabella 3.5).
Il fatturato derivante dall’erogazione
di servizi su imbarcazioni italiane registra un aumento di poco superiore
al 7%, mentre i ricavi relativi ad interventi effettuati su barche straniere
sono più che raddoppiati nel 2015
(tabella 3.6), avvicinandosi al dato
della produzione nazionale su unità
italiane.
Refitting, riparazione e rimessaggio
anno 2015
Valori in €
Valori %
Produzione nazionale
207.150.000
100%
su imbarcazioni nazionali (a)
105.550.000
51%
su imbarcazioni estere (b)
101.600.000
49%
di cui su imbarcazioni UE
27.430.000
27%
di cui su imbarcazioni extra UE
74.170.000
73%
207.150.000
100%
Fatturato globale
Tab. 3.6
Refitting, riparazione e rimessaggio, andamento 2010-2015
valori in euro
3.c Il finanziamento
in leasing delle
imbarcazioni
a cura di Assilea
estere, alla soluzione dei problemi
inerenti al leasing. Maggiori informazioni si possono reperire sul sito
www.assilea.it
ASSILEA – Associazione Italiana
Leasing – raggruppa la quasi totalità degli operatori del leasing in Italia, costituiti da banche universali o
pluriprodotto, banche specializzate,
intermediari finanziari e società di
noleggio a lungo termine. Accoglie,
quali soci aggregati: agenti in attività finanziaria, esercenti attività di
Recupero crediti, outsourcer di attività strumentali o connesse a quella
di leasing. Compito fondamentale
dell’Associazione è di svolgere istituzionalmente l’attività di informazione ed assistenza a favore degli
Associati, collaborando a diversi livelli e nelle varie sedi, nazionali ed
Il leasing nautico è una forma di finanziamento che consente di disporre
di un determinato bene dietro il versamento di canoni periodici ad una
società di leasing, che ne rimane proprietaria per tutta la durata del contratto, con la prospettiva, alla scadenza, di poterne riscattare la proprietà
attraverso l’esercizio di un’opzione
finale d’acquisto predeterminata alla
stipula (c.d. “riscatto” del bene).
Il legame storico che lega il leasing
alla cantieristica italiana lo ha portato
a condividerne le sorti negli anni più
recenti. La crisi di domanda, portata
dalla compressione del reddito disponibile e dal cambiamento delle
Fig. 3.6
Dinamica dello stipulato leasing nautico (k€) e del peso sul
totale stipulato
350.000
3,50%
315.121
285.691
300.000
Anno
Produzione nazionale su
imbarcazioni italiane (a)
Produzione nazionale su
imbarcazioni estere (b)
Produzione nazionale
(a+b)
2010
127.090.000
45.390.000
172.480.000
2011
128.690.000
50.370.000
179.060.000
2012
112.900.000
47.660.000
160.560.000
2013
96.030.000
42.400.000
138.430.000
2014
98.050.000
43.100.000
141.150.000
2015
105.550.000
101.600.000
207.150.000
7,6%
135,7%
46,8%
Variaz. % 15-14
decisioni di spesa di famiglie e imprese, soprattutto con riferimento ai
beni di consumo durevole, insieme
al cambiamento intervenuto nel quadro fiscale di riferimento, ha portato
il settore della cantieristica e, di conseguenza, il suo finanziamento in leasing, ad un forte ridimensionamento.
A partire dal 2014, anno in cui il trend
dei finanziamenti ha cambiato di segno (figura 3.6), abbiamo assistito
tuttavia ad un’inversione di tendenza
che si è consolidata negli ultimi anni,
portando il segmento della nautica in
leasing a importanti variazioni tendenziali positive pur se su volumi ancora
compressi e di molto inferiori rispetto
al periodo pre-crisi.
Il cambiamento avvenuto è stato dettato dalle scelte operative di alcuni
importanti players che hanno deciso
di investire nuovamente nel setto-
3,00%
250.000
2,50%
200.000
157.086
1,7%
150.000
100.000
2,00%
180.069
1,1%
1,6%
1,50%
1,1%
1,00%
50.000
0
0,50%
2013
2014
Volume
2015
Peso % sul totale stipulato leasing
0,00%
2016*
Fonte: Assilea
* Trend basato sul primo semestre
40
La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015
La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015
41
L’industria nautica | 3. La cantieristica
re, finanziando operazioni d’importo
mediamente elevato e pari a circa
800mila euro.
Le operazioni di leasing nautico, nei
primi mesi del 2016, sono state prevalentemente indirizzate, sia nel numero
che nei valori finanziati, alle ditte individuali, persone fisiche e professionisti, con percentuali rispettivamente
pari al 70,6% e 68,8%. Rispetto allo
stesso periodo dell’anno precedente
sono però le società di persone e di
capitali a mostrare il maggiore incremento di stipulato, caratterizzandosi
per un importo medio dei finanziamenti particolarmente elevato e pari,
rispettivamente a 1,6 e 0,9 milioni di
euro. Contestualmente si riduce di
circa 160mila euro il ticket medio dei
finanziamenti rivolti a ditte individuali,
persone fisiche e professionisti. I dati
del primo semestre 2016 confermano il trend positivo del leasing nautico con una variazione complessiva,
rispetto allo stesso periodo dell’anno
precedente del +10,6% ed un totale
finanziato di 183 milioni di euro, a fronte di un aumento del numero di stipule
vicino al 40% (tabella 3.8).
Se confermata, tale dinamica porterà il comparto ad un totale di circa
320 milioni di finanziamenti concentrati per il 90% nel leasing di unità da
diporto.
La spinta al settore data da alcuni operatori, segnale positivo per la
nautica nel suo complesso, ha riguardato una quota elevata di unità
usate; quota che, nei primi mesi del
2016, si è attestata al 48,3%, con un
notevole aumento rispetto allo stesso
periodo dell’anno precedente (figura
3.8). In questo senso, è sicuramente
rilevante il peso che le rilocazioni di
contratti risolti hanno avuto nel determinare tale dinamica. Il grande
patrimonio di natanti, imbarcazioni
e navi nel portafoglio delle società di
leasing costituisce una parte rilevante della prospettiva di crescita potenziale del leasing nautico.
Tab. 3.7
Stipulato leasing nautico: anno 2015
2015
Ripartizione dello stipulato leasing nautico per forma giuridica
della clientela,
gennaio-maggio 2016
Valore (k€)
240
251.818
25
33.873
265
285.691
Nautica da diporto
Navale commerciale
Totale Leasing Nautico
Fonte: Assilea
Tab. 3.8
Stipulato leasing nautico: variazioni 2016/2015 sul primo
semestre
Nautica da diporto
Fig. 3.7
Numero contratti
Navale commerciale
Totale Leasing Nautico
1° semestre 2015
1° semestre 2016
Variazione %
Numero
contratti
Valore
(k€)
Numero
contratti
Valore
(k€)
Numero
contratti
Valore
(k€)
153
150.672
210
168.323
37,3%
11,7%
13
14.935
20
14.909
53,8%
-0,2%
166
165.607
230
183.232
38,6%
10,6%
Fonte: Assilea
Dati aggiornati a giugno 2016
4%
1%
4%
21%
8%
Fig. 3.8
22%
NUMERO
CONTRATTI
Ripartizione dello stipulato leasing nautico tra unità da diporto
nuove e usate,
gennaio-maggio 2016, fonte BDCR Assilea
VALORE
48,3%
71%
51,7%
Nuovo
Usato
69%
Ditte individuali, persone fisiche, professionisti
Fonte: BDCR Assilea
Fonte: BDCR Assilea
Società di capitali
Società di persone
Altro
42
La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015
La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015
43
L’industria nautica | 3. La cantieristica
3.c Il commercio con
l’estero
a cura di Fondazione
Edison
L’interscambio commerciale
dell’Italia nel settore della
cantieristica nautica
L’analisi dell’interscambio commerciale dell’Italia nel settore della cantieristica nautica è condotta sulla base dei
dati Istat e si riferisce al solo codice
Ateco CL3012 “Imbarcazioni da diporto e sportive”, strettamente pertinente
al settore della nautica da diporto. Il
codice Ateco CL3011 “Navi e strutture
galleggianti” non viene infatti in questo caso considerato poiché, facendo
prevalentemente riferimento alla cantieristica commerciale e mercantile, distorcerebbe i risultati dell’indagine.
Tab. 3.9
Gran parte dell’export italiano di “Imbarcazioni da diporto e sportive” è diretto verso i Paesi extra europei: nel
2015 le vendite italiane di “Imbarcazioni da diporto e sportive” sui mercati extra UE-28 hanno rappresentato
il 70,8% dell’export complessivo del
settore, a fronte del 29,2% dei mercati UE-28. Come appare dalla tabella
3.9, nella classifica dei primi 15 Paesi
di destinazione della della cantieristica nautica italiana (che assorbono nel
complesso oltre l’85% dell’export italiano del settore) compaiono, infatti, 9
Paesi extra europei (che a loro volta
assorbono il 58,1% dell’export italiano) e che nell’ordine sono: gli Stati
Uniti (340,6 milioni di euro di export),
le Isole Vergini Britanniche (186 milioni), le Isole Cayman (184,7 milioni),
Hong Kong (111,5 milioni), Panama
(59 milioni), Emirati Arabi Uniti (31,7
milioni), il Belize (26,8 milioni), le Isole
Marshall (24,9 milioni) e il Kuwait (23,2
milioni); e 6 Paesi europei (che assorbono il 27,1% dell’export italiano del
settore) e che sono: Malta (144,2
milioni di euro di export), la Francia
(137,7 milioni), il Regno Unito (104,6
milioni), Gibilterra (35 milioni), la Spagna (20,3 milioni) e i Paesi Bassi (18,8
milioni).
Le dinamiche più recenti evidenziano
come nel 2015 le importazioni italiane
di “Imbarcazioni da diporto e sportive” siano diminuite del 15,6% rispetto all’anno precedente (passando
da 222,7 a 188 milioni di euro) e le
esportazioni del 13,2% (riducendosi
da 1.961,1 a 1.701,7 milioni di euro).
Occorre tuttavia considerare che il
calo dell’export registrato nel 2015 ri-
I principali paesi di destinazione delle “imbarcazioni da diporto
e sportive”
valori in milioni di euro, codice Ateco 30.12
Tab. 3.10
L’export italiano di “imbarcazioni da diporto e sportive” verso
i Paesi dell’UE-28
valori in milioni di euro; classifica per valore dell’export nel 2015
Rank
Paese
2014
2015
Var %
1
Malta
180,9
144,2
-20,3%
2
Francia
434,7
137,7
-68,3%
3
Regno Unito
86,9
104,6
20,4%
4
Spagna
34,4
20,3
-40,9%
5
Paesi Bassi
6,1
18,8
208,4%
6
Austria
2,8
11,7
326,2%
7
Germania
12,3
10,4
-15,1%
8
Croazia
7,7
9,4
21,5%
9
Polonia
3,4
9,0
167,4%
10
Grecia
3,8
6,5
72,0%
11
Portogallo
2,4
5,9
146,2%
12
Cipro
0,3
4,2
1277,6%
13
Finlandia
2,0
3,3
67,1%
14
Bulgaria
6,8
2,2
-67,6%
15
Slovenia
26,9
1,8
-93,4%
16
Irlanda
0,4
1,5
272,4%
17
Belgio
2,1
1,1
-48,0%
18
Svezia
1,8
0,8
-55,5%
19
Estonia
4,0
0,7
-81,7%
20
Lettonia
1,3
0,7
-46,0%
21
Repubblica Ceca
0,3
0,7
99,5%
22
Slovacchia
0,0
0,4
1037,0%
23
Romania
0,1
0,3
158,7%
24
Ungheria
0,3
0,2
-24,5%
25
Danimarca
0,3
0,2
-27,6%
Rank
Paese
2014
2015
1
USA
235,9
340,6
2
Isole Vergini britanniche
203,9
186,0
3
Isole Cayman
269,1
184,8
4
Malta
180,9
144,2
5
Francia
434,7
137,7
6
Hong Kong
95,8
111,5
7
Regno Unito
86,9
104,6
8
Panama
2,2
59,0
9
Gibilterra
27,3
35,0
26
Lituania
0,1
0,1
8,4%
10
Emirati Arabi Uniti
20,0
31,7
27
Lussemburgo
0,0
0,1
…
11
Belize
11,0
26,8
verso i Paesi dell'UE-28
822,1
496,9
-39,6%
12
Isole Marshall
7,9
24,9
13
Kuwait
6,6
23,2
14
Spagna
34,4
20,3
15
Paesi Bassi
6,1
18,8
Fonte: elaborazione Fondazione Edison su dati Istat
Fonte: elaborazione Fondazione Edison su dati Istat
44
La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015
La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015
45
L’industria nautica | 3. La cantieristica
sulta falsato dalla commessa “Ocean
Victory” che, stimata in un valore di
circa 375 milioni di euro, è stata contabilizzata dall’Istat nel solo anno di
consegna, che è stato il 2014. Al netto di tale commessa l’export italiano
di imbarcazioni da diporto e sportive
nel 2015 risulterebbe in crescita del
7,3% rispetto al 2014 (e del 19,1%
rispetto al 2013).
Stando ai dati diffusi dall’Istat, nel
2015 il settore ha risentito in particolar modo del calo della domanda proveniente dai Paesi europei, ancora
alle prese con una crescita che stenta a ripartire in maniera adeguata: nel
2015 l’export verso i Paesi Ue-28 si
è infatti quasi dimezzato rispetto al
Tab. 3.11
2014, passando da 822 a 497 milioni
(-40%); tuttavia, coerentemente con
quanto detto più sopra, la performance relativa all’export verso i Paesi
Ue-28 risulta influenzata dalla commessa “Ocean Victory” proveniente
dalla Francia che ha gonfiato il valore di export del 2014, senza la quale
le esportazioni verso i Paesi Ue-28
nel 2015 risulterebbero in progresso
dell’11% rispetto all’anno precedente; non a caso, tra i principali Paesi
europei di destinazione dell’export
italiano di “Imbarcazioni da diporto e
sportive” (tabella 3.10), la Francia è
il Paese verso il quale si sperimenta
nel 2015 il calo maggiore rispetto al
2014 (l’export si è infatti ridotto del
-68,3%, passando da 434,6 a 137,7
milioni di euro); a seguire la Spagna
(-40,9%) e Malta (-20,3%); per contro, nel 2015 è cresciuto l’export verso il Regno Unito (+20,4%) e i Paesi Bassi (+208,4%). L’export verso i
Paesi extra-Ue è invece aumentato
del 5,8% (tabella 3.11), passando da
1.139 a 1.205 milioni, anche grazie
alla crescita delle classi medie dei
paesi emergenti. Tralasciando i Paesi con i valori più marginali di export,
tra i maggiori incrementi si segnalano quelli verso Panama (2.525,6%),
il Belize (+142,6%), gli Emirati Arabi Uniti (+58,5%), gli Stati Uniti
(+44,4%), Gibilterra (+28,2%) e Hong
Kong (+16,4%).
Principali mercati extra UE-28 di destinazione dell’export
italiano di “imbarcazioni da diporto e sportive”
valori in milioni di euro, codice Ateco 30.12
Rank
Paese
2014
2015
Var %
1
USA
235,9
340,6
44,4%
2
Isole Vergini britanniche
203,9
186,0
-8,8%
3
Isole Cayman
269,1
184,8
-31,3%
4
Hong Kong
95,8
111,5
16,4%
5
Panama
2,2
59,0
2.525,6%
6
Gibilterra
27,3
35,0
28,2%
La cantieristica italiana
nel contesto internazionale
I successi della cantieristica nautica
italiana sono particolarmente evidenti
se osservati nel contesto internazionale. L’industria italiana della nautica,
infatti, si conferma la protagonista indiscussa a livello mondiale, detenendo
il primato sia in termini di export che di
saldo commerciale con l’estero.
