Brochure generale su Chiaverano (alta qualità)

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Brochure generale su Chiaverano (alta qualità)
Chiaverano
nell’ Anfiteatro Morenico di Ivrea
Origine del nome
Origine dello stemma
Frazioni
Fa parte di
Gemellato con
Confina con
Epoca di fondazione
Data di istituzione del comune
Abitanti inizio ‘900
Abitanti nel 2011
Altitudine minima
Altitudine massima
Altitudine del Municipio
Latitudine
Longitudine
Gradi decimali (latitudine)
Gradi decimali (longitudine)
Locator (WWL)
Santo patrono
Data festa patronale
Nome degli abitanti
Superficie
Chiaverano deriva dal latino clavarius, “colui che detiene le chiavi
della città” con l’aggiunta del suffisso -anus che indica possesso
L’origine dello stemma è strettamente legato al nome del Comune,
che trae origine del fatto che il Vescovo di Ivrea, al quale questo luogo
era stato donato da Re Arduino nel 1003, ne fece un luogo fortificato
per ricoverare le derrate affidandolo a un tesoriere, detto in latino
Clavarius. Lo stemma riproduce, quindi, il castello, le chiavi affidate
al Clavarius e la corona del dominio feudale
Bienca
Comunità collinare della Serra, Movimento Cittaslow, Borghi della Grappa
Distretto Commerciale dell’Eporediese, Ecomuseo Orizzonte Serra,
Ecomuseo AMI, Rete Museale AMI
Mane, Alta Provenza - Francia
Andrate, Burolo, Borgofranco d’Ivrea, Cascinette d’Ivrea, Donato, Ivrea,
Montalto Dora, Sala Biellese
1250
1251
Comunità
Collinare
274
della Serra
2.181
237 mslm
792 mslm
329 mslm
45°29’59”28 N
07°54’13”32 E
45.4998
7.9037
JN35WL
Santa Teodora e San Silvestro
Terza domenica di settembre
Chiaveranesi
11,98 Kmq
Chiaverano
Si ringraziano: Riccardo Avanzi, Giuseppe Busatta, Giuliano Canavese, Maria Grazia Trussi per la gentile collaborazione
Fotografie di: Paolo Avanzi, Riccardo Avanzi, Michelangelo De Fazio, Maurizio Fiorentini, Lucia Fuso
Grafica: l’ART lucia
Ciavràn
Quand che giro par ‘l mond e sòn lontan,
A m’ciapa sempre tanta nostalgia,
Chè ‘na peuss pì d’tornemne al mè Ciavràn:
E, ovunque e sja mi seugno la cà mia.
Anche s’a l’è ‘n pais ‘n po’ dispers,
Mì lo treuvo ‘l pì béll a dl’ univers:
Macchè Londra, New York, Paris, Milan!
Par mì nt’al mond, j’è gnente che Ciavràn.
Sensa penseje tant, l’àj rinunsià
A la carriera e tutt ‘l mè avnì,
Per tornè a piè ‘l pòst a d’mè papà
E passè la mia vita bele sì.
“Nemo profeta in patria“ e lo sài:
L’ aj soffert e passane ad dispiasì,
Ma mi stò mè pais lo lassrai mai
Gnanca dòpp mòrt e veuj ch’a m’sotro si.
Bele sì ‘n méss d’ij brich da sto paìs,
Lontan da le sità e dai bordèj,
Andova ch’a ma speto tanti amìs,
A riposè par sempre con ij mé vej.
Enea Riccardino (1903-1967)
Medico condotto di Chiaverano, fu pregevole poeta dialettale.
A lui è stata dedicata la biblioteca del paese.
Il territorio vasto
di riferimento
Tutta l’Italia è ricchissima di arte e monumenti, è
risaputo. È stata, nel ‘700 e ‘800, meta del ‘gran
tour’ da parte dei Nord Europei, che apprezzavano questa ricchezza, la varietà e la bellezza dei
paesaggi italiani, la suggestione di ripercorrere
e visitare i luoghi importanti della storia e della
cultura, presenti quasi ovunque, dai colli alpini
all’estremità della penisola, alle sue isole nel
mediterraneo.
Qui, nella parte orientale del Canavese, una regione storica antica di 5 secoli, si hanno due elementi straordinari, rari al mondo se non unici:
un luogo geografico-geologico unico in Europa,
l’Anfiteatro Morenico d’Ivrea, e la vicenda dell’Umanesimo Industriale di Olivetti.
Sono in corso processi importanti di riconoscimento di queste unicità, che non negano i valori
‘ordinari’, ben presenti e notevoli. La concentrazione di elementi di interesse, tanto vari quanto
numerosi, che qui sono presenti, costituisce un altro primato, definibile di ‘ricchezza paesaggistica’
secondo gli enunciati della Convenzione Europea
del Paesaggio del 2000, legge italiana dal 2006.
Gli uomini hanno iniziato a frequentare questi
luoghi fin dal ritiro del ghiacciaio Balteo, di cui
oggi quelli del Monte Bianco sono i residui; prima cacciatori e raccoglitori, nomadi sulle tracce
degli animali che cacciavano, poi stanziali su villaggi di palafitte (tracce in tutto l’Anfiteatro, compresa l’area dei 5 laghi di Ivrea, di cui Chiaverano è parte), poi agricoltori in insediamenti che,
trasformati nel tempo, hanno originato molti dei
paesi oggi presenti nell’Anfiteatro, progenitori di
quelle popolazioni Celtiche che si scontrarono
con i Romani nel 2° secolo avanti Cristo.
Da allora la posizione di transito obbligato per
i valichi alpini verso la Francia e la Svizzera, la
ricchezza di corsi d’acqua e di minerali ferrosi ne
hanno determinato le trasformazioni nel tempo.
La concentrazione straordinaria di castelli, torri,
fortificazioni e chiese ne rappresenta la manifestazione più evidente.
Di questi monumenti, quelli più antichi e ancora
ben visibili risalgono al 1000 d.C. Ma è possibile avere un quadro completo dei segni delle vicende umane, dai progenitori dei Celti al primo
personal computer al mondo, realizzato qui, in
Olivetti; dai primi insediamenti umani al Museo
a Cielo Aperto di Architettura Moderna di Ivrea
(MaaM), unico in Europa.
L’importanza di elementi naturali vitali, flora e
fauna, un grande fiume e numerosi torrenti, 12
laghi, zone umide e torbiere, confermata da 12
“Siti di Interesse Comunitario” riconosciuti dalla
Comunità Europea, la copiosa presenza di minerali, sono i segni di straordinaria ricchezza
ambientale e paesaggistica; ma al loro manifestarsi discreto (sono pochi a riconoscere queste
ricchezze, anche tra gli stessi abitanti) corrisponde una fragilità che richiede sempre più attenzione, affinché il sostanziale equilibrio, ancora presente, non venga perso.
Un luogo vasto e unitario che è in stretta relazione con la Valle d’Aosta, interessa i territori amministrativi di tre Province della Regione
Piemonte, in percentuali molto diverse, Torino,
Biella, Vercelli e oltre 80 Comuni, per una estensione di circa 600 kmq e oltre 100.000 abitanti.
A differenza di quanto avviene spesso altrove,
qui ogni Comune si differenzia nettamente dagli
altri se si mettono in relazione gli elementi morfologici del suo territorio, gli aspetti che strutturano lo scenario dell’Anfiteatro, del suo paesaggio. Questi elementi morfologici sono presenti
in concentrazione straordinaria nel territorio di
Chiaverano: i versanti delle Alpi, gli affioramenti
rocciosi ‘le colline di roccia’ (estesi all’area dei
5 laghi di Ivrea e, a sud della Dora, fino a Pavone e, sul lato orografico destro dell’Anfiteatro,
fino a Fiorano), le alture collinari moreniche, qui
presenti con l’elemento scenico principale, la
Serra, la piana interna del catino, sebbene solo
in margine, la ricchezza d’acqua, con due laghi e
corsi d’acqua minori.
In questo luogo la ripetizione delle forme irregolari, ma simili, delle colline rocciose contrasta
con il disegno a profilo lineare della Serra, formazione giovane, per i tempi geologici (1.3 miloni di anni), rispetto alle rocce, che sono antichissime, quanto le Alpi (oltre il miliardo di anni).
Anfiteatro
Morenico
di Ivrea
Vista
dell’Anfiteatro
dal Monte Cavallaria
del lato orografico
sinistro: le colline
rocciose dei 5 laghi,
e la Serra, sullo sfondo
il Lago di Viverone
Chiaverano
Veduta dei ruderi
dell’antico castello
con il campanile
della chiesa
La storia di Chiaverano
si inserisce in quella generale della lotta delle
investiture tra papato e impero che caratterizza
il sec XII. Dal 1193 si accendono tra il Vescovo di
Vercelli e il Vescovo di Ivrea delle rivalità per i
possedimenti sul confine non ben delimitato sul
versante della Serra Morenica, che sfociano in
gravi scontri provocati anche dalla rivalità di signori feudali, come i conti di S. Martino, Valperga e Masino. Le continue scorrerie che desolavano i paesi spinsero gli abitanti a mettersi sotto
la protezione del vescovo di Ivrea, unica autorità
in grado di contrastare la prepotenza dei signori
del Canavese e dei Vercellesi.
