per la lingua da tradurre non esiste nessun manuale
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per la lingua da tradurre non esiste nessun manuale
Quine 28 February 2017 La verità ha che fare col linguaggio? Davidson è il filosofo che ha risposto in maniera più diretta: sì semantica vero-condizionale Davidson dedica al proprio insegnante Quine la raccolta Verità e interpretazione (1984) “senza Quine, non si sarebbe stato lavoro serio in filosofia el linguaggio" QUINE - filosofo più influente della filosofia analitica del Novecento (1960) Parola e oggetto - cap.2, Significato e traduzione esperimento mentale della traduzione radicale traduzione che avviene in una lingua e cultura radicalmente diverse da quelle del traduttore per la lingua da tradurre non esiste nessun manuale di traduzione, né diretto né indiretto situazione antropologica vi è un traduttore che parla l’italiano vi è un traducendo indigeno che parla una lingua radicalmente sconosciuta vi è un ambiente in cui traduttore e indigeno si relazionano in questo ambiente succede qualcosa e l'indigeno emette dei suoni unici dati a nostra disposizione per tradurre una lingua: emissione di suoni e accadimento in un ambiente passa un coniglio e l’indigeno emette i suoni “Gavagai” dove “Gavagai" non sarebbe una parola (“coniglio") bensì un enunciato (“Ecco un coniglio”, “Coniglio!” - enunciato olofrastico) “gavagai” (minuscolo) sarà la parola “coniglio”; quest’ultimo non avrà valori di verità l’enunciato è il punto di partenza al linguaggio, non la parola fenomeno linguistico della segmentazione: si passa da un piano continuo (parlato) a uno discreto (scritto) il dato è la stimolazione sensoriale prodotta dall’ambiente (empirismo radicale) noi non siamo in rapporto diretto con gli oggetti, ma entriamo in contatto con essi mediatamente, attraverso le stimolazioni sensoriali che esse producono in noi Davidson: tra soggetto e oggetto vi sono dei media epistemologici Quanto di una lingua è possibile tradurre basandoci su soli due tipi di dati cui possiamo avere accesso (emissioni e stimolazioni sensoriali)? la stimolazione sensoriale dil soggetti può per Quine essere verificata scientificamente e comparata Ipotesi di traduzione: “Gavagai” = “Ecco un coniglio” data una stimolazione sensoriale, non è prevedibile quale sarà il linguaggio adottato differenza tra l’uomo e l’animale: per il primo la previsione è strutturalmente impossibile, mentre per il secondo è possibile questa ipotesi va verificata: cosa succede quando l’indigeno dice “Gavagai”? si può chiedere all’indigeno “Gavagai?” quando non c’è nessun coniglio in vista, e verificare affermazione o negazione per confermare il significato dell’enunciato problemi: come fare a riconoscere assenso o dissenso? come formulare l’intensione interrogativa in una lingua radicalmente diversa? invariante antropologica disponibile: non conosciamo uomini che non ridano; espressioni facciali emozionali in generale l’esempio introduce la nozione di indeterminatezza della traduzione informazioni collaterali: informazioni a disposizione dell'indigeno e non del traduttore, che possono influenzare assenso e dissenso dell'indigeno es.: il coniglio ha un parassita che lo accompagna sempre il traduttore vede il parassita (in assenza del coniglio) e chiederà: “Gavagai?” - l’indigeno assentirà, benché il coniglio sia assente es.: la parola indigena “Piruno” - il traduttore non potrà distinguere tra le possibili traduzioni “uomo”, “essere umano”, “scapolo” (quest’ultima traduzione richiede una conoscenza particolare da parte del traduttore), etc. via via che il tasso teorico aumenta (bisogno di informazioni collaterali per compiere la traduzione) il modello della verificazione non funziona più; per questo dobbiamo accedere alle stimolazioni sensorie più quotidiane e basilari significato-stimolo tutte le volte che l'indigeno assente a “Gavagai”, il traduttore assente a “Coniglio”, e in caso di dissenso, allo stesso modo “Gavagai” e “Coniglio” hanno lo stesso significato-stimolo tutte le volte che vi è un assenso per x, per l’altro vi è un assenso per y, e viceversa comportamentismo: i significati non sono dentro di noi, tutto quello che abbiamo sono reazioni ad emissioni vocali (stimolo-riposta) noi non produciamo enunciati uno dopo l’altro, senza connettivi es.: p q ma p . q come tradurre i connettivi logici, basandoci solo su stimolazioni sensoriali ed emissioni vocali? una determinata emissione è una congiunzione quando sia il traduttore che l’indigeno assentono ad entrambi i congiunti p e q critica de La mentalità primitiva (Levy-Bruhl) tesi di Levy-Bruhl: esiste una mentalità primitiva pretonica (non vale il principio di non-contraddizione) Quine: la nozione di mentalità prelogica è una favola; supporre che una lingua contenga contraddizioni equivale a sostenere che quella lingua non è traducibile per cominciare a tradurre una lingua radicalmente sconosciuta è necessario presupporre che le contraddizioni siano solo marginali o periferiche principio metodologico di carità: se la traduzione attribuisce al tradotto un’evidente contraddizione, è molto più probabile che la traduzione sia sbagliata, piuttosto che il tradotto si stia contraddicendo così evidente il linea di massima, il discorso dell'altro è coerente e razionale attribuire una mentalità prelogica segnalerebbe quindi l'inadeguatezza metodologica dell’antropologo non possiamo decidere per l’applicazione del principio di carità; l’atto stesso di traduzione lo richiede come presupposto by Alessandro Veneri www.kumarproject.com