Notizie Verdi TV - Federazione dei Verdi
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4 sabato 14 luglio 2007 Foto: Daniele Fiore Roncaglia & Wijkander ARCHITETTURA Arbo-architettura: nasce la casa fatta di alberi Si ringrazia l’editore per lo spazio concesso. SAVE THE CHILDREN LAVORA PERCHÉ IN TUTTO IL MONDO V E N G A R I C O N O S C I U T O A I M I N O R I I L D I R I T T O A L L’ I S T R U Z I O N E . Nel mondo sono oltre 77 milioni i bambini che non hanno la possibilità di andare a scuola. Save the Children opera per garantire il diritto all’istruzione a tutti i minori, senza alcuna discriminazione, collaborando con le comunità e autorità locali per costruire scuole, fornire assistenza e materiale scolastico. Save the Children dal 1919 lotta per i diritti dei bambini e per migliorare le loro condizioni di vita in tutto il mondo. a cura di Giulia Spiniello TELEVISIONANDO www.savethechildren.it La nuova tendenza dell’architettura è costruire con il legno, dunque addio a mattoni e cemento. Arrivano così le case progettate con gli alberi. Il trend eco-arboreo coinvolge anche la scultura con splendide creazioni, ben radicate e stagionali che vengono realizzate dall’arbo-scultore americano Richard Reames. Per ora intanto l’architetto Mitchell Joachim, americano, progetta e cerca di migliorare sempre più i suoi prototipi primo tra i quali una casa che si “pianta” la “Free tree hab”, e che, con una serie di accurati accorgimenti tecnici, segue il ciclo vitale delle piante. Secondo Joachim, laureato al Mit (Massachussets Institute of Technology) , si tratta di vere case viventi, che potrebbero contribuire a purificare l’aria e renderci più sensibili all’ambiente e che riuscirebbero anche alimentarsi attraverso le risorse naturali. Una tecnica messa a punto negli anni ‘70 nei paesi nordeuropei che fa lavorare le piante al posto delle macchine. Lo scopo di tutto ciò è creare una casa che sia anche ecosistema, con un suo eco-impianto di ventilazione e accumulo termico dei raggi solari per provvedere al riscaldamento di acqua e ambienti. Questo progetto è simile al prototipo di un’automobile a energia solare che l’architetto ha progettato con la supervisione del suo celebre maestro Frank O. Gehry a cui si aggiungono palestre galleggianti nell’Hudson o megaimpiati di ventilazione a pale nel quartiere di Battery Park, sulla punta di Manhattan, già sede del World Trade Center ma famoso anche per i suoi grattacieli ecologici, che ha coniato il termine qualche anno fa. L’ arbo-scultore Richard Reames ricorda sul suo sito che le prime sedie viventi di cui si abbia traccia è del 1908. Destinate a parchi e abitazioni come il set di tavolino e seggiole annesse - ovviamente da esterni - o i gazebo in piccoli tronchi intrecciati e tetto di foglie, sono state “piantate” nel Wisconsin facendo proseliti anche in Thailandia e Cina. Pamela Menichelli Europride Madrid in esclusiva su Ecotv Ecotv trasmetterà oggi l’Europride 2007 svoltosi sabato 30 giugno nelle vie di Madrid. L’evento, che ha visto la partecipazione di 2,5 milioni di persone, è stato completamente ignorato dai media italiani a causa dello sciopero nazionale dei giornalisti, mentre ha avuto molto risalto sulle tv e le prime pagine dei giornali d’Europa e di tutto il mondo.La manifestazione al motto di “Europa, adesso l’uguaglianza è possibile” ha celebrato l’Orgoglio Gay alla presenza delle istituzioni e dei politici europei. “Le famiglie sono sì importanti, ma anche quelle dei gay e delle lesbiche”, “Lottiamo per la diversità sessuale”, “Debelliamo l’omofobia dai centri educativi”, sono solo alcuni degli slogan che hanno dato voce al corteo per il riconoscimento sociale e legale degli omosessuali, bisessuali e transessuali. In onda stasera su EcoTv (Sky906) alle 23.30. In replica domenica alle 17.00 e alle 21.30. Il programma è disponibile anche in streaming all’indirizzo www.ecotv.it La “Dolce vita” di Raffaello Tonon Il sabato mattina di EcoTv si apre in compagnia del volto televisivo di Raffaello Tonon. Nel salotto di un famoso bar di Via Veneto l’opinionista scoperto da Maurizio Costanzo si racconta a Mara Parmegiani Alfonsi, giornalista e storica del costume. Frammenti di