Brochure generale su Chiaverano (alta qualità)
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Brochure generale su Chiaverano (alta qualità)
Chiaverano nell’ Anfiteatro Morenico di Ivrea Origine del nome Origine dello stemma Frazioni Fa parte di Gemellato con Confina con Epoca di fondazione Data di istituzione del comune Abitanti inizio ‘900 Abitanti nel 2011 Altitudine minima Altitudine massima Altitudine del Municipio Latitudine Longitudine Gradi decimali (latitudine) Gradi decimali (longitudine) Locator (WWL) Santo patrono Data festa patronale Nome degli abitanti Superficie Chiaverano deriva dal latino clavarius, “colui che detiene le chiavi della città” con l’aggiunta del suffisso -anus che indica possesso L’origine dello stemma è strettamente legato al nome del Comune, che trae origine del fatto che il Vescovo di Ivrea, al quale questo luogo era stato donato da Re Arduino nel 1003, ne fece un luogo fortificato per ricoverare le derrate affidandolo a un tesoriere, detto in latino Clavarius. Lo stemma riproduce, quindi, il castello, le chiavi affidate al Clavarius e la corona del dominio feudale Bienca Comunità collinare della Serra, Movimento Cittaslow, Borghi della Grappa Distretto Commerciale dell’Eporediese, Ecomuseo Orizzonte Serra, Ecomuseo AMI, Rete Museale AMI Mane, Alta Provenza - Francia Andrate, Burolo, Borgofranco d’Ivrea, Cascinette d’Ivrea, Donato, Ivrea, Montalto Dora, Sala Biellese 1250 1251 Comunità Collinare 274 della Serra 2.181 237 mslm 792 mslm 329 mslm 45°29’59”28 N 07°54’13”32 E 45.4998 7.9037 JN35WL Santa Teodora e San Silvestro Terza domenica di settembre Chiaveranesi 11,98 Kmq Chiaverano Si ringraziano: Riccardo Avanzi, Giuseppe Busatta, Giuliano Canavese, Maria Grazia Trussi per la gentile collaborazione Fotografie di: Paolo Avanzi, Riccardo Avanzi, Michelangelo De Fazio, Maurizio Fiorentini, Lucia Fuso Grafica: l’ART lucia Ciavràn Quand che giro par ‘l mond e sòn lontan, A m’ciapa sempre tanta nostalgia, Chè ‘na peuss pì d’tornemne al mè Ciavràn: E, ovunque e sja mi seugno la cà mia. Anche s’a l’è ‘n pais ‘n po’ dispers, Mì lo treuvo ‘l pì béll a dl’ univers: Macchè Londra, New York, Paris, Milan! Par mì nt’al mond, j’è gnente che Ciavràn. Sensa penseje tant, l’àj rinunsià A la carriera e tutt ‘l mè avnì, Per tornè a piè ‘l pòst a d’mè papà E passè la mia vita bele sì. “Nemo profeta in patria“ e lo sài: L’ aj soffert e passane ad dispiasì, Ma mi stò mè pais lo lassrai mai Gnanca dòpp mòrt e veuj ch’a m’sotro si. Bele sì ‘n méss d’ij brich da sto paìs, Lontan da le sità e dai bordèj, Andova ch’a ma speto tanti amìs, A riposè par sempre con ij mé vej. Enea Riccardino (1903-1967) Medico condotto di Chiaverano, fu pregevole poeta dialettale. A lui è stata dedicata la biblioteca del paese. Il territorio vasto di riferimento Tutta l’Italia è ricchissima di arte e monumenti, è risaputo. È stata, nel ‘700 e ‘800, meta del ‘gran tour’ da parte dei Nord Europei, che apprezzavano questa ricchezza, la varietà e la bellezza dei paesaggi italiani, la suggestione di ripercorrere e visitare i luoghi importanti della storia e della cultura, presenti quasi ovunque, dai colli alpini all’estremità della penisola, alle sue isole nel mediterraneo. Qui, nella parte orientale del Canavese, una regione storica antica di 5 secoli, si hanno due elementi straordinari, rari al mondo se non unici: un luogo geografico-geologico unico in Europa, l’Anfiteatro Morenico d’Ivrea, e la vicenda dell’Umanesimo Industriale di Olivetti. Sono in corso processi importanti di riconoscimento di queste unicità, che non negano i valori ‘ordinari’, ben presenti e notevoli. La concentrazione di elementi di interesse, tanto vari quanto numerosi, che qui sono presenti, costituisce un altro primato, definibile di ‘ricchezza paesaggistica’ secondo gli enunciati della Convenzione Europea del Paesaggio del 2000, legge italiana dal 2006. Gli uomini hanno iniziato a frequentare questi luoghi fin dal ritiro del ghiacciaio Balteo, di cui oggi quelli del Monte Bianco sono i residui; prima cacciatori e raccoglitori, nomadi sulle tracce degli animali che cacciavano, poi stanziali su villaggi di palafitte (tracce in tutto l’Anfiteatro, compresa l’area dei 5 laghi di Ivrea, di cui Chiaverano è parte), poi agricoltori in insediamenti che, trasformati nel tempo, hanno originato molti dei paesi oggi presenti nell’Anfiteatro, progenitori di quelle popolazioni Celtiche che si scontrarono con i Romani nel 2° secolo avanti Cristo. Da allora la posizione di transito obbligato per i valichi alpini verso la Francia e la Svizzera, la ricchezza di corsi d’acqua e di minerali ferrosi ne hanno determinato le trasformazioni nel tempo. La concentrazione straordinaria di castelli, torri, fortificazioni e chiese ne rappresenta la manifestazione più evidente. Di questi monumenti, quelli più antichi e ancora ben visibili risalgono al 1000 d.C. Ma è possibile avere un quadro completo dei segni delle vicende umane, dai progenitori dei Celti al primo personal computer al mondo, realizzato qui, in Olivetti; dai primi insediamenti umani al Museo a Cielo Aperto di Architettura Moderna di Ivrea (MaaM), unico in Europa. L’importanza di elementi naturali vitali, flora e fauna, un grande fiume e numerosi torrenti, 12 laghi, zone umide e torbiere, confermata da 12 “Siti di Interesse Comunitario” riconosciuti dalla Comunità Europea, la copiosa presenza di minerali, sono i segni di straordinaria ricchezza ambientale e paesaggistica; ma al loro manifestarsi discreto (sono pochi a riconoscere queste ricchezze, anche tra gli stessi abitanti) corrisponde una fragilità che richiede sempre più attenzione, affinché il sostanziale equilibrio, ancora presente, non venga perso. Un luogo vasto e unitario che è in stretta relazione con la Valle d’Aosta, interessa i territori amministrativi di tre Province della Regione Piemonte, in percentuali molto diverse, Torino, Biella, Vercelli e oltre 80 Comuni, per una estensione di circa 600 kmq e oltre 100.000 abitanti. A differenza di quanto avviene spesso altrove, qui ogni Comune si differenzia nettamente dagli altri se si mettono in relazione gli elementi morfologici del suo territorio, gli aspetti che strutturano lo scenario dell’Anfiteatro, del suo paesaggio. Questi elementi morfologici sono presenti in concentrazione straordinaria nel territorio di Chiaverano: i versanti delle Alpi, gli affioramenti rocciosi ‘le colline di roccia’ (estesi all’area dei 5 laghi di Ivrea e, a sud della Dora, fino a Pavone e, sul lato orografico destro dell’Anfiteatro, fino a Fiorano), le alture collinari moreniche, qui presenti con l’elemento scenico principale, la Serra, la piana interna del catino, sebbene solo in margine, la ricchezza d’acqua, con due laghi e corsi d’acqua minori. In questo luogo la ripetizione delle forme irregolari, ma simili, delle colline rocciose contrasta con il disegno a profilo lineare della Serra, formazione giovane, per i tempi geologici (1.3 miloni di anni), rispetto alle rocce, che sono antichissime, quanto le Alpi (oltre il miliardo di anni). Anfiteatro Morenico di Ivrea Vista dell’Anfiteatro dal Monte Cavallaria del lato orografico sinistro: le colline rocciose dei 5 laghi, e la Serra, sullo sfondo il Lago di Viverone Chiaverano Veduta dei ruderi dell’antico castello con il campanile della chiesa La storia di Chiaverano si inserisce in quella generale della lotta delle investiture tra papato e impero che caratterizza il sec XII. Dal 1193 si accendono tra il Vescovo di Vercelli e il Vescovo di Ivrea delle rivalità per i possedimenti sul confine non ben delimitato sul versante della Serra Morenica, che sfociano in gravi scontri provocati anche dalla rivalità di signori feudali, come i conti di S. Martino, Valperga e Masino. Le continue scorrerie che desolavano i paesi spinsero gli abitanti a mettersi sotto la protezione del vescovo di Ivrea, unica autorità in grado di contrastare la prepotenza dei signori del Canavese e dei Vercellesi. Tra il 1200 e il 1250 nascono nuovi borghi fortificati che raggruppavano i borghi aperti limitrofi: Bollengo, Settimo, Borgofranco, il