QUI - Rainerum
Transcript
QUI - Rainerum
Caro Amico, grazie fin d'ora per la disponibilità a leggere queste mie considerazioni a cuore aperto e senza "rete".... Ti chiedo scusa fin d'ora per gli inevitabili tecnicismi... La maggioranza delle scuole cosiddette private sono cattoliche e fra queste molte dipendono da Istituti religiosi maschili e femminili. Ad oggi le attività pur tecnicamente "commerciali" come la scuola e la formazione professionale, sono esenti in quanto strumentali rispetto alla preponderante finalità di religione e di culto. Facciamo scuola e formazione professionale per annunciare e testimoniare l'Amore di Dio ai giovani come ci ha insegnato il nostro amato padre Don Bosco! Una procedura d'infrazione avviata presso l'Unione Europea riconosce in questa esenzione un 'aiuto di Stato indebito'. La situazione è molto complessa e in molti casi sono le stesse istituzioni ecclesiali ad avere la coda di paglia su situazioni 'dubbie" soprattutto nel campo della sanità e dell'ospitalità. Per la CEI credo che tutto sia fortemente condizionato dal permanere dell'attuale sistema 8 per mille, che consente di poter contare su una sicura disponibilità finanziaria e quindi già al primo giro di tavolo i "frati e le suore", le cooperative di docenti e di genitori si ritrovano SOLI ad affrontare la difesa di un patrimonio educativo e formativo che tanto ha contribuito " a fare gli italiani"... L'oggetto del contendere è la riconduzione di ogni attività cosiddetta commerciale al sistema impositivo dell'ICI/IMU senza alcuna distinzione sulla natura no profit delle nostre scuole, natura già certificata in tempi non sospetti da nostre dichiarazioni al MIUR. Sono una minoranza le scuole paritarie con scopo di lucro... A ciò si aggiunge l'ipotesi d'inserimento nello 'spesometro' in fase di elaborazione da parte di Agenzia delle Entrate della cosiddetta retta scolastica per la scuola paritaria come indicatore reddituale alla stregua di un SUV oppure di una villa al mare. Ad oggi sono detraibili le spese veterinarie ma non la retta scolastica per l'educazione dei figli, il contrario del detto evangelico "non si prende il pane dei figli per darlo ai cagnolini...". È questione letteralmente di vita e di morte per molte scuole di religiosi e religiose non aver un ulteriore aggravio di costi con il sistema impositivo ICI/IMU, è già un bagno di sangue adesso per costi del personale e costi straordinari per l'aggiornamento tecnologico e la manutenzione delle strutture, proprio in una contingenza economica che vede una significativa riduzione di iscritti perché troppe famiglie non riescono a far fronte alla retta scolastica. Molte scuole cattoliche di ogni ordine e grado hanno già dovuto chiudere non per mancanza di iscritti ma per insostenibilità economica. Questione di vita e di morte anche per la Chiesa che vive in Italia, forse un po' 'distratta' dall'otto per mille e sembra non comprendere che se verrà meno la trasmissione della cultura cristiane e la testimonianza del vangelo alle giovani generazioni attraverso la scuola e la formazione professionale ben poco potrà fare il solo annuncio in chiese sempre più deserte di giovani. Per molti giovani le nostre scuole e i nostri centri di formazione sono l'unico volto della Chiesa che incontrano nel loro cammino di crescita! Riepilogando, al Governo tecnico e a tutte le Forze politiche chiediamo di tenere nella debita considerazione la natura non profit di una attività tecnicamente commerciale ma che porta in sé una grande potenzialità per il futuro del nostro Paese: l'EDUCAZIONE DEI GIOVANI! Le altre attività commerciali gestite da istituzioni ecclesiali non hanno oggettivamente la stessa valenza e comunque godono già di sussidi economici da parte dello Stato, vedi le convenzioni sanitarie con le Regioni, o non sono decisive per e la trasmissione della fede in un'esperienza educativa, pensa agli pseudo 'hotel' romani, e non solo, del post giubileo. In secondo luogo, in attesa di forme di sostegno economico alle famiglie che scelgono la scuola paritaria da parte dello Stato, come avviene nella quasi totalità dei paesi dell'Unione Europea, che almeno esse possano portare in detrazione dalla denuncia dei redditi il