La nautica in cifre anno 2015
Transcript
La nautica in cifre anno 2015
ANALISI DEL MERCATO PER L’ANNO Indice 6 PREFAZIONE EDITORIALE 8 Prima parte L’INDUSTRIA NAUTICA 1. IL 2015 IN SINTESI 13 2. L’INDUSTRIA DELLA NAUTICA IN ITALIA 21 a. Fatturato 21 b. Addetti 26 c. Contributo al PIL 28 3. LA CANTIERISTICA 33 a. Costruzione di nuove unità da diporto 33 b. Refitting, riparazione e rimessaggio 40 c. Il finanziamento in leasing delle imbarcazioni 41 d. Commercio con l’estero 44 e. I territori “iperspecializzati” 53 4. GLI ACCESSORI 65 5. I MOTORI 71 Seconda Parte IL DIPORTISMO 6. IL PARCO NAUTICO 79 a. In Italia 79 b. Nel mondo 86 7. LA RICETTIVITÀ 93 a. In Italia 93 b. Nel mondo 97 8. LE PATENTI NAUTICHE IN ITALIA La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015 101 5 PREFAZIONE Finalmente, dopo i difficili anni di ducia da parte della clientela italia- industriale e, a maggior ragione, per crisi e di stasi del comparto, i dati na, elemento imprescindibile per un un settore dalla filiera complessa di mercato che emergono da questa più solido ed equilibrato sviluppo come la nautica. nuova edizione della Nautica in Cifre dell’intera filiera, negli ultimi anni indicano per il 2015 un significativo trainata esclusivamente dall’export. incremento del fatturato globale, In questo positivo trend di mercato, UCINA continuerà a investire forte- pari al 17,1% rispetto all’anno pre- Per marcare quello che risulta a tutti mente in tutte le azioni di confronto cedente, accompagnato dall’ottima gli effetti un anno di svolta nell’an- tecnico e istituzionale che possano performance del contributo del set- damento del comparto, l’edizione migliorare il contesto economico tore al PIL italiano, che torna a supe- 2016 della Nautica in Cifre si pre- e regolamentare in cui operano le rare i 2 miliardi di euro. senta totalmente rinnovata nell’a- aziende dell’industria italiana della È evidente che per assicurare nuo- spetto e nei contenuti, e caratte- nautica, eccellenza del Made in Italy vamente al settore durature prospet- rizzata dalla nuova collaborazione nel mondo. tive di crescita, la risalita degli indi- con Fondazione Edison, che diventa catori economici dovrà comunque partner scientifico dello studio. La consolidarsi nel corso dei prossimi scelta di Edison nasce proprio dal- anni. I buoni risultati sul mercato la centralità che l’attività di ricerca CARLA DEMARIA interno, uniti alle ottime performan- della Fondazione ha sempre dato Presidente di UCINA ce del leasing nautico, permettono ai sistemi locali, il cui ruolo in Italia Confindustria Nautica però di registrare una rinnovata fi- è fondamentale per la competitività EDITORIALE Nautica in Cifre 2.0 contenuti in due parti (L’industria Per una corretta lettura dei dati nautica e Il diportismo), a loro volta aggiornati annualmente in primo porto e sportive”); il posiziona- luogo attraverso la raccolta dei Mo- mento del comparto nel contesto L’edizione 2016 della Nautica in Ci- ottimizzate nella struttura. Questa A livello metodologico innanzitutto duli di Autocertificazione compilati. internazionale, a livello di export e fre si presenta completamente rin- nuova impostazione ha permesso di è importante rimarcare che i dati Nel questionario sono richieste in- di saldo commerciale, è invece av- novata nei contenuti e nell’aspetto, migliorare l’esposizione dei dati e di sul segmento costruzione di uni- formazioni relative a localizzazione e venuto sulla base dei dati ITC-UN per marcare quello che risulta a tutti mettere in luce i trend della produ- tà da diporto fanno riferimento alle forma societaria, numero di addet- Comtrade (classificazione HS 96). gli effetti un anno di svolta nell’an- zione italiana e del mercato interno. sole attività attinenti alla produzione ti, fatturato complessivo e nautico, Le indagini del capitolo 3.d sull’in- damento del comparto. Inoltre, il tradizionale focus sulla pro- nautica delle aziende (a differenza valori economici di import-export e cidenza della cantieristica nautica Grazie alla collaborazione strategi- duzione di superyacht viene affian- dei dati generalmente pubblica- classificazione merceologica delle sulle economie locali, per quanto ca con Fondazione Edison, nuovo cato quest’anno da una nuova ana- ti nelle comunicazioni corporate), vendite. Nella fase di revisione dei riguarda numero d’imprese, addet- partner scientifico della ricerca, trova lisi del mercato italiano della vela. quindi a esclusione delle attività dati raccolti sono stati individuati i ti e fatturato, sono state effettuate spazio per la prima volta nella pub- L’arricchimento dei contenuti è sta- non-core. valori fuori scala ed è stata effettua- utilizzando la banca dati AIDA di blicazione un capitolo introduttivo di to accompagnato dalla nuova veste Nella prima parte della pubblicazio- ta una verifica di congruenza sugli Bureau Van Dijk (costruita sui bilan- analisi dei trend macroeconomici grafica, ora caratterizzata da uno ne i dati statistici relativi alle azien- anni precedenti. Per i questionari ci delle imprese e aggiornata quasi dell’economia mondiale e dell’anda- stile più moderno e da un’imposta- de di settore fanno riferimento a incompleti o errati si è procedu- in toto al 2015): i dati sono relativi mento dei principali indicatori di set- zione più chiara, a tutto vantaggio database differenti (Nautica in Cifre, to a una verifica diretta con i refe- alla somma del codice Ateco 30.12 tore dell’industria nautica. La Fonda- della piena fruizione dei contenuti ISTAT, AIDA – Bureau Van Dijk, ITC– renti aziendali. Per le imprese non più la parte del codice 30.11 “navi zione arricchisce inoltre la ricerca con da parte del lettore. UN Comtrade): non risulta pertanto rispondenti al questionario, ma e strutture galleggianti” di pertinen- due approfondimenti sulla cantieristi- L’ultima significativa novità è rap- sempre possibile una comparazio- tuttora operative e significative dal za della produzione nautica. Nello ca da diporto: un esame del com- presentata dalla Nautica in Cifre in ne diretta fra i valori risultanti nei punto di vista del volume d’affari è stesso capitolo i dati sull’export de- mercio con l’estero e uno studio sul Sintesi, il fascicolo bilingue italia- diversi capitoli. stata effettuata un’integrazione del- rivano invece dalla banca dati ISTAT peso del comparto nelle economie no/inglese che raccoglie in poche La banca dati storica della Nauti- le variabili d’interesse, utilizzando e sono relativi alla voce 30.1 “navi dei territori “iperspecializzati”. pagine i principali dati di settore del ca in Cifre si è arricchita, affina- valori desunti dai bilanci ufficiali o e imbarcazioni” (che include anche Viene poi rilanciata la collaborazio- rapporto, fornendo agli operatori un ta e aggiornata anno dopo anno, dalla comunicazione corporate del- la cantieristica navale), non essen- ne con Assilea, Associazione Italia- colpo d’occhio immediato sui più risultando oggi un elemento as- le stesse aziende. do disponibile a livello provinciale il na Leasing, che presenta i dettagli importanti indicatori di mercato. solutamente Nel capitolo 3.c, per analizzare i dettaglio relativo alle sole “imbarca- imprescindibile per dell’andamento del leasing nauti- comprendere i trend dell’industria dati commer- zioni da diporto e sportive”: i valori co nel 2015 e le tendenze per il 2016. nautica in Italia. È basata sui dati ciale dell’Italia della cantieristica risultanti non sono pertanto con- dell’interscambio La pubblicazione vede anche un STEFANO PAGANI ISNARDI economici di tutte le imprese signi- da diporto, Fondazione Edison si frontabili con quelli analoghi espo- nuovo impianto editoriale, carat- Responsabile Ufficio Studi UCINA ficative del settore nautico (produt- è avvalsa della banca dati ISTAT sti in altre sezioni del rapporto. terizzato dalla riorganizzazione dei Confindustria Nautica trici e importatrici), che vengono (Ateco 30.12 “imbarcazioni da di- Prima Parte L’INDUSTRIA NAUTICA 1. Premessa Negli ultimi quindici anni la specializzazione produttiva dell’Italia è profondamente mutata. In seguito all’ingresso della Cina nella WTO, nel 2001, e alla fine dell’Accordo Multifibre, nel 2005, il nostro Paese si è trovato a dover fronteggiare la concorrenza asimmetrica asiatica che, nei primi anni del nuovo millennio, ha colpito in particolar modo alcuni dei settori tipici della nostra industria come quelli dei beni per la persona e la casa. In tale situazione l’Italia ha saputo reagire spostandosi sulle fasce a più elevato valore aggiunto dei settori maggiormente esposti alla concorrenza asiatica, ma anche orientandosi sempre più verso i beni della meccanica (in particolare quella non elettronica che comprende i prodotti in metallo, gli apparecchi e le macchine per l’industria, gli elettrodomestici ed apparecchi elettrici), i prodotti “hi-tech” tra cui prodotti chimici di nicchia e farmaci confezionati, nonché i mezzi di trasporto diversi dagli autoveicoli, in cui un ruolo fondamentale è giocato dalle navi da crociera e dalla nautica da diporto. Basti pensare che tra i settori di più forte specializzazione dell’Italia le “imbarcazioni da diporto e sportive” sono il prodotto che negli ultimi vent’anni ha sperimentato il miglior incremento dell’export in valore (in base alla classificazione Ateco a 4 cifre). E che le “barche e panfili da Il 2015 in sintesi a cura di Fondazione Edison diporto o da sport con motore entrobordo” sono oggi tra i protagonisti del surplus commerciale italiano, generando uno dei maggiori avanzi (superiore a quello di altri importanti settori come la farmaceutica, o i divani e le sedie imbottite o le macchine per riempire e chiudere bottiglie e altri contenitori) che li colloca al ventesimo posto in Italia nella classifica dei prodotti che presentano il più elevato saldo con l’estero (sugli oltre 5.000 censiti dalla classificazione HS96). Quadro macroeconomico di riferimento In questi anni non facili, seguiti alla esplosione della crisi economica mondiale, con il mercato interno fortemente penalizzato dalle politiche di austerità imposte dall’Europa al nostro Paese a partire dal 2011, le imprese italiane del settore nautico hanno dato prova della loro resilienza, soprattutto sui mercati esteri. Si conferma, infatti, il primato indiscusso della nautica made in Italy, grazie alla capacità delle aziende della Penisola di puntare sulla qualità e sull’innovazione, spinte dall’immagine positiva che i consumatori di tutto il mondo legano alle nostre produzioni. E alla loro abilità nel saper cogliere le opportunità offerte dai nuovi mercati, nonché dalla crescita delle classi medie e dall’aumento dei “nuovi ricchi”. Il contesto economico internazionale in cui le imprese italiane, tra cui anche quelle della nautica, si trovano ad operare non è tuttavia dei più favorevoli. Nel 2015 la ripresa globale è proseguita con fatica, mantenendosi eterogenea tra le varie aree del pianeta; la sostanziale tenuta del ritmo di crescita del PIL mondiale è apparsa infatti come la sintesi tra il vigore degli Stati Uniti e la diffusa, per quanto lenta, ripresa dell’Eurozona da una parte, e la decelerazione dei Paesi emergenti e il ritorno in recessione del Giappone, dall’altra. Negli ultimi mesi dell’anno, alla frenata degli emergenti, che ha ridotto le stime per il commercio internazionale già alle prese con un rallentamento, si sono aggiunti anche altri fattori negativi, tra i quali la paura generata dagli attacchi terroristici, l’escalation militare in Siria, le tensioni tra Russia e Turchia, che hanno gettato ulteriori ombre sulla ripresa economica, oltre che sulle relazioni commerciali tra Paesi europei, del Nord Africa e del Medio Oriente. E ancora oggi molti sono i dubbi legati alla ripresa del ciclo economico anche nel 2016 e le preoccupazioni dettate dalla persistente debolezza del commercio internazionale, che già nel 2015 era cresciuto solo del 2,5% a fronte del 3,7% del 2014, e che nel 2016 si prevede crescerà ancor meno, cioè del 2,1%. Il ritmo di crescita globale appare infatti tuttora condizionato da molteplici fattori di incertezza. In primis i dubbi sulla solidità della ripresa dell’economia americana che hanno indotto la Fed a interrompere La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015 13 L’industria nautica | 1. Il 2015 in sintesi il processo di normalizzazione della politica monetaria, intrapreso nel corso del 2015, per quanto i dati pubblicati dal Governo americano a fine maggio 2016 abbiano rivisto al rialzo le stime relative alla crescita del PIL. Qualche timido segnale positivo inizia a diradare l’incertezza che permea i mercati emergenti. Nei primi mesi del 2016 gli indicatori congiunturali della Cina (produzione industriale, investimenti fissi urbani, vendite al dettaglio) stanno infatti dando deboli segnali di stabilizzazione e, nel contempo, sono cresciute le importazioni e le esportazioni, allontanando la possibilità di un nuovo contributo negativo del gigante asiatico al commercio mondiale. Lievi cenni di miglioramento si ravvisano anche in Brasile, per quanto in un contesto ancora estremamente fragile in cui la crisi di fiducia e la contrazione del credito hanno penalizzato gli investimenti, ma dove la domanda interna e la bilancia dei pagamenti hanno potuto beneficiare della riduzione delle importazioni (quale effetto del forte aumento della disoccupazione) e del modesto recupero delle esportazioni. Anche l’economia russa accenna a un’inversione di tendenza, con una minore caduta del PIL e contrazioni più contenute nei principali indicatori congiunturali, nonché una dinamica delle importazioni in fase di inversione, per quanto esse appaiano ancora in calo. Quanto all’Eurozona, la ripresa dell’economia, avviatasi nel 2014 e proseguita lentamente per tutto il 2015, nei primi mesi del 2016 ha registrato qualche timido segnale di ripresa del PIL, e ciò fa sperare nel fatto che gli stimoli della Bce stiano iniziando a produrre i primi, seppur deboli, risultati di rafforzamento della domanda interna, assolutamente essenziale ora per controbilanciare la debolezza del commercio 14 estero. Tuttavia, dopo l’esito del referendum britannico del 23 giugno che ha sancito la volontà del Regno Unito di uscire dall’Unione Europea, pesano adesso tutte le incertezze (politiche, economiche, finanziarie e sociali) legate agli effetti che la Brexit porterà con sé, al momento difficilmente prevedibili e quantificabili, anche per quanto riguarda la dinamica del PIL, sia del Regno Unito che degli altri Paesi. Così come pesa, in ultimo ma non per importanza, il clima di sempre maggiore vulnerabilità dei Paesi occidentali agli attacchi terroristici, a cui si aggiungono le tensioni tra Stati Uniti e Turchia in seguito alle accuse rivolte dal governo di Ankara al governo di Washington dopo il tentativo di golpe da parte dell’esercito turco. In tale contesto, il giudizio sulla performance economica italiana nella prima parte dell’anno è complessivamente positivo, pur considerando gli elementi di debolezza che ancora permangono in alcuni settori e aree del Paese. A causa del rallentamento della domanda estera, che frena l’export, i consumi interni rappresentano oggi il principale motore della ripresa italiana. L’industria italiana della nautica Nel contesto economico nazionale in cui i consumi interni costituiscono, come visto, il principale motore della ripresa italiana, l’industria della nautica rappresenta un’eccezione, continuando a trovare gran parte della propria linfa vitale sui mercati internazionali e confermando la sua leadership e la sua straordinaria competitività a livello mondiale. Nel 2015, tuttavia, dopo anni di difficoltà e con un mercato domestico apparso “ridotto ai minimi termini”, si è assistito ad una impor- La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015 tante ripresa del fatturato interno, che appare incoraggiante per il futuro. I più importanti indicatori economici che testimoniano una significativa ripresa del settore, tra cui anche quella del mercato interno, sono riassunti dalla tabella 1.1. Nel 2015 il fatturato globale del settore (calcolato esclusivamente sulle attività attinenti alla produzione nautica delle aziende, a differenza di quanto viene sovente divulgato nelle comunicazioni corporate, che includono nei conteggi anche le attività non-core) è stato pari a 2,9 miliardi di euro, registrando, dopo anni di flessione, una crescita significativa, pari al +17,1% rispetto al 2014 (figura 1.1). Il contributo predominante alla sua crescita è ascrivibile al comparto della cantieristica, che genera oltre la metà del fatturato del settore (55%), seguito dagli accessori (29%), i motori (9%), refitting, riparazione e rimessaggio (7%). Quanto alla ripartizione geografica del fatturato, il 65% è originato sui mercati esteri, il 19% sul mercato nazionale e il rimanente 16% proviene dalle importazioni. Al fatturato globale il mercato italiano vi ha contribuito con 950 milioni di euro, crescendo del +21,3% rispetto al 2014, andando ad invertire la tendenza negativa che lo aveva caratterizzato negli ultimi anni. E’ questo un segnale molto importante che fa intravvedere una ritrovata vitalità del mercato delle unità da diporto anche dentro i confini nazionali: i dati molto positivi dello stipulato leasing nautico per il 2015 confermano il risveglio della domanda interna e soprattutto il ritorno della fiducia dei clienti italiani. Coerentemente con la crescita del mercato italiano, anche la produzione nazionale per l’Italia, pari a 550 milioni di euro nel 2015 nel suo complesso, ha messo a se- gno un tasso di crescita a due cifre, pari al +13,1%. La produzione italiana ha raggiunto per il 77% i mercati esteri, mentre il 23% è stata collocata sul mercato italiano. Anche la dinamica degli addetti (dipendenti più addetti equivalenti) è contraddistinta dal segno positivo, registrando un incremento del +3% rispetto al 2014 e raggiungendo le 18.130 unità. Oltre l’80% degli occupati del settore sono impiegati nei due comparti della costruzione di nuove Tab. 1.1 La cantieristica unità (8.990 addetti) e degli accessori (5.970 addetti). Infine, un ultimo accenno al contributo che il settore della nautica dà al PIL nazionale, evidenziando in tal modo il peso di tale industria nell’economia del Paese: considerando il valore della produzione a prezzi di mercato, nel 2015 l’industria italiana della nautica ha generato l’1,75‰ del PIL nazionale, superando in valore i 2 miliardi di euro e registrando un aumento del +19% rispetto all’anno precedente. All’interno dell’industria nautica il comparto della cantieristica è quello di maggiore rilievo, non solo nel panorama nazionale, ma anche in quello mondiale. In base a quanto risulta dall’indagine svolta da UCINA sulla base di questionari somministrati agli operatori del settore, nel 2015 il fatturato della cantieristica (intesa come costruzione di nuove unità più le attività di refitting, riparazione e rimessaggio) è pari Industria italiana della nautica, principali indicatori 2015 e variazioni percentuali 2015 su 2014 Indicatore Valore Variazione 2015 su 2014 Fatturato globale 2,90 mld € 17,1% Produzione nazionale per l’Italia 0,55 mld € 13,1% Mercato italiano 0,95 mld € 21,3% Addetti effettivi 18.130 3,0% Contributo al PIL nazionale 1,75‰ 19,0% Nota: i dati riportati in questa tabella si riferiscono all’intera industria della nautica che include, oltre alla cantieristica (unità di nuova costruzione più attività di refitting, riparazione e rimessaggio), anche i motori e gli accessori. Fonte: elaborazione UCINA Fig. 1.1 Industria italiana della nautica, andamento del fatturato globale 2000-2015 valori in miliardi di euro 7 6,20 6,18 6 5,73 5 4,97 3,54 4 2,93 3 4,25 3,82 3,42 3,36 3,26 2,90 2,43 2,50 2 2,43 2,48 1 0 2000 2005 2010 2015 La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015 15 L’industria nautica | 1. Il 2015 in sintesi a 1.807 milioni di euro, di cui 1.600 generati dalle sole unità di nuova costruzione e 207 milioni dalle attività di refitting, riparazione e rimessaggio. I 1.600 milioni di fatturato generati dalle unità di nuova costruzione (in aumento del 20% rispetto al 2014) originano per gran parte dalla produzione nazionale (1.576 milioni di euro). La produzione nazionale della cantieristica italiana considerata nel suo complesso è collocata per l’86,4% sui mercati esteri (1.540 milioni di euro) e, a loro volta, i mercati extra UE assorbono il 74,5% delle esportazioni nazionali (1.149 milioni). Sul mercato italiano è stato collocato il rimanente 13,6% della produzione nazionale (243 milioni di euro). In termini