vita, ricordi e successi professionali gli argomenti della puntata. Tonon, milanese, nato sul palco del Parioli come esempio di ragazzo “new dandy”, ha conosciuto la popolarità grazie alle sue ospitate nei programmi “Buona domenica” e “Tutte le mattine”. Nel 2005 ha vinto il reality show “La fattoria”. Raffaello Tonon è l’ospite della puntata odierna di Dolce Vita, il programma d’intrattenimento di EcoTv che ogni fine settimana esplora i pensieri, i gusti e le curiosità di un noto personaggio dello spettacolo. In onda alle 10.00 su EcoTv (Sky906) e in replica alle 16.00. Il programma è disponibile anche in streaming all’indirizzo www.ecotv.it. ECOTV I programmi di oggi 07.30 09.30 10.00 10.30 11.00 11.15 18.00 18.15 18.30 19.00 19.45 20.00 20.15 20.30 20.45 21.15 Convegno (Green Accord) Medicina Unica di Gino Santini Dolce Vita con Raffaello Tonon Agenda Italia (Ecomafie 2007) Peace & Love Testate di Vittoria Gallelli EcoReporter (No Bush) Consigli per gli acquisti di Nino Graziano Luca Obiettivo Verde (Economia è Ecologia) Speciale EcoReporter (Euro Pride a Madrid) Speciale 5 Stelle (Clima, istruzioni per l’uso) Regionando (Torino – Siracusa) Mare Mare (il Colombre) Viva l’Italia (contraffazioni in Italia) No Profit (Telefono Azzurro) Letto con Marina Tagliaferri Anno III • n.131 • sabato 14 luglio 2007 Sped. in Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1 DCB - Roma • Direttore responsabile: Enrico Fontana • Comitato editoriale: Roberto Poletti, Giuseppe Trepiccione, Gianpaolo Silvestri (inserto Mappe) • Editore: undicidue srl, via R. Fiore, 8 - Roma Stampa: Rotopress, via E. Ortolani , 33 - Roma • Reg. Trib. di Roma n. 34 del 7/2/2005 • Redazione: via A. Salandra, 6 - 00187 Roma - tel. 0642030616 - fax 0642004600 - [email protected] • Stampato su carta ecologica • La testata fruisce dei contributi di cui alla legge 7 agosto 1990 n. 250 DPEF Donati: ok da Commissione LLPP, ma precise condizioni su allegato infrastrutture VIETATO AI MINORI. Per il tuo contributo, chiama il 06.4807001 Organo ufficiale di informazione della Federazione dei Verdi “Selezionare ulteriormente la lista delle opere prioritarie, puntare su infrastrutture per le città, ferrovie e porti e ridimensionare il piano di nuove autostrade. Inoltre, l’intera Unione chiede al governo di presentare entro tre mesi un ddl di riforma della legge obiettivo”. Così la presidente della Commissione LLPP del Senato Anna Donati (Verdi) sintetizza le condizioni indicate nel parere favorevole sul DPEF 2008-2011 e relativo allegato infrastrutture. “Ierri pomeriggio - dichiara Anna Donati - l’Unione, all’unanimità, ha dato un via libera condizionato al documento di programmazione economica e finanziaria. Le condizioni poste dall’intera maggioranza sono molto precise ed estese. Nel merito, si chiede al governo di selezionare ulteriormente la lista di opere dell’allegato infrastrutture sulla base di riequilibrio modale, criteri ambientali e risorse effettivamente disponibili. Il parere sollecita a realizzare più tramvie, metropolitane, ferrovie; sviluppare la portualità e la sicurezza stradale, ridimensionando invece la realizzazione di nuove autostrade. Inoltre - continua superare la legge obiettivo con la richiesta al Governo di presentare entro tre mesi il ddl di riforma di questa norma”. Nel parere della VIII Commissione si evidenzia la necessità di integrare le politiche della mobilità con la politica delle infrastrutture, con un migliore coordinamento tra i due ministeri e per il federalismo infrastrutturale si chiedono regole univoche e scelte coordinate per le opere. “Per quanto riguarda il capitolo mobilità - aggiunge Donati - occorre potenziare il trasporto pubblico locale, dare aiuti al trapostro combinato e aumentare i fondi per la sicurezza stradale”. “L’intera Unione in Commissione LLPP del Senato - conclude la presidente chiede al governo di superare la legge obiettivo e di fare un altro passo in avanti nella selezione delle opere per promuovere la mobilità sostenibile e realizzare le infrastrutture utili che cittadini e imprese stanno attendendo da anni, anzichè nuove autostrade inutili”. sì dei L’ambientalismo Q uante volte si sente parlare del cosiddetto ambientalismo