“Today`s Menu”

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“Today`s Menu”
Presentazione mostra
“Today’s Menu”
fotografie di
Tanja Marzi
Paola Massa
Gianluca Mauro
Elisa Pozzo
Mario Tarello
Liliana Vogliano
Marco Zerbola
13 gennaio 2012 – 30 marzo 2012
Inaugurazione Venerdì 13 gennaio 2012 - Ore 18,30
Orari: lun.- ven. 16,00 – 19,30
Orari
British Centre - Ivrea, Piazza Lamarmora, 12 - Tel. 0125 – 641618
www.britishcentreivrea.com
Biografie degli artisti:
artisti:
1. Tanja Marzi: di origine eporediese, vive e lavora a Torino. Dopo la laurea in
Architettura e il conseguimento del dottorato in Innovazione tecnologica per l’ambiente
costruito, continua l’attività di ricerca presso il Politecnico di Torino dove è anche docente
a contratto.
Appassionata di fotografia, rivolge prevalentemente il suo sguardo alle architetture, alle
forme geometriche e ai colori della natura. Nei suoi viaggi di lavoro e studio, spesso nei
Paesi del Nord Europa, uno spazio viene sempre dedicato all’osservazione dei paesaggi e
delle forme che circondano l’ambiente visitato.
2. Paola Massa in Marzi: nata ad Ivrea, di origine viveronese, dopo gli studi superiori a
Biella e la laurea in lingue e letteratura straniera all’Università Bocconi di Milano, si
trasferisce ad Ivrea dove insegna inglese per 35 anni presso gli Istituti superiori Cena e
Itis. Appassionata di fotografia, fin dagli anni ’70 ha frequentato i circoli fotografici del
GSRO Olivetti e di San Grato e numerosi stages e workshop di fotografia.
Ha partecipato a vari concorsi fotografici e mostre collettive. Si è formata fotografando i
viaggi estivi in Gran Bretagna, la vita, la gente, le città, per poi poter insegnare una
lingua viva. Non sono mancati i reportages dei viaggi in Messico, Russia e New York degli
anni ’80. E’ stata membro della giuria del concorso fotografico indetto da Intercultura
dall’anno 2000 al 2008.
Ora si dedica a cogliere l’attimo nella natura, i colori, la fragranza, leggerezza, vitalità e
caducità dei fiori, delle foglie e degli alberi. Nell’invasione di immagini che ci colpiscono
ha scelto le piccole cose che ancora rimangono di bello sulla nostra Terra.
3. Gianluca Mauro: nato ad Ivrea nel ’75 a 18 anni inizia ad appassionarsi alla
fotografia. Scontento dei risultati delle foto delle compatte dell’epoca con il suo iniziale
lavoro passa alla sua prima reflex Canon A1 con la quale apprende la tecnica che sta alla
base della fotografia. Inizia a lavorare in un negozio di foto e qui ha l’occasione di
migliorare sempre di più la sua tecnica e fare tesoro degli insegnamenti dei fotografi più
esperti, dai quali impara i segreti della camera oscura. Negli anni ha seguito il passaggio
dall’analogico al digitale, ne ha
sfruttato a pieno le potenzialità pur conservando il
rispetto della tradizione, soprattutto per quanto riguarda il fotoritocco. Nel corso della sua
esperienza professionale si è imbattuto in molti generi: l’immagine sportiva, lo still life, il
reportage di matrimonio, il paesaggio, e ha sempre cercato di sperimentare nuove
soluzioni iconografiche per rendere le sue visioni uniche.
4. Elisa Pozzo: nata ad Ivrea nel 1979, vissuta sempre sul confine Canavese e Biellese,
dopo gli studi scientifici sperimenta una scuola di Moda a Milano, ma successivamente
sceglie la strada della tradizione: si ferma a lavorare nell'Azienda Agricola di famiglia, che
produce vino e kiwi. E' proprio qui che può dare libero sfogo ad alcune sue passioni, tra cui
la fotografia. Lavorando immersa nella natura e nelle sue bellezze che essa ci offre
spontaneamente, con la macchina fotografica sempre in tasca, Elisa coglie spesso l'attimo
degli incanti naturali e lo eterna nelle sue immagini ricche di colori, presenze animali o
verdeggianti fugacità.
