Regno Unito - Centro Studi Legacoop

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Regno Unito - Centro Studi Legacoop
Indice
Premessa…………………………………………………………………………….…. pag. 3
Il Regno Unito in breve ………………………………………………………………. pag. 4
La tassazione delle imprese …………………………………………………………..
pag. 14
Forme legali d’impresa nel Regno Unito ……………………………………………
pag. 17
Le nuove entità del diritto societario …….…………………………………….…… pag. 25
La società cooperativa europea SCE ……..…………………………………….…… pag. 26
Breve storia della cooperazione nel Regno Unito …………………………………… pag. 29
Il movimento cooperativo oggi, sua organizzazione ………………………………… pag. 32
Dati cooperativi complessivi ….….………………………………………………….. pag. 33
Tre modelli di governance di uso corrente ………………………………………….. pag. 35
La cooperazione di consumo ….….…………………………………………………… pag. 38
•
The Co-operative ……………………………………………………………… pag. 39
La grande distribuzione nel Regno Unito ……………………………………………. pag. 42
La cooperazione agricola ….….………………………………………………………. pag. 45
•
Dairy Farmer of Britain ……………………………………………………… pag. 46
La cooperazione di abitazioni ………………………………………………………… pag. 49
La cooperazione di Lavoro …………………………………………………………
pag. 51
Le società di proprietà dei dipendenti…………………………………………………
•
John Lewis Partnership ………………………………………………………. pag. 53
•
Tullis Russell Group ………………………………………………………….. pag. 54
•
Scott Bader Group Limited ………………………………………………….. pag. 55
Le Credit Union ……………………..………………………………………………… pag. 57
Le Banche Cooperative e le Buildings Societys ……………………………………… pag. 59
Nota sulle Mutue Assicurative ………………………………………………… pag. 64
Altre forme cooperative e associative………………………………………………… pag. 65
Allegato:
• Azionariato dei dipendenti nel Regno unito ………………………………… pag.70
2
Premessa
In questo lavoro viene svolta una analisi di massima della cooperazione della Gran Bretagna.
Vengono forniti dati di consistenza, di tipo qualitativo e organizzativo del movimento cooperativo
inglese.
Il lavoro di ricerca parte dalla consultazione della Banca Dati “Amadeus” (Bureau Van Dijk), con
l’intento di individuare le maggiori cooperative della realtà inglese. Da questa prima ricognizione
si è passati alla consultazione dei numerosi siti web ufficiali del movimento cooperativo inglese.
L’indagine si compone sostanzialmente di due sezioni: nella prima si riassume sinteticamente il
quadro macroeconomico della Gran Bretagna, la sua struttura produttiva, con accenni alla
legislazione societaria e al regime fiscale.
Nella seconda parte si introduce il movimento cooperativo inglese con un breve cenno alla sua
storia. Si passa quindi alla descrizione dell’organizzazione cooperativa, le sue articolazioni
settoriali, ai dati generali di consistenza.
Per meglio comprenderne la realtà economica vengono presentati alcuni casi significativi.
3
Regno Unito anno 2006
Membro del G8, il Regno Unito è tra i paesi più sviluppati del mondo; la sua economia, con un PIL 2006
pari a 2.690 miliardi di euro (44.650 € pro-capite), è la quinta a livello mondiale e la seconda in Europa. È il
terzo Stato più popoloso d'Europa dopo Germania e Francia con una popolazione di 60,6 milioni di abitanti.
Nelle tabelle seguenti sono riportati alcuni dati di confronto (al 2005) con i principali paesi europei, dati
tratti dalla banca dati di Eurostat, sul numero di imprese, giro d'affari, valore aggiunto ai costi dei fattori,
costo del lavoro e numero di dipendenti. I dati si riferiscono ai settori Industriali in senso stretto, con
esclusione dell’Agricoltura,Pesca, dell’Intermediazione Finanziaria, Pubblica amm.ne, Istruzione, Sanità e
Altri Servizi.
Due livelli di governo:
Popolazione
PIL nominale
PIL
PIL pro-capite
Tasso di disoccupazione
Esportazioni
Importazioni reali
RPI (retail price index)
Indice prezzi al consumo
Centrale
Locale
60.609.155 abitanti
2.688.706 mil.€
2,7%
44.650 €
5,50%
+15,6% (444.430 mil.$)
+17,6% (606.426 mil.$)
4,40%
3,00%
Fonte: www.statistics.gov.uk
Tabella 1
Indagine annuale sulle Attività Industriali - 2006 risultati provvisori
2005
2006 increm.
€ miliardi € miliardi
%
Industrie Manifatturiere
Fatturato
841
877
4,3
Acquisti
533
562
5,4
Val. Aggiunto lordo a prezzi base (nota 1)
284
292
2,8
Industrie delle Costruzioni
Fatturato
Acquisti
Val. Aggiunto lordo a prezzi base
245
156
93
258
160
100
5,3
2,7
7,1
Industrie della Distribuzione
Fatturato
Acquisti
Val. Aggiunto lordo a prezzi base
1.362
1.137
209
1.446
1.207
223
6,2
6,2
6,8
Industrie dei Servizi (4)
Fatturato
Acquisti
Val. Aggiunto lordo a prezzi base
1.150
596
518
1.228
645
541
6,7
8,3
4,4
Nota
(1) Valore aggiunto lordo (GVA) in
in stima approssimativa rappresenta
l'importo con cui le singole imprese,
industrie o settori contribuiscono alla
economia. Tale misura è approssimativa perché non permette la valutarione completa per alcuni tipi elementi di
contabilità nazionale quali ad esempio
tasse o sovvenzioni o di redditi ottenuti
in natura.
Fonte: National Statistics :"Annual Business Inquiry" 16 November 2007
Il confronto dei risultati del 2006 con i risultati del 2005 per i principali gruppi di attività industriale
mostrano che:
Nel 2006 il Fatturato è aumentato più rapidamente nella distribuzione e nei servizi rispetto al settore
manifatturiero e a quello delle costruzioni.
L'aumento del valore degli acquisti è stato più basso nel settore costruzioni. Come risultato, questo
settore ha mostrato il più elevato aumento del valore aggiunto lordo nel 2006.
Nel 2006 il Valore Aggiunto lordo approssimato (GVA) ai prezzi di base è aumentato notevolmente
nell'industria della distribuzione.
4
Nelle tabelle seguenti sono riportati alcuni dati di confronto (al 2005) con i principali paesi europei, dati
tratti dalla banca dati di Eurostat, sul numero di imprese, giro d'affari, valore aggiunto ai costi dei fattori,
costo del lavoro e numero di dipendenti. I dati si riferiscono ai settori Industriali in senso stretto, con
esclusione dell’Agricoltura,Pesca, dell’Intermediazione Finanziaria, Pubblica amm.ne, Istruzione, Sanità e
Altri Servizi.
Popolazione totale al 1/1/2005 (in milioni)
Regno Unito
Francia
Germania
60,1
62,6
82,5
Spagna
Italia
43
58,5
Paesi Bassi
16,3
Tabella 2
NACE
Descrizione attività NACE
C Industrie estrattive
Numero di imprese (dati 2005)
Regno Unito
Francia
Germania
Spagna
Italia
Paesi Bassi
1.237
2.818
1.929
2.746
3.481
215
D Industrie manifatturiere
Produzione e distribuzione di elettricità,
E
di gas e di acqua
F Costruzioni
Commercio; riparazioni di automobili e
G
di articoli per la casa
H Alberghi e ristoranti
153.445
256.013
203.906
219.868
519.323
45.600
383.414
702.382
130.397
226.749
I Trasporti e Comunicazioni
Attività immobiliari, locazione e servizi
K
alle imprese
81.793
99.022
617.255
1.588.804
TOTALE IMPRESE
507
2.649
3.322
3.543
2.643
515
220.756
395.042
201.755
402.902
584.449
74.025
415.349
818.935
1.255.112
162.230
158.970
282.440
266.852
36.635
92.767
230.207
158.906
27.245
594.632
587.328
584.408
1.030.922
147.180
2.279.307
1.665.326
2.545.049
3.821.688
493.645
Fonte : Eurostat - Statistiche strutturali sulle imprese ( industrie manifatturiere, costruzioni, commercio e servizi )
(NACE - nomenclatura delle attività produttive della comunità europea)
(Sono esclusi i settori: Agricoltura, Pesca, Intermediazione finanziaria, Pubblica Amm.ne, Istruzione, Sanità, Altri Servizi alla comunità e alla persona, Altro)
Tabella 3
NACE
Descrizione attività NACE
C Industrie estrattive
D Industrie manifatturiere
Produzione e distribuzione di elettricità,
E
di gas e di acqua
F Costruzioni
Commercio; riparazioni di automobili e
G
di articoli per la casa
H Alberghi e ristoranti
I Trasporti e Comunicazioni
Attività immobiliari, locazione e servizi
K
alle imprese
TOTALE GIRO D'AFFARI
Giro d'affari (in milioni di euro, dati 2005)
Regno Unito
Francia
Germania
Spagna
Italia
Paesi Bassi
64.497
9.923
13.169
5.154
64.994
25.410
682.555
945.692
1.636.306
486.556
863.400
257.013
90.674
75.968
225.395
53.251
115.787
n.d.
244.708
178.906
137.347
255.999
197.103
69.830
1.358.367
1.140.173
1.211.167
678.446
865.095
440.763
14.814
90.294
62.857
43.158
53.837
51.644
311.564
230.360
277.467
138.179
188.928
81.783
493.850
416.022
389.697
208.710
226.051
123.449
3.336.510
3.059.900
3.933.706
1.880.132
2.573.001
1.013.063
Fonte : Eurostat - Statistiche strutturali sulle imprese ( industrie manifatturiere, costruzioni, commercio e servizi )
Dalle tabelle si possono esprimere alcune considerazioni molto generali sull’economia britannica: la prima
riguarda la dimensione media delle imprese (in termini economici) che è seconda solo alla Germania (2,1
contro i 2,3 mil. di €), il peso del commercio che per giro d’affari e valore aggiunto è il maggiore dei paesi
considerati (ancor più rilevante se posto in relazione alla popolazione), terzo rilievo attiene alla spinta
terziarizzazione dell’economia inglese nel suo insieme se si considera sia la minore importanza (per numero
di imprese e per grandezza economica espressa) dell’industria in senso stretto, che la notevole incidenza
delle attività dei servizi. A ciò si aggiunga la non inclusione in queste tabelle delle attività finanziarie che
rappresentano il 20% dell’attività economica.
Tabella 4
NACE
Valore aggiunto al costo dei fattori (in milioni di euro, dati 2005)
Descrizione attività NACE
Regno Unito
Francia
Germania
Spagna
C Industrie estrattive
Italia
Paesi Bassi
36.143,6
3.942,8
5.981,2
2.341,0
7.411,3
5.701,1
D Industrie manifatturiere
Produzione e distribuzione di elettricità,
E
di gas e di acqua
F Costruzioni
Commercio; riparazioni di automobili e
G
di articoli per la casa
H Alberghi e ristoranti
210.719,5
214.013,8
429.471,1
125.048,6
208.906,6
57.636,8
31.043,5
23.762,9
41.633,1
13.950,9
18.917,2
I Trasporti e Comunicazioni
Attività immobiliari, locazione e servizi
K
alle imprese
TOTALE VALORE AGGIUNTO
n.d.
91.621,1
62.976,5
55.527,0
83.430,7
57.952,9
22.765,9
198.626,1
144.972,4
187.228,4
99.707,3
108.783,2
54.742,8
39.124,9
26.866,3
20.803,0
23.300,1
18.983,6
6.342,5
117.614,7
94.524,5
113.368,8
54.068,3
71.507,7
32.177,4
296.524,9
188.928,9
226.966,9
92.759,8
99.684,4
58.102,2
1.021.418,3
759.988,1
1.080.979,5
494.606,7
592.146,9
237.468,7
Fonte : Eurostat - Statistiche strutturali sulle imprese ( industrie manifatturiere, costruzioni, commercio e servizi )
5
Tabella 5
NACE
Descrizione attività NACE
Costo totale del lavoro (in milioni di euro, dati 2005)
Regno Unito
Francia
Germania
C Industrie estrattive
D Industrie manifatturiere
Produzione e distribuzione di elettricità,
E
di gas e di acqua
F Costruzioni
Commercio; riparazioni di automobili e
G
di articoli per la casa
H Alberghi e ristoranti
I Trasporti e Comunicazioni
Attività immobiliari, locazione e servizi
K
alle imprese
TOTALE COSTO DEL LAVORO
Spagna
Italia
Paesi Bassi
4.679
1.671
5.556
1.264
1.763
526
124.090
156.801
385.008
73.242
126.922
33.415
6.708
12.062
22.307
3.219
5.726
43.994
50.195
43.121
56.822
28.445
16.714
n.d.
110.405
104.388
106.996
56.902
51.170
31.587
24.004
20.971
12.461
15.498
11.537
3.881
64.155
62.978
60.837
25.286
37.515
16.798
151.382
129.255
107.827
46.112
42.063
35.807
529.417
538.321
744.112
278.346
305.142
138.728
Fonte : Eurostat - Statistiche strutturali sulle imprese ( industrie manifatturiere, costruzioni, commercio e servizi )
Tabella 6
NACE
Descrizione attività NACE
C Industrie estrattive
Numero di dipendenti (dati 2005)
Regno Unito
Francia
Germania
Spagna
Italia
Paesi Bassi
66.795
33.754
89.140
38.282
37.544
8.683
D Industrie manifatturiere
Produzione e distribuzione di elettricità,
E
di gas e di acqua
F Costruzioni
Commercio; riparazioni di automobili e
G
di articoli per la casa
H Alberghi e ristoranti
3.137.691
3.662.013
7.004.166
2.464.542
3.836.611
725.287
I Trasporti e Comunicazioni
Attività immobiliari, locazione e servizi
K
alle imprese
TOTALE DIPENDENTI
131.279
195.659
277.657
63.736
114.699
26.916
1.195.475
1.373.497
1.337.042
2.242.119
1.082.072
374.162
4.594.517
3.044.440
3.980.136
2.551.552
1.786.558
1.158.224
1.794.193
803.938
983.075
907.920
640.486
256.171
1.570.976
1.502.224
1.798.183
814.043
1.009.564
423.410
4.295.725
2.990.441
3.530.268
2.018.947
1.526.982
1.214.100
16.786.651
13.605.966
18.999.667
11.101.141
10.034.516
4.186.953
Fonte : Eurostat - Statistiche strutturali sulle imprese ( industrie manifatturiere, costruzioni, commercio e servizi )
Nonostante il 23,7% del territorio britannico sia coltivato, il settore agricolo riveste una modesta importanza
in termini di occupazione e di partecipazione al PIL, come riflesso della precoce industrializzazione
conosciuta dal paese. Nel 2006 l'agricoltura impiega appena l’1% della popolazione attiva e partecipa alla
formazione del PIL per l'1%. Il settore raggiunge tuttavia alti livelli di efficienza e produttività; oltre la metà
delle aziende agricole è impegnata nell'allevamento di bovini e ovini e nella produzione lattiero-casearia.
Nel 2005 il Regno Unito era al quarto posto tra i produttori mondiali di gas naturale (con 103,65 miliardi di
metri cubi) e nono per il petrolio (2.586 migliaia di barili di greggio al giorno). E’ stato tra i primi paesi a
sviluppare impianti per la produzione di energia nucleare che oggi copre il 18% del fabbisogno energetico
del paese. Il governo del Primo Ministro Gordon Brown ha deciso recentemente (marzo 2008) di rilanciare i
programmi nucleari con la costruzione di 22 nuovi reattori di varia capacità ed un investimento finanziario di
100 miliardi di Euro.
Nel 2005 l'industria contribuiva nella misura del 26,2% alla formazione del PIL, mentre l'82% delle
esportazioni consisteva di prodotti manufatti. Ciononostante, il numero degli occupati nel settore è diminuito
in seguito alla chiusura degli stabilimenti o all'introduzione di nuove tecnologie per aumentare la
produttività. Oggi il comparto industriale occupa il 22% della forza lavoro.
I settori tradizionali tessile e automobilistico, hanno subito un ridimensionamento (alcuni prestigiosi e storici
marchi sono stati acquisiti da investitori stranieri), mentre un più rapido sviluppo hanno avuto le industrie
farmaceutiche, chimiche, elettroniche, aerospaziali e di impianti per l'industria petrolifera. Nei primi anni
novanta il Regno Unito produceva circa il 40% dei personal computer d'Europa ed era uno dei maggiori
produttori mondiali di apparecchiature per comunicazioni, tra cui cavi in fibre ottiche. I maggiori distretti
industriali del paese si trovano nei pressi di Londra, Manchester, Birmingham e Tyne and Wear.
Il Regno Unito è uno dei più importanti centri della finanza mondiale. I servizi bancari, finanziari,
assicurativi e di credito costituiscono circa il 20% dell'attività economica. Oggi il Regno Unito è la quinta
nazione al mondo per volume di scambi, con un valore pro-capite delle esportazioni superiore a quello degli
Stati Uniti e del Giappone. I principali beni di importazione sono generi alimentari, legno e prodotti cartacei,
macchinari, prodotti chimici e mezzi di trasporto. Tra le esportazioni britanniche figurano macchinari, mezzi
di trasporto, manufatti di base, petrolio, prodotti chimici, strumenti di precisione, attrezzature aerospaziali ed
elettroniche. Nel 2006 le esportazioni ammontavano a 444.430 milioni di dollari, le importazioni a 606.426
milioni di dollari. Il 50% circa degli scambi avviene con i paesi dell'Unione Europea, soprattutto con
6
Germania, Paesi Bassi e Francia, il 13% circa con Stati Uniti e Canada. Nelle tabelle 7 e 8 sono forniti i
flussi delle esportazioni e delle importazioni britanniche con i principali paesi.
Tabella 7
ICE Sistema Informativo
Commercio Estero
Scambi: principali paesi partner
Paese dichiarante: Regno Unito
Flusso: Esportazioni
(valori in milioni di dollari)
Paesi
1997
1998
%
1999
%
2000
%
2001
%
2002
%
2003
%
2004
%
2005
%
2006
%
Stati Uniti
Francia
Germania
Irlanda
Paesi Bassi
Belgio
Spagna
32.513
24.284
30.933
15.284
21.137
.
10.214
11.751
33.901
24.645
31.215
15.821
19.857
.
11.028
13.257
4,3
37.331
24.858
29.640
17.445
20.278
13.763
11.232
11.786
10,1
45.888
28.124
34.268
20.014
23.372
15.294
12.578
12.792
22,9
44.115
27.789
33.913
21.246
21.368
13.998
11.942
12.025
-3,9
-1,2
-1,0
6,2
-8,6
-8,5
-5,1
-6,0
43.014
27.806
32.547
23.780
20.682
14.975
12.566
12.616
-2,5
0,1
-4,0
11,9
-3,2
7,0
5,2
4,9
48.091
30.461
33.301
20.925
21.713
17.597
14.326
13.853
11,8
9,5
2,3
-12,0
5,0
17,5
14,0
9,8
52.482
33.696
39.402
25.527
21.878
18.628
16.560
15.285
9,1
10,6
18,3
22,0
0,8
5,9
15,6
10,3
56.611
35.974
41.580
29.410
22.939
20.172
19.277
15.916
7,9
6,8
5,5
15,2
4,8
8,3
16,4
4,1
58.872
52.794
49.321
31.387
30.144
23.780
22.707
17.309
4,0
46,8
18,6
6,7
31,4
17,9
17,8
8,8
6.697
4.810
6.659
3.164
3.247
2.209
1.315
4.865
2.157
2.448
2.721
3.873
275.719
6.834
4.789
5.148
3.172
3.273
2.235
1.374
4.378
1.965
1.953
2.442
3.611
266.039
5.795
6.783
5.361
4.747
3.344
2.382
2.497
3.990
1.873
3.669
1.757
3.347
287.859
-9,0
41,3
-3,6
-11,7
-5,4
-2,0
11,8
-1,7
-6,0
17,5
-38,5
-17,6
-4,1%
5.794
4.967
5.392
4.730
4.114
2.428
2.259
3.648
1.976
2.653
2.069
3.187
291.154
0,0
-26,8
0,6
-0,4
23,0
1,9
-9,5
-8,6
5,5
-27,7
17,8
-4,8
1,1%
6.200
4.758
6.110
5.340
3.592
3.401
3.160
4.087
2.375
3.748
2.789
3.761
320.339
7,0
-4,2
13,3
12,9
-12,7
40,1
39,9
12,0
20,2
41,3
34,8
18,0
10,0%
7.902
5.415
6.935
6.112
3.693
4.952
4.358
4.841
2.575
4.111
3.618
4.408
348.428
27,5
13,8
13,5
14,5
2,8
45,6
37,9
18,4
8,4
9,7
29,7
17,2
8,8%
8.275
9.325
6.926
5.967
4.164
10.132
5.131
5.641
2.949
5.110
4.041
4.581
384.362
4,7
72,2
-0,1
-2,4
12,8
104,6
17,7
16,5
14,5
24,3
11,7
3,9
10,3%
Italia
Svezia
Svizzera
Giappone
Canada
Danimarca
Uniti
Cina
Hong Kong
Polonia
India
Turchia
Australia
MONDO
1,5
0,9
3,5
-6,1
.
8,0
12,8
2,0
-0,4
-22,7
0,3
0,8
1,2
4,5
-10,0
-8,9
-20,2
-10,3
-6,8
-3,5%
6.071
4.364
5.191
3.554
3.193
2.199
1.877
3.664
1.854
2.205
1.896
3.303
261.241
0,9
-5,0
10,3
2,1
.
1,8
-11,1
-11,2
-8,9
0,8
12,0
-2,4
-1,6
36,6
-16,3
-5,6
12,9
-22,4
-8,5
-1,8%
6.367
4.801
5.564
5.374
3.536
2.431
2.234
4.057
1.992
3.123
2.859
4.062
300.063
13,1
15,6
14,7
15,3
11,1
12,0
8,5
4,9
10,0
7,2
51,2
10,7
10,6
19,0
10,7
7,4
41,6
50,8
23,0
14,9%
9.389
13,5
7.780 -16,6
7.388
6,7
7.109
19,1
7.031
68,9
6.694 -33,9
6.034
17,6
5.282
-6,4
5.062
71,7
4.976
-2,6
4.565
13,0
4.453
-2,8
444.430 15,6%
Fonte: elaborazioni ICE su dati ONU-COMTRADE
La bilancia commerciale britannica e' caratterizzata da un deficit strutturale. Il forte apprezzamento della
sterlina nei confronti della valuta statunitense e la graduale riduzione della produzione energetica nel mare
del Nord riducono le due voci positive della bilancia commerciale britannica. Nel primo semestre del 2006 il
disavanzo commerciale ha raggiunto i 22,33 miliardi di sterline. Gli Stati Uniti rappresentano il maggiore
mercato di sbocco per il made in UK, seguiti dalla Germania, Francia, Irlanda ed Olanda. Il Regno Unito e'
un importatore netto di materie prime, prodotti alimentari, scarpe, abbigliamento, apparecchiature elettriche,
veicoli a motore ed e' esportatore netto di petrolio, prodotti chimici e farmaceutici, tabacco, bevande e
apparecchiature meccaniche.
Tabella 8
ICE Sistema Informativo Nazionale per il Commercio
Estero
Quote dei principali concorrenti -
Paese dichiarante: Regno Unito
Flusso: Importazioni
(valori in milioni di dollari)
Paesi/Aree
Valori
1997
1998
304.182
311.422
Quote di Aree e Principali Fornitori
1999
2000
2001
318.299
359.333
383.429
2002
2003
2004
2005
2006
374.808
408.749
461.076
515.781
606.426
17,57
-
2,38
1,82
12,6
3,56
1,19
9,01
13,06
11,86
UE 27
54,25
53,82
53,98
50,55
49,74
51,28
54,06
55,72
53,6
50,45
Germania
13,12
12,95
13,08
12
11,85
12,4
13,28
13,83
13,29
12,13
Francia
8,94
8,87
8,73
7,95
8,01
8,12
8,24
8
7,24
6,58
Paesi Bassi
6,44
6,97
6,66
6,65
6,23
6,15
6,31
7,15
6,74
6,23
.
.
4,69
4,36
4,62
4,72
4,92
5,04
4,7
4,3
Italia
5,03
5,12
4,74
4,23
4,17
4,4
4,77
4,82
4,3
3,84
Spagna
2,68
2,99
2,96
2,58
3,31
3,39
3,49
Irlanda
3,81
3,95
4,1
4,21
3,94
3,9
4,06
4,03
3,53
3,15
Svezia
2,33
2,27
2,3
2,2
1,96
1,74
1,84
2,03
1,85
1,73
Danimarca
1,23
1,14
1,15
1,05
1,11
1,16
1,21
1,22
1,35
1,33
.
.
.
.
.
.
.
.
1,28
Variazioni
Belgio
Regno Unito
2,78
3,41
3,16
1,11
EUROPA CENTRO ORIENTALE
0,85
0,83
0,73
1
1,4
1,03
1,14
1,65
1,91
1,92
Russia (Federazione di)
0,78
0,75
0,66
0,92
1,32
0,91
1,04
1,52
1,74
1,63
ALTRI PAESI EUROPEI
5,95
5,3
5,55
5,36
5,06
4,45
4,87
5,87
6,59
6,74
2,6
1,89
1,89
2,45
2,34
2,09
2,5
3,34
4,2
4,38
Turchia
0,55
0,61
0,65
0,64
0,72
0,94
1,07
1,31
1,23
1,21
AFRICA SETTENTRIONALE
0,53
0,5
0,52
0,81
0,63
0,6
0,6
0,64
0,6
0,77
ALTRI PAESI AFRICANI
1,46
1,44
1,63
1,76
3,18
2,1
2,22
2,39
2,39
2,1
Repubblica Sudafricana
0,77
0,76
1
1,09
1,66
1,09
1,21
1,21
1,19
1,11
AMERICA SETTENTRIONALE
12,66
11,03
10,65
9,31
9,32
Stati Uniti
Norvegia
12,82
12,72
14,2
14,13
12,07
11,43
11,58
11,26
12,53
12,55
10,71
9,68
9,2
8,02
8,01
Canada
1,22
1,24
1,45
1,67
1,57
1,36
1,35
1,45
1,29
1,31
MERIDIONALE
1,74
1,62
1,74
1,98
1,81
1,76
1,83
1,91
1,99
1,94
MEDIO ORIENTE
1,41
1,37
1,38
1,62
1,59
1,03
1,21
1,32
1,42
1,23
1,36
1,27
1,27
1,31
1,35
1,36
1,52
1,65
1,59
1,67
15,58
15,72
16,27
16,27
14,34
13,85
14,45
15,73
15,32
14,1
Cina
1,32
1,55
1,79
3,76
3,93
4,34
4,96
5,71
6,1
6,11
Giappone
5,03
4,43
3,76
Singapore
1,43
1,23
1,15
0,93
0,64
0,65
0,98
1,21
1,24
1,03
OCEANIA
1,1
1,07
1,03
0,91
1
0,91
0,95
0,99
0,97
0,82
AREA RESIDUALE - AREE
-
-
-
-
.
.
.
.
4,05
8,68
Altri Paesi europei n
.
.
.
.
.
.
.
.
4,05
8,68
100
100
100
100
100
100
100
100
100
100
ASIA CENTRALE
ASIA ORIENTALE
MONDO
5,05
4,83
3,4
3,31
3,28
3,13
2,42
Fonte: elaborazioni ICE su dati ONU-COMTRADE
7
Il Regno Unito ha un ruolo trainante fra le economie occidentali sia sotto l'aspetto finanziario sia sotto quello
commerciale. Negli ultimi due decenni il paese ha affrontato un intenso processo di privatizzazione.
La maggior parte del Pil viene dal terziario; banche, assicurazioni e servizi finanziari mentre la parte di PIL
riferibile all'industria è in costante declino. In termini di prodotto nazionale lordo (PNL) è il quarto paese –
seguito da Francia e Italia – dopo Stati Uniti, Giappone e Germania.
Intorno alla metà degli anni ottanta vi erano nel paese oltre 3 milioni di lavoratori senza impiego e dieci anni
dopo ne rimanevano ancora circa 2,6 milioni. La crescita economica degli ultimi 15 anni ha determinato una
progressiva riduzione della disoccupazione.
Nella seconda metà del 2006 e nel primo mese del 2007 il tasso d'occupazione si e' mantenuto stabile. La
struttura del lavoro è oggi significativamente cambiata. Nel 2006 la forza lavoro ammontava
complessivamente a 29 milioni di lavoratori.
Nel settore dei servizi è attualmente impiegato il 74% dei lavoratori. L'industria, che rappresentava un tempo
il settore principale in termini di occupazione (42% della forza lavoro nel 1955), assorbe oggi solo il 25%
della popolazione attiva. Il problema della disoccupazione è oggi meno grave che in passato: il tasso di
disoccupazione del paese ha raggiunto infatti il 5,5% (2006).
Nel 2006, secondo i dati dell'Istituto centrale di statistica ONS, il prodotto interno lordo e' cresciuto del
2,7%. La politica monetaria più restrittiva della Banca d'Inghilterra, l'aumento dei prezzi delle materie prime
ed il raffreddamento dei consumi privati registrato nella seconda fase del 2005 e nel primo semestre del 2006
non hanno frenato eccessivamente la crescita del PIL.
Il Regno Unito ha attraversato in questi anni un periodo d'espansione economica non inflazionistica.
L'espansione creditizia e monetaria ha favorito un boom del mercato immobiliare ed ha sostenuto i consumi
privati delle famiglie. La riduzione delle quote mensili dei mutui ha spinto i cittadini del Regno Unito ad
indebitarsi per acquistare casa o per sostenere la domanda interna.
Gli aumenti generalizzati delle materie prime, registrati negli ultimi tre anni, hanno raggiunto le famiglie
britanniche attraverso i settori a maggiore intensità di utilizzo energetico. I dati di dicembre 2006 hanno
evidenziato una crescita dei prezzi al consumo del 3% (secondo il nuovo indice armonizzato) e del 4,4%
secondo l'indice RPI (retail price index).
Durante il quarto trimestre del 2006 il tasso d'occupazione ha raggiunto il 74,4 % (con un calo dello 0,1% sul
trimestre precedente). Nel mese di gennaio 2007, il numero di coloro che lavorano ha raggiunto la soglia di
29,2 milioni, +18.000 sul periodo precedente di rilevazione. L'elevato tasso d'impiego dei cittadini in età da
lavoro e' riconducibile alla positiva performance dei servizi. Il settore manifatturiero ha continuato a perdere
posti di lavoro.
Nel mese di febbraio 2007, il rapporto debito pubblico e prodotto interno lordo ha raggiunto la soglia del
36,2%, contro il 35,4% del febbraio 2006. Gli ultimi dati disponibili sul deficit pubblico, relativi al periodo
2005-2006, lo collocano al 2,9%.
La manovra finanziaria 2007-2008 taglia le imposte sulle persone fisiche (da 22 al 20%) e sulle imprese (dal
30 al 28%), con misure che tendono anche ad una semplificazione del sistema fiscale, ha confermato
l'intenzione di aumentare i flussi di spesa pubblica nei settori della sanità, istruzione, difesa ed infrastrutture.
E’ annunciato un aumento progressivo degli investimenti dello stato in beni capitali dagli attuali £ 43
miliardi ai £ 57 miliardi del 2001. Nello stesso periodo il totale della spesa pubblica dovrebbe passare da £
552 a 674 miliardi di sterline.
La Gran Bretagna e' leader in Europa nell'attrazione di investimenti diretti esteri (IDE), come dicono i dati
della tabella 9.
I motivi sono da ricercare in un insieme di fattori, tra cui quelli di maggiore rilevanza sono: il clima di
apertura agli investimenti internazionali anche in settori definiti sensibili in altri paesi europei, basso tasso
d'inflazione e moderata pressione fiscale, una forza lavoro flessibile, un sistema legale ed amministrativo
rapido ed affidabile, una situazione politica ed economica stabile.
