IL SISTEMA INFORMATIVO GLOBALE DEL COMUNE DI
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IL SISTEMA INFORMATIVO GLOBALE DEL COMUNE DI CAPANNORI Progetto di e-government comunale @global RELAZIONE ILLUSTRATIVA Dott. ANTONIO LE DONNE Segretario Generale - Direttore Generale COMUNE DI CAPANNORI (LU) 1. Il sistema informativo globale 1. INTRODUZIONE ALL’E-GOVERNMENT Le caratteristiche del contesto che hanno portato ad un quindicennio di intenso cambiamento nell’ambito della pubblica amministrazione italiana sono complesse e possono essere riassunte nei seguenti punti: maggiore consapevolezza dei diritti di cittadinanza; limitatezza strutturale delle risorse finanziarie; maggiore virulenza delle problematiche sociali globalizzate; più intenso processo di obsolescenza delle soluzioni tecniche e organizzative; • importanza del fattore umano e del fattore conoscenza. • • • • Tali caratteristiche influenzano, tra gli altri ambiti, anche quello che concernente il processo di introduzione dell’e-government nel nostro paese. Infatti, l’Ente locale, quale soggetto esponenziale e di governo della comunità territoriale, deve essere in grado di accompagnare e governare i processi di cambiamento nei sottosistemi sociali ed economici, sviluppando, a tal fine, strategie di innovazione interna che lo supportino nel predetto ruolo di regolazione. Il programma di innovazione, di cui l’ente deve dotarsi, deve dunque portare al miglioramento della gestione e dell’organizzazione amministrativa, nonché ad un adeguato controllo strategico. Per conseguire tale miglioramento sarà necessario implementare un sistema informativo globale, del quale qui si proporrà il perseguimento in una versione “integrale e integrata”. Lo strumento fondamentale per la realizzazione del sistema informativo è l’egovernment, nell’accezione ampia che di seguito illustreremo e adotteremo. Quindi, sintetizzando con una prima osservazione e linea di indirizzo, l’innovazione nell’organizzazione della pubblica amministrazione è ineludibile ed è in questo processo che si inserisce l’e-government. 2. Il sistema informativo globale Per una corretta comprensione del progetto è fondamentale intendersi sul significato della terminologia utilizzata. Cosa intendiamo, dunque, per egovernment? Secondo il Rapporto sull’innovazione e sulle tecnologie digitali in Italia 2003 e-government è: “Il processo di trasformazione delle relazioni interne ed esterne della pubblica amministrazione attraverso l’utilizzo delle tecnologie informatiche e di comunicazione”. Sempre secondo il Rapporto, questo processo serve: “a ottimizzare l’erogazione dei servizi e a incrementare la partecipazione di cittadini e imprese a migliorare la capacità di governo della stessa PA” Tale concetto è stato poi arricchito da altre due accezioni: • e-governance intesa come ruolo delle “tecnologie di informazione e comunicazione” (“information and communication tecnologies” meglio note con l’acronimo “ICT”) nei processi di regolazione, guida e mediazione dei rapporti con diversi stakeholders - governo di reti. • e-democracy intesa come complesso di strategie di utilizzo delle tecnologie informatiche a supporto di una migliore e più attiva partecipazione dei cittadini alle istituzioni ed ai processi democratici. Tali accezioni, per la loro importanza, richiedono un approfondimento che, pur senza alcun intento esaustivo, può rivelarsi utile ai fini di delineare l’ampiezza del contesto di riferimento nel quale si inserisce la presente proposta. In tal senso vanno le notazioni dei prossimi due paragrafi. 3. Il sistema informativo globale 2. TECNOLOGIA E ORGANIZZAZIONE Le tecnologie possono essere definite, in senso lato, come l'insieme delle conoscenze tradotte in processi tramite cui si organizza e si realizza la risposta ai bisogni dei singoli o di gruppi organizzati della società. In questo periodo storico e nel prossimo futuro l'attenzione è e sarà necessariamente rivolta agli effetti, già in atto e previsti, derivanti dal diffondersi sempre più rapido delle tecnologie della informazione e ancor più in generale delle tecnologie informatiche collegate alla comunicazione (ICT). Per cercare di dare una sistematizzazione all'analisi dei riflessi di queste nuove tecnologie e per dare ai decisori politici e gestionali strumenti per governarle e non subirle, ricordiamo la "catena" delle attività logiche che portano al conseguimento dei risultati (E. Borgonovi in “Azienda pubblica” anno 2000): 1. operazioni che influenzano direttamente i risultati (p.e.: esercizio di poteri e/o erogazione di servizi); 2. decisioni tramite cui si scelgono le migliori operazioni che influenzano direttamente i risultati; 3. acquisizione del consenso che è condizione per assumere le corrette decisioni tramite cui si scelgono le migliori operazioni che influenzano direttamente i risultati. Ampiezza e dinamica del consenso, grado di razionalità delle decisioni, livello di efficacia ed efficienza operativa rappresentano le condizioni per realizzare un buon funzionamento dell'amministrazione pubblica e per ottenere soddisfacenti risposte alla domanda di servizi che ad essa si rivolge. Le nuove tecnologie possono agire su tali condizioni che stimolano la pubblica amministrazione nel suo complesso a dare vita a un processo virtuoso che veda di passo in passo, seppur non semplicemente in forma rigidamente sequenziale: • la riforma dei servizi; • la riprogettazione dell' organizzazione; • la razionalizzazione dei procedimenti; • l'informatizzazione delle operazioni. 4. Il sistema informativo globale Un esempio, a tal proposito, è dato dalle tecnologie che consentono la raccolta, l'elaborazione, la trasmissione e la archiviazione degli enormi volumi di dati che caratterizzano l'attività e le funzioni proprie dell'amministrazione pubblica. Dunque, un numero sempre più ridotto di persone può gestire dimensioni inusitate di dati e compiere in pochissimo tempo un numero elevato di operazioni riducendo drasticamente i tempi di attesa dei cittadini, contribuendo anche così alla qualità dei servizi e alla soddisfazione nei confronti dell'azione amministrativa. Inoltre, le nuove tecnologie si qualificano per la loro capacità di "trasformare i dati in informazioni". In tale contesto intendiamo per informazione la "conoscenza delle relazioni che collegano azioni ad effetti". Sulla base di tale ultimo assunto e seguendo il processo sequenziale prima indicato, sempre secondo Borgonovi, le nuove tecnologie possono avere il seguente impatto: 1) Razionalizzazione della gestione interna della singola amministrazione specialmente con lo snellimento delle procedure, lo svolgimento rapido (in tempo reale) di certe operazioni (p.es.: accesso agli archivi per emettere certificazioni) il coordinamento fra diversi operatori (rete interna). 