29 - Ordine degli Avvocati di Trani

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29 - Ordine degli Avvocati di Trani
ORGANISMO UNITARIO DELL’AVVOCATURA ITALIANA
Ufficio stampa
Rassegna
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29 Luglio 2005
Responsabile :
Claudio Rao (tel. 06/32.21.805 – e-mail:[email protected])
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ORGANISMO UNITARIO DELL’AVVOCATURA ITALIANA
SOMMARIO
Pag.3 RC AUTO: Domani avvocati in piazza contro la proposta di governo (agi)
Pag.4 RC AUTO: Danni da cricolazione stradale: mobilitazione contro la revisione
dei criteri di risarcimento (diritto e giustizia)
Pag.5 RC AUTO: Organismo unitario dell’Avvocatura - Lettera del Presidente
dell’Oua Michelina Grillo al Presidente del Consiglio dei ministri, Silvio
Berlusconi - 28 luglio 2005 (diritto e giustizia)
Pag.6 RC AUTO: Indennizzo, sit in degli avvocati (il sole 24 ore)
Pag.7 RC AUTO: Indennizzo diretto oggi sit in dell’Ordine (il tempo)
Pag.8 GOVERNO: Pioggia di decreti prima della pausa (il sole 24 ore)
Pag.9 PROCESSO CIVILE: Processo civile, debutto dal 2006 (italia oggi)
Pag.12 CONGRESSO FORENSE: Lettera avv. Papa a avv.ti Grillo e Alpa
Pag.14 SICUREZZA: Antiterrorismo: marcia a tappe forzate (diritto e giustizia)
Pag.16 SICUREZZA : La tutela penale gioca d'anticipo (il sole 24 ore)
Pag.17 GIURISPRUDENZA: La Crui boccia il riordino (il sole 24 ore)
Pag.18 PRESCRIZIONE: L'Anm: con l'ex Cirielli gravi crimini senza pena
(il sole 24 ore)
Pag.19 PRESCRIZIONE: Quelli che... non gli piace la prescrizione amica
(diritto e giustizia)
Pag.20 PRESCRIZIONE:Appello dei professori di diritto penale contro il disegno di
legge in materia di prescrizione (diritto e giustizia)
Pag.22 CONDOMINO: La riforma del condominio cerca un « sì » (il sole 24 ore)
Pag.23 CONVEGNO OUA ANTIRICICLAGGIO: Programma 23.9.2005
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AGENZIA AGI
RC AUTO: DOMANI AVVOCATI IN PIAZZA CONTRO PROPOSTA GOVERNO =
(AGI) - Roma, 28 lug. - Una manifestazione per dire 'nò allarevisione dei criteri legali di
risarcimento dei danni conseguenti alla circolazione stradale, che domani, invece,dovrebbe essere
definita in Consiglio dei ministri. L'Organismo unitario dell'Avvocatura ha organizzato, con gli
Ordini di Roma e di Milano, una protesta domani mattina in piazza Colonna, davanti Palazzo Chigi,
per chiedere anche un incontro con il Governo.
Per l'Avvocatura italiana, «è inaccettabile varare l'indennizzo diretto obbligatorio», oltre che
«negare la liquidazione dell'intervento legale già in fase stragiudiziale». In linea con questi principi,
ci sarebbe anche una recente pronuncia della Cassazione che stabilisce che il cittadino danneggiato è
portatore del diritto di farsi assistere da un professionista per ottenere il risarcimento. Se la nuova
normativa venisse approvata, spiega l'Oua, «si produrrebbe un'ingiustificata e grave lesione dei
diritti delle vittime della strada, a vantaggio dei già non modesti profitti delle compagnie e nella
illusoria prospettiva di improbabili riduzioni tariffarie».
Il presidente dell'Organismo unitario avvocatura, Michelina Grillo, ha inviato anche una lettera al
presidente del Consiglio Silvio Berlusconi: «Le cause della scarsa competitività sono da ricercare
altrove - scrive Grillo -, non limitando e comprimendo intollerabilmente la domanda di giustizia e il
diritto di difesa. Così ci vanno di mezzo solo i cittadini». (AGI)
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DIRITTO E GIUSTIZIA
Danni da cricolazione stradale: mobilitazione contro la revisione dei criteri di
risarcimento
Contro la revisione dei criteri legali di risarcimento dei danni conseguenti alla circolazione stradale,
gli avvocati si mobilitano. E oggi, con la toga sul braccio, a Piazza Colonna, davanti alla Presidenza
del Consiglio dei ministri protesteranno contro la proposta del Governo che si appresta a varare,
questa mattina, il cosiddetto «indennizzo diretto obbligatorio», negando così la liquidazione
dell’intervento legale già in fase stragiudiziale.
Alla manifestazione, indetta dall’Ordine degli avvocati di Roma, sarà presente anche l’Organismo
unitario dell’Avvocatura (Oua). Del resto, il sit in ha anche lo scopo di chiedere un incontro con
l’Esecutivo. Una richiesta anticipata ieri dal presidente dell’Oua Michelina Grillo, in una lettera al
premier Silvio Berlusconi (qui leggibile nei documenti correlati) .
A spiegare le ragioni dell’iniziativa di questa mattina è stato, ieri, il segretario dell’Ordine di Roma,
Domenico Condello. «Attraverso il cosiddetto “indennizzo diretto” – ha detto Condello - si
escludono gli avvocati e le loro professionalità in una materia delicatissima quale è il risarcimento
dei danni delle “vittime della strada”. Con questo provvedimento per la prima volta nella storia della
Repubblica verrà compresso il diritto di difesa dei cittadini a vantaggio delle assicurazioni».
Confermando la partecipazione dell’Oua alla manifestazione indetta dall’Ordine degli avvocati di
Roma, e annunciando la lettera inviata a Berlusconi, Michelina Grillo ha affermato che «il Governo
non può accogliere i lamenti delle compagnie assicurative che dicono di non poter ridurre i premi a
causa dell’eccessivo costo dei risarcimenti». È illusoria, infatti, ha continuato il presidente dell’Oua,
l’idea che si possa risolvere il problema negando la liquidazione dei compensi per l’assistenza legale
stragiudiziale. «Le cause della scarsa competitività – ha concluso la Grillo – sono da ricercare
altrove, non limitandolo e comprimendo intollerabilmente la domanda di giustizia ed il diritto di
difesa. Così di mezzo ci vanno solo i cittadini». Pertanto, l’avvocatura chiede che venga soppresso il
comma 22 dell’articolo 7 del progetto di legge 3632 sulle «Disposizioni in materia di responsabilità
civile derivante dalla circolazione dei veicoli a motore e dei natanti».
Inoltre, ha ricordato l’Organismo unitario dell’Avvocatura, la sentenza 11606/05 della Cassazione
ha stabilito che il cittadino-danneggiato è portatore del diritto, costituzionalmente garantito, di farsi
assistere da un professionista per ottenere il risarcimento del danno dubito e che l’onorario di
quest’ultimo è comunque dovuto dall’assicuratore. Se la nuova normativa venisse approvata – ha
messo in guardia l’Avvocatura – il risultato sarebbe un’ingiustificata e grave lesione dei diritti delle
“vittime della strada”, a vantaggio dei già non modesti profitti delle compagnie e nella prospettiva
illusoria di improbabili riduzioni tariffarie.
Sulla stessa linea il presidente dell’Ordine di Milano, Paolo Giuggioli. «La volontà dell’Esecutivo –
di ridurre i costi dei servizi assicurativi per la Rc auto mediante l’indennizzo diretto – ha detto
Giuggioli – è fuorviante ed inutile rispetto al problema. In questo modo si addossa ai cittadini
l’onere dell’assistenza legale per il risarcimento del danno con la conseguenza di una non adeguata
valutazione dello stesso. L’unico risultato a cui si giunge è l’esclusione della consulenza degli
avvocati nella fase stragiudiziale, e la riduzione della tutela dei cittadini». Cristina Cappuccini
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Organismo unitario dell’Avvocatura
Lettera del Presidente dell’Oua Michelina Grillo al Presidente del Consiglio dei ministri, Silvio
Berlusconi
28 luglio 2005
Illustre Presidente,
abbiamo appreso della trattazione, in seno al Consiglio dei Ministri del prossimo venerdì 29 luglio, di
iniziative legislative tendenti ad introdurre una significativa revisione dei criteri legali di risarcimento dei
danni conseguenti alla circolazione stradale, e precisamente della Pdl 3632 “Disposizioni in materia di
responsabilità civile derivante dalla circolazione dei veicoli a motore e dei natanti”, e particolarmente della
parte di detta normativa che attraverso la previsione dell’indennizzo diretto da parte della compagnia
assicuratrice del danneggiato, salva la rivalsa di questa avverso la compagnia del danneggiante, con l’intento
di verificarne le possibilità di inserimento nel Codice delle Assicurazioni.