Tra il 1200 e il 1250 nascono nuovi borghi fortificati che raggruppavano i borghi aperti limitrofi:
Bollengo, Settimo, Borgofranco, il Borgo delle
Coste (l’attuale Piverone) e infine Chiaverano. Nel
1250 venne stipulato tra il vescovo e i rappresentanti dei borghi di Bienca, Sessano, Bellesano e Chiaverano, appartenenti alla castellata di
Chiaverano, un patto in occasione della costruzione della nuova villa di Chiaverano attorno al
castrum Clauerani. I buoni uomini (buoni sta per
liberi) delle famiglie dei borghi, per mezzo dei
Consoli loro rappresentanti, dichiarano la loro
fedeltà al vescovo d’Ivrea, Giovanni di Barone,
riconoscendone la giurisdizione, e sottoscrivono patti, come l’obbligo di costruire e abitare in
Chiaverano, pagare i censi sulle terre distribuite
in cambio della sua protezione. I patti stipulati nel 1251 sanciscono la nascita del comune di
Chiaverano, che si sviluppa poco a poco intorno
al primitivo nucleo situato intorno al castello.
Gli Statuti, Ordinamentum comunis et hominum
Clauerani, un insieme di norme e di leggi che regolavano i rapporti fra il cittadino e il comune (e
tra questo e il Signore), sono un documento prezioso e fondamentale per conoscere la vita quotidiana degli abitanti di una comunità rurale nel
Medioevo. Scomparvero così progressivamente
gli abitati di Sessano e Bellesano, mentre rimase
viva (e lo è tuttora) Bienca.
Nel 1349 Giovanni II di Monferrato invase il Canavese e, conquistata Caluso, continuò le sue
scorrerie giungendo fino alle porte di Ivrea e ponendo l’assedio a Chiaverano. Il castello, difeso
da una guarnigione al comando del Castellano
di Bard, Teobaldo di Challant, inviato da Amedeo
VI di Savoia, si difese energicamente e resistette
senza cedere.
Il paese, caratteristico borgo medioevale arroccato intorno al castello, per la sua posizione
strategica al confine con la zona posta sotto la
giurisdizione del Comune di Vercelli, divenne
uno dei baluardi del potere vescovile di Ivrea.
La fortezza, restaurata all’inizio del ‘500, venne
assalita nel 1640 durante la guerra di successione sabauda prima dalle truppe spagnole e poi
da quelle francesi; fu danneggiata ulteriormente nel 1704 dalle truppe francesi che assediarono Ivrea. Iniziò un declino inesorabile; nel 1759 è
registrata la notizia del crollo di una torre, senza
che seguisse nessun intervento di restauro, essendo ormai superata la sua funzione di protezione e difesa.
Il materiale edilizio recuperato fu destinato alla
costruzione del nuovo campanile. Del castello
diroccato oggi restano solo pochi ruderi.
Santo Stefano di Sessano
Edificata su un dosso roccioso, lisciato e arrotondato dal ghiacciaio Baltico, la chiesa di
S.Stefano di Sessano accoglie il visitatore con
la suggestiva bellezza e la serenità del luogo.
La posizione panoramica permette un ampio
sguardo sulla pianura canavesana, sull’Anfiteatro Morenico d’Ivrea e verso la Serra con i suoi
boschi di castagni ed i terrazzamenti coltivati a
vigneto, disposti lungo i pendii. È un luogo assai suggestivo, ricco di testimonianze dell’opera
della natura e del lavoro dell’uomo. Riassume
infatti, per chi lo sa leggere, la storia geologica
dell’anfiteatro: il substrato roccioso su cui sorge è particolarmente raro, costituito da affioramenti (granuliti basiche) che secondo gli studi
geologici ebbero origine dagli strati più profondi
della crosta terrestre. L’edificio, che risale secondo gli studiosi intorno all’anno mille, è l’unico
superstite dell’antico insediamento di Sessano,
distrutto da una delle frequenti frane cui erano
soggetti i ripidi versanti della Serra.
Il suo nome deriva probabilmente dalle caratteristiche naturali della zona: saxeus, saxetum,
saxsosum significano sasso, sassoso come l’assolato dosso su cui sorge.
La chiesa è composta da tre corpi: una navata
con abside, la torre campanaria centrale sull’asse della facciata, una piccola sagrestia, aggiun-
ta successivamente. Ben conservato il prospetto nord, decorato da archetti pensili. L’abside è
ornata da quattro lesene, che la dividono in tre
parti su cui si aprono dodici monofore decorate da mattoni. L’interno custodisce (nell’abside)
preziosi affreschi dell’Xl secolo, che raffigurano i
dodici apostoli, sovrastati dal redentore, circondato dai simboli degli evangelisti, ritenuti tra i
più importanti documenti della pittura romanica
canavesana e recentemente restaurati. I lavori
di recupero edilizio, dopo un lungo periodo di
abbandono, hanno consentito, nel 1996, di riaprire al pubblico questo monumento che è uno
dei beni artistici più importanti del territorio.
Chiaverano
IL GIARDINO MEDIOEVALE
La presenza di questa antica chiesa ha suggerito la progettazione di un giardino medioevale:
un giardino antico, un ideale Hortus Conclusus
come avrebbe potuto essere nei primi anni del
Mille, collocato a nord rispetto alla chiesa.
Lo spazio è organizzato in sei parcelle rettangolari, delineate da rami di castagno intrecciati,
dove sono ospitate e classificate piante spontanee e piante coltivate prima della scoperta delle
Americhe a fini alimentari e curativi.
Un pergolato di travi di castagno sostenuto da
“culigne”, ritti in pietra, ospita rampicanti e tre
esempi di antichi vitigni tipici del Canavese.
I ROSMARINI
L’ingresso al giardino medioevale è occupato
da una collezione di rosmarini: varietà naturali
e alcune cultivar, che si differenziano per portamento, dimensione, spessore e colore della
foglia, colore dei fiori e profumo. Sfiorando con
le dita le foglie e annusando si riconoscono fragranze assai diverse: dalle più delicate, appena
percettibili, alle più intense ed oleose che permangono a lungo. I rosmarini fioriscono da aprile a settembre.
Il Giardino delle erbe aromatiche ed officinali è
stato inserito dalla Regione Piemonte con Deliberazione del 16 novembre 2009 tra i Giardini
Botanici Pubblici del Piemonte, coronando così
il lavoro e l’impegno decennale del Comune di
Chiaverano e dell’Associazione Rosmarino che
ne è il gestore.
Una veduta
dell’area
di Santo Stefano
Chiaverano
Il Lago Sirio
è compreso nell’area a cavallo tra i comuni di
Chiaverano ed Ivrea, nella parte Nord dell’Anfiteatro Morenico di Ivrea.
La bellezza del luogo costituisce la peculiarità
principale: il lago è stato designato dalla Regione Piemonte di rilevante interesse ambientale
ed è uno dei pochi laghi balneabili del territorio.
Non vi sono corsi d’acqua che sfociano in esso e
quindi si presume che sia alimentato da sorgenti subacquee.
Tra i cinque laghi della zona, tutti di origine
glaciale, è il più grande, ed è un’attrattiva importante per il turismo; attorno ad esso vi sono
campi da tennis, un campo da calcetto, alcuni
ristoranti, un’area di campeggio, un hotel e una
spiaggia libera.
A ridosso del lago sono presenti molti orti, frutteti, giardini e prati che lambiscono le sponde,
utilizzate dai turisti che vengono a bagnarsi nelle sue acque.
Le sponde
balneabili del lago
Vista del lago Sirio
con sullo sfondo
la linea retta
della Serra di Ivrea
e il Mombarone
Chiaverano
Bosco di Scalveis
Torre della Bastìa
Il bosco, situato nella zona nord-est del comune di Chiaverano a circa 800 metri di altezza, è
compreso tra il colmo della Serra e il torrente
Viona, piccolo affluente del fiume Elvo, che divide la provincia di Torino da quella di Biella.
È un’area pianeggiante lungamente contesa in
passato tra Vercelli e Ivrea, utilizzata dai pastori
per il pascolo estivo. Restano ruderi delle piccole abitazioni di cui si servivano.
Per tutto il 1200 Vercelli (potente comune della
Lega Lombarda) ha eretto alcuni borghi franchi per difendere i propri confini e proteggere i
traffici commerciali verso il Canavese e la Valle
d’Aosta: ne sono esempio Piverone, Magnano,
Borgo D’Ale, ai quali Ivrea rispose costruendo a
sua volta altri borghi fortificati quali Bollengo,
Chiaverano, Borgofranco d’Ivrea...
Nel 1296 i vercellesi innalzarono sul culmine
della Serra, in territorio del Vescovado di Ivrea,
la “Torre della Bastìa” a controllo dei movimenti
nel territorio di Andrate e Chiaverano.
Era una grossa torre quadrata circondata da
fossato di cui rimane tutt’ora qualche rudere,
presso uno specchio d’acqua intermorenico utile per abbeverare i cavalli e per gli stessi difensori della torre.