del no, contrapposto ad un non meglio precisato ambientalismo del si, dai contenuti non definiti, dai programmi vagamente accennati che si infrange sulla prova dei fatti, quando le situazioni impongono una scelta vera e concreta e non un ipotetica dichiarazione di principio. Ecco in questo quadro un bell’esempio di un impegno per la ricostruzione ambientale e per la restituzione di territori gravemente deturpati dall’inquinamento ai legittimi proprietari, ossia ai cittadini, sono i nove decreti con cui il Ministro dell’Ambiente e del Territorio e del Mare Alfonso Pecoraro Scanio ha sbloccato altrettanti progetti di bonifiche per un importo complessivo di ben 38 milioni. I Provvedimenti interessano tutti siti di interesse nazionali da Napoli a Porto Marghera da Falconara Marittima a Manfredonia passando per Aosta dove, finalmente, potranno cominciare i lavori per restituire ai cittadini dei territori rubati loro dall’inquinamento e da un’industializzazione spietata e senza regole. Ben quattro decreti interessano Porto Marghera a Venezia, dove viene autorizzato l’avvio dei lavori dei progetti di bonifica per l’area del depuratore Vesta di Fusina, primo stralcio per un importo complessivo di 4.329.355 euro e secondo stralcio per 367.990 euro; il progetto di bonifica dei terreni con misure di sicurezza per l’area del nuovo petrolchimico – Syndial – Isola 46 per un importo di 1.347.200 e quello per Nove decreti con cui il Ministro dell’Ambiente e del Territorio e del Mare Alfonso Pecoraro Scanio ha sbloccato altrettanti progetti di bonifiche per un importo complessivo di ben 38 milioni la bonifica dei terreni dell’area exAM8 - Vecchio Petrolchimico, per 2.000.070 euro. I primi due interventi di bonifica sono fondamentali per l’opera di riqualificazione della laguna di Venezia perchè propedeutici alla realizzazione del Progetto Integrato Fusina, che costituirà il centro di trattamento polifunzionale per tutti gli scarichi civili e le acque di prima pioggia di Mestre, Marghera, Porto Marghera e del Mirese, nonché per gli scarichi industriali di Porto Marghera e le acque di falda contaminate emunte ai fini della loro bonifica. Gli altri due consentiranno la bonifica di ulteriori aree del Petrolchimico di Porto Marghera destinate al riutilizzo in ambito della riqualificazione ambientale ed industriale. Un altro provvedimento riguarda il sito di interesse nazionale di Napoli Orientale per cui è stata autorizzata l’avvio dei lavori previsti dalla Variante complessiva al progetto definitivo di bonifica dell’ex deposito Agip Petroli di Via delle Brecce a Sant’Erasmo per un importo complessivo 28.823.802 INFRASTRUTTURE Bonelli: tra Lunardi e Di Pietro troppa continuità “Tra Di Pietro e Lunardi sembra che non ci siano differenze. Nell’allegato infrastrutture presentato dal ministro Di Pietro non ci sono riferimenti al superamento della legge Obiettivo, previsto dal programma dell’Unione, e nemmeno alla necessità di recepire le richieste dell’Unione Europea sull’introduzione della valutazione di impatto strategico per le grandi opere. E’evidente che c’è una continuità con il precedente governo”. Lo afferma il capogruppo dei Verdi alla Camera Angelo Bonelli. “L’Italia ha bisogno di infrastrutture utili, funzionali al Paese ed alle esigenze dei cittadini, non agli interessi delle lobby, come troppo spesso è accaduto sino ad oggi. Quanto al rispetto dell’ambiente, tutti ne parlano, ma spesso si fermano lì. Tanto per citare un solo caso, Di Pietro dovrebbe spiegare come si concilia il Corridoio Tirrenico, che devasterebbe il patrimonio paesaggistico, agricolo e storico della Maremma, con il rispetto dell’ambiente. La tutela di questo patrimonio paesaggistico, turistico e culturale dovrebbe stare a cuore in particolare al ministro dei Beni Culturali Rutelli, che invece ha espresso apprezzamento per l’iniziativa di Di Pietro”. “I Verdi – conclude il capogruppo del Sole che Ride - hanno presentato un piano per le infrastrutture utili, perché non conta solo il fare, ma soprattutto il fare bene”. euro. Questo intervento permetterà il completamento della bonifica di un’area estremamente importante per la riqualificazione ambientale del quartiere San