In previsione di tale sessione del Consiglio dei Ministri, mi permetto di inviarLe nuovamente in allegato il
documento varato dalla Giunta dell’Organismo Unitario dell’Avvocatura Italiana in data 20 luglio ultimo
scorso, nonché i documenti che sullo stesso tema sono stati adottati dal Consiglio dell’Ordine degli Avvocati
di Roma e dal Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Milano.
Sono certa che non Le sfuggirà la fondatezza delle motivazioni esposte in detti atti, a contrario delle
iniziative in questione, ed a tutela degli interessi dei cittadini danneggiati ed a salvaguardia della pienezza del
loro diritto di difesa.
Non possiamo quindi che contrastare la prevista e da taluni auspicata negazione della liquidazione
dell’intervento legale già in fase stragiudiziale, che costituisce invece opera di assistenza che, grazie
all’apporto degli avvocati -la cui esperienza e qualificazione professionali sono garanzia di serietà ed onestà-,
lungi dal poter essere qualificato come inutile o peggio strumentale, è funzionale da un lato al conseguimento
della soddisfazione piena e puntuale dei diritti delle parti lese e dall’altro anche alla legittima aspettativa delle
imprese assicuratrici di non vedere dilatato il proprio obbligo risarcitorio oltre i limiti del danno corrispettivo.
L’Avvocatura Italiana ha chiesto e chiede che venga soppresso dalle previsioni riformatrici citate il comma
22 dell’articolo 7. In linea con i principi cui l’Avvocatura si richiama, appare anche una recente pronuncia
della Suprema Corte di Cassazione che stabilisce, con ineccepibile motivazione, che il cittadino-danneggiato
è portatore del diritto, costituzionalmente garantito, di farsi assistere da un professionista per ottenere il
risarcimento del danno dubito e che l’onorario di quest’ultimo è comunque dovuto dall’assicuratore. Laddove
la contrastata normativa venisse approvata ed introdotta nell’ordinamento, si produrrebbe una ingiustificata e
grave lesione dei diritti delle Vittime della Strada, a vantaggio dei già non modesti profitti delle compagnie e
nella illusoria prospettiva di improbabili riduzioni tariffarie.
L’Avvocatura Italiana ritiene del tutto inaccettabile che ancora una volta a pagare siano i cittadini, i quali
saranno indotti dalla apparente efficienza del risarcimento diretto, ad accettare senza alcuna discussione le
somme, ancorché insufficienti, che verranno loro offerte, per importi che ogni rilevazione statistica a
riguardo ha consentito di verificare percentualmente assai inferiori alle somme corrisposte pel medesimo
titolo in presenza di assistenza legale.
Per tali ragioni Le chiedo di voler disporre l’urgente audizione di una delegazione dell’Avvocatura, dinanzi al
Consiglio dei Ministri, al fine di illustrare, sia pur succintamente, i motivi che ostano alla approvazione della
ipotizzata normativa.
RingraziandoLa dell’attenzione che vorrà riservarci, Le porgo rispettoso ossequio.
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IL SOLE 24 ORE
Indennizzo, sit in degli avvocati
ROMA • Gli avvocati puntano i piedi contro l'indennizzo diretto obbligatorio. E convocano un sit
in, stamani alle 9 in piazza Colonna a Roma, per chiedere, con la toga al braccio, di essere ricevuti a
Palazzo Chigi.
Oggi, infatti, il Consiglio dei ministri si appresta a varare una proposta di legge su « Disposizioni in
materia di responsabilità civile derivante dalla circolazione dei veicoli a motore e natanti » , una
revisione dei criteri legali di risarcimento dei danno conseguenti alla circolazione stradale. Misura
contro la quale il presidente dell'Oua, Michelina Grillo, ha scritto una lettera al presidente del
Consiglio per richiedere un incontro urgente.
« Con questo provvedimento — spiega in una nota l'Ordine degli avvocati di Roma, alla cui protesta
parteciperanno anche quello di Milano e i vertici dell'Oua — viene escluso l'intervento dell'avvocato
difensore nell'istruttoria per il risarcimento del danno in materia di responsabilità civile,
costringendo
il
cittadino
a
sobbarcarsi
l'onere
delle
spese
di
difesa.
Un provvedimento ingiustificato, che non riduce i costi delle polizze assicurative e che è invece un
evidente tentativo di favorire alcuni gruppi economici in danno degli Ordini professionali e quindi
della qualità della difesa dei diritti dei cittadini » .
Sul piede di guerra anche l'Aneis, l'associazione nazionale esperti di infortunistica stradale. Per il
vice presidente, Francesco Mannacio, « se tutto questo diventerà legge, le compagnie assicurative
liquideranno i propri clienti usando carrozzieri di loro fiducia, tabelle valutative da loro predisposte
e valori economici del danno biologico da loro stabiliti. Alla faccia degli assicurati che non
vedranno certo una riduzione dei premi e soprattutto sulla pelle delle " vittime della strada" che
otterranno risarcimenti sempre più risibili » . È stato chiesto un incontro con Berlusconi .
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IL TEMPO (Cronaca di Roma)
AVVOCATI
Indennizzo diretto oggi sit in dell’Ordine
IL GOVERNO sta per varare la norma sull’indennizzo diretto obbligatorio per i sinistri stradali,
escludendo l'intervento dell’avvocato nell'istruttoria. Contro il provvedimento l'Ordine degli
Avvocati di Roma invita iscritti, associazioni e istituzioni forensi a partecipare al sit-in organizzato
oggi in piazza Colonna.
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IL SOLE 24 ORE
CONSIGLIO DEI MINISTRI • Palazzo Chigi affronta il recepimento di 13 direttive comunitarie
Pioggia di decreti prima della pausa
Esame preliminare anche per Codice delle assicurazioni e Testo unico radiotelevisivo
ROMA • Raffica di decreti di mezza estate oggi al Consiglio dei ministri. L'ordine del giorno di Palazzo
Chigi, oltre al Codice assicurazioni e al Testo unico della radiotelevisione ( si veda « Il Sole 24 Ore » del 27
luglio), trabocca di provvedimenti che recepiscono direttive europee: si va dalla cooperazione fiscale al
traffico navale, dalla gestione del rumore alla vendita di servizi finanziari, senza dimenticare i controlli sui
movimenti di ovini e caprini.
Fisco. Con il recepimento della direttiva 2003/ 93/ Ce viene rafforzato e razionalizzato il quadro normativo
che permette al Fisco italiano ricorrere alla cooperazione internazionale per la lotta all'evasione. Il
provvedimento comunitario modifica e ridisegna l'ambito applicativo e il contenuto della direttiva 77/ 799/
Ce: lo scopo è creare strumenti distinti di cooperazione tra le imposte dirette e l'Iva.
Lavoro. La direttiva 2001/ 86/ Ce completa lo statuto della società europea sul coinvolgimento dei
dipendenti: l'obiettivo è evitare che le azioni di coinvolgimento dei lavoratori, cioè la possibilità per i loro
rappresentanti di avere voce nelle decisioni, vengano meno con la confluenza nella società per azioni
europea. Il recepimento della direttiva 2002/ 74/ Ce invece si tradurrà in una tutela più forte dei lavoratori
subordinati in caso di insolvenza del datore di lavoro. Verrà garantito, tra l'altro, il pagamento delle indennità
dovute a seguito dello scioglimento del rapporto di lavoro ( oggi esiste un Fondo di garanzia dell'Inps che ha
l'obbligo di pagare le ultime retribuzioni non pagate dal datore di lavoro dichiarato fallito). A Palazzo Chigi è
poi previsto l'esame finale per attuare le direttive 2000/ 79/ Ce ( orario di lavoro del personale di volo
dell'aviazione civile) e 2002/ 44/ Ce ( esposizione dei lavoratori ai rischi derivanti da vibrazioni meccaniche).