Dopo oltre 10 anni di proteste e piccoli scontri,
verso la fine di febbraio del 1309, Chiaverane-
si ed Andratesi distrussero la torre e raggiunto
Donato, dove erano imprigionati alcuni chiaveranesi, bruciarono una parte del paese e liberarono i compaesani. Ne nacque una controversia
legale che fissava lungo il torrente Viona il confine tra il territorio Vercellese e quello di Ivrea,
e riconosceva al comune di Chiaverano il possesso del territorio sul quale la torre era stata
illecitamente costruita.
L’attuale confine tra le due province è ancora
quello fissato nel XIV secolo!
Bosco di Scalveis
Torre della Bastìa
Chiaverano
La Chiesa Parrocchiale
di San Silvestro
e la Chiesa di Santa Marta
La prima costruzione risale al XII secolo, quando
nacque il borgo medioevale attorno al castello.
Di dimensione modeste, la chiesa venne ampliata nel ‘600 e nel 700. Saccheggiata dai francesi,
nel 1741 iniziarono i lavori per la sua ricostruzione. Sulla porta principale vennero raffigurati i
patroni di Chiaverano: San Silvestro e Santa Teodora. A fianco della chiesa venne eretto l’altissimo campanile (65 metri), terminato nel 1764.
Inizialmente aveva una cupola in legno ma venne distrutta da un incendio nel 1834 e sostituita
da una copertura in muratura nel 1848. Nella lunetta esterna del piccolo loggiato della chiesa si
trova un affresco tardo-trecentesco raffigurante
una Madonna con Bambino tra Santi.
Di fronte alla Parrocchiale, preceduta da un
elegante portico, venne costruita nel 1585 dall’omonima Confraternita la piccola Chiesa di
Santa Marta.
Le due chiese, insieme con il resto del castello, individuano l’area storica più significativa di
Chiaverano, dalla quale si gode un panorama
suggestivo e si coglie la struttura urbana tipicamente medievale del paese.
L’Organo Giovanni Bruna
L’organo
Giovanni Bruna
La Chiesa
di Santa Marta
Panoramica
di Chiaverano
con al centro
la Chiesa
Parrocchiale
di S. Silvestro
Terminata la costruzione della chiesa di San
Silvestro, fu deciso di dotarla di un organo e la
realizzazione fu affidata a Giovanni Bruna (17531823), il più geniale artista dell’organaria piemontese.
Il monumentale organo, inaugurato nel Natale
del 1795, era il più importante strumento piemontese del suo tempo: 16 piedi a due tastiere
corrispondenti a 4 corpi d’organo, 44 registri per
oltre 1.700 canne, con caratteristiche di assoluto rilievo. Esso esula dalla tipologia riscontrabile
nella regione a quel tempo per dimensioni, ricchezza dell’impianto fonico e per la sua stessa
strutturazione: alle due tastiere corrispondono
ben tre corpi d’organo.
Tale organo costituisce una preziosa testimonianza dell’arte organaria piemontese settecentesca, non solo per la sua dimensione, ma anche
perché tuttora costituito integralmente di parti
originali. Sopravvissuto intatto a oltre due secoli di storia, l’organo è stato restaurato nel 2004
grazie al contributo di una Associazione locale
appositamente costituita.
Mentre l’organo era smontato si è provveduto
al restauro della cantoria e della cassa, mirabili opere di Giovanni Godone, intagliatore molto
noto e stimato nel Canavese, nel Biellese e nel
Vercellese: a lui si devono, ad esempio, le casse
degli organi di Cavaglià e Viverone.
L’organo restaurato è stato inaugurato in occasione della Pasqua 2007.
Chiaverano
Il sipario
del teatro
in una foto
degli anni ‘30
Particolare
dell’affresco
nella Cappella
di San Grato
Il Teatro Bertagnolio
La Cappella di San Grato
Il Teatro della tradizione popolare piementese si
rappresentava all’aperto, si tramandava di padre
in figlio per racconti, senza copioni, senza autori.
Nel 1897 in “Chiaverano capoluogo” si costituì la
Società Filodrammatica grazie all’iniziativa del
maestro Bonaventura Bertagnolio, che diede le
idee e la carica necessarie perché in quell’anno
a Chiaverano si costruisse un teatro.
I lavori cominciarono prendendo a prestito 8.000
lire e ne uscì un fabbricato rettangolare con una
balconata sul fondo, un palcoscenico e un certo
La chiesetta di San Grato sorge a Chiaverano
in località Bugliacco. La sua costruzione risale
all’XI secolo, quindi contemporanea alla chiesa romanica di S.Stefano: come S.Stefano è
poggiata sulla roccia di una collinetta morenica tra i vigneti. Nel periodo medievale, quando
esistevano le comunità di Sessano, Bellesano e
Blence che in seguito, con gli Statuti del 1251,
avrebbero dato vita al comune di Chiaverano, la
cappella di San Grato costituiva sicuramente un
riferimento religioso importante.
numero di panche. Nel 1907 si decise l’acquisto
di una “lanterna magica” che altro non era che
un proiettore per immagini fisse. Ma l’esperienza cinematografica si rivelò fallimentare e nel
1910 la macchina fu venduta a un certo signor
Boaro di Ivrea. Nell’aprile del 1920 si decise l’acquisto della putrella di sostegno per la galleria,
presa da un teatro demolito in Valle Mosso.
Il trasporto fu impresa difficile date le dimensioni della stessa, tanto da disfare parecchi metri di
“topie” perché potesse entrare in paese.
Fra gli anni ‘30 e ‘50 grazie alla collaborazione
del dottor Enea Riccardino, animatore della vita
sociale e culturale di Chiaverano, il teatro fu abbellito, ridipinto e arricchito. Negli anni seguenti
fu animato da una compagnia composta essenzialmente da giovani di Chiaverano che, sotto la
guida di registi, diedero vita a vere e proprie stagioni teatrali. Chiuso negli anni ‘70 per ragioni di
sicurezza, il teatro è stato ristrutturato ed è ora
pronto per tornare all’antico splendore.
Prima del 1998 la cappella era solamente un rudere nascosto da un intrico di rovi. Grazie alla
volontà e disponibilità del gruppo ANA-Alpini di
Chiaverano, il 27 agosto del 2000 la piccola cappella di San Grato è ritornata un piccolo gioiello
religioso, con il suo sagrato e un piccolo giardino, impreziosita all’interno da un quadro-affresco della pittrice Giglio Tos che riproduce il Santo a cui è dedicata e una Madonna con Bambino
avvolti in una luce d’oro.
In paese
le bambine
e i bambini
imparono
a coltivare l’orto
già alle scuole
materne!
Gli orti di
Chiaverano
Il centro storico
Chi arriva a Chiaverano ha la sensazione di entrare in un borgo d’altri tempi. Le vie sono strette, curiosando tra le mura del borgo si scoprono
tracce dell’antico “ricetto” risalente al 1251.
Via “Porta Nona” è una stradina in salita fatta di
ciottoli; questa è una delle tre vie che portavano
al castello: venne chiamata così perché indicava
la nona ora della meridiana. Percorrendo questa via si può osservare un vasto panorama di
Chiaverano sud e di Ivrea. Si giunge quindi in
una piazzetta, dove si può osservare la Chiesa di
S. Silvestro, costruita nel 1744 in stile barocco,
sopra le rovine di una chiesa precedentemente
distrutta dagli Spagnoli e l’attigua Chiesa della
Confraternita di S. Marta.
L’acquedotto romano
Eporedia, l’attuale Ivrea, fu fondata nell’anno 100
a.C. per stabilire un caposaldo strategico all’imbocco della Valle d’Aosta, per aprire e conservare, sicura dai Salassi, la via delle Gallie e per
poter mantenere le miniere salasse conquistate
con la vittoria di Appio Claudio Pulcro.
Nel periodo di maggior splendore, Eporedia di-
sponeva di un teatro, di un anfiteatro, di un foro,
nell’attuale Piano del Duomo, di un tempio probabilmente dedicato ad Apollo, di terme e di due
ponti sullo Dora. Dato il notevole sviluppo della
città, fu necessario costruire un acquedotto che
potesse soddisfare le necessità di una popolazione di circa ventimila abitanti.
Si utilizzò a tal scopo il bacino dove è l’attuale
Maresco di Bienca, riempito probabilmente intorno al 1500, incanalandone le acque per portarle fino all’attuale Porta Aosta.
Documenti storici attestano che nel 1471 doveva
essere nella sua completa efficienza, somministrando l’acqua anche ai molini esistenti sotto il
monte Brogliero.
Il canale, secondo alcuni archeologi, avrebbe
condotto una certa quantità di acqua ancora sul
principio del 1700, ad uso di parecchie manifatture ed a quella in particolare della Abbazia dei
Benedettini dove c’erano più di seicento telai
per la lavorazione dei panni.
La caratteristica fondamentale dell’acquedotto
di Ivrea, che transita per la maggior parte del
suo percorso nel territorio del Comune di Chiaverano, è di avere un tracciato quasi esclusivamente sotterraneo, dotato di una volta in pietre
ed con un condotto impermeabilizzato mediante
l’uso di “cocciopesto”.
