Finanziamento dei partiti: entro tre anni lo stop

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Finanziamento dei partiti: entro tre anni lo stop
CON IL PDL
ANNO LXI N.128
Finanziamento dei partiti:
entro tre anni lo stop
Registrazione Tribunale di Roma N. 16225 del 23/2/76
LʼItalia dopo Grillo:
iniziamo a pensarci
Marcello de Angelis
Trovo orribile citarsi a vicenda allʼinterno
della stessa testata, ma devo ricollegarmi
necessariamente al ragionamento già
lanciato da Gennaro Malgieri sulla necessità che la politica – quella che cʼè sempre stata e ci sarà anche dopo la fine
dellʼantipolitica – si interroghi per tempo
su come recuperare e rimettere a posto le
rovine che lascerà il passaggio dello Tsunami Grillo. Il responsabile dello tsunami
non è mai lo tsunami stesso, innanzitutto
bisogna comprendere le ragioni che
lʼhanno provocato. Generalmente inizia
con uno smottamento delle falde sotto le
profondità del mare. Nessuno lʼha visto,
ma cʼè stato un terremoto in profondità ed
è quel terremoto che dà lo schiaffo allʼacqua e la fa montare fino a creare lʼonda
distruttrice. Ma lʼonda, per sua natura, rifluisce, non lasciandosi dietro solo rovine
ma portandosi anche via detriti e vittime.
Così sta per succedere con il progressivo
ma inesauribile sgonfiarsi di Grillo che è
diventato un disco rotto che non fa che ripetersi e ha già stufato. Nascerà sicuramente dai suoi detriti un nuovo partitello
di sinistra più o meno estrema. Dʼaltronde
sul Secolo lʼavevamo detto dallʼinizio e
dʼaltronde, pochi lo ricordano, la strategia
originaria di Casaleggio-Grillo era addirittura di infiltrarsi nel Pd e spaccarlo candidandosi alle primarie. La politica
dovrebbe avere la virtù di veder arrivare
in anticipo gli eventi e quindi guidarli se
non evitarli. Questa politica, da tempo, gli
eventi cerca solo di cavalcarli e assecondarli, un atteggiamento superficiale che
rasenta lʼirresponsabilità, come ormai è
evidente a tutti. Già allʼindomani delle elezioni politiche e con il chiaro dato sui
flussi elettorali che indicava un enorme
smottamento dellʼelettorato di destra
verso il voto nichilista grillino, il Secolo invitò a porsi delle domande sul perché di
questa deriva. E le domande cercò anzi
di porle proprio a chi aveva fatto questa
scelta. “Sei di destra? Hai votato Grillo?
Dicci perché?”, lo chiedemmo ai nostri lettori. Confesso che le risposte – numerose
e dettagliatissime – ci fecero avere dei ripensamenti sullʼopportunità di darne evidenza pubblica. Lʼeffetto sarebbe stato
devastante. Ma purtroppo le motivazioni
erano anche condivisibili. Ora che moltissimi di quelli che ci avevano risposto
hanno altrettanto schiettamente dichiarato che non lo rifarebbero, i tempi potrebbero essere maturi per riconsiderare
costruttivamente le loro argomentazioni,
dargli ordine e – soprattutto – cercare
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d’Italia
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sabato 1/6/2013
Alessandro Pansa è il nuovo capo
della polizia: per anni a fianco
di Manganelli e De Gennaro
TAORMINA PAG.3
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Il sindaco Di Giorgi:
ecco come rinascerà
il litorale di Latina
REDAZIONE PAG.3
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Arnold Schwarzenegger
alla carica dei sequel: in cantiere
i nuovi “Terminator”, “Conan” e “Twins”
DEL NINNO PAG.7
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orecchie sensibili disposte ad ascoltarle.
LʼItalia, per chi non lʼha capito, sta subendo
una trasformazione. Forse è solo la risacca
dello tsunami – così come negli anni Ottanta ci fu il “riflusso” dopo gli anni dellʼimpegno – ma la risacca non è una fine.
Dopo, cʼè un nuovo inizio. Ma per prendervi
parte è necessario, innanzitutto, non finire
anche noi trascinati via con i detriti.
Girolamo Fragalà
Bisogna ammetterlo: con un tam-tam ripetitivo, quasi ossessivo, il centrosinistra
riesce ancora a condizionare larghe fette
di opinione pubblica che ne recepiscono il
linguaggio e spesso finiscono per confondere quel che è vero con ciò che viene
raccontato dai “democratici”. È una vecchia pratica che risale agli anni Settanta,
ai tempi del Pci e della Fgci, delle assemblee studentesche e delle rappresentanze
scolastiche. Mentre a destra spesso si andava in ordine sparso, in nome della libertà del pensiero non conformista,
studenti e genitori di sinistra (con lʼaiuto
dei professori) sembravano recitare un
copione, concetti identici espressi con
identiche parole. Accade anche oggi, è
accaduto negli ultimi anni. Cʼera Prodi in
campo e tutti a riempirsi la bocca col suo
nome, quel Romano pronunciato con un
sospiro sognante, manco si trattasse di
un Kant o di un Platone dellʼetà contemporanea. Fatto sta che molti hanno creduto fosse il salvatore della Patria
(superfluo ricordare comʼè andata). Lo
stesso schema si è ripetuto a ogni candidatura, sia nazionale che locale. Non poteva non essere rispolverato a Roma
dove, da settimane, i militanti e i simpatizzanti del Pd, oltre chiaramente ai vertici
del partito, descrivono Ignazio Marino
come lʼuomo nuovo. E qui sta il punto. In
che cosa sarebbe nuovo Marino? Non è
un debuttante in politica, ha vissuto nelle
istituzioni per sette anni e qualcuno dovrebbe svelare il grande mistero: che cosʼha prodotto dal 2006, nel corso delle
legislature, quale idea ha regalato, qual è
la sua azione parlamentare. Difficile trovarne traccia, se non su contestati temi
etici. Nessuno ricorda uno straccio di proposta. Di nuovo non ha neppure gli uomini destinati ad avere un ruolo nel
malaugurato caso di una sua vittoria: rispunta persino Andrea Mondello, uomo