Borgo delle Coste (l’attuale Piverone) e infine Chiaverano. Nel 1250 venne stipulato tra il vescovo e i rappresentanti dei borghi di Bienca, Sessano, Bellesano e Chiaverano, appartenenti alla castellata di Chiaverano, un patto in occasione della costruzione della nuova villa di Chiaverano attorno al castrum Clauerani. I buoni uomini (buoni sta per liberi) delle famiglie dei borghi, per mezzo dei Consoli loro rappresentanti, dichiarano la loro fedeltà al vescovo d’Ivrea, Giovanni di Barone, riconoscendone la giurisdizione, e sottoscrivono patti, come l’obbligo di costruire e abitare in Chiaverano, pagare i censi sulle terre distribuite in cambio della sua protezione. I patti stipulati nel 1251 sanciscono la nascita del comune di Chiaverano, che si sviluppa poco a poco intorno al primitivo nucleo situato intorno al castello. Gli Statuti, Ordinamentum comunis et hominum Clauerani, un insieme di norme e di leggi che regolavano i rapporti fra il cittadino e il comune (e tra questo e il Signore), sono un documento prezioso e fondamentale per conoscere la vita quotidiana degli abitanti di una comunità rurale nel Medioevo. Scomparvero così progressivamente gli abitati di Sessano e Bellesano, mentre rimase viva (e lo è tuttora) Bienca. Nel 1349 Giovanni II di Monferrato invase il Canavese e, conquistata Caluso, continuò le sue scorrerie giungendo fino alle porte di Ivrea e ponendo l’assedio a Chiaverano. Il castello, difeso da una guarnigione al comando del Castellano di Bard, Teobaldo di Challant, inviato da Amedeo VI di Savoia, si difese energicamente e resistette senza cedere. Il paese, caratteristico borgo medioevale arroccato intorno al castello, per la sua posizione strategica al confine con la zona posta sotto la giurisdizione del Comune di Vercelli, divenne uno dei baluardi del potere vescovile di Ivrea. La fortezza, restaurata all’inizio del ‘500, venne assalita nel 1640 durante la guerra di successione sabauda prima dalle truppe spagnole e poi da quelle francesi; fu danneggiata ulteriormente nel 1704 dalle truppe francesi che assediarono Ivrea. Iniziò un declino inesorabile; nel 1759 è registrata la notizia del crollo di una torre, senza che seguisse nessun intervento di restauro, essendo ormai superata la sua funzione di protezione e difesa. Il materiale edilizio recuperato fu destinato alla costruzione del nuovo campanile. Del castello diroccato oggi restano solo pochi ruderi. Santo Stefano di Sessano Edificata su un dosso roccioso, lisciato e arrotondato dal ghiacciaio Baltico, la chiesa di S.Stefano di Sessano accoglie il visitatore con la suggestiva bellezza e la serenità del luogo. La posizione panoramica permette un ampio sguardo sulla pianura canavesana, sull’Anfiteatro Morenico d’Ivrea e verso la Serra con i suoi boschi di castagni ed i terrazzamenti coltivati a vigneto, disposti lungo i pendii. È un luogo assai suggestivo, ricco di testimonianze dell’opera della natura e del lavoro dell’uomo. Riassume infatti, per chi lo sa leggere, la storia geologica dell’anfiteatro: il substrato roccioso su cui sorge è particolarmente raro, costituito da affioramenti (granuliti basiche) che secondo gli studi geologici ebbero origine dagli strati più profondi della crosta terrestre. L’edificio, che risale secondo gli studiosi intorno all’anno mille, è l’unico superstite dell’antico insediamento di Sessano, distrutto da una delle frequenti frane cui erano soggetti i ripidi versanti della Serra. Il suo nome deriva probabilmente dalle caratteristiche naturali della zona: saxeus, saxetum, saxsosum significano sasso, sassoso come l’assolato dosso su cui sorge. La chiesa è composta da tre corpi: una navata con abside, la torre campanaria centrale sull’asse della facciata, una piccola sagrestia, aggiun- ta successivamente. Ben conservato il prospetto nord, decorato da archetti pensili. L’abside è ornata da quattro lesene, che la dividono in tre parti su cui si aprono dodici monofore decorate da mattoni. L’interno custodisce (nell’abside) preziosi affreschi dell’Xl secolo, che raffigurano i dodici apostoli, sovrastati dal redentore, circondato dai simboli degli evangelisti, ritenuti tra i più importanti documenti della pittura romanica canavesana e recentemente restaurati. I lavori di recupero edilizio, dopo un lungo periodo di abbandono, hanno consentito, nel 1996, di riaprire al pubblico questo monumento che è uno dei beni artistici più importanti del territorio. Chiaverano IL GIARDINO MEDIOEVALE La presenza di questa antica chiesa ha suggerito la progettazione di un giardino medioevale: un giardino antico, un ideale Hortus Conclusus come avrebbe potuto essere nei primi anni del Mille, collocato a nord rispetto alla chiesa. Lo spazio è organizzato in sei parcelle rettangolari, delineate da rami di castagno intrecciati, dove sono ospitate e classificate piante spontanee e piante coltivate prima della scoperta delle Americhe a fini alimentari e curativi. Un pergolato di travi di castagno sostenuto da “culigne”, ritti in pietra, ospita rampicanti e tre esempi di antichi vitigni tipici del Canavese. I ROSMARINI L’ingresso al giardino medioevale è occupato da una collezione di rosmarini: varietà naturali e alcune cultivar, che si differenziano per portamento, dimensione, spessore e colore della foglia, colore dei fiori e profumo. Sfiorando con le dita le foglie e annusando si riconoscono fragranze assai diverse: dalle più delicate, appena percettibili, alle più intense ed oleose che permangono a lungo. I rosmarini fioriscono da aprile a settembre. Il Giardino delle erbe aromatiche ed officinali è stato inserito dalla Regione Piemonte con Deliberazione del 16 novembre 2009 tra i Giardini Botanici Pubblici del Piemonte, coronando così il lavoro e l’impegno decennale del Comune di Chiaverano e dell’Associazione Rosmarino che ne è il gestore. Una veduta dell’area di Santo Stefano Chiaverano Il Lago Sirio è compreso nell’area a cavallo tra i comuni di Chiaverano ed Ivrea, nella parte Nord dell’Anfiteatro Morenico di Ivrea. La bellezza del luogo costituisce la peculiarità principale: il lago è stato designato dalla Regione Piemonte di rilevante interesse ambientale ed è uno dei pochi laghi balneabili del territorio. Non vi sono corsi d’acqua che sfociano in esso e quindi si presume che sia alimentato da sorgenti subacquee. Tra i cinque laghi della zona, tutti di origine glaciale, è il più grande, ed è un’attrattiva importante per il turismo; attorno ad esso vi sono campi da tennis, un campo da calcetto, alcuni ristoranti, un’area di campeggio, un hotel e una spiaggia libera. A ridosso del lago sono presenti molti orti, frutteti, giardini e prati che lambiscono le sponde, utilizzate dai turisti che vengono a bagnarsi nelle sue acque. Le sponde balneabili del lago Vista del lago Sirio con sullo sfondo la linea retta della Serra di Ivrea e il Mombarone Chiaverano Bosco di Scalveis Torre della Bastìa Il bosco, situato nella zona nord-est del comune di Chiaverano a circa 800 metri di altezza, è compreso tra il colmo della Serra e il torrente Viona, piccolo affluente del fiume Elvo, che divide la provincia di Torino da quella di Biella. È un’area pianeggiante lungamente contesa in passato tra Vercelli e Ivrea, utilizzata dai pastori per il pascolo estivo. Restano ruderi delle piccole abitazioni di cui si servivano. Per tutto il 1200 Vercelli (potente comune della Lega Lombarda) ha eretto alcuni borghi franchi per difendere i propri confini e proteggere i traffici commerciali verso il Canavese e la Valle d’Aosta: ne sono esempio Piverone, Magnano, Borgo D’Ale, ai quali Ivrea rispose costruendo a sua volta altri borghi fortificati quali Bollengo, Chiaverano, Borgofranco d’Ivrea... Nel 1296 i vercellesi innalzarono sul culmine della Serra, in territorio del Vescovado di Ivrea, la “Torre della Bastìa” a controllo dei movimenti nel territorio di Andrate e Chiaverano. Era una grossa torre quadrata circondata da fossato di cui rimane tutt’ora qualche rudere, presso uno specchio d’acqua intermorenico utile per abbeverare i cavalli e per gli stessi difensori della