NINJUTSU E I GUERRIERI NINJA Non esiste un termine

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NINJUTSU E I GUERRIERI NINJA Non esiste un termine
NINJUTSU E I GUERRIERI NINJA
Non esiste un termine occidentale che possa descrivere con
precisione l’arte del Ninjutsu o i suoi praticanti, i temibili
‘ninja’. Una traduzione di ninjutsu potrebbe essere “l’arte
della furtività ” intesa anche come creazione e
perpetuazione di un’aura di mistero. I ninja potevano
apparire scorretti per le loro attività criminali, eppure il
loro modo era solo un mezzo. “Elemento essenziale per un
ninja (shinobi) è un cuore puro. Se un ninja persegue un cammino errato ingannando o congiurando, il suo
cuore non potrà mai essere puro e le sue opinioni saranno travisate, non permettendo all’azione di
seguire il giusto corso. Se una persona usa il ninjutsu solo per proprio tornaconto o per un fine
sprezzante, le sue azioni lo tradiranno. Forse ci sarà un successo iniziale, fama o denaro, ma prima o poi
cadrà dal suo piedistallo. Il cuore di un ninja è puro e onesto” (tratto dal libro “Bansenshukai”). Il ninja,
peraltro, rappresenta ancora oggi un certo ideale di guerriero ombra.
Le origini
Le origini del ninjutsu si fanno risalire attorno al 500-300 a.C. e sono legate agli influssi della Shina no
bummei, la civiltà cinese. Quest’arte si è estesa nei secoli del medioevo giapponese come sottobosco di
attività militari vicine allo spionaggio che hanno calato il ninja in ruoli di sabotatore, guerrigliero o
agente di polizia segreta. Attività che non furono di appannaggio esclusivo, appartenendo infatti anche
ad altre figure militari, anche se il ninja ne rimase il professionista per antonomasia. Se lo spionaggio
era così importante, non potevano restarne esclusi i guerrieri giapponesi per eccellenza: i Samurai.
Secondo antichi documenti, moltissime scuole di ninjutsu furono fondate da Samurai, come la famosa
Yoshitsune-ryu, chiamata in onore del leggendario guerriero Minamoto Yoshitsune. Si narra che, infatti,
il combattente avesse acquisito le strategie più occulte delle arti marziali dai mitici tengu, demoni delle
selve metà uomini e metà corvi istruiti nelle arti marziali.
La pratica
Le funzioni del ninja consistevano nell’infiltrarsi in ambienti ostili, compiere vari tipi di sabotaggio ed
assassini e nel fuggire dopo aver compiuto la missione. I ninja erano, quindi, dei sicari, dei briganti che
offrivano i loro servigi ai signori dell’era feudale del Giappone.
Venivano utilizzati nella rete di spionaggio istituita dallo shogun
per controllare la corte imperiale ed i potenti governatori
provinciali, ma anche dai mercanti e persino dai monaci
combattenti delle montagne. In oltre cinquecento anni si
lasciarono alle spalle un primato ininterrotto di intrighi, assassini,
sovversioni e disordini.
Le attività strategiche dei ninja si possono dividere in tre principali categorie:
Raccolta di informazioni a mezzo dello spionaggio
Assassinii, sovversione, annientamento delle difese nemiche
Azioni sul campo di battaglia che includevano quasi tutte le forme di operazioni, dallo scontro aperto
all’imboscata, come ad esempio: Toiri-no-jutsu, infiltrarsi nei centri e nei castelli nemici Chikairi-no-jutsu,
insinuarsi tra le linee nemiche in tempo di guerra dichiarata o di allarme militare.
I ninja erano organizzati in vaste corporazioni che si suddividevano territori e compiti; al loro interno i
gruppi erano così composti:
Clan ninja
Jonin : il capo, formula i piani, le alleanze e i contratti
Chunin : sottocapi
Genin : agenti, esecutori
Le arti, le tecniche e le armi di ogni famiglia o gruppo venivano tenute rigorosamente segrete e
trasmesse di padre in figlio con la massima cura. I libri e i documenti legati all’eredità del ninjutsu
erano considerati tesori di famiglia: la loro rivelazione a persone non autorizzate significava la morte.
Le tecniche
I ninja dovevano imparare alla perfezione le tecniche da combattimento per realizzare i loro terribili
scopi. Venivano, quindi, addestrati alla conoscenza e all’uso di una serie impressionante di strumenti.
Le armi
Bisento , metodi non ortodossi di usare la lancia
Spade e lame fissate all’estremità di aste pieghevoli con catene di recupero
Lame lanciate a mano, secondo la tecnica del shurikenjutsu
Iaijutsu , tecniche per sguainare spade o pugnali con fulminea rapidità
Serie di armi specializzate per l’utilizzo dei ninja: cerbottane, coltelli e uncini
con le corde, vari arpioni (toniki), tirapungni di bronzo (shuko)
Assortimento di lame (shuriken): pugnali, dardi, dischi a stella (shaken)
Spade corte (wakizashi)
Pugnali (tanto)
Coltelli (ko-gatana, kozuka)
Catene, corde con un peso roteante ad una estremità e duna lama a doppio
taglio dall’altra (kiotetsu-shoge)
Bastone di bambù che all’occorrenza sfoderava alle estremità una catena con
un peso e un blocco di piombo
Armi chimiche come dardi avvelenati, cerbottane lancia-acido, bombe di
polvere abbagliante, bombe fumogene
Tecniche senza armi
Conoscenza delle arti marziali locali
Uso del pollice e delle dita per sferrare colpi mortali ai punti vitali (kyusho)
Strumenti per arrampicarsi
Funi con ganci
Scale flessibili
Scarpe speciali
Spuntoni a mano
Metodi di sopravvivenza
Tecniche per rimanere a lungo sott’acqua, attraversare fossati, laghi o paludi
Tubi per respirare
Otri gonfiabili
Capacità di saltare grandi altezze
Controllo del battito cardiaco per farsi credere morto dal nemico
Allenamento all’immobilità per lungo tempo
Capacità di mimetizzarsi
Conoscenza della psicologia pratica
Impersonificazione di appartenenti ad ogni classe sociale
Prestidigitazione
Ipnosi (saiminjutsu)
In Giappone i ninja vennero chiamati in diversi modi, i più conosciuti sono
Shinobi
Kussao
colui che agisce di soppiatto per carpire informazioni
qualcuno nascosto nell’erba o allenato fin da giovane per essere
impiegato al momento opportuno
Kumari
accovacciarsi nascosti per un attacco a sorpresa
Suppa
cercatore di informazioni, spia
Rappa
diffondere notizie false
Tappa o
tsuppa
inviato per informare o difendere una base
Denuki
sostituire un altro per un profitto
Ukamibito
agente all’apparenza amichevole, ma solo per acquisire informazioni
I vari nomi che vennero usati nel corso degli anni non rivelano, comunque, nulla sulla segretezza e sulle
tecniche specializzate che portarono il ninjutsu ad essere considerato come “un’arte marziale evoluta”.