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Il 21 gennaio i dirigenti reggini dei comunisti italiani hanno celebrato il 92° anniversario della
nascita del PCI. Non c'erano né Ingroia, che ha
epurato i comunisti calabresi, né Diliberto, che
vuole riportare in Parlamento i comunisti nelle
sole persone di Soffritti, Giacché, Licandro, scambiandoli per Antonio Gramsci, Palmiro Togliatti,
Che Guevara. È la prima volta che gli assassini
non partecipano ai funerali dei loro assassinati.
ILARIO AMMENDOLIA
omini “d’onore” e di ’ndrangheta,
U
se fossi stato nelle condizioni, vi
avrei chiesto pubblicamente il voto. Un
voto di scambio con chi, come me, non
avrebbe avuto niente da darvi se non
l’impegno di battersi con tutte le proprie
forze per una società senza ’ndrangheta
e senza mafie, composta da uomini liberi e uguali. Sarebbe stato morale chiedervi il voto? Sarebbe stato politicamente
corretto chiedervi un appoggio elettorale? Nei modi come comunemente avviene lo considero decisamente immorale e
scorretto.
Ci sono coloro che vi chiedono il voto e
poi per viltà si nascondono. Promettono,
concordano, poi hanno paura e si trasformano in ipocriti fustigatori dei vostri
costumi. Contemporaneamente esiste la
folta schiera di coloro che dovrebbero
baciare la terra per la vostra presenza.
Voi siete la loro fortuna e il loro lasciapassare. Per voi ottengono posti in lista,
scorte, privilegi, potere, fama in nome di
una loro presunta, quanto bugiarda,
lotta contro di voi. A volte per il cognome che portano e che sventolano come
bandiera dell’antimafia.
DOMENICA
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LA RIVIERA
02
Parlando
di...
SPAZZATURA: STRATEGIE AGLI ANTIPODI
Dagli asini di Lucano
alle porcilaie di Scopelliti
ELEONORA ARAGONA
rrivando a Riace si ha la sensazione che manchi
qualcosa. E manca veramente qualcosa. Tutto è
lindo, tutto è pulito. Un gioiello. Riace è un’Arca e
Mimmo Lucano, il suo sindaco, Noè. Entrambi salvi dal
nuovo giudizio universale che sta sommergendo l’intera
provincia: la spazzatura.
Riace non è Locride. Per volontà del suo sindaco è rimasta
fuori anche dall’Associazione dei Comuni della
Locride. Lontana dalle porcilaie istituzionali e dai
suoi inquilini (i politici) che l’hanno ridotta in questo
stato, barattandola per qualche incarico o candidatura. Riace sa dire no a servi e padroni. A questo sindaco non interessa né personalmente né per i suoi
intimi, un posto in qualche comunità montana, uno
stipendio al Parco d’Aspromonte, un progetto nel
Consorzio Locride Ambiente, una fetta societaria del
porto di Roccella, un albergo dal contratto di
Programma Riviera dei Gelsomini, un tratto di pista
ciclabile. Lui sa pedalare in agilità da solo, libero e
illuminato, lungo strade di concretezza. E dice di
no.
Anche a sua maestà Giuseppe Scopelliti. Riace non
vuole i soldi del Governatore. Mimmo Lucano
cataloga uomini e donne a seconda delle idee che
seguono o discutono, e depenna tutti gli altri. E dalla
sua rubrica ha cancellato Scopelliti, se mai l'avesse
messo. Glielo ha mandato a dire attraverso i giornali
subito dopo che l’urna l’aveva consacrato a numero
uno della Calabria. «Giuseppe Scopelliti è un
destro… e io con certe tendenze non voglio avere a
che fare».
Nessun rapporto. Né con la Reggio dei boia chi
molla, né con quella con il braccio teso. Lui e
Peppino Lavorato (l’ex sindaco di Rosarno sono l’ultima sinistra, quela autentica, disperata. Diversi in
tutto dal Governatore, lontani, soprattutto culturalmente, da una città sommersa dai rifiuti, figlia di
un’emergenza che prima o poi sommergerà
anche i Bronzi di Riace: l’enorme debito che la
città capoluogo ha nei confronti del piccolo
paese sullo Jonio. Perle.
Lucano durante l'ultima ondata di rifiuti, nell’estate del 2011, si è convinto che andava trovata una soluzione al problema della spazzatura. E se il sistema dell'indif-
A
ferenziata si è rivelato il sistema delle emergenze, non
sostenibile, non ecologico e soprattutto non funzionante.
Allora questo modello, fatto di cassonetti stradali e discariche, per lui e per il suo comune non andava bene. Mimmo
Lucano quindi si è messo a studiare. E ha trovato l'illuminazione, per progettare e realizzare la raccolta differenziata
porta a porta nel suo comune, nella conoscenza e con la collaborazione di Salvatore Procopio, assessore al comune di
Botricello ma prima ancora laureato in fisica sanitaria con
indirizzo ambientale. Il sindaco ha indossato il berretto del
contabile e calcolatrice alla mano si è messo a fare i conti.
Ha studiato quale fosse il posto in cui portare i rifiuti per lo
smaltimento, come non sforare il budget dei tributi, quale
fosse il miglior sistema di raccolta. Ha ripercorso tutta la
filiera, è diventato quasi un esperto del settore. Riciclo,
compostaggio, piattaforme ecologiche sono diventati il suo
chiodo fisso. Ha fatto anche il conto dei viaggi e della benzina necessaria per portare i rifiuti al centro per il compostaggio di Palmi.
Da un mese e mezzo a Riace per le strade la mattina
incontrate asini che trainano carretti e Biagio e gli
operatori delle cooperative che raccolgono i rifiuti.
Passano per il centro storico del paese e casa per
casa raccolgono i sacchetti di vari colori forniti dal
comune. Si accorgono subito se qualcosa non va. E
a volte aprono anche le buste per controllare se
qualcuno ha mischiato carta e vetro o umido e plastica. Niente è casuale in questo progetto, sono
stati fatti costruire persino dei cassonetti di legno
per le abitazioni. Anche il cestino è stato trasformato
in un elemento di arredo urbano.
Un nuovo modello Riace, fatto su misura per i suoi 1.800
abitanti. Ma di base lo stesso sistema è applicato a
Parigi, Bruxelles e potrebbe benissimo funzionare
anche a Reggio e nei 42 comuni della Locride. Un
sistema che ancora una volta è vincente rispetto a quello centrale.
E tutto è stato realizzato senza finanziamenti regionali o commissari per l’emergenza ambientale. Anzi
facendo quadrare i conti comunali e creando anche
otto posti di lavoro. Un’utopia lontana per la Locride
e per Reggio. Per gli incapaci che incassano lo stipendio
il 27 di ogni mese, e ci lasciano puzze a pantani. Solo
Roccella tiene il passo, ma a differenza di Riace ha
avuto seicentomila euro di finanziamento pubblico.
Comunque lodevol, ma va marcata la piccola differenza.
DOMENICA
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LA RIVIERA
03
Parlando
di...
LA SETTIMANA
‘NDRANGHETA
LA COLONNA
INFAME
di Mimmo Gangemi
I turisti del brivido
vengono ancora
Dall’inizio degli anni ‘80 fino a metà dei ‘90,
dal Nord Italia arrivarono numerosi i turisti del
brivido. Erano i tempi dei sequestri di persona
- prima che il traffico della cocaina, molto più
che la Legge, li rendesse improduttivi se confrontati ai sacrifici e al rischio di troppa galera
che un’operazione simile comportava - e sapeva d'impavido percorrere d'inverno la Statale
112 tra Ionio e Tirreno, da Bagnara a
Bovalino, prima la verde fascia tirrenica e il
valico allo Zillastro con il Crocefisso sparato al
fianco dove si incatenò mamma Casella, quindi la discesa brulla fino al mare dei gelsomini.
Per quei valorosi significava accoppiare due
pericoli, uno rappresentato dagli indigeni,
certo immaginati con la coda e sospettati,
armati della clava d'ordinanza, dietro i tronchi
dei faggi, il secondo per il percorso dissestato,
eternamente in frana, flagellato da acqua o
neve, nebbia, con qualche vacca sacra sonnecchiante a bordo strada. Era un'avventura da
raccontare agli amici, nel salotto di casa sorbendo un grappino.
Una sera di burrasca, con il cielo impegnato a
castigare la terra con troppa cattiveria che
abbatteva tutta assieme - nebbia, acqua mista
a neve e freddo - mi toccò soccorrere due macchine targate quel Nord Italia che gli anni trascorsi da allora hanno trasformato in Padania:
c'erano otto prodi, in eroiche lacrime appena
davanti ai burroni del Passo della Rondinella.
Credevo fosse passato di moda. Invece, turisti
del brivido ne vengono ancora, spinti fin quaggiù dalle fantasie velenose che ci sputano
addosso i media. Li abbiamo rincontrati, io e
due amici. Ci siamo passati l'occhiata e il sorrisino sarcastico di un attimo, era la tentazione
di non impedire la loro avanzata verso un tragitto che il ventennio trascorso ha accidentato
mortalmente. Ma ragione e sentimento hanno
infine prevalso e fatto sì che li convincessimo a
desistere e restituirsi alla civiltà. Ci siamo
allontanati agitando frenetica la coda, orgogliosi e disinvolti.
La Sacra Locri Unita
ntrecci tra famiglie. Di
questo ha parlato il collaboratore di giustizia
Domenico
Oppedisano.
Delle amicizie tra le famiglie
di Locri, Siderno, Sant'Ilario
e Marina di Gioiosa. Di quali
fossero i rapporti tra
Cataldo, Cordì, Commisso
e D'Agostino prima e
dopo la pax mafiosa.
Delle ataviche contrapposizioni trasformatesi in unità. Gli
eventi in cui si capisce come siano cambiate sono i funerali
e i matrimoni. «Se
uno va a guardare gli
Aquino vanno dai
Cordì, i Cordì vanno
I
dagli Aquino». Nessuna
novità. Per gli affari sono più
produttive le passeggiate a
braccetto sul corso e le riunioni alla lavanderia Ape
Green di Siderno che i
morti
ammazzati.
Giuseppe Commisso, u
mastru, era il
collante
della sacra unità. Lui comandava e lo metteva in chiaro
ogni qualvolta gliene capitasse l'occasione. Si imponeva
sul giovane tenente del
clan Cordì, Antonio,
pur affidandogli
l'intermediazione con le ditte a
cui estorcere
contributi. Ma
precisando
«Lo stabiliamo
noi l'orario, lui
deve
venire
quando glielo
chiedo
io».
Questo quanto
emerge dalla sentenza Locri
Unita.
Un gioiosano diventa
segretario generale
Uil della Regione Lazio
Pierpaolo Bombardieri,
classe 1964, è il nuovo
segretario generale Uil di
Roma e del Lazio. Un
esperto in sicurezza sul
lavoro e prevenzione
degli infortuni, già segretario organizzativo del
sindacato. Bombardieri,
natio di Marina di
Gioiosa Ionica, sostituirà
Luigi Scardaone. Nel suo
primo discorso il gioiosano ha tracciato le linee
guida della Uil per i prossimi anni, in primo piano
la questione lavoro e l’attuazione di politiche attive per implementare l’occupazione nella regione.
Il segretario ha posto l’at-
tenzione, inoltre, sullo sviluppo della Green
Economy con un’accelerazione sulla raccolta differenziata e sviluppo delle
energie rinnovabili. Poi,
ha trattato la valorizzazione dei beni culturali e la
partecipazione attiva dei
cittadini ai processi decisionali delle pubbliche
amministrazioni.
DIFFERENZIATA A SIDERNO
GATTUSO E IL SION A CORIGLIANO
Un’estate (forse)
senza emergenze
Il campione e il vanaglorioso
’impianto ex Veolia, attrezzatissimo e
mai entrato in funzione, potrebbe essere usato per gestire la raccolta differenziata del progetto da un milione di euro che
vede Siderno come comune capofila. Sono
già stati presi contatti con la Regione ed
entro sei mesi si dovrebbero definire tutti gli
aspetti del piano. La speranza, ci fa sapere il
commissario Rotondi, sarebbe quella di partire con la raccolta differenziata subito prima
dell'estate. La contemporanea messa in funzione anche solo parziale del nuovo depuratore di Siderno fa sperare in un’estate balneabile. Ci auguriamo che le intenzioni si trasformino in azioni.
L
o avuto la fortuna di passare 10 giorni con l’FC
SION di Rino Gattuso,
grazie al mio nuovo lavoro.
Ringhio è di un’umanità romantica e d’altri tempi. Eccezionale, un
vero campione. I ragazzi della
squadra e la dirigenza sono stati
straordinari e il team dei giornalisti svizzeri altrettanto.
C’è stato uno però che stamattina è scappato. Un giornalista
che voleva la sua gloria sulle
maggiori testate italiane,
approfittando come tanti di un
metodo che funziona sempre:
usare la mafia per scrivere un
articolo che riguardi qualsiasi
H
argomento su qualsiasi territorio
del Sud Italia.
Non ha notato
la
nostra
accoglienza
che, a detta
di tutti, è stata
ottima. Non ha
notato i posti
meravigliosi della
nostra terra e quello
che l’ha ospitato
(Relais Il Mulino),
ne che tutta la roba
che si è magnato era
DOMENICA
biologica e auto-prodotta al 90%.
Non ha notato i sorrisi di
Corigliano e della Calabria.
È andato via senza salutare, ma
scrivendo questo pezzo, che lo
glorificherà di vanità per due tre
giorni e continuerà ad avallare
il pregiudizio e lo stereotipo
facile nei confronti di tutto
il sud italia.
E pensare che è originario
di Lecce.
Ruggero Brizzi
http://bari.repubblica.it/cronaca/2013/01/22/news/gattuso-51023932/
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la Riviera
CARTOLINE MERIDIONALI Antonio Calabrò
Le notizie più lette
della settimana su
larivieraonline.com
Palizzi Superiore, gemma di Calabria
Un nido di roccia e l’Aspromonte
alle spalle che sorveglia. Manca
solo una Cometa, e la neve farinosa sui monti. Sono borghi di
Calabria, così lontani e così vicini,
inquieti e tranquilli, rivoluzionari e
conservatori. Sono borghi nati
direttamente dalla terra, abitati dall’uomo da migliaia di anni, e strappati ai monti con fatiche immani, e
figli degli stessi monti, e di una
natura a volte generosa a volte crudele. E ancora sentiamo la voce
possente del suo figlio ribelle Furio
Sbarnemi, che ci incita a pretendere il prezioso bene della libertà. Un
pensiero che nasce tra la bellezza
arcaica, la povertà e la fatica. Palizzi
e il suo vino, e il bergamotto e i gelsomini, gemma di Calabria.
1) SIDERNO SEUQESTRATI I BENI
DI ENZO GAUDIO
2) LA SACRA LOCRI UNITA: LA
SINERGIA DELLA ‘NDRANGHETA
3) IL PDL CANDIDA LA FIGLIA
DEL GIUDICE SCOPELLITI
4) GRATTERI- DE BERNARDO:
ATTACCO ALLA CUPOLA DI SANT’ILARIO
IL DIAVOLO NERO
Dopo le vedove le orfane. Da Maria Grazia a Rosanna
l giudice Antonino
Scopelliti fu assassinato
nel 1991. La figlia
Rosanna
era
piccola.
Bisognava darle il tempo di
crescere, avanzare negli
anni, mettersi alla guida,
fianco a fianco con Aldo
Pecora, di Ammazzateci
tutti, mostrare che il sangue
non è acqua. Il tempo è
venuto.
Il Governatore ci assicura,
avendola voluta al secondo
posto in lista per il Pdl, che
trattasi di donna “di grande
spessore”. Gli crediamo
sulla parola, non disponendo delle opere della giovane
I
5) L’APPELLO DI UNA MADRE: AIUTATEMI A NON COMMETTERE REATI
6) LA LETTERA BLUFF DI
CORDÌ A COSTA
7) ‘NDRANGHETA E VIDEOSLOT:
29 ARRESTI IN TUTTA ITALIA
8) LOCRI: INCENDIO IN CASA
MUORE ANZIANA
Rosanna
Scopelliti, figlia
del magistrato
Antonio Scopelliti
ucciso nel 1991
combattente antimafia, la
quale, però, ha come titolo,
che ogni altro supera, d’essere figlia dell’assassinato
magistrato
Antonino
Scopelliti. Il che è tutto in
un paese, come il nostro, in
cui onorato è il culto dei
morti alle cui spalle vivono
qual «bidelli delle sale mortuarie» e «vermi dei sepolcri» (Papini), mogli, figlie,
figli, parenti vicini e lontani,
che nulla hanno da raccontare se non un dolore lontano, divenuto ormai flebile
eco.
Sulla strada del nobile
parassitismo, che porta i
viventi a vivere sui resti dei
loro
cari,
Rosanna
Scopelliti è stata preceduta
dalla dottoressa Maria
Grazia Laganà, divenuta
deputata sui crisantemi
dell’assassinato marito vicepresidente della Regione
Francesco Fortugno. L’ora
delle vedove è finita.
Questa è l’ora delle orfane,
che, però, sane e piene di
vita, non avrebbero più
bisogno d’appoggiarsi a
una tomba, e fare di quel
che resta una stampella per
la vita parlamentare. O
Rosanna Scopelliti è come
Anna Kuliscioff?
PROCESSO CRIMINE
Il passato di
verdure di don
Mico Oppedisano
l presunto padrino a Locri in video
collegamento da Parma. Micu
Oppedisano (foto), presunto capo
Crimine reggino, già condannato a 10
anni dal Gup nella sentenza abbreviata è
stato chiamato in
causa come teste a
discarico: «Fino al
giorno prima che mi
arrestassero – ha
affermato l’82enne
di Rosarno- ho sempre prodotto per poi
vendere tutte le mattine al mercato di
Cinquefrondi piantine da trapiantare»
Poi, dopo aver negato qualsiasi rapporto,
neppure lontano con Giuseppe
Giampaolo, meglio noto come “u
Russellu” e con l’altro l’imputato
Francesco Bonarrigo, Don Mico ha
ammesso che Giuseppe Antonio
Primerano era un suo cliente per l’acquisto di piantine di pomodori, peperoncini
e broccoli(foto).