5. Mario Tarello: classe 1978, dopo una formazione da autodidatta inizia a poco più di 20
anni a lavorare nel mondo del design & multimedia, dapprima in ambito web per poi
spaziare alla comunicazione tradizionale e alla grafica offline. Solo da 5 anni a questa
parte scopre nella fotografia un potente strumento per rendere tangibile la sua
immaginazione, si specializza in fotografia di reportage, ritratto e still-life non disegnando
quei generi che gli permettono di immergersi a contatto con la natura, quali la fotografia
paesaggistica e macro. E possibile seguire i suoi progetti su suo sito/blog www.tarello.it
6. Liliana Vogliano: nasce a Cossano Canavese (To) nel 1944, amante della fotografia da
sempre, negli ultimi anni della sua attività lavorativa in Olivetti riesce a dedicare parte
del suo tempo alla sua passione e in seguito, quando dal 1996 inizia a collaborare come
giornalista pubblicista a “La Sentinella del Canavese”, la fotografia diventa anche un
lavoro.
Negli anni ’90 partecipa (e per un periodo ne è fiduciaria) alle attività del Circolo
Fotografico del Gruppo Sportivo e Ricreativo Olivetti, dove ha la possibilità di affinare la
tecnica e incontrare fotografi di livello internazionale, come Franco Fontana, Fulvio
Roiter, Giorgio Lotti, Ferdinando Scianna.
Dai suoi viaggi riporta immagini che raccontano la vita delle persone e il paesaggio dei
luoghi visitati: i villaggi della Costa d’Avorio, gli scavi nella valle del Fayum in Egitto, i
sentieri del Cammino di Santiago di Compostela in Spagna, immagini che diventano
oggetto di mostre e di proiezioni multimediali.
Nel 2007 una sua foto è stata scelta come manifesto del 32esimo Cantiere Internazionale
d’Arte di Montepulciano (Siena).
Ha collaborato alla pubblicazione di alcuni libri, sia con scritti che con documentazione
fotografica, gli ultimi dei quali sono “La Collina di Masino” di Mario Tassoni (ed. Comune
di Cossano – 2009), “Le Donne nella Resistenza” di Maria Paola Capra, “Cossano
Canavese, un antico vallo di confine” (ed. Alfredo Ferrero 2011), “L’Anfiteatro Morenico di
Ivrea” – AA. VV. - (ed. Alfredo Ferrero 2011).
7. Marco Zerbola: laureato in Storia e Critica del Cinema, insegnante di materie
letterarie da più di venti anni, è stato prima allievo e poi collaboratore del British Centre
di Ivrea in qualità di insegnante di italiano per stranieri. Amante delle più svariate
espressioni artistiche ha sperimentato diversi media quali la pittura, il video e la
fotografia. Questa ultima spesso viene utilizzata come supporto per manipolazioni o
interazioni polimateriche, montata su supporti lignei e filtrata da trasparenze di
plexiglass. Alterna attività di organizzazione di eventi artistici, ad altre in cui è lui che
espone le sue opere e, in questo caso, ha unito le due anime, quella di espositore e
promotore. Ha esposto a Londra, Torino, Milano, Aosta, Oropa in alcune collettive o
personali ed é possibile avere un’idea più ampia dei suoi lavori consultando il sito,
www.marcozerbola.org
Uno sguardo alla mostra:
Da sempre il cibo è stata fonte di ispirazione per molti artisti. I primi esempi di pittura di
“genere” dei Carracci sono le immagini del mangiafagioli o di una macelleria, Arcimboldo
crea i suoi ritratti con assemblaggi di frutte e verdure, le lattine di minestra Campbell di
Andy Warhol sono diventate icone pop della condizione umana della società massificata
degli anni Sessanta, le fotografie di Edward Weston trasformano peperoni, cipolle o
insalata in forme plastiche scultoree.