8
Tabella 9
Nel 2006 il Regno Unito ha perso la leadership mondiale nell'attrazione degli IDE (investimenti diretti
esteri), a beneficio degli Stati Uniti, mantenendo la posizione di leader a livello continentale. Secondo
l’OCSE, la Gran Bretagna ha beneficiato della congiuntura internazionale favorevole e, soprattutto, della
ripresa/accelerazione delle grandi operazioni di M&A (fusioni ed acquisizioni). Le statistiche dell'OCSE
rivelano flussi di IDE in entrata nel Regno Unito pari a $ 153,3 miliardi di dollari (rispetto ai $ 164,5 miliardi
del 2005). Il Regno Unito vanta inoltre la leadership continentale nella proiezione internazionale degli IDE.
Secondo le statistiche OCSE, per il decennio 1996-2005, il valore complessivo degli investimenti britannici
all'estero ha raggiunto la cifra astronomica di $ 1.021 miliardi. Nello stesso periodo di riferimento i gruppi
francesi hanno investito all'estero $ 782 miliardi, i tedeschi $ 459 miliardi, gli spagnoli $ 332 miliardi, i
giapponesi $ 304 miliardi, i canadesi $294 miliardi, gli svizzeri $242 miliardi, gli svedesi $180 miliardi e gli
italiani $162 miliardi.
9
Le tabelle che seguono definiscono la struttura del sistema produttivo inglese in termini di numero di
imprese, tipologie dimensionali e settoriali, per status giuridico.
Tabella 10
Regno Unito intera economia
Tavola 1
Numero di imprese, occupazione, fatturato e numero di dipendenti, in tutta l'economia Regno Unito, inizio 2006
Intera economia
Numero
Percentuale
Imprese Occupazione Dipendenti Fatturato (1)
( / 1,000)
Imprese ccupazione DipendentiFatturato (1)
( / 1,000) / Milioni di €)
Tutte le imprese 4.550.930
29.331
25.460
4.136.977
100,0
100,0
100,0
100,0
Senza dipendenti (2) 3.270.105
3.570
440
304.574
71,9
12,2
1,7
7,4
Imprese con dipendenti 1.280.830
25.761
25.020
3.832.403
1-4
845.375
2.376
1.845
341.088
28,1
18,6
87,8
8,1
98,3
7,2
92,6
8,2
5,7
5-9
218.795
1.530
1.429
237.252
4,8
5,2
5,6
10-19
118.120
1.638
1.584
254.334
2,6
5,6
6,2
6,1
20-49
60.575
1.874
1.840
318.628
1,3
6,4
7,2
7,7
50-99
18.925
1.316
1.308
240.915
0,4
4,5
5,1
5,8
100-199
9.120
1.271
1.267
249.983
0,2
4,3
5,0
6,0
200-249
1.810
404
403
98.189
0,0
1,4
1,6
2,4
250-499
3.700
1.287
1.285
309.656
0,1
4,4
5,0
7,5
500 o più
4.415
14.065
Fonte: BERR Enterprise Directorate Analytical Unit
14.058
1.782.357
0,1
48,0
55,2
43,1
Note:
1. Dal fatturato sono esclusi i valori della Sezione J (intermediazione finanziaria) il cui fatturato non è disponibile su base comparabile.
2. "In assenza di dipendenti" si compone di imprese individuali e delle società che comprendono solo i lavoratori autonomi proprietariomanager (s), e le imprese che comprendono solo un lavoratore dipendente-manager.
I Numeri delle imprese sono arrotondati, per evitare la divulgazione. Di conseguenza, "tutte le imprese" e "tutti i datori di lavoro" totali
possono non corrispondere esattamente alla somma delle loro parti.
Tabella 11
Regno Unito intera economia
Tavola 1a
Numero di imprese, occupazione, fatturato e numero di dipendenti, in tutta l'economia Regno Unito, inizio 2006
Settore delle Imprese private (comprese le imprese pubbliche e gli enti nazionalizzati)
Escluse governo e organizzazioni senza scopo di lucro
Numero
Percentuale
Imprese Occupazione Dipendenti Fatturato (1)
( / 1,000)
Imprese ccupazione DipendentiFatturato (1)
( / 1,000) / Milioni di €)
Tutte le imprese 4.466.700
22.402
18.531
3.834.602
100,0
100,0
100,0
100,0
Senza dipendenti (2) 3.262.715
3.570
440
304.571
73,0
15,9
2,4
7,9
Imprese con dipendenti 1.203.980
18.832
18.091
3.530.030
27,0
84,1
97,6
92,1
1-4
800.275
2.289
1.758
333.172
17,9
10,2
9,5
8,7
5-9
205.260
1.440
1.339
230.896
4,6
6,4
7,2
6,0
10-19
110.050
1.529
1.475
247.587
2,5
6,8
8,0
6,5
20-49
55.930
1.733
1.699
309.713
1,3
7,7
9,2
8,1
50-99
17.090
1.186
1.178
232.405
0,4
5,3
6,4
6,1
100-199
7.920
1.101
1.096
238.899
0,2
4,9
5,9
6,2
200-249
1.520
339
338
94.592
0,0
1,5
1,8
2,5
250-499
3.045
1.056
1.054
297.555
0,1
4,7
5,7
7,8
500 o più
2.895
8.160
Fonte: BERR Enterprise Directorate Analytical Unit
8.153
1.545.212
0,1
36,4
44,0
40,3
Note:
1. Dal fatturato sono esclusi i valori della Sezione J (intermediazione finanziaria) il cui fatturato non è disponibile su base comparabile.
2. "In assenza di dipendenti" si compone di imprese individuali e delle società che comprendono solo i lavoratori autonomi proprietariomanager (s), e le imprese che comprendono solo un lavoratore dipendente-manager.
I Numeri delle imprese sono arrotondati, per evitare la divulgazione. Di conseguenza, "tutte le imprese" e "tutti i datori di lavoro" totali
possono non corrispondere esattamente alla somma delle loro parti.
10
Tabella 12
Regno Unito intera economia
Tavola 1b
Numero di imprese, occupazione, fatturato e numero di dipendenti, in tutta l'economia Regno Unito, inizio 2006
Governo Centrale e locale
Numero
Percentuale
Imprese Occupazione Dipendenti Fatturato (1)
( / 1,000)
Imprese ccupazione DipendentiFatturato (1)
( / 1,000) / Milioni di €)
Tutte le imprese
4.735
*
*
*
100,0
*
*
*
Senza dipendenti 2
5
*
*
*
0,1
*
*
*
Imprese con dipendenti
4.730
5.227
5.227
151.375
99,9
*
*
*
1-4
2.095
4
4
104
44,2
*
*
*
5-9
475
3
3
294
10,0
*
*
*
10-19
275
4
4
156
5,8
*
*
*
20-49
265
8
8
460
5,6
*
*
*
50-99
180
12
12
542
3,8
*
*
*
100-199
220
32
32
2.161
4,6
*
*
*
200-249
65
14
14
526
1,4
*
*
*
250-499
185
67
67
3.381
3,9
*
*
*
500 o più
970
5.082
Fonte: BERR Enterprise Directorate Analytical Unit
5.082
143.750
20,5
*
*
*
Note:
1. Dal fatturato sono esclusi i valori della Sezione J (intermediazione finanziaria) il cui fatturato non è disponibile su base comparabile.
2. "In assenza di dipendenti" si compone di imprese individuali e delle società che comprendono solo i lavoratori autonomi proprietariomanager (s), e le imprese che comprendono solo un lavoratore dipendente-manager.
I Numeri delle imprese sono arrotondati, per evitare la divulgazione. Di conseguenza, "tutte le imprese" e "tutti i datori di lavoro" totali
possono non corrispondere esattamente alla somma delle loro parti.
* Sostituiti i dati ritenuti sensibili.
Tabella 13
Regno Unito intera economia
Tavola 1c
Numero di imprese, occupazione e fatturato di numero di dipendenti, in tutta l'economia Regno Unito, inizio 2006
Organizzazioni senza scopo di lucro
Numero
Percentuale
Imprese Occupazione Dipendenti Fatturato (1)
( / 1,000)
Imprese ccupazione DipendentiFatturato (1)
( / 1,000) / Milioni di €)
Tutte le imprese
79.500
*
*
*
100,0
*
*
*
Senza dipendenti 2
7.385
*
*
*
9,3
*
*
*
Imprese con dipendenti
72.115
1.702
1.702
54.741
*
*
43.005
83
83
5.291
90,7
54,1
*
1-4
*
*
*
5-9
13.060
86
86
4.039
16,4
*
*
*
10-19
7.790
105
105
4.443
9,8
*
*
*
20-49
4.380
133
133
5.618
5,5
*
*
*
50-99
1.660
118
118
5.259
2,1
*
*
*
100-199
975
139
139
5.394
1,2
*
*
*
200-249
230
51
51
1.927
0,3
*
*
*
250-499
470
164
164
4.867
0,6
*
*
*
500 o più
550
823
Fonte: BERR Enterprise Directorate Analytical Unit
823
17.903
0,7
*
*
*
Note:
1. Dal fatturato sono esclusi i valori della Sezione J (intermediazione finanziaria) il cui fatturato non è disponibile su base comparabile.
2. "In assenza di dipendenti" si compone di imprese individuali e delle società che comprendono solo i lavoratori autonomi proprietariomanager (s), e le imprese che comprendono solo un lavoratore dipendente-manager.
I Numeri delle imprese sono arrotondati, per evitare la divulgazione. Di conseguenza, "tutte le imprese" e "tutti i datori di lavoro" totali
possono non corrispondere esattamente alla somma delle loro parti.
* Sostituiti i dati ritenuti sensibili.
11
Tabella 14
Tavola 2
Regno Unito Imprese per Status giuridico
Numero delle imprese, occupazione e Fatturato nel settore delle imprese private (comprese le imprese pubbliche
e gli enti nazionalizzati) per numero di occupati e Status giuridico, UK inizio 2006
Totale Imprese private (comprese le imprese pubbliche e gli enti nazionalizzati)
Tutte le imprese
Senza dipendenti (2)
Imprese con dipendenti
1-4
5-9
10-19
20-49
50-99
100-199
200-249
250-499
500 o più
Numero
Percentuale
Imprese Occupazione Fatturato (1)
Imprese Occupazione Fatturato (1)
( / 1,000) (/ Milioni di €)
4.466.700
22.402
3.834.602
100,0
100,0
100,0
3.262.715
3.570
304.571
73,0
15,9
7,9
1.203.980
18.832
3.530.030
27,0
84,1
92,1
800.275
2.289
333.172
17,9
10,2
8,7
205.260
1.440
230.896
4,6
6,4
6,0
110.050
1.529
247.587
2,5
6,8
6,5
55.930
1.733
309.713
1,3
7,7
8,1
17.090
1.186
232.405
0,4
5,3
6,1
7.920
1.101
238.899
0,2
4,9
6,2
1.520
339
94.592
0,0
1,5
2,5
3.045
1.056
297.555
0,1
4,7
7,8
2.895
8.160
1.545.212
0,1
36,4
40,3
Di cui : Companies - Società per azioni (comprese le imprese pubbliche e gli enti nazionalizzati)
Tutte le imprese
Senza dipendenti (2)
Imprese con dipendenti
1-4
5-9
10-19
20-49
50-99
100-199
200-249
250-499
500 o più
1.145.150
451.675
693.475
400.460
137.130
81.100
44.545
15.480
7.485
1.450
2.965
2.860
16.407
442
15.964
1.028
903
1.094
1.374
1.073
1.038
323
1.029
8.103
3.389.770
120.046
3.269.724
209.947
184.387
212.435
282.235
223.665
233.472
93.168
294.756
1.535.660
100,0
39,4
60,6
35,0
12,0
7,1
3,9
1,4
0,7
0,1
0,3
0,2
100,0
2,7
97,3
6,3
5,5
6,7
8,4
6,5
6,3
2,0
6,3
49,4
100,0
3,5
96,5
6,2
5,4
6,3
8,3
6,6
6,9
2,7
8,7
45,3
183.844
37.221
146.624
52.211
23.762
23.280
21.847
7.113
4.998
*
*
*
100,0
62,7
37,3
25,6
6,2
3,5
1,7
0,2
0,1
0,0
0,0
0,0
100,0
28,7
71,3
23,4
12,0
12,6
12,6
4,0
2,4
*
*
*
100,0
20,2
79,8
28,4
12,9
12,7
11,9
3,9
2,7
*
*
*
Di cui : Partnerships ( Società di persone)
Tutte le imprese
Senza dipendenti (2)
Imprese con dipendenti
1-4
5-9
10-19
20-49
50-99
100-199
200-249
250-499
500 o più
504.660
316.250
188.410
129.310
31.125
17.540
8.650
1.255
375
55
70
30
2.205
633
1.572
516
265
277
278
89
54
*
*
*
Di cui : Sole Trader - Imprese individuali
Tutte le imprese
2.816.885
3.790
260.988
100,0
100,0
100,0
Senza dipendenti (2)
2.494.785
2.495
147.304
88,6
65,8
56,4
Imprese con dipendenti
322.100
1.296
113.684
11,4
34,2
43,6
1-4
270.505
745
71.015
9,6
19,7
27,2
5-9
37.005
272
22.747
1,3
7,2
8,7
10-19
11.410
159
11.871
0,4
4,2
4,5
20-49
2.740
80
5.633
0,1
2,1
2,2
50-99
355
24
1.628
0,0
0,6
0,6
100-199
65
8
430
0,0
0,2
0,2
200-249
15
*
*
0,0
*
*
250-499
10
*
*
0,0
*
*
500 o più
0
*
*
0,0
*
*
Fonte: BERR Enterprise Directorate Analytical Unit
Note: * Sostituiti i dati ritenuti sensibili.
1. Dal fatturato sono esclusi i valori della Sezione J (intermediazione finanziaria) il cui fatturato non è disponibile su base comparabile.
2. "In assenza di dipendenti" si compone di imprese individuali e delle società che comprendono solo i lavoratori autonomi proprietariomanager (s), e le imprese che comprendono solo un lavoratore dipendente-manager.
I Numeri delle imprese sono arrotondati, per evitare la divulgazione. Di conseguenza, "tutte le imprese" e "tutti i datori di lavoro" totali
possono non corrispondere esattamente alla somma delle loro parti.
12
Tabella 15
TAVOLA 3
Regno Unito Sintesi dell'industria
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Numero di imprese, occupazione e fatturato nel settore privato (comprese le aziende pubbliche
e gli enti nazionalizzati) per numero di dipendenti e settore industriale, UK, inizio 2006
N° Imprese
Tutti i Settori di Attività
A, B Agricoltura, caccia e silvicoltura; Pesca
C, E Estrazione di minerali; di energia elettrica, gas e acqua
D
Manifatturiere
F Costruzioni
G Commercio all'ingrosso e al dettaglio; riparazione
Dimensione (per numero di dipendenti)
(=100%) Nessuno (1)
1 - 49 50 - 249
250 +
4.466.700
73,0
26,2
0,6
0,1
178.385
68,7
31,2
0,1
0,0
9.455
87,1
10,9
1,2
0,6
325.875
65,9
31,4
2,1
0,5
920.780
86,3
13,5
0,2
0,0
580.685
56,4
42,6
0,8
0,2
H
Hotels e Restaurants
139.150
15,8
82,6
1,4
0,2
I
Trasporti, magazzinaggio e comunicazioni
272.195
83,3
16,0
0,5
0,2
J
Intermediazione Finanziaria
66.620
74,9
23,6
1,0
0,5
Attività immobiliari, noleggio, attività prof.li e imprenditor 1.109.665
M Istruzione
128.840
71,2
28,3
0,5
0,1
K
N
Sanità e altri servizi sociali
O Altri servizi pubblici, attività di servizio sociali e personal
Occupazione (1.000)
Tutti i Settori di Attività
87,7
11,9
0,3
0,1
246.580
79,6
19,5
0,9
0,1
488.465
81,4
18,4
0,2
0,1
Dimensione (per numero di dipendenti)
(=100%) Nessuno (1)
1 - 49 50 - 249
250 +
22.402
15,9
31,2
A, B Agricoltura, caccia e silvicoltura; Pesca
439
40,0
54,4
*
*
C, E Estrazione di minerali; di energia elettrica, gas e acqua
D Manifatturiere
161
5,5
5,6
*
*
F
Costruzioni
G Commercio all'ingrosso e al dettaglio; riparazione
H Hotels e Restaurants
11,7
41,1
3.345
7,2
25,8
21,3
45,7
2.010
41,1
33,1
9,1
16,7
4.836
8,0
30,2
9,2
52,6
1.649
1,8
43,5
11,5
43,3
61,1
I
Trasporti, magazzinaggio e comunicazioni
1.734
14,0
16,8
8,1
J
Intermediazione Finanziaria
1.096
5,2
9,6
6,5
78,7
K
Attività immobiliari, noleggio, attività prof.li e imprenditor
4.245
20,0
36,2
12,2
31,5
M Istruzione
N Sanità e altri servizi sociali
351
33,7
31,0
*
*
1.228
17,7
44,4
15,9
22,1
O Altri servizi pubblici, attività di servizio sociali e personal
1.309
32,2
34,2
7,7
26,0
Fatturato (/ £ milioni di euro, IVA esclusa) (2)
Tutti i Settori di Attività
A, B Agricoltura, caccia e silvicoltura; Pesca
C, E Estrazione di minerali; di energia elettrica, gas e acqua
D Manifatturiere
F
Costruzioni
G Commercio all'ingrosso e al dettaglio; riparazione
H
Hotels e Restaurants
I
Trasporti, magazzinaggio e comunicazioni
J
Intermediazione Finanziaria
K
Attività immobiliari, noleggio, attività prof.li e imprenditor
M Istruzione
N Sanità e altri servizi sociali
Dimensione (per numero di dipendenti)
(=100%) Nessuno (1)
1 - 49 50 - 249
250 +
3.834.602
7,9
29,2
14,8
48,1
43.125
24,1
64,9
*
*
130.380
1,9
6,3
*
*
735.680
1,9
15,4
17,2
65,5
320.889
22,9
32,5
12,2
32,4
1.349.716
4,1
31,9
16,3
47,7
99.284
3,3
43,1
11,3
42,3
317.283
5,9
21,8
11,5
60,8
-
-
-
-
-
568.471
15,6
40,2
14,6
29,5
20.636
23,3
41,4
*
*
76.181
12,5
54,5
17,9
15,1
O Altri servizi pubblici, attività di servizio sociali e personal
172.958
13,7
26,8
7,0
52,5
Fonte: BERR Enterprise Directorate Analytical Unit
1. "Nessuno" comprende le imprese individuali con un solo lavoratore proprietario-manager (s), e
le società che con un solo un lavoratore dipendente /direttore.
2. Dal fatturato sono esclusi i valori della Sezione J (interm.ne finanziaria) il cui fatturato non è disponibile su base comparabil
I numeri delle imprese sono arrotondati, per evitare la divulgazione.
* Sostituiti i dati ritenuti sensibili.
13
TASSAZIONE DELLE IMPRESE IN INGHILTERRA
Il Regno Unito è un paese con un regime di bassa pressione fiscale, volto a incoraggiare le attività
economiche. Le imprese sono tenute a versare una delle imposte sul reddito delle società più basse di tutta
l’Europa. Il Regno Unito vanta, inoltre, la rete di concordati fiscali internazionali più articolata del mondo, al
fine di evitare doppie tassazioni sugli utili conseguiti da una impresa estera sul territorio britannico.
Finance Act 1965
Il Finance Act («Legge Finanziaria») del 1965[1] sostituì il sistema dell'imposta sui redditi e dell'imposta
sugli utili con un'unica misura, la “Corporation tax” o “imposta sulle società”, dal 1° aprile 1965, che
reintrodusse però i mali del vecchio sistema. L'imposta sulle società fu applicata con un'aliquota uniforme su
tutti gli utili, ma vi erano poi imposte addizionali da pagare se gli utili erano distribuiti come dividendo agli
azionisti. In realtà gli utili subivano una doppia imposizione. Questo metodo dell'imposta sulle società è noto
come sistema classico ed è simile a quello usato negli Stati Uniti. L'effetto del tributo era di ritornare
all'imposta sulla distribuzione dei dividendi in vigore dal 1949 al 1959: i pagamenti dei dividendi erano
assoggettati ad una tassazione più alta degli utili trattenuti all'interno della società.
La Legge Finanziaria del 1965 introdusse anche l'«imposta sui guadagni in conto capitale» (capital gains
tax), con un'aliquota del 30%. Si trattava di un'imposta addebitata sui capital gain, ossia i guadagni derivanti
dalla cessione di attività in conto capitale effettuata da individui. Mentre le società erano esentate
dall'imposta sui guadagni in conto capitale, esse erano assoggettate all'imposta sulle società per i loro
“guadagni imputabili”, che erano calcolati nello stesso modo dei guadagni in conto capitale degli individui.
L'imposta si applicava alle azioni della società come pure alle altre attività. Prima del 1965, i guadagni in
conto capitale non erano tassati, ed era vantaggioso per il contribuente sostenere che un'entrata era «capitale»
non tassabile piuttosto che «ricavo» tassabile.
Metodo di applicazione
L'imposta sulle società deve essere approvata annualmente dal Parlamento britannico, altrimenti non sussiste
l'autorità per riscuoterla. In precedenza, l'applicazione per l'anno fiscale (che inizia il 1° aprile di ogni anno)
era imposta dalla Legge finanziaria approvata in quell'anno solare. La Legge finanziaria del 1998 cambiò
questa situazione, imponendo l'applicazione per gli esercizi 1998 e 1999, con la Legge finanziaria del 1999
che impose poi l'applicazione per l'esercizio 2000, e così via. L'imposta è applicata con riferimento al
periodo contabile della società, che è normalmente il periodo di 12 mesi per il quale la società prepara la sua
contabilità. L'imposta sulle società è amministrata dal «Servizio per la riscossione e le dogane di Sua
Maestà» (Her Majesty's Revenue and Customs, HMRC), che fu creato il 18 aprile 2005 dalla fusione del
«Fisco interno» (Inland Revenue, che in precedenza amministrava l'imposta sulle società) e delle «Dogane e
accise di Sua Maestà» (Her Majesty's Customs and Excise).
Accertamento
L'imposta sulle società è applicata sugli utili netti di una società. Ad eccezione di certe compagnie di
assicurazione sulla vita, è sopportata dalla società come un'imposta diretta.
Fino al 1999 non era dovuta nessuna imposta sulle società, a meno che l'HM Revenue & Customs (HMRC)
non svolgesse un accertamento (assessment) su una determinata società. Le società erano, tuttavia, obbligate
a riferire certi dettagli all'HMRC affinché si potesse calcolare l'esatto importo. Questa situazione cambiò per
i periodi contabili che terminavano il o dopo il 1° luglio 1999, quanto fu introdotto l'«auto-accertamento»
(self-assessment). L'auto-accertamento significa che alle società si richiede di accertare sé stesse e di
assumersi la piena responsabilità per quell'accertamento. Se l'autoaccertamento è sbagliato per negligenza o
avventatezza, la società può essere passibile di sanzioni. La dichiarazione fiscale per auto-accertamento deve
essere consegnata all'HMRC 12 mesi dopo la fine del periodo di rendiconto in cui cade il periodo contabile
(sebbene l'imposta debba essere versata prima di tale data). Se una società omette di presentare una
dichiarazione entro quel termine, è passibile di sanzioni. L'HMRC può allora emettere una determinazione
delle imposte da versare, verso la quale non si può proporre appello: tuttavia, in pratica attendono finché non
siano decorsi ulteriori sei mesi. Inoltre, i reclami e le opzioni più comuni che possono essere esercitati da una
società devono essere inseriti nella sua dichiarazione fiscale, con un limite temporale di due anni dopo la fine
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del periodo contabile. Questo significa che una società che presenti la sua dichiarazione con più di un anno di
ritardo sconta non solo le sanzioni per la ritardata presentazione, ma anche l'impossibilità di esercitare questi
reclami ed opzioni.
Dal 2004 c'è stata la richiesta per le nuove società di notificare all'HM Revenue & Customs la loro
costituzione, sebbene l'HMRC riceva le notifiche delle registrazioni della nuove società dalla Companies
House. Le società riceveranno poi un avviso CT603 annuale, approssimativamente 1-2 mesi dopo la fine del
periodo finanziario della società, che le notifica di completare una dichiarazione annuale. Questa deve
includere anche il bilancio annuale e possibilmente altri documenti, come le relazioni dei revisori, che sono
richiesti per certe società.
Aliquote e pagamenti
Il Bilancio dello Stato 2007 ha annunciato un taglio dell'aliquota principale dal 30% al 28%, effettivo
dall'aprile 2008. Al tempo stesso, l'aliquota per le piccole società è stata aumentata dal 19% al 20%
dall'aprile 2007, al 21% nell'aprile 2008 e al 22% nell'aprile 2009, al fine di impedire "agli individui di
registrarsi artificiosamente come piccole società per evitare di pagare la quota di imposte dovute, una pratica
che se lasciata priva di correzioni costerebbe al resto della popolazione dei contribuenti miliardi di sterline".
L'aliquota dell'imposta sulle società è determinata dall'anno finanziario (AF), che va dal 1° aprile al 31
marzo dell'anno successivo. Ad esempio, l'anno finanziario 2007 (AF07) è iniziato il 1° aprile 2007 e si
concluderà il 31 marzo 2008. Ove il periodo contabile di una società sia a cavallo di un anno finanziario in
cui l'aliquota dell'imposta sulle società è cambiata, gli utili della società per quel periodo vengono suddivisi.
Ad esempio, una società che paga l'aliquota per le piccole società con il suo periodo contabile che va dal 1°
gennaio al 31 dicembre, e che fa £100.000 di utile nel 2007, sarebbe considerata aver fatto 90/365*£100.000
= £24.657,53 nell'AF06 (ci sono 90 giorni tra il 1° gennaio e il 31 marzo), e 275/365*£100.000=£75,342,47
nell'AF07, pagando così il 19% sulla porzione dell'AF06 e il 20% sulla porzione dell'AF07.
Aliquote d'imposta per il 2007–2008
Aliquota per le piccole società 20%
Sgravio marginale (mescolato tra il 20% e il 30%)
Aliquota principale 30%
GBP (£)
0 – 300.000
300.001 – 1,500.000
1.500.001 o più
Note:
Le fasce mostrate in alto sono divise per uno più il numero degli associati (di solito gli unici associati che
una società ha sono le società sorelle del gruppo, ma il termine è definito in maniera più ampia).
Le aliquote ridotte non si applicano alle società holding close investment, holding companies (società
controllate da meno di 5 persone (più gli associati) o dai loro direttori/dirigenti, la cui attività principale è la
detenzione di investimenti). Né si applicano a società in liquidazione dopo i primi 12 mesi.
I fondi di investimento (unit trusts) autorizzati e le società di investimento a capitale variabile (open-end
investmentment companies, OEICs) sono tassati all'aliquota base dell'imposta sul reddito.
Le società di assicurazione sulla vita sono tassate usando le aliquote sopra indicate sui profitti degli azionisti
e del 20% sui profitti dei beneficiari delle polizze.
Le società attive nell'industria estrattiva del petrolio e del gas nel Regno Unito o nella piattaforma
continentale del Regno Unito sono assoggettate ad un'imposta addizionale del 10% sui loro utili derivanti da
tali attività.
La maggior parte delle società sono tenute a pagare l'imposta nove mesi e un giorno dopo la fine di un
periodo contabile. Le società più grandi, invece, sono tenute a versare rate trimestrali nel settimo, decimo,
tredicesimo e sedicesimo mese dopo l'inizio di un periodo contabile completo. Questi tempi si modificano
laddove un periodo contabile duri meno di dodici mesi. Dal 2005 in poi, per l'imposta dovuta sugli utili
derivanti dall'estrazione di petrolio e gas, la terza e la quarta rata trimestrale sono fuse, compreso l'addebito
supplementare del 10%.
Nell'anno finanziario 2004–2005, approssimativamente 39.000 società hanno versato l'imposta sulle società
con l'aliquota principale. Questo 4,7% delle società attive è responsabile del 75% di tutte le entrate
dell'imposta sulle società. Circa 224.000 società hanno pagato l'aliquota delle piccole società, con 34.000 che
15
beneficiavano dello sgravio marginale. 264.000 erano nell'aliquota iniziale, con 269.000 che beneficiavano
della fascia inferiore dello sgravio marginale. Il totale delle entrate è stato £ 41.9bn da 831.885 imprese .
Solo 23.480 società hanno avuto un debito d'imposta in eccesso di £100.000.
Detrazione di gruppo
Il Regno Unito non consente il consolidamento fiscale, in cui le società di un gruppo sono trattate ai fini
fiscali come se fossero un'unica entità. Uno dei principali benefici del consolidamento fiscale è che le perdite
fiscali di un'entità del gruppo sono automaticamente detraibili dagli utili fiscali di un'altra. Invece, il Regno
Unito consente una forma di sgravio per perdite chiamata “Group Relief System” “detrazione di gruppo”,
come dal grafico seguente.
TAB. D
SISTEMA DELLO SGRAVIO DI GRUPPO (GROUP RELIEF SYSTEM)
REDDITO
(PERDITA)
SOCIETA'
FIGLIA A
FIGLIA B
REDDITO IMPONIBILE
1.000
(300)
CONTRIBUTO "VIRTUALE"
(300)
300
700
ZERO
REDDITO IMPONIBILE
DOPO IL "CONTRIBUTO
VIRTUALE"
REDDITO IMPONIBILE DEL
GRUPPO
700
Ove una società subisca perdite che sorgono in un determinato periodo contabile (diverse da perdite di
capitale o da perdite che rientrano nel Caso V o VI della Categoria D), in eccedenza rispetto ai suoi altri utili
imponibili di quel periodo, può cedere queste perdite a un membro del gruppo che abbia sufficienti utili
imponibili nel medesimo periodo contabile. La società che riceve le perdite può compensarle con i propri
utili imponibili. Le eccezioni prevedono che una società nell'industria estrattiva del petrolio e del gas possa
non accettare la detrazione di gruppo a fronte degli utili che derivano dalla sua attività estrattiva, e che una
società di assicurazioni sulla vita possa accettare la detrazione di gruppo solo per la quota dei suoi utili
assoggettabili a tassazione in base all'aliquota normalmente applicabile agli azionisti di quella società.
Regole distinte si applicano per le società con doppia residenza.
La detrazione di gruppo completa è permessa tra società assoggettate all'imposta sulle società del Regno
Unito che siano nello stesso gruppo al 75%, in cui le società hanno una madre finale comune e almeno il
75% delle azioni in ciascuna società (diversa dalla madre finale) sono possedute da altre società del gruppo.
Le società che costituiscono un gruppo al 75% non devono essere tutte residenti nel Regno Unito o
assoggettate alla detrazione dell'imposta sulle società. Una società di investimento a capitale variabile non
può far parte di un gruppo.
La detrazione per i consorzi è permessa laddove una società soggetta all'imposta sulle società del Regno
Unito sia posseduta da un consorzio di società, le quali detengano ciascuna almeno il 5% delle azioni e
insieme almeno il 75%. Una società del consorzio può cedere o accettare perdite solo in proporzione alla
quota di quella società detenuta da ciascun gruppo del consorzio.
Imposta sui redditi delle persone fisiche
Da £2.230 (circa 2.837 €) a £34.600 l’aliquota è del 20%. Oltre i £34.600 l’aliquota è del 40%.
Imposta sul valore aggiunto (VAT)
Dal 1991 è pari al 17,5% del valore del bene.
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FORME LEGALI D’IMPRESA NEL REGNO UNITO
La comparazione giuridica moderna divide il mondo in due grandi tradizioni giuridiche: il civil law (detto
anche diritto romanista) e il common law (o diritto anglo-americano).
La tradizione giuridica anglosassone è comune a Inghilterra, Irlanda, Canada (eccetto il Quebec), Stati
Uniti, Australia e Nuova Zelanda. Esso influenza anche il diritto di altri Paesi, i quali sono detti sistemi misti,
perché racchiudono elementi tipici di tradizioni giuridiche diverse, come ad esempio il Sudafrica, l’India, il
Pakistan e Israele. La common law attribuisce un ruolo primario alla giurisprudenza (case law) ovvero
l’insieme delle regole e principi enunciati in decisioni giudiziarie (rules) e non su leggi promulgate dal
Parlamento (Act of Parliament) mancando un diritto codificato cioè di una vera legislazione scritta (Statute
law). Fondamento del case law è la regola del precedente giudiziario, o stare decisis.