Dopo il passato di verdure, speriamo in
un po’ di ragù nella tappa successiva che
si terrà il 4 febbraio, sempre a Locri.
I
Dati Google.com
DOMENICA
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DOMENICA
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LA RIVIERA
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LETTERA IMPUBBLICABILE
ILARIO AMMENDOLIA
omini “d’onore” e di ’ndrangheta,
se fossi stato nelle condizioni, vi
avrei chiesto pubblicamente il
voto. Un voto di scambio con chi, come
me, non avrebbe avuto niente da darvi se
non l’impegno di battersi con tutte le proprie forze per una società senza ’ndrangheta e senza mafie, composta da uomini
liberi e uguali. Sarebbe stato morale chiedervi il voto? Sarebbe stato politicamente
corretto chiedervi un appoggio elettorale? Nei modi come comunemente avviene lo considero decisamente immorale e
scorretto.
Ci sono coloro che vi chiedono il voto e
poi per viltà si nascondono. Promettono,
concordano, poi hanno paura e si trasformano in ipocriti fustigatori dei vostri
costumi.
Contemporaneamente esiste la folta
schiera di coloro che dovrebbero baciare
la terra per la vostra presenza. Voi siete la
loro fortuna e il loro lasciapassare. Per voi
ottengono posti in lista, scorte, privilegi,
potere, fama in nome di una loro presunta, quanto bugiarda, lotta contro di voi. A
volte per il cognome che portano e che
sventolano come bandiera dell’antimafia.
Coloro che abusano della falsa “questione della lotta alla ’ndrangheta” per lasciare intatte le cause della corruzione, dell’ingiustizia e che determinano la vostra
presenza in questa nostra Terra.
Vi considerate “uomini che valete e potete”, ma, oggettivamente, siete “docili”
strumenti di un “potere” che molto somiglia alla ’ndrangheta ma è ben più consistente, feroce e agguerrito. Un potere
che, se solo lo volesse, vi spazzerebbe via
in un sol giorno. Non lo vuole, anzi amplifica le vostre azioni, ne duplica la pericolosità, ed esalta le vostre vanità. Infatti,
dedica a voi programmi televisivi, finanzia film, impegna parte dei telegiornali,
pubblica libri, tutto per farvi sentire
importanti. Poi, vi utilizza come si fa con i
U
Ci sono coloro che vi
chiedono il voto e poi si
nascondono. Promettono,
concordano, poi hanno paura
e si trasformano in ipocriti
fustigatori dei vostri costumi
Degli ’Ndranghetisti e
delle loro opere di bene
cani da guardia, agitandovi come spauracchio contro la gente normale.
Intanto voi uccidete e siete uccisi, trascinate i vostri giorni nelle galere, camminate con la paura di una pallottola che vi
spappoli il cervello, fate crescere i vostri
figli nel terrore, macchiate la vostra
coscienza, perdete la vostra dignità di
uomini.
Mangiate nei ristoranti di lusso? Dormite
in grandi alberghi? Usate le grosse cilindrate? Insomma imitate, in tutto, la classe dominante, ma si tratta solo di un osso
che vi lanciano dopo aver divorato la
polpa? Per quel poco che ricevete, pagate
il prezzo della vostra vita e di quella dei
vostri figli.
Hanno bisogno di voi come l’aria che si
respira. Più d’un secolo fa, con la scusa
dei “briganti” la classe dirigente trovò il
modo di incamerare tanto i beni ecclesiastici che i pubblici demani. Ai briganti la
forca e la mannaia, al “potere” la ricchezza. In anni recenti macinarono come
teneri chicchi di grano i terroristi, per
accrescere il loro potere e la loro forza.
Senza di voi non potrebbero costruire
l’immenso apparato repressivo che ci
schiaccia, la grande menzogna che ci
soffoca, non potrebbero sacralizzare un
potere che non lo merita.
Mentre voi diventate mercanti di droga e
di morte per soldi, c’è qualcuno che, premendo un pulsante, guadagna mille volte
più di voi senza correre alcun pericolo.
Senza generalizzare e solo per esempio,
probabilmente, ci sono banchieri che
commettono più “reati” di un capo cosca.
C’è qualcuno che può dare 200 milioni al
giorno all’ex moglie per “alimenti”. Loro
scortati, voi braccati. Il “potere” per
difendere i propri interessi non esita ad
armare eserciti, a bombardare innocenti,
a falsificare processi, a usare i servizi
segreti.
Non si tratta di una sola persona, ma di
larga parte di una intera classe dirigente
che è responsabile e garante di questo
ordine dominante che in ogni angolo
odora di mafia. Un potere che ci ha derubato finanché del diritto di sceglierci i
nostri rappresentanti in Parlamento.
Adesso vi chiedono il voto, facendovi sentire nel giro di coloro che comandano.
Forse, in piccola parte, lo siete, ma rappresentate solo una protesi marginale del
potere vero.
Totò Riina in una lettera al figlio
Giovanni continua a dividere gli uomini
tra “esteri” e “normali”. Ovviamente lui si
considera “estero”cioè straordinario.
Visti i risultati avrei molti dubbi.
Gli uomini esteri con il diritto di opprimere quelli normali.
Se fosse vera questa logica, avrebbero
avuto ragione Hitler, Stalin, Mussolini,
Pol Pot, Attila, Nerone. La feccia dell’umanità sarebbe stata nel giusto.
Io avrei chiesto il vostro voto per poter
contribuire a capovolgere questo folle
logica di Riina, per una società senza
mafie e senza ’ndrangheta. Voi, uomini
liberi tra uomini liberi.
Un tempo si rifletteva sulla grandezza
della letteratura. I grandi personaggi
erano coloro che si riscattavano dall’errore: Jean Valjean, o l’Innominato, erano
uomini che dopo aver attraversato il
fango, ne venivano fuori in tutta la loro
umana grandezza. In questi giorni, mentre osservo alcuni capi partito reclamare
liste pulite mi viene in mente Al Capone
e lo immagino intento a vietare l’ingresso
nella sua gang a quanti sono stati multati
per violazioni al codice della strada.
Non continuate a fare loro favori. Non lo
meritano. Non siate la “bestia grande e
grossa che si da morte e guerra per un
solo carlin di quanti egli al re dona”.
Molti anni fa dei “fuorilegge” che venivano fuori dalle galere diedero a questa
Italia la Costituzione, la libertà, la speranza. La galera, invece di abbrutirli, li rese
uomini ancora più forti e più temprati,
più giusti, più umani. Il rispetto della
Costituzione è il terreno di lotta.
“Ribelli” per la Costituzione è un impegno che affascina. ’Ndranghetisti per
denaro è uno spreco della propria vita.
Ma a questo punto mi accorgo che la mia
lettera più che impubblicabile - il
Direttore è coraggioso - è inutile.
Molti anni fa dei “fuorilegge”
diedero a questa Italia la
Costituzione, la libertà, la
speranza. La galera li rese
uomini ancora più forti, più
giusti, più Umani.
DOMENICA
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LA COPERTINA
Il Boxeure
il Latitante
E a San Luca nasce
l’ultima, e
contraddittoria, storia di
due suoi figli. La lepre,
che corre veloce per
sottrarsi alla caccia di
gendarmi e manette.
E lo stallone, che si
muove agile sul ring
per sfuggire a un
destino che avrebbe
dovuto essere segnato
DOMENICA
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LA RIVIERA
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te
FRANK GIORGI E GIUSEPPE GIORGI, LE MILLE ANIME DI SAN LUCA
JIM BRUZZESE
alla spiritualità del santuario
di Polsi, alla prosaicità della
’ndrangheta. Dalle percussioni meravigliose dei fratelli Porcaro,
dei Toto, al crepitio sinistro delle lupare. Dalle melodie romantiche di
Strano, dei Gemelli Diversi, ai lamenti striduli delle vecchie matrone.
Dalla cultura immensa di Alvaro
all’incultura degli estorsori in erba. Il
bello e il brutto sgorgano potenti e
allo stesso modo dal ventre gravido di
un paese unico. San Luca, il dio
bifronte dell’Aspromonte. E a San
Luca nasce l’ultima, e contraddittoria,
storia di due suoi figli. La lepre, che
corre veloce per sottrarsi alla caccia di
gendarmi e manette.
E lo stallone, che si muove agile sul
ring per sfuggire a un destino che
avrebbe dovuto essere segnato. Il latitante e il boxeur, due storie contro di
due uomini, ambedue nati con davanti Pietra Kappa. Giuseppe Giorgi, latitante imprendibile da quasi vent’anni
che continua a scappare sperando che
un giorno la prescrizione gli regali una
libertà definitiva e una vita nuova.
E Frank Giorgi che è fuggito fino in
Australia per rincorrere una nuova
vita e un destino diverso da quello di
tanti suoi coetanei, e che adesso torna
in Italia da campione, per una sfida
D
LE FOTO: Il primo sulla sinistra è Frank Giorgi campione di Thai Fight. (boxe thailandese).
Di fianco Giuseppe Giorgi il ricercato numero, il re dei narcos è quasi un fantasma, le
uniche prove della sua esistenza sono due foto sul sito del Ministero dell’Interno. Entrambi
sono di San Luca (panoramica, foto in alto). Qui sopra, Frank Giorgi proclamato vincitore
di un incontro a Bangkok nel 2011. Il pugile sanluchese dal 26 gennaio è a Milano per
partecipare al torneo Yokkao Extreme 2013.
che dovrà portarlo sul trono mondiale della Thai Fight, la boxe thailandese. San Luca ha mille anime, ed è
capace di tutto sapendola percorrere
per intero la parabola dal bene al
male.
E altro non è se non la metafora dell’uomo che dimostra l’inesistenza di
tare genetiche ma solo l’influenza
delle condizioni date. Così un “santulucotu” che va fuori a vivere torna da
gigantesco Alvaro o Porcaro o boxeur
mondiale.
E uno che ci nasce e ci resta può
diventare un uomo in fuga. Perché
San Luca non è il male e può produrre banditi o campioni come ogni
posto nel mondo. E bisogna mostrarli, gli uni e gli altri, senza malafede.
Per dimostrare che San Luca è bene e
male come tutti i posti nel mondo, e
dentro cova uomini che potranno
essere santi o demoni a seconda delle
condizioni date e non per difetti di
genesi.
E oggi ci sarà un campione che lotterà
su un ring per dimostrare che non esistono destini segnati né figli di un dio
minore. E ci sarà un uomo in fuga che
forse avrebbe potuto essere migliore,
e che di sicuro da qualche parte
accenderà una tv, fermerà la corsa
della lepre e tiferà per lo stallone che
avrebbe voluto essere.
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LA RIVIERA
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Parlando
di...
MIX
L’intercettazione tra
Torello e Femia con le
minacce al giornalista
«se non la smette gli
sparo in bocca»
LA NOMINA
Procuratore Reggio.
A Cafiero de Raho
il dopo Pignatone
i cambia. C’è voluto un anno, ma è
un sottopospra clamoroso.I rappresentanti delle correnti della quinta
commissione del Consiglio Superiore
della Magistratura hanno indicato chi
dovrà essere il procuratore della
Repubblica di Reggio Calabria, l’erede di
Giuseppe Pignatone, che registra, dal
posto di comando dell’altissimo tribunale
di Roma, la bocciatura del suo vice
Michele Prestipino. Quest’ultimo infatti
ha ricevuto un sola preferenza su sei, quella della corrente di centrodestra
del Csm. Una preferenza
anche per Nicola Gratteri,
gradito alla componente del
centrosinistra laico, una per
Paolo Giordano. Nessun
voto invece per il capo
della Procura di
Catanzaro Vincenzo
Lombardo. Mentre
sono tre le preferenze per colui che
governerà la pro-
S
CASO KUNSKY
Esorcismi
antimafia
negli abissi
Un documento della commissione parlamentare d’inchiesta sul fenomeno della
mafia dal titolo: Relazione su possibili interes-
Un errore. Un tragico errore tra la notte
dell’11 e 12 agosto del 1988. A Sant’Ilario
veniva ucciso, mentre era alla guida la sua 112
lx verde bottiglia (uguale a quella dei fratelli
Tallariti – forse il vero obiettivo del commando di mezz’estate) il giovanissimo Mimmo
Carabetta. Sidernese, giovane perbene, figlio
di genitori perbene. Lavorava al lido ristorante il Pentagono, sul lungomare del paese.
Aiuto chef. Sono passati quasi 25 anni e dopo
la sentenza di assoluzione di primo grado, ieri
dinanzi alla corte d’Appello di Reggio
Calabria, il Pg Francesco Scuderi ha chiesto
l’ergastolo per Antonino Tripodo e Vincenzo
Monteleone. Presunto basista, il primo, presunto esecutore, il secondo. 14 anni invece per
Lorenzo Federico, per concorso in omicidio.
cura più calda del Sud Italia. Ovvero
Gaetano Cafiero de Raho, l’incubo dei
Casalesi. È stato votato dalle correnti di
Unicost e Magistratura democratica.
Procuratore aggiunto a Napoli, è stato
l’uomo che ha fatto arrestare e condannare il superboss Francesco Schiavone,
meglio noto come Sandokan. Le indiscerzioni dicono che non guarda in
faccia nessuno e questo a
Reggio rappresenta una
garanzia. In città i nodi
da sciogliere sono parecchi, dato che finora ha
pagato soprattutto la
provincia. La zona
grigia continua
a pagaiare
incontras t a t a
lungo lo
Stretto.
ler su una struttura da commesso
viaggiatore, si aggira incontrastato.
La mala del Nord ha un nuovo punto
di riferimento con un pedigree da
piccolo cabotaggio. È spietato - o
almeno così pare - questo guaio continuo fatto uomo. Truffe, bidoni e fatture. Assegni a vuoto. (Googlate
La mala piemontese
minaccia il nostro Tizian
uido Torello, meglio noto
come Torellino, oggi, dopo
l’intercettazione telefonica, è
considerato l’uomo forte della mala
del Nord. A Nizza Monferrato, il suo
paese d’origine però non sono d’accordo. Non credono che uno che
chiacchera molto possa essere il trait
d’union con la potenza criminale più
temuta in Italia. Questo figuro, simil
Renato Pozzetto anni Ottanta, vuole
sparare in bocca a Giovanni Tizian, il
Saviano calabrese.
Dall’intercettazione telefonica con
l’imprenditore gioiosano Nicola
Femia ostenta potere Torello, minaccia azioni risolutive sul genere
Marsiglia anni ‘70. Un potenziale kil-
G
Guido Torello per avere conferma). Non ha il carisma di quelli del
Brenta, ma sostiene di avere in dotazione pallottole, mica gianduiotti o
tartufi. E Femia gli crede, dal tono
sembra rassicurato. Dimostra inferiorità. Gli dice bravo, grazie. La presunta ’ndrangheta imprenditoriale
del Sud che si prostra dinanzi a un
piemontese d’adozione che conterebbe tanto, da Roncobilaccio a
Ventimiglia. Tranne che nel suo
paese, come riporta la “Gazzetta di
Asti” il giorno dopo gli arresti: «Tutti
gli abitanti di Nizza Monferatto e
coloro che conosono “Torellino”
escludono la possibilità che possa
fare del male.
Bisogna tirarlo fuori a tutti i costi. Dopo che
nell’aprile di due anni fa, su richiesta della
Dda di Catanzaro, il tribunale della città,
sovrano in Calabria, aveva categoricamente
archiviato il caso «nave dei veleni», da qualche giorno è stato riportato a galla. Si sa che
nei sud del mondo gli esorcisti non amano
stare a lungo disoccupati. Quindi si riparte,
all’uso dei gamberi, alla ricerca del teschio
nero su sfondo giallo.
Non so perché mi riappare cristallino un
capitolo del romanzo Le belve di Don
Winslow, ripreso da Oliver Stone con una
pellicola nel 2012. Al confine tra Messico e
California è pieno di belve feroci: narcos e
si della criminalità organizzata sul traffico antinarcos. Solo che quest’ultimi guadagnamarittimo, riporta a galla la bufala dei vele- no di più. Questo secondo i calcoli dell’imni. Nell’Alto Tirreno calabrese c’è il male. portante autore.
Il Pg Scuderi:
«Ergastolo per
chi avrebbe
ucciso Domenico
Carabetta»
L’omicidio del Pentagono a Sant’Ilario. A quasi 25 anni dalla
morte del giovane sidernese non e' stata ancora fatta giustizia
DONNE AL TOP
Ècalabrese la prima direttrice
dei laboratori del Gran Sasso
Le donne calabresi si fanno notare. A dimostrarlo ancora una
volta una ricercatrice di Villa San
Giovanni, Lucia Votano. La fisica
è stata la prima donna scelta per
dirigere i Laboratori nazionali del
Gran Sasso. Il sogno di ogni ricercatore che passa giornate e nottate. Gli studi di questa scienziata
calabrese si sono concentrati fin
dagli anni dell’università e della
tesi di laurea sul fenomeno delle
oscillazioni dei neutrini e sullo studio dell’evoluzione dell’universo. Oltre al lavoro nei laboratori la Votano si è dovuta anche
abituare ai compiti amministrativi e di responsabile del
personale. Provate voi a coordinare venti progetti e 1000
scienziati provenienti da
ogni parte del mondo.
Lucia Votano è una
delle nostre eccellenze, ma come
tutti i nostri
talenti è stato
obbligata a
lasciare la
Calabria. In
un’intervista
DOMENICA
rilasciata a calabriaonweb alla
domanda Come vede oggi la sua
Calabria? Ci torna spesso?
“Ci torno periodicamente perché
in Calabria ho i miei affetti familiari. Purtroppo però non vedo
una situazione strutturalmente
diversa da quella che mi ha spinto
a lasciarla per seguire gli studi universitari altrove e per tentare la
via della ricerca scientifica.
Sarebbe necessario veramente uno scatto di
orgoglio dei calabresi
che pure hanno
tante buone qualità
per tentare una rinascita culturale, economica,
morale
puntando alla serietà
dell’impegno, alla
valorizzazione
delle tante
menti brillanti che
costituiscono
un
capitale
umano
non utilizzato”.