torre. Dopo oltre 10 anni di proteste e piccoli scontri, verso la fine di febbraio del 1309, Chiaverane- si ed Andratesi distrussero la torre e raggiunto Donato, dove erano imprigionati alcuni chiaveranesi, bruciarono una parte del paese e liberarono i compaesani. Ne nacque una controversia legale che fissava lungo il torrente Viona il confine tra il territorio Vercellese e quello di Ivrea, e riconosceva al comune di Chiaverano il possesso del territorio sul quale la torre era stata illecitamente costruita. L’attuale confine tra le due province è ancora quello fissato nel XIV secolo! Bosco di Scalveis Torre della Bastìa Chiaverano La Chiesa Parrocchiale di San Silvestro e la Chiesa di Santa Marta La prima costruzione risale al XII secolo, quando nacque il borgo medioevale attorno al castello. Di dimensione modeste, la chiesa venne ampliata nel ‘600 e nel 700. Saccheggiata dai francesi, nel 1741 iniziarono i lavori per la sua ricostruzione. Sulla porta principale vennero raffigurati i patroni di Chiaverano: San Silvestro e Santa Teodora. A fianco della chiesa venne eretto l’altissimo campanile (65 metri), terminato nel 1764. Inizialmente aveva una cupola in legno ma venne distrutta da un incendio nel 1834 e sostituita da una copertura in muratura nel 1848. Nella lunetta esterna del piccolo loggiato della chiesa si trova un affresco tardo-trecentesco raffigurante una Madonna con Bambino tra Santi. Di fronte alla Parrocchiale, preceduta da un elegante portico, venne costruita nel 1585 dall’omonima Confraternita la piccola Chiesa di Santa Marta. Le due chiese, insieme con il resto del castello, individuano l’area storica più significativa di Chiaverano, dalla quale si gode un panorama suggestivo e si coglie la struttura urbana tipicamente medievale del paese. L’Organo Giovanni Bruna L’organo Giovanni Bruna La Chiesa di Santa Marta Panoramica di Chiaverano con al centro la Chiesa Parrocchiale di S. Silvestro Terminata la costruzione della chiesa di San Silvestro, fu deciso di dotarla di un organo e la realizzazione fu affidata a Giovanni Bruna (17531823), il più geniale artista dell’organaria piemontese. Il monumentale organo, inaugurato nel Natale del 1795, era il più importante strumento piemontese del suo tempo: 16 piedi a due tastiere corrispondenti a 4 corpi d’organo, 44 registri per oltre 1.700 canne, con caratteristiche di assoluto rilievo. Esso esula dalla tipologia riscontrabile nella regione a quel tempo per dimensioni, ricchezza dell’impianto fonico e per la sua stessa strutturazione: alle due tastiere corrispondono ben tre corpi d’organo. Tale organo costituisce una preziosa testimonianza dell’arte organaria piemontese settecentesca, non solo per la sua dimensione, ma anche perché tuttora costituito integralmente di parti originali. Sopravvissuto intatto a oltre due secoli di storia, l’organo è stato restaurato nel 2004 grazie al contributo di una Associazione locale appositamente costituita. Mentre l’organo era smontato si è provveduto al restauro della cantoria e della cassa, mirabili opere di Giovanni Godone, intagliatore molto noto e stimato nel Canavese, nel Biellese e nel Vercellese: a lui si devono, ad esempio, le casse degli organi di Cavaglià e Viverone. L’organo restaurato è stato inaugurato in occasione della Pasqua 2007. Chiaverano Il sipario del teatro in una foto degli anni ‘30 Particolare dell’affresco nella Cappella di San Grato Il Teatro Bertagnolio La Cappella di San Grato Il Teatro della tradizione popolare piementese si rappresentava all’aperto, si tramandava di padre in figlio per racconti, senza copioni, senza autori. Nel 1897 in “Chiaverano capoluogo” si costituì la Società Filodrammatica grazie all’iniziativa del maestro Bonaventura Bertagnolio, che diede le idee e la carica necessarie perché in quell’anno a Chiaverano si costruisse un teatro. I lavori cominciarono prendendo a prestito 8.000 lire e ne uscì un fabbricato rettangolare con una balconata sul fondo, un palcoscenico e un certo La chiesetta di San Grato sorge a Chiaverano in località Bugliacco. La sua costruzione risale all’XI secolo, quindi contemporanea alla chiesa romanica di S.Stefano: come S.Stefano è poggiata sulla roccia di una collinetta morenica tra i vigneti. Nel periodo medievale, quando esistevano le comunità di Sessano, Bellesano e Blence che in seguito, con gli Statuti del 1251, avrebbero dato vita al comune di Chiaverano, la cappella di San Grato costituiva sicuramente un riferimento religioso importante. numero di panche. Nel 1907 si decise l’acquisto di una “lanterna magica” che altro non era che un proiettore per immagini fisse. Ma l’esperienza cinematografica si rivelò fallimentare e nel 1910 la macchina fu venduta a un certo signor Boaro di Ivrea. Nell’aprile del 1920 si decise l’acquisto della putrella di sostegno per la galleria, presa da un teatro demolito in Valle Mosso. Il trasporto fu impresa difficile date le dimensioni della stessa, tanto da disfare parecchi metri di “topie” perché potesse entrare in paese. Fra gli anni ‘30 e ‘50 grazie alla collaborazione del dottor Enea Riccardino, animatore della vita sociale e culturale di Chiaverano, il teatro fu abbellito, ridipinto e arricchito. Negli anni seguenti fu animato da una compagnia composta essenzialmente da giovani di Chiaverano che, sotto la guida di registi, diedero vita a vere e proprie stagioni teatrali. Chiuso negli anni ‘70 per ragioni di sicurezza, il teatro è stato ristrutturato ed è ora pronto per tornare all’antico splendore. Prima del 1998 la cappella era solamente un rudere nascosto da un intrico di rovi. Grazie alla volontà e disponibilità del gruppo ANA-Alpini di Chiaverano, il 27 agosto del 2000 la piccola cappella di San Grato è ritornata un piccolo gioiello religioso, con il suo sagrato e un piccolo giardino, impreziosita all’interno da un quadro-affresco della pittrice Giglio Tos che riproduce il Santo a cui è dedicata e una Madonna con Bambino avvolti in una luce d’oro. In paese le bambine e i bambini imparono a coltivare l’orto già alle scuole materne! Gli orti di Chiaverano Il centro storico Chi arriva a Chiaverano ha la sensazione di entrare in un borgo d’altri tempi. Le vie sono strette, curiosando tra le mura del borgo si scoprono tracce dell’antico “ricetto” risalente al 1251. Via “Porta Nona” è una stradina in salita fatta di ciottoli; questa è una delle tre vie che portavano al castello: venne chiamata così perché indicava la nona ora della meridiana. Percorrendo questa via si può osservare un vasto panorama di Chiaverano sud e di Ivrea. Si giunge quindi in una piazzetta, dove si può osservare la Chiesa di S. Silvestro, costruita nel 1744 in stile barocco, sopra le rovine di una chiesa precedentemente distrutta dagli Spagnoli e l’attigua Chiesa della Confraternita di S. Marta. L’acquedotto romano Eporedia, l’attuale Ivrea, fu fondata nell’anno 100 a.C. per stabilire un caposaldo strategico all’imbocco della Valle d’Aosta, per aprire e conservare, sicura dai Salassi, la via delle Gallie e per poter mantenere le miniere salasse conquistate con la vittoria di Appio Claudio Pulcro. Nel periodo di maggior splendore, Eporedia di- sponeva di un teatro, di un anfiteatro, di un foro, nell’attuale Piano del Duomo, di un tempio probabilmente dedicato ad Apollo, di terme e di due ponti sullo Dora. Dato il notevole sviluppo della città, fu necessario costruire un acquedotto che potesse soddisfare le necessità di una popolazione di circa ventimila abitanti. Si utilizzò a tal scopo il bacino dove è l’attuale Maresco di Bienca, riempito probabilmente intorno al 1500, incanalandone le acque per portarle fino all’attuale Porta Aosta. Documenti storici attestano che nel 1471 doveva essere nella sua completa efficienza, somministrando l’acqua anche ai molini esistenti sotto il monte Brogliero. Il canale, secondo alcuni archeologi, avrebbe condotto una certa quantità di acqua ancora sul principio del 1700, ad uso di parecchie manifatture ed a quella in particolare della Abbazia dei Benedettini dove c’erano più di seicento telai per la lavorazione dei panni. La