Giovanni di Napoli. In questo sito, una volta rimossi gli inquinanti presenti verrà realizzata una struttura polifunzionale integrata di pubblico interesse. Due ulteriori decreti interessano il sito di interesse nazionale di Falconara Marittima ad Ancona e riguardano rispettivamente la bonifica dell’ex industria chimica bitumi Casali, per 248.240 euro, che permetterà di riqualificare ambientalmente un’area cittadina consentendo il miglioramento della qualità della vita e la variante al progetto di bonifica definitivo con misure di sicurezza dell’area HDS3, per 568.307 euro, richiesta dalla Api Raffineria di Ancona, che consentirà di adeguare il ciclo di desolforazione dei gasoli ai valori previsti dalla normativa comunitaria. Infine, due decreti riguardano i siti di interesse nazionale di Manfredonia, in provincia di Foggia, ed Emarese in Val D’Aosta. A Manfredonia viene autorizzato l’avvio dei lavori previsti dal progetto di bonifica dell’area ex ENEL, per un importo complessivo di euro 328.600. Mentre ad Emarese è stato sbloccato il progetto di bonifica e messa in sicurezza permanente dell’area Cratere – Area A, dove si provvederà alla messa in sicurezza permanente di una ex discarica di inerti e scarti di lavorazione contenenti amianto. Le cifre ed i numeri sono il miglior biglietto da visita per un ambientalismo che è reale e tangibile, dei si che nel nostro Paese nessuno ha mai avuto il coraggio di dire e dei no per inutili chimere. Anche per chi si dice ambientalista a parole ma poi non è capace di fare le scelte giuste per l’ambiente. Antonio Barone NUCLEARE Il Brasile e il nucleare pagina 2 TLC Telefonate sotto il sole pagina 2 Notizie Verdi TV dal lunedì al venerdì alle 21.30 su EcoTV Sky 906 e in streaming su www.ecotv.it 2 sabato 14 luglio 2007 VINO Il “Pinot” e il “Prosecco” dello scandalo È stata sventata dall’ Ispettorato centrale per il controllo della qualità dei prodotti agroalimentari e dal Corpo Forestale dello Stato, la truffa di 24mila ettolitri di vino bianco da tavola comune spacciati per “Pinot grigio delle Venezie Igt” e di “Prosecco Igt Marca trevigiana”. L’operazione diretta da Anita Sorti, Sostituto Procuratore della Repubblica presso il tribunale di Pordenone ha portato alla luce un’organizzazione a delinquere ben radicata sul territorio, che coinvolgeva diverse cantine del centro e nord Italia. Sostanzialmente: l’Emilia Romagna, il Veneto, il Piemonte, la Toscana, il Trentino Alto Adige ed il Friuli Venezia Giulia. “Determinante, nell’ambito dell’operazione, è stata l’attività degli investigatori dell’Icqe del Cfs- spiega una nota delle Politiche agricole- che pochi giorni fa, il 4 luglio, hanno colto in flagranza di reato un ‘corriere’ che trasportava documenti falsi dalla provincia di Alessandria a quella di Pordenone”. Il bliz, che ha bloccato questo raggiro da tre milioni di euro, ha portato all’iscrizione nel registro degli indagati di 7 persone tra produttori, mediatori e trasportatori, denunciati a piede libero. La tempestività con cui è stato condotto l’intervento dei due organi di polizia ha permesso di bloccare tempestivamente l’imbottigliamento di altre unità di “Pinot e Prosecco” tarocco. “Tale brillante operazione - dice il ministro delle Politiche agricole Paolo De Castro- testimonia l’importanza fondamentale dei controlli nella tutela del mercato e dei consumatori in un settore strategico per il sistema agroalimentare italiano”. La contraffazione in Italia continua, comunque, ad essere una piaga che ogni anno fa perdere all’agricoltura 2,5 miliardi di euro a causa del crescente assalto dell’agropirateria anche sui mercati internazionali: dai prosciutti all’olio d’oliva, dai vini ai formaggi, il mercato dei falsi provoca costantemente danni rilevanti ai nostri Dop, Igp e Stg, che rappresentano la punta di diamante del made in Italy. Susanna Novella Febbre eco-compatibile I Il Parlamento Europeo, riunitosi a Strasburgo, ha definitivamente dato il via libera al divieto alla produzione di termometri a mercurio destinati alla vendita al grande pubblico. Con l’opposizione al ricorso del mercurio, gli stati dell’Unione Europea mirano a ridurre l’impatto di questo metallo altamente tossico col