JIM BRUZZESE Lavorate di fantasia, costruite il - La Riviera on-line

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JIM BRUZZESE Lavorate di fantasia, costruite il - La Riviera on-line
JIM BRUZZESE
Lavorate di fantasia, costruite il mostro più orribile che riuscite.
Attribuitegli ogni genere di nefandezza, rivestitelo degli abiti peggiori e spruzzategli addosso la puzza più insopportabile che avete mai
sentito. Moltiplicate tutto per cento. Quella è la mafia. Fatto questo e
tenendolo come dogma intangibile, passate ad altro. Guardate a una
regione senza strade, priva di ferrovie, devastata dagli abusi edilizi,
orfana di sanità, di giustizia, di lavoro, col mare ridotto a latrina.
PASQUINO CRUPI
Ora che tutte le carte sono state scoperte, si può, a ragion veduta, dire
che, nonostante tutto, c’è qualcosa di nuovo nella Locride. E, per
paradossale che possa apparire, la novità è tutta dovuta al PD, sempre stretto tra continuità e rinnovamento. Questo partito, che aveva
deciso di vivere elettoralmente tra i cipressi, ha dato segno d’una
inversione di marcia, forse d’una svolta.
DOMENICA
03 FEBBRAIO 2013
LA RIVIERA
02
Parlando
di...
ESCLUSIVO
A destra: il marescialo dell’Arma
Donato Giordano, ritrovato
completamente carbonizzato
sull’altopiano della Limina
il 17 Luglio 1991.
Qui a sinistra: Peppe Costa, ex
boss della ’ndragheta, è oggi
ritenuto uno dei più autorevoli
collaboratori di Giustizia nella lotta
contro il crimine reggino
Peppe Costa
torna a Siderno
spulso da Siderno dalla ’ndrangheta, riammesso a Siderno dalla magistratura.
Giuseppe Costa è tornato, ha poggiato i
piedi per terra, ha preso un caffé e, blindato, ha girato attorno e lungo la città che gli
inquirenti ritengono il baricentro criminale del mandamento Ionico. E anche di più.
The Capital.
Sono zeppe di omissis le pagine in cui
Peppe Costa ricostruisce la guerra di
Siderno, la storia. E la storia è: 17 Luglio
1991, di mattina. Gli uomini della compagnia dei carabinieri di Roccella, agli ordini
del capitano Bonfiglio, rinvennero sull’altopiano della Limina la carcassa carbonizzata di una Lancia Thema. All’interno dell’abitacolo – scriveva il giornalista della
Gazzetta Gianni Lupis – erano riconoscibili appena le sagome di due cadaveri
“completamente carbonizzati”. Uno dei
due venne identificato come l’ex carabiniere collocato in congedo (stranamente
ndr) 40 giorni prima, esattamente il 20 giugno del 1991. Stiamo parlando del maresciallo dell’Arma Donato Giordano. Oggi
la seconda vita di Peppe Costa inizia da
dove si era interrotta. Chi ha dato uno
sguardo alle dichiarazioni del ex boss giura
E
che don Peppe ha puntato il dito sul carabiniere pugliese descrivendo nei dettagli il
ruolo del killer di Bari. Punteggiando tutto
e evidenziando alcune parti delle 1.500
pagine di dichiarazioni già depositate, con
protocollo speciale, presso la cancelleria
della corte d’Appello di Reggio Calabria.
La guerra contro i padri della ’ndrangheta
vincente, in tutti questi anni di reclusione,
è stato il suo chiodo fisso. Annientare per
sempre il nemico, ma questa volta collaborando con la legge. Il tempo è venuto.
Si dice anche che le informazioni del collaboratore di Giustizia, definito dal quotidiano “Calabria Ora”, per la sua autorevolezza, il Buscetta calabrese, sconfinerebbero oltre il Torbido e il Novito, e riguarderebbero molti assetti mafiosi da Soverato a
Melito Portosalvo.
Peppe Costa, da boss a falange forte della
legge, sta tracciando la mappa della
‘ndrangheta. Questo è certo.
C’è anche chi sostiene che la mappa sarà
vecchia e che le due operazioni di polizia
“Recupero” e “Bene Comune” presentano molte faglie, e di conseguenza serviva
rafforzare i pilastri.
Ma, per adesso, queste sono analisi da bar
del Crimine.
Le
strade
di
sangue
del maresciallo
Donato Giordano
DOMENICA
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LA RIVIERA
03
Parlando
di...
LA SETTIMANA
DA 51 ANNI CONDUCE UNO SHOW VERACE DA THUNDER BAY
RECLAME
Mario Caccamo, la voce
degli italiani oltreoceano
L’Aspromonte
di Franco
Neri a Striscia
la Notizia
“Carosello Italiano” un filo
diretto, verace, tra il bel
paese e il Canada di Thunder
Bay.
Conduce
Mario
Caccamo. Ogni domenica,
da 51 anni, questo sidernese
manda note che accarezzano
cuori “paesani”, the original.
Lui è un monumento. La
numerosissima Associazione
dei sidernesi a Thunder Bay
presieduta da Francesco
Pedullà , la CIBPA e l'Istituto
degli studi italiani della
artedì 29
gennaio
a
Striscia la
Notizia ha
ospitato
anche un
pezzo di
Calabria
e della
Locride. Nello
spazio dedicato
alle reclame cinematografiche e
teatrali è stato presentato il film
Aspromonte di
Hedy Krissane. A
parlare delle riprese,
avvenute tra le montagne aspromontane,
e della trama è
stato il protagonista, Franco Neri.
M
Lakehead University l'hanno
voluto onorare. Hanno premiato il suo impegno di qua-
lità, la sana evasione che ha
allietato gli italiani anche nei
momenti di difficoltà. Ma
hanno voluto soprattutto
premiare l'uomo semplice,
l'altruista, colui che non
molla e che vuole ancora
contaminare tutti, non solo
gli italiani, con i valori sani
della terra d'origine. Un grazie anche da parte de “la
Riviera” a questo professionista, per la fiducia che in
mezzo secolo ha trasmesso
alla nostra gente. Spesso etichettata pregiudizialmente,
anche oltreoceano. Tank you
Mario.
Don Mico Oppedisano,
il capo dei capi, che si
procurava da vivere,
sedendo sul trono d'una
sgangherata ape da cui
vendeva cipolle, patate, melanzane sulle strade di Polistena, lascia il 41bis per gravi motivi di
salute. Un torturato in meno. Ma
noi vorremmo che il 41bis, disdegnato dall'Europa all'America,
venisse abolito per tutti, lasciandosi dietro solo la fosca gloria
della sua assunzione a vanto della
gloriosa carriera di Pietro Grasso,
già eletto senatore del Pd.
IL RICONOSCIMENTO
Promossa. Milena
Commisso va a Rosarno
ilena Commisso, che ha profuso
intelligenza, energie, buone
maniere, alta civiltà dea cortesia
nel lavoro di banca, qui a Siderno, è stata
promossa. Va a Rosarno per ricoprire un
incarico importante all'interno della BNL.
Noi de “la Riviera” ne siamo oltremodo
felici, ma si tratta di una felicità ombrata dal
dover prendere congedo da persona eccezionale, che con la sua intelligenza operativa, flautata da umana bontà, ha spianato
rughe ai clienti delle sacrestie del denaro,
come l'indimenticabile Titta Foti chiamava le banche. E cogliamo l'occasione
per mandare un saluto di gratitudine
all'ex direttore Pino Serra, oggi impegnato a Napoli come responsabile del credito
agrario in Calabria.
M
Scopelliticon Lele Mora
per la pancia dei reggini
a dolce vita. I reggini
volevano la movida
e il suo PR li accontentava.
Nessuno scandalo, a quei
tempi chi voleva ballare
poteva chiedere solo a
Lele Mora, il signore della
notte (nella foto col governatore Scopelliti). E
Reggio ha fatto come tanti
L
DOMENICA
altri, come tante altri consapevoli di non poter essere né Portofino né Saint
Tropez. Scopelliti ha sempre parlato alla pancia dei
reggini e mai alla testa,
creando di conseguenza
determinati comportamenti. Ma non è una
colpa, solo un modo di
stare al mondo.
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LA RIVIERA
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la Riviera
CARTOLINE MERIDIONALI Antonio Calabrò
Le notizie più lette
della settimana su
larivieraonline.com
Tramonto sullo Jonio
Osservare quella biglia
infuocata che si tuffa dietro il mare, stendi la mano
e ti sembra di toccarla ma
non puoi, e allora i colori
come impazziti si mettono
a giocare, e su questa tela
di cielo calabrese rinascono i battiti del cuore. Il
Grande Pittore ci regala
istanti di grandezza, quasi
a voler compensare il
resto, e lo Jonio suona un
Sirtaki di onde e spuma, e
il nostro cuore antico si
stringe, e diventa una
biglia infuocata che tramonta, confidando in giorni migliori.
1) LA ‘NDRANGHETA PICCINA
E LELE NUCERA
2) CAULONIA, È MORTO
COSIMO
3) UN TRIO SIDERNESE A UN
PASSO DA CANALE 5
4) SIDERNO, UOMO FOLGORATO DALL’ALTA TENSIONE
IL DIAVOLO NERO
Il testamento di Pietro Grasso
a presentazione al tempio
di Pietro Grasso, che siederà in Parlamento, anzi
nel Consiglio dei Ministri, ha
avuto, come credo, un lungo
periodo di preparazione e di
meditazione. Egli ha avuto, perciò, tutto il tempo necessario per
scrivere il testamento con il
quale, comunicando le sue ultime
volontà da rispettare sotto piede
di scomunica, il defungendo si
consegna alla posterità, pretendendo acquiescenza e sottomissione. E il testamento di cui
andiamo a discorrere è la relazione della Direzione Nazionale
Antimafia nella quale, in un passaggio che rende sensibili anche
le vertebre degli ippopotami, si
stabilisce: c’è una maledetta
genìa di giornalisti i quali, non
propalando le veline delle que-
L
5) L’ASPROMONTE DI FRANCO
NERI A STRSCIA LA NOTIZIA
6) IL SIDERNESE LONGO A
UOMINI E DONNE OVER
7) LOCRI, OPERAIO ACCOLTELLATO DOPO UN LITIGIO
8) TENTATO OMICIDIO MUSY:
FERMATO FARNCESCO FURCHÌ
Dati Google.com
Piero Grasso
procuatore
nazionale antimafia, in aspettativa per motivi
elettorali.
sture, delle prefetture, della
Direzione nazionale Antimafia e
persino degli appuntati dei carabinieri, “alimentano polemiche e
dibattiti”, che , “oggettivamente,
fanno passare in secondo piano
la vera origine dei drammatici
problemi calabresi”, tutti riconducili alla ’ndrangheta. Ora, io
da diavolo, che già prima della
condizione infuocata son stato
vicino a Dio, sapevo che la “vera
origine” non solo dei drammatici problemi calabresi, ma di tutto
ciò che v’ha al mondo è conosciuta esclusivamente dal Padre
del Cielo, della Terra e del
Sottoterra. Mi sbagliavo. Poiché
Dio vuole bene ai calabresi, questa divina conoscenza è stata
fatta dono agli apostoli, non registrati nella Bibbia, della
Direzione Nazionale Antimafia
e al suo ex capo. I quali hanno,
senza difficoltà, scoperto dove
sta la radice dell’arresto della
marcia vittoriosa contro la
’ndrangheta: nei giornalisti che
non scodinzolano e ai quali, oltre
ad avere la coda non tagliata,
non si può rimproverare d’alimentare scontri tra magistrati di
cui i magistrati sono i maggiori
protagonisti. Pignatone contro
Cisterna, per esempio. Di
Landro contro i Pm in carriera
su giornali e televisioni, per fare
un altro esempio. “Taci, il nemico t’ascolta”, suggerisce fraterna
la
Direzione
Nazionale
Antimafia. O, tolto il velo dell'ipocrisia, cui i testamenti non
possono sottrarsi: tacete o vi
faremo tacere. Con Pietro
Grasso, chiamato a fare il
Ministro della Giustizia.
Domenico
Longo a
Uomini e
donne over
Per chi se lo fosse perso la puntata del 21
gennaio ha visto protagonista il sidernese
Domenico Longo. La scena si è aperta con
un Rvm che ha riassunto la sua relazione con
Tiziana, ma il pubblico non era
convinto che la storia fosse
vera. Li ha attaccati.
Durante la puntata poi
Domenico ha parlato con
le sue corteggiatrici
Barbara , Elga e Tiziana.
Ma ancora una volta
non ha attirato le simpatie degli spettatori e
anche delle sue dame.
L'uomo infatti non è
sembrato sbilanciarsi con nessuna e il
risultato è stato
che le tre donne
lo hanno giudicato troppo
confuso per
voler continuare
la
conoscenza
con lui.
DOMENICA
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05
IL POLIEDRICO ARTISTA DI ROCCELLA JONICA NON FINISCE MAI DI STUPIRE
Angelo Laganà, fotografo ed editore
celebra gli splendori di Gerace Borgo
Un libro fotografico unìco e speciale per la prestigiosa città d'arte con le prefazioni del Vescovo e del Sindaco
l poliedrico artista Angelo Laganà
non finisce mai di stupire, specialmente per l’energia e l’amore che
mette in tutte le cose che fa da tutta
una vita. Musicista ed autore di oltre
500 canzoni depositate alla S.I.A.E., alcune delle quali di successo (ben 4 interpretate da Mino Reitano ed altre adottate
come sigla da popolari trasmissioni televisive della Rai, come “La domenica sportiva”, “Giro d’Italia, “Mondo dei Motori” e
“Controsport”. Editore di riviste sportive
a larga diffusione come “Italia Mia” edita
per la Nazionale Italiana di calcio, “Roma
Mia” per la Roma calcio dei tempi di
Falcao e, di recente, “RegginAlè” per la
Reggina calcio.
Molte continuano ad essere le sue
tournèe all’estero, dove porta la solarità e
i valori storici della Calabria (in particolare con la sua canzone “Capo Sud” un vero
e proprio inno alla nostra terra). E dove
non può andare di persona, sono i suoi
CD a rappresentarlo nei multimedia di
mezzo mondo. E’ riuscito persino a portare al successo, dopo 60 anni, una marca di
liquirizia appartenuta al padre, la Pasticca
Taitù.
Da un anno a questa parte, Angelo
Laganà si sta specializzando, come autore
ed editore, nella pubblicazione di libri
fotografici per illustrare e celebrare le città
più belle della Calabria. E lo fa in modo
speciale ed originale, non soltanto per la
ricchezza delle immagini e delle informazioni, ma soprattutto per le innovazioni
tecniche che evidenzia, inserendo nei
volumi foto lunghe fino ad oltre un metro
e mezzo per una sola veduta panoramica.
Così ha fatto per i due volumi su Roccella
Jonica e per quello su Marina di Gioiosa
Jonica, quest’ultimo fatto in collaborazione col fotografo Fazzolari. Volumi interamente a colori, in carta pregiata, definiti
“Special maxi postcards” e sottotitolati
come “International Travel Guide”, tradotti anche in inglese.
Il territorio dei comuni e delle città viene
così documentato nella sua maggiore
vastità e bellezza. Come riesce ad ottenere tale effetto?...
Con tanto lavoro, ma anche con altrettanta maestrìa. Occorrono mediamente cinquanta scatti attigui per ottenere un panorama che sulla carta viene impresso e
descritto per una lunghezza del tutto inusuale (da 60 a 150 cm).
I
“
IMMAGINI
Da sinistra a destra:
“Roma Mia”, il
magazine diretto da
Angelo che ha
seguito il cammino
della Roma calcio per
vent’anni, la copertina
del cd dedicato
all’Australia, il suo
libro “Roccella Jonica,
Maxi postcards”
presentato a Sydney
con l’ambasciatore
italiano a Camberra
e, con “I Figli di
Calabria”, gruppo che
ritornerà in scena, alla
grande, la prossima
estate
Fino a questo momento sono soltanto tre
le città calabresi che possono vantare questa unicità turistico-promozionale e documentaria: infatti, a Roccella Jonica e
Marina di Gioiosa Jonica si aggiunge,
adesso, la Città di Gerace.
Insieme fanno parte del programma della
più bella “Calabria illustrata” poiché
Angelo Laganà intende emulare, nell’ottica del 21° secolo, le titanica opera del celebre frate cappuccino Giovanni Fiore da
Cropani (1622-1683), il quale volle appunto illustrare la migliore Calabria del 17°
secolo riuscendoci a meraviglia!... Ma il
nostro Artista intende andare al di là della
nostra regione, cercando di raccontare
fotograficamente, come altri non hanno
fatto ancora, le più belle città italiane, a
cominciare dalla Capitale, volume cui sta
già lavorando e curando, principalmente,
la Roma by night.
Intanto, è fresco di stampa e verrà presentato ufficialmente fra qualche mese, a
marzo, il gigantesco libro fotografico che
Angelo Laganà ha voluto dedicare a
Gerace per celebrare in ogni sua bellezza
e splendore uno dei borghi più belli e storicamente
più
importanti
del
Mediterraneo.
L’artista di Roccella Jonica, per realizzare
tale opera davanti alla quale si resta senza
fiato per i molteplici effetti visivi ed
espressivi, ha dovuto effettuare oltre settemila e cinquecento scatti per realizzare le
660 foto (di varia grandezza) presenti nel
volume, che si avvale della prefazione del
vescovo Giuseppe Fiorini Morosini e del
sindaco Giuseppe Varacalli.