costo sostenuto per le rette scolastiche dalla scuola materna alla scuola superiore. Dio non voglia che questa spesa, spesso sostenuta con grandi sacrifici e con quasi nessun aiuto di Regioni e Province, venga usata come indicatore reddituale alla stregua di un SUV! È ancora evidente per tutti la distinzione fra un FIGLIO e una macchina di lusso, le cure per il cane, la villa al mare? Senza FIGLI non ci sarà futuro per nessuno, nemmeno per l'economia e per il bilancio dello Stato. Mi affido alla tua intraprendenza per coinvolgere quante più donne e uomini di buona volontà per una giusta causa! Credimi questa lo è davvero. Che vengano a visitare i nostri cortili, le aule, i laboratori e non vi troveranno i figli dei ricchi ma i figli del popolo e di quanti hanno scelto il nostro paese per un futuro più dignitoso! Don Bosco ci assista! Con riconoscenza per tutto quanto vorrai e potrai fare. don Claudio Silvano Cacioli Salesiano di Don Bosco ICI E SCUOLA CATTOLICA La posizione dei Salesiani di Don Bosco L’eventuale applicazione dell’ICI-IMU alle scuole paritarie non sarebbe giusta né equa. - Perché contrasta con l’art. 1, comma 1 della Legge 62/2000 “Il sistema nazionale di istruzione, fermo restando quanto previsto dall'articolo 33, secondo comma, della Costituzione, è costituito dalle scuole statali e dalle scuole paritarie private e degli enti locali. La Repubblica individua come obiettivo prioritario l'espansione dell'offerta formativa e la conseguente generalizzazione della domanda di istruzione dall'infanzia lungo tutto l'arco della vita”. Esse, dunque, hanno i medesimi doveri e diritti delle scuole statali, poiché svolgono un servizio pubblico e concorrono ai medesimi fini. - Perché contrasta con l’art. 1, comma 8 della Legge 62/2000 “Alle scuole paritarie, senza fini di lucro, che abbiano i requisiti di cui all'articolo 10 del decreto legislativo 4 dicembre 1997, n. 460, è riconosciuto il trattamento fiscale previsto dallo stesso decreto legislativo n. 460 del 1997, e successive modificazioni”. Per tale decreto “non si considerano commerciali le attivita' svolte in diretta attuazione degli scopi istituzionali” (art. 5, comma 1 lett.a D.L. 460/1997). Ad esse dunque, si applica il medesimo trattamento fiscale previsto per le organizzazioni non lucrative di utilità sociale, poiché ne hanno i medesimi requisiti. - Perché contrasta con l’art. 1, comma 3 del Decreto Legislativo 76/2005 “La Repubblica assicura a tutti il diritto all'istruzione e alla formazione, per almeno dodici anni o, comunque, sino al conseguimento di una qualifica di durata almeno triennale entro il diciottesimo anno di età. Tale diritto si realizza nelle istituzioni del primo e del secondo ciclo del sistema educativo di istruzione e di formazione, costituite dalle istituzioni scolastiche e dalle istituzioni formative accreditate dalle Regioni e dalle Province autonome di Trento e Bolzano, anche attraverso l'apprendistato di cui all'articolo 48 del decreto legislativo 10 settembre 2003, n. 276, ivi comprese le scuole paritarie riconosciute ai sensi della legge 10 marzo 2000, n.62, secondo livelli essenziali di prestazione definiti a norma dell'articolo 117, secondo comma, lettera m), della Costituzione”. Non possono essere considerate “commerciali” quelle attività che erogano un servizio che ha rilievo pubblico, è destinato all’assolvimento del diritto-dovere all’istruzione e formazione, tende ad assicurare fondamentali diritti di cittadinanza, come il diritto allo studio e il diritto all’istruzione e formazione professionale. - Perché contrasta con l’art 118, comma 4 della Costituzione “Stato, Regioni, Città Metropolitane, Province e Comuni favoriscono l’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale, sulla base del principio di sussidiarietà”. Si pone, dunque, in contrasto con questo principio costituzionale ogni decisione legislativa che, anziché favorire, abbia l’effetto di rendere ancora più difficili l’attuazione di attività educative che vengono svolte dal privato sociale, nell’interesse generale della collettività e non per fini di lucro, e sono espressione del principio di sussidiarietà. Roma, 24 febbraio 2012 La Conferenza degli Ispettori Salesiani d’Italia