flusso dei rifiuti e quindi con l’ambiente – spiega la socialista Maria Sornosa Martinez – e per fare questo “è necessario ridurne la domanda e accelerare la sua sostituzione in apparecchi come termometri, barometri e sfigmomanometri”. Ma quanto è dannoso il mercurio? Basti pensare che la sola esposizione a piccole dosi può provocare seri danni al sistema nervoso, difficoltà nell’apprendimento e gravi conseguenze sul cuore. E non è una sorpresa che il mercurio sia ormai arrivato nei nostri mari e fiumi, tanto che se ne possono trovare tracce in gran parte dei pesci e dei molluschi. Diciotto mesi al via: i paesi dell’Ue avranno un anno per adottare le norme previste dalla nuova direttiva (che entrerà in vigore non appena verrà pubblicata sulla Gazzetta ufficiale dell’Ue) e altri sei mesi per metterla in pratica. In base a questa, potranno essere venduti soltanto gli apparecchi d’antiquariato, con più di 50 anni. Di due anni invece l’aspettativa per i soli barometri, affinché i produttori (per lo più inglesi, belgi e olandesi) abbiano modo di adattarsi alle nuove eco-tecnologie. L’intento di fondo sarà insomma quello di “eliminare gradualmente il mercurio dalle apparecchiature di misura, ogniqualvolta ciò sia tecnicamente ed economicamente realizzabile”, nel settore sanitario, industriale e professionale. Ilaria Serrotti Il Brasile e il nucleare R isale addirittura all’epoca della dittatura militare, durata dal 1964 al 1985, l’inizio del programma nucleare brasiliano, comprendente anche un folle test nucleare in Amazzonia. L’attuale secondo mandato di Iniacio Lula da Silva non ha certo connotazioni così belliche, anzi il presidente ha tenuto a precisare gli scopi pacifici di quello che potrebbe apparire un corposo riarmo. Sono stati ben 540 milioni i dollari stanziati dal governo brasiliano per completare il programma. In particolare, i fondi serviranno per l’arricchimento dell’uranio e la costruzione di un sottomarino a propulsione atomica, considerato indispensabile per vigilare i 7.000 chilometri di costa della nazione. Proprio il mese scorso il Consiglio Nazionale della politica energetica dava il via alla costruzione, a Rio de Janeiro, di Angra 3, terzo impianto della nazione, con un costo di 3.600 milioni di dollari e un capitale di energia pari a 5 mila megawatt. Parlando in un centro militare di San Paolo, il presidente Lula ha ribadito che il Brasile ha un preciso ruolo storico da rispettare e Sono stati ben 540 milioni i dollari stanziati dal governo brasiliano. In particolare, i fondi serviranno per l’arricchimento dell’uranio e la costruzione di un sottomarino a propulsione atomica, considerato indispensabile per vigilare i 7.000 chilometri di costa della nazione che tra le sue priorità ha quella di difendere i propri intressi prima di quelli altrui. Primissimo e irrinunciabile tra gli interessi, quello di diventare una grande potenza energetica. Le necessarie condizioni di sicurezza sarebbero state ampiamente confermate, dice il presidente, che considera il nucleare una risorsa energetica pulita e fondamentale per le sorti economiche del paese. Per questo sono previste nuove centrali e ulteriori sforzi nella ricerca scientifica. Gli fa eco il ministro dell’energia Nelson Hubner, secondo il quale oggi il nucleare è l’alternativa di minor costo e a minor impatto ambientale, non emettendo CO2, rispetto alle centrali termoelettriche e idroelettriche. E’stata Greenpeace a fare la voce grossa, facendo notare come il Brasile si comporterebbe clamorosamente in controtendenza rispetto al resto del mondo. Vero è che il nucleare è in realtà ancora presente in più paesi del globo, ma anche che è stato registrato, nelle centrali idroelettriche dell’Amazzonia, una livello di quantità di CO2 superiore a quelle termoelettriche. Diego Carmignani Telefonate sotto il sole P er ridurre le emissioni di Co2, oltre a tante accortezze, basta (anche) solo fare una semplice telefonata dal cellulare. La nuova trovata per contribuire alla salvaguardia dell’ambiente è, infatti, un nuovo tipo di cellulare che costa 385 euro che permette di parlare 40 minuti con un’ ora di esposizione al sole, riducendo così le emissioni di Co2. Prodotto dalla azienda