Gli integratori alimentari La prevenzione delle

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Gli integratori alimentari La prevenzione delle
16
maggio2004
MEDICINABIOLOGICA
DENTISTA
Gli integratori alimentari
Mi dondolano
i denti…
L’importanza di una diagnosi precoce delle carenze nutrizionali
L’argomento è di attualissimo interesse. Fino a poco tempo fa, almeno
nel nostro Paese, non si avvertiva la
necessità di discutere se questi cosiddetti integratori alimentari fossero necessari oppure no. Perché
oggi se ne parla così tanto? Possono
essere veramente efficaci per prevenire o, eventualmente, trattare alcune malattie?
Che cosa si intende per integratore
alimentare? Lo dice la parola stessa:
è un prodotto che serve per “integrare”, cioè completare ciò che il
cibo non riesce a fornire al corpo
umano. Noi siamo fatti da miliardi
di cellule, che hanno bisogno di sostanze nutritive per poter funzionare correttamente; attraverso il cibo
ogni giorno devono arrivare carboidrati (zuccheri), grassi, proteine
ma anche i cosiddetti “micronutrienti”, cioè sali minerali, vitamine,
oligoelementi, antiossidanti, enzimi. Poiché le cellule producono dei
prodotti di scarto, questi devono essere facilmente eliminati dall’organismo; ma anche con il cibo e
con la respirazione rischiamo di introdurre sostanze tossiche, che devono poter essere allontanate facilmente dal corpo. Esistono degli organi preposti allo “smaltimento dei
rifiuti”, come l’intestino, il fegato, i
reni, la pelle, i polmoni, la linfa, il
tessuto connettivo: se questi organi
funzionano bene, abbiamo facilità a
smaltire le tossine, altrimenti
l’organismo si intossica gradualmente e si ammala.
Per funzionare bene questi organi
hanno bisogno delle sostanze nutritive prima menzionate. La domanda
è: il cibo attuale contiene a sufficienza queste sostanze?
Qualunque medico che utilizzi metodiche diagnostiche come il test kinesiologico, il Vega test, ecc. ben
presto si rende conto che la popolazione, nonostante assuma quantità
di cibo eccessive, è denutrita. In altre parole, utilizzando queste tecniche si scopre che la maggioranza
delle persone è carente di sali minerali, vitamine, oligoelementi, enzimi, antiossidanti. Questo apparente
paradosso si spiega con una certa
facilità: il cibo è diventato di qualità
sempre più scadente e noi, a causa
della cattiva qualità della vita
(stress, ecc.) abbiamo bisogno di
quantità maggiori di sali minerali,
vitamine, ecc. Fermo restando che
l’essere umano è onnivoro ed ha bisogno di proteine, grassi e zuccheri
nella giusta quantità, l’alimenta-
zione dovrebbe anche essere ricca
di frutta e verdura cruda e fresca,
poiché questi due gruppi di cibi
s o no que lli che f a v o r i s c o n o
l’assunzione di quei micronutrienti
succitati.
Altri motivi per i quali queste sostanze arrivano in scarsa quantità
nel nostro organismo sono rappresentati dalla cottura delle verdure a
temperature elevate: così, sia gli enzimi che le vitamine vengono completamente inattivate e, quindi, private della loro funzione biologica
essenziale. Inoltre, i terreni dove
vengono coltivate le verdure hanno
perso la loro ricchezza in sali, la
frutta non matura sugli alberi ma
nelle casse, vengono utilizzati pesticidi, diserbanti.
Di fronte ad un panorama così preoccupante, cosa si può fare? Se il
medico diagnostica una carenza più
o meno cronica di sali, vitamine e
enzimi, dobbiamo principalmente
porre l’attenzione sul cibo e sulla
sua qualità: può darsi, però, che
questo non sia sufficiente e che sia
indispensabile ricorrere, almeno
per un po’ di tempo, a degli integratori alimentari attentamente valutati e ben bilanciati. L’importante è
che essi siano di origine naturale e
non chimica, altrimenti si rischia di
non assimilarli.
