Vulnerabilità adolescenziale
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Vulnerabilità adolescenziale
Adolescenti nella rete, dalla diagnosi alla presa in carico Vulnerabilità adolescenziale; Vecchie e nuove dipendenze, Aspetti di Prevenzione Dott. Lorenzo Savignano Neuropsichiatra Infantile SerT ASL Avellino Avellino, 15 Marzo 2013 Il mondo delle tossicodipendenze è fortemente cambiato • Non è più un vissuto depressivo (Pasolini 1975) ma un desiderio di performance, di integrazione • Desiderio di performance ed integrazione che può portare (in particolare quando entra in gioco la cocaina) alle “3 v”: velocità, violenza, virus • Le molle che oggi portano al consumo di droghe o alcool sono essenzialmente due: la noia e il gruppo • La noia: “quell’esperienza per cui le cose ci sono ma non mi dicono più niente” (Sartre): “la putrefazione dell’attesa” (Blanchot) • Il gruppo: non sano meccanismo di difesa che permette l’emergere dell’io ma esperienza che annulla l’io • Fenomeno della poliassunzione • Predominanza della sensazione (Novelty seeking) • Abbassamento dell’età delle prime assunzioni (oggi molto spesso è nel passaggio scuola media inferiore - scuola media inferiore) • Comparsa di nuove dipendenze: “senza sostanza” (o “dipendenze comportamentali”) e abuso di farmaci fuori prescrizione Le Dipendenze “senza sostanza” (O Dipendenze Comportamentali) - Gioco d'azzardo patologico (Ludopatia, Gambling) - Internet Addiction Disorder (Cyber-sex, Cyber-relations, NET Compulsion, Information overload) - Dipendenza da shopping (Shopping compulsivo) - Dipendenza dal lavoro (Work Addiction) - Dipendenza dal sesso (Sex Addiction) - Dipendenza da sport (Overtraining Syndrome) - Il soggetto è totalmente pervasivamente assorbito dall'oggetto della dipendenza, non riesce a farne a meno e trascura tutto il resto; - Dominanza (salienza), Alterazioni dell'umore, Tolleranza, Astinenza, Conflitto, Ricaduta; - Alterazioni funzionali e strutturali del cervello; - “Funzionamento” alterato, con sofferenza per sé e per l'ambiente circostante. Età di primo uso, età di primo trattamento e tempo di latenza, per genere. Anno 2010. Il mondo degli adolescenti sta cambiando Rapporti ufficiali (vedi Rapporto IARD, Rapporto Società Italiana di Pediatria) Nostra quotidiana pratica clinica e quanto osservato da chi sta nella scuola Cambiamento quantitativo: sempre più adolescenti giungono ai nostri Servizi in quanto portatori di qualche patologia Cambiamento qualitativo: Nei nostri Servizi arrivano molti più ragazzi che sono portatori di una patologia di tipo nuovo, sfumata, strana. Sembra quasi che quello che oggi faccia soffrire un ragazzo non sia una patologia specifica bensì proprio il proprio sé. Senso di vergogna. Predominanza della sensazione e del multitasking Da una decina di anni i vari Piani Sanitari Nazionali sono passati (a proposito della tossicodipendenza) dall’idea di “categoria a rischio” all’idea che è l’adolescenza stessa ad essere categoria a rischio. E che quindi anche il lavoro preventivo può avere come target gli adolescenti tout court La “Digital generation” (V. Andreoli) • ATTENZIONE: Molto selettiva, evocata da vista ed udito • SENSI: Potenziamento di vista ed udito; Depotenziamento del tatto, del gusto e dell’olfatto • MEMORIA: Depotenziamento della memoria verbale; Potenziamento della memoria visiva e legata ai suoni • PENSIERO: sempre meno “razionale” e sempre meno scandito dalla consecutio temporum; scomparsa della dialettica; comparsa di un pensiero apodittico ed emotivo • LINGUAGGIO: gli sms, gli emoticons … • COMPORTAMENTO: non progettazione dell’azione e assenza di domanda sul senso e le conseguenze dell’azione • TEMPO: predominanza del presente a discapito del passato e del futuro. Il tempo che diventa una frammentazione di “attimi