simbolo del disastro della Nuova Fiera di
Roma. Lo stesso Goffredo Bettini non è
altro che lʼarchitetto di 15 anni di malgoverno del centrosinistra a Roma. Ma non
solo. Come ha sottolineato Gianni Alemanno, «anche nel settore della sanità è
uscito di scena in modo non molto glorioso». E si potrebbe, a tal proposito, ricordare che Marino fu allontanato, con un
provvedimento, dal centro medico dellʼUniversità di Pittsburgh. La vicenda fu
documentata da Il Foglio, dopo una let-
tera dellʼUniversità di Pittsburgh pubblicata integralmente dal quotidiano diretto
da Giuliano Ferrara nella quale si leggeva, tra lʼaltro: «Alla data di oggi riteniamo di aver scoperto una serie di
richieste di rimborso spese deliberatamente e intenzionalmente doppia allʼUpmc e alla filiale italiana. Fra le altre
irregolarità, abbiamo scoperto dozzine di
originali duplicati di ricevute con note
scritte da Lei a mano. Sebbene le ricevute
siano per gli stessi enti, i nomi degli ospiti
scritti a mano sulle ricevute presentate a
Pittsburgh non sono gli stessi di quelli presentati allʼUpmc Italia. Avendo sinora
completato soltanto una revisione parziale dellʼultimo anno fiscale, lʼUpmc ha
scoperto circa ottomila dollari in richieste
doppie di rimborsi spese. Tutte le richieste
di rimborso spese doppie, a parte le più
recenti, sono state pagate sia dallʼUpmc
sia dalla filiale». Marino si era difeso dalle
accuse ipotizzando una rappresaglia dellʼateneo Usa per un mancato appalto con
la Regione Sicilia. Basterebbe però quella
lettera dellʼUniversità di Pittsburgh a far riflettere gli elettori. E a far fallire la pratica
propagandistica che il centrosinistra ha
ereditato dal vecchio Pci.
Con Ignazio Marino il centrosinistra rispolvera la propaganda stile Pci
Storace: «Er Pisapia de' noantri. Ci vuole dire
cosa farà per contrastare l'invasione nomade?»
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Guglielmo Federici
«Ignazio Marino, er Pisapia dé
noantri, ci farà sapere o no
che intende proporre per contrastare l'invasione nomade?
O la incentiverà?». Lo scrive
in un tweet il segretario nazionale de La Destra Francesco
Storace. E ha ragione. Non
una parola abbiamo avuto
l'onoro di ascoltare da Marino
su programmi, problemi e modalità con cui si intende procedere alla loro soluzione.
L'unica parola che esce in
questi giorni è “discontinuità”,
l'unico mantra che conta per
lui per marcare la differenza
con il sindaco uscente. Ma la
direzione, il senso e le priorità
di cui questa discontinuità
dovrà farsi carico in cosa consiste? Boh. Manca poco al
ballottaggio e i romani dovrebbero votare Marino solo per
segnare un cambio delle guardia con Alemanno. Prendiamo
l'emergenza nomadi. Da
tempo Storace prende posi-
zione e chiede agli altri di prenderne dal sito del suo giornale
«Del resto – spiega il leader de
La Destra -, la presenza di popolazioni di etnia nomade nella
Regione Lazio ha assunto da
tempo il carattere dellʼemergenza, dovuto prevalentemente al fenomeno degli
insediamenti abusivi massicciamente presenti in diversi
Comuni laziali ed in particolar
modo sul territorio di Roma
Capitale. Da qui, lʼesigenza di
stroncare ogni forma di tolleranza verso situazioni che riducono i quartieri in condizioni
di vero e proprio degrado. È in
sostanza giunto il tempo di
mettere insieme e finalmente
diritti e doveri, è inaccettabile
qualunque forma di lassismo
La corsa al Campidoglio. Marino è il “figlio”
di quel centrosinistra che ha distrutto Roma
Giorgio Sigona
«Le parole di Marchini non si devono
leggere come un'indicazione in un
senso o nell'altro, ma in un'esigenza
di cambiamento che lui essendo un
candidato outsider non poteva non
rappresentare». Lo ha detto il sindaco
di Roma, Gianni Alemanno, spiegando che le parole di Marchini non
sono da considerarsi un vero e proprio endorsement verso Ignazio Marino. «Per il resto – ha aggiunto –
deciderà lui se vorrà dare altri segnali
ma io la interpreto solamente come
una sollecitazione trasversale ai due
candidati a presentare qualcosa di
nuovo rispetto al primo turno che si è
concluso con la metà dei romani che
non è andata a votare credo che tutti
dobbiamo essere sollecitati a dire
qualcosa di più e meglio». Per Maurizio Gasparri, «Marino che parla di discontinuità aggiunge il ridicolo
all'ironia. Con alle spalle Bettini e tutto
quel codazzo di persone che per quindici anni ha contribuito a portare
Roma sull'orlo del fallimento, il genovese candidato del Pd è la persona
meno credibile a parlare di rinnova-
mento. Non basta un po' di cipria per
nascondere i tanti danni arrecati a livello economico e sociale ai romani».
La giunta Alemanno – ha aggiunto il vicepresidente del Senato, «in questi anni
ha avviato un'opera di risanamento importante, con interventi concreti come la
riduzione del debito ereditato, l'abolizione dell'Imu per 376mila famiglie, lo
sblocco dei pagamenti per le imprese,
lo stop a Equitalia. Esempi che dimostrano come Alemanno rappresenti la
migliore garanzia per i romani, per continuare su quanto di buono fatto e potenziare tutto il resto».
compiacente. Un cittadino comunitario - prosegue- ha diritto
di stare da noi a determinate e
chiare condizioni: se svolga
unʼattività lavorativa autonoma
o dipendente, o disponga per
se stessi e per i propri familiari
di risorse economiche sufficienti per non diventare un
onere a carico dellʼassistenza
sociale dello Stato durante il
periodo di soggiorno e di
unʼassicurazione sanitaria, o
sia iscritto presso un istituto
pubblico o privato riconosciuto
per seguirvi un corso di studi o
di formazione professionale.