cinese HiTech Wealth l’articolo è disponibile per ora solo in Cina. Siamo di fronte ad una innovazione che sta diventando una tendenza in atto che vede le aziende legate al settore della telefonia tutte impegnate per migliorare la relazione tra cellulare ed ambiente. Da queste considerazioni partono le iniziative di Nokia e Motorola che stanno già lavorando alla messa a punto di schermi di cellulari il grado di ricaricare la batteria tramite l’energia solare. La missione di tutto ciò è eliminare i materiali nocivi impiegati per la produzione, favorire il miglioramento, il recupero, il riciclo dei cellulari e ridurre così il loro consumo di energia. Per il prossimo anno è prevista l’uscita di cellulari in grado di avvisare l’utente con un allarme quando la batteria collegata La nuova trovata per contribuire alla salvaguardia dell’ambiente è un nuovo tipo di cellulare che permette di parlare 40 minuti con un’ora di esposizione al sole alla presa di corrente è carica al massimo, così da evitare eventuali sprechi di energia. Anche l’ Azienda 3 ha preso parte attiva in questa tendenza al risparmio energetico per cui da poco ha lanciato una linea dei cellulari targati Rigenerazione 3 ad impatto ambientale zero. L’ azienda di telefonia si impegna a piantare alberi al nord di Milano in numero sufficiente per compensare l’anidride carbonica emessa durante la produzione di ogni cellulare Rigenerazione 3. Il successo delle strategie di marketing di chi vende cellulari ha creato però un altro importante problema ambientale legato al riciclaggio dell’usato, dal momento che gli utenti hanno ormai preso l’abitudine a cambiare troppo spesso il cellulare. L’eventuale riciclo dei materiali dovrebbe diventare una cosa comune per cui tra poco dovrebbe scattare in Italia la direttiva europea Raee (Rifiuti Apparecchiature elettriche ed elettroniche). Pamela Menichelli 3 sabato 14 luglio 2007 Droga, boom tra i giovani I l ministro degli Interni Amato lo aveva già dichiarato ed il ministro per la Solidarietà Sociale Paolo Ferrero lo ha confermato, illustrando la relazione annuale al Parlamento sulle tossicodipendenze: nel nostro Paese effettivamente c’è un “uso gigantesco” di droga. Per Ferrero, le cause sono per lo più attribuibili al crollo dei prezzi (da 99 a 83 euro al grammo per la cocaina, da 84 a 78 per l’eroina), che renderebbero “ancora più popolari” le sostanze stupefacenti. Numeri. I dati di riferimento sono quelli di indagini campionarie realizzate dal CNR ed i risultati sono preoccupanti su tutto il fronte: l’uso della cocaina è cresciuto del 62% nei maschi tra i 25 ed i 34 anni e del 50% nelle ragazze tra i 15 e 24 anni, mentre – per fortuna – rimane stabile il consumo di eroina, consumata nel 2006 da circa 210.000 persone, numero simile a quello dell’anno passato. Aumenta, ed in maniera abbastanza sensibile, anche l’uso di cannabinoidi, consumati alme- I dati di riferimento sono quelli di indagini campionarie realizzate dal CNR ed i risultati sono preoccupanti su tutto il fronte: l’uso della cocaina è cresciuto del 62% nei maschi tra i 25 ed i 34 anni e del 50% nelle ragazze tra i 15 e 24 anni no una volta nella vita dal 22% degli intervistati nel 2001 e dal 32% solo quattro anni più tardi. L’uso “combinato” di droghe pesanti e leggere, invece, è aumentato di 3 punti percentuali nello stesso intervallo di tempo (2001-2005), passando dal 14% al 17% (il 22% tra gli studenti) mentre solo lo scorso anno ci sono stati 30.000 “esordienti” nell’uso di cannabis e 9.500 in quello di cocaina. Fra gli studenti, l’utilizzo di cocaina è limitato al 4%, all’1.6% quello di eroina e l’87% affer- Sete equosolidale È simpatica, coloratissima e si chiama Rooibò. E’ questa l’ultima novità equa e solidale per l’estate 2007, un’alternativa alle bevande classiche marchiate dalle multinazionali e da poco presentata a Milano. Arriva nelle Botteghe del Mondo la nuova bevanda dissetante, non gassata, nata dalla miscela di rooibos del Sud Africa e succo di arancia cubano. La bibita è usata da secoli dalle popolazioni Khoisan che abitano la zona del Sudafrica e che ne conoscono da sempre le proprietà. L’uso della bevanda è stato riportato dal botanico Carl Humberg nel 