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DOMENICA
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Parlando
di...
ATTUALITÀ
L’OPINIONE
ANTONIO CALABRÒ
l percorso storico di questo strano animale denominato uomo si
è orientato con la prua rivolta
verso un nuovo Nord che corrisponde ad un futuro di follia, di alienazione, di violenza e di profonde ingiustizie sociali. Le vele del suo cammino
sono spinte dal vento della menzogna, menzogna politica, menzogna
sociale, menzogna filosofica, menzogna storica. Viviamo frastornati in un
presente di bugie, che spaziano da
quelle miserabili di chi nega le evidenze a quelle colossali di chi traccia
i destini dell'umanità intera.
Non c’è più spazio per la verità. La
verità è troppo banale, troppo a
buon mercato, troppo inutile al progresso dei mercati. La verità è riduttiva, scomoda, noiosa, improduttiva,
antieconomica. La verità è una palla
al piede ingombrante da cui ci si
deve liberare per viaggiare finalmente liberi verso il progresso.
La bugia si è affermata come principio fondamentale di controllo e
gestione del potere. La bugia ha
assunto un carattere universale ed è
al momento l’unica cosa realmente
globale, l'unica cosa che vale allo
stesso modo per tutti i popoli del
mondo. La bugia è il simulacro delle
antiche divinità, la riproduzione in
scala della felicità, il surrogato delle
idee, il motore della realtà.
Non c’è nulla di vero in ciò che appare. Tutto è indotto e condizionato.
Ogni cosa è travisata per scopi e
motivi che non sono mai quelli che ci
vogliono far credere. Esiste soltanto
il potere assoluto di una sparuta
minoranza di uomini che detta le
regole e stabilisce i tempi. E questo
potere è così grande e incontrollato
che li ha trasformati in mostri simili a
Gollum.
Bugie filosofiche. L’uomo è felice
quando vive uno stato di benessere.
Cosa è il benessere? Il benessere è
possedere beni. Chi ha tre televisioni
è più felice di chi ne possiede una. Il
SUV ti rende un uomo migliore.
Siamo felici perché possediamo
cose. Amiamo le banche come noi
stessi. Il denaro è la medicina che
guarisce ogni male. Bugie. Bugie
spaziali. Bugie grandi come la Via
Lattea.
Perché si è arrivati a tanto. E come?
Il lavoro è la base di ogni civiltà. Si
deve aumentare la produttività. I
consumi devono decollare, lo ripetono i politici di ogni razza. Il resto
della vita è un corollario alla nostra
fatica. Un orpello, anche inutile.
Conta soltanto lavorare. Produrre.
Per il bene di tutti. Dimenticare le
fantasiose pretese di umani. E pensare, come api operaie, al bene
comune. Bugia. Bugia grande come
il sole. Il bene non è comune. I frutti
del nostro lavoro non sono mai ridistribuiti in modo equo. Il novantanove per cento della nostra fatica si
deposita sempre negli stessi forzieri.
Noi, cazzoni
di sinistra
I
La realtà
delle bugie
Siamo felici perché
possediamo cose. Il
denaro è la medicina
che guarisce ogni male.
Bugie spaziali. Bugie
grandi come la Via
Lattea. La bugia è la
regola. Ci hanno
talmente ingannati che
abbiamo smarrito i
valori. Siamo atei, senza
famiglia e senza patria.
Il lavoro è fatica, anche quando è
realizzazione. E la felicità è in dissonanza con la fatica. La felicità è un
mistero, ma l'infelicità è palese.
L'infelicità è non avere tempo per
amare il mondo. L'infelicità è la solitudine nera e gretta. Ci stanno trasformando in onanisti del possesso.
Sprizziamo gioia per lo straordinario. Godiamo dei saldi, Tifiamo per
l'aumento degli indici telematici
delle borse mondiali, anche se non
abbiamo un euro. Siamo spacciati.
La bugia è regola, la bugia è applicazione pratica dell'arte della guerra.
Una guerra dove loro, i potenti,
hanno come nemici noi, i deboli. Ed
hanno vinto. Ci hanno talmente
ingannati che abbiamo smarrito
anche i valori che hanno tenuto
insieme l'umanità per millenni.
Siamo atei, senza famiglie e senza
patria. Piccoli individui solitari che
tentano d'imitare gli dei. Ci odiamo a
vicenda.
La bugia ha un effetto a pioggia.
Cade dall'alto. Si riversa in ogni
aspetto della realtà quotidiana. La
politica, che aveva il compito di conciliare gli uomini, ha smarrito il suo
senso ed è diventata il maggiore
spaccio di bugie. La politica e i suoi
personaggi sono i pusher della menzogna. Quello che sta accadendo in
questi giorni ne è la prova.
La Calabria è sopraffatta dalle bugie.
Bugie dall'alto verso il basso, e viceversa. Secoli di dominazione e di
soprusi hanno prodotto questo effetto. Nascondersi dalla repressione
con la bugia. Reprimere con la bugia.
Difendersi con la bugia. Bugie verbali, bugie scritte. Non cambia niente.
Viviamo bendati dentro una illusione di benessere. Una realtà virtuale
che comprende ormai ogni aspetto,
persino quelli privati, persino quelli
sentimentali. Non è più una questione di lotta di classe, di mezzi di produzione, di capitale e di sfruttamento. La storia volge al termine, e ha
preso il sopravvento la realtà delle
bugie. Squarciamo il velo, accettiamo la nostra solitudine, perché solo
il capirlo ne rallenta il decorso fatale.
Diciamocelo, a sinistra siamo tutti bravi a
giocare a fare i duri e i puri. “Questo non
ci va bene perché è poco di sinistra, quello ci fa schifo perché è troppo di destra,
quest’altro puzza di acqua santa” (spesso
l’unica obiezione sensata). E così da circa
un secolo, la sinistra è diventata esperta
nell’arte delle scissioni. Solo per citare
quelle degli ultimi anni, il Pci si è scisso in
Pds e Rifondazione Comunista.
Rifondazione si è scissa e sono nati i
Comunisti Italiani che a loro volta hanno
subito una scissione. E Rifondazione si è
scissa ancora e ancora fino all’uscita di
Vendola che ha fondato Sinistra e
Libertà. E scissione su scissione la sinistra
è riuscita in quello che sembrava impossibile nel paese che ha avuto il più grande
partito comunista dell’Europa occidentale: vedere annullata la propria rappresentanza parlamentare. Una roba impensabile, ma che è successa. Grazie a chi? A
quattro capre di dirigenti che per mantenere il loro piccolo potere si sono scannati fino a ridurre la sinistra ai minimi termini, fino a renderla ininfluente. Ma la colpa
è davvero solo dei dirigenti? Noi popolo
della sinistra siamo così immacolati?
Oggi. Rivoluzione Civile sta mettendo
insieme quello che è rimasto della sinistra
in Italia, se si esclude Sel che è alleata col
Pd. Una mischia per riportare quantomeno la sinistra nelle aule parlamentari. Non
il migliore tentativo ma quantomeno un
tentativo. Questi alcuni dei commenti di
svariati compagni e compagne: “E adesso
ci affidiamo a un magistrato? Io non
voto!”. “Sul simbolo c’è il nome di
Ingroia, noi combattiamo i personalismi
in politica, non voto!”. “Cosa? Abbiamo
caricato anche Di Pietro? Non voto!”.
“Ingroia ha avuto il coraggio di aprire a
quel dittatore di Grillo, col cavolo che
voto!”. “Hanno candidato tizio invece di
caio, mi astengo”. E potrei andare avanti
per pagine. Insomma, sempre alla ricerca
del pelo nell’uovo noi, sempre a scannarci con chi ci è più vicino facendo il gioco
della destra. Sempre masochisti, a cercare di essere i migliori senza nemmeno
accorgerci che in tutto questo bel dividerci siamo riusciti a scomparire.
Continuiamo pure così, ma poi non
lamentiamoci se il berlusconismo devasterà l’Italia. Col termine scissionisti
ormai si intendono i camorristi di
Secondigliano. Peccato, perché sarebbe
la definizione giusta per noi cazzoni di
sinistra. Lenin disse: che fare? E fece una
rivoluzione proletaria. Poi morì e noi alla
sua domanda rispondemmo: scinderci! E
gli altri fecero la rivoluzione restauratrice,
per usare un ossimoro, che è comunque
pericoloso, perché qualcuno a sinistra
potrebbe accusarmi di essermi imborghesito perché utilizzo un lessico troppo complicato per il proletariato giovanile, che
nel frattempo è invecchiato e, grazie alla
sinistra scomparsa, non ha nemmeno più
la pensione.
Per trovare la sinistra me ne sono dovuto
andare in Venezuela. Ma ora pure il presidente Chavez rischia la vita.
Siamo proprio degli sfigati.
Giovanni Maiolo
DOMENICA 27 GENNAIO 2013
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DOMENICA 27 GENNAIO
2013
LA RIVIERA
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Polaroid
Sandra Tuzza
sale in cattedra
Due impavidi ciclisti
sullo Zoomaro
Il nostro ex direttore Sandra
Tuzza con gli studenti dell’ITT
Zanotti Bianco di Marina di
Gioiosa Jonica. Ha tenuto la
prima lezione del programma
annuale studiato per le scuole
superiori della Locride “Educare
alla cittadinanza europea”.
Nè il freddo di questi giorni né le nevicate a bassa quota hanno fermato i
due impavidi ciclisti. Fin sulle vette
dello Zoomaro si sono spinti con le
loro bicilette e ben bardati nella loro
divise. Zaino in spalla su fino in cima
nonostante tutto per passare un
weekend in montagna e fare un po’ di
attività fisica.
LOCRIDE
Roccella
Vincenzo Scali,
di anni centotre
Il signor Vincenzo Scali attraversa
il suo tempo con la leggerezza di
una barca che solca la tempesta;
con la forza di un’ape operaia, mai
distolta dal dovere e dalla fede;
con l’amore per la vita di un
sognatore felice e di un marito e
padre esemplare; con il fuoco mai
sopito di un uomo autentico e sincero.
Il signor Vincenzo Scali, nato a
Roccella il 15 Aprile del 1910
compirà presto il suo centotreesimo compleanno e tutta la costa
Jonica lo festeggerà, felice della
sua allegria, del suo buon senso,
della sua saggezza.
Quando nacque il signor Scali la
nostra Calabria era tutt’altro.
Strade polverose e rade, miseria,
carabinieri a cavallo e macchine a
vapore. Il mondo intero era
tutt’altro. Ghette, palandrane e
cappelli a cilindro, carrozze per i
nobili e carrube per i poveri.
Sembra ieri, per lui, ma già è storia, per noi.
La scuola elementare finita a
Roccella dopo la fine della prima
guerra mondiale, e poi il fascismo
che lo vedeva giovane e già al
lavoro. Ricordate del fascismo,
signor Scali, gli domando. Tre cose
- mi risponde - Fame, miseria e
pidocchi; niente di buono, mi
ricordo.
Il signor Scali nacque Il lavoro diventa subito centrale
nella sua vita. Muratore, e poi
quando la nostra
mastro muratore. E mattoni, e
da impastare, e fatica
Calabria era tutt’altro. cemento
dall’alba al tramonto. E sempre,
Strade polversose e sempre (insiste) pagato con il
prezzo e in più il premio. Per la
rade, miseria,
bontà del lavoro. E per la dedizioe la serietà.
carabinieri a cavallo e ne
E poi sua moglie, Isabella, settanmacchine a vapore. Lo tacinque anni di matrimonio. E mi
recita a memoria una struggente
guardo e vedo un
dichiarazione d’amore, di quelle
tempi, rispettosa e tenera.
secolo di storia nelle d’altri
E nei suoi occhi compare la luce
sue rughe.
del ricordo. E dei quattro figli,
Zoom sulla
LOCRIDE
avuti a distanza di quattro anni
ciascuno, il primo nel 38’, e così
via, lui sempre a lavorare e pensare al futuro, e il futuro già è qui e
lui anche.
Signor Scali, quale è il segreto
della vostra gioventù, gli domando. Mi risponde secco. Preciso e
senza dubbi nella voce. -Mai rubare, mai litigare, mai avere a che
fare con delinquenti, mai cedere
ai vizi e credere sempre in Dio,
con forza, speranza e volontà.
Lo guardo e vedo un secolo di storia nelle sue rughe.
Mai preso caffè e mai fumato sigarette. Solo adesso, da qualche
tempo, al mattino, un goccio
appena di caffè. E poi abbondante latte, con un biscottino, a volte.
- Mi vedete pancia, voi ?- mi chiede.
- Mangiare poco e camminare
assai. E il vino solo adesso, dopo i
novant’anni. Mezza tazzina dopo
dei pasti. Così, per la circolazione.
Ma camminare , camminare assai.
Ed è vero. Mi raccontano di una
sua recente camminata chilometrica, dopo aver perso il treno. E
lo vedo io stesso, dopo la chiacchierata, avviarsi con passo
svelto e deciso verso casa.
Signor Vincenzo Scali, di anni
centotre, noi ti ringraziamo
del tuo sorriso. Ti ringraziamo
della tua grazia e della tua
voglia di parlare con gli altri.
Delle tue parole e dei tuoi gesti
autentici
di
galantuomo.
Ringraziamo te e quel Signore in
cui tu credi così profondamente
che ti ha concesso una vita così
bella da essere un esempio. E,
nella tua semplicità, leggiamo un
monito e un insegnamento, che ci
fanno vergognare di questo nostro
presente astruso e scialone.
Tanti auguri, signor Scali, ti vogliamo bene come un nonno universale, mentre ti vediamo con quel
tuo passo deciso attraversare il
mondo, con la leggerezza di una
barca che solca la tempesta.
Antonio Calabrò
Premiata la miglior
Idea Imprenditoriale
Finalmente un riconoscimento per l’imprenditoria giovane e per le innovazioni . L’assessore Caridi ha premiato la miglior Idea Imprenditoriale con il
concorso promosso da Confindustria Catanzaro "La Forza delle Idee, il
Coraggio delle Azioni". Il maxi, nel formato più che nel contenuto, assegno
di duemila e cinuecento euro servirà a realizzare il progetto vincitore “CorIl trasporto pubblico. Forward”.
Monti candida
Angela Fucsia
Nissoli Futzgerald
Una candidata italo americana alle prossime politiche del 25 e 26
febbraio 2013. concorrerà per un posto alla Camera dei Deputati
Lista “Con Monti per l’Italia” Nord e Centro America, Angela
Fucsia Nissoli Fitzgerald. Segue attivamente da sempre le
Comunità italiane e italo americane, promuovendo la diffusione
della lingua e della cultura Italiana: oggi scende in campo, decisa a impegnarsi per fare da ponte, collegamento reale e ideale tra
le due Italie, quella fuori e quella dentro i confini nazionali. Una
donna che vive e ha vissuto i problemi, i desideri, le criticità e le
aspirazioni della comunità italiana del Connecticut, in particolare i problemi delle donne italiane all'estero, sulle quali grava
ancora, troppo spesso, l'intero carico della famiglia.
in prima persona, a rendere massima mente proficuo il servizio
di rappresentanza offerto agli italiani, perché giungano sul tavolo di chi decide, i temi e le priorità da affrontare”
GIOIOSA IONICA BENE E MALE. Al passo felpato ed elegante delle mucche, che discendono senza tempo verso la vecchia piazza, fanno da
contrasto, in negativo, i prospetti delle case dei gioiosani. Il vecchio e il nuovo si mescolano, attorno a una strada, lungo una mentalità schiava
del cattivo gusto. LOCRI COMODA. A un metro dall'incrocio principe della città, quello attraversato dalla strada che dal lungomare porta al
palazzo di Minosse, un camion con un cassone a muraglia impedisce la vista. Non si vede niente, neppure un controllore del traffico.
MONASTERACE A SINISTRA. Negli ultimi anni la città è stata troppo impegnata a esorcizzare criminali vaganti. Il divieto per altre prospettive è
prorogato a data da destinarsi. Quindi svolta obbligatoria a sinistra per altri quattro anni
DOMENICA
27 GENNAIO 2013
LA RIVIERA
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Autoscatti in
Parlamento
la Riviera
Raduni della
Protezione civile
Franco Laratta ha deciso di immortalare il suo ultimo giorno in
Parlamento. Forse perché poco
fiducioso nella rielezione alla
Camera ha voluto imprimere sulla
celluloide una testimonianza della
sua presenza tra i rappresentanti
della Calabria a Roma? Non si sa,
di certo sarà una foto che mostrerà
con orgoglio a parenti e amici.
Ad Agnana si è svolta un’esercitazione raduno della Protezione Civile. Visto il maltempo
e le avverse condizioni i nostri volontari
fanno bene a tenersi in allenamento. Sempre
pronti a intervenire in caso di calamità sono
proprio loro a doverci salvare. Speriamo si
esercitino bene. A presiedere e coordinare la
riuscita della giornata il presidente Maria
Bizzantini.
IMU incostituzionale:
promossa class action da Codici
“L'IMU è un'imposta incostituzionale, oltre che palesemente iniqua”.
Questa
la
nota
diffusa
dall'Associazione Codici sulla tassa
più odiata degli ultimi tempi. E la
battaglia tra l'associazione e la tassa
reimposta dal governo Monti si
annuncia dura e senza quartiere. Si
sta organizzando una vera e propria
class action contro la “tassa non sul
patrimonio, ma contro il patrimonio e la proprietà”. Codici sostiene
fortemente che il prelievo IMU si
pone in contrasto tanto con il principio di uguaglianza sancito nell'art.
3 della Costituzione, quanto con il
canone della ragionevolezza che a
esso si connette. Infatti, il principio
di eguaglianza imporrebbe di considerare allo stesso modo situazioni
uguali e di differenziare le situazioni tra loro diverse. L'imposta colpisce la titolarità di beni immobili, in
modo casuale, senza considerare
correttamente il loro valore e la
situazione personale dei soggetti
passivi. Si prescinde dal fatto che,
chi possiede gli immobili sia ricco o
povero, occupato o disoccupato,
abbia comprato con i frutti del proprio lavoro o abbia ereditato. La
misura del nuovo prelievo non è
infatti legata né a probanti e realistici dati oggettivi, né si conforma (se
non marginalmente) alle differenze
individuali e familiari. I profili di
incostituzionalità sopra descritti
risultano rilevanti anche in relazione al dovere costituzionale di concorrere alle spese pubbliche in
ragione della propria capacità contributiva.