Ambiente. Tre i recepimenti in rampa di lancio: innanzitutto la direttiva 2003/ 4/ Ce, che sostituisce la 90/
313/ Ce e si focalizza sull'obbligo per i pubblici funzionari di assistere il pubblico che chiede di accedere
all'informazione ambientale. Poi c'è la 2002/ 49/ Ce ( determinazione e gestione del rumore ambientale) e la
2002/ 89/ Ce ( protezione contro organismi nocivi ai vegetali). Servizi finanziari. La direttiva 2002/ 65/ Ce
sulla vendita a distanza di servizi finanziari pone un limite alle pratiche abusive di marketing che puntano a
obbligare i consumatori ad acquistare servizi non richiesti ( le cosiddette vendita per inerzia), fissa dei paletti
a telefonate o e mail non richieste (cold calling e spamming), garantisce ai consumatori informazioni
esaustive prima della conclusione dei contratti nonché il diritto di recesso, cioè la possibilità di sciogliere
senza penali il contratto entro un lasso di tempo definito.
Altri provvedimenti comunitari. Nell'ordine del giorno del Consiglio dei ministri di oggi compare anche
l'esame definitivo delle direttive 2002/ 59/ Ce ( monitoraggio del traffico navale), 2002/ 98/ Ce ( qualità e
sicurezza del sangue umano), 2003/ 50/ Ce ( controlli sui movimenti di ovini e caprini). Esame preliminare,
invece, per la direttiva 2003/ 92/ Ce che modifica le regole di tassazione Iva per le operazioni relative a
energia elettrica e gas: in realtà il provvedimento comunitario è applicato già dal 1 ? gennaio 2005 senza un
supporto normativo ma secondo le istruzioni di due circolari, la 54/ E delle Entrate e la 79/ D delle Dogane,
del 23 dicembre 2004. Le nuove regole erano necessarie per evitare fenomeni di doppia tassazione o di
detassazione, in contrasto con i principi generali dell'Iva.
Assicurazioni e tv. A Palazzo Chigi approda anche il recepimento di due deleghe in scadenza. La prima è
quella sulle assicurazioni, che scade il 9 settembre e arriva dalla legge di semplificazione 2001: prevede tra
l'altro la tutela dei contraenti sotto il profilo della trasparenza delle condizioni contrattuali e dell'informativa.
L'altra delega, che scade il 6 agosto, è quella sul testo unico della radiotelevisione previsto dalla legge
Gasparri ( la 112/ 2004). Enrico Marro
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ITALIA OGGI
Ok del senato al dl omnibus 115/05. Un emendamento sul salva-calcio fa tornare il testo alla camera
Processo civile, debutto dal 2006
Slittano le nuove regole. Università: bonus di 200 € per i pc
Bonus di 200 euro agli studenti universitari per l'acquisto del personal computer. Rinvio al 1º
gennaio 2006 dell'entrata in vigore del nuovo processo civile. Proroga di due anni per i giudici
onorari di tribunale e viceprocuratori onorari. Via libera all'assunzione di 35 mila insegnanti nella
scuola, in attesa del piano pluriennale che dovrà essere emanato entro il 30 settembre. E ancora,
ritorna il provvedimento salva-calcio, che permetterà alle società calcistiche di spalmare i debiti non
su dieci ma su cinque anni, con la contrazione del 50% dei tempi, come richiesto dalla Commissione
europea per la concorrenza. Il decreto legge omnibus sulla pubblica amministrazione, n. 115/2005,
si avvia con queste ultime novità verso la conversione definitiva in legge, attesa per oggi alla
camera. Il testo, licenziato mercoledì sera da Montecitorio, dovrà infatti tornare all'attenzione dei
deputati dopo che ieri il senato ha reintrodotto proprio la norma salva-calcio, stralciata invece alla
camera su richiesta dell'opposizione, d'accordo con la Lega. L'emendamento è stato presentato
all'aula di palazzo Madama dal relatore Luciano Falcier (Fi). Il testo approvato prevede che le
società sportive che si siano avvalse del beneficio di distribuire su più anni i debiti per la
svalutazione dei loro capitali debbano aver restituito l'intera somma entro il 31 dicembre 2006. Il
meccanismo spalma-debiti è cominciato nel 2002. Il limite del 31 dicembre 2006 è stato introdotto
proprio perché, pena una censura della Comunità europea, il meccanismo di ammortamento delle
somme dovute non può superare i cinque anni. Le società che puntavano a uno spalma-debiti di
dieci anni dovranno quindi provvedere a saldare la parte rimanente del debito entro il 2006. Un'altra
modifica votata al senato riguarda poi la Sportass, che avrebbe dovuto accogliere obbligatoriamente
tutte le assicurazioni dei dilettanti. La camera aveva cancellato anche questa norma, rinviando ogni
decisione a un futuro decreto del governo. Il senato ha invece insistito sul suo testo originario,
confermando l'obbligatorietà dell'assicurazione per tutte le attività sportive praticate dai dilettanti.
Gli sportivi saranno però liberi di scegliere qualunque compagnia assicurativa e non saranno
necessariamente vincolati a firmare con la Sportass. Vediamo le principali disposizioni del
provvedimento.
Giustizia. L'articolo 8 del decreto legge ritorna in versione light, limitandosi a rinviare al 1º gennaio
2006 l'entrata in vigore della riforma del processo di cognizione, esecuzione, cautelare e di divorzio
e separazione. Il senato aveva invece introdotto in prima lettura numerose disposizioni che
andavano a modificare la disciplina prevista dalla legge sulla competitività (la n. 80/2005), stralciate
poi alla camera. Ai processi pendenti all'inizio dell'anno prossimo continueranno dunque ad
applicarsi le vecchie disposizioni, così come solo dal 1º gennaio 2006 avvocati, dottori
commercialisti e ragionieri potranno essere delegati dal giudice dell'esecuzione alla vendita
all'incanto dei beni.
Università. Per dotare gli atenei di strumenti didattici innovativi, il provvedimento prevede un
finanziamento di 15 milioni di euro nel 2005, destinati per 10 milioni all'erogazione di un bonus di
200 euro agli studenti, già esonerati dal pagamento di tasse e contributi universitari, che intendano
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acquistare un personale computer. Due milioni e mezzo di euro, invece, serviranno alla costituzione
di un fondo di garanzia a copertura dei prestiti erogati dalle banche sempre per l'acquisto del pc. Il
Consiglio universitario nazionale, invece, è prorogato al 31 dicembre 2005.
Scuola. Via libera all'assunzione di personale docente per 35 mila unità e di 5 mila unità per il
personale amministrativo della scuola, in attesa dell'emanazione del piano pluriennale, che dovrà
avvenire entro il 30 settembre 2005. I posti vacanti di dirigente scolastico all'inizio dell'anno
2006/07, invece, dovranno essere riservati in via prioritaria ai soggetti inclusi nelle graduatorie del
corso-concorso, rideterminate in base alla legge 43/2005, fino a esaurimento, e per la parte residua,
in seguito all'indizione del corso-concorso previsto previsto dall'articolo 1-sexies della stessa legge.
Dirigenti pubblici. Scende da cinque a tre anni la durata degli incarichi di livello generale maturati
da dirigenti di seconda fascia per essere promossi a direttori generali. Si fissa a tre anni il periodo
minimo, oggi inesistente, di durata dell'incarico. A cinque anni il limite massimo (ma questa
disposizione non si applica agli incarichi di direzione di uffici dirigenziali generali resi vacanti
prima della scadenza dei contratti dei relativi dirigenti).
Ciclomotori. Molte e importanti le novità introdotte dal provvedimento. A cominciare dall'obbligo,
da ottobre, di munirsi del patentino anche per chi diventerà maggiorenne dopo il 30 settembre 2005.
Agli altri, e a chi è già patentato, non basterà per l'esonero sottoporsi a visita medica, ma sarà
necessario anche frequentare un corso di formazione presso un'autoscuola. L'esonero si applicherà
anche a chi ha la patente sospesa per l'infrazione prevista dall'articolo 142, comma 9, del dlgs
285/92. Scatterà poi il sequestro immediato del veicolo per chi viaggia senza casco o in due su un
motorino omologato per un solo passeggero, mentre arriva la targa personale abbinata a un solo
veicolo.
Codice della strada. Arriva la revoca definitiva della patente a chi provoca incidenti mortali
guidando sotto l'effetto di droghe o in stato di ebbrezza con tasso di alcol pari o superiore al doppio
del consentito. La revoca è prevista anche in caso di patteggiamento o sospensione della pena.
Buoni pasto. Entro 60 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del dl
115/2005, dovrà essere messa a punto la regolamentazione dei servizi sostitutivi di mensa, dopo la
protesta delle scorse settimane. In particolare, saranno definite le caratteristiche delle società di
gestione dei ticket, i requisiti degli esercizi commercialisti, i criteri di aggiudicazione delle gare
secondo l'offerta economicamente più vantaggiosa e le caratteristiche dei buoni.
