Il Tirreno - Grendi annuncia 10 posti di lavoro e 100 camion al giorno
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Il Tirreno - Grendi annuncia 10 posti di lavoro e 100 camion al giorno
ONORANZE FUNEBRI SAN CECCARDO Via Carlo Fontana, 25 Carrara tel. 0585.72812 c e l l. 3 4 9 . 6 3 0 6 3 9 5 Un colosso da 40 milioni di fatturato che arriva nel territorio apuano dopo trent’anni di monopolio della Porto spa Carrara ■ Numeroverde 800019036 ■ Ag.fotografica ClaudioCuffaro ■ email [email protected] ■ Telefono 0585/777333 ■ Fax 0585/777217 faccia a faccia con le imprese E Assindustria (invitata) non si presenta all’incontro Al Comitato portuale avevano votato contro l’arrivo del gruppo Grendi in porto. E ieri pomeriggio, all’incontro organizzato alla Camera di Commercio per fare conoscere i fratelli Antonio e Costanza Musso alle imprese, di Assindustria non si è presentato nessuno. Anche se, assicurano dall’organizzazione dell’ente camerale, l’invito era stato regolarmente fatto, anche attraverso una telefonata. In sala rossa si sono visti rappresentanti di Cna, Confartigianato (nella foto la platea) e nessuno degli industriali, nonostante in conferenza stampa proprio Costanza Musso aveva precisato che il voto contrario all’ingresso del gruppo Grendi è ormai acqua passata: «Poi ci siamo conosciuti e spiegati». E intanto, anche senza Assindustria, l’incontro alla Camera di Commercio si è rivelato molto interessante per gli operatori, soprattutto quelli dell’autotrasporto: «Quello che è emerso - ha spiegato il presidente della Camera, Dino Sodini - è la disponibilità del ◗ CARRARA il caso VIII il PORTO di Alessandra Vivoli Cento, al massimo 120, camion al giorno, che passeranno dal casello di Massa. Dieci posti di lavoro, tanto per cominciare, e, per il momento solo trenta curricula. Un’area in concessione di 40mila metri quadrati per lo stoccaggio, per vent’anni, dentro al porto di Marina di Carrara. Ecco i grandi numeri del gruppo Grendi il secondo operatore dello scalo apuano, dopo trent’anni di monopolio. La concessione è arrivata il primo aprile. La linea marittima in porto a Marina di Carrara (destinazione Cagliari) sarà operativa dal 23: una ventina di giorni saranno necessari per approntare il tutto, poi i traffici del secondo operatore dello scalo marinello potranno partire. Una vera e propria rivoluzione, dopo la lunga gestione della Porto spa di Enrico Bogazzi, che vede protagonista il gruppo Grendi dei fratelli Costanza e Alberto Musso. Sono stati proprio loro, ai vertici di un’azienda nata a Genova nel 1828 che ha all’attivo 75 dipendenti diretti e 250 nell’indotto, e un fatturato di 40 milioni i euro, a illustrare il loro piano industriale nella sala rossa della Camera di Commercio, dopo aver incontrato i sindaci di Massa e di Carrara e prima di una presentazione con gli imprenditori organizzata dall’ente camerale. La nuova linea Carrara-Cagliari. La nave Stena attraccherà al porto di Marina di Carrara, nella banchina Buscaiol il prossimo 23 aprile. In sostanza tornerà laddove è stata costruita: la prima parte in un cantiere di Viareggio, poi venne acquistata da Enrico Bogazzi e infine venduta all’armatore del gruppo Stena. Adesso è noleggiata IL TIRRENO MARTEDÌ 5 APRILE 2016 gruppo Grendi a offrire opportunità all’autotrasporto locale e questo è un segnale che fa davvero ben sperare». Al tavolo della sala rossa, insieme a Dino Sodini, Alberto e Costanza Musso, era seduto anche il presidente dell’Autorità portuale, Francesco Messineo. Dal gruppo Grendi il suo lavoro è stato particolarmente apprezzato. «Il discorso con il porto di Marina di Carrara era cominciato già molto tempo fa - ha spiegato Antonio Musso - Diciamo che con il presidente Messineo abbiamo trovato le condizioni ottimali per poter concretizzare la nostra proposta, con tanto di concessione dentro allo scalo». La scelta di Marina di Carrara? «È un porto strategico per i traffici verso Toscana, Emilia e Sud Lombardia - ha proseguito Musso - E il fatto di poter lavorare come operatore autonomo di ha dato la spinta in più». Un’operazione conclusa con la “benedizione” di Enrico Bogazzi: «è stato il primo - assicurano i fratelli Musso - a darci il benvenuto». Grendi annuncia 10 posti di lavoro e 100 camion al giorno I numeri