Tutta la statute law, o legislazione, deriva direttamente (Acts of Parliament) o indirettamente (delegated
legislation) dall’autorità del Parlamento. La legge scritta, se si identifica con un Act of Parliament, ha una
supremazia assoluta su qualsiasi altra forma di diritto, in virtù della supremacy of Parliament. Tuttavia il
diritto giurisprudenziale tende a prevalere.
La legge Companies Act 1985 regola la costituzione e il funzionamento delle società inglesi.
Il sistema britannico distingue le imprese in due categorie fondamentali:
-unincorporated, senza personalità giuridica
-incorporated, con personalità giuridica
Tipi di imprese :
•
SOLE TRADER: IMPRESA INDIVIDALE, IMPRESA IN PROPRIO. La forma di organizzazione
imprenditoriale in cui un singolo individuo possiede e dirige un’impresa, assumendosi tutti i rischi
da essa derivanti e prendendo allo stesso tempo tutti gli utili, non è dotata dello status di persona
giuridica. Non c’è un limite minimo di capitale previsto dalla legge per avviare un’impresa di questo
tipo. Secondo quanto previsto dal capitolo 4 del Business Names Act del 1985, l’imprenditore ha
l’obbligo di rendere noto il proprio nome.
•
PARTNERSHIP: SOCIETA’, SOCIETA’ SEMPLICE, SOCIETA’ DI PERSONE,SOCIETA’ IN
NOME COLLETTIVO, IMPRESA COLLETTIVA. Non ha personalità giuridica. Il Partnership Act
del 1980 stabilisce che la partnership è “la relazione esistente tra persone che conducono una
attività in comune al fine di ottenere un profitto”. Più precisamente, si tratta di una qualsiasi
associazione di due o più persone, chiamate soci, che con beni comuni intendono esercitare
un’attività economica i cui utili o le cui perdite saranno ripartiti tra loro secondo quanto stabilito
nel contratto che dà vita alla società. Come per l’impresa individuale, la legge non prevede un
minimo di capitale da impiegare per avviare una partnership, può esistere legalmente anche in
mancanza di un accordo scritto, in quanto è sufficiente che esista di fatto. Il Companies Act del 1985
(legge che regola la costituzione e il funzionamento delle società inglesi moderne) prevede che la
partnership possa avere un massimo di 20 soci, ad eccezione degli studi professionali, ogni socio ha
la rappresentanza della società ed è illimitatamente responsabile.Qualora la società abbia più di 20
soci deve essere registrata come company. La general (o ordinary, o unlimited, o private)
partnership, la forma di società più diffusa, corrispondente all’incirca alla SOCIETA’ IN NOME
COLLETTIVO (Snc) del nostro ordinamento giuridico.
Gestione, struttura della governance. Un unico livello struttura, con nessun membro diverso dal socio (che
quindi svolge il duplice ruolo di organo di controllo e socio). Una società di persone esiste a fini
commerciali: si tratta di forma giuridica a scopo di lucro. Siccome la Partnership è una struttura aziendale a
scopo di lucro, nuovi partner sono normalmente ammessi dai partner esistenti. Non può accedere allo status
“caritative” . Una società di persone non può mai essere adatta per le organizzazione di volontariato
(comunità o settori) poiché la sua ragion d’essere è "a fini commerciali" e di distribuire utili ai soci. Tuttavia,
una società di persone può essere costituita da un numero di organizzazioni di comunità e di volontariato o
organizzazioni commerciali per generare reddito: per esempio, un gruppo di beneficenza potrebbe formare
una partnership al fine di produrre e vendere cartoline di Natale, distribuendo gli utili tra i partecipanti di
beneficenza. Le imprese sociali o le piccole cooperative di lavoro sono talvolta strutturate come Partnership.
Ciò ha il vantaggio di essere a basso costo e facile da stabilire, i partner sono tassati come lavoratori
17
autonomi piuttosto che come dipendenti a PAYE. Tuttavia, essi non sono protetti dalla responsabilità limitata
e la struttura di partnership ha alcuni altri svantaggi intrinseci, per cui questa forma giuridica è di solito
adottata come misura temporanea per verificare la fattibilità dell’ idea d’impresa.
Esiste un altro tipo di Partnership, più rara, introdotta dal Limited Partnership Act del 1907: la cosiddetta
Limited Partnership, simile alla SOCIETA’IN ACCOMANDITA SEMPLICE del nostro ordinamento, con
due tipi di soci: i General Partners (in italiano, “Soci Accomandatari”), illimitatamente responsabili dello
andamento della società, e i Limited Partners (in italiano, “Soci Accomandanti”), che si limitano a versare
una parte del capitale senza però partecipare all’amministrazione della società.
•
COMPANIES: tutti i tipi di company sono dotati di personalità giuridica separata da quella dei
propri membri. Sono tutti Incorporated.
1. UNLIMITED COMPANY: Meno frequente della società per azioni a responsabilità
limitata, questa è una società i cui membri sono illimitatamente responsabili dei debiti
contratti, fin tanto che fanno parte della società. Pochissime società di questo tipo oggi sono
registrate.
2. LIMITED COMPANY: Qualsiasi tipo di società i cui soci godono di responsabilità
limitata.
-Company Limited by Shares (società a responsabilità limitata per azioni).
-Company Limited by Guarantee (società a responsabilità limitata da garanzia. Questo tipo
di società è molto raro).
Il suo capitale sociale minimo è di 100 Sterline inglesi e il suo valore può essere stabilito a libera
scelta dai soci. Il capitale sociale stabilito non deve essere versato. La responsabilità limitata della
società può essere ridotta ad un 2% del capitale sociale stabilito. È possibile aumentare il numero dei
soci liberamente. I soci possono avere anche la nazionalità straniera. Lo statuto societario (Articles &
Memorandum) è un contratto (Statuto) standard, che può essere modificato in base alla legge
esistente inglese.
•
PRIVATE, LIMITED COMPANY: “Ltd” è simile alla SRL del nostro ordinamento. La Ltd
dispone di capitale azionario ma non può in alcun modo promuovere la sottoscrizione di azioni da
parte del pubblico: il trasferimento di azioni può avvenire esclusivamente fra i membri della società.
Per questo motivo, le Ltd (così come le Srl italiane) non sono quotate in Borsa. Inoltre, la Ltd non ha
l’obbligo di rendere noto il proprio fatturato, sebbene debba comunque pubblicare delle
informazioni finanziarie a norma di legge.
PUBLIC LIMITED COMPANY: La “Plc” è simile alla SPA del nostro ordinamento. È il tipo di
Company più diffuso, preferito in particolare dalle grandi imprese industriali e commerciali. I soci
fondatori devono essere almeno due. A differenza della Ltd, la Plc può promuovere la sottoscrizione
di azioni da parte del pubblico, senza alcun limite. Può anche essere quotata in Borsa. Deve avere
un capitale azionario minimo di 50.000 sterline ma, per iniziare la sua attività, non è necessario che
li abbia tutti: è sufficiente che abbia venduto azioni per almeno un quarto di questa cifra (25%), cioè
per 12.500 sterline. L’avvio delle attività della Plc è però subordinato al rilascio da parte del Register
of Companies (il Registro delle Imprese) di un certificato che attesti che la società ha le carte in
regola in materia di capitale azionario. La Plc ha l’obbligo di rendere pubblici i suoi conti e il suo
fatturato. Infine le disposizioni di legge che regolano l'amministrazione di una Plc sono di gran lunga
più rigide rispetto a quelle previste per le Ltd.
•
Per costituire una società è obbligatorio redigere l’Atto Costitutivo (in inglese: Memorandum of Association,
oppure Articles of Incorporation), che regola i rapporti fra l’azienda e soggetti terzi.
Le Unlimited Company e le Companies Limited by Guarantee devono inoltre redigere un ulteriore
documento, lo Statuto Sociale (in inglese, Articles of Association), che disciplina le questioni interne alla
società. Per gli altri tipi di Company non è obbligatorio. In nessun caso lo statuto può modificare il contenuto
dell’atto costitutivo.
Registrazione della società. Per registrare la società, i soci fondatori devono:
• Firmare l’atto costitutivo e presentarlo, insieme all’eventuale statuto, alla Company House, con sede a
Londra;
• Dichiarare la composizione del primo consiglio di amministrazione e il nome del segretario;
• Indicare l’indirizzo della sede legale della società;
18
• Presentare il certificato che attesta che la società è in regola con il capitale azionario minimo previsto dalla
legge;
• Versare le imposte di registrazione.
Il Registro delle Imprese, una volta accertato che la società ha tutte le carte in regola, rilascia il certificato di
registrazione: da quel momento la società esiste giuridicamente. Il Registro, inoltre, provvede a pubblicare
un avviso dell’avvenuta registrazione sulla London Gazette (o Belfast Gazette se la società ha sede in Irlanda
del Nord, o Edimburgh Gazette se ha sede in Scozia), un registro pubblico tenuto dalla Camera di
Commercio, sotto il controllo dell’autorità giudiziaria, dove vengono iscritti tutti gli atti costitutivi e
modificativi relativi alle società registrate.
Gli Organi Amministrativi della Limited Company:
1. Amministratori e consiglio di amministrazione (Directors e board of directors). Gli
amministratori hanno il potere di gestire la società, e di agire in nome e per conto di essa,
vincolandola nei confronti di terzi, cioè stipulando contratti per conto di essa. Gli amministratori
possono essere dirigenti, cioè occuparsi dell’amministrazione ordinaria della società, oppure non
esserlo, cioè occupare un ruolo di supervisione all’interno del consiglio di amministrazione.La
private company deve avere almeno un amministratore, mentre la public company almeno due. Può
ricoprire la carica di amministratore anche una persona giuridica, come, ad esempio, un’altra società.
Gli amministratori si riuniscono periodicamente nel consiglio di amministrazione, presieduto
dall’amministratore delegato (in inglese, managing director); il consiglio esamina e approva i piani
strategici, industriali e finanziari della società e vigila sull’andamento della gestione, per poi riferire
tutto all’assemblea dei soci.
2. Segretario (Secretary) È il funzionario della società: ha il compito di redigere il verbale del
consiglio di amministrazione e delle assemblee dei soci. È incaricato di tenere i libri e i registri della
società, registrare i trasferimenti delle azioni, presentare rendiconti. Si occupa, inoltre, di ordinaria
amministrazione. Ha la facoltà di concludere contratti legati all’amministrazione della società. È un
ruolo di notevole responsabilità.
3. Azionisti e assemblee dei soci (Shareholders e shareholders’ meetings) Gli azionisti sono,
ovviamente, coloro che detengono azioni della società. Ogni azionista riceve un certificato
azionario, che indica il numero delle azioni detenute, il tipo, il numero di identificazione delle stesse
e l’importo versato. L’effettiva qualifica di socio si ottiene con l’iscrizione nel registro dei soci, che
deve indicare le generalità relative al socio in questione (nome, indirizzo, numero e tipo di azioni
possedute, importo versato, data di iscrizione nel registro). Le azioni possedute conferiscono il
diritto a ricevere come remunerazione del capitale investito i dividendi, cioè una parte degli utili. Chi
sottoscrive azioni accetta automaticamente atto costitutivo e statuto, come se li avesse sottoscritti lui
stesso, e deve sottostare alle disposizioni previste da essi.
Esistono due tipi di assemblea generale:
• L’assemblea generale annuale (AGM, annual general meeting), che deve essere tenuta ogni anno a
distanza di non più di 15 mesi dalla precedente. La prima AGM deve essere tenuta entro 18 mesi dalla data
di costituzione della società;
• L’assemblea generale straordinaria (EGM, extraordinary generalmeeting), che può essere convocata
ogni volta lo si ritenga necessario.
Altre Forme Legali di Impresa nel Regno Unito
•
ASSOCIAZIONE
Stato giuridico della società: Senza personalità giuridica (Nota che la associazione priva di p.g. è una
particolare forma giuridica, ma la parola "associazione" può essere utilizzata in un contesto più ampio. Così
si può incontrare un'organizzazione chiamata "Associazione Comunità XYZ", che è, in effetti, una società a
responsabilità limitata e non strutturata come un'associazione.
Statuto. Normalmente denominato "Costituzione", ma può occasionalmente avere qualche altro titolo.
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Organo di governo. Comunemente denominato "il comitato di gestione", ma non ci sono regole fisse circa
il nome dato agli organi di governo. Se l'associazione ha anche lo status di carità, essi possono essere
chiamati "i fiduciari".
Gestione, struttura della governance. Generalmente a due livelli, con un organo responsabile nei confronti
di una più ampia adesione (talvolta indicato come "l'adesione partecipanti"). In genere i Soci titolari di diritti
di voto nel corso delle assemblee generali eleggeranno tutti o alcuni degli organi di governo. Ulteriori
miglioramenti possono essere aggiunti a questa struttura di base, ad esempio, un comitato esecutivo (di
dimensioni inferiori che controlla l’organo di governo, a volte composto da funzionari onorari e personale
dirigente), o membri di un “Consiglio”, che può riunirsi più spesso dell’ assemblea dei soci e con la
supervisione del lavoro dell'organo direttivo.
Adesione. Può comprendere persone fisiche o altre organizzazioni o una combinazione dei due.
L’ammissibilità all'adesione può essere soggetta a determinati criteri (ad esempio, vivono o lavorano nel
settore dell’impresa, o la condivisione di una comune origine etnica, o la condivisione di un interesse in un
determinato sport, o lo Statuto può semplicemente dire che "qualcuno che sostiene gli obiettivi generali" può
aderire. Un limite di età inferiore comunemente si applica ai singoli soci (16 o 18). L'ammissione a socio
solitamente è a discrezione degli organi di governo, ma la modalità della "porta aperta" può applicare criteri
rigorosi in cui sono stabiliti, ad esempio, il luogo dove si vive, oppure ai principi in base ai quali un
comportamento è ritenuto idoneo (per diventare socio). Lo Statuto dovrebbe consentire sempre l'espulsione
dei soci che agiscono contro gli interessi dell'associazione. Dove ci sono soci che sono diversi per interessi
verso l'organizzazione, l'assemblea dei soci può essere diviso in due o più classi (ad esempio, rappresentanti
di organi statutari, i rappresentanti delle attività commerciali locali, i membri della comunità, socio-utente e
così via. Un'associazione deve avere un minimo di due soci.
Legislazione vigente. Non disciplinata da uno specifico statuto (legge del Parlamento). Vi è una certa
giurisprudenza che istituisce il default applicabili alle associazioni, ma lo Statuto (Costituzione) è la
principale fonte di regolamentazione. Può essere qualificato come “carità” legalmente riconosciuta se
soddisfa i criteri necessari.
Distribuzione dei profitti: No - uno dei criteri che definisce le caratteristiche di una associazione è che essa
non può distribuire utili.
Esempi di utilizzo. L’associazione non registrata è molto comune, con una struttura relativamente informale
per tutti i tipi di organizzazioni di volontariato e di comunità. Sarà spesso il punto di partenza per una nuova
organizzazione che può successivamente adottare una forma legale registrata più formale. Poiché dispone di
una assemblea di soci, è adatta per le organizzazioni rappresentative come ad esempio le associazioni di
inquilini, i gruppi di pressione e le federazioni, necessaria per l'organo di governo per rendere conto ai
cittadini che l'organizzazione sostiene di rappresentare. L'associazione non è generalmente raccomandata nei
casi in cui vi è un significativo elemento di rischio finanziario connesso alle attività intraprese.
Nel settore delle imprese sociali l'associazione non è molto utilizzata, anche se vi è uno Statuto standard
disponibile per le cooperative di consumo senza personalità giuridica che svolgono attività di acquisto e
distribuzione di prodotti alimentari nelle zone in cui le opportunità di shopping sono limitate, attività spesso
accompagnate dall’educazione alimentare promosse come parte di una strategia contro la povertà.
Problemi di partecipazione. Le Associazioni sono fondate sull’insieme dei soci, favoriscono una base
sociale attiva e promuove la partecipazione - in particolare quando i soci condividono un interesse comune.
D’altro canto le associazioni sono libere di utilizzare la maggior parte degli altri metodi comuni di
incoraggiare la partecipazione, anche se non sono indicate in presenza di distribuzione degli utili.
•
ORGANIZZAZIONE DI BENEFICENZA (CIO-Charitable Incorporated Organisation)
NB: Questa forma giuridica non esiste ancora al momento della redazione, ma si fornisce una bozza della
proposta di forma giuridica sulla base delle informazioni disponibili.
Stato giuridico della società: Legalmente riconosciuto, con figura giuridica.
Statuto: Ancora sconosciuto, anche se un documento di discussione di fondo parla di "una piena
costituzione scritta in inglese" (o gallese).
Organo di governo. Presumibilmente i "fiduciari" in comune con altri enti di beneficenza, qualunque sia la
loro forma giuridica.
Gestione, struttura della governance . Si propone di avere "fondamento" e di "appartenenza" definiti, vale
a dire opzioni con e senza partecipazione dei soci.
Adesione: come sopra.
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Legislazione vigente: Non ancora nota
Stato Caritativo disponibile? Le CIO possono esistere solo a fini di beneficenza e saranno regolate dalla
Commissione Carità per l'Inghilterra e il Galles.
Distribuzione dei profitti: No
Esempi di utilizzo. Il CIO è inizialmente destinato ad essere una valida alternativa in più per la società di
garanzia.
Problemi di partecipazione. I poteri dei soci sono probabilmente minori che in una società, come tutti i CIO
una parte delle risorse sono destinate ad essere usate a vantaggio dei beneficiari, presenti e futuri.
•
FIDUCIA (Trust)
Stato giuridico della società: Senza personalità giuridica. (Nota che la fiducia è privi di una particolare
forma giuridica, ma la parola "fiducia" è utilizzata anche in un contesto più ampio. Così si può venire
attraverso un'organizzazione chiamata "XYZ Development Trust", che è, in effetti, una società a
responsabilità limitata e non strutturata come la fiducia. In particolare, tutti gli enti di beneficenza sono trust
pubblici e possono utilizzare la parola "fiducia" nel loro nome, qualunque sia la loro struttura.)
Statuto: Contratto Fiduciario o Atto fondativi, in base al quale un bene viene sottoposto ad amministrazione
del fiduciario.
Organo di governo : I "fiduciari" o il "Consiglio di fondazione".
Gestione, struttura della governance. Un unico livello struttura, con nessun membro diverso da quelli
fiduciari (che quindi svolgono il duplice ruolo di organo controllante e membro).
Adesione. Solo i fiduciari sono soci. I fiduciari devono essere persone fisiche o enti, ma nel volontariato e
nella comunità sono sempre gli individui. Non vi è alcun numero minimo di soci, ma come la maggior parte
dei trust sarà registrato come ente di beneficenza che, di norma, deve avere almeno tre fiduciari per
soddisfare la Charity Commission (Ente Statale di controllo). Le norme per ottenere la nomina di fiduciari
saranno fissate nell’ Atto di deposito. In alcuni casi, i fiduciari sono effettivamente auto-referenziali, con i
fiduciari futuri nominati da quelli in carica. In altri casi, il fiduciario specificherà le organizzazioni o le
agenzie che hanno il diritto di nominare uno o più fiduciari, o qualche altro dettaglio procedurale con cui
vengono identificati i fiduciari.
Legislazione vigente: Non disciplinata da uno specifico statuto (legge del Parlamento). Non vi è un corpo di
giurisprudenza che istituisce vincoli predefiniti applicabili ai trust, e alcune leggi che colpiscono i trust (ad
esempio, il fiduciario Act 2000), ma che disciplinano il contratto (fiduciario) sono la principale fonte di
regolamentazione.
Stato caritativo disponibile? Può avere lo status di carità se soddisfa i criteri necessari.
Distribuzione dei profitti: No - uno dei criteri che definisce le caratteristiche di un trust è che questo non
può distribuire utili.
Esempi di utilizzo :La Unincorporated trust è la forma tradizionale di un lascito o donazione, concederecaritativo dando fiducia. Può anche essere adatto nel caso in cui vi è un obiettivo specifico da raggiungere,
ad esempio un fondo di soccorso in caso di calamità che desidera aumentare e rapidamente devolvere i fondi,
quindi liquidare (anche se ad esempio un trust con un breve ciclo di vita è improbabile che benefici di stato
giuridico “caritative”). Questa persona giuridica non è generalmente raccomandata nei casi in cui vi è un
significativo elemento di rischio finanziario connesso all’ attività intrapresa. Nel settore delle imprese sociali
questa persona giuridica non è molto utilizzata poiché la maggior parte delle imprese sociali ha una base
sociale a struttura democratica.
Tuttavia non è raro per un charitable trust essere aggiunto a una impresa sociale non-caritative per operare
gli aspetti della beneficenza nell’attività dell'impresa. In questo caso, la partecipazione democratica dei
membri avviene nella organizzazione madre, e non nel charitable trust.
Un altro potenziale uso di questa tipo di persona giuridica (che gode di particolari privilegi fiscali, infatti è
esonerata dal pagamento delle imposte sul reddito e delle imposte di successione) è un efficace metodo di
imposta-effettiva nella distribuzione di utili derivanti dal guadagno sociale.
Problemi di partecipazione. Siccome l’organizzazione di questa persona giuridica non dispone di
assemblea dei soci, raramente è la prima scelta per un'organizzazione che intende incoraggiare la
partecipazione alla propria attività e alla controllo dell’impresa. Altrimenti i trust sono liberi di utilizzare la
maggior parte degli altri metodi comuni di incoraggiare la partecipazione, anche se naturalmente non
accedono alla distribuzione degli utili.
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•
COMPANY LIMITED DI GARANZIA – (Società a responsabilità limitata di garanzia)
Stato giuridico della società: Con figura giuridica, legalmente riconosciuta.
Statuto :"E dello statuto", di solito abbreviato in " mem. e le arti" (Articles & Memorandum).
Organo di governo. I "registi" o il “consiglio di amministrazione", anche se la “memoria e le arti” può
utilizzare un altro termine per descrivere gli amministratori. Ad esempio, se la società è registrata anche
come carità, gli amministratori possono essere descritti come "fiduciari", il termine generico di diritto nella
carità per i membri dell'organo direttivo.
Gestione, struttura della governance. Essenzialmente a due livelli, con un consiglio di amministrazione
responsabile nei confronti di una più ampia base sociale (talvolta indicato come "l'adesione partecipanti"). In
genere i membri titolari di diritti di voto nel corso delle assemblee generali e eleggeranno tutti o alcuni degli
amministratori. Ulteriori miglioramenti possono essere aggiunti a questa struttura di base, ad esempio, un
comitato esecutivo (di dimensioni inferiori composto a volte da funzionari onorari e personale dirigente),
soci o un 'Consiglio, che può riunirsi più spesso dell’assemblea generale e con la supervisione degli
amministratori. Tuttavia, è possibile (e piuttosto comune) creare un unico livello di struttura semplicemente
affermando che solo gli amministratori possono essere membri e viceversa. Di conseguenza, visto che questi
due ruoli già esistono all'interno della società, le stesse persone si esibiranno in entrambi. Tutte le imprese
sono tenute ad avere un segretario, di solito descritto come l’amministratore senior. Tale persona può anche
essere un membro o direttore, ma non è necessario.
Adesione. L’ammissibilità all'adesione è descritta in dettaglio negli articoli degli statuti sociali. I soci
possono comprendere persone fisiche o altre organizzazioni o una combinazione dei due.
L’ammissibilità all'adesione può essere soggetta a determinati criteri (ad esempio, vivere o lavorare nello
stesso territorio) o la condivisione di una comune origine etnica, o condividere un interesse in un determinato
sport); o possono esserci articoli che possono semplicemente dire che "qualcuno che sostiene gli obiettivi
possono aderire. Un limite di età inferiore comunemente si applica ai singoli soci (16 o 18).
L'ammissione all'iscrizione è a discrezione degli amministratori, ma il principio della “porta aperta" può
applicare criteri rigorosi in cui sono stabilite, ad esempio, che una persona con una condotta o una tenuta
particolare è idonea a diventare socio. Una società cooperativa offre automaticamente l'adesione a tutti
coloro che condividono un determinato rapporto economico con la società (come ad esempio lavoratori in
una cooperativa di lavoro, gli inquilini in una cooperativa degli alloggi, i clienti in una cooperativa di
consumo, ecc.) Gli articoli dello statuto dovrebbero consentire sempre l'espulsione di soci che agiscono
contro gli interessi della cooperativa. Dove ci sono soci con interessi diversi in una compagine di lavoro,
l'insieme dei soci può essere diviso in due o più classi (ad esempio, i rappresentanti di organi statutari, i
rappresentanti delle attività commerciali locali, i membri della comunità, i soci-utenti e così via). Il voto in
una società di garanzia più comunemente si basa sul principio mutualistico di “una testa un voto”, ma gli
statuti possono specificare anche un altro modello di voto. Una società deve avere un minimo di un socio.
Nel caso in cui il solo socio può essere un'altra organizzazione, una company limited é la forma giuridica
utile per le controllate. I soci non sono tenuti per legge a sottoscrivere un qualsiasi capitale, per diventare
socio. Tuttavia, essi accettano di pagare una somma per i debiti della società nel caso di problemi, mentre
sono soci. Nel settore associativo questo è comunemente nominale £ 1, ma la garanzia può essere più o meno
quella.
Legislazione vigente: Disciplinato in primo luogo dal Companies Act del 1985 e 1989, più un certo numero
di altre leggi applicabili alle imprese.
Stato caritativo disponibile? Una società di garanzia può avere lo status di carità se soddisfa i criteri
necessari.
Previsioni di modifiche alla legge. Il governo si propone di introdurre la “Società di interesse comunitario"
CIC che sarà un'alternativa allo status di carità, disponibile solo per le imprese. Per essere riconosciuta come
CIC sarà necessario avere test meno rigorosi di quelli che si applicano agli enti di beneficenza, ma non sono
ancora stati chiesti sgravi fiscali o agevolazioni fiscali. Il modello CIC è adatto soprattutto per le imprese
sociali. Qualsiasi tipo di azienda sarà in grado di applicare lo status di CIC quando potrà dimostrare di essere
di interesse pubblico e senza scopo di lucro e senza distribuzione di utili. Sono in via di sviluppo progetti
anche per una nuova forma giuridica di beneficenza, la "Organizzazione caritative”. In tal modo verranno
rimosse alcune delle anomalie tecniche che oggi esistono tra società di diritto e di carità. Il CIO inizialmente
sarà un'alternativa alle società di garanzia. In caso di esito positivo può diventare l'unica forma accettabile di
incorporazione per beneficenza in Inghilterra e nel Galles. Spetterà alle altre amministrazioni decidere se
vogliono introdurre i CIO o meno.
22
Distribuzione dei profitti: Gli articoli dello statuto dovranno specificare se la distribuzione degli utili è
consentita oppure no. La distribuzione di utili non sarà possibile in una società che chiede la registrazione
anche come carità ed è molto raro in qualsiasi tipo di volontariato o organizzazione di comunità. La
distribuzione delle eccedenze ai membri è spesso consentita in imprese cooperative.
Esempi di utilizzo. La società di garanzia è molto comune, struttura estremamente flessibile per il
volontariato, comunità e organizzazioni di impresa sociale di tutti i tipi in cui un ente è obbligatorio. Le
società a responsabilità limitata hanno poche caratteristiche e quindi è possibile progettare quasi ogni tipo di
struttura all'interno di questo modello societario. E’ adatto per le organizzazioni rappresentative come ad
esempio associazioni di inquilini, gruppi di pressione e federazioni, quando è necessario per l'organo di
governo rendere conto ai cittadini che l'organizzazione sostiene di rappresentare. In questa società gli
amministratori, di norma, sono eletti e provengono dalla base sociale. Tuttavia, è possibile progettare una
società dove solo i soci sono anche i direttori, che sono quindi costituzionalmente responsabili gli uni verso
gli altri. Una tale struttura può essere preferita per la maggiore stabilità, per cui è probabile l’esistenza di
vincoli all’ammissione per non fare aumentare il numero dei soci. In questo caso, le regole per l’elezione
degli amministratori saranno fissate negli statuti. In alcuni casi, gli amministratori sono effettivamente autoreferenti, con i futuri amministratori nominati dagli attuali. In altri casi, lo statuto specificherà le
organizzazioni o agenzie che hanno il diritto di nominare uno o più amministratori, o qualche altro dettaglio
di procedura in base alla quale gli amministratori sono identificati e nominati.
Problemi di partecipazione. Le imprese hanno il potenziale, basandosi sull'adesione dei soci, per
promuovere un membro attivo, é un modello societario adeguato per la promozione della partecipazione - in
particolare quando i soci condividono un interesse comune. Altrimenti le società sono libere di utilizzare
degli altri metodi comuni per incoraggiare la partecipazione, tra cui la distribuzione dei profitti, in
determinate circostanze.
•
COMMUNITY INTEREST COMPANY (CIC)
Status giuridico: Registrata.
Statuto: Memorandum e articoli dell’associazione.
Organo di governo : I "registi" o il "consiglio di amministrazione", anche se lo statuto può utilizzare un
altro termine per descrivere gli amministratori.
Gestione, struttura della governance. Vedi "Società". Un CIC deve prima essere registrata come una
società a responsabilità limitata; lo status CIC sarà un ulteriore "badge" sovrapposto sulla struttura aziendale
di base.
Legislazione vigente: Sarà disciplinato in primo luogo dalle Comunities Act 1985 e 1989,
Stato Caritativo disponibile? No
Distribuzione dei profitti: No - uno dei principi che definisce le caratteristiche di un CIC sarà che essa non
può distribuire utili (fatta eccezione per un limitato ritorno sul capitale sociale, se la società è limitata da
quote).
Esempi di utilizzo. La CIC è adatta principalmente per le imprese sociali, che necessitano di stare nel
mercato come azienda ma hanno anche bisogno di fornire qualche prova oggettiva di essere vantaggiose per
la comunità e avere credenziali di garantire la concessione di aiuti e altre forme di sostegno.
Problemi di partecipazione. Le imprese hanno il potenziale essendo basate sull'adesione dei soci, per
promuovere un membro attivo, è un modello societario adeguato alla promozione della partecipazione - in
particolare quando i soci condividono un interesse comune. Altrimenti le società sono libere di utilizzare
degli altri metodi comuni per incoraggiare la partecipazione, tra cui la distribuzione dei profitti, in
determinate circostanze.
•
INDUSTRIAL AND PROVIDENT SOCIETY (IPS)
Status giuridico: Registrata.
Statuto: " Regole Registrate ".
Organo di governo : Il "Comitato di gestione" o semplicemente il "Comitato" anche se gli statuti possono
utilizzare un altro termine per descrivere l'organo.
Gestione, struttura della governance. Essenzialmente a due livelli, con un Comitato di gestione
responsabile nei confronti di una più ampia base sociale (talvolta indicato come "i partecipanti
all’adesione"). In genere i soci titolari di diritti di voto eleggeranno tutti o alcuni alla commissione nel corso
23
delle assemblee generali. Ulteriori miglioramenti possono essere aggiunti a questa struttura di base, ad
esempio, un Comitato esecutivo (di dimensioni inferiori che controlla il consiglio, a volte composto da
funzionari onorari e personale dirigente), di un “Consiglio di soci”, che può riunirsi più spesso
dell’assemblea generale con la supervisione del lavoro della commissione. Tuttavia, è possibile creare un
unico livello di struttura semplicemente affermando che la società è gestita dall’ assemblea generale. Tutti i
IPSS sono tenuti ad avere un segretario, di solito descritto come l’ amministratore senior. Tale persona può
anche essere un socio o il direttore, ma non è necessario. Le finanziarie di comunità e le organizzazioni di
volontariato, spesso rivestono la carica di Segretario.