Canoni demaniali. Slitta al 31 ottobre il termine per la rideterminazione dei canoni demaniali
marittimi, prevista dalla Finanziaria del 2004.
Rettifiche Inail. Salvo il principio dell'affidamento dei soggetti che hanno chiesto e ottenuto il
riesame del provvedimento di rettifica delle prestazioni Inail, dichiarato poi illegittimo dalla Corte
costituzionale. Gli interessati continueranno a percepire le medesime prestazioni, a condizione che
siano titolari, oltre che di un eventuale reddito di natura pensionistica o da rendita da lavoro, di un
reddito proprio assoggettabile a Irpef per un importo non superiore a 3 mila euro (esclusa la casa di
abitazione e relative pertinenze). Se il reddito supera tale limite, le prestazioni saranno ridotte in
proporzione.
Professioni. Si svolgeranno il 15 settembre le elezioni dei consigli territoriali degli ordini di dottori
agronomi, architetti, assistenti sociali, attuari, biologi, chimici, geologi e ingegneri. E il 15
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novembre si svolgeranno le elezioni per il Consiglio nazionale. È poi previsto che anche i candidati
che si presentano all'esame di abilitazione professionale o la cui valutazione sia stata ripetuta a
seguito di provvedimenti giurisdizionali o di autotutela, conseguono l'abilitazione professionale o il
titolo per il quale concorrono.
Aziende in crisi. Per far fronte alle esigenze di aziende e settori in crisi, con particolare riguardo al
settore tessile, dell'abbigliamento e calzature, si rende possibile la concessione di integrazioni
salariali con la stipula di specifici accordi governativi, che dovranno essere siglati entro il 10 agosto.
Discariche. Differito al 31/12/2005 il termine già previsto da un decreto legislativo di attuazione di
una direttiva comunitaria relativa alle discariche di rifiuti. Rimangono fuori dalla proroga le
discariche di II categoria di tipo A, a cui si conferiscono materiali di matrice cementizia contenenti
amianto, per le quali il termine è fissato alla data di entrata in vigore della legge di conversione.
(riproduzione riservata) Anna Linda Giglio
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Ill.mo Sig. Presidente dell’OUA
Avv. Michelina Grillo
e, p.c. Ill.mo Sig. Presidente del CNF
Avv. Prof. Guido Alpa
Oggetto: Comitato Organizzatore XXVIII Congresso nazionale Forense
Cara Michelina,
ricevo in questo momento una Tua, con data di ieri, che leggo contestualmente sulla Rassegna
Stampa edita dall’OUA e, sia pure con qualche perplessità, non mi sottraggo a questo pubblico
scambio epistolare, nella speranza di offrire qualche utile elemento di riflessione.
I. Volendo circoscrivere l’oggetto delle critiche espresse dalla giunta dell’AIGA, provo in primis ad
isolare le questioni sulle quali possiamo tranquillamente dirci concordi.
1. Non è in discussione la nostra onestà intellettuale che riconosco a Te ed agli esponenti
dell’Organismo: se così non fosse stato non avremmo potuto interloquire con lo spirito di leale
collaborazione di cui, anch’io, dò atto.
2. Non è dunque in discussione il progresso che si registra nei rapporti tra i soggetti forensi e
l’OUA, dovuto – come Tu stessa riconosci – all’azione compiuta dai Giovani Avvocati per far
cessare reciproche delegittimazioni.
3. Di più: non è in discussione che, insieme, siamo riusciti a spingerci ben oltre il mero (e, a mio
avviso naturale) rispetto reciproco, giungendo a perfezionare proposte comuni su obiettivi delineati
(come Tu giustamente ricordi) e che sono state oggetto di una precisa strategia politica
convintamene perseguita dall’AIGA.
II. I punti sui quali riflettere sono altri.
1. Nel novembre del 2004 l’AIGA ha dedicato il proprio Congresso Straordinario al tema “Unità
dell’Avvocatura” ed ha chiamato tutti i soggetti forensi ad esprimersi sulla sua praticabilità
attraverso un triplice livello di interventi:
- il primo (creare tavoli unitari per elaborare proposte comuni su obiettivi delineati) era
sostanzialmente in atto;
- il secondo (ottenere la partecipazione di tutta l’Avvocatura al Congresso Nazionale Forense)
poteva trovare prossima attuazione;
- il terzo (progettare un modello di rappresentanza politica in grado di assicurare maggiore
unitarietà) costituiva obiettivo del futuro.
Coerentemente con la nostra intenzione di fare quanto possibile per mettere subito in pratica il
secondo livello di interventi (e progredire sul cammino per l’Unità dell’Avvocatura), abbiamo
deciso di aderire all’invito (autorevolmente rivoltoci da Te e dal Presidente del CNF) a partecipare
al Comitato Organizzatore del Congresso Forense perché - a Vostro avviso - quella del Comitato era
la sede ideale per elaborare una proposta di modifica dello Statuto del Congresso.
2. Sai bene che tale modifica è pregiudiziale per la partecipazione al Congresso di quelle
componenti che, ad oggi, lo disertano in quanto non si riconoscono nell’OUA.
Sai altrettanto bene che tale posizione non è dettata da estemporaneità, ma da coerenza politica (e
dunque non è superabile in forza del Tuo accorato invito). L’AIGA, pur interloquendo con l’OUA
(come è preciso dovere di ogni soggetto forense) non gli ha delegato la propria rappresentanza e non
si riconosce in esso, di conseguenza non concorre, nelle assemblee circondariali, per inviare delegati
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al congresso che agiscano in rappresentanza dell’Associazione: se lo facesse finirebbe per
contribuire, in sede congressuale, anche alla scelta dei componenti dell’assemblea dell’OUA in cui
non si riconosce.
Orbene: è così difficile scindere il momento del dibattito congressuale (che interessa tutta
l’Avvocatura) da quello riguardante la nomina dei componenti dell’organo dell’OUA (che interessa
quanti ne fanno parte) e consentire la massima partecipazione democratica all’assise generale
dell’Avvocatura Italiana?
Questa era l’operazione affidata al Comitato Organizzatore: ma , nel corso delle 5 sedute, tenutesi
da novembre 2004 ad oggi, il tema non è mai stato affrontato.
3. Nel momento in cui la Giunta dell’AIGA lancia un segnale di allarme - preoccupata del fatto che,
anche stavolta, il percorso verso il Congresso Forense è lastricato di buone intenzioni che
rimangono inesorabilmente tali – Ti pare giusto replicare con la ‘classica’ istituzione di una (ormai
intempestiva) Commissione o, peggio, con l’ancor più classico ‘scaricabarili’?
Veramente credi che spettasse all’AIGA - ospitata nel Comitato Organizzatore per dare un proprio
parere sulle possibili proposte ivi sarebbero maturate - avanzare progetti di riforma dello Statuto
(testualmente: “del Congresso e dell’OUA”) ?
Ma, al di là della contesa su chi dovesse muovere il primo passo, non credi che un Organismo
politicamente forte dovrebbe rivendicare (ancor prima di guidare) il governo dei processi di
cambiamento, a maggior ragione se lo riguardano e ne riconosce l’utilità?
4. Questo è il problema che mi sta a cuore: far in modo che l’Avvocatura compia qualche concreto
passo in avanti verso l’unità politica; ma, per fare ciò, occorre che gli attuali Dirigenti Forensi
sappiano mettere da parte gli equilibrismi e trovare il coraggio per uno slancio decisivo.
Alle nostre spalle abbiamo troppe parole, i fatti da realizzare dipendono solo da Noi e Tu sai di
poter contare sulla totale e leale disponibilità dei Giovani Avvocati; ma, per favore, evitiamo, dopo
aver stretto tanti impegni, di ritrovarci nelle medesime condizioni del 2003: l’Avvocatura non ce lo
perdonerebbe.
Affettuosamente.
Mario Papa
Roma, lì 28.07.2005
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DIRITTO E GIUSTIZIA
Antiterrorismo: marcia a tappe forzate
Sedute notturne e discussione ad oltranza a Palazzo Madama per dare il via libera al decreto
antiterrorismo entro oggi. Ieri le commissioni Affari costituzionali e Giustizia hanno consegnato il
testo per l’Aula che oggi dovrebbe approvarlo in prima lettura. Immediata la risposta della Camera,
dove la commissione Affari costituzionali si è convocata già per oggi pomeriggio dove si lavorerà
anche tutta la notte per consegnare il testo all’aula di Montecitorio già sabato mattina.