presenti” • IMPEGNO nella realtà e LAVORO (scomparsa dei lavori fissi) • SENTIMENTI ed EMOZIONI (RELAZIONI e LEGAMI) • INSICUREZZA e FRAGILITA’ (FUGA e AGGRESSIVITA’) Educazione alla norma e Trasgressività • Sempre più spesso oggi si incontrano ragazzi con un difficile rapporto con le regole. • Trasgressività (rivisitazione e messa in discussione delle regole educative e sociali) = passo di crescita necessario in adolescenza. Per “porsi” (problema dell’identità) all’inizio bisogna “opporsi”. Lotta contro la dipendenza infantile. • Trasgressività maschile = Valore aggressivo e comparativo (autostima). • Trasgressività femminile = In nome della relazione. • Culturalmente oggi prevale una valutazione più positiva della trasgressività in nome della libertà individuale, purchè non si leda la libertà altrui. • Oggi trasgressività privata all’insegna del piacere e del divertimento più che della rabbia, che non intende mettere in discussione lo stato delle cose. Ma il significato affettivo dell’atto può non essere mutato. • Droghe leggere come possibile fattore di continuità tra trasgressione e devianza, che ne fa sfumare i confini. Problema della “Tolleranza zero”. Tappe dello sviluppo morale • Piaget = anomia (in cui si tende ad assolutizzare il proprio punto di vista considerandolo come unico); eteronomia, (in cui le azioni trovano il loro valore esclusivamente nell’autorità di chi le ha prescritte e la loro esecuzione dipende dal timore della punizione); autonomia (fase matura) che prevede l’interiorizzazione consapevole della norma. • Kohlberg = stadio premorale -10 anni- (si obbedisce alle regole solo per evitare punizioni), di conformità – 13 anni- (il movente per obbedire alle regole è l’evitamento del senso di colpa derivante dalla censura dell’autorità conseguente al non rispetto), dei principi –età adulta- (si obbedisce alle regole in forza di convinzioni interiorizzate e di considerazioni oggettive, cioè slegate dall’autorità che le propone). • Dall’eteronomia all’autonomia • Dall’implicito all’esplicito (non “sapere per poi fare” ma “fare per sapere”) • Ruolo dell’Autorità. Uno sguardo sulla post-modernità Lasch: Epoca del narcisismo vale a dire epoca in cui l’io fa fatica a riconoscere e accettare la propria fisionomia e i propri limiti. Baumann: “Io liquido” Galimberti (L’ospite inquietante): Il nichilismo Benasayag (L’epoca delle passioni tristi): La crisi nella crisi ovvero il futuro percepito come minaccia e non come promessa. “Il futuro non è più come quello di una volta” (letto su un muro a Roma) Giussani: 1987 L’effetto Chernobyl (Non esistono più evidenze per la ragione; Batterie che si scaricano subito) Pietropolli Charmet: Dalla famiglia normativa alla famiglia affettivo-relazionale Risè: Assenza del padre ADOLESCENZA Età di Vulnerabilità. Momento di passaggio (da bambino ad adulto) caratterizzato da: Comparsa dei caratteri sessuali secondari Crescita staturale Acquisizione della fertilità Modificazioni psicologiche Modificazioni sociali Quando termina l’adolescenza? Vulnerabilità adolescenziale e dipendenze patologiche 1- Vulnerabilità neurobiologica dell’adolescenza 2- Vulnerabilità psicologica dell’adolescenza Vulnerabilità neurobiologica dell’adolescenza (Il cervello dell’adolescente) - Progressiva mielinizzazione fibre nervose - Sinaptogenesi e Pruning sinaptico (Modello “Use it or lose it” -Edelmann 1987-, -Kandell 2002-) - Esposizione agli ormoni sessuali - Variazione numero recettori per NT - Variazioni concentraz. NT (Il “ciclo” della Dopamina) - Immaturità della competenze regolative (“Ipofrontalità”, o immaturità selettiva nel modello “drive - controller”) - Plasticità neuronale (…Scienze dell’Educazione ... “Neuro-miti”) Evoluzione nel tempo della normale maturazione cerebrale Le regioni corticali per l’elaborazione delle