Altro non è previsto. Altro non
si può più consentire». Altrimenti si arriva al modello Milano, che è un bel vivere:
«Marino – ha detto - è la copia
di Pisapia, frutto della peggiore
sinistra europea, della cultura
terzomondista ed antinazionale. Se vincesse Marino,
Roma diventerebbe come Milano, non saremmo più padroni
a casa nostra».
Lʼaltolà del centrodestra: prima il lavoro
e i problemi della gente, poi il resto...
Redazione
«Lavoro, lavoro, lavoro per i giovani, per le donne, per i lavoratori maturi: non smetterò mai di ripetere che questo è il
tema principale che il governo, insieme con il Parlamento,
dovrà affrontare con la massima urgenza». Lo dichiara Renata Polverini, vicepresidente della Commissione Lavoro alla
Camera dei Deputati. «Gli ultimi dati Istat sulla disoccupazione – dice – anche oggi ci sottolineano non solo quanto sia
grave la situazione, ma anche quanto sia importante mettere
mano ad una serie di interventi che possano favorire l'occupazione. Grazie all'uscita dell'Italia dalla procedura di infrazione avremo a disposizione risorse da impiegare per
investimenti a sostegno della crescita. Le nostre proposte
sono chiare: rivedere la Riforma Fornero sull'ingresso nel
mondo del lavoro, introdurre subito la decontribuzione e la
defiscalizzazione nonché un intervento strutturale sul costo
del lavoro finalizzato ad incentivare le assunzioni e un alleggerimento sul fisco che consenta di ridare fiato alle famiglie
italiane». A sua volta Gabriella Giammanco, del Pdl, sottolinea: «Sono d'accordo con Berlusconi: gli italiani non mangiano pane e legge elettorale. I drammatici dati sulla
disoccupazione diffusi dall'Istat ne sono la prova. Il governo
deve fare presto e bene. Il pericolo “Grecia” è ancora dietro
l'angolo. Abolire l'Imu e scongiurare l'aumento dell'Iva è il
primo passo. Occorre però un piano industriale strutturale e
politiche di sviluppo di lungo termine che diano una prospettiva alle aziende e la concreta speranza ai lavoratori di trovare un impiego».
Alessandro Pansa è il nuovo capo della polizia:
per anni a fianco di Manganelli e De Gennaro
Giovanna Taormina
Il governo ha nominato il prefetto Alessandro Pansa capo
della polizia. Nato a Eboli (Salerno) 62 anni fa, sposato, con
due figli, Pansa ha passato anni
importanti della sua carriera al
Servizio centrale operativo
(Sco) insieme ai suoi due predecessori al vertice del Dipartimento di Pubblica sicurezza,
Manganelli e Gianni De Gennaro. Gli inizi in Calabria, sia
nel settore del contrasto alla criminalità organizzata che al terrorismo. A Roma dal 1982, ha
lavorato prima alla squadra narcotici della questura e, poi,
presso il centro interprovinciale
Criminalpol Lazio-Umbria. Trasferito presso la direzione centrale della polizia criminale nel
1985, Pansa ha contribuito alla
costituzione dello Sco divenendone poi il direttore nel 1996.
Ha condotto indagini contro le
organizzazioni mafiose che
hanno portato alla cattura di latitanti come Nitto Santapaola.
Nel giugno del 2000 è stato nominato prefetto. Nel 2003 é diventato
direttore
centrale
dell'immigrazione e della polizia
delle frontiere. Due anni dopo la
promozione a vicecapo della
polizia, nonché direttore cen-
Botte a bimbi d'asilo:
le maestre restano
ai domiciliari
trale della polizia criminale. In
questa funzione, oltre a dirigere
la Criminalpol ha coordinato la
Direzione investigativa antimafia, la Direzione centrale per i
servizi antidroga ed è stato responsabile per le strategie di
contrasto al traffico di migranti.
Nuovo cambio nel 2007,
quando fu nominato prefetto di
Napoli e, per sei mesi, anche
Commissario di governo per
l'emergenza rifiuti nella Regione Campania. Nel 2010 é diventato capo Dipartimento per
gli affari interni e territoriali, incarico che ha mantenuto fino ad
oggi. La sua nomina è stata accolta positivamente dal mondo
politico e dai sindacati di polizia.
«Auguro, anche a nome dei senatori del Pdl – ha scritto Renato Schifani – buon lavoro a
Pansa». Dal canto suo, Renato
Brunetta si è detto certo che
«saprà svolgere al meglio un
ruolo tanto delicato quanto indispensabile per la sicurezza e la
salvaguardia della democrazia
nel nostro Paese». Sulla stessa
linea anche Giorgia Meloni, capogruppo alla Camera di Fratelli
d'Italia:
«La
sua
professionalità e la sua grande
esperienza ci danno la certezza
che saprà ricoprire con competenza il prestigioso incarico che
gli è stato affidato».
Processo no Tav: tre ministeri saranno
parte civile per gli scontri del 2011
Redazione
Semaforo verde ai Ministeri che
hanno chiesto di costituirsi parte
civile al processo per gli scontri
in Val Susa dell'estate 2011 fra
No Tav e forze dell'ordine. Interno, Difesa ed Economia sono
stati ammessi perché hanno lamentato un danno diretto dovuto
alle lesioni patite dagli operanti e
al danneggiamento dei mezzi.