2) Modificazione del sistema di erogazione dei servizi: area del cd. e(electronic)-service (possibilità per il cittadino di conoscere il luogo più vicino dove trovare il servizio più accessibile, possibilità di ricevere certificazioni, attestazioni e documenti sul proprio p.c., ecc.). 3) Unificazione delle informazioni e dei servizi erogati da differenti amministrazioni: è stato questo l'obiettivo, fin dal suo nascere, della RUPA (rete unitaria della pubblica amministrazione). 4) Modificazione, tramite l'aumento della trasparenza dell'amministrazione, del processo di formazione del consenso sulle scelte dell'amministrazione e dei rapporti tra i cittadini, famiglie, imprese, altri soggetti sociali ed economici con le istituzioni. Ebbene, l'enorme potenzialità delle nuove tecnologie giocate sui vari fronti prima descritti apre due possibili scenari alternativi: 5. Il sistema informativo globale 1) il primo scenario prefigura un'amministrazione sempre più "al servizio" del cittadino con un ampliamento della sua autonomia e delle sue libertà fondamentali. 2) il secondo scenario vede rafforzarsi la capacità di chi governa le tecnologie e le conoscenze nell'esercitare un potere di controllo sempre più forte nella società. Secondo Borgonovi, l'evoluzione verso l'uno o l'altro di questi scenari non dipende dalla natura delle tecnologie, ma dai "valori" delle persone che esercitano le funzioni nelle istituzioni pubbliche (e private). Spostando poi l’ottica verso un approccio “funzionale”, l'evoluzione tecnologica si configura inoltre quale strumento per distinguere le istituzioni/amministrazioni pubbliche efficienti da quelle inefficienti. Tuttavia, sia per il precedente che per l’ultimo approccio, risulta chiaro che per “governare” la tecnologia è necessario rilanciare la riflessione sul ruolo nella società delle istituzioni pubbliche e del loro braccio operativo costituito dalla pubblica amministrazione. A tal proposito, Stefano Rodotà (La Repubblica, 25 luglio 2005) ci ricorda che “la resa democratica delle tecnologie deve essere misurata considerando i loro effetti sociali… (e che)… non è possibile separare la questione dell’egovernment da quella della edemocracy” . Infatti, “La presenza del cittadino nei processi di egovernment utilizzando per via elettronica servizi offerti dal Comune o intervenendo in procedure pubbliche è sempre accompagnata da registrazioni dei suoi dati. Ma questi come saranno utilizzati? Verranno cancellati, serviranno per costruire profili di cittadini attivi o liste di seccatori da tenere sotto controllo?” E’ così che si chiama in causa, inevitabilmente, il rapporto tra tecnologia e democrazia. E sebbene la presente relazione non sia ovviamente il luogo per discuterne, pur tuttavia si accenna ad esso qui di seguito, quale argomento utile per completare la descrizione degli elementi del contesto. 6. Il sistema informativo globale 3. TECNOLOGIA E DEMOCRAZIA "... dovremo abituarci a una singolare convivenza, quella di Orwell che abita ad Atene ?" Questo era l'interrogativo che si poneva S. Rodotà in un interessante libro del 1997 ("Tecnopolitica" ed. Laterza) riprendendo l'ispirazione da un precedente testo straniero. Insomma, adombrava la domanda, siamo di fronte alla democrazia diretta (l'Atene dell'interrogativo) o alla società della sorveglianza totale (rappresentata da Orwell)? O a entrambe contemporaneamente? E un altro interrogativo: la democrazia rappresentativa è superata dalla democrazia diretta elettronica? Sempre Rodotà ricorda però che esiste un tratto caratteristico che distingue entrambi quei modelli da un’altra forma politica che si può concretare in un "sistema innervato dalle tecnologie dell'informazione e della comunicazione". Secondo tale terzo possibile approccio la democrazia rappresentativa e quella diretta incarnano entrambe una partecipazione "intermittente", in quanto i cittadini possono essere chiamati a esprimersi periodicamente e in pochi luoghi ufficiali. Invece, la forma che sembrerebbe delinearsi, almeno apparentemente, è quella di una democrazia "continua " in quanto la voce dei cittadini potrebbe levarsi in qualsiasi momento e da qualsiasi luogo, divenire "parte del concerto politico quotidiano" (a tal proposito, nel 1982 in un articolo sulla rivista Politica del diritto sempre Rodotà aveva parlato di "contratto sociale continuo"). Sempre sugli stessi temi cito anche il parere di un altro studioso italiano, Carlo Formenti, che ha messo in evidenza come Internet sia “un formidabile incubatore di forme di partecipazione dal basso della politica …(che)…hanno poco da spartire con quelle tradizionali della democrazia rappresentativa”. Al contempo, uno dei più celebri sociologi, esperto mondiale della questione della Rete, il catalano Manuel Castells, parla, con accenti che destano qualche riflessione, se non addirittura inquietudine, di un “Nuovo Medioevo”, di una società globale senza centro dove convivono poteri molteplici “rappresentati” nella Rete globale. 7. Il sistema informativo globale Come stanno le cose? Non è questo il luogo per azzardare risposte “globali”, anche se si può tentare di costruire un percorso nell’ambito della propria organizzazione. A tal fine cerchiamo adesso di dare un brevissimo sguardo al dibattito avvenuto nell’ambito della pubblica amministrazione italiana sulle opportunità che la tecnologia offriva alle istituzioni pubbliche. Anche l'analisi specialistica si è fondata sul perseguimento di una doppia finalità: 1) quella di una democratizzazione dell'amministrazione pubblica e la configurazione di una nuova "democrazia amministrativa"; 2) quella di un più lontano e difficile mutamento della "democrazia politica". I fatti hanno condotto a privilegiare la prima a causa di due fattori: a) le nuove tecnologie dell'informazione e della comunicazione hanno generato mutamenti dell'ambiente organizzativo ai quali l'amministrazione pubblica non poteva rimanere estranea conseguendone una modernizzazione e un recupero di efficienza con benefici per i cittadini; b) una più attenta riflessione sulla "democrazia elettronica" ha fatto mettere l'accento sulle distorsioni che potevano derivare da un trasferimento frettoloso delle nuove tecnologie nell'ambito proprio delle decisioni di politica generale, mentre questi rischi apparivano minori per altre categorie di decisioni propriamente amministrative o legate al governo locale. Si sono conseguentemente irrobustiti due filoni: • le innovazioni tecnologiche si sono concentrate nell'ambito di servizi erogati dalle amministrazioni ai cittadini; • tale concentrazione ha determinato, nell'ambito del governo locale, una attenzione crescente per modalità nuove dei rapporti tra amministrazione e cittadini. Comincia così a delinearsi una prospettiva caratterizzata non soltanto da una crescita di efficienza amministrativa, ma da mutamenti di qualità nelle relazioni tra cittadini e amministrazione. Secondo Rodotà "siamo di fronte a una crescita della parità di trattamento dei cittadini e a una maggiore trasparenza: dunque di fronte al