occupazionali (considerando sia il numero di dipendenti che gli addetti esterni) la sola cantieristica da diporto italiana ha impiegato nel 2015 oltre 11.500 addetti sui 18.130 complessivi dell’industria nautica. Nel contesto italiano, sulla base dei dati ISTAT, la cantieristica da diporto (identificata dal codice Ateco CL3012 Fig. 1.2 “Imbarcazioni da diporto e sportive”) rappresenta una componente importante del comparto “Automazione-meccanica-gomma-plastica” il quale (insieme all’Abbigliamento-moda, all’Arredo-casa e all’Alimentare-vini) costituisce uno dei quattro grandi comparti dell’eccellenza manifatturiera italiana secondo un paradigma sviluppato dalla Fondazione Edison. Nel 2015 l’export complessivo dell’“Automazione-meccanica-gomma-plastica” è stato di 141 miliardi di euro e le sole “Imbarcazioni da diporto e sportive”, con i loro 1,7 miliardi, vi hanno contribuito per l’1,2%; in un ventennio la loro incidenza è aumentata di 0,8 punti percentuali (nel 1995 era pari allo 0,4%), mentre in valori assoluti l’incremento dell’export della cantieristica da diporto è stato di 1,4 miliardi di euro. Se si considera invece il saldo commerciale, nel 2015 il contributo delle “Imbarcazioni da diporto e sportive” all’intero comparto della Automazione-meccanica-gomma-plastica è stato pari all’1,9%, in aumento di 1,3 punti percentuali rispetto al 1995 (0,6%); nel periodo considerato il saldo commerciale generato dal comparto della cantieristica da diporto è aumentato di 1,3 miliardi, passando da 215 milioni a 1,5 miliardi. È inoltre interessante notare quanto pesano le “Imbarcazioni da diporto e sportive” nel comparto specifico degli “Altri mezzi di trasporto” (ossia i mezzi di trasporto diversi dagli autoveicoli che, oltre alle unità da diporto, comprendono nello specifico le navi e strutture galleggianti; le locomotive e materiale rotabile ferro-tranviario; gli aeromobili, veicoli spaziali e relativi dispositivi; veicoli militari, motocicli e biciclette): la loro incidenza nel comparto è passata dal 6,2% del 1995 al 13,9% del 2015 in termini di export e dal 10,5% al 26,2% in termini di saldo commerciale (figura 1.2). Negli ultimi venti anni, dunque, appare più che raddoppiata. Come accennato nella premessa, tra i settori di più forte specializzazione dell’Italia (ossia i prodotti che, nella suddivisione a 4 cifre della classificazione Ateco 2007, presentano un saldo commerciale superiore a 1,5 miliar- Peso del settore “imbarcazioni da diporto e sportive” nel comparto specifico degli “altri mezzi di trasporto”: 1995-2015 classificazione Ateco 30% 26,2% 25% 20% 13,9% 15% 10% 10,5% 6,2% La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015 2015 Incidenza Saldo Fonte: elaborazione Fondazione Edison su dati Istat quello dei farmaci confezionati, delle macchine per riempire, chiudere, tappare o etichettare bottiglie, scatole o altri contenitori, divani e sedie imbottite, parti di macchine per imballaggio e di pompe per aria o per vuoto e cappe aspiranti, e che colloca le imbarcazioni da diporto e sportive al ventesimo posto in Italia (sugli oltre 5.000 prodotti censiti) tra i comparti con il più elevato saldo commerciale (tabella 1.3). Classifica dei 20 prodotti il cui export è cresciuto di più negli ultimi 20 anni: 1995-2015 valori in milioni di euro; prodotti che nel 2015 presentano un saldo commerciale superiore a 1,5 miliardi di euro; classificazione Ateco a 4 cifre Classi 1995 2015 Var % 2015/1995 1 2 3 4 5 Imbarcazioni da diporto e sportive Prodotti petroliferi raffinati Prodotti per toletta: profumi, cosmetici, saponi e simili Articoli da viaggio, borse e simili, pelletteria e selleria Macchine e apparecchi di sollevamento e movimentazione Motori e turbine, esclusi i motori per aeromobili, veicoli e motocicli Motori, generatori e trasformatori elettrici Aeromobili, veicoli spaziali e relativi dispositivi Vini di uve Macchine per impieghi speciali n.c.a (incluse parti e accessori) Altre pompe e compressori Altri rubinetti e valvole Attrezzature di uso non domestico per la refrigerazione e la ventilazione Paste alimentari, cuscus e prodotti farinacei simili Altri prodotti in metallo n.c.a. Altre macchine di impiego generale n.c.a. Macchine per l'industria alimentare, delle bevande e del tabacco Tubi, condotti, profilati cavi e relativi accessori in acciaio (esclusi quelli in acciaio colato) Altri prodotti della lavorazione e conservazione di frutta e ortaggi Macchine utensili per la formatura dei metalli 290,1 2.335,5 723,8 1.393,4 1.575,3 1.701,7 12.359,4 3.719,0 6.129,7 5.359,7 486,6% 429,2% 413,8% 339,9% 240,2% 1.662,7 5.612,3 237,5% 1.512,6 1.760,4 1.729,7 5.070,4 5.818,5 5.390,4 235,2% 230,5% 211,6% 2.132,9 6.164,0 189,0% 2.286,4 2.189,7 6.601,4 6.171,2 188,7% 181,8% 2.052,6 5.748,8 180,1% 723,8 2.446,1 3.644,2 1.858,2 6.197,4 9.034,5 156,7% 153,4% 147,9% 1.336,8 3.295,0 146,5% 2.169,2 5.328,5 145,6% 1.226,7 2.842,1 131,7% 1.678,1 3.868,0 130,5% 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 19 1995 2015. Inoltre l’analisi condotta sugli oltre 5.000 prodotti contemplati dalla classificazione internazionale HS96 a 6 digit evidenzia come lo scambio commerciale di “barche e panfili da diporto o da sport con motore entrobordo”, generi uno dei maggiori surplus dell’Italia, pari a 1,6 miliardi di dollari nel 2015. Si tratta di un valore di poco inferiore a quello di altri pilastri storici del made in Italy, come i mobili in legno e le piastrelle ceramiche, e superiore a Rank 18 Incidenza Export 16 Tab. 1.2 17 5% 0% di di euro), le “Imbarcazioni da diporto e sportive” sono il prodotto che negli ultimi vent’anni ha sperimentato il miglior incremento dell’export (davanti anche ai preparati farmaceutici, questi ultimi protagonisti di un formidabile boom nell’ultimo quinquennio), registrando nel 2015 un valore dell’export pari a quasi sei volte il valore del 1995 (+486%). Come si può vedere dalla tabella 1.2 l’export è passato da 290 milioni del 1995 a 1,7 miliardi del 20 Fonte: elaborazione Fondazione Edison su dati Istat La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015 17 Tab. 1.3 I prodotti italiani esportati all’estero che generano i più elevati saldi commerciali: anno 2015 valori in milioni di dollari; classificazione HS 96 Rank Prodotti Saldo 1 Rubinetteria e valvolame 4.426 2 Oli leggeri e preparazioni di oli di petrolio o di materiali bituminosi, diversi dagli oli greggi 4.390 3 Vini di uve fresche 4.379 4 Minuterie ed oggetti di gioielleria e loro parti 4.373 5 Autoveicoli da turismo, incl. gli autoveicoli del tipo "break" e le auto da corsa, di cilindrata > 3.000 cm 3.314 6 Parti e accessori, di trattori, autoveicoli per il trasporto di 10 o più persone 2.999 7 Borsette, anche a tracolla, incl. quelle senza impugnatura, con superficie esterna di pelli 2.909 8 Autoveicoli da turismo, incl. gli autoveicoli del tipo "break" e le auto da corsa, di cilindrata > 1.500 cm, ma <= 3.000 cm 2.411 9 Macchine ed apparecchi per impacchettare o imballare le merci 2.329 10 Piastrelle e lastre da pavimentazione o da rivestimento, verniciate o smaltate, di ceramica 2.255 11 Calzature con suola esterna e tomaia di cuoio naturale 2.216 12 Autoveicoli per il trasporto di merci di peso a pieno carico =< 5 t 2.214 13 Occhiali da sole 2.096 14 Macchine ed apparecchi meccanici 1.916 15 Paste alimentari (non cotte né farcite né altrimenti preparate, non contenenti uova) 1.805 16 Parti di mobili diversi dai mobili per sedersi 1.787 17 Articoli in ferro o acciaio 1.758 18 Mobili di legno 1.707 19 Piastrelle e lastre da pavimentazione o da rivestimento (non verniciate né smaltate) di ceramica 1.700 20 Barche e panfili da diporto o da sport, con motore entrobordo 1.634 21 Farmaci confezionati 1.514 22 Oli medi e preparazioni provenienti da oli di petrolio o di minerali bituminosi 1.476 23 Medicamenti, contenenti ormoni o altri steroidi utilizzati come ormoni 1.434 24 25 Calzature con suola esterna di gomma, di materia plastica, di cuoio naturale o ricostituito e tomaia di cuoio naturale Macchine ed apparecchi per riempire, chiudere, tappare o etichettare bottiglie, scatole, sacchi o altri contenitori 1.408 1.341 26 Prodotti in materie plastiche 1.295 27 Mobili per sedersi con intelaiatura di legno imbottiti (esclusi divani letto) 1.277 28 Conduttori elettrici per tensioni inferiori agli 80 V 1.252 29 Parti di macchine per imballaggio 1.203 30 Parti di pompe per aria o per vuoto e cappe aspiranti 1.199 Fonte: elaborazione Fondazione Edison su dati ITC - UN Comtrade 18 La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015 L’industria della nautica in Italia 2. 2.a Fatturato Nel presente paragrafo vengono presentati i dati relativi all’industria nautica in Italia, composta da: • cantieristica - costruzione di nuove unità da diporto (I) • cantieristica - refitting, riparazione e rimessaggio (II) • accessori (III) • motori (IV) I dati sono frutto di elaborazione di Fig. 2.1 questionari UCINA, arrotondati alle decine di migliaia di euro. Il fatturato complessivo del settore della nautica in Italia, ammonta a circa 2,9 miliardi di euro, derivante per l’84% da produzione nazionale e per il 16% dalla vendita di prodotti di importazione. La produzione nazionale genera un fatturato di oltre 2,4 mld €, di cui il 77% è diretto all’estero, prevalentemente (68%) verso Paesi extra UE. Sul mercato nazionale vengono col- Peso % dei sottosettori dell’industria nautica anno 2015 Fig. 2.2 9% locate vendite per oltre 550 mln €, a cui si aggiunge un valore di prodotti di importazione pari a quasi 400 milioni: per questo il valore del fatturato collocato in Italia sfiora il miliardo di euro. Infine, è importante menzionare il saldo della bilancia commerciale dell’industria nautica, decisamente positivo, che supera 1,4 mld €. La figura 2.1 mostra il peso dei diversi sottosettori dell’industria nautica. La figura 2.2 evidenzia l’importanza Ripartizione del fatturato globale dell’industria nautica anno 2015 16% 19% 29% 55% 7% 65% Costruzione di nuove unità Sul mercato nazionale (a) Refitting, riparazione e rimessaggio Per esportazione (b) Accessori Importazioni Motori La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015 21 L’industria nautica | 2. L’industria della nautica in Italia Tab. 2.1 Tutti i comparti dell’industria nautica anno 2015, valori in euro Cantieristica Costruzione di nuove unità (I) Refitting, riparazione e rimessaggio (II) Accessori (III) Motori (IV) Totale industria nautica 1.576.170.000 207.150.000 592.860.000 57.060.000 2.433.240.000 83,9% 137.740.000 105.550.000 294.070.000 12.890.000 550.250.000 22,6% 1.438.430.000 101.600.000 298.790.000 44.170.000 1.882.990.000 77,4% 364.010.000 27.430.000 185.250.000 23.410.000 600.100.000 31,9% 1.074.420.000 74.170.000 113.540.000 20.760.000 1.282.890.000 68,1% Importazioni 24.070.000 - 243.380.000 197.780.000 465.230.000 16,1% provenienti da Paesi UE 20.460.000 - 128.990.000 174.050.000 323.500.000 69,5% 3.610.000 - 114.390.000 23.730.000 141.730.000 30,5% 18.050.000 - 184.970.000 191.850.000 394.870.000 84,9% 6.020.000 - 58.410.000 5.930.000 70.360.000 15,1% saldo esportazioni - importazioni 1.414.360.000 101.600.000 55.410.000 -153.610.000 1.417.760.000 - Fatturato globale 1.600.240.000 207.150.000 836.240.000 254.840.000 2.898.470.000 100% destinazione finale all'estero (b+d) 1.444.450.000 101.600.000 357.200.000 50.100.000 1.953.350.000 67,4% 155.790.000 105.550.000 479.040.000 204.740.000 945.120.000 32,6% Produzione nazionale per il mercato nazionale (a) per esportazione (b) di cui verso Paesi UE di cui verso Paesi extra UE provenienti da Paesi extra UE vendute in Italia (c) vendute all'estero (d) destinazione finale Italia (a+c) delle esportazioni nella composizione del fatturato dell’industria nautica. Nell’ambito di un quadro economico fortemente negativo dal 2008 ad oggi, con una sostanziale incertezza sui tempi della ripresa, l’industria nautica ha dovuto fronteggiare una forte Tab. 2.2 riduzione della domanda nei mercati tradizionali, con evidenti conseguenze sulla produzione del settore. La figura 2.3 intende mostrare l’andamento del mercato tra il 2010 e il 2015, evidenziando in particolare la destinazione delle vendite in Italia, che tornano finalmente a crescere (+21,3%), invertendo la tendenza in atto da diversi anni. La tabella 2.2 riporta i valori del fatturato, relativi agli anni 2010-2015 e le variazioni percentuali tra gli ultimi due anni. Il valore della produzione nazionale mostra una crescita di oltre il 15%, derivante da un incremento di entrambe le sue componenti, mentre le importazioni aumentano di oltre il 25%. Complessivamente, quindi, il fatturato globale ha un incremento di oltre il 17%. La figura 2.4 evidenzia graficamente la crescita dell’ultimo biennio e il diverso peso dei settori. La figura 2.5 evidenzia con chiarezza le dinamiche sinora esposte, in particolare si osserva come il valore della produzione nazionale dell’industria Tutti i comparti dell’industria nautica, andamento 2010-2015 valori in euro Anno Produzione nazionale per il mercato nazionale (a) Produzione nazionale per export (b) Produzione nazionale (a+b) Importazioni (c) Saldo Export-Import Fatturato globale (a+b+c) 2010 1.160.770.000 1.610.810.000 2.771.580.000 587.310.000 1.023.500.000 3.358.890.000 2011 939.120.000 1.918.230.000 2.857.350.000 556.420.000 1.361.810.000 3.413.770.000 2012 604.210.000 1.476.500.000 2.080.710.000 416.540.000 1.059.960.000 2.497.250.000 2013 479.060.000 1.589.500.000 2.068.560.000 356.450.000 1.233.050.000 2.425.010.000 2014 486.570.000 1.618.190.000 2.104.760.000 370.660.000 1.247.530.000 2.475.420.000 2015 550.250.000 1.882.990.000 2.433.240.000 465.230.000 1.417.760.000 2.898.470.000 13,1% 16,4% 15,6% 25,5% Variaz. % 15-14 22 cresca più di quello delle importazioni. La figura 2.6 mostra la destinazione delle vendite dei prodotti italiani, prevalentemente rivolta ai mercati esteri. Si segnala come questa tendenza sia in atto a partire dal 2008. La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015 17,1% La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015 23 L’industria nautica | 2. L’industria della nautica in Italia Fig. 2.3 Tutti i comparti: andamento dati di fatturato 2010-2015 valori in miliardi di euro 3,41 3,36 3,00 3,00 2,50 2,50 2,77 2,00 2,86 1,70 2,08 1,44 1,50 0,95 1,00 2,90 2,43 2,48 2,07 2,10 0,79 0,78 2,43 2,43 2,50 2,00 1,50 0,95 1,00 0,47 0,50 0,50 - 2010 2011 2012 Fatturato globale Fig. 2.4 2013 Produzione nazionale 2014 2015 0,00 2010 Destinazione finale Italia Ripartizione 2013-2015 del fatturato globale per comparto valori in miliardi di euro 2,00 2011 2012 Produzione nazionale (a+b) Fig. 2.6 2013 2014 2015 Importazioni (c) Tutti i comparti: ripartizione produzione nazionale per mercato di sbocco, andamento 2010-2015 valori percentuali 90% 1,81 1,80 1,60 Tutti i comparti: composizione del fatturato globale, andamento 2010-2015 valori in miliardi di euro 3,50 4,00 3,50 Fig. 2.5 80% 70% 1,45 1,47 60% 1,40 50% 1,20 67% 0,76 0,78 0,80 0,84 77% 77% 77% 23% 23% 23% 2013 2014 58% 42% 33% 40% 1,00 71% 30% 29% 20% 0,60 10% 0,40 0,22 0,22 0,25 0,20 0,00 2010 2011 Export Cantieristica 2013 24 0% Accessori 2014 La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015 2012 2015 Mercato italiano Motori 2015 La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015 25 L’industria nautica | 2. L’industria della nautica in Italia 2.b Addetti Per quanto riguarda l’impatto del settore nautico sul mercato del lavoro, le tabelle 2.3 e 2.4 illustrano i risultati ottenuti dall’analisi dei dati stimati tramite i questionari UCINA. I lavoratori impiegati nei quattro sottosettori sono stati suddivisi in lavoratori alle dirette dipendenze dell’impresa in modo continuativo, e addetti esterni, impiegati nell’impresa con contratti atipici. I lavoratori dipendenti per il settore nautico complessivamente ammontano a 16.750 unità (contro le 16.400 dell’anno precedente), di cui quasi la metà impiegati nella produzione e importazione di nuove unità. Analoga ripartizione per gli addetti esterni, complessivamente quasi 2.000, contro i 1.800 nel 2014. Gli addetti esterni in media lavorano presso le imprese per un periodo di tempo pari a circa 9 mesi e oltre il 65% viene utilizzato per più di 11 mesi all’anno. Osservando la tabella 2.3 è possibile evincere il dato relativo ai cosiddetti “addetti equivalenti a tempo pieno”, che risultano dalla conversione dei volumi di lavoro degli addetti esterni (numero lavoratori e durata, in mesi, dei rispettivi contratti) in impieghi a tempo pieno. Il numero di addetti equivalenti dell’industria nautica ammonta a 1.380 (contro i 1.190 dell’anno precedente), gran parte dei quali assorbiti dalla produzione e importazione di nuove unità. Sommando il numero di addetti equivalenti al numero di dipendenti si ottiene il numero di lavoratori effettivi. Le persone impiegate nei comparti della nautica da diporto salgono così a 18.130 (contro 17.590 del 2014), con una crescita del 3%. La figura 2.7 mostra il fatturato medio generato da ogni dipendente e ogni addetto effettivo nei diversi sottosettori. Fig. 2.7 Fatturato per addetto anno 2015, valori in migliaia di euro 500 439 450 398 400 350 300 250 200 198 178 143 140 150 91 100 82 50 Tab. 2.3 0 Addetti equivalenti ed effettivi anno 2015 Sottosettori Dipendenti Addetti equivalenti Addetti effettivi Costruzione di nuove unità 8.070 920 8.990 Refitting, riparazione e rimessaggio 2.270 260 2.530 Accessori 5.830 140 5.970 580 60 640 16.750 1.380 18.130 Motori Totale addetti Tab. 2.4 Costruzione di nuove unità Refitting, riparazione e rimessaggio Fatturato per dipendente Accessori Motori Fatturato per addetto effettivo L’impatto del settore nautico sul mercato del lavoro anno 2015 % Addetti in esclusiva su totale addetti esterni Dipendenti + addetti esterni Numero medio mesi di utilizzo addetti esterni % utilizzo per più di 11 mesi all'anno % utilizzo per più di 6 mesi all'anno Dipendenti Addetti Esterni di cui: Addetti esterni in esclusiva Costruzione di nuove unità 8.070 1.220 440 36% 9.290 9 60% 80% Refitting, riparazione e rimessaggio 2.270 450 160 36% 2.720 7 15% 80% Accessori 5.830 190 80 42% 6.020 9 70% 80% 580 60 60 100% 640 12 90% 95% 16.750 1.920 740 39% 18.670 9 65% 83% Sottosettori Motori TOTALI 26 La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015 La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015 27 L’industria nautica | 2. L’industria della nautica in Italia 2.c Contributo al PIL Il calcolo dell’impatto del settore sul PIL utilizza la metodologia delle “matrici input-output”, matrici che servono a misurare la quantità di prodotto che ciascun settore produttivo acquista da ciascuno degli altri. I dati utilizzati sono stati ottenuti inviando appositi questionari ad un opportuno campione stratificato secondo il comparto di appartenenza (cantieristica, accessori, motori) e la dimensione del fatturato nautico. Il contributo al PIL del settore della nautica è determinato dal valore della produzione del settore a prezzi di mer- cato. Ad esso si giunge sommando: • valore aggiunto dei comparti (pari al 29% del fatturato totale); • costi intermedi dei comparti: cantieristica, accessori e motori, al netto degli acquisti che ciascun comparto effettua presso gli altri (stimati sulla base di una opportuna indagine tramite questionari su campione stratificato per comparto di appartenenza) ovvero i costi derivanti dalle transazioni interindustriali riguardanti beni e servizi intermedi affluiti dalle branche di origine alle branche di impiego e da queste ultime utilizzate come input dei rispettivi processi produttivi; • margini di intermediazione per collocazione della produzione sul mercato (pari al 12% dei fatturati della sola cantieristica). Il contributo della nautica al PIL, come valore della produzione a prezzi di mercato, supera i 2 miliardi di euro, con un aumento del 19% rispetto allo scorso anno. Tale valore è formato per il 29% dal valore aggiunto, per il 59% dai costi intermedi dei comparti (che quantificano implicitamente l’ammontare dell’indotto a monte del settore nautico) e per il restante 11% dai margini di intermediazione per la cantieristica (tabella 2.5). La figura 2.8 mostra il contributo del- la nautica da diporto al PIL italiano, in deciso aumento nel 2015, dopo l’iniziale ripresa già vista nel 2014. Il rapporto tra il contributo al PIL derivante dall’industria della nautica da diporto nel suo complesso e il PIL dell’Italia in valori assoluti (figura 2.9) rappresenta pertanto l’andamento dell’apporto dell’industria nautica al prodotto interno Fig. 2.8 3 Il contributo della nautica al PIL anno 2015 Valore aggiunto dei comparti Costi intermedi della cantieristica Costi intermedi del settore degli accessori Costi intermedi del settore dei motori Totale costi intermedi (indotto a monte) 2,00 Valori in euro peso 695.630.000 29,3 % 1.102.510.000 236.570.000 69.140.000 11,4% Contributo al PIL 2015 2.374.960.000 100% Contributo al PIL 2014 1.995.570.000 28 La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015 1,75‰ +19,0% ‰ 1,44 -2,1% +2,0% 1,46‰ 1,43‰ 2 1,50 0,50 271.110.000 Peso del contributo al PIL della nautica rispetto al PIL nazionale ‰ 2015 Peso del contributo al PIL della nautica rispetto al PIL nazionale ‰ 2014 +2,0% ‰ 2,00 -29,9% 1,97‰ 1 59,3% Variazione contributo al PIL 2015-2014 Evoluzione 2010-2015 del contributo della nautica al PIL valori in miliardi di euro, variazioni percentuali annuali 1,00 1.408.220.000 Margini intermediazione per collocamento produzione sul mercato nale, essendo la nautica da diporto un mercato ad alta elasticità del reddito. Si osservi che il settore della nautica da diporto appare crescere anche quando il PIL nazionale resta costante o lievemente negativo: ciò accade ad esempio se il PIL dei Paesi destinatari delle esportazioni cresce. 