Oltre alla Presidenza del consiglio dei Ministri sono state
escluse due associazioni di rappresentanza di militari. In totale
le parti civili sono così un'ottantina. Anche la Presidenza del
Consiglio dei ministri lamentava
un danno all'immagine dell'Italia
come “sistema Paese” per il rischio di una compromissione dei
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finanziamenti per la costruzione
della nuova ferrovia Torino-Lione
ad alta velocità. Inoltre denunciava la «sottrazione di una parte
della sovranità dello Stato su una
parte del territorio nazionale» nei
mesi in cui, in località Maddalena
di Chiomonte, dove oggi si svolgono i lavori preliminari della
nuova linea ferroviaria ad Alta Velocità, i No Tav allestirono un
grande presidio, esteso per de-
Redazione
Restano ai domiciliari Franca
Mattei e Maria Rosaria Citti, l'insegnante e la direttrice della
scuola materna San Romano,
coinvolte in un'inchiesta della procura di Roma su presunti maltrattamenti ai danni di alcuni alunni di
età compresa tra due e sei anni.
Lo ha deciso il tribunale del riesame che ha rigettato il ricorso
delle due donne contro l'ordinanza di custodia cautelare. Mattei, difesa da Susanna Carraro, è
accusata dei maltrattamenti,
mentre Citti, assistita da Michele
Monaco, deve rispondere delle
coperture della docente. Al tribunale del riesame avevano sollecitato la revoca della misura
restrittiva invocando l'insussistenza dei gravi motivi di colpevolezza. Di diverso parere il pm
Eugenio Albamonte, titolare degli
accertamenti, il quale aveva dato
parere negativo alla rimessione in
libertà delle due donne. In sede di
interrogatori di garanzia, Mattei si
era avvalsa della facoltà di non rispondere, mentre Citti aveva respinto le accuse. A mettere nei
guai le due insegnanti non ci
sono state soltanto le dichiarazioni di alcuni testimoni. A rappresentare il clima che c'era
nell'aula della sezione F dell'istituto ci sono le videoriprese che,
dal 24 aprile all'8 maggio, hanno
consentito agli inquirenti di procedere con gli arresti.
cine di km quadrati. L'area fu
sgomberata da una imponente
operazione delle forze dell'ordine
il 27 giugno 2011 e, in quell'occasione, si ebbero alcuni degli episodi al vaglio del processo: eventi
che però, ha osservato il tribunale, non sono direttamente ricollegabili a quella che è stata
definita una «occupazione di
suolo pubblico» per la quale non
si procede in questa causa.
I vini dell'Eliseo vanno all'asta per
fare cassa e combattere la crisi
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Gabriele Farro
La bottiglia più antica è un Chateau Latour del 1936 mentre la
più pregiata è un Petrus del
1990, prezzo di base tra i 2.200
e 2.500 euro. L'Eliseo mette all'asta, a Drouot, una parte della
sua collezione di vini francesi,
tra grand cru e pezzi rari.
L'obiettivo? Fare cassa e permettere al presidente di rinnovare la sua cantina con "vini
meno costosi". In molti però
hanno criticato l'iniziativa qualificandola come «una liquidazione all'estero del patrimonio
francese». «In una logica di
sana gestione, il ricavato di
questa vendita servirà a autofinanziare il rinnovo della cantina del Palazzo dell'Eliseo con
vini meno costosi mentre l'eccedente sarà versato nelle
casse dello Stato», si legge nel
comunicato diffuso dalla casa
d'aste. Tra i pezzi in vendita, in
tutto 1.200, oltre a bottiglie pregiatissime come dei Petrus e
Chateau Latour, ci sono anche
grand cru di Bordeaux e Bourgogne, vini della Loira, Alsazia,
valle del Rodano, sud ovest e
Champagne. Il valore stimato
va da 20 euro a 2.500 euro. La
selezione è stata fatta dalla
giovane sommelier dell'Eliseo,
Virginie Routis, ed equivale a
un decimo della cantina presidenziale che fu creata nel 1947
sotto la presidenza di Vincent
Auriol e ha continuato ad arricchirsi e rinnovarsi fino ad oggi
con oltre 12.000 bottiglie. Sono
attesi acquirenti provenienti dal
mondo intero, in particolare da
Stati Uniti, Asia e Russia. «Le
bottiglie all'asta sono molto
rappresentative della produzione vinicola in Francia», ha
osservato il battitore, Ghislaine
Kapandji, secondo il quale i
prezzi potrebbero lievitare essendo la vendita di grande portata simbolica. «Tutti questi vini
– fa notare Drouot – furono
serviti al tavolo dei presidenti
francesi e hanno accompagnato i grandi momenti della
storia della V Repubblica». Le
bottiglie saranno contrassegnate da un'etichetta rotonda
che porta la menzione della
loro provenienza ('Palais de
l'Elyseé) e la data della vendita.
C'é però chi, anche in un contesto di crisi, non vede di buon
occhio l'iniziativa e parla di "liquidazione". In particolare in
una lettera al presidente Francois Hollande, Michel-Jack
Chasseuil, proprietario di una
prestigiosa cantina di vini nell'ovest del paese, ha espresso
il suo scontento nel vedere
«partire nelle mani dei miliardari del mondo intero il patrimonio del Paese». Secondo
lui, «anche se il ricavato della
vendita dei vini sarà cospicuo,
sarà comunque irrisorio rispetto al budget della Francia».