Il posizionamento dell’Italia nel contesto internazionale è stato analizzato
sulla base dei dati UN Comtrade e
facendo riferimento alla classificazione HS96 che suddivide il commercio
mondiale in oltre 5.000 prodotti. Per
ricostruire il comparto della nautica da
diporto sono stati considerati quattro
codici relativi a: imbarcazioni pneumatiche da diporto, yacht a vela da
diporto, anche con motore ausiliario,
imbarcazioni da diporto o da sport e
imbarcazioni a remi, barche e yacht
da diporto con motore entrobordo. E’
soprattutto in quest’ultima tipologia di
Tab. 3.12
prodotto che l’Italia detiene la maggiore specializzazione, conquistando
la leadership mondiale sia per esportazioni che per bilancia commerciale.
Le performance della cantieristica
nautica italiana in termini di export
Nel complesso l’Italia detiene il 16,3%
dell’export mondiale della nautica da
diporto, per un valore pari a 1,9 miliardi di dollari, dei quali 1,7 generati dal
solo comparto delle barche e yacht
da diporto con motore entrobordo,
come meglio si dettaglierà nel seguito
del paragrafo. Nella classifica generale seguono i Paesi Bassi (con una
quota del 15,1% dell’export mondiale
e un valore di export pari a 1,7 miliardi), gli Stati Uniti (1,4 miliardi di export,
corrispondenti al 12,6% del mercato
mondiale), la Germania (1,34 miliardi, 11,6% del mercato mondiale), la
Francia (1,25 miliardi; 10,8%), il Regno
Unito (0,84 miliardi; 7,2%), la Polonia
(0,34 miliardi; 3%), il Messico, il Canada e la Cina (tutti e tre con 0,3 miliardi
di export e una quota del 2,6%) (tabella 3.12).
La supremazia dell’Italia emerge, come
accennato, nelle barche e yacht da
diporto con motore entrobordo,
comparto in cui il nostro Paese detiene quasi un quarto dell’intero mercato
mondiale, con una quota dell’export
pari al 23,7%. Molto competitivi in
questo segmento del comparto appaiono anche i Paesi Bassi (1,4 miliardi
di dollari di export, corrispondenti al
19,6% dell’export mondiale) e la Germania (1,2 miliardi di export, 15,9%
dell’export mondiale), ma a considerevole distanza dall’Italia (tabella 3.13).
La leadership del nostro Paese nel
settore specifico delle barche e yacht
da diporto con motore entrobordo è
confermata anche dal Global Order
Book 2016 di Showboats International, in base al quale l’industria italiana
è al top mondiale per ordini di yacht
nel 2016, con circa 11.000 metri complessivi commissionati e 286 yacht in
costruzione. Seguono i Paesi Bassi
Classifica dei primi 10 Paesi esportatori mondiali nel
settore della cantieristica nautica: anno 2015
valori in milioni di dollari, classificazione HS96 - aggregato codici 890310, 890391, 890392,
890399
Paese
Totale settore
Quota di export mondiale
dell’intero settore
7
Emirati Arabi Uniti
20,0
31,7
58,5%
Rank
8
Belize
11,0
26,8
142,6%
1
Italia
1.886,3
16,3%
9
Isole Marshall
7,9
24,9
215,1%
2
Paesi Bassi
1.743,1
15,1%
10
Kuwait
6,6
23,2
250,7%
3
USA
1.452,3
12,6%
11
Saint Kitts e Nevis
1,1
14,7
1.269,8%
4
Germania
1.337,5
11,6%
12
Singapore
29,0
14,4
-50,4%
5
Francia
1.250,0
10,8%
13
Turchia
19,9
13,0
-34,9%
6
Regno Unito
838,8
7,2%
14
Canada
35,3
12,5
-64,7%
7
Polonia
344,8
3,0%
15
Australia
5,7
12,0
112,4%
8
Messico
304,1
2,6%
16
Colombia
3,3
10,2
210,4%
9
Canada
303,6
2,6%
Totale extra UE-28
1.139,1
1.204,8
5,8%
10
Cina
302,9
2,6%
Fonte: elaborazione Fondazione Edison su dati Istat
46
La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015
Fonte: elaborazione Fondazione Edison su dati ITC - UN Comtrade
La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015
47
L’industria nautica | 3. La cantieristica
Tab. 3.13
Classifica dei primi 10 Paesi esportatori mondiali nel settore
delle “barche e yacht da diporto con motore entrobordo”:
anno 2015
valori in milioni di dollari, classificazione HS96-codice 890392
Quota di export mondiale
delle unità da diporto con
motore entrobordo
Rank
Paese
Unità da diporto con
motore entrobordo
1
Italia
1.744,6
23,7%
2
Paesi Basi
1.441,0
19,6%
3
Germania
1.169,5
15,9%
4
Regno Unito
723,1
9,8%
5
USA
714,5
9,7%
6
Francia*
436,9
5,9%
7
Messico
273,9
3,7%
8
Canada
101,8
1,4%
9
Australia
94,6
1,3%
10
Finlandia
92,6
1,3%
* Valore al netto dell’interscambio con Isole Cayman
Tab. 3.14
Rank
Paese
Metri commissionati
Yacht in costruzione
1
Italia
10.907
286
2
Paesi Bassi
3.858
68
3
Turchia
3.325
71
4
Taiwan
2.248
74
5
USA
2.039
57
6
Regno Unito
1.955
64
7
Germania
1.378
14
8
Cina
876
23
9
Emirati Arabi Uniti
676
15
10
Norvegia
442
6
Fonte: Global Order Book 2016, Showboats International
Tab. 3.15
Fonte: elaborazione Fondazione Edison su dati ITC - UN Comtrade
(con 3.858 metri e 68 yacht in costruzione), la Turchia (3.325 metri, 71
yacht), Taiwan (2.248 metri, 74 yacht),
gli Stati Uniti (2.039 metri, 57 yacht), il
Regno Unito (1.955 metri, 64 yacht),
la Germania (1.378 metri, 14 yacht), la
Cina (876 metri, 23 yacht), gli Emirati
Arabi Uniti (676 metri, 15 yacht) e la
Norvegia (442 metri, 6 yacht in costruzione) (tabella 3.14).
Quanto agli altri comparti, nella classifica delle imbarcazioni pneumatiche
da diporto (che tra i prodotti nautici
rappresentano il quarto comparto italiano per importanza dell’export) l’Italia
si posiziona al secondo posto (con
45,4 milioni di export, e una quota
mondiale del 14,2%), alle spalle della
Cina (132,6 milioni di dollari, 41,4%
del mercato mondiale). Occorre tuttavia considerare che in tale voce sono
inclusi non solo gli effettivi prodotti
ascrivibili alla nautica da diporto, ma
anche ad esempio i canottini giocat-
48
tolo e le piscine gonfiabili per bambini
in cui la Cina detiene una consistente
fetta di mercato. Seguono il Regno
Unito (23,7 milioni di dollari, 7,4% del
mercato mondiale), la Spagna (20,3
milioni; 6,3%), la Francia (19 milioni, 5,9%), gli Stati Uniti (18,1 milioni,
5,6%), il Canada (5,6 milioni, 1,7%), la
Nuova Zelanda (5 milioni, 1,6%), il Belgio (4,9 milioni; 1,5%) e la Grecia (4,7
milioni, 1,5%) (tabella 3.15).
Nelle barche e yacht a vela da
diporto (che rappresentano il secondo comparto italiano per valore
dell’export) l’Italia si posiziona ottava
con 49,8 milioni di dollari di export
(2,6% del mercato mondiale); la leadership è detenuta saldamente dalla
Francia (38,4% del mercato mondiale, con 727 milioni di export), seguita a distanza dai Paesi Bassi (283
milioni di export, 15% del mercato
mondiale), dalla Spagna (163 milioni
di export, con una quota dell’8,6%),
La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015
dalla Germania (150 milioni, 7,9% del
mercato mondiale), dal Regno Unito
(76 milioni; 4%), dal Sud Africa (67 milioni; 3,5%) e dagli Stati Uniti (55 milioni, 2,9%). Nella classifica dei primi 10
Paesi esportatori si posizionano dopo
l’Italia la Polonia (con 40 milioni di dollari di export, 2,1% dell’export mondiale) e la Finlandia (39 milioni, 2,1%)
(tabella 3.16).
Infine, nel comparto delle imbarcazioni a remi e sportive (il terzo per
valore dell’export), il peso dell’Italia
nell’export mondiale è marginale e
pari al 2,3%. In valori assoluti, l’export
italiano è di 46,5 milioni di dollari e
posiziona l’Italia in nona posizione a
livello mondiale. La leadership spetta
agli Stati Uniti (con il 33,4%), seguiti a
distanza da Polonia (12,8%), Canada
(9,5%), Cina (6,5%), Finlandia (3,9%),
Francia (3,4%), Giappone (3,3%),
Singapore (3,2%). Al decimo posto il
Messico (1,3%) (tabella 3.17).
Classifica mondiale dei Paesi per ordini di superyacht nel 2016
Classifica dei primi 10 Paesi esportatori mondiali nel settore
delle “imbarcazioni pneumatiche da diporto”: anno 2015
valori in milioni di dollari, classificazione HS96-codice 890310
Quota di export mondiale
delle Imbarcazioni
pneumatiche da diporto
Rank
Paese
Imbarcazioni pneumatiche
da diporto
1
Cina
132,6
41,4%
2
Italia
45,4
14,2%
3
Regno Unito
23,7
7,4%
4
Spagna
20,3
6,3%
5
Francia
19,0
5,9%
6
Stati Uniti
18,1
5,6%
7
Canada
5,6
1,7%
8
Nuova Zelanda
5,0
1,6%
9
Belgio
4,9
1,5%
10
Grecia
4,7
1,5%
Fonte: elaborazione Fondazione Edison su dati ITC - UN Comtrade
La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015
49
L’industria nautica | 3. La cantieristica
Tab. 3.16
Classifica dei primi 10 Paesi esportatori mondiali nel
settore delle “barche e yacht a vela da diporto”, anche con
motore ausiliario: anno 2015
valori in milioni di dollari, classificazione HS96-codice 890391
Rank
Paese
Barche e yacht a
vela da diporto
Quota di export mondiale
delle Barche e yacht a
vela da diporto
1
Francia
727,3
38,4%
2
Paesi Bassi
283,5
15,0%
3
Spagna
162,8
8,6%
4
Germania
149,5
7,9%
5
Regno Unito
76,3
4,0%
6
Sud Africa
67,1
3,5%
7
USA
55,0
2,9%
8
Italia
49,8
2,6%
9
Polonia
40,0
2,1%
10
Finlandia
39,2
2,1%
Fonte: elaborazione Fondazione Edison su dati ITC - UN Comtrade
Tab. 3.17
Classifica dei primi 10 Paesi esportatori mondiali nel
settore delle “imbarcazioni a remi e sportive”: anno 2015
valori in milioni di dollari, classificazione HS96-codice 890399
Le performance della cantieristica
nautica italiana in termini di saldo
commerciale
La leadership dell’Italia nel settore
della cantieristica nautica da diporto
emerge anche considerando la bilancia commerciale.
L’Italia infatti è il Paese che presenta
il più elevato surplus a livello mondiale, sia considerando il comparto nel
suo complesso, sia il settore di punta
rappresentato dalle barche e yacht da
diporto con motore entrobordo.
Complessivamente, nel 2015 l’avanzo commerciale italiano generato
dall’intero comparto è stato pari a
1,68 miliardi di dollari. Seguono nella classifica i Paesi Bassi (con 1,59
miliardi di dollari), la Germania (1,16
miliardi), la Francia (527 milioni); con
Tab. 3.18
un saldo commerciale compreso tra
i 100 e i 400 milioni di dollari vi sono,
in ordine di grandezza, il Regno Unito,
la Polonia, il Messico, la Finlandia e la
Cina (tabella 3.18).
Degli 1,68 miliardi di dollari di surplus
commerciale dell’Italia, ben 1,63 miliardi sono generati dal comparto delle
barche e yacht da diporto con motore entrobordo. A seguire, nel comparto, i Paesi Bassi (1,36 miliardi), la
Germania (1,05 miliardi) e molto più
distanziati il Regno Unito (381 milioni), la Francia (279 milioni) e il Messico
(265 milioni). Con un surplus di poche
decine di milioni di dollari completano la classifica dei primi dieci Paesi al
mondo per bilancia commerciale nel
segmento delle barche e yacht da diporto con motore entrobordo la Finlandia (60 milioni), la Turchia (46 mi-
lioni), la Polonia (41 milioni) e la Grecia
(15 milioni) (tabella 3.19).
Nelle imbarcazioni pneumatiche
da diporto l’Italia (con 24,8 milioni di dollari di saldo commerciale) si
posiziona al secondo posto, sempre
dopo la Cina (132,2 milioni), seguita
a sua volta dal Regno Unito (11 milioni) e, a distanza elevata, dalla Spagna
(4,5 milioni), le Filippine (3,3 milioni), la
Grecia (3,2 milioni), il Messico (2,9 milioni), la Nuova Zelanda (2,2 milioni), il
Sudafrica (2,1 milioni) e la Polonia (0,9
milioni) (tabella 3.20).
L’Italia non compare, invece, nella
classifica dei primi 10 Paesi al mondo per bilancia commerciale nel segmento delle barche e yacht a vela
da diporto (dominata dalla Francia) e
delle imbarcazioni a remi e sportive
(dominata dagli Stati Uniti).
Classifica dei primi 10 Paesi a livello mondiale per saldo commerciale nel settore della cantieristica nautica: anno 2015
valori in milioni di dollari, classificazione HS96 - aggregato codici 890310, 890391, 890392,
890399
Rank
Paese
Imbarcazioni a remi
e sportive
Quota di export mondiale
delle Imbarcazioni a remi
e sportive
1
USA
664,8
33,4%
1
Italia
1.677,8
2
Polonia
255,2
12,8%
2
Paesi Bassi
1.589,8
3
Canada
189,0
9,5%
3
Germania
1.155,7
4
Cina
128,8
6,5%
4
Francia
527,3
5
Finlandia
77,0
3,9%
5
Regno Unito
394,8
6
Francia
66,8
3,4%
6
Polonia
330,8
7
Giappone
66,3
3,3%
7
Messico
289,0
8
Singapore
63,8
3,2%
8
Finlandia
170,1
9
Italia
46,5
2,3%
9
Cina
166,4
10
Messico
26,2
1,3%
10
Spagna
92,0
Fonte: elaborazione Fondazione Edison su dati ITC - UN Comtrade
50
La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015
Rank
Paese
Totale complessivo
Fonte: elaborazione Fondazione Edison su dati ITC - UN Comtrade
La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015
51
L’industria nautica | 3. La cantieristica
Tab. 3.19
Classifica dei primi 10 Paesi al mondo per saldo
commerciale nel settore delle “barche e yacht da diporto
con motore entrobordo”: anno 2015
valori in milioni di dollari, classificazione HS96-codice 890392
3.d I territori
“iperspecializzati”
a cura di Fondazione
Edison
Rank
Paese
Unità da diporto a motore entrobordo
1
Italia
1.633,7
2
Paesi Bassi
1.355,1
3
Germania
1.052,8
4
Regno Unito
381,3
5
Francia*
279,4
6
Messico
264,9
7
Finlandia
60,5
8
Turchia
45,9
9
Polonia
41,3
10
Grecia
14,8
Il peso della cantieristica da
diporto sulle economie locali
Per valutare il peso della cantieristica nautica sulle economie locali si è
analizzata la sua incidenza sul settore
manifatturiero in termini di numero di
imprese, addetti, fatturato ed esportazioni. Il numero di imprese, addetti
(dipendenti) e fatturato del comparto
sono stati ricavati dalla banca dati
Tab. 3.21
AIDA di Bureau van Dijk. Tale banca
dati, costruita sulla base dei bilanci
delle imprese, consente di avere un
quadro completo del settore aggiornato al 2015, diversamente dal Censimento Istat dell’Industria e dei Servizi che, quanto a numero di imprese
e addetti, fa riferimento al 2011. Per
fare un raffronto su base omogenea,
anche per il settore manifatturiero si
sono considerati i dati di fonte AIDA
che, per quanto non siano completamente esaustivi della realtà rilevata
dall’Istat, ne rappresentano comunque un campione molto significativo;
Principali indicatori della cantieristica nautica italiana: anno
2015
Imprese
* Valore al netto dell’interscambio con Isole Cayman
Fonte: elaborazione Fondazione Edison su dati ITC - UN Comtrade
Cantieristica
Manifatturiere
nautica
Tab. 3.20
Classifica dei primi 10 Paesi al mondo per saldo
commerciale nel settore delle “imbarcazioni pneumatiche da
diporto”: anno 2015
valori in milioni di dollari, classificazione HS96-codice 890310
il numero di imprese manifatturiere
risultante dalla banca dati AIDA è infatti pari a oltre il 60% delle imprese
manifatturiere indicate dall’Istat, mentre il numero di addetti corrisponde
all’87% di quelli indicati dall’Istituto
nazionale di statistica1.