La seduta delle commissioni riunite ieri pomeriggio è stata sospesa, per evitare che il
provvedimento arrivasse in Aula senza relatori, una decisione presa di comune accordo tra
maggioranza e opposizione che hanno concordato nel ritirare gli emendamenti non ancora esaminati
per poi ripresentarli durante l’esame dell’assemblea. Secondo le prime modifiche approvate dalle
commissioni, si è deciso che rispetto alle espulsioni il potere è del ministro dell’Interno che può
delegare i prefetti. Passato anche un emendamento della Margherita che stabilisce che il ricorso
amministrativo contro l’espulsione «in nessun caso può sospendere l’esecuzione del
provvedimento».
Nel primo pomeriggio, infatti, il gruppo della Margherita ha presentato a Palazzo Madama le
proprie proposte in materia contenute negli emendamenti presentati al pacchetto sicurezza. Alla
presenza del capogruppo al Senato, Willer Bordon, di Sandro Battisti, Maurizio Fistariol, Nando
Dalla Chiesa e del responsabile Giustizia, Giuseppe Fanfani, la Margherita si è dichiarata
sostanzialmente a favore delle misure presentate dal Governo, presentando solo alcuni correttivi per
le parti più lacunose. Le cinque proposte della Margherita prevedono innanzitutto l’istituzione della
superprocura antiterrorismo, da inserire quindi nel decreto legge e non nel disegno di legge come
invece intende fare l’esecutivo. Si propone inoltre di dare maggiori poteri alla polizia giudiziaria per
l’identificazione dei sospetti portando il fermo da 24 a 48 ore; di prevedere l’espulsione immediata
per coloro che s rifiutano di far accertare l’identità; di inserire il reato di incitamento pubblico ad atti
di terrorismo come aggravante del reato di istigazione e apologia di terrorismo, ed infine di
estendere i benefici ai collaboratori.
Tra le modifiche proposte ed accolte dalle commissioni riunite c’è stata appunto quella di affidare al
ministro degli Interni e non al Prefetto il potere di espulsione «per evitare – ha detto Dalla Chiesa –
che queste avvengano con criteri variabili e perché siano affidate alla responsabilità politica». Potere
che può comunque essere delegato ai prefetti.
Il ministro della Giustizia, Roberto Castelli, proprio rispetto alle modifiche presentate, premettendo
che «sono bene accetti gli emendamenti miglioratici» ha invitato tutti a fare «attenzione a non
limitare l’efficacia del pacchetto Pisanu con un malinteso senso di garantismo» perché «si farebbe il
gioco dei terroristi».
L’intervento di Pisanu. Mentre le commissioni riunite continuavano il loro lavoro sul
provvedimento, il ministro dell’Interno, Giuseppe Pisanu, ne illustrava all’Aula di Palazzo Madama
i punti principali. Nel nostro Paese l’allarme è alto ma «nella lotta contro il terrorismo – ha detto il
ministro – bisogna usare due mani: una armata contro i terroristi, l’altra offerta ai musulmani
pacifici. Prevenzione e repressione devono camminare speditamente ma nel rispetto dei valori
costituzionali. Non possiamo limitare oltre misura le libertà dei cittadini. Per combattere i nemici
della libertà non possiamo travolgere gli istituti vigenti e limitare oltre misura le libertà dei cittadini.
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Se lo facessimo concederemmo ai nostri avversari una autentica vittoria». Pisanu non ha rivendicato
poteri eccezionali, ma «esercitare con tutta l’efficacia possibile quelli previsti dalle norme vigenti».
«Opereremo – ha affermato – su quattro direttrici principali: difesa degli obiettivi più esposti,
controllo degli ambienti dove può prendere consistenza la minaccia terroristica, monitoraggio stretto
dei cittadini extracomunitari già interessati da inchieste giudiziarie e, naturalmente intensificare
delle altre indagini». Il ministro, infine ha annunciato l’attivazione della Consulta per l’Islam
italiano, un organismo che sarà chiamato «ad approfondire tutti i problemi che possono costituire
ostacolo all’integrazione e all’esercizio dei diritti civili, ivi compresi quelli connessi alla libertà
religiosa alla convivenza pacifica nell’ambito della nostra società».
La posizione dell’Anm. Il decreto legge anti-terrorismo provocherà gravi problemi di funzionalità
all’attività giudiziaria. A lanciare l’allarme ieri è stata l’Associazione nazionale magistrati che in
particolar modo ha messo sotto accusa la norma che sottrae il personale di polizia giudiziaria ai
compiti di notifica, di partecipazione alle udienze in veste di Pm ed agli adempimenti proprio del
processo innanzi al giudice di pace. Secondo il sindacato delle toghe «andrebbero previsti
meccanismi compensativi da attuare con la destinazione di altro personale quanto meno ai compiti
di notifica». Dubbi vengono espressi anche in merito al passaggio sulle intercettazioni telefoniche:
«non viene chiarito esplicitamente – dice il documento della Giunta esecutiva centrale – che anche
alle nuove intercettazioni preventive si applicano i termini e le procedure che l’articolo 226 fissa
precisamente e si individua, quale organo deputato ad autorizzare le suddette intercettazioni, il
Procuratore generale presso la Cassazione, mentre l’autorità giudiziaria più idonea sul piano
funzionale è costituita dai procuratori distrettuali, in conformità al modello indicato dal codice. E
queste, conclude la Gec sono solo i punti di immediato interesse pratico, mentre un approfondito
esame del decreto sia per gli aspetti giuridici che funzionali potrebbe far emergere altro. (p.a.)
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IL SOLE 24 ORE
LOTTA AL TERRORISMO • Il decreto legge sulla sicurezza introduce nel Codice due fattispecie
di reato che puniscono condotte « sintomatiche »
La tutela penale gioca d'anticipo
Nuovo intervento sul Codice penale per intensificare la lotta al terrorismo: con il decreto legge 144/ 05 (
pubblicato sulla « Gazzetta Ufficiale » n. 173 del 27 luglio e già in discussione al Senato per la conversione)
si integra infatti il sistema di incriminazioni del Codice penale in materia di terrorismo, già potenziato dopo
gli attentati dell' 11 settembre 2001.
Potenziamento necessario. Il precedente intervento legislativo aveva introdotto l'inedito reato di associazione
finalizzata al terrorismo anche internazionale nell'articolo 270 bis del Codice. Una figura criminosa che ha
però incontrato difficoltà in sede applicativa, legata com'è alla non agevole definizione del concetto di
terrorismo. Il dibattito che ha accompagnato di recente l'assoluzione di alcuni imputati di terrorismo
internazionale — una volta sfrondato dalle polemiche strumentali — ha evidenziato come le prospettive della
repressione penale non potessero essere affidate solo a quella precaria formulazione. In particolare, da più
parti è stata segnalata la necessità che il legislatore, più che cercare di punire la partecipazione a
organizzazioni dal profilo sfuggente, rivolgesse la sua attenzione a comportamenti individuali sintomatici
delle realtà terroristiche.
Due nuovi reati. Il provvedimento del Governo si muove in questa direzione. Infatti, l'articolo 15 del Dl
introduce nel Codice ( agli articoli 270 quater e 270 quinquies) due nuovi reati: quello di « arruolamento con
finalità di terrorismo anche internazionale » , punito con reclusione da sette a quindici anni, e quello di «
addestramento ad attività con finalità di terrorismo anche internazionale » , punito con reclusione da cinque a
dieci anni. La prima fattispecie punisce la condotta di chi recluta personale da avviare al compimento di atti
di violenza con finalità terroristica, indipendentemente dal luogo in cui questi debbano essere compiuti e a
prescindere dal fatto che tali atti vengano poi effettivamente consumati. La seconda, invece, è dedicata ad
addestramento o istruzione nella preparazione e nell'uso di esplosivi, armi di ogni genere e sostanze chimiche
o batteriologice, nonché di ogni altra tecnica o metodo strumentale al compimento di attentati terroristici.
Le due disposizioni sono accomunate da una clausola di riserva che ne esclude l'operatività se i
comportamenti rilevano ai fini dell'articolo 270 bis. Evidente, dunque, l'intenzione di utilizzare le nuove
incriminazioni proprio per supplire agli eventuali deficit probatori che l'accusa per la fattispecie associativa
spesso incontra, punendo in maniera autonoma, ancorché residuale, comportamenti ritenuti sintomatici
dell'esistenza di organizzazioni terroristiche.