funzioni primarie si sviluppano velocemente e prima delle regioni per le funzioni cognitive di ordine superiore (emozioni e autocontrollo). La corteccia prefrontale, per il suo ruolo nel controllo delle funzioni esecutive, conclude il proprio percorso maturativo attorno ai 20 anni Che fare? (dal Piano sanitario Nazionale 2001-2004 e seguenti) …Gli interventi di prevenzione debbono rappresentare il punto centrale delle politiche sociali. Occorre, in particolare, ampliare e diversificare le tipologie di intervento e rivolgerle in modo efficace ad una più vasta platea di soggetti destinatari, considerato che il disagio giovanile non riguarda ormai più “categorie a rischio”, ma può prodursi in maniera del tutto asintomatica e poi esplodere in forme di devianza imprevedibile, tra le quali, appunto, l’uso di sostanze stupefacenti e/o psicotrope. In tale ottica risulta, quindi, indispensabile definire un sistema coordinato ed integrato di interventi, che coinvolgano la società civile nel suo insieme e, in particolare, le principali agenzie educative: famiglia e scuola. Gli interventi debbono pertanto essere orientati, pur nelle differenti specificità e contesti di riferimento, sia al sostegno della progettualità e dell’autonomia dei giovani (in alternativa al modello massificante della droga) e alla realizzazione di un patto di intenti tra famiglia e scuola, nell’interesse del futuro dei giovani, libero dall’uso di qualunque sostanza. …… I progetti dovranno essere orientati a: promuovere lo sviluppo integrale della persona; offrire occasioni di miglioramento dei processi di partecipazione attiva e di riconoscimento della propria identità; contribuire a creare consapevolezza e capacità decisionali ed imprenditoriali nei giovani; offrire concrete occasioni di inserimento nel mondo della formazione e del lavoro; qualificare la vita in termini complessivi, come valore insostituibile. …… Una campagna di prevenzione non può ovviamente basarsi sulla sola informazione. Non ci si può, infatti, limitare a spiegare la formula chimica di una droga ed i suoi effetti, ma occorre promuovere e illustrare stili di vita responsabili e rispettosi di sè e degli altri. Gli obiettivi della campagna informativa nazionale di prevenzione devono pertanto essere quelli di ridurre il consumo di droghe, promuovere stili di vita responsabili, valorizzare tra i giovani, coloro che non praticano comportamenti a rischio e fornire intelligente e valido sostegno a tutte le agenzie educative. Modelli di Prevenzione -1I programmi di Prevenzione sono convenzionalmente distinti in: Prevenzione primaria Prevenzione secondaria Prevenzione terziaria Modelli di Prevenzione -2I programmi di prevenzione sono pragmaticamente anche distinti in: prevenzione universale prevenzione selettiva prevenzione indicata prevenzione ambientale Modelli di Prevenzione -3Prevenzione universale È indirizzata all’intera popolazione di una data comunità (nazione, città, quartiere, comunità locale, comunità scolastica, quartiere, donne in gravidanzaza, anziani …) con messaggi e programmi volti a prevenire o ridurre l’uso e/o l’abuso di alcol, tabacco ed altre droghe. La prevenzione universale è diretta a gruppi di persone numerosi non selezionati (che hanno lo stesso rischio di sviluppare una dipendenza) ed ha lo scopo di prevenire l’abuso di sostanze fornendo a tutti gli individui del target le informazioni e gli strumenti necessari ad affrontare i problemi connessi all’uso e/o abuso abuso di sostanze. Modelli di Prevenzione -4Prevenzione selettiva È rivolta a gruppi o fasce di popolazione che hanno un rischio di abuso di sostanze più alto rispetto alla popolazione generale (carcerati, persone con familiari tossicomani...). Tali individui non hanno ancora sviluppato abuso o dipendenza. Prevenzione indicata È