1772. I coloni olandesi del Sud Africa lo adottarono come alternativa economica al tè nero, che doveva essere trasportato dalle navi provenienti dall’Europa. Fino al XIX secolo, tuttavia, l’uso del tè da parte degli olandesi era minimo. Il primo tentativo di coltivazione su larga scala fu un disastro, a causa della piccola dimensione dei semi. Da allora il rooibos è diventato sempre più popolare in Sud Africa ha iniziato ad essere apprezzato anche nel resto del mondo. Rooibò non contiene caffeina, ed è realizzato senza conser- vanti, coloranti e aromi aggiunti: il 98% degli ingredienti della bibita proviene da commercio equo e solidale, per un prodotto ad alto contenuto di solidarietà e naturalità. Le foglie del rooibos, completamente prive di caffeina, sono ricche di sostanze naturali come magnesio, calcio, fosforo, ferro e vitamine: tutte proprietà che fanno di Rooibò un’ottima alternativa al tè freddo e una bevanda sana e dissetante. Un altro ingrediente che caratterizza Rooibò è il succo delle arance cubane prodotte dalla Cooperativa Josè Martin, una brillante realtà di commercio equo, all’avanguardia per innovazione tecnologica, con cui Altromercato intrattiene un rapporto commerciale continuativo da molto tempo. Altromercato acquista il rooibos da due cooperative sudafricane, la Heiveld e la Wupperthal Rooibos Farmers, che grazie all’attività di produzione e commercializzazione del rooibos hanno trovato riscatto dalle durissime limitazioni economiche e sociali a cui erano state relegate dal regime dell’Apartheid, riconquistando condizioni di vita dignitose. P.M. ma di consumare marijuana e/o hashish come uniche sostanze illegale. Cresce del 2.2% l’uso di allucinogeni e stimolanti ma diminuiscono del 20% (517 in totale) le morti da overdose rispetto al biennio precedente. Usi e costumi. I principali Paesi che alimentano il mercato italiano sono la Colombia per quanto riguarda la cocaina, l’Afghanistan per l’eroina, l’Albania per la marijuana, il Marocco per l’hashish e l’Olanda per le droghe sintetiche. Inoltre, l’Italia sarebbe il secondo Paese consumatore di cocaina dopo la Spagna e pressoché alla pari con il Regno Unito. Prevenzione. Il ministro Ferrero, come detto, attribuisce l’incremento del consumo di stupefacenti tra i giovani al calo generale dei prezzi, e probabilmente ha ragione, ma questa non può che essere solo una parziale giustificazione. Manca la prevenzione, manca un messaggio vero che faccia capire, in special modo alle fasce di età più giovani, che la droga, specialmente quella pesante, non migliora né la qualità della propria vita né i rapporti sociali ma determina solo una pericolosa e talvolta letale dipendenza. Al di là della retorica e della maggiore accessibilità alle sostanze stesse, è necessaria una seria e capillare politica di prevenzione già dalle scuole medie, affinché i ragazzi (sempre) più giovani prendano coscienza dei rischi che corrono. La repressione (aumento degli arresti per crimini legati alla droga e kg di cocaina sequestrati quasi triplicati dal 2001 al 2006) non può e non deve essere l’unica soluzione, la questione va risolta a monte. Fino alla scorsa generazione, a 14 anni lo “sballo” maggiore poteva essere fumare una sigaretta o al massimo farsi una canna, magari giusto per il brivido dell’illecito o per emulazione. Oggi, alla stessa età, pare proprio che sia stato già provato tutto. Lorenzo Senni TERRITORIO Milano. Verdi: pannelli solari nelle scuole superiori milanesi Quarantotto impianti di produzione elettrica fotovoltaica saranno realizzati in altrettante scuole superiori dalla Provincia di Milano. L’inizio dei lavori è previsto per il prossimo ottobre e si tratta di un’iniziativa promossa dall’assessorato alla Scuola e approvata oggi in Consiglio Provinciale, che vede il favore del gruppo Verdi per la pace per il suo contenuto innovativo, per le potenzialità innovative ed educative che contiene. “Vorrei ringraziare l’assessorato per questo importante progetto - esordisce Andrea Gaiardelli, capogruppo Verdi per la pace Prov. Milano - perché si dimostra come questa amministrazione faccia seguire i fatti alle enunciazioni di principi. Mettere in atto una simile iniziativa è un passo