caratteristica fondamentale dell’acquedotto di Ivrea, che transita per la maggior parte del suo percorso nel territorio del Comune di Chiaverano, è di avere un tracciato quasi esclusivamente sotterraneo, dotato di una volta in pietre ed con un condotto impermeabilizzato mediante l’uso di “cocciopesto”. Chiaverano Veduta del paese dalla piazzetta della Chiesa Parrocchiale Chiaverano Il castello San Giuseppe È il 1640. Un veterano del reggimento delle milizie Sabaude, tale Tomaso Barberio da Guarene, deluso e amareggiato dalle violenze vissute in anni di vita militare, si ritira in eremitaggio sulla cima di questo monte. Religioso egli stesso e guidato dalla spiritualità del luogo, costruisce in poco tempo una cappella dedicata a S.Giuseppe, traendo spunto da un ancor più antico pilone votivo. La Curia Romana concede ufficialmente la veste e il titolo di “eremita“ a Tomaso. Nell’aprile del 1661, il Vescovo di Ivrea autorizza la costituzione di una confraternita che già ospita 150 frati. Alla sua morte, Tomaso, sia per i molteplici episodi miracolosi segnalati, sia per l’importanza spirituale acquisita dal luogo, viene proclamato Santo. Il suo romitorio viene dapprima preso in consegna dai Padri Teresiani, e successivamente dai Padri Carmelitani. Questi ultimi ottengono da Roma l’autorizzazione a costruire un convento. Il luogo per molto tempo diviene uno dei santuari più frequentati della zona. Dopo la prima occupazione del Piemonte da parte dei Francesi, che lo devono abbandonare per l’intervento degli Austro-Russi, Veduta del castello San Giuseppe segue la seconda riconquista da parte dell’Imperatore Napoleone, che confisca il convento di San Giuseppe per scopi militari. Non considerando l’ultimo tentativo di pacifica resistenza dei frati, l’imperatore fortifica il convento che diventa a tutti gli effetti un castello e viene utilizzato come punto di osservazione. Passa poi di proprietà in proprietà, annoverando tra i proprietari la famiglia di Napoleone, Beauharnais, e giunge fra gli altri al poeta Giuseppe Bianchi, che ospiterà alla fine dell’Ottocento la celebre attrice Eleonora Duse ed il compositore Arrigo Boito, i quali vissero qui un’appassionante storia d’amore, testimoniata dalle lettere sia del Boito che della Duse. Intorno al 1930, il proprietario, l’italo-americano Giovanni Perona, ospita diversi importanti attori in auge in quell’epoca, come ad esempio Ginger Rogers. In seguito, dopo la guerra ed anni di incuria e abbandono, il Castello viene acquistato dagli attuali proprietari che, ispirati anch’essi dalla spiritualità del luogo, restaurano e riaprono le antiche sale e celle ad ospiti e manifestazioni, nell’ambito delle quali si respira ancora l’atmosfera di pace e serenità di un tempo. L’Ecomuseo del Paesaggio Orizzonte Serra La Bottega del Frer Se si vuole fare un tuffo nel passato bisogna visitare l’antica fucina dei Bergò di Chiaverano. Il museo, collocato all’interno di un’officina di fabbro ferraio risalente ai primi anni del Settecento, è tuttora in grado di muovere le macchine operatrici situate nel primo locale della bottega, attraverso una ruota idraulica. Nella sala della forgiatura sono invece visibili tutte le attrezzature per la lavorazione del ferro oltre ad una vasta serie di prodotti; nell’ultima sala si segnala, tra le varie tecnologie, quella relativa alla costruzione di pesi, misure e stadere. Di rilievo è inoltre un vasto campionario di serrature e attrezzi per l’agricoltura. La ditta venne ufficialmente fondata nel 1821 da Giovanni Bergò, che rilevò una fucina preesistente di proprietà di Antonio Teagno Majota. Fin dai tempi più remoti Chiaverano ebbe botteghe artigiane. Vincenzo Battista Bergò, nelle sue memorie comprese tra l’800 e l’inizio del 900, enumera più di 20 tra botteghe e opifici, ubicati tra Chiaverano e Bienca, azionate dai Ritani scendenti dalla Serra che confluivano nell’area compresa tra il “Maresco” di Bienca e la Regione “Interlago” all’imbocco del Paese. Oggi la fucina dei Bergò è così com’era un secolo fa, fatta eccezione per un tornio adattato a filettare le viti da torchio, un trapano a colonna e un ventilatore per forgia. Nella fucina si conservano innumerevoli attrezzi da lavoro, manufatti, ingegnosi strumenti che sono unici, frutto dell’abilità secolare dei Bergò. Chiaverano nasce nella comunità di Chiaverano per volontà dell’Amministrazione Comunale, come risultato di un processo durato più anni, conclusosi, infine, grazie anche al contributo finanziario dell’Unione Europea. Dal 9 Marzo 2007, è gestito dall’Associazione Ecomuseo del Paesaggio Orizzonte Serra, organismo senza fini di lucro, formato da privati cittadini (volontari) e dal Comune di Chiaverano. Fin dal suo avvio, avvenuto nel maggio 2006, l’Ecomuseo ha assunto come ambito di riferimento non solo il territorio comunale, ma anche quello, ben più vasto, dell’Anfiteatro Morenico di Ivrea (AMI). L’Ecomuseo del Paesaggio si caratterizza per la forte attenzione al contesto paesaggistico e, nello stesso tempo, alla cultura materiale ed immateriale della comunità chiaveranese, visti come un binomio inscindibile, ciascun termine del quale non può essere compreso, difeso e sviluppato se non alla luce dell’altro. L’Ecomuseo dell’Anfiteatro Morenico di Ivrea (AMI) costituito nel 2008, associa Comuni, Enti Locali, Associazioni e Istituzioni culturali. È un’associazione di secondo livello senza fini di lucro: una federazione di soggetti autonomi (per programmi e per risorse), diversi (per storia, per obiettivi, per focalizzazione, etc.), che si riconoscono portatori di eguali diritti e eguali doveri, uniti dal desiderio di dare maggior respiro e maggiore incisività a quanto già stanno facendo, per questo territorio, attraverso una più intensa collaborazione reciproca e lo sviluppo di nuove sinergie. L’Ecomuseo si dedica da un lato alla costruzione e allo sviluppo di relazioni tra i suoi associati e il contesto regionale e nazionale, e dall’altro alla valorizzazione delle risorse culturali, storiche e attuali, presenti nell’AMI, non trascurando di favorire processi di sviluppo economico locale. Lavorazione del ferro in una vecchia fotografia Chiaverano Passeggiate e percorsi Il territorio di Chiaverano è attraversato da una rete diffusa di percorsi antichi, funzionali alle economie di epoche passate, in cui il movimento delle persone e delle cose, le merci, avveniva in questi luoghi a piedi e senza carri, quindi ‘a dorso’, di animali in prevalenza asini, muli e cavalli, ma anche delle persone, ‘a spalle’. Si tratta dunque soprattutto di mulattiere, che oggi si integrano con vecchi sentieri, talvolta modificati per consentire l’accesso a vedute o a luoghi particolari, la cui frequentazione prevalente, ormai da anni, avviene da parte di camminatori e ciclisti, talvolta anche a cavallo. Sono, in generale, passeggiate di bassa difficoltà, adatte ad essere percorse in tutte le stagioni, evitando unicamente, in estate, i momenti più caldi della giornata. La suggestione dei luoghi e la presenza di alcuni elementi notevoli di interesse hanno originato un notevole sistema di segnaletica direzionale e informativa, che uno standard ormai diffuso (quello esteso a tutto l’AMI, almeno per i tracciati più strutturati e importanti). Le informazioni qui riportate si completano con le carte specifiche disponibili sul territorio e in distribuzione da Turismo Torino e Provincia. 1. CHIAVERANO PAESE Lunghezza minima 600 m, massima di 1.4 km. Dislivello 60 m. Tempo max: 1-2 ore. Partenza: Piazza Ombre con possibilità di itinerari ad anello, che si svolgono intorno alla grande collina in roccia su cui sorgeva, nel versante sud, il Castrum Clavariani, (anno 1251) l’antico castello ridotto a rudere. Particolarmente ricco di elementi di interesse, con scorci suggestivi lungo le vie, veduta panoramica dalla piazza della chiesa parrocchiale, zona dell’antico Ricetto, discesa verso sud fino ai margini dell’affioramento roccioso su cui sorge il paese, alto sulla piana del Lago di Campagna, nella zona del Teatro Sociale, della Distilleria e della Rotonda, area per feste all’aperto. 