rafforzarsi di uno dei valori essenziali della democrazia, l'eguaglianza; e a 8. Il sistema informativo globale una più piena realizzazione del governo in pubblico in cui si fa consistere l'essenza della democrazia" (sulla rivista Telèma n°19 anno 1999-2000). L'obiettivo dell'efficienza, quindi, deve essere accompagnato da politiche volte a evitare nuove forme di diseguaglianza legate: • alla scarsa o nulla alfabetizzazione elettronica (cd. “digital divide”); • all'impoverimento del rapporto personale tra amministratore e cittadino; • all'irrigidirsi delle relazioni all'interno stesso delle amministrazioni. E' indispensabile, poi, andare oltre il miglioramento della qualità dei servizi, dando peso crescente a una cittadinanza attiva attraverso forme molteplici di intervento dei cittadini. Nel frattempo, un uso democratico delle tecnologie nell'amministrazione determina una redistribuzione di poteri a vantaggio di cittadini con un marcato ridimensionamento delle prerogative "regali" (S. Rodotà) dell'amministrazione. In questo punto si coglie, in modo definitivo, l'impossibilità di costruire una democrazia amministrativa come dimensione separata dalla democrazia politica. La democrazia amministrativa, infatti, si rivela come il terreno dove si realizzano, da un lato, le prime prove della congiunzione tra politica e tecnologia, e, da un altro lato, l'intreccio tra attività amministrativa e governo locale. In tale contesto, il cambiamento portato da Internet è radicale se si pensa che oggi con questo strumento non si acquisiscono solo informazioni, ma si interagisce con l'altro interlocutore. A tal proposito, chiudo questa breve riflessione con uno spunto sul “sito web” istituzionale. Il dibattito sul tema dell’uso migliore dei siti web delle pubbliche amministrazioni ha portato, da un lato, a ritenere essenziale la quantità e la qualità dei servizi erogati on line (e su tale questione il presente progetto fonda una parte essenziale del proprio successo e, pertanto, si rinvia all’insieme delle considerazioni che compongono la relazione); dall’altro lato, sul versante della interlocuzione, risulta fondamentale che oltre ai servizi di sola lettura ("read only") o di lettura e scrittura ("read and write service") si deve procedere verso quelli di lettura, scrittura e dialogo vocale anche se periodico ("read, write and talk service"): a tal proposito, per esempio, in alcuni Comuni italiani si è prospettato di effettuare incontri settimanali con il sindaco o con il dirigente di uno specifico servizio comunale, magari con l’uso della webcam per poter vedere il proprio interlocutore. Infine per tentare di instaurare un colloquio continuo (si ricordi la democrazia continua di Rodotà citata all'inizio della trattazione) su tematiche di vario interesse si è accentuata l’attenzione nei confronti delle forme sondaggistiche o semireferendarie tenuto conto che l'attenzione al problema 9. Il sistema informativo globale concreto e la maggiore accessibilità ai dati del territorio consentono al cittadino di esprimersi con una consapevolezza di gran lunga maggiore che nei referendum nazionali, spesso inflazionati. L'importante, naturalmente, è nel non rendere anche questo nuovo strumento di comunicazione e partecipazione troppo carico di illusorie aspettative. A tal ultimo proposito, è fortemente emergente il filone, tutto da verificare, che sostiene la preferibile utilizzabilità della televisione supportata dal digitale terrestre in considerazione della maggiore usualità con la quale l’utente medio approccia lo strumento “televisore” rispetto allo strumento “computer”. Comunque, su tutta la tematica grava sempre l’incognita dell’identità dell’utente informatico o telematico, che opera, tra l’altro, fuori della interazione personale con gli altri interlocutori (manca il “faccia a faccia”). Tomas Maldonado, nel suo intenso saggio “Critica della ragione informatica” (1997-1999) ha sostenuto: “Questa modalità di interazione pone problemi di grande interesse per il dibattito intorno al prospettato scenario di una democrazia elettronica…Va da sé che un tale scenario decisionale esige che i ruoli esercitati da ciascun attore sociale siano reali e richiede una reale compresenza, una reale interazione faccia a faccia tra gli attori sociali. Allorquando la compresenza viene a mancare, o a indebolirsi, come nel caso dell’interazione telematica, la democrazia appare fortemente minacciata”. Tali considerazioni problematiche richiamano gli sforzi attuali per superare nel nostro paese i limiti intrinseci appena accennati. In particolare vale ricordare sia le sperimentazioni (ancora limitate) in materia di voto elettronico, sia il processo (faticoso a dire il vero) di implementazione della carta di identità elettronica e, soprattutto, per affinità con il presente tema, il recente bando nazionale sulla “edemocracy” pubblicato nel 2004. Tale bando ha visto la presentazione di oltre un centinaio di progetti che attendono ora di superare la fase di piccola sperimentazione per essere realmente attuati su larga scala, la sola che consenta di provarne, a mio modo di vedere, l’affidabilità tecnica, la sostenibilità economica, la compatibilità istituzionale e l’utilità sociale, cioè, in definitiva, la loro reale attitudine a integrare il concetto di democrazia tradizionalmente sperimentato. Ritorniamo ora, con il prossimo paragrafo, al merito specifico della presente relazione, pur rimanendo ancora sull’impianto teorico, precisando gli effetti che i concetti espressi nei primi tre paragrafi producono nell’ambito di quello che viene chiamato “sistema informativo” di una organizzazione. 10. Il sistema informativo globale 4. IL CONCETTO DI “SISTEMA INFORMATIVO” E DIFFERENZE CON QUELLO DI “SISTEMA INFORMATICO” Per comprendere meglio la portata della trasformazione che stiamo attraversando e qui sommariamente delineando bisogna effettuare un salto concettuale strategico e ineludibile. Tale salto è descritto nella Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri emanata il 28 ottobre 1999. Esso consiste nel passaggio “dalla concezione tradizionale di sistema informatico a quella di sistema informativo inteso come flusso di informazioni continuo e pluridirezionale, finalizzato a fornire il supporto conoscitivo alle attività decisionali” Infatti, il concetto di “sistema informatico” (quello scritto con la “c”, insomma) partecipa della natura di strumento di trattamento delle informazioni e delle comunicazioni, limitandosi, per così dire, a identificarsi con la tecnologia che può automatizzare e velocizzare ma senza riprogettare; invece, il concetto di “sistema informativo” (quello scritto con la “v”) è l’insieme sia della infrastruttura informatica, sia delle scelte organizzative, gestionali, culturali che danno la direzione e la finalità alla gestione delle informazioni, ed è, quindi, al contempo, una riflessione sul sistema, un’azione riprogettante e un’offerta