Ad esempio, la foto panoramica centrale,
lunga un metro, evidenzia 80 km. di costa
da Monasterace a Capo Bruzzano e, per
realizzarla, Laganà ha dovuto effettuare
35 scatti, uno seguente all’altro al millimetro (cosa non facile, a mano libera, su un
fronte panoramico così ampio).
Gerace vista dal mare, dai monti, dal
basso, dall’alto, di giorno e di notte, nella
sua vita di tutti i giorni, delle feste e delle
ricorrenze.
Angoli nascosti e spazi pubblici, i vicoli, i
portali, gli scorci, le case private e i palazzi istituzionali, personaggi noti e gente del
popolo… Gerace emerge in tutta la sua
magìa plurimillenaria, risplende nel suo
fascino antico e nella sua grande voglia di
un significativo futuro.
Un lavoro veramente assai impegnativo
sotto tutti gli aspetti quello di Angelo
Laganà, non ultima la realizzazione grafica per la cui ottima riuscita sono state
necessarie numerose accortezze tecniche
e tipografiche davvero fuori dal normale.
La valenza davvero straordinaria
dell’Opera laganiana colpisce ancora di
più della sua stessa unicità che aumenta il
prestigio editoriale e la creatività artistica
della Calabria nel mondo. Infatti, questo
tipo di creazioni fotografico-editoriali di
Angelo Laganà sono apprezzate maggiormente all’estero ed anche questa considerazione, assieme al valore artistico-comunicativo dell’opera sulla Città di Gerace,
reca onore e merito al suo Autore e a tutta
la nostra Comunità regionale.
Angelo, ormai è risaputo che tutto quello
che tocchi diventa magico ed, il volume
dedicato alla “Città di Gerace”, è una
valida prova.
In tutti quei mesi di preparazione, non
contando i viaggi a Gerace, le foto scattate, i luoghi visitati, c’è qualcuno cui senti
il dovere di dire grazie?
“Ce ne sono diversi. Gli abitanti del Borgo
che mi hanno accolto come se fossi
uno di loro e mi hanno permesso di entrare nelle loro abitazioni per scattare foto
dall’alto.
Gli sponsor, che hanno creduto nella mia
iniziativa editoriale.
Sua Eccellenza il Vescovo della Diocesi,
padre Giuseppe Fiorini Morosini che mi
ha onorato con una dedica speciale, pensiero che è stato pubblicato nel libro.
La stessa cosa ha fatto il primo cittadino di
Gerace, il sindaco Giuseppe Varacalli
dandomi piena fiducia e preziosi consigli.
Non ultimo, il caro amico di sempre
Franco Orlando, che mi ha fornito preziose informazioni e mi ha accompagnato,
standomi vicino, tutto il tempo per la realizzazione del volume”.
Domenico Lanciano
DOMENICA
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EDITORIALE
‘Ndrangheta povera
antimafia triste
JIM BRUZZESE
avorate di fantasia, costruite il
mostro più orribile che riuscite.
Attribuitegli ogni genere di nefandezza, rivestitelo degli abiti peggiori e
spruzzategli addosso la puzza più insopportabile che avete mai sentito.
Moltiplicate tutto per cento. Quella è la
mafia. Fatto questo e tenendolo come
dogma intangibile, passate ad altro.
Guardate a una regione senza strade,
priva di ferrovie, devastata dagli abusi
edilizi, orfana di sanità, di giustizia, di
lavoro, col mare ridotto a latrina.
Attribuite la responsabilità a chi spetta.
Alla politica? Ovvio. Ed eccovi un altro
mostro, magari puzzerà meno del pus
mafioso, ma sempre di bestie si tratta.
Pensate poi a chi fa il furbo e frega il
posto al lavoro o in ospedale a chi spetterebbe di diritto. Fate caso, poi, a chi si
finge cieco o zoppo e si frega la pensione,
a chi s’ingroppa un aiuto statale o comunitario o regionale o locale senza averne
diritto o utilizzandolo in modo truffaldino. A chi timbra e va a far spese, a chi
dorme sul lavoro, a chi le tasse non bada.
A chi è meno bravo a cantare ma ha più
ganci degli usignoli nati. A chi salta le file
e si rivolge agli amici. Ai furbi di ogni
genere. Mostriciattoli, meno dei primi
due in alto nella classifica, ma brutta
gente. Ognuno è colpevole per quello
che ha fatto, senza alibi e senza scuse, ma
L
A sx il Museo della ’ndrangheta, accanto l’ingresso dell’Università Bocconi di Milano
a ognuno va attribuita la responsabilità
che ha. La puzza maggiore non deve mai
coprire le puzzette. E nelle dovute proporzioni a ogni colpa va data una pena.
Ai puzzoni con la coppola ovviamente va
irrogata quella più dura senza che i furbetti dei piani bassi se la passino liscia.
Chiarito questo, bisogna dirlo che ai
monelli dei gironi minori fa piacere
quando la puzza dei primi della classe
copre anche le piccole maleodoranze e
che spesso i bricconceli sono i primi a
puntare il dito contro i grandi bricconi.
L’inchiesta Transcrimine,
di provenienza bocconiana,
ha stabilito che la
’ndrangheta guadagna 3,5
miliardi di euro, al posto dei
quaranta e passa
sbandierati da anni.
Ora, tornando a capo e riprendendo il
dogma che avevamo lasciato intonso,
accade di sovente che per correre dietro
al primo mostro, quelli a seguire trovano
sempre un buco in cui tapparsi. E la lotta
alla ‘ndrangheta, per chi la fa in malafede, è diventata utile per deresponsabilizzare i malfattori di pezzatura diversa o
minore. A chi non riga dritto la pezzatura reale del mostro mafioso non aggrada,
a chi è a posto con la coscienza sapere
che uno, invece di un milione, ne ha
ammazzati centomila allevia il dolore ma
non attenua la colpa del reo. Per arrivare
al punto, stabilire come ha fatto l’inchiesta di Transcrime, di provenienza bocconiana, che la ‘ndrangheta guadagna 3,5
miliardi di euro, al posto dei quaranta e
passa sbandierati da anni, non significa
che la mafia è diventata buona, serve
solo a chiarire le proporzioni dei suoi
affari. Dire, anche, che i pomodori di
Oppedisano sono diversi dalla coca di
Escobar, non vale ad attribuirne la bontà
ma solo a evidenziare le differenze. E
discutere di antimafia, separando il
grano dal loglio, non è depotenziarne la
lotta. Si tratta semplicemente di dare i
meriti a chi li ha guadagnati e togliere le
medaglie a chi, semplicemente ci ha
marciato. Chi la mafia la combatte davvero non può che goderne del suo ridimensionamento, quando vuol dire
danno diminuito.
Chi nell’antimafia c’è entrato per trovare
una via per il parlamento, per il cinema,
per la letteratura, per la televisione. Per
la pancia o per la gloria. Si rassegni.
Intorno alla mafia è nata la tragedia, il
dolore, si sono spente libertà, vite e sogni.
E ci mancherebbe che da cose così nefaste ci nascessero e si mantenessero anche
i circhi. Così, noi, ogni volta che al mostro
toglieranno un grado, saremo felici. E se
un giorno ci dicessero, e fosse vero, che il
mostro è morto, andremmo a festeggiare. Quel giorno, una certa antimafia
diventerebbe triste.
DOMENICA
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LA RIVIERA
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LA COPERTINA
Giuseppe
Campisi
prigioniero
di guardie e ladri
Lo Stato? Semplicemente
non garantì a un suo
cittadino il diritto inviolabile
alla Libertà. Complice? In
alcuni casi fu debole. In altri
assolutamente complice.
ILARIO AMMENDOLIA
Fu un mese di gennaio particolarmente
freddo quando la ’ndrangheta sequestrò
l'avvocato Nicola Campisi di Ardore. Era il
1989!
La stagione dei sequestri fu la pagina più
cupa tra le tante brutte pagine scritte dalla
'ndrangheta. Pochi sono i delitti più odiosi.
Infatti, da quel momento, Nicola Campisi
perse la sua umanità per diventare una
merce. Si incominciò a trattare sul prezzo
del riscatto, così come nelle fiere si fa con i
vitelli e le capre.
Passò l'inverno sulle montagne
dell’Aspromonte.
Si avvicinò la Pasqua e fu una Settimana
Santa di passione per Cristo e per la famiglia Campisi. Si alzarono verso il Cielo le
preghiere e, contemporaneamente, le
implorazioni di pietà verso i carcerieri.
Intanto l'Aspromonte si colorò con il
meraviglioso manto della primavera ma
DOMENICA
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LA RIVIERA
08
“
Di lato: foto che i sequestratori di
Nicola Campisi (in basso)
inviarono alla famiglia. Pagina
accanto: Peppe Campisi, sindaco di
Ardore. Al centro articolo de “Il
Giorno” del 12 Agosto 1989 per la
liberazione del sequestrato.
La tenaglia che
soffoca la
democrazia: figlio
di una vittima
dell’anonima
sequestri, oggi il
sindaco di Ardore
è nuovamente solo
dinanzi
all’antimafia
”
l'ostaggio restò nelle mani dell'anonima
sequestri.
Chi ha vissuto questa tragica esperienza sa
che non si contano i mesi e neanche i giorni ma le ore. Circa cinquemila ore da gennaio ad agosto del 1989. Ora di sofferenza, di umiliazioni, di scoraggiamento.
Lo Stato? Semplicemente non garantì ad
un suo cittadino il diritto inviolabile alla
Libertà.
Incapace? Debole? Complice?
In alcuni casi fu debole e inadeguato, in
altri complice. Sì, assolutamente complice!
Ci furono sequestri in cui fu lo Stato a
pagare il prezzo del sequestro per non
perdere la faccia. Non fu così per gli ostaggi calabresi che, quasi sempre, avvertirono
una grande solitudine intorno a loro.
La moglie di Nicola Campisi morì di crepacuore, due dei suoi figli lasciarono per
sempre questa Terra.
Oggi, Peppe Campisi è il sindaco di
Ardore.
È il figlio della vittima dell'anonima sequestri, umiliato la sera in cui andò a consegnare i soldi del riscatto e fu malmenato
dai delinquenti.
Fare il sindaco nella Locride è scegliere di
rappresentare lo Stato in una terra in cui,
lo Stato, spesso, è impresentabile.
Da qualche mese ad Ardore opera
la commissione di accesso antimafia.
Ovviamente, chi subisce un torto
non accumula un credito,
non ha diritto di fare
vendette personali.
Con altrettanta forza
va ribadito che una
persona non può
essere vittima due
volte.
Sarebbe
troppo.
L'istituto che regola lo scioglimento
dei consigli comunali somiglia a un rito
sommario, in aperto contrasto con lo spirito e la lettera della Costituzione. Non
nasce da sentenze di condanna degli
amministratori ma scaturisce da un'istruttoria burocratica senza alcuna possibilità
di contraddittorio.
Un provvedimento che ferisce a
morte l'articolo 1 della Costituzione
che attribuisce al popolo, e solo al
popolo, la “sovranità popolare”.
Per analogia si sarebbe dovuto
sciogliere la Camera dei deputati e il Senato della
Repubblica che nella passata legislatura hanno
avuto dei componenti
condannati in via definitiva per voto di
scambio con le
associazioni criminali.
Certamente e, con
tale logica perversa,
si sarebbe dovuto
sciogliere la Regione Calabria, anche in
questo caso per evidenti collegamenti tra
singoli consiglieri e la 'ndrangheta.
Lo Stato invece è debole con i forti e forte
con i deboli. Non è un caso che sono una
decina i consigli comunali della Locride
senza un sindaco democraticamente eletto. Colpire l'anello più debole del sistema
è la cosa più semplice, ma altrettanto inutile e vile.
Non credo che il sindaco di Ardore abbia
contratto la “sindrome di Stoccolma”, un
uomo così duramente colpito dalla
'ndrangheta non diventa complice e
manutengolo della stessa.
V'è una tenaglia che stringe su due lati la
democrazia nella Locride.
Ieri Peppe Campisi s'è trovato solo dinanzi ai carcerieri di suo padre.
Adesso rischia di essere solo dinanzi
all'antimafia di facciata. Solo, perché
ognuno recita su un copione pur di non
essere indicato come contiguo alla 'ndrangheta o come zona grigia.
Ci pensino i candidati che con una legge
(quella sì semimafiosa) stanno per essere
nominati in Parlamento. È imbarazzante
il silenzio dei sindaci e delle Istituzioni
democratiche della Locride. Peppe
Campisi rischia l'onta di vedersi accostato
agli aguzzini di suo padre. Questo è ancora più grave e inaccettabile!
Non si tratta di difendere il sindaco di
Ardore. Non ne avrebbe alcun bisogno.
Ci sono momenti che una persona diventa simbolo, aldilà della sua stessa volontà.
Noi difendiamo noi stessi, il nostro futuro,
la nostra terra, la nostra democrazia, la
nostra libertà.
Attenti, alla supina accondiscendenza, al
conformismo imperante. Il silenzio di ieri
non ha aiutato a sconfiggere la mafia,
quello di oggi potrebbe essere letale per la
democrazia.
Ps. La direzione della DNA ha stilato un
documento di accusa contro la stampa libera, non allineata al pensiero dominante e
teorizzando che le polemiche sono legittime
“solo dentro certi confini”.
Noi continueremo a dire la verità ! Come nel
caso di Peppe Campisi l'Italia ha soprattutto
bisogno di verità!
DOMENICA 03 FEBBRAIO
2013
LA RIVIERA
09
Parlando
di...
MIX
I magistrati contro la stampa calabrese in assetto sovversivo: «La ’ndrangheta non è materia opinabile»
Déjà vu fascista
della Direzione
Nazionale Antimafia
«I giornali calabresi alimentano polemiche» ecco
cosa ha scritto la Direzione Nazionale Antimafia
nella sua ultima relazione. A cui seguono stralci apocalittici. «Il contrasto alla 'ndrangheta deve
considerarsi né più né meno come una lotta a
un'epidemia, alla fame, alla miseria, al cancro. E
ancora, ritornelli fascisti. «La ’ndrangheta non è
materia opinabile». Poi i magistrati antimafia,
danno direttive, indirizzi e linee alle redazioni giornalistiche calabresi che vorrebbero come proprie falangi.
«Il compito principale della stampa, anche e soprattutto di quella locale, dovrebbe essere quello di mostrare,
giorno dopo giorno, ai propri lettori la vera zavorra che
erza Cosa Nostra, quarta la Sacra Corona
Unita. Questo secondo lo studio di
Transcrime e dell'Università Bocconi di
Milano. In Calabria si respira delusione, per i
signori dell'annacamento(movida mafiosa locale) è una grandissima debaclè. Con don Mico in
pensione, declassato, è tempo di Don Raffaè,
Cafiero Pasquale e Poggio Reale. Per un po'
Polsi se ne starà in pace, betata. Si smonta. Lo
stato sbarazzino e quello in maschera trasferiranno il carrozzone sotto il Vesuvio. Con otto
giornalisti, due magistrati e quattro commissari
fermeranno il nuovo numero uno. La speranza
T
non ha fatto progredire la loro terra».
La magistratura, per come l'ha conosciuta il lettore calabrese nel cinquantennio della tensione, ha mostrato più
volti, strategie e impostazioni. La differenza su come
debellare il crimine tra i magistrati Macrì, Cisterna e
Lombardo da un lato e Pignatone, Prestipino e Gratteri
dall'altro sono materia da seminario post universitario o
da derby calcistico, a secondo da come la si vuole guardare: se da un punto di vista didattico o popolare. Noi
pensiamo che i magistrati dovrebbero fare i magistrati e
giornalisti i giornalisti. Altrimenti c'è invasione di
campo, con Pignatone che fa il governatore e Scopelliti
che annuisce.
La Camorra è più
forte della ’Ndrangheta
è che dopo i pomodori di Don Mico Oppedisano,
non ci sia un'indigestione di mozzarelle di bufala.
Che si veda e si guardi la vera Camorra, che c'è,
ma è lontana sia da Scampia che da Villa Literno.
E anche da Castel Volturno. È sì importante fare
numeri nelle periferie, ma è ancor più importante, fondamentale, non lasciare covare il vero vulcano. Nei secoli e nei secoli (em)
SONDAGGIO SENATO IN CALABRIA
Secondo Sky a Scopelliti
serve un miracolo
Il calabrese Furchì
35,4 centrosinistra; 24,8%
centrodestra, 17,1% Monti. 15,9
Grillo%; noccioline% per Ingroia.
Scopelliti deve recuperare, c’è in gioco il suo personale futuro
politico. Lui che ha sa rispondere solo attraverso l’urna, si deve
rialzare. Altrimenti sarà additato come il principale di una debacle annunciata. Dice bene Aldo Varano nel suo commento su
Calabria Ora di oggi. «Per la destra recuperare su centro sinistra,
Monti o Ingroia è impossibile. Difficile anche riprendere Grillo.