Chiaverano
Veduta del paese
dalla piazzetta
della Chiesa
Parrocchiale
Chiaverano
Il castello San Giuseppe
È il 1640. Un veterano del reggimento delle milizie Sabaude, tale Tomaso Barberio da Guarene,
deluso e amareggiato dalle violenze vissute in
anni di vita militare, si ritira in eremitaggio sulla cima di questo monte. Religioso egli stesso e
guidato dalla spiritualità del luogo, costruisce in
poco tempo una cappella dedicata a S.Giuseppe,
traendo spunto da un ancor più antico pilone votivo. La Curia Romana concede ufficialmente la
veste e il titolo di “eremita“ a Tomaso.
Nell’aprile del 1661, il Vescovo di Ivrea autorizza la costituzione di una confraternita che già
ospita 150 frati. Alla sua morte, Tomaso, sia per
i molteplici episodi miracolosi segnalati, sia per
l’importanza spirituale acquisita dal luogo, viene proclamato Santo. Il suo romitorio viene dapprima preso in consegna dai Padri Teresiani, e
successivamente dai Padri Carmelitani.
Questi ultimi ottengono da Roma l’autorizzazione a costruire un convento. Il luogo per molto
tempo diviene uno dei santuari più frequentati
della zona. Dopo la prima occupazione del Piemonte da parte dei Francesi, che lo devono abbandonare per l’intervento degli Austro-Russi,
Veduta del castello
San Giuseppe
segue la seconda riconquista da parte dell’Imperatore Napoleone, che confisca il convento di
San Giuseppe per scopi militari.
Non considerando l’ultimo tentativo di pacifica
resistenza dei frati, l’imperatore fortifica il convento che diventa a tutti gli effetti un castello e
viene utilizzato come punto di osservazione.
Passa poi di proprietà in proprietà, annoverando tra i proprietari la famiglia di Napoleone, Beauharnais, e giunge fra gli altri al poeta
Giuseppe Bianchi, che ospiterà alla fine dell’Ottocento la celebre attrice Eleonora Duse ed
il compositore Arrigo Boito, i quali vissero qui
un’appassionante storia d’amore, testimoniata
dalle lettere sia del Boito che della Duse.
Intorno al 1930, il proprietario, l’italo-americano
Giovanni Perona, ospita diversi importanti attori
in auge in quell’epoca, come ad esempio Ginger
Rogers.
In seguito, dopo la guerra ed anni di incuria e
abbandono, il Castello viene acquistato dagli
attuali proprietari che, ispirati anch’essi dalla
spiritualità del luogo, restaurano e riaprono le
antiche sale e celle ad ospiti e manifestazioni,
nell’ambito delle quali si respira ancora l’atmosfera di pace e serenità di un tempo.
L’Ecomuseo del Paesaggio
Orizzonte Serra
La Bottega del Frer
Se si vuole fare un tuffo nel passato bisogna visitare l’antica fucina dei Bergò di Chiaverano.
Il museo, collocato all’interno di un’officina di
fabbro ferraio risalente ai primi anni del Settecento, è tuttora in grado di muovere le macchine
operatrici situate nel primo locale della bottega,
attraverso una ruota idraulica. Nella sala della
forgiatura sono invece visibili tutte le attrezzature per la lavorazione del ferro oltre ad una vasta
serie di prodotti; nell’ultima sala si segnala, tra
le varie tecnologie, quella relativa alla costruzione di pesi, misure e stadere. Di rilievo è inoltre un vasto campionario di serrature e attrezzi
per l’agricoltura.
La ditta venne ufficialmente fondata nel 1821
da Giovanni Bergò, che rilevò una fucina preesistente di proprietà di Antonio Teagno Majota.
Fin dai tempi più remoti Chiaverano ebbe botteghe artigiane. Vincenzo Battista Bergò, nelle
sue memorie comprese tra l’800 e l’inizio del
900, enumera più di 20 tra botteghe e opifici,
ubicati tra Chiaverano e Bienca, azionate dai Ritani scendenti dalla Serra che confluivano nell’area compresa tra il “Maresco” di Bienca e la
Regione “Interlago” all’imbocco del Paese.
Oggi la fucina dei Bergò è così com’era un secolo fa, fatta eccezione per un tornio adattato a
filettare le viti da torchio, un trapano a colonna e
un ventilatore per forgia.
Nella fucina si conservano innumerevoli attrezzi da lavoro, manufatti, ingegnosi strumenti che
sono unici, frutto dell’abilità secolare dei Bergò.
Chiaverano
nasce nella comunità di Chiaverano per volontà
dell’Amministrazione Comunale, come risultato di un processo durato più anni, conclusosi,
infine, grazie anche al contributo finanziario
dell’Unione Europea. Dal 9 Marzo 2007, è gestito dall’Associazione Ecomuseo del Paesaggio
Orizzonte Serra, organismo senza fini di lucro,
formato da privati cittadini (volontari) e dal Comune di Chiaverano.
Fin dal suo avvio, avvenuto nel maggio 2006,
l’Ecomuseo ha assunto come ambito di riferimento non solo il territorio comunale, ma anche quello, ben più vasto, dell’Anfiteatro Morenico di Ivrea (AMI). L’Ecomuseo del Paesaggio si
caratterizza per la forte attenzione al contesto
paesaggistico e, nello stesso tempo, alla cultura materiale ed immateriale della comunità
chiaveranese, visti come un binomio inscindibile, ciascun termine del quale non può essere
compreso, difeso e sviluppato se non alla luce
dell’altro.
L’Ecomuseo dell’Anfiteatro
Morenico di Ivrea (AMI)
costituito nel 2008, associa Comuni, Enti Locali,
Associazioni e Istituzioni culturali. È un’associazione di secondo livello senza fini di lucro: una
federazione di soggetti autonomi (per programmi e per risorse), diversi (per storia, per obiettivi, per focalizzazione, etc.), che si riconoscono
portatori di eguali diritti e eguali doveri, uniti dal
desiderio di dare maggior respiro e maggiore incisività a quanto già stanno facendo, per questo
territorio, attraverso una più intensa collaborazione reciproca e lo sviluppo di nuove sinergie.
L’Ecomuseo si dedica da un lato alla costruzione
e allo sviluppo di relazioni tra i suoi associati e
il contesto regionale e nazionale, e dall’altro alla
valorizzazione delle risorse culturali, storiche e
attuali, presenti nell’AMI, non trascurando di favorire processi di sviluppo economico locale.
Lavorazione
del ferro
in una vecchia
fotografia
Chiaverano
Passeggiate e percorsi
Il territorio di Chiaverano è attraversato da una
rete diffusa di percorsi antichi, funzionali alle
economie di epoche passate, in cui il movimento
delle persone e delle cose, le merci, avveniva in
questi luoghi a piedi e senza carri, quindi ‘a dorso’, di animali in prevalenza asini, muli e cavalli,
ma anche delle persone, ‘a spalle’.
Si tratta dunque soprattutto di mulattiere, che
oggi si integrano con vecchi sentieri, talvolta
modificati per consentire l’accesso a vedute o a
luoghi particolari, la cui frequentazione prevalente, ormai da anni, avviene da parte di camminatori e ciclisti, talvolta anche a cavallo.
Sono, in generale, passeggiate di bassa difficoltà, adatte ad essere percorse in tutte le stagioni,
evitando unicamente, in estate, i momenti più
caldi della giornata. La suggestione dei luoghi
e la presenza di alcuni elementi notevoli di interesse hanno originato un notevole sistema di
segnaletica direzionale e informativa, che uno
standard ormai diffuso (quello esteso a tutto
l’AMI, almeno per i tracciati più strutturati e importanti).
Le informazioni qui riportate si completano con
le carte specifiche disponibili sul territorio e in
distribuzione da Turismo Torino e Provincia.
1. CHIAVERANO PAESE
Lunghezza minima 600 m, massima di 1.4 km.
Dislivello 60 m. Tempo max: 1-2 ore.
Partenza: Piazza Ombre con possibilità di itinerari ad anello, che si svolgono intorno alla grande collina in roccia su cui sorgeva, nel versante
sud, il Castrum Clavariani, (anno 1251) l’antico
castello ridotto a rudere. Particolarmente ricco
di elementi di interesse, con scorci suggestivi lungo le vie, veduta panoramica dalla piazza
della chiesa parrocchiale, zona dell’antico Ricetto, discesa verso sud fino ai margini dell’affioramento roccioso su cui sorge il paese, alto
sulla piana del Lago di Campagna, nella zona
del Teatro Sociale, della Distilleria e della Rotonda, area per feste all’aperto.
2. TORBIERE DI BIENCA
E ACQUEDOTTO ROMANO DI EPOREDIA (IVREA)
(coincide in larga parte con l’Anello
di Montresco, della rete di “Anelli dei 5 laghi”)
Percorso naturalistico-archeologico.
Lunghezza 4.7 km. Dislivello 88 m.
Tempo max: 1h 40’
Partenza: spiazzo all’incrocio fra la via Tomalino
e la Strada Provinciale n.74. Chiaverano-BiencaBorgofranco. Un percorso asfaltato verso sud
(670 m) porta all’incrocio con una strada sterrata che conduce, a destra, da est a ovest, per 1
km ai piedi della collina rocciosa di Montresco,
al punto di confluenza delle acque della torbiera
di Bienca, a sud del paese, area di presa dell’Acquedotto Romano. Si procede lungo un sentiero
per circa 850 m, in costante prossimità all’acquedotto, con veduta a ovest del castello di Montalto Dora e delle Alpi del lato destro della valle
della Dora; quindi si svolta per ritornare verso
le case di Montresco, con possibile digressione
sulla sommità delle colline rocciose lisciate dai
ghiacciai di grande suggestione e con vedute
straordinarie.