Nel settore della cantieristica nautica
da diporto (costruito come somma
del codice Ateco CL3012 “Imbarcazioni da diporto e sportive” più la parte del codice CL3011 “Navi e strutture galleggianti” di pertinenza della
nautica da diporto) nel 20152 operano
983 imprese che danno occupazione
Addetti
Peso della
cantieristica
su industria
manifatturiera
Cantieristica
Manifatturiere
nautica
Peso della
cantieristica
su industria
manifatturiera
Province costiere
55.700
815
1,5%
929.681
10.300
1,1%
Totale Italia
145.940
983
0,7%
3.024.449
11.803
0,4%
Rank
Paese
Imbarcazioni pneumatiche da diporto
1
Cina
132,2
2
Italia
24,8
3
Regno Unito
11,0
4
Spagna
4,5
Province costiere
239.990
1.506
0,6%
105.236
2.619
2,5%
5
Filippine
3,3
Totale Italia
888.919
1.767
0,2%
397.025
3.053
0,8%
6
Grecia
3,2
Note:
Fatturato milioni di euro
Cantieristica
Manifatturiere
nautica
Peso della
cantieristica
su industria
manifatturiera
Export milioni di euro
Cantieristica
Manifatturiere nautica e
navale
Peso della
cantieristica
su industria
manifatturiera
7
Messico
2,9
I dati di fatturato, addetti e imprese di questa tabella si riferiscono alla sola cantieristica nautica (cioè le unità di nuova costruzione e
le attività di refitting, riparazione e rimessaggio, esclusi i motori e gli accessori).
8
Nuova Zelanda
2,2
9
Sudafrica
2,1
10
Polonia
0,9
Il valore dell’export della cantieristica è molto più elevato rispetto a quello del fatturato nautico poiché il primo fa riferimento al Codice ATECO CL301 “Navi e imbarcazioni” (che comprende oltre alle “Imbarcazioni da diporto e sportive” (CL3012) anche le “Navi e
strutture glleggianti” (CL3011)), non essendo disponibile a livello provinciale il dettaglio relativo ai due singoli comparti. Il valore del
fatturato nautico, ricostruito a partire dai dati AIDA - Bureau Van Dijk, è invece relativo al comparto specifico della nautica da diporto
(costruito come somma del codice Ateco CL3012 “Imbarcazioni da diporto e sportive” più la sola parte del codice Ateco CL3011
“Navi e strutture galleggianti” di pertinenza della nautica da diporto).
Fonte: elaborazione Fondazione Edison su dati ITC - UN Comtrade
Fonte: elaborazione Fondazione Edison su dati AIDA - Bureau van Dijk e Istat
1. In base a quanto risulta dal documento Istat “Stima imprese con dipendenti Asia 2014” (ultimo disponibile), nel 2014 le imprese
erano circa 240.000, a fronte delle circa 146.000 risultanti dalla banca dati AIDA. Gli addetti manifatturieri erano 3.446.742 per l’Istat
e 3.024.449 secondo la banca dati AIDA.
2. Quando non disponibili i dati di fatturato e addetti relativi al 2015, si è fatto riferimento ai dati 2014.
52
La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015
La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015
53
L’industria nautica | 3. La cantieristica
Fig. 3.9
Le principali province italiane per numero di imprese nel settore
della cantieristica da diporto: anno 2015
Fig. 3.10
Le principali province italiane per numero di addetti nel settore
della cantieristica da diporto: anno 2015*
Sondrio
Bergamo
Cremona
Como
Milano
Brescia
Bergamo
Como
Milano
Udine
Gorizia
Torino
Nessuna
Treviso
Udine
Gorizia
Torino
Nessuno
Trieste
Da 1 a 10
Da 1 a 50
Da 10 a 20
Venezia
Da 50 a 250
Venezia
Da 20 a 50
Da 250 a 1000
Rovigo
Più di 50
Più di 1000
Forlì-Cesena
Forlì-Cesena
Genova
La Spezia
Massa Carrara
Lucca
Pesaro-Urbino
Piacenza
Ancona
Savona
Rimini
Genova
La Spezia
Massa Carrara
Lucca
Livorno
Pesaro-Urbino
Ancona
Pisa
Ascoli Piceno
Livorno
Grosseto
Grosseto
Roma
Roma
Olbia-Tempio
Olbia-Tempio
Latina
Sassari
Sassari
Caserta
Latina
Taranto
Napoli
Napoli
Salerno
Catanzaro
Cagliari
Carbonia-Iglesias
Palermo
Messina
Palermo
Messina
Siracusa
Ragusa
* Quando non disponibili i dati 2015 si è fatto riferimento ai dati 2014
Fonte: elaborazione Fondazione Edison su dati AIDA – Bureau van Dijk (cod. Ateco 30.12 + parte del 30.11)
54
La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015
Fonte: elaborazione Fondazione Edison su dati AIDA – Bureau van Dijk (cod. Ateco 30.12 + parte del 30.11)
La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015
55
L’industria nautica | 3. La cantieristica
Fig. 3.11
Le principali province italiane per fatturato nel settore della
cantieristica da diporto: anno 2015*
Fig. 3.12
Le principali province italiane per valore dell’export nel settore
della cantieristica nautica e navale: anno 2015
Sondrio
Bergamo
Cremona
Como
Milano
Nessuno
Torino
Udine
Gorizia
Torino
Trieste
Da 0 a 50 milioni di €
Da 50 a 100 milioni di €
Nessuno
minore di 10 milioni di €
Da 10 a 100 milioni di €
Venezia
Da 100 a 500 milioni di €
Oltre 500 milioni di €
Da 100 a 500 milioni di €
Oltre 500 milioni di €
Ravenna
Forlì-Cesena
Rimini
Genova
Piacenza
Rimini
Genova
La Spezia
Pesaro-Urbino
Ancona
Lucca
Lucca
Livorno
Roma
Napoli
Napoli
Palermo
* Quando non disponibili i dati 2015 si è fatto riferimento ai dati 2014
Fonte: elaborazione Fondazione Edison su dati AIDA – Bureau van Dijk (cod. Ateco 30.12 + parte del 30.11)
56
La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015
Fonte: elaborazione Fondazione Edison su dati ISTAT (cod. Ateco 30.1)
La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015
57
L’industria nautica | 3. La cantieristica
a circa 11.800 addetti e generano un
fatturato di 1.767 milioni di euro. Di
queste 983 imprese, 815 sono localizzate nelle province costiere, occupano
10.300 addetti e generano un fatturato
di 1.506 milioni di euro (tabella 3.21).
Considerando le sole province costiere, dove ha sede gran parte dell’industria italiana della cantieristica nautica,
le imprese del settore rappresentano
l’1,5% delle imprese manifatturiere,
gli occupati rappresentano l’1,1% degli addetti manifatturieri complessivi
e il fatturato nautico è pari allo 0,6%
del fatturato manifatturiero. In termini
di esportazioni (analizzate sulla base
dei dati Istat e considerando la voce
CL301 “Navi e imbarcazioni” non essendo disponibile a livello provinciale
il dettaglio relativo alle sole “Imbarcazioni da diporto e sportive”), nel 2015
l’export italiano di cantieristica nautica
è stato pari a 3,1 miliardi di euro, pari
allo 0,8% dell’intero export manifatturiero. Se si considera l’export del settore delle sole province costiere, il suo
valore ammonta a 2,6 miliardi di euro,
corrispondenti al 2,5% dell’export manifatturiero delle province costiere3.
La geografia della cantieristica nautica italiana è descritta dalle mappe
riportate nelle figure 3.9-3.12. Come
si può vedere, le principali province
italiane per numero di imprese sono
Napoli, Lucca e Roma, tutte e tre con
oltre 50 imprese (83, 75 e 56 rispettivamente). A seguire Milano (48 imprese), Genova (46), Pesaro-Urbino
(38), Latina e Massa-Carrara (33),
La Spezia (31), Gorizia (30). Napoli e
Lucca le troviamo anche tra le province con il più elevato numero di addetti nel settore cantieristico nautico, in
questo caso insieme a Rimini, che si
posiziona al secondo posto (con circa
1.500 addetti) dopo Lucca (che ne ha
circa 2.500) e prima di Napoli (con circa 900 addetti). Seguono a distanza
Pesaro-Urbino (493 addetti), Genova
(467), Gorizia (460), Torino (446), Venezia (379), La Spezia (360). Coerentemente con la classe dimensionale in
termini di addetti le due province che
generano il maggior fatturato sono
Lucca (620 milioni di euro) e Rimini
(279 milioni). A distanza troviamo Torino (81 milioni), Genova (70 milioni) e
Napoli (64 milioni), solo per citare le
province con un fatturato superiore
a 50 milioni di euro. Le province che
esportano maggiormente, escludendo Gorizia e Trieste dove prevale la
cantieristica commerciale e mercantile, sono invece Lucca (643 milioni di
euro), Torino (213 milioni), Napoli (185
milioni), La Spezia (143 milioni), Genova (131 milioni), Livorno (127 milioni) e
Rimini (122 milioni).
Fatta questa descrizione di carattere
più generale della geografia della cantieristica nautica italiana, l’analisi che
segue analizza più nel dettaglio il peso
che la filiera nautica ha sull’economia
locale dei due principali poli produttivi sviluppatisi sulla costa tirrenica (da
La Spezia fino a Livorno) e su quella
adriatica (da Ravenna ad Ancona) in
termini di occupazione, fatturato ed
esportazioni.
Il “distretto tirrenico”
Le province di La Spezia, Massa Carrara, Lucca, Pisa e Livorno, considerate insieme, costituiscono una delle
due aree di eccellenza della nautica
da diporto italiana, e nello specifico la
più importante sia in termini occupazionali che di fatturato ed esportazioni.
Il “distretto tirrenico”, come di seguito verrà indicata tale area, in base a
quanto risulta dai dati Aida - Bureau
van Dijk si compone di 167 imprese
attive nel settore della cantieristica
nautica, che danno impiego a 3.286
addetti. Come si può vedere dalla tabella 3.22 le 167 imprese della
cantieristica localizzate nel “distretto
tirrenico” rappresentano il 17% delle
983 imprese complessivamente presenti sul territorio nazionale, il 20,5%
delle 815 imprese della cantieristica
localizzate nelle province costiere4 e
3. Il valore dell’export nautico è molto più elevato rispetto a quello del fatturato poiché il primo fa riferimento al Codice ATECO
CL301 “Navi e imbarcazioni” che comprende, oltre alle “Imbarcazioni da diporto e sportive” (CL3012), anche le “Navi e strutture
galleggianti” (CL3011)): a livello provinciale non è infatti disponibile il dettaglio dell’export relativo ai due singoli comparti, ma si
ha solo il dato aggregato. Il valore del fatturato, ricostruito a partire dai dati AIDA - Bureau Van Dijk, è invece relativo al comparto
specifico della nautica da diporto (costruito come somma del codice Ateco CL3012 “Imbarcazioni da diporto e sportive” più la sola
parte del codice Ateco CL3011 “Navi e strutture galleggianti” di pertinenza della nautica da diporto).
4. Province costiere: Agrigento, Ancona, Ascoli Piceno, Bari, Barletta-Andria-Trani, Brindisi, Cagliari, Caltanissetta, Campobasso,
Carbonia-Iglesias, Caserta, Catania, Catanzaro, Chieti, Cosenza, Crotone, Fermo, Ferrara, Foggia, Forlì-Cesena, Genova, Gorizia,
Grosseto, Imperia, La Spezia, Latina, Lecce, Livorno, Lucca, Macerata, Massa Carrara, Matera, Medio-Campidano, Messina,
Napoli, Nuoro, Ogliastra, Olbia-Tempio, Oristano, Palermo, Pesaro-Urbino, Pescara, Pisa, Potenza, Ragusa, Ravenna, Reggio
Calabria, Rimini, Roma, Rovigo, Salerno, Sassari, Savona, Siracusa, Taranto, Teramo, Trapani, Trieste, Udine, Venezia, Vibo Valentia,
Viterbo.
5. Province tirreniche: Cagliari, Carbonia-Iglesias, Caserta, Catanzaro, Cosenza, Genova, Grosseto, Imperia, La Spezia, Latina,
Livorno, Lucca, Massa Carrara, Medio Campidano, Messina, Napoli, Nuoro, Ogliastra, Olbia Tempio, Oristano, Palermo, Pisa,
Potenza, Reggio Calabria, Roma, Salerno, Sassari, Savona, Trapani, Vibo Valentia, Viterbo.
58
La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015
ben il 29,5% delle 567 imprese della cantieristica nautica operative nelle
sole province tirreniche5. La loro incidenza è dunque molto più elevata
rispetto a quella dell’industria manifatturiera considerata nel suo complesso: sul territorio del distretto sono
infatti presenti 4.278 imprese manifatturiere (incluse quelle della nautica) il
cui peso sulle circa 146.000 imprese
manifatturiere italiane è pari al 2,9%,
quello sulle 55.700 imprese manifatturiere attive nelle province costiere
è pari al 7,7%, mentre quello sulle
28.636 imprese delle sole province
Tab. 3.22
tirreniche è pari al 14,9%.
In termini occupazionali, i 3.286 addetti delle imprese della cantieristica nautica localizzate all’interno del
“distretto tirrenico” rappresentano il
27,8% degli 11.803 addetti del settore a livello nazionale, il 31,9% dei
10.300 addetti delle province costiere e addirittura oltre il 50% dei 6.107
addetti settoriali delle sole province
tirreniche. Coerentemente con quanto osservato relativamente al numero
delle imprese, l’incidenza occupazionale del settore della cantieristica
nautica è molto più elevata rispetto
a quella dell’industria manifatturiera:
infatti gli addetti manifatturieri nel “distretto tirrenico”, pari a circa 65.000,
sono solo il 2,1% degli addetti manifatturieri nazionali (poco più di 3 milioni), il 7% degli addetti manifatturieri
delle province costiere (circa 930mila)
e il 16,2% di quelli delle province tirreniche (circa 401mila).