4 2,50 Tab. 2.5 lordo italiano. Nel 2015 tale rapporto è quantificabile nell’1,75‰, avvicinandosi ai valori del 2011. La figura 2.10 rappresenta l’andamento delle variazioni percentuali del PIL italiano e del PIL della nautica da diporto. Tale andamento appare simile: la variazione del PIL della nautica da diporto amplifica quella del PIL nazio- 0- 2010 2010 2011 2011 2012 2012 2013 2013 2014 2014 2015 2015 19,0% 1,75 ‰ 1,46 ‰ La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015 29 Fig. 2.9 Peso del contributo al PIL della nautica rispetto al PIL Italia 2010 - 2015 valori ‰ 2,50 2,00 2,00‰ 1,97‰ 1,75‰ 1,44 ‰ 1,43‰ 1,50 1,46‰ 1,00 0,50 - 2010 Fig. 2.10 2011 2012 2013 2014 2015 Evoluzione 2007 - 2015 della variazione del contributo della nautica al PIL e del PIL nazionale variazioni percentuali annuali 30% 19,0% 20% 10% 7,4% -0,3% 0% 1,9% -1,0% -10% 1,3% 2,0% 2,0% 0,4% -5,0% -2,1% -2,4% -1,9% -0,4% 0,8% 2014 2015 -20% -23,4% -30% -40% -29,9% -30,3% 2007 2008 2009 2010 Variazione PIL Italia 30 La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015 2011 2012 Variazione PIL nautica 2013 La cantieristica 3. Il comparto della cantieristica comprende la produzione e importazione delle nuove unità da diporto e le attività di refitting, riparazione e rimessaggio. La figura 3.1 mostra l’andamento di tale mercato negli anni 2010-2015, evidenziando come dal 2012 il fatturato complessivo e quello relativo alla produzione nazionale si siano dapprima assestati e abbiano poi dato i primi segni di ripresa. Le vendite sul territorio nazionale, comprensive sia delle nuove unità prodotte in Italia, sia delle importazioni, seguono lo stesso andamento con un ritardo di un anno. Fig. 3.1 2,50 2,00 3.a Costruzione di nuove unità da diporto Il faturato italiano della costruzione di nuove unità da diporto per l’anno 2015 supera 1,6 mld €, quasi interamente derivanti da produzione nazionale (tabella 3.1). La destinazione principale delle vendite sono i Paesi extraeuropei (75% delle esportazioni). Sul mercato nazionale vengono collocate vendite per oltre 137 mln €, che, sommate ai 18 mln € di importazioni, compongono un valore di fatturato collocato in Italia pari a circa 156 mln €. Nella tabella 3.2 sono riportati i valori dei fatturati relativi al periodo 2010- Cantieristica: andamento dati di fatturato 2010 - 2015 valori in miliardi di euro 2,18 2,21 2,05 2,14 1,81 1,46 1,45 1,50 1,43 1,00 2015 con un confronto sulla variazione percentuale negli ultimi due anni. Il fatturato totale registra un aumento del 20% rispetto all’anno precedente. La produzione nazionale per il mercato nazionale mostra la crescita con la percentuale maggiore (+60%), ma in valore assoluto l’aumento più importante si ha nell’export. Dall’analisi della figura 3.2 emerge chiaramente l’importanza della produzione italiana esportata (90%), e il minor valore della produzione collocata sul mercato interno (8%). Le importazioni hanno un ruolo marginale nella composizione del fatturato, anche per il fatto che, a seguito della crisi del mercato italiano, le dinamiche 1,47 1,43 1,46 0,20 0,20 1,78 0,86 0,62 0,31 0,50 - 2010 2011 Fatturato globale 2012 2013 Produzione nazionale 2014 0,26 2015 Destinazione finale Italia La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015 33 L’industria nautica | 3. La cantieristica Tab. 3.1 Fig. 3.2 Produzione e importazione di nuove unità anno 2015 Produzione e importazione di nuove unità: ripartizione del fatturato globale valori percentuali, anno 2015 Valori in € Valori % 1.576.170.000 98% 137.740.000 9% 1.438.430.000 91% 364.010.000 25% 1.074.420.000 75% Importazioni 24.070.000 2% provenienti da Paesi UE 20.460.000 85% 3.610.000 15% Produzione nazionale per esportazione (b) 18.050.000 75% Importazioni (c) 6.020.000 25% Fatturato globale 1.600.240.000 100% destinazione finale all'estero (b+d) 1.444.450.000 90% 155.790.000 10% Produzione nazionale per il mercato nazionale (a) per esportazione (b) di cui verso Paesi UE di cui verso Paesi extra UE provenienti da Paesi extra UE vendute in Italia (c) vendute all'estero (d) destinazione finale Italia (a+c) commerciali di numerosi marchi prevedono una vendita diretta da parte delle case madri. L’andamento del settore nel periodo 2010-2015 (figura 3.3) evidenzia la sempre maggiore importanza della produzione nazionale rispetto alle importazioni. La maggiore importanza dell’export rispetto alle vendite Tab. 3.2 sul mercato nazionale è invece rappresentata nella figura 3.4, che mostra come la forbice tra queste due grandezze abbia conosciuto un forte aumento dal 2010 al 2013, per mostrare poi una inversione di tendenza nel 2015. Il settore della produzione e importazione di nuove unità rappresenta la parte costitutiva e fondamentale dell’industria della nautica da diporto, ed è a sua volta suddiviso in sottosettori di specializzazione merceologica. L’analisi dettagliata di tali comparti permette di individuare quali siano le tipologie di unità da diporto maggiormente richieste dal mercato. Le imbarcazione prodotte sono sud- 2% 8% Produzione nazionale per il mercato nazionale (a) 90% divise per le seguenti tipologie: • unità a motore entrobordo (eb), entrofuoribordo (efb) e idrogetto; • unità a motore fuoribordo (fb); • unità a vela; • unità pneumatiche; • unità minori1. Dalle tabelle 3.3 e 3.4 si evince la netta prevalenza del fatturato derivante dalla vendita di unità da diporto con motore entrobordo, entrofuoribordo e idrogetto, che ammonta a oltre 1,4 mld € (90% del fatturato globale), in gran parte derivante dalla produzione nazionale. Tale produzione viene in gran parte destinata all’estero, con l’eccezione delle unità minori. La tabella 3.4 illustra la variazione percentuale delle diverse componenti di fatturato all’interno di ciascun sot- Produzione e importazione di nuove unità, andamento 2010- 2015 valori in euro Anno Produzione nazionale per il mercato nazionale (a) Produzione nazionale per esportazione (b) Produzione nazionale (a+b) Importazioni (c) Saldo Export-Import Fatturato globale (a+b+c) 2010 616.730.000 1.263.420.000 1.880.150.000 125.890.000 1.137.530.000 2.006.040.000 2011 413.780.000 1.546.900.000 1.960.680.000 86.250.000 1.460.650.000 2.046.930.000 2012 176.490.000 1.088.170.000 1.264.660.000 32.160.000 1.056.010.000 1.296.820.000 2013 90.200.000 1.196.970.000 1.287.170.000 21.200.000 1.175.770.000 1.308.370.000 2014 86.090.000 1.229.270.000 1.315.360.000 18.410.000 1.210.860.000 1.333.770.000 2015 137.740.000 1.438.430.000 1.576.170.000 24.070.000 1.414.360.000 1.600.240.000 60,0% 17,0% 19,8% 30,7% Variaz. % 15-14 34 tosettore, al fine di comprendere in modo più approfondito le dinamiche intervenute nel corso del 2015. Il primo dato che emerge dall’analisi della tabella è che tutte le variazioni sono positive. Si segnala inoltre la forte crescita della produzione venduta sul mercato nazionale (+60% rispetto al 2014), con particolare riferimento alle unità a vela (+115%). La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015 20,0% 1. Per unità minori s’intendono unità rigide non a vela < 2,5 m, unità pneumatiche < 2,5 m, unità a vela < 2,5 m, derive e tavole a vela, moto d’acqua PWC, canoe, kajak, pattini, pedalò, jole, mosconi. La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015 35 L’industria nautica | 3. La cantieristica Tab. 3.3 Composizione del fatturato dei sottocomparti anno 2015, valori in euro Tipologie merceologiche Produzione nazionale per il mercato nazionale (a) Produzione nazionale per esportazione (b) Produzione nazionale (a+b) Importazioni (c) Saldo Export-Import Fatturato globale (a+b+c) 96.440.000 1.326.070.000 1.422.510.000 17.520.000 1.308.550.000 1.440.030.000 4.230.000 17.090.000 21.320.000 1.870.000 15.220.000 23.190.000 Unità a vela 20.060.000 50.300.000 70.360.000 2.720.000 47.580.000 73.080.000 Unità pneumatiche 15.510.000 44.470.000 59.980.000 1.510.000 42.960.000 61.490.000 1.500.000 500.000 2.000.000 450.000 50.000 2.450.000 137.740.000 1.438.430.000 1.576.170.000 24.070.000 1.414.360.000 1.600.240.000 Unità eb. efb. idrogetto Unità rigide con motore fb. Unità minori Totali Tab. 3.4 Variazione del fatturato dei sottocomparti variazioni percentuali 2015/2014 Tipologie merceologiche Produzione nazionale per il mercato nazionale (a) Produzione nazionale per esportazione (b) Produzione nazionale (a+b) Importazioni (c) Saldo Export-Import Fatturato globale (a+b+c) 54,9% 17,0% 19,0% 15,9% 17,0% 19,0% 9,6% 32,5% 27,2% 192,2% 24,1% 33,3% 114,8% 13,5% 31,1% 86,3% 11,0% 32,6% Unità pneumatiche 63,4% 15,2% 24,8% 57,3% 14,2% 25,4% Unità minori 32,7% 42,9% 35,1% 87,5% -54,5% 42,4% Totali 60,0% 17,0% 19,8% 30,7% 16,8% 20,0% Unità eb. efb. idrogetto Unità rigide con motore fb. Unità a vela Tab. 3.5 Peso dei sottocomparti sul fatturato globale anno 2015, valori percentuali Tipologie merceologiche Produzione nazionale per il mercato nazionale (a) Produzione nazionale per export (b) Produzione nazionale (a+b) Importazioni (c) Fatturato globale (a+b+c) 70,0% 92,2% 90,3% 72,8% 90,0% 3,1% 1,2% 1,4% 7,8% 1,4% Unità a vela 14,6% 3,5% 4,5% 11,3% 4,6% Unità pneumatiche 11,3% 3,1% 3,8% 6,3% 3,8% 1,1% 0,0% 0,1% 1,9% 0,2% 100% 100% 100% 100% 100% Unità eb. efb. idrogetto Unità rigide con motore fb. Unità minori Totali 36 La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015 La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015 37 L’industria nautica | 3. La cantieristica Fig. 3.3 Produzione e importazione di nuove unità: composizione del fatturato globale, andamento 2010-2015 valori in miliardi di euro 2,00 1,80 1,58 1,60 Focus. I superyacht Al fine di evidenziare l’andamento del settore relativo ai produttori di imbarcazioni maggiori di 24 metri, vengono presentate le statistiche relative ad un campione rappresentativo di produttori italiani di superyacht. La tabella riporta i dati relativi ai questionari interamente compilati e pertanto al netto delle imprese che hanno risposto solo parzialmente. Dalla tabella si evince la crescita del fatturato derivante dalla produzione nazionale (+24%) e una ripresa del mercato nazionale, che aveva risentito molto della crisi economica. La produzione italiana di superyacht: analisi di un campione valori in euro 1,40 1,20 1,00 0,80 0,60 0,40 0,20 0,02 0,00 2010 2011 2012 Produzione nazionale (a+b) 2013 2014 2015 Importazioni (c) Anno Produzione nazionale per il mercato nazionale (a) Produzione nazionale per export (b) Produzione nazionale (a+b) 2010 112.900.000 580.460.000 693.360.000 2011 126.960.000 666.490.000 793.450.000 2012 52.980.000 493.170.000 546.140.000 2013 5.180.000 685.550.000 690.730.000 2014 7.370.000 688.510.000 695.890.000 2015 22.930.000 839.710.000 862.640.000 211% 22% 24% Variazione 2015-2014 Fig. 3.4 Produzione nazionale di nuove unità: ripartizione fatturato per mercato di sbocco, andamento 2010-2015 valori percentuali 100% 90% 86% 80% 79% 70% 60% 93% 93% 91% Per comprendere appieno il trend del mercato italiano delle unità a vela non è sufficiente analizzare l’andamento dei dati desunti dai bilanci. Infatti, per la consistente parte di unità estere venduta direttamente dalle case madri, le aziende distributrici fatturano le sole provvigioni e non il valore effettivo di vendita. Per non sottostimare il dato relativo alle vendite di unità estere in Italia è stato analizzato un campione rappresentativo di produttori e di importatori di unità a vela inferiori a 24 metri, rivalutando le importazioni al valore effettivo di vendita, anziché ai soli margini di commercializzazione. I risultati confermano la ripresa del mercato e mostrano un aumento sensibile di tutte le grandezze; in particolare si evidenzia il peso della quota dell’import (quasi il 40% del totale) e la forte crescita della produzione italiana esportata, che triplica fra il 2014 e il 2015. 67% 50% 40% 33% 21% 30% 14% 20% 10% 0% 2010 2011 Export 2012 Mercato italiano Focus. Il mercato italiano delle unità a vela 7% 7% 9% 2013 2014 2015 Unità a vela, analisi di un campione valori in euro Produzione nazionale per il mercato nazionale (a) Produzione nazionale per export (b) Produzione nazionale (a+b) Valore delle importazioni (c) Mercato totale 2014 6.839.580 6.314.000 13.153.580 18.710.000 31.863.580 2015 14.691.000 18.701.000 33.392.000 21.800.000 55.192.000 115% 196% 154% 17% 73% Anno Variaz. % 15-14 Nota: Trattandosi di un campione, vanno considerate solo le variazioni 2014-2015 e la ripartizione del mercato (a, b, c). 38 La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015 La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015 39 L’industria nautica | 3. La cantieristica 3.b Refitting, riparazione e rimessaggio Le attività di refitting, riparazione e rimessaggio consistono nella riparazione dello scafo, degli interni e di intere unità da diporto e comprende l’ordinaria manutenzione, il refitting connesso alla ristrutturazione totale dell’imbarcazione e il rimessaggio e Tab. 3.5 i servizi di ricovero delle unità presso strutture a terra, oltre alla necessaria movimentazione delle stesse. Il fatturato complessivo del settore per l’anno 2015 supera i 200 milioni di euro, con una crescita importante rispetto al 2014. Trattandosi dell’erogazione di un servizio, tale fatturato è generato interamente da produzione nazionale, ripartita uniformemente tra imbarcazioni che battono bandie- ra italiana e unità estere (tabella 3.5). Il fatturato derivante dall’erogazione di servizi su imbarcazioni italiane registra un aumento di poco superiore al 7%, mentre i ricavi relativi ad interventi effettuati su barche straniere sono più che raddoppiati nel 2015 (tabella 3.6), avvicinandosi al dato della produzione nazionale su unità italiane. Refitting, riparazione e rimessaggio anno 2015 Valori in € Valori % Produzione nazionale 207.150.000 100% su imbarcazioni nazionali (a) 105.550.000 51% su imbarcazioni estere (b) 101.600.000 49% di cui su imbarcazioni UE 27.430.000 27% di cui su imbarcazioni extra UE 74.170.000 73% 207.150.000 100% Fatturato globale Tab. 3.6 Refitting, riparazione e rimessaggio, andamento 2010-2015 valori in euro 3.c Il finanziamento in leasing delle imbarcazioni a cura di Assilea estere, alla soluzione dei problemi inerenti al leasing. Maggiori informazioni si possono reperire sul sito www.assilea.it ASSILEA – Associazione Italiana Leasing – raggruppa la quasi totalità degli operatori del leasing in Italia, costituiti da banche universali o pluriprodotto, banche specializzate, intermediari finanziari e società di noleggio a lungo termine. Accoglie, quali soci aggregati: agenti in attività finanziaria, esercenti attività di Recupero crediti, outsourcer di attività strumentali o connesse a quella di leasing. Compito fondamentale dell’Associazione è di svolgere istituzionalmente l’attività di informazione ed assistenza a favore degli Associati, collaborando a diversi livelli e nelle varie sedi, nazionali ed Il leasing nautico è una forma di finanziamento che consente di disporre di un determinato bene dietro il versamento di canoni periodici ad una società di leasing, che ne rimane proprietaria per tutta la durata del contratto, con la prospettiva, alla scadenza, di poterne riscattare la proprietà attraverso l’esercizio di un’opzione finale d’acquisto predeterminata alla stipula (c.d. “riscatto” del bene). Il legame storico che lega il leasing alla cantieristica italiana lo ha portato a condividerne le sorti negli anni più recenti. La crisi di domanda, portata dalla compressione del reddito disponibile e dal cambiamento delle Fig. 3.6 Dinamica dello stipulato leasing nautico (k€) e del peso sul totale stipulato 350.000 3,50% 315.121 285.691 300.000 Anno Produzione nazionale su imbarcazioni italiane (a) Produzione nazionale su imbarcazioni estere (b) Produzione nazionale (a+b) 2010 127.090.000 45.390.000 172.480.000 2011 128.690.000 50.370.000 179.060.000 2012 112.900.000 47.660.000 160.560.000 2013 96.030.000 42.400.000 138.430.000 2014 98.050.000 43.100.000 141.150.000 2015 105.550.000 101.600.000 207.150.000 7,6% 135,7% 46,8% Variaz. % 15-14 decisioni di spesa di famiglie e imprese, soprattutto con riferimento ai beni di consumo durevole, insieme al cambiamento intervenuto nel quadro fiscale di riferimento, ha portato il settore della cantieristica e, di conseguenza, il suo finanziamento in leasing, ad un forte ridimensionamento. A partire dal 2014, anno in cui il trend dei finanziamenti ha cambiato di segno (figura 3.6), abbiamo assistito tuttavia ad un’inversione di tendenza che si è consolidata negli ultimi anni, portando il segmento della nautica in leasing a importanti variazioni tendenziali positive pur se su volumi ancora compressi e di molto inferiori rispetto al periodo pre-crisi. Il cambiamento avvenuto è stato dettato dalle scelte operative di alcuni importanti players che hanno deciso di investire nuovamente nel setto- 3,00% 250.000 2,50% 200.000 157.086 1,7% 150.000 100.000 2,00% 180.069 1,1% 1,6% 1,50% 1,1% 1,00% 50.000 0 0,50% 2013 2014 Volume 2015 Peso % sul totale stipulato leasing 0,00% 2016* Fonte: Assilea * Trend basato sul primo semestre 40 La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015 La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015 41 L’industria nautica | 3. La cantieristica re, finanziando operazioni d’importo mediamente elevato e pari a circa 800mila euro. Le operazioni di leasing nautico, nei primi mesi del 2016, sono state prevalentemente indirizzate, sia nel numero che nei valori finanziati, alle ditte individuali, persone fisiche e professionisti, con percentuali rispettivamente pari al 70,6% e 68,8%. Rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente sono però le società di persone e di capitali a mostrare il maggiore incremento di stipulato, caratterizzandosi per un importo medio dei finanziamenti particolarmente elevato e pari, rispettivamente a 1,6 e 0,9 milioni di euro. Contestualmente si riduce di circa 160mila euro il ticket medio dei finanziamenti rivolti a ditte individuali, persone fisiche e professionisti. I dati del primo semestre 2016 confermano il trend positivo del leasing nautico con una variazione complessiva, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente del +10,6% ed un totale finanziato di 183 milioni di euro, a fronte di un aumento del numero di stipule vicino al 40% (tabella 3.8). Se confermata, tale dinamica porterà il comparto ad un totale di circa 320 milioni di finanziamenti concentrati per il 90% nel leasing di unità da diporto. La spinta al settore data da alcuni operatori, segnale positivo per la nautica nel suo complesso, ha riguardato una quota elevata di unità usate; quota che, nei primi mesi del 2016, si è attestata al 48,3%, con un notevole aumento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (figura 3.8). In questo senso, è sicuramente rilevante il peso che le rilocazioni di contratti risolti hanno avuto nel determinare tale dinamica. Il grande patrimonio di natanti, imbarcazioni e navi nel portafoglio delle società di leasing costituisce una parte rilevante della prospettiva di crescita potenziale del leasing nautico. Tab. 3.7 Stipulato leasing nautico: anno 2015 2015 Ripartizione dello stipulato leasing nautico per forma giuridica della clientela, gennaio-maggio 2016 Valore (k€) 240 251.818 25 33.873 265 285.691 Nautica da diporto Navale commerciale Totale Leasing Nautico Fonte: Assilea Tab. 3.8 Stipulato leasing nautico: variazioni 2016/2015 sul primo