Per tutti questi motivi l'associazione
ha deciso di lanciare una campagna
a livello nazionale e ricorrere in
questo modo contro quella che
ritiene “una mostruosità fiscale” .
Tra le richieste che saranno avanzate ci sarà sicuramente quella di chiedere il rimborso dei pagamenti versati.
L'associazione si è offerta di aiutare
i proprietari immobiliari che faranno domanda di rimborso o ricorreranno in Commissione Tributaria,
sia singolarmente sia attraverso una
vera e propria “class action”.
Il vescovo Morosini
da Papa Ratzinger
Questa mattina il vescovo di Locri Giuseppe Fiorini Morosini,
insieme a tutto lo Episcopato regionale è stato ricevuto da papa
Benedetto XVI. Rimarrà in Vaticano fino al 25 di gennaio a discutere dei problemi della Locride, anche oltre la mera questione ecclesiastica. La relazione che Mons. Morosini ha consegnato oggi a sua
Santità, considerata l'attenzione che sta dedicando alle gravi problematiche che attanagliano la Locride, vittima di mal governo e strumentalizzazioni, siamo convinti, sarà puntigliosa. L'emergenza è diffusa a tal punto
che a questo territorio servirebbe un miracolo. Se non fosse possibile le
famiglie della Locride si accontenterebbero anche di un piccolo spiraglio, di un'esigua prospettiva, oltre il basso e buio orizzonte a cui sono
stati forzatamente costretti da qualche decennio.
Pacchi di cibo per
famiglie in difficoltà
Nuovo progetto
d’inclusione per i
minorenni immigrati
Dopo circa nove mesi di incubazione e prove generali,
prende il via la distribuzione delle derrate alimentari
nella Locride da parte delle sedi zonali dell'ANAS. Nei
giorni scorsi infatti sono stati distribuiti i primi pacchi
del 2013 di alimenti per le famiglie bisognose. A guidarla sulla ionica ci sono l'ardorese Gianfranco
Sorbara e il bovalinese Domenico Iacopino.
I monconi di un fantasma
Il vecchio pontile di Siderno
c’è ancora nei fondali marini
È stato smantellato lo scorso inverno, ma è
ancora lì. Rivive, come un fantasma. Il vecchio pontile, il plebeo, che per decenni è
rimasto all'ombra del ricco serpentone
dell'Italcementi, quello che buca lo Jonio alla
fine del lungomare nord, non se né andato del
tutto. Ombre, che si muovano di notte, spezzano la schiuma marina. Come se il mare
incontrasse più ostacoli. È gli ostacoli ci sono
è rappresentano un serio pericolo. Tantissimi
ferri arrugginiti spuntano dall'acqua. Sono
appuntiti. Sono monconi (foto) che rischiano
di far veramente male. Noi lo denunciamo
oggi, consapevoli del fatto che le prossime
mareggiate li sotterreranno. Ma saranno lì,
anche in estate e silenti come tracine sul fondale marino attenderanno bagnanti inconsapevoli. Il rischio di danni alle persone è
elevatissimo. Molto probabilmente è
necessario segnalare lo stato di pericolosità e delimitare con delle boe il tratto di mare. L' inagibilità è palese. Il
rischio alle persone - lo ripetiamo
ancora una volta - è elevatissimo.
La differenziata
di Ciccillo, per
tramandare una
Siderno migliore
Ciccio Guttà detto “Ciccillo” lo raggiunge ogni due giorni. È se,pre strapieno di tutto, fino all'orlo: pampers,
duracel, canne da pesca. Televisoni,
lavandini, divani a un posto tavoli di
vecchie abbuffate. Ma sono le buste
del discount Md la fanno da padrone.
Stamattina c'era anche un cane. Non
dava segni di vita. Mi sono avvicinato
poco, sembrava uno spinone. Ho sperato fosse di peluche. Intanto, Ciccillo,
capelli bianchi, coppola e passo lento,
non molla, va avanti e tra l'immensità
di rifiuti di ogni genere, si sforza per
trovare uno spazio alla sua differenziata. Gli domando se vale la pena. Mi
Il cassonetto blu per la plastica è a 750 risponde. «Il mio dovere è quello di
metri da casa sua. 750 metri secondo il tramandare una città migliore ai tuoi
conta chilometri della mia Fiesta. figli».
Il progetto Albatros è stato promosso dal Ministero Del
Lavoro e accolto dalla Cooperativa Sociale Pathos con il
partenariato dei comuni di Caulonia, Riace e Benestare.
Rappresenta un percorso sperimentale d'inclusione
socio-lavorativa dei “Minori stranieri non accompagnati” (MSNA), richiedenti o titolari di protezione internazionale o umanitaria, nei comuni calabresi.
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DOMENICA 27 GENNAIO
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I CANDIDATI
PILLOLE
ADDIO GRANDE SUD
Non saranno più nominati Elio Belcastro, che se ne torna al paesello, Aurelio
Misiti, che ha esaurito tutti i mari in cui si può navigare, Santo Versace, che
doveva cucire l'immagine della Calabria estetica. Volevano fare grande il Sud,
immaginandolo come Lilliput. Unica condizione perché apparissero come
Gulliver.
LA DITTATRICE MARIA CARMELA
E MARCO LO SCRIVANO
A liste presentate dal Pd sono insorti Enzo Ciconte, mafiologo, Maria Carmela
Lanzetta, la sindaca più antimafia del reame, Adriana Musella, la presidente
eroica di Riferimenti. Tutt'e tre hanno lamentato, con il cuore grondante sangue e lacrime, la sottovalutazione del Pd nei riguardi della 'ndrangheta calabrese, l'organizzazione criminale più potente del mondo, non recando in
Parlamento i giganti e le giganti della lotta costante, perché astratta,
alla mafia. È proprio vero, l'appetito vien mangiando. I vessilliferi
dell'antimafia, che hanno ottenuto molto, pretendono adesso
tutto. Non a torto. La prossima volta non diciamo Bersani, ma
almeno Minniti faccia da scrivano e scriva sotto la dittatura
dell'antimafia collaudata: Lanzetta, Musella, Ciconte. Non
solo la purezza della lista sarà assicurata, ma - oh, giorni
della nostra liberazione- la 'ndrangheta, temendo per
sé, si trasferirà al Nord. Dove s'è già trasferita.
NINO E LELLA
La biografia di Lella Golfo, che leggiamo su
Wilkipedia, è assai lacunosa. Non dice nulla
degli anni giovani di Lella quando era
impegnata nelle fila del PCI e recitò un
ruolo importante come dirigente
dell'Unione Donne Italiane. Né dice nulla
del suo successivo passaggio al PSI, lì portata da un grande e sincero amore per un
dirigente socialista, intelligente, dal tratto
aristocratico e sventurato: morì giovane.
Nel 2008 Lella Golfo, stupenda, emerge
come nominata del PDL alla Camera dei
deputati per la Calabria. S'è fatta un buon
nome. È stata in prima fila nella lotta per i
diritti delle donne e s'è fatta conoscere in
Italia e in Europa come Presidente della
Fondazione Maria Belisario. Alla Camera
dei deputati ha parlato poco, ma sempre
qualcosa in più di Nino Foti, che resta,
mentre Lei lascia.
DOMENICA
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LA RIVIERA
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PARTITO DEMOCRATICO
PDL
Gigi, Rosy e Luchino
Dorina Bianchi,
ovvero la donna e mobile
Si dice che dietro ogni grande
uomo c'è una grande donna.
Non vale più, almeno per quanto
riguarda la politica, che è una
sorta d'equazione a due incognite. Da quel che abbiamo capito,
frugando nella sacrestia dei
misteri, questo ormai si deve dire:
dietro ogni grande donna, c'è un
grand'uomo. Cioè dietro la
Bindi, la meno irritante dei paracadutati per la sua intelligenza,
c'è stato Gigi Meduri. Non attore, ma regista. Del tipo di
Luchino Visconti
ne “Il
Gattopardo”.
Senza offesa per le femministe:
Dorina Bianchi è la perenne dimostrazione vivente che la donna è
mobile. Ha veleggiato inizialmente
nel CCD e nell'UDC, poi è passata
al centrosinistra con La Margherita
e il Partito Democratico, indi è rientrata nell'UDC, non si scorda mai.
E poiché il primo amore non è mai
unico, è passata ad altro amore,
all'amore del Popolo della Libertà.
E, sicome amor con amor si paga,
Silvio Berlusconi le ha preparato un
seggio al Senato. Prego, Signora.
SEL
FUTURO E LIBERTÀ
Laura Cirella e i rospi u)nitari La pasionaria Patrizia Pelle
C'era una volta una pasionaria nella
destra italiana di marca fascista: Angela
Napoli. La vedemmo fiammeggiare in
FLI e, poi, sfumando i sogni di gloria
del Futuro di Fini, far parte quasi per se
stessa. Niente dramma. Una pasionaria
se ne va, un’altra subentra: Patrizia
Pelle. Senza speranza di vedere le stelle.
E questo ce la rende simpatica oltre
ogni dire.
Intelligente, pensosa, simpatica, Laura Cirella ha
militato per lungo tempo nelle fila dei Comunisti
italiani. Poi, è passata a Sel , ma con il morbo, là
contratto, della disciplina ferrea e dell' unità del
Partito, che viene prima d' ogni altra cosa. E perciò alla fine ha ingoiato i rospi foresti con lo stesso
piacere con cui si pasteggia un bel cannolo.
CENTRO DEMOCRATICO
RIVOLUZIONE CIVILE
Sotto la
stella della
purezza
Lo strillone e Lorenzo Fascì
Franco Bruno è nato sotto la stella della purezza,
che mal si coltiva nell'arena politica. Ma egli vi è
riuscito, sottraendosi a ogni contaminazione che
importa il voto. Non si è fatto mai votare. È diventato senatore del Pd per nomina grazie al
Porcello. Da qualche anno aveva fatto sosta presso la stazione dell'Api. Ma la benzina è finita. E
Franco Bruno riparte con la macchina di Tabacci,
il Centro democratico dei trasformisti calabresi.
Nella lista calabrese per la Camera dei deputati Antonio Ingroia, con l'annuenza di Oliverio Diliberto, ha cancellato i comunisti calabresi, non avendo
né titolo né le carte in regola, ma solo la nomea che gli deriva dallo strillonaggio contro il Presidente della Repubblica. Fa specie che i comunisti calabresi
non abbiano reagito allo strillone e abbiano abbozzato, ponendo così fine a
una leggenda: al Partito comunista vivente ormai solo in Calabria. Bene, non
solo i comunisti non hanno reagito, ma addirittura il segretario delle federazione reggina del Partito dei Comunisti Italiani, avv, Lorenzo Fascì, ha accettato la candidatura al Senato in una posizione d'assoluta ineleggibilità, primi
venendo gli unti di Ingroia, che, non avendo a disposizione olio santo, li preserva con lo strutto del Porcello.
L'avv. Lorenzo Fascì- questo lo sanno tutti - è persona di dolcezza infinita.
Dolce come un bigné. Perché Ingroia non avrebbe dovuto farne un sol boccone, e con lui tutti i suoi prossimi compagni, sempre pronti per la causa a
farsi mettere sotto i piedi dall'ultimo arrivato nel campo della Sinistra?
TACCUINO ELETTORALE
Non servono i
professionisti
dell’antimafia parola
di Rosy Bindi
Pur dopo le giuste scelte del Pd, che, ritornato
nella misura delle cose, non ha candidato al
Parlamento nessuna delle sacerdotesse dell'antimafia, ci pare giusto riproporre una questione, che riguarda più la logica che la politica.
E la questione è questa: se in Calabria, secondo l'autoproclamazione delle interessate, la
benedizione dei confratelli capi di partito, le
accordate macchine di scorta dei prefetti, le
sindache antimafia sono 4, non più di quattro e
soltanto 4, dobbiamo concludere che le restanti sindache calabresi - Maria Lucente, sindaca
di Zumpano (Cs), Beatrice Valente di
Spezzano Piccolo (Cs), Barbara Mele di San
Nicola Arcella (Cs), Paola Maria Candia di
Orsomarso (Cs) Antonella Leone di
Pedivigliano (Cs), Patrizia Linda Cecaro diSan
Sostene (Cz) Teresa Procopio di San Floro
(Cz), Antonella Bartucca di Francavilla
Angitola (VV), Marianna Caligiuri di Caccuri
(Kr), Domenica Gangemi di Santa Caterina
d'Aspromonte (RC), Rosita Femia di Canolo
(RC), Maria Romeo Ferruzzano (RC) - non
sono sindache antimafia. Con la logica non si
scherza, e la logica dà questo risultato logicamente non sorprendente. Sorprende invece che
i prefetti non abbiano ancora provveduto a
preparare le carte per lo scioglimento dei
comuni, retti dalle sindache non antimafia.
Chi ci salverà dalle professioniste dell'antimafia, bardate con la bandiera tricolore? Aprendo
la campagna elettorale a Cinquefrondi Rosy
Bindi, che guida la lista alla Camera del Pd, ha
detto: «Non servono i professionisti dell'antimafia. Ognuno in questa terra è presidio contro l'illegalità se esercita i propri diritti e doveri». Noi lo sosteniamo da tempo. Meglio tardi
che mai. E, comunque, Rosy Bindi si dimostra
all'altezza della situazione.
DOMENICA
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LA RIVIERA
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la Riviera
RUBRICHE
Registrazione Tribunale di
Locri (RC)
n. 1 del 19/06/1998
R.O.C. n°11602 del 02/11/98
Questo periodico è associato
all’Unione Stampa Periodica
Italiana
AmministratoreUnico
Rosario Vladimir Condarcuri
Direttore responsabile: PASQUINO CRUPI
In redazione: ERCOLE MACRÌ, ELEONORA ARAGONA,
DOMENICO MACRÌ, ILARIO AMMENDOLIA, MASSIMO
PETRUNGARO, KATIA CANDIDO, NINO SIGILLI.
Responsabile sport: ANTONIO TASSONE
Art Director: PAOLA D’ORSA
Impaginazione: EUGENIO FIMOGNARI
La colonna infame di Mimmo Gangemi
Loqui e sproloqui di Filomena Cataldo
Messagi nel tempo di Daniela Ferraro
Le pillole di Eva
COLLABORATORI
Anna Laura Tringali, Mara Rechichi,
Franco Crinò, Nicodemo Barillaro,
Giuseppe Gangemi, Mimmo Romeo,
Giuseppe Fiorenza, Franco Parrello,
Franco Blefari,
NOTE E SCHERMAGLIE
LA LETTERA
REPUBBLICA E MONARCHIA
Proposta di un cittadino per
risolvere i problemi della Locride
Felicemente Votano democristiani e cortigiane
Questa proposta la faremo al
comitato dei Sindaci della Locride
che si riunirà il prossimo 28 gennaio 2013. La nostra proposta è
quella di costruire una società
Public company, gli azionisti della
quale dovrebbero essere esclusivamente cittadini della Locride, i
quali devono detenere la maggioranza delle azioni (55-60 per
cento) del capitale della società. Il
rimanente 40-45 per cento delle
azioni può essere detenuto da
banche, società finanziarie o privati che vogliono investire per lo
sviluppo di questa Area, che ha
tanto bisogno di riscattarsi da sola.
Come si può notare, con questo
sistema il controllo della Società
rimarrebbe sempre ai cittadini
soci. Elaboriamo qualche ipotesi
di questa società. Ogni azione
dovrebbe avere una base minima
di 100 euro. Somma che ogni cittadino medio potrebbe investire
nella società. Quei cittadini che
hanno maggiori possibilità possono arrivare ad investire anche
10.000 euro, con pagamenti rateali
di media scadenza. Il socio che ha
un azione da cento euro in seno
all'assemblea dei soci può
esprimere soltanto un voto. Invece
il cittadino che possiede un capitale sociale di 10.000 euro può
esprimere 100 voti in seno alla
suddetta assemblea. Così anche gli
azionisti di minoranza.
Essenso gli abitanti della Locride
131.985, dividiamo questo numero
in tre parti: ricchi, meno abbienti e
ceto medio. Il ceto medio è il più
numeroso, perciò lo quantifichiamo in 100.000 abitanti. Se la
Società dovrà raggiungere un capitale sociale di 30.000.000 di euro.
Il 55 per cento del capitale, ovvero
16.500.000 euro, lo dovrebbero
detenere i soci di maggioranza,
ovvero i cittadini, e il rimanente
capitale sociale di 13.500.000 euro
andrebbe coperto dai soci di
m i n o r a n z a .
16.500.000:100.000=165 euro
sarebbe l'importo di partecipazione di ogni cittadino/socio.
L'importo della società potrebbe
essere, inizialmente, anche di
50.000.000 di euro. Le amministrazioni comunali avrebbero l’obbligo di partecipare alla Società
come soci di minoranza. Questa in
linea di massima dovrebbe essere
la struttura portante della società.
Con questo capitale sociale, la
società potrà fare investimenti
produttivi nella Locride. Se i cittadini si vogliono organizzare, per
costruire una vera forza sociale ed
economica che sia di sostegno e
collaborazione alla classe politica
della Locride ora hanno l'opportunità di farlo.
Benito Stinà
immaginazione impareggiabile
e la fantasia ardita e colta permisero ad un filosofo socialista
del settecento, di catalogare e dscrivere, con magistrale precisione, ben
77 tipi di cornuti. L’opera che conserva il prezioso schema, salvo errori di
memoria, si intitola “L’armonia universale” e, probabilmente, da essa è
stata derivata la frase “cornuti e contenti”. Purtroppo, non ricordiamo se,
come nella prima stesura del sistema
periodico, v’erano delle caselle vuote,
né se fosse stata prevista una corrispondenza biunivoca tra i decorati
dell’imbarazzante ornamento frontale e le decoratrici, generose e abili.