Adesione. Tutti i IPSS devono rilasciare quote di capitale, per cui per diventare socio si deve acquisire la
quota di partecipazione minima prevista. Ci sono due tipi di IPS: la buona fede cooperativa, le società a
beneficio della comunità. In una cooperativa, l'ammissibilità all'adesione sarà basata sulla condivisione di
una comune relazione economica con la società - i dipendenti in una cooperativa di lavoro di, i fornitori di
beni o di servizi in una cooperativa di marketing, gli inquilini in una cooperativa di abitazione, etc. I criteri di
ammissibilità saranno registrati nello statuto. In una società per il bene della comunità, l'ammissibilità
all'adesione può essere specificata nello statuto della società, essendo soggette a specifici criteri (ad esempio,
vivere o lavorare nello stesso territorio, o condividere una comune origine etnica, oppure un interesse per un
particolare sport); o alcuni articoli dello statuto possono semplicemente dire che "qualcuno che sostiene gli
obiettivi" può aderire. La legislazione delle IPS non consente l'adesione degli under-16s.
Tra i soci possono esserci persone fisiche o rappresentanti di altri enti o una combinazione dei due
(organizzazioni non registrate non possono diventare soci, ma gli statuti possono consentire a tali organismi
di nominare persone come soci-rappresentati).
In una cooperativa di comunità, l'ammissione all’ iscrizione è di solito a discrezione degi amministratori, ma
una società con il principio della "porta aperta" può applicare criteri selettivi, ad esempio, qualcuno che si
comporta o ha determinate caratteristiche può diventare socio. Gli statuti dovrebbero sempre consentire
l'espulsione dei soci che agiscono contro gli interessi della società. Un IPS deve avere un minimo di tre soci
(salvo il caso in cui i membri sono essi stessi IPSS, per cui il minimo sono due soci). Dato che le IPS devono
operare sulla base della adesione alla partecipazione, è improbabile che possa essere una forma giuridica
appropriata per le società controllate.
Legislazione vigente: Disciplinata principalmente dalla Industrial and Provident Societies Acts 1965 al
2002, oltre a una serie di altri statuti applicabili alle società (ad esempio l’Insolvency Act, e il Co-operatives
and Community Benefit Societies Act 2003).
Stato Caritativo disponibile? Una società per il bene della comunità (ma non una cooperativa) possono
qualificarsi come una carità se soddisfa i criteri necessari.
Distribuzione dei profitti: La distribuzione degli utili è consentita soltanto in una cooperativa (non una
società a beneficio della comunità). Lo statuto specifica se la distribuzione degli utili è consentita.
Esempi di utilizzo. La IPS è la tradizionale forma giuridica delle cooperative (in particolare quelle di
consumatori, quelle di abitazione e le cooperative agricole e le unioni di credito) e i club maschili di
lavoratori. Qualsiasi tipo di cooperativa dovrebbe essere in grado di registrarsi come l'IPS. La società per il
bene della comunità è comunemente utilizzata da alcuni settori del volontariato, come ad esempio le
associazioni di abitazione, gruppi di trasporto di comunità, i “trust dei tifosi di calcio”, società di
assegnazione, la Royal British Legion, Rugby Union Club, e Women's Institute.
In quanto è molto più facile e meno costoso registrare un IPS utilizzando modelli di regole, è la struttura più
comunemente adottata dalle organizzazioni per le quali tale modello normativo è disponibile. E 'possibile
registrare un "libero progetto di" con articoli definiti (vale a dire le regole che sono state scritte
appositamente per la società), ma questa procedura è più complessa e costosa. Dato che le IPSS in generale, e
le società per il bene della comunità, in particolare, godono di determinati privilegi in materia di emissione
di azioni al pubblico, questa forma giuridica spesso può essere attraente per le imprese sociali e senza scopo
di lucro, le organizzazioni interessate alla raccolta di ingenti fondi dal pubblico .
Problemi di partecipazione. Le IPSS sono intrinsecamente democratiche e fondate sull’adesione sociale,
adatte a promuovere un membro attivo, è una forma giuridica adeguata per la promozione della
partecipazione. Altrimenti le IPSS sono libere di utilizzare la maggior parte degli altri comuni metodi per
incoraggiare la partecipazione, tra cui la distribuzione dei profitti, in determinate circostanze.
24
•
RESPONSABILITA’ LIMITATA (Partnership Limited Liability LLP)
Status giuridico: Registrata. (Nota che la responsabilità limitata è una particolare forma giuridica, ma la
parola "partnership" è utilizzata anche in un contesto più ampio. Così si può avere un'organizzazione
chiamata "XYZ Comunità di “partnership”, che è, in effetti, una società a responsabilità limitata e non
strutturato come una partnership o di un LLP.)
Statuto. "Atto di partnership " o "accordo di partenariato".
Organo di governo. "Il partner".
Gestione, struttura della governance. Un unico livello struttura, con nessun membro diverso dal partner
(che quindi svolgere il duplice ruolo di organo e composizione). Un LLP deve esistere come forma giuridica
fini commerciali: si tratta di una società a scopo di lucro,.
Adesione. I Partner devono essere persone fisiche o enti. Dato che il LLP è una associazione a scopo di
lucro come struttura aziendale, nuovi partner sono normalmente ammesse dai partner esistenti.
Legislazione vigente: Disciplinata dalla Limited Liability Partnerships Act 2000.
Stato caritativo disponibile? No.
Distribuzione dei profitti: Non solo è permesso, ma è necessario – la distribuzione degli utili è una
caratteristica di una partnership.
Esempi di utilizzo. Un LLP non può mai essere una prima scelta per organizzazioni di volontariato per la
comunità a causa della sua condizione di esistere "a fini commerciali" e di distribuire utili ai partner.
Tuttavia, una LLP può essere costituita da una serie di comunità di volontariato o organizzazioni
commerciali a scopo di lucro: per esempio, un gruppo di beneficenza potrebbe formare una LLP per produrre
e vendere cartoline di Natale, per distribuire gli utili tra i partecipanti di beneficenza. Le imprese sociali, o le
cooperative di lavoro sono talvolta strutturate come LLPs. Questo ha il vantaggio che i partner sono tassati
come lavoratori autonomi piuttosto che come dipendenti a PAYE.
Problemi di partecipazione. Le LLP come struttura societaria non dispongono di base associativa, è
improbabile che possa soddisfare un'organizzazione che intende incoraggiare la partecipazione ai propri
affari e al suo governo. Essa può essere utilizzata per le piccole cooperative di lavoro.
Dato che le LLPs sono a scopo di lucro, questa forma giuridica non può mai essere molto utile nella
promozione di metodologie partecipative.
Le nuove entità del diritto societario
Nell’ambito del Trattato di Roma, che impone l’armonizzazione delle legislazioni nazionali, le istituzioni
europee hanno creato e stanno creando dei nuovi soggetti di diritto, con l’obiettivo di creare un quadro
giuridico favorevole allo nascita di nuove forme di collaborazione transfrontaliera:
• Il Gruppo Europeo di Interesse Economico (GEIE, creato nel 1985 tramite un regolamento): ha
configurato un nuovo tipo di associazione, permettendo ai singoli Stati membri diversi di sviluppare
in comune alcune attività, senza doversi fondere o creare una filiale comune.
• La Società Europea (SE, istituita nel 2001, tramite un regolamento e una direttiva): consente a
società costituite in Stati membri diversi di fondersi, di formare una holding comune o di aprire una
filiale comune, evitando di doversi scontrare con i molteplici ordinamenti giuridici dei vari Stati
membri. La società europea contribuisce a organizzare la partecipazione dei lavoratori alle attività
dell’impresa.
• I Comitati Aziendali Europei (istituiti nel 1994 mediante direttiva):promuovono la partecipazione
dei lavoratori alle attività dell’impresa e il loro diritto ad essere informati e interpellati in merito ad
esse.
• La Società Cooperativa Europea (istituita nel 2003): promuove lo sviluppo delle attività
internazionali delle cooperative attraverso strumenti giuridici adeguati. Anch’essa organizza e
valorizza la partecipazione dei lavoratori alle attività dell’impresa.
• L’Associazione Europea (ancora in fase di definizione attraverso un regolamento e una direttiva): il
suo scopo è introdurre uno statuto europeo che consenta a tutto il mondo associativo e alle
fondazioni di operare sul territorio della comunità. Anch’essa organizza la partecipazione dei
lavoratori.
• La Mutua Europea (ancora in fase di definizione tramite un regolamento e una direttiva): il suo
scopo è promuovere lo sviluppo delle attività transnazionali delle mutue, dotandole di adeguati
strumenti giuridici e tenendo conto delle loro finalità. Organizza la partecipazione dei lavoratori.
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Società Cooperativa Europea
Statuto della società cooperativa europea - L'Unione europea facilita, tenendo conto delle loro specificità,
lo sviluppo delle attività transnazionali delle cooperative dotandole di strumenti giuridici adeguati. Essa
permette la creazione di nuove cooperative di persone fisiche o giuridiche su scala europea. Essa assicura
inoltre i diritti d'informazione, di consultazione e di partecipazione dei lavoratori in una società cooperativa
europea (SCE).
• Regolamento (CE) 1435/2003 del Consiglio, del 22 luglio 2003, relativo allo statuto della società
cooperativa europea.
• Direttiva 2003/72/CE del Consiglio, del 22 luglio 2003, che completa lo statuto della società
cooperativa europea per quanto riguarda il coinvolgimento dei lavoratori.
Regolamento del Consiglio relativo allo Statuto della SCE
Natura della SCE
La SCE è definita come una società avente personalità giuridica e il cui capitale sottoscritto è diviso in quote.
La sede della SCE, fissata dallo statuto, deve essere situata all'interno della omunità e coincidere con il luogo
in cui è stabilita l'amministrazione centrale. La SCE dispone della personalità giuridica a partire dalla sua
iscrizione nello stato in cui ha la sede.
La SCE ha per oggetto principale il soddisfacimento dei bisogni e/o la promozione delle attività economiche
e sociali dei propri soci, in particolare mediante la conclusione di accordi con questi ultimi per la fornitura di
beni o servizi o l'esecuzione di lavori nel quadro dell'attività che la SCE esercita o fa esercitare.
Costituzione della SCE
Fatte salve le disposizioni del presente regolamento, la costituzione di una SCE è disciplinata dalla
legislazione applicabile alle cooperative dello Stato in cui la SCE stabilisce la propria sede sociale.
La SCE può essere costituita nei modi seguenti:
• da almeno cinque persone fisiche residenti in almeno due stati membri;
• da almeno cinque persone fisiche e società ai sensi dell'articolo 48, secondo comma, del trattato,
nonché da altre entità giuridiche di diritto pubblico o privato, costituite conformemente alla legge di
uno Stato membro e che abbiano la sede sociale in almeno due Stati membri diversi o siano soggette
alla legge di almeno due Stati membri diversi;
• da società ai sensi dell'articolo 48, secondo comma, del trattato e altre entità giuridiche di diritto
pubblico o privato costituite conformemente alla legge di uno Stato membro che siano soggette alla
giurisdizione di almeno due Stati membri diversi;
• mediante fusione di cooperative costituite secondo la legge di uno Stato membro e aventi la sede
sociale e l'amministrazione centrale nella Comunità, se almeno due di esse sono soggette alla legge
di Stati membri diversi;
• mediante trasformazione di una cooperativa, costituita secondo la legge di uno Stato membro ed
avente la sede sociale e l'amministrazione centrale nella Comunità, se ha da almeno due anni una
filiazione o una succursale soggetti alla legge di un altro Stato membro.
• Uno Stato membro può prevedere che un'entità giuridica la cui amministrazione centrale non si trovi
all'interno della Comunità possa partecipare alla costituzione di una SCE, a condizione che tale entità
sia costituita in base alla legge di uno Stato membro, abbia la propria sede sociale in questo stesso
Stato membro e presenti un legame effettivo e continuato con l'economia di uno Stato membro.
Capitale della SCE
Il capitale della SCE è rappresentato dalle quote dei soci espresse nella valuta nazionale. Esso deve essere di
almeno 30 000 euro o del suo equivalente in valuta nazionale. Anche una SCE che ha la sede sociale in un
paese al di fuori della zona euro può esprimere le quote in euro. Qualora la legge di uno Stato membro
prescriva la sottoscrizione di un capitale più elevato per le entità giuridiche che esercitano determinati tipi di
attività, tale legge si applica alle SCE che hanno la sede sociale in tale Stato membro.
Un aumento o una diminuzione del capitale non richiede né modifiche statutarie, né pubblicità, purché sia
rispettato l'ammontare minimo e la pubblicità annuale dell'ammontare del capitale. Una volta l'anno,
l'assemblea generale deve constatare, mediante risoluzione, l'ammontare del capitale alla chiusura
dell'esercizio e la sua variazione in rapporto all'esercizio precedente.
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Statuto della SCE
I fondatori redigono lo statuto della SCE nell'osservanza delle disposizioni sulla costituzione delle società
cooperative, previste dalla legislazione dello Stato membro in cui ha sede sociale la SCE. Il requisito di
forma per lo statuto è la scrittura privata.
Lo statuto della SCE deve indicare almeno:
1. la denominazione sociale preceduta o seguita dalla sigla «SCE» e, ove occorra, dall'indicazione «a
responsabilità limitata»,
2. l'indicazione esatta dell'oggetto sociale,
3. il nome delle persone fisiche e la denominazione sociale delle entità che sono soci fondatori della
SCE, con l'indicazione, in quest'ultimo caso, dell'oggetto e della sede sociale,
4. l'indirizzo della sede sociale della SCE,
5. le condizioni e le modalità per l'ammissione, l'esclusione e il recesso dei soci,
6. i diritti e gli obblighi dei soci e, se del caso, le loro differenti categorie, nonché i diritti e gli obblighi
di ciascuna categoria,
7. il valore nominale delle quote sottoscritte, nonché l'ammontare del capitale sottoscritto e
l'indicazione della variabilità del capitale,
8. le norme specifiche relative all'importo degli utili da destinare, ove occorra, alla riserva legale,
9. i poteri e le attribuzioni dei membri dei singoli organi sociali,
10. le condizioni di nomina e di revoca dei membri degli organi sociali,
11. le regole che disciplinano le maggioranze e i quorum,
12. la durata della vita della società, quando questa ha durata limitata.
Trasferimento della sede sociale
1. La sede sociale della SCE può essere trasferita in un altro Stato membro;
2. il trasferimento non dà luogo allo scioglimento, né alla costituzione di una nuova persona giuridica.
Principio di non discriminazione
Fatte salve le disposizioni del regolamento, una SCE è trattata in ciascuno Stato membro come una
cooperativa costituita in conformità della legge dello Stato membro in cui la SCE ha la sede sociale.
Iscrizione e contenuto della pubblicità
Ogni SCE è soggetta all'obbligo di iscrizione, nello Stato membro della sede sociale, in un registro designato
dalla legge di tale Stato conformemente alla legge applicabile alle società per azioni. L'iscrizione e la
cancellazione dell'iscrizione di una SCE formano oggetto di una comunicazione pubblicata a titolo
informativo nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea.
Gli atti e le indicazioni riguardanti la SCE soggetti all'obbligo di pubblicità in base al presente regolamento
sono pubblicati secondo le modalità previste dalla legislazione dello Stato membro per le società per azioni
in cui la SCE ha la sede sociale.
Struttura della SCE
Il regolamento prevede che la struttura della SCE comprenda
• un'assemblea generale
• un organo di direzione affiancato da un organo di vigilanza (sistema dualistico) o da un organo di
amministrazione (sistema monistico) a seconda della scelta adottata dallo statuto.
L'assemblea generale deve essere convocata almeno una volta l'anno, entro sei mesi dalla chiusura
dell'esercizio.
Nel sistema dualistico l'organo di direzione assicura la gestione della società cooperativa europea. Il
membro o i membri dell'organo di direzione hanno il potere di obbligare la società cooperativa nei confronti
dei terzi e di rappresentarla in giudizio. Essi sono nominati e revocati dall'organo di vigilanza. Nessuno può
esercitare simultaneamente la funzione di membro dell'organo di direzione e quella di membro dell'organo di
vigilanza della SCE. L'organo di vigilanza può tuttavia, in caso di una vacanza, designare uno dei suoi
membri per esercitare le funzioni di membro dell'organo di direzione. Nel corso di tale periodo, le funzioni
dell'interessato in qualità di membro dell'organo di vigilanza sono sospese.
Nel sistema monistico l'organo di amministrazione garantisce la gestione della SCE. Il membro o i membri
dell'organo di amministrazione hanno il potere di obbligare la SCE nei confronti dei terzi e di rappresentarla
in giudizio. Solo la gestione della SCE può essere delegata dall'organo di amministrazione ad uno o più soci.
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Lo statuto della SCE elenca le categorie di operazioni per le quali si richiede:
• nel sistema dualistico, un'autorizzazione dell'organo di vigilanza o dell'assemblea generale all'organo
di direzione;
• nel sistema monistico, una decisione esplicita adottata dall'organo di amministrazione o
un'autorizzazione dell'assemblea generale.
Controllo e pubblicità dei conti
La SCE è sottoposta alle disposizioni della legislazione dello Stato in cui ha sede sociale, per quanto riguarda
la redazione, il controllo e la pubblicità dei conti annuali e dei conti consolidati, in applicazione delle
disposizioni comunitarie esistenti.
Scioglimento, liquidazione, insolvenza e cessazione dei pagamenti
Lo scioglimento della SCE è pronunciato mediante decisione dell'assemblea generale, per esempio per
decorrenza del termine fissato dallo statuto o per riduzione del capitale sociale al di sotto del minimo
stabilito, oppure mediante decisione giudiziaria, per esempio quando la sede della SCE è stata trasferita al di
fuori della Comunità.
La SCE oggetto di una procedura di liquidazione, d'insolvenza o di cessazione dei pagamenti è sottoposta
alle disposizioni del diritto nazionale dello Stato in cui ha la sede.
Regole applicabili alle SCE costituite esclusivamente da persone fisiche ovvero da una sola entità
iuridica e da persone fisiche
Nel caso di una SCE costituita esclusivamente da persone fisiche ovvero da una sola entità giuridica e da
persone fisiche, che impiegano, nel loro insieme, almeno 50 lavoratori in almeno due Stati membri, si
applicano le disposizioni precedenti.
Nel caso di una SCE costituita esclusivamente da persone fisiche ovvero da una sola entità giuridica e da
persone fisiche, che impiegano, nel loro insieme, meno di 50 lavoratori o che impiegano 50 o più lavoratori
in un solo Stato membro, il coinvolgimento dei lavoratori è disciplinato dalle seguenti disposizioni:
• nella SCE stessa, si applicano le disposizioni dello Stato membro della sede sociale della SCE,
applicabili ad altre entità dello stesso tipo;
• nelle sue filiazioni e succursali, si applicano le disposizioni dello Stato membro in cui esse sono
situate, applicabili ad altre entità dello stesso tipo.
Disposizioni varie
La direttiva fissa altresì obblighi in materia di segreto e riservatezza, disciplina il funzionamento dell'organo
di rappresentanza e la procedura per l'informazione e la consultazione dei lavoratori, la protezione dei
rappresentanti dei lavoratori e detta altre disposizioni minori utili al suo corretto funzionamento.
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La storia della cooperazione nel Regno Unito
La cooperazione organizzata nel Regno Unito risale ai primi decenni del 1700 ed è associata alla nascita di
una società di assicurazione contro gli incendi la Mutual Fire. Seguirono delle organizzazioni di tessitori
riuniti in cooperative e in Inghilterra e Scozia sorsero anche dei mulini collettivi. Intorno al 1770 nacquero
delle società di abitazione, organizzazioni di tipo cooperativo che tentavano di risolvere il problema delle
pessime condizioni abitative dovuto alla rapida migrazione dalla campagna alla città della popolazione
inglese. In questo decennio si assistette anche alla nascita della prima cooperativa di sarti, che fece da
precursore al movimento cooperativo degli operai tessili. Alla fine del secolo Robert Owen svolse un ruolo
molto importante negli sviluppi del movimento cooperativo, istituendo nel 1799 il New Lanark on the Clyde
come modello per la cooperazione industriale.
Nei primi anni dell’800 si ebbero varie sperimentazioni di negozi e botteghe organizzati secondo principi
cooperativi, che culminarono, nel 1820, con l’organizzazione della prima cooperativa ufficiale di consumo,
fondata a Brighton dal Dottor William King, noto anche per la fondazione del “The Cooperator”, la prima
rivista cooperativa del mondo. Secondo i dati dell’ILO Cooperative Chronology nel 1830 esistevano 300
società cooperative e 12 riviste cooperative registrate ufficialmente. L’anno seguente a Manchester si tenne il
primo Congresso Cooperativo del Regno Unito. La fondazione nel 1844 della Rochdale Society of
Equitable Pioneers è considerata come il momento di inaugurazione del movimento cooperativo moderno,
ma in realtà già prima di allora, in Gran Bretagna e altrove, c’erano stati quasi cento anni di sperimentazioni
e di pensiero cooperativo, dei quali la Rochdale Society fu piuttosto un prodotto finale.
Il periodo che va dalla nascita della Rochdale Society alla prima guerra mondiale fu un periodo di sviluppo e
crescita rilevanti. Il governo sostenne l’azione cooperativa fondando il registro delle cooperative nel 1846,
seguito dall’Industrial and Provident Societies Act del 1852 (la prima legislazione cooperativa al mondo),
che fu corretta nel 1862 per permettere la costituzione dei consorzi cooperativi. La prima cooperativa del
Galles, fra minatori, fu fondata nel 1859. Nuovi settori cooperativi fecero la loro apparizione, compresi quelli
di produzione lavoro (1850), le coop di consumo all'ingrosso (1862-63), quelle di assicurazione (1867), le
cooperative agricole (1867), quelle bancarie (1868,1872,1876), le cooperative di abitazione (1884) e quelle
immobiliari (1900). Sorsero anche federazioni di cooperative ed altri gruppi di supporto al movimento
cooperativo; tra tutti si segnalano l’Unione Cooperativa di Manchester (1869), una federazione di produzione
(1882), una federazione agricola (1901) e altre federazioni di pesca (1914). Inoltre furono fondate l'Unione
delle coop.ve femminili in Inghilterra e Galles (1884), e poi in Scozia (1892) ed un Comitato consultivo per
l’Educazione (precursore del College Cooperativo di Loughborough).
Il congresso annuale del movimento cooperativo britannico acquistò rilevanza su scala internazionale
quando, come gesto di solidarietà, furono invitati membri di cooperative straniere. Questo processo di
internazionalizzazione ebbe inizio con il Congresso di Londra del 1869 e pochi anni dopo, nel 1886, fu
possibile ad Edward de Boyve, un membro Francese, proporre la formazione di una federazione cooperativa
internazionale, un passo importante per arrivare nel 1895 alla nascita dell’ICA.
Gli anni tra le due Guerre segnarono un periodo di istituzionalizzazione dei passi già fatti negli anni
precedenti. Nel 1919 fu fondato il Cooperative College di Loughborough ed il primo Partito Cooperativo, la
cui funzione era quella di difendere con maggiore aggressività gli interessi politici ed economici delle
cooperative. Le attività produttive della cooperazione di consumo si estesero, ci fu una fusione fra l'attività di
vendita all’ingrosso inglese e quella scozzese e fu data maggiore attenzione alla creazione di servizi
cooperativi più facilmente disponibili per il pubblico. Le cooperative agricole estesero il loro raggio d’azione
grazie alla formazione dell’Associazione Cooperative Agricole Gallesi e del Comitato Cooperativo, entrambi
all’interno della National Farmers Union. La fondazione Horace Plunkett ( successivamente fondazione
Plunkett per gli Studi Cooperativi) , nata a Londra nel 1919, diventò il principale strumento di informazione
sulle attività delle cooperative agricole ed iniziò, nel 1926, la pubblicazione dello “Year Book of Agricultural
Cooperatives”. Nel 1920 fu fondata la Overseas Farmer’ Cooperative Association con la funzione di
facilitare le relazioni politiche e commerciali con l’Australia, la Nuova Zelanda ed il Sud-Africa. Tema
importante di quel periodo fu anche quello di spronare il coinvolgimento di soci più giovani all’interno delle
cooperative. La prima Scuola Estiva Internazionale Cooperativa fu fondata nel 1921, il Sindacato Nazionale
dei Cooperatori nel 1926, così come la Woodcraft Folk, che focalizzò il campo d’azione sulle attività
cooperative ricreative rivolte ai bambini. Nel 1941 si formò la Federazione Nazionale Giovani Cooperatori.
Nell’immediato secondo dopo-guerra le cooperative si dedicarono principalmente alla ricostruzione del
paese e con la ripresa economica ristabilirono le loro reti. Furono ricostruiti i negozi, ripristinate le imprese
di produzione, la costruzione di edifici, e, soprattutto, fu riorganizzato il settore agricolo, tenendo in
29
considerazione la continua migrazione dalla campagna alla città e l’aumentata qualità della produzione
agricola. Le cooperative di consumo dovettero affrontare una competizione sempre più accanita, cosa che
rese necessario un ripensamento generale dei loro modi di operare. Piccoli negozi locali vennero affiancati, e
spesso anche rimpiazzati, dai più moderni supermercati; e questi, a loro volta, da ipermercati regionali, che,
nell’organizzazione aziendale, erano simili a grandi magazzini. Continuarono ad espandersi le cooperative di
abitazione, soprattutto a Londra e nel nord-est dell’Inghilterra, diventando il secondo settore in termini di
numero di soci. Grazie all’assistenza dello U.S. Credit Union Movement ed al WOCCU (Organizzazione
mondiale delle Union Credits), fu fondata anche una struttura di credito; e nel 1994 si arriverà ad un totale di
340 cooperative di credito con 135.000 soci, oggi 755. Le cooperative di produzione e lavoro continuarono a
costituire un piccolo settore attivo del movimento.
Le cooperative britanniche hanno rivolto una parte delle loro energie nell’assistere i movimenti nascenti nei
paesi in via di sviluppo, grazie all’azione della Fondazione Plunkett, della Cooperativa Liaison e dell’Unità
Educazione e Ricerca del Cooperative College. Il dipartimento governativo per lo Sviluppo ha assunto degli
specialisti nelle procedure cooperative per assistere i progetti di cooperative nascenti e la relativa
implementazione. La Banca Cooperativa e la Società Cooperativa di Assicurazione del Regno Unito si sono
rivelate leader del settore a livello internazionale per i programmi di assistenza ai paesi in via di sviluppo. Le
varie organizzazioni nazionali del settore si sono affiliate al movimento cooperativo europeo, impegnato a
creare una rete di organizzazioni cooperative dell’Unione Europea.
Da un uno studio sull’Economia Sociale nel suo complesso operante oggi nel Regno Unito, si rileva la
compresenza accanto al settore tradizionale delle cooperative, di un grande numero di organizzazioni di
volontariato e società a carattere caritativo(charity sector). Negli ultimi anni questo settore ha avuto uno
notevole sviluppo, e tutti gli attori istituzionali sono coinvolti nel più vasto dibattito (politico e teorico)
sull’”impresa sociale”quale soggetto fondamentale dello sviluppo, in grado di combinare la giustizia
sociale con il dinamismo economico. Il dibattito è alimentato dalle proposte politiche di riforma dei servizi
pubblici che si indirizzano verso un aumento delle pratiche del subappalto da parte delle autorità pubbliche
per la fornitura di servizi. In termini di definizione di impresa sociale, sono diverse quelle operanti nel Regno
Unito. La definizione data da EMES (Centro Europeo di ricerche sull’impresa sociale) di impresa sociale in
termini di “Impresa di Coalizione” (SEC) ha avuto qualche diffusione, ma la più influente è stata la
definizione avanzata di “Social Enterprise Unit”, in cui si afferma che:
Le Imprese sociali fanno parte dell’"Economia Sociale". L'economia sociale è un fiorente e crescente
insieme di organizzazioni che sono a metà strada tra il tradizionale settore privato da una parte, e il
settore pubblico dall'altra. A volte denominato "terzo settore", comprende il volontariato e le sue
organizzazioni, le cooperative, le fondazioni e le associazioni di molti tipi. Una impresa sociale è una
società in primo luogo con obiettivi sociali le cui eccedenze (utili) sono principalmente reinvestite a
tale scopo nel lavoro o nella comunità, piuttosto che essere spinte dalla necessità di massimizzare il
profitto per gli azionisti e i proprietari.
Le principali tipologie di imprese sociali nel Regno Unito sono:
• le cooperative tradizionali e le mutue;
• le cooperative sociali;
• le strutture del volontariato attive nella fornitura di servizi attraverso il lavoro temporaneo e/o
permanente;
• il settore delle mutue sanitarie e dell’assistenza sociale e le organizzazioni di volontariato operanti
nelle stesse attività;
• le community business (associazioni di imprese locali) di fornitura di servizi e di
formazione/avviamento al lavoro;
• le imprese sociali (soprattutto per l’occupazione e la formazione di persone disabili);
• le imprese di lavoro temporaneo; organizzazioni di edilizia abitativa;
• laboratori protetti per le persone disabili.
30
L’esame dei dati de “Social Enterprise Unit”1 aiuta a fornire un quadro più preciso del settore dell' impresa
sociale. Nel 2005, sono state rilevate 15.000 imprese sociali 2.
Queste hanno realizzato un fatturato totale di 18 miliardi di sterline (€ 22,3 miliardi), e dato occupazione a
775.000 persone, tra cui 300.000 volontari(vedi nota 2). Come parametro di riferimento, le cifre
dell'occupazione nel Regno Unito (1995) nel settore dell'economia sociale (in ETP occupati a tempo pieno
equivalenti) sono i seguenti: 127.575 posti di lavoro nelle cooperative, 22.387 posti di lavoro nelle mutue e
1.473.000 posti di lavoro nel settore del volontariato, vale a dire una cifra totale di 1.622.962 posti di lavoro
(vedi nota 2) pari all’8,42% dell’occupazione totale.
Non esistono in generale politiche pubbliche in materia di impresa sociale alle quali poter attingere
specificatamente per la loro attività, ad esempio, le sovvenzioni nell’ambito del lavoro di integrazione delle
persone svantaggiate sono destinate a queste ultime piuttosto che alle imprese che le sostengono. Tuttavia ci
sono state alcune (temporanee) misure specifiche a sostegno dello sviluppo del settore, come ad esempio i
finanziamenti per la Social Enterprise Unit, e un nuovo programma per imprese socio-sanitarie emergenti.
Vi sono due importanti cambiamenti politici avvenuti di recente che interessano il settore delle imprese
sociali. Il primo cambiamento ha visto lo spostamento di Patricia Hewitt, Ministro del Governo e già
ministro del Dipartimento del Commercio e dell'Industria (che aveva istituito la Social Enterprise Unit), al
Dipartimento della Salute, e vi è stata la creazione di nuove Social Enterprise Unit, portando alla nascita di
un sostegno specifico per le imprese sociali in questo campo. In secondo luogo, il dipartimento della Social
Enterprise Unit è stato trasferito presso l'Ufficio del Terzo Settore (OTS), dove sarà sottoposto al controllo
governativo insieme al settore del volontariato. Questa potrebbe essere una sfida importante per il settore
delle imprese sociali, dal momento che finora è sembrato che le grandi e medie organizzazioni di
volontariato non abbiano sempre recepito il vantaggio derivante dall’ assunzione del marchio di “impresa
sociale”, ma questo trasferimento governativo consente anche la possibilità di una sostanziale assimilazione
con il settore del volontariato.
Il dibattito teorico sui temi attuali dell’ impresa sociale non é diverso da quello riscontrabile nella letteratura
sulle cooperative e le società non a scopo di lucro.
Fonte:
Jack Shaffer, Historical Dictionary of the Cooperative Movement, The Scarecrow Press, Inc. Lanham, Md., & London
1999.
Roger Spear, “Uso del marchio ”impresa sociale" e procedure di aggiudicazione degli appalti”- 2007.
Per approfondire:
Andrew Bibby, Partecipazione finanziaria dei dipendenti nelle cooperative in Gran Bretagna, 2004 Progetto
Confidence .
1
Testo tratto da un testo di Roger Spear, alcuni elementi di questa indagine non sono rilevati con buon rigore scientifico nello
studio, per esempio i dati della forza lavoro non sono stati espressi in ETP.