Secondo studi molto recenti, è possibile che alcune delle malattie croniche che affliggono sempre di più
il genere umano siano aggravate o
addirittura causate da un deficit cronico di micronutrienti: pensiamo,
per esempio, alle patologie infettive
ricorrenti in età pediatrica o al diabete senile, alle coliti croniche con
il malassorbimento che provocano,
all’osteoporosi, alla steatosi epatica
( f eg a to g r a s s o ) , a l l ’ i p er c olesterolemia. Questo solo per citare
alcuni esempi di problemi che negli
anni si sono fatti sempre più frequenti. Ma il punto più importante è
il seguente: fare una diagnosi precoce di queste carenze nutrizionali
può consentire di effettuare una
prevenzione primaria di malattie altrimenti difficilmente guaribili.
dott. Danilo Vaccai
medico-chirurgo
omeopata-omotossicologo
specialista in reumatologia
Gli interessati a maggiori informazioni
possono rivolgersi alla redazione
il lunedì e il martedì
tel. 055340811, fax 055340814
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CHIRURGIA
La prevenzione delle
varici degli arti inferiori
Da oggi parleremo finalmente di cosa deve fare il paziente
Nei precedenti incontri abbiamo
parlato di eziopatogenesi, fisiologia
e diagnosi delle varici degli arti inferiori. Da oggi, e nei prossimi incontri, parleremo finalmente di cosa
deve fare il paziente che vuole prevenire la comparsa delle varici e dei
provvedimenti che devono essere
seguiti da chi è già affetto da questa
patologia.
Ecco quindi un elenco di importanti
suggerimenti che acquistano estrema rilevanza in queste prime calde
giornate di sole.
Il movimento degli arti inferiori è
fondamentale affinché il sangue
possa raggiungere il cuore. Camminare diventa perciò imperativo. Una
passeggiata a passo lungo e veloce
e che duri almeno mezza ora, dovrebbe essere effettuata una volta al
giorno. Molti pazienti credono che
muoversi sul lavoro oppure muoversi nel fare le faccende domestiche, rappresenti fare un movimento
sufficiente. In realtà non è così e
l’ambiente domestico in particolare
rappresenta una dura prova quotidiana per le gambe delle casalinghe. Inutile dire che andare avanti e
in dietro su di una pedana dietro al
banco è ancora peggio.
Lo sport concilia la necessità di muoversi e il divertimento. Tra gli
sport da consigliare, il nuoto è quello che maggiormente si adatta alle
necessità di chi svolge poca attività
fisica e vuole fare prevenzione. Le
gambe durante il nuoto effettuano
un delicato massaggio, sono orizzontali e soprattutto in movimento.
Anche la bicicletta (o la cyclette) costringe le gambe ad un movimento
salutare.
Il sovrappeso contribuisce, invece,
alla progressione dell’insufficienza
venosa, favorisce il gonfiore delle
gambe e accentua i dolori artritici
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del piede, del ginocchio e dell’anca
che impigriscono ulteriormente. È
necessario quindi tenere d’occhio
anche il proprio peso. È inoltre importantissimo evitare di essere stitici. La stitichezza costringe a sforzi
che determinano un aumento della
pressione intra-addominale con
peggioramento conseguente di
emorroidi e varici (sempre di vene
si tratta!). Per combattere la stitichezza spesso è sufficiente una dieta ricca di fibre (frutta, verdura,
pane integrale, crusca e soia). Le fibre vegetali, assorbono grande
quantità di acqua e regolarizzeranno l’alvo, purché ci si ricordi di
bere. Per chi è stitico, un litro di acqua al giorno dovrebbe essere la regola. Evitate inoltre l’assunzione di
insaccati, cibi grassi, fritti o estremamente piccanti, favorendo
l’assunzione di frutta fresca come
arance, limoni, pompelmi, ananas e
kiwi che sono ricchi di vitamine, sostanze antinfiammatorie e diuretici.