semestre Nautica da diporto Fig. 3.7 Numero contratti Navale commerciale Totale Leasing Nautico 1° semestre 2015 1° semestre 2016 Variazione % Numero contratti Valore (k€) Numero contratti Valore (k€) Numero contratti Valore (k€) 153 150.672 210 168.323 37,3% 11,7% 13 14.935 20 14.909 53,8% -0,2% 166 165.607 230 183.232 38,6% 10,6% Fonte: Assilea Dati aggiornati a giugno 2016 4% 1% 4% 21% 8% Fig. 3.8 22% NUMERO CONTRATTI Ripartizione dello stipulato leasing nautico tra unità da diporto nuove e usate, gennaio-maggio 2016, fonte BDCR Assilea VALORE 48,3% 71% 51,7% Nuovo Usato 69% Ditte individuali, persone fisiche, professionisti Fonte: BDCR Assilea Fonte: BDCR Assilea Società di capitali Società di persone Altro 42 La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015 La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015 43 L’industria nautica | 3. La cantieristica 3.c Il commercio con l’estero a cura di Fondazione Edison L’interscambio commerciale dell’Italia nel settore della cantieristica nautica L’analisi dell’interscambio commerciale dell’Italia nel settore della cantieristica nautica è condotta sulla base dei dati Istat e si riferisce al solo codice Ateco CL3012 “Imbarcazioni da diporto e sportive”, strettamente pertinente al settore della nautica da diporto. Il codice Ateco CL3011 “Navi e strutture galleggianti” non viene infatti in questo caso considerato poiché, facendo prevalentemente riferimento alla cantieristica commerciale e mercantile, distorcerebbe i risultati dell’indagine. Tab. 3.9 Gran parte dell’export italiano di “Imbarcazioni da diporto e sportive” è diretto verso i Paesi extra europei: nel 2015 le vendite italiane di “Imbarcazioni da diporto e sportive” sui mercati extra UE-28 hanno rappresentato il 70,8% dell’export complessivo del settore, a fronte del 29,2% dei mercati UE-28. Come appare dalla tabella 3.9, nella classifica dei primi 15 Paesi di destinazione della della cantieristica nautica italiana (che assorbono nel complesso oltre l’85% dell’export italiano del settore) compaiono, infatti, 9 Paesi extra europei (che a loro volta assorbono il 58,1% dell’export italiano) e che nell’ordine sono: gli Stati Uniti (340,6 milioni di euro di export), le Isole Vergini Britanniche (186 milioni), le Isole Cayman (184,7 milioni), Hong Kong (111,5 milioni), Panama (59 milioni), Emirati Arabi Uniti (31,7 milioni), il Belize (26,8 milioni), le Isole Marshall (24,9 milioni) e il Kuwait (23,2 milioni); e 6 Paesi europei (che assorbono il 27,1% dell’export italiano del settore) e che sono: Malta (144,2 milioni di euro di export), la Francia (137,7 milioni), il Regno Unito (104,6 milioni), Gibilterra (35 milioni), la Spagna (20,3 milioni) e i Paesi Bassi (18,8 milioni). Le dinamiche più recenti evidenziano come nel 2015 le importazioni italiane di “Imbarcazioni da diporto e sportive” siano diminuite del 15,6% rispetto all’anno precedente (passando da 222,7 a 188 milioni di euro) e le esportazioni del 13,2% (riducendosi da 1.961,1 a 1.701,7 milioni di euro). Occorre tuttavia considerare che il calo dell’export registrato nel 2015 ri- I principali paesi di destinazione delle “imbarcazioni da diporto e sportive” valori in milioni di euro, codice Ateco 30.12 Tab. 3.10 L’export italiano di “imbarcazioni da diporto e sportive” verso i Paesi dell’UE-28 valori in milioni di euro; classifica per valore dell’export nel 2015 Rank Paese 2014 2015 Var % 1 Malta 180,9 144,2 -20,3% 2 Francia 434,7 137,7 -68,3% 3 Regno Unito 86,9 104,6 20,4% 4 Spagna 34,4 20,3 -40,9% 5 Paesi Bassi 6,1 18,8 208,4% 6 Austria 2,8 11,7 326,2% 7 Germania 12,3 10,4 -15,1% 8 Croazia 7,7 9,4 21,5% 9 Polonia 3,4 9,0 167,4% 10 Grecia 3,8 6,5 72,0% 11 Portogallo 2,4 5,9 146,2% 12 Cipro 0,3 4,2 1277,6% 13 Finlandia 2,0 3,3 67,1% 14 Bulgaria 6,8 2,2 -67,6% 15 Slovenia 26,9 1,8 -93,4% 16 Irlanda 0,4 1,5 272,4% 17 Belgio 2,1 1,1 -48,0% 18 Svezia 1,8 0,8 -55,5% 19 Estonia 4,0 0,7 -81,7% 20 Lettonia 1,3 0,7 -46,0% 21 Repubblica Ceca 0,3 0,7 99,5% 22 Slovacchia 0,0 0,4 1037,0% 23 Romania 0,1 0,3 158,7% 24 Ungheria 0,3 0,2 -24,5% 25 Danimarca 0,3 0,2 -27,6% Rank Paese 2014 2015 1 USA 235,9 340,6 2 Isole Vergini britanniche 203,9 186,0 3 Isole Cayman 269,1 184,8 4 Malta 180,9 144,2 5 Francia 434,7 137,7 6 Hong Kong 95,8 111,5 7 Regno Unito 86,9 104,6 8 Panama 2,2 59,0 9 Gibilterra 27,3 35,0 26 Lituania 0,1 0,1 8,4% 10 Emirati Arabi Uniti 20,0 31,7 27 Lussemburgo 0,0 0,1 … 11 Belize 11,0 26,8 verso i Paesi dell'UE-28 822,1 496,9 -39,6% 12 Isole Marshall 7,9 24,9 13 Kuwait 6,6 23,2 14 Spagna 34,4 20,3 15 Paesi Bassi 6,1 18,8 Fonte: elaborazione Fondazione Edison su dati Istat Fonte: elaborazione Fondazione Edison su dati Istat 44 La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015 La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015 45 L’industria nautica | 3. La cantieristica sulta falsato dalla commessa “Ocean Victory” che, stimata in un valore di circa 375 milioni di euro, è stata contabilizzata dall’Istat nel solo anno di consegna, che è stato il 2014. Al netto di tale commessa l’export italiano di imbarcazioni da diporto e sportive nel 2015 risulterebbe in crescita del 7,3% rispetto al 2014 (e del 19,1% rispetto al 2013). Stando ai dati diffusi dall’Istat, nel 2015 il settore ha risentito in particolar modo del calo della domanda proveniente dai Paesi europei, ancora alle prese con una crescita che stenta a ripartire in maniera adeguata: nel 2015 l’export verso i Paesi Ue-28 si è infatti quasi dimezzato rispetto al Tab. 3.11 2014, passando da 822 a 497 milioni (-40%); tuttavia, coerentemente con quanto detto più sopra, la performance relativa all’export verso i Paesi Ue-28 risulta influenzata dalla commessa “Ocean Victory” proveniente dalla Francia che ha gonfiato il valore di export del 2014, senza la quale le esportazioni verso i Paesi Ue-28 nel 2015 risulterebbero in progresso dell’11% rispetto all’anno precedente; non a caso, tra i principali Paesi europei di destinazione dell’export italiano di “Imbarcazioni da diporto e sportive” (tabella 3.10), la Francia è il Paese verso il quale si sperimenta nel 2015 il calo maggiore rispetto al 2014 (l’export si è infatti ridotto del -68,3%, passando da 434,6 a 137,7 milioni di euro); a seguire la Spagna (-40,9%) e Malta (-20,3%); per contro, nel 2015 è cresciuto l’export verso il Regno Unito (+20,4%) e i Paesi Bassi (+208,4%). L’export verso i Paesi extra-Ue è invece aumentato del 5,8% (tabella 3.11), passando da 1.139 a 1.205 milioni, anche grazie alla crescita delle classi medie dei paesi emergenti. Tralasciando i Paesi con i valori più marginali di export, tra i maggiori incrementi si segnalano quelli verso Panama (2.525,6%), il Belize (+142,6%), gli Emirati Arabi Uniti (+58,5%), gli Stati Uniti (+44,4%), Gibilterra (+28,2%) e Hong Kong (+16,4%). Principali mercati extra UE-28 di destinazione dell’export italiano di “imbarcazioni da diporto e sportive” valori in milioni di euro, codice Ateco 30.12 Rank Paese 2014 2015 Var % 1 USA 235,9 340,6 44,4% 2 Isole Vergini britanniche 203,9 186,0 -8,8% 3 Isole Cayman 269,1 184,8 -31,3% 4 Hong Kong 95,8 111,5 16,4% 5 Panama 2,2 59,0 2.525,6% 6 Gibilterra 27,3 35,0 28,2% La cantieristica italiana nel contesto internazionale I successi della cantieristica nautica italiana sono particolarmente evidenti se osservati nel contesto internazionale. L’industria italiana della nautica, infatti, si conferma la protagonista indiscussa a livello mondiale, detenendo il primato sia in termini di export che di saldo commerciale con l’estero. Il posizionamento dell’Italia nel contesto internazionale è stato analizzato sulla base dei dati UN Comtrade e facendo riferimento alla classificazione HS96 che suddivide il commercio mondiale in oltre 5.000 prodotti. Per ricostruire il comparto della nautica da diporto sono stati considerati quattro codici relativi a: imbarcazioni pneumatiche da diporto, yacht a vela da diporto, anche con motore ausiliario, imbarcazioni da diporto o da sport e imbarcazioni a remi, barche e yacht da diporto con motore entrobordo. E’ soprattutto in quest’ultima tipologia di Tab. 3.12 prodotto che l’Italia detiene la maggiore specializzazione, conquistando la leadership mondiale sia per esportazioni che per bilancia commerciale. Le performance della cantieristica nautica italiana in termini di export Nel complesso l’Italia detiene il 16,3% dell’export mondiale della nautica da diporto, per un valore pari a 1,9 miliardi di dollari, dei quali 1,7 generati dal solo comparto delle barche e yacht da diporto con motore entrobordo, come meglio si dettaglierà nel seguito del paragrafo. Nella classifica generale seguono i Paesi Bassi (con una quota del 15,1% dell’export mondiale e un valore di export pari a 1,7 miliardi), gli Stati Uniti (1,4 miliardi di export, corrispondenti al 12,6% del mercato mondiale), la Germania (1,34 miliardi, 11,6% del mercato mondiale), la Francia (1,25 miliardi; 10,8%), il Regno Unito (0,84 miliardi; 7,2%), la Polonia (0,34 miliardi; 3%), il Messico, il Canada e la Cina (tutti e tre con 0,3 miliardi di export e una quota del 2,6%) (tabella 3.12). La supremazia dell’Italia emerge, come accennato, nelle barche e yacht da diporto con motore entrobordo, comparto in cui il nostro Paese detiene quasi un quarto dell’intero mercato mondiale, con una quota dell’export pari al 23,7%. Molto competitivi in questo segmento del comparto appaiono anche i Paesi Bassi (1,4 miliardi di dollari di export, corrispondenti al 19,6% dell’export mondiale) e la Germania (1,2 miliardi di export, 15,9% dell’export mondiale), ma a considerevole distanza dall’Italia (tabella 3.13). La leadership del nostro Paese nel settore specifico delle barche e yacht da diporto con motore entrobordo è confermata anche dal Global Order Book 2016 di Showboats International, in base al quale l’industria italiana è al top mondiale per ordini di yacht nel 2016, con circa 11.000 metri complessivi commissionati e 286 yacht in costruzione. Seguono i Paesi Bassi Classifica dei primi 10 Paesi esportatori mondiali nel settore della cantieristica nautica: anno 2015 valori in milioni di dollari, classificazione HS96 - aggregato codici 890310, 890391, 890392, 890399 Paese Totale settore Quota di export mondiale dell’intero settore 7 Emirati Arabi Uniti 20,0 31,7 58,5% Rank 8 Belize 11,0 26,8 142,6% 1 Italia 1.886,3 16,3% 9 Isole Marshall 7,9 24,9 215,1% 2 Paesi Bassi 1.743,1 15,1% 10 Kuwait 6,6 23,2 250,7% 3 USA 1.452,3 12,6% 11 Saint Kitts e Nevis 1,1 14,7 1.269,8% 4 Germania 1.337,5 11,6% 12 Singapore 29,0 14,4 -50,4% 5 Francia 1.250,0 10,8% 13 Turchia 19,9 13,0 -34,9% 6 Regno Unito 838,8 7,2% 14 Canada 35,3 12,5 -64,7% 7 Polonia 344,8 3,0% 15 Australia 5,7 12,0 112,4% 8 Messico 304,1 2,6% 16 Colombia 3,3 10,2 210,4% 9 Canada 303,6 2,6% Totale extra UE-28 1.139,1 1.204,8 5,8% 10 Cina 302,9 2,6% Fonte: elaborazione Fondazione Edison su dati Istat 46 La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015 Fonte: elaborazione Fondazione Edison su dati ITC - UN Comtrade La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015 47 L’industria nautica | 3. La cantieristica Tab. 3.13 Classifica dei primi 10 Paesi esportatori mondiali nel settore delle “barche e yacht da diporto con motore entrobordo”: anno 2015 valori in milioni di dollari, classificazione HS96-codice 890392 Quota di export mondiale delle unità da diporto con motore entrobordo Rank Paese Unità da diporto con motore entrobordo 1 Italia 1.744,6 23,7% 2 Paesi Basi 1.441,0 19,6% 3 Germania 1.169,5 15,9% 4 Regno Unito 723,1 9,8% 5 USA 714,5 9,7% 6 Francia* 436,9 5,9% 7 Messico 273,9 3,7% 8 Canada 101,8 1,4% 9 Australia 94,6 1,3% 10 Finlandia 92,6 1,3% * Valore al netto dell’interscambio con Isole Cayman Tab. 3.14 Rank Paese Metri commissionati Yacht in costruzione 1 Italia 10.907 286 2 Paesi Bassi 3.858 68 3 Turchia 3.325 71 4 Taiwan 2.248 74 5 USA 2.039 57 6 Regno Unito 1.955 64 7 Germania 1.378 14 8 Cina 876 23 9 Emirati Arabi Uniti 676 15 10 Norvegia 442 6 Fonte: Global Order Book 2016, Showboats International Tab. 3.15 Fonte: elaborazione Fondazione Edison su dati ITC - UN Comtrade (con 3.858 metri e 68 yacht in costruzione), la Turchia (3.325 metri, 71 yacht), Taiwan (2.248 metri, 74 yacht), gli Stati Uniti (2.039 metri, 57 yacht), il Regno Unito (1.955 metri, 64 yacht), la Germania (1.378 metri, 14 yacht), la Cina (876 metri, 23 yacht), gli Emirati Arabi Uniti (676 metri, 15 yacht) e la Norvegia (442 metri, 6 yacht in costruzione) (tabella 3.14). Quanto agli altri comparti, nella classifica delle imbarcazioni pneumatiche da diporto (che tra i prodotti nautici rappresentano il quarto comparto italiano per importanza dell’export) l’Italia si posiziona al secondo posto (con 45,4 milioni di export, e una quota mondiale del 14,2%), alle spalle della Cina (132,6 milioni di dollari, 41,4% del mercato mondiale). Occorre tuttavia considerare che in tale voce sono inclusi non solo gli effettivi prodotti ascrivibili alla nautica da diporto, ma anche ad esempio i canottini giocat- 48 tolo e le piscine gonfiabili per bambini in cui la Cina detiene una consistente fetta di mercato. Seguono il Regno Unito (23,7 milioni di dollari, 7,4% del mercato mondiale), la Spagna (20,3 milioni; 6,3%), la Francia (19 milioni, 5,9%), gli Stati Uniti (18,1 milioni, 5,6%), il Canada (5,6 milioni, 1,7%), la Nuova Zelanda (5 milioni, 1,6%), il Belgio (4,9 milioni; 1,5%) e la Grecia (4,7 milioni, 1,5%) (tabella 3.15). Nelle barche e yacht a vela da diporto (che rappresentano il secondo comparto italiano per valore dell’export) l’Italia si posiziona ottava con 49,8 milioni di dollari di export (2,6% del mercato mondiale); la leadership è detenuta saldamente dalla Francia (38,4% del mercato mondiale, con 727 milioni di export), seguita a distanza dai Paesi Bassi (283 milioni di export, 15% del mercato mondiale), dalla Spagna (163 milioni di export, con una quota dell’8,6%), La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015 dalla Germania (150 milioni, 7,9% del mercato mondiale), dal Regno Unito (76 milioni; 4%), dal Sud Africa (67 milioni; 3,5%) e dagli Stati Uniti (55 milioni, 2,9%). Nella classifica dei primi 10 Paesi esportatori si posizionano dopo l’Italia la Polonia (con 40 milioni di dollari di export, 2,1% dell’export mondiale) e la Finlandia (39 milioni, 2,1%) (tabella 3.16). Infine, nel comparto delle imbarcazioni a remi e sportive (il terzo per valore dell’export), il peso dell’Italia nell’export mondiale è marginale e pari al 2,3%. In valori assoluti, l’export italiano è di 46,5 milioni di dollari e posiziona l’Italia in nona posizione a livello mondiale. La leadership spetta agli Stati Uniti (con il 33,4%), seguiti a distanza da Polonia (12,8%), Canada (9,5%), Cina (6,5%), Finlandia (3,9%), Francia (3,4%), Giappone (3,3%), Singapore (3,2%). Al decimo posto il Messico (1,3%) (tabella 3.17). Classifica mondiale dei Paesi per ordini di superyacht nel 2016 Classifica dei primi 10 Paesi esportatori mondiali nel settore delle “imbarcazioni pneumatiche da diporto”: anno 2015 valori in milioni di dollari, classificazione HS96-codice 890310 Quota di export mondiale delle Imbarcazioni pneumatiche da diporto Rank Paese Imbarcazioni pneumatiche da diporto 1 Cina 132,6 41,4% 2 Italia 45,4 14,2% 3 Regno Unito 23,7 7,4% 4 Spagna 20,3 6,3% 5 Francia 19,0 5,9% 6 Stati Uniti 18,1 5,6% 7 Canada 5,6 1,7% 8 Nuova Zelanda 5,0 1,6% 9 Belgio 4,9 1,5% 10 Grecia 4,7 1,5% Fonte: elaborazione Fondazione Edison su dati ITC - UN Comtrade La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015 49 L’industria nautica | 3. La cantieristica Tab. 3.16 Classifica dei primi 10 Paesi esportatori mondiali nel settore delle “barche e yacht a vela da diporto”, anche con motore ausiliario: anno 2015 valori in milioni di dollari, classificazione HS96-codice 890391 Rank Paese Barche e yacht a vela da diporto Quota di export mondiale delle Barche e yacht a vela da diporto 1 Francia 727,3 38,4% 2 Paesi Bassi 283,5 15,0% 3 Spagna 162,8 8,6% 4 Germania 149,5 7,9% 5 Regno Unito 76,3 4,0% 6 Sud Africa 67,1 3,5% 7 USA 55,0 2,9% 8 Italia 49,8 2,6% 9 Polonia 40,0 2,1% 10 Finlandia 39,2 2,1% Fonte: elaborazione Fondazione Edison su dati ITC - UN Comtrade Tab. 3.17 Classifica dei primi 10 Paesi esportatori mondiali nel settore delle “imbarcazioni a remi e sportive”: anno 2015 valori in milioni di dollari, classificazione HS96-codice 890399 Le performance della cantieristica nautica italiana in termini di saldo commerciale La leadership dell’Italia nel settore della cantieristica nautica da diporto emerge anche considerando la bilancia commerciale. L’Italia infatti è il Paese che presenta il più elevato surplus a livello mondiale, sia considerando il comparto nel suo complesso, sia il settore di punta rappresentato dalle barche e yacht da diporto con motore entrobordo. Complessivamente, nel 2015 l’avanzo commerciale italiano generato dall’intero comparto è stato pari a 1,68 miliardi di dollari. Seguono nella classifica i Paesi Bassi (con 1,59 miliardi di dollari), la Germania (1,16 miliardi), la Francia (527 milioni); con Tab. 3.18 un saldo commerciale compreso tra i 100 e i 400 milioni di dollari vi sono, in ordine di grandezza, il Regno Unito, la Polonia, il Messico, la Finlandia e la Cina (tabella 3.18). Degli 1,68 miliardi di dollari di surplus commerciale dell’Italia, ben 1,63 miliardi sono generati dal comparto delle barche e yacht da diporto con motore entrobordo. A seguire, nel comparto, i Paesi Bassi (1,36 miliardi), la Germania (1,05 miliardi) e molto più distanziati il Regno Unito (381 milioni), la Francia (279 milioni) e il Messico (265 milioni). Con un surplus di poche decine di milioni di dollari completano la classifica dei primi dieci Paesi al mondo per bilancia commerciale nel segmento delle barche e yacht da diporto con motore entrobordo la Finlandia (60 milioni), la Turchia (46 mi- lioni), la Polonia (41 milioni) e la Grecia (15 milioni) (tabella 3.19). Nelle imbarcazioni pneumatiche da diporto l’Italia (con 24,8 milioni di dollari di saldo commerciale) si posiziona al secondo posto, sempre dopo la Cina (132,2 milioni), seguita a sua volta dal Regno Unito (11 milioni) e, a distanza elevata, dalla Spagna (4,5 milioni), le Filippine (3,3 milioni), la Grecia (3,2 milioni), il Messico (2,9 milioni), la Nuova Zelanda (2,2 milioni), il Sudafrica (2,1 milioni) e la Polonia (0,9 milioni) (tabella 3.20). L’Italia non compare, invece, nella classifica dei primi 10 Paesi al mondo per bilancia commerciale nel segmento delle barche e yacht a vela da diporto (dominata dalla Francia) e delle imbarcazioni a remi e sportive (dominata dagli Stati Uniti). Classifica dei primi 10 Paesi a livello mondiale per saldo commerciale nel settore della cantieristica nautica: anno 2015 valori in milioni di dollari, classificazione HS96 - aggregato codici 890310, 890391, 890392, 890399 Rank Paese Imbarcazioni a remi e sportive Quota di export mondiale delle Imbarcazioni a remi e sportive 1 USA 664,8 33,4% 1 Italia 1.677,8 2 Polonia 255,2 12,8% 2 Paesi Bassi 1.589,8 3 Canada 189,0 9,5% 3 Germania 1.155,7 4 Cina 128,8 6,5% 4 Francia 527,3 5 Finlandia 77,0 3,9% 5 Regno Unito 394,8 6 Francia 66,8 3,4% 6 Polonia 330,8 7 Giappone 66,3 3,3% 7 Messico 289,0 8 Singapore 63,8 3,2% 8 Finlandia 170,1 9 Italia 46,5 2,3% 9 Cina 166,4 10 Messico 26,2 1,3% 10 Spagna 92,0 Fonte: elaborazione Fondazione Edison su dati ITC - UN Comtrade 50 La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015 Rank Paese Totale complessivo Fonte: elaborazione Fondazione Edison su dati ITC - UN Comtrade La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015 51 L’industria nautica | 3. La cantieristica Tab. 3.19 Classifica dei primi 10 Paesi al mondo per saldo commerciale nel settore delle “barche e yacht da diporto con motore entrobordo”: anno 2015 valori in milioni di dollari, classificazione HS96-codice 890392 3.d I territori “iperspecializzati” a cura di Fondazione Edison Rank Paese Unità da diporto a motore entrobordo 1 Italia 1.633,7 2 Paesi Bassi 1.355,1 3 Germania 1.052,8 4 Regno Unito 381,3 5 Francia* 279,4 6 Messico 264,9 7 Finlandia 60,5 8 Turchia 45,9 9 Polonia 41,3 10 Grecia 14,8 Il peso della cantieristica da diporto sulle economie locali Per valutare il peso della cantieristica nautica sulle economie locali si è analizzata la sua incidenza sul settore manifatturiero in termini di numero di imprese, addetti, fatturato ed esportazioni. Il numero di imprese, addetti (dipendenti) e fatturato del comparto sono stati ricavati dalla banca dati Tab. 3.21 AIDA di Bureau van Dijk. Tale banca dati, costruita sulla base dei bilanci delle imprese, consente di avere un quadro completo del settore aggiornato al 2015, diversamente dal Censimento Istat dell’Industria e dei Servizi che, quanto a numero di imprese e addetti, fa riferimento al 2011. Per fare un raffronto su base omogenea, anche per il settore manifatturiero si sono considerati i dati di fonte AIDA che, per quanto non siano completamente esaustivi della realtà rilevata dall’Istat, ne rappresentano comunque un campione molto significativo; Principali indicatori della cantieristica nautica italiana: anno 2015 Imprese * Valore al netto dell’interscambio con Isole Cayman Fonte: elaborazione Fondazione Edison su dati ITC - UN Comtrade Cantieristica Manifatturiere nautica Tab. 3.20 Classifica dei primi 10 Paesi al mondo per saldo commerciale nel settore delle “imbarcazioni pneumatiche da diporto”: anno 2015 valori in milioni di dollari, classificazione HS96-codice 890310 il numero di imprese manifatturiere risultante dalla banca dati AIDA è infatti pari a oltre il 60% delle imprese manifatturiere indicate dall’Istat, mentre il numero di addetti corrisponde all’87% di quelli indicati dall’Istituto nazionale di statistica1. Nel settore della cantieristica nautica da diporto (costruito come somma del codice Ateco CL3012 “Imbarcazioni da diporto e sportive” più la parte del codice CL3011 “Navi e strutture galleggianti” di pertinenza della nautica da diporto) nel 20152 operano 983 imprese che danno occupazione Addetti Peso della cantieristica su industria manifatturiera Cantieristica Manifatturiere nautica Peso della cantieristica su industria manifatturiera Province costiere 55.700 815 1,5% 929.681 10.300 1,1% Totale Italia 145.940 983 0,7% 3.024.449 11.803 0,4% Rank Paese Imbarcazioni pneumatiche da diporto 1 Cina 132,2 2 Italia 24,8 3 Regno Unito 11,0 4 Spagna 4,5 Province costiere 239.990 1.506 0,6% 105.236 2.619 2,5% 5 Filippine 3,3 Totale Italia 888.919 1.767 0,2% 397.025 3.053 0,8% 6 Grecia 3,2 Note: Fatturato milioni di euro Cantieristica Manifatturiere nautica Peso della cantieristica su industria manifatturiera Export milioni di euro Cantieristica Manifatturiere nautica e navale Peso della cantieristica su industria manifatturiera 7 Messico 2,9 I dati di fatturato, addetti e imprese di questa tabella si riferiscono alla sola cantieristica nautica (cioè le unità di nuova costruzione e le attività di refitting, riparazione e rimessaggio, esclusi i motori e gli accessori). 