Per quanto riguarda il fatturato, quello
generato dalle imprese del “distretto
tirrenico”, pari a 709 milioni di euro,
rappresenta il 40,1% del fatturato
originato dalla cantieristica nautica
a livello nazionale, il 47,1% di quel-
La rilevanza del “distretto tirrenico” della nautica: anno 2015*
fatturato ed export in milioni di euro
“Distretto tirrenico” della nautica
Province
Province componenti
tirreniche
il distretto
% su Italia
% su
province
costiere
% su
province
tirreniche
Totale Italia
Province
costiere
Imprese
manifatturiere attive
145.940
55.700
28.636
4.278
2,9%
7,7%
14,9%
Imprese della
cantieristica nautica
983
815
567
167
17,0%
20,5%
29,5%
Addetti
3.024.449
manifatturieri
929.681
401.288
64.935
2,1%
7,0%
16,2%
Addetti della
cantieristica nautica
11.803
10.300
6.107
3.286
27,8%
31,9%
53,8%
Fatturato
manifatturiero
888.919
239.990
131.131
17.393
2,0%
7,2%
13,3%
Fatturato
cantieristica nautica
1.767
1.506
978
709
40,1%
47,1%
72,5%
Export
manifatturiero
397.025
105.236
47.627
10.801
2,7%
10,3%
22,7%
Export cantieristica
navale e nautica**
3.053
2.619
1.331
923
30,2%
35,2%
69,3%
Quando non disponibili i dati di fatturato e addetti relativi al 2015, si è fatto riferimento ai dati 2014.
** Il valore dell’export della cantieristica è molto più elevato rispetto a quello del fatturato nautico poiché il primo fa riferimento al
Codice ATECO CL301 “Navi e imbarcazioni” (che comprende oltre alle “Imbarcazioni da diporto e sportive” (CL3012) anche le “Navi
e strutture glleggianti” (CL3011)), non essendo disponibile a livello provinciale il dettaglio relativo ai due singoli comparti. Il valore del
fatturato nautico, ricostruito a partire dai dati AIDA - Bureau Van Dijk, è invece relativo al comparto specifico della nautica da diporto
(costruito come somma del codice Ateco CL3012 “Imbarcazioni da diporto e sportive” più la sola parte del codice Ateco CL3011
“Navi e strutture galleggianti” di pertinenza della nautica da diporto).
Fonte: elaborazione Fondazione Edison su dati AIDA - Bureau van Dijk e Istat.
La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015
59
L’industria nautica | 3. La cantieristica
Tab. 3.23
Il peso della cantieristica nautica sull’economia locale
dell’area del “distretto tirrenico”: anno 2015*
fatturato ed export in milioni di euro
Industria manifatturiera
Industria cantieristica nautica
Peso % dell'industria cantieristica nautica
sull'industria manifatturiera
Imprese
Addetti
Fatturato
Export**
4.278
64.935
17.393
10.801
167
3.286
709
923
3,9%
5,1%
4,1%
8,5%
* Quando non disponibili i dati di fatturato e addetti relativi al 2015, si è fatto riferimento ai dati 2014.
** Il valore dell’export della cantieristica è molto più elevato rispetto a quello del fatturato nautico poiché il primo fa riferimento al
Codice ATECO CL301 “Navi e imbarcazioni” (che comprende oltre alle “Imbarcazioni da diporto e sportive” (CL3012) anche le “Navi
e strutture glleggianti” (CL3011)), non essendo disponibile a livello provinciale il dettaglio relativo ai due singoli comparti. Il valore del
fatturato nautico, ricostruito a partire dai dati AIDA - Bureau Van Dijk, è invece relativo al comparto specifico della nautica da diporto
(costruito come somma del codice Ateco CL3012 “Imbarcazioni da diporto e sportive” più la sola parte del codice Ateco CL3011
“Navi e strutture galleggianti” di pertinenza della nautica da diporto).
Fonte: elaborazione Fondazione Edison su dati AIDA - Bureau van Dijk e Istat.
Tab. 3.24
Principali prodotti esportati dal “distretto tirrenico”: anno
2015
valori in milioni di euro
Rank
2015
1
Macchine di impiego generale
1.712,8
2
Navi e imbarcazioni
922,5
3
Cuoio conciato e lavorato; articoli da viaggio, borse,
pelletteria e selleria; pellicce preparate e tinte
760,0
4
Altre macchine per impieghi speciali
685,6
5
Articoli di carta e di cartone
612,0
6
Mezzi di trasporto n.c.a.
554,8
7
Pietre tagliate, modellate e finite
543,1
8
Calzature
457,6
9
Pasta-carta, carta e cartone
388,1
10
Prodotti chimici di base, fertilizzanti e composti azotati,
materie plastiche e gomma sintetica in forme primarie
386,9
Totale export manifatturiero
10.801,1
Fonte: elaborazione Fondazione Edison su dati Istat
60
La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015
lo realizzato dai cantieri nautici delle
province costiere e nientemeno che
il 72,5% del fatturato generato nelle sole province tirreniche. Anche in
questo caso l’incidenza del settore è
molto più elevata rispetto a quella del
settore manifatturiero: il fatturato manifatturiero originato all’interno del distretto è infatti rispettivamente pari al
2,0%, 7,2% e 13,3% di quello realizzato a livello nazionale, nelle province
costiere e in quelle tirreniche.
Infine, per quanto riguarda l’export
(analizzato, come accennato, sulla
base dei dati Istat), dal distretto tirrenico proviene il 30,2% dell’export
nazionale di “Navi e imbarcazioni”,
il 35,2% delle esportazioni del settore delle province costiere e ben il
69,3% di quelle delle sole province
tirreniche. Percentuali, queste, molto
più elevate rispetto a quelle relative
all’export manifatturiero considerato
nel suo complesso: la quota di export
manifatturiero del “distretto tirrenico”
sull’export manifatturiero italiano è
infatti pari al 2,7%; se si considerano
le sole province costiere, la quota di
export manifatturiero del “distretto tirrenico” sale al 10,3% e raggiunge il
22,7% rapportandolo all’export manifatturiero delle sole province tirreniche. In valore assoluto, nel 2015 le
esportazioni di “Navi e imbarcazioni”
del “distretto tirrenico” sono state pari
a 923 milioni di euro.
Per quanto riguarda l’incidenza che la
cantieristica nautica ha sull’economia
del territorio distrettuale, la tabella
3.23 evidenzia come le imprese della
cantieristica da diporto rappresentino
il 3,9% delle imprese manifatturiere attive sul territorio, gli addetti del
settore siano il 5,1% del totale degli
addetti manifatturieri (cantieristica
nautica inclusa) e il fatturato nautico
sia pari al 4,1% di quello manifatturiero. Di maggiore rilievo è il peso
dell’export dell’industria nautica: le
esportazioni di “Navi e imbarcazioni”
(che includono anche la cantieristica
navale) rappresentano infatti l’8,5%
di tutto l’export manifatturiero del “distretto tirrenico”. Indicativo del peso
che la filiera nautica ha sull’economia
locale del territorio è il fatto che le
“Navi e imbarcazioni” rappresentano
il secondo prodotto maggiormente
esportato dal distretto nautico, alle
spalle delle macchine di impiego generale (tabella 3.24).
Il “distretto adriatico”
La seconda area di eccellenza nel
settore della cantieristica nautica è
data dalle province di Ravenna, Forlì-Cesena, Rimini, Pesaro-Urbino e
Ancona. Tale area, che d’ora in poi
indicheremo come “distretto adriatico”, si compone di 81 imprese, che
occupano nel complesso 2.272 addetti (tabella 3.25). Tali imprese hanno
mediamente un numero maggiore di
addetti rispetto a quelle del distretto
tirrenico (28 del “distretto adriatico”
contro i 20 del “distretto tirrenico”).
Le 81 imprese della cantieristica nautica presenti sul territorio del “distretto
adriatico” rappresentano l’8,2% dei
cantieri nautici presenti sul territorio
italiano, il 9,9% di tutti quelli attivi nelle
province costiere e il 37,9% di quelli
presenti nelle sole province adriatiche. L’elevata concentrazione che caratterizza il “distretto adriatico” è confermata anche dal numero di addetti:
gli addetti delle imprese del distretto
rappresentano il 19,2% degli occupati
del settore a livello nazionale, il 22,1%
degli occupati della cantieristica nautica nelle province costiere e addirittura il 58,6% degli occupati nelle province adriatiche.
Considerando il numero di imprese e
di addetti, anche nel “distretto adriatico” l’incidenza della cantieristica
nautica appare più elevata rispetto a
quella dell’industria manifatturiera, fatta eccezione per la quota del numero
di imprese manifatturiere sul complesso delle province costiere: in tal caso,
infatti, le 5.740 imprese manifatturiere localizzate all’interno del distretto
rappresentano il 10,3% delle imprese
manifatturiere presenti nelle province
costiere, a fronte del 9,9% delle imprese della cantieristica nautica. Ma considerando le sole province adriatiche
è l’incidenza delle imprese della cantieristica nautica ad essere più elevata
rispetto a quella delle imprese manifatturiere (37,9% contro 25,1%), così
come nel raffronto a livello nazionale
(8,2% contro 3,9%). Anche in termini
occupazionali, l’incidenza degli addetti
della cantieristica nautica è superiore a
quella degli addetti dell’industria manifatturiera: 19,2% contro 4,2% rapportando il numero di addetti del “distretto
adriatico” agli addetti nazionali; 22,1%
contro 13,6% rapportando il numero di addetti del distretto agli addetti
delle province costiere; 58,6% contro
29,4% rapportando il numero di addetti distrettuali agli addetti delle sole
province adriatiche.
Quanto al fatturato, le 81 imprese
della nautica localizzate all’interno del
“distretto adriatico” (con ricavi delle vendite pari a 371 milioni di euro)
generano il 21% del fatturato del settore a livello nazionale, il 24,6% del
fatturato delle province costiere e il
72,2% del fatturato delle sole province adriatiche. Confermando, anche
in tal caso, una maggiore incidenza
della cantieristica nautica rispetto
all’industria manifatturiera: il fatturato
manifatturiero originato all’interno del
distretto è infatti rispettivamente pari
al 3,5%, 12,8% e 31,9% di quello realizzato a livello nazionale, nelle province costiere e in quelle tirreniche.
Dal punto di vista dell’export, le espor-
La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015
61
L’industria nautica | 3. La cantieristica
Tab. 3.25
La rilevanza del “distretto adriatico” della nautica: anno 2015*
fatturato ed export in milioni di euro
Tab. 3.26
“Distretto adriatico” della nautica
Totale Italia
Imprese
145.940
manifatturiere attive
Imprese della
983
cantieristica nautica
Addetti
3.024.449
manifatturieri
Addetti della
11.803
cantieristica nautica
Fatturato
888.919
manifatturiero
Fatturato
1.767
cantieristica nautica
Export
397.025
manifatturiero
Export cantieristica
3.053
navale e nautica**
Province
Province Province componenti
costiere adriatiche
il distretto
% su Italia
% su
province
costiere
% su
province
adriatiche
55.700
22.885
5.740
3,9%
10,3%
25,1%
815
214
81
8,2%
9,9%
37,9%
929.681
429.037
126.066
4,2%
13,6%
29,4%
10.300
3.874
2.272
19,2%
22,1%
58,6%
239.990
96.117
30.682
3,5%
12,8%
31,9%
1.506
514
371
21,0%
24,6%
72,2%
105.236
49.574
14.223
3,6%
13,5%
28,7%
2.619
1.284
299
9,8%
11,4%
23,3%
** Il valore dell’export della cantieristica è molto più elevato rispetto a quello del fatturato nautico poiché il primo fa riferimento al
Codice ATECO CL301 “Navi e imbarcazioni” (che comprende oltre alle “Imbarcazioni da diporto e sportive” (CL3012) anche le “Navi
e strutture glleggianti” (CL3011)), non essendo disponibile a livello provinciale il dettaglio relativo ai due singoli comparti. Il valore del
fatturato nautico, ricostruito a partire dai dati AIDA - Bureau Van Dijk, è invece relativo al comparto specifico della nautica da diporto
(costruito come somma del codice Ateco CL3012 “Imbarcazioni da diporto e sportive” più la sola parte del codice Ateco CL3011
“Navi e strutture galleggianti” di pertinenza della nautica da diporto).
Fonte: elaborazione Fondazione Edison su dati AIDA - Bureau van Dijk e Istat.
62
Industria manifatturiera
Industria cantieristica nautica
Peso % dell'industria cantieristica nautica
sull'industria manifatturiera
Imprese
Addetti
Fatturato
Export**
5.740
126.066
30.682
14.223
81
2.272
371
299
1,4%
1,8%
1,2%
2,1%
* Quando non disponibili i dati di fatturato e addetti relativi al 2015, si è fatto riferimento ai dati 2014.
* Quando non disponibili i dati di fatturato e addetti relativi al 2015, si è fatto riferimento ai dati 2014.
tazioni di “Navi e imbarcazioni” del
“distretto adriatico” (che, ricordiamo,
includono anche la cantieristica navale) rappresentano il 9,8% dell’export
della filiera nautica a livello nazionale,
l’11,4% dell’export della filiera nautica delle province costiere e il 23,3%
dell’export delle province adriatiche.
In questo caso, considerando l’export
delle province costiere e quello delle
province adriatiche appare più elevata
l’incidenza dell’industria manifatturiera
rispetto a quella della filiera nautica,
pari rispettivamente al 13,5% (contro
l’11,4%) nelle province costiere e al
28,7% (contro il 23,3%) nelle province
adriatiche. Per contro, rapportando le
Il peso della cantieristica nautica sull’economia locale dell’area
del “distretto adriatico”: anno 2015*
fatturato ed export in milioni di euro
esportazioni del distretto a quelle nazionali, l’incidenza dell’export dell’industria nautica è più elevata rispetto
a quella dell’industria manifatturiera
(9,8% contro 3,6%).
L’incidenza della filiera nautica sull’economia locale del territorio del “distretto adriatico” appare meno marcata rispetto a quella del “distretto
tirrenico”: le imprese della cantieristica da diporto rappresentano l’1,4%
delle imprese manifatturiere attive sul
territorio, gli addetti del settore sono
l’1,8% degli addetti manifatturieri, il
fatturato nautico è l’1,2% di quello
manifatturiero e l’export di “Navi e imbarcazioni” è pari al 2,1% dell’export
La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015
manifatturiero (tabella 3.26).
Guardando al posizionamento delle “Navi e imbarcazioni” in termini di
valori assoluti di export nel “distretto
adriatico” (tabella 3.27), il settore si
posiziona al quattordicesimo posto.
Le province che formano il “distretto
adriatico” sono, infatti, caratterizzate
dalla presenza di altri settori di forte
specializzazione produttiva (come ad
esempio il mobile, gli apparecchi domestici, le macchine utensili, le macchine industriali) che “annacquano” in
parte il peso della filiera nautica, che
rimane comunque rilevante.
** Il valore dell’export della cantieristica nautica è molto più elevato rispetto a quello del fatturato nautico poiché il primo fa
riferimento al Codice ATECO CL301 “Navi e imbarcazioni” (che comprende oltre alle “Imbarcazioni da diporto e sportive” (CL3012)
anche le “Navi e strutture glleggianti” (CL3011)), non essendo disponibile a livello provinciale il dettaglio relativo ai due singoli
comparti. Il valore del fatturato nautico, ricostruito a partire dai dati AIDA - Bureau Van Dijk, è invece relativo al comparto specifico
della nautica da diporto (costruito come somma del codice Ateco CL3012 “Imbarcazioni da diporto e sportive” più la sola parte del
codice Ateco CL3011 “Navi e strutture galleggianti” di pertinenza della nautica da diporto).
Fonte: elaborazione Fondazione Edison su dati AIDA - Bureau van Dijk e Istat.