2. TORBIERE DI BIENCA E ACQUEDOTTO ROMANO DI EPOREDIA (IVREA) (coincide in larga parte con l’Anello di Montresco, della rete di “Anelli dei 5 laghi”) Percorso naturalistico-archeologico. Lunghezza 4.7 km. Dislivello 88 m. Tempo max: 1h 40’ Partenza: spiazzo all’incrocio fra la via Tomalino e la Strada Provinciale n.74. Chiaverano-BiencaBorgofranco. Un percorso asfaltato verso sud (670 m) porta all’incrocio con una strada sterrata che conduce, a destra, da est a ovest, per 1 km ai piedi della collina rocciosa di Montresco, al punto di confluenza delle acque della torbiera di Bienca, a sud del paese, area di presa dell’Acquedotto Romano. Si procede lungo un sentiero per circa 850 m, in costante prossimità all’acquedotto, con veduta a ovest del castello di Montalto Dora e delle Alpi del lato destro della valle della Dora; quindi si svolta per ritornare verso le case di Montresco, con possibile digressione sulla sommità delle colline rocciose lisciate dai ghiacciai di grande suggestione e con vedute straordinarie. 3. S. STEFANO DI SESSANO, GIARDINO MEDIEVALE, COLLINE ROCCIOSE E MORENICHE DELLA SERRA Percorso naturalistico e panoramico Lunghezza 8 km. Dislivello 130 m. Tempo max: 2h 30’ Partenza: area di S.Stefano, ultimo tratto delle colline rocciose messe a nudo dall’azione dei ghiacciai, che qui scompaiono sotto la collina morenica del lato sinistro dell’AMI, la Serra, in questo caso la parte denominata ‘Serretta’. Si scende sulle colline di roccia a sud ovest tra le vigne ed il recente quartiere di Santa Lucia per risalire a nord est, incrociata la via per Burolo, lungo una strada in acciottolato fino a incontrare, passate le case di “Camposelvatico”, il versante della ‘Serretta’, e da qui proseguire con possibilità di ritorno alla Chiesa con un percorso breve (2 km). Oppure proseguire per l’intero anello, passare le case “Giordana”, sa- Chiaverano ieri Lavandaia al lago Sirio Il lago Sirio Camionetta dei pompieri Chiaverano ieri Corso Centrale anni ‘30 Il castello San Giuseppe Via della Chiesa Ampliamento della sede stradale Colazione sull’erba Veduta del lago Sirio lire lungo la strada di recente costruzione sul versante consolidato in seguito a eventi franosi, poi proseguire un tratto lungo la cresta, con vedute notevoli verso l’Anfiteatro e l’arco Alpino. Dopo un tratto sul versante opposto, rivolto verso la Serra, attraversata la linea di cresta della Serretta e, passato il casale “Terrico Sopra” si scende tornando alla Chiesa di Santo Stefano di Sessano. 4. LAGO SIRIO E CASTELLO DI SAN GIUSEPPE con variante al sentiero de “La Gaia” Percorso naturalistico e panoramico. Lunghezza 5.3 km + 1.2 km variante La Gaia. Dislivello 113 m. Tempo max: 2h. Partenza: slargo in via Montalto Dora, all’ingresso al paese da ovest. Lungo questa via, a ovest, dopo 200 m, si incrocia il sentiero che costeggia per 180 m il grande bacino in disuso per la raccolta dell’acqua che alimentava i mulini a sud ovest del paese. Dopo altri 100 m un bivio consente di scegliere: la breve passeggiata de “La Gaia” che torna, allo slargo, dopo 820 m. Oppure, dopo un raccordo a ovest di 200 m, all’anello principale intorno al lago Sirio, il più grande dei 5 laghi d’Ivrea e il più attrezzato alla balneazione. Il percorso può avvenire in due sensi, con pari grande suggestione: lungo le sue sponde e costantemente sulle colline rocciose circostanti, fino all’altura maggiore, su cui sorge il Castello di San Giuseppe: in origine un eremo, trasformato nel tempo in residenza ed oggi in struttura di accoglienza turistica. 5. LUNGO LA VIA DEL COMMERCIO Scalveis e la Torre della Bastia Percorso naturalistico, archeologico e panoramico. Lunghezza 5.5 km. Dislivello 175 m. Tempo max: 2h. Partenza 1: slargo all’incrocio della via Chiaverano-Andrate con la strada 419, in prossimità della Galleria della Serra; salita sul versante della Serra, che si raccorda con una sua parte, la ‘Serretta’, la morena che qui inizia, prosegue verso Burolo e termina a Bollengo. È possibile una digressione alla ‘Pera dle culigne’, un masso erratico di particolare natura, adatto a cavare le ‘culigne’, pali di supporto per la viticoltura, un tempo tutta su pergolati. I massi portati dal ghiacciaio si incontrano lungo tutti i percorsi dell’Anfiteatro e costituiscono una singolarità notevole di questo luogo. Si percorre l’antica strada per Biella (via del Commercio) che incrocia due linee di cresta, est e ovest, e prosegue verso il villaggio di Scalveis. Quindi incrocia i due percorsi, lunghi in totale 2 km, che rendono facile immaginare di ‘camminare sulla linea di un disegno’ (che prosegue per 13.5 km fin oltre Zimone) fra due stagni o ‘guie’ dell’Oca e della Bastia, fino alla Torre omonima del XII secolo, ora ricostruita in legno. Partenza 2: ex Cascina Preti, sulla strada Provinciale Andrate-Croce Serra/Sala Biellese, che consente un facile accesso (300 m) alla Torre della Bastia ed alla vicina ‘guia’ omonima. 6. ANELLO DEL LAGO DI CAMPAGNA (della rete di “Anelli dei 5 laghi”) Percorso naturalistico e panoramico Lunghezza 2.3 km. Dislivello 15 m. Tempo max: 50’. Percorso inadatto in periodi seguenti a piogge Partenza: area pubblica di Cascinette, ai margini del canale emissario del lago, un tratto pianeggiante che può essere inteso quasi una intrusione della piana del catino dell’Anfiteatro fra le colline rocciose, caso unico fra i 5 laghi e di questi il meno profondo, vicinissimo all’abitato e, al contempo, in quanto non balenabile, in condizioni di rara naturalità. Con il percorso in senso orario si incontra subito la prima delle colline rocciose, che si percorrono per quasi metà dell’anello, proseguendo poi lungo un tratto molto ricco d’acqua, alla base delle colline di pietra; l’anello si completa attraversando il Rio della Serra, immissario del lago. Si rientra lungo un tratto piano a lato della strada provinciale fino al margine est del lago. Chiaverano TRATTORIA VECCHIO CIPRESSO via Lago Sirio, 19 - Chiaverano tel. 0125 45555 - fax 0125 628272 Dove mangiare [email protected] www.vecchiocipresso.com RISTORANTE IL CIGNO via Lago Sirio, 3 - Chiaverano tel/fax 0125 45476 - 349 1290499 [email protected] www.ristoranteilcigno.it Il Ristorante “Il Cigno” sorge in mezzo al verde sulle sponde del lago e gode dunque di una posizione incantevole. All’esterno uno spiazzo ampio consente di parcheggiare agevolmente. In tutto i coperti disponibili sono un’ottantina, una buona parte dei quali disposti all’aperto, nel dehors di 400 mq che permette di consumare i pasti a contatto con la natura. Il titolare Claudio prende le ordinazioni e serve ai tavoli, la cucina è il regno dello chef, lo zio Gennaro coadiuvato dalla moglie Angela. Papà Domenico, che ha alle spalle una lunga esperienza in locali ed alberghi campani, è l’addetto agli acquisti e segue con passione il bar. Il vecchio cipresso grande e maestoso che domina dall’alto della collina ha dato il nome al nostro locale. Proseguiamo la tradizione di famiglia offrendo un’ottima selezione di prodotti locali e stagionali con un preciso gusto contemporaneo. Sapori naturali e accostamenti innovativi, abbinati ad una cucina tipica in un angolo di natura suggestivo e tranquillo nell’Anfiteatro Morenico di Ivrea. Il ristorante offre ai suoi clienti un percorso a catena che nasce dalla passione, si serve della creatività, genera aggregazione ed emozione. Un flusso ideale che trasforma forme, gusti e colori, partendo dall’esigenza di comunicare attraverso un laboratorio fatto di padelle, mestoli, forchette, sapori, materie prime e “ buone idee”. RISTORANTE PIZZERIA BAR IL SOLE via Lago Sirio, 1 - Chiaverano tel. 0125 615082 - 339 7089400 [email protected] STABILIMENTO BALNEARE CHALET MOIA via Lago Sirio, 2 - Chiaverano tel. 0125 616505 [email protected] www.chaletmoia.it Nello stabilimento troverete molti confort: un bar con dehors, dove potrete gustare una ricca lista di panini e insalate, un ampio prato verde all’inglese adibito a solarium con zone ombreggiate da salici piangenti e piante ad alto fusto, un blocco centrale ed uno secondario con cabine spogliatoio