Il massaggio, per i più pigri, va bene
purché sia effettuato da personale
esperto e soprattutto che sia delicato. Un massaggio eccessivamente
energico, può arrivare a creare piccoli lividi, traumi diretti sulle pareti
venose e la comparsa di nuovi capillari. Deve iniziare dal basso, cioè
dal piede, ed essere diretto fino
all’inguine, prima da una parte e poi
dall’altra, intervallando questi momenti con alcuni minuti di pausa durante la quale gli arti devono restare sollevati.
Anche l’abbigliamento riveste la
sua importanza: devono essere infatti indossati vestiti comodi, freschi e leggeri evitando tutto quello
che stringe in particolare jeans attillati, le pancere, i cinti erniari e le
calze autoreggenti perché determinano un ostacolo al ritorno venoso.
In uno dei precedenti articoli avevo
già sottolineato l’importanza delle
calzature ai fini di un corretto funzionamento della pompa venosa del
piede. Ad un corretto appoggio corrisponde infatti una efficace spremitura del piede. Le alterazioni della
pianta del piede devono essere corrette con appositi plantari detti plantari flebologici. Sono comunque da
evitare le scarpe strette o con eccessiva punta, le scarpe senza tacco o
con un tacco eccessivo (il tacco di
una scarpa deve avere in linea di
massima una altezza variabile tra i 3
e i 5 centimetri).
Anche dormendo possiamo fare
prevenzione. Ed è ancora più importante se si pensa che circa un
terzo della nostra esistenza lo passiamo distesi. È per questo che sollevare i piedi del letto con dei libri o
degli spessori di legno di almeno
8-10 centimetri contribuirà ad un sicuro beneficio notturno per le nostre gambe (e per quelle del nostro
coniuge in caso di letto matrimoniale!). Il cuscino sotto alle gambe non
va bene perché si muove e soprattutto lascia spazio sotto al ginocchio
mettendo in trazione le vene posteriori del ginocchio.
Diamo infine importanti suggerimenti in previsione delle vacanze.
Durante il viaggio in macchina, è
importante effettuare delle soste
per sgranchirsi le gambe con brevi
camminate. La sosta va effettuata
almeno ogni due ore durante la stagione calda e soprattutto se il paziente presenta una insufficienza
venosa. A proposito di tali pazienti,
vi ricordo che sono stati descritti
casi di tromboflebite degli arti inferiori durante i trasferimenti aerei intercontinentali. Questi soggetti dovrebbero prendere delle precauzioni come ad esempio indossare una
Cosa fare quando improvvisamente ci accorgiamo che i nostri denti
non sono più saldi come una volta e li avvertiamo deboli o
addirittura li sentiamo mobili?
La prima cosa da capire è la causa.
Potrebbe essere un’infiammazione della gengiva intorno ai denti. La
cosiddetta piorrea. Una malattia subdola e molto pericolosa per i
nostri denti.
Infatti si può formare una tasca nella gengiva e nell’osso intorno al
dente, dove si annidano batteri e pus. La gengiva sanguina e la
tasca si approfondisce sempre di più.
L’osso di sostegno intorno al dente si riassorbe causando quindi la
mobilità del dente.
Vediamo alcune cure possibili.
Un nuovo approccio di cura è l’utilizzo di un raggio laser che viene
calza elastica adatta, prima di effettuare viaggi così lunghi.
Gli amanti della montagna saranno
sicuramente contenti nel sentirsi
dire che i climi freschi e secchi
sono quelli più adatti a chi presenta
insufficienza venosa e a chi desidera fare prevenzione anche in vacanza. Per i più fedeli al clima marino
devo invece ricordare di evitare
l’esposizione al sole nelle ore più
calde cercando di mantenere le
gambe più fresche possibili con frequenti docce e con salutari passeggiate a mezzo busto in acqua. Ricordate inoltre che una esposizione eccessiva ai raggi solari può favorire
la comparsa di nuovi capillari.