Tab. 3.27
Principali prodotti esportati dal “distretto adriatico”: anno
2015
valori in milioni di euro
Rank
2015
1
Apparecchi per uso domestico
967,8
2
Altre macchine per impieghi speciali
897,3
3
Articoli di abbigliamento, escluso l'abbigliamento in pelliccia
863,5
4
Macchine per la formatura dei metalli e altre macchine utensili
784,5
5
Altre macchine di impiego generale
773,2
6
Prodotti chimici di base, fertilizzanti e composti azotati, materie plastiche e gomma
sintetica in forme primarie
661,1
7
Mobili
641,2
8
Macchine per l'agricoltura e la silvicoltura
612,5
9
Articoli in materie plastiche
537,1
10
Prodotti della siderurgia
493,9
11
Calzature
415,7
12
Altri prodotti in metallo
346,5
13
Metalli di base preziosi e altri metalli non ferrosi; combustibili nucleari
318,6
14
Navi e imbarcazioni
299,2
15
Tubi, condotti, profilati cavi e relativi accessori in acciaio (esclusi quelli in acciaio colato)
276,8
Totale export manifatturiero
14.223,2
Fonte: elaborazione Fondazione Edison su dati Istat
La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015
63
4.
Il comparto degli accessori nautici,
rappresentato principalmente da imprese di dimensioni medio-piccole, riveste un ruolo fondamentale nell’ambito dell’industria nautica italiana
essendo caratterizzato da un alto livello qualitativo e tecnologico.
Il concetto stesso di accessorio nautico implica notevoli difficoltà di definizione: il problema risiede nella difficile
identificazione di quali accessori possano essere ritenuti essenzialmente
nautici e quali, pur non esclusivamente legati al mondo della nautica,
possano comunque entrare nel novero di questa categoria merceologi-
Tab. 4.1
Gli accessori
ca ai fini di un corretto computo dei
volumi di produzione o del fatturato.
Al fine di una migliore analisi dei dati,
si è pertanto deciso di suddividere il
comparto in due macro settori: quello
dei componenti, rappresentato dagli
elementi che sono parte integrante
dell’imbarcazione e senza i quali la
navigazione non sarebbe possibile, e
quello degli accessori, non necessariamente essenziali per la navigazione, ma comunque formanti l’allestimento dell’unità stessa. È possibile
ipotizzare che il campione analizzato
rappresenti circa il 90% del valore
globale del settore, considerando tale
dato come ipotesi cautelativa, tenu-
to conto dello spettro molto ampio
di aziende coinvolte nella produzione
di accessori utilizzati in campo nautico, anche se, in molti casi, non come
core business. I dati relativi alle aziende che costruiscono componenti
sono infatti interamente a disposizione dell’indagine, mentre quelli relativi
alle aziende di accessori difficilmente
possono essere rilevati nella loro interezza, ed è verosimile stimare che una
quota pari al 10% del mercato sfugga
all’indagine effettuata.
Le categorie merceologiche prese in
considerazione sono le seguenti:
• Abbigliamento nautico
• Accessori
Comparto degli accessori
anno 2015, valori in euro
Valori in €
Valori %
Produzione nazionale
592.860.000
71%
per il mercato nazionale (a)
294.070.000
50%
per esportazione (b)
298.790.000
50%
di cui verso Paesi UE
185.250.000
62%
di cui verso Paesi extra UE
113.540.000
38%
Importazioni
243.380.000
29%
provenienti da Paesi UE
128.990.000
53%
provenienti da Paesi extra UE
114.390.000
47%
vendute in Italia (c)
184.970.000
76%
58.410.000
24%
Fatturato globale
836.240.000
100%
destinazione finale all'estero (b+d)
357.200.000
43%
destinazione finale Italia (a+c)
479.040.000
57%
vendute all'estero (d)
La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015
65
L’industria nautica | 4. Gli accessori
• Accessori per motore e meccanica
navale
• Alberi, vele e velerie
• Attrezzature per la pesca sportiva
• Carrelli e trasporto imbarcazioni
• Componenti
• Generatori
Fig. 4.1
• Materie prime
• Pesca subacquea
• Porticcioli impianti ed attrezzature
• Strumentazione elettronica di bordo.
L’indagine è stata effettuata in modo
dettagliato, consentendo di realizzare un’analisi del fatturato scomposto
nelle diverse tipologie merceologiche
di accessori e componenti. Il fatturato complessivo dell’intero settore degli
accessori è stimato pari a 836 mln €,
derivante per quasi 600 mln € da produzione nazionale e per oltre 240 mln
€ da importazioni (tabella 4.1).
La figura 4.1 rivela la particolarità del
comparto degli accessori: il fatturato
si scompone uniformemente nelle tre
componenti considerate.
Gli accessori prodotti o importati nel
nostro Paese vengono per la maggior
parte rivenduti in Italia. Questo trend
Fig. 4.2
Produzione e importazione di accessori, ripartizione del
fatturato globale
anno 2015
1,00
0,90
29%
conosce nel 2015 un aumento rispetto
all’anno precedente, attestando il fatturato delle vendite a destinazione finale
Italia su circa mezzo miliardo di euro
(figura 4.2).
A fronte di un sensibile aumento delle importazioni (30% circa) si assiste a
Produzione e importazione di accessori, andamento dati di
fatturato 2010-2015
valori in miliardi di euro
0,88
0,91
0,78
0,80
35%
una lieve contrazione delle esportazioni (-2% circa) che porta a mantenere
stabile per il quarto anno consecutivo
il valore relativo alla produzione nazionale. Ciononostante il fatturato globale
mostra un aumento di quasi il 7% (tabella 4.2 e figura 4.3).
0,76
0,78
0,84
0,70
Produzione nazionale per il mercato nazionale (a)
0,60
Produzione nazionale per esportazione (b)
0,50
Importazioni (c)
0,40
0,66
0,59
0,66
0,58
0,60
0,60
0,60
0,44
0,42
0,41
0,59
0,48
0,30
0,20
0,10
36%
-
2010
2011
2012
Fatturato globale
Tab. 4.2
2013
Produzione nazionale
2015
Destinazione finale Italia
Produzione e importazione di accessori, andamento 20102015
valori in euro
Anno
Produzione nazionale
per il mercato nazionale (a)
Produzione nazionale
per esportazione (b)
Produzione nazionale
(a+b)
Importazioni
(c)
Saldo
Export-Import
Fatturato globale
(a+b+c)
2010
397.370.000
261.490.000
658.860.000
222.740.000
38.750.000
881.600.000
2011
379.920.000
284.900.000
664.820.000
241.830.000
43.070.000
906.650.000
2012
302.630.000
295.520.000
598.150.000
185.670.000
109.850.000
783.820.000
2013
284.020.000
311.140.000
595.160.000
165.460.000
145.680.000
760.620.000
2014
291.920.000
304.690.000
596.610.000
187.400.000
117.290.000
784.010.000
2015
294.070.000
298.790.000
592.860.000
243.380.000
55.410.000
836.240.000
0,7%
-1,9%
-0,6%
29,9%
Variaz. % 15-14
66
2014
La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015
6,7%
La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015
67
L’industria nautica | 4. Gli accessori
Fig. 4.3
Produzione e importazione di accessori: composizione del
fatturato globale, andamento 2010-2015
valori in miliardi di euro
0,70
0,60
2,50
1,97‰
0,50
2,00
0,59
2,00‰
1,44
‰
0,40
1,50
1,43‰
1,46‰
0,30
La figura 4.4 mostra il trend relativo alla
ripartizione della produzione nazionale di accessori tra export e mercato
nazionale, evidenziando le dinamiche
tra il 2010 e il 2015. Attualmente le
due grandezze si equivalgono.
Attraverso un’analisi di un campione
del 33% del fatturato complessivo
del settore, viene osservata la com-
0,24
Fig. 4.5
Produzione e importazione di accessori: ripartizione
merceologica del fatturato
anno 2015, campione del 33% del fatturato
10,8%
0,50
0,10
2010
2010
2011
2011
2012
2012
Produzione nazionale (a+b)
2013
2013
2014
2014
sori per motore e meccanica navale
rappresenti poco meno del 90% del
fatturato del campione, anche se
questi valori sono parzialmente influenzati dalla mancata disponibilità
dei dati relativi ad alcune tipologie di
accessori.
1,75‰
1,00
0,20
0,00-
posizione merceologica nelle diverse
tipologie di prodotti.
Dall’esame della figura 4.5 emerge
come il sottocomparto degli accessori nautici rappresenti oltre la metà
del campione.
Si osservi come il fatturato derivante
da accessori, componenti, strumentazione elettronica di bordo e acces-
2015
2015
53,1%
10,1%
Importazioni (c)
Accessori
Accessori per motore e meccanica navale
Fig. 4.4
Produzione nazionale di accessori: ripartizione per mercato di
sbocco, andamento 2010-2015
valori percentuali
10,3%
Strumentazione elettronica di bordo
Componenti
Altro
70%
60%
60%
57%
15,7%
51%
52%
51%
50%
49%
48%
49%
50%
2012
2013
2014
2015
50%
40%
40%
43%
30%
20%
10%
0%
2010
2011
Mercato italiano
68
La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015
Export
La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015
69
5.
I motori
Fig. 5.1
Il comparto dei motori presenta per
l’anno 2015 un fatturato complessivo di oltre 250 mln di €, derivante
per il 22% da produzione nazionale
e per il 78% da importazioni (tabella
5.1). Questa ripartizione si discosta
da quella degli altri comparti dell’industria nautica, dove i volumi realizzati in
Italia e gli introiti da essi derivanti superano generalmente quelli relativi ai
prodotti provenienti dall’estero (figura
5.1). Per la quasi totalità le importazioni vengono vendute in Italia.
Da notare che alcune case produttrici
extraeuropee distribuiscono i motori
Produzione e importazione di
motori: ripartizione del fatturato
globale 2015
valori percentuali, anno 2015
5%
17%
Produzione nazionale
per il mercato
nazionale (a)
Produzione nazionale
per esportazione (b)
Importazioni (c)
78%
Tab. 5.1
Comparto dei motori
anno 2015, valori in euro
Valori in €
Valori %
Produzione nazionale
57.060.000
22%
per il mercato nazionale (a)
12.890.000
23%
per esportazione (b)
44.170.000
77%
di cui verso Paesi UE
23.410.000
53%
di cui verso Paesi extra UE
20.760.000
47%
Importazioni
197.780.000
78%
provenienti da Paesi UE
174.050.000
88%
23.730.000
12%
191.850.000
97%
5.930.000
3%
254.840.000
100%
50.100.000
20%
204.740.000
80%
provenienti da Paesi extra UE
vendute in Italia (c)
vendute all'estero (d)
Fatturato globale
destinazione finale all'estero (b+d)
destinazione finale Italia (a+c)
La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015
71
L’industria nautica | 5. I motori
in Italia attraverso società con sede in
UE. Indicativamente, se le importazioni avvenissero direttamente dai Paesi
produttori, la percentuale di import da
nazioni extra-UE si attesterebbe intorno al 30%.
La figura 5.2 mostra la particolarità
Fig. 5.2
del settore con l’andamento quasi simile del fatturato globale e della destinazione finale Italia, peraltro entrambe
in ripresa a partire al 2013.
Dalla tabella 5.2 si osserva la ripresa
del comparto dei motori per tutte le
grandezze considerate.
A proposito del saldo negativo della
bilancia commerciale si osserva come
la maggior parte dei motori importati
venga successivamente installata su
imbarcazioni di produzione nazionale
destinate sia al mercato interno sia
a quello internazionale; il valore delle
Fig. 5.3
Produzione e importazione di motori: andamento dati di
fatturato 2010-2015
valori in miliardi di euro
0,35
0,30
0,30
0,29
0,26
0,25
0,20
0,25
0,22
0,22
0,24
0,25
2,50
0,20
2,00
0,17
0,17
0,20
1,97‰
2,00‰
1,50
0,15
1,43‰
1,46‰
0,20
1,75‰
1,00
0,10
0,10
0,06
2010
0,06
0,05
2011
2012
Fatturato globale
Tab. 5.2
0,05
0,05
2013
Produzione nazionale
2014
0,06
2015
0,50
0,05
0,00-
0,06
2010
2010
Destinazione finale Italia
2011
2011
2012
2012
Importazioni (c)
2013
2013
2014
2014
2015
2015
Produzione nazionale (a+b)
Produzione e importazione di motori: andamento 2010-2015
valori in euro
Anno
Produzione nazionale
per il mercato nazionale (a)
Produzione nazionale
per esportazione (b)
Produzione nazionale
(a+b)
Importazioni
(c)
Saldo
Export-Import
Fatturato globale
(a+b+c)
2010
19.580.000
40.510.000
60.090.000
238.680.000
-198.170.000
298.770.000
2011
16.730.000
36.050.000
52.780.000
238.330.000
-202.280.000
291.110.000
2012
12.190.000
45.150.000
57.340.000
198.710.000
-153.560.000
256.050.000
2013
8.810.000
38.990.000
47.800.000
169.790.000
-130.800.000
217.590.000
2014
10.510.000
41.130.000
51.640.000
164.850.000
-123.720.000
216.490.000
2015
12.890.000
44.170.000
57.060.000
197.780.000
-153.610.000
254.840.000
22,6%
7,4%
10,5%
20,0%
Variaz. % 15-14
72
La figura 5.5 mostra l’andamento annuale delle vendite in Italia di motori
fuoribordo (2 tempi + 4 tempi): i dati
2015 mostrano una sostanziale stabilità rispetto all’anno precedente.
Produzione e importazione di motori: composizione del
fatturato globale, andamento 2010-2015
valori in miliardi di euro
1,44‰
0,20
0,15
-
le sono chiaramente evidenziate nella
figura 5.3. Osservando la ripartizione
della produzione nazionale in export e
mercato nazionale (figura 5.4), si nota
come la forbice tra le due componenti
sia aumentata sino al 2013 per poi richiudersi negli ultimi due anni.
0,30
0,25
0,05
importazioni viene così incorporato in
quello delle unità da diporto vendute,
riequilibrando in tal modo la bilancia
dei pagamenti dell’industria nautica
nel suo complesso.
La netta ripresa delle importazioni e il
minor peso della produzione naziona-
La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015
17,7%
La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015
73
Fig. 5.4
Produzione nazionale di motori: ripartizione per mercato di
sbocco, andamento 2010-2015
valori percentuali
90%
80%
79%
70%
60%
67%
82%
80%
77%
68%
50%
40%
33%
32%
21%
30%
20%
18%
20%
23%
10%
0%
2010
2011
2012
Export
Fig. 5.5
2013
2014
2015
Mercato italiano
Motori fuoribordo: vendite in Italia, andamento 2010-2015
numero di pezzi, fonte ICOMIA-IMEC
25.000
21.626
18.509
20.000
13.648
15.000
11.109
12.312
12.334
2013
2014
2015
10.000
5.000
0
74
2010
2011
La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015
2012
Seconda Parte
IL DIPORTISMO
6.
Il parco nautico
Fig. 6.1
6.a In Italia
Vengono elaborati in questo capitolo i dati relativi al parco nautico immatricolato per l’anno 2014, divulgati dal Ministero delle Infrastrutture
e dei Trasporti nell’ultima edizione
de “Il Diporto Nautico in Italia - Anno
2014”.
Tutti i dati comprendono sia le registrazioni presso gli Uffici Marittimi
(Capitanerie di Porto e Uffici Circondariali Marittimi) sia le registrazioni
presso gli Uffici della Motorizzazione
Civile (U.M.C.).