I rischi. La strada imboccata con il Dl non è priva di rischi, poiché la repressione di comportamenti
sintomatici, se spinta all'eccesso, può portare a un'eccessiva anticipazione della soglia di rilevanza penale
dagli esiti incerti per le libertà fondamentali. Tuttavia, le condotte punite hanno un intrinseco ed evidente
disvalore, creando un elevato allarme sociale.Proprio la finalità di terrorismo richiamata anche dalle nuove
disposizioni impone qualche altra riflessione. Le anticipazioni degli ultimi giorni preannunciavano, tra i
contenuti del " pacchetto", anche una più compiuta definizione della nozione, di cui non c'è traccia nel Dl. In
particolare, l'Esecutivo non ha ceduto alla tentazione di mutuare dalla normativa internazionale la definizione
del termine terrorismo. Ma proprio la riproposizione dello stesso termine in connessione a condotte dalla più
spiccata e concreta materialità, come quelle di arruolamento e addestramento, sembra fornire ai giudici un
più deciso orientamento anche per interpretare l'articolo 270 bis. Sembra, infatti, emergere la volontà di
ancorare questa sfuggente nozione alla trasparenza semantica della parola « terrorismo » , prescindendo da
valutazioni sui reconditi obiettivi politici. W A PAG. 24 Gli altri approfondimenti sul Dl 144: dalle
disposizioni sui permessi di soggiorno agli obblighi per Internet Aggirati gli scogli interpretativi del recente
passato. LUCA PISTORELLI
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IL SOLE 24 ORE
Giurisprudenza, la Crui boccia il riordino
ROMA • I rettori della Crui e l'opposizione contestano la riforma della laurea in Giurisprudenza.
Mentre slitta a settembre l'esame del Ddl di riordino delle carriere dei docenti da parte dell'Aula del
Senato.
Ieri Piero Tosi, presidente della Conferenza dei rettori ( Crui), ha ribadito il « più netto dissenso del
sistema universitario all'avvio della riforma di Giurisprudenza a partire dal prossimo anno
accademico 2005/ 2006 » , e ha chiesto, insieme alla Conferenza dei presidi di Giurisprudenza, di «
procedere alla riforma a partire dall'anno accademico 2006/ 2007 » .
Secco « no » , invece, da parte dei senatori Ds Luciano Modica, Maria Chiara Acciarini, Vittoria
Franco e Fulvio Tessitore, che chiedono al Governo « il ritiro del decreto » .
« Contestiamo — hanno detto i senatori — che la facoltà di giurisprudenza debba essere oggetto di
una deroga rispetto al resto dell'ordinamento universitario » e puntano il dito contro un testo
normativo che « introduce il numero chiuso per l'ammissione alla laurea magistrale in
Giurisprudenza in modo del tutto illegittimo e restringe l'autonomia degli atenei attraverso la
determinazione nazionale di un numero di crediti molto elevato » .
Ma il sottosegretario all'Istruzione, Maria Grazia Siliquini, fa notare che « i tempi per l'applicazione
della riforma sono lasciati alla libera valutazione delle facoltà di Giurisprudenza, che possono
applicare le nuove regole subito o per il prossimo anno accademico 2006/ 2007 » e che « il Governo
non ha imposto nulla, ma ha responsabilmente dato l'opportunità alle facoltà di decidere liberamente
per l'attivazione del corso di laurea magistrale a ciclo unico » . Intanto, slittano i tempi per l'approdo
in Aula al Senato del Ddl di riordino dello status giuridico dei docenti universitari: dalla
Commissione Bilancio di Palazzo Madama non è ancora giunto il previsto parere. La Commissione
Istruzione del Senato riprenderà l'esame del testo il prossimo 14 settembre. ALESSIA TRIPODI
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IL SOLE 24 ORE
LA NUOVA PRESCRIZIONE
L'Anm: con l'ex Cirielli gravi crimini senza pena
Dopo l'approvazione al Senato, proseguono le polemiche sulla ex Cirielli. Lascerà « impuniti autori
di gravi reati denuncia l'Anm e moltiplicherà il numero, già elevatissimo, di processi penali che si
chiudono con una dichiarazione di estinzione del reato » . Per il sindacato delle toghe, il Ddl
stravolge i processi in corso introducendo « una differenziazione dei termini di prescrizione su base
soggettiva » .
« L'Anm stravolge la verità ribatte Enzo Fragalà ( An) ora le decisioni sulla prescrizione saranno
uguali per tutti » .
Ma è polemica anche sulla mancata nomina del nuovo procuratore antimafia. I consiglieri laici della
Cdl chiedono al vice presidente del Csm, Virginio Rognoni, e al presidente Carlo Azeglio Ciampi di
intervenire per consentire al Csm di nominare subito il Pna superando l'ostruzionismo « del
presidente della Quinta Commissione, Francesco Menditto » .
Che replica: « Da me nessunn ostruzionismo » , è casomai la riforma dell'ordinamento a rallentare la
procedura, impedendo al Pg di Torino, Giancarlo Caselli di concorrere e a 600 magistrati di correre
per incarichi direttivi. Nella polemica interviene anche Romano Prodi: « Aboliremo tutte le norme
contro persone specifiche » a partire da quella contro Caselli.
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DIRITTO E GIUSTIZIA
Quelli che... non gli piace la prescrizione amica
L’Associazione nazionale magistrati contro la riforma della prescrizione. All’indomani
dall’approvazione del disegno di legge meglio noto come ex Cirielli o salva-Previti (vedi tra gli
arretrati del 28 luglio), la Giunta esecutiva centrale dell’Anm ha divulgato un duro documento
contro il provvedimento. «Il tormentato iter del disegno di legge – si legge nel testo – che riscrive la
disciplina della prescrizione sta mettendo in luce le gravi incongruenze e le contraddizioni della
normativa che si vuole introdurre. Le nuove regole - dirette a ridurre per la quasi totalità dei reati i
termini di prescrizione -sono sganciate da ogni intervento di semplificazione e di accelerazione del
processo penale ed avranno perciò solo l'effetto di moltiplicare il numero, già oggi elevatissimo, di
processi penali che si chiudono con una dichiarazione di estinzione del reato; con un immenso
spreco di energie individuali e di risorse economiche e lasciando impuniti autori di gravi ed
allarmanti reati, in contrasto con il dichiarato fine di tutela della sicurezza dei cittadini». Secondo il
sindacato delle toghe il provvedimento «opera pesantissimi interventi su processi in corso, alcuni
dei quali giunti ormai alla fase conclusiva sottraendo al definitivo accertamento di responsabilità
anche imputati già raggiunti da due conformi sentenze di condanna». Infine, dice l’Anm «si
introduce per la prima volta nel nostro ordinamento e in contrasto con la ratio dell’istituto della
prescrizione, una differenziazione dei termini di prescrizione su base soggettiva, attraverso la
previsione di termini via via crescenti per le diverse categorie di recidivi».
Ma a pronunciarsi contro le nuove disposizioni sono stati anche i professori di diritto penale
(l’appello è leggibile tra i documenti correlati), secondo i quali se il provvedimento diventasse legge
«abolirebbe di fatto norme incriminatrici di gravissimi delitti, avrebbe sicuri effetti criminogeni e,
sotto svariati profili, violerebbe il principio di equaglianza/ragionevolezza sancito dall’articolo 3
della Costituzione».
Gia oggi, sostengono i docenti, l’estinzione dei reati per prescrizione è un’allarmante patologia del
sistema penale italiano: «nel 1999 erano caduti in prescrizione circa 113 mila reati» e nel corso degli
anni a seguire si è registrato «un crescendo impressionante» passando a 123 mila nel 2001, 151 mila
nel 2002 e 183 mila nel 2003, mentre le stime per il 2004 parlano di 210 mila reati prescritti. Oltre a
contestare le scelte fatte dal legislatore rispetto alla prescrizione, gli accademici rilevano «manifesti
vizi di illegittimità costituzionale, per violazione del principio di ragionevolezza sancito
dall’articolo 3 Cost.». «Il primo e più macroscopico profilo di irragionevolezza – dice ancora
l’appello – emerge dalla considerazione dei suoi effetti: è irragionevole che il legislatore minacci
cinque o sei anni di reclusione e al contempo garantisca a chi si accinge a delinquere che quella
minaccia cadrà nel vuoto, perché il reato da lui commesso cadrà in prescrizione». Un altro profilo di
irragionevolezza, proseguono i professori, risiede nella scelta di accomunare le cause di interruzione
e i sospensione della prescrizione, disponendo che in nessun caso la sospensione e l’interruzione
della prescrizione, anche congiuntamente considerate, possono comportare l’aumento di più di un
quarto del tempo necessario a prescrivere.