8 Nuova Zelanda 2,2 9 Sudafrica 2,1 10 Polonia 0,9 Il valore dell’export della cantieristica è molto più elevato rispetto a quello del fatturato nautico poiché il primo fa riferimento al Codice ATECO CL301 “Navi e imbarcazioni” (che comprende oltre alle “Imbarcazioni da diporto e sportive” (CL3012) anche le “Navi e strutture glleggianti” (CL3011)), non essendo disponibile a livello provinciale il dettaglio relativo ai due singoli comparti. Il valore del fatturato nautico, ricostruito a partire dai dati AIDA - Bureau Van Dijk, è invece relativo al comparto specifico della nautica da diporto (costruito come somma del codice Ateco CL3012 “Imbarcazioni da diporto e sportive” più la sola parte del codice Ateco CL3011 “Navi e strutture galleggianti” di pertinenza della nautica da diporto). Fonte: elaborazione Fondazione Edison su dati ITC - UN Comtrade Fonte: elaborazione Fondazione Edison su dati AIDA - Bureau van Dijk e Istat 1. In base a quanto risulta dal documento Istat “Stima imprese con dipendenti Asia 2014” (ultimo disponibile), nel 2014 le imprese erano circa 240.000, a fronte delle circa 146.000 risultanti dalla banca dati AIDA. Gli addetti manifatturieri erano 3.446.742 per l’Istat e 3.024.449 secondo la banca dati AIDA. 2. Quando non disponibili i dati di fatturato e addetti relativi al 2015, si è fatto riferimento ai dati 2014. 52 La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015 La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015 53 L’industria nautica | 3. La cantieristica Fig. 3.9 Le principali province italiane per numero di imprese nel settore della cantieristica da diporto: anno 2015 Fig. 3.10 Le principali province italiane per numero di addetti nel settore della cantieristica da diporto: anno 2015* Sondrio Bergamo Cremona Como Milano Brescia Bergamo Como Milano Udine Gorizia Torino Nessuna Treviso Udine Gorizia Torino Nessuno Trieste Da 1 a 10 Da 1 a 50 Da 10 a 20 Venezia Da 50 a 250 Venezia Da 20 a 50 Da 250 a 1000 Rovigo Più di 50 Più di 1000 Forlì-Cesena Forlì-Cesena Genova La Spezia Massa Carrara Lucca Pesaro-Urbino Piacenza Ancona Savona Rimini Genova La Spezia Massa Carrara Lucca Livorno Pesaro-Urbino Ancona Pisa Ascoli Piceno Livorno Grosseto Grosseto Roma Roma Olbia-Tempio Olbia-Tempio Latina Sassari Sassari Caserta Latina Taranto Napoli Napoli Salerno Catanzaro Cagliari Carbonia-Iglesias Palermo Messina Palermo Messina Siracusa Ragusa * Quando non disponibili i dati 2015 si è fatto riferimento ai dati 2014 Fonte: elaborazione Fondazione Edison su dati AIDA – Bureau van Dijk (cod. Ateco 30.12 + parte del 30.11) 54 La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015 Fonte: elaborazione Fondazione Edison su dati AIDA – Bureau van Dijk (cod. Ateco 30.12 + parte del 30.11) La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015 55 L’industria nautica | 3. La cantieristica Fig. 3.11 Le principali province italiane per fatturato nel settore della cantieristica da diporto: anno 2015* Fig. 3.12 Le principali province italiane per valore dell’export nel settore della cantieristica nautica e navale: anno 2015 Sondrio Bergamo Cremona Como Milano Nessuno Torino Udine Gorizia Torino Trieste Da 0 a 50 milioni di € Da 50 a 100 milioni di € Nessuno minore di 10 milioni di € Da 10 a 100 milioni di € Venezia Da 100 a 500 milioni di € Oltre 500 milioni di € Da 100 a 500 milioni di € Oltre 500 milioni di € Ravenna Forlì-Cesena Rimini Genova Piacenza Rimini Genova La Spezia Pesaro-Urbino Ancona Lucca Lucca Livorno Roma Napoli Napoli Palermo * Quando non disponibili i dati 2015 si è fatto riferimento ai dati 2014 Fonte: elaborazione Fondazione Edison su dati AIDA – Bureau van Dijk (cod. Ateco 30.12 + parte del 30.11) 56 La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015 Fonte: elaborazione Fondazione Edison su dati ISTAT (cod. Ateco 30.1) La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015 57 L’industria nautica | 3. La cantieristica a circa 11.800 addetti e generano un fatturato di 1.767 milioni di euro. Di queste 983 imprese, 815 sono localizzate nelle province costiere, occupano 10.300 addetti e generano un fatturato di 1.506 milioni di euro (tabella 3.21). Considerando le sole province costiere, dove ha sede gran parte dell’industria italiana della cantieristica nautica, le imprese del settore rappresentano l’1,5% delle imprese manifatturiere, gli occupati rappresentano l’1,1% degli addetti manifatturieri complessivi e il fatturato nautico è pari allo 0,6% del fatturato manifatturiero. In termini di esportazioni (analizzate sulla base dei dati Istat e considerando la voce CL301 “Navi e imbarcazioni” non essendo disponibile a livello provinciale il dettaglio relativo alle sole “Imbarcazioni da diporto e sportive”), nel 2015 l’export italiano di cantieristica nautica è stato pari a 3,1 miliardi di euro, pari allo 0,8% dell’intero export manifatturiero. Se si considera l’export del settore delle sole province costiere, il suo valore ammonta a 2,6 miliardi di euro, corrispondenti al 2,5% dell’export manifatturiero delle province costiere3. La geografia della cantieristica nautica italiana è descritta dalle mappe riportate nelle figure 3.9-3.12. Come si può vedere, le principali province italiane per numero di imprese sono Napoli, Lucca e Roma, tutte e tre con oltre 50 imprese (83, 75 e 56 rispettivamente). A seguire Milano (48 imprese), Genova (46), Pesaro-Urbino (38), Latina e Massa-Carrara (33), La Spezia (31), Gorizia (30). Napoli e Lucca le troviamo anche tra le province con il più elevato numero di addetti nel settore cantieristico nautico, in questo caso insieme a Rimini, che si posiziona al secondo posto (con circa 1.500 addetti) dopo Lucca (che ne ha circa 2.500) e prima di Napoli (con circa 900 addetti). Seguono a distanza Pesaro-Urbino (493 addetti), Genova (467), Gorizia (460), Torino (446), Venezia (379), La Spezia (360). Coerentemente con la classe dimensionale in termini di addetti le due province che generano il maggior fatturato sono Lucca (620 milioni di euro) e Rimini (279 milioni). A distanza troviamo Torino (81 milioni), Genova (70 milioni) e Napoli (64 milioni), solo per citare le province con un fatturato superiore a 50 milioni di euro. Le province che esportano maggiormente, escludendo Gorizia e Trieste dove prevale la cantieristica commerciale e mercantile, sono invece Lucca (643 milioni di euro), Torino (213 milioni), Napoli (185 milioni), La Spezia (143 milioni), Genova (131 milioni), Livorno (127 milioni) e Rimini (122 milioni). Fatta questa descrizione di carattere più generale della geografia della cantieristica nautica italiana, l’analisi che segue analizza più nel dettaglio il peso che la filiera nautica ha sull’economia locale dei due principali poli produttivi sviluppatisi sulla costa tirrenica (da La Spezia fino a Livorno) e su quella adriatica (da Ravenna ad Ancona) in termini di occupazione, fatturato ed esportazioni. Il “distretto tirrenico” Le province di La Spezia, Massa Carrara, Lucca, Pisa e Livorno, considerate insieme, costituiscono una delle due aree di eccellenza della nautica da diporto italiana, e nello specifico la più importante sia in termini occupazionali che di fatturato ed esportazioni. Il “distretto tirrenico”, come di seguito verrà indicata tale area, in base a quanto risulta dai dati Aida - Bureau van Dijk si compone di 167 imprese attive nel settore della cantieristica nautica, che danno impiego a 3.286 addetti. Come si può vedere dalla tabella 3.22 le 167 imprese della cantieristica localizzate nel “distretto tirrenico” rappresentano il 17% delle 983 imprese complessivamente presenti sul territorio nazionale, il 20,5% delle 815 imprese della cantieristica localizzate nelle province costiere4 e 3. Il valore dell’export nautico è molto più elevato rispetto a quello del fatturato poiché il primo fa riferimento al Codice ATECO CL301 “Navi e imbarcazioni” che comprende, oltre alle “Imbarcazioni da diporto e sportive” (CL3012), anche le “Navi e strutture galleggianti” (CL3011)): a livello provinciale non è infatti disponibile il dettaglio dell’export relativo ai due singoli comparti, ma si ha solo il dato aggregato. Il valore del fatturato, ricostruito a partire dai dati AIDA - Bureau Van Dijk, è invece relativo al comparto specifico della nautica da diporto (costruito come somma del codice Ateco CL3012 “Imbarcazioni da diporto e sportive” più la sola parte del codice Ateco CL3011 “Navi e strutture galleggianti” di pertinenza della nautica da diporto). 4. Province costiere: Agrigento, Ancona, Ascoli Piceno, Bari, Barletta-Andria-Trani, Brindisi, Cagliari, Caltanissetta, Campobasso, Carbonia-Iglesias, Caserta, Catania, Catanzaro, Chieti, Cosenza, Crotone, Fermo, Ferrara, Foggia, Forlì-Cesena, Genova, Gorizia, Grosseto, Imperia, La Spezia, Latina, Lecce, Livorno, Lucca, Macerata, Massa Carrara, Matera, Medio-Campidano, Messina, Napoli, Nuoro, Ogliastra, Olbia-Tempio, Oristano, Palermo, Pesaro-Urbino, Pescara, Pisa, Potenza, Ragusa, Ravenna, Reggio Calabria, Rimini, Roma, Rovigo, Salerno, Sassari, Savona, Siracusa, Taranto, Teramo, Trapani, Trieste, Udine, Venezia, Vibo Valentia, Viterbo. 5. Province tirreniche: Cagliari, Carbonia-Iglesias, Caserta, Catanzaro, Cosenza, Genova, Grosseto, Imperia, La Spezia, Latina, Livorno, Lucca, Massa Carrara, Medio Campidano, Messina, Napoli, Nuoro, Ogliastra, Olbia Tempio, Oristano, Palermo, Pisa, Potenza, Reggio Calabria, Roma, Salerno, Sassari, Savona, Trapani, Vibo Valentia, Viterbo. 58 La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015 ben il 29,5% delle 567 imprese della cantieristica nautica operative nelle sole province tirreniche5. La loro incidenza è dunque molto più elevata rispetto a quella dell’industria manifatturiera considerata nel suo complesso: sul territorio del distretto sono infatti presenti 4.278 imprese manifatturiere (incluse quelle della nautica) il cui peso sulle circa 146.000 imprese manifatturiere italiane è pari al 2,9%, quello sulle 55.700 imprese manifatturiere attive nelle province costiere è pari al 7,7%, mentre quello sulle 28.636 imprese delle sole province Tab. 3.22 tirreniche è pari al 14,9%. In termini occupazionali, i 3.286 addetti delle imprese della cantieristica nautica localizzate all’interno del “distretto tirrenico” rappresentano il 27,8% degli 11.803 addetti del settore a livello nazionale, il 31,9% dei 10.300 addetti delle province costiere e addirittura oltre il 50% dei 6.107 addetti settoriali delle sole province tirreniche. Coerentemente con quanto osservato relativamente al numero delle imprese, l’incidenza occupazionale del settore della cantieristica nautica è molto più elevata rispetto a quella dell’industria manifatturiera: infatti gli addetti manifatturieri nel “distretto tirrenico”, pari a circa 65.000, sono solo il 2,1% degli addetti manifatturieri nazionali (poco più di 3 milioni), il 7% degli addetti manifatturieri delle province costiere (circa 930mila) e il 16,2% di quelli delle province tirreniche (circa 401mila). Per quanto riguarda il fatturato, quello generato dalle imprese del “distretto tirrenico”, pari a 709 milioni di euro, rappresenta il 40,1% del fatturato originato dalla cantieristica nautica a livello nazionale, il 47,1% di quel- La rilevanza del “distretto tirrenico” della nautica: anno 2015* fatturato ed export in milioni di euro “Distretto tirrenico” della nautica Province Province componenti tirreniche il distretto % su Italia % su province costiere % su province tirreniche Totale Italia Province costiere Imprese manifatturiere attive 145.940 55.700 28.636 4.278 2,9% 7,7% 14,9% Imprese della cantieristica nautica 983 815 567 167 17,0% 20,5% 29,5% Addetti 3.024.449 manifatturieri 929.681 401.288 64.935 2,1% 7,0% 16,2% Addetti della cantieristica nautica 11.803 10.300 6.107 3.286 27,8% 31,9% 53,8% Fatturato manifatturiero 888.919 239.990 131.131 17.393 2,0% 7,2% 13,3% Fatturato cantieristica nautica 1.767 1.506 978 709 40,1% 47,1% 72,5% Export manifatturiero 397.025 105.236 47.627 10.801 2,7% 10,3% 22,7% Export cantieristica navale e nautica** 3.053 2.619 1.331 923 30,2% 35,2% 69,3% Quando non disponibili i dati di fatturato e addetti relativi al 2015, si è fatto riferimento ai dati 2014. ** Il valore dell’export della cantieristica è molto più elevato rispetto a quello del fatturato nautico poiché il primo fa riferimento al Codice ATECO CL301 “Navi e imbarcazioni” (che comprende oltre alle “Imbarcazioni da diporto e sportive” (CL3012) anche le “Navi e strutture glleggianti” (CL3011)), non essendo disponibile a livello provinciale il dettaglio relativo ai due singoli comparti. Il valore del fatturato nautico, ricostruito a partire dai dati AIDA - Bureau Van Dijk, è invece relativo al comparto specifico della nautica da diporto (costruito come somma del codice Ateco CL3012 “Imbarcazioni da diporto e sportive” più la sola parte del codice Ateco CL3011 “Navi e strutture galleggianti” di pertinenza della nautica da diporto). Fonte: elaborazione Fondazione Edison su dati AIDA - Bureau van Dijk e Istat. La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015 59 L’industria nautica | 3. La cantieristica Tab. 3.23 Il peso della cantieristica nautica sull’economia locale dell’area del “distretto tirrenico”: anno 2015* fatturato ed export in milioni di euro Industria manifatturiera Industria cantieristica nautica Peso % dell'industria cantieristica nautica sull'industria manifatturiera Imprese Addetti Fatturato Export** 4.278 64.935 17.393 10.801 167 3.286 709 923 3,9% 5,1% 4,1% 8,5% * Quando non disponibili i dati di fatturato e addetti relativi al 2015, si è fatto riferimento ai dati 2014. ** Il valore dell’export della cantieristica è molto più elevato rispetto a quello del fatturato nautico poiché il primo fa riferimento al Codice ATECO CL301 “Navi e imbarcazioni” (che comprende oltre alle “Imbarcazioni da diporto e sportive” (CL3012) anche le “Navi e strutture glleggianti” (CL3011)), non essendo disponibile a livello provinciale il dettaglio relativo ai due singoli comparti. Il valore del fatturato nautico, ricostruito a partire dai dati AIDA - Bureau Van Dijk, è invece relativo al comparto specifico della nautica da diporto (costruito come somma del codice Ateco CL3012 “Imbarcazioni da diporto e sportive” più la sola parte del codice Ateco CL3011 “Navi e strutture galleggianti” di pertinenza della nautica da diporto). Fonte: elaborazione Fondazione Edison su dati AIDA - Bureau van Dijk e Istat. Tab. 3.24 Principali prodotti esportati dal “distretto tirrenico”: anno 2015 valori in milioni di euro Rank 2015 1 Macchine di impiego generale 1.712,8 2 Navi e imbarcazioni 922,5 3 Cuoio conciato e lavorato; articoli da viaggio, borse, pelletteria e selleria; pellicce preparate e tinte 760,0 4 Altre macchine per impieghi speciali 685,6 5 Articoli di carta e di cartone 612,0 6 Mezzi di trasporto n.c.a. 554,8 7 Pietre tagliate, modellate e finite 543,1 8 Calzature 457,6 9 Pasta-carta, carta e cartone 388,1 10 Prodotti chimici di base, fertilizzanti e composti azotati, materie plastiche e gomma sintetica in forme primarie 386,9 Totale export manifatturiero 10.801,1 Fonte: elaborazione Fondazione Edison su dati Istat 60 La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015 lo realizzato dai cantieri nautici delle province costiere e nientemeno che il 72,5% del fatturato generato nelle sole province tirreniche. Anche in questo caso l’incidenza del settore è molto più elevata rispetto a quella del settore manifatturiero: il fatturato manifatturiero originato all’interno del distretto è infatti rispettivamente pari al 2,0%, 7,2% e 13,3% di quello realizzato a livello nazionale, nelle province costiere e in quelle tirreniche. Infine, per quanto riguarda l’export (analizzato, come accennato, sulla base dei dati Istat), dal distretto tirrenico proviene il 30,2% dell’export nazionale di “Navi e imbarcazioni”, il 35,2% delle esportazioni del settore delle province costiere e ben il 69,3% di quelle delle sole province tirreniche. Percentuali, queste, molto più elevate rispetto a quelle relative all’export manifatturiero considerato nel suo complesso: la quota di export manifatturiero del “distretto tirrenico” sull’export manifatturiero italiano è infatti pari al 2,7%; se si considerano le sole province costiere, la quota di export manifatturiero del “distretto tirrenico” sale al 10,3% e raggiunge il 22,7% rapportandolo all’export manifatturiero delle sole province tirreniche. In valore assoluto, nel 2015 le esportazioni di “Navi e imbarcazioni” del “distretto tirrenico” sono state pari a 923 milioni di euro. Per quanto riguarda l’incidenza che la cantieristica nautica ha sull’economia del territorio distrettuale, la tabella 3.23 evidenzia come le imprese della cantieristica da diporto rappresentino il 3,9% delle imprese manifatturiere attive sul territorio, gli addetti del settore siano il 5,1% del totale degli addetti manifatturieri (cantieristica nautica inclusa) e il fatturato nautico sia pari al 4,1% di quello manifatturiero. Di maggiore rilievo è il peso dell’export dell’industria nautica: le esportazioni di “Navi e imbarcazioni” (che includono anche la cantieristica navale) rappresentano infatti l’8,5% di tutto l’export manifatturiero del “distretto tirrenico”. Indicativo del peso che la filiera nautica ha sull’economia locale del territorio è il fatto che le “Navi e imbarcazioni” rappresentano il secondo prodotto maggiormente esportato dal distretto nautico, alle spalle delle macchine di impiego generale (tabella 3.24). Il “distretto adriatico” La seconda area di eccellenza nel settore della cantieristica nautica è data dalle province di Ravenna, Forlì-Cesena, Rimini, Pesaro-Urbino e Ancona. Tale area, che d’ora in poi indicheremo come “distretto adriatico”, si compone di 81 imprese, che occupano nel complesso 2.272 addetti (tabella 3.25). Tali imprese hanno mediamente un numero maggiore di addetti rispetto a quelle del distretto tirrenico (28 del “distretto adriatico” contro i 20 del “distretto tirrenico”). Le 81 imprese della cantieristica nautica presenti sul territorio del “distretto adriatico” rappresentano l’8,2% dei cantieri nautici presenti sul territorio italiano, il 9,9% di tutti quelli attivi