Ripartizione per lunghezza del parco
nautico immatricolato
valori percentuali, anno 2014
3,3%
0,2%
19,8%
Fino a 10 m
Da 10,01 a 12 m
Da 12,01 a 18 m
Da 18,01 a 24 m
Oltre 24 m
54,4%
22,2%
Fig. 6.2
Fonte: MIT
Ripartizione per propulsione del parco nautico immatricolato
valori percentuali, anno 2014
0,2%
19,3%
A vela
A motore
Navi da diporto
80,5%
Fonte: MIT
La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015
79
Il diportismo | 6. Il parco nautico
Tab. 6.1
Unità da diporto iscritte (Uffici Marittimi e Motorizzazione
Civile), anno 2014
A vela (con o senza motore ausiliario)
Regione
Liguria
Toscana
Lazio
Campania
Calabria
Puglia
Molise
Abruzzo
Marche
Emilia Romagna
Veneto
Friuli Venezia Giulia
Sardegna
Sicilia
Piemonte e Valle d'Aosta
Lombardia
Trentino Alto Adige
Umbria
Totale
A motore
Navi
fino a 10m
da 10,01 a 12m
da 12,01 a 18m
da 18,01 a 24m
Totale
fino a 10m
da 10,01 a 12m
da 12,01 a 18m
da 18,01 a 24m
Totale
oltre 24m
Totale
605
294
451
74
14
78
1
34
118
212
283
197
107
138
66
181
28
6
2.887
2.257
1.158
960
302
42
189
81
323
1.101
804
1.030
392
305
4
8
6
1
8.963
1.781
1.009
740
289
62
143
3
67
205
773
526
677
342
320
2
1
2
6.942
908
72
36
17
9
6
14
28
16
34
27
20
1.187
5.551
2.533
2.187
682
118
419
4
188
660
2.114
1.629
1.938
868
783
72
190
36
7
19.979
5.710
4.084
6.409
10.642
755
2.225
27
561
1.250
1.616
3.466
993
1.969
3.267
3.696
6.548
25
230
53.473
3.578
1.864
1.578
2.072
123
357
11
93
597
692
821
653
925
512
4
156
2
14.038
3.838
2.116
1.563
1.604
73
219
13
44
712
586
716
726
928
333
1
118
13.590
668
466
367
148
9
14
3
9
102
72
63
119
149
79
2.268
13.794
8.530
9.917
14.466
960
2.815
54
707
2.661
2.966
5.066
2.491
3.971
4.191
3.701
6.822
27
230
83.369
69
87
41
15
1
2
4
1
8
2
4
2
236
19.414
11.150
12.145
15.163
1.079
3.234
58
897
3.325
5.081
6.703
4.431
4.843
4.976
3.773
7.012
63
237
103.584
Fonte: MIT
Tab. 6.2
Unità da diporto immatricolate nel 2014
A vela (con o senza motore ausiliario)
Regione
Liguria
Toscana
Lazio
Campania
Calabria
Puglia
Molise
Abruzzo
Marche
Emilia Romagna
Veneto
Friuli Venezia Giulia
Sardegna
Sicilia
Piemonte e Valle d'Aosta
Lombardia
Trentino Alto Adige
Umbria
Totale
A motore
Navi
fino a 10m
da 10,01 a 12m
da 12,01 a 18m
da 18,01 a 24m
Totale
fino a 10m
da 10,01 a 12m
da 12,01 a 18m
da 18,01 a 24m
Totale
oltre 24m
Totale
9
1
4
2
2
1
1
2
2
1
1
26
18
4
23
5
2
4
2
3
7
7
15
7
1
98
25
9
14
15
7
1
3
6
5
16
5
6
5
117
3
4
5
1
13
55
18
46
22
9
7
6
10
13
25
22
14
7
254
20
6
12
3
9
3
2
3
7
8
3
10
86
13
7
21
22
2
5
1
1
5
5
5
10
9
1
107
42
4
25
9
4
9
7
8
21
4
12
4
149
13
3
6
1
2
3
3
3
3
37
88
20
64
35
6
23
1
4
16
11
36
20
28
26
1
379
1
1
2
144
39
110
57
15
30
1
10
26
24
61
42
42
33
1
635
Fonte: MIT
80
La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015
La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015
81
Il diportismo | 6. Il parco nautico
Tab. 6.3
Unità da diporto cancellate nel 2014
A vela (con o senza motore ausiliario)
Regione
Liguria
Toscana
Lazio
Campania
Calabria
Puglia
Molise
Abruzzo
Marche
Emilia Romagna
Veneto
Friuli Venezia Giulia
Sardegna
Sicilia
Piemonte e Valle d'Aosta
Lombardia
Trentino Alto Adige
Umbria
Totale
A motore
Navi
fino a 10m
da 10,01 a 12m
da 12,01 a 18m
da 18,01 a 24m
Totale
fino a 10m
da 10,01 a 12m
da 12,01 a 18m
da 18,01 a 24m
Totale
oltre 24m
Totale
28
19
14
9
2
4
1
6
17
4
20
6
4
2
1
137
43
23
16
9
3
1
1
18
7
15
4
5
145
43
17
19
14
4
4
11
8
11
7
6
144
6
1
1
1
2
11
120
60
49
32
2
11
2
12
46
19
47
17
17
2
1
437
152
176
90
120
45
32
10
51
49
49
36
39
45
2
7
903
63
35
19
70
3
4
1
9
11
9
21
9
2
256
87
51
26
61
3
2
1
14
18
11
38
20
4
336
26
17
20
15
1
8
5
2
11
4
2
111
328
279
155
266
51
38
13
82
83
71
106
72
53
2
7
1.606
4
5
1
1
1
12
452
344
205
298
53
49
15
94
129
90
153
90
71
2
9
1
2.055
Fonte: MIT
Tab. 6.4
Saldo immatricolazioni-cancellazioni unità da diporto nel 2014
A vela (con o senza motore ausiliario)
Regione
Liguria
Toscana
Lazio
Campania
Calabria
Puglia
Molise
Abruzzo
Marche
Emilia Romagna
Veneto
Friuli Venezia Giulia
Sardegna
Sicilia
Piemonte e Valle d'Aosta
Lombardia
Trentino Alto Adige
Umbria
Totale
A motore
Navi
fino a 10m
da 10,01 a 12m
da 12,01 a 18m
da 18,01 a 24m
Totale
fino a 10m
da 10,01 a 12m
da 12,01 a 18m
da 18,01 a 24m
Totale
oltre 24m
Totale
-19
-18
-10
-7
-2
-2
0
0
-6
-16
-2
-18
-5
-3
0
-2
-1
0
-111
-25
-19
7
-4
2
1
0
1
2
-11
0
0
3
-4
0
0
0
0
-47
-18
-8
-5
1
7
-3
0
3
2
-6
8
-6
-1
-1
0
0
0
0
-27
-3
3
5
0
0
0
0
0
0
0
0
-1
0
-2
0
0
0
0
2
-65
-42
-3
-10
7
-4
0
4
-2
-33
6
-25
-3
-10
0
-2
-1
0
-183
-132
-170
-78
-117
-45
-23
0
-7
-49
-46
-42
-28
-36
-35
-2
-7
0
0
-817
-50
-28
2
-48
-1
1
1
0
-4
-11
-4
-16
1
7
0
1
0
0
-149
-45
-47
-1
-52
1
7
0
-1
-7
-10
10
-34
-8
0
0
0
0
0
-187
-13
-14
-14
-14
0
0
0
-1
-6
-5
1
-8
-1
1
0
0
0
0
-74
-240
-259
-91
-231
-45
-15
1
-9
-66
-72
-35
-86
-44
-27
-2
-6
0
0
-1227
-3
-4
-1
0
0
0
0
0
0
0
0
0
-1
-1
0
0
0
0
-10
-308
-305
-95
-241
-38
-19
1
-5
-68
-105
-29
-111
-48
-38
-2
-8
-1
0
-1420
Fonte: MIT
82
La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015
La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015
83
Il diportismo | 6. Il parco nautico
Fig. 6.3
Andamento annuale del parco nautico immatricolato
106.000
104.985
103.493
104.000
104.738
103.584
101.538
102.000
102.041
100.000
99.517
98.000
96.000
97.308
94.000
92.000
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
2014
Fonte: MIT
Fig. 6.4
Andamento annuale delle nuove immatricolazioni
Se la stima del parco nautico immatricolato già da anni è effettuata con
precisione grazie ai dati divulgati annualmente dal Ministero dei Trasporti
e delle Infrastrutture, il computo del
parco nautico non immatricolato (tabella 6.5) presenta maggiori criticità
proprio a causa dell’assenza di fonti
univoche e ufficiali cui fare riferimento.
Si osservi inoltre come l’obbligo di
iscrizione ai registri non includa i natanti che possono comunque essre
iscritti nei registri delle imbarcazioni
da diporto, assumendone in tal caso
il regime giuridico.
Per stimare il parco nautico non immatricolato (in base ai conteggi relativi
Tab. 6.6
all’anno 2013), si è provveduto a suddividere le unità non registrate in tre tipologie (unità a motore; unità a vela senza
motore; altre unità minori, quali canoe,
kajak, altri natanti per uso sportivo, pattini, pedalò, mosconi, altri natanti a remi).
La stima delle unità a motore dismesse
è stata effettuata basandosi sulla quota
media di unità eliminate calcolata sulla
serie storica degli anni precedenti. Per
le unità minori e le unità a vela senza
motore i dati sono stati corretti eliminando le unità dismesse, sulla base
della vita media stimata per tipologia di
unità, ovvero 20 anni per le unità a vela
e 10 per le altre unità minori.
Sono state poi aggiunte le nuove unità
acquistate calcolate sulla base dei dati
UCINA relativi al numero di unità vendute sul territorio nazionale da un campione esemplificativo, pari al 77% del totale degli operatori, ponderando il dato
sul fatturato nazionale del settore. Per
le unità a vela e le unità a motore sono
state infine escluse quelle immatricolate
sotto i 10 metri, perché facenti già parte
del parco nautico immatricolato.
Il parco nautico complessivo comprende sia le unità non immatricolate stimate precedentemente sia il totale immatricolazioni secondo quanto indicato dal
Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (tabella 6.6 e figura 6.5).
Composizione parco nautico complessivo
anno 2014, stima UCINA
5000
4000
Unità
4.159
4500
4.457
3500
2.690
3000
Parco nautico immatricolato al 31/12/2014
103.584
Parco nautico non immatricolato (stima 2013)
474.574
Totale
578.158
2.875
2500
2000
Fig. 6.5
1500
1.747
1000
932
500
0
2007
2008
2009
2010
2011
700
635
2013
2014
2012
Composizione percentuale parco nautico complessivo
valori percentuali, anno 2014, stima UCINA
18%
Fonte: MIT
Tab. 6.5
Composizione parco nautico non immatricolato
anno 2013, stima UCINA
Parco nautico immatricolato
Unità
Unità a motore
354.265
Unità minori
120.309
di cui canoe, kayak, natanti a remi e per uso sportivo
di cui derive a vela
Totale unità non immatricolate
84
La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015
Parco nautico non immatricolato
112.489
7.820
474.574
82%
La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015
85
Il diportismo | 6. Il parco nautico
6.b Nel mondo
La situazione del parco nautico
mondiale per l’anno 2014 è stata
analizzata alla luce dei dati forniti
da ICOMIA (International Council of
Marine Industry Association), che li
raccoglie direttamente dalle associazioni nazionali dei Paesi più rilevanti1.
Tab. 6.7
Nelle diverse tabelle del presente
capitolo sono stati presi in considerazione i dati relativi a Croazia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia,
Irlanda, Italia, Norvegia, Paesi Bassi,
Polonia, Regno Unito, Repubblica
Ceca, Spagna, Svezia e Svizzera per
quanto riguarda l’area europea, e ad
Argentina, Australia, Brasile, Canada,
Cina, Giappone, Nuova Zelanda, Stati Uniti, Sud Africa e Turchia relativamente al resto del mondo.
È opportuno precisare che i metodi di
raccolta dei dati e la relativa affidabilità variano secondo i diversi Paesi, e
che in alcuni casi non è stato possibile ottenere tutte le informazioni richieste; pertanto non è sempre possibile
un confronto diretto dei dati.
Nella tabella 6.7, per ogni Paese
preso in considerazione, vengono illustrati i dati relativi al parco nautico
complessivo, scomposto nelle seguenti categorie merceologiche:
• unità a vela
• unità a motore entrobordo o entrofuoribordo
•
unità a motore fuoribordo e unità rigide
• unità pneumatiche di lunghezza
>2,5m e di peso >20kg
• PWCs (moto d’acqua).
Nella tabella compare inoltre il numero di unità da diporto ogni 1.000 abitanti, ottenuto dal rapporto tra parco
nautico complessivo e popolazione
residente nei diversi Paesi: tale dato
fornisce un’indicazione della predisposizione verso la nautica da diporto.
La tabella è suddivisa in tre sezioni:
nella prima troviamo i Paesi europei,
nella seconda quelli extraeuropei, e a
parte vengono poi considerati gli Stati
Uniti d’America, per evidenziarne l’importanza in termini quantitativi.
Parco nautico mondiale
anno 2014
Nazione
Popolazione
Unità da diporto
x 1000 abitanti
Svezia
Norvegia
Finlandia
Regno Unito
Paesi Bassi
Francia
Germania
Italia
Spagna
Grecia
Croazia
Svizzera
Polonia
Irlanda
Rep. Ceca
EUROPA
Canada
Australia
Giappone
Nuova Zelanda
Argentina
Turchia
Brasile
Cina
Altri Paesi
USA
TOTALE
9.700.000
5.100.000
5.500.000
64.500.000
16.900.000
64.100.000
80.900.000
61.300.000
46.500.000
11.000.000
4.200.000
8.200.000
38.500.000
4.600.000
10.500.000
431.500.000
35.500.000
23.500.000
127.100.000
90,82
169,41
146,73
8,55
30,06
8,03
6,25
7,60
3,95
14,99
24,40
12,20
1,79
5,87
2,16
13,36
121,13
40,75
2,56
881.000
864.000
807.0001
551.5601
508.000
514.428
505.7951
465.578
183.600
164.915
102.4751
100.000
68.940
27.0101
22.650
5.766.951
4.300.0003
957.700
325.500
4.300.000
42.700.000
77.200.000
202.800.000
1.364.100.000
1.877.200.000
317.700.000
2.626.400.000
73,75
4,48
1,11
0,29
0,04
3,35
50,07
10,65
317.117
191.242
86.060
59.020
53.8361
6.290.475
15.906.0671
27.963.493
2
Totale parco nautico
2
Unità a vela
Unità a motore
eb o efb
Unità con motore fb
e unità rigide
Unità pneumatiche
>2,5m >20kg
105.000
59.000
120.000
275.000
616.000
420.000
40.000
110.000
212.305
187.000
103.550
195.227
27.985
87.000
3.860
94.805
140.000
383.261
193.419
83.328
50.600
13.418
155.850
181.000
27.617
117.149
354.265
46.000
121.037
78.600
30.000
65.000
5.000
16.010
3.210
1.026.937
8.000
3.640
1.426.831
1.000
6.240
2.044.918
2.000
8.600
251.600
960
10.000
29.350
18.900
143.500
52.800
672.900
144.000
49.000
47.000
62.950
62.800
42.216
3.825
9.945
9.420
1.8711
115.527
1.265.500
2.407.964
21.522
18.124
31.335
49.600
3.5951
320.476
2.503.200
4.250.507
203.710
135.782
29.160
30.669
32.511
14.320
15.000
17.3511
1.202.903
10.871.867
14.119.688
31.0191
204.519
2
2
2
PWCs
2
10.000
21.000
456.119
1.300
142.050
1.265.500
152.050
Fonte: ICOMIA
1. Se non diversamente specificato, i valori riportati si riferiscono agli ultimi dati disponibili, ricavati da ICOMIA, “Recreational Boating
Industry Statistics 2014”.
86
La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015
Note: 1. dato 2013 - 2. dato 2010 - 3. dato 2012
La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015
87
Il diportismo | 6. Il parco nautico
Le prime due sezioni della tabella
sono ordinate in senso decrescente
in funzione del parco nautico.