Tuttavia, occorre ammettere che, alla
luce del nostro progresso civile,
sociale e culturale, il secondo genere
ha avuto un imponente sviluppo, in
numero e qualità, per cui è doveroso
riconoscere ad esso legittima rappresentanza ad ogni livello sociale ed
istituzionale. Tralasciamo ogni altra
considerazione e guardiamo, ancora
una volta, alla nostra terra. Le premesse introduttive illuminano numerosi aspetti delle liste PD-SEL in
Calabria e, forse, spiegano i risultati
delle cosiddette primarie. A nostro
avviso, però, non lasciano tranquilla
la “vecchia base” che resta l’unico
vero e consistente riferimento sociale, elettorale ed organizzativo della
presunta sinistra democratica. La
cosiddetta “fusione fredda”, generando il PD solo a livello di vertice, ha
attratto poco della componente
democristiana. In Calabria, forse
L’
nemmeno quello. Viceversa i voti
elettorali sono frutto del lavoro tenace ed incorreggibile dei devoti e
sopravvissuti ex comunisti del buon
tempo andato. Ebbene, questi infaticabili compagni voteranno democristiani, nomadi e stanziali, insieme
con cortigiane di origine incontrollata. Si può? A rigor di logica, no! Ma
loro voteranno come un sol uomo:
“perché sennò vince la destra”.
Hanno imbarcato soggetti in odore
di mafia, parenti di mafiosi, condannati per gravi reati, accusati di corruzione e malversazione. In fondo,
osserva qualche compagno le cortigiane sarebbero il male minore, se
solo però non fossero state indagate
per malaffare pubblico e condannate
per immoralità privata. Ma, se
opportunismo, trasformismo, personalismo, familismo, trasversalismo,
servilismo, ruffianesimo, carrierismo,
ignoranza, incompetenza, compiacenza e, chi più ne ha più ne metta,
non sono più disvalori, non costituiscono impedimento alla elezione,
cos’è che vogliono cambiare questi
soloni del PD e dell’affabulatore che,
con immenso piacere, denominiamo
sellino (perché deriva da sella, la
quale rimanda al ciuccio)? Anni or
sono, molti dei dirigenti reggini di
sinistra, democratici e non, artefici
degli impresentabili elenchi elettorali, nonché occulti oppositori all’immediata sentenza di dissesto del
Comune e perciò, ipocriti ed interessati fiancheggiatori del distruttore
della “città metropolitana”, ci addita-
DOMENICA
vano, all’interno del PCI dove incredibilmente militavamo insieme, quali
elementi anti-partito in quanto, a
loro dire, sprecavamo il meglio e il
più delle energie a contrastare il
gruppo federale, cioè loro, anziché
lottare contro il nemico esterno, allora costituito, come adesso, da democristiani e fascisti. Noi, con lungimiranza, rispondemmo che per trasformare la società occorre costruire lo
strumento del cambiamento, cioè il
Partito. In altri termini, i suoi dirigenti e i suoi militanti. Perché solo se non
si è ladri si combattono i ladri, solo se
non si è mafiosi si contrastano i
mafiosi, solo se non si è corrotti si
impedisce la corruzione, solo se non
si è ambiziosi si sconfigge il carrierismo, l’arrivismo, il trasformismo,
l’opportunismo, il trasversalismo,
solo se si è liberi e leali si annienta il
servilismo, il ruffianesimo e il tradimento. In definitiva, noi seguivamo il
principio del conflitto secondo cui “È
il diverso che abbatte il diverso”, poiché la storia dimostra che “l’uguale
perpetua l’uguale”. Il risultato è sotto
gli occhi di tutti coloro che vogliono
vedere: i cripto democristiani di un
tempo, un po’ fascistelli e un po’ stalinisti, votano, finalmente felici e liberati, per i democristiani di sempre e le
cortigiane di questo tempo bacato.
Se il futuro che ci promettevano ieri
è l’oggi, immaginate un po’ cosa sarà
il futuro di oggi, tracciato da questi
condottieri di ieri.
27 GENNAIO 2013
LA RIVIERA
20
HANNO COLLABORATO
Francesco Laddarina,
Giuseppe Patamia, ,Bruno
Gemelli, Carmelo Carabetta,
Antonio Cormaci, Giulio
Romeo, Sara Caccamo,
Giuseppe Fiorenza, Daniele
Mangiola.
COPERTINE
Dal 2003 a cura
di Paola D’Orsa
Le COLLABORAZIONI non precedute dalla
sottoscrizione di preventivi accordi tra
l’editore e gli autori sono da intendersi
gratuite.
FOTOGRAFIE e ARTICOLI inviati alla
redazione, anche se non pubblicati, non
verranno restituiti.
I SERVIZI sono coperti da copyright diritto
esclusivo di “la Riviera Editore” per tutto il
territorio nazionale ed estero.
GLI AUTORI delle rubriche in cui si
esprimono giudizi o riflessioni personali, sono
da ritenersi direttamente responsabili.
NEW ENTRY
Un aiuto bancario
ai nostri lettori
Nel ringraziare l'Editore e il Direttore responsabile della prestigiosa rivista "La Riviera", mi pregio annunciare che da questo numero sarà presente la rubrica "Banche e usura", che consentirà ai cittadini di ottenere su espressa domanda
le risposte necessarie per poter tutelare la propria posizione in questa giungla di norme e di
evidente potere del sistema bancario. Oggi il cittadino è lasciato solo dinnanzi ai voleri, spesso
perversi, degli Istituti di Credito, che utilizzano
la propria forza economica per vessare l'utente.
Nel passato, il rapporto diretto tra il responsabile dell'agenzia bancaria ed il cliente consentiva
la realizzazione di un rapporto leale e corretto,
con la disponibilità umana di venire incontro
alle esigenze delle famiglia, delle imprese e di
tutti coloro che avevano bisogno di un intervento finanziario. Oggi, gli utenti sono dei semplici
numeri che vengono trattati in base alle loro
capacità patrimoniali. Con la conseguenza che
le fasce deboli, che hanno naturalmente il maggior bisogno, non possono usufruire del servizio
bancario. Una situazione gravissima che, specialmente nel meridione, ha paralizzato l'economia e messo sempre più in povertà i cittadini. La Riviera, consapevole di questo bisogno,
ha realizzato una rubrica che mette a disposizione di tutti coloro che hanno dubbi o vogliono chiarire la propria posizione. Un servizio certamente utile che potrà aiutare coloro i quali
non riescono a venire fuori dalla marea di
norme e di principi sanciti dalla giurisprudenza.
Mi onoro di poter fornire questo piccolo servizio
alla comunità e ringrazio ancora la sensibilità
dell'Editore e del Direttore responsabile.
Giacomo Saccomanno avvocato
PUBBLICITÀ
Per richieste di pubblicità rivolgersi a: PI GRECO Comunication srl
Via Gramsci, 72/A info 0964383251
GLI INSERZIONISTI sono responsabili dei marchi e dei loghi pubblicitari nei loro spazi,
l’Editore non risponde per eventuali dichiarazioni, violazioni di diritti, malintesi, ecc...
Tutti i marchi riportati sono registrati dai legittimi proprietari.
STAMPA: Master Printing S.r.l. - Modugno (BA)
DIFFUSIONE S.P. servizi - Gioiosa J.
ASSOCIATO- Unione Stampa Periodica Italiana, Croanache Italiane
Banche e usura
ANDREA SACCOMANNO
L'usura è una tipologia di
reato disciplinata dall'art. 644
del codice penale, il quale stabilisce che “chiunque, fuori
dei casi previsti dall'articolo
643, si fa dare o promettere,
sotto qualsiasi forma, per sè o
per altri, in corrispettivo di
una prestazione di denaro o
di altra utilità, interessi o altri
vantaggi usurari, è punito con
la reclusione da due a dieci
anni e con la multa da euro
5.000 a euro 30.000”. La fattispecie in esame è stata
oggetto di numerose modifiche legislative, finalizzate a
evitare che il trascorrere degli
anni e i mutamenti sociali,
potessero rendere poco efficace il dettato legislativo. Le
prime avvisaglie che qualcosa
stava cambiando, si ebbero
sul finire degli anni ottanta,
allorquando si verificò un'ingerenza di soggetti appartenenti alla criminalità organizzata nel circuito delle imprese. Tali soggetti facevano
ricorso all'attività usuraria
per corrispondere alle imprese in difficoltà un aiuto eco-
la Riviera
nomico, diretto in realtà ad
aggravarne le condizioni di
crisi, per poi col passare del
tempo acquisirne il controllo
e la proprietà. Per contrastare la criminalità organizzata e il riciclaggio del
denaro sporco, con l'art. 11
quinquies L. 07.08.1992, n.
356, venne inserito nel codice
penale l'art. 644-bis (ora
abrogato), che prevedeva la
SUL WEB
L’articolo integrale
lo potete leggere sul
nostro sito
www.larivieraonline
.com
nuova figura denominata
”usura impropria”. Tale normativa, da una parte sostituì
il probatoriamente più
gravoso stato di bisogno con il
criterio delle condizioni di
difficoltà
economica
o
finanziaria e, contestualmente, la condotta punibile
poteva riguardare solo particolari soggetti qualificati che
svolgevano
un'attività
imprenditoriale o professionale.
La riforma del 1992 aveva
indubbiamente determinato
un abbassamento della soglia
della condizione soggettiva
della vittima. La vera novità,
quindi, fu il superamento di
una visione del delitto in
un'ottica esclusivamente individuale, al fine di adeguare i
permanenti obiettivi di tutela
alle dinamiche del mercato e
alle esigenze del credito nell'andamento dell'attività di
impresa. I primi anni novanta furono indubbiamente
contraddistinti da una frenetica spinta riformatrice, portata avanti faticosamente da
alcune importanti professionalità italiane che per la prima
volta intesero porre un freno
alla disparità contrattuale
insita, forse ancora oggi, nei
rapporti tra gli istituti di credito e i clienti. Fu pertanto
adottata la Legge n. 108 del 7
marzo 1996, grazie alla quale
venne introdotto nella dialettica contemporanea il concetto di “USURA BANCARIA”. L'art. 644 c.p. novellato,
ha introdotto accanto all'originaria fattispecie usuraria
avente caratteri puramente
soggettivi, una nuova formulazione dell'articolo diretta a
“oggettivizzare” i casi di
usura. Il legislatore del 1996
ha strutturato il reato d'usura
prevedendo l'usura cosiddetta presunta e l'usura “in concreto”, lasciando al giudice il
dominio sull'accertamento
degli elementi integratrici
della fattispecie. In relazione
al primo caso, quello che a
noi maggiormente interessa,
oggi, si intendono usurari gli
interessi che oltrepassano il
tasso soglia previsto da
decreti ministeriali emessi
trimestralmente
dal
Ministero dell'Economia e
delle Finanze sentita la Banca
d'Italia. Tale decreto ha la
funzione di stabilire il tasso
effettivo globale medio relativo a categorie di operazioni
della stessa natura: rappresenta il tasso soglia, oltre il
quale gli interessi si intendono usurari, il tasso effettivo
globale medio aumentato
della metà.
DOMENICA 27 GENNAIO
2013
LA RIVIERA
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LA RIVIERA
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Serie B L’ex reggino Erjon Bogdani continua a stupire
Mezzi fisici imponenti, grande generosità ed abilità nel gioco aereo,
a dispetto di un passo non certo fulmineo. Queste le caratteristiche
principali del 'gigante albanese' Erjon Bogdani, arrivato in Calabria
nel Gennaio del 2000. Non è mai stato un titolare inamovibile dello
scacchiere amaranto, ma è riuscito comunque a dare un prezioso
contributo alla causa. I tifosi reggini, lo ricorderanno per lo
splendido gol di testa all'Olimpico di Roma (che valse il
momentaneo 1-1, ma non la sconfitta), ma soprattutto per il tocco
vincente con cui ha consentito alla Reggina di espugnare per
l'ennesima volta il San Vito di Cosenza, nel 2001/2002. Restando al
2001/2002, campionato che portò alla seconda promozione in A, da
menzionare anche la rete che spianò la strada nel successo
casalingo con la Samp, l'inzuccata vincente a tempo scaduto a
Crotone (con Casale che completerà l'incredibile rimonta), ed il
guizzo decisivo a Pistoia. Lascia Reggio Calabria (inizilamente in
prestito) nel 2003, con 67 presenze e 11 gol all'attivo. Domenica
scorsa in Siena-Sampdoria 1-0, il 'gigante' d'Albania fa il suo
ingresso al 18' della ripresa al posto di un evanescente Paolucci, in
un Franchi animato da fischi e contestazioni alla società di
Mezzaroma. Ad 8 minuti dal suo ingresso, Bogdani riaccende la
la Riviera
speranza, usando la sua arma migliore, ovvero il colpo di testa:
perfetta la deviazione aerea sul cross di Sestu, per Romero non c'è
nulla da fare. Un gol pesantissimo, che cancella il successivo errore
di mira a tu per tu con l'estremo difensore ospite, bravo a deviare in
calcio d'angolo. Di sicuro, Erjon Bogdani ha dato pienamente
ragione a coloro i quali sostengono che il 35enne attaccante
meriterebbe decisamente più spazio (solo 7 presenze fin qui),
considerando soprattutto le difficoltà sotto porta dei bianconeri.
f.i.-reggionelpallone.it
SPORT
SERIE A
Sorpassi
e
contrapassi
MASSIMO PETRUNGARO
Ci conviene, per una lettura quanto più oggettiva di questo campionato, abituarci al cosiddetto effetto fisarmonica, cioè ad un allontanamento e avvicinamento tra le
squadre soprattutto nelle prime posizioni, piazzamento preliminari di Europa League compresi. Dalla
Juventus capolista con quarantotto punti per
arrivare alla Roma a quota 33, è un continuo sorpasso e controsorpasso. Vi
risparmio il mio pronostico,
tanto voi attenti lettori
quali siete, se mi seguite
ogni domenica, sapete
come penso andrà a finire. Che poi magari non ne
azzeccherò nemmeno uno, ma se c’è un minimo di logica in questo torneo, se la lettura oggettiva di cui sopra si
mantiene inalterata fino a giugno, allora non ci saranno
ribaltoni. Nelle prime sette posizioni ci sono le famigerate sette sorelle e queste con molta probabilità si trascineranno fino alla trentottesima e ultima giornata. Certo con
qualche controsorpasso e magari qualche sorpresa, ma
grosso modo resteranno queste. E uno di questi
controsorpassi potrebbe avvenire proprio in
questa terza giornata di ritorno che presenta
delle partite interessanti. La domenica si
apre con Bologna – Roma che si gioca alle
12:30. All’andata la squadra rossoblu tirò
uno scherzetto ai giallorossi imponendosi per
tre a due dopo una clamorosa rimonta. La gara
odierna è la classica partita dove il pareggio non serve a nessuno, perché il
Bologna non staccherebbe il gruppetto delle pericolanti e la Roma verrebbe risucchiata in un centro classifica che non si sposerebbe giustamente con il progetto intrapreso la scorsa estate. Rispetto
alla semifinale d’andata di coppa
Italia, Zeman dovrà gioco forza
apportare delle modifiche alla
formazione titolare. Osvaldo titolare al posto di Destro così come
Pjanic che sostituirà lo squalificato Lamela. Nel Bologna quasi
certamente vedremo Morleo dal
primo minuto a sinistra sulla
linea di difesa, mentre in attacco il
folletto Diamanti agirà alle spalle del tandem
formato da Gilardino e Gabbiadini. Il Milan
continua la sua rincorsa al terzo posto impegnato
nella trasferta di Bergamo. Così come successo per
la Roma, anche per i rossoneri ci fu all’andata un
“clamoroso al Cibali” con gli orobici che sbancarono San Siro grazie alla rete di Cigarini.
Allegri è intenzionato a schierare l’undici che domenica scorsa ha battuto il
Bologna quindi col giovane Niang
titolare nel tridente d’attacco accanto a
Pazzini ed El
Shaarawy.
Colantuono si cautela schierando una
formazione un po’
più guardinga con il solito Denis
unica punta e un centrocampo più
folto con Moralez e Bonaventura
pronti a sfruttare gli eventuali
spazi tra le linee. Sfida salvezza
tra Cagliari e Palermo.
Qualora i siciliani non
dovessero fare punti, già a
gennaio lo spettro della serie B
potrebbe profilarsi in tutta la
sua cruda concretezza.
L’uomo su cui Gasperini
affida le proprie speranze
è il solito Miccoli, mentre
nei sardi, che hanno
quattro punti di vantaggio sui rosanero è
rientrato l’allarme
inerente Sau, e
Cossu, di nuovo
disponibile, partirà
21° TURNO SERIE A
-
LAZIO
JUVENTUS- GENOA IERI
- ROMA 12,30
ATALANTA - MILAN
BOLOGNA
CAGLIARI
PARMA
-
-
PALERMO
NAPOLI
SAMPDORIA
-
PESCARA
UDINESE- SIENA
CATANIA
INTER
-
20-01-2013
CHIEVO IERI
-
FIORENTINA
TORINO
20.45
17 gol: Cavani (Napoli),
14 gol : El Shaarawy
(Milan) , Di Natale (
Udinese)
10 gol : Klose (Lazio),
Osvaldo (Roma) ,
Lamela (Roma),
Pazzini ( Milan)
8 gol: Gilardino
(Bologna), Milito
(Inter), Hernanes(
(Lazio) Jovetic
( Fiorentina)
7 gol: Denis, Sau.
CLASSIFICA
JUVENTUS
NAPOLI
48
43
LAZIO
43
INTER
39
FIORENTINA 3 6
MILAN
34
ROMA
33
CATANIA
32
PARMA
31
UDINESE
30
TORINO -1
26
25
ATALANTA-2 2 3
BOLOGNA
21
CHIEVO
SAMPD. -1
PESCARA
CAGLIARI
GENOA
PALERMO
SIENA - 6
21
20
20
17
15
11
dalla panchina. Partita che promette spettacolo quella tra
Catania e Fiorentina. L’attuale tecnico viola torna nella
città che lo ha amato e che ancora lo ama e lo rispetta.