nelle province costiere e il 37,9% di quelli presenti nelle sole province adriatiche. L’elevata concentrazione che caratterizza il “distretto adriatico” è confermata anche dal numero di addetti: gli addetti delle imprese del distretto rappresentano il 19,2% degli occupati del settore a livello nazionale, il 22,1% degli occupati della cantieristica nautica nelle province costiere e addirittura il 58,6% degli occupati nelle province adriatiche. Considerando il numero di imprese e di addetti, anche nel “distretto adriatico” l’incidenza della cantieristica nautica appare più elevata rispetto a quella dell’industria manifatturiera, fatta eccezione per la quota del numero di imprese manifatturiere sul complesso delle province costiere: in tal caso, infatti, le 5.740 imprese manifatturiere localizzate all’interno del distretto rappresentano il 10,3% delle imprese manifatturiere presenti nelle province costiere, a fronte del 9,9% delle imprese della cantieristica nautica. Ma considerando le sole province adriatiche è l’incidenza delle imprese della cantieristica nautica ad essere più elevata rispetto a quella delle imprese manifatturiere (37,9% contro 25,1%), così come nel raffronto a livello nazionale (8,2% contro 3,9%). Anche in termini occupazionali, l’incidenza degli addetti della cantieristica nautica è superiore a quella degli addetti dell’industria manifatturiera: 19,2% contro 4,2% rapportando il numero di addetti del “distretto adriatico” agli addetti nazionali; 22,1% contro 13,6% rapportando il numero di addetti del distretto agli addetti delle province costiere; 58,6% contro 29,4% rapportando il numero di addetti distrettuali agli addetti delle sole province adriatiche. Quanto al fatturato, le 81 imprese della nautica localizzate all’interno del “distretto adriatico” (con ricavi delle vendite pari a 371 milioni di euro) generano il 21% del fatturato del settore a livello nazionale, il 24,6% del fatturato delle province costiere e il 72,2% del fatturato delle sole province adriatiche. Confermando, anche in tal caso, una maggiore incidenza della cantieristica nautica rispetto all’industria manifatturiera: il fatturato manifatturiero originato all’interno del distretto è infatti rispettivamente pari al 3,5%, 12,8% e 31,9% di quello realizzato a livello nazionale, nelle province costiere e in quelle tirreniche. Dal punto di vista dell’export, le espor- La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015 61 L’industria nautica | 3. La cantieristica Tab. 3.25 La rilevanza del “distretto adriatico” della nautica: anno 2015* fatturato ed export in milioni di euro Tab. 3.26 “Distretto adriatico” della nautica Totale Italia Imprese 145.940 manifatturiere attive Imprese della 983 cantieristica nautica Addetti 3.024.449 manifatturieri Addetti della 11.803 cantieristica nautica Fatturato 888.919 manifatturiero Fatturato 1.767 cantieristica nautica Export 397.025 manifatturiero Export cantieristica 3.053 navale e nautica** Province Province Province componenti costiere adriatiche il distretto % su Italia % su province costiere % su province adriatiche 55.700 22.885 5.740 3,9% 10,3% 25,1% 815 214 81 8,2% 9,9% 37,9% 929.681 429.037 126.066 4,2% 13,6% 29,4% 10.300 3.874 2.272 19,2% 22,1% 58,6% 239.990 96.117 30.682 3,5% 12,8% 31,9% 1.506 514 371 21,0% 24,6% 72,2% 105.236 49.574 14.223 3,6% 13,5% 28,7% 2.619 1.284 299 9,8% 11,4% 23,3% ** Il valore dell’export della cantieristica è molto più elevato rispetto a quello del fatturato nautico poiché il primo fa riferimento al Codice ATECO CL301 “Navi e imbarcazioni” (che comprende oltre alle “Imbarcazioni da diporto e sportive” (CL3012) anche le “Navi e strutture glleggianti” (CL3011)), non essendo disponibile a livello provinciale il dettaglio relativo ai due singoli comparti. Il valore del fatturato nautico, ricostruito a partire dai dati AIDA - Bureau Van Dijk, è invece relativo al comparto specifico della nautica da diporto (costruito come somma del codice Ateco CL3012 “Imbarcazioni da diporto e sportive” più la sola parte del codice Ateco CL3011 “Navi e strutture galleggianti” di pertinenza della nautica da diporto). Fonte: elaborazione Fondazione Edison su dati AIDA - Bureau van Dijk e Istat. 62 Industria manifatturiera Industria cantieristica nautica Peso % dell'industria cantieristica nautica sull'industria manifatturiera Imprese Addetti Fatturato Export** 5.740 126.066 30.682 14.223 81 2.272 371 299 1,4% 1,8% 1,2% 2,1% * Quando non disponibili i dati di fatturato e addetti relativi al 2015, si è fatto riferimento ai dati 2014. * Quando non disponibili i dati di fatturato e addetti relativi al 2015, si è fatto riferimento ai dati 2014. tazioni di “Navi e imbarcazioni” del “distretto adriatico” (che, ricordiamo, includono anche la cantieristica navale) rappresentano il 9,8% dell’export della filiera nautica a livello nazionale, l’11,4% dell’export della filiera nautica delle province costiere e il 23,3% dell’export delle province adriatiche. In questo caso, considerando l’export delle province costiere e quello delle province adriatiche appare più elevata l’incidenza dell’industria manifatturiera rispetto a quella della filiera nautica, pari rispettivamente al 13,5% (contro l’11,4%) nelle province costiere e al 28,7% (contro il 23,3%) nelle province adriatiche. Per contro, rapportando le Il peso della cantieristica nautica sull’economia locale dell’area del “distretto adriatico”: anno 2015* fatturato ed export in milioni di euro esportazioni del distretto a quelle nazionali, l’incidenza dell’export dell’industria nautica è più elevata rispetto a quella dell’industria manifatturiera (9,8% contro 3,6%). L’incidenza della filiera nautica sull’economia locale del territorio del “distretto adriatico” appare meno marcata rispetto a quella del “distretto tirrenico”: le imprese della cantieristica da diporto rappresentano l’1,4% delle imprese manifatturiere attive sul territorio, gli addetti del settore sono l’1,8% degli addetti manifatturieri, il fatturato nautico è l’1,2% di quello manifatturiero e l’export di “Navi e imbarcazioni” è pari al 2,1% dell’export La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015 manifatturiero (tabella 3.26). Guardando al posizionamento delle “Navi e imbarcazioni” in termini di valori assoluti di export nel “distretto adriatico” (tabella 3.27), il settore si posiziona al quattordicesimo posto. Le province che formano il “distretto adriatico” sono, infatti, caratterizzate dalla presenza di altri settori di forte specializzazione produttiva (come ad esempio il mobile, gli apparecchi domestici, le macchine utensili, le macchine industriali) che “annacquano” in parte il peso della filiera nautica, che rimane comunque rilevante. ** Il valore dell’export della cantieristica nautica è molto più elevato rispetto a quello del fatturato nautico poiché il primo fa riferimento al Codice ATECO CL301 “Navi e imbarcazioni” (che comprende oltre alle “Imbarcazioni da diporto e sportive” (CL3012) anche le “Navi e strutture glleggianti” (CL3011)), non essendo disponibile a livello provinciale il dettaglio relativo ai due singoli comparti. Il valore del fatturato nautico, ricostruito a partire dai dati AIDA - Bureau Van Dijk, è invece relativo al comparto specifico della nautica da diporto (costruito come somma del codice Ateco CL3012 “Imbarcazioni da diporto e sportive” più la sola parte del codice Ateco CL3011 “Navi e strutture galleggianti” di pertinenza della nautica da diporto). Fonte: elaborazione Fondazione Edison su dati AIDA - Bureau van Dijk e Istat. Tab. 3.27 Principali prodotti esportati dal “distretto adriatico”: anno 2015 valori in milioni di euro Rank 2015 1 Apparecchi per uso domestico 967,8 2 Altre macchine per impieghi speciali 897,3 3 Articoli di abbigliamento, escluso l'abbigliamento in pelliccia 863,5 4 Macchine per la formatura dei metalli e altre macchine utensili 784,5 5 Altre macchine di impiego generale 773,2 6 Prodotti chimici di base, fertilizzanti e composti azotati, materie plastiche e gomma sintetica in forme primarie 661,1 7 Mobili 641,2 8 Macchine per l'agricoltura e la silvicoltura 612,5 9 Articoli in materie plastiche 537,1 10 Prodotti della siderurgia 493,9 11 Calzature 415,7 12 Altri prodotti in metallo 346,5 13 Metalli di base preziosi e altri metalli non ferrosi; combustibili nucleari 318,6 14 Navi e imbarcazioni 299,2 15 Tubi, condotti, profilati cavi e relativi accessori in acciaio (esclusi quelli in acciaio colato) 276,8 Totale export manifatturiero 14.223,2 Fonte: elaborazione Fondazione Edison su dati Istat La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015 63 4. Il comparto degli accessori nautici, rappresentato principalmente da imprese di dimensioni medio-piccole, riveste un ruolo fondamentale nell’ambito dell’industria nautica italiana essendo caratterizzato da un alto livello qualitativo e tecnologico. Il concetto stesso di accessorio nautico implica notevoli difficoltà di definizione: il problema risiede nella difficile identificazione di quali accessori possano essere ritenuti essenzialmente nautici e quali, pur non esclusivamente legati al mondo della nautica, possano comunque entrare nel novero di questa categoria merceologi- Tab. 4.1 Gli accessori ca ai fini di un corretto computo dei volumi di produzione o del fatturato. Al fine di una migliore analisi dei dati, si è pertanto deciso di suddividere il comparto in due macro settori: quello dei componenti, rappresentato dagli elementi che sono parte integrante dell’imbarcazione e senza i quali la navigazione non sarebbe possibile, e quello degli accessori, non necessariamente essenziali per la navigazione, ma comunque formanti l’allestimento dell’unità stessa. È possibile ipotizzare che il campione analizzato rappresenti circa il 90% del valore globale del settore, considerando tale dato come ipotesi cautelativa, tenu- to conto dello spettro molto ampio di aziende coinvolte nella produzione di accessori utilizzati in campo nautico, anche se, in molti casi, non come core business. I dati relativi alle aziende che costruiscono componenti sono infatti interamente a disposizione dell’indagine, mentre quelli relativi alle aziende di accessori difficilmente possono essere rilevati nella loro interezza, ed è verosimile stimare che una quota pari al 10% del mercato sfugga all’indagine effettuata. Le categorie merceologiche prese in considerazione sono le seguenti: • Abbigliamento nautico • Accessori Comparto degli accessori anno 2015, valori in euro Valori in € Valori % Produzione nazionale 592.860.000 71% per il mercato nazionale (a) 294.070.000 50% per esportazione (b) 298.790.000 50% di cui verso Paesi UE 185.250.000 62% di cui verso Paesi extra UE 113.540.000 38% Importazioni 243.380.000 29% provenienti da Paesi UE 128.990.000 53% provenienti da Paesi extra UE 114.390.000 47% vendute in Italia (c) 184.970.000 76% 58.410.000 24% Fatturato globale 836.240.000 100% destinazione finale all'estero (b+d) 357.200.000 43% destinazione finale Italia (a+c) 479.040.000 57% vendute all'estero (d) La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015 65 L’industria nautica | 4. Gli accessori • Accessori per motore e meccanica navale • Alberi, vele e velerie • Attrezzature per la pesca sportiva • Carrelli e trasporto imbarcazioni • Componenti • Generatori Fig. 4.1 • Materie prime • Pesca subacquea • Porticcioli impianti ed attrezzature • Strumentazione elettronica di bordo. L’indagine è stata effettuata in modo dettagliato, consentendo di realizzare un’analisi del fatturato scomposto nelle diverse tipologie merceologiche di accessori e componenti. Il fatturato complessivo dell’intero settore degli accessori è stimato pari a 836 mln €, derivante per quasi 600 mln € da produzione nazionale e per oltre 240 mln € da importazioni (tabella 4.1). La figura 4.1 rivela la particolarità del comparto degli accessori: il fatturato si scompone uniformemente nelle tre componenti considerate. Gli accessori prodotti o importati nel nostro Paese vengono per la maggior parte rivenduti in Italia. Questo trend Fig. 4.2 Produzione e importazione di accessori, ripartizione del fatturato globale anno 2015 1,00 0,90 29% conosce nel 2015 un aumento rispetto all’anno precedente, attestando il fatturato delle vendite a destinazione finale Italia su circa mezzo miliardo di euro (figura 4.2). A fronte di un sensibile aumento delle importazioni (30% circa) si assiste a Produzione e importazione di accessori, andamento dati di fatturato 2010-2015 valori in miliardi di euro 0,88 0,91 0,78 0,80 35% una lieve contrazione delle esportazioni (-2% circa) che porta a mantenere stabile per il quarto anno consecutivo il valore relativo alla produzione nazionale. Ciononostante il fatturato globale mostra un aumento di quasi il 7% (tabella 4.2 e figura 4.3). 0,76 0,78 0,84 0,70 Produzione nazionale per il mercato nazionale (a) 0,60 Produzione nazionale per esportazione (b) 0,50 Importazioni (c) 0,40 0,66 0,59 0,66 0,58 0,60 0,60 0,60 0,44 0,42 0,41 0,59 0,48 0,30 0,20 0,10 36% - 2010 2011 2012 Fatturato globale Tab. 4.2 2013 Produzione nazionale 2015 Destinazione finale Italia Produzione e importazione di accessori, andamento 20102015 valori in euro Anno Produzione nazionale per il mercato nazionale (a) Produzione nazionale per esportazione (b) Produzione nazionale (a+b) Importazioni (c) Saldo Export-Import Fatturato globale (a+b+c) 2010 397.370.000 261.490.000 658.860.000 222.740.000 38.750.000 881.600.000 2011 379.920.000 284.900.000 664.820.000 241.830.000 43.070.000 906.650.000 2012 302.630.000 295.520.000 598.150.000 185.670.000 109.850.000 783.820.000 2013 284.020.000 311.140.000 595.160.000 165.460.000 145.680.000 760.620.000 2014 291.920.000 304.690.000 596.610.000 187.400.000 117.290.000 784.010.000 2015 294.070.000 298.790.000 592.860.000 243.380.000 55.410.000 836.240.000 0,7% -1,9% -0,6% 29,9% Variaz. % 15-14 66 2014 La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015 6,7% La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015 67 L’industria nautica | 4. Gli accessori Fig. 4.3 Produzione e importazione di accessori: composizione del fatturato globale, andamento 2010-2015 valori in miliardi di euro 0,70 0,60 2,50 1,97‰ 0,50 2,00 0,59 2,00‰ 1,44 ‰ 0,40 1,50 1,43‰ 1,46‰ 0,30 La figura 4.4 mostra il trend relativo alla ripartizione della produzione nazionale di accessori tra export e mercato nazionale, evidenziando le dinamiche tra il 2010 e il 2015. Attualmente le due grandezze si equivalgono. Attraverso un’analisi di un campione del 33% del fatturato complessivo del settore, viene osservata la com- 0,24 Fig. 4.5 Produzione e importazione di accessori: ripartizione merceologica del fatturato anno 2015, campione del 33% del fatturato 10,8% 0,50 0,10 2010 2010 2011 2011 2012 2012 Produzione nazionale (a+b) 2013 2013 2014 2014 sori per motore e meccanica navale rappresenti poco meno del 90% del fatturato del campione, anche se questi valori sono parzialmente influenzati dalla mancata disponibilità dei dati relativi ad alcune tipologie di accessori. 1,75‰ 1,00 0,20 0,00- posizione merceologica nelle diverse tipologie di prodotti. Dall’esame della figura 4.5 emerge come il sottocomparto degli accessori nautici rappresenti oltre la metà del campione. Si osservi come il fatturato derivante da accessori, componenti, strumentazione elettronica di bordo e acces- 2015 2015 53,1% 10,1% Importazioni (c) Accessori Accessori per motore e meccanica navale Fig. 4.4 Produzione nazionale di accessori: ripartizione per mercato di sbocco, andamento 2010-2015 valori percentuali 10,3% Strumentazione elettronica di bordo Componenti Altro 70% 60% 60% 57% 15,7% 51% 52% 51% 50% 49% 48% 49% 50% 2012 2013 2014 2015 50% 40% 40% 43% 30% 20% 10% 0% 2010 2011 Mercato italiano 68 La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015 Export La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015 69 5. I motori Fig. 5.1 Il comparto dei motori presenta per l’anno 2015 un fatturato complessivo di oltre 250 mln di €, derivante per il 22% da produzione nazionale e per il 78% da importazioni (tabella 5.1). Questa ripartizione si discosta da quella degli altri comparti dell’industria nautica, dove i volumi realizzati in Italia e gli introiti da essi derivanti superano generalmente quelli relativi ai prodotti provenienti dall’estero (figura 5.1). Per la quasi totalità le importazioni vengono vendute in Italia. Da notare che alcune case produttrici extraeuropee distribuiscono i motori Produzione e importazione di motori: ripartizione del fatturato globale 2015 valori percentuali, anno 2015 5% 17% Produzione nazionale per il mercato nazionale (a) Produzione nazionale per esportazione (b) Importazioni (c) 78% Tab. 5.1 Comparto dei motori anno 2015, valori in euro Valori in € Valori % Produzione nazionale 57.060.000 22% per il mercato nazionale (a) 12.890.000 23% per esportazione (b) 44.170.000 77% di cui verso Paesi UE 23.410.000 53% di cui verso Paesi extra UE 20.760.000 47% Importazioni 197.780.000 78% provenienti da Paesi UE 174.050.000 88% 23.730.000 12% 191.850.000 97% 5.930.000 3% 254.840.000 100% 50.100.000 20% 204.740.000 80% provenienti da Paesi extra UE vendute in Italia (c) vendute all'estero (d) Fatturato globale destinazione finale all'estero (b+d) destinazione finale Italia (a+c) La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015 71 L’industria nautica | 5. I motori in Italia attraverso società con sede in UE. Indicativamente, se le importazioni avvenissero direttamente dai Paesi produttori, la percentuale di import da nazioni extra-UE si attesterebbe intorno al 30%. La figura 5.2 mostra la particolarità Fig. 5.2 del settore con l’andamento quasi simile del fatturato globale e della destinazione finale Italia, peraltro entrambe in ripresa a partire al 2013. Dalla tabella 5.2 si osserva la ripresa del comparto dei motori per tutte le grandezze considerate. A proposito del saldo negativo della bilancia commerciale si osserva come la maggior parte dei motori importati venga successivamente installata su imbarcazioni di produzione nazionale destinate sia al mercato interno sia a quello internazionale; il valore delle Fig. 5.3 Produzione e importazione di motori: andamento dati di fatturato 2010-2015 valori in miliardi di euro 0,35 0,30 0,30 0,29 0,26 0,25 0,20 0,25 0,22 0,22 0,24 0,25 2,50 0,20 2,00 0,17 0,17 0,20 1,97‰ 2,00‰ 1,50 0,15 1,43‰ 1,46‰ 0,20 1,75‰ 1,00 0,10 0,10 0,06 2010 0,06 0,05 2011 2012 Fatturato globale Tab. 5.2 0,05 0,05 2013 Produzione nazionale 2014 0,06 2015 0,50 0,05 0,00- 0,06 2010 2010 Destinazione finale Italia 2011 2011 2012 2012 Importazioni (c) 2013 2013 2014 2014 2015 2015 Produzione nazionale (a+b) Produzione e importazione di motori: andamento 2010-2015 valori in euro Anno Produzione nazionale per il mercato nazionale (a) Produzione nazionale per esportazione (b) Produzione nazionale (a+b) Importazioni (c) Saldo Export-Import Fatturato globale (a+b+c) 2010 19.580.000 40.510.000 60.090.000 238.680.000 -198.170.000 298.770.000 2011 16.730.000 36.050.000 52.780.000 238.330.000 -202.280.000 291.110.000 2012 12.190.000 45.150.000 57.340.000 198.710.000 -153.560.000 256.050.000 2013 8.810.000 38.990.000 47.800.000 169.790.000 -130.800.000 217.590.000 2014 10.510.000 41.130.000 51.640.000 164.850.000 -123.720.000 216.490.000 2015 12.890.000 44.170.000 57.060.000 197.780.000 -153.610.000 254.840.000 22,6% 7,4% 10,5% 20,0% Variaz. % 15-14 72 La figura 5.5 mostra l’andamento annuale delle vendite in Italia di motori fuoribordo (2 tempi + 4 tempi): i dati 2015 mostrano una sostanziale stabilità rispetto all’anno precedente. Produzione e importazione di motori: composizione del fatturato globale, andamento 2010-2015 valori in miliardi di euro 1,44‰ 0,20 0,15 - le sono chiaramente evidenziate nella figura 5.3. Osservando la ripartizione della produzione nazionale in export e mercato nazionale (figura 5.4), si nota come la forbice tra le due componenti sia aumentata sino al 2013 per poi richiudersi negli ultimi due anni. 0,30 0,25 0,05 importazioni viene così incorporato in quello delle unità da diporto vendute, riequilibrando in tal modo la bilancia dei pagamenti dell’industria nautica nel suo complesso. La netta ripresa delle importazioni e il minor peso della produzione naziona- La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015 17,7% La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015 73 Fig. 5.4 Produzione nazionale di motori: ripartizione per mercato di sbocco, andamento 2010-2015 valori percentuali 90% 80% 79% 70% 60% 67% 82% 80% 77% 68% 50% 40% 33% 32% 21% 30% 20% 18% 20% 23% 10% 0% 2010 2011 2012 Export Fig. 