di alternative. Mi piace sintetizzare tale concetto in uno slogan personale: “il sistema informatico senza progetto informativo non ha testa e il sistema informativo senza informatica non ha gambe”. Il diagramma disegnato nella pagina seguente illustra un percorso sufficientemente efficace attorno al quale progettare un sistema informativo che abbia l’ambizione di comprendere tutte le fasi essenziali per raggiungere lo schema globale proposto a conclusione del presente lavoro. Sintetizzando, si offrono sei concetti quali parola-chiave per aiutare nella “lettura” del seguente diagramma: • pianificazione • progettazione • implementazione • erogazione • controllo • valutazione 11. Il sistema informativo globale Secondo lo schema sopra riportato, totalmente autoprogettato e dunque passibile di miglioramenti derivanti da apporti specialistici esterni alla nostra organizzazione, il concetto di sistema informativo dà ragione alla definizione che lo connota quale “insieme ordinato di elementi che raccolgono, elaborano, scambiano e archiviano dati allo scopo di produrre e distribuire, nel momento e nel luogo opportuni, le informazioni alle persone che ne hanno bisogno per lo svolgimento delle proprie attività” (Camussone, 1998). A tal proposito, si genera un processo di successive mutazioni: 12. Il sistema informativo globale • del dato, che consiste nella rappresentazione originaria e non interpretata di un fenomeno, in informazione, che consiste nell’insieme di uno o più dati, memorizzati, classificati, organizzati, messi in relazione o interpretati nell'ambito di un contesto, in modo da avere un significato; • dell’informazione in conoscenza, che consiste nella capacità di mettere in relazione tra loro le singole informazioni e di trovarne legami logici; • della conoscenza in sapienza, che consiste nella connessione tra le diverse informazioni mediata da un processo che coinvolge intuito ed esperienza-. Secondo la migliore dottrina risulta necessario che la tipologia di supporto fornita dal sistema informativo venga differenziata sulla base dei livelli di attività. Nella fascia “impiegatizia” il supporto si manifesterà: • nello svolgimento delle attività • nel fabbisogno di informazioni di estremo dettaglio. Nella fascia di “direzione intermedia” il supporto si manifesterà: • nell’ottimizzazione dell’utilizzo delle risorse per il raggiungimento degli obiettivi • nell’accesso alle informazioni di dettaglio utili per indirizzare i comportamenti degli attori coinvolti nei processi “aziendali”. Nella fascia di “alta direzione” il supporto si manifesterà: • nella pianificazione strategica • nella definizione degli obiettivi • nella necessità di informazioni di estrema sintesi sull’andamento complessivo dell’ente. Da quanto sin qui esposto, si può già evincere che il sistema informativo che stiamo delineando non è finalizzato a produrre e veicolare informazioni in senso stretto, bensì, da un lato, a erogare servizi e, dall’altro lato, prendere decisioni sia per governare il comune inteso come apparato (la macchina organizzativa, quale funzione propria della sfera burocratica) sia il comune inteso come comunità (il territorio e la popolazione, quale funzione propria della sfera politica). Di tali fondamentali finalità parleremo più avanti, quando si illustrerà il progetto nella sue parti, disegnandone gli obiettivi e gli strumenti decisivi. 13. Il sistema informativo globale 5. ULTERIORI SPUNTI A INTEGRAZIONE DELLA RIFLESSIONE TEORICA Per poter rendere operativo il sistema sin qui delineato teoricamente, si dovrà passare dalla logica della riforma delle leggi (nell’ambito comunale diremo “dei regolamenti” o più in generale “dell’attività normativa”) alla logica della riforma dei processi; ne consegue che l’attenzione dei decisori strategici dovrà spostarsi da “chi fa che cosa” a “come si fa che cosa”. I nuovi orizzonti, infatti, una volta conclusa la fase di riorganizzazione di base, non saranno più contrassegnati dall’ulteriore aumento quantitativo del personale in servizio, ma dall’ottimizzazione delle risorse umane esistenti. Il Comune dovrà effettuare un passaggio dalla fase contrassegnata dalla necessità dell’aumento quali-quantitativo delle persone alla fase contrassegnata dalla necessità della razionalizzazione qualitativa dei procedimenti. In tal senso, da ultimo, a conferma delle scelte precedenti, ci indirizza con fermezza anche l’art. 3 bis della L. 241/1990, introdotto dalla L. 15/2005, con il quale il legislatore ha stabilito che “Per conseguire maggiore efficienza nella loro attività, le amministrazioni pubbliche incentivano l'uso della telematica, nei rapporti interni, tra le diverse amministrazioni e tra queste e i privati“ sottolineando in modo chiaro il rapporto tra esercizio dell’azione amministrativa e nuove tecnologie. E sempre in tale ottica milita, ribadendo giuridicamente e rafforzando tecnicamente i concetti e gli strumenti fin qui descritti, l’importante decreto legislativo 7/3/2005 n° 82, che reca il nuovo “Codice dell'amministrazione digitale” il quale dispiegherà tutto il suo carico innovativo a decorrere dal 1° gennaio 2006. Quindi, come si può dedurre in maniera evidente da quanto sin qui esposto, l’approccio corretto all’e-government non è meramente “tecnologico”, ma eminentemente “organizzativo”. 14. Il sistema informativo globale Infatti, anche nel Secondo rapporto sull’innovazione nelle Regioni d’Italia 2004 è stato sottolineato che “Sempre più l’e-government si presenta come punto di partenza come condizione abilitante per lo sviluppo delle strategie di innovazione a più ampio raggio che riguardano l’insieme della società e del sistema economico” (De Petra, 2004; qui si ribadisce inequivocamente che la natura del processo è prioritariamente organizzativa e non tecnologica). Così inteso, esso diventa un fattore strategico per la riforma della Pubblica Amministrazione e la modernizzazione del sistema economico, oltre che una base importante per l’attuazione di possibili processi di democratizzazione per via elettronica (e-democracy: si veda a quanto accennato al precedente paragrafo 3). E’, infatti, in tale orizzonte che la Conferenza Unificata Stato Città Regioni ha dato avvio alla c.d. “fase 2” del piano nazionale di e-government. A tal proposito, nel documento “L’E-government nelle regioni e negli enti locali: II° fase di attuazione”, approvato il 26 novembre 2003, si prevedono i seguenti “ingredienti” indispensabili per la costruzione dell’e–government in una prospettiva di federalismo efficiente: • l’interconnessione tra tutte le Pubbliche Amministrazioni; • la modalità di erogazione dei servizi su canale telematico; • gli strumenti e le modalità di accesso ai servizi erogati su canale telematico; • i requisiti per garantire la sicurezza dei servizi on–line; • le architetture per l’interoperabilità dei servizi on–line; • i sistemi federati e il riuso delle soluzioni; • le strutture di cooperazione per l’attuazione dell’e–government. 