La collettiva “Today’s Menu” allestita presso il British Centre di Ivrea propone sette
differenti modi di interpretare il cibo attraverso il filtro dell’occhio della macchina
fotografica.
Tanja Marzi osserva le verdure nella loro composizione cromatica, coglie armoniche
disposizioni e simmetrie in cavolfiori, rapanelli o zucchine sistemati nelle cassette o sui
banchi del mercato: le immagini che ne scaturiscono sono ordinate, rigorose, geometriche,
oseremmo dire “architetture” vegetariane.
Paola Massa, anche lei privilegia simmetrie e disposizioni e attraverso questo ordine
ricercato, ci conduce in un lussureggiante viaggio della gola. Meringhe spumeggianti,
gonfie di fragranze si presentano ai nostri occhi ghiottoni, così come lunghe file di
cioccolatini sembrano piccoli soldatini in attesa di cadere nelle nostre bocche. Profluvi di
colori sgargianti per dolci succulenti: peccato siano solo immagini!
Gianluca Mauro propone un mosaico fotografico creato da numerosi piccoli momenti
quotidiani della vita all’interno della sua cucina. Pane, grattugia, salame, utensili,
caffettiera, Nutella e tanti altri minimi dettagli: un’enumerazione che ci fa addentrare nel
luogo più frequentato da ognuno di noi, ma in qualche modo anche più intimo, personale e
vero.
Elisa Pozzo osserva con la sua macchina fotografica il mondo agreste che la circonda,
soprattutto quello legato alla stagione autunnale. La castagna con le sue forme spinose,
ma geometriche, la zucca adagiata in solido riposo, i coloratissimi peperoncini in un
carnevale di aromi o la frutta in controluce che attende la mano dell’uomo che giunga a
trasformarla in succose bevande. E’ la semplicità della natura nelle sue forme più
immediate che comunica un senso di pace, sincerità e genuinità.
Mario Tarello sperimenta le possibilità visive che la macchina fotografica gli offre. Scatti
altamente tecnologici congelano attimi esplosivi che altrimenti al nostro occhio
sfuggirebbero. Con un sapiente gioco di flash, luci e tempi di scatto, fragole, kiwi e
peperoncini diventano soggetti che catturano la fuggevolezza del tempo e che dilatano la
nostra percezione visiva. Ma in fondo l’hi – tech di queste icone è debitrice della
tradizione, ben rappresentata da una natura morta di gusto fiammingo in cui l’obiettivo
fotografico sembra diventare una tavolozza di colori ad olio seppiati e soffusi.
Liliana Vogliano ci conduce in un viaggio di usanze, gusti, colori e sensazioni molto
intense: dalla Costa d’Avorio ad Israele, da Gerusalemme alla propria casa di Cossano,
Liliana osserva l’uomo e le sue tradizioni, coglie le abitudini e le traduce in un reportage
in cui le vivande sono parte integrante del vivere dell’essere umano. L’occhio della
macchina fotografica scruta mercati, strade e autogrill in cui il cibo e le sue lavorazioni ci
parlano dei popoli del mondo e della loro intensa ed indispensabile quotidianità e
percepiamo che le banane fritte africane hanno un valore simile alla preparazione della
festa di un paese nostrano o che una torta di pesche fatta in casa comunica stesse attese
di un pane arabo nel tempo del “ramadan”: tradizioni differenti per ricordarci che in fin
dei conti siamo tutti figli dello stesso mondo.
Marco Zerbola propone figurazioni in bianco e nero in cui il tema del cibo è un pretesto
per creare immagini inconsuete ed anomale: il tavolo di un ristorante che si connota di
maggiore valore, rispetto agli astanti che sembrano fantasmi evanescenti; una tovaglia a
righe in precario equilibrio in attesa di essere preparata e Tommaso che usa un pacco di
pasta Barilla come copricapo. E’ divertimento e sensazione metafisica che si incontrano,
concretezza ed affievolimento nella tipica doppiezza umana fatta di razionalità ed
irrazionalità.
Il menù di oggi presso il British Centre è questo!
Marco Zerbola