Redazione
Duri a morire e con gli occhi rivolti solo al passato peggiore. A
vent'anni dalla fine dell'apartheid in Sudafrica c'è una comunità alle porte della capitale
Pretoria che non vuole rassegnarsi ad ammainare la bandiera del razzismo e della
discriminazione. Kleinfontein,
dove i cartelli stradali sono rigorosamente scritti in afrikaans e i
650 abitanti sono tutti bianchi, è
stata fondata nel 1992 da un
gruppo di irriducibili con l'obiettivo di “preservare l'identità” dei
sudafricani bianchi, perlopiù discendenti dagli olandesi. All'entrata
dell'insediamento
campeggia un busto di Hendrick
Verwoerd, il primo ministro assassinato considerato l'architetto dell'apartheid. A sorvegliare
i cancelli, due uomini in uniforme militare e una vecchia
bandiera sudafricana stampata
sul petto. Gemella dell'altra più
nota comunità per soli bianchi,
Orania, Kleinfontein di recente è
finita su tutti i giornali con l'accusa di “sfruttare eredità e patrimonio culturali” per discriminare
i neri. Alcuni quotidiani locali riportano persino la notizia che
una volta gli abitanti hanno rifiutato l'aiuto di poliziotti perché
neri. Vogliamo solo vivere tra «la
gente come noi», ribattono gli
abitanti dell'insediamento. «Non
ci sentiamo benvenuti in Sudafrica, quindi vogliamo un po' di
indipendenza», dicono. Hanno
già una loro scuola e loro infrastrutture ma, secondo le autorità
locali, non saranno riconosciuti
come comunità autonoma. Manifestazioni razziste a parte, in
verità il diritto all'autodetermina-
In Sudafrica c'è ancora una comunità
nostalgica dell'apartheid:
vogliamo solo bianchi
La Spagna sceglie
il supercondono
per 125mila alloggi
nella fascia costiera
Redazione
Arriva il colpo di spugna. La Spagna
condona 125mila alloggi realizzati
abusivamente lungo la fascia di protezione adiacente all'area demaniale
costiera. Il provvedimento è contenuto
nella legge di riforma della costa, che
è entrata in vigore ieri. Il Segretario di
Stato per l'ambiente, Federico
Ramos, ha sostenuto che non si tratta
di un colpo di spugna, ma di una
grande opportunità perché sono previsti 150mila posti di lavoro diretti e un
movimento economico di almeno due
miliardi di euro legati alle ristrutturazioni. Le nuove norme non consentiranno di costruire altri alloggi nelle
aree di protezione o demaniali, ma di
eseguire opere di ammodernamento
«a condizione che non siano aumentati né l'altezza né i volumi delle
case», comprese quelle costruite abusivamente, per le quali non è previsto
l'abbattimento. Secondo i dati del governo, nelle aree nel litorale di pubblico dominio (riva del mare e
spiagge) vi sono almeno quarantamila
alloggi dei quali il novanta per cento in
una situazione di irregolarità. La
nuova legge, che sostituisce quella
precedente del 1988, «fornisce soluzioni a oltre mezzo milione di cittadini», ha sostenuto Ramos.
zione è stabilito dalla costituzione. il sindaco di Tshwane, la
municipalità cui fa capo Kleinfontein, ha visitato la comunità e
ha detto di appoggiare «il diritto
dei residenti di preservare la
loro identità ma deve essere
equilibrato con il diritto di altri di
vivere ovunque nella Repubblica sudafricana».
La Siria ora divide anche i movimenti
ex alleati di Hamas ed Hezbollah
Antonio Pannullo
Fra Hamas e Hezbollah - due movimenti
per molti versi simili e finora alleati - è
calato il gelo. A inasprire le relazioni
sono giunte informazioni secondo le
quali il braccio armato di Hamas, Brigate
Ezzedin al-Qassam, si sarebbe attivato
in Siria a favore di gruppi sunniti impegnati nella lotta contro il regime di Bashar al Assad, che è invece sostenuto
con crescente energia dagli Hezbollah.
In questo contesto recentemente sono
piombate a Gaza notizie secondo cui gli
uomini di Hassan Nasrallah avrebbero
informato gli esponenti di Hamas in Libano che devono lasciare quel Paese al
più presto. I dirigenti di Hamas a Gaza
hanno mantenuto il silenzio mentre dietro le quinte cercavano di verificare la
fondatezza di quei messaggi. Una ulteriore verifica è stata condotta a Gaza
con i buoni uffici della Jihad islamica: un
gruppo radicale palestinese che mantiene buoni rapporti con l'Iran, a differenza di Hamas, entrato ormai nell'orbita
del Qatar: ossia di uno dei più tenaci nemici di Assad. Una fonte di Hamas ha
detto che le notizie su internet sembrano
infondate e che la asserita ingiunzione
degli Hezbollah a Hamas non trova per
ora conferma. «Anche volendo, Hezbollah non potrebbe espellere Hamas dal
Libano anche perché non ha una presenza nei campi profughi palestinesi»,
osserva da parte sua il professor Eyal
Zisser, esperto di questioni libanesi dell'Università di Tel Aviv. «Hamas è peraltro molto cauto, cerca di evitare una
rottura totale con gli Hezbollah». In fin
dei conti, ricorda Zisser, sia gli sciiti Hezbollah sia i sunniti di Hamas sono votati
alla distruzione di Israele. Ma la posizione di Hamas di fronte ai suoi ex alleati in Siria e in Libano è ogni giorno più
complessa. Formalmente, i dirigenti di
Hamas si astengono dall'esprimere giudizi sulla guerra civile che insanguina la
Siria. Ma sulla stampa araba e internazionale sono apparse informazioni che
indicherebbero una presenza attiva di
miliziani di Hamas fra le file dei ribelli. In
un primo tempo sembravano casi isolati,
iniziative private. Questa sensazione è
però cambiata questo mese, quando il
giornale britannico Times ha riferito che
esperti di Hamas hanno iniziato ad addestrare unità dell'Esercito Libero della
Siria nelle località di Yalda, Jaramana e
Babbila, presso Damasco. Hamas ha
immediatamente smentito queste informazioni, ma nel frattempo i servizi di sicurezza della Siria e degli Hezbollah
potrebbero aver raccolto prime conferme.