15. Il sistema informativo globale 6. I LIVELLI DI REALIZZAZIONE DEL SISTEMA DI PROTOCOLLO INFORMATICO, DI GESTIONE DOCUMENTALE E DEI PROCEDIMENTI La concreta realizzazione di un sistema informativo, come disciplinata principalmente dal DPR n° 445 del 2000, prevede, in sintesi, tre livelli di attuazione di tale processo: 1° livello) nucleo minimo – protocollo informatico; 2° livello) gestione documentale – acquisizione ottica; 3° livello) gestione procedimentale – workflow. Prima di approfondire, è giusto comunque precisare che il sistema informativo globale è un progetto ancora più ampio, come più avanti vedremo; ciò in particolare per la previsione del sistema informativo direzionale quale frazione qualificata e specialistica del sistema complessivo che, pur non potendosi definire assente nel DPR 445/00, non è però in esso autonomamente prefigurata. Torniamo ora ai tre livelli legislativamente previsti. Il nucleo minimo consiste nella registrazione dei documenti e nella loro organizzazione con adeguato software nel sistema documentario. Esso prende in considerazione solamente i documenti protocollati e consente l’accesso in via informatica alle informazioni relative ai documenti, ma non ai documenti stessi. La gestione documentale consiste nella acquisizione e archiviazione ottica dei documenti. Pertanto essa riguarda tutti i documenti, non solo quelli protocollati, e consente l’accesso immediato ad essi. Tuttavia la gestione documentale non consente ancora una piena e univoca connessione tra il documento e il procedimento amministrativo (dimensione che chiamo “dinamica”, propria del terzo livello), ma, al massimo, tra il documento ed il “fascicolo” comprendente gli altri documenti connessi (dimensione “statica”). La gestione procedimentale consiste nella informatizzazione dei processi relativi ai flussi documentali e nella integrazione con gli eventuali workflow relativi ai processi primari. Quindi essa riguarda tutti i documenti (anche relativi a tutti i procedimenti in corso) e consente l’accesso in via 16. Il sistema informativo globale informatica agli iter di processo sia dall’interno sia dall’esterno (dimensione “dinamica”). In sintesi, dal punto di vista del trattamento del documento, si può sintetizzare il processo con tre parole d’ordine: 1. con il primo livello – nucleo minimo “il documento esiste”; 2. con il secondo livello “il documento esiste ed è visibile”; 3. con il terzo livello “il documento esiste, è visibile e azionabile”. Inoltre, il sistema complessivo della normativa in vigore prevede anche l’introduzione della firma digitale e la realizzazione delle precondizioni per l’attuazione dell’interoperabilità tra le pubbliche amministrazioni. Ebbene, a questo punto del ragionamento e della progettazione deve riproporsi una affermazione cruciale: tale sistema diventa complessivamente utile se si collega ai processi governati dal “sistema informativo direzionale” (in seguito useremo spesso l’acronimo S.I.D. che illustreremo) e alla base dati dell'Ufficio per le Relazione con il Pubblico (URP). Tale integrazione progettuale produrrà una molteplicità di effetti virtuosi che porteranno a compimento il processo di modernizzazione globale del Comune. Quindi, sintetizzando, l’implementazione l’attivazione delle seguenti procedure: dell’e-government prevede • l’introduzione del protocollo informatico, come imposto dalla normativa in vigore (D.P.R. 428/98, D.P.R. 445/2000) • la digitalizzazione di tutti i documenti di nuova redazione e, progressivamente, di tutti i precedenti archivi per i quali si riterrà utile tale operazione (acquisizione e archiviazione ottica) • l’automatizzazione di tutti i procedimenti comunali • l’introduzione della firma digitale • l’interoperabilità tra le pubbliche amministrazioni • l’assistenza al controllo strategico e al controllo direzionale • l’accesso alle informazioni e l’avvio delle procedure da casa, dalla sede associativa, dall’ufficio o dall’azienda attraverso la multicanalità (in particolare i servizi on line). 17. Il sistema informativo globale 7. DUE APPROFONDIMENTI TECNICI DEL PROGETTO: • • IL SISTEMA INFORMATIVO OPERATIVO (LA GESTIONE PROCEDIMENTALE) IL SISTEMA INFORMATIVO DIREZIONALE Premessa Il progetto che si vuole avviare nel Comune di Capannori ha come obiettivo quello di realizzare, nell’ambito del sistema informativo globale, come già anticipato, due sottosistemi fondamentali: • da una parte, il “sistema informativo operativo” o “sistema transazionale” che si concreta nel cd. terzo livello previsto dal DPR 445/2000, con l’attuazione della gestione procedimentale; • dall’altra parte, il sistema informativo direzionale (S.I.D.) per garantire la conoscenza finalizzata alla decisione a supporto delle funzioni manageriale e strategico-politica. Abbiamo precedentemente chiarito che attuare un sistema di gestione informatica dei documenti e dei procedimenti con questi requisiti significa attuare innovazione e non semplicemente automazione. Esaminiamo distintamente le due parti quali elementi strategici, decisivi, in quanto essenziali strumenti di innovazione del sistema (si è detto sopra: innovazione del “fare”, del “come si fa che cosa”). 1. Sistema informativo operativo o transazionale (Gestione procedimentale) Il 3° livello di attuazione dell’egovernment disciplinato dal DPR 445/2000, la cd. gestione procedimentale, è, come abbiamo già detto, quello che consente al documento di esistere, di essere visibile ed azionabile. Ebbene, bisogna sottolineare che, dei tre previsti (gli altri due, come abbiamo visto, sono il nucleo minimo e la gestione documentale) tale passaggio è di gran lunga il più complesso, quello che assorbe da solo la maggior parte delle risorse, non tanto di natura economica, bensì di tempo e di dedizione necessarie per portare a termine il progetto. Cerco ora di illustrare il perché di tale affermazione attraverso una impostazione personale della questione. 18. Il sistema informativo globale Scendendo in profondità nell’analisi dell’informatizzazione integrale dei procedimenti, in cui si concretizza la gestione procedimentale, possiamo sostenere che essa si fonda su due processi interni all’ente e su un terzo processo che coinvolge l’utenza esterna: • 1° processo interno: Oggettivazione Dinamica: DIPENDENTE ⇒ ENTE • 2° processo interno: Procedimentalizzazione Dinamica: ENTE ⇒ DIPENDENTE • 3° processo (esterno): Multicanalità Dinamica: ENTE + DIPENDENTE ⇒ UTENTE. 1° PROCESSO INTERNO ALL’ENTE L’Oggettivazione: consiste nel trasferimento di tutto il sapere soggettivo, di cui il singolo è portatore, dal dipendente all’ente, tramite il database di sistema; in tal modo la conoscenza non è più legata alla persona fisica del dipendente, ma diventa patrimonio dell’ente, condivisibile a tutti. 