Per tutti questi motivi, i firmatari del documento esprimono «la loro profonda preoccupazione per i
dirompenti effetti che la progettata legge produrrebbe sulla convivenza civile e sul funzionamento
della giustizia penale». Occorrerebbe invece, concludono i professori, riprendere la strada verso una
riforma che sia in grado di arginare la grave patologia della prescrizione, riconsegnando al diritto
penale la sua imprescindibile efficacia ed effettività.
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Appello dei professori di diritto penale
contro il disegno di legge in materia di prescrizione
I sottoscritti, professori di diritto penale, richiamano l'attenzione sul Disegno di legge n. 3247,
attualmente all'esame del Senato, che comporta l'abbreviazione dei tempi per la prescrizione di
ampie classi di reati, segnalando che, se diventasse legge, abolirebbe di fatto norme incriminatrici di
gravissimi delitti, avrebbe sicuri effetti criminogeni e, sotto svariati profili, violerebbe il principio di
eguaglianza/ragionevolezza
sancito
dall'art.
3
Cost.
Com'è noto, già oggi l'estinzione dei reati per prescrizione è un'allarmante patologia del sistema
penale italiano. Nel 1999 erano caduti in prescrizione circa 113 mila reati; con un crescendo
impressionante si è passati a 123 mila nel 2001, 151.000 nel 2002, 183 mila nel 2003; secondo le
previsioni ministeriali, si arriverà a 210.000 nel 2004.
Tra i giuristi divergono le opinioni non sul bisogno di una cura, ma solo sulla scelta della cura più
appropriata per arginare una così devastante patologia. Saremmo tornati a discutere sul 'che fare?'
nel marzo e nell'ottobre di quest'anno, in occasione di congressi già programmati. Purtroppo oggi ci
troviamo di fronte ad un progetto che, accelerando la prescrizione dei reati, si muove in senso
diametralmente opposto a quello auspicato da tutti.
Per effetto della approvazione della legge diventerebbero sostanzialmente inapplicabili norme
incriminatrici di gravi reati. Delitti puniti con la reclusione sino a cinque o sei anni - come, ad
esempio, la corruzione per atti contrari ai doveri d'ufficio, l'usura, il furto in abitazione, l'omicidio
colposo, gran parte dei reati di sfruttamento della prostituzione, dei reati tributari e del
contrabbando legato alla criminalità organizzata - oggi si prescrivono in 15 anni (in presenza di atti
interruttivi): in base al progetto si prescriverebbero invece in soli 7 anni e mezzo (in presenza di atti
interruttivi), incrementandosi a dismisura il numero dei reati destinati a morire per prescrizione.
Un codice penale così riformato avrebbe addirittura un effetto criminogeno: la consapevolezza
dell'impunità per effetto della prescrizione si tradurrebbe in una sorta di istigazione a delinquere. Il
disegno di legge, dunque, anziché curare il cancro della prescrizione, ne causerebbe la metastasi.
Non solo. Il disegno di legge all'esame del Senato presenta nel suo complesso gravi e manifesti vizi
di illegittimità costituzionale, per violazione del principio di ragionevolezza sancito dall'art. 3 Cost.:
vizi rilevabili già nella fase della promulgazione di una legge che recepisse i contenuti di quel
progetto.
Il primo, e più macroscopico, profilo di irragionevolezza del disegno di legge emerge dalla
considerazione dei suoi effetti: è irragionevole che il legislatore minacci cinque o sei anni di
reclusione, e al contempo garantisca a chi si accinge a delinquere che quella minaccia cadrà nel
vuoto, perché il reato da lui commesso cadrà in prescrizione.
Un ulteriore profilo di irragionevolezza del disegno di legge risiede nella scelta di accomunare le
cause di interruzione e di sospensione della prescrizione, disponendo che "in nessun caso la
sospensione e l'interruzione della prescrizione, anche congiuntamente considerate, possono
comportare l'aumento di più di un quarto del tempo necessario a prescrivere" (art. 6 n. 5).
L'irragionevolezza è manifesta, poiché l'interruzione e la sospensione rispondono a logiche del tutto
diverse: l'interruzione è espressione del perdurante interesse dell'autorità giudiziaria a reprimere il
reato; la sospensione, all'opposto, è espressione della forzata inattività dell'autorità giudiziaria, che
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per poter compiere ulteriori atti processuali deve attendere determinazioni o provvedimenti di altre
autorità o il venir meno di impedimenti delle parti o dei loro difensori.
I firmatari di questo documento esprimono, in conclusione, la loro profonda preoccupazione per i
dirompenti effetti che la progettata legge produrrebbe sulla convivenza civile e sul funzionamento
della giustizia penale. Nel contempo riaffermano il proposito di riprendere la strada verso una
riforma che sia in grado di arginare la grave patologia della prescrizione, riconsegnando al diritto
penale la sua imprescindibile efficacia ed effettività.
GIULIANO VASSALLI (professore emerito Univ. Roma 'La Sapienza'); ALBERTO CRESPI
(professore emerito Univ. Milano Statale); CESARE PEDRAZZI (professore emerito Univ. Milano
Bocconi); GIORGIO MARINUCCI (Univ. Milano Statale); FEDERICO STELLA (Univ. Milano
Cattolica); FERRANDO MANTOVANI (Univ. Firenze); ALBERTO ALESSANDRI (Univ. Milano
Bocconi ); FRANCESCO ANGIONI (Univ. Sassari); GIULIANO BALBI (Univ. Napoli II);
ARMANDO BARTULLI (Univ. Milano Cattolica); ALESSANDRO BERNARDI (Univ. Ferrara);
MARTA BERTOLINO (Univ. Milano Bicocca); DAVID BRUNELLI (Univ. Perugia); MAURO
CATENACCI (Univ. Teramo); STEFANO CANESTRARI (Univ. Bologna); GIOVANNI COCCO
(Univ. Cagliari); GENNARO VITTORIO DE FRANCESCO
(Univ. Napoli II);
GIOVANNANGELO DE FRANCESCO (Univ. Pisa); MARIAVALERIA DEL TUFO (Univ.
Napoli Suor Orsola Benincasa); CRISTINA DE MAGLIE (Univ. Pavia); GIANCARLO DE VERO
(Univ. Messina); EMILIO DOLCINI (Univ. Milano Statale); LUCIANO EUSEBI (Univ. Cattolica
Piacenza); GIOVANNI FIANDACA (Univ. Palermo); CARLO FIORE (Univ. Napoli Federico II);
GIOVANNI FLORA (Univ. Firenze); LUIGI FOFFANI (Univ. Trento); LUIGI FORNARI (Univ.
Catanzaro); GABRIELE FORNASARI (Univ. Trento); GABRIO FORTI (Univ. Milano Cattolica);
SERGIO MOCCIA (Univ. Napoli Federico II); VITO MORMANDO (Univ. Bari); FRANCESCO
PALAZZO (Univ. Firenze); CARLENRICO PALIERO (Univ. Milano Statale); MICHELE PAPA
(Univ. Firenze); MARCO PELISSERO (Univ. Alessandria); CARLO PIERGALLINI (Univ.
Macerata); PAOLO PISA (Univ. Genova); SALVATORE PROSDOCIMI (Univ. Brescia);
DOMENICO PULITANO' (Univ. Milano Bicocca); MARIO ROMANO (Univ. Milano Cattolica);
SERGIO SEMINARA (Univ. Pavia); PLACIDO SIRACUSANO (Univ. Messina); GIUSEPPE
SPAGNOLO (Univ. Bari); FRANCESCO VIGANO' (Univ. Milano Statale); SERGIO
VINCIGUERRA (Univ. Torino); MARIO ZANCHETTI (Univ. Castellanza); GIAMMARCO
AZZALI (Univ. Bari Jean Monnet); CARLO BENUSSI (Univ. Milano Statale); GIOVANNI
CERQUETTI (Univ. Perugia); STEFANO FIORE (Univ. Campobasso); SILVIA LARIZZA (Univ.
Pavia); MARCO MANTOVANI (Univ. Macerata); ENRICO MEZZETTI (Univ. Teramo);
CLAUDIA PECORELLA (Univ. Milano Bicocca); DAVIDE PETRINI (Univ. Torino);
FRANCESCO SCHIAFFO (Univ. Salerno); STEFANO TORRACA (Univ. Campobasso); CARLO
RUGA RIVA (Univ. Milano Bicocca).