2
Volontari di lavoro in media due ore / settimana, se si considera che altri lavoratori lavorano a tempo pieno, la cifra approssimativa
in ETP sarebbe di 491.000.
31
L’organizzazione della cooperazione del Regno Unito
“Le dimensioni e il campo di applicazione delle cooperative nel Regno Unito deve essere uno dei nostri
segreti meglio custoditi” – dice Ben Reid, Presidente della Co-operativesUK e Chief Executive di
Cooperative Midcounties, (in Co-operative Review 2007)” – “Per molte persone nel Regno Unito la loro
percezione di "co-op" viene definita dai negozi al dettaglio che essi ben conoscono e visitano. Ma questo
particolare punto di vista dell'impresa cooperativa nel Regno Unito racconta solo una parte della sua storia.
L’ impresa cooperativa nel Regno Unito è impegnata in tutti i settori dell’economia. Quasi una persona su
cinque nel Regno Unito è membro di una cooperativa. Molti di più, invece, beneficiano dei beni e dei servizi
forniti da cooperative”. Con queste parole si apre la rivista ufficiale dell’organizzazione più rappresentativa
della cooperazione inglese, Co-operativeUK, a testimonianza della difficoltà ad avere, anche per chi ne
rappresenta una porzione significativa e coesa, un quadro realmente aderente della realtà della cooperazione
inglese oggi.
Il movimento cooperativo inglese comprende le cooperative e le mutue che operano in tutti i settori
dell'economia e della società. Copre una vasta gamma di imprese e di servizi per soddisfare le diverse
esigenze economiche, sociali e culturali dei soci e dei cittadini. Dalla produzione di alimenti alla vendita al
dettaglio, dai servizi bancari e finanziari, la cooperazione oggi si è diffusa in settori diversi come quello
dell’abitazione e nella fornitura di servizi di cura, nel tempo libero e nello sport.
Nel Regno Unito attualmente operano circa 4.370 imprese cooperative, come sinteticamente riportato nella
tavola a pagina …. Nel suo complesso la cooperazione inglese non è fra le più grandi del contesto europeo e
internazionale, per numerosità e per valori complessivi espressi in termini di fatturato, pur rappresentando il
paese che ha visto nascere gli ideali cooperativi e le prime significative esperienze in tal senso in tempi
ormai lontanissimi.
Lo stato britannico non riconosce la forma legale cooperativa come un soggetto economico specificamente
regolamentato, non ha quindi benefici di natura fiscale, benché in un contesto comunque caratterizzato da
una fiscalità moderata. La cooperazione, in quanto tale è inserita, anche nelle statistiche pubbliche, nel vasto
mare del “Terzo settore” insieme al grande e articolato mondo del volontariato e delle attività benefiche
dell’economia sociale. Da questo discende la scarsità di informazioni statistiche specifiche (si pensi per
esempio che nella BD Amadeus (data base sulle imprese europee utilizzata in questa ricerca) non si
individuano le cooperative per forma giuridica in quanto esse adottano, nella maggioranza dei casi, quella di
“Industrial and Provident” come decine di migliaia di altre società, risultando quindi difficilmente
distinguibili nel caso non riportino nella ragione sociale l’acronimo coop . Ora, se da un lato per una
cooperativa aderente a Co-operativeUK esiste l’informazione su settore di attività, dimensione, modelli di
governance e altro ancora, per la stragrande maggioranza delle imprese cooperative non associate questo
risulta particolarmente difficile. Da tale difficoltà nasce l’esigenza di una maggiore informazione sulla
specifica realtà cooperativa, che la stessa organizzazione Co-operativeUK ha espresso e sollecitato
all’attenzione delle autorità pubbliche. Dai primi anni del duemila ha cominciando ad operare in tal senso in
maniera diretta e da alcuni anni viene quindi fornito un quadro riassuntivo del movimento cooperativo (in
Co-operative Review) che consente di delinearne il perimetro, ma molta strada è ancora da fare.
32
470 cooperative associate
Tutti i Settori di Attività
anno 2006
Credit Union
N° di Cooperative
4.370
N° di Cooperative
755
N° di Soci
N° di Occupati
Fatturato mil.€
Totale Attivita' mil.€
Utili mil.€
10.991.000
195.000
39.415
12.440
1.169
N° di Soci
N° di Occupati
Giro d'Affari mil. €
Totale Attivita' mil.€
Cap.& Riserve mil.€
977.072
1.067
162,8
1.797
1.130
cooperative di consumatori
N° di Cooperative
N° di Soci*
N° di Occupati
Fatturato mil. €*
Utili mil. €*
Riserve €*
Punti vendita
453
8.256.000
70.000
18.389
524
7.244
3.000
cooperative agricole
N° di Cooperative
N° di Soci
N° di Occupati
Fatturato mil. €
Utili mil. €
Cap. Sociale mil. €
430
160.000
…
6.602
86
637
* il dato si riferisce per il 90% alle prime 34 coop
cooperative di lavoro
N° di Cooperative
N° di Soci
N° di Occupati
Fatturato mil. €
Utili mil. €
Capitale Sociale €
cooperative di abitazione
363
2.057
1.649
189
4,6
41
N° di Cooperative
N° di Soci
N° di Occupati
Fatturato mil. €
Utili mil. €
N° Alloggi
650
40.053
253
144
13,8
28.720
Al quadro riassuntivo vanno aggiunte le istituzioni finanziarie mutualistiche, ovvero le Banche (Building
Societies) e le Società Mutualistiche Assicurative, oltre una miriade di piccolissime realtà.
Come già detto in precedenza Co-operativeUK è la centrale di adesione di imprese cooperative più
importante del Regno Unito, agisce per la promozione delle cooperative e le soluzioni mutualistiche. E’ una
cooperativa di secondo livello controllata democraticamente dalle cooperative e dalle altre organizzazioni
che ne compongono la base sociale. Attualmente le associate sono 470.
Accanto ad essa opera un folto gruppo di organizzazioni sia di ambito territoriale che settoriale.
Co-operativesUK opera come partner strategico con l'Ufficio del Terzo Settore per promuovere le imprese
sociali, in particolare, le cooperative di lavoro, cooperative di comunità, le cooperative con più tipologie di
soggetti (multi-stakeholder),e i consorzi cooperativi. In questo ambito, quando il governo ha iniziato a
realizzare il piano di intervento lanciato nel 2006 (per l'erogazione del servizio pubblico da parte di imprese
sociali e del terzo settore) con l'invito alle organizzazioni delle imprese sociali di fare un’offerta strategica
per la concessione di finanziamenti a titolo del OTS, per la cooperazione Co-operativesUK ha partecipato
attivamente alla stesura delle proposte per l’ottenimento dei finanziamenti.
33
Accanto a Co-operativesUK però, esistono molte altre organizzazioni di tipo associativo, sia di ambito
territoriale che settoriale. Le più importanti sono qui ricordate:
ABCUL E’la principale associazione che rappresenta gli interessi dei Sindacati di Credito nel Regno Unito
e ad essa aderiscono più di 366 Credit Unions.
UKCreditUnions E’una associazione che rappresenta 60 Unioni di Credito dell’Inghilterra, del Galles,
della Scozia e dell’Irlanda del Nord.
SAOS Rappresenta 80 cooperative agricole e rurali della Scozia ed è specializzata nello sviluppo della
cooperazione tra i produttori primari e nella filiera di approvvigionamento di alimenti e bevande.
La Federazione Nazionale delle Organizzazioni di Gestione Inquilini (NFTMO)
Rappresenta la gestione di cooperative, tenuta dei consigli di amministrazione e di altre forme di
organizzazioni di gestione inquilini in Inghilterra. Ha come obiettivo quello di sostenere le organizzazioni
esistenti e favorire lo sviluppo di nuove società. E’ stato fondato nel 1992 e ha 125 membri.
Il Working Men’s Club and Institute Union (CIU)
E’la più grande organizzazione senza scopo di lucro del tempo libero, sociale e di spettacolo del Regno
Unito, che rappresenta gli interessi e i gusti dei tre milioni di soci del club.
Collegio Cooperativo Opera nell'istruzione e nella formazione, consulenze e ricercche per le cooperative
sociali e per il settore impresa mutualistica nel Regno Unito e a livello internazionale. Offre workshop su
misura e alta formazione per i soci, gli amministratori, lo staff e i managers di cooperative, delle imprese
sociali e delle organizzazioni mutualistiche in generale.
Il Co-operative Party E’ il partito della giustizia sociale. Promuove e sostiene le cooperative e tutte le
forme di organizzazioni mutualistiche per dare maggior peso ai lavoratori dipendenti e ai cittadini .
CPMA E’ un'associazione che rappresenta le cooperative di Management e gestisce le agenzie per
l’occupazione per le persone che lavorano nelle arti e nello spettacolo.
ChiS E’ una associazione recentemente costituita per rappresentare gli interessi della cooperazione di
edilizia abitativa in Scozia.
Country Markets Ltd (CML) E’ una organizzazione cooperativa di vendita al dettaglio, registrata con la
Industrial & Provident Societies Act, che è diffusa in Inghilterra, nel Galles e nelle Isole del Canale, è gestita
da un consiglio di amministrazione democraticamente eletto e composto di dirigenti volontari. Ad essa
aderiscono 65 società.
EFFP (English Farming and Food Partnership) Istituita nel 2003 per sostenere la crescita e lo
sviluppo di imprese cooperative di agricoltori. L’impresa a “controllo dell’agricoltore” (FCB) è, come
suggerisce il nome, una società commerciale legalmente registrata in cui gli agricoltori o le organizzazioni
agricole sono titolari di una partecipazione di controllo. Le FCBs sono costituite dagli agricoltori per
consentire loro di realizzare insieme obiettivi che non possono da soli.
Fondazione Plunkett E’ una organizzazione caritativa di Formazione che mira a migliorare il tenore
di vita rurale attraverso le cooperative e le imprese sociali. La Fondazione ha 80 anni d’esperienza pratica
di lavoro con partner del settore privato per promuovere e attuare soluzioni economiche di auto-aiuto nei
problemi delle comunità rurali.
Confederation of Co-operative Housing Ltd (CCH) Rappresenta le cooperative di alloggio,
controllate dall’inquilino e le federazioni regionali delle cooperative di abitazione in Inghilterra e nel Galles.
34
Attualmente non esiste una specifica legislazione cooperativa del Regno Unito.
La Forma cooperativa non è legalmente riconosciuta, ed esse assumono altre forme giuridiche.
Le forme giuridiche più comunemente usate dalle cooperative sono:
1-La società Industrial and Provident
Tipo di società britanniche che possono essere registrate in base all’”Industrial and Provident Societies Act
(serie di leggi che vanno dal 1852 al 1978). Sono società che godono di personalità giuridica e responsabilità
limitata, possono svolgere qualsiasi attività commerciale prevista dai loro statuti purché nessun socio, fatta
eccezione per le imprese iscritte nel registro delle società, possieda azioni che superino il valore di 200
sterline.
2-Società a responsabilità limitata da garanzia (Company limited by guarantee)
Tipo di società nella quale la responsabilità dei soci è limitata alla somma che ciascuno di loro si è
impegnato a versare in caso di liquidazione della società, somma specificata nell’atto costitutivo della
società. Tale società é senza scopo di lucro ed adatta a molti tipi di associazioni.
3-Società per azioni (Company limited by shares)
E’ la tipica società per azioni, in cui la responsabilità dei soci è limitata alla parte di decimi non ancora
versati, nel caso il capitale sia interamente versato la responsabilità è ordinariamente limitata a questo in caso
di liquidazione della società.
Il motivo per cui le cooperative hanno adottato diverse forme giuridiche risiede nel tipo di governance, anche
se può spiegarsi con il costo e la facilità di registrazione.
Esistono diversi tipi di cooperative, in ciascuno degli esempi che seguono i soci sono gruppi di persone che
si relazionano alle loro cooperative in modi differenti.
Tipi di organizzazione cooperative :
1
2
3
4
5
6
7
8
Cooperativa di Consumatori
Cooperativa di lavoro
Consorzio Cooperativo
Unione di credito
Marketing Co-operative
Cooperative di Agricoltori / di Pesca
Cooperativa di Abitazione
Club (Club di Soci)
9
10
11
12
13
14
15
16
17
Associazioni di Inquilini / Residenti
Amministrazione Immobiliare
Partenariato
Studio sociale
Trust Supportes di calcio
Carità (Charity)
Trust di sviluppo
Imprese sociali
Imprese comunità
Tre modelli di governance di uso corrente
Il modello a livello unico
E’ ancora ampiamente utilizzato nelle cooperative del Regno Unito. Società come Oxford Swindon and
Gloucester, Ilkeston, Anglia e Tamworth utilizzano tale struttura di governance. Questa struttura si basa sui
primi modelli di cooperative, e rimane comune tra le società più piccole di oggi. I soci eleggono direttamente
il consiglio di amministrazione. Il controllo del socio si realizza attraverso le assemblee -abitualmente sono
semestrali o, in alcuni casi, trimestrali.
struttura a un unico
VANTAGGI
SVANTAGGI
Facile da capire
Limitate opportunità per i soci
di partecipare - o sono un socio
o un manager - no fase intermedia
E' semplice operare
No possibilità di crescita x soci
Chiarezza sui compiti dei
funzionari eletti - e per
tutta la società
In grandi società, l' opportunità
a partecipare può apparire remota
Evita il pericolo di
cercando di promuovere
l'interesse con l'elezione
livello di governance
Consiglio di
Amministrazione RELAZIONE AL
ELETTO
RIUNIONI
Dei Soci
PARTECIPAZIONE
ASSEMBLEA DEI SOCI
35
Il modello a due livelli
Quando le società cooperative sono divenute molto più grandi attraverso le fusioni, è diventata
evidente l’importanza di mantenere la partecipazione democratica in aree geografiche più ampie.
Negli ultimi 30 anni il modello a due livelli si è evoluto, generalmente è composto da membri in
seno una determinata area geografica che elegge il forum regionale, che a sua volta elegge il CdA
principale eletto dai soci del loro CdA regionale.
CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE
ELETTO
RELAZIONE AL
VANTAGGI
Maggiori opportunità per
la partecipazione democratica
a livello locale
Richiede chiarezza del ruolo del
CdA di zona/regione vis-à-vis con
CdA - è di vitale importanza la
chiarezza sui rispettivi ruoli per
non tentare di svolgere ciascuno
il ruolo degli altri
Mantiene un chiaro contatto
con livello locale e il territorio
regioni / comunità
richiede costante manutenzione
delle Infrastrutture che comportano
alti costi per la loro realizzazione
RELAZIONE AL
Consiglio di
Amministrazione
RIUNIONI
Dei Soci
DI ZONA /REGIONE
ELETTO
PARTECIPAZIONE
ASSEMBLEA DEI SOCI
SVANTAGGI
Fornisce una possibilità
di crescita per i soci
coinvolti nel
processo di governance
Le strutture a due livelli sono ora comuni nel Regno Unito fra le cooperative di consumo. Inoltre, alcune
società regionali si sono fuse con altre di livello inter-regionale, come ad esempio la seconda e la terza per
dimensioni fra le cooperative, la United Co-operatives (prima della fusione) e la Midlands Co-operative.
Il modello a più livelli
La struttura più complessa per la partecipazione democratica del socio è quella adottata dalla Co-operative
Group a seguito della fusione avvenuta nel 2000 tra la ex cooperativa Servizi di vendita al dettaglio (CRS) e
The Co-operative Wholesale (CWS). Entrambe le società avevano ricevuto trasferimenti o impegni da un
gran numero di ex società indipendenti, e hanno sviluppato le loro rispettive strutture rappresentative
regionali.
Con una base sociale di 3 milioni di soci e un fatturato di 5 miliardi di sterline una struttura democratica a
più livelli è stata ritenuta essenziale.
La struttura comprende 8 regioni geografiche, che a loro volta sono suddivise in un totale di 50 settori. I Soci
eleggono direttamente il comitato di zona che a sua volta elegge i rappresentanti ai forum regionali tra i soci.
Il CdA Nazionale proviene dai soci eletti del forum regionale, ciascuno dei quali elegge uno o due
rappresentanti.
Inoltre altri direttori sono eletti tra le imprese socie- quelle società cooperative indipendenti che sono membri
dell'Unione Cooperativa attraverso il Gruppo ex CWS.
Questo modello era esclusivo della Co-operative Group, ma dimostra come i soci delle cooperative di
consumatori indipendenti (da Tamworth a United Co-operatives)) sono indirettamente proprietari di parte del
Gruppo attraverso le loro società, che sono tra i soci Aziendali.
Nella maggior parte delle cooperative di consumo, l'elezione di altre commissioni (ad esempio una
Commissione Relazione sullo stato), che segnalano le linee-guida da seguire, con un mandato vincolante per
la condotta della società insieme al consiglio di amministrazione.
36
VANTAGGI
Miting dei Soci
NOMINA
DELEGATI
RELAZIONE AL
NOMINA
DELEGATI
CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE
ELETTO
Azienda
Soci
Regionale
Commissioni
ELETTO
ELETTO
ASSEMBLEA DEI SOCI
SVANTAGGI
Consente un maggiore livello di
partecipazione democratica e il
mantenimento di una presenza
a livello locale e nelle regioni.
Si tratta di una struttura complessa
spesso è difficile per i singoli
membri riconoscere e gestire
entro i confini stabiliti alle loro
commissioni - una tendenza a voler
a fare il lavoro dei livelli superiori.
Permette un chiaro percorso per
il socio nei progressivi livelli di
governo sostenuto da un chiaro
quadro di formazione a supporto
che stabilisce requisiti e diritti
I livelli più bassi possono sentirsi
non sufficientemente influenti,
soprattutto quando le persone che
si trovano gerarchimente sopra
sono anche membri del CDA di
società indipendenti.
Fornisce chiare vie di percorso
perché il singolo socio possa
sviluppare la sua partecipazione
fino ai più alti livelli dell'organizzazione
Il tradizionale scambio mutualistico delle cooperative di livello regionale, e la loro base sociale, é stato
ulteriormente
ormente complicato negli ultimi anni dalla politica di acquisizione di molte società, in particolare di
negozi a prezzi convenienti (discount).
Ciò ha portato ad un numero di società che hanno una presenza commerciale in località tradizionalmente
servite anche da altre società. Questa tendenza probabilmente continuerà, anche perché la legislazione antimonopolio non consente la protezione dell’area territoriale di influenza commerciale.
Questo fenomeno ha un impatto sulla base sociale, generando confusione, e laddove vi fossero evidenti
vantaggi per il socio, questo incoraggia i clienti a diventare soci di più di una società. Nelle zone in cui non
vi sono soci tradizionali ha fatto sì che alcune aree possano non essere rappresentate nella struttura di
governo e questo ha creato il problema di dover costruire una base sociale da zero.
Tradizionalmente le cooperative di consumatori hanno dirigenti che adottano metodi di gestione tradizionali
lungo linee gerarchiche. Il movimento ha manager alle proprie dipendenze, ma la numerosità normalmente é
limitata a quelli che servono nei Consigli di Amministrazione.
Il Codice delle migliori prassi di Corporate Governance raccomanda che lavoratori dipendenti, pensionati exdipendenti e i loro congiunti non devono superare il 33% del totale dei componenti del consiglio di
amministrazione. Questi lavoratori dipendenti non sono eletti come rappresentanti dei lavoratori dipendenti,
ma piuttosto sono incoraggiati a partecipare alla società per cui lavorano, come consumatori, e sono per
ma
questo ammissibili a questa funzione. I loro obblighi non sono nei confronti dei loro colleghi di lavoro, ma
verso la società nel suo complesso. Le cooperative di lavoratori hanno scelto un approccio diverso.
37
Cooperative di Consumatori
Le cooperative di consumatori sono auto-finanziate da parte dei loro soci che pagano per tali beni o servizi
acquistati in cooperativa. L'iscrizione è aperta a tutti coloro che lo desiderano (e sono in grado) di utilizzare i
servizi offerti. E’una organizzazione democratica, in cui i soci sono i clienti che acquistano le merci, i servizi
o le strutture fornite dalla cooperativa.
In comune con altre forme di cooperative, il controllo è esercitato normalmente con il principio mutualistico
di “una testa, un voto "; l'organo di controllo (consiglio di amministrazione) è eletto dall’ assemblea dei soci,
e anche se gestiti fondamentalmente come una impresa, vi è un forte impegno sociale volto al benessere, la
sostenibilità, e al sostegno della comunità. Se ha carattere di piena reciprocità tratta solo con i propri soci (ad
esempio le cooperative di alloggi, le unioni di credito).
Una cooperativa non-reciproca (ad esempio le cooperative di vendita al dettaglio) svolgerà la sua attività sia
con soci che con i non soci. Negli ultimi 100 anni ci sono stati drammatici cambiamenti nel settore delle
cooperative di consumo del Regno Unito, con una miriade di piccole cooperative a base locale che si sono
via via fuse fino a creare delle strutture dapprima di ambito regionale, poi inter-regionale ed oggi di
dimensioni nazionali. La vera sfida è stata quella di sviluppare le strutture di governance per garantire
l'effettiva partecipazione dei soci, la loro rappresentanza e la responsabilità. Una Cooperativa di Consumatori
non potrà beneficiare dello status di beneficenza.
Tradizionalmente le cooperative di consumatori sono registrate come “Industrial and Provident Societies ",
come abbiamo visto, ma è possibile per una cooperativa di consumo molto piccola e che non distribuisce
utili avere la struttura di una semplice associazione.
La partecipazione può essere ricompensata dalla cooperativa con un ristorno a ciascun socio - più un sociocliente ha speso, tanto più riceve indietro come dividendo -. Tradizionalmente le cooperative di vendita al
dettaglio pagano tali dividendi ai propri soci. Dato che le cooperative di consumatori sono di solito finanziate
dagli acquisti dei soci, la distribuzione di qualsiasi eccedenza finanziaria può essere erogata come sconto
sugli acquisti. Una cooperativa di tipo “reciproco”(ovvero che opera solo con i soci) premia i suoi soci
riducendo gli oneri invece di pagare dei dividendi.
Alcune cooperative di consumo offrono ai soci ulteriori servizi o benefici per rendere l'adesione ancora più
interessante e sostanziosa.
Le principali cooperative di consumo del Regno unito sono: Co-operative Group, United Co-op, (che il 29
luglio 2007 si sono fuse nella nuova cooperativa The Co-operative), “Midlands ed “East of Ingland”(che si
sono fuse nel 2005) e Midcounties” che da sole sviluppano l’85% del fatturato complessivo del settore. Il
comparto distributivo cooperativo rappresenta complessivamente il 2,8 % del mercato, quota che sale al
5,4% nel solo comparto alimentare (dati al 2005).
Nelle tabelle seguenti sono riportati i principali dati economici delle cooperative di consumo.
Performance delle Cooperative di Consumo 2002-2006
2006
2005
2004
2003
2002
.000 €
.000 €
.000 €
.000 €
.000 €
Fatturato 18.388.845 18.748.345 19.359.516 19.262.166 19.924.093
Utile Netto
523.718
482.790
648.560
637.686
509.120
Utile Lordo dopo Ammortamento
555.993
516.439
669.196
683.958
561.623
Utile Lordo prima Ammortamento
943.281
876.337
1.070.124
1.059.918
945.054
Trasferimento a Riserve
489.978
362.824
327.228
569.724
-198.875
Capitale Azionario
302.202
299.915
403.876
404.880
432.752
Riserve
7.244.046
6.624.464
6.112.678
6.112.242
6.017.162
8,0
8,0
10,3
7,9
Principali Indicatori 2002-2006
Rendimento sul Cap. Investito %
Quote di mercato %
7,0
6,0
5,0
4,0
3,0
2,0
8.4
Utile Netto su Vendite%
3,1
2,8
2,9
3,5
2,7
Utile Lordo d. A. su Vendite%
3,2
3,0
3,1
3,8
3,0
Utile Lordo p. A. su Vendite%
5,5
5,0
5,3
5,8
5,1
N° di società
34
39
42
42
42
N° di soci in .000
8.256
9.959
10.140
9.898
9.776
1,0
0,0
2001
2002
Food
2003
Non-Food
2004
2005
Totale
38
The Co-operative
L'anno scorso è proseguita la concentrazione delle attività che sta cambiando la forma del movimento delle
cooperative di consumo del Regno Unito.
Gli ultimi due anni sono stati i più intensi per il consolidamento del gruppo da quando la CRS decise di
fondersi con la CWS (prima cooperativa fra dettaglianti del paese) per formare la Co-operative Group.
Nel corso del 2005, come già riportato, c’era già stata la fusione della società Midcounties con la East of
England. Nel 2006, tre piccole società, Brixham,
Desborough e Nith Valle hanno fuso le loro
imprese in una più ampia; la Società Ilkeston ha
fatto altrettanto.
In ritardo di un anno, sia le società di Sheffield
che di Leeds hanno deciso di fondersi con la
United Co-operative.
La mappa seguente illustra le attività in cui oggi
il principale gruppo cooperativo di consumo
opera, con il nuovo logo The Co-operative, nato dopo la fusione, che rappresenta oggi la più
grande cooperativa di consumo per numero di soci nel mondo (4,5 milioni). L’approccio al socio
consumatore è molto articolato e prevede molti
servizi a sua disposizione, oltre alla tradizionale
vendita di generi alimentari vi sono i prodotti
farmaceutici, elettrodomestici e autoveicoli,
abbigliamento e viaggi. E’ possibile avere
servizi di tipo legale e assicurativi, servizi
bancari e finanziari, servizi funerari.
La fusione ha dato vita ad una società unica nel suo genere nella cooperazione di consumo del Regno Unito:
essa ha una base sociale composta sia da singoli soci persone fisiche che da aziende cooperative
indipendenti. Oggi sono ben 530 le società (cooperative e non) facenti parte del gruppo, oltre due company
fondi pensione cooperativi, e ancora 5 sono le società cooperative di tipo finanziario (Banca, Assicurazioni)
che a loro volta controllano oltre 60 società.
Come cooperativa non è tenuta, come lo era invece The Co-operative Group, a seguire il codice di
regolamentazione dei gruppi. Tuttavia la scelta è stata quella di adottare elevati standard di corporate
governance, illustrata nei grafici seguenti.
39
Principali controllate e imprese associate del gruppo
E’ una società ibrida, tra natura federale e
natura primaria, con possibili conflitti in
seno alla governance tra soci individuali e
soci di altre aziende cooperative affiliate al
gruppo.
Note
i) Tutte le principali società controllate e le imprese associate sono state controllate dalla KPMG Audit Plc o dai suoi associati.
ii) Le principali controllate chiudono il bilancio insieme alla Società con l’eccezione di CRS (Properties)Ltd (31/01/08) e la Unity Trust
Bank plc (31/12/07).
iii)Unity Trust Bank plc è una società controllata del gruppo perché la Co-operative Bank plc elegge la maggioranza degli amministratori
e nomina il presidente e il direttore della gestione dell'Unit y Trust Bank plc35.
iv)Manx cooperativa (CWS) Limited è una consociata del gruppo perché The Co-operative Group (CWS) Ltd elegge la maggioranza
degli amministratori.
v) La principale impresa associata non deve essere considerata come una filiale perché non elegge la maggioranza degli
amministratori, e si è ritenuto che questo tipo di attività non rientri sotto il controllo della Società.
vi) Detenuta indirettamente.
Distribuzione Territoriale delle vendite e degli utili – confronto 2006 2007 (milioni di sterline)
.
40
Schema della Governance di The Co-operative
Nomina i delegati a
Nomina i delegati a
Elegge le commissioni
di zona
Elegge direttamente o
indirettamente il CdA
Elegge i direttori dai
membri del Cda regionale
All'assemblea generale annuale (AGM) e alle assemblee generali semestrali di The Co-operative Group, le
regioni hanno la possibilità formale di presentare proposte e domande.
Queste devono essere presentate in anticipo al Management perché la risposta possa essere fornita durante
l’assemblea. Il numero di delegati regionali è determinato dalla percentuale effettiva di scambio commerciale
(sull’anno precedente) avutasi nella regione, con almeno un rappresentante di ogni commissione di area in
ciascuna delegazione.
Le Azienda socie, analogamente, possono presentare proposte e domande. La nomina di delegati delle
società socie alle riunioni è, analogamente, determinata dal l'incremento sull’anno precedente dell’importo
dell’attività commerciale intrattenuta con il Gruppo.
Le commissioni di zona, in maniera significativa, eleggono la maggioranza dei componenti del consiglio di
amministrazione del Gruppo(17 su 27), i restanti dieci sono eletti dalle imprese socie.
Nel corso del 2006 erano rappresentate otto regioni nelle commissioni di area. Ciascuna di queste ha un Cda
regionale, che riferisce al Consiglio di amministrazione del gruppo e dispone di membri eletti dal gruppo nei
45 comitati di zona. I Comitati di zona hanno uguali responsabilità commerciali, ma a livello più locale.
Sono necessari per: monitorare le prestazioni commerciali nei territori; formulare raccomandazioni al
consiglio di gestione regionale in materia di sviluppo delle attività nel settore; essere consultati in materia di
chiusura di negozi, cessioni di attività o negozi, per indicare nuovi sviluppi e fornire progetti informativi e di
conoscenza con gli enti locali al Cda regionale.
Il Cda Regionale dispone di un ampio mandato, che si estende in tutti gli interessi commerciali del gruppo
regionale. Questi includono: revisione delle proposte del management in materia di entrate e spese in conto
capitale di bilancio regionale; ricezione e controllo delle vendite e della redditività delle operazioni
commerciali della regione.
Fornire indicazioni in merito allo sviluppo della regione in linea con i principali obiettivi e strategie del
consiglio di amministrazione del gruppo; i soci membri del consiglio d'amministrazione regionale hanno
l’opportunità di essere eletti al consiglio di amministrazione del gruppo, ed è quindi possibile passare
dall’essere un cliente di Co-operative Group per diventare Direttore di un consiglio di amministrazione
attraverso canali democratici rigorosamente stabiliti.
41
La distribuzione degli utili vede la ripartizione fra i soci individuali, i soci delle cooperative associate, i
dividendi alle comunità (dove risiedono i punti vendita) e ai dipendenti.
Distribuzione degli utili
Per il 2005 Per il 2006
€ milioni € milioni
Soci individuali
14,5
27,7
Soci delle coop del gruppo
22,0
22,2
Dividendi alla comunità
1,5
2,9
Dividendi ai dipendenti
2,5
9,2
Soci che hanno avuto transazioni con il gruppo
2003
2004
613.000
613.000
2005
2006
DATI DEL GRUPPO 2007
FATTURATO
€ 13.399.197.000 2,2%
€
507.493.980
UTILE NETTO
SOCI
4.633.000
796.000 1.500.000
La grande distribuzione nel Regno Unito
La distribuzione rappresenta uno dei settori trainanti dell’economia britannica con un fatturato superiore ai
249 miliardi di sterline, una forza lavoro di 2,9 milioni di addetti, una rete di circa 279.000 punti vendita.
Circa l’11% delle partite IVA del Regno Unito, pari a 183.830, e’ riconducibile alla distribuzione. Il settore
retail e’una galassia influenzata in maniera significativa dai mutamenti verificatisi nella società, dalle
trasformazioni dell’economia globale e dalle innovazioni tecnologiche che caratterizzano lo sviluppo degli
ultimi 15 anni.
La distribuzione all'ingrosso
Le statistiche indicano che il mercato britannico della distribuzione all'ingrosso è composto da circa 113 mila
aziende con un totale di oltre 1 milione di dipendenti. I mercati all'ingrosso londinesi sono significativi per
gli alimentari freschi e, in particolare, per la frutta e la verdura (New Covent Garden), per la carne
(Smithfield) e per il pesce (Billinsgate). Fra i grossisti, operanti con la formula del cash & carry, quelli di
maggiori dimensioni sono: Batleys, Bestways e Booker. Cooperative Wholesale Society (oggi fuso in Cooperative Group) e' stato il principale fornitore di beni e servizi al Movimento delle Cooperative. Il gruppo
cooperativo, prima della fusione, dava lavoro a 70.000 addetti nei 3.000 punti vendita, agendo per circa il
65% delle cooperative come centrale degli acquisti ed organizzazione distributiva nel settore alimentare.