Giovanni Trotta
La questione delle nozze gay in Francia
riapre il dibattito un po' in tutto il mondo,
e comunque ci porta l'attenzione dei
media. La questione varia da Paese a
Paese, e ovviamente da sensibilità religiosa a sensibilità religiosa. C'è ad
esempio un dibattito molto teso al parlamento di Ankara sui diritti dei gay e
uno scontro fra il principale partito di opposizione, il Chp, e il partito islamico Akp
del premier Recep Tayyip Erdogan. Lo
riferisce la stampa turca. Il Chp ha proposto all'assemblea plenaria la costituzione di una commissione d'inchiesta
sulle discriminazioni subite nel Paese da
lesbiche, gay, bisessuali e transessuali
(Lgtb). L'iniziativa é stata però bocciata
dall'Akp, che ha la maggioranza assoluta in parlamento. Un deputato del partito di Erdogan, riferisce il quotidiano
Hurriyet, ha accusato l'opposizione di
«difendere l'immoralità e i comportamenti anormali». «Il matrimonio di una
donna con una donna o di un uomo con
un uomo non è un diritto, è al contrario
una pratica che favorisce la sovversione
sociale», ha affermato la parlamentare
del partito islamico Turkan Dagoglu. Per
l'opposizione, Binnaz Toprak ha denunciato «i seri pregiudizi» subiti dai gay e
lesbiche in Turchia, la cui popolazione è,
come è noto, prevalentemente musulmana: «Sono molestati dalla polizia, le
loro famiglie li respingono, alcuni di loro
sono costretti al suicidio. I tribunali riducono le sentenze per chi li uccide. Non
possono trovare lavoro, subiscono mobbing nella loro vita professionale», ha affermato. Un altro deputato Chp, Aykan
Erdemir, ha ricordato che l'allora ministro della Famiglia del governo Erdogan, Aliye Kavaf, aveva definito tre anni
fa l'omosessualità come una malattia. In
Serbia, invece, il Santo Sinodo della
Chiesa ortodossa serba ha deciso la sospensione formale dall'esercizio religioso di Vasilije Kaciavenda (75 anni),
discusso arcivescovo ortodosso omosessuale, al centro di ripetute vicende
giudicate scabrose. Kaciavenda si era
dimesso in aprile dalla carica di responsabile diocesano della regione di Bieljina, nella Republika Srpska (Rs), entità
a maggioranza serba della Bosnia-Erzegovina, dopo la diffusione sulla rete di
video e foto imbarazzanti che ritraevano
Kaciavenda in atteggiamenti intimi con
giovani studenti di teologia. L'arcivescovo ortodosso è stato a più riprese
sulle prime pagine dei giornali anche per
le sue stravaganze, come la casa lussuosa e kitsch in cui abita, arredata con
mobili e oggetti costosissimi. Infine, la Nigeria ha vietato i matrimoni gay e ha varato una legge per punirli, con pene fino
a 14 anni di reclusione, come prevede la
norma approvata dalla seconda camera
del parlamento - dopo il via libera già arrivato dal Senato - che oltre al no ai matrimoni omosessuali mette al bando
anche le effusioni in pubblico tra persone
dello stesso sesso. Il testo ora dovrebbe
essere firmato dal presidente Goodluck
Jonathan.
È scontro in Turchia sui diritti dei gay. La Nigeria
vara una legge per vietarne i matrimoni
Trovato sangue
di mammut,
ora possibile
la clonazione
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Redazione
Il sogno di molti studiosi di riuscire a realizzare un Jurassic
Park, clonando dinosauri dai
resti di animali ormai estinti, potrebbe essere diventare realtà. In
una remota isola della Nuova Siberia, tra il Mare di Laptev e il
Mar della Siberia Orientale, una
spedizione di scienziati russi ha
rivenuto a carcassa quasi intatta
di una femmina di mammut.
L'animale, rimasto intrappolato
nel ghiaccio per millenni, era talmente ben conservato, che
quando gli studiosi hanno iniziato
a forare il ghiaccio sotto il ventre
dell'animale, tra lo stupore generale, è fuoriuscito sangue ancora
liquido. Sembra la trama di un
film alla Jurassic Park di Spielberg e invece è successo davvero,
assicura
Semyon
Grigoryev, lo scienziato a capo
della spedizione. La scoperta,
spiega Grigoryev, non solo è un
primato assoluto, perché un
mammut così ben conservato
non è mai stato ritrovato, ma potrebbe condurre seriamente alla
clonazione di un animale preistorico. Il caso, riporta The Indipendent, riguarda la carcassa di
una femmina di mammut lanoso,
morto da 10.000 a 15.000 anni
fa. «È il caso più sorprendente di
tutta la mia vita» ha rivelato Grigoryev in un'intervista al The Siberian Times. «Quando abbiamo
rotto il ghiaccio sotto il suo stomaco, il sangue scorreva. Come
è possibile che il sangue sia rimasto liquido? E il tessuto muscolare era ancora rosso». La
scoperta rappresenta una nuova
speranza per i ricercatori, spiega
Grigoryev, perché «ci fornisce
buone possibilità di trovare cellule ancora vive che possono
aiutarci a realizzare il progetto di
clonare un mammut». Ora
esperti di mammut di Russia,
Corea del Sud, e Stati Uniti studieranno la carcassa di mammut, che sarà conservata in un
luogo segreto.
Il sindaco Di Giorgi: ecco come
rinascerà il litorale di Latina
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Carlotta DeʼBellis
«Il lido di Latina è la chiave di
volta per lo sviluppo futuro della
città e come amministrazione
siamo fortemente impegnati
nella realizzazione delle opere
che nei prossimi mesi porteranno a un nuovo assetto del
nostro litorale, secondo una
precisa programmazione dʼinsieme che prevede uno sviluppo organico e coordinato
della marina di Latina». Lo ha
affermato il sindaco Giovanni
Di Giorgi, alla guida di una
Giunta di centrodestra, nel fare
il punto sullo stato attuale delle
opere in corso di realizzazione.