3. S. STEFANO DI SESSANO,
GIARDINO MEDIEVALE,
COLLINE ROCCIOSE E MORENICHE
DELLA SERRA
Percorso naturalistico e panoramico
Lunghezza 8 km. Dislivello 130 m.
Tempo max: 2h 30’
Partenza: area di S.Stefano, ultimo tratto delle
colline rocciose messe a nudo dall’azione dei
ghiacciai, che qui scompaiono sotto la collina
morenica del lato sinistro dell’AMI, la Serra, in
questo caso la parte denominata ‘Serretta’.
Si scende sulle colline di roccia a sud ovest tra
le vigne ed il recente quartiere di Santa Lucia
per risalire a nord est, incrociata la via per Burolo, lungo una strada in acciottolato fino a incontrare, passate le case di “Camposelvatico”,
il versante della ‘Serretta’, e da qui proseguire con possibilità di ritorno alla Chiesa con un
percorso breve (2 km). Oppure proseguire per
l’intero anello, passare le case “Giordana”, sa-
Chiaverano
ieri
Lavandaia
al lago Sirio
Il lago Sirio
Camionetta
dei pompieri
Chiaverano
ieri
Corso Centrale
anni ‘30
Il castello
San Giuseppe
Via della Chiesa
Ampliamento
della sede stradale
Colazione sull’erba
Veduta del lago Sirio
lire lungo la strada di recente costruzione sul
versante consolidato in seguito a eventi franosi, poi proseguire un tratto lungo la cresta, con
vedute notevoli verso l’Anfiteatro e l’arco Alpino.
Dopo un tratto sul versante opposto, rivolto verso la Serra, attraversata la linea di cresta della
Serretta e, passato il casale “Terrico Sopra” si
scende tornando alla Chiesa di Santo Stefano di
Sessano.
4. LAGO SIRIO
E CASTELLO DI SAN GIUSEPPE
con variante al sentiero de “La Gaia”
Percorso naturalistico e panoramico.
Lunghezza 5.3 km + 1.2 km variante La Gaia.
Dislivello 113 m. Tempo max: 2h.
Partenza: slargo in via Montalto Dora, all’ingresso al paese da ovest. Lungo questa via, a ovest,
dopo 200 m, si incrocia il sentiero che costeggia
per 180 m il grande bacino in disuso per la raccolta dell’acqua che alimentava i mulini a sud
ovest del paese. Dopo altri 100 m un bivio consente di scegliere: la breve passeggiata de “La
Gaia” che torna, allo slargo, dopo 820 m.
Oppure, dopo un raccordo a ovest di 200 m, all’anello principale intorno al lago Sirio, il più
grande dei 5 laghi d’Ivrea e il più attrezzato alla
balneazione. Il percorso può avvenire in due
sensi, con pari grande suggestione: lungo le sue
sponde e costantemente sulle colline rocciose
circostanti, fino all’altura maggiore, su cui sorge
il Castello di San Giuseppe: in origine un eremo,
trasformato nel tempo in residenza ed oggi in
struttura di accoglienza turistica.
5. LUNGO
LA VIA DEL COMMERCIO
Scalveis e la Torre della Bastia
Percorso naturalistico, archeologico
e panoramico.
Lunghezza 5.5 km. Dislivello 175 m.
Tempo max: 2h.
Partenza 1: slargo all’incrocio della via Chiaverano-Andrate con la strada 419, in prossimità
della Galleria della Serra; salita sul versante
della Serra, che si raccorda con una sua parte,
la ‘Serretta’, la morena che qui inizia, prosegue
verso Burolo e termina a Bollengo. È possibile
una digressione alla ‘Pera dle culigne’, un masso erratico di particolare natura, adatto a cavare
le ‘culigne’, pali di supporto per la viticoltura, un
tempo tutta su pergolati.
I massi portati dal ghiacciaio si incontrano lungo
tutti i percorsi dell’Anfiteatro e costituiscono una
singolarità notevole di questo luogo. Si percorre l’antica strada per Biella (via del Commercio)
che incrocia due linee di cresta, est e ovest, e
prosegue verso il villaggio di Scalveis. Quindi incrocia i due percorsi, lunghi in totale 2 km, che
rendono facile immaginare di ‘camminare sulla
linea di un disegno’ (che prosegue per 13.5 km
fin oltre Zimone) fra due stagni o ‘guie’ dell’Oca
e della Bastia, fino alla Torre omonima del XII
secolo, ora ricostruita in legno.
Partenza 2: ex Cascina Preti, sulla strada Provinciale Andrate-Croce Serra/Sala Biellese, che
consente un facile accesso (300 m) alla Torre
della Bastia ed alla vicina ‘guia’ omonima.
6. ANELLO
DEL LAGO DI CAMPAGNA
(della rete di “Anelli dei 5 laghi”)
Percorso naturalistico e panoramico
Lunghezza 2.3 km. Dislivello 15 m.
Tempo max: 50’.
Percorso inadatto in periodi seguenti a piogge
Partenza: area pubblica di Cascinette, ai margini del canale emissario del lago, un tratto
pianeggiante che può essere inteso quasi una
intrusione della piana del catino dell’Anfiteatro
fra le colline rocciose, caso unico fra i 5 laghi e
di questi il meno profondo, vicinissimo all’abitato e, al contempo, in quanto non balenabile, in
condizioni di rara naturalità.
Con il percorso in senso orario si incontra subito
la prima delle colline rocciose, che si percorrono per quasi metà dell’anello, proseguendo poi
lungo un tratto molto ricco d’acqua, alla base
delle colline di pietra; l’anello si completa attraversando il Rio della Serra, immissario del lago.
Si rientra lungo un tratto piano a lato della strada provinciale fino al margine est del lago.
Chiaverano
TRATTORIA VECCHIO CIPRESSO
via Lago Sirio, 19 - Chiaverano
tel. 0125 45555 - fax 0125 628272
Dove mangiare
[email protected]
www.vecchiocipresso.com
RISTORANTE IL CIGNO
via Lago Sirio, 3 - Chiaverano
tel/fax 0125 45476 - 349 1290499
[email protected]
www.ristoranteilcigno.it
Il Ristorante “Il Cigno” sorge in mezzo al verde sulle sponde del lago e gode dunque di una posizione incantevole.
All’esterno uno spiazzo ampio consente di parcheggiare
agevolmente. In tutto i coperti disponibili sono un’ottantina,
una buona parte dei quali disposti all’aperto, nel dehors di
400 mq che permette di consumare i pasti a contatto con la
natura. Il titolare Claudio prende le ordinazioni e serve ai
tavoli, la cucina è il regno dello chef, lo zio Gennaro coadiuvato dalla moglie Angela.
Papà Domenico, che ha alle spalle una lunga esperienza in
locali ed alberghi campani, è l’addetto agli acquisti e segue
con passione il bar.
Il vecchio cipresso grande e maestoso che domina dall’alto
della collina ha dato il nome al nostro locale.
Proseguiamo la tradizione di famiglia offrendo un’ottima
selezione di prodotti locali e stagionali con un preciso gusto
contemporaneo. Sapori naturali e accostamenti innovativi,
abbinati ad una cucina tipica in un angolo di natura suggestivo e tranquillo nell’Anfiteatro Morenico di Ivrea.
Il ristorante offre ai suoi clienti un percorso a catena che
nasce dalla passione, si serve della creatività, genera aggregazione ed emozione. Un flusso ideale che trasforma
forme, gusti e colori, partendo dall’esigenza di comunicare
attraverso un laboratorio fatto di padelle, mestoli, forchette, sapori, materie prime e “ buone idee”.
RISTORANTE PIZZERIA BAR
IL SOLE
via Lago Sirio, 1 - Chiaverano
tel. 0125 615082 - 339 7089400
[email protected]
STABILIMENTO BALNEARE
CHALET MOIA
via Lago Sirio, 2 - Chiaverano
tel. 0125 616505
[email protected]
www.chaletmoia.it
Nello stabilimento troverete molti confort: un bar con
dehors, dove potrete gustare una ricca lista di panini e insalate, un ampio prato verde all’inglese adibito a solarium con
zone ombreggiate da salici piangenti e piante ad alto fusto,
un blocco centrale ed uno secondario con cabine spogliatoio a rotazione e servizi.
Docce con acqua calda, phon, lettini, sedie a sdraio e il
campo da pallavolo oltre al noleggio di canoe, barca a remi,
pedalò, windsurf e tavolo da ping-pong completano l’offerta
dello stabilimento.
Nel comune di Chiaverano, a pochi passi da Ivrea, immerso nella splendida cornice del Lago Sirio, il Ristorante Pizzeria Il Sole vi attende per assaporare in tutta tranquillità
una gustosa pizza o un appetitoso piatto ispirato alla cucina
tradizionale italiana. Il Sole è il luogo ideale per una piacevole pausa pranzo, un evento speciale, una grigliata con gli
amici, un pranzo di lavoro, una cena all’insegna della buona
cucina in un ambiente speciale.