Montella recupera Pizarro in mezzo al campo e formerà
la mediana insieme a Borja Valero ed Aquilani, mentre
sugli esterni agiranno Cuadrado e Pasqual. Davanti
potenza e qualità con Toni Jovetic. Assenze pesanti per
la squadra di Maran che dovrà sopperire alle assenze di
Lodi, Bergessio e Capuano. Il Napoli secondo in classifica assieme alla Lazio fa visita al Parma, ancora
imbattuto tra le mura amiche. Nei partenopei ritorna
dopo il reintegro a seguito dell’annullamento della
squalifica capitan Cannavaro che si posizionerà al centro della difesa. Nel Parma non ci dovrebbero essere
variazioni di rilievo rispetto alla squadra che ha pareggiato a Verona, forse l’unica cambiamento riguarda Rosi a
sinistra al posto di Sansone per un più coperto 3-5-2.
Sampdoria – Pescara è un altro scontro salvezza e chi
vince mette un buon sigillo su un’eventuale classifica
avulsa di fine anno. L’Udinese, dopo i quattro gol subiti allo Juventus Stadium spera di riprendere la corsa
verso l’Europa. Il Siena non è un cliente facile, ma Di
Natale non è uno di quelli che si fa impensierire.
Chiude la terza giornata di ritorno il posticipo Inter
– Torino. Ancora problemi in attacco per
Stramaccioni, che ha
come titolare il solo
Palacio. Basterà
per la rincorsa al
terzo
posto?
Sorpassi e controsorpassi permettendo.
DOMENICA
27 GENNAIO 2013
LA RIVIERA
23
Parlando
di...
SPORT
ROCCELLA / Dopo l’incredibile rimonta oggi gli amaranto affrontano il Castrovillari
COPPA ITALIA SICULA
Roccella adesso “credici”
l big match 19° giornata del
campionato di Eccellenza sarà
sicuramente quello che si
disputerà allo Stadio Comunale di
Viale degli Ulivi dove si
affronteranno il Roccella di mister
Ferraro che domenica scorsa ha
battuto in casa sua la capolista
Nuova Gioiese ed il Castrovillari di
Graziano Nocera che dal canto suo
è reduce dalla vittoria casalinga
contro il Rende. La sfida del girone
d’andata
registrò
la
netta
affermazione dei “lupi del Pollino”
che diedero uno dei primi dispiaceri
alla compagine amaranto. I motivi
dunque perchè il Roccella possa
sportivamente vandicarsi di quella
sconfitta ci sono tutti anche perchè
dopo la conquista della Coppa Italia
ed un filotto di risultati utili
consecutivi il Roccella si è portato a
meno nove dalla vetta e con ancora
12 partite da disputare. Il capitano
del Roccella, Natino Varrà,
intervistato da Stadioradio, prima
della gara odierna ha dichiarato che
“Qualcosa all’inizio non ha
funzionato.
I
risultati
non
arrivavano, fino al cambio di
panchina”. “Mister Ferraro continua Varrà- ha portato qualcosa
di nuovo. Noi giocatori siamo
sempre gli stessi. Però ci siamo
amalgamati. Il mister ci ha schierati
Kamarat - Tiger
rinviata a Mercoledi
I
CLASSIFICA
N.GIOIESE
4 1 CASTROVILLARI 2 1
RENDE
3 7 BOCALE
21
GUARDAVALLE 3 4 CATONA
20
ACRI
32
SAN LUCIDO 1 7
SILANA
17
ROCCELLA
32
SOVERATO
2 8 BRANCALEONE 8
PAOLANA
27
SIDERNO
7
ISOLA C.R.
27
SERSALE
24
QUARTA GIORNATA DI RITORNO
CATONA - PAOLANA
RENDE - BRANCALEONE
ROCCELLA - CASTROVILLARI
SAN LUCIDO - GUARDAVALLE
SERSALE - ACRI
SIDERNO - BOCALE
SILANA - N. GIOIESE
SOVERATO - ISOLA C.R.
con un nuovo modulo, più
funzionale alle nostre caratteristiche
ed ha lavorato molto sulle
motivazioni.” “Crediamo molto alla
coppa. Se giochiamo con forza e
umiltà possiamo arrivare lontano”.
Poi, continua ancora Varrà, il
campionato non va trascurato
perchè ancora può dire e darci
tanto”.
“Lo dicevo quando eravamo a -15 –
esclama il difensore - pensate adesso
che siamo -9. Finchè la matematica
non ci condanna, noi lotteremo per
recuperare. Ancora mancano tante
partite.”“Noi stiamo bene”. “Lo
dimostra la condizione della
squadra quando scende in campo. Io
sto bene sia fisicamente che
tatticamente. In qualche occasione
ho dovuto stringere i denti perché
c’era da farlo. Ma non potevo
tirarmi indietro, e non lo farò in
questo finale di stagione” . “Ho
parlato con Giannitti in Estate”.
Sono molto legato al Presidente e mi
fido di lui. Sono stato il primo che ha
contattato e quindi punta molto su
di me. Questo mi onora e mi ha
convinto
ad accettare il suo
progetto. Un progetto ambizioso: il
salto di categoria. Speriamo di
riuscirci.”
lr
La Lega Sicula ha deciso di cambiare
sede alla prossima finale di Coppa
Italia di Eccellenza tra il Kamarat ed
il Tiger Brolo. Come era noto, in un
primo tempo, la scelta era ricaduta
sul “Memo Di Pasquale” di Avola,
ma le condizioni pessime del rettangolo di gioco, hanno convinto il massimo organo federale siciliano a cambiare rotta. La scelta è caduta sullo
stadio “Mongiafora” di Leonforte
per mercoledì 30 gennaio 2013, a
partire dalle ore 14:30, quindi per
conoscere l'avversaria del Roccella
bisognerà attendere ancora una settimana.
www.stadioradio.it
SIDERNO / Mister Telli invita i suoi ragazzi alla massima concentrazione
Contro il Bocale ultima chiamata per la salvezza
Il Siderno, dopo la pesante sconfitta rimediata ad Isola Capo
Rizzuto, oggi torna in casa per
affrontare il Bocale in un inedito
derby reggino d’eccellenza. Il
team del presidente Cogliandro è
una delle nuove arrivate nella
massima serie calcistica regionale
e domenica scorsa è stato battuto
in casa dalla Silana. Sarà, probabilmente, una delle ultime chiamate per la formazione di mister
Telli, costretta assolutamente a
vincere per evitare l’ultimo posto
della classifica e cercare di rosicchiare punti alle formazioni che
attualmente si trovano in zona
play-out, al fine, quantomeno, di
potersi giocare lo spareggio in
gara unica. Per tutta la settimana,
i bianco-azzurri hanno lavorato
alacremente sul terreno di gioco
del “Filippo Raciti” con l’intento
di trovare le giuste motivazioni e
quella concentrazione necessaria
che da qui sino alla fine del campionato sarà determinante per “centrare” una salvezza che, se raggiunta, avrebbe del “miracoloso”
dopo tutte le traversie di questa
stagione. Contro la formazione
allenata da mister Logatto (fratello dell’ex giocatore del Siderno) i
padroni di casa non avranno alternative. O si vince oppure il percorso salvezza diventerà ancora più
accidentato con lo spettro della
retrocessione diretta che inizierà a
prendere forma concretamente.
Prendere tre gol in sei minuti, così
come accaduto ad Isola Capo
Rizuto domenica scorsa, significa
essere crollati psicologicamente
(era già successo a San Lucido) e
questa squadra non può permettersi distrazioni difensive che mortificano il lavoro di una settimana
intera. L’esperienza di Carabetta,
Macrì ed Errigo dovrebbe dare
maggiori garanzie al pacchetto
difensivo. Ed oggi, anche a causa
di qualche evidente errore arbitrale, evidenziato nel referto della
gara persa contro l’Acri l’altra settimana e costati quattro turni di
squalifica
ad
Anthony
Sgambelluri e addirittura sei mesi
per Domenico Luciano, la
squadra mancherà ancora una
volta di questi due importanti calciatori in una delle sfide decisive
della stagione. La società ha
prodotto motivato ricorso che
dovrebbe essere
esaminato
domani
pomeriggio
dalla
Commissione
Disciplinare.
Vedremo se le eccezioni della
società troveranno conferma
davanti all’organo d’appello della
giustizia sportiva. Intanto, dal
canto suo, la società non è stata
ferma. Sono arrivati in settimana
due attaccanti che mister Telli ha
DOMENICA
provato già in allenamento consapevole del fatto che il vero “tallone d’Achille” della squadra è
l’attacco. Poche le reti messe a
segno in questo campionato e se
non si segna le speranze per vincere le partite si riducono al lumicino. Si può sperare di non prendere gol, difendendo lo 0-0, ma
alla fine l’episodio negativo finisce
con il fare la differenza e condannare la pur generosa squadra
del presidente Panetta. Insomma,
senza troppi giri di parole, oggi
serviranno tre punti, magari anche
giocando male, ma sarà troppo
importante muovere la classifica
cercando di lasciare l’ultima
posizione. Infine, segnaliamo che
da un mese circa non si sta
allenando più, causa infortunio,
Vincenzo Fotia. Al bravo centrocampista,tornato dall’Africo ma
da sempre vicino al Siderno, un
caloroso augurio di pronta guarigione con la speranza di poterlo
rivedere al più presto in campo.
l.r.
27 GENNAIO 2013
LA RIVIERA
24
la Riviera
di...
PROMOZIONE
Gioiosa Ionica:
contro il Polistena
serviranno i tre punti
CLASSIFICA
TAURIANOVA
GALLICESE
REGGIOM.
M.GIOIOSA
PALMESE
BIANCO
GIOIOSA J.
GIMIGLIANO
DAVOLI
42
42
34
33
32
28
27
26
23
VILLESE
22
RIZZICONI
20
POLISTENA
19
BOVALINESE 1 7
MONTEPAONE1 6
S.CALOGERO 1 5
R. CATANZARO 3
DICIANNOVESIMO TURNO
BIANCO - VILLESE IERI
REAL CZ - MONTEPAONE IERI
REGGIOMED.- M. GIOIOSA IERI
BOVALINESE - DAVOLI
GIOIOSA J. - POLISTENA
PALMESE - GIMIGLIANO
RIZZICONI - GALLICESE
SAN CALOGERO - TAURIANOVESE
Ritorno amaro per Cosimo
Silvano a Marina di Gioiosa i
biancorossi dopo aver disputato un ottimo primo tempo
nel derby sono crollati nella
ripresa uscendo sconfitti
pesantemente per 3-0 .Nel
derby Matteo Carbone ha
fatto la differenza complici
anche due disattenzioni
difensive. I biancorossi si
sono presentati nella super
sfida con una formazione
decimata da infortuni e squalifiche che hanno pesato tantissimo sul terreno di gioco.
Nel primo tempo Dulcianu e
compagni sono riusciti a
tenere bene il campo dimostrandosi ordinati nella linea
della trequarti e capaci per
ben tre volte di sfiorare la
rete del vantaggio, c'è voluta
tutta la bravura di Frascà per
dire no ai biancorossi che
hanno sciupato clamorosamente le occasioni da rete.
Cosimo Silvano al termine
del derby commenta così la
sconfitta dei suoi ragazzi:”
Eravamo venuti a vincere e lo
abbiamo dimostrato nel
primo tempo sciupando
diverse occasioni che ci
avrebbero consentito di arrivare al doppio vantaggio.
Accettiamo il verdetto del
campo coscienti di aver fatto
in ogni caso la nostra partita
che io considero positiva.
Come commenta i fischi dei
suoi ex tifosi se li aspettava ?
Veramente no, non sapevo
che ci fossero gli ultrà a
Marina di Gioiosa penso di
aver lavorato bene quando
sono stato a Marina lo dicono i risultati per cui non
intento commentare altro
auguro al Marina di vincere il
campionato. Da ottobre scorso sono a Gioiosa Jonica qui
mi trovo benissimo c'è una
società che sta operando
positivamente con enormi
sacrifici spero di rimanere a
lungo qui intanto guardiamo
avanti con fiducia come
abbiamo sempre fatto ”. Oggi
pomeriggio al comunale arriva il Polistena per il Gioiosa
una sfida da non sottovalutare in quanto i pianigiani in
queste ultime settimane
hanno dato segnali di ripresa.
I ragazzi di Silvano però
vogliono ritornare alla vittoria per cancellare definitivamente la sconfitta nel derby e
per ricominciare ad incamerare risultati positivi per riavvicinarsi alla griglia play off in
quanto tutto è ancora possibile visto che siamo soltanto
alla quarta giornata e il campionato è ancora lungo e può
ancora regalare diverse sorprese. Sul fronte formazione
ancora tanti i dubbi da sciogliere intanto ci sarà il rientro
di Mimmo Libri e quello probabile di Omar Satta tra i poli
potrebbe ritornare Saraco.
N.B.
Il Marina di Gioiosa adesso vuole gli
spareggi per la promozione in Eccellenza
Clima di festa e di euforia a Marina di
Gioiosa dopo la vittoria nel derby di
domenica scorsa. Il più festeggiato naturalmente è il fantasista
Matteo
Carbone autore della doppietta decisiva che ha trascinato la sua squadra
alla vittoria. Ben tredici sono le reti fin
qui segnate dal forte fantasista (un vero
lusso per questa categoria) tutte di ottima fattura che ormai insieme al fratello è diventato un vero incubo per tutte
le difese del campionato. Matteo
Carbone è il capo cannoniere del campionato ha conferma di come il
numero dieci sia diventato in questa
stagione il vero trascinatore della
squadra giallorossa che sotto la guida
di Gianni Scigliano (domenica
durante il derby a lungo osannato dai
tifosi) stia disputando una grande stagione. Il tecnico commenta così la vittoria nel derby :” Sono molto contento della prestazione vincere 3-0 non
è stato facile, voglio complimentarmi
con i miei calciatori per l'impegno e la
grande determinazione che hanno
messo per ottenere i tre punti. Nella
prima frazione di gioco non siamo
riusciti ad esprimerci al meglio, poiché
i ragazzi sentivano eccessivamente
l'importanza della posta in palio.
Abbiamo rischiato di subire la rete ma
Frascà è stato superlativo. Nella
ripresa, siamo sicuramente rientrati col
piglio giusto, attaccando costantemente e riuscendo a trovare con i
guizzi di Matteo Carbone la rete. I
ragazzi hanno giocato con il cuore
sono stati molto bravi e faccio i complimenti a tutti uno per uno per il
modo in cui hanno interpretato la gara
che non era per nulla facile trattandosi
di un derby molto sentito. Abbiamo
regalato una bella soddisfazione ai
nostri tifosi ma soprattutto alla nostra
società che ci teneva tanto a questa vittoria, la dedichiamo per intero al nostro presidente Vincenzo Tavernese che
per motivi di salute non è stato presente
domenica allo stadio . Meriti particolari? No, questo è il successo di un
intero gruppo, che in settimana lavora
con intensità, facilitando di fatto quello che è il mio lavoro. Stiamo crescendo tantissimo sono veramente contento e mi auguro che si continui così.
Adesso guardiamo avanti e tutti
insieme pensiamo a conservare la nostra invidiabile posizione di classifica.
Durante il derby è stato spesso osannato dai tifosi è pronto ad aprire un ciclo
a Marina di Gioiosa ?. Ringrazio di
vero cuore i nostri tifosi qui si lavora
molto bene ho istaurato un bel feeling
con i nostri sostenitori loro sono il
dodicesimo uomo in campo, per
adesso penso a questa stagione chiudiamo prima bene questo campionato
poi con la società parleremo del futuro
al momento non voglio pensarci
anche se ripeto qui sto bene e ringrazio
la società per la stima che nutre nei
miei confronti credo che il progetto va
conservato perché è molto valido e
potrebbe crescere ulteriormente. I fischi
rivolti al suo collega Silvano se li aspettava domenica ? .Veramente no, mi
dispiace per Cosimo che qui ha fatto
un buon lavoro ma si sa quando le
strade si dividono succede pure questo
”. L'uomo derby Matteo Carbone si
gode il grande momento: “In questo
inizio di stagione si è creata una bella
sinergia nel gruppo, vado d'accordo
con i mie compagni, il mister e la società perché lottiamo tutti per un obiettivo comune quello di fare bene e
arrivare il più in alto possibile. Credo
che questo organico abbia tutte le carte
in regola per puntare sempre alla vittoria, indipendentemente da chi sia
l'avversario di turno: a fine campionato tireremo le somme, vedendo dove
siamo arrivati. Vincere il derby è stata
una bella soddisfazione adesso godiamoci il grande momento”.
N.B.
CONI Calabria:
Praticò rieletto
Presidente
Mimmo Praticò si riconferma presidente del Comitato
regionale del CONI Calabria. Il massimo rappresentante dello sport della nostra regione ha battuto lo sfidante, Consolato Scopelliti, fratello di Giuseppe, presidente della Regione Calabria. Praticò ha ottenuto una
netta affermazione con 33 voti contro i 24 del suo rivale
pari al 58% dei suffragi (gli aventi diritto erano 57). A
eleggerlo per il quarto mandato consecutivo è stata
l’assemblea regionale che si è celebrata nella sede di Via
dei Correttori, a Reggio Calabria. Prima del voto, i due
contendenti avevano succintamente illustrato le loro
linee programmatiche per il prossimo quadriennio
olimpico. Nella relazione di Praticò, ampio spazio è
stato riservato alla Casa regionale dello Sport del rione
reggino di Gallina, all’impiantistica sportiva e alle proposte per far fronte alle problematiche di carattere economico delle federazioni sportive. «Sono felicissimo ed
emozionato – ha affermato il presidente dopo l’esito
dello scrutinio –. Dedico questo successo a tutti i presenti, rimgrazio chi mi ha votato e anche chi non lo ha
fatto. Continuerò a essere il presidente di tutti. Rivolgo
un pensiero e una dedica anche alla mia famiglia che, in
un momento così delicato, mi è stata accanto costantemente. Non è stata un’elezione semplice, visto che abbiamo dovuto affrontare una sorta di sfida tra Davide e
Golia. E se a vincere è chi dispone di meno mezzi, allora vuol dire che si è dimostrata la capacità di parlare al
cuore delle persone: in questo caso, dei dirigenti sportivi
che si riconoscono nei valori etici e morali che noi da
sempre propugniamo».