davvero significativo verso la riconversione ecologica della nostra economia ed è un atto concreto nella battaglia contro i cambiamenti climatici causati dall’attività dell’uomo”. Produrre energia con fonti rinnovabili significa infatti eliminare dal ciclo produttivo parte delle emissioni di gas serra, riconosciute dal mondo scientifico come la causa principale degli stravolgimenti climatici ai quali stiamo assistendo negli ultimi 25/30 anni. “Si tratta di un passo importante - prosegue Gaiardelli - promosso dal nostro ente pubblico, perché ha infatti la doppia valenza di dimostrare che simili progetti sono fattibili e, visto che è realizzato nella scuola, di educare le nuove generazioni ad avere una maggiore sensibilità verso l’ambiente”. Per i Verdi nei prossimi anni si combatterà una battaglia per uscire “dall’era del fossile” e in questo scontro ci saranno Paesi vincenti e perdenti. Occorre che l’Italia rientri nella prima categoria perché questo comporterà inevitabilmente ricadute positive su tutto il modello di sviluppo economico e sull’occupazione, oltre che sull’ambiente. “Come ci ricorda Al Gore nel suo celebre documentario - conclude il capogruppo dei Verdi - oggi è a rischio la sopravvivenza stessa del genere umano sul pianeta Terra. Occorre fermare la corsa verso il baratro”. Lazio. Zaratti: richiesti chiarimenti su lavori riserva ‘litorale romano’ “Informato dal capogruppo dei Verdi della Provincia di Roma Gianluca Cavino che sono stati ripresi i lavori di realizzazione della nuova strada nella pineta delle Acque Rosse, in area interna alla Riserva naturale Statale ‘Litorale Romano’, ho inviato una lettera urgente agli uffici competenti del Comune di Roma e alle Autorita’ per conoscere con quali presupposti si e’ proceduto alla riapertura del cantiere chiedendo di procedere, eventualmente, alla sospensione cautelativa delle attivita’ al fine di evitare ulteriori danni ambientali”. Lo dichiara l’assessore regionale all’Ambiente Filiberto Zaratti. “Nella lettera ho ricordato che l’area regionale competente in materia di Valutazione Impatto Ambientale - prosegue - aveva gia’ comunicato ai dipartimenti VI e X del Comune di Roma che la strada in oggetto presentava caratteristiche tali da essere soggetta a parere di V.I.A.. Dunque, poiche’ da allora non e’ stata attivata dal proponente alcuna procedura di valutazione di impatto ambientale, l’opera e’ al momento da ritenersi non autorizzabile”. (Adnkronos) Lazio. Mollica: subito verifica patti territoriali Castelli romani “Finalmente si prende atto che i Patti Territoriali sono stati usati mistificando lo spirito della legge e senza alcun controllo sulle trasformazioni urbane prodotte sui territori. Ora si apra una verifica degli interventi gia’ approvati da ricondurre nel sistema delle regole. Rimane la convinzione che i Comuni dei Castelli farebbero bene ad uscire dal Patto delle Colline Romane”. E’ quanto dichiara il coordinatore dei Verdi dei Castelli Romani, Andrea Tupac Mollica, dopo l’approvazione, da parte della Giunta Regionale del Lazio, di una delibera con la quale vengono stabiliti i criteri ai quali si dovra’ far riferimento per valutare nuove proposte di adesione ai Patti Territoriali. “Il Patto Territoriale delle Colline Romane - spiega Mollica - ha fallito l’obiettivo di creare lavoro e sviluppo sostenibile nel nostro territorio e sta inondando i Castelli Romani di opere inutili che consumano risorse naturali, territorio agricolo e beni ambientali. Ora i criteri di valutazione approvati dalla Regione - dice ancora Mollica - che introducono una serie di parametri puntuali per verificare la compatibilita’ e la sostenibilita’ ambientale dei nuovi interventi proposti, giungono dopo che un numero elevato di progetti e’ gia’ stato approvato. Per questi e’ necessario avviare immediatamente, da parte della Regione e della Provincia di Roma, un monitoraggio differito degli effetti che avranno sul territorio, per porre le dovute correzioni”. ‘Rimane per noi - conclude Mollica - la convinzione che i Comuni dei Castelli farebbero bene ad uscire dal Patto, riappropriandosi della sovranita’ di pianificare il proprio territorio preservandolo da ulteriori scempi”. (Adnkronos)