5.5 2013 2014 2015 Mercato italiano Motori fuoribordo: vendite in Italia, andamento 2010-2015 numero di pezzi, fonte ICOMIA-IMEC 25.000 21.626 18.509 20.000 13.648 15.000 11.109 12.312 12.334 2013 2014 2015 10.000 5.000 0 74 2010 2011 La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015 2012 Seconda Parte IL DIPORTISMO 6. Il parco nautico Fig. 6.1 6.a In Italia Vengono elaborati in questo capitolo i dati relativi al parco nautico immatricolato per l’anno 2014, divulgati dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti nell’ultima edizione de “Il Diporto Nautico in Italia - Anno 2014”. Tutti i dati comprendono sia le registrazioni presso gli Uffici Marittimi (Capitanerie di Porto e Uffici Circondariali Marittimi) sia le registrazioni presso gli Uffici della Motorizzazione Civile (U.M.C.). Ripartizione per lunghezza del parco nautico immatricolato valori percentuali, anno 2014 3,3% 0,2% 19,8% Fino a 10 m Da 10,01 a 12 m Da 12,01 a 18 m Da 18,01 a 24 m Oltre 24 m 54,4% 22,2% Fig. 6.2 Fonte: MIT Ripartizione per propulsione del parco nautico immatricolato valori percentuali, anno 2014 0,2% 19,3% A vela A motore Navi da diporto 80,5% Fonte: MIT La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015 79 Il diportismo | 6. Il parco nautico Tab. 6.1 Unità da diporto iscritte (Uffici Marittimi e Motorizzazione Civile), anno 2014 A vela (con o senza motore ausiliario) Regione Liguria Toscana Lazio Campania Calabria Puglia Molise Abruzzo Marche Emilia Romagna Veneto Friuli Venezia Giulia Sardegna Sicilia Piemonte e Valle d'Aosta Lombardia Trentino Alto Adige Umbria Totale A motore Navi fino a 10m da 10,01 a 12m da 12,01 a 18m da 18,01 a 24m Totale fino a 10m da 10,01 a 12m da 12,01 a 18m da 18,01 a 24m Totale oltre 24m Totale 605 294 451 74 14 78 1 34 118 212 283 197 107 138 66 181 28 6 2.887 2.257 1.158 960 302 42 189 81 323 1.101 804 1.030 392 305 4 8 6 1 8.963 1.781 1.009 740 289 62 143 3 67 205 773 526 677 342 320 2 1 2 6.942 908 72 36 17 9 6 14 28 16 34 27 20 1.187 5.551 2.533 2.187 682 118 419 4 188 660 2.114 1.629 1.938 868 783 72 190 36 7 19.979 5.710 4.084 6.409 10.642 755 2.225 27 561 1.250 1.616 3.466 993 1.969 3.267 3.696 6.548 25 230 53.473 3.578 1.864 1.578 2.072 123 357 11 93 597 692 821 653 925 512 4 156 2 14.038 3.838 2.116 1.563 1.604 73 219 13 44 712 586 716 726 928 333 1 118 13.590 668 466 367 148 9 14 3 9 102 72 63 119 149 79 2.268 13.794 8.530 9.917 14.466 960 2.815 54 707 2.661 2.966 5.066 2.491 3.971 4.191 3.701 6.822 27 230 83.369 69 87 41 15 1 2 4 1 8 2 4 2 236 19.414 11.150 12.145 15.163 1.079 3.234 58 897 3.325 5.081 6.703 4.431 4.843 4.976 3.773 7.012 63 237 103.584 Fonte: MIT Tab. 6.2 Unità da diporto immatricolate nel 2014 A vela (con o senza motore ausiliario) Regione Liguria Toscana Lazio Campania Calabria Puglia Molise Abruzzo Marche Emilia Romagna Veneto Friuli Venezia Giulia Sardegna Sicilia Piemonte e Valle d'Aosta Lombardia Trentino Alto Adige Umbria Totale A motore Navi fino a 10m da 10,01 a 12m da 12,01 a 18m da 18,01 a 24m Totale fino a 10m da 10,01 a 12m da 12,01 a 18m da 18,01 a 24m Totale oltre 24m Totale 9 1 4 2 2 1 1 2 2 1 1 26 18 4 23 5 2 4 2 3 7 7 15 7 1 98 25 9 14 15 7 1 3 6 5 16 5 6 5 117 3 4 5 1 13 55 18 46 22 9 7 6 10 13 25 22 14 7 254 20 6 12 3 9 3 2 3 7 8 3 10 86 13 7 21 22 2 5 1 1 5 5 5 10 9 1 107 42 4 25 9 4 9 7 8 21 4 12 4 149 13 3 6 1 2 3 3 3 3 37 88 20 64 35 6 23 1 4 16 11 36 20 28 26 1 379 1 1 2 144 39 110 57 15 30 1 10 26 24 61 42 42 33 1 635 Fonte: MIT 80 La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015 La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015 81 Il diportismo | 6. Il parco nautico Tab. 6.3 Unità da diporto cancellate nel 2014 A vela (con o senza motore ausiliario) Regione Liguria Toscana Lazio Campania Calabria Puglia Molise Abruzzo Marche Emilia Romagna Veneto Friuli Venezia Giulia Sardegna Sicilia Piemonte e Valle d'Aosta Lombardia Trentino Alto Adige Umbria Totale A motore Navi fino a 10m da 10,01 a 12m da 12,01 a 18m da 18,01 a 24m Totale fino a 10m da 10,01 a 12m da 12,01 a 18m da 18,01 a 24m Totale oltre 24m Totale 28 19 14 9 2 4 1 6 17 4 20 6 4 2 1 137 43 23 16 9 3 1 1 18 7 15 4 5 145 43 17 19 14 4 4 11 8 11 7 6 144 6 1 1 1 2 11 120 60 49 32 2 11 2 12 46 19 47 17 17 2 1 437 152 176 90 120 45 32 10 51 49 49 36 39 45 2 7 903 63 35 19 70 3 4 1 9 11 9 21 9 2 256 87 51 26 61 3 2 1 14 18 11 38 20 4 336 26 17 20 15 1 8 5 2 11 4 2 111 328 279 155 266 51 38 13 82 83 71 106 72 53 2 7 1.606 4 5 1 1 1 12 452 344 205 298 53 49 15 94 129 90 153 90 71 2 9 1 2.055 Fonte: MIT Tab. 6.4 Saldo immatricolazioni-cancellazioni unità da diporto nel 2014 A vela (con o senza motore ausiliario) Regione Liguria Toscana Lazio Campania Calabria Puglia Molise Abruzzo Marche Emilia Romagna Veneto Friuli Venezia Giulia Sardegna Sicilia Piemonte e Valle d'Aosta Lombardia Trentino Alto Adige Umbria Totale A motore Navi fino a 10m da 10,01 a 12m da 12,01 a 18m da 18,01 a 24m Totale fino a 10m da 10,01 a 12m da 12,01 a 18m da 18,01 a 24m Totale oltre 24m Totale -19 -18 -10 -7 -2 -2 0 0 -6 -16 -2 -18 -5 -3 0 -2 -1 0 -111 -25 -19 7 -4 2 1 0 1 2 -11 0 0 3 -4 0 0 0 0 -47 -18 -8 -5 1 7 -3 0 3 2 -6 8 -6 -1 -1 0 0 0 0 -27 -3 3 5 0 0 0 0 0 0 0 0 -1 0 -2 0 0 0 0 2 -65 -42 -3 -10 7 -4 0 4 -2 -33 6 -25 -3 -10 0 -2 -1 0 -183 -132 -170 -78 -117 -45 -23 0 -7 -49 -46 -42 -28 -36 -35 -2 -7 0 0 -817 -50 -28 2 -48 -1 1 1 0 -4 -11 -4 -16 1 7 0 1 0 0 -149 -45 -47 -1 -52 1 7 0 -1 -7 -10 10 -34 -8 0 0 0 0 0 -187 -13 -14 -14 -14 0 0 0 -1 -6 -5 1 -8 -1 1 0 0 0 0 -74 -240 -259 -91 -231 -45 -15 1 -9 -66 -72 -35 -86 -44 -27 -2 -6 0 0 -1227 -3 -4 -1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 -1 -1 0 0 0 0 -10 -308 -305 -95 -241 -38 -19 1 -5 -68 -105 -29 -111 -48 -38 -2 -8 -1 0 -1420 Fonte: MIT 82 La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015 La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015 83 Il diportismo | 6. Il parco nautico Fig. 6.3 Andamento annuale del parco nautico immatricolato 106.000 104.985 103.493 104.000 104.738 103.584 101.538 102.000 102.041 100.000 99.517 98.000 96.000 97.308 94.000 92.000 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 Fonte: MIT Fig. 6.4 Andamento annuale delle nuove immatricolazioni Se la stima del parco nautico immatricolato già da anni è effettuata con precisione grazie ai dati divulgati annualmente dal Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture, il computo del parco nautico non immatricolato (tabella 6.5) presenta maggiori criticità proprio a causa dell’assenza di fonti univoche e ufficiali cui fare riferimento. Si osservi inoltre come l’obbligo di iscrizione ai registri non includa i natanti che possono comunque essre iscritti nei registri delle imbarcazioni da diporto, assumendone in tal caso il regime giuridico. Per stimare il parco nautico non immatricolato (in base ai conteggi relativi Tab. 6.6 all’anno 2013), si è provveduto a suddividere le unità non registrate in tre tipologie (unità a motore; unità a vela senza motore; altre unità minori, quali canoe, kajak, altri natanti per uso sportivo, pattini, pedalò, mosconi, altri natanti a remi). La stima delle unità a motore dismesse è stata effettuata basandosi sulla quota media di unità eliminate calcolata sulla serie storica degli anni precedenti. Per le unità minori e le unità a vela senza motore i dati sono stati corretti eliminando le unità dismesse, sulla base della vita media stimata per tipologia di unità, ovvero 20 anni per le unità a vela e 10 per le altre unità minori. Sono state poi aggiunte le nuove unità acquistate calcolate sulla base dei dati UCINA relativi al numero di unità vendute sul territorio nazionale da un campione esemplificativo, pari al 77% del totale degli operatori, ponderando il dato sul fatturato nazionale del settore. Per le unità a vela e le unità a motore sono state infine escluse quelle immatricolate sotto i 10 metri, perché facenti già parte del parco nautico immatricolato. Il parco nautico complessivo comprende sia le unità non immatricolate stimate precedentemente sia il totale immatricolazioni secondo quanto indicato dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (tabella 6.6 e figura 6.5). Composizione parco nautico complessivo anno 2014, stima UCINA 5000 4000 Unità 4.159 4500 4.457 3500 2.690 3000 Parco nautico immatricolato al 31/12/2014 103.584 Parco nautico non immatricolato (stima 2013) 474.574 Totale 578.158 2.875 2500 2000 Fig. 6.5 1500 1.747 1000 932 500 0 2007 2008 2009 2010 2011 700 635 2013 2014 2012 Composizione percentuale parco nautico complessivo valori percentuali, anno 2014, stima UCINA 18% Fonte: MIT Tab. 6.5 Composizione parco nautico non immatricolato anno 2013, stima UCINA Parco nautico immatricolato Unità Unità a motore 354.265 Unità minori 120.309 di cui canoe, kayak, natanti a remi e per uso sportivo di cui derive a vela Totale unità non immatricolate 84 La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015 Parco nautico non immatricolato 112.489 7.820 474.574 82% La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015 85 Il diportismo | 6. Il parco nautico 6.b Nel mondo La situazione del parco nautico mondiale per l’anno 2014 è stata analizzata alla luce dei dati forniti da ICOMIA (International Council of Marine Industry Association), che li raccoglie direttamente dalle associazioni nazionali dei Paesi più rilevanti1. Tab. 6.7 Nelle diverse tabelle del presente capitolo sono stati presi in considerazione i dati relativi a Croazia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Norvegia, Paesi Bassi, Polonia, Regno Unito, Repubblica Ceca, Spagna, Svezia e Svizzera per quanto riguarda l’area europea, e ad Argentina, Australia, Brasile, Canada, Cina, Giappone, Nuova Zelanda, Stati Uniti, Sud Africa e Turchia relativamente al resto del mondo. È opportuno precisare che i metodi di raccolta dei dati e la relativa affidabilità variano secondo i diversi Paesi, e che in alcuni casi non è stato possibile ottenere tutte le informazioni richieste; pertanto non è sempre possibile un confronto diretto dei dati. Nella tabella 6.7, per ogni Paese preso in considerazione, vengono illustrati i dati relativi al parco nautico complessivo, scomposto nelle seguenti categorie merceologiche: • unità a vela • unità a motore entrobordo o entrofuoribordo • unità a motore fuoribordo e unità rigide • unità pneumatiche di lunghezza >2,5m e di peso >20kg • PWCs (moto d’acqua). Nella tabella compare inoltre il numero di unità da diporto ogni 1.000 abitanti, ottenuto dal rapporto tra parco nautico complessivo e popolazione residente nei diversi Paesi: tale dato fornisce un’indicazione della predisposizione verso la nautica da diporto. La tabella è suddivisa in tre sezioni: nella prima troviamo i Paesi europei, nella seconda quelli extraeuropei, e a parte vengono poi considerati gli Stati Uniti d’America, per evidenziarne l’importanza in termini quantitativi. Parco nautico mondiale anno 2014 Nazione Popolazione Unità da diporto x 1000 abitanti Svezia Norvegia Finlandia Regno Unito Paesi Bassi Francia Germania Italia Spagna Grecia Croazia Svizzera Polonia Irlanda Rep. Ceca EUROPA Canada Australia Giappone Nuova Zelanda Argentina Turchia Brasile Cina Altri Paesi USA TOTALE 9.700.000 5.100.000 5.500.000 64.500.000 16.900.000 64.100.000 80.900.000 61.300.000 46.500.000 11.000.000 4.200.000 8.200.000 38.500.000 4.600.000 10.500.000 431.500.000 35.500.000 23.500.000 127.100.000 90,82 169,41 146,73 8,55 30,06 8,03 6,25 7,60 3,95 14,99 24,40 12,20 1,79 5,87 2,16 13,36 121,13 40,75 2,56 881.000 864.000 807.0001 551.5601 508.000 514.428 505.7951 465.578 183.600 164.915 102.4751 100.000 68.940 27.0101 22.650 5.766.951 4.300.0003 957.700 325.500 4.300.000 42.700.000 77.200.000 202.800.000 1.364.100.000 1.877.200.000 317.700.000 2.626.400.000 73,75 4,48 1,11 0,29 0,04 3,35 50,07 10,65 317.117 191.242 86.060 59.020 53.8361 6.290.475 15.906.0671 27.963.493 2 Totale parco nautico 2 Unità a vela Unità a motore eb o efb Unità con motore fb e unità rigide Unità pneumatiche >2,5m >20kg 105.000 59.000 120.000 275.000 616.000 420.000 40.000 110.000 212.305 187.000 103.550 195.227 27.985 87.000 3.860 94.805 140.000 383.261 193.419 83.328 50.600 13.418 155.850 181.000 27.617 117.149 354.265 46.000 121.037 78.600 30.000 65.000 5.000 16.010 3.210 1.026.937 8.000 3.640 1.426.831 1.000 6.240 2.044.918 2.000 8.600 251.600 960 10.000 29.350 18.900 143.500 52.800 672.900 144.000 49.000 47.000 62.950 62.800 42.216 3.825 9.945 9.420 1.8711 115.527 1.265.500 2.407.964 21.522 18.124 31.335 49.600 3.5951 320.476 2.503.200 4.250.507 203.710 135.782 29.160 30.669 32.511 14.320 15.000 17.3511 1.202.903 10.871.867 14.119.688 31.0191 204.519 2 2 2 PWCs 2 10.000 21.000 456.119 1.300 142.050 1.265.500 152.050 Fonte: ICOMIA 1. Se non diversamente specificato, i valori riportati si riferiscono agli ultimi dati disponibili, ricavati da ICOMIA, “Recreational Boating Industry Statistics 2014”. 86 La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015 Note: 1. dato 2013 - 2. dato 2010 - 3. dato 2012 La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015 87 Il diportismo | 6. Il parco nautico Le prime due sezioni della tabella sono ordinate in senso decrescente in funzione del parco nautico. Complessivamente, il parco nautico censito risulta minore rispetto all’anno precedente e di poco inferiore ai 28 milioni di unità contro quasi 29 milioni dello scorso anno. I dati sono ordinati per parco nautico complessivo decrescente, all’interno dell’ambito territoriale. Le variazioni riguardanti la consistenza dei singoli parchi nautici saranno segnalate nel corso dell’analisi. Analizzando la tabella si nota come, nell’ambito del continente europeo, i Paesi scandinavi confermino i valori maggiori: Svezia (881.000 unità complessive e 90,82 ogni 1.000 abitanti) e Norvegia (864.000 unità complessive e 169,41 unità ogni 1.000 abitanti) mantengono le prime due posizioni, segnalando però che la prima non aggiorna il dato dal 2010. Al terzo posto troviamo la Finlandia (807.000 unità, 146,73 ogni 1.000 abitanti). Come già detto in occasione delle precedenti Fig. 6.6 edizioni del rapporto, la ragione di tale supremazia va ricercata nella radicata cultura nautica, nonostante il clima non sempre favorevole, mentre per quanto riguarda il parco nautico per numero di abitanti conta molto la popolazione poco numerosa di tali Paesi. Il quarto Paese europeo in termini di parco nautico è il Regno Unito (551.560 unità), seguito dai Paesi Bassi (508.000, con 30,06 unità ogni 1.000 abitanti), e dalla Francia (514.428 unità), che supera la Germania (505.795 unità). L’Italia scende all’ottavo posto (465.578 unità contro le 469.038 del 2013 e 608.915 del 2012), seguita con molto distacco dalla Spagna (183.600), Grecia (164.915) e Croazia (102.475). Chiudono questa prima parte della tabella i Paesi europei caratterizzati da un parco nautico complessivo più modesto (Svizzera, Polonia, Irlanda e Repubblica Ceca, in ordine decrescente). Con riferimento al resto del mondo spicca certamente il dato relativo agli Stati Uniti, che contano un parco nautico di 15.906.067 unità complessive, che porta ad una diffusione di imbarcazioni pari a circa 50 unità da diporto ogni 1.000 abitanti. Per quanto riguarda gli altri Paesi extraeuropei, il Canada risalta sia per l’ingente parco nautico (4.300.000 imbarcazioni), invariato rispetto al 2012, sia per numero di imbarcazioni pro capite (121,13), seguito dall’Australia, con un parco nautico censito di 957.700 unità, dal Giappone, dalla Nuova Zelanda. Gli altri Paesi extraeuropei per cui sono disponibili i dati (Argentina, Turchia, Brasile e Cina) presentano dati meno significativi sia in termini assoluti sia per il numero di unità pro capite. Per quanto riguarda la composizione per tipologia di motorizzazione e imbarcazione (figura 6.6), si segnala la forte influenza esercitata dalla ripartizione degli Stati Uniti d’America, per la rilevanza percentuale del parco nautico americano sul parco nautico complessivamente considerato, in ul- Parco nautico mondiale, ripartizione per tipologia valori percentuali, anno 2014 2% 1% 11% 20% Unità a vela Unità a motore eb/efb Unità con motore fb ed altre unità rigide Unità pneumatiche >2,5m e >20Kg PWCs 66% La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015 Tab. 6.8 Nazione Svezia Norvegia Finlandia Regno Unito Paesi Bassi Francia Germania Italia Spagna Grecia Croazia Polonia Irlanda EUROPA Canada Australia Giappone Nuova Zelanda Argentina Turchia Brasile Cina Altri Paesi USA TOTALE presentano circa l’11% del totale; si segnala che in alcuni Paesi (Regno Unito, Paesi Bassi, Germania, Spagna, Irlanda) queste costituiscono la maggior parte del parco nautico nazionale. Nell’ambito delle unità a motore, le unità fuoribordo e rigide prevalgono largamente sulle unità entrobordo ed entrofuoribordo e su quelle pneumatiche, rappresentando il 66% delle imbarcazioni complessivamente considerate. Le unità a motore entrobordo o entrofuoribordo contano complessivamente per il 19,9%, mentre le unità pneumatiche per il 2,1%. Va infine considerato che alcune categorie non prevedono l’obbligo di registrazione, e che nelle statistiche fornite da alcuni Paesi non sono conteggiate le navi da diporto oppure le unità pneumatiche. Questo impedisce di comprendere quanto influiscano i superyacht, o le piccole imbarcazioni, come le derive, i surf, le canoe, etc., Distribuzione delle unità da diporto lungo le coste anno 2014, fonte ICOMIA Popolazione Parco nautico complessivo km di costa Unità da diporto per 100 km di costa 9.700.000 5.100.000 5.500.000 64.500.000 16.900.000 64.100.000 80.900.000 61.300.000 46.500.000 11.000.000 4.200.000 8.200.000 38.500.000 4.600.000 10.500.000 431.500.000 35.500.000 23.500.000 127.100.000 4.300.000 42.700.000 77.200.000 202.800.000 1.364.100.000 2.626.400.000 881.0001 864.000 807.0002 551.5602 508.000 514.428 505.7952 465.578 183.600 164.915 102.4752 68.940 27.010 5.644.301 4.300.0002 957.700 325.500 317.117 191.242 86.060 59.020 53.8362 6.290.475 15.906.0672 27.840.843 8.000 53.200 46.200 17.381 400 5.700 3.624 7.375 7.880 15.000 5.835 770 9.000 180.365 233.802 66.530 33.889 15.134 5.087 8.533 7.500 18.000 388.475 133.342 702.182 11.013 1.624 1.747 3.173 127.000 9.025 13.957 6.313 2.330 1.099 1.756 8.953 300 3.129 1.839 1.440 960 2.095 3.759 1.009 787 299 1.619 11.929 3.965 Fonte: ICOMIA Fonte: ICOMIA 88 teriore crescita percentuale rispetto al 2013 (57% contro 55%). Da evidenziare come il grafico non tenga conto dei Paesi per cui è disponibile il dato sul parco nautico complessivo ma che non forniscono la ripartizione per tipologia (Canada, Croazia, Finlandia, Polonia), pertanto il numero di imbarcazioni totale cui si riferisce il grafico ammonta a 21.386.328 (contro le 22.596.361 unità del 2013). Complessivamente, le unità a vela rap- Note: 1. dato 2010 - 2. dato 2013 La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015 89 Il diportismo | 6. Il parco nautico nella composizione del parco nautico. Si osservi inoltre che, in relazione alle immissioni di nuove unità da diporto nei mercati nazionali, è impossibile stabilire quante vadano a rimpiazzare unità dismesse e quante contribuiscano invece, all’aumento del parco nautico. La tabella 6.8 illustra la distribuzione delle unità da diporto in relazione alla lunghezza delle coste dei Paesi oggetto di osservazione. L’indicazione della densità di imbarcazioni lungo le coste permette di effettuare una valutazione sullo sviluppo del diportismo. Nella tabella non sono conteggiate le acque interne, per cui è possibile che il numero di imbarcazioni per 100 km di costa di alcuni Paesi appaia particolarmente elevato; nello specifico, per quanto riguarda i Paesi Bassi (127.000 unità ogni 100 km di costa) e la Germania (13.957 unità) deve essere considerato il forte sviluppo delle vie d’acqua interne navigabili (canali e fiumi), mentre per la Svezia (11.013 unità) è necessario ricordare la notevole inci- denza del diportismo lacustre. In Italia, il numero di unità da diporto ogni 1.000 km di costa scende a 6.313 contro le 6.360 del 2013 e contro le 8.256 del 2012, mentre in Francia il dato è di 9.025, in crescita rispetto alle 8.475 unità del 2013. Gli Stati Uniti, che contano 133.342 km di costa, presentano un valore significativo di unità da diporto ogni 100 km di costa, in calo rispetto al 2012 (11.929 unità). Tra gli altri Paesi extraeuropei si segnalano Nuova Zelanda e Argentina, con rispettivamente 2.095 e 3.795 unità ogni 1.000 km di costa. La figura 6.7 illustra la diffusione di imbarcazioni da diporto nei Paesi oggetto di osservazione, in termini di unità ogni 1.000 abitanti. Da un esame congiunto del grafico in oggetto e della tabella 6.7, emerge come i primi cinque Paesi del grafico (Norvegia, Finlandia, Canada, Svezia e Nuova Zelanda) debbano la propria posizione in classifica in parte ad un consistente parco nautico ed in parte alla scarsa popolazione residente. La figura 6.8 raffigura la suddivisione del parco nautico mondiale per area geografica, al fine di fornirne un quadro completo. Si ha conferma della netta superiorità del parco nautico statunitense con una quota del 57,1% (contro il 55,1% del 2013). Tuttavia, poiché trattasi di analisi percentuale, si deve osservare come questo dato possa risentire del mancato aggiornamento del dato statunitense. Il dato europeo, sceso negli anni scorsi sotto il dato aggregato degli “Altri Paesi”, mostra una ripresa percentuale (20,3% contro il 19,5% del 2013). Gli Altri Paesi contano per il 22,6%. La figura 6.9 illustra l’andamento nel tempo (2004-2014) della suddivisione del parco nautico mondiale per area geografica. Come già segnalato in precedenza, si nota una ripresa percentuale della rilevanza del parco nautico degli USA, e si nota come il dato relativo al parco nautico europeo e degli altri paesi tenda ad avvicinarsi. Fig. 6.8 Parco nautico mondiale, ripartizione geografica valori percentuali, anno 2014, fonte ICOMIA 1,7% 18,6% Italia Europa (Italia esclusa) Altri paesi USA 57,1% 22,6% Fonte: ICOMIA Fig. 6.9 Parco nautico mondiale, trend 2004-2014 valori percentuali, fonte ICOMIA 80% Fig. 6.7 Parco nautico mondiale, densità unità da diporto per 1000 abitanti anno 2014 180 70% 71% 70% 71% 69% 68% 68% 69% 67% 58% 60% 55% 57% 50% 160 40% 140 120 30% 100 20% 23% 24% 22% 24% 25% 25% 24% 26% 22% 20% 80 25% 23% 19% 20% 2013 2014 10% 60 0% 40 20 6% 6% 7% 7% 7% 7% 7% 8% 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 USA Europa Altri paesi 2012 Fonte: ICOMIA a ad a N uo Sv va ez Ze ia la nd a U S Au A Pa stra es lia iB as C si ro az ia G re S cia Re vizz gn era o U ni Fr to an ci a Ita G er lia m an i Irl a an Ar d ge a nt in Sp a a G gna ia p Re pon p. e C ec Po a lo n Tu ia rc hi Br a as ile C in a C an di an nl Fi N or ve gi a 0 Fonte: ICOMIA 90 La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015 La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015 91 7. 