Magnifica la posizione sul lago che permette di fare una
bella passeggiata prima o dopo pranzo e/o cena... e in estate lo Chalet Bar sito su una terrazza naturale dominante il
Lago Sirio, vi offre apericena e feste a tema.
Chiesa romanica
di Santo Stefano
Dove mangiare
RISTORANTE LA TETTOIA
via Peronetto, 8 - Bienca
tel. 0125 798008 - 338 8243289
[email protected]
www.ristorantelatettoia.com
RISTORANTE PUB CAOS
via Carlo Zuffo, 10 - Chiaverano
tel/fax 0125 798000 - 347 2269054
[email protected]
In Canavese, ai piedi della Serra Morenica circondati dai
laghi, ristrutturato da una casa di fine ‘800, c’è il Caos
Pub Ristorante, dove troverete una calda accoglienza in
un ambiente familiare.
La cucina offre menù della tradizione regionale e i prodotti del territorio sono gli ingredienti base per offrire
una piacevole riscoperta di equilibrio tra l’uomo e l’ambiente naturale.
Zona di facile accesso con grande parcheggio adiacente
al locale. Dehors giardino. Zona fumatori. Accessibile ai
portatori di handicap. Chiuso il lunedì.
Il Ristorante ‘La Tettoia’ è un locale di tradizione, aperto
nel 1969 dalla famiglia Curnis, che tuttora lo gestisce.
Il ristorante dispone di una saletta piccola e molto graziosa, adatta a cenette romantiche ma anche a veloci
colazioni di lavoro; di un’ampia sala, adibita a banchetti, meetings, conventions, eventi privati come pranzi di
nozze, feste tra amici, compleanni e altre ricorrenze
familiari; di un giardinetto appartato, che d’estate offre
l’opportunità di aperitivi e cene all’aperto, in mezzo ai
fiori; di un terrazzo panoramico, coperto da tetto spiovente, appunto la tettoia che dà nome al locale.
LOCANDA DEL PANIGACCIO
via Bienca, 51 - Chiaverano
tel. 0125 54634
[email protected]
www.locandadelpanigaccio.it
TRATTORIA IL BORGO
via Donato, 7 - Casale Richeda - Chiaverano
tel/fax 0125 798111
[email protected]
La Trattoria Il Borgo nasce nel 1995 come agriturismo fondando le sue radici sulla Serra Morenica. L’oliveto impiantato nel ‘97 produce un ottimo olio di oliva che viene utilizzato
nella preparazione di alcuni piatti. La cucina è prettamente
canavesana e segue l’andamento delle stagioni con l’accento sulla freschezza. Le specialità sono la pasta fatta in casa,
le zuppe di ajucche, i caponet, ravioli, gnocchi, polenta, faraona, coniglio, gli arrosti. la crostata di frutta stagionale,
torte di cioccolata e grissini piatti. Periodicamente vengono
suggeriti piatti globali e organizzate serate a tema. Il menù
è fisso ma diverso tutti i giorni composto da 4 antipasti, un
primo fatto in casa, un secondo, contorno e dolce. Caffè,
pussa caffè e vino DOC della casa a un prezzo di 25 euro.
I bambini pagano quello che ordinano.
Jane, Claudio e Jonathan vi aspettano a casa loro.
I locali sono ricavati da quello che un tempo era un vecchio
mulino, costruito proprio a ridosso della montagna rocciosa
o masso erratico che ne costeggia tutto il perimetro retrostante, donando all’edificio un’immagine d’altri tempi, quasi da casetta delle fiabe, d’altronde parliamo di un edificio
costruito proprio in epoca medievale. Gli arredamenti e le
sale interne sono stati ristrutturati recuperando e lasciando intonso ove possibile tutto il sapore che solo le antiche
strutture contadine possono regalare. Nella sala principale,
oltre ad un tetto con travi e mattoni a vista, potrete ammirare le antiche macine ed un camino davvero imponente, che
viene tuttora utilizzato per la cottura del grande protagonista di tutte le serate della locanda, “il panigaccio”.
XANTO STEFANO CAFÈ OSTERIA
Area Santo Stefano - Chiaverano
tel. 340 6532038 - 347 5480483
Dove mangiare
[email protected]
www.xantostefano.it
RISTORANTE IL CENOBIO
DI MONTE ALBAGNA
Località Castello San Giuseppe - Chiaverano
tel. 0125 424370 - fax 0125 641278
[email protected]
www.castellosangiuseppe.it
Ambientato nelle settecentesche sale affrescate del convento di S.Giuseppe e nel giardino d’inverno, il ristorante
“Il Cenobio” è caratterizzato da un ambiente particolare
e scenografico, esaltato da uno stupendo panorama sull’Anfiteatro Morenico di Ivrea e dai giardini pensili che
degradano sino ai bordi della piscina a sfioro sulla linea
del cielo. La cucina offre piatti della migliore tradizione
italiana, preparati con cura e prediligendo la scelta dei
prodotti del territorio, mentre la cantina propone una
selezione dei migliori vini piemontesi ed italiani.
Durante la stagione estiva, il ristorante è allestito nel
giardino di palme e magnolie secolari, regalando agli
ospiti frescura e romanticismo a lume di candela.
L’apertura è serale, ad esclusione di manifestazioni o
cerimonie su prenotazione.
Xanto Stefano Cafè nasce da un gruppo di soci dell’Associazione Rosmarino che fa propria l’esigenza di trasformare l’area di Santo Stefano di Sessano oltre che in un
luogo di relax anche in un centro di aggregazione culturale accessibile ad un sempre maggior numero di persone. Per far questo era però indispensabile un punto
di ritrovo, di concentrazione, un punto da cui potessero
partire delle iniziative culturali legate all’area stessa.
Nasce così il locale con il duplice obiettivo di essere un
punto di ristoro con prodotti tipici per i visitatori dell’area
e un centro di aggregazione culturale in grado di proporre attività culturali che si potessero facilmente integrare
nel contesto ambientale.
GELATERIA BIENCA EN PLEIN AIR
area sportiva di Bienca - Bienca
tel. 348 8995531
[email protected]
www.biencaenpleinair.com
Immerso nella natura del parco dei 5 laghi ed a ridosso
della Serra Morenica, Bienca en plein air è il luogo ideale
per chi vuole trascorrere momenti del proprio tempo libero all’aria aperta. In una cordiale atmosfera immersi nella natura,venite a visitarci e concedetevi una delle nostre
deliziose coppe di gelato,uno dei nostri 15 tipi di panini ed
inoltre piatti freddi e insalate miste.
All’interno dell’area è presente un parco giochi dove i più
piccoli possono divertirsi. Possibilità di organizzare feste di
compleanno con gruppo di animazione.
Panorama
di Bienca
Agriturismo
Bed &
Breakfast
LA CAMPAGNETTA
frazione Campagnetta - Bienca
tel. 347 3165908
http://lacampagnetta.wordpress.com
Antico casale situato ai margini del bosco nel Parco Naturale dei Cinque Laghi, dove è possibile fare passeggiate e gite in bicicletta. La Campagnetta nasce come
azienda agricola nel 2009 e produce ortaggi, legumi e
piccoli frutti biologici. La struttura è dotata di due accoglienti camere con bagno e offre la colazione con i prodotti locali e genuini.
Nel parco della Campagnetta è possibile campeggiare
con piccole tende. Si possono inoltre acquistare ortaggi
e frutti appena raccolti e degustare semplici merende.
Durante il periodo estivo si organizzano campi didattici
per bambini dedicati all’arte, alla cucina e all’agricoltura.
AGRITURISMO CASCINA BEDRIA
casale Bedria, 2 - Chiaverano
tel. 0125 54680
[email protected]
www.cascinabedria.it
Fuori dal paese di Chiaverano, la cascina è situata ai
piedi della Serra, in un angolo di Canavese tranquillo
e immerso nel verde, a pochi minuti dai cinque laghi e
dalla città di Ivrea.
Cucina casalinga tradizionale piemontese a base di prodotti del territorio.
L’azienda agricola si estende su 2 ettari nei comuni di
Chiaverano e Burolo. È certificata biologica da Icea dal
1999. Produce ortaggi in pieno campo e in serra, piccoli
frutti, frutta e rosmarino. È membro dell’associazione
ALBA di produttori biologici locali.
Coltivazione biologica di ortaggi con consegna a domicilio o vendita diretta il venerdì al mercato di Ivrea presso
“Il granello di Senape”.
Antica
indicazione
in Cantone Torasso
BED & BREAKFAST
VARIONDA
località Casale Nassio sotto, 3 - Chiaverano
tel. 0125 54483
[email protected]
www.varionda.it
La struttura è una vecchia cascina ristrutturata situata
in una verde valle rotonda, vicina al centro abitato ma
lontana dai rumori del traffico.
È dotata di due camere spaziose con bagno ed ingresso
indipendente. La colazione è sempre abbondante, servita in camera con prodotti naturali di coltivazione propria.
In estate si può gustare latte fresco di capra del piccolo
allevamento.
Gli animali domesici sono ammessi e graditi.