del nuovo operatore portuale: 40 milioni di fatturato I traffici dal 23 aprile, i mezzi pesanti passeranno da Massa dal gruppo Grendi per la linea su Cagliari trasferita a Marina di Carrara. A vado Ligure (dove attualmente lavorano 17 persone) rimarrà solo l’attività portuale e parte del personale sarà trasferito a Carrara. L’investimento previsto è di 8,2 milioni di euro nei primi 5 anni di concessione, destinati a dotare le banchine di nuovi mezzi per la movimentazione dei carichi rotabili in arrivo e in partenza. La tipologia di merci (il traffico previsto è tre giorni a settimana) verso la Sardegna spazia dagli alimentari -Lavazza è uno dei clienti- agli elettrodomestici, l’hifi passando per l’abbigliamento (Coin, Oviesse e Bata sono i distributori). Da Cagliari al continente invece arriveranno arriveranno sale, riso, gesso e altri materiali: e arriveranno sigillati nei container, a zero rischio polveri per rassicurare gli am- bientalisti. I camion? passeranno da Massa. Nessuna polemica. E nessuna volontà di alimentare il campanilismo fra Massa e Carrara. Ma una spiegazione chiara che, prima dell’incontro con la stampa è stata fornita ai sindaci Zubbani e Volpi. «I camion al giorno saranno al massimo 120 - ha detto Alberto Musso - e si muoveranno di primo mattino o la sera molto tardi. Un numero che rispecchia la realtà di nicchia che costituisce il nostro gruppo. Per quel che riguarda l’itinerario l’uscita di massa per- La Ignazio Messina rivuole i soldi Contenzioso sulla tassa di ancoraggio finisce alla Corte di giustizia europea ◗ CARRARA La Ignazio Messina Spa, che è la prima compagnia italiana nel campo delle navi Ro-Ro portacontenitori (e la seconda al mondo), contro l’Autorità portuale di Marina di Carrara. Per una questione di tasse di ancoraggio. La compagnia genovese chiede all’ Port Autority di Marina, ma anche all’Agenzia delle Dogane e alla Capitaneria di Porto di Marina di Carrara il rimborso di 40.000 euro sostenendo di essere stata chiamata a pagare tasse por- tuali più alte del dovuto. Si tratta di un contenzioso simile a quello che la Messina ha aperto anche in altri scali portuali, quelli della Spezia e di Genova – e con in gioco somme decisamente più importanti – e che è adesso “incardinato” davanti alla commissione tributaria provinciale di Massa Carrara. In sostanza, la Ignazio Messina solleva una questione di diritto internazionale. Sostiene cioè attraverso i sui legali – qui a Massa Carrara è rappresentata dall’avvocato Silvana Pedroni Menconi – che la tas- sa di ancoraggio, corrispettivo per l'occupazione dello spazio acqueo nazionale che può essere pagato per singolo scalo ovvero con abbonamento annuale, è maggiorata per le navi provenienti da o dirette verso il porto di uno Stato non appartenente all’Unione Euriea. In tali casi viene applicata un'aliquota più elevata. Ma ciò sarebbe in contrasto con il regolamento europeo che sancisce il principio della libera prestazione di servizi nell'ambito del trasporto marittimo tra stati membri e tra stati membri e stati extra Ue quando l'impresa che effettua i trasporti sia stabilita in uno stato UE ovvero si tratti di società di navigazione stabilite fuori della Comunità e controllate da cittadini di uno stato membro. Per l’avvocato Pedroni Menconi, dunque, non esiste alcuna ragione che giustifichi la maggiorazione nell'applicazione della tassa di ancoraggio a navi impiegate con paesi extra UE. «La tassa di ancoraggio infatti – argomenta l’avvocatessa – non ha alcuna correlazione con il costo sostenuto dallo Stato per ragioni di sicu- rezza e controllo di frontiera, la tassa viene incassata da un soggetto - autorità portuale che non effettua alcuna attività di controllo e sicurezza, inoltre i controlli di frontiera e sicurezza sono effettuati soltanto sulla merce ed i passeggeri, non sulla nave (le navi non vengono sdoganate)». La capitaneria di porto di marina di Carrara si è opposta alla richiesta di rimborso sostenendo da una parte che il diritto di richiedere la restituzione della maggiorazione della tassa è scaduto. Dall’altra, la Capitaneria sostiene che la normativa italiana in materia di tasse di ancoraggio sarebbe compatibile con il regolamento Ue e che la commissione europea avrebbe già archiviato una procedura di