7.a In Italia Le analisi condotte in questa parte del rapporto riguardano la ricettività delle regioni italiane in termini di infrastrutture e posti barca a disposizione dei diportisti. I dati sono stati estratti dalle Pagine Azzurre 2015. La tabella 7.1 presenta il dato delle strutture portuali in Italia, suddivise in tre macro categorie: • porti turistici, costituiti dalle strutture interamente dedicate al diportismo (i marina) • porti polifunzionali, prevalentemente di proprietà o a gestione pubblica, costituiti da una pluralità di tipologie di strutture al cui interno, accanto ad eventuali altre destinazioni, vi è comunque una porzione utilizzata esclusivamente per la nautica da diporto (porti e porticcioli, porti industriali e commerciali, porti canale e darsene) • punti di ormeggio, costituiti dalle strutture a carattere stagionale non dotate di banchine “fisse” ma di strutture rimovibili nella stagione invernale, quando la conformazione del sito che li ospita non 92 La ricettività permette una buona protezione dall’azione del mare (banchine e pontili, spiagge attrezzate e approdi e rade). Dalla tabella si evince come i porti polifunzionali siano predominanti (59%), seguiti dai punti di ormeggio (30%) e dai marina (11%). Sicilia e Sardegna registrano il maggior numero di infrastrutture, rispettivamente 138 e 116 unità, seguite da Liguria, Campania, Puglia e Toscana che superano le 60 strutture. Il secondo aspetto rilevante della ricettività fa riferimento alla capacità delle strutture portuali di accogliere le imbarcazioni. La tabella 7.2 mostra la disponibilità di posti barca nelle diverse regioni italiane, suddivisi secondo la tipologia di struttura. La regione con il più alto numero di posti barca è la Liguria (22.508, 14%), seguita da Sardegna (12%), Toscana (11%) e Sicilia (10%). La concentrazione minore si registra in Basilicata e Molise, ossia le regioni dove sono presenti il minor numero di strutture portuali (3 in ciascuna). Per quanto riguarda la tipologia portuale prevale quella dei porti polifunzionali (quasi 63% dei posti barca), seguita dai marina (27%); i punti di ormeggio ospitano complessivamente il 10% dei posti barca a livello nazionale. Riguardo alla distribuzione dei posti barca fra le singole tipologie di infrastrutture si può notare come i posti barca di maggiore qualità (porti turistici) siano concentrati in Liguria (15%), Friuli Venezia Giulia (12%) e Sardegna (12%), mentre i punti di ormeggio sono situati prevalentemente in Sicilia (25%), Sardegna (20%) e Veneto (13%). La tabella 7.2 mostra anche la dimensione media dei porti italiani (202 posti barca) e la dimensione media delle diverse tipologia di struttura: i marina hanno un numero medio di posti barca (517) più che doppio rispetto ai porti polifunzionali (217), mentre i punti di ormeggio presentano una dimensione media di 65 posti barca. La figura 7.1 mostra graficamente i dati sopra enunciati. Per ogni regione, attraverso l’indicazione numerica e il colore della costa, viene indicato il numero di posti barca. La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015 93 Il diportismo | 7. La ricettività Tab. 7.1 Le infrastrutture portuali italiane: distribuzione per tipologia anno 2014, elaborazioni su dati Pagine Azzurre Porti turistici Regione Liguria Toscana Lazio Campania Basilicata Calabria Sicilia Sardegna Puglia Molise Abruzzo Marche Emilia Romagna Veneto Friuli Venezia Giulia Totale Tab. 7.2 n. infrastrutture marina 70 64 39 69 3 40 138 116 69 3 12 17 27 58 49 774 12 7 3 5 2 1 5 12 3 1 1 4 8 7 12 83 Porti polifunzionali porto industriale / porto commerciale 35 21 13 37 1 15 50 37 38 2 7 4 2 6 13 281 4 2 1 2 0 4 7 5 4 0 0 2 1 2 5 39 Liguria Toscana Lazio Campania Basilicata Calabria Sicilia Sardegna Puglia Molise Abruzzo Marche Emilia Romagna Veneto Friuli Venezia Giulia Totale Media posti barca 94 porto canale darsena totale porti funzionali 1 9 11 4 0 0 1 3 2 0 1 2 10 7 5 56 6 5 7 1 0 0 5 5 9 0 1 2 4 27 6 78 46 37 32 44 1 19 63 50 53 2 9 10 17 42 29 454 banchina / pontile spiaggia attrezzata approdo / rada totale punti di ormeggio 8 15 1 16 0 8 63 40 13 0 2 1 2 9 8 186 1 1 1 0 0 10 0 0 0 0 0 1 0 0 0 14 3 4 2 4 0 2 7 14 0 0 0 1 0 0 0 37 12 20 4 20 0 20 70 54 13 0 2 3 2 9 8 237 Le infrastrutture portuali italiane: distribuzione dei posti barca anno 2014, elaborazioni su dati Pagine Azzurre Porti turistici Regione Punti di ormeggio totale posti barca n. infrastrutture 22.508 17.132 8.481 12.950 1.900 4.680 16.239 19.412 10.126 710 2.324 5.950 6.021 12.962 15.398 156.793 203 La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015 70 64 39 69 3 40 138 116 69 3 12 17 27 58 49 774 Porti polifunzionali Punti di ormeggio marina porto porto industriale / commerciale porto canale darsena 6.491 3.999 2.978 2.943 1.300 205 2.195 5.094 1.648 420 1.250 2.660 3.512 2.881 5.348 42.924 517 12.169 5.616 2.370 7.421 600 3.588 9.173 9.949 6.423 290 974 2.060 124 605 2.583 63.945 1.182 0 0 1.175 0 137 600 0 8 0 0 0 0 0 733 3.835 2.000 4.847 2.477 300 0 0 0 730 100 0 100 966 1.252 2.170 4.380 19.322 429 1.174 656 40 0 0 515 428 919 0 0 264 385 5.336 1.187 11.333 totale porti funzionali banchina / pontile spiaggia attrezzata approdo / rada totale punti di ormeggio 15.780 11.637 5.503 8.936 600 3.725 10.288 11.107 7.450 290 1.074 3.290 1.761 8.111 8.883 98.435 217 117 326 0 1.071 0 208 3.606 3.177 1.028 0 0 0 748 1.970 1.167 13.418 60 0 0 0 0 342 0 0 0 0 0 0 0 0 0 402 60 1.170 0 0 0 200 150 34 0 0 0 0 0 0 0 1.614 237 1.496 0 1.071 0 750 3.756 3.211 1.028 0 0 0 748 1.970 1.167 15.434 65 La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015 95 Il diportismo | 7. La ricettività Fig. 7.1 Le infrastrutture portuali italiane: distribuzione regionale dei posti barca anno 2014, elaborazioni su dati Pagine Azzurre 7.b Nel mondo Da 0 a 4.999 posti barca Da 5.000 a 9.999 posti barca Da 10.000 a 14.999 posti barca Friuli Venezia Giulia oltre 15.000 posti barca 15.398 Veneto La tabella 7.3 illustra le dotazioni infrastrutturali dei vari Paesi. Al di là del mero dato relativo alla consistenza numerica di tali strutture, vengono calcolati due indici: il primo riguarda il rapporto tra numero di unità da diporto e numero di posti barca; il secondo misura la corrispondente percentuale di unità da diporto con possibilità di ormeggio sulla totalità del parco nautico. Questi due indici permettono di determinare il livello di dotazione infrastrutturale dei vari Paesi in rapporto al In questo paragrafo sono sinteticamente presentati i dati riguardanti le infrastrutture portuali dedicate alla nautica da diporto, analizzando il numero di marine e porticcioli e il numero di posti barca nel mondo. Si specifica che i differenti criteri di raccolta e classificazione dei dati, adottati nei diversi Paesi, possono in parte comprometterne l’affidabilità e la confrontabilità dei dati. rispettivo parco nautico. Questa valutazione è particolarmente importante, in quanto il livello quantitativo (oltre a quello qualitativo) delle infrastrutture da diporto influenza nettamente lo sviluppo del settore: la scarsa o abbondante disponibilità di posti barca può rappresentare un ostacolo o un incentivo alla diffusione del diportismo. Si precisa che il parco nautico complessivo non coincide in questo caso con quello delle tabelle precedenti, 12.962 Emilia Romagna Tab. 7.3 6.021 Parco nautico e strutture dedicate al diporto nel mondo anno 2014, fonte ICOMIA Marche Posti barca Unità da diporto per posto barca % unità da diporto con posto barca 1500 100.000 9 11% 807.000 1.770 80.900 10 10% Regno Unito 551.560 565 81.304 7 15% Paesi Bassi 508.000 1.160 200.000 3 39% Francia 514.428 370 252.500 2 49% Germania 505.7953 2.700 nd nd nd Italia 465.578 432 160.568 3 34% Spagna 183.600 360 130.000 1 71% Grecia 164.915 22 8.100 20 5% Polonia 68.940 1.300 19.000 4 28% Irlanda 27.010 24 6.560 4 24% Repubblica Ceca 22.650 32 680 33 3% 4.700.476 10.235 1.039.612 5 22% Australia 957.700 450 75.000 13 8% Giappone 325.500 570 55.000 6 17% Nuova Zelanda 317.117 211 13.000 Argentina 191.242 253 Turchia 86.060 Brasile Cina 5.950 Liguria 22.508 Parco nautico complessivo Marine e porticcioli Svezia 881.0001 Finlandia Nazione Abruzzo 2.324 Toscana 17.132 Molise 710 Puglia 10.126 Lazio 8.481 Sardegna 19.412 Campania 12.950 Basilicata 1.900 EUROPA Calabria 4.680 Sicilia 16.239 3 3 3 1 1 1 1 24 4% 1 2149 0,05% 67 30.000 3 35% 59.020 556 69.580 1 118% 53.8363 92 8.000 7 15% 1.990.475 2.199 250.669 8 13% USA 15.906.067 11.000 800.000 20 5% TOTALE 22.597.018 23.434 2.090.281 11 9% Altri Paesi 3 89 2 Fonte: ICOMIA Note: 1. dato 2010 - 2. dato 2012 - 3. dato 2013 - nd. dato non disponibile 96 La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015 La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015 97 Il diportismo | 7. La ricettività in quanto per alcuni Paesi non sono disponibili i dati sulle strutture dedicate alla nautica (Norvegia, Croazia, Canada), e poiché la Svizzera non ha sbocco al mare. In termini assoluti, gli USA sono il Paese con il maggior numero di marine (11.000) e di posti barca (800.000), anche in virtù della maggiore estensione delle coste (oltre 133.000 km). Si segnala che entrambi i dati non sono stati aggiornati da diversi anni. In termini relativi, invece, la disponibilità di posti barca rapportata al parco nautico non è elevatissima (20 unità per posto barca), ma questo dato può essere in parte spiegato dalla consuetudine di molti americani a tenere le imbarcazioni, anche di dimensioni rilevanti, in ormeggi privati presso la propria abitazione, oppure, generalmente in caso di barche fino a 10 metri, di utilizzare carrelli e scivoli. Per quanto concerne il numero complessivo di marine e porticcioli, gli USA sono seguiti, anche se con una dotazione molto minore, da Germania, Finlandia, Svezia, Polonia e Paesi Bassi, tutti con oltre 1.000 infrastrutture; invece, in merito al numero di posti barca, spiccano nell’ordine, dopo gli Stati Uniti: Francia, Paesi Bassi, Italia, Spagna e Svezia, con oltre 100.000 posti. Le ultime due colonne della tabella presentano i dati relativi alle unità da diporto per posto barca e la percentuale di unità da diporto con posto barca. Naturalmente questo dato rispecchia da un lato la dotazione infrastrutturale del Paese e dall’altro la consistenza del parco nautico. Alcuni dei Paesi in cui la percentuale di imbarcazioni con posto barca è elevata non hanno in realtà una buona dotazione infrastrutturale, ma sono inve- ce caratterizzati da un parco nautico molto ridotto. Tra i Paesi oggetto di analisi, per quanto riguarda l’Europa spiccano da un lato Spagna, Francia e Paesi Bassi, dove rispettivamente il 71%, 49% e 39% delle imbarcazioni dispone di un posto barca; negli altri Paesi è da notare il dato del Brasile (118%) dove il numero di posti barca supera quello delle relative unità. In Europa, i Paesi con la dotazione infrastrutturale inferiore rispetto al parco nautico sono la Repubblica Ceca (3%) e la Grecia (5%), seguite da Finlandia, Svezia e Regno Unito (rispettivamente 10%, 11% e 15%). Negli altri Paesi, invece, l’Argentina mostra il dato peggiore (solo lo 0,05% delle unità da diporto ha posto barca) seguita da Nuova Zelanda e Australia, rispettivamente con il 4% e l’8%. I grafici che seguono presentano la distribuzione geografica di marine e porticcioli (figura 7.2) e di posti barca (figura 7.3). Dall’analisi dei grafici emerge come, per quanto riguarda la distribuzione geografica di marine e porticcioli, gli Stati Uniti prevalgano nei confronti dell’Europa, con il 47% contro il 43,7%. Gli altri Stati vedono un piccolo incremento percentuale delle infrastrutture nautiche (9,4 contro 9,3%, del 2013 Fig. 7.3 e l’8,5% del 2011); naturalmente occorre tenere presente da un lato che, in questa categoria, i dati sono disponibili solo per alcuni Paesi del mondo, dall’altro che il numero di Paesi che forniscono dati aumenta di anno in anno. Per quanto riguarda la distribuzione geografica dei posti barca (figura 7.3) si osserva una decrescita dei cosiddetti altri Paesi, che contano per il 12% (contro il 16,4% del 2013). Gli Stati Uniti dispongono del 38,3% dei posti barca a livello mondiale, in calo percentuale rispetto al 2013 (42,4%). L’Europa torna a prevalere, sfiorando il 50% dei posti barca. L’Italia conta per poco meno del 2% nella suddivisione mondiale di marine e porticcioli, mentre nello stesso contesto il numero di posti barca e ormeggi ammonta a quasi l‘8% del totale. Posti barca, distribuzione geografica valori percentuali, anno 2014 7,7% 38,3% Italia Europa (Italia esclusa) Fig. 7.2 Marine e porticcioli, distribuzione geografica valori percentuali, anno 2014 Altri paesi USA 42,1% 1,8% 41,8% 46,9% 12,0% Italia Fonte: ICOMIA Europa (Italia esclusa) Altri paesi USA 9,4% 98 La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015 Fonte: ICOMIA La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015 99 Le patenti nautiche in Italia 8. Vengono elaborati in questo capitolo i dati relativi alle patenti nautiche in Italia per l’anno 2014, divulgati dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti nell’ultima edizione de “Il Diporto Nautico in Italia - Anno 2014”. Fig. 8.1 Andamento annuale rilasci e rinnovi patenti nautiche 72.000 69.295 70.000 67.335 68.000 66.000 66.661 67.877 66.666 66.145 64.000 62.122 62.000 60.000 60.328 60.045 58.000 58.844 56.000 54.000 52.000 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 Fonte: MIT 100 La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015 101 Il diportismo | 8. Le patenti nautiche in Italia Tab. 8.1 Patenti nautiche: rilasci e rinnovi anno 2014 Patenti rilasciate per la prima volta Entro 12M dalla costa Patenti rinnovate e sostituite Senza alcun limite dalla costa Entro 12M dalla costa Solo motore Vela e motore Solo motore Vela e motore Nave da diporto 1325 534 96 1.106 18 700 358 30 145 Lazio 1.343 426 63 Campania 3.619 62 Calabria 486 Puglia Molise Senza alcun limite dalla costa Solo motore Vela e motore Solo motore Nave da diporto Totale Totale 3.079 749 178 800 4.593 100 6.420 9.499 32 1.265 1.208 154 664 797 79 2.902 4.167 435 27 2.294 1.946 752 566 1139 28 4.431 6.725 92 134 49 3.956 2.632 78 705 474 45 3.934 7.890 77 20 22 2 607 453 49 132 95 9 738 1.345 763 122 70 122 24 1.101 326 14 138 159 12 649 1.750 47 6 3 3 0 59 11 0 6 0 0 17 76 Abruzzo 164 14 32 64 5 279 119 7 114 165 5 410 689 Marche 182 42 32 150 12 418 146 13 253 357 14 783 1.201 Emilia Romagna 678 266 49 606 5 1.604 1.663 148 210 1.046 13 3.080 4.684 1.212 317 49 315 14 1.907 1.263 112 464 571 25 2.435 4.342 Friuli Venezia Giulia 304 138 31 159 0 632 790 251 260 659 19 1.979 2.611 Sardegna 644 118 33 32 20 847 811 101 216 230 38 1.396 2.243 1.867 74 87 89 48 2.165 1.818 46 520 299 71 2.754 4.919 59 0 0 0 0 59 1 0 0 0 0 1 60 329 195 0 0 0 524 330 42 0 0 0 372 896 1.617 331 0 0 0 1.948 3.329 194 4 0 0 3.527 5.475 9 85 0 0 0 94 23 88 0 0 0 111 205 28 0 0 0 0 28 39 0 0 0 0 39 67 15.376 3.165 687 3.382 256 22.866 17.657 2.227 5.052 10.584 458 35.978 58.844 Regione Liguria Toscana Veneto Sicilia Basilicata Piemonte e Valle d'Aosta Lombardia Trentino Alto Adige Umbria TOTALE Totale Vela e motore Fonte: MIT 102 La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015 La Nautica in Cifre | Analisi del mercato per l’anno 2015 103 Analisi del mercato per l’anno 2015 - Edizione n. 37 www.lanauticaincifre.it Coordinamento editoriale: Ing. Stefano Pagani Isnardi - Responsabile Ufficio Studi UCINA Confindustria Nautica Supervisione scientifica: Prof. Marco Fortis - Vice Presidente Fondazione Edison La Nautica in Cifre è dal 1980 l’unico annuario statistico che fornisce alle imprese, alle istituzioni e agli operatori di settore un sintetico strumento di lettura del quadro economico dell’industria italiana della nautica da diporto. Il rapporto è realizzato dall’Ufficio Studi di UCINA Confindustria Nautica (www.ucina.net) in partnership con Fondazione Edison - diretta dal prof. Marco Fortis - (www.fondazioneedison.it) e con la collaborazione del Centro Italiano di Eccellenza sulla Logistica Integrata (www.cieli.unige.it); ha contribuito alla redazione di questa edizione ASSILEA - Associazione Italiana Leasing (www.assilea.it). Il team di ricerca della presente edizione è formato da Monica Carminati e Stefano Corradini per Fondazione Edison, Enrico Ivaldi ed Elena Morchio per Cieli, Stefano Pagani Isnardi, Paolo Cavalieri e Paolo Ramoino per UCINA Confindustria Nautica. Per le elaborazioni statistiche sono stati anche utilizzati dati pubblicati da: Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti; Pagine Azzurre; ICOMIA - International Council of Marine Industry Associations. Sono graditi commenti, suggerimenti e segnalazioni a [email protected] L’uso, anche parziale, dei dati, delle informazioni, delle tabelle, dei grafici e delle elaborazioni statistiche del presente rapporto è consentito, citando la fonte, esclusivamente dietro espressa autorizzazione di UCINA Confindustria Nautica e, per i capitoli di relativa competenza, di Fondazione Edison e Assilea. Ogni abuso o utilizzo non autorizzato sarà perseguito a termini di legge. UCINA Confindustria Nautica Piazzale Kennedy, 1 - 16129 Genova www.ucina.net Fondazione Edison Foro Buonaparte, 31 - 20121 Milano www.fondazioneedison.it Progetto grafico Fuoricentro Studio www.fuoricentrostudio.com Fotografie di Carlo Borlenghi La presente edizione è stata chiusa in redazione il 16 settembre 2016. ISBN9788890450198 www.lanauticaincifre.it UCINA CONFINDUSTRIA NAUTICA è l’Associazione di settore La FONDAZIONE EDISON, nata a Milano nel 1999, sostiene aderente a Confindustria che dal 1967 ha la rappresentanza e svolge iniziative nel campo della cultura e della ricerca istituzionale del comparto della nautica e della sua filiera scientifica per favorire la conoscenza e lo studio degli aspetti (cantieristica, socioeconomici, culturali e civili che riguardano i sistemi costruzione componentistica, produzione accessori e motori, servizi, turismo). produttivi locali, ivi incluse le connesse problematiche relative Opera al servizio delle 302 aziende e dei cinquecento brand alla formazione, alla ricerca e alla innovazione. associati, in tutte le sedi nazionali e internazionali, per la crescita del settore industriale, la diffusione della cultura del mare, lo sviluppo del turismo nautico.