Resta il grande mare dell’astensionismo ( 55% tra incerti e non
voto) dove – continua Varano- se i numeri hanno un senso, sembra essersi rifugiato gran parte del centrodestra. Scopelliti lavorerà su questo e i suoi avversari farebbero un grave errore a pensare di avere la vittoria in tasca». Un solo dubbio aggiungiamo noi:
Scopelliti è sì un lottatore, ma finora ha trovato ring facili e vinto
ai punti, senza essere mai messo all’angolo. Ora gli serve il corpo
del Ko, altrimenti sia abbassano definitivamente le luci.
arrestato per
l’aggressione di Musy
Dopo un interrogatorio durato tutta la notte il 29 gennaio
è stato fermato Francesco Furchì. L'uomo, un professionista di Torino originario di Tropea e presidente dell'associazione Magna Grecia Millenium, sarebbe l'aggressore del
consigliere dell'Udc Alberto Musy. Il 21 marzo scorso
Musy era stato vittima di un agguato, nel cortile della propria abitazione di Torino era stato colpito da quattro colpi
di revolver. Martedì, a quasi un anno dall'aggressione, il
fermo di Furchì. I motivi che secondo gli inquirenti avrebbero spinto al tentato omicidio sarebbero di natura politica. Francesco Furchì infatti era candidato alle lezioni
comunali di Torino nella lista che sosteneva Alberto Musy.
Alla base di tutto quindi contrasti politici.
IL DITO NELL’OCCHIO
Con i lestofanti
non si va lontano
RODERIGO DI CASTIGLIA
l Segretario regionale dei
Comunisti Italiani, Michelangelo
Tripodi, mi manda- e di questo lo
ringrazio - il testo ingroiano, ampollosamente titolato Un programma
per governare l’Italia alternativo a
Berlusconi e a Monti. Recita la premessa, e come recita va bene:
«Vogliamo realizzare una rivoluzione civile per attuare i principi di
uguaglianza, libertà e democrazia
della Costituzione repubblicana,
nata dalla Resistenza. Vogliamo realizzare un “nuovo corso” delle politiche economiche e sociali, a partire
dal Mezzogiorno, alternativo tanto
all’iniquità e alla corruzione del ventennio berlusconiano, quanto alla
distruzione dei diritti sociali, del
lavoro e dell’ambiente che ha caratterizzato il governo
Monti». E, dopo la
premessa, apprendiamo che Il trio
delle ex corti d'appello, che si avvale
del
contributo
genuflesso
dei
rinunciatari
Diliberto e Ferrero,
vuole
fare la
Rivoluzione civile
1) per l’Europa dei
diritti,
contro
l’Europa delle oligarchie economiche e finanziarie;
2)per la legalità e
una nuova politica
antimafia ; 3) per la
la laicità e le libertà;
4) per il lavoro; 5)
per le piccole e
medie imprese, le
attività artigianali e agricole; 6) per
l'ambiente; 7) per l’uguaglianza e i
diritti sociali; 8) per la conoscenza, la
cultura, un'informazione libera; 9)
per la pace e il disarmo; 10) per una
nuova questione morale e un’altra
politica.
Tutte belle cose e, in quanto cose
belle, conquistano il mio senso estetico, ma non il mio voto. E mi dolgo
vivamente non solo di questo, ma
anche e soprattutto del fatto che,
dopo anni di sostegno da comunista
senza tessera ai comunisti, questa
volta non sarò in piazza al loro fianco, sciolti come sono nell'acido
muriatico di Ingroia, Di Pietro, De
Magistris. Ai quali va dato atto di
essere stati capaci di ciò di cui non
era stato capace il fascismo e la stessa reazione italiana: la cancellazione
della classe dirigente comunista
dell'Italia meridionale. Dopo il 24
febbraio, non ci sanno i comunisti in
Parlamento. Semplicemente, non ci
sanno più. Almeno, nella forma
voluta da Diliberto e dovuta alla
Rivoluzione civile di Ingroia.
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ATTUALITÀ
MARIA GRAZIA LAGANÀ.
VERSO IL VOTO DEL 24 FEBBRAIO
C’è qualcosa
di nuovo
nella Locride
IL CASATO DEI LAGANÀ ESCE DI SCENA
Finisce la commedia degli equivoci, ovvero
delle leonesse antimafia, che non sapevano più
come chiudere le fauci e sbranare la bestia
’ndranghetista. Il problema non è avere un
deputato o un senatore del natìo luogo.
Già ci sono stati, e rovinosamente. Si ha bisogno
di meridionalisti veri.
SERGIO LAGANÀ
PASQUINO CRUPI
ra che tutte le carte sono state
scoperte, si può, a ragion
veduta, dire che, nonostante
tutto, c’è qualcosa di nuovo nella
Locride. E, per paradossale che possa
apparire, la novità è tutta dovuta al
PD, sempre stretto tra continuità e
rinnovamento.
Questo partito, che aveva deciso di
vivere elettoralmente tra i cipressi, ha
dato segno d’una inversione di marcia, forse d’una svolta. Alla quale un
contributo, certamente non secondario e liberatorio, è venuto dalla sfortuna giudiziaria della ormai ex deputata Maria Grazia Laganà. Che,
essendo stata assolta solo dal tribunale della sua coscienza e, comunque
laicamente convinta che i figli non
debbono scontare le pene della
madre, ha dato battaglia perché la
figlia Anna, orfana come Rosanna
Scopelliti, e come Rosanna Scopelliti,
potesse sedere in suo luogo alla
Camera dei deputati. Per continuare
la lotta alla mafia. Nulla da fare. Il Pd
esce dall’ ombra dei cipressi e lascia
a casa, oltre la madre, anche la figlia.
Il casato dei Laganà esce finalmente
di scena, e il lungo romanzo, che ha
avuto il tempo immenso di mezzo
secolo, s’immalinconisce ancor di più
con l’epilogo del giovane Sergio
Laganà che non rientra attraverso il
distributore dell’Api. Entra aria
nuova nella Locride, mi pare. E mi
auguro di non sbagliare.
C’è qualcosa di nuovo nella Locride.
Il Pd, che ha fomentato tutte le propagande contro la mafia, che ha guidato tutte le marcie e intonato canti
all’armonia disastrosa delle manette,
e che di Monasterace aveva fatto la
Stalingrado della Calabria e del
Mezzogiorno in virtù della sua illuminata guida amministrativa, rientra
nel dominio della ragione, e, comprendendo – era ora- che la lotta alla
mafia gronda di sangue e lacrime, e
O
ANNA FORTUGNO
non di frasi, fritte rifritte con l’olio di
semi- costa poco-, non porta a sfavillare in Parlamento , come astri di
martirio, le sue sindachesse. Vuol dire
che s’aggiusta il tiro, e che nei prossimi anni avvenire, con ogni probabilità
di certezza, alla propaganda contro la
mafia si sostituirà l’azione contro la
mafia. Condotta in maniera tale che
il processo ai mafiosi non diventi,
come è stato, il processo alla Calabria
in quanto tale.
La vergine cuccia del Pd, Rosy Bindi,
ha detto in una intervista al nostro
imprudente settimanale parole che
fanno bene sperare: la questione
meridionale è una questione sociale.
E bene bisogna sperare quando finisce la commedia degli equivoci. Sui
quali- forse mi sbaglio- cala il sipario.
Il Pd, che ha operato per il superamento del vecchio notabilato locrese
e delle rondini senza primavera dell’antimafia, non è stato, però, conseguente, avendo costruito una lista al
senato guidata dall’ infingardo Marco
Minniti il quale dà l’idea- e non da
ora- che, salvo lui, il resto non gli interessa.
Il nuovo s’affaccia , comunque. Ma il
problema della Locride e della
Calabria non si riduce alla pratica del
dare voti e ricevere il deputato/a, il
senatore/a del natìo loco, da prelevare dalle foreste nere dove ruggiscono
le leonesse, che a furia di aprire le
fauci hanno dimenticato come si fa a
chiuderle per troncare la testa alla
bestia ndranghetista. Sono convinto,
sempre più convinto di quel che diceva Francesco Saverio Nitti: che le
cose peggiori contro il Mezzogiorno
le hanno fatte i parlamentari meridionali. Naturalmente, c’è sempre l’eccezione. La Locride ha bisogno - e questo solo è a portata di mano- d’un
senatore, che abbia una forte tempra
meridionalista. Il Pd ha naufragato
così come il Pdl. La palla al centro
l’ha rimessa il centrista Tabacci con
Pietro Fuda.
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Polaroid
Incontri clandestini
tra Locri e Siderno
Il parco giochi più
decadente della Locride
E chi abbiamo pizzicato in un bar
della Locride: Bilardi, Calabrese,
Passafaro e Sgarlato. Eccovi le
prove di un raro esempio di unione tra Locri e Siderno. Tra “corna
tisi” e “vavalaciari” non scorre
buon sangue, ma le eccezioni
sono dietro l’angolo.
In una bella giornata di sole è bello
passare il tempo all’aria aperta.
Mafgari portare i bambini a giocare al
parco. Ma non a Locri. A meno che
non volete portarli su l’altalena qui di
fianco. O magari di farli salire su uno
scivolo in pessime condizioni.
Trasformereste una giornata piacevole
in una corsa all’ospedale.
LOCRIDE
CONFINDUSTRIAREGGIO
A lavoro per
costruire il futuro
Primo “check” della gestione
Cuzzocrea e agenda programmatica 2013. Una full immersion
di due giorni per analizzare il
lavoro svolto nei primi sei mesi
di attività e per gettare le basi
dell'impegno futuro. Si è riunita
per un “tagliando” periodico la
giunta di Confindustria Reggio
Calabria. L'incontro, che si è
svolto nella sede reggina di Via
del Torrione, è partito dall'approfondita disamina dell'azione
che i nuovi vertici dell'associazione hanno dispiegato in campo
politico-economico dal rinnovo
delle cariche interne, nel giugno
dello scorso anno, fino a oggi. La
difficile situazione in cui versava
la principale organizzazione rappresentativa degli interessi
IN EVIDENZA
In una due giorni di
incontri è stato
presentato il
programma del 2013
ed sono state tirate le
somme dell’anno
appena trascorso. Tra
workshop e brunch,
l’associazione si è
preparata ad
affrontare la crisi
Zoom sulla
LOCRIDE
imprenditoriali del territorio ha
imposto un duro lavoro per
avviare a soluzione le numerose
criticità esistenti sia sotto il profilo finanziario, sia dal punto di
vista organizzativo. La giunta e il
direttivo hanno operato in sinergia e così ricostruito ruoli, funzioni, responsabilità e ambiti
operativi delle diverse articolazioni di Confindustria. Sotto il
profilo della proiezione esterna
gli industriali della provincia di
Reggio Calabria hanno intrapreso un percorso finalizzato al
recupero della loro e autorevolezza. Oggi Confindustria si propone come riferimento non solo
per imprenditori ma anche per
gli altri attori della platea istituzionale e per i cittadini.
Durante i lavori, oltre alla presentazione dei servizi che sono
stati predisposti e di quelli che
saranno erogati a breve alle
imprese associate, sono stati toccati i principali problemi che il
mondo produttivo è costretto ad
affrontare. Tra gli altri temi particolare importanza viene attribuita alla lotta alla malaburocrazia e alla questione delle informative interdittive, strumenti
utili ma la cui adozione dovrebbe avvenire sempre con la massima cautela. Queste ultime, troppo spesso, vengono emanate
sulla base di riferimenti a fatti e
persone talmente decontestualizzati da non essere fonte neanche di un semplice sospetto di
infiltrazione mafiosa e rischiano
di determinare il blocco o addirittura la chiusura dell'attività
delle aziende del settore edile.
La giunta si è inoltre soffermata
sui temi strategici per il futuro
dell'economia: dal porto di
Gioia Tauro al progetto della
SEI per la realizzazione di una
centrale a carbone a Saline
Joniche; dal rilancio dell'aeroporto dello Stretto alle prospettive per il turismo; dalla questione del credito e dei rapporti con
le banche alla necessità di dare
impulso all'impiego dei fondi
strutturali europei; dall'internazionalizzazione delle aziende al
“digital divide”.
Un trio Sidernese a un passo
dalla prima serata di Canale 5
A Italia's got talent con Maria de Filippi, Jerry Scotty e Rudy Zerbi, tre giovani sidernesi a un passo dalla finale. Antony Voice, Salvo “Brigitte” Bucci,
Pierre Catania, “il siciliano”. Si sono esibiti in tre prove. Balli proibiti: Can
Can, Gangnam style, e caraibici. Hanno superato la terza selezione. Il trio
(duo sidernese + il catanese) il 20 febbraio affronterà l'ultima prova e poi
sarà prima serata su canale 5 Mediaset. Non possiamo pubblicare - per diritti di esclusiva - il video del provino, ma vi anticipiamo che contiene momenti sbalorditivi, ben oltre ogni possibile immaginazione. Roba fuori dal comune. Pertanto informiamo chi volesse godere della perfomance che i componenti del trio saranno ospiti domenica 10 febbraio al ristorante il tempio di
Siderno. In anteprima.
Nuovo teatro di Siderno
«Per completarlo sono
necessari 3 milioni di euro»
Il commissario Rotondi scrive a Scopelliti. Oggetto della sua lettera è il
completamento del teatro di Siderno. Per finire l'opera sarebbero necessari
3 milioni di euro secondo uno studio tecnico condotto dall'ufficio del
comune. Così il commissario fa notare al Governatore come siano già
trascorsi alcuni mesi da quando il problema e la relazione tecnica sono stati
inviati al Dipartimento Regionale Infrastrutture senza ricevere risposta.
Il teatro di Siderno per adesso è una delle tante opere semiabbondanate
della Locride. Nel 2007 si era quasi pronti a tagliare il nastro, uscirono articoli che esaltavano la nuova struttura, riviste di architettura e tecnologia
internazionale come Design Magazine ne parlarono in tono entusiastico.
E invece la struttura su tre piani conla sua sala da 528 posti (132 nella galleria superiore) e spazi polifunzionali circostanti, per cui sono già stati spesi
quattro miliardi delle vecchie lire non è mai entrata in funzione.
SIDERNO, AEROSOL... L‘ennesimo cassonetto bruciato, questa volta davanti a un asilo e a una scuola media, nella parte ovest della
città.Bambini e adolescenti si sono fatti due ore di aerosol di quelli che migliorano respirazione e ossigenano il sangue. Complimenti all’incivile.
LOCRI, ANCORA PRESENTE. Nella capitale culturale della Locride più di uno, compresi i forestieri, hanno preso l’abitudine di avere un’abitudine: Parcheggiare nei divieti. Il titolare della macchina grigia ne ha collezionato un tris: strisce, diversamente abile e parcheggio riservato. Un genio
dell’infrazione. A lui va il premio mensile “il signor faccia tosta”. Se lo beccate vi diamo il permesso di bucargli le ruote davanti.
BOVALINO, MITO. Lo Jonio ha sputato pietre, che masturbano la spiaggia liscia e diventano diamanti. Alll’orizzonte qualcuno ha notato per
pochi istanti vele achee salpare lasche sopra il mare del mito. A volte ritorna per dirci chi eravano. Ma non ci stima più.
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Raffa a colloquio
con i lavoratori Gdm
Carbonella e i
comizi elettorali
Una delegazione di lavoratori dell’ex Gdm è stata ricevuta dal presidente della Provincia Giuseppe
Raffa. I lavoratori della società
smantellata lo hanno voluto incontrare per esporgli il grave stato di
disagio che la chiusura dell’impresa
continua aprovocare nella vita degli
interessati e delle rispettive famiglie.
Antonio Ferreri, detto Carbonella, da qui alle
elezioni annuncia un comizio a sera in piazza
Municipio. Esporra le sue linee programmatiche. Candidato con Fiamma Tricolore, è già
stato a un passo dal Parlamento quando era
in vigore la vecchia legge elettorale. Con i
suoi modi spartani e la sua voce roca è
inconfondibile. Lo riconoscerete a chilometri
di distanza.
la Riviera
Melito Porto Salvo
L’ospedale quale futuro?
Parcheggi da clown d’oro a Siderno
A Siderno sono professionisti del
parcheggio. Anzi sono come degli
acrobati degni del circo di
Montecarlo. Come mostrano le foto
il posto preferito per posteggiare le
vetture è il marciapiede, che sia quello di fronte alla propria abitazione o
proprio a 5 metri dall'entrata del
negozio interessato. È lui il luogo
prediletto. Quasi non ci fossero alternative.
Le vetture la fanno da padrona e i
pedoni si rassegnano a essere spodestati. Imprecano magari, ma scendo-
Politici
in erba
Si chiama Michele Raso,
ha 21 anni ed è un giovane bovalinese agli sgoccioli di una laurea in scienze della formazione presso l'università di
Messina.Finora si è fatto
notare per la sua passione
per la politica. Attivo nella
comunità bovalinese, da
due anni fa parte dell'associazione culturale
“EDERA”. Durante il
suo primo anno accademico viene eletto consigliere del corso di
laurea. E dopo due
anni affronta di nuovo
le elezioni d'ateneo.
Candidatosi
conl'Orum
ottiene un
ottimo risultato divenendo
“Consigliere
di dipartimento di
Scienze
Cognitive.
Autovetture
parcheggiate sui
marciapiede e davanti
ai cancelli delle case.
Questi gli usi degli
automobilisti a
Siderno.
no dal marciapiede o costeggiano
l'auto. Disabili e carrozzine subiscono lo stesso trattamento. E i vigili?
Quella del parcheggio creativo è solo
una delle tante peculiarità dei parcheggi sidernesi. Un'altra molto
comune è il posteggio di fronte al
segnale di stop o nelle strade strette.
Un tipo esempio è Via dei Colli o via
della Conciliazione. Le auto parcheggiate di traverso, sui marciapiede o su
entrambi i lati della strada costringono gli altri automobilisti ad alternarsi
per passare.