Oggi con la fusione in The Co-operative del Co-operative Group di Manchester e della United Cooperatives di Rochdale (annunciata a febbraio 2007) assistiamo alla nascita della più grande cooperativa di
consumo in Europa, un colosso mondiale delle organizzazioni volontarie di consumatori. Il nuovo gruppo
avrà un fatturato complessivo di 9 miliardi di sterline, con 4.500 punti vendita ed 87.500 addetti. La nuova
struttura sarà attiva nella vendita al dettaglio alimentare, farmacie, autosaloni, negozi di calzature.
Il panorama della distribuzione organizzata in Gran Bretagna e' sempre più competitivo e gli operatori del
settore si riorganizzano per vincere la sfida, abbassare i costi e trasferire i vantaggi di maggiori economie di
scala alla clientela.
La vendita al dettaglio
Le piccole catene regionali “indipendenti” sono in via di costante diminuzione. Il recente ingresso nel
segmento dei convenience store dei grandi gruppi della GDO britannica evidenzia il rinnovato interesse dei
consumatori verso la formula dei piccoli supermercati sottocasa. Il processo di consolidamento degli
indipendenti e’destinato ad accelerare nei prossimi anni. In Gran Bretagna sono sorte diverse iniziative volte
a rivitalizzare il commercio nei centri delle città ed a ridurre il potere dei supermercati e dei grandi centri
commerciali. A favore dei negozi indipendenti opera, inoltre, la normativa sugli orari di apertura. Le
42
principali catene di supermercati stanno comunque sperimentando orari di apertura prolungati in giorni
prestabiliti.
Le prime quattro catene di super/ipermercati Tesco, (primo operatore del settore con 39,4 mld di sterline,
389.000 dipendenti e 2.467 punti-vendita), Asda (societa’ controllata dal gruppo statunitense Wal-Mart),
Sainsbury e Morrison rappresentano da sole quasi il 75% della spesa complessiva delle famiglie britanniche
in prodotti alimentari di largo consumo. Accanto ai quattro gruppi leader di mercato si collocano altre 4
catene: Marks & Spencer, Waitrose (che fa parte del gruppo The John Lewis Plc ed è di proprietà dei
dipendenti), Somerfield e Iceland.
I supermercati Mark & Spencer e Waitrose che seguono ad un certa distanza i 4 maggiori gruppi distributivi,
tuttavia hanno un pubblico di profilo elevato e sono particolarmente presenti nel sud-est
dell’Inghilterra, l’area più ricca del paese.
Waitrose Ltd, il cui primo supermercato fu aperto nel 1955, in seguito all’acquisizione datata 1937 da parte
di The John Lewis Partnership e ad oggi conta 185 filiali, nel 2005-2006 ha avuto un anno record con profitti
e fatturato in forte crescita. La catena distributiva, con ricavi di 3,3 miliardi di sterline e profitti di 231
milioni di sterline, non compete per volumi d’attività con le quattro società leader di mercato.
Facendo parte di tale partnership -che rappresenta uno dei maggiori gruppi della grande distribuzione
generalista britannica- Waitrose è controllata dai dipendenti. La catena di supermercati si distingue dai
maggiori concorrenti per il target di riferimento. Waitrose, tradizionalmente attiva nell’area metropolitana di
Londra e nella regione Est Anglia, ha avviato negli ultimi tempi un’aggressiva campagna d’espansione
geografica per essere presente in tutto il paese. Nel mese di marzo Waitrose ha annunciato di avere
acquistato 5 supermercati dalla catena Somerfield, incluso il primo punto vendita in Scozia.
Negli ultimi anni e’ cresciuto il peso di distributori alimentari come Lidl, Netto Foodstores ed Aldi, che
adottano politiche di discount.
L’Internazionalizzazione
La forte concentrazione delle imprese operanti nel mercato interno ha contribuito a rallentare
l’internazionalizzazione dei grandi gruppi distributivi britannici. In passato i grandi gruppi distributivi
britannici hanno varcato raramente il Canale della Manica.
Negli ultimi anni la concorrenza internazionale si e’ però fatta sentire sul mercato interno con l’ingresso di
alcuni protagonisti mondiali della distribuzione organizzata, Wal-Mart ha acquisito i supermercati ASDA,
AS Watson e Celesio Ag hanno acquisito rispettivamente le catene di farmacie Superdrug e Lloyds, e le
catene tedesche Aldi e Lidl fanno ormai parte del panorama urbano delle città britanniche. Tesco, marchio
leader della grande distribuzione alimentare in Gran Bretagna, ha avviato negli anni ‘90 una politica di forte
proiezione internazionale. Tesco non può più crescere, attraverso acquisizioni, sul mercato domestico senza
suscitare le attenzioni delle autorità per il controllo della concorrenza. I supermercati Tesco sono adesso
presenti in Irlanda, Ungheria, Slovacchia, Rep. Ceca, Polonia, Tailandia, Taiwan, Corea del Sud, Malesia,
Turchia, Giappone, USA.
Il settore distributivo britannico e’ interessato da un forte processo di internazionalizzazione. L’accresciuta
tutela dei mercati interni, attuata attraverso le leggi nazionali e comunitarie che disciplinano la concorrenza,
inibisce le posizioni dominanti dei maggiori gruppi distributivi britannici e li spinge verso l’espansione sui
mercati esteri. Allo stesso tempo, la crescente competizione sui prezzi spinge gli operatori distributivi
britannici ad aprire gli uffici acquisti direttamente nei maggiori paesi di produzione in Europa ed in Asia.
Le catene distributive britanniche si rafforzano quindi a livello internazionale, in particolare in Asia, e
registrano un boom dei ricavi derivanti dalle attività estere. Secondo un recente studio di Grant Thornton, il
fatturato estero dei maggiori gruppi distributivi britannici ha raggiunto i 18,5 miliardi di sterline (circa 27
miliardi di euro). I ricavi esteri rappresentano oggi il 23% del fatturato totale dei 100 maggiori operatori
distributivi. Nel passato quinquennio il fatturato estero è cresciuto del 91%, contro un aumento dei ricavi sul
mercato domestico del 39%. Il campione analizzato è presente in 55 paesi. L'Unione Europea rappresenta il
70% dei ricavi esteri, con una forte presenza in Francia (42% del campione), Spagna (33%) e Polonia (29%).
L'espansione distributiva in Asia ha toccato livelli record (+281%) ed è significativa la presenza in
Thailandia (25% del campione) e in India (17%). Gli operatori britannici hanno mostrato un interesse
crescente per il mercato indiano e per le opportunità che derivano dal recente processo di apertura
internazionale del settore distributivo. Circa il 50% delle aziende analizzate è specializzato nel settore moda
e abbigliamento per bambini; seguono bricolage, articoli elettrici, intrattenimento e arredamento. Secondo
43
David Bush, responsabile dei servizi retail di Grant Thornton, le condizioni molto competitive del mercato
interno spingono gli operatori britannici a espandere la loro presenza internazionale.
Le tendenze che maggiormente hanno influenzato il sistema distributivo britannico nel passato decennio
sono: il costante calo dei punti vendita al dettaglio, la riduzione dei prezzi, in particolare nel comparto dei
beni di consumo, i processi di concentrazione/verticalizzazione/ internazionalizzazione degli operatori retail.
La contrazione dei punti vendita e’ avvenuta nonostante la politica di difesa del piccolo commercio attuata
dal Governo. L’esecutivo britannico dal 1996 ha dedicato una crescente attenzione alla dimensione sociale
del piccolo commercio per evitare la desertificazione commerciale dei piccoli centri urbani. Le nuove licenze
per la costruzione di ipermercati e grandi centri commerciali sono autorizzate dal governo e non più dagli
enti locali.
Un’altra tendenza visibile nel Regno Unito riguarda il peso crescente del private label. Il marchio proprio
delle catene distributive viene sempre più spesso esteso ai prodotti del settore no food. Il private label inglese
e’ stato definito come uno dei più avanzati e sofisticati a livello mondiale. Secondo il nuovo rapporto
Tomorrow's Private Label Consumers, nel corso del 2006 il 36,7% dei prodotti venduti (cibo, bibite, cura
personale) in Gran Bretagna appartenevano alle categorie di prodotto private label. Nel passato il private
label rappresentava semplicemente un’alternativa conveniente ai prodotti di marca. Adesso il consumatore
britannico percepisce il private label come prodotto innovativo con un ottimo rapporto prezzo/qualità. La
segmentazione del private label é andata a coprire l’intero spettro dei bisogni dei consumatori, abbracciando
prodotti biologici, etici, progettati per diete speciali. Il private label costituisce il terreno di gioco dove i
grandi gruppi distribuitivi britannici si sfidano in misura crescente per catturare nuove quote di mercato e
migliorare i profitti.
I grandi gruppi della distribuzione alimentare per rispondere ai cambiamenti legislativi ed alle mosse dei
concorrenti hanno puntato sullo sviluppo del commercio elettronico ed hanno riscoperto il canale dei
“convenience store”, piccoli supermercati localizzati nei centri commerciali delle città e presso le stazioni di
servizio (Metro di Tesco, Capital stores di Sainsbury’s) ed hanno incrementato il commercio on-line.
I grandi gruppi dominano il mercato a danno dei distributori regionali indipendenti e delle cooperative
d’acquisto. Più di tre quarti dell’intero commercio al dettaglio, nei settori alimentare, prodotti per la salute,
abbigliamento, calzature, prodotti per il tempo libero, giornali, passa attraverso la grande distribuzione
organizzata. I maggiori gruppi britannici della GDO sono: Tesco, Asda, Sainsbury, Morrison (alimentari),
Marks & Spencer (abbigliamento fascia media ed alimentare), Alliance Boots (prodotti di bellezza e
farmacie), F.W. Woolworth (grandi punti vendita specializzati in abbigliamento, prodotti per la casa), W.H.
Smith (giornali e libri), Great Universal Stores (la società controllata Argos utilizza un catalogo per la
vendita di prodotti per la casa, elettronica, etc), John Lewis Partnership (cooperativa, abbigliamento, casa,
mobili, tempo libero, elettronica), Debenhams (abbigliamento), Matalan e Primark (abbigliamento discount),
Currys e Comet (elettrodomestici, elettronica di consumo, Pc).
Ma il panorama della grande distribuzione, anche nel Regno Unito sta cambiando, con la presenza di nuovi
operatori provenienti dall’estero, soprattutto con l’ingresso dei colossi mondiali della distribuzione Wal-Mart
ed IKEA, delle catene di discount alimentare tedesche Aldi e Lidl e danese Netto e con la presenza, sempre
più pervasiva, di operatori esteri del settore abbigliamento (spagnoli).
44
Cooperativa Agricola e della Pesca
Una particolare forma di cooperativa o consorzio che vende i prodotti dei suoi soci e prende una
commissione su ogni vendita effettuata, o fornisce servizi che vende ai suoi soci.
Le cooperative agricole e di pescatori sono di proprietà dei loro soci e non potrà beneficiare dello status di
beneficenza.
Le cooperative agricole e di pescatori in genere producono e trattano prodotti alimentari dei loro soci (ad
esempio con la gestione di un impianto di congelamento e assolvendo la funzione di distribuzione) oppure
con l’acquisto in comune di attrezzature e di servizi che sarebbero troppo costose per un singolo agricoltore o
pescatore.
Tradizionalmente le cooperative di agricoltori e di pescatori, hanno una registrazione come Industrial and
Provident Societies ", anche se a volte sono registrate come “companies”.
La distribuzione dei profitti è consentita sotto forma di sconto ai soci.
La partecipazione ad una cooperativa agricola o di pesca è generalmente limitata ai soci della stessa.
Cooperative Agricole per dimensione
N° coop
Fatturato
.000 €
Utili
.000 €
60 6.167.052 73.180
Fatturato tra 1,4 e 7,3 mil.€
56
Fatturato tra 0,7 e 1,4 mil.€
Fatturato tra 0,3 e 0,7 mil.€
Fatturato oltre 7,3 mil.€
% Utili/ Capitale
Fatturato
Soci
.000 €
Soci
.000 €
1,2 539.190
89.355
233.385
2.916
1,2
44.510
16.164
36
38.330
7.065
18,4
16.931
12.900
30
14.680
478
3,3
12.402
4.640
Fatturato tra 0,1 e 0,3 mil.€
32
7.002
726
10,4
8.619
7.258
Fatturato tra 0,037 e 0,1 mil.€
43
2.855
53
1,9
3.308
10.400
Fatturato fino a 37.000 .€
85
1.050
154
14,7
4.750
12.046
62
…
1.127
…
7.174
713
N°società senza indicazione
Totale
404 6.464.354 85.699
1,3 636.884 153.476
Le prime 10 Cooperative Agricole
Fatturato
2006 €.000
Dairy Farmers of Britain Limited
Milk Link Limited
First Milk Limited
Grainfarmers Group Limited
United Dairy Farmers Limited
FaneValley Co-operative Society Limited
893.004
842.725
699.727
489.743
432.381
360.050
Mole Valley Farmers Limited
ANM Group Limited
Agricultural Central Trading Limited
Anglia Farmers Limited
243.873
126.109
95.587
86.037
45
Dairy Farmers of Britain
Dairy Farmers of Britain è uno dei principali produttori lattiero-caseari della Gran Bretagna, è una
cooperativa verticalmente integrata di agricoltori, gestisce oltre 1,6 miliardi di litri di latte greggio all’anno.
Opera attraverso una rete regionale di latterie, depositi di distribuzione e è un importante trasformatore di
latte del Regno Unito, pienamente impegnata a massimizzare i ritorni per le 2.500 aziende agricole proprie
socie. Nel 2007 ha raggiunto gli 820 milioni di euro di fatturato.
Struttura operativa e Corporate Governance
Esistono 60 distretti locali per fornire una buona comunicazione a livello di consiglio di amministrazione.
Ognuno di questi distretti rappresenta un litreage annuale di circa 30 milioni di litri di latte. Ogni distretto ha
diritto ad un seggio in Consiglio di Amministrazione e il diritto di un ulteriore seggio se il distretto supera i
50 milioni di litri, se ne aggiunge un altro ancora se il litreage è superiore a 75 milioni di litri. I presidenti
dei Distretti sono eletti dai soci del loro distretto attraverso un sistema di voto proporzionale che si basa sulla
produzione annuale di latte. I Presidenti distrettuali locali rappresentano i loro soci nel Consiglio di
Amministrazione e sono tenuti a fornire le informazioni importanti ai soci nei loro distretti di origine. Le
riunioni di Distretto si tengono regolarmente in un forum aperto per fornire ai delegati la possibilità di
esprimere il loro punto di vista. I presidenti di distretto compongono cinque consigli regionali e il Consiglio
di Amministrazione centrale. Ogni consiglio regionale elegge due rappresentanti regionali sul presidenti
della commissione, che organizza l'attività del Consiglio. Il Consiglio di Amministrazione centrale, a sua
volta, è responsabile verso la base sociale nel suo complesso e ha la responsabilità di garantire che le varie
istanze espresse sai soci siano presentate al consiglio di amministrazione. Il Consiglio di Amministrazione è
anche l'organo rappresentativo di produttori lattiero-caseari della Gran Bretagna ed è responsabile per
l'approvazione di tutte le decisioni strategiche. Il CdA è eletto dall'Assemblea, é responsabile per:
• la nomina del team esecutivo
• l’impostazione, direzione e controllo degli obiettivi del core business
Il CdA è composto da un minimo di 6 a un massimo di 10 membri; almeno 6 dei quali sono agricoltori. Il
team esecutivo è responsabile nei confronti del CdA ed è responsabile della gestione corrente del business in
base agli obiettivi di business indicati.
Totale ricavi delle vendite del Gruppo per l'anno conclusosi il 31 marzo 2.007 a £ 557,8 mil.(pari a € 819
mil.) sono diminuite rispetto all'anno precedente del totale di € 608,7mil.(pari a € 893 mil.) Ciò riflette
riduzioni di volume del latte crudo (che rispecchiano le tendenze del settore).
46
Risultati di una indagine commissionata dalla cooperativa First Milk alla Promar International sulle
grandi cooperative agro-industriali nel mondo (Maggio 2006)
L’industria lattiero-casearia del Regno Unito è a un bivio. E 'passata attraverso un decennio di enormi
cambiamenti con la deregolamentazione del mercato. Il cambiamento delle esigenze dei consumatori,
l'aumento della concorrenza internazionale hanno contribuito a creare condizioni di vendita al dettaglio più
difficili, e alcuni degli impatti solo adesso si iniziano a sentire. Per molti produttori lattiero-caseari è difficile
tenere il passo con ciò che può sembrare un inarrestabile cambiamento e le cooperative di prodotti lattierocaseari in questo paese fanno spesso fatica a competere con i loro omologhi internazionali. Questo non
avviene per una mancanza di qualità dei prodotti o capacità da parte delle cooperative agricole inglesi.
Infatti, la Gran Bretagna è all’avanguardia per molti aspetti. Ma si può certamente imparare osservando come
le organizzazioni cooperative operanti nel settore lattiero-caseario e agroalimentare sono sopravvissuti e
sviluppati in altri paesi. First Milk prima ha chiesto una consulenza, alla Promar International, di esaminare
una serie di cooperative agro-alimentari estere, e identificare il motivo per cui hanno avuto successo e vedere
quali conclusioni emergono dall’analisi e se possono essere utili per il futuro delle cooperative di prodotti
lattiero-caseari del Regno Unito.
La presente relazione è basata su sei casi di studio:
• Arla Foods (coop.va danese lattiero-caseari) • Fonterra (Nuova Zelanda lattiero-caseari)
• Sodiaal (francese lattiero-caseari) • Danish Crown (carni suine danesi trasformazione)
• Limagrain (cereali, allevamento francese) • The Greenery (olandese orticoltura)
Oltre a studiare la stesse imprese cooperative, la relazione esamina anche le industrie in cui operano. I
risultati principali sono che le cooperative in altre parti d'Europa e in Nuova Zelanda sono moderne, imprese
innovative, capaci di eguagliare le caratteristiche di successo di imprese quotate o di private equity, ma
soprattutto i loro profitti ritornano ai loro soci agricoltori.
Emerge che le cooperative nel Regno Unito sono in grado di essere imprese di successo e, quindi, possono
dare lo stesso contributo alla sopravvivenza delle comunità agricole ed essere elemento di rilancio
dell'economia rurale come è stato altrove. Le cooperative nel Regno Unito hanno però un patrimonio molto
diverso, essendo state costituite dalle ceneri di ciò che in effetti sono state imprese di proprietà statale, per
cui devono affrontare le sfide del mercato in termini di innovazione e di accorpamenti senza il beneficio di
lungo sviluppo di una cultura cooperativa di cui invece godono altri paesi. Allo stesso tempo, il
coinvolgimento delle autorità di governo e i garanti della concorrenza è stato condizionato dalla nostra storia,
e più in generale dalla necessità di affrontare i problemi del monopolio nel mercato del latte. Abbiamo spinto
sulla politica pubblica per il riconoscimento di cosa sono oggi le cooperative nel Regno Unito e coso
possono diventare, rispetto al passato, perché tenga conto dell'Unione europea e dei mercati mondiali in cui
le cooperative devono competere.
Le cooperative hanno avuto successo in altre parti del mondo per una serie di complessi e fra loro correlati
motivi:-1 In molti casi, il ruolo del governo è stato positivo, o almeno neutrale in termini di sostegno alla
formazione continua e alla gestione commerciale delle strutture cooperative. - 2 In nessuna situazione il
governo ha agito come un freno allo sviluppo delle quote di mercato delle cooperative al di là dei dettami del
diritto della concorrenza. In alcuni casi il governo ha preso una visione ampia del mercato per consentire il
consolidamento del settore (una posizione che attualmente non è adottata dal governo del Regno Unito. - 3
Lo sviluppo di un settore che è ricco di conoscenze e competenze e in cui la tecnologia è un fattore critico di
successo nel suo sviluppo. - 4 Queste cooperative esaminate hanno ingaggiato managers professionali
competenti sia nei consigli di amministrazione che in settori chiave nel campo giuridico, nel marketing, nella
finanza etc. Esse hanno coinvolto la loro base sociale di agricoltori in un processo di produzione di tipo
imprenditoriale e standardizzato, in processi di istruzione e formazione avanzati. Il successo delle
cooperative agro-alimentari sta anche nell’essere riuscite a competere in entrambi i mercati, quelli domestici
e quelli internazionali, sono state in grado di soddisfare le esigenze di diverse tipologie di consumatori e fatto
investimenti a valle della fase di trasformazione dei prodotti alimentari. Spesso hanno elevati livelli di
integrazione verticale. Il successo delle cooperative agro-alimentari estere esaminate è spesso avvenuto in
paesi in cui vi è un forte sostegno al settore delle infrastrutture, anche se questo non è sempre un prerequisito
per il successo. Il confronto con forti attori locali e con la concorrenza internazionale è stato un forte
elemento di successo e di sviluppo per la grande cooperazione agro-alimentare estera. Le cooperative di
maggiore successo hanno beneficiato di un gruppo omogeneo di soci, intendendo con questo una base
47
sociale di agricoltori omogeneamente impegnati nel comparto lattiero-caseario. Il rispetto di una rigorosa
regolamentazione del mercato, così come richiedono gli elevati standard di sicurezza dei prodotti. La cultura
cooperativa in Danimarca, nei Paesi Bassi, in Francia e in Nuova Zelanda è ben sviluppata da un lungo
periodo di tempo. Il mercato del Regno Unito è altamente competitivo, ma il settore lattiero-caseario è stato
regolamentato per molti anni attraverso l'attività dei Milk Marketing Board. Il mercato lattiero-caseario è
protetto attraverso il funzionamento della PAC e così non è stato pienamente esposto a tutta la forza del
mercato internazionale.
48
Cooperative di abitazione
E’un tipo specifico di cooperativa di consumo che fornisce l'alloggio ai suoi soci, che potranno essere
inquilini della cooperativa.
Proprietà: una cooperativa di abitazione è di proprietà dei suoi soci-inquilini (anche se l'immobile occupato
non è di proprietà in un modello di gestione-inquilino). Molti sono strutturati in modo tale che mentre i soci
possono beneficiare di profitti generati (attraverso affitti più economici ecc), essi non hanno accesso alle
riserve della cooperativa anche se questa va in liquidazione.
Non potrà beneficiare dello status di beneficenza, anche se gli alloggi sono gestiti da associazioni in forma
fiduciaria (Trust).
In un modello "di proprietà", la cooperativa possiede le abitazioni che affitta ai suoi soci. In un modello "a
gestione di inquilino ", la cooperativa gestisce l'edilizia abitativa, a nome (e sotto contratto con) il
proprietario della struttura, che può essere un ente locale o altro.
Tradizionalmente le cooperative di abitazione sono registrate come “Industrial and Provident Societies ",
anche se a volte sono registrate come “companies”.
Nessuna distribuzione è consentita di solito, anche se eventuali eccedenze generate oltre i canoni di
locazione da parte di soci, le cooperative possono contribuire a ridurre gli oneri accessori per i soci.
In una cooperativa del tipo "di proprietà", tutti i locatari sono soci, e solo i soci sono gli affittuari. In una
cooperativa del tipo "gestione di inquilino” non può includere tutti gli inquilini nella base sociale. Tutti i soci
sono tenuti a partecipare democraticamente alle attività, e ad eleggere democraticamente un organo di
governo.
Cooperative di Abitazione per dimensione
N° coop Fatturato
Capitale
Soci
Utili
mil.€
mil.€
mil.€
Soci
dipendenti N° Abitaz.
Fatturato oltre 7,3 mil.€
-
-
-
-
-
-
-
Fatturato tra 1,4 e 7,3 mil.€
17
48
1,2
62,7
7.650
134
10.342
Fatturato tra 0,7 e 1,4 mil.€
26
26
2,7
64,4
5.655
44
4.894
Fatturato tra 0,3 e 0,7 mil.€
59
30
4,4
44,6
8.004
38
4.991
Fatturato tra 0,1 e 0,3 mil.€
117
27
3,2
47
9.226
28
5.470
Fatturato tra 0,037 e 0,1 mil.€
126
10
1,8
23
4.457
9
2.106
Fatturato fino a 37.000 .€
156
2
0,2
6,8
4.561
1
446
N°società senza indicazione
144
-
-
0,03
500
1
471
Totale
645
143
14
248 40.053
255
28.720
49
Le prime 10 Cooperative di Abitazione
Co-operative Development Society Ltd (*)
Tenantd First Housing Co-operative Ltd
Druids Heath Tenant Management Co-operative Ltd
Co-op Homes (South) Limited (*)
Rosehill Housing Co-operative Limited
Pineview Housing Co-operative Limited
Ethelred Tenant Management Organisation Limited
West Whitlawburn Housing Co-operative Limited
Eldonian Community Based Housing Association Ltd
Westminster Housing Co-operative Limited
Fatturato
2006 €.000
5.565
5.563
5.481
5.434
3.193
2.375
2.356
2.301
2.219
2.001
(*)Coop.ve di secondo grado
Associazione di “Inquilini e/o Residenti'
Correlate alle cooperative di abitazione ci sono le Associazioni di Inquilini. Sono delle associazioni aperte a
tutti gli inquilini e ai residenti all'interno di una particolare area geografica, destinate a promuovere i loro
interessi comuni e fornire una voce unitaria ai partecipanti.
Proprietà: una associazione di inquilini 'o residenti' a sua volta è composta da suoi soci, anche se le loro
abitazioni spesso sono di proprietà di un ente locale, di un’associazione di abitazione, o di un proprietario
privato. I soci non sono beneficiari effettivi e personalmente non hanno accesso agli utili o al patrimonio.
Amministrazione Immobiliare
E’ una organizzazione di più soggetti, che riunisce gli inquilini e proprietari di casa, destinata a dare agli
inquilini una maggiore influenza sulla gestione delle abitazioni in affitto.
Proprietà: il consiglio di amministrazione a sua volta è composto da soci, anche se le loro abitazioni sono di
proprietà del locatore. I soci non sono beneficiari effettivi e individualmente non hanno accesso agli utili o al
patrimonio.
Non potrà usufruire dello status di beneficenza, ma in alcuni casi può essere associato a organizzazioni di
beneficenza per realizzare attività di formazione o altre attività di sostegno.
Istituito per gestire strutture abitative nell'ambito di una specifica zona geografica, solitamente tra 100 e 1500
case, con logiche e interessi comuni. L’organo di governo sarà composto da inquilini eletti, dai proprietari, e
prevede la cooptazione di altre persone (ad esempio, proprietari-abitanti nell’area).
Forme giuridiche utilizzate
Quelle di piccole dimensioni tendono ad essere prive di forma giuridica, più numerose sono quelle registrate
come società di garanzia o, meno comunemente, come Industrial and Provident Societies.
La distribuzione dei profitti non è consentita.
Questa tipologia organizzativa prevede di fornire servizi a tutti gli inquilini, anche se non sono soci. Non ci
sarà dunque un problema di partecipazione all'interno della base associativa e in tutta l'area servita.
50
Cooperative di Lavoro
Le cooperative di Lavoro sono impegnate in un larga parte dell'economia, e presentano un ventaglio ampio
sia per dimensioni che per settori di attività. Ciascuna è un’impresa indipendente ed autonoma, impiegano
lavoratori, esse non condividono una marchio comune o un logo, ma sono accomunate piuttosto dai valori e
principi cooperativi, che definiscono le caratteristiche e le modalità della loro attività. Anche se il risultato di
questa loro forza combinata è raramente riconosciuto tuttavia sono tra le imprese del movimento con le
performance migliori. E’ un’organizzazione democratica, in cui i soci sono anche i dipendenti dell'impresa.
Le cooperative di lavoro sono normalmente auto-finanziate attraverso la vendita di beni e servizi prodotti dai
loro soci-lavoratori. Il principale beneficio per il socio è soddisfare, in modo auto-gestito, il bisogno di
occupazione ed ottenere una congrua remunerazione del suo lavoro. In comune con altre forme di
cooperative, il controllo è esercitato normalmente con il principio mutualistico di “una testa un voto"; il
consiglio di amministrazione è eletto dall’assemblea dei soci, e - anche se gestiti fondamentalmente come
una impresa - vi è un forte impegno verso il benessere sociale, la sostenibilità, e il sostegno della comunità.
L’adesione alla cooperativa è aperta a tutti i dipendenti (principio della porta aperta). Le cooperative di
lavoro hanno adottato modelli di governance in cui l'organizzazione di controllo (comitato di gestione) è
composta da dipendenti.
Una cooperativa di lavoro è di proprietà dei suoi soci-lavoratori, anche se molte sono strutturate sulla base di
"proprietà comune", che significa che, mentre i soci possono beneficiare degli utili generati, essi non
possono accedere alle riserve, anche se la società è posta in liquidazione.
Una cooperativa di lavoro non può beneficiare dello status di beneficenza.
Una cooperativa di lavoro, può operare in tutti i settori industriali e del commercio. Sono definite dal loro
modo di operare internamente e non in base alla loro attività specifica. Una cooperativa di lavoro può essere
utilizzata come un tipo di cooperativa sociale, dove alcuni o tutti i soci possono essere persone con esigenze
particolari, quali disabilità o svantaggi, e le cooperative di lavoro sono in grado di offrire occupazione e
opportunità di formazione.
Molte cooperative di lavoro sono registrate sia come companies limited by guarantee (società a
responsabilità limitata da garanzia) o come società per azioni, in alternativa alla più tradizionale forma
giuridica per le cooperative, l’“Industrial and Provident”.
Cooperative di Lavoro per dimensione
N° coop
Fatturato
Utili
% Utili/
Fatturat
o
Capitale
Soci
.000 €
.000 €
.000 €
.000 €
Soci dipendenti
Fatturato oltre 7,3 mil.€
5
92.948
1.465
1,6
12.637
902
563
Fatturato tra 1,4 e 7,3 mil.€
6
55.597
1.753
3,2
14.548
446
341
Fatturato tra 0,7 e 1,4 mil.€
15
15.691
73
0,5
2.340
113
175
Fatturato tra 0,3 e 0,7 mil.€
23
11.653
425
3,6
2.468
114
85
Fatturato tra 0,1 e 0,3 mil.€
39
9.444
712
7,5
1.774
201
156
Fatturato tra 0,037 e 0,1 mil.€
53
4.256
248
5,8
1.353
81
90
Fatturato fino a 37.000 €
52
632
-52
-8,2
133
50
36
N°società senza indicazione
170
…
19
…
6.177
150
204
363 190.221
4.643
2,4
41.430
2.057
1.650
Totale
Alcune cooperative usano più complesse e sofisticate strutture che coinvolgono i trust, di solito per motivi
fiscali. E 'comune - anche se non è obbligatorio - per le cooperative di lavoro consentire la distribuzione di
profitti: eventuali eccedenze rappresentano gli utili realizzati dai soci grazie ai propri sforzi. Tuttavia, molte
cooperative di lavoro non consentono la distribuzione dei residui attivi, in modo da scongiurare la chiusura
prematura e il fallimento dell'impresa. L'iscrizione è aperta a tutti i lavoratori dipendenti, e solo ai lavoratori
dipendenti. La tabella precedente delinea la dimensione mediamente piccola di queste cooperative, infatti
51
solo undici di queste supera il milione di euro di fatturato, mentre una grande parte delle 363 attive nel
Regno Unito (comprese le 170 di cui non si dispone del dato) sono di dimensioni piccolissime.
Le cooperative di lavoro generalmente sono caratterizzate da un livello molto elevato di partecipazione dei
soci. Tutti i soci sono tenuti a partecipare ad un modello collettivo e ad eleggere un organo di governo di
modello rappresentativo. Le cooperative di lavoro in settori sensibili - come ad esempio la cura personale
degli anziani - possono incoraggiare un certo grado di partecipazione da parte degli utenti o dei loro
rappresentanti delegati, al fine di garantire la rispondenza alle loro esigenze di gruppo.