Frank Giorgi
al Yokkao Extreme
Tra i partecipanti al “Yokkao Extreme 2013” che si svolgerà il
prossimo 26 Gennaio al Forum d’Assago ci sarà anche il “sanluchese” Frank Giorgi. Frank Giorgi, per chi non lo sapesse, è
uno degli atleti più forti di Muay Thai (c.d. Boxe Thailandese).
Conosciuto dai fans come il nuovo “stallone italiano”, è nato
nel 1981 in Australia, ma entrambi i genitori sono originari di
San Luca. "Io sono stato un muratore di
professione- dichiara- ho sempre dovuto
lavorare per essere in grado di combattere”. “Il muratore è un lavoro duro
ma non ho mai risentito ed ho
guardato sempre con attenzione
alla mia formazione da atleta". “Il lavoro duro sembra
aver messo la pietra nelle
mani di Giorgi”. Lo stesso è
stato introdotto nello sport da
combattimento da suo zio,
Frank Mesiti. Frank Giorgi è un
uomo fortemente legato alla sua
famiglia e gli amici, ed ha due figli,
Sebastiano e Frankie.
DOMENICA 27 GENNAIO
2013
LA RIVIERA
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DOMENICA
27 GENNAIO 2013
LA RIVIERA
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BIBLIOTECA MERIDIONALISTA
GAETANO SALVEMINI
La mafia
del Nord
Giuseppe Vinci nel volume La mafia
del Nord: testimonianze sugli enti parastatali e sui privilegi monopolistici,
Palermo 1951, ha raccolto da molte
pubblicazioni, con diligenza e intelligenza, notizie sullo sfruttamento
economico a cui l’Italia meridionale
è assoggettata attraverso gli Enti
parastatali e i privilegi monopolistici,
che i capitalisti dell’Italia settentrionale sono riusciti a costruirsi nella
Italia politicamente unificata dal
1860 ad oggi. L’accento è messo,
come è naturale, sulle condizioni a
noi contemporanee. Il libro riuscirà
assai utile, e perciò è raccomandabile a chi voglia farsi senza grande fatica un’idea di quello che si suol chiamare «il problema meridionale».
Eppure il testo, mentre ripete verità
sacrosante, lascia insoddisfatti.
Perché? Perché tiene conto di non
più che la metà del problema meridionale: quello che il Vinci chiama
«la mafia del Nord». Non tiene conto
dell’altra metà: quello che bisogna
chiamare «l’autolesionismo del
Sud». Che i settentrionali sfruttino i
meridionali, non c’è dubbio. Ma che
cosa fanno i meridionali per non
essere sfruttati? I «nordici» trovano
proprio fra i «sudici» i peggiori strumenti del loro sfruttamento econo-
della comunità ed in modo particolare del Mezzogiorno»; «grossi interessi legano il padronato e il proletariato rosso, i quali marciano d’accordo».
E quindi anche i «social-comunisti»
ne hanno la loro parte. Nessuna
obiezione. Ma i democratico-cristiani che fanno? Il proletariato vero, o
meglio le guide del proletariato vero,
si comportano meglio nel resistere
alla «congiura capitalistico-operaia»? Il Vinci trova che «ogni volta
che l’onorevole De Gasperi resiste a
certe richieste, l’onorevole Togliatti, e
cioè i socialcomunisti, sono pronti ad
accusarlo di voler smantellare il
nostro apparato industriale». E spiega che l’onorevole De Gasperi non
«potrebbe con un colpo di bacchetta
magica risanare il nostro organismo
industriale». Assolviamo dunque De
Gasperi. De Gasperi – cioè il partito
democristiano – non può dare il
colpo di bacchetta magica. Ma il partito democratico-cristiano è accusato
di non far niente di niente (salvo mettere in tutti i buchi i suoi adepti), perché la mafia del Nord è in ottime
relazioni con l’Azione cattolica, e
perciò il partito democratico-cristiano non può disturbare un cosi profittevole connubio. Quanto alle accuse
che i socialcomunisti muovono a De
Finché i meridionali – cioè i piccoli
borghesi intellettuali meridionali – non
faranno che guaire contro la mafia del
Nord, e non prenderanno di petto in
casa loro la mafia del Sud, non
faranno, ahinoi, molta strada
Che fanno i meridionali
per non essere sfruttati?
I «nordici» trovano
proprio fra i «sudici» i
peggiori strumenti del
loro sfruttamento
Non gli si domanda
nessun colpo di bacchetta
magica, ma per
cominciare faccia
qualcosuccia che disturbi
la mafia del Nord.
mico e politico.
Questa metà del problema meridionale è del tutto assente dal libro del
Vinci. Ed è purtroppo assente dal
pensiero di quasi tutti quei meridionali, che levano al cielo lamentele
contro la «mafia del Nord».
I deputati meridionali sono stati e
sono forse eletti dalla mafia del Nord
anzi che dagli stessi meridionali? Che
cosa fecero mai quei deputati per
resistere alla mafia del Nord?
Meridionali furono alcuni presidenti
del Consiglio: Rudinì, Crispi,
Orlando. Che cosa mai fecero costoro, non per tagliare, ma almeno per
accorciare le unghie a quella mafia?
Aiutarono spesso ad aguzzarle […].
Le informazioni che il Vinci raccoglie sulle malefatte della mafia settentrionale, sono dovute quasi tutte a
uomini di cuore oltre che di intelletto, che non sono meridionali: sono
settentrionali. I meridionali si tengono del tutto, o quasi del tutto, estranei a quelle ricerche. Quando si dice
«meridionali», si devono intendere le
classi superiori e medie meridionali:
specialmente la piccola borghesia
intellettuale: avvocati, medici, insegnanti secondari ed elementari, piccoli impiegati locali, medi e piccoli
proprietari cittadini oziosi. Gli operai
delle scarse industrie, gli artigiani, i
piccoli coltivatori diretti, i piccoli fittavoli, i giornalieri agricoli, che cosa
potrebbero fare da sé? Hanno bisogno di guide. E queste vengono quasi
tutte dalla piccola borghesia intellettuale: specialmente dalla solita genia
degli avvocati. Saprebbe dire Vinci
che cosa mai questa classe dirigente
meridionale ha fatto, se non servire
supinamente la mafia del Nord, tradendo i propri concittadini e se stes-
Gasperi quando resiste a certe richieste, De Gasperi non ha nessun obbligo di spaventarsene. Mise alla porta
dal governo i comunisti, dopo che
questi gli avevano votato il
Concordato, per fare a modo suo e
non per fare a modo loro. I socialcomunisti si dedicano al loro mestiere di oppositori; il partito democratico-cristiano faccia il suo come maggioranza che sta al governo.
Non gli si domanda nessun colpo di
bacchetta magica, ma per cominciare
faccia qualcosuccia che disturbi la
mafia del Nord. Per esempio, perché
non delibera la nazionalizzazione
dell’industria idroelettrica? Nel
Mezzogiorno la forza elettrica costa
il doppio che al Nord. Ecco dove si
potrebbe cominciare a colpire. Vada
il Vinci nei congressi democraticocristiani, locali e nazionali, a proporre la nazionalizzazione immediata
dell’industria idroelettrica. Sentirà la
musica. Vada poi all’Azione cattolica
a parlarne al professor Gedda77, e la
musica diventerà un crescendo rossiniano.
E allora? Finché i meridionali – cioè
i piccoli borghesi intellettuali meridionali – non faranno che guaire contro la mafia del Nord, e non prenderanno di petto in casa loro la mafia
del Sud, non faranno, ahinoi, molta
strada. Queste cose le pensano, ma
non le dicono, molti nordici. Le dica
almeno un «sudicio» come me, che è
sull’orlo della tomba, e non ha più
niente né da sperare né da temere da
nessuno.
[in «Il Ponte», marzo 1952; poi, G.
SALVEMINI, Scritti sulla Questione
Meridionale, cit., pp. 621-625].
sa? Non ha sistematicamente venduto ogni diritto di primogenitura per
miserabili piatti di lenticchie? Si suol
dire che gli Italiani del Mezzogiorno
sono intelligenti. Fra quelli che lavorano manualmente, e specialmente
fra gli Agricoltori che vivono all’aria
aperta, c’è intelligenza quanta in ogni
altra popolazione di questo mondo;
sono incolti e impastoiati dalle tradizioni, ma la intelligenza c’è: direi che
ce n’è più che fra i contadini della
Lombardia, della Francia e della
Svizzera (non della Toscana). Sono
uomini piccolini, magri, asciutti, dalla
voce maschia, che vivono di un pezzo
di pane condito con un pomodoro o
un peperone. Ma appena si passa ai
«galantuomini» la scena cambia:
grassi, con le borse sotto gli occhi, si
sbottonano i pantaloni quando mangiano, per mangiare di più, e passano
la serata giocando il tressette al circolo dei civili; torpidi di comprendonio,
voce in falsetto: un’altra razza. E
quando un contadino si arricchisce –
capita anche questo – e i suoi nipoti
vanno all’Università, questa terza
generazione degenera anch’essa fisicamente e intellettualmente, e passa
dalla razza che ha la voce maschia
alla razza che ha la voce femminea. È
una leggenda che il piccolo borghese
intellettuale meridionale sia intelligente. E pronto: cioè, mentre un
Piemontese sta pensando alla risposta da dare alla sua domanda, lui
legge la risposta sulla punta del naso
del Piemontese e la dà prima ancora
che l’altro cominci a fiatare. Questa
prontezza, che si trova fra gli isterici
indovinatori del pensiero sui palcoscenici, è scambiata con la intelligenza, ma non è. Intelligenza è saper
coordinare i mezzi al fine. Il piccoloborghese
intellettuale
del
Mezzogiorno d’Italia è di regola uno
scombinato, che non coordina mai
niente. Perciò è di regola, come ho
detto, un autolesionista.
Eccezioni ce ne sono, naturalmente.
E queste eccezioni, appena possono,
fuggono dalle asfissie dei loro
ambienti nativi. E quelli che riman-
gono, molte volte cominciano a
vent’anni con buone intenzioni, ma
finiscono a trent’anni anch’essi con
andare a giocare a tressette nel circolo dei civili. Oppure si dedicano... alla
filosofia. Tengono sulla punta delle
dita Giordano Bruno, Tommaso
Campanella, Giovan Battista Vico,
Giovanni Bovio, Giovanni Gentile,
Benedetto Croce. Ma nessuno si
occupa di quanto succede, putacaso,
nell’ufficio del lavoro del suo paese,
dove la povera donnicciola che va a
domandare il sussidio di disoccupazione, o il certificato di miserabilità
per il marito infermo, o la pensione
per la vecchiaia, è trattata come il
cane in chiesa, e dopo un anno che
ha presentato le carte le dicono che
le carte non si trovano: e nessuno
prende quegli impiegati cialtroni a
coltellate, come avverrebbe in
Romagna e perciò la povera gente in
Romagna è rispettata.
Sarebbe il caso che il Vinci, dopo
avere compilato questo libro sulla
mafia del Nord, si mettesse ad esami-
nare le malefatte della mafia meridionale nel suo proprio medesimo
paese: studiasse, per esempio, quel
che avviene là negli uffici comunali, o
nell’ufficio del lavoro, o nell’agenzia
delle imposte. Badi però, che se
intraprendesse studi di quel genere,
si troverebbe morto dopo una settimana ad un angolo di strada; e chi gli
farebbe la festa non sarebbe un
mafioso del Nord: sarebbe un mafioso del Sud, dietro al quale si nasconderebbe un «galantuomo» idem; e il
delegato di Pubblica Sicurezza locale
non verrebbe neanche a sapere che
su quell’angolo di strada è stato trovato un morto ammazzato. E forse
questa la ragione per la quale i comunisti – piccoli borghesi intellettuali
meridionali anche loro – lavorano a
costruire il paradiso terrestre di
domani, e non badano a quelle piccolezze della vita reale giornaliera
che sono intrise colle lagrime e col
sangue della povera gente. Il Vinci
(pp. 139-43) denuncia anche la «congiura capitalistico-operaia ai danni
I deputati meridionali sono stati e sono forse eletti dalla mafia del Nord anzi che dagli stessi meridionali? Che cosa fecero mai quei deputati per resistere alla mafia del Nord? Meridionali furono alcuni
presidenti del Consiglio: Rudinì, Crispi, Orlando. Che cosa mai fecero costoro, non per tagliare, ma
almeno per accorciare le unghie a quella mafia? Aiutarono spesso ad aguzzarle […].
DOMENICA
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LA RIVIERA
27
Parlando
di...
Dalla rivolta di Rosarno
ai
traffici
internazionali
Da pochi giorni nelle librerie, “Il patto del giudice”,
il nuovo avvincente romanzo di Mimmo Gangemi
“La città è infuocata dalla rivolta. Per
un giorno e una notte imperversano
neri armati di bastoni, catene, spranghe di ferro. Poi se ne riappropriano i
padroni, loro con pistole, fucili, coltelli. Mohà, Lodit e Kwei si sono nascosti. La vendetta li raggiunge ugualmente.
L’unico testimone degli omicidi è
Taiwo, che scappa lontano. Qualche
CULTURA E SOCIETÀ
Il rumore di una
foglia che cade
i dice faccia più rumore un
albero abbattuto di una foglia
che cade. Io non sono del
tutto d'accordo perché credo
dipenda dalla nostra capacità di
ascolto e dalla rilevanza, quindi,
che diamo a un fenomeno piuttosto che a un altro.
Siamo abituati a fare da pericolosa
cassa di risonanza a cose che
potremmo scoprire essere “il
nulla” che intontisce e svia. Ma in
questo “nulla” che ci viene spacciato per “tutto” c'è una realtà nuova,
vera , speciale e unica. Ed è da noi,
in Calabria, a Pellaro. Io l’ho scoperto e visto, questo nuovo. È il
frutto di una mente visionaria e
idealista a cui il Sud deve la realizzazione di un'utopia. È alla forza
del pensiero utopico che dobbiamo
inchinarci, ricordando che l'utopia
è ciò che è fuori dalla portata delle
realizzazioni di molti. A questa
mente visionaria, dicevo, dobbiamo la nascita di un nuovo modo di
fare medicina. Nella nostra terra
abbandonata e spesso vituperata
per una fantomatica inerzia che
caratterizzerebbe i suoi abitanti, a
partire dal 2002 a Cittanova e dal
2011
a
Pellaro,
nasce
S
A partire dal 2002 a
Cittanova e dal 2011 a
Pellaro, dal recupero
di strutture delle Asl,
in disuso è nata
l’Associazione
Calabrese di
Epatologia (ACE)
l'Associazione
Calabrese
di
Epatologia (ACE), realizzata recuperando strutture territoriali delle
aziende locali ormai in disuso o
abbandonate al degrado e all'incuria, come la struttura sanitaria di
Pellaro. L’associazione vuole realizzare un programma per un nuovo
modello di sanità a forte componente etica di “medicina solidale”.
Tale concetto di medicina solidale
pone, dunque un freno alla convulsa ricerca dell'innovazione diagnostica e terapeutica i cui costi diven-
Quando a scuola
ci facevano
imparare le poesie
tano sempre più incontrollabili. Il
tempo dell'agire medico fatto di
anamnesi, osservazione e raccolta
di segni fisici e psichici è soppiantato dall'ansia di verifica e di razionalizzazione dei processi e dei costi.
Tale meccanismo, rende antieconomica finanche la comunicazione
tra medico e paziente. La medicina
dell'ACE invece incoraggia questo
aspetto e nasce anche come “ fatto
culturale” per stringere un patto di
empatia tra cittadini e operatori
sanitari. Negli ambulatori il tempo
dell'ascolto ha un ruolo rilevante
per la diagnosi e la cura. L'obiettivo
è quello di proporre un nuovo
modello di sanità sociale in collaborazione col servizio pubblico ma
fuori dalla logica commerciale del
profitto. I servizi sono offerti in
maniera gratuita consentendo,
quindi, l'accesso anche alle categorie economicamente più deboli che
per il SSN non esistono e che per
accedere dovrebbero pagare
pesantissimi ticket, ostacolo questo
che inibisce un accesso equo alla
cura. Naturalmente dei servizi
ambulatoriali usufruisce anche chi
può permettersi di pagare una visita specialistica o un esame diagnostico. E sono queste le persone che
con il loro libero contributo economico consentono di realizzare la
situazione perfetta: finanziare una
struttura perché sia a disposizione
di chi non può permettersi cure
adeguate. L'entusiasmo degli operatori, la consapevolezza e l'orgoglio di fare parte di una grande
realtà, unica in Italia, e nata proprio da noi, in Calabria: a Pellaro.
Il rumore assordante di una foglia
che cade.
Caterina Azzarà
È proprio vero che, ad una
certa età, si torna bambini,
specie quando ci si ricorda
della scuola come era una
volta quando ci obbligavano
ad imparare le poesie a
memoria. E il ricordo vola ai
miei primi insegnanti: Don
Titì, Donn’Ugo e il
Professore (se non c'era il
“Don” prima del nome, dovevi
dargli
la
laurea!)
Scopacasa.
Quante ore passate intorno al
braciere! A ripetere a mio
padre, la sera, dopo che aveva
chiuso la bottega di generi alimentari e salito in casa "d''u
catarrattu", (botola di legno
sul pavimento) per verificare
se stavo imparando la poesia,
e quando si accorgeva che
ancora "n''a sapìa a campanegliu" (non la sapevo a campanella) mi ripeteva sempre:
«Ripassa! Ripassa!» È quanto ho pensato stamattina
quando, uscendo di casa, ho
notato che c'era una timida
pioggerellina, come quella di
marzo, che imparavamo a
scuola.
"Che dice la pioggerellina / di
marzo, che picchia argentina
sui tegoli vecchi / del tetto, sui
bruscoli secchi/ dell’orto, sul
È morto Cosimo
Di solito l’elemosina si chiede per bisogno. Cosimo chiedeva “l’euro” per i sui cani. Si trattava di una forma di colletta conto terzi. I cani lo sceglievano come padrone, lo seguivano con fedeltà, lo comprendevano e lui capiva loro.