Complessivamente, il parco nautico
censito risulta minore rispetto all’anno precedente e di poco inferiore ai
28 milioni di unità contro quasi 29
milioni dello scorso anno. I dati sono
ordinati per parco nautico complessivo
decrescente, all’interno dell’ambito territoriale. Le variazioni riguardanti la consistenza dei singoli parchi nautici saranno segnalate nel corso dell’analisi.
Analizzando la tabella si nota come,
nell’ambito del continente europeo,
i Paesi scandinavi confermino i valori
maggiori: Svezia (881.000 unità complessive e 90,82 ogni 1.000 abitanti)
e Norvegia (864.000 unità complessive e 169,41 unità ogni 1.000 abitanti)
mantengono le prime due posizioni,
segnalando però che la prima non aggiorna il dato dal 2010. Al terzo posto
troviamo la Finlandia (807.000 unità,
146,73 ogni 1.000 abitanti). Come già
detto in occasione delle precedenti
Fig. 6.6
edizioni del rapporto, la ragione di tale
supremazia va ricercata nella radicata
cultura nautica, nonostante il clima non
sempre favorevole, mentre per quanto
riguarda il parco nautico per numero
di abitanti conta molto la popolazione
poco numerosa di tali Paesi.
Il quarto Paese europeo in termini di parco nautico è il Regno Unito
(551.560 unità), seguito dai Paesi Bassi (508.000, con 30,06 unità
ogni 1.000 abitanti), e dalla Francia
(514.428 unità), che supera la Germania (505.795 unità). L’Italia scende
all’ottavo posto (465.578 unità contro
le 469.038 del 2013 e 608.915 del
2012), seguita con molto distacco dalla Spagna (183.600), Grecia (164.915)
e Croazia (102.475).
Chiudono questa prima parte della tabella i Paesi europei caratterizzati da
un parco nautico complessivo più modesto (Svizzera, Polonia, Irlanda e Repubblica Ceca, in ordine decrescente).
Con riferimento al resto del mondo
spicca certamente il dato relativo agli
Stati Uniti, che contano un parco nautico di 15.906.067 unità complessive,
che porta ad una diffusione di imbarcazioni pari a circa 50 unità da diporto
ogni 1.000 abitanti.
Per quanto riguarda gli altri Paesi extraeuropei, il Canada risalta sia per l’ingente parco nautico (4.300.000 imbarcazioni), invariato rispetto al 2012, sia
per numero di imbarcazioni pro capite
(121,13), seguito dall’Australia, con un
parco nautico censito di 957.700 unità, dal Giappone, dalla Nuova Zelanda. Gli altri Paesi extraeuropei per cui
sono disponibili i dati (Argentina, Turchia, Brasile e Cina) presentano dati
meno significativi sia in termini assoluti
sia per il numero di unità pro capite.
Per quanto riguarda la composizione per tipologia di motorizzazione e
imbarcazione (figura 6.6), si segnala
la forte influenza esercitata dalla ripartizione degli Stati Uniti d’America,
per la rilevanza percentuale del parco
nautico americano sul parco nautico
complessivamente considerato, in ul-
Parco nautico mondiale, ripartizione per tipologia
valori percentuali, anno 2014
2% 1%
11%
20%
Unità a vela
Unità a motore eb/efb
Unità con motore fb ed altre unità rigide
Unità pneumatiche >2,5m e >20Kg
PWCs
66%
La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015
Tab. 6.8
Nazione
Svezia
Norvegia
Finlandia
Regno Unito
Paesi Bassi
Francia
Germania
Italia
Spagna
Grecia
Croazia
Polonia
Irlanda
EUROPA
Canada
Australia
Giappone
Nuova Zelanda
Argentina
Turchia
Brasile
Cina
Altri Paesi
USA
TOTALE
presentano circa l’11% del totale; si
segnala che in alcuni Paesi (Regno Unito, Paesi Bassi, Germania, Spagna, Irlanda) queste costituiscono la maggior
parte del parco nautico nazionale.
Nell’ambito delle unità a motore, le
unità fuoribordo e rigide prevalgono
largamente sulle unità entrobordo ed
entrofuoribordo e su quelle pneumatiche, rappresentando il 66% delle
imbarcazioni complessivamente considerate. Le unità a motore entrobordo
o entrofuoribordo contano complessivamente per il 19,9%, mentre le unità
pneumatiche per il 2,1%.
Va infine considerato che alcune categorie non prevedono l’obbligo di
registrazione, e che nelle statistiche
fornite da alcuni Paesi non sono conteggiate le navi da diporto oppure le
unità pneumatiche. Questo impedisce
di comprendere quanto influiscano i
superyacht, o le piccole imbarcazioni,
come le derive, i surf, le canoe, etc.,
Distribuzione delle unità da diporto lungo le coste
anno 2014, fonte ICOMIA
Popolazione
Parco nautico
complessivo
km di costa
Unità da diporto per
100 km di costa
9.700.000
5.100.000
5.500.000
64.500.000
16.900.000
64.100.000
80.900.000
61.300.000
46.500.000
11.000.000
4.200.000
8.200.000
38.500.000
4.600.000
10.500.000
431.500.000
35.500.000
23.500.000
127.100.000
4.300.000
42.700.000
77.200.000
202.800.000
1.364.100.000
2.626.400.000
881.0001
864.000
807.0002
551.5602
508.000
514.428
505.7952
465.578
183.600
164.915
102.4752
68.940
27.010
5.644.301
4.300.0002
957.700
325.500
317.117
191.242
86.060
59.020
53.8362
6.290.475
15.906.0672
27.840.843
8.000
53.200
46.200
17.381
400
5.700
3.624
7.375
7.880
15.000
5.835
770
9.000
180.365
233.802
66.530
33.889
15.134
5.087
8.533
7.500
18.000
388.475
133.342
702.182
11.013
1.624
1.747
3.173
127.000
9.025
13.957
6.313
2.330
1.099
1.756
8.953
300
3.129
1.839
1.440
960
2.095
3.759
1.009
787
299
1.619
11.929
3.965
Fonte: ICOMIA
Fonte: ICOMIA
88
teriore crescita percentuale rispetto al
2013 (57% contro 55%). Da evidenziare come il grafico non tenga conto
dei Paesi per cui è disponibile il dato
sul parco nautico complessivo ma
che non forniscono la ripartizione per
tipologia (Canada, Croazia, Finlandia,
Polonia), pertanto il numero di imbarcazioni totale cui si riferisce il grafico
ammonta a 21.386.328 (contro le
22.596.361 unità del 2013).
Complessivamente, le unità a vela rap-
Note: 1. dato 2010 - 2. dato 2013
La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015
89
Il diportismo | 6. Il parco nautico
nella composizione del parco nautico.
Si osservi inoltre che, in relazione alle
immissioni di nuove unità da diporto
nei mercati nazionali, è impossibile stabilire quante vadano a rimpiazzare unità dismesse e quante contribuiscano
invece, all’aumento del parco nautico.
La tabella 6.8 illustra la distribuzione
delle unità da diporto in relazione alla
lunghezza delle coste dei Paesi oggetto di osservazione.
L’indicazione della densità di imbarcazioni lungo le coste permette di effettuare una valutazione sullo sviluppo
del diportismo. Nella tabella non sono
conteggiate le acque interne, per cui è
possibile che il numero di imbarcazioni
per 100 km di costa di alcuni Paesi appaia particolarmente elevato; nello specifico, per quanto riguarda i Paesi Bassi
(127.000 unità ogni 100 km di costa) e
la Germania (13.957 unità) deve essere considerato il forte sviluppo delle vie
d’acqua interne navigabili (canali e fiumi), mentre per la Svezia (11.013 unità)
è necessario ricordare la notevole inci-
denza del diportismo lacustre.
In Italia, il numero di unità da diporto
ogni 1.000 km di costa scende a 6.313
contro le 6.360 del 2013 e contro le
8.256 del 2012, mentre in Francia il
dato è di 9.025, in crescita rispetto alle
8.475 unità del 2013.
Gli Stati Uniti, che contano 133.342 km
di costa, presentano un valore significativo di unità da diporto ogni 100 km di
costa, in calo rispetto al 2012 (11.929
unità). Tra gli altri Paesi extraeuropei si
segnalano Nuova Zelanda e Argentina,
con rispettivamente 2.095 e 3.795 unità ogni 1.000 km di costa.
La figura 6.7 illustra la diffusione di imbarcazioni da diporto nei Paesi oggetto
di osservazione, in termini di unità ogni
1.000 abitanti. Da un esame congiunto del grafico in oggetto e della tabella
6.7, emerge come i primi cinque Paesi
del grafico (Norvegia, Finlandia, Canada, Svezia e Nuova Zelanda) debbano
la propria posizione in classifica in parte
ad un consistente parco nautico ed in
parte alla scarsa popolazione residente.
La figura 6.8 raffigura la suddivisione
del parco nautico mondiale per area
geografica, al fine di fornirne un quadro
completo. Si ha conferma della netta
superiorità del parco nautico statunitense con una quota del 57,1% (contro il 55,1% del 2013). Tuttavia, poiché
trattasi di analisi percentuale, si deve
osservare come questo dato possa
risentire del mancato aggiornamento
del dato statunitense. Il dato europeo,
sceso negli anni scorsi sotto il dato aggregato degli “Altri Paesi”, mostra una
ripresa percentuale (20,3% contro il
19,5% del 2013). Gli Altri Paesi contano
per il 22,6%.
La figura 6.9 illustra l’andamento nel
tempo (2004-2014) della suddivisione del parco nautico mondiale per
area geografica. Come già segnalato in precedenza, si nota una ripresa
percentuale della rilevanza del parco
nautico degli USA, e si nota come il
dato relativo al parco nautico europeo
e degli altri paesi tenda ad avvicinarsi.
Fig. 6.8
Parco nautico mondiale, ripartizione geografica
valori percentuali, anno 2014, fonte ICOMIA
1,7%
18,6%
Italia
Europa (Italia esclusa)
Altri paesi
USA
57,1%
22,6%
Fonte: ICOMIA
Fig. 6.9
Parco nautico mondiale, trend 2004-2014
valori percentuali, fonte ICOMIA
80%
Fig. 6.7
Parco nautico mondiale, densità unità da diporto per 1000
abitanti
anno 2014
180
70%
71%
70%
71%
69%
68%
68%
69%
67%
58%
60%
55%
57%
50%
160
40%
140
120
30%
100
20%
23%
24%
22%
24%
25%
25%
24%
26%
22%
20%
80
25%
23%
19%
20%
2013
2014
10%
60
0%
40
20
6%
6%
7%
7%
7%
7%
7%
8%
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
USA
Europa
Altri paesi
2012
Fonte: ICOMIA
a
ad
a
N
uo Sv
va ez
Ze ia
la
nd
a
U
S
Au A
Pa stra
es lia
iB
as
C si
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G
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S cia
Re vizz
gn era
o
U
ni
Fr to
an
ci
a
Ita
G
er lia
m
an
i
Irl a
an
Ar
d
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nt
in
Sp a
a
G gna
ia
p
Re pon
p. e
C
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Po a
lo
n
Tu ia
rc
hi
Br a
as
ile
C
in
a
C
an
di
an
nl
Fi
N
or
ve
gi
a
0
Fonte: ICOMIA
90
La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015
La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015
91
7.
7.a In Italia
Le analisi condotte in questa parte
del rapporto riguardano la ricettività
delle regioni italiane in termini di infrastrutture e posti barca a disposizione dei diportisti. I dati sono stati
estratti dalle Pagine Azzurre 2015.
La tabella 7.1 presenta il dato delle
strutture portuali in Italia, suddivise
in tre macro categorie:
• porti turistici, costituiti dalle strutture interamente dedicate al diportismo (i marina)
• porti polifunzionali, prevalentemente di proprietà o a gestione
pubblica, costituiti da una pluralità di tipologie di strutture al cui
interno, accanto ad eventuali altre
destinazioni, vi è comunque una
porzione utilizzata esclusivamente
per la nautica da diporto (porti e
porticcioli, porti industriali e commerciali, porti canale e darsene)
• punti di ormeggio, costituiti dalle
strutture a carattere stagionale
non dotate di banchine “fisse” ma
di strutture rimovibili nella stagione invernale, quando la conformazione del sito che li ospita non
92
La ricettività
permette una buona protezione
dall’azione del mare (banchine e
pontili, spiagge attrezzate e approdi e rade).
Dalla tabella si evince come i porti
polifunzionali siano predominanti
(59%), seguiti dai punti di ormeggio
(30%) e dai marina (11%). Sicilia e
Sardegna registrano il maggior numero di infrastrutture, rispettivamente 138 e 116 unità, seguite da Liguria, Campania, Puglia e Toscana che
superano le 60 strutture.
Il secondo aspetto rilevante della ricettività fa riferimento alla capacità
delle strutture portuali di accogliere
le imbarcazioni.
La tabella 7.2 mostra la disponibilità
di posti barca nelle diverse regioni
italiane, suddivisi secondo la tipologia di struttura. La regione con il
più alto numero di posti barca è la
Liguria (22.508, 14%), seguita da
Sardegna (12%), Toscana (11%) e
Sicilia (10%). La concentrazione minore si registra in Basilicata e Molise,
ossia le regioni dove sono presenti
il minor numero di strutture portuali
(3 in ciascuna). Per quanto riguarda
la tipologia portuale prevale quella
dei porti polifunzionali (quasi 63%
dei posti barca), seguita dai marina
(27%); i punti di ormeggio ospitano
complessivamente il 10% dei posti
barca a livello nazionale.
Riguardo alla distribuzione dei posti
barca fra le singole tipologie di infrastrutture si può notare come i posti
barca di maggiore qualità (porti turistici) siano concentrati in Liguria
(15%), Friuli Venezia Giulia (12%) e
Sardegna (12%), mentre i punti di
ormeggio sono situati prevalentemente in Sicilia (25%), Sardegna
(20%) e Veneto (13%).
La tabella 7.2 mostra anche la dimensione media dei porti italiani
(202 posti barca) e la dimensione media delle diverse tipologia di
struttura: i marina hanno un numero
medio di posti barca (517) più che
doppio rispetto ai porti polifunzionali (217), mentre i punti di ormeggio
presentano una dimensione media
di 65 posti barca.
La figura 7.1 mostra graficamente i
dati sopra enunciati. Per ogni regione, attraverso l’indicazione numerica
e il colore della costa, viene indicato
il numero di posti barca.