a rotazione e servizi. Docce con acqua calda, phon, lettini, sedie a sdraio e il campo da pallavolo oltre al noleggio di canoe, barca a remi, pedalò, windsurf e tavolo da ping-pong completano l’offerta dello stabilimento. Nel comune di Chiaverano, a pochi passi da Ivrea, immerso nella splendida cornice del Lago Sirio, il Ristorante Pizzeria Il Sole vi attende per assaporare in tutta tranquillità una gustosa pizza o un appetitoso piatto ispirato alla cucina tradizionale italiana. Il Sole è il luogo ideale per una piacevole pausa pranzo, un evento speciale, una grigliata con gli amici, un pranzo di lavoro, una cena all’insegna della buona cucina in un ambiente speciale. Magnifica la posizione sul lago che permette di fare una bella passeggiata prima o dopo pranzo e/o cena... e in estate lo Chalet Bar sito su una terrazza naturale dominante il Lago Sirio, vi offre apericena e feste a tema. Chiesa romanica di Santo Stefano Dove mangiare RISTORANTE LA TETTOIA via Peronetto, 8 - Bienca tel. 0125 798008 - 338 8243289 [email protected] www.ristorantelatettoia.com RISTORANTE PUB CAOS via Carlo Zuffo, 10 - Chiaverano tel/fax 0125 798000 - 347 2269054 [email protected] In Canavese, ai piedi della Serra Morenica circondati dai laghi, ristrutturato da una casa di fine ‘800, c’è il Caos Pub Ristorante, dove troverete una calda accoglienza in un ambiente familiare. La cucina offre menù della tradizione regionale e i prodotti del territorio sono gli ingredienti base per offrire una piacevole riscoperta di equilibrio tra l’uomo e l’ambiente naturale. Zona di facile accesso con grande parcheggio adiacente al locale. Dehors giardino. Zona fumatori. Accessibile ai portatori di handicap. Chiuso il lunedì. Il Ristorante ‘La Tettoia’ è un locale di tradizione, aperto nel 1969 dalla famiglia Curnis, che tuttora lo gestisce. Il ristorante dispone di una saletta piccola e molto graziosa, adatta a cenette romantiche ma anche a veloci colazioni di lavoro; di un’ampia sala, adibita a banchetti, meetings, conventions, eventi privati come pranzi di nozze, feste tra amici, compleanni e altre ricorrenze familiari; di un giardinetto appartato, che d’estate offre l’opportunità di aperitivi e cene all’aperto, in mezzo ai fiori; di un terrazzo panoramico, coperto da tetto spiovente, appunto la tettoia che dà nome al locale. LOCANDA DEL PANIGACCIO via Bienca, 51 - Chiaverano tel. 0125 54634 [email protected] www.locandadelpanigaccio.it TRATTORIA IL BORGO via Donato, 7 - Casale Richeda - Chiaverano tel/fax 0125 798111 [email protected] La Trattoria Il Borgo nasce nel 1995 come agriturismo fondando le sue radici sulla Serra Morenica. L’oliveto impiantato nel ‘97 produce un ottimo olio di oliva che viene utilizzato nella preparazione di alcuni piatti. La cucina è prettamente canavesana e segue l’andamento delle stagioni con l’accento sulla freschezza. Le specialità sono la pasta fatta in casa, le zuppe di ajucche, i caponet, ravioli, gnocchi, polenta, faraona, coniglio, gli arrosti. la crostata di frutta stagionale, torte di cioccolata e grissini piatti. Periodicamente vengono suggeriti piatti globali e organizzate serate a tema. Il menù è fisso ma diverso tutti i giorni composto da 4 antipasti, un primo fatto in casa, un secondo, contorno e dolce. Caffè, pussa caffè e vino DOC della casa a un prezzo di 25 euro. I bambini pagano quello che ordinano. Jane, Claudio e Jonathan vi aspettano a casa loro. I locali sono ricavati da quello che un tempo era un vecchio mulino, costruito proprio a ridosso della montagna rocciosa o masso erratico che ne costeggia tutto il perimetro retrostante, donando all’edificio un’immagine d’altri tempi, quasi da casetta delle fiabe, d’altronde parliamo di un edificio costruito proprio in epoca medievale. Gli arredamenti e le sale interne sono stati ristrutturati recuperando e lasciando intonso ove possibile tutto il sapore che solo le antiche strutture contadine possono regalare. Nella sala principale, oltre ad un tetto con travi e mattoni a vista, potrete ammirare le antiche macine ed un camino davvero imponente, che viene tuttora utilizzato per la cottura del grande protagonista di tutte le serate della locanda, “il panigaccio”. XANTO STEFANO CAFÈ OSTERIA Area Santo Stefano - Chiaverano tel. 340 6532038 - 347 5480483 Dove mangiare [email protected] www.xantostefano.it RISTORANTE IL CENOBIO DI MONTE ALBAGNA Località Castello San Giuseppe - Chiaverano tel. 0125 424370 - fax 0125 641278 [email protected] www.castellosangiuseppe.it Ambientato nelle settecentesche sale affrescate del convento di S.Giuseppe e nel giardino d’inverno, il ristorante “Il Cenobio” è caratterizzato da un ambiente particolare e scenografico, esaltato da uno stupendo panorama sull’Anfiteatro Morenico di Ivrea e dai giardini pensili che degradano sino ai bordi della piscina a sfioro sulla linea del cielo. La cucina offre piatti della migliore tradizione italiana, preparati con cura e prediligendo la scelta dei prodotti del territorio, mentre la cantina propone una selezione dei migliori vini piemontesi ed italiani. Durante la stagione estiva, il ristorante è allestito nel giardino di palme e magnolie secolari, regalando agli ospiti frescura e romanticismo a lume di candela. L’apertura è serale, ad esclusione di manifestazioni o cerimonie su prenotazione. Xanto Stefano Cafè nasce da un gruppo di soci dell’Associazione Rosmarino che fa propria l’esigenza di trasformare l’area di Santo Stefano di Sessano oltre che in un luogo di relax anche in un centro di aggregazione culturale accessibile ad un sempre maggior numero di persone. Per far questo era però indispensabile un punto di ritrovo, di concentrazione, un punto da cui potessero partire delle iniziative culturali legate all’area stessa. Nasce così il locale con il duplice obiettivo di essere un punto di ristoro con prodotti tipici per i visitatori dell’area e un centro di aggregazione culturale in grado di proporre attività culturali che si potessero facilmente integrare nel contesto ambientale. GELATERIA BIENCA EN PLEIN AIR area sportiva di Bienca - Bienca tel. 348 8995531 [email protected] www.biencaenpleinair.com Immerso nella natura del parco dei 5 laghi ed a ridosso della Serra Morenica, Bienca en plein air è il luogo ideale per chi vuole trascorrere momenti del proprio tempo libero all’aria aperta. In una cordiale atmosfera immersi nella natura,venite a visitarci e concedetevi una delle nostre deliziose coppe di gelato,uno dei nostri 15 tipi di panini ed inoltre piatti freddi e insalate miste. All’interno dell’area è presente un parco giochi dove i più piccoli possono divertirsi. Possibilità di organizzare feste di compleanno con gruppo di animazione. Panorama di Bienca Agriturismo Bed & Breakfast LA CAMPAGNETTA frazione Campagnetta - Bienca tel. 347 3165908 http://lacampagnetta.wordpress.com Antico casale situato ai margini del bosco nel Parco Naturale dei Cinque Laghi, dove è possibile fare passeggiate e gite in bicicletta. La Campagnetta nasce come azienda agricola nel 2009 e produce ortaggi, legumi e piccoli frutti biologici. La struttura è dotata di due accoglienti camere con bagno e offre la colazione con i prodotti locali e genuini. Nel parco della Campagnetta è possibile campeggiare con piccole tende. Si possono inoltre acquistare ortaggi e frutti appena raccolti e degustare semplici merende. Durante il periodo estivo si organizzano campi didattici per bambini dedicati all’arte, alla cucina e all’agricoltura. AGRITURISMO CASCINA BEDRIA casale Bedria, 2 - Chiaverano tel. 0125 54680 [email protected] www.cascinabedria.it Fuori dal paese di Chiaverano, la cascina è situata ai piedi della Serra, in un angolo di Canavese tranquillo e immerso nel verde, a pochi minuti dai cinque laghi e dalla città di Ivrea. Cucina casalinga tradizionale piemontese a base di prodotti del territorio. L’azienda agricola si estende su 2 ettari nei comuni di Chiaverano e Burolo. È certificata biologica da Icea dal 1999. Produce ortaggi in pieno campo e in serra, piccoli frutti, frutta e rosmarino. È membro dell’associazione ALBA di produttori biologici