Camminava nelle strade di Caulonia seguito da una piccola
muta che lui riusciva a governare solo con la voce. Molto
spesso il termine pazzia nasconde tante cose. Cosimo non
era un pazzo.
Era una persona che non accettava le regole di questo
nostro mondo in cui viveva in penombra senza mai dare il
minimo fastidio a nessuno. Non comprendeva l’avidità, il
forsennato attaccamento al denaro e già questa viene considerata la forma peggiore di pazzia. Doveva avere qualcosa
di magico se tutti gli volevano bene. Al suo funerale è sventolata ancora una bandiera semiclandestina: la falce, martello e stella. L’aveva chiesto Lui. Bandiere senza più voce, per
gli ultimi uomini di un sogno lontano. Addio Cosimo, vorrei
dirti che ti ricorderemo! Non lo so se sarà possibile in questa società che macina gli uomini. Hai calpestato la terra con
leggerezza. Io non so se esiste veramente un mondo dove
“gli ultimi saranno i primi”. Ma ti voglio immaginare tra le
stelle. Ilario Ammendolia
fico e sul moro / ornati di
gèmmule d’oro?"
E come potrei dimenticare
quella "Cavalla storna"
(Pascoli) che portava colui
che non ritorna? quella cavallina che faceva ritorno a casa
trasportando sul calesse il
padre del poeta ucciso da
mani ignote? Quanta emozione, quando Don Titì, sussurrando le parole, e mimando il
gesto diceva: "Mia madre alzò
nel gran silenzio un dito / fece
un nome, sonò alto un nitrito". Silenzio!...Che scuola di
vita le poesie di una volta,
quando eravamo pervasi dall'animo nobile e puro dei
poeti (oggi, contaminati da
quello dei politici!) che ci
facevano vedere proprio in
carne e ossa il bambino del
poeta (Carducci nel suo
"Pianto antico", ricordando il
figlio morto), vicino al verde
melograno che era "L'albero a
cui tendevi la pargoletta
mano" e che "Nel muto orto
solingo rinverdì tutto or ora /
e giugno lo ristora / di luce e
di calor". Altri tempi, altra
scuola e, principalmente, altri
Professori. Con la "P" maiuscola.
Franco Blefari
MEMORIAL
A quattro anni dalla morte di Mino
Reitano Gioiosa Ionica e l'Associazione
d'arte e musica “La forza della musica”
lo ricorderanno con uno spettacolo.
L'auditorium della scuola media di
Gioiosa Ionica domenica 27 alle ore
18,00 aprirà le sue porte a tutti i fan del
simbolo della canzone italiana.
DOMENICA
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LA RIVIERA
28
mese dopo, in un container scaricato
al porto, duecento chili di cocaina: i
carabinieri montano la guardia, la
droga scompare lo stesso, un funzionario della dogana fa una brutta fine.
Due indagini parallele affidate ad
Alberto Lenzi, nato e cresciuto in
quella terra dove crimine vuol dire
’ndrangheta e dove nulla è come
sembra. Giostrando sul filo del peri-
colo il suo rapporto diretto – di
ingannevole complicità e amicizia –
con un potente capobastone, Lenzi
decifrerà i due misteri intrecciati, e
farà la sua giustizia”.
Questa la sinossi, dalla quarta di
copertina, di un giallo che promette
di coinvolgere e sorprendere. Da
pochi giorni nelle librerie, “Il patto
del giudice”, il nuovo avvincente
romanzo di Mimmo Gangemi è il
secondo capitolo della serie iniziata
con “Il giudice meschino” (edito da
Garzanti) e che vede protagonista
Alberto Lenzi. La vicenda narrata
muove dalla rivolta dei neri, a
Rosarno, per intrecciarsi con traffici
internazionali e molti misteri che
Lenzi su cui Lenzi è chiamato a fare
luce.
Dopo “La signora di Ellis Island”
(edito da Einaudi, di recente vincitore, dopo numerosi riconoscimenti,
del premio Tropea), Gangemi torna
a raccontare le vicende di Lenzi,
indolente e un po’ pigro, con la grande passione per le donne, giudice sui
generis che sarà portato sul piccolo
schermo da Luca Zingaretti per Rai
Fiction.
la Riviera
Festa per il miracolo di San Rocco
Eugenio Bennato: «Gioiosa Superiore e la
sua festa sono un caposaldo di una tradizione»
Gioiosa Jonica, con una manifestazione devozionale, ogni anno, il
27di gennaio, festeggia San Rocco
per il miracolo avvenuto il 27 gennaio del 1852. Per il 161 anniversario del miracolo i festeggiamenti
saranno ancora più grandiosi del
solito. La festa è molto sentita tra i
seguaci e ecco come descriveva
Don Nadile - Vicario della Diocesi
Locri Gerace – i solenni festeggiamenti per la ricorrenza del 150°
anniversario, svoltisi il 27 gennaio
del 2002. «Nel gennaio 1852, la
popolazione di Gioiosa si è venuta
a trovare in una particolare condizione di disagio per un triplice
motivo: per un susseguirsi di scosse
sismiche; per una persistente siccità in un momento in cui la pioggia si rende indispensabile per la
nascente vegetazione nei campi; e
per l’incombente pericolo del colera. In questa circostanza la mattina
del 27 gennaio 1852 tutta la popolazione si è rivolta al Santo
Protettore San Rocco. I devoti si
sono recati in chiesa per pregarlo,
invocando la sua intercessione e la
sua protezione. Ad un certo punto
i fedeli si sono accorti che la Statua
del Santo emanava profuso sudore. Dato l’allarme, la notizia si è
rapidamente diffusa in paese. Tutti
accorsero in chiesa, compreso gli
BRASIMANTE
Voglio scrivere poche parole su
Giorgio Gaber, un artista, un italiano ed un piccolo genio dell’intrattenimento, della poesia e del
cabaret più intelligente che abbiamo avuto in Italia, e scrivo per
commemorarlo. Gaber fu una
sorta d’ intrattenitore, un cantante
da monologo solitario che occupò
il teatro e la scena sino a dieci anni
fa, sino al suo decesso. Ma sino a
quella triste data, fu uomo, cantore e poeta di un certo spessore,
profondo nei contenuti e divertente allo stesso tempo, poiché seppe
trattare con il sorriso e con leggerezza profonde tematiche esistenziali e sociali, ancora e sempre
scottanti, pure ai nostri tempi.
L’amore, la politica, la lotta di classe, la vita in città, la destra e la sinistra, questi i temi trattati con garbo
e competenza. Ironico, dotato di
quell’ironia sottile, tipica delle persone speciali, che conquista e
lascia il segno! Giorgio Gaber ha
avuto forse un solo difetto, quello
di aver precorso i tempi, ha ragionato in anticipo sui tempi, ma questo succede a tutti gli artisti, quelli
veri. È capitato a Giulio Verne che
immaginò i viaggi nello spazio e
sulla luna, a Marinetti che teorizzò
il Futurismo (che stiamo ancora
vivendo), allo scrittore inglese
Amministratori Comunali, i medici il clero. Hanno constatato il
fatto, che è stato poi registrato in
due documenti: l’atto del notaio
Francesco Catalano e l’atto del
medico condotto Errico Agostani.
Poi la sera è stata fatta una grande
processione per le vie del paese. Al
rientro del Santo in chiesa, si è constatato il cadere di una benefica
pioggia sul vasto territorio di
Gioiosa Jonica; le scosse telluriche
si sono diradate fino a terminare
del tutto. Così la popolazione si è
rassicurata ed ha promesso in
segno di gratitudine al Santo di
ricordare ogni anno questa ricorrenza».
G come
Gaber
Quest’anno le giornate di festa
saranno due, sabato pomeriggio 26
gennaio saranno aperti gli antichi
catoi e le botteghe per la degustazione di prodotti tipici locali a cura
dell’Associazione Borgo Antico
d’intesa con il Comitato Festa San
Rocco presieduta dal Padre
Giuseppe Campisano. La sera
dello stesso 26 ci sarà il concerto
dei Taranquartet sul sacrato della
Chiesa di San Rocco. In questa
occasione Giorgio Seminara, voce
e percussionista del gruppo, presenterà la canzone da lui scritta per
San Rocco “Lu Santu i Gejusa”.
Domenica mattina, alle ore 9 ci
sarà la Messa e subito dopo la traOrwell, che anticipò nella sua
Fattoria degli animali, la supremazia del maiale tra tutti gli animali,
in paradosso ed in metafora dei
nostri giorni attuali. Ebbene, si, il
poeta è un Vate, un profeta, uno
che sa leggere i tempi in anticipo e
li trasmette, proprio come fa un
profeta. E il Signor G, al secolo
Giorgio Gaber, lo è stato davvero
poeta, cantore, profeta e musico.
Sciolto, simpatico, gradevole, ha
ragionato sui palchi da teatro, sui
tanti mali che affliggevano ed
affliggono l’Italia, ancora e sempre. Rammento un Gaber interessante figura televisiva sino agli
anni ’70, poi è svanito, ma non nel
nulla!si è reinventato nella parte
più interessante della sua carriera
di cantore-poeta-affabulatore:
quella teatrale!scegliendo come
espressione artistica, il monologo
teatrale che lo faceva sentire più
libero, senza censura, per tutte le
cose che voleva dire. E, di cose da
dire e sottolineare ne ebbe tante
davvero, il nostro Signor G. Io,
avevo memoria del Gaber televisivo, già interessante, ma non
conoscevo bene il seguito, la sua
maturazione professionale avvenuta dopo gli anni ’70, e l’ho ritrovato ed approfondito quest’artista
su FB, per caso. Su Face Book,
infatti, molti fan nostalgici, hanno
caricato su You Tube, poesie, spettacoli e monologhi dell’artista
dizionale processione di San
Rocco per le vie del paese che terminerà intorno alle ore 12,30.
In un’intervista sulla musica popolare del ballo di San Rocco di
Gioiosa Jonica, Eugenio Bennato
si è così espresso: «Io vidi per la
prima volta la festa di San Rocco
più di dieci anni fa. Un’esperienza
straordinaria, perchè si è in
Calabria e si è profondamente
immersi in una sacra e profana cultura mediterranea. Le paranze che
arrivano da tutti i vicoli che convergono casualmente come in un racconto di Borges o di Calvino, e
spuntano da lontano. Il rullante, la
cassa, il piatto, l’essenzialità di un
segnale ritmico che ci coinvolge.
Questo è S. Rocco. Sì, è in Calabria
ma si potrebbe essere in
Andalusia, in Grecia; è qualcosa di
straordinario, e quindi il fatto che si
sia mantenuta questa tradizione
nell’era della tecnologia è un
segnale importante. È stato uno
dei segnali forti che mi ha indotto a
proseguire in questo movimento
che si chiama Taranta Power che
sta davvero esplodendo. In questo
senso Gioiosa Superiore e la sua
festa sono un caposaldo di una tradizione a cui riferirsi. E questo è un
invito per tutti i musicisti».
Vincenzo Logozzo
scomparso prematuramente. A
dieci anni dalla morte, il 20
Gennaio, Mollica su Rai 1 ha realizzato un programma su di lui, la
sua carriera e la sua bravura che
non tramonta, ed il 21 Gennaio su
Rai 3 Fabio Fazio ha ricordato,
egregiamente e con vari artisti, i
monologhi e le canzoni del Signor
G., reinterpretati per l’occasione
da Neri Marcorè, Emma, Paolo
Rossi, l’attore Bixio, Rocco
Papaleo, la Litizzetto, Patty Smith,
e molti altri ottimi artisti, per
ricordare a tutti gli estimatori, il
cantore Giorgio Gaber, che, divertendosi e divertendoci, seppe fare
poesia e musica sui mali dell’Italia
di ieri, che sono anche quelli di
oggi, purtroppo. Gaber, forse
riderà dov’è, ma con tanta amarezza a sentire tutti gli sproloqui
politici di questi giorni, il cabaret
televisivo dei nostri politici interessati solo al potere, e capirà, che
l’annoso problema della Destra e
della Sinistra non è stato ancora
risolto e si chiederà ancora, “cos’è
di destra e cos’è di sinistra?”e noi,
mi
chiedo:
l’abbiamo
capito?rimarranno
immortali
molte sue canzoni, come “Il
Conformista”, “Cos’è di destra e
cos’è di sinistra”, “Se fossi Dio”,
“L’amore”, “Le Donne”, ed “Il
mio nome è G”e molte altre canzoni, dove l’ironia del Signor G la
fa da padrone! Ancora e sempre!
DOMENICA
foto NOTIZIE
Voltarelli on tour
2 Febbraio Berlino Wabe Festival
Vagabond
14 Febbraio Bruxelles Théàtre Poème
23 Febbraio San Casciano (Fi) - Teatro
Niccolini
23 Marzo Francoforte - Das Bett
Scrittura Zoo
A lezione di scrittura giornalistica, non
fiction, con Katia Colica e Antonio
Aprile. I due insegnanti si sono messi a
disposizione dei corsisti 24 ore su 24 per
revisioni e discussioni.
Seminari calabri
A Pizzo Calabro un docente d’eccezione
e ospiti in ternazionali. Franz Foti in
cattedra insieme a André Caligal e
Fredrika Lönnaeus sono riusciti ad
affascinare l’uditorio come dimostra la
foto.
Pesca miracolosa
Il totano gigante pescato
miracolosamente da Nicola Carvunella
è stato donato alla casa San Antonio di
Siderno. Gli ospiti ringraziano e si
augurano che la pesca del loro
concittadino sia sempre così generosa.
27 GENNAIO 2013
LA RIVIERA
29
Parlando
di...
Anche People lo ha definito
Fisherman of the year
Il “Ringhio” di Ruggero
Un augurio particolare al
saggio Nonno Michele, al
nostro Massimo e a sua
moglie Rosy per la nascita
della piccola Emma.
I
3-0 e tutti a casa!!!
B
e
l
i
e
v
e
18esimo compleanno.
Tanti auguri Stefano
Mamma, Danilo ed Eleonora.
Il bello del Gran Premio
Enzo Calderazzo
It's A Man's World
Augu
per i tu
LOQUI E SPROLOQUI di Filomena Cataldo
Quelli del Nord, quelli del Sud
SIENA. Di questi tempi, a Siena,
non sarebbe così assurdo sentire
qualcuno, molto in ansia per Babbo
Monte, sussurrare, neppure tanto a
bassa voce “quelli del Sud, i soliti
trafficoni”, riferendosi esplicitamente all'ex - presidente della illustre Banca Senese, Monte dei
Paschi, che con le sue scelte
(immaginiamo non fatte da solo in
vestaglia da camera) avrebbe
causato un ammanco di quasi 700
milioni.
Il condizionale è d'obbligo, fino a
prova contraria. Giuseppe Mussari
è originario di Catanzaro, ma
senese di adozione. Nonostante le
polemiche sulla sua gestione e
l'esecutivo urgente che l'Abi, di cui
Mussari è stato presidente sino alle
recenti dimissioni, potrebbe convocare a causa delle perdite in questione, rimane un vanto sentir dire
da quelli del Nord “quelli del Sud”.
Quello del Sud che ha gestito le
tasche di una delle più belle e aristocratiche città d'Italia. La stessa
Siena che, ai tempi di “Una stagione a Siena” di Mario La Cava,
scrittore bovalinese, avrebbe certamente inorridito immaginando a
capo della sua Banca uno del Sud.
Eppure, così è stato ( e speriamo di
non farci cattiva figura). La cattiva
figura, invece, la facciamo senza
dubbio tenendoci tra i candidati in
Calabria il trasformista-illusionista
Scilipoti che, avendo girato come
Ulisse per mari e per monti,
essendo rimasto il solo non trasformato in porco da Circe ma in politico-salvo dal Cavaliere, ha trovato
da noi un porto sicuro. E poiché
non siamo lungimiranti né pecchiamo di autostima, ce lo terremo.
D'altra parte ciò che altrove si scarica, in Calabria si discarica. E ci
resta, come la monnezza.
Acqua a
Reggio
Calabria
Messaggi nel
tempo
di Daniela Ferraro
Ferramonti, un
“Paradiso inaspettato”
Non si moriva a Ferramonti di Tarsia (CS) per sevizie o bruciati nelle camere a gas, ma solo per la
malaria imperversante nella palude, o per fame a
causa della scarsità delle derrate alimentari cui però
gli abitanti della zona cercavano di sopperire fornendo agli internati tutto l’aiuto possibile. Nessuna
dispotica disciplina, ma un’organizzazione democratica facente capo a un piccolo parlamento formato dai rappresentanti di ogni baracca e riconosciuto,
seppure officiosamente, quale organo di autogestione. E circoli culturali, manifestazioni artistiche,
sportive e religiose. I bambini frequentavano la
scuola, gli ebrei le sinagoghe, un ambulatorio medico era attivo ed efficiente. Un “Paradiso inaspetta-
to”, “Jerusalem post”. Più che un campo di concentramento, era infatti un grande Kibbutz in cui gli
oltre duemila internati operavano in armonia sia
con gli organi direzionali che con gli abitanti del
luogo. Questo era dovuto all'opera di due uomini
straordinari: padre Lopinot che, stimato anche dai
prigionieri di fede diversa, teneva vive le relazioni
tra il Vaticano e le comunità ebraiche, e Paolo
Salvatore, il direttore del campo, pronto persino ad
“arrivare alle mani” pur di difendere gli ebrei. Così,
mentre nei ben più tristi lager di Fossoli e di San
Sabba i bambini venivano avviati alla morte,
Salvatore scorazzava con loro sull’auto di servizio o,
ancora, passando a breve distanza dal campo un’armata tedesca in ritirata, faceva issare una bandiera
gialla simulando un’epidemia. Ed è così che, a
dispetto dell'orrore della guerra e del razzismo, è
potuto sbocciare un fiore di umanità, di altruismo.
Ed è così che la gente di Calabria ha potuto evidenziare la propria generosa indole. “L'identità umana
viene prima di ogni diversità.Tutte le diversità razziali, religiose, politiche e culturali non sono che
manifestazioni della ricchezza di quell'unica identità.” (Dall'epigrafe di una tomba ebraica nel cimitero di Ferramonti.)
DOMENICA