Questo è stato il tema del Convegno,
promosso dal Comitato Civico proCondofuri , tenutosi, presso il
Centro Giovanile Padre Valerio
Rempicci di Condofuri Marina, dove
i sindaci dell'Area Grecanica, le
associazioni presenti sul territorio e
soprattutto i semplici cittadini e
utenti dell'ospedale, hanno potuto
farsi una pratica idea, grazie anche
ai numentosi interventi tecnici tenuti dagli amministratori presenti, che
per un buon numero esercita anche
la professione di medico.
Infatti la dott.sa Naimo Vicesindaco
del Comune di Condofuri e il sindaco di Melito Porto Salvo Costantino,
con tangibile rammarico nei confronti dei Vertici Aziendali che
hanno redatto il Piano Sanitario,
hanno sottolineato ai presenti quale
sia stato da sempre il ruolo ricoperto
dal Nosocomio Tiberio Evoli in una
realtà del basso jonio reggino disagiato da carenze strutturali ormai
inconcepibili nella società contemporanea.
Ulteriori validissimi interventi quali
quello del Sindaco di Palizzi
Autellitano e del Sindaco di
Roghudi Zavettieri ed altri non
meno incisivi hanno portato alla
presa di coscienza che tutta l'area
Grecanica non puo' e non deve essere l'unica a pagare le conseguenze di
una cieca amministrazione del denaro pubblico in fatto di sanità.
DomyRodà
Locri
La lunga battaglia di Nicola
La lunga battaglia di Cosimo Romeo per il
riconoscimento dell'assistenza al figlio disabile continua. Nicola, questo il nome del
bambino, ha necessità di un'infermiera specializzata che lo assista durante i pasti non
essendo in grado di mangiare e bere
autonomamente.Ma dall'inizio di quest'anno scolastico questo suo diritto è stato più
volte calpestato. Prima gli è stata tolta l'infermiera, successivamente è stato assegnato
alle cure di un dipendente dell'Asp non
qualificato. La situazione sembrava essersi
risolta, ed ecco l'ennesimo colpo di scena,
degno del miglio melodramma italiano.
L'infermiera, che dopo tante peripezie e
proteste era rientrata in servizio, è stata
incaricata solo dal lunedì al venerdì. E il
sabato? I genitori del bambino lavorano
entrambi e non possono assentarsi per
andare a scuola. E poi l'azienda sanitaria
deve garantire a Nicola di frequentare regolarmente le lezioni così come previsto dalla
sentenza del Tribunale di Locri. Il medico
dell'Asp incaricato della pratica di Nicola fa
sapere che stanno cercando di risolvere
anche questo nuovo e assurdo problema.
Eleonora Aragona
Marina di Gioiosa Ionica
Strada Carri Impercorribile
I sottoscritti firmatari di codesto Comune,
abitanti in c/da Carri protestano per lo
stato di grave disagio che sono costretti a
sopportare, causato dalla totale mancanza di manutenzione per il manto stradale
quasi totalmente impercorribile per le
profonde buche causando danni costosi
alle vetture in transito, specie di notte
essendo codesta contrada totalmente al
buio, e nonostante i ripetuti inviti verbali
all'ufficio tecnico ad intervenire per la sostituzione delle lampade, niente finora è
stato fatto. Invitiamo ad intervenire celermente, poiché potranno agire per vie
legali cittadini che hanno avuto danni alle
loro vetture. In mancanza di intervento a
pianificare questa situazione di grave disagio, gli abitanti di codesta contrada si
asterranno dal diritto al voto.
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Taccuino elettorale
Anche Saverio Zaverrieri
ha sette vite come i gatti
Saverio Zavettieri è stato un grande dirigente
della grande CGIL calabrese , ed è stato ed è
importante dirigente socialista, pur ora che il
PSI non esiste più, e in alcune frange cerca di
sopravvivere, allungando il muso nella mangiatoia e di destra e di sinistra. Fine più ingloriosa
non si poteva fare. Ma torniamo a Saverio
Zavettieri, che è stato il migliore assessore
regionale alla cultura
della Calabria : di ieri e di
oggi. Dunque, egli ha dato
fondo a tutte le sue energie- ma ne ha in serbo
ancora- per la ricostruzione del Partito socialista,
sfidando tutto e tutti con la
creazione del partito dei
Socialisti Uniti di cui è
stato dinamico segretario nazionale, e da poco
sciolto e confluito nei Riformisti della combattiva Stefania Craxi. Spinto dal suo estremo
autonomismo, che spesso è anticomunismo ,
egli aveva scelto- a ciò costretto, però, fondamentalmente dalla tirannide del sistema elettorale- di farsi alleato del centrodestra. Ma,
poi, era rientrato nella geografia del centrosinistra, che non inutilmente ebbe a suo artefice
il PSI. Adesso, dopo avere fatto correre i
Socialisti Uniti in alleanza del centrodestra di
Scopelliti e con il centrodestra subito in rotta,
Saverio Zavettieri fuori dai due poli va da
solo alle elezioni incappottate di febbraio. A
significare che se per la stragrande parte dei
piccoli partiti Parigi val bene una messa, c’è
ancora chi crede che una messa valga più di
Parigi. Ciò che torna a suo onore e a disdoro
dei partiti-sigla, che, pur d’avere qualche deputato, si sono arresi senza condizione alla dittatura dei capi e al Grande Inquisitore siciliano.
Come, al solito, però Saverio Zavettieri commette l’errore della rinuncia a guidare la lista,
non candidandosi. Cosa ottima sul piano
morale, poiché dimostra disinteresse per
eventuali personali poltrone e interesse, unico
e solo- come si diceva una volta- per la causa.
Ma ottima questa scelta sul piano politico non
è: la sua presenza in lista l’avrebbe tonificata,
rafforzata e portata- chissà- alla vittoria. Della
quale comunque i Riformisti non disperano.
Domenico Scilipoti è il
manto della misericordia
Domenico Scilipoti occupa le pagine della cronaca quotidiana calabrese più che la vicenda
nient’affatto inspiegabile del Monte dei
Paschi di Siena, che, avendo nel suo Consiglio
d’Amministrazione dirigenti politici, doveva
provvedere a una doppia clientela: quella che
versa e anche chiede prestiti, e quella che
ruota attorno ai Partiti. E, infatti, del Siciliano,
illustratosi per avere abbandonato Di Pietro e
salvato Silvio Berlusconi, s’è fatto il simbolo
esemplare del trasformismo, non inconsueto
al Pdl , e nient’affatto indebolito dalle rampogne di Scopelliti. Che ne depreca la presenza
in lista calabrese per il Senato. Non c’è bisogno di dire che noi siamo tenacemente avversi al trasformismo, che le classi dirigenti italiane hanno praticato dal 1861 ad oggi onde salvare se stesse. Ma
Domenico Scilipoti, che
passa lo stretto, è più da
ringraziare che da biasimare da parte dei moralisti avversi al Pdl. Egli è
un gran manto della
misericordia. Offrendosi
al martirio, fa dimenticare gli opportunisti e i trasformisti, blanditi, accarezzati e mondati dal
deputato Marco Minniti, il politico a zig-zag,
camminante da D’Alema a Veltroni, e da
Veltroni a Bersani. E per sua abluzione a dare
lezione di coerenza politica e di disinteresse
per la causa della Calabria sale in cattedra il
sindaco di Gioia Tauro, Bellofiore: già socialista, giù udiccino, ora piddista. Conosciamo i
segni dell’antica fiamma: se qualcuno abbandona il PD, è un traditore; se, invece, abbandona il Partito d’origine e s’imbarca nel Pd, fa
un salto di qualità. Marco Minniti e Demetrio
Naccari come commedianti hanno battuto
anche Grillo.
Con il predissesto la Lanzetta non
c’entra. La colpa è della mafia.
BELFAGOR
iccome per noi buona amministrazione e lotta alla mafia o meglio: siccome per noi la buona amministrazione è il risultato della lotta alla mafia,
che si mangia i comuni, siamo rimasti sorpresi e allarmati all’annuncio dato dalla
sindaca antimafia di Monasterace, dottoressa Maria Carmela Lanzetta: essere
questo comune, da guida sicura retto, sull’orlo del dissesto. E come mai? La dottoressa Maria Carmela Lanzetta è sindaca
di Monasterace da una legislatura, già consumata e forse bruciata, e dal 15 maggio 2011 ne
ha iniziato la seconda che ora
volge al terzo anno. E, con
ogni probabilità, all’ingloriosa
fine. Ci sembra che sette anni
sono più che sufficienti per
restaurare e ristorare le sostanze
d’un
comune,
come
Monasterace, ove rinvenute disastrate, ma, di
tutta evidenza, sufficienti
non sono stati per l’opera infaticabile della sindaca, che, come un elastico, ha dovuto ten-
S
dersi in più direzioni, anzi nella direzione
unica della lotta contro la mafia. Poiché la
sicurezza e la legalità vengono prima della
custodia delle finanze comunali. E ciò sappiano gli oppositori della Signora
dell’Antimafia: la colpa è della mafia, che
la ha totalmente impegnata e distratta dai
doveri amministrativi. Come sempre, Ella
non ha colpa. La colpa è sempre degli altri,
e della mafia innanzitutto. Fors’anco dei
giornalisti, che le hanno fatto perdere
tempo con le loro interviste, e dei sensibili
politici del Pd, che la hanno trascinata al
Nord a dare lezioni di mafia. Sì, è così. Il
tempo, rimastole, fu troppo esiguo perché utilmente fosse speso per non
mandare alla rovina Monasterace.
Lei, la sindaca, non ha colpa. E se ci
sarà il dissesto, non alzino rampogne
i cittadini del paese piegato per il rialzo delle tasse. Che cosa sono un po’
d’euro in più rispetto al
prezzo, pagato quotidianamente, da chi rischia
la vita per dare loro
mare, monti, aria di
libertà? E la notorietà nefasta del
Buccini di turno?
Nova bovalino
Costruire la
cittadinanza attiva
e giornate di studio avranno un carattere formativo e informativo, cioè tecnico e divulgativo
al contempo, per garantire approfondimenti
sugli aspetti innovativi della gestione degli enti locali, non solo agli operatori pubblici e agli amministratori, ma anche per promuovere un approccio informativo e conoscitivo per i giovani e per tutti coloro
che esprimono l'esigenza di una “cittadinanza attiva”.
Il programma prevede quattro incontri nel corso dei
quali saranno trattati argomenti e profili utili alla
conoscenza dell'ordinamento degli enti locali: dalla
struttura organizzativa e funzionale del Comune alla
finanza comunale, dalla gestione dei servizi pubblici
all'accesso ai fondi dell'Unione Europea.
I suddetti argomenti verranno esposti ed approfonditi da relatori di lunga esperienza e di rinomata
competenza che operano nel settore degli Enti
Locali.
Il Movimento NOVA BOVALINO ritiene di fondamentale importanza coinvolgere in tale progetto
anche gli enti locali per offrire agli amministratori e
ai dipendenti l'opportunità di conoscere meglio,
anche da un punto di vista squisitamente pratico, i
meccanismi normativo-burocratici posti a base di
una efficiente amministrazione.
Il 24 novembre 2012 si è tenuto il primo incontro dal
tema “Il Cambiamento Organizzativo e La
Governance Locale”, in cui ha relazionato il Dott.
L
Domenico Primerano, Segretario Generale della
Provincia di Catanzaro.
Il secondo incontro si è svolto il 15 dicembre 2012 e
ha avuto come tema “Finanziamenti europei: opportunità per cittadini, associazioni e pubbliche amministrazioni”, nel corso del quale hanno relazionato la
Dott.ssa Alessandra Tuzza (esperta in programmi e
finanziamenti comunitari), la Dott.ssa Carolina
Caruso (pedagogista ed esperta in politiche partecipative) e il Dott. Antonello Rispoli (esperto in innovazione sociale e fondi comunitari).
Il terzo incontro, patrocinato dall'Unione Nazionale
Segretari Comunali e Provinciali della Calabria
(UNSCP), si terrà giorno 9 febbraio 2013 alle ore
16,00 presso l'aula Magna dell'Istituto d'Istruzione
Superiore “F. La Cava” di Bovalino, e avrà come
tema
“L'evoluzione del sistema dei controlli negli enti
locali alla luce del D.L. 10/10/2012 n. 174 (convertito nella legge 213/2012)”
Il seminario del 9 febbraio affronterà le novità della
riforma, le nuove tecniche e i livelli di controllo
introdotti dal D.L. 10/10/2012 n. 174 per la programmazione e il controllo dell'azione amministrativa
degli enti locali, i ruoli rinnovati del Segretario
Generale, del Ragioniere Capo, dei Revisori e della
Corte dei Conti , nonché gli strumenti di risanamento Pluriennale degli enti locali con gravi squilibri
strutturali e la formazione del bilancio 2013
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La
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Registrazione Tribunale di
Locri (RC)
n. 1 del 19/06/1998
R.O.C. n°11602 del 02/11/98
Questo periodico è associato
all’Unione Stampa Periodica
Italiana
AmministratoreUnico
Rosario Vladimir Condarcuri
RUBRICHE
La colonna infame di Mimmo Gangemi
Loqui e sproloqui di Filomena Cataldo
Messagi nel tempo di Daniela Ferraro
Le pillole di Eva
Direttore responsabile: PASQUINO CRUPI
In redazione: ERCOLE MACRÌ, ELEONORA ARAGONA,
DOMENICO MACRÌ, ILARIO AMMENDOLIA, MASSIMO
PETRUNGARO, KATIA CANDIDO, NINO SIGILLI.
Responsabile sport: ANTONIO TASSONE
Art Director: PAOLA D’ORSA
Impaginazione: EUGENIO FIMOGNARI
COLLABORATORI
Anna Laura Tringali, Mara Rechichi,
Franco Crinò, Nicodemo Barillaro,
Giuseppe Gangemi, Mimmo Romeo,
Giuseppe Fiorenza, Franco Parrello,
Franco Blefari,
NOTE E SCHERMAGLIE
Risponde il direttore
La polemica sterile di Vittorio Zito
Egregio Direttore,
ho letto con attenzione e piacere l'articolo apparso nell'ultimo numero del Suo
giornale a firma di Eleonora Aragona in
merito alla raccolta differenziata che il
Sindaco Lucano ha avviato a Riace.
Attenzione perché, amministrando un
paese che per primo, un anno e mezzo fa,
ha avviato la raccolta differenziata porta a
porta e che da anni riceve la Bandiera Blu
e le 4 Vele di Legambiente, tutte le iniziative che tutelano e valorizzano l'ambiente
catturano la mia attenzione.
Piacere perché, avendo seguito direttamente tutte le fasi di progettazione e
avvio del servizio a Roccella, ho finalmente avuto riprova di quanto ho sempre
pensato: senza programmazione e passione nessun progetto di raccolta differenziata potrà mai avere successo. E quella di
Riace ha tutti i presupposti per essere una
interessante esperienza di successo.
Il piacere, però, è stato affievolito da alcune considerazioni che l'estensore dell'articolo ha sottolineato e che non ho capito
se appartengono o no al pensiero di
Lucano. E siccome “Riace sa dire di no a
servi e padroni” e nell'articolo più volte è
citata Roccella, non vorrei che Roccella
corra il rischio di essere classificata dai
lettori nell'una o nell'altra categoria. In
particolare sembra di capire che, avendo
ricevuto Roccella un contributo regionale
per l'avvio del servizio, possa correre il
rischio di essere classificata nella prima
categoria, quella dei servi. Roccella ha
ricevuto un contributo per l'avvio del servizio di 440.000 a fronte di un costo
complessivo del progetto di circa
800.000. La metà dei soldi necessari per
attivare il servizio, dunque, in parte lo
hanno messo i cittadini tramite la
TARSU, in parte deriva dalla vendita
delle vecchie attrezzature, ed in parte
proviene dalla vendita dei rifiuti differenziati raccolti. Abbiamo più volte detto che
un progetto di queste dimensioni non si
sarebbe potuto avviare senza un aiuto
economico.
E di questo avviso è anche la Comunità
Europea, che attraverso il POR CALABRIA ha messo a disposizione dei comuni i necessari aiuti. I soldi che ha avuto
Roccella non li ha CHIESTI a nessun
Governatore, ma li ha RICHIESTI alla
Comunità Europea. Si chiede per ottenere qualcosa da qualcuno; si richiede per
avere legittimamente qualcosa di cui si ha
bisogno. Roccella non ha chiesto cortesie
al Governatore del momento (che era
l'On. Loiero), ma ha richiesto il cofinanziamento di un ambizioso progetto partecipando ad un bando pubblico che ha lo
ha poi classificato tra quelli meritevoli di
finanziamento. E non solo ha ottenuto il
contributo, ma ha speso tutti e bene i
soldi ricevuti; cosa tanto naturale quanto
difficile, se si pensa che ben 9 milioni di
euro di finanziamenti riconosciuti su quel
bando sono stati revocati ai comuni beneficiari perché non sono riusciti ad avviare
il servizio.
E non è stato e non sarà certo il solo contributo della Unione Europea che
Roccella ha intercettato. Basti ricordare i
contributi per la realizzazione della pista
ciclabile, per il restauro del Castello, per il
rifacimento del centro storico, per l'adeguamento sismico delle scuole, per l'installazione di tetti fotovoltaici sugli edifici
pubblici.