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IL SOLE 24 ORE
Oggi in agenda alla commissione Giustizia del Senato gli ultimi due articoli del progetto
La riforma del condominio cerca un « sì »
ROMA • Meno due. Perché alla riforma del condominio sia detto il primo sì, in commissione
Giustizia al Senato, manca solo l'approvazione degli emendamenti agli articoli 16 e 20 del testo
unificato, frutto di un paziente lavoro di coordinamento dei progetti di legge presentati dal settembre
2001 in poi. L'esame del primo ramo del Parlamento doveva finire ieri.
Ma, complice l'arrivo in Aula del decreto legge sul terrorismo, la riunione in commissione è stata
rimandata a oggi. Se il Senato lo licenzierà, il testo approderà a settembre alla Camera.
La riforma. Quella che cambia le regole del condominio è una riforma attesa da 12 milioni di
famiglie che vivono nei quasi 850mila condomini italiani. Affetti da un altissimo tasso di litigiosità.
Proprio l'obiettivo di semplificare la materia — ancora regolata dalle norme del codice civile del
1942 — e DI ridurre il contenzioso ha guidato i lavori della commissione Giustizia. « L'innovazione
principale è il superamento dell'unanimità per cambiare la destinazione d'uso e sostituire le parti
comuni » , spiega il relatore Franco Mugnai ( An). Lo schema di legge permette di intervenire sulle
parti comuni se l'assemblea lo delibera a maggioranza. Nuove norme sono previste anche in materia
di innovazioni, con maggioranze semplificate per le opere che migliorano la sicurezza dell'edificio e
l'installazione di impianti centralizzati per connessioni internet, televisioni via cavo o satellitari.
Le questioni aperte. Dopo aver trovato una soluzione condivisa su quasi tutti i punti, « accogliendo
le osservazioni dell'opposizione e delle parti sociali » , come precisa il relatore Mugnai, resta da
definire la delicata questione dei rapporti tra i condomini morosi, quelli in regola con i pagamenti e i
terzi creditori. L'articolo 16 del testo unificato riscrive completamente l'articolo 63 delle
disposizioni attuative del codice civile, attenua il vincolo di solidarietà tra i condomini e prevede
che il creditore, prima di pretendere il pagamento dai condomini in regola, tenti l'escussione del
condomino moroso. Sul punto in commissione non si è ancora trovato un accordo.
Come è successo anche sulla questione, che ha scatenato le reazioni delle parti sociali,
dell'istituzione, presso le Camere di commercio, dell'elenco pubblico degli amministratori di
condominio.Mugnai sgombra il campo dai dubbi che l'elenco sia la prima mossa che prelude alla
creazione di un vero e proprio albo degli amministratori.Per il relatore l'obiettivo dell'articolo 20
dello schema di legge, che riscrive l'articolo 71 delle disposizioni attuative del codice civile, è
quello di semplificare e rendere più trasparenti i rapporti tra il condominio e i terzi: lo stesso della
disposizione, già approvata in commissione, che prevede l'obbligo di affiggere sul portone del
condominio la " targa" con il nome e il numero di telefono dell'amministratore. « Norme
antievasione » , le definisce Mugnai, che mirano all'emersione di tutti quei condomini che
ufficiosamente svolgono le funzioni di amministratore: più di 500 mila, secondo le stime di
Confedilizia.
L'elenco pubblico ha ricevuto il convinto plauso dell'Associazione nazionale amministratori
condominiali e immobiliari. E registrato l'opposizione dell'Associazione liberi amministratori
condominiali, dell'Associazione piccoli proprietari case, del Coordinamento registri amministratori
immobiliari Confedilizia, della Libera associazione amministratori immobiliari e di Unioncasa, che
hanno denunciato, in una nota diffusa nei giorni scorsi, gli oneri che l'obbligo di iscrizione e le spese
di registrazione porterebbero ai condomini. Manca l'accordo sull'elenco pubblico degli
amministratori. Valentina Maglione
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Roma, 23 settembre 2005
AUDITORIUM CASSA FORENSE
Via E. Q. Visconti n. 8
LA NORMATIVA ANTIRICICLAGGIO PER I PROFESSIONISTI
Seminario di approfondimento
-
Le valutazioni dell’Avvocatura
I contenuti giuridici ed i riflessi sul segreto professionale
L’innovazione per i soggetti obbligati
Gli strumenti operativi per controlli e segnalazioni
La deontologia professionale
Impatto sulla gestione dell’attività professionale
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TEMI TRATTATI
La normativa-base e le novità del Regolamento
- i principi della legge n. 197/1991 e le modifiche introdotte dal D.Lgs. 56/2004
- le norme già in vigore sul contante e sui titoli al portatore; il trattamento dei mezzi di
pagamento
- le regole di registrazione dei rapporti e dei movimenti: la regolare tenuta dell’AUI
- le modifiche alle regole sull’identificazione della clientela
La segnalazione delle operazioni cosiddette “sospette”
- operazioni “anomale” e operazioni”sospette”: quali e quando segnalarle
- i soggetti obbligati nell’attività legale
- il ruolo del “responsabile antiriciclaggio” nell’ambito dello studio legale
- il Decalogo-ter della Banca d’Italia: esemplificazioni operative valide per l’attività
legale
Configurazioni del reato di riciclaggio
- la nozione “aggiornata” del reato di riciclaggio
- configurazioni operative del riciclaggio ed elementi induttivi per i soggetti obbligati
- la funzione e le potenzialità informative della conoscenza della clientela
- gli obblighi di informazione alla clientela
- gli oneri nei confronti delle Autorità in caso di infrazioni della clientela
I rapporti con il Ministero dell’Economia e la Commissione Infrazioni Valutarie
- il legale come “pubblico ufficiale” nella lotta al riciclaggio: funzioni e limiti
- modalità e termini della contestazione delle infrazioni
- il meccanismo della cd. “oblazione”
- il procedimento innanzi alla Commissione per le Infrazioni valutarie
- i rapporti con l’UIC ed il ruolo congiunto nell’azione antiriciclaggio
Come e cosa cambia per la professione legale
- la registrazione della clientela
- gli obblighi contabili
- i nuovi obblighi deontologici
- l’informativa obbligatoria
- la modulistica interna ed esterna
- la formazione ed il codice interno
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Programma dei lavori
“I nuovi obblighi antiriciclaggio per gli avvocati e i liberi professionisti”
9.30
Indirizzo di saluto, Avv. Maurizio De Tilla, Presidente Cassa Nazionale Forense
9.45
Presentazione Convegno – Le posizioni espresse dall’OUA sul tema, Avv. Andrea Pasqualin,
Segretario Organismo Unitario dell’Avvocatura
10,15 La normativa antiriciclaggio in Italia: principi e regole, Prof. Ranieri Razzante, Docente di
Legislazione Antiriciclaggio nell’Università di Macerata, Consulente O.U.A.
10.45 Il Nuovo regolamento ministeriale per le libere professioni, Dott. Federico Luchetti,
Dirigente Servizio Antiriciclaggio del Ministero dell’Economia
11.15 Coffee break
11,45 Riciclaggio e crimine organizzato: la collaborazione tra professionisti e magistratura, Cons.
Pier Luigi Dell’Osso, Sostituto Procuratore Direzione Nazionale Antimafia
12.15 Interventi programmati e Dibattito
13,30 Brunch
15,00 Le implicazioni delle nuove regole per le professioni legali, Avv. Maurizio Arena, Studio
Legale Arena in Roma – Direttore Rivista www.reatisocietari.it
15,30
Il Ruolo della Guardia di Finanza e l’apparato sanzionatorio, Col. Bruno Buratti,
Comandante Nucleo Speciale Polizia Valutaria GdF
16,00 Interventi programmati e Dibattito
17,00 Conclusioni a cura del chairman, Prof. Ranieri Razzante
17,30 Chiusura dei lavori, Avv. Michelina Grillo, Presidente Organismo Unitario dell’Avvocatura
Italiana
Sono stati invitati a partecipare al Seminario il Sottosegretario agli Interni On. Alfredo Mantovano
e il Sottosegretario all’Economia e Finanze On. Michele Vietti
Per facilitare l’organizzazione dei lavori e la diffusione dei materiali, si prega di confermare la
partecipazione alla Segreteria OUA – Signora Gabriella
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