Le cooperative di lavoro nate dalla esternalizzazione di servizi pubblici possono mantenere alcuni residui di
rappresentanza da parte delle autorità pubbliche, e possono anche includere la rappresentanza degli utenti
finali dei servizi erogati.
Le prime 10 Cooperative di lavoro
Suma (Triangle Wholefoods Collective Ltd)
Infinity Foods Cooperative ltd
Essential Trading Cooperative ltd
Edinburgh Bicycle Cooperative ltd
Equity Shoes ltd
GreenCity Wholefoods (Scottish Wholefoods
Fatturato
2006 €.000
35.063
19.375
17.494
11.174
9.842
6.425
Collective Warehouse ltd)
Michael Jones Cooperative ltd
Unicorn Grocery ltd
New Internationalist Publications ltd
Traffic System Cooperative ltd
6.373
5.689
4.669
4.257
La Cooperativa Biciclette Edimburgo
E’ uno dei più grandi dettaglianti di biciclette nel Regno Unito. La grande maggioranza di biciclette vendute
hanno il marchio 'Edimburgo Biciclette'. Queste sono costruite principalmente in Gran Bretagna e in Francia.
Tuttavia, le biciclette contano solo per il 40% del fatturato, considerando che le vendite di abbigliamento e di
accessori, che assorbono meno spazio e offrono maggiori margini di profitto, contribuiscono al 60% del
fatturato. Esso gestisce anche un proficuo servizio di assistenza e riparazioni alla clientela. Nel 2003, a
seguito di un periodo di tre anni di prova, la cooperativa ha investito nella vendita via Internet e per posta. I
dipendenti possano diventare soci della cooperativa dopo aver lavorato per due anni. Il motivo per cui ci
sono attualmente così pochi soci è che i nuovi negozi sono stati acquistati da meno di due anni fa.
Originariamente la Cooperativa era molto informale, anche se con l'espansione ha sviluppato la sua struttura.
Nella annuale riunione generale i soci eleggono un comitato di gestione di 8 membri con almeno un membro
di ciascun reparto. Si riuniscono ogni mese e sono distribuiti a tutti. Incontri trimestrali per tutti i soci sono
tenuti in un albergo e fornisce l'opportunità di esaminare il piano aziendale. Ogni membro del comitato è
espresso da un pool di soci dipendenti che essi rappresentano.
52
Le società di proprietà dei dipendenti
John Lewis Partnership
La John Lewis Partnership, che opera nel commercio da quasi 150 anni nel Regno Unito, è la più grande
società a totale proprietà dei dipendenti del Regno Unito, con 27 grandi magazzini e quasi 170 supermercati.
Tutti i 63.000 dipendenti a tempo indeterminato sono noti come "partner" e insieme hanno, in ultima analisi,
il controllo della società. Non vi sono azionisti esterni, ma tutte le azioni sono detenute in un trust
appositamente creato a vantaggio del lavoro dipendente. Nel 2006 ha sviluppato un fatturato di oltre 9 mil. di
euro.
John Lewis ha funzionato come una società di co-titolarità dei soli dipendenti dal 1950, quando il figlio del
fondatore ha trasferito la proprietà della società al trust creato dai lavoratori dipendenti a ben al di sotto del
valore di mercato. Oggi, lo Statuto della John Lewis Plc afferma che mission della società è "la felicità di
tutti i suoi membri, attraverso la loro utile e soddisfacente occupazione in un business di successo". Ai
Partners attiene "condividere le responsabilità della proprietà e la sua ricompensa di profitto, di conoscenze e
di potere". La John Lewis Partnership, per quanto ufficialmente noto, ha messo in atto anche meccanismi
innovativi per incoraggiare la partecipazione dei lavoratori nelle imprese. Parallelo alle normali strutture di
gestione è un sistema separato di organismi democratici di Partnership, uno per ciascuna unità operativa
principale. Tutti i partner (i dipendenti) sono rappresentati attraverso il gruppo a livello di Consiglio di
Partnership che nomina cinque amministratori non esecutivi (eletti fra i dipendenti) nel Consiglio di
Amministrazione Centrale che hanno però il potere di destituire il presidente. Nella gestione corrente, il
personale può anche chiedere al management risposte a critiche e commenti anonimi formulati sulla rivista
aziendale.
Anche se la John Lewis Partnership è nota nel Regno Unito per la sua struttura innovativa, è stata però
spesso disattesa come modello dalle altre imprese, poiché è stata creata originariamente come società
filantropica dal suo ex proprietario.
Ma un nuovo tipo di relazione societaria, denominata Shared Company, rilasciata dalla Associazione delle
imprese di lavoro di Proprietà di dipendenti Ltd (JOL) del Regno Unito, suggerisce che questa forma di
struttura aziendale è di successo in termini commerciali e in molti più casi di quanto si creda.
La relazione cita ricerche accademiche inglesi, statunitensi e giapponesi che si prefiggono di dimostrare che
l'azionariato dei dipendenti e la partecipazione migliora la produttività e il comportamento dell’impresa.
La relazione afferma altresì che ciò che è necessario, per conseguire tale obiettivo di eccellenza, è una
"cultura della proprietà”.
JOL è particolarmente impegnata nel diffondere l'idea e nell’incoraggiare il dipendente-buy-out per le
piccole società, le imprese di proprietà privata i cui proprietari sono propensi alla chiusura, in genere nel
momento in cui stanno per andare in pensione. In realtà, la vendita della gestione corrente di una attività
imprenditoriale alla forza lavoro può essere il modo più vantaggioso di “disincagliare” il capitale garantendo
nel contempo che un'impresa sia ancora in grado di continuare ad operare.
53
Tullis Russell Group, società di proprietà dei dipendenti
La Tullis Russell Group Ltd divenne di proprietà dei dipendenti nel 1994 in un pionieristico programma di
riorganizzazione del capitale, il primo del suo tipo nel Regno Unito. Il regime ha comportato un
trasferimento di proprietà per i lavoratori dipendenti che utilizza la legislazione in materia di partecipazione
azionaria dei dipendenti-trust nel Regno Unito. Proprio personale l'azienda e un pari numero di azioni sono
rilasciati a ciascun lavoratore dipendente ogni anno. A 'dividendo' è pagata annualmente in merito a tali parti
dei profitti e questo incoraggia il personale a mantenerli. Essi sono autorizzati a vendere parti ritornare alla
società ogni anno nel mese di agosto se vi è abbastanza denaro per comprare. Ex-dipendenti possono anche
detenere una parte delle azioni.
Nei primi 19 ° secolo Robert Tullis è stata l'esecuzione di un successo nel settore della cancelleria, nella
pubblicazione di libri e impresa quando la guerra con la Francia tagliare il suo approvvigionamento di carta.
Nel 1809 ha acquistato un mulino in fallimento e lo convertito a una azienda cartotecnica. Nel 1876 una
partnership è stata costituita tra Robert Tullis, il nipote del fondatore, e David Russell. Dal 1985 la famiglia
di proprietari hanno voluto al fine di promuovere diversi interessi commerciali, ma ha voluto la società di
rimanere indipendente e a favore del comunità. Hanno cominciato a vendere azioni ai dipendenti e nel 1994
un vero e proprio dipendente -buyout è stato avviato, finalmente completato nel 2002.
Il consiglio di amministrazione è nominato dall’ assemblea generale annuale degli azionisti. Il consiglio di
amministrazione comprende quattro direttori “esecutivi” dal di dentro la società e tre amministratori esterni
“Non esecutivi”. Vi è una convenzionale struttura di gestione. Un parti Consiglio rappresenta il lavoratore
dipendente azionisti. Essi ricevono aggiornamenti regolari sulle prestazioni della società e sono pienamente
consultati su questioni chiave della strategia, compresi gli investimenti, la nomina di non-executive
amministratori e gli sviluppi dell’impresa come ad esempio la decisione di aprire un impianto in Corea. I
Consiglieri sono eletti per un periodo di tre anni e ogni membro rappresenta circa 100 dipendenti. Un
fiduciario indipendente si siede nel Consiglio per fornire pareri giuridici e finanziari con le competenze
necessarie al fine di valutare il comportamento della compagnia. Il gruppo nomina nel board anche quattro
membri per il Consiglio. Attualmente i soci sono tenuti a dare una parte del loro tempo nei lavori del
consiglio e non è previsto alcun pagamento per questo impegno. Nel 2006 ha realizzato un fatturato di oltre
200 mil. di euro con 1.500 dipendenti/azionisti di cui 925 agenti.
54
Scott Bader Group Limited, società di proprietà dei dipendenti
La Scott Bader Group, industria chimica specializzata in resine e polimeri plastici con sedi produttive in
molti paesi del mondo, è stata fondata da Ernest Bader nel 1921. La società è stata di proprietà della famiglia
e gestita convenzionalmente per i primi 30 anni, ma Ernest Bader, nato in Svizzera e profondamente
credente, non è mai stato un capitalista classico. Per molti anni lui e la sua famiglia hanno cercato una “terza
via” di ripartizione del capitale della società con meno divisioni e un metodo grazie al quale tutti i dipendenti
potessero avere effettiva voce in capitolo nella conduzione dell’azienda. Essi credevano che il lavoro avrebbe
dovuto impiegare capitale ma riconoscendo l'uguaglianza dei dipendenti, come individui e che solo una
profonda modifica del modo in cui l'industria è stata gestita avrebbe potuto portare a questo risultato. Nel
1951 Ernest Bader e gli altri azionisti presero una decisione radicale, fecero donazione in perpetuo
del’azienda ai suoi dipendenti. Fu creato un “Charitable Trust”, la Scott Bader Commonwealth Limited, che
tutt’oggi detiene le quote della Scott Bader Company Limited. La Scott Bader Company Limited è una
organizzazione che si compone di due parti inseparabili, Scott Bader Commonwealth e la Scott Bader
Company. Il primo detiene le quote della Compagnia Scott Bader è fiduciario della proprietà collettiva della
ex società di proprietà della famiglia ed è una organizzazione di carità; la seconda è la società di gestione, di
proprietà dei dipendenti, che possono diventare soci aderendo alla Scott Bader Commonwealth. I dipendenti
soci hanno diritto di partecipare alla direzione dell’attività della società con l’esercizio del diritto di voto in
base alle azioni detenute in aggiunta al coinvolgimento negli organismi di governance democratica. Un certo
numero di condizioni e di principi sono stati allegati alla donazione, e sono indicati nel preambolo dello
statuto e nello statuto stesso. Un elemento chiave è l' obbligo statutario per quanto riguarda l'uso dei profitti.
Un minimo del 60% deve essere mantenuto entro le imprese del gruppo per gli investimenti e lo sviluppo.
Del restante 40% un massimo del 20% può essere versato a titolo di bonus per il personale, con un importo
uguale o maggiore dato in beneficenza. In questo modo Ernest Bader ha inteso garantire che ogni volta che il
personale ha beneficiato di profitti, essi li condividano con i meno fortunati. Nel corso degli anni notevoli
somme di denaro sono state assegnate a progetti di beneficenza, come la fornitura di acqua a villaggi rurali in
Africa e in India, cliniche di assistenza sanitaria in Sud America e molti progetti per i senzatetto nel Regno
Unito. L’adesione al Commonwealth e con essa, la co-proprietà della società, è aperta a tutti i dipendenti
dopo un determinato periodo di tempo e dopo un programma di istruzione ai principi del Commonwealth e
l'adesione è approvata dal Consiglio di amministrazione del Commonwealth. Il successo della struttura
partecipativa è possibile solo se i soci sono disposti a parteciparvi pienamente e assumersi le proprie
responsabilità.
Il gruppo non ha alcun azionista istituzionale esterno; tre organismi sovrintendono la Scott Bader: la
fondazione, il Consiglio della Comunità del Regno Unito, il CdA del Commonwealth.
Il CdA del Gruppo, che opera come un unico team, si compone attualmente di un presidente (un esperto
indipendente) non esecutivo, dell'Amministratore Delegato, di altri tre direttori esecutivi e sei non esecutivi.
Due degli amministratori non esecutivi sono indipendenti dal CdA del gruppo e quattro amministratori non
esecutivi provengono dai dipendenti e sono nominati democraticamente dal personale di Scott Bader. Il
consiglio di amministrazione ritiene che si tratti di un giusto equilibrio tra le esigenze del Codice combinata
e la democrazia industriale.
Dal il 1999 il gruppo Scott Bader, di cui Scott Bader Company Limited è una parte, ora comprende:
Scott Bader Commonwealth Limited; Scott Bader Company Limited; Scott Bader SA; Scott Bader compositi
EURL; Scott Bader Scandinavia AB; Scott Bader Medio Oriente limited; Scott Bader (proprietario); Scott
Bader inc; Scott Bader orientale sro; Chromos Tvornica Smola dd.
Nel 2006 la Scott Bader Company Limited inglese ha un fatturato di 212 mil. di euro e 588 dipendenti.
55
STRUTTURA DELLA GOVERNANCE DEL GRUPPO SCOTT BADER
Membri del Commonwealth in tutto il mondo
Asse mblea dei Soci
13 soci eletti – UK = 6, France = 2, South Africa = 2, Dubai = 1,
(Sweden, USA, Czech Rep) = 1 Croatia = 1
Il presidente del CdA del gruppo, l’Amministratore Delegato del gruppo e il presidente del Commonw ealth
I componenti del Consiglio sono ex-officio membri dell'Assemblea,
Responsabilità – controllo del CdA del Gruppo Scott Bader e del consiglio di amministrazione
del Commonwealth per conto dei soci del Commonwealth in tutto il mondo
Fondazione
2 rapp.ciascuno del CdA e del
UK Community Council
3 nomine esterne della
Fondazione
Guardiani dello Statuto
Commonw ealth CdA di
gestione
6 Amministratori eletti
2 Amministratori esterni alla
Community
Presidente della SBCL è un
direttore esterno
Base Sociale, Donazioni
Caritative e Filosofia di
sv iluppo
CdA del Gruppo
4 rapp.eletti (incl 2 dal MA)
Presidente, Gruppo MD e fino a 2
direttori esecutivi
2 Direttori Non-executiv i esterni
Strategia & politica del Gruppo,
Responsabilità Finanziaria &
Legale e Controllo
Gruppo esecutiv o
Consiglio di comunità de UK
Rappresenta gli interessi di tutti i
dipendenti e formula raccomandazioni
per la gestione locale, consiglio di
amministrazione di Gruppo del Regno
Unito
Altri Cda di società
internazionali
Local
Council
SA
Local
Council
FRANCE
Local
Council
DUBAI
56
Credit Union
Le Unions Credit sono cooperative finanziarie detenute e controllate dai loro soci. Essi offrono risparmio e
prestiti a livello locale per valori di notevoli dimensioni. Unioni di credito finanziario sono cooperative
costituite per dare accesso ai servizi finanziari ai loro soci. Negli ultimi 25 anni il settore ha visto massiccia
crescita e l'introduzione del servizio di conti correnti è un importante passo in avanti nello sviluppo delle
unioni di credito nel Regno Unito. Ogni Unione di credito ha un "legame di comunità" che determina quali
sono i soggetti che possono aderirvi. Il "legame di comunità" può essere quello di coloro che vivono o
lavorano nella stessa zona, che lavorano per lo stesso datore di lavoro o coloro che appartengono alle stessa
associazione, come ad esempio una chiesa o Unione di commercio.
Come si crea una unione di credito? I soci di una unione di credito mettono in comune i loro risparmi; questi
risparmi alimentano un pool di fondi che possono essere dati in prestito. Una unione di credito dipende in
gran parte dal risparmio depositato e deve quindi pagare un interesse ai soci-risparmiatori (questo è
conosciuto come dividendo annuale). Il denaro in affitto da soci è prestato ad altri soci, che a loro volta
pagano gli interessi sul denaro prestato loro. Il socio deve depositare i suoi risparmi per un periodo minimo
prima di aver diritto di richiedere un prestito.
I loro consigli di amministrazione sono eletti con il metodo democratico di “una persona un voto”
indipendentemente dalla quantità di denaro investito dai singoli soci. Una Credit union ha politiche che
disciplinano i tassi di interesse e le altre questioni sono regolate da un consiglio di amministrazione
composto da personale volontario eletto dai soci e proveniente dalla stessa base sociale. Solo un socio di una
unione di credito può depositare denaro, o prendere in prestito denaro. In quanto tale, le unioni di credito,
storicamente, hanno operato come socio-superiore fornendo servizi e aiutando i soci a migliorare la loro
condizione finanziaria.
Acuni indicatori delle Credit Unions - anno 2005
UK
Totale
England
Scotland
Wales
Northern
Ireland
755
409
127
33
186
Conto Economico
(€’000)
(€’000)
(€’000)
(€’000)
(€’000)
Totale Profitti
161.995
39.655
26.899
2.777
92.665
Totale Spese
84.314
28.985
15.154
2.626
37.549
Profitti/Perdite (al lordo imposte)
77.669
10.670
11.744
151
55.105
Dividendi Pagati
45.112
8.207
6.819
221
29.864
Attività 1.791.451
356.897
295.592
20.943 1.118.019
685.533
327.415
259.391
19.922
Capitale & Riserve 1.129.600
29.481
36.200
Numero di Credit Unions
Stato Patrimoniale
Passività
78.804
1.023 1.062.896
Principali Indicatori
Numero dei Soci
977.072
334.847
213.508
38.002
390.715
Numero Personale Impiegato
1.067
777
224
66
n/a
Prestiti in % del Totale Attivo
73.1%
76.5%
69.5%
66.4%
n/a
Indice di Liquidità media
45.8%
37.5%
57.7%
48.8%
n/a
Passività Nette (a 3 mesi)
su Prestiti lordi %
2.7%
3.3%
1.7%
5.3%
n/a
L’ Unione di credito può essere considerata come un’organizzazione non-profit o, al contrario, a scopo di
lucro, laddove le imprese sono tenute a realizzare un profitto per i loro soci (che ricevono utili dalla
cooperativa sotto forma di riduzione dei tassi di interesse sui prestiti, o come dividendi pagati ai
risparmiatori, utili che sono tassati come reddito ordinario). Per questa particolare struttura organizzativa il
principale problema di governance deriva dal fatto che i proprietari e gli utenti dell' istituzione sono le stesse
persone. In ogni caso, le unioni di credito in genere non possono accettare donazioni e devono essere in
grado di prosperare in una competitiva economia di mercato
57
La partecipazione è generalmente limitata ai soci, anche se le più grandi possono operare programmi sociali
che coinvolgono anche altri membri della comunità. Una Union Credit non potrà beneficiare dello status di
beneficenza (con i relativi vantaggi fiscali).
Per loro natura, e attraverso la legislazione (Industrial & Provident Societies Act e di Atti dell'Unione di
credito) e dal regolamento finanziario del Financial Services Authority (FSA), le unioni di credito sono
molto strutturate e vincolate da regole con l’organizzazione della partecipazione rigorosamente controllata.
(Ogni u.c. ha un regolamento approvato, registrato con la FSA). Le Credit Union sono disciplinate dalla
loro legislazione e sono tenute ad adottare una forma giuridica specifica del tipo “Industrial/ Provident.
Le prime 10 Credit Unions
Derry Credit Union Limited
Glasgow credit Union Limited
Lurgan Credit Union Limited
Newry Credit Union Limited
Number One Copperport Credit Union
S.A.G. Credit Union Limited
Scotwest Credit Union Limited
Police Credit Union Limited
Pennyburn credit Union Limited
Anglia Farmers Limited
Fatturato
2005 €.000
8.959
6.015
5.418
5.114
4.313
3.983
3.119
3.060
2.956
2.732
58
Le Banche cooperative e le Building Societies
Nel movimento cooperativo inglese esistono, come abbiamo visto, significative presenze nel mondo dei
servizi bancari e di intermediazione finanziaria. Accanto alle strutture cooperative come la Co-operative
Bank del gruppo omonimo, che svolge un ruolo assolutamente rilevante nella cooperazione di consumo, alla
presenza importante delle centinaia di Credit Unions sparse nel territorio, vi è la storica presenza delle
Building Societies, organizzazioni mutualistiche del credito. La tabella illustra le BS attive oggi, in giallo
Building Societies' Assets
April 2008
La tabella indica il patrimonio delle Building società del Regno Unito, ordinata secondo l'attività del
gruppo, tratta dalle loro ultime relazioni annuali. Queste cifre non sono state adattate per tener conto di
eventuali fusioni, trasferimenti di impegni o acquisti di portafogli di mutui ipotecari che hanno avuto luogo
dopo il bilancio di fine anno.
* Indica una società che non ha alcun gruppo - La cifra delle Attività della società è stata ripetuta nel campo
Attività del Gruppo .
Ordine per Nome delle Società
Chiusura di
Attività della Società
Attività del gruppo
Attività del
Esercizio finanziario milioni €
milioni € (vedi nota *)
1
2
—
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
21
22
23
24
25
26
27
28
29
30
31
32
33
34
35
36
37
38
39
40
41
42
43
44
45
46
47
48
49
50
51
52
53
54
55
56
57
58
59
Nota: ¹
Nationwide¹
04 aprile 2007
Britannia
31 dicembre 2007
Portman¹
31 dicembre 2006
Yorkshire
31 dicembre 2007
Coventry*
31 dicembre 2007
Chelsea
31 dicembre 2007
Skipton
31 dicembre 2007
Leeds
31 dicembre 2007
West Bromwich
31 marzo 2007
Derbyshire
31 dicembre 2007
Principality
31 dicembre 2007
Cheshire
31 dicembre 2007
Newcastle
31 dicembre 2007
Norwich & Peterborough 31 dicembre 2007
Dunfermline
31 dicembre 2007
Stroud & Swindon
31 dicembre 2007
Nottingham
31 dicembre 2007
Scarborough
30 aprile 2007
Kent Reliance
30 settembre 2007
Progressive*
31 dicembre 2007
Cumberland
31 marzo 2007
National Counties
31 dicembre 2007
Furness
31 dicembre 2007
Cambridge
31 dicembre 2007
Leek United
31 dicembre 2007
Manchester
31 dicembre 2007
Saffron
31 dicembre 2007
Hinckley & Rugby*
30 novembre 2007
Darlington
31 dicembre 2007
Newbury
31 ottobre 2007
Monmouthshire
30 aprile 2007
Melton Mowbray
31 dicembre 2007
Market Harborough
31 dicembre 2007
Ipswich*
30 novembre 2007
Barnsley*
31 dicembre 2007
Marsden
31 dicembre 2007
Tipton & Coseley*
31 dicembre 2007
Hanley Economic
31 agosto 2007
Mansfield, The*
31 dicembre 2007
Teachers'
31 dicembre 2007
Loughborough*
31 ottobre 2007
Chesham*
30 novembre 2007
Dudley
31 marzo 2007
Vernon
31 dicembre 2007
Scottish
31 gennaio 2007
Bath Investment
31 dicembre 2007
Chorley & District, The*
05 febbraio 2007
Harpenden*
31 dicembre 2007
Holmesdale*
31 marzo 2007
Stafford Railway, The*
31 ottobre 2007
Beverley*
31 dicembre 2007
Buckinghamshire*
31 dicembre 2007
Swansea
31 dicembre 2007
Earl Shilton*
31 marzo 2007
Shepshed
31 dicembre 2007
Penrith*
31 dicembre 2007
Ecology, The*
31 dicembre 2007
Catholic*
31 dicembre 2007
City of Derry*
31 dicembre 2007
Century*
31 dicembre 2007
203.382
47.497
31.181
33.942
21.870
19.096
17.556
13.495
10.510
10.401
8.547
7.282
6.893
6.323
4.854
4.630
4.436
3.402
3.125
2.193
1.885
1.697
1.240
1.244
1.172
1.122
1.150
1.045
1.008
886
773
644
613
591
552
522
513
499
420
398
381
373
368
361
323
279
235
232
219
217
213
204
176
135
126
114
110
65
53
32
201.535
54.025
31.219
30.071
21.872
19.199
18.383
13.469
12.204
10.407
8.586
7.300
7.065
6.320
4.846
4.653
4.439
3.371
3.131
2.193
1.882
1.727
1.240
1.238
1.174
1.162
1.150
1.045
1.011
888
773
644
615
591
552
522
513
500
420
398
381
373
368
361
324
279
235
232
219
217
213
204
176
135
126
114
110
65
53
32
Portman e Nationwide fuse il 28 agosto 2007. Nationwide nella relazione interme
59
quelle che sono socie di Co-operativeUK.
The Building Societies Association (BSA)
La BSA é l’Associazione che rappresenta tutte le 59 Buildings oggi attive del Regno Unito. Le Building
hanno un totale attività di poco meno di £350 miliardi di sterline e, insieme con le loro filiali, detengono
mutui ipotecari immobiliari per un valore di £245 miliardi di sterline, più del 20% del totale nel Regno
Unito. Le Building sono in possesso di circa £215 miliardi di sterline di depositi del settore della vendita al
dettaglio, rappresentando più del 20% di tutti i depositi nel Regno Unito. Le Buildings rappresentano oltre il
38% di tutti i saldi di cassa di ISA. Le Building societies impiegano oltre 50.000 persone a tempo pieno e
part-time e operano con più di 2.100 filiali.
La legislazione delle Building Society
Le Building Societies sono regolamentate dalla FSA soggetta alla legislazione di cui al “Building Societies
Act” del 1986. La legge parlamentare, che è stata successivamente modificata in numerose occasioni, è stata
sostanzialmente rivista con la “Building Societies Act” del 1997 e dalla Financial Services e Mercati Act
del 2000.
L’Act del 1986, così modificato, stabilisce le disposizioni dettagliate in relazione alla costituzione di
Building con limiti di raccolta diversi fra i fondi per i singoli individui e sui prestiti, limiti completamente
diversi da quelli depositati su immobili residenziali (mutui, ipoteche), e prevede le restrizioni di taluni poteri
previste dal Financial Services Authority, in materia di contabilità e di revisione contabile relativi a fusioni e
a trasferimenti di attività.
L’Act del 2000, è importante per le BS, anche per le disposizioni in materia di poteri della Financial Services
Authority attività di autorizzazione regolamentate e norme di orientamento permesse e approvate per i
servizi finanziari il meccanismo di indennizzo del Financial Ombudsman Service. La BSA ha pubblicato una
sintesi della legislazione riguardante la building società, che è possibile visualizzare qui:
BSA's sintesi dei "Building Societies Act del 1986
Il "Building Societies (Finanziamento) e le Società mutue (Storni) Act 2007 ha ricevuto il royal parere il 23
ottobre 2007. La legge consente - che è la legislazione secondaria dovranno essere approvate dal Parlamento,
preceduta da una consultazione, per attuare le sue disposizioni. Le tre parti principali della legge potrebbero
eventualmente portare a un aumento nelle building Societies del limite di finanziamento a non-soci superiore
al 50% di quanto gli azionisti “depositanti” e altrettanto nei fondi e un alleggerimento delle norme in materia
di fusioni tra i vari tipi di mutue finanziarie nel caso, molto improbabile, di una building in liquidazione
coatta amministrativa o sciolta.
Natura della Building Society
Il "Building Societies Act del 1986 definisce ciò che è e che cosa può fare.
La definizione giuridica di una Building
La definizione giuridica di un Building Society ha quattro elementi chiave:
• Scopo principale
• Poteri
• Caratteristiche del Conto Economico e le Caratteristiche di Stato Patrimoniale
• Composizione della base sociale
Lo scopo principale
Secondo il “Building Societies Act del 1986” come modificata dalla legislazione del 1997, la “finalità o
scopo principale” di una Building Societies “è quello di rendere i prestiti garantiti da ipoteche su immobili
residenziali” e sono sostanzialmente finanziate dai soci.
La legge Act del 1986 limita le Building in relazione all’agire come market maker in titoli, merci o valute.
Il commercio di merci o valute. Entrare in transazioni relative a strumenti finanziari derivati.
Inoltre, sono elencati i rischi che una BS può coprire tramite derivati.
La legislazione è diversa da quella che esisteva in passato. Prima del 1986 le società potevano solamente
offrire mutui e possibilità di deposito. Il BS Act del 1986 elencò quei servizi che le Bs potevano offrire. Il Bs
Act del 1997 rovesciò tale approccio elencando solamente le operazioni vietate alle BS .
60
Le caratteristiche dello Stato Patrimoniale
(i) Limite di finanziamento ai Soci
La legge BS Act richiede che le società abbiano almeno il 50% dei loro fondi di provenienza dai soci.
(ii) Attività
Ai sensi della legge del BS Act la società ha bisogno di tenere almeno il 75% delle sue attività (escluse le
attività liquide e le immobilizzazioni) in prestiti garantiti totalmente da immobili residenziali.
Rapporti con gli associati
I soci di una BS sono investitori azionari e beneficiari del credito ipotecario.
Sintesi delle principali disposizioni dei "Building Societies (finanziamento) e mutue (Storni) Act 2007
(" Atto del 2007 ")
Sezione 1 - limite di finanziamento per la BS
Queste proposte di emendamento prevedono la possibilità di:
• la possibilità di aumento (ma non successivamente la riduzione) dal 50% attuale ad un limite
massimo del 75% per finanziamento di non-aderenti.
• Tutte le società che desiderano trarre vantaggio da un maggiore limite devono ottenere
preventivamente l'approvazione dei loro soci.
Sezione 2 - potere di modificare le priorità su scioglimento e liquidazione
Questo darebbe ampio potere per garantire che, in caso di scioglimento e liquidazione di una BS, gli azionisti
ordinari sarebbero alla pari ("pari passu") in ordine di priorità con i creditori ordinari (ad esempio, i
depositanti). L'approccio globale è stato confermato dal gennaio 2008 con la carta e la stabilità finanziaria
depositante di protezione: il rafforzamento del quadro, rilasciata dalla Banca d'Inghilterra, HM Treasury e
Financial Services Authority.
Sezione 3 - i trasferimenti a filiali di altre mutue
Questa sezione darebbe al HM Treasury ampio potere per consentire il trasferimento delle attività di BS,
società, società industriali e di previdenza, società mutualistiche di assicurazione o di una equivalente società
cooperativa europea, a una filiale di un'altra società.
Sezione 4 - trasferimento a società controllate: la distribuzione dei fondi
Questa sezione riguarda l'approvazione e la distribuzione di fondi a favore dei soci da parte del cedente o
della società mutualistica di cui il cessionario è una società controllata (l'azienda mutualistica).
Mutualità
Building Societies e la mutualità
Tutte le Building società sono istituzioni mutualistiche. Pertanto le persone che hanno un conto di risparmio,
o garanzie ipotecarie, sono soci e hanno alcuni diritti di voto e di ricevere informazioni, come pure di
partecipare e intervenire alle riunioni. Ogni socio dispone di un voto, indipendentemente dalla quantità di
denaro che ha investito o preso in prestito o il numero di conti che può avere. Questo significa che le BS
sono concentrate esclusivamente sulla fornitura di migliori servizi e prodotti per i loro soci. Ciò è
profondamente diverso dalle banche, che hanno una scissione tra l’obbligo di realizzare profitti per dare
dividendi agli azionisti e il conseguimento di valore per i loro clienti.
Nel corso degli anni ‘90 un certo numero di società si è demutualizzato e si sono trasformate in banche (la
Alliance & Leicester fu demutualizzata e quotata nel 1997).
Tutti i rappresentanti del gruppo parlamentare “Building Societies” e le società finanziarie mutualistiche
sono state decisamente critiche nei confronti di tale processo, con la pubblicazione di una relazione pubblica
sul tema nel mese di marzo 2006.
