345/14 - CNOS/Scuola

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345/14 - CNOS/Scuola
Informazioni CIOFS e CNOS/Scuola
43/2014
a cura di d. Bruno Bordignon
345/14 Veneto: Patronati e paritarie, arriva la stangata Tari
Il bollettino di pagamento, presto o tardi, arriverà a tutte le parrocchie e a tutte le scuole paritarie. Il
nuovo regolamento della Tari (la Tassa per i Rifiuti) che manda in pensione dopo un anno la Tares,
che aveva a sua volta soppiantato la Tia, non prevede più alcuna esenzione per i locali adibiti a
patronato e sale per la catechesi, né per le scuole paritarie. Esenti sono solo le chiese e le relative
pertinenze (sacrestie e canoniche incluse).
Saldo entro il 16 dicembre. Pochi forse si erano accorti, il 18 luglio scorso, che nel regolamento
della Tari licenziato dal commissario Zappalorto, con i poteri del Consiglio comunale, mancava
qualche righina. E gli effetti, adesso, si vedono. Perché stanno arrivando ai parroci le fatture, spesso
con tre zeri, da saldare entro il 16 dicembre. Una bella batosta, specie per le parrocchie che hanno
ereditato dai tempi andati ampi locali, oggi utilizzati magari solo in parte o sottoutilizzati; e per le
scuole paritarie.
Prima pagava il Comune. In precedenza era il Comune di Venezia a pagare al posto loro. Ogni anno
dalle casse comunali usciva un milione di euro per venire incontro a famiglie in precarie condizioni
economiche, parrocchie, associazioni, scuole paritarie, partiti politici. Era l'eredità dei tempi in cui i
proventi del Casinò e i contributi della Legge speciale consentivano di dirottare molte risorse sul
sociale. Ma adesso si deve tirare la cinghia: così il milione messo dal Comune si è dimezzato. E con
500 mila euro si può mantenere l'esenzione solo per i nuclei familiari “deboli” e le attività rivolte ai
senza fissa dimora, come appunto prevede la delibera n. 57 del 18 luglio scorso. Tutti gli altri,
finora esentati dal pagamento, dovranno aprire il portafogli.
Ci sono i patronati, dunque, e le sale utilizzate per la catechesi, nonché i campi sportivi parrocchiali.
In tutto questa voce pesa per circa 70 mila euro. Poi ci sono le scuole paritarie: un'altra mazzata, che
va ad aggiungersi ai sempre più precari – e incerti nei tempi – contributi pubblici. Ci sono i
monasteri e i conventi, con casi eclatanti come quello delle Eremitane Scalze di Carpenedo, che si
sono viste arrivare una bolletta da 29.980,34 euro. E poi tocca a tutte le associazioni e persino i
partiti politici.
Tariffa più bassa. L'unica buona notizia è che queste attività sono state classificate tra quelle più
“economiche”, la classe 1 (Biblioteche e associazioni, tra le quali le istituzioni benefiche e quelle
religiose) e la 1bis (scuole, locali di culto e musei): si parla di 3,50 euro a mq, la tariffa più bassa in
assoluto (per fare un raffronto, i bar arrivano a pagare sui 50 euro a mq).
Obiettivo 2015. Quante probabilità ci sono che il Comune faccia marcia indietro? Poche,
pochissime per quest'anno. I colloqui che ha avuto don Dino Pistolato, vicario episcopale per i
servizi generali e gli affari economici, con il commissario prefettizio e il direttore generale del
Comune, hanno strappato solo la promessa di rivedere la questione per l'anno prossimo. Il 2014,
insomma, è andato. Tutt'al più si potrà rivedere qualche singola questione, come quella delle quattro
monache di Carpenedo che vivono in un complesso tarato per una comunità di decine di suore di
clausura: chiaro che non usano tutti gli spazi a disposizione, si tratta quindi di rifare il conteggio.
Rateizzazione o rettifica. La scadenza per il pagamento è fissata al 16 dicembre. Il consiglio che
viene dall'economo diocesano, don Andrea Longhini, è di aspettare fino all'ultimo, per vedere se
succede qualche miracolo. Da Veritas, invece, arriva il consiglio di chiedere, eventualmente, una
rateizzazione, secondo regolamento: si può arrivare a suddividere l'imposta da pagare in 20 rate.
Un'altra cosa che si può fare, se non si utilizzano più tutti i locali di un patronato molto grande, è di
chiuderne una parte e dimostrarlo agli addetti di Veritas: così si ottiene una riduzione della
superficie sottoposta a tariffa. E' l'articolo 10 del regolamento che recita: “Sono altresì esclusi in via
temporanea, in forma annualmente rinnovabile i locali e le aree scoperte che non sono suscettibili di
produrre rifiuto per il particolare uso cui sono momentaneamente destinati o perché risultano
momentaneamente in obiettive condizioni di inutilizzabilità”.
La reazione delle paritarie. Per quanto riguarda le scuole paritarie, il presidente provinciale della
Fism è a dir poco indiavolato. Da luglio chiede un incontro con il commissario Zappalorto, senza
risultato. «E' una tassa ignobile e odiosa, che colpisce solo le paritarie (per le statali a pagare è il
Ministero, per le comunali il comune, ndr.). Ma il bambino che frequenta queste scuole non è più
sporco del bambino che frequenta le scuole statali... E' una scelta fuori di senno. Se i commissari
devono assumere iniziative come queste che gravano sull'infanzia e sulle famiglie, meglio che
facciano altro. Dicono che è per il patto di stabilità? Si fissino delle priorità. Sanno tutti fare i conti
con la matita messa sull'orecchio, come fa il macellaio...».
Paolo Fusco Lunedi, 1 Dicembre 2014 (tratto da GENTE VENETA, n.45/2014).