«Voglio informare i nostri cittadini sullʼavanzamento dei lavori
in corso per il nostro lido – ha
proseguito – Le diverse iniziative progettate e in fase di realizzazione sono il frutto di una
visione complessiva e organica
dello sviluppo della marina. La
nostra idea di riqualificazione
del lido punta alla valorizzazione della spiaggia di Latina,
con elevazione del livello di turismo e di residenza, ma anche
a creare le premesse per una
graduale pedonalizzazione del
mare e a creare le condizioni
Redazione
«È tempo di finirla con affari con
cui certe associazioni e cooperative lucrano sonanti quattrini e
di cui spesso gli stessi migranti
sono le prime vittime, ed è ora
che il governo italiano e la Regione Lazio intervengano sullʼEuropa
chiedendo
di
condividere il problema immigrazione contenendo gli ingressi. Solo la Regione Lazio
continua ad ospitare un numero
rilevante di profughi provenienti
dal Nord Africa e solo a Roma,
da gennaio a giugno 2012, sono
stati 2.300 gli stranieri non accompagnati, identificati come
minorenni e sistemati nei centri
di prima accoglienza. In questa
ottica è necessario rivedere i
meccanismi di utilizzo dei fondi
europei sfruttando al meglio le
risorse di programmazione
2014-2020 destinandole principalmente alle gravi problematicità sociali degli italiani in
difficoltà». Lo dichiara Fabrizio
Santori, presidente del gruppo
La Destra alla Regione Lazio,
commentando la notizia riportata da un giornale tedesco secondo cui l'Italia avrebbe dato la
propria disponibilità per riaccogliere 5700 profughi africani che
si erano spostati recentemente
in Germania. «Il continuo ingresso di nuovi immigrati, che in
massima parte finiscono per le
vie di Roma spargendosi dal
centro alla periferia, sta portando la città ad una situazione
esplosiva che rischia di trascinare alla disperazione migliaia
di cittadini costretti ogni giorno
a subire il morso della crisi tra
mille sacrifici e stenti. Per ogni
profugo, invece, lo Stato italiano
spende ben 42 euro al giorno e
80 euro se è un minore, più i
beni di prima necessità. Fino ad
aprile 2012 in Italia erano stati
spesi 520 milioni di euro per
lʼemergenza Nord Africa senza
per un rafforzamento della
struttura commerciale agevolando lʼincontro tra residenti e
villeggianti. Inoltre, si vuole arrivare ad offrire ai cittadini servizi che contribuiscano ad
arricchire la vivibilità del luogo
non ignorando le esigenze
delle fasce più deboli, dagli anziani ai bambini ai diversamente
abili.
Infine,
incrementare la competitività e
lʼattrattività del litorale mediante
la valorizzazione delle risorse e
del patrimonio esistente. Da
questo punto di vista – ha continuato il sindaco - il progetto
Plus (Piano Locale e Urbano di
Sviluppo) rappresenta lʼiniziativa più importante nellʼottica di
una strategia di recupero dellʼarea ed è articolato come un
insieme di operazioni integrate
finalizzate alla rivitalizzazione
economica, sociale e ambientale del lido, volte a rimuovere i
fattori di degrado e a favorire lo
sviluppo urbano sostenibile».
Passando allʼaspetto concreto
– ha continuato il sindaco Di
Giorgi - per alcune opere infrastrutturali lʼAmministrazione di
centrodestra ha già acquisito la
progettazione definitiva ed ese-
cutiva ed entro la fine del prossimo mese di luglio saranno
espletate le gare di appalto per
lʼaffidamento dei relativi lavori.
Si tratta, in particolare, delle seguenti opere: Passeggiata a
mare con pista tra Capo Portiere e Foce Verde; Riqualificazione
e
adeguamento
normativo dell'impianto di pubblica illuminazione; Gestione
ambientale dei rifiuti nella fascia costiera di Latina Lido;
Parco attrezzato Vasco De
Gama; Realizzazione di sistemi
di fitodepurazione e di una pista
ciclabile (il raddoppio dellʼattuale); Realizzazione di una
pista ciclabile allʼinterno del circuito della Marina di Latina.
Una particolare menzione merita il progetto della “Passeggiata a mare”, progettata
dallʼarchitetto Paolo Portoghesi,
in quanto risulta lʼintervento più
importante: comprende il rifacimento dellʼattuale percorso pedonale e la realizzazione di una
pista ciclabile; nel tratto finale
della passeggiata è prevista la
realizzazione di spazi comuni
con panchine, aree verdi, fontane e parcheggi per le biciclette.
dimenticare i 55 milioni di euro
destinati al business dei presunti minorenni. Adesso basta –
conclude Santori – è tempo di
fermare questo continuo ingresso di stranieri che colpisce
soprattutto le grandi città smascherando il business dellʼimmigrazione, un giochetto sporco
che rischia di scatenare una miserabile quanto feroce guerra
tra poveri».
Redazione
«Ammonta a più di 430 milioni di
euro il debito delle Ausl dellʼEmilia-Romagna verso le imprese fornitrici di dispositivi medici e lʼattesa
per il pagamento di forniture già
effettuate si aggira intorno ai 270
giorni». Lo scrive il consigliere regionale del Pdl Andrea Leoni in
una interrogazione rivolta alla
Giunta di centrosinistra per conoscere i motivi dei ritardi nei pagamenti, con particolare riferimento
alle imprese del distretto biomedicale di Mirandola, in provincia di
Modena, nonostante abbiano dovuto affrontare tutte le difficoltà
inerenti al sisma del maggio 2012.
Leoni chiede alla Giunta se e quali
azioni intenda assumere per rispettare gli accordi intercorsi tra le
imprese e la Regione e, in caso affermativo, entro quali tempi intenda assicurare il pagamento alle
imprese.