BED & BREAKFAST
LA RIUONDELA
via Tomalino, 16 - Chiaverano
tel. 0125 54209
dirfi[email protected]
HOTEL ANTICA POSTA
via Andrate, 61 - Chiaverano
tel./fax 0125 643303
Hotel
[email protected]
www.hotelanticaposta.it
HOTEL RELAIS CASTELLO SAN GIUSEPPE
Dimora storica
Località Castello San Giuseppe - Chiaverano
tel. 0125 424370 - fax 0125 641278
[email protected]
www.castellosangiuseppe.it
Situato in una posizione naturalistica esclusiva, a soli 3
Km dal centro di Ivrea, questo affascinante convento del
1600, ricco di storia e spiritualità, è circondato da laghi
morenici e boscose colline e gode di una splendida visuale sulle montagne e castelli del Canavese.
I tre piani che accolgono le camere sono divisi per epoca: ogni camera si distingue per l’arredo e l’atmosfera,
immergendo l’ospite nell’ambiente che ha ispirato i personaggi della lunga storia dell’eremo.
Fra i servizi, il bar e l’elegante ristorante d’ambiente
settecentesco che offre piatti della migliore tradizione
italiana, mentre per la stagione estiva sono dedicati alla
ristorazione ampi spazi esterni.
La sala ristorante offre un vasto menù alla carta, con
piatti della cucina tipica e nazionale. Il menù viene cambiato ogni mese prendendo in considerazione quelle che
sono le materie prime che la stagione offre, prediligendo sempre prodotti locali come carni, formaggi e salumi.
Una selezione di vini prevalentemente regionali accompagnerà le pietanze esaltandone il gusto e gli aromi rendendo ogni pasto una delizia di sapori. L’hotel è dotato di
nove camere, tra singole e matrimoniali, dotate di televisione, telefono, frigobar, bagno privato e balcone con
vista panoramica sul Canavese. Soggiorno per anziani
autosufficienti, accoglienza anziani anche per lunghi
medi soggiorni.
Il lago
di Campagna
e sullo sfondo
il paese e il campanile
Veduta invernale
dei terrazzamenti
lungo i pendii
della Serra
Attività
ARZILA ROBERTO
Alimentari, drogherie
Via Ilmo Peronetto, 4 - Fraz. Bienca
Tel. 0125 54233
AVONDOGLIO GINO
Macellerie
Corso Carlo Zuffo, 31
Tel. 0125 54804
BOTTEGA DEL ROSMARINO
Prodotti tipici
Corso Centrale, 47
Tel. 0125 798013
BUSATTA GIUSEPPE
Tabaccherie alimentari, drogherie
Corso Centrale, 66
Tel. 0125 54813
DISTILLERIA F.LLI REVEL CHION S.r.l.
Prodotti tipici
Via Casassa, 4
Tel. 0125 54808
www.distilleria-revelchion.it
REALIS LUC MANUELA
Alimentari, drogherie
Corso Carlo Zuffo, 3
Tel. 0125 54935
VERRE ORLETO
Macellerie
Corso Centrale, 54
Tel. 0125 54507
Servizi
AMBULATORIO
MEDICO
Piazza Ombre, 1
Dott. BERATTO Massimo
Tel. 0125 44356
Orario ambulatorio:
Lunedì 09.00 - 12.00
Martedì 16.00 - 19.00
Mercoledì 09.00 -12.00
Giovedì 16.00 - 19.00
Venerdì 09.00 - 12.00
Dott. FOTI Aldo
Tel. 338 3163100
Orario ambulatorio:
Lunedì 15.00 - 17.00
Martedì 09.00 - 10.30
Giovedì 09.00 - 10.30
Venerdì 15.00 - 17.00
Dott. VITALE Mauro
Tel. 0125 613248
Orario ambulatorio:
Martedì 14.30 - 15.30
Venerdì 18.00 - 19.00
BANCA SELLA SPA
agenzia 34
Corso Centrale, 67
Tel. 0125 54375
BIBLIOTECA CIVICA
Piazza Ombre, 1
Orari:
lunedì, mercoledì e giovedì
dalle 16.00 alle 18.00
Tel. 0125 54805
BIBLIOTECA DI STRADA
Bookcrossing
Piazza Ombre, 1
Orari: libero accesso
FARMACIA FISCELLA
Dott.ssa Anna Maria
Corso Centrale, 6
Tel. 0125 54536
PARROCCHIA
Via della Parrocchia, 6
Tel. 0125 54819
SCUOLA MATERNA
“AVONDOGLIO”
Piazza Ombre, 1
Tel. 0125 54357
SCUOLA ELEMENTARE
“SANDRO PERTINI”
Via Andrate, 1
Tel. 0125 54796
UFFICIO POSTALE
Corso Carlo Zuffo, 16
Tel. / fax 0125 54151
ANA SEZIONE ALPINI
DI CHIAVERANO
Via Burolo, 1
Tel. 0125 54145
ASSOCIAZIONE NAZIONALE
PARTIGIANI ITALIANI
Piazza Marconi
Tel. 0125 54637
ASSOCIAZIONE CARNEVALE
BIENCA
Via Peronetto, 64
Tel. 0125 54762
ASSOCIAZIONE TURISTICA
E CULTURALE
PRO CHIAVERANO 2004
Corso Carlo Zuffo, 3
Tel. 0125 54935
ASSOCIAZIONE CARNEVALE
DI CHIAVERANO
Via Roma, 3
Tel. 347 4666901
GRUPPO STORICO “LA CASTELLATA
DI CHIAVERANO” - IL MASTIO
Via Stella
Tel. 339 6426927
www.ilmastio.it
GRUPPO VOLONTARI ANTINCENDIO
BOSCHIVO E PROTEZIONE CIVILE
Corso Centrale, 63
Tel. 0125 54196
CENTRO D’INCONTRO
Via Andrate, 2
Tel. 0125 54348
POLISPORTIVA DI CHIAVERANO
Via Burolo, 2
Tel. 347 2254938
ASSOCIAZIONE DI VOLONTARIATO
PICCOLO CARRO - ONLUS
Casale Brac, 3
Tel. +39 347 9028801 - 3395608856
Fax. +39 0125 798921
[email protected]
www.asspiccolocarro.it
CENTRO ROSALBA MARTORANA
Via Ilmo Peronetto, 7
Tel. 0125 54917
SENSO UNICO DANZA
TEATRO (MORENICA)
Via Valle Roreto, 6
Tel. 0125 798010
www.morenica.org
[email protected]
ASSOCIAZIONE FILARMONICA
CHIAVERANESE
Via IV Alpini
Tel. 0125 54528
GRUPPO CARITAS
Via Torrazzo, 4
Tel. 0125 54305
SOVRANO ORDINE DEI CAVALIERI
DELLA GRAPPA E DEL TOMINO
Via Burolo, 42
Tel. 0125 54184
GRUPPO RICREATIVO
SPORTIVO BIENCA
Via Peronetto, 36
Tel. 0125 54331
TOMINIERI DI CHIAVERANO
Via IV Novembre, 75
13896 Netro
Tel. 015 2464813 - 335 6235427
ASSOCIAZIONE “IL ROSMARINO”
Via Rossano, 9
Tel. 0125 5491
CORO CHIAVERANESE
Casale Bacciana, 9
Tel. 0125 424201
È un piccolo mercato che si svolte tutti i sabati pomeriggio in Piazza Ombre per proporre
esclusivamente i prodotti di Chiaverano tra cui:
frutta e verdura di stagione, formaggi, salumi,
carne, vino, miele, marmellate, fiori e piante,
biscotti, uova, rosmarino e erbe aromatiche,
vestiti artigianali. Il mercato propone prodotti
del nostro territorio non ritrovabill nei mercati
tradizionali o nei supermercati, prodotti genuini e di qualità, prodotti per i quali vale la pena
fare una visita a Chiaverano.
Il mercato è organizzato con la collaborazione
di ADOC, un’associazione di consumatori particolarmente attenta alla qualità del cibo ed alla
sua etichettatura e provenienza.
Essendo alcuni prodotti per lo più stagionali, i
produttori non sono presenti in modo continuativo ma solamente nel periodo dell’anno in cui i
loro beni sono disponibili.
il Mercato
dei Produttori
PRODUTTORI:
Associazione del Rosmarino
Azienda Agricola Bigio Marco
Azienda Agricola Bolzanello Roberto
Azienda Agricola Peretto Stefano
Azienda Agricola Teagno Silvio
Azienda Agricola Terre Sparse
Celso Francesca
Crotta Graziano
La Siepe di Romanelli Maria Vincenza
Macelleria Salumeria Avondoglio & C.
Parise Marilena
Ravera Chion Leo
Associazioni
Chiaverano
La cucina di Chiaverano
trae le sue origini dall’antica cucina tradizionale contadina, che utilizzava per le preparazioni
essenzialmente i prodotti dei campi, degli orti e
dei frutteti, numerose erbe spontanee nonché le
produzioni degli allevamenti familiari.
Una cucina che ha attraversato i secoli, in grado
di proporsi con piatti semplici e frugali e con le
preparazioni più raffinate della tradizione piemontese, adatte alle grandi occasioni.
Molto vari sono i menù tipici chiaveranesi che
potete gustare nei ristoranti del territorio, un
vero e proprio giacimento di gusti e sapori che
vale la pena di conoscere!