E ancora i quasi 2,5 milioni di euro di
recente riconosciuti all'interno del PISL e
i progetti per la coltivazione di vitigni
autoctoni e per il ripopolamento del mare
che presenteremo a breve. Ho forti dubbi
che un amministratore esperto come
Lucano possa pensare che richiedere e
(speriamo) ottenere un contributo su un
progetto di sviluppo per la propria comunità possa essere una colpa che qualifica
gli amministratori come servi, piuttosto
che un merito. Non fosse altro per il fatto
che lo straordinario progetto di accoglienza che ha portato avanti e che ha
fatto di Riace un modello da seguire a
livello internazionale, si è fondato proprio
sul corretto, innovativo ed intelligente utilizzo di contributi pubblici, che il Sindaco
di Riace avrà certamente RICHIESTO e
non CHIESTO.
Tra l'esperienza di Roccella e quella di
Riace, quindi, a differenza di quanto
afferma la giornalista, non ci sono differenze da rimarcare. Non c'è da un lato chi
rifiuta di asservirsi e chi invece è servo.
C'è, ritengo e spero altrettanto ritenga
Lucano, da tutti e due i lati la passione e
l'impegno nell'amministrare la propria
comunità guardando con estrema atten-
zione a tutte le opportunità di finanziamento per progetti che ne possano sviluppare il tessuto sociale ed economico.
Quello che è vero e che ci fa piacere, è
che l'esperienza di Roccella in materia di
rifiuti sta diventando contagiosa. Riace
dimostra ciò che non diciamo da un paio
di anni: non esiste un destino cinico che ci
ha condannati a montagne di spazzatura.
Esiste solo la forza della volontà di cambiare amministrando solo con lo spirito di
chi è servo delle esigenze dei cittadini e
ritornando a credere nella possibilità di
essere padroni del proprio futuro. E
credo si ora che questa volontà, al di la dei
proclami e dei grandi progetti per il territorio, si manifesti con forza in tutta la
Locride.
Grazie per lo spazio. Auguri e complimenti a Lucano e ai cittadini di Riace.
Vittorio Zito
Assessore alla Organizzazione Comunale
Comune di Roccella Ionica
Non ho nulla da aggiungere né da togliere alla “precisante” lettera di Vittorio Zito
se non il fatto che, pur di polemizzare con la nostra sempre imparziale Eleonora,
ha cercato il pelo nell'uovo. A meno che non sia stato dominato dal bisogno
d'affermare il primato di Roccella su tutto il resto del territorio locrideo in punto
di raccolta differenziata, Riace compreso: siamo stati i primi e restiamo i migliori.
DOMENICA
03 FEBBRAIO 2013
LA RIVIERA
20
HANNO COLLABORATO
Francesco Laddarina,
Giuseppe Patamia, ,Bruno
Gemelli, Carmelo Carabetta,
Antonio Cormaci, Giulio
Romeo, Sara Caccamo,
Giuseppe Fiorenza, Daniele
Mangiola.
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BANCA E USURA di Giacomo Saccomanno
Sulla Centrale Rischi e sulla normativa applicabile
Tempu
d’alluvioni
BRUNO S. LUCISANO
Staju facendu nu pocu i pulizia
Nta chista testa nc’esti cunfusioni
Ndav’essiri cocchi truccu o magarìa
Forzi ndav’essiri, mmaginazioni.
Nu deputatu, u maru, si lamenta,
Pe pochi sordi chi pijja i pinzioni
U ndicappatu, mbeci, si ccuntenta,
Si ndavi i sordi i ccatta l’ignizioni.
Mpratica stu cornutu, pijja o jornu,
Quant’u nvalidu no’ pijja nta nu misi
Cu chija facci dura, senza scornu,
Ciangi a mancanza du rimborzu spisi!
E no rrinesciu i trovu spiegazioni
Pa sta categoria, di stercu duru,
Chist’ è daveru na malidizioni
Mi ven’i sbatt’a testa cuntr’o muru!
E non si sentunu vuci i luntanu
Né mancu di sinistra né di destra
Si minunu petra, mmucciunu manu,
E spartunu bbonu a stessa minestra.
Non è certu u culuri da bandera
Chi faci l’omu latru, l’omu onestu,
Sunnu petri di na stessa armacera
Sunnu machini chi non dannu restu!
Sunnu vestuti cu giacca e cravatta
Cu tanti autisti e omini di scorta
Pa quattru pumadora da buvatta
Vindunu a so’ mamma, puru morta!
Domanda un lettore titolare di
impresa quale sia la funzione della
Centrale Rischi e quali siano le condizioni per una segnalazione corretta da parte della banca, con i rimedi riconosciuti al correntista.
A riguardo è utile riportare non
tanto le indicazioni inserite nelle
Circolari di Banca d’Italia, ma
proprio i primissimi articoli della
circolare che norma la Centrale
Rischi.
Cap. 1 – Sezione I.2 “Obiettivi
della Centrale dei rischi” della
Circolare n°139 B. Italia:
“La Centrale dei rischi è un sistema
informativo sull’indebitamento
della clientela delle banche e degli
intermediari finanziari vigilati dalla
Banca d’Italia. Attraverso il servizio
centralizzato dei rischi la Banca
d’Italia fornisce agli intermediari
partecipanti un’informativa utile,
anche se non esaustiva, per la valutazione del merito di credito della
clientela e, in generale, per l’analisi e
la gestione del rischio di credito.
L’obiettivo perseguito è di contribuire a migliorare la qualità degli
impieghi degli intermediari partecipanti e, in ultima analisi, ad accrescere la stabilità del sistema creditizio. Gli intermediari partecipanti
comunicano alla Banca d’Italia
informazioni sulla loro clientela …”
Trascurando ogni riferimento di
legge che nel tempo ha ispirato e
normato il sistema informativo di
Banca d’Italia, risulta evidente
come lo scopo principe dello stesso sia di dare informazioni sulla
clientela (attuale o prospettica)
mediante la condivisioni di informazioni relative alla quantità/qualità dell’indebitamento. Il fine
ultimo è la creazione di uno strumento condiviso atto a supportare
la valutazione del merito creditizio del soggetto segnalato.
Se viene tradito questo scopo inserendo, colposamente o addirittura
dolosamente, dati difformi ecco
che si ha una responsabilità da
parte della Banca per aver segnalato dati non corrispondenti al
vero, legittimando l’utente ad
agire per chiedere la immediata
annotazione e/o cancellazione,
oltre ai danni subiti da tale agire
illegittimo. Se poi, la predetta
segnalazione dovesse interessare
interessi usurari, che hanno creato
una evidente sproporzione tra il
debito effettivo e la somma richiesta, proprio perché perpetrato da
un intermediario finanziario
segnalante e non da un comune
delinquente, diventa motivo per
diffondere notizie non solo odiosamente false, perche contenenti
debiti sovrastimati, ma anche per-
ché la vittima passa addirittura per
il carnefice, cioè per quel soggetto
inaffidabile e inadempiente di cui
tutto il sistema deve diffidare perché giudicato, misurato e certificato come soggetto pericoloso. Non
può non rimarcarsi che l’attuale
vicenda si è consumata in un contesto dove il soggetto (impresa)
vittima di usura subisce, se a perpetrare il reato è una banca, un
duplice danno non patrimoniale
(immagine + attività imprenditoriale) e patrimoniale (esclusione
dal sistema creditizio). Le banche
quindi, salvo che nell’esercizio di
un’attività pericolosa (magari
coordinate da Banca d’Italia)
deroghino ad apparenti principi di
segnalazione (logici e corretto fin
tanto che sono applicati ad affidamenti che non implicano interessi
usurari) e segnalino la posizione
come “congelata”/“rettificata
degli importi contestati” e ciò a
tutela del soggetto segnalato (e
del sistema creditizio che deve
vedere nel soggetto segnalato non
un inadempiente stra-indebitato),
se godono, da un parte, di uno
strumento (anche di tutela loro e
del sistema creditizio) in più, dall’altra, si assumono anche una
responsabilità aggiuntiva, cioè
quella di gestire al meglio e pubblicizzare correttamente sia il
livello di indebitamento che la
qualità del credito con un determinato cliente.
Se tale potere non viene gestito
con correttezza, prudenza, equilibrio e rispetto della norma, diventa un vulnus pesantissimo per il
cittadino e per lo stesso sistema
bancario, con diritto dell’utente di
chiederne la immediata cancellazione ed i danni sia sotto l’aspetto
patrimoniale che non.
L’ANGOLO PARRELLO di Franco Parrello
E così Mariangela Melato ha lasciato la vita terrena per gli spazi infiniti del cielo, in cerca
quella felicità forse invano cercata. Vaga, in vita, per le vie della città in cerca del suo
Mariangela diperduto
amore; vede tanti volti, ma quello che cerca non c'è. Di questa canzone del dopoguerra, la Melato ne ha fatto il cavallo di battaglia della sua vita d'artista. La parte più bella
Melato...
della canzone e della voce di Mariangela è quando dice: “ Io cerco invano di dimenticama il primo amore non si scorda mai: nel mio cuore c'è solo un nome”. Ha ragione:
“Solo me ne re,ognuno
di noi è convinto di ciò. Ed è con questi sentimenti, forse un po' troppi romantici, che vogliamo ricordare una grande attrice, che pur nel suo successo ha saputo affronvò per la città” tare, con la giusta serenità, le diverse sofferenze che la vita le ha riservato.
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Serie B Reggina 2012-2013: organico definitivo e riepilogo del mercato invernale la Riviera
E' terminato da poco, il calciomercato edizione 2012/2013. Di
seguito, l'organico attuale degli amaranto di Dionigi, e le trattative
portate a termine dal club di via delle Industrie.
REGGINA 2012-2013
Portieri: Baiocco, Facchin.
Difensori: Adejo, Bergamelli, D'Alessandro, Di Bari, Ely, Freddi,
Lucioni.
Centrocampisti: Antonazzo, Armellino, Barillà, Bombagi, Colucci,
Hetemaj, Rizzato,
Attaccanti: Campagnacci, Comi, Fischnaller, Di Michele, Sarno,
Gerardi.
MOVIMENTI IN ENTRATA
Antonazzo (cen.) a parametro zero, Colucci (c) a titolo definitivo
dal Pescara, Di Michele (att.) a parametro zero, Gerardi (att.) in
comproprietà dall'Udinese, Arrighini (att.) in comproprietà dal
Pontedera a partire da giugno.
Movimenti in uscita: Ceravolo (att.) titolo definitivo alla Ternana
per 0.5 milioni, Castiglia (cen.) in prestito con diritto di riscatto al
Catanzaro, Melara (cen.) in prestito con diritto di riscatto al Carpi,
Carroccio (cen.) in prestito al Gubbio dopo la rescissione della
comproprietà col Pisa, Paviglianiti (cen.) in prestito al Monopoli
dopo l'interruzione del prestito al Castel Rigone, Verruschi (cen.) in
prestito al Foligno dopo l'interruzione del prestito al Pontedera,
Rizzo (c) titolo definitivo al Pescara per 1 milione di euro, Viola (a)
in prestito con diritto di riscatto al Carpi, Camilleri (dif.) in prestito
al Barletta dopo l'interruzione del prestito al Cagliari, Sy (att.) in
prestito all'Andria dopo l'interrizione del prestito al Treviso, Maicon
(cen.) in prestito al Pontedera, Akrpovic (cen.) in prestito alla
Sambenedettese dopo l'interruzione del prestito all'Ancona.
fonte : reggionelpallone.it
SERIE A
SPORT
Al
campo
L’ARDUA
sentenza
MASSIMO PETRUNGARO
memoria d'uomo, questa finestra di
calcio mercato invernale, è una delle
più scoppiettanti degli ultimi anni.
Poi bisogna vedere - ma per questo bisogna
aspettare il sacro e insindacabile responso
del campo - chi ha fatto l'affare, che si tratti di calciatore o società. Tutte e venti
squadre hanno apportato modifiche
sostanziali alla propria rosa, palesando o un errore di valutazione ad inizio estate od ora, dalla serie “non è
mai troppo tardi per …” Vediamo
brevemente cosa è cambiato. Tra le
più attive c'è sicuramente il Genoa.
Oltre alla guida tecnica cambiata
pochi giorni fa con l'arrivo di
Ballardini al posto di Del Neri, il
Grifone tra arrivi e partenze ha
mosso quasi venti giocatori.
Discorso analogo per Siena e
Palermo, quasi a voler dimostrare
che la deficitaria classifica è debitoria di un progetto estivo che definire fallimentare è un eufemismo.
Voto positivo per la Fiorentina.
Innanzitutto merita un plauso per
aver creduto in Giuseppe Rossi, il
talentuoso attaccante italo americano, ex Villareal, che ha subito
due gravi infortuni in tempi ravvicinati. Qualora fosse integro - e
ce lo auguriamo tutti al di là
delle simpatie per i colori
viola - sarebbe un grande
acquisto,
per
la
Fiorentina e per tutto il
calcio italiano. È un
grande acquisto per il
nostro calcio, il
ritorno di Mario
Balotelli che
ha firmato per
il Milan. Per
super Mario si
A
realizza un sogno, lui
da sempre tifoso rossonero. Con l'acquisto
dell'ex nerazzurro, il
Milan si candida seriamente a conquistare il
terzo posto, obiettivo che
fino a poche settimane fa
sembrava una chimera.
Balotelli ci darà molto materiale per scrivere, ne sono certo,
si a che si tratti delle sue prestazioni sportive, che della sua vita privata. Con El Sharaawy forma una
delle coppie più prolifiche del
campionato e farà anche la felicità
di Prandelli che avrà modo di
vederlo da più vicino. Ma il mercato
rossonero non si è fermato solo a Balo;
alla corte di Allegri è arrivato anche l'esperto
difensore Zaccardo e per giugno è stato preso la
stella dell'Empoli, Saponara. Hanno lasciato la
società di via Turati Pato che è tornato in Brasile,
Mesbah e Strasser passati al Parma, Acerbi che
non ha convinto ed è tornato al Genoa ed
Emanulson che è volato in Inghilterra
per giocare nel Fulham. Pochi ma
mirati acuisti per la Juventus ce si
è assicurata per giugno le
prestazioni
di
Fernando
Llorente
attaccante
basco, mentre da
subito ha tesserato
Peluso, laterale sinistro, pupillo di Conte e Anelka, che con al
sua esperienza può rivelarsi utile
soprattutto
in
prospettiva
Champions. Voto più che positivo, almeno sulla carta per il mercato del Napoli, che ha fatto un
acquisto per reparto. In difesa è
stato preso Rolando, difensore
del Porto, inseguito da mezza
Europa. A centrocampo l'arrivo
del colombiano Armero
dall'Udinese e in attacco il
ritorno di Calaiò dal Siena
23° TURNO SERIE A
ROMA
-
- SAMPDORIA IERI
- CATANIA IERI
CHIEVO -JUVENTUS H.12,30
TORINO
NAPOLI
FIORENTINA
GENOA
-
PESCARA
-
MILAN
-
PARMA
LAZIO
PALERMO
SIENA
- ATALANTA
- BOLOGNA
INTER
-
20-01-2013
CAGLIARI IERI
UDINESE
20.45
18 gol: Cavani (Napoli),
15 gol : El Shaarawy
(Milan)
14 gol: Di Natale (
Udinese)
11 gol : Osvaldo
(Roma)
10 gol: Lamela (Roma),
Pazzini ( Milan), Klose
(Lazio)
9 gol: Gilardino
(Bologna)
8 gol: Milito (Inter),
Hernanes( (Lazio)
CLASSIFICA
JUVENTUS
NAPOLI
49
46
LAZIO
43
INTER
40
MILAN
37
FIORENTINA 3 6
CATANIA
35
ROMA
34
UDINESE
33
PARMA
31
CHIEVO
28
27
SAMPD. -1
24
ATALANTA -2 2 3
TORINO -1
BOLOGNA
CAGLIARI
PESCARA
GENOA
PALERMO
SIENA - 6
22
21
20
18
17
14
garantiscono a Mazzarri ottime alternative per
puntare finalmente a traguardi importanti.
Pressoché immobile il mercato della Roma, un
solo acquisto e una sola cessione. Lascia Trigoria la
punta Tallo che si è trasferito al Bari, mentre
vestirà giallorosso il difensore greco
Torosidis
proveniente
dall'Olympiakos. Qualche
movimento in più in
casa Lazio che cede
quattro giocatori:
Rocchi
all'Inter,
Scaloni
all'Atalanta, Sculli
al
Pescara
e
Matuzalem al Genoa.
Mercato tutto da decifrare
quello interista. Scritto nelle settimane
scorse dell'affaire Snejider, ciò che
balza è l'(apparente) mancanza di
progettualità di Moratti e company.
Si avevano in rosa tre giocatori
talentuosi, l'olandese appunto,
Coutinho e Alvarez. Detto di
Snejider, non si capisce la cessione a titolo definitivo di Coutinho al
Liverpool. L'anno scorso il brasiliano era stato dato in prestito
all'Espanyol per maturare e l'esperienza fu più che positiva tant'è che
Coutinho fu votato come il miglior
giovane della Liga. Ora è stato impacchettato e spedito di tutta fretta oltre
manica. Dalle due cessioni le casse
hanno ricavato poco meno di venti
milioni investiti prontamente in
Schelotto, laterale destro ex
Atalanta, Kuzmanovic, centrocampista dello Stoccarda, nostra
vecchia conoscenza per aver
giocato nella Fiorentina, e
Kovacic, stellina croata a
quanto pare, strappato alla
concorrenza di Real Madrid
e Manchester United. Mah!
Sarà il campo a darci il suo
sacro e insindacabile giudizio.
DOMENICA
03 FEBBRAIO 2013
LA RIVIERA
23
Parlando
di...