Il business immigrazione: «Il Lazio esplode, contenere gli ingressi»
Il Pdl denuncia: le Ausl
emiliane hanno debiti
per oltre 430 milioni
Arnold Schwarzenegger alla carica dei sequel:
in cantiere i nuovi “Terminator”, “Conan” e “Twins”
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Priscilla Del Ninno
Schwarzy torna sui suoi passi. O meglio: ripercorre le orme dei suoi più celebri successi. Un ciclico ritorno sui set di Terminator, Conan e Twins,
che l'ex governatore della California ha annunciato nei giorni scorsi nel corso di un'intervista a
Metro UK, anticipando che «Terminator 5 lo
stiamo scrivendo; parallelamente ci sono in cantiere altri due progetti: un Conan movie per la
Universal e il sequel di Twins, Triplets, con Eddie
Murphy nei panni del terzo gemello». Insomma,
quel The last stand con cui solo l'anno scorso era
tornato davanti la macchina da presa dopo la
lunga parentesi politica, rilanciando sul mercato
cinematografico immagine e carriera, è ben lungi
dall'essere “l'ultima sfida” in cantiere che il titolo
profetizzava: oggi, infatti, il ritorno continua e va
a nutrire di nuovi capitoli la saga fantascientifica,
quella leggendaria intestata a Conan il barbaro,
e quella familiare condivisa con il gemello diverso
Danny De Vito. Tanto è vero che, a suffragio delle
indiscrezioni circolate online nelle ultime ore, arriva la conferma che Patrick Lussier e Laeta Kalogridis stanno al lavoro sulla sceneggiatura di
Terminator 5 per Skydance Productions e Annapurna Pictures; mentre per quanto riguarda The
Legend of Conan, si dice che il film dovrebbe essere un sequel diretto del Conan the Barbarian
del 1984, ovvero, un nuovo racconto cinematografico che ignorerebbe gli eventi di Conan the
Destroyer e anche del recente reboot Conan the
Barbarian (2011). Così, dall'“Era Hyboriana”, età
fantastica del nostro pianeta corrispondente a un
periodo precedente alla nascita delle civiltà conosciute: arco temporale che fa da sfondo alle
epiche avventure di Conan, eroe leggendario
portato al successo ormai quasi trent'anni fa dall'ex campione di culturismo austriaco all'inizio
della sua carriera d'attore naturalizzato americano. Fino all'era futuribile e post nucleare, che
incornicia tra virtuosismi digitali e effetti speciali
l'eterna lotta tra Bene e Male, tra gli eroi della resistenza fantasy e il cyber assassino che dà il titolo all'epica tetralogia di Terminator. Passando
per l'intreccio genetico-familiare della commedia
Twins: sono tutti impegni presi nel segno del ritorno al seguito, grazie ai quali Shwarzy saltellerà da un successo all'altro del suo curriculum,
viaggiando nel tempo cinematografico dal passato arcaico al più fantasioso futuro, alla riconquista e riaffermazione dei ruoli che lo hanno reso
il divo internazionalmente riconosciuto che è. Il
tutto, però, non prima di averlo visto in Fuga dall'inferno, in coppia con l'amico e collega Sly, e poi
in Sabotage di David Ayer, all'inizio del 2014.
Una mostra ai Musei capitolini punta
alla riscoperta del genio di Archimede
Bianca Conte
I Musei capitolini hanno aperto le
loro sale al genio di Archimede: da
oggi, e fino al prossimo 12 gennaio, la capitale ospiterà l'esposizione Archimede. Arte e scienza
dell'invenzione, una panoramica
articolata in due diversi settori, il
cui insieme espositivo permetterà
di delineare i tanti talenti e le molteplici applicazioni dell'ingegno del
III secolo a.C, finora mai raccontato in una mostra. Sotto i riflettori,
e a disposizione dei più curiosi,
modernità e risvolti delle scoperte
e invenzioni firmate dallo scienziato siracusano, le cui indagini
hanno dato un importantissimo
contributo alla conoscenza del
mondo antico e alle successive
speculazioni scientifiche. La mostra è ideata dal Museo Galileo
Istituto e Museo di Storia della
Scienza di Firenze, in collaborazione con il “Max-Planck-Institut
fur Wissenschaftsgeschichte” di
Berlino e con il contributo dell'Assessorato Regionale dei Beni Culturali e dell'Identità Siciliana e
della Soprintendenza Speciale per
i Beni Archeologici di Napoli e
Pompei. L'ambizioso obiettivo
espositivo punta a riportare in vita,
attraverso l'allestimento di meravigliosi reperti, modellini, ricostruzioni multimediali, il genio del più
famoso scienziato dell'antichità,
ma anche a ricostruire clima e fermenti della straordinaria civiltà fiorita
a
Siracusa,
a
lui
contemporanea. E allora, la mostra, articolata in due filoni principali, espone non solo gli scritti e le
invenzioni del celebre matematico,
ingegnere, fisico, ma anche le testimonianze delle città mediterranee in cui visse, enucleando la
portata del contributo che Archimede ha dato allo sviluppo della
scienza in età ellenistica. In rassegna, dunque, in uno dei due settori in cui è organizzato il percorso
espositivo, modelli funzionanti di
congegni e dispositivi, applicazioni
multimediali e filmati in 3D a compendio che ne visualizzano il funzionamento; mentre trattati,
appunti e studi animano il filone
espositivo parallelo, proponendo
un vero e proprio viaggio nel
Quotidiano della Fondazione di Alleanza Nazionale
Editore
SECOLO DʼITALIA SRL
Fondatore
Franz Turchi
d’Italia
Registrazione Tribunale di Roma N. 16225 del 23/2/76
Consiglio di Amministrazione
Tommaso Foti (Presidente)
Alberto Dello Strologo (Amministratore delegato)
Alessio Butti
Antonio Giordano
Mario Landolfi
Ugo Lisi
tempo alla ricostruzione, tra codici
e manoscritti sulle opere dello
scienziato siracusano, di genesi e
traguardi della sua ricerca, svelando retroscena e influenze future
della sua indagine. Un'indagine
che avrebbe creato e alimentato il
suo mito, mito a cui l'esposizione
capitolina appena inaugurata torna
a rendere omaggio.
Direttore Politico Marcello De Angelis
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7 agosto 1990 n. 250