2° PROCESSO INTERNO ALL’ENTE La Procedimentalizzazione: si attua nella restituzione da parte dell’ente a favore del dipendente del sapere oggettivizzato in modo da dinamizzare l’utilizzazione attraverso l’automazione elettronica dei procedimenti. Quindi sul sapere oggettivizzato agisce la “procedimentalizzazione automatizzata” che costituisce una funzione di guida giornaliera, attimo per attimo, al lavoro degli operatori. Nella pagina seguente, a scopo esemplificativo, viene riportato un esempio di procedimentalizzazione utilizzando gli schemi, rispettivamente, del procedimento di bilancio e del procedimento di deliberazione dei quali, il primo in linguaggio organizzativo e il secondo in linguaggio informatico. In una prima fase viene creato il diagramma di flusso (flowchart) relativo al procedimento stesso con l’utilizzo dei simboli appartenenti al “linguaggio organizzativo” (utilizzabile e interpretabile dai dirigenti dell’ente e rinvenibile nella barra “disegno” contenuta nel software di videoscrittura “word”). In una seconda fase, dal flowchart si passa all’utilizzo del “costruttore di procedimenti” (il cd. “iter builder”) che è uno strumento informatico, generalmente in dotazione al software di gestione dei procedimenti, che “traduce” un processo amministrativo dalla sua rappresentazione in linguaggio organizzativo in quella rappresentazione più tecnica ed adeguata ad essere implementata con software informatici. 19. Il sistema informativo globale PROCEDIMENTO DI BILANCIO Diagramma di Flusso in linguaggio organizzativo PROCEDIMENTO DI DELIBERAZIONE Diagramma di Flusso in linguaggio informatico (iter builder) 20. Il sistema informativo globale 3° PROCESSO: ESTERNO ALL’ENTE La Multicanalità: istituisce un rapporto bidirezionale multistrumento, tra una parte costituita dal duo “ente-dipendente” e l’altra parte costituita dall’utente. Vengono così attivati una pluralità di strumenti di relazione tra ente e utente che permettono uno scambio rapido, efficace e sicuro di informazioni e servizi (anche on line) Gli interlocutori esterni interagiscono con il Comune mediante i numerosi canali messi a disposizione (multicanalità). Il disegno che segue in questa pagina illustra il triplice processo analizzato nelle pagine che precedono. 21. Il sistema informativo globale 2. IL SISTEMA INFORMATIVO DIREZIONALE (S.I.D.) Il secondo approfondimento concerne quello che viene denominato sistema informativo direzionale (S.I.D.). Come abbiamo precedentemente affermato, la possibilità di garantire efficacia all’azione amministrativa e qualità ai servizi ha come suo fondamentale elemento l’efficienza e la qualità della gestione dei processi interni all’Ente. Partendo da questo assunto affermiamo, altresì, che non si può pensare di innovare e riformare l’Ente senza agire anche al suo interno ristrutturando l’organizzazione, innovando e migliorando i processi e le modalità di lavoro e ridefinendo i sistemi di gestione della programmazione delle risorse “aziendali”. Inoltre, abbiamo sopra visto che, con il rapido e continuo sviluppo delle tecnologie informatiche e l’accresciuta complessità dei processi e dei sistemi di lavoro, la progettazione dell’ICT e la progettazione delle organizzazioni sono divenute sempre più attività ampiamente coincidenti (si è infatti ripetutamente sostenuto che l’egovernment non è tanto un problema informatico, quanto un problema organizzativo). Pertanto, l’introduzione di tale tipo di innovazione è veicolata obbligatoriamente dalla progettazione di sistemi informativi, nel senso ampio indicato nella prima parte della presente relazione, anziché di semplici sistemi informatici. In tal senso si può rinvenire, per di più, un rapporto inverso tra strutturazione del modello organizzativo e complessità delle tipologie ICT. Minore è la strutturazione del primo, maggiore è la complessità delle seconde. In particolare, parte fondamentale del sistema informativo globale di una organizzazione è il Sistema Informativo Direzionale (SID). Per illustrare la natura, le finalità e gli strumenti del SID ci avvarremo delle riflessioni più mature nella dottrina italiana tra le quali, in particolare, dei lavori di P. Pasini (I sistemi informativi direzionali, EGEA 2004) nonché di L. Buccoliero (Università L. Bocconi, Milano) e di P. F. Camussone. 22. Il sistema informativo globale Ebbene, una fondamentale “traiettoria evolutiva” dei sistemi informatici porta dai sistemi cd. “a isole” ai sistemi integrati. I sistemi “a isole” evidenziavano infatti tre limiti: 1) assenza del criterio d’univocità del dato; 2) elevato costo di aggiornamento del sistema; 3) manutenzione complessa e costosa, rilevante aggiornamento dei dati. fabbisogno di L’integrazione dei sistemi informatici si è compiuta in quattro fasi: 1) sistema rigido composto da diverse procedure autonome mirate ad aspetti specifici; 2) pieno livello di integrazione realizzato tramite passaggio di dati tra diverse applicazioni con alcuni casi di condivisione di tabelle di database (“integrazione tecnologica”); 3) integrazione realizzata mediante middle ware e adozione di standard; si è in presenza di unico database (DB) costituito da un insieme di moduli software che compongono il M.I.S. (management information system); 4) integrazione nativa mediante unificazione di database e cooperazione applicativa sui processi organizzativi (ERP “enterprise resource planning”). Il sistema informativo direzionale, si sviluppa su tre livelli che interagiscono con le varie applicazioni secondo lo schema che segue: • 1° livello: sistemi per l’accesso ai dati e per la produzione di informazioni; • 2° livello: sistemi per l’integrazione e l’archiviazione dei dati “semilavorati”; • 3° livello: sistemi “alimentati” consistenti in “contenitori” dei dati elementari, delle “materie prime”: sistemi gestionali tradizionali o ERP; altri sistemi di tipo operativo (call center, customer service, ecc…); sistemi web (sell-side, by side, ecc…..). Tra il 2° ed il 3° livello operano sistemi di estrazione, trasformazione, caricamento e modellizzazione dei dati (cd. ETL Tools). Come tutti i sistemi di Business Intelligence (BI), anche i M.I.S. sono condizionati da: a) esigenze e metodologie del lavoro manageriale (controllo e decisione); b) dalle tecnologia informatica che, offrendo progressivamente nuove opportunità, consente l’approntamento di nuovi sistemi di BI e induce cambiamenti nelle modalità di svolgimento del lavoro manageriale. 