locali. Coltivazione biologica di ortaggi con consegna a domicilio o vendita diretta il venerdì al mercato di Ivrea presso “Il granello di Senape”. Antica indicazione in Cantone Torasso BED & BREAKFAST VARIONDA località Casale Nassio sotto, 3 - Chiaverano tel. 0125 54483 [email protected] www.varionda.it La struttura è una vecchia cascina ristrutturata situata in una verde valle rotonda, vicina al centro abitato ma lontana dai rumori del traffico. È dotata di due camere spaziose con bagno ed ingresso indipendente. La colazione è sempre abbondante, servita in camera con prodotti naturali di coltivazione propria. In estate si può gustare latte fresco di capra del piccolo allevamento. Gli animali domesici sono ammessi e graditi. BED & BREAKFAST LA RIUONDELA via Tomalino, 16 - Chiaverano tel. 0125 54209 dirfi[email protected] HOTEL ANTICA POSTA via Andrate, 61 - Chiaverano tel./fax 0125 643303 Hotel [email protected] www.hotelanticaposta.it HOTEL RELAIS CASTELLO SAN GIUSEPPE Dimora storica Località Castello San Giuseppe - Chiaverano tel. 0125 424370 - fax 0125 641278 [email protected] www.castellosangiuseppe.it Situato in una posizione naturalistica esclusiva, a soli 3 Km dal centro di Ivrea, questo affascinante convento del 1600, ricco di storia e spiritualità, è circondato da laghi morenici e boscose colline e gode di una splendida visuale sulle montagne e castelli del Canavese. I tre piani che accolgono le camere sono divisi per epoca: ogni camera si distingue per l’arredo e l’atmosfera, immergendo l’ospite nell’ambiente che ha ispirato i personaggi della lunga storia dell’eremo. Fra i servizi, il bar e l’elegante ristorante d’ambiente settecentesco che offre piatti della migliore tradizione italiana, mentre per la stagione estiva sono dedicati alla ristorazione ampi spazi esterni. La sala ristorante offre un vasto menù alla carta, con piatti della cucina tipica e nazionale. Il menù viene cambiato ogni mese prendendo in considerazione quelle che sono le materie prime che la stagione offre, prediligendo sempre prodotti locali come carni, formaggi e salumi. Una selezione di vini prevalentemente regionali accompagnerà le pietanze esaltandone il gusto e gli aromi rendendo ogni pasto una delizia di sapori. L’hotel è dotato di nove camere, tra singole e matrimoniali, dotate di televisione, telefono, frigobar, bagno privato e balcone con vista panoramica sul Canavese. Soggiorno per anziani autosufficienti, accoglienza anziani anche per lunghi medi soggiorni. Il lago di Campagna e sullo sfondo il paese e il campanile Veduta invernale dei terrazzamenti lungo i pendii della Serra Attività ARZILA ROBERTO Alimentari, drogherie Via Ilmo Peronetto, 4 - Fraz. Bienca Tel. 0125 54233 AVONDOGLIO GINO Macellerie Corso Carlo Zuffo, 31 Tel. 0125 54804 BOTTEGA DEL ROSMARINO Prodotti tipici Corso Centrale, 47 Tel. 0125 798013 BUSATTA GIUSEPPE Tabaccherie alimentari, drogherie Corso Centrale, 66 Tel. 0125 54813 DISTILLERIA F.LLI REVEL CHION S.r.l. Prodotti tipici Via Casassa, 4 Tel. 0125 54808 www.distilleria-revelchion.it REALIS LUC MANUELA Alimentari, drogherie Corso Carlo Zuffo, 3 Tel. 0125 54935 VERRE ORLETO Macellerie Corso Centrale, 54 Tel. 0125 54507 Servizi AMBULATORIO MEDICO Piazza Ombre, 1 Dott. BERATTO Massimo Tel. 0125 44356 Orario ambulatorio: Lunedì 09.00 - 12.00 Martedì 16.00 - 19.00 Mercoledì 09.00 -12.00 Giovedì 16.00 - 19.00 Venerdì 09.00 - 12.00 Dott. FOTI Aldo Tel. 338 3163100 Orario ambulatorio: Lunedì 15.00 - 17.00 Martedì 09.00 - 10.30 Giovedì 09.00 - 10.30 Venerdì 15.00 - 17.00 Dott. VITALE Mauro Tel. 0125 613248 Orario ambulatorio: Martedì 14.30 - 15.30 Venerdì 18.00 - 19.00 BANCA SELLA SPA agenzia 34 Corso Centrale, 67 Tel. 0125 54375 BIBLIOTECA CIVICA Piazza Ombre, 1 Orari: lunedì, mercoledì e giovedì dalle 16.00 alle 18.00 Tel. 0125 54805 BIBLIOTECA DI STRADA Bookcrossing Piazza Ombre, 1 Orari: libero accesso FARMACIA FISCELLA Dott.ssa Anna Maria Corso Centrale, 6 Tel. 0125 54536 PARROCCHIA Via della Parrocchia, 6 Tel. 0125 54819 SCUOLA MATERNA “AVONDOGLIO” Piazza Ombre, 1 Tel. 0125 54357 SCUOLA ELEMENTARE “SANDRO PERTINI” Via Andrate, 1 Tel. 0125 54796 UFFICIO POSTALE Corso Carlo Zuffo, 16 Tel. / fax 0125 54151 ANA SEZIONE ALPINI DI CHIAVERANO Via Burolo, 1 Tel. 0125 54145 ASSOCIAZIONE NAZIONALE PARTIGIANI ITALIANI Piazza Marconi Tel. 0125 54637 ASSOCIAZIONE CARNEVALE BIENCA Via Peronetto, 64 Tel. 0125 54762 ASSOCIAZIONE TURISTICA E CULTURALE PRO CHIAVERANO 2004 Corso Carlo Zuffo, 3 Tel. 0125 54935 ASSOCIAZIONE CARNEVALE DI CHIAVERANO Via Roma, 3 Tel. 347 4666901 GRUPPO STORICO “LA CASTELLATA DI CHIAVERANO” - IL MASTIO Via Stella Tel. 339 6426927 www.ilmastio.it GRUPPO VOLONTARI ANTINCENDIO BOSCHIVO E PROTEZIONE CIVILE Corso Centrale, 63 Tel. 0125 54196 CENTRO D’INCONTRO Via Andrate, 2 Tel. 0125 54348 POLISPORTIVA DI CHIAVERANO Via Burolo, 2 Tel. 347 2254938 ASSOCIAZIONE DI VOLONTARIATO PICCOLO CARRO - ONLUS Casale Brac, 3 Tel. +39 347 9028801 - 3395608856 Fax. +39 0125 798921 [email protected] www.asspiccolocarro.it CENTRO ROSALBA MARTORANA Via Ilmo Peronetto, 7 Tel. 0125 54917 SENSO UNICO DANZA TEATRO (MORENICA) Via Valle Roreto, 6 Tel. 0125 798010 www.morenica.org [email protected] ASSOCIAZIONE FILARMONICA CHIAVERANESE Via IV Alpini Tel. 0125 54528 GRUPPO CARITAS Via Torrazzo, 4 Tel. 0125 54305 SOVRANO ORDINE DEI CAVALIERI DELLA GRAPPA E DEL TOMINO Via Burolo, 42 Tel. 0125 54184 GRUPPO RICREATIVO SPORTIVO BIENCA Via Peronetto, 36 Tel. 0125 54331 TOMINIERI DI CHIAVERANO Via IV Novembre, 75 13896 Netro Tel. 015 2464813 - 335 6235427 ASSOCIAZIONE “IL ROSMARINO” Via Rossano, 9 Tel. 0125 5491 CORO CHIAVERANESE Casale Bacciana, 9 Tel. 0125 424201 È un piccolo mercato che si svolte tutti i sabati pomeriggio in Piazza Ombre per proporre esclusivamente i prodotti di Chiaverano tra cui: frutta e verdura di stagione, formaggi, salumi, carne, vino, miele, marmellate, fiori e piante, biscotti, uova, rosmarino e erbe aromatiche, vestiti artigianali. Il mercato propone prodotti del nostro territorio non ritrovabill nei mercati tradizionali o nei supermercati, prodotti genuini e di qualità, prodotti per i quali vale la pena fare una visita a Chiaverano. Il mercato è organizzato con la collaborazione di ADOC, un’associazione di consumatori particolarmente attenta alla qualità del cibo ed alla sua etichettatura e provenienza. Essendo alcuni prodotti per lo più stagionali, i produttori non sono presenti in modo continuativo ma solamente nel periodo dell’anno in cui i loro beni sono disponibili. il Mercato dei Produttori PRODUTTORI: Associazione del Rosmarino Azienda Agricola Bigio Marco Azienda Agricola Bolzanello Roberto Azienda Agricola Peretto Stefano Azienda Agricola Teagno Silvio Azienda Agricola Terre Sparse Celso Francesca Crotta Graziano La Siepe di Romanelli Maria Vincenza Macelleria Salumeria Avondoglio & C. Parise Marilena Ravera Chion Leo Associazioni Chiaverano La cucina di Chiaverano trae le sue origini dall’antica cucina tradizionale contadina, che utilizzava per le preparazioni essenzialmente i prodotti dei campi, degli orti e dei frutteti, numerose erbe spontanee nonché le produzioni degli allevamenti familiari. Una cucina che ha attraversato i secoli, in grado di proporsi con piatti semplici e frugali e con le preparazioni più raffinate della tradizione piemontese, adatte alle grandi occasioni. Molto vari sono i menù tipici chiaveranesi che potete gustare nei ristoranti del territorio, un vero e proprio giacimento di gusti e sapori che vale la pena di conoscere! Tra gli antipasti ricordiamo il Salampatata al forno, le frittatine verdi, i capunit (involtini di cavolo verza) ed i tomini, seguiti dalle zuppe (cavolo, porri, asparagi e zucchine), dal fritto misto e da una raffinata cipolla dolce ripiena, per chiudere con le pesche di vigna cotte al forno con ripieno di amaretti e cacao. Tra le ricette contadine tramandate in famiglia a Bienca e Chiaverano i capunit, gli zucchini ripieni e le cipolle ripiene dolci devono il loro prelibato sapore non solo agli ingredienti, gli stessi di sempre, ma anche al procedimento di cottura al forno (a bassa temperatura) che imita l’antica cottura presso il forno del panettiere, cui le massaie portavano i piatti da loro preparati, sfruttando il calore della fornace dopo la cottura del pane: un eccellente esempio di risparmio energetico! I prodotti tipici IL ROSMARINO E LE ERBE AROMATICHE Il clima e la particolare posizione di Chiaverano fanno di questa zona un territorio particolarmente fertile ed adatto a colture agricole di notevole pregio, quali la vite, gli ortaggi e le erbe aromatiche: infatti il rosmarino, la salvia ed il timo da sempre sono parte integrante della flora e del paesaggio agricolo chiaveranese. Usato nel passato come ornamento ed integrazione colturale dei terrazzamenti destinati alla produzione viticola ed orticola, il rosmarino ha resistito all’abbandono verificatosi a partire dei primi anni ‘50 del secolo scorso, dimostrando un’ottima adattabilità alle condizioni fisicoclimatiche del territorio. Negli scorsi decenni molte delle aree agricole abbandonate sono state utilizzate per estendere la produzione di romarino che è diventato il principale prodotto agricolo del paese. Il principale operatore in questo settore è l’Associazione del Rosmarino di Chiaverano che conta oltre 30 aderenti i quali utilizzano tecniche biologiche e producono oltre il rosmarino, lavanda, salvia e timo che vengono poi commercializzati sia freschi sia confezionati presso il negozio “Rosmarino e non solo”. L’assortimento spazia dai sali aromatizzati agli oli essenziali, a grissini, biscotti e canestrelli aromatizzati (dolci o salati). Importanti salumifici utilizzano il Rosmarino di Chiaverano fresco per aromatizzare il lardo. L’Associazione, in collaborazione con il Comune di Chiaverano e la Facoltà di Agraria dell’Università degli Studi di Torino, dal 1997 ha dato avvio alla realizzazione del Giardino delle erbe aromatiche e officinali di Santo Stefano di Sessano, dove, ben protette dalle rocce, sono ospitate numerose varietà ed ecotipi di rosmarino; nelle vicinanze del Giardino sono localizzate le coltivazioni a pieno campo di questo arbusto. Nel secondo weekend di settembre, infine, con il patrocinio della Regione Piemonte e della Provincia di Torino si svolgono tradizionalmente le “Giornate del Rosmarino di Chiaverano”, divenuta ormai una festa tradizionale caratterizzata da un affollato mercato delle erbe e da dibattiti inerenti le tecniche di coltivazione delle essenze officinali. IL NOSTRANO DELL’ISOLA Antico ecotipo di mais da polenta. Caratterizzato da piccole pannocchie con semi lucenti e perlacei di un intenso colore giallo dorato e a frattura vitrea. La sua coltivazione, dopo un lungo periodo d’oblio, è stata ripresa nel 2005 coinvolgendo una ventina di produttori tra Andrate e Chiaverano che adottano tecniche biologiche, con un controllo delle erbe infestanti rigorosamente manuale. Alla raccolta e sgranatura manuale, segue l’essicazione della granella effettuata nell’Essicatoio dell’Associazione del Rosmarino. Il Nostrano è un granturco di qualità e gusto decisamente superiori, macinato più grossolanamente a pietra, con lenta rotazione e setacciatura manuale. La farina così ottenuta a differenza di quelle prodotte industrialmente e derivate da ibridi, è caratterizzata da un alto valore proteico, contenendo anche il germe oltre alla frazione fibrosa e consente al consumatore di riscoprire la genuinità della vera polenta. IL TOMINO Si tratta di un formaggio fresco a coagulazione acido-presamica preparato a partire dal latte intero di mucca. Quella dei tomini, è una filiera di produzione rigorosamente artigianale, in passato, quando era più diffusa la presenza delle mucche, praticata da quasi tutte le famiglie. Il processo di produzione per il mercato prevede la cagliatura, lo spurgo e la formatura. I tomini vengono lavorati manualmente, uno ad uno: i “classici” sono posti sott’olio e aromatizzati in salsa verde, senza dimenticare i tomini in salsa agrodolce conosciuti come i “tumin eletric” e i tomini speciali al pepe “4 stagioni” (pepe rosa, nero, bianco e verde); per l’ottenimento dei “tomini stagionati” la filiera include due fasi di essiccamento; la fase che prevede il trattamento a vapore, conferisce al prodotto una consistenza ed una fragranza davvero uniche. Chiaverano celebra il suo Tomino nel mese di giugno con la Sagra del Tomino e della Grappa. LA GRAPPA L’origine della Revel Chion non è molto distante dagli inizi del ‘700, come prova un documento che cita un Revel Chion, nato nella seconda metà del XVIII secolo, quale detentore di un alambicco. L’attività di distillazione era molto diffusa: nel 1848 a Chiaverano si contavano venti alambicchi, saliti poi a trentuno nel 1885. A partire dal 1700 nel Canavesano si innesca infatti un vistoso fenomeno che porta il vigneto a rubare la terra ai secolari boschi della Serra d’Ivrea. Si procede a terrazzare i declivi per renderli più facilmente coltivabili e la vite diventa la vera ricchezza del comprensorio. Man mano cresceva la vigna il contadino si trasformava in vitivinicoltore per poi specializzarsi, in qualche caso, nell’arte del lambiccare. La distilleria Revel Chion nasce dalla terra e dal lavoro di sette generazioni che, senza mai abbandonare Chiaverano, hanno via via adeguato l’azienda alle esigenze del momento senza mai tradire le origini e le tradizioni. Oggi la Distilleria ha un produzione ampia e variegata che comprende grappe giovani, aromatizzate, affinate in legno, invecchiate, di monovitigno oltre a liquori a base di grappa e ai famosi Grappini, i cioccolatini alla grappa. Chiaverano IL SALAMPATATA Il salampatata è un classico esempio dell’abilità della cultura contadina di utilizzare al massimo i prodotti alimentari. In questo caso consente di utilizzare tutti i ritagli della lavorazione del maiale con un prodotto agricolo largamente diffuso come la patata. È un insaccato a base di carne suina, lardo, patate bollite e spezie (pepe, noce moscata, garofano, cannella, finocchietto) prodotto esclusivamente durante il periodo invernale onde evitare la fermentazione delle patate. È consumato fresco o dopo breve stagionatura. Particolare di una festa in un’antica fotografia L’Anfiteatro Morenico di Ivrea è un luogo vasto e unitario, costruito in forma ‘disegnata’ nel corso di oltre 1,3 milioni di anni dai processi naturali nella successione di fasi glaciali, e abitato dall’uomo da circa 10.000 anni. La sua forma ed i processi che l’hanno costruito sono stati ‘individuati e capiti’ solo a partire dagli ultimi 200 anni e sono tuttora oggetto di studio: questa gigantesca ‘impronta’ dei ghiacciai è l’Anfiteatro Morenico a cerchia completa di colline più grande d’Europa. Al di là dei primati, l’aspetto veramente straordinario è la concentrazione di un’elevata varietà di elementi di interesse in uno spazio ridotto: tutto è compreso nello spazio circolare di 30 km di diametro. Qui sono possibili, con grande evidenza di segni e tracce, tre ‘racconti’ in tempi differenti: della terra (processi geologici), della naturalità (mondo vegetale e animale), dell’uomo (la sua storia e le sue vicende); un invito alle riflessioni, che questi racconti inducono a fare, per capire le trasformazioni dei luoghi, divenute sempre più consistenti, veloci, con ritmi crescenti. Sono tre tempi estremamente diversi tra loro, da ben oltre il milione di anni, ai secoli, a pochi decenni; processi tutti in costante relazione tra loro, i quali coinvolgono direttamente numerose discipline e saperi, che qui trovano le condizioni ideali per un confronto reciproco. Una “dimensione territoriale effettivamente praticabile”, quella dell’Anfiteatro Morenico, di cui solo oggi si stanno iniziando a individuare le potenzialità e le conseguenze positive per l’economia locale, possibili non solo al suo interno, ma anche nei territori a confine. Chiaverano Acqua e boschi, colline rocciose e colline moreniche, al bordo delle Alpi, al margine della piana interna di un luogo straordinario Comune di Chiaverano Piazza Ombre, 1 10010 Chiaverano (TO) Tel. 0125 54805 Fax 0125 54144 [email protected] www.comune.chiaverano.to.it