Tra gli antipasti ricordiamo il Salampatata al forno, le frittatine verdi, i capunit (involtini di cavolo
verza) ed i tomini, seguiti dalle zuppe (cavolo,
porri, asparagi e zucchine), dal fritto misto e da
una raffinata cipolla dolce ripiena, per chiudere
con le pesche di vigna cotte al forno con ripieno
di amaretti e cacao.
Tra le ricette contadine tramandate in famiglia
a Bienca e Chiaverano i capunit, gli zucchini ripieni e le cipolle ripiene dolci devono il loro prelibato sapore non solo agli ingredienti, gli stessi
di sempre, ma anche al procedimento di cottura
al forno (a bassa temperatura) che imita l’antica cottura presso il forno del panettiere, cui
le massaie portavano i piatti da loro preparati,
sfruttando il calore della fornace dopo la cottura del pane: un eccellente esempio di risparmio
energetico!
I prodotti tipici
IL ROSMARINO E LE ERBE AROMATICHE
Il clima e la particolare posizione di Chiaverano fanno di questa zona un territorio particolarmente fertile ed adatto a colture agricole di
notevole pregio, quali la vite, gli ortaggi e le erbe
aromatiche: infatti il rosmarino, la salvia ed il
timo da sempre sono parte integrante della flora e del paesaggio agricolo chiaveranese.
Usato nel passato come ornamento ed integrazione colturale dei terrazzamenti destinati alla
produzione viticola ed orticola, il rosmarino ha
resistito all’abbandono verificatosi a partire dei
primi anni ‘50 del secolo scorso, dimostrando un’ottima adattabilità alle condizioni fisicoclimatiche del territorio. Negli scorsi decenni
molte delle aree agricole abbandonate sono
state utilizzate per estendere la produzione di
romarino che è diventato il principale prodotto
agricolo del paese.
Il principale operatore in questo settore è l’Associazione del Rosmarino di Chiaverano che conta
oltre 30 aderenti i quali utilizzano tecniche biologiche e producono oltre il rosmarino, lavanda,
salvia e timo che vengono poi commercializzati sia freschi sia confezionati presso il negozio
“Rosmarino e non solo”. L’assortimento spazia
dai sali aromatizzati agli oli essenziali, a grissini,
biscotti e canestrelli aromatizzati (dolci o salati).
Importanti salumifici utilizzano il Rosmarino di
Chiaverano fresco per aromatizzare il lardo.
L’Associazione, in collaborazione con il Comune
di Chiaverano e la Facoltà di Agraria dell’Università degli Studi di Torino, dal 1997 ha dato avvio
alla realizzazione del Giardino delle erbe aromatiche e officinali di Santo Stefano di Sessano, dove, ben protette dalle rocce, sono ospitate
numerose varietà ed ecotipi di rosmarino; nelle
vicinanze del Giardino sono localizzate le coltivazioni a pieno campo di questo arbusto.
Nel secondo weekend di settembre, infine, con il
patrocinio della Regione Piemonte e della Provincia di Torino si svolgono tradizionalmente le
“Giornate del Rosmarino di Chiaverano”, divenuta ormai una festa tradizionale caratterizzata
da un affollato mercato delle erbe e da dibattiti
inerenti le tecniche di coltivazione delle essenze
officinali.
IL NOSTRANO DELL’ISOLA
Antico ecotipo di mais da polenta. Caratterizzato
da piccole pannocchie con semi lucenti e perlacei di un intenso colore giallo dorato e a frattura
vitrea. La sua coltivazione, dopo un lungo periodo d’oblio, è stata ripresa nel 2005 coinvolgendo
una ventina di produttori tra Andrate e Chiaverano che adottano tecniche biologiche, con un
controllo delle erbe infestanti rigorosamente
manuale. Alla raccolta e sgranatura manuale,
segue l’essicazione della granella effettuata
nell’Essicatoio dell’Associazione del Rosmarino.
Il Nostrano è un granturco di qualità e gusto decisamente superiori, macinato più grossolanamente a pietra, con lenta rotazione e setacciatura manuale. La farina così ottenuta a differenza
di quelle prodotte industrialmente e derivate da
ibridi, è caratterizzata da un alto valore proteico,
contenendo anche il germe oltre alla frazione fibrosa e consente al consumatore di riscoprire la
genuinità della vera polenta.
IL TOMINO
Si tratta di un formaggio fresco a coagulazione
acido-presamica preparato a partire dal latte
intero di mucca. Quella dei tomini, è una filiera
di produzione rigorosamente artigianale, in passato, quando era più diffusa la presenza delle
mucche, praticata da quasi tutte le famiglie.
Il processo di produzione per il mercato prevede
la cagliatura, lo spurgo e la formatura.
I tomini vengono lavorati manualmente, uno ad
uno: i “classici” sono posti sott’olio e aromatizzati in salsa verde, senza dimenticare i tomini
in salsa agrodolce conosciuti come i “tumin eletric” e i tomini speciali al pepe “4 stagioni” (pepe
rosa, nero, bianco e verde); per l’ottenimento dei
“tomini stagionati” la filiera include due fasi di
essiccamento; la fase che prevede il trattamento
a vapore, conferisce al prodotto una consistenza
ed una fragranza davvero uniche.
Chiaverano celebra il suo Tomino nel mese di
giugno con la Sagra del Tomino e della Grappa.
LA GRAPPA
L’origine della Revel Chion non è molto distante dagli inizi del ‘700, come prova un documento che cita un Revel Chion, nato nella seconda
metà del XVIII secolo, quale detentore di un
alambicco.
L’attività di distillazione era molto diffusa: nel
1848 a Chiaverano si contavano venti alambicchi, saliti poi a trentuno nel 1885.
A partire dal 1700 nel Canavesano si innesca
infatti un vistoso fenomeno che porta il vigneto
a rubare la terra ai secolari boschi della Serra
d’Ivrea. Si procede a terrazzare i declivi per renderli più facilmente coltivabili e la vite diventa
la vera ricchezza del comprensorio. Man mano
cresceva la vigna il contadino si trasformava in
vitivinicoltore per poi specializzarsi, in qualche
caso, nell’arte del lambiccare.
La distilleria Revel Chion nasce dalla terra e dal
lavoro di sette generazioni che, senza mai abbandonare Chiaverano, hanno via via adeguato
l’azienda alle esigenze del momento senza mai
tradire le origini e le tradizioni.
Oggi la Distilleria ha un produzione ampia e variegata che comprende grappe giovani, aromatizzate, affinate in legno, invecchiate, di monovitigno oltre a liquori a base di grappa e ai famosi
Grappini, i cioccolatini alla grappa.
Chiaverano
IL SALAMPATATA
Il salampatata è un classico esempio dell’abilità
della cultura contadina di utilizzare al massimo
i prodotti alimentari. In questo caso consente
di utilizzare tutti i ritagli della lavorazione del
maiale con un prodotto agricolo largamente diffuso come la patata.
È un insaccato a base di carne suina, lardo, patate bollite e spezie (pepe, noce moscata, garofano, cannella, finocchietto) prodotto esclusivamente durante il periodo invernale onde evitare
la fermentazione delle patate. È consumato fresco o dopo breve stagionatura.
Particolare
di una festa
in un’antica
fotografia
L’Anfiteatro Morenico di Ivrea è un luogo vasto e unitario, costruito in forma ‘disegnata’ nel corso di oltre 1,3 milioni di
anni dai processi naturali nella successione di fasi glaciali, e
abitato dall’uomo da circa 10.000 anni.
La sua forma ed i processi che l’hanno costruito sono stati ‘individuati e capiti’ solo a partire dagli ultimi 200 anni e
sono tuttora oggetto di studio: questa gigantesca ‘impronta’
dei ghiacciai è l’Anfiteatro Morenico a cerchia completa di
colline più grande d’Europa.
Al di là dei primati, l’aspetto veramente straordinario è la
concentrazione di un’elevata varietà di elementi di interesse
in uno spazio ridotto: tutto è compreso nello spazio circolare
di 30 km di diametro.
Qui sono possibili, con grande evidenza di segni e tracce, tre
‘racconti’ in tempi differenti: della terra (processi geologici), della naturalità (mondo vegetale e animale), dell’uomo
(la sua storia e le sue vicende); un invito alle riflessioni, che
questi racconti inducono a fare, per capire le trasformazioni
dei luoghi, divenute sempre più consistenti, veloci, con ritmi
crescenti. Sono tre tempi estremamente diversi tra loro, da
ben oltre il milione di anni, ai secoli, a pochi decenni; processi tutti in costante relazione tra loro, i quali coinvolgono
direttamente numerose discipline e saperi, che qui trovano
le condizioni ideali per un confronto reciproco.
Una “dimensione territoriale effettivamente praticabile”,
quella dell’Anfiteatro Morenico, di cui solo oggi si stanno iniziando a individuare le potenzialità e le conseguenze positive
per l’economia locale, possibili non solo al suo interno, ma
anche nei territori a confine.
Chiaverano
Acqua e boschi,
colline rocciose e colline moreniche,
al bordo delle Alpi,
al margine della piana interna
di un luogo straordinario
Comune di Chiaverano
Piazza Ombre, 1
10010 Chiaverano (TO)
Tel. 0125 54805
Fax 0125 54144
[email protected]
www.comune.chiaverano.to.it