23. Il sistema informativo globale Nel terzo livello dei M.I.S. (e nella quarta fase del processo di integrazione dei sistemi informatici) sono stati citati i sistemi ERP (enterprice resource planning). Con tale acronimo si indicano i sistemi di gestione della programmazione delle risorse “aziendali”. Il sistema ERP è un insieme di applicazioni informatiche in grado di gestire i processi aziendali di tipo amministrativo, produttivo e finanziario fondandosi su una base dati unica e sul concetto di “integrità del dato”. I sistemi ERP prevedono: • integrazione di tutti i sottosistemi del sistema “informativo” e della “produzione”; • integrazione contabile quale risultato dell’integrazione dei processi; • univocità ed integrazione di tutti gli archivi (database unico) Gli ERP offrono: • supporto tempestivo e affidabile ai processi decisionali e di programmazione e controllo adottati dal management; • integrazione non solo informatica, ma anche operativa e procedurale, dei diversi “processi aziendali”; • accresciuta trasparenza e visibilità di tali processi, anche grazie all’adozione di database comuni e di linguaggi aziendali uniformi. La garanzia di successo dei sistemi ERP deriva proprio dalla loro caratteristica di integrare tecnologia, processi e persone e ciò in piena sintonia con l’impostazione teorica che ho più volte citato. I principali vantaggi alla introduzione di sistemi ERP sono: • aumento di efficacia; • riduzione dei costi; • aumento di produttività. I maggiori ostacoli alla introduzione di sistemi ERP sono: • costi; • complessità e tempi di implementazione; • difficoltà di integrazione con sistemi proprietari (legacy); • scarsa disponibilità di competenze interne. 24. Il sistema informativo globale A tal ultimo proposito sono state svolte alcune ricerche concernenti il processo di introduzione di ERP nella P.A. italiana. Le difficoltà rilevate sono individuabili nelle seguenti cause: 1) assenza di soluzioni tecnologiche “mature” e collaudabili con specifico riferimento alla realtà degli enti locali; 2) difficoltà di valutazione ex ante dei progetti; 3) elevati oneri organizzativi (nel senso che sono necessari incisivi interventi sui processi e sugli assetti organizzativi); 4) modeste dimensioni degli enti (l’87% ha meno di 10.000 abitanti, l’8% ha tra i 10.000 e 20.000 abitanti, solo il 5% ha più di 20.000 abitanti); 5) pesanti contraddizioni con il modello organizzativo burocratico; 6) clima di incertezza istituzionale; 7) probabile diffidenza culturale di fondo rispetto alla “eccessiva” trasparenza dei processi e delle informazioni. Comunque, al di là delle difficoltà di introduzione, una volta che una organizzazione abbia deciso di percorrere la strada del SID, i principali impatti organizzativi di esso sono identificabili nei seguenti ambiti (Pasini, 2004): • sui processi di pianificazione, programmazione e controllo; • sui processi di comunicazione e collaborazione interni; • sulla conoscenza della e nella organizzazione; • sull’architettura del sistema informativo aziendale. Secondo Pasini (2004) “Il SID deve rispondere alla duplice necessità di ridurre l’incertezza e fronteggiare l’ambiguità: la prima è causata da una carenza di quantità di informazioni; la seconda è originata dalla differente interpretazione delle stesse. (…) Il vero scopo di qualunque SID non deve essere quello di perseguire un’impossibile conoscenza assoluta, ma di garantire un’organizzazione del processo di controllo e decisionale tale da assicurare a ogni posizione o livello aziendale la conoscenza indispensabile per le decisioni. Quindi le tecnologie informatiche, attraverso il potenziamento dei <depositi della memoria organizzativa> e dei <mezzi a disposizione per la ricerca e l’integrazione> dei dati contribuiscono fattivamente a raggiungere un livello di conoscenza e di informazione adeguati”. 25. Il sistema informativo globale Per concludere, l’introduzione di un sistema informativo direzionale nel Comune di Capannori comporterà l’implementazione e la gestione di strumenti che si concreteranno o si applicheranno, come nucleo minimo necessario, seppure in forma progressiva, nei seguenti oggetti: • Cruscotto direzionale - indicatori di attività - indicatori di quantità - indicatori di qualità - indicatori sintetici di connessione dei dati analitici - prefigurazione di scenari • Organizzazione - organigramma - funzionigramma - dotazione organica • Programmazione: – Bilancio tecnico – PEG – PDO • Controllo – di efficacia – di gestione – di regolarità amministrativa • Risorse umane – amministrazione – selezione – formazione – valutazione • Qualità - input – procedure – output - codice normativo automatizzato dell’ente • Gestione delle relazioni: - con e tra i soggetti interni all’organizzazione - con e tra i soggetti esterni all’organizzazione 26. Il sistema informativo globale 8. ALTRI DUE ELEMENTI IMPORTANTI DEL SISTEMA INFORMATIVO GLOBALE DEL COMUNE DI CAPANNORI • • L’Ufficio per le relazioni con il pubblico (URP) Il Codice normativo automatizzato dell’Ente Prima di procedere alla conclusione, desidero indicare altri due elementi essenziali su cui si svilupperà il Sistema informativo globale del Comune di Capannori, l’URP e il Codice normativo dell’Ente, tacendo di altri fondamentali tra i quali cito solo il sistema informativo territoriale (S.I.T.), l’eprocurement, la carta d’identità elettronica (C.I.E.) che formeranno oggetto di altri appositi atti che l’Amministrazione adotterà in piena sintonia con il presente progetto (ma che sono comunque contenuti nel grafico complessivo riprodotto nella copertina, in piccolo, e nella pagina conclusiva della trattazione, in grande). 1. L’URP Elemento essenziale del sistema informativo globale e strumento primario di relazione tra ente e utente, cioè uno dei canali della multicanalità, è l’ufficio relazioni con il pubblico (URP). Una premessa su questo fondamentale modulo organizzativo è opportuna. Negli anni novanta si afferma la volontà di rendere l'azione pubblica di tipo relazionale e si influisce positivamente nella costruzione di nuove forme di rapporto tra i soggetti pubblici e privati; l'azione amministrativa diviene di tipo dialogico, partecipativo, condiviso, quasi colloquiale. In tale contesto si inserisce il concetto di comunicazione istituzionale che rientra nel più generale principio di pubblicità dell'azione amministrativa e si fonda sui principi del buon andamento e imparzialità della pubblica amministrazione. L'attività di comunicazione considera che esiste il diritto del cittadino a conoscere non solo i fatti dell'attività politica ma anche le decisioni e i procedimenti che sono presupposto di quei fatti. Soltanto intesa in questo senso la comunicazione come pubblicità realizza la democraticità dell'ordinamento interno. E' questo il senso delle previsioni contenute nel D.lgs. 29/93 (oggi trasfuse nel D.lgs. 165/2001) che è sicuramente un punto fermo in materia di rapporti con il cittadino ribadendo obblighi di comunicazione in capo alle pubbliche amministrazioni non solo verso l'esterno, ma anche tra le pubbliche amministrazioni stesse; quindi, da un lato l'art. 12 istituisce l'U.R.P., ufficio 27. Il sistema informativo globale relazioni con il pubblico, come strumento almeno necessario per comunicare con l'esterno, come strumento per accrescere la qualità dei servizi e quindi la soddisfazione dei cittadini; dall'altro lato l'art. 5 getta le basi della comunicazione interna all'ente e tra gli enti, prevedendo il collegamento tra gli