La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015
93
Il diportismo | 7. La ricettività
Tab. 7.1
Le infrastrutture portuali italiane: distribuzione per tipologia
anno 2014, elaborazioni su dati Pagine Azzurre
Porti turistici
Regione
Liguria
Toscana
Lazio
Campania
Basilicata
Calabria
Sicilia
Sardegna
Puglia
Molise
Abruzzo
Marche
Emilia Romagna
Veneto
Friuli Venezia Giulia
Totale
Tab. 7.2
n.
infrastrutture
marina
70
64
39
69
3
40
138
116
69
3
12
17
27
58
49
774
12
7
3
5
2
1
5
12
3
1
1
4
8
7
12
83
Porti polifunzionali
porto industriale /
porto
commerciale
35
21
13
37
1
15
50
37
38
2
7
4
2
6
13
281
4
2
1
2
0
4
7
5
4
0
0
2
1
2
5
39
Liguria
Toscana
Lazio
Campania
Basilicata
Calabria
Sicilia
Sardegna
Puglia
Molise
Abruzzo
Marche
Emilia Romagna
Veneto
Friuli Venezia Giulia
Totale
Media posti barca
94
porto canale
darsena
totale porti
funzionali
1
9
11
4
0
0
1
3
2
0
1
2
10
7
5
56
6
5
7
1
0
0
5
5
9
0
1
2
4
27
6
78
46
37
32
44
1
19
63
50
53
2
9
10
17
42
29
454
banchina /
pontile
spiaggia
attrezzata
approdo /
rada
totale punti di
ormeggio
8
15
1
16
0
8
63
40
13
0
2
1
2
9
8
186
1
1
1
0
0
10
0
0
0
0
0
1
0
0
0
14
3
4
2
4
0
2
7
14
0
0
0
1
0
0
0
37
12
20
4
20
0
20
70
54
13
0
2
3
2
9
8
237
Le infrastrutture portuali italiane: distribuzione dei posti barca
anno 2014, elaborazioni su dati Pagine Azzurre
Porti turistici
Regione
Punti di ormeggio
totale
posti barca n. infrastrutture
22.508
17.132
8.481
12.950
1.900
4.680
16.239
19.412
10.126
710
2.324
5.950
6.021
12.962
15.398
156.793
203
La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015
70
64
39
69
3
40
138
116
69
3
12
17
27
58
49
774
Porti
polifunzionali
Punti di ormeggio
marina
porto
porto industriale /
commerciale
porto canale
darsena
6.491
3.999
2.978
2.943
1.300
205
2.195
5.094
1.648
420
1.250
2.660
3.512
2.881
5.348
42.924
517
12.169
5.616
2.370
7.421
600
3.588
9.173
9.949
6.423
290
974
2.060
124
605
2.583
63.945
1.182
0
0
1.175
0
137
600
0
8
0
0
0
0
0
733
3.835
2.000
4.847
2.477
300
0
0
0
730
100
0
100
966
1.252
2.170
4.380
19.322
429
1.174
656
40
0
0
515
428
919
0
0
264
385
5.336
1.187
11.333
totale porti
funzionali
banchina /
pontile
spiaggia
attrezzata
approdo /
rada
totale punti di
ormeggio
15.780
11.637
5.503
8.936
600
3.725
10.288
11.107
7.450
290
1.074
3.290
1.761
8.111
8.883
98.435
217
117
326
0
1.071
0
208
3.606
3.177
1.028
0
0
0
748
1.970
1.167
13.418
60
0
0
0
0
342
0
0
0
0
0
0
0
0
0
402
60
1.170
0
0
0
200
150
34
0
0
0
0
0
0
0
1.614
237
1.496
0
1.071
0
750
3.756
3.211
1.028
0
0
0
748
1.970
1.167
15.434
65
La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015
95
Il diportismo | 7. La ricettività
Fig. 7.1
Le infrastrutture portuali italiane:
distribuzione regionale dei posti barca
anno 2014, elaborazioni su dati Pagine Azzurre
7.b Nel mondo
Da 0 a
4.999 posti barca
Da 5.000 a
9.999 posti barca
Da 10.000 a
14.999 posti barca
Friuli Venezia Giulia
oltre 15.000
posti barca
15.398
Veneto
La tabella 7.3 illustra le dotazioni infrastrutturali dei vari Paesi. Al di là del
mero dato relativo alla consistenza
numerica di tali strutture, vengono
calcolati due indici: il primo riguarda il
rapporto tra numero di unità da diporto e numero di posti barca; il secondo
misura la corrispondente percentuale
di unità da diporto con possibilità di
ormeggio sulla totalità del parco nautico. Questi due indici permettono di
determinare il livello di dotazione infrastrutturale dei vari Paesi in rapporto al
In questo paragrafo sono sinteticamente presentati i dati riguardanti le
infrastrutture portuali dedicate alla
nautica da diporto, analizzando il numero di marine e porticcioli e il numero di posti barca nel mondo. Si specifica che i differenti criteri di raccolta
e classificazione dei dati, adottati nei
diversi Paesi, possono in parte comprometterne l’affidabilità e la confrontabilità dei dati.
rispettivo parco nautico. Questa valutazione è particolarmente importante,
in quanto il livello quantitativo (oltre a
quello qualitativo) delle infrastrutture
da diporto influenza nettamente lo
sviluppo del settore: la scarsa o abbondante disponibilità di posti barca
può rappresentare un ostacolo o un
incentivo alla diffusione del diportismo.
Si precisa che il parco nautico complessivo non coincide in questo caso
con quello delle tabelle precedenti,
12.962
Emilia Romagna
Tab. 7.3
6.021
Parco nautico e strutture dedicate al diporto nel mondo
anno 2014, fonte ICOMIA
Marche
Posti barca
Unità da diporto
per posto barca
% unità da
diporto con
posto barca
1500
100.000
9
11%
807.000
1.770
80.900
10
10%
Regno Unito
551.560
565
81.304
7
15%
Paesi Bassi
508.000
1.160
200.000
3
39%
Francia
514.428
370
252.500
2
49%
Germania
505.7953
2.700
nd
nd
nd
Italia
465.578
432
160.568
3
34%
Spagna
183.600
360
130.000
1
71%
Grecia
164.915
22
8.100
20
5%
Polonia
68.940
1.300
19.000
4
28%
Irlanda
27.010
24
6.560
4
24%
Repubblica Ceca
22.650
32
680
33
3%
4.700.476
10.235
1.039.612
5
22%
Australia
957.700
450
75.000
13
8%
Giappone
325.500
570
55.000
6
17%
Nuova Zelanda
317.117
211
13.000
Argentina
191.242
253
Turchia
86.060
Brasile
Cina
5.950
Liguria
22.508
Parco nautico
complessivo
Marine e
porticcioli
Svezia
881.0001
Finlandia
Nazione
Abruzzo
2.324
Toscana
17.132
Molise
710
Puglia
10.126
Lazio
8.481
Sardegna
19.412
Campania
12.950
Basilicata
1.900
EUROPA
Calabria
4.680
Sicilia
16.239
3
3
3
1
1
1
1
24
4%
1
2149
0,05%
67
30.000
3
35%
59.020
556
69.580
1
118%
53.8363
92
8.000
7
15%
1.990.475
2.199
250.669
8
13%
USA
15.906.067
11.000
800.000
20
5%
TOTALE
22.597.018
23.434
2.090.281
11
9%
Altri Paesi
3
89
2
Fonte: ICOMIA
Note: 1. dato 2010 - 2. dato 2012 - 3. dato 2013 - nd. dato non disponibile
96
La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015
La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015
97
Il diportismo | 7. La ricettività
in quanto per alcuni Paesi non sono
disponibili i dati sulle strutture dedicate alla nautica (Norvegia, Croazia,
Canada), e poiché la Svizzera non ha
sbocco al mare.
In termini assoluti, gli USA sono il Paese con il maggior numero di marine
(11.000) e di posti barca (800.000),
anche in virtù della maggiore estensione delle coste (oltre 133.000 km).
Si segnala che entrambi i dati non
sono stati aggiornati da diversi anni.
In termini relativi, invece, la disponibilità di posti barca rapportata al parco
nautico non è elevatissima (20 unità
per posto barca), ma questo dato
può essere in parte spiegato dalla consuetudine di molti americani a
tenere le imbarcazioni, anche di dimensioni rilevanti, in ormeggi privati
presso la propria abitazione, oppure,
generalmente in caso di barche fino a
10 metri, di utilizzare carrelli e scivoli.
Per quanto concerne il numero complessivo di marine e porticcioli, gli
USA sono seguiti, anche se con una
dotazione molto minore, da Germania, Finlandia, Svezia, Polonia e Paesi Bassi, tutti con oltre 1.000 infrastrutture; invece, in merito al numero
di posti barca, spiccano nell’ordine,
dopo gli Stati Uniti: Francia, Paesi
Bassi, Italia, Spagna e Svezia, con oltre 100.000 posti.
Le ultime due colonne della tabella
presentano i dati relativi alle unità da
diporto per posto barca e la percentuale di unità da diporto con posto
barca. Naturalmente questo dato rispecchia da un lato la dotazione infrastrutturale del Paese e dall’altro la
consistenza del parco nautico. Alcuni
dei Paesi in cui la percentuale di imbarcazioni con posto barca è elevata
non hanno in realtà una buona dotazione infrastrutturale, ma sono inve-
ce caratterizzati da un parco nautico
molto ridotto.
Tra i Paesi oggetto di analisi, per
quanto riguarda l’Europa spiccano da
un lato Spagna, Francia e Paesi Bassi, dove rispettivamente il 71%, 49%
e 39% delle imbarcazioni dispone di
un posto barca; negli altri Paesi è da
notare il dato del Brasile (118%) dove
il numero di posti barca supera quello
delle relative unità.
In Europa, i Paesi con la dotazione infrastrutturale inferiore rispetto al parco nautico sono la Repubblica Ceca
(3%) e la Grecia (5%), seguite da Finlandia, Svezia e Regno Unito (rispettivamente 10%, 11% e 15%). Negli
altri Paesi, invece, l’Argentina mostra
il dato peggiore (solo lo 0,05% delle
unità da diporto ha posto barca) seguita da Nuova Zelanda e Australia,
rispettivamente con il 4% e l’8%.
I grafici che seguono presentano la
distribuzione geografica di marine e
porticcioli (figura 7.2) e di posti barca
(figura 7.3).
Dall’analisi dei grafici emerge come,
per quanto riguarda la distribuzione
geografica di marine e porticcioli, gli
Stati Uniti prevalgano nei confronti dell’Europa, con il 47% contro il
43,7%.
Gli altri Stati vedono un piccolo incremento percentuale delle infrastrutture
nautiche (9,4 contro 9,3%, del 2013
Fig. 7.3
e l’8,5% del 2011); naturalmente occorre tenere presente da un lato che,
in questa categoria, i dati sono disponibili solo per alcuni Paesi del mondo,
dall’altro che il numero di Paesi che
forniscono dati aumenta di anno in
anno.
Per quanto riguarda la distribuzione
geografica dei posti barca (figura 7.3)
si osserva una decrescita dei cosiddetti altri Paesi, che contano per il
12% (contro il 16,4% del 2013).
Gli Stati Uniti dispongono del 38,3%
dei posti barca a livello mondiale, in
calo percentuale rispetto al 2013
(42,4%). L’Europa torna a prevalere,
sfiorando il 50% dei posti barca. L’Italia conta per poco meno del 2% nella suddivisione mondiale di marine e
porticcioli, mentre nello stesso contesto il numero di posti barca e ormeggi
ammonta a quasi l‘8% del totale.
Posti barca, distribuzione geografica
valori percentuali, anno 2014
7,7%
38,3%
Italia
Europa (Italia esclusa)
Fig. 7.2
Marine e porticcioli, distribuzione geografica
valori percentuali, anno 2014
Altri paesi
USA
42,1%
1,8%
41,8%
46,9%
12,0%
Italia
Fonte: ICOMIA
Europa (Italia esclusa)
Altri paesi
USA
9,4%
98
La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015
Fonte: ICOMIA
La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015
99
Le patenti
nautiche in Italia
8.
Vengono elaborati in questo capitolo i dati relativi alle patenti nautiche
in Italia per l’anno 2014, divulgati dal
Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti nell’ultima edizione de “Il Diporto Nautico in Italia - Anno 2014”.
Fig. 8.1
Andamento annuale rilasci e rinnovi patenti nautiche
72.000
69.295
70.000
67.335
68.000
66.000
66.661
67.877
66.666
66.145
64.000
62.122
62.000
60.000
60.328
60.045
58.000
58.844
56.000
54.000
52.000
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
2014
Fonte: MIT
100
La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015
101
Il diportismo | 8. Le patenti nautiche in Italia
Tab. 8.1
Patenti nautiche: rilasci e rinnovi
anno 2014
Patenti rilasciate per la prima volta
Entro 12M dalla costa
Patenti rinnovate e sostituite
Senza alcun limite dalla costa
Entro 12M dalla costa
Solo motore
Vela e
motore
Solo motore
Vela e
motore
Nave
da diporto
1325
534
96
1.106
18
700
358
30
145
Lazio
1.343
426
63
Campania
3.619
62
Calabria
486
Puglia
Molise
Senza alcun limite dalla costa
Solo motore
Vela e
motore
Solo motore
Nave da
diporto
Totale
Totale
3.079
749
178
800
4.593
100
6.420
9.499
32
1.265
1.208
154
664
797
79
2.902
4.167
435
27
2.294
1.946
752
566
1139
28
4.431
6.725
92
134
49
3.956
2.632
78
705
474
45
3.934
7.890
77
20
22
2
607
453
49
132
95
9
738
1.345
763
122
70
122
24
1.101
326
14
138
159
12
649
1.750
47
6
3
3
0
59
11
0
6
0
0
17
76
Abruzzo
164
14
32
64
5
279
119
7
114
165
5
410
689
Marche
182
42
32
150
12
418
146
13
253
357
14
783
1.201
Emilia Romagna
678
266
49
606
5
1.604
1.663
148
210
1.046
13
3.080
4.684
1.212
317
49
315
14
1.907
1.263
112
464
571
25
2.435
4.342
Friuli Venezia Giulia
304
138
31
159
0
632
790
251
260
659
19
1.979
2.611
Sardegna
644
118
33
32
20
847
811
101
216
230
38
1.396
2.243
1.867
74
87
89
48
2.165
1.818
46
520
299
71
2.754
4.919
59
0
0
0
0
59
1
0
0
0
0
1
60
329
195
0
0
0
524
330
42
0
0
0
372
896
1.617
331
0
0
0
1.948
3.329
194
4
0
0
3.527
5.475
9
85
0
0
0
94
23
88
0
0
0
111
205
28
0
0
0
0
28
39
0
0
0
0
39
67
15.376
3.165
687
3.382
256
22.866
17.657
2.227
5.052
10.584
458
35.978
58.844
Regione
Liguria
Toscana
Veneto
Sicilia
Basilicata
Piemonte e Valle d'Aosta
Lombardia
Trentino Alto Adige
Umbria
TOTALE
Totale
Vela e motore
Fonte: MIT
102
La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015
La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015
103
Analisi del mercato per l’anno 2015 - Edizione n. 37
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Coordinamento editoriale:
Ing. Stefano Pagani Isnardi - Responsabile Ufficio Studi UCINA Confindustria Nautica
Supervisione scientifica:
Prof. Marco Fortis - Vice Presidente Fondazione Edison
La Nautica in Cifre è dal 1980 l’unico annuario statistico che fornisce alle imprese, alle istituzioni e agli operatori
di settore un sintetico strumento di lettura del quadro economico dell’industria italiana della nautica da diporto.
Il rapporto è realizzato dall’Ufficio Studi di UCINA Confindustria Nautica (www.ucina.net) in partnership con
Fondazione Edison - diretta dal prof. Marco Fortis - (www.fondazioneedison.it) e con la collaborazione del
Centro Italiano di Eccellenza sulla Logistica Integrata (www.cieli.unige.it);
ha contribuito alla redazione di questa edizione ASSILEA - Associazione Italiana Leasing (www.assilea.it).
Il team di ricerca della presente edizione è formato da Monica Carminati e Stefano Corradini per Fondazione Edison,
Enrico Ivaldi ed Elena Morchio per Cieli, Stefano Pagani Isnardi, Paolo Cavalieri e Paolo Ramoino per UCINA Confindustria Nautica.
Per le elaborazioni statistiche sono stati anche utilizzati dati pubblicati da: Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti; Pagine
Azzurre; ICOMIA - International Council of Marine Industry Associations.
Sono graditi commenti, suggerimenti e segnalazioni a [email protected]
L’uso, anche parziale, dei dati, delle informazioni, delle tabelle, dei grafici e delle elaborazioni statistiche del presente rapporto è
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competenza, di Fondazione Edison e Assilea. Ogni abuso o utilizzo non autorizzato sarà perseguito a termini di legge.
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La presente edizione è stata chiusa in redazione il 16 settembre 2016.
ISBN9788890450198
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