Insomma se è vero che prevenire è
meglio che curare, in ambito flebologico le misure preventive sono facili da effetture e di sicuro giovamento al resto del nostro organismo. Un po’ più di attenzione a noi
stessi non deve mai farci soffrire e il
pensiero che tali precauzioni portino solo miglioramenti non dovrebbe esimerci dal farlo.
Nel prossimo incontro sposteremo
l’attenzione verso chi le varici già ce
le ha! Inizieremo perciò a parlare di
terapia medica, elastocompressione, scleroterapia e interventi chirurgici.
dott. Marco Marranci
medico chirurgo
specialista in chirurgia
dell’apparato digerente
ed endoscopia chirurgica digestiva
patologie venose degli arti inferiori
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Informazioni presso la redazione
Tel. 055340811 Fax 055340814
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portato dentro la gengiva mediante una sottilissima fibra ottica. Il
raggio laser illumina in modo pressoché indolore l’interno della
tasca parodontale disintegrando i batteri e favorendo la guarigione
della gengiva malata.
Nel giro di poche sedute i denti saranno più forti e le gengive non
sanguineranno più. La profondità della tasca si ridurrà fino a
chiudersi.
Quando la distruzione ossea è molto avanzata si deve ricorrere alla
ricostruzione dell’osso perduto.
Anche in questo campo vi sono varie possibilità di cura, da valutare
attentamente con il dentista di fiducia ed il chirurgo esperto di
questi trattamenti.
L’obiettivo è infatti la ricostruzione del tessuto perduto ed il
salvataggio del dente malato.
Un dente ormai mobile può tornare ad essere sano e forte.
Molti approcci sono possibili oggi e maggiore deve essere quindi la
consapevolezza del paziente di poter scegliere tra le varie cure
possibili.
Le varie possibilità di cura, le loro indicazioni ed i loro limiti devono
essere ben spigati dal chirurgo specialista del campo o dal dentista
di fiducia.
Una ulteriore alternativa per i casi più gravi è l’uso di impianti
endoossei, cioè la sostituzione del dente malato con una nuova
radice in titanio, su cui ancorare il nuovo dente in ceramica.
Con le nuove possibilità di decontaminazione della zona da
operare, offerte dai laser chirurgici e dai severi protocolli di igiene e
sterilità del campo operatorio, nello stesso giorno spesso si può
togliere il dente malato ed inserire l’impianto sostitutivo.
dott. Cesare Paoleschi
ASSOCIAZIONI
Iniziative
del mese dell’Ant
Numerose sono le iniziative organizzate dai volontari dell’Ant per il
mese di maggio, a sostegno dell’Ospedale Domiciliare Oncologico
di Firenze-Prato-Pistoia, l’équipe di medici, infermieri e psicologi che
assiste gratuitamente, a casa, i pazienti residenti nelle tre Province.
Fino al 9 maggio sarà possibile acquistare sulle piazze di Firenze e
Provincia, le begonie offerte per la Festa della Mamma.
Il 9 maggio invece, si terrà in piazza del Mercato a Scandicci il
tradizionale mercatino dei ragazzi, per raccogliere i fondi necessari
all’acquisto di un nuovo automezzo per l’Ant.
Il 21 maggio si terrà alla Chiesa di Pio X al Sodo, in via delle Panche,
una commedia in vernacolo, con incasso interamente devoluto
all’Ant. Infine, il 27 maggio, alla Villa di Maiano, a Fiesole, si
svolgerà la tradizionale serata di gala di primavera della
Delegazione di Firenze della Fondazione Ant. Cena, animazione
musicale e ospiti a sorpresa nella splendida cornice della Villa
Corsini.
INFO: sede di Firenze dell’Ant
tel. 0555000210
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