uffici pubblici attraverso sistemi informatici e statistici. La comunicazione interna diviene quindi strumento di miglioramento complessivo dell'organizzazione. Nella stesa ottica, allargata ai rapporti tra le pubbliche amministrazioni, si pone l'istituzione della R.U.P.A., la Rete Unitaria della Pubblica Amministrazione (D.Lgs. 39/93), che mette in contatto le amministrazioni che possono così dialogare tra loro: ciò consente di non chiedere più ai cittadini le informazioni che sono già in possesso dell'ente pubblico, con immediato "guadagno" in termini di snellezza ed economicità dei procedimenti. Le leggi Bassanini hanno poi ulteriormente spinto verso la semplificazione, e in particolare la Bassanini ter, la Legge 191/98, che ha dato maggior importanza all'aspetto delle strutture informatiche soprattutto con l'inserimento della firma digitale nei rapporti contrattuali con la pubblica amministrazione, e tutto ciò concomitanza con l'enorme diffusione di Internet che certamente ha cambiato (e sta tuttora cambiando) il modo di fare comunicazione. Tale complesso normativo ha successivamente trovato un compendio unitario nella Legge 150/2000 che contiene la "disciplina delle attività di comunicazione della pubblica amministrazione" prevedendo soggetti dedicati, ciascuno con una differente missione, quali, oltre all’ufficio per le relazioni con il pubblico, il portavoce e l'ufficio stampa. La medesima legge prevede anche un generale obbligo di redazione di veri e propri programmi di comunicazione. Nel contesto più complessivo nel quale si muove la presente relazione, l’URP evidentemente copre una missione più ampia di quella affidatagli dalle legge 150. Tale ufficio, infatti, oltre alle funzioni istituzionali e a quelle aggiuntive che ogni amministrazione può conferirgli, ha una eminente funzione di contrasto degli effetti, variamente causati, del divario di accessibilità alle opportunità dell’informatica nell’ambito della popolazione degli utenti (funzione anti digital divide). La sua esistenza appropriatamente dedicata consente dunque di riempire, almeno per alcuni profili, le lacune che la società fa emergere quotidianamente (peraltro l’URP non è l’unico strumento in tal senso, considerato che in regione Toscana sono stati previsti e avviati altri progetti tra i quali qui ne ricordo uno al quale l’Amministrazione di Capannori ha dato attenzione ed energie: il PAAS). 28. Il sistema informativo globale Tutto ciò premesso, affinché l’URP possa effettivamente essere strumento per lo scambio rapido, efficace e sicuro sia di informazioni, sia di servizi, nel Comune di Capannori è stata avviata da tempo, ed oggi ancor più fortemente voluta, la evoluzione progressiva di questo ufficio verso il modello di SPORTELLO UNICO POLIFUNZIONALE. Tale evoluzione, che comporta una sorta di una “rivoluzione copernicana”, si esprime soprattutto nel capovolgimento dei rapporti tra le funzioni di staff e le funzioni di line. Infatti, non sarà più l’URP in posizione di staff rispetto agli uffici erogatori dei servizi (in line), ma, al contrario, saranno gli uffici di line ad essere tendenzialmente in posizione di staff all’URP che erogherà i servizi di primo livello. Pertanto, l’URP è sempre più concepito non già come semplice luogo di informazione e ascolto dell’utente, funzione concettualmente limitata ormai superata nel Comune di Capannori, ma sarà sempre di più la “porta aperta” verso qualunque procedimento dell’ente per chi non voglia, o non possa, avvalersi dello strumento informatico per accedere all’Ente. Ciò comporterà un duplice vantaggio nell’erogazione del servizio: ♦ essa avverrà, almeno tendenzialmente e per buona parte dei servizi, attraverso un solo “sportello” e, quindi, attraverso una sola fila per tutte le esigenze evitando all’utente di effettuare una fila per ogni ufficio per ciascuna pratica; ♦ essa avverrà con modalità che garantiscano “amichevolezza e colloquialità”. L’immagine che segue esemplifica il cambiamento avviato ed in via di completamento: 29. Il sistema informativo globale 30. Il sistema informativo globale 2. IL CODICE NORMATIVO AUTOMATIZZATO DELL’ENTE Il progetto di “Codice normativo dell’Ente”, ampiamente automatizzato, nasce da un ventaglio di considerazioni. Innanzitutto la riforma del titolo V della Costituzione ha comportato una sostanziale equiordinazione tra i livelli istituzionali (Stato, Regione, Provincia, Comune) conseguendone che i rapporti tra i livelli istituzionali non sono più improntati ad una logica gerarchica, centralista e procedente dall’alto verso il basso, ma a rapporti di mutua sussidiarietà, di leale collaborazione e di autonomia normativa. Inoltre e conseguentemente, viene rafforzata la natura propria del Comune che si configura, ancor più di prima, quale ente esponenziale della comunità territoriale e, in tale veste, regola con pluralità di fonti la “vita” di tale comunità. Infine, la funzione di regolazione dei servizi è sempre più preminente rispetto a quella di gestione diretta dei medesimi. In tale contesto, peraltro, assume notevole rilievo il processo ormai ultraventennale di introduzione sempre più massiccia del cosiddetto diritto amministrativo elettronico (D.A.E.) sul quale non è possibile soffermarsi, ma che connota fortemente i nuovi confini dell’attività amministrativa rivoluzionando, per molti aspetti, la concezione tradizionale di atto, di documento, di procedimento, di firma e così via. Ebbene, per tutte le suesposte considerazioni la produzione normativa dell’Ente aumenta in quantità e qualità nonché, certamente, in complessità. Ne deriva una forte necessità negli operatori, ma anche negli utenti, di avvalersi di strumenti più sofisticati, per un verso, ma anche più completi e maneggevoli, per un altro verso, al fine di ottenere tutte le informazioni, concernenti l’attività dell’ente, di cui hanno bisogno E’ in tale contesto che propongo la realizzazione del “Codice Normativo dell’Ente”. Si tratta di un database che deve contenenre tutti i documenti notevoli dell’Ente (atti, provvedimenti, pareri, relazioni, regolamenti, deliberazioni, determinazioni, ordinanze, decreti, ecc.) connessi fra di loro e con la normativa dentro una infrastruttura che ne garantisca il popolamento e la gestione. Tale codice deve avere le seguenti caratteristiche minime: • essere collegato col software di gestione del flusso documentale e con quello procedimentale; • possedere un motore di ricerca interno con la possibilità di eseguire sia ricerche con parole libere che per categorie; • essere accessibile sia dalla intranet che dal sito web del Comune; • possedere la funzionalità di potersi collegare con banche dati esterne. 31. Il sistema informativo globale Conclusione affidata a una immagine L’intero sistema informativo globale può essere completamente rappresentato con uno schema che include in sé tutto quanto è stato presentato in queste pagine: 32. Il sistema informativo globale