SPORT
SIDERNO / Partita difficilissima per l’undici di mister Telli
COPPA ITALIA DILETTANTI
A Gioia Tauro senza calcoli
l
Siderno
ha
sprecato
incredibilmente un match ball
per la salvezza contro il Bocale
ed ora le speranze si sono affievolite
non poco. Una partita che il Siderno
stava conducendo per tre reti ad una
al 20 della ripresa e che alla fine ha
visto soccombere l’undici di mister
Telli. Oggi i bianco-azzurri saranno
di scena al Polivalemte di contrada
Lacchi di Gioia Tauro contro la
capolista Nuova Gioiese reduce
dalla vittoria di San Giovanni in
Fiore che ha rilanciato la squadra
del presidente Rombolà dopo i due
ko con Rende e Roccella.La
formazione di Mario Dal Torrione si
trova ancora a + 4 nei confronti del
Rende e adesso spera di battere nel
testa-coda un Siderno che
all’andata fece sudare le proverbiali
sette camicie a Pascu e soci prima
del gol liberatorio di Cassaro
arrivato sul finale di partita. Oggi la
Gioiese ritroverà i suoi quattro
giocatori squlificati ossia Pascu e
Iervasi e gli infortunati Pirrotta e
Vindigni. In settimana, sull’attuale
momento
della
Gioiese,
è
intervenuto il bravo Davide
Taverniti. «Sicuramente – ha detto
Taverniti al sito gioiasport.com –
non sottovaluteremo la gara col
Siderno, nonostante la classifica non
arrida alla compagine ionica.
I
CLASSIFICA
24
N.GIOIESE
4 4 BOCALE
CATONA
RENDE
40
23
ROCCELLA
35
CASTROVILLARI 2 1
GUARDAVALLE 3 4 SAN LUCIDO 2 0
SILANA
17
ACRI
33
SOVERATO
3 1 BRANCALEONE 8
PAOLANA
27
SIDERNO
7
ISOLA C.R.
27
SERSALE
25
QUINTA GIORNATA DI RITORNO
BOCALE - SOVERATO
BRANCALEONE - ROCCELLA
CASTROVILLARI - SILANA
CATONA - SAN LUCIDO
GUARDAVALLE - RENDE
ISOLA C.R. - SERSALE
N. GIOIESE - SIDERNO
PAOLANA - ACRI
E’ il Tiger Brolo
l’avversario del Roccella
Vogliamo proseguire la scia positiva
e vincente, iniziata domenica a San
Giovanni». Taverniti ritorna per un
attimo sulle due sconfitte con Rende
e Roccella: “una flessione è anche
naturale durante un campionato
lungo e difficile come l’Eccellenza
calabrese. In ogni caso – ha spiegato
il giocatore di Pellegrina – abbiamo
superato
questo
periodo,
mantenendo 4 punti di vantaggio
sulla seconda ed eliminando dal
nostro percorso due squadre molto
forti come appunto il Rende ed il
Roccella che fra qualche turno
avranno tra di loro anche lo scontro
diretto”. Sul primato della Gioiese
Taverniti si mostra orgoglioso:
“vogliamo concludere bene un
campionato che ci vede in testa
dall’inizio. Sappiamo che le insidie,
quando mancano undici gare al
termine, non mancheranno ma
lavoreremo a testa bassa per
ritagliarci uno spazio importante
con questa maglia”. Dal canto suo il
Siderno oggi dovrà fare a meno
degli
squalificati
De
Leo,
Sgambelluri e Luciano cui la
Commissione Disciplinare su
ricorso della società ha ridotto la
squalifica portandola da sei mesi a
quattro giornate.
a.t.
Il Tiger Brolo di mister Santino
Bellinvia (l’anno scorso tecnico
dello Scalea) nelle cui fila militano
l'ex roccella Cristiano Parisi e l’ex
sidernese Francesco Leone, saranno
i prossimi avversari del Roccella
nella Coppa Italia. Nella finale di
Leonforte la squadra messinese si è
aggiudicata la Coppa Italia
Dilettanti siciliana battendo in finale
il Kamarat di Cammarata con il punteggio di due ad uno grazie alle reti
firmate nei primi minuti di gioco da
Bontempo e Pallone. Per il Kamarat
è andato a segno Magliocco. Ora
bisognerà conoscere solo la data per
l’inizio della fase finale che vedrà il
Roccella tra le sicure protagoniste.
ROCCELLA/ insidiosa trasferta contro il team di mister Scambia
Roccella: derby importante a Brancaleone
Il Roccella “targato” Ferraro continua il suo periodo d’oro coinciso
proprio con l’arrivo del tecnico di
Polistena. Da allora in poi, a parte
la sconfitta di Paola ed il pareggio
di Isola Capo Rizzuto, sono
arrivate solo vittorie e prestazioni
convincenti non ultima la vittoria in
Coppa Italia nella finalissima di
Vibo Valentia contro il Rende. In
settimana, il Roccella, ha conosciuto anche la sua prima avversaria per
le fasi finali di questa prestigiosa
manifestazione che sarà il Tiger
Brolo di mister Bellinvia e dell’ex
Cristiano Parisi.
In attesa della prima sfida con la
compagine siciliana , oggi il
Roccella sarà chiamato alla difficile
sfida di Brancaleone. Sulla carta
potrebbe sembrare un impegno
agevole per l’undici amaranto ma,
per tutta una serie di motivi, sarà
sicuramente una gara ricca di’interesse. Il Brancaleone è consapevole
di avere l’ultima “chance” per
potere rientrare nei play-out visto
che attualmente ha più di dieci
punti di svantaggio rispetto alla
quint’ultima, mentre il Roccella è
ritornato in corsa prepotentemente
per cercare di inserirsi in zona promozione. Oggi mancherà per squalifica capitan Natino Varrà e quindi
mister Ferraro potrebbe optare per
la soluzione Seminara mentre nel
Brancaleone
tutti gli effettivi
saranno a disposizione di mister
Scambia. Giova ricordare che
quest’anno il Brancaleone non ha
mai vinto in casa pur giocando
sempre delle belle gare che però
non hanno portato punti in classifi-
ca . Tra i locali c’è la ferma consapevolezza di potersi giocare al
meglio la partita e sicuramente il
mister avrà caricato la squadra al
punto giusto per potere ottenere un
a vittoria importantissima anche e
soprattutto dal punto di vista
morale.
Il Roccella, dal canto suo, per cercar e di tenere vive le speranze di
vittoria del campionato dovrà cercare di ottenere i tre punti . Mister
Ferraro, in settimana, ha svolto il
consueto lavoro di preparazione
consapevole delle difficoltà che
presentano queste gare in cui si ha
tutto da perdere e nulla da
guadagnare . Se ci si dovesse limitare solo ad un formale sguardo
della classifica non ci dovrebbe
essere partita. Tra i padroni di casa
dovrebbe essere pronto il tridente
d’attacco composto da Aniello
Savino, Giovanni Galletta ed
Alessandro Autellitano mentre
nella fila del Roccella troveranno
posto i soliti Valerio Saffioti,
Vittorio Di Maggio ed El Aoudi a
pungere in attacco per cercare di
DOMENICA
scardinare la munita difesa dei
locali come al solito guidata dall’esperto capitano Angelo Genova. Il
Brancaleone, pur perdendo a
Rende, ha denotato grande vitalità
soprattutto nella ripresa ed oggi
cercherà di dare del filo da torcere
alla squadra più in forma del
momento. Attenzione ai calci da
fermo di Carrato e che vedono
spesso nel difensore Oliva (allo
stato migliore realizzatore del
Roccella) il fromboliere decisivo.
Anche domenica scorsa, è stato
così e come era accaduto contro il
Bocale, due settimane fa,
il
Roccella è andato sotto nei primi
minuti per poi in soli 4 minuti riuscire a capovolgere il match con
grande personalità e dimostrando
che può riuscire a fare gol in qualsiasi momento. Arbitrerà la gara il
signor Cavaliere di Paola, assistenti
De Marco e Chiappetta. Avendolo
visto all’opera recentemente non ci
sembra una designazione adeguata
comunque staremo a vedere cosa
accadrà.
a.t.
03 FEBBRAIO 2013
LA RIVIERA
24
la Riviera
di...
M. DI GIOIOSA
Oggi l’insidiosa gara
contro la Palmese
CLASSIFICA
TAURIANOVA
GALLICESE
REGGIOM.
PALMESE
M.GIOIOSA
GIOIOSA J.
BIANCO
GIMIGLIANO
DAVOLI
45
42
35
35
34
30
29
26
23
VILLESE
23
RIZZICONI
23
BOVALINESE 2 0
MONTEPAONE 1 9
POLISTENA
19
S. CALOGERO 1 5
REAL CZ
3
DICIANNOVESIMO TURNO
GALLICESE- REAL CZ IERI
DAVOLI - VILLESE IERI
BOVALINESE- RIZZICONI
GIMIGLIANO - SAN CALOGERO
M. DI GIOIOSA - PALMESE
MONTEPAONE - GIOIOSA J.
POLISTENA- REGGIOMED.
TAURIANOVESE- BIANCO
Il Marina di Gioiosa anche contro il Reggio Mediterraneo ha
confermato di essere in ottima
salute. I ragazzi di Gianni
Scigliano hanno disputato una
ottima prova uscendo tra gli
applausi. La squadra giallorossa
sabato scorso ha comandato a
lungo la gara colpendo con
Carbone una traversa nei minuti
finali che ha negato al capocannoniere del campionato la gioia
della doppietta. Il ruolino di marcia dei ragazzi del presidente
Vincenzo Tavernese è di quelli
che meritano un complimento
particolare in quanto anche fuori
dalle mura amiche la compagine
giallorossa si dimostra autoritaria
esprimendo un gioco divertente e
autoritari cosa che non accadeva
da diverso tempo. Gianni
Scigliano sentito telefonicamente
subito dopo l'ottima gara di
Reggio
Calabria
dichiara:”Torniamo a casa con la
consapevolezza di aver ottenuto
un buon punto per di più su uno
dei campi più difficili del campionato. Per come si era messa pregustavamo una vittoria, ma non
posso rimproverare nulla ai
ragazzi. Ce la siamo giocata a viso
aperto, dimostrando di non
essere una squadra che in trasferta si chiude in difesa volevamo
vincere e ci siamo andati vicini
comandando per tutti i novanta
minuti la gara. A mio avviso,
abbiamo giocato meglio sabato
che una settimana fa, quando
abbiamo battuto il Gioiosa nel
derby. Il rigore? Non ho visto in
maniera ottimale la dinamica dell'azione, ma se c'è stato fallo di
mano poteva starci anche il rosso.
In ogni caso, faccio i complimenti sia a mister Rotondo che ai
suoi ragazzi per la reazione che
hanno avuto per pareggiare la
gara . Alla vigilia avrei firmato per
un pareggio, ma per come è
andata la partita devo dire che
resta un pizzico di malcontento
per le numerose occasioni da gol
non concretizzate soprattutto la
traversa finale di Carbone che
avrebbe meritato più fortuna. In
ogni caso va bene così, siamo contenti per questo punto
guardiamo avanti e pensiamo alla
sfida di oggi pomeriggio contro la
Palmese che ci giocheremo a viso
aperto consapevoli di affrontare
una formazione attrezzata per la
vittoria finale per cui le insidie
non mancheranno. La squadra
gira, è in salute e sta esprimendo
un buon calcio sono contento per
le belle prestazioni dei nostri
under Francesco Aquino e
Stefano Femia che sabato sono
stati superlativi questa la dice
lunga sulla crescita dei nostri giovani lavoreremo affinché possano
migliorare ulteriormente . Cosa
c'è da migliorare? Come detto
prima, dobbiamo concretizzare
maggiormente. I play-off? Sono
alla nostra portata, vogliamo fare
sentire il fiato sul collo alle
squadre che ci precedono. La
classifica parla chiaro, e sono
certo che questa serie di risultati
utili ottenuti lontano dalle mura
amiche, ci daranno uno slancio in
più , incentivandoci a fare ancora
meglio”. Oggi pomeriggio contro
i pianigiani il tecnico giallorosso
dovrebbe riconfermare gli stessi
undici che hanno ben figurato in
queste ultime apparizioni anche
se visto l'ampia rosa non è detto
che mister Scigliano non mediti
qualche cambiamento all'ultimo
momento. N. B.
La Juventina Siderno sorpassa
momentaneamente la Fossa dei Leoni
a Juventina Siderno prima
batte in casa il Valanidi calcio
per 2-0 e poi in settimana
vince anche a Bovalino per 4-1 e si
insedia al primo posto del campionato Giovanissimi Regionale scavalcando l’altra squadra di Siderno , la
Fossa dei Leoni, che ha osservato il
turno di riposo. Lunedì scorso, contro il Valanidi, la Juventina Siderno
è partita subito con il piglio giusto e
dopo soli 8 minuti è passata in vantaggio con l’opportunista Ritorto
che ha realizzato il suo nono gol stagionale. Il secondo gol lo ha messo a
segno il “tuttofare” Ocello ma il
merito va a tutto al team che si è
battuto con grande determinazione.
Questa la formazione della
Juventina che ha battuto il Valanidi:
Femia, Cesare, De Luca, Cefaliì,
Sperlì, Barbuto, Romeo, Marzano,
Leone, Ocello, Ritorto. In panchina:
Pedullà, Errigo, Alessi, Minniti,
Oppedisano, Filippone. All.PedullàMacrì.
Giuseppe Belligerante
L
2 cat.:Mammola
avanti a passo
“spedito”
Terzo risultato utile consecutivo per il Mammola di
Enrico Etna che batte 4-3 un discreto San Costantino.
La compagine viola ha confermato dei progressi anche
se in difesa bisogna rivedere tante cose. Le cose migliori la formazione del presidente Pino Neve li fa vedere
in avanti con Matteo Monteverde,Nicodemo
Raschellà, Francesco Galluzzo e Simone Galluzzo ispirati da Sainato e Giovanni Galluzzo trovano grande
facilità a trovare la rete anche se ancora si sciupa tantissimo sotto rete. Nel frattempo il Mammola si avvicina sempre di più nella zona alta della classifica attestandosi bene nella griglia play off. Domenica contro il
Gerace la ghiotta opportunità di allungare la striscia
positiva. L'allenatore Enrico Etna è soddisfatto dopo la
seconda vittoria casalinga:” “La partita si è subito
messa sui binari giusti, e poi siamo stati bravi a gestire
il vantaggio acquisito, limitando anche le nostre azioni
offensive nel rispetto dell'avversario. Sono soddisfatto
non solo per i risultati maturati in queste ultime giornate, ma anche per le prestazioni che stanno offrendo
i miei ragazzi. Questa vittoria non ci deve fare abbassare la guardia, visto che già dalla prossima settimana
affronteremo una trasferta durissima, in quel di
Gerace. Va fatto un plauso alla società, che nel mercato di riparazione è riuscita ad allestire un organico davvero competitivo. Bisogna continuare su questa strada
cercando di essere determinati e migliorare anche in
chiave difensiva spesso ci rilassiamo troppo. Facciamo
cose veramente interessanti ma spesso facciamo degli
errori che ci costano molto. Sabato non mi è piaciuto
l'arbitraggio troppo a senso unico la mia squadra è
rimasta in dieci per una decisione che non condivido
come del resto le troppe punizioni fischiate ai nostri
avversari spero che direzioni di gare così non accadano
più. Il dirigente Francesco Agostini al temine della
gara vinta contro il San Costantino si è complimentato
con i suoi giocatori. “ Abbiamo vinto una gara che non
era facile bisogna continuare a migliorare e subire
meno reti in difesa sono comunque soddisfatto del
nostro attacco che segna tantissimo e secondo me
abbiamo confermato dei progressi che ci consentiranno di raggiungere l'obbiettivo play off”. Enrico Etna
per la sfida di OGGI A Gerace sembra intenzionato a
schierare ancora il tridente con qualche novità difensiva .
NICODEMO BARILLARO
DOMENICA 03 FEBBRAIO
2013
LA RIVIERA
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DOMENICA
03 FEBBRAIO 2013
LA RIVIERA
26
BIBLIOTECA MERIDIONALISTA
Le clientele
Nel settentrione e nel centro della penisola non difettano consorterie politicanti ed affaristi,
e sette faccendiere. Così come nel Mezzogiorno. La clientela è la naturale transizione
dagl’infimi legami della camorra e della mafia a quelli nobilissimi del partito politico…
PASQUALE TURIELLO*
[La] storia delle clientele politicanti in Italia, dal 186o ad oggi, è
importante, non tanto per sé,
quanto perché il loro svolgimento
misura il difetto nazionale d’organismi vivi nel nuovo Stato, nei quali
l’individuo italico s’appaghi e di cui
si assicuri. A questo modo i parassiti, le infermità costituzionali de’
corpi umani crescono o scemano in
senso inverso del vigore dell’organismo nativo, ovvero rinnovellato
per effetto dell’igiene. Or qui l’organismo, non degli individui, ma
dello Stato, e le convivenze di quelli, appena dopo il nuovo svolgersi
della vita nazionale, sembrarono e
sembrano rosi dalle clientele. Il
fatto è che le instituzioni e gli organi dello Stato in Italia sono tanto
più tenuti ancora in credito oggi,
quanto più sono presunti di conservare qualche indipendenza sufficiente e benefica dalle clientele
locali. A queste i cittadini visibilmente s’affidano più per necessità
che per libera elezione […]
Nel settentrione e nel centro della
penisola non difettano punto,
come è noto, consorterie (per solito meno ideali ed eroiche della
napoletana) , politicanti ed affaristi, e sette faccendiere; ma vi sono
meno romorosi, sebbene il male
ormai sia diffuso dovunque e risentito. Il senso del limite ha qualche
maggior forza ancora colà; e, come
ciascuno sa meno saltar fuori dal
proprio posto, e gli altri meno consentono a lui d’uscirne, così accade
che i politicanti e gli affaristi vi si
contentano più di rimanersi strumento opportuno degli uomini
politici, intendono più ad avere
autorità e credito che a governare
essi. Anche perché, essendo minore la folla disposta ad accodarsi a
loro, non è condizione per essi agevole quella di patroni di protettori,
per andare innanzi fin dove vogliono andare. Quella consorteria de’
toscani a cui fu affibbiato il nomignolo di Lucumoni , e che agevolò
la mutazione del 18 marzo 1876,
forse sperando di salvare dal fallimento Firenze, e di conservare
alcune influenze in alcune amministrazioni, forse più che di salvare la
tradizione liberista toscana, aiutò
certo un grande fatto politico, ma
non giovò a farli salire più in su, né
fece diventar ministro alcuno dei
membri di essa.