I benefici chiave delle building societies
Le Building non pagano dividendi agli azionisti e, di conseguenza, sono in grado di operare su più ristretti
margini rispetto alle plc banche. Ciò significa che, nel complesso, le società offrono tassi ipotecari più bassi
e tassi di risparmio più elevati rispetto ai loro concorrenti. Sono più propensi a mantenere le loro reti di
banche, in quanto possono prendere in considerazione fattori non finanziari per valutare se aprire o chiudere
61
le filiali. Il numero di filiali bancarie è stato ridotto molto più rapidamente rispetto a quelle delle building
negli ultimi anni. Queste ultime, infatti, possono prendere un tempo molto più lungo per determinare la
strategia aziendale rispetto a istituzioni costantemente sotto pressione per fornire maggiori dividendi e un
aumento del prezzo delle azioni. Essi possono influenzare, positivamente, la politica dei prezzi dei loro
concorrenti. Per esempio, la pressione delle building ha impedito alle banche la tariffazione dell'accesso al
bancomat. Il Regno Unito ha oggi dei servizi finanziari molto più efficienti determinata dalle diverse
modalità che le building offrono. Esse aprono filiali in tutto il Regno Unito, piuttosto che nella City di
Londra, sede della maggior parte delle istituzioni finanziarie, e questo dà loro una prospettiva diversa. Sono
molto più vicine ai bisogni e alle aspirazioni dei consumatori a causa della loro struttura proprietaria. Il
personale sa che quando sono al servizio di un cliente sono al servizio anche di un proprietario dell'impresa.
Questo assicura una cultura nella building completamente diversa rispetto alle istituzioni analoghe di
proprietà di azionisti. Ciò si riflette nel più elevato livello del servizio per i clienti rispetto ai clienti delle
banche.
Corporate Governance
L’attenzione sul tema della corporate governance – “il sistema mediante il quale le società sono dirette e
controllate” (Rapporto Cadbury 1992) – ha avuto una crescita costante negli ultimi 15 anni. Nella BS, il
governo societario è interessato al rapporto tra l'organo di amministrazione della società e i proprietari delle
imprese -ovvero i soci. Come per le società quotate, le buone prassi di governo societario per la BS si
concretizzano in una combinazione di requisiti legislativi, la guida e i codici di pratica.
Il Building Societies Act del 1986 contiene alcuni requisiti di governo societario per la BS e questi sono
trattati in una guida alla legge BSA, di seguito se ne forniscono alcune note di massima.
BSA guida alla legge
Il Combined Code sulla Corporate Governance
Una revisione combinata del Codice in materia di Corporate Governance è stato emanato nel giugno 2006 e
si applica agli anni di riferimento che iniziano il, o dopo il 1°novembre 2006. Il codice combinato è destinato
a società quotate in borsa. In quanto tale, le BS non sono tenute a rispettarlo. Tuttavia, la maggior parte delle
BS lo fà volontariamente. Il codice combinato segue un “comply or explain” approccio, in cui figurano le
imprese pubbliche che sono invitate a rispettare il Codice e, se del caso, a spiegare nella loro relazione
annuale il motivo per cui non hanno rispettato una disposizione particolare.
La Guida FSA della regolamentazione per le BS recita “la società deve avere riguardo al Codice quando
stabilisce e riesamina gli accordi di “corporate governance” (si riferisce alla sezione 1.3.2 G della Guida di
regolamentazione).
Per aiutare le BS la BSA ha sviluppato una guida del codice e questa è stata pubblicata nel settembre 2004 e
rivisto due anni più tardi. Gli orientamenti per le BS seguono un approccio del tipo “eccezione da”, nel senso
che esso si riferisce solo a quegli elementi del codice che non sono considerati pertinenti alla BS, o che
pongono particolari problemi per la BS e considerati degni di discussione. La FSA è stata consultata in
merito - e ha accolto con favore - la guida BSA, come hanno fatto altri organismi, come il Financial
Reporting Consiglio, che 'governa' il Codice.
Guida BSA al Combined Code
La misura della BS rispetto al Combined Code
Le BS hanno prontamente abbracciato il Combined Code - anche se esse non sono obbligate a farlo.
La BSA ha analizzato le relazioni annuali delle BS in materia di rendicontazione annuale, con chiusura di
bialancio il o dopo il 31 ottobre 2006. Abbiamo riscontrato che oltre il 98% delle BS (comprese tutte le
prime 20 più grandi) ha tenuto conto del Combined Code nel 2006.
Remunerazione del Consiglio di amministrazione
Un importante tema della filosofia di “corporate governance” negli ultimi anni è che le istituzioni bancarie
devono rendicontare la retribuzione dei loro amministratori.
A differenza delle società quotate, che sono tenute a mettere ai voti alla loro Assemblea degli azionisti la
“politica di remunerazione” degli amministratori della società, questo passaggio non è obbligatorio per la
BS. Tuttavia, la BSA ritiene che sia una buona pratica ottenere tali voti e sono incoraggiate a farlo. Vi è stato
un considerevole aumento del numero di BS in possesso di un voto consultivo sulla politica di retribuzione
62
degli amministratori negli ultimi anni. Nel 2007 il 98% delle BS ha perseguito tale politica, dato in aumento
se confrontato con gli anni precedenti, nel 2005 per esempio solo 54 Buildings Societys (86%) lo aveva
fatto. Nel 2007 i voti espressi dai soci delle BS in approvazione delle politiche di remunerazione adottate
dalle società in termini percentuali andavano dall’ 84% al 99%. La maggior parte delle BS ha deciso di
includere anche una relazione sulla politica di retribuzione degli amministratori insieme al riepilogo
finanziario che viene inviato a tutti i soci della società.
La BSA spera che nel 2008 tutte le BS metteranno in votazione la politica di retribuzione degli
amministratori.
La differenza tra Building Society e le banche
Nationwide (e di altri istituti di credito edilizio) La maggior parte delle grandi banche
Status Mutualistico: di proprietà dei soci.
Società anonima (plc) stato: di proprietà di azionisti.
Persegue l'interesse di persone che hanno acquistato i
servizi della società che sono soci e clienti al tempo
stesso.
PLC deve ascoltare i suoi azionisti (così come i suoi
clienti).
I profitti sono restituiti ai soci sotto forma di migliori
tariffe e più bassi tassi di sconto.
Una parte degli utili vengono restituiti agli azionisti
sotto forma di dividendi.
Non paga i dividendi agli azionisti.
Internamente di proprietà, da parte di membri.
Non quotate in borsa.
Esterno di proprietà, da parte degli azionisti.
Quotate in borsa.
Un membro, un voto. I soci sono incoraggiati ad avere Gli azionisti più grandi tendono ad avere maggiore
voce in capitolo nella gestione delle attività, compreso influenza. Gli azionisti hanno diritto di voto,
il diritto di voto alle Assemblee generali (AGM).
in base alla sede della società.
http://www.bsa.org.uk/consumer/factsheets/arrearsfactsheet.htm
© Nationwide Building Society
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Numero dei soci e dei clienti (in milioni)
96/97
baseline
02/03
03/04
04/05
05/06 06/07
SOCI
8,5
10,23 10,55 *10.93 11.35 11.65
CLIENTI
0,1
*0,37
TOTALE
8,6 *10,60 10,97 *11.44 11.97 12.42
0,42
*0.51
0.62
0.78
Si stima che un beneficio di 300 milioni di sterline è stato
fornito ai soci durante il periodo competitivo 06/07 attraverso i
tassi di interesse più bassi e le tasse e le tariffe a migliori
condizioni.
63
Profilo di genere
Aprile-2007
Numero di dipendenti
2006/07
Femmine
52%
Maschi
48%
2003/04 2004/05 2005/06 2006/07
16.074
16.325
16.544
16.606
N° dipendenti
N° dipendenti
(full-time
equivalenti)
Profilo per età
2006/07
Under 18
8%
18-24
7%
25-34
13%
35-44
19%
45-54
16%
55-64
13%
65+
15%
Non dichiarato
9%
13.269
13.767
13.854
13.924
% Full time
68,19
67,90
68,02
68,05
% Part time
31,81
32,10
31,98
31,95
Pricing benefits over ten years (£m)
97/98 98/99 99/00 00/01 01/02 02/03 03/04 04/05 05/06 06/07
Annuale
202
306
360
402
520
510
588
644
690
660
Cumulativo
327
633
993 1.395 1.915 2.425 3.013 3.657 4.357 5.017
Settore Mutualistico-Assicurativo
Oltre alla The Co-operative Insurance Ltd, esistono alcune mutue assicurative: la NFU National Farmers
Union Mutual Insurance Ltd, la Royal London Mutual Ltd., la Liverpool Victoria Friendly Ltd, la
Ecclesiastical Insurance Group Plc, per citare le prime per dimensioni.
Ma la più importante era, prima della sua demutualizzazione, la Standard Life Assurance Society Limited,
nata a metà dell’ottocento.
Dal 1925, la Standard Life Assurance Company ( "Standard ") è stata gestita come una società di mutuo
soccorso. Come tale non aveva alcun azionista e i suoi soci sono stati i suoi assicurati. Come una società di
mutuo soccorso, Standard Life è stata gestita a beneficio dei suoi soci e la sua attività è stata condotta in
modo da massimizzare i ritorni degli investimenti ai soci, mantenendo livelli adeguati di garanzia del rischio.
Standard Life è stata la più grande compagnia di assicurazione mutualistica d'Europa.
Il 31 maggio 2006, i soci di Standard Life's hanno votato a favore della risoluzione speciale per la demutualizzazione di della compagnia e il galleggiamento di Standard Life plc sul London Stock Exchange. La
motivazione addotta dal management per scegliere la strada della demutualizzazione, è stata la caduta dei
mercati assicurativi, e finanziari in genere, indotta dal disastro dell’11 settembre 2001. Da quell’evento le
condizioni di operatività e rischiosità della gestione erano tali, dopo alcuni importanti investimenti effettuati
dalla compagnia negli anni immediatamente precedenti tale data, da esporla in maniera considerevole e da
non consentire livelli di sicurezza accettabili per i soci azionisti. Tale decisione ha sollevato grandi proteste
da parte del mondo cooperativo e mutualistico inglese, con interrogazioni al parlamento da parte del Cooperative Party e una memoria scritta di protesta.
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Partnership
Non deve essere confusa con la forma giuridica di partenariato (che è una società a scopo di lucro), il termine
è utilizzato per qualsiasi accordo che riunisce una serie di persone con interessi diversi nel perseguimento di
un obiettivo comune.
L’organizzazione in Partnership sono in genere legate alla gestione strategica delle risorse di proprietà di
terzi, anche se alcuni possono acquistare le attività. In questo caso la proprietà della organizzazione poggia
sui soci.
Una Partnership può essere ammessa allo status se soddisfa i criteri tipici.
Esempi di utilizzo
Si costituiscono partenariati comunemente per coinvolgere le popolazioni locali, le autorità pubbliche, le
organizzazioni di volontariato e le imprese locali alla partecipazione, a un certo livello o in un altro, nella
gestione delle risorse destinate al miglioramento di una determinata area geografica. In alcuni casi può
esserci alla base, ad esempio, il problema della droga, oppure quello della salute mentale, la sicurezza della
comunità locale, la promozione dello sport, ecc
Alcuni partenariati non sono in realtà delle organizzazioni definite e quindi non avranno una forma giuridica
precisa, ma solo una serie di regole permanenti per quanto riguarda i rispettivi ruoli funzionali e così via. A
volte partenariati possono essere costituiti in forma di associazioni o società di garanzia. La distribuzione dei
profitti non è consentita.
Problemi di partecipazione
Può essere complessa - così come il differenziale di partecipazione dei partner, ciascuno avrà una interesse
circoscritto per cui un'ulteriore partecipazione può essere necessaria o auspicabile. Il principio alla base della
creazione della maggior parte dei partenariati è quello di ottenere il massimo contributo dai diversi
partecipanti che hanno diversi tipi di interesse.
Social Firm
E’una specifica forma organizzativa promossa da imprese sociali del Regno Unito al fine di creare
opportunità di lavoro per le persone disabili.
Le imprese sociali possono operare con una gamma di modelli di proprietà. Le cooperative sono di proprietà
dei soci disabili che sono gli stessi beneficiari; in altre circostanze l’impresa sociale potrebbe essere di
proprietà di fiduciari o anche privati. Nella maggior parte dei casi i soci beneficiari effettivi non hanno
singolarmente accesso al reddito prodotto o al patrimonio.
Alcune imprese sociali sono ammesse allo status di carità se soddisfano i criteri abituali.
Le imprese sociali mostrano diversi gradi di partecipazione dei lavoratori e quindi di auto-aiuto da parte dei
disabili beneficiari. Alcune sono strutturate e auto-gestite come cooperative, altre sono gestite da un
consiglio di amministrazione nominato dai soggetti beneficiari.
Forme giuridiche utilizzate
La s.r.l da garanzia e le(cooperative) industriali e di previdenza sociale sono definiti come i modelli standard
ma una impresa sociale può assumere qualsiasi forma giuridica.
La possibilità o meno della distribuzione dei profitti è in funzione della forma giuridica adottata.
Problemi di partecipazione
La principale questione è il grado di coinvolgimento in cui i beneficiari dipendenti sono coinvolti nella
gestione della società che li impiega. Nel Regno Unito per le imprese sociali vale il principio "il metodi di
partecipazione dei lavoratori dovrebbe soddisfare le diverse esigenze dei lavoratori". Si deve tenere conto
della capacità di integrazione fra il beneficiario e il gruppo. Se ha lo status di carità la partecipazione è
incoraggiata, questo avrà un impatto sul grado di partecipazione.
Football Supporters' Trust
E una organizzazione democratica che trae i suoi soci nella comunità in cui è attiva una squadra di calcio, e
mira a rafforzare i legami tra i club e la comunità locale. La maggior parte ha un obiettivo a più lungo
termine e garantisce i diritti di voto nella società che gestisce il club al fine di influenzare il suo governo, e, a
volte, acquisendone infine la proprietà.
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Uno trust di tifosi di calcio è di proprietà dei suoi soci, anche se naturalmente il club al quale è collegato lo è
- almeno all’inizio. I soci non sono beneficiari effettivi e singolarmente non hanno accesso al reddito
prodotto o al patrimonio.
In genere non sono ammessi allo status di carità, anche se alcuni lo hanno chiesto e in alcuni casi hanno delle
beneficenze associate per realizzare programmi di educazione e formazione o altre attività caritative.
Esempi di utilizzo
Vi è un numero crescente di trust di tifosi di calcio in tutto il paese, rappresentate a livello nazionale dal
Supporters Direct. Alcuni hanno già assunto il controllo della loro società di calcio locale.
Nella maggior parte dei casi è quella della società Industrial and Provident (società a beneficio della
comunità) poche sono invece le società di garanzia limitata.
La distribuzione dei profitti non è consentita.
Il Trust cercherà di attrarre un maggior numero di soci fra coloro che amano il calcio.
Carità
Un'organizzazione che esiste a beneficio del pubblico, o di una parte di esso che è palesemente in stato di
necessità, attraverso il perseguimento di determinati obiettivi che la legge riconosce come aventi carattere
caritativo. Questi obiettivi sono derivati dal preambolo di uno statuto ora abrogato del 1601, completate da
sentenze dei tribunali e da una serie di statuti. Attualmente legalmente gli scopi caritativi rientrano nei
"quattro capi di carità", vale a dire: la promozione dell'istruzione; il sollievo della povertà e del bisogno; la
promozione della religione e altri scopi benefici per la comunità, tra cui la sicurezza pubblica, la promozione
dell’ armonia razziale, la salvaguardia dell'ambiente, la fornitura di strutture per la ricreazione e il tempo
libero, e lo sviluppo di zone urbane e rurali svantaggiati e arretrati. Il Governo sta attualmente proponendo
un importante aggiornamento della lista degli scopi caritatevoli che sono legalmente riconosciuti.
E’ proprio della Carità. essere strutturata in modo tale da garantire che le risorse siano dirette verso il
benessere dei beneficiari, non dei soci dell'organizzazione. Di conseguenza, "self-help" di beneficenza può
essere problematico. In questo senso essi sono disciplinati dalla legge sui trust, come tutti gli enti di
beneficenza sono trust pubblici.
Esempi di utilizzo
Tutti i tipi di organizzazioni di beneficenza, dalle scuole pubbliche di paese, al benessere degli animali, dalle
organizzazioni di soccorso alle agenzie di lavoro nei paesi in via di sviluppo. Molte beneficenze hanno
società filiali impegnate in attività commerciali come canali di ritorno dei profitti alla casa madre di
beneficenza.
Forme giuridiche utilizzate
Una carità deve prima adottare uno standard giuridico; quello di status caritativo è un ulteriore attestato di
credibilità. Trust, associazioni e società di garanzia possono chiedere alla Commissione di Carità di diventare
enti di beneficienza (esclusivamente Inghilterra e Galles). Società per il bene della comunità può rivolgersi
alle Inland Revenue per essere riconosciuti come esenti charities. Una filiale commerciale di una carità sarà
una società (o a responsabilità limitata di garanzia o per azioni).
Distribuzione dei profitti
No. (Una filiale commerciale sarà in grado di trasferire i profitti alla sua capogruppo caritativa.)
Problemi di partecipazione
Le società di beneficenza devono essere sensibili alle esigenze dei loro beneficiari e alla volontà di coloro
che hanno donato fondi e risorse per la beneficenza. Tuttavia, se una carità è anche una organizzazione, i
membri avranno alcuni diritti costituzionali. E’ per questo motivo che in una carità la partecipazione può
essere relativamente complicata.
Trust di Sviluppo
Società di livello locale, senza fini di lucro che opera per il sociale e la ripresa economica di un territorio
(solitamente sono soggetti privati).
Un Trust di sviluppo è di proprietà dei suoi soci, ma, come per molti enti di beneficenza loro dovere primario
è quello di essere donatori verso i beneficiari. I soci non sono beneficiari effettivi e individualmente non
hanno accesso al reddito o al patrimonio della società.
Sono molti i trust sviluppo con status di beneficenza
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La DTS (Associazione nazionale dei trust di sviluppo) rappresenta un gran numero di trust di sviluppo
locale.
Forme giuridiche utilizzate
Molti sono registrati come società di garanzia; alcuni hanno scelto di registrarsi come società per il bene
della comunità e alcuni sono enti di beneficenza. I trust più piccoli e quelli allo stadio iniziale possono essere
costituiti come associazioni.
La distribuzione dei profitti non è consentita.
Problemi di partecipazione
Possono essere organizzazioni complesse, sia internamente in relazione ai loro soci - provenienti dalla
comunità locale - sia esternamente per la numerosità dei soggetti interessati, i residenti, i soggetti impegnati
nello sviluppo (l’autorità pubblica, le organizzazioni di volontariato, e così via). Al fine di ottenere un buon
successo è quindi probabile che le trust di sviluppo facciano uso di numerose tecniche partecipative nelle
diverse situazioni.
Imprese sociali (vedere raccordo con pezzo sulla storia del movimento cooperativo)
Una società che è attiva nel mercato, ma con un fine sociale da garantire in primo luogo (piuttosto che
economico). Tipici obiettivi sociali possono comprendere: creazione di posti di lavoro locali; colmare le
lacune nella fornitura di servizi locali (ad esempio, asili nido, servizi agli anziani, prevenire lo spopolamento
dei paesi); progetti ambientali; la lotta contro l'esclusione sociale. Esistono due principali modelli di impresa
sociale: il modello cooperativo (self-help), e la comunità imprenditoriale o modello di carità, che mira al
beneficio verso persone diverse dai suoi soci.
Una impresa sociale con modello cooperativo sarà di proprietà dei suoi soci beneficiari, mentre la proprietà
di imprese di comunità è comunemente dei soci della comunità servita, e gestita da un organo di governo
nominato da quella comunità.
Alcune imprese sociali sono enti di beneficenza laddove soddisfano i criteri tipici riconosciuti legalmente.
Esempi di utilizzo
Le Imprese sociali possono essere impegnate in tutti i tipi di attività economica, dalle organizzazioni
internazionali (ad esempio le imprese del commercio equo e solidale) alle piccole imprese molto legate ad
esigenze locali.
Forme giuridiche utilizzate
Così come il termine "impresa sociale" si estende su una tale gamma di tipologie organizzative, vi sono
esempi di uso di tutte le opzioni disponibili in materia di forme giuridiche.
Distribuzione dei profitti
La maggior parte non distribuiscono utili, anche se quelle cooperative lo possono fare.
Problemi di partecipazione
La maggior parte delle imprese sociali sono organizzazioni di appartenenza e, quindi, la partecipazione è un
elemento connaturato all’attività democratica. Visto che le imprese sociali sono tenute ad operare con
successo nel mercato per sopravvivere, dovranno anche impegnarsi nei confronti dei clienti / clienti, dei
fornitori e degli altri soggetti.
Impresa di Comunità (o Società di)
E’ una organizzazione democratica, in cui l'iscrizione è aperta a tutti coloro che vivono (e talvolta a quelli
che lavorano) nella zona in cui la società opera. Gli obiettivi delle imprese di comunità sono quelli della
fornitura di servizi locali e / o la creazione di occupazione per la popolazione locale. La Impresa di Comunità
è normalmente retta dalla regola di “una testa un voto”, e il consiglio d'amministrazione è eletto
dall'Assemblea dei soci
Proprietà: una Impresa di Comunità è di proprietà dei suoi soci che provengono dalla comunità servita,
anche se i soci non hanno alcuna accesso al reddito d'impresa o al patrimonio.
Status “Caritativo”: una comunità impresa non può essere ammissibile allo status di carità, anche se
alcune possono raggiungere questo obiettivo se la loro attività di scambio rientra giuridicamente fra gli scopi
caritativi (ad esempio l'assistenza agli anziani).
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Esempi di utilizzo
Le imprese di Comunità di solito sono disponibili a fornire servizi locali che sono poco attraenti per il settore
privato a causa dei bassi margini di profitto, comprese le comunità di gestione immobiliare (ad esempio degli
immobili necessari all’attività delle cooperative di lavoro), oppure servizi di assistenza, spacci di villaggio,
della sicurezza, dei trasporti della comunità.
Forme giuridiche utilizzate
La maggior parte sono sia società di garanzia limitata o società per il bene della comunità.
Distribuzione dei profitti
Nessun utile o bene può essere distribuito tra i soci.
Problemi di partecipazione
La maggior parte delle imprese di comunità sono organizzazioni di appartenenza e, quindi, la partecipazione
è un elemento connaturato all’attività democratica. Visto che le imprese di comunità sono tenute ad operare
con successo nel mercato per sopravvivere, dovranno anche impegnarsi nei confronti dei consumatori /
clienti, dei fornitori e degli altri soggetti.
Club (Club di Soci)
Il termine "club" può essere utilizzato in una vasta gamma di circostanze, ma un “club di soci” generalmente
segue il modello di una cooperativa di consumo. Ha come obiettivo quello di unire le persone per accedere ai
servizi offerti, di solito pagando un abbonamento annuale, più il prezzo di acquisto di qualsiasi cosa
consumata (ad esempio cibi e bevande).
Il“club di soci” è di proprietà dei suoi clienti-soci, a differenza di un club di proprietà dove solo i sociproprietari possono accedervi; per un“club di soci”non può essere ammesso lo stato di beneficenza, a meno
che tutti i membri siano considerati beneficiari di beneficenza (ad esempio, club di sordi, alcuni club di
giovani).
La maggior parte dei Club sono registrati sotto la legislazione delle Friendly Società (oggi non è più
possibile registrarsi in questa forma) o come Industrial and Provident Societies. E 'possibile registrare un
club come una società.
Qualsiasi distribuzione di utili ai soci è in effetti uno sconto sul costo dei compensi per i servizi forniti e,
quindi, sono comunemente ammessi (anche se traslati talvolta "in natura", piuttosto che in contanti - alcuni
club maschili di lavoratori danno a tutti i soci un certo quantitativo di birra in franchigia come un dividendo).
Tuttavia, un avanzo di gestione può essere usato solo per ridurre i prezzi praticati ai soci.
La partecipazione è generalmente limitata ai soci.
Consorzio Cooperativo
Essenzialmente si tratta di una applicazione specifica della struttura di una cooperativa di consumo, ma i cui
soci sono piccole imprese o lavoratori autonomi e il ruolo della cooperativa è quello di aiutarli a migliorare i
risultati della loro attività. I soci versano una percentuale dei loro guadagni in cooperativa.
La struttura di consorzio cooperativo può essere utilizzata da organizzazioni non-profit di volontariato o
organizzazioni di comunità per fornire servizi condivisi. In comune con altre forme di cooperative, il
controllo è esercitato normalmente con il principio di “una testa un voto "; l'organo di controllo è eletto dalla
assemblea dei soci e - anche se gestita fondamentalmente come un business - vi è un forte impegno verso il
benessere sociale, la sostenibilità, e il sostegno della comunità.
Proprietà: un consorzio cooperativo è di proprietà di suoi soci, sia quelli che utilizzano i servizi sia quelli
che li forniscono. Una cooperativa consorzio non potrà beneficiare dello status di beneficenza. La maggior
parte sono o società di garanzia o Industrial and Provident Societies ", anche se un consorzio può essere
registrato come una società per azioni.
Qualsiasi distribuzione di utili ai soci si configura come uno sconto sull’eccedenza risultante dal pagamento
dei compensi per i servizi forniti, e quindi sono comunemente ammessi. Tuttavia, un consorzio cooperativo
per distribuire un avanzo di gestione ai soci può farlo solo riducendo le tariffe con uno sconto.
La partecipazione a una cooperativa consorzio sarà generalmente limitata ai soci. Molti consorzi per
usufruire dei benefici fiscali a disposizione delle organizzazioni a reciproco scambio, richiedono che sia gli
utenti dei servizi forniti sia coloro che li forniscono siano soci.
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Marketing Co-operative
Una particolare forma di consorzio cooperativo che vende i suoi prodotti ai soci e prende una commissione
su ogni vendita effettuata. I soci possono essere singoli individui oppure organizzazioni o imprese. Una
Marketing Co-operative è di proprietà di suoi soci, non può beneficiare dello status di beneficenza.
Esempi di utilizzo Un gruppo di artigiani può creare una marketing-cooperativa per promuovere e vendere i
suoi prodotti, attraverso un catalogo di vendita per corrispondenza, o un punto vendita, o partecipando a
fiere.
La maggior parte sono o s.r.l. da garanzia o Industrial and Provident Societies ", anche se una marketingcooperativa può essere registrata come una società per azioni.
Qualsiasi distribuzione di utili ai soci è in effetti uno sconto sulla commissione risultante in eccesso sulle
vendite, e quindi sono comunemente ammessi. Tuttavia, una marketing-cooperativa che ha un avanzo
potrebbe anche ridurre il suo tasso di commissione.
La partecipazione ad una marketing-cooperativa sarà generalmente limitata ai soci. Alcune marketingcooperative possono usufruire di benefici fiscali a disposizione delle organizzazioni mutualistiche (di
scambio reciproco), che richiedono che tutti i partecipanti siano soci della cooperativa.
69
APPENDICE
L’Azionariato dei dipendenti in UK
Indagine economica annuale sulle imprese di proprietà dei dipendenti in Europa – 2007
Le imprese di proprietà dei Dipendenti sta procedendo più velocemente e in tutta Europa più forte
di quanto si potesse prevedere. Si tratta di un rapido e recente nuovo sviluppo nella maggior parte
70
dei paesi europei. Comunque, alcuni paesi hanno cominciato prima, mentre altri dawdled sul modo
in cui (cfr. grafico 1).
Grafico 1
Maggiori gruppi europei che hanno piani di azionariato dei dipendenti dal 1945 al 2007
(29 paesi europei - 2,500 maggiori gruppi - 32 milioni di lavoratori dipendenti)
Considerando le tendenze più recenti, l'azionariato dei dipendenti è in procinto di raddoppiare entro i
prossimi 5-10 anni, da 8,2 milioni di dipendenti di oggi a 16 milioni, da 26,2% di tutti i lavoratori dipendenti
di società europee di grandi dimensioni ora a 40-50%, e di un aumento della capitalizzazione detenuta dai
dipendenti al 4 - 4,5% rispetto al 2,35% attuale. Questa è la principale conclusione della indagine economica
condotta sull’azionariato dei dipendenti nei Paesi europei nel 2007. Questa indagine si basa su informazioni
sulle grandi imprese europee – e analogamente di tutti i paesi europei. Inoltre, esso si basa su informazioni
fornite dalle imprese stesse nelle Relazioni annuali - il che significa una informazione rapida e di elevata
qualità. La versione completa della Indagine annuale è disponibile presso la European Federation of
Employee Share Ownership.
Regno Unito (UK)
Rispetto ad altri paesi europei, l'azionariato dei dipendenti è ai vertici nel Regno Unito. Per 25 anni
infatti, il Regno Unito e la Francia si sono contesi il titolo di numero uno in Europa. Considerando
la percentuale globale del capitale detenuto da lavoratori dipendenti nelle grandi imprese, la Francia
è stata più efficace, - visto che il Regno Unito è al 2,33% e al 2,35% di media europea - ma in
Francia è al 4,03%, (grafico 2). Tuttavia, essendo cresciuto nel Regno Unito dall’1,95% nel 2005 / 6
al 2,33% nel 2006 / 7 si registra il più alto tasso di crescita di tutti i paesi europei, mentre la Francia
nello stesso periodo temporale è rimasta ferma al 4,03%. Il Regno Unito è al primo posto insieme
71
all'Irlanda se si considera la percentuale di grandi imprese che hanno una parte della proprietà
detenuta dai dipendenti - il 99% rispetto al 100% in Irlanda, ma solo l’89% in Francia (grafico 3).
Grafico 2
% Del capitale detenuto dai dipendenti nel 2006 / 7
(29 paesi europei - 2,477 maggiori gruppi europei - 31,5 milioni di lavoratori dipendenti)
La Francia supera il Regno Unito per il numero di grandi società che hanno una "ampia base" di azionariato
dei dipendenti (rispetto al totale dipendenti) - è il 78% nel Regno Unito rispetto all’84% in Francia, in
entrambi i paesi siano molto di sopra della media europea che è del 51,2% (grafico 4). Dinamica superiore
nel Regno Unito. Il 42% delle grandi società britanniche ha lanciato nuovi piani di azionariato dei dipendenti
nel corso degli anni 2006 / 7 - rispetto al 29% della media europea, il 34% in Francia, il 44% in Danimarca
(grafico 5). Ed è di grande rilievo il fatto che i paesi europei con il maggior numero di società con
azionariato dei dipendenti sono anche quelli con una dinamica maggiore del fenomeno. Regno Unito non è
stato lontano dal numero uno per i piani di azionariato dei dipendenti nelle grandi imprese: le grandi società
britanniche hanno lanciato il loro primo piano di azionariato ai dipendenti mediamente nel 1995, rispetto al
1994 in Irlanda e nel 1996 in Francia (grafico 6). Il Regno Unito e l’Irlanda sono al top per quanto riguarda
le stock options. Il 94% delle grandi imprese britanniche hanno piani di stock option - rispetto al 97% in
Irlanda, molto superiore al 67% della Francia (grafico 7). Di conseguenza, il Regno Unito è ancora inferiore
alla Francia per la quota di lavoratori detentori di quote azionarie (in percentuale al totale dei lavoratori
dipendenti) nelle grandi imprese: è il 34% rispetto al 40% in Francia - ma in Europa tale percentuale è ancora
solo il 26,2% (grafico 8). Infine, il Regno Unito è un po’ più indietro rispetto alla Francia per il numero di
grandi società che hanno una quota "significativa" di dipendenti proprietari: è il 65% nel Regno Unito e il
70% in Francia, rispetto al 50,2% in Europa (grafico 9).
Grafico 3
%Gruppi Europei che hanno azionariato dei dipendenti nel 2006 / 7
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Grafico 4
% Gruppi Europei che hanno emanato ampi piani di azionariato dei dipendenti
nel 2006 / 7
Grafico 5
% Gruppi Europei che hanno lanciato nuovi piani di azionariato dei dipendenti
nel 2006 / 7
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Grafico 6
Quando hanno lanciato il primo piano di quote azionarie dei lavoratori dipendenti?
(media di tutti i gruppi elencati)
(29 paesi europei - 1,787 maggiori gruppi europei che hanno piani di azionariato dei dipendenti - 28,7 milioni di
lavoratori dipendenti)
Grafico 7
% Gruppi Europei che hanno piani di stock option nel 2006 / 7
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Grafico 8
% Dipendenti su tutti i lavoratori dipendenti nel 2006 / 7
Grafico 9
% Gruppi Europei che hanno un "significativo" azionariato dei dipendenti (EO> 1%)
nel 2006 / 7
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Grafico 10
Capitale detenuto da dipendenti: quote dei dirigenti e non dirigenti nel 2006 / 7
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