indirizzata alle persone che hanno un elevato rischio individuale per l’abuso di sostanze, o in quanto ne hanno già sperimentato l’uso (pur non soddisfacendone i criteri diagnostici DSM-IV per l’abuso o la dipedenza) o perchè presentano altre problematiche legate all’uso di stupefacenti. Sono individui ad alto rischio ma attualmente asintomatici e che necessitano pertanto di interventi specifici. Modelli di Prevenzione -5Prevenzione ambientale La prevenzione universale è nella maggior parte dei casi diretta verso l’uso di sostanze in generale (legali ed illegali insieme); è molto frequente che si focalizzi sulle cosiddette droghe legali. L’obiettivo principale di questi tipi di interventi è infatti quello di prevenire il primo approccio alle sostanze legali (tabacco ed alcol), che è considerato il principale fattore di rischio per l’uso degli stupefacenti illegali. Le strategie ambientali sono misure preventive che operano a livello delle norme sociali e culturali in considerazione del fatto che, il consumo di alcol e tabacco, è profondamente radicato ed accettato nel contesto socioculturale in cui viviamo. Mentre la prevenzione universale agisce su tutta la popolazione, quella selettiva su un gruppo più vulnerabile di essa e quella indicata a livello individuale, l’approccio ambientale lavora a livello sociale e culturale principalmente riformando l’approccio della società verso il consumo delle droghe legali. Fattori di rischio e di protezione: Ambiti della valutazione La valutazione di un dato individuo viene eseguita su sette presumibili ambiti principali: 1. la persona minore e l’assunzione di sostanze 2. i genitori, i loro modelli comportamentali e l’atteggiamento nei confronti dell’uso di sostanze 3. le relazioni esistenti nel gruppo familiare 4. i partner 5. il gruppo dei pari 6. la scuola 7. l’ambiente sociale Fattori di rischio e Fattori di protezione 1- Contesto ambientale Fattori di rischio - Disponibilità di sostanze - Status socio-economico basso - Povertà - Amici che fanno uso di sostanze - Amici che hanno avuto problemi con la giustizia Fattori di protezione - Amicizie adulti prosociali - Gruppo di pari prosociale - Status socio-economico alto Fattori di rischio e Fattori di protezione 2- Famiglia Fattori di rischio - Genitori che hanno comportamenti devianti - Genitori che abusano di sostanze - Scarso controllo parentale - Mancanza di affetto e cure - Conflitti familiari e scarsa stabilità - Scarsa stabilità economica Fattori di protezione - Stabilità della famiglia - Unione familiare - Affetto e cura da parte dei genitori - Controllo da parte dei genitori Fattori di rischio e Fattori di protezione 3- Caratteristiche individuali - I Fattori di rischio - Adozione precoce di comportamenti devianti (fumo e alcol) - Esperienze sessuali precoci - Atteggiamento favorevole rispetto alle sostanze Fattori di protezione - Inizio comportamenti devianti e sostanze posticipato - Atteggiamento sfavorevole rispetto alle sostanze - Fede religiosa Fattori di rischio e Fattori di protezione 3- Caratteristiche individuali - II Fattori di rischio - Problemi comportamentali (es. ADHD, DOP, DC) - Depressione - Aggressività - Impulsività/Iperattività - Ricerca compulsiva di nuove emozioni (Sensation Seeking) - Personalità antisociale - Problemi di salute mentale Fattori di protezione - Buona consapevolezza di sé - Bassa impulsività - Temperamento calmo Fattori di rischio e Fattori di protezione 4- Scuola / educazione Fattori di rischio - Basse performance scolastiche - Mancanza di impegno e di interesse - Scarse aspettative - Assenze scolastiche e drop out - Scarso supporto da parte degli insegnanti Fattori di protezione - Buone relazioni con gli insegnanti - Alte aspettative da parte dei genitori - Interesse scolastico - Supporto consistente da parte degli insegnanti Fattori protettivi in situazioni avverse • • • • • • Temperamento Coesione e supporto familiare Supporto sociale Buon QI Capacità di problem solving Buone capacità genitoriali a livello affettivo ed educativo • Presenza di relazioni profonde con le figure di riferimento, stabilità della famiglia • “Locus of control” interno, abilità sociali • Positiva percezione di sé, autoefficacia Un’altra lista di Fattori Protettivi • • • • • • • • • • • Presenza di genitori competenti e protettivi Buone abilità cognitive Senso di autoefficacia ed elevata autostima Positiva visione del mondo Presenza di abilità riconosciute a livello sociale Adattabilità e personalità prosociale Presenza di relazioni profonde con coetanei prosociali e rispettosi delle regole Buone condizioni socio-economiche Presenza di un buon ambiente scolastico Legami con organizzazioni prosociali Buone relazioni di vicinato e presenza di risorse nella comunità La capacità di resistere ovvero: la Resilienza Perché alcune persone crollano sotto il peso degli stress, mentre altre sembrano attraversare indenni condizioni di vita avverse ed eventi traumatici, quali malattie, abusi sessuali, incidenti d’auto, lutti o guerre? La risposta di un soggetto a simili eventi (la sua “capacità di resistere”) è il risultato di un’interazione dinamica tra fattori di rischio e fattori protettivi, appartenenti a diversi livelli: biologico, psicologico, sociale ed ambientale. Per questi soggetti è stato introdotto il concetto di resilience (resilienza), ossia di “flessibilità”, di “adattamento positivo in risposta ad una situazione avversa”, da intendersi sia come condizione di vita sfavorevole, sia come evento traumatico ed inatteso. Fattori associati con la Resilienza CARATTERISTICHE PERSONALI • Ottimismo • Immagine positiva di sé • Serie di obiettivi definiti • Senso dell’umorismo • Capacità di chiedere e accettare aiuto • Capacità di mantenere relazioni con familiari, coetanei, adulti • Partecipazione alle attività della scuola e della comunità Fattori associati con la Resilienza CARATTERISTICHE FAMILIARI • Relazione significativa con almeno un adulto di riferimento • Famiglia con alti livelli di attenzione genitoriale, consistenti aspettative di superamento delle difficoltà, ruoli definiti, conseguenze certe per le mancanze comportamentali, efficaci sistemi di monitoraggio • Coinvolgimento degli adulti nell’educazione • Risorse materiali Fattori associati con la Resilienza CARATTERISTICHE DELLA COMUNITA’ • Successo scolastico • Relazioni significative e supportive con altri individui della comunità (scuola, sport, lavoro, parrocchia, vicinato) • Relazioni significative e supportive con altri adulti della comunità (insegnanti, allenatori, consiglieri) • Opportunità di attività prosociali • Amici socialmente competebnti Le Life Skills • • • • • • • • • • Decision making e Problem solving Pensiero critico e pensiero creativo Comunicazione efficace Empatia Auto-consapevolezza Abilità sociali Gestione delle emozioni Gestione dello stress Autoefficacia Efficacia collettiva Dalla Prevenzione alla Promozione della salute L’offerta del SerT Avellino •Informazione studenti •Formazione studenti •Accompagnamento docenti •CIC (Nuove modalità) •Progetto “Early Detection” Informazione in internet da www.dronet.org lità di luoghi precisi, di comunità di “buone pratiche” dove poter accompagnare i giovani a “fare esperienza”, dove si possa passare (per dirla con uno ere i ragazzi nella loro eterogeneità, per accompagnarli a relazioni significative con la realtà e -così facendo- favorire la loro crescita, stimolare il loro ? Come potrebbe un tale luogo raccordarsi con le altre Agenzie formative territoriali? Sono le domande che, nel convegno, si sono affrontate con gli in Prevezione Universale: Il Progetto NET Luogo preciso, Comunità di “buone pratiche” dove poter accompagnare i giovani a “fare esperienza”, dove provare a passare (per dirla con uno slogan): dal “capire per poi fare” al “fare per capire”, o -meglio- al “fare insieme”. Si inserisce nell’esperienza dei Centri di Aggregazione Giovanile (CAG), luoghi non di mera raccolta del disagio ma ambiti “laboratoriali”, dove far spontaneamente incontrare e convivere i ragazzi nella loro eterogeneità, per accompagnarli a relazioni significative con la realtà e -così facendo- favorire la loro crescita, stimolare il loro protagonismo e il loro impegno anche come agenti promotori di salute nel territorio. •E' possibile coinvolgere i ragazzi in un simile percorso formativo? •Come si incontra con la Prevenzione basata su LS e PE? •Come potrebbe raccordarsi con le altre Agenzie formative territoriali? Sono le domande e le sfide cui cerca di trovare risposta, con la sua (finora) breve storia, il centro NET lità di luoghi precisi, di comunità di “buone pratiche” dove poter accompagnare i giovani a “fare esperienza”, dove si possa passare (per dirla con uno ere i ragazzi nella loro eterogeneità, per accompagnarli a relazioni significative con la realtà e -così facendo- favorire la loro crescita, stimolare il loro ? Come potrebbe un tale luogo raccordarsi con le altre Agenzie formative territoriali? Sono le domande che, nel convegno, si sono affrontate con gli in Prevenzione selettiva Il Progetto Early Detection Obiettivo Il progetto intende favorire la diagnosi precoce dell’uso di sostanze attraverso: •Outreach attivo •Offerta di drug test professionale • Offerta di counseling educativo motivazionale (pre test e post test) Drug test (scopi e metodi) •Gestito in ambito sanitario, da personale competente •Sempre con adesione volontaria del minore (accompagnato dai genitori) •Con monitoraggio periodico e continuo •Con supporto educativo alla famiglia Counseling educativo mativazionale (scopi) •Focalizzare il problema dell'uso di sostanze •Valutare le relazioni familiari •Valutare le abilità e l'atteggiamento dei genitori nei confronti delle sostanze •Supportare i genitori a sviluppare e mantenere modelli educativi idonei •Favorire la gestione dei conflitti L’io rinasce in un incontro “Se vuoi costruire una nave, non radunare gli uomini per fare loro raccogliere il legno, per distribuire i compiti e suddividere il lavoro, ma insegna loro la nostalgia del mare ampio e infinito” Antoine De Saint-Exupery Grazie per l’attenzione Dalla Relazione annuale (2010) al Parlamento sull'uso di sostanze stupefacenti e sullo stato delle tossicodipendenze in Italia. Alcuni Dati utili -1- (popolazione studenti 15 – 19 anni) - Il 77 % degli studenti non ha mai assunto cannabis - Il 22.3 % l'ha assunta almeno una volta nella vita - Il 12.3 % l'ha consumata negli ultimi 30 giorni - Il consumo di cannabis cresce col crescere dell'età - La prevalenza viene considerata medio alta ma con tendenza al decremento Dalla Relazione annuale (2010) al Parlamento sull'uso di sostanze stupefacenti e sullo stato delle tossicodipendenze in Italia. Alcuni Dati utili -2- (popolazione studenti 15 – 19 anni) - Si rileva una diminuzione dei trend di consumo di tutte le sostanze, con particolare rilievo per la cannabis che perde 9.1 punti percentuali - Persiste la tendenza al policonsumo (forte associazione di sostanze con alcol e cannabis) - Nella popolazione studentesca si conferma la tendenza alla diminuzione di tutte le sostanze ad eccezione degli psicostimolanti - Alla diminuzione dei consumi di sostanze va in controtendenza il consumo di alcol (dal 2007 al 2010 + 18.2 %) - A fronte di un abbassamento dell'età dei primi consumi, si osserva un incremento dell'età media dei nuovi utenti che arrivano ai Servizi. Aumento del tempo fuori trattamento.