Invece nel Mezzogiorno v’ha
abbondanza di plebe che vota,
rispetto al ceto colto ed educato, e
quasi non vi ha politica ambizione
in quel ceto a cui spetterebbe di
indi-rizzare l’opinione pubblica,
possidenti e nobili. Quindi costoro
son quasi superbi di tenersi da
parte, e spesso contenti della critica
e del disprezzo verso gli uomini
politici, buoni e cattivi, del proprio
paese. Però i capi delle clientele
non vi si contentano di seguitare o
creare altrui, ma vogliono quivi e
possono diventar essi deputati e
Le clientele, somiglianti
a’ vermi e alle muffe,
sminuzzano e
putrefanno i partiti che
si fanno rodere, anzi le
considerano cosa
propria
mi-nistri.
Dirò ora brevemente del carattere
delle clientele politicanti nelle province napoletane, della efficacia di
esse, e di alcuni errori che l’ignoranza della potenza loro genera nel
resto d’Italia riguardo alle condizioni del Napoletano.
La clientela, naturale transizione
dagl’infimi legami della camorra e
della mafia a quelli nobilissimi del
partito politico, è la forma naturale, nella quale riapparisce il periodo feudale, per quel che non è
esaurito delle condizioni e necessità sue, nelle convivenze italiane
meno progredite e più disciolte.
Dove la legge sola troncò i rami
della feudalità e del governo assoluto, e dove si riforma molto lentamente il costume, quivi […] rimane
un grande intervallo di anarchia tra
l’azione limitata dello Stato e quella prepotente degli individui; quel
campo che dovrebbe essere occupato da organismi cordiali, dalla
disciplina del costume e degli interessi. E quivi però comuni, province e collegi elettorali si conquistano
e si perdono spesso per virtù d’associazioni d’interessi e violenze,
che son segno della subordinazione brutale de’ molti a’ pochi, de’
clienti a’ patroni. In quel campo
stesso, più giù, dove è plebe pura,
non elettori né eleggibili, prevalgono più rozzamente il camorrista in
città ed il brigante in campagna. Il
vecchio organismo è sciolto, il
nuovo non ha vita nel costume, e
l’ha insufficiente nella legge. E
però unico legame sopportato, più
che voluto, sarà quivi quel che detterà la forza. Indi moltiplicano
organismi inferiori, somiglianti a’
vermi ed alle muffe, che tengono il
campo tra la vitalità degli organismi superiori mancati, e quella de’
nuovi non nati ancora.
Le clientele, somiglianti a’ vermi ed
alle muffe , sminuzzano e putrefanno i partiti che si fanno rodere, anzi
le considerano cosa propria
Ma, come la furberia e la prepotenza dividono e screditano, a
lungo andare, gl’individui ne’ quali
prevalgono, così fan le clientele,
fatalmente, e, si può dire, fortunatamente. Esse sminuzzano e
putrefanno i partiti che se fanno
rodere, anzi le considerano cosa
propria. Il furbo, il prepotente,
l’affiliato, come patrono o come
cliente, ad una combriccola, in
fondo non guarda che a sé; non è
liberale, perché non è disposto a
rispettare le opinioni e gl’interessi
degli estranei alla clientela. Quindi
non è disposto a durevole disciplina. Così si può prevedere che, se il
paese vincerà la lenta e progressiva corruzione che gli è impressa
dal prevalere le clientele nei nostri
partiti, il maggior crollo l’avrà il
partito di Sinistra, e massime la
sinistra napoletana: posto che i
partiti presenti possano fino quel
tempo durare in vita co’ loro nomi
ed aspetti.
Non è, ripeto, che nella Sinistra
napoletana mancassero e manchi-
Se il paese vincerà la
lenta corruzione che gli
è impressa dal prevalere
le clientele nei nostri
partiti, il maggior crollo
l’avrà il partito di
Sinistra.
no uomini indipendenti dalle clientele, e loro nemici, come neppure è
vero che le clientele in qualche provincia napoletana non avessero
avuto a capo qual che uomo minore di Destra, prima del 1876. Ma il
fatto stesso che le clientele aderirono man mano tutte alla Sinistra: e
che questa, prima e dopo il suo
trionfo, non seppe vivere nel
Napoletano che in gran parte con
esse, per esse a pro di esse, dimostra che que’ casi erano e durano
t’eccezione nella regione che raccoglie le forze maggiori di quel partito. La Sinistra vi prevale però
molto meno politicamente, come
partito, che come la bandiera più
propizia al prosperare delle clientele.
Fra i patroni delle clientele napoletane nella città, e nelle province, si
riscontra per solito una differenza
simile a quella che abbiamo notata
dianzi tra i caratteri degli individui
napoletani in que’ due ambienti
diversi. Il pa-trono della clientela
politicante cittadina è più franco,
più goffo, più geniale talora, men
previdente. È desideroso di far
colpo sul volgo, ma non è insensibile al trovare qualche sopportazione
nella gente onesta, che egli si desidera, in fondo dell’animo suo, pietosa, se non complice. Più chiuso,
più furbo, più ardito, il maneggione de’ col¬legi politici e delle
amministrazioni locali delle province, meno curante della popolarità tra’ non elettori; più facile però
a precipitare per un mutamento
della base elettorale presente.
[da P. TURIELLO, Governo e
governati in Italia, cit., Parte II,
Capitolo terzo, XVI, pp. 244-259].
DOMENICA
PASQUALE TURIELLO
(Napoli 13 gennaio 1836- Ivi
12 gennaio 1802), avvocato
senza passione per solo un
anno, professore per tutta la
vita, da Napoli non volle andar
via e rifiutò la cattedra di
pedagogia presso l’Università
di Bologna, offertagli, nel
1901, dal Ministro della
Pubblica Istruzione,
Ferdinando Martini. Il nome
di Pasquale Turiello risuona
alto e tempestosamente non
canonico nel campo del meridionalismo per Governo e
Governati in Italia (1882) e Il
secolo XIX. Studio politico
sociale (1902).Sono le opere
nelle quali il grande pensatore
napoletano tiene a battesimo,
il meridionalismo colonialista ,
che lega la soluzione della questione meridionale. intesa
come questione contadina, ad
una energica politica di conquiste coloniali, e individua nel
parlamentarismo, luogo di
transito al trasformismo e alle
clientele, la piaga morale e
mortale della classe dirigente
italiana e meridionale.
03 FEBBRAIO 2013
LA RIVIERA
27
Parlando
di...
Il Renda di
Polistena
su RaiUno
Gli studenti dell’Istituto Professionale Settore Servizi per
l’Enogastronomia e l'Ospitalità Alberghiera “G. Renda” di
Polistena, parteciperanno il prossimo 1 febbraio al noto programma televisivo “La prova del cuoco” di Rai uno.
Alla trasmissione condotta da Antonella Clerici, in diretta
dalle ore 12 alle 13.30, saranno presenti 50 ragazzi, in rappresentanza di tutte le classi della scuola, accompagnati dal dirigente scolastico Pasqualina Maria Zaccheria e dai docenti
Roberto Oliveto, Carmelo Sansalone e Roberto
Montagnese.
CULTURA E SOCIETÀ
Ancora una scusa per
restare. Katia Colica
ANTONIO CALABRÒ
b
Li ero di Chiara Trifilò
I libri non hanno limiti
Ci avete mai fatto caso? Le parole libro e libero sono
differenti solo per una piccola e. Vocale che rappresenta la congiunzione, l’unione, la conseguenza. Sarà un
caso?
Amante delle connessioni più improbabili e inguaribile romantica, mi piace dare un senso a questa “coincidenza”: in fondo, la funzione suprema della lettura è
racchiusa nel concetto di liberazione. Non trovate?
Ho sempre sostenuto che chi legge è un uomo libero.
È libero perché può scegliere di respirare qualsiasi
epoca storica, immedesimarsi in una gabbianella come
in un imperatore, riflettere con un monaco buddista o
con un pastore.
È libero perché un libro non ha limiti e non
è di nessuno: non ci sarà un giovane
Holden uguale all’altro, mente e fantasia
del lettore esplorano personaggi e luoghi
attraverso i propri filtri.
Chi legge è libero di chiudere un libro
prima di averlo finito e rileggere un
romanzo della propria adolescenza a
distanza di anni, scoprendolo termometro del proprio cambiamento interiore.
Ma soprattutto chi legge è libero perché i libri sono le finestre della nostra
anima: aria, luce e conoscenza.
Insaziabile divoratrice della parola
scritta, di certo i libri hanno determinato in modo definitivo le forme del mio
progresso interiore. A partire dalle
fiabe che leggeva mia madre per farmi
addormentare, ho costruito, libro
dopo libro, il mio personale
punto di vista sul mondo e
sperimentato molteplici chiavi di lettura della realtà.
Questa rubrica sarà un luogo
dove condividere alcuni segreti
e riflessioni. L’intento è entrare
in punta di piedi in un’ipotetica
classifica dei libri che più
hanno determinato il flusso
della mia coscienza e che
hanno contribuito a definire
le categorie con le quali osservo il mondo, me stessa, la
società, la politica.
Nella speranza che vogliate
condividere con me questa
vertigine, vi invito ad accompagnarmi
nell’impresa:
abbandonata la terra ferma
delle nostre certezze, “interrogheremo” alcuni autori,
tentando un dialogo fra
letteratura e attualità,
romanzo e società,
paradossi e politica.
Dite che ce la faremo?
A presto, allora, e
Buona lettura!
eggio bella e gentile, stanca e
provata, ad un certo punto le
ha detto: puoi pensarci tu ? E
lei non si è tirata indietro. Lo ha
fatto, ci ha pensato, con quel senso
del dovere che solo i poeti e i missionari sanno di possedere come
un’arma pacifica, si è ferita, sporcata, ha sofferto, ha pagato e, alla
fine, c’è riuscita, e la voce bella e
gentile di questa amara città si è
levata chiara sul silenzio cupo che ci
o p p r i m e .
Speleologa
della
notte.
Esploratrice
della
miseria.
Indagatrice della follia. E per ogni
orrore, un canto. Per ogni violenza,
una carezza. Per ogni spina un
fiore. Ma è solo il suo modo d’intendere le cose. Katia Colica non
delega. Non è un ufficiale che si
rifugia dietro le linee. Sta in prima
fila, con il cuore messo a nudo. E
non indietreggia. Avanza, con quella andatura caracollante degli innamorati. Innamorata di Reggio.
Barcolla,
ma
non
molla.
Si fa aiutare dalla musica, sua fedele alleata. Porta un carico di poesia.
Springsteen e i Cure e Bertoli e
Lennon regalano cornici ai suoi
quadri. Dipinge nature vive. Vite
terzomondiste e autentiche nascoste dietro scenari di cartapesta.
R
Katia Colica non
delega. Non è ufficiale
che si rifugia dietro le
linee. Sta in prima fila,
con il cuore messo a
nudo. E non
indietreggia.Avanza.
Innamorata di Reggio
Porta sul palco l’oscenità della
miseria. La crudeltà della carne.
Porta sul palco quello che non
vogliamo sapere. Katia Colica svela
i concetti occulti di politica erotica.
Attacca con spille di sangue coagulato i suoi appunti e li rende capitoli, spiega con dati e cifre di studi
sociali le parole disperate.
Il suo è un viaggio nel cuore della
notte. La notte non termina mai,
nel libro. Una notte incessante,
logorata e logorante. Ci sembra
così lontana, eppure è qui. Ci sfiora
e ai nostri occhi indaffarati in lucide
follie del terzo millennio è invisibile. Non è carità con il pelo. Si tratta
piuttosto di empatia dolente.
Quella che provoca ferite condite
col sale. Quella che non leva lo
sguardo. Bruciarsi le ciglia dall’orrore.
Ascoltare.
Katia Colica non imbandisce un
pranzo di gala. Non si compiace e
non vuole compiacere, anzi è ostica, dura e cattiva. Non cerca sorrisi
o lacrime a buon prezzo. Non da
lezioni di morale. Non divide i
buoni dai cattivi, ma sostiene che se
c’è qualcosa di malvagio questo
qualcosa è di tutti. Ma se ne sta in
prima fila, con quegli occhi che
sembrano ciliegie e il cuore sanguinante in mano come arma. Ascolta,
e racconta. Da voce a chi voce non
ne ha mai avuta e mai più ne avrà.
Queste comparse del dolore elevate a ruolo di primi attori. Dal particolare all’universale, recitano i libri
di teoria estetica.
Alla fine, dopo questo viaggio
all’Inferno, la città parla attraverso
lei. Come una Pizia, cede la sua
voce alla nostra bella e gentile
Reggio. Stanca e provata. E ci sembra di udirla, questa voce soffice e
calda. Che ci invita ad amarla. Solo
questo. Amore autentico come
quello dei poeti. Conoscetemi, ed
amatemi. Avrete un motivo in più
per restare. Leggete questo libro,
reggini
capaci
d’amore.
Consoliderà il vostro sentimento.
“Perché se siamo qui ancora allora
vuol dire che, in fondo, anche se
non ce lo diciamo, anche se vorremmo una città diversa, anche se
vediamo troppi limiti, ecco: vuol
dire che ci crediamo. Che ancora ci
crediamo in questa città.”
Gli alunni di Mirto
ricordano la Shoah
Sant’Antonio Abate
È stato celebrato Sant'Antonio
Abate, chiamato “Sant’Antuono”
nell'Italia meridionale, con la tradizionale benedizione degli animali.
Sant’Antoni (Qumans, 251 circa –
deserto della Tebaide, 17 gennaio
357), fu un eremita egiziano, consi-
derato il fondatore del monachesimo cristiano e il primo degli abati.
A lui si deve la costituzione in
forma permanente di famiglie di
monaci che sotto la guida di un
padre spirituale. Nella foto il santo
in un dipinto di Mattia Preti.
Nella scuola primaria di Mirto
venerdì 25 e sabato 26 Gennaio si
è celebrata la Commemorazione
della Giornata della Memoria.
La classe prima e seconda si sono
riunite per condividere un'attività
di lettura sulla Shoàh. Con grande
interesse i bambini hanno ascoltato la storia di Otto un orsacchiotto
di pezza, compagno di gioco di due
bambini tedeschi. Alla lettura dell'insegante è seguita una conversazione e come momento conclusivo
i bambini, con tanto di pennarelli,
hanno trasformato un filo spinato,
simbolo di prigionia e di sofferenza, in una cornice colorata, scintillante e piena di amore che conteneva parole “che ci fanno sentire
bene” come: pace, amore, amicizia, mamma e papà.
È stato un bel momento per condividere un’attività su un argomento
delicato al quale gli alunni si sono
interessati attivamente.
Le classi III, IV e V, invece, hanno
letto “L'albero di Anne” . La storia
è molto semplice, e proprio nella
semplicità sta la sua forza. Nel cortile del giardino al numero 263 di
DOMENICA
Prisengracht, c'è un grosso ippocastano, vecchio di un secolo, un
albero maestoso sotto la cui corteccia convivono migliaia di ricordi. Tra i tanti ricordi, però, solo uno
è talmente bruciante da restare
indelebile e vivo, dopo quasi 65
anni. È il ricordo di una ragazzina
olandese, una ragazzina che si
chiamava Anna Frank.
Alla lettura è seguita un’ampia
discussione e sono emersi dei pensieri veramente toccanti e molto
profondi. Tutti sono stati concordi
nel condannare la deportazione ed
essere solidali con coloro che
hanno sofferto. Infine con la speranza che la memoria di ciò che è
stato, sia utile a ciò che saremo
ogni alunno ha scritto il proprio
pensiero sulla sagoma di una foglia
di ippocastano per far rivivere l'albero testimone silenzioso di una
storia consumata nel “silenzio”.
Sabato 26 gennaio gli alunni riuniti nell'androne della scuola hanno
assistito alla visione del film “La
vita è bella” di Benigni e al termine del film è stato osservato un
minuto di silenzio.
03 FEBBRAIO 2013
LA RIVIERA
28
Lo sapevate che...
la Riviera
* una volta, gli sposi, cioè "i zziti
frischi", dovevano aspettare
otto giorni prima di uscire di
casa?
* una volta c'era anche il matrimonio clandestino per due giovani che non volevano, o non potevano, contrarre matrimonio? Potevano anche convivere, si "cogghjèvunu", come si diceva allora, celebrando un rito ancestrale intorno ad un albero situato nella piazza principale del paese intorno al
quale gli sposi, dopo aver compiuto tre giri, dicevano vicendevolmente: " Arburu me' hjurutu / je'
sugnu 'u zzitu / e tu la zzita", ( Lombardi Satriani "Concetto di matrimonio Clandestino per il popolo calabrese"; Il Progresso; 1928; pp. 24).
Polistena: Il teatro stabile
foto NOTIZIE
Filumena Marturano: un successo!
MARIA BOETI
a voce che repentinamente
cambia riuscendo a dare il
tono appropriato a tutte le
scene.
Questa la prima frase che d’acchito ci viene da esprimere stilando
una critica sulla recitazione di
Filumena Marturano, interpretata magistralmente da Marilena
Luccisano sabato scorso in una
seconda rappresentazione a gentile richiesta del pubblico bramoso di rivedere il capolavoro di
Eduardo De Filippo. Va evidenziato un pizzico d’ imperfezione
nella primissima parte, infatti,
troppo truccata e ben pettinata,
non rappresentava, esteticamente, a pieno la napoletana dismessa che Filumena era subito dopo
alzata dal letto di morte (presunta). È parso di cogliere che i truccatori e i parrucchieri non abbiano curato l’ aspetto consumato di
cui in quel momento la protagonista doveva essere avvolta, infatti strideva con la vestaglia e lo
scialle. Per il resto la Luccisano
non ha nulla da invidiare ad attrici consumate, non la si può rilega-
L
BRADIMANTE
E, pensare che qualcuno lo nega,
quell’eccidio continuo e mostruoso,
della Seconda guerra mondiale che
portò a eliminare, con precisione
chirurgica, e senza esitazione alcuna, 6 milioni di ebrei, in tutta
l’Europa. Ad analizzarlo in tempi di
pace, quello sterminio crudele di
esseri umani innocenti e inermi,
avvenuto a opera del nazismo nella
Seconda guerra mondiale si rimane
colpiti nell’anima, tramortiti da ciò
che avvenne nel mondo a scapito
degli ebrei. Poiché il Cristianesimo è
nato dall’ebraismo, dal suo annuncio, dalla promessa nell’Antico
Testamento della venuta del
Messia, che gli ebrei non hanno
riconosciuto. Questa la loro colpa.
Ma non fu per questo che furono
decimati, fu ché in quegli anni
l’Europa fu come pervasa da un
vento malefico, di distruzione che
colpì molte nazioni. A meno di 40
anni dalla Prima grande terribile
guerra mondiale, che lasciò sul
campo vittime e macerie e un’Italia
da ricostruire, ne scoppiò un’altra
ancora più terribile, che la
Madonna a Fatima aveva predetto
alla veggente Lucia di Fatima. E,
questa guerra portò pure morte e
violenza, come tutte le guerre,
re a semplice interprete di cultura
popolare per hobby, in lei c’è
della passione, del talento e questo, siamo convinti, lo si denoterebbe anche se recitasse delle storie strampalate. Sabato sera, al
teatro dell’ Auditorio Comunale
di Polistena c’era in lei lo spirito e
la volontà di trasmettere sentitamente e con stile, al pubblico, sia
la vicenda drammatica quanto
l’eroismo di Filumena. Questa
donna che oggi non avrebbe più
senso di esistere. È sicuramente
uno dei più grandi capolavori teatrali italiani ma certamente superato, dal punto di vista di modello
imitativo, in quanto, una donna
moderna che volesse rifarsi alle
gesta della protagonista cadrebbe
nel ridicolo, basterebbe un tampone di saliva per accertarsi sulla
paternità. Dunque, Domenico
Soriano non si lacererebbe le
budella più di tanto, non cadrebbe preda dell’ ira, nulla varrebbe
tormentarlo. Invece, per l’epoca
in cui Filumena vive, è strepitosa
nella sua trovata. È bravissima ad
inculcargli il seme del dubbio.
Lei, prima serva poi concubina.
che rimane impigliata in una fac-
cenda sentimentale sfortunata, a
parte che non sapeva neppure
scrivere, è eccezionale nel “avvelenare” il cervello di don Mimì.
Ha una visione chiara della situazione in cui si trova e così dopo
averlo servito moltissimi anni,
decide di riprendersi le rivincite.
Deride don Mìmì imprenditore e
play boy da strapazzo che avviandosi verso il tramonto continua a
“svolazzare” intorno ad una ventenne, facendo il filo ad una giovane che potrebbe essere sua
figlia, illudendosi anche di sposarla. Questa figura maschile interpretata da Gigi Gargano, tra l’altro anche regista, al quale va un
voto davvero alto per la grande
plasticità del viso. La faccia cangiante, cedevole e rigida a secondo degli stati d’animo che le
scene richiedevano, fa di lui certamente un grande attore.
Ai ragazzi e ai bambini del cast va
il voto del 10 pieno con il tributo
di un plauso scrosciante. La luce
che emanava dal loro viso era più
luminosa di quella della scenografia. Quanto siano stati bravi a
dare un’ immagine paradossale
dell’aspetto e della personalità
del loro patrigno, della loro
madre e della situazione che si
era venuta a creata in casa, non
c’è penna che possa descriverli.
Un’ammirazione ai genitori di
questi adolescenti che li sorreggono avviandoli all’arte teatrale
contro forme di pigrizia e/o malvagità di cui la società moderna
mostra il volto quotidianamente.
Non possiamo esimerci dallo sti-
lare un nota su Cosimo Rao, che
pur interpretando un protagonista di secondo piano (Alfredo), è
dotato di capacità espressiva
innata e di un talento impressionante da trasmettere e suscitare
positività con la sola presenza.
Da registrare l’introduzione della
presentatrice Lucia Raso affiancata dal Presidente Antonio
Tropepe che nel formulare i saluti di cortesia e - come avviene
sovente sono stati fatti gli elogi a
personaggi del mondo della
sanità e della politica… - prima
dell’alzata del sipario ha diffuso
quello che è il secondo strato
della Commedia: Filumena raffigura la Nazione e i figli le varie
categorie sociali di quella che era
l’ Italia del dopoguerra. Altresì, la
prefazione sarebbe stata meglio
se fatta a braccio e non letta.
Per il resto complimenti a tutti gli
attori del Teatro Stabile di
Polistena con l’augurio che continuino ad allietarci con altre commedie, sia noi polistenesi che cittadini dei paesi viciniori, dei
quali, sia nella prima che nella
seconda serata, la presenza è
stata massiccia.
“La giornata della memoria,
per non dimenticare!”
opera delle forze del male, che mettono uomo contro uomo, nazioni
contro nazioni. Quando scoppia
una guerra significa che l’uomo
perde la ragione e diviene vittima di
calcoli egoistici! «Non c’è pace
senza
Giustizia!»,
ripeteva
Giovanni Paolo II ed è vero. E
aggiungeva: «e non c’è Giustizia
senza perdono», perché la nostra
Giustizia non sarà mai perfetta, e
ciò che manca alla Giustizia umana
lo può aggiungere il perdono. Ed è
quello che deve fare il popolo
ebreo, vittima di una persecuzione
orribile, inumana, ingiusta. Poiché il
sonno della ragione genera mostri.
Ed è ciò che è successo nel 1936,
con le leggi razziali, alle quali aderì
purtroppo anche Mussolini a scapito di ebrei, zingari, omosessuali, e a
persone con handicap. Si creò il
mito dell’eugenetica, della razza
ariana, della razza perfetta, e pensare che fu promotore Hitler, che era
di origine ebrea per parte materna.
Ma credo che fu una sorta d’invidia
economica e sociale contro gli ebrei,
che detenevano posti chiave, erano
colti, scienziati, artisti, professori,
medici, pianisti, a suscitare la rabbia
sociale. Erano, sì, colti ma deboli
nello stesso tempo, poiché non
avendo una Patria, erano sparpagliati in tutto il mondo, senza Patria,
in esilio biblico perenne, in diaspora
antica e quindi colpibili. Tra tutti gli
ebrei geniali e illustri voglio ricordare Einstein, scienziato, Marx, Freud,
Natalia Ginzburg, scrittrice, ma ve
sono molti altri. E, tra i deportati
ricordo Primo Levi, scrittore, scienziato e pittore, e Anna Frank, ed
Elisa Springer, che conobbi personalmente, un paio d’anni fa, in una
sua visita testimonianza nella
Locride, nell’ambito della quale
incontrò le nostre scolaresche, per
far vedere dei filmati sui lager di
Auschwitz, e il numero che portava
marchiato sul braccio sinistro, come
una bestia, marchiata a fuoco per
sempre, come neanche le bestie
fanno, ma gli esseri umani a volte sì.
Elisa scrisse due libri, “Il silenzio dei
vivi”, sulla sua deportazione ad
Auschwitz prima, e a Buchenwald
poi, da dove riuscì a scappare.
Questi due vol. sono uno il seguito
dell’altro, e sono due testimonianze
schioccanti proprio come ogni testimonianza vissuta e narrata dai
deportati. Elisa viveva nel terrore
che le persecuzioni potessero ritornare a scapito del popolo ebreo. Era
una donna bella, colta, elegante e
con quel marchio nel cuore, nell’anima e sul braccio, che non riusciva
a dimenticare. Come poteva dimenticare? Come biasimarla? Ritornò
ad Auschwitz, luogo degli orrori,
accompagnata dal figlio medico.
Aveva sposato un pugliese, e per
non dimenticare testimoniava la sua
esperienza terribile di donna deportata. Molti i film su questa terribile
esperienza, tra i tanti: “Perlasca”, un
italiano buono e geniale che salvò
migliaia di vite umane, “Scindler’s
list”, “Il pianista”, “La vita è bella”
di e con Benigni, che vinse l’Oscar.
Tra i libri ve ne sono tantissimi: il più
famoso “Il diario di Anna Frank”,
quelli di Elisa Springer, che fu ad
Auschwitz internata con la Frank, e
“Se questo è un uomo” di Levi,
“L’ultimo sopravvissuto”, “Il bambino ritrovato”, “Il bambino con il
pigiama a righe”, ecc. Chiudo, con
le parole di A. Einstein che quando
gli chiesero di scrivere, in tempi di
persecuzione razziale, a quale razza
appartenesse, scrisse: «…alla razza
umana», e solo chi non la pensa così
è… veramente disumano!
DOMENICA
Eleonora Scopelliti, la ballerina più
bella della tv italiana è calabrese
Il nostro editore vedendo questa
foto ha commentato: «è una
statua». La bellezza di questa
ballerina è oggettiva. Tanto che sul
suo profilo di facebook alcuni
ammiratori gay le dichiarano il loro
amore, nonostante le loro
preferenze. Eleonora Scopelliti è
una delle ballerine professioniste
del programma Amici. Ha un
curriculum di tutto rispetto. tra
l’atro ha anche fatto parte anche del
cast dell’hollywoodiano “Nine” di
Rob Marshall. Ed è originaria della
Calabria. Ha una nonna che viveva
nella nostra terra e anche una zia
che ancora vi abita.
La Marina di Briatico icona di
Trony e di Sony
Giuseppe Conocchiella cercava nelle
pagine web di Trony le ultime novità
elettroniche. Trova il nuovissimo tablet
della Sony, il modello Xperia Z, che,
ancora in vendita solo in Giappone, sarà
il tablet più sottile al mondo. E vede che
nello schermo del tablet targato Sony c’è
una bellissima immagine della Marina di
Briatico con tanto di torre di
avvistamento “Rocchetta”, mare
azzurrissimo e una barca briaticota in
primo piano. Lo stupore di Giuseppe per
la scoperta diventa oggi un punto di
orgoglio per tutti i cittadini di Briatico, per
i tanti pescatori che si ritrovano come
luogo di partenza e di approdo, uno dei
paesaggi più belli al mondo.
03 FEBBRAIO 2013
LA RIVIERA
29
Parlando
di...
Il più amato dai sidernesi
Super Ciccio
O “voi” o non “voi”
Ad Anagni i vertici della
chiesa calabrese, il Vescovo
Vittorio Luigi Mondello e
Don Pino Strangio
Antony
Voice
bloccato
in ascensore
ha fatto la
fine del
sorcio in
trappola
2 cuori e una pensilina!!!
In una notte magica
Il Ravel abbraccia il
Ricaroka come ai vecchi
tempi
Ex nemici hanno fatto pace
Messaggi nel
tempo
di Daniela Ferraro
Dite che siamo 50.000 La Candelora
I Briganti hanno voluto ringraziare così i loro fan per il raggiungimento di 50.000 iscritti al
loro gruppo. «Briganti nasce il
15 febbraio del 2010 e tra non
molto compirà tre anni. Non
potevamo ricevere, per il compleanno della pagina, regalo più
gradito da tutti voi del raggiungimento dei 50.000 iscritti! In
principio, non avremmo mai
immaginato di poter conseguire
questi risultati: 50.000 iscritti?
Un miraggio! Poi, abbiamo visto
il vostro numero aumentare
sempre più in un rapporto di
arricchimento e di crescita reciproci, per noi preziosissimo.
Dopo l’ingiustificato blocco
della pagina, del mese scorso,
abbiamo temuto di aver perso
questo rapporto e di non poter
proseguire il cammino condiviso verso il riscatto della nostra
terra. Alla fine, la pagina ci è
stata “restituita” e come capita-
to tutte le altre volte in cui
abbiamo incontrato delle difficoltà – e vi assicuriamo che è
accaduto in questi tre anni –
superarle ci ha resi più forti e
determinati di prima, anche grazie al vostro sostegno ed aiuto.
La strada da percorrere è anco-
ra lunga, certo, ma la distanza
non ci spaventa, perché la percorreremo assieme a tutti voi.
Grazie
Guagliu’.
Grazie
Picciòtti. Grazie Uagliù. Grazie
Vagnoni. Grazie Figjioli.
Grazie Briganti».
“Per la santa Candelora, o se nevica o se plora, dell’inverno siamo fora”. Così recita un antico proverbio popolare facente riferimento alla festa cattolica del 2 febbraio nel corso della quale si benedicono le candele prima della processione in occasione
del passaggio, anche simbolico, dallíinverno alla
primavera, dal freddo buio del primo al risveglio di
luce e di calore della seconda. La festa si riconnette, senz’altro, a più antichi riti pagani, dal celtico
Il vertice di A
Occhio Tonino
il nemico ti spia
Tra le tante produzioni biologiche dell' azienda
agricola "Casale
li Monaci" di
Anthony Reale
ho trovato questo enorme
cavolfiore che
sembra un bouquet floreale..
Imbolc che celebrava l’arrivo della primavera,
foriera di luce, ai romani Lupercalia (in onore del
dio Fauno) nel corso dei quali ìsi accendevano
tutte le lampade in luce grandissimaî e ci si purificava prima dell’avvento del nuovo anno o, ancora, ai romani Februaria dedicati alla dea Februa
(Giunone) che compiva sacre abluzioni su se stessa e sul mondo, sua emanazione. È evidente, in
quest’ultimo caso, il rapporto con la “purificazione di Maria” avvenuta nel tempio allo scadere dei
40 giorni dopo il parto, periodo in cui, secondo la
tradizione ebraica, una donna rimaneva impura.
Nelle credenze popolari questa ricorrenza rivestiva
anche una particolare valenza di carattere magico:
rappresentava, infatti, il giorno utile per trarre
auspici per il futuro, per guarire da malattie e sedare pestilenze, per predire l’esito dei raccolti, per
accertare e togliere il malocchio. In quest’ultimo
caso, si immergevano tre capelli dellíinteressato in
una bacinella piena díacqua in cui si versavano tre
gocce di olio prima intinte nel dito della persona.
Se le gocce rimanevano intere e al centro della
bacinella, il soggetto non era affetto da malocchio,
si in caso contrario e si poteva procedere ad estirparlo.Comunque sia, rimane sempre fervido l’auspicio di una “purificazione” personale e di massa
come pure la speranza di un prossimo e conclamato passaggio dal buio dellíincertezza e della sfiducia imperante alla luce di una nuova palingenesi sia
sociale che politica. Possano i “lumi” ben rischiararci il cammino in vista delle imminenti elezioni
per condurre a dovere le tanto agognate “pulizie
primaverili” di casa nostra, l’Italia!
DOMENICA
03 FEBBARIO 2013
LA RIVIERA
30
la Riviera
Lo chiamavano Zorro
Recita di Natale 2012
Scuola M.Bello, Classe II A
Ins. Itala Lombardo,
Giselda Graneri e M.
Angela Musuruca
Amarcord
Quando Nicola e Pasquale festeggiavano la promozione del Siderno
Assoindustria
“Aspromontani “
in Marina
Franco Neri e
Dario La Rosa
Un trenino
pieno di auguri
per il battesimo
e il primo
compleanno di
Nicole.
Due grandi Calabresi
Splendidi
Auguri
Al nostro piccolo grande
uomo Matteo.
Papà Carmelo e mamma
Antonella
Con immenso
affetto Pietro e
Giada
Vincenzo Panetta, Paolo Turrà
e il dott. Polito durante una
pausa dalle riprese del film
“Vite Vendute”
SIDERNO: PUBBLICATI E RIPARATI
Su “la Riviera” del
27 gennaio abbiamo
segnalato la presenza
di monconi di ferro
del vecchio pontile
venuti alla luce con la
bassa marea.
La prossima settimana
un gruppo di
sommozzatori
interverrà. Si
immergeranno per
ripulire il fondale dai
resti del pontile di
Siderno. Bagnanti
salvati! Parola di
Rotondi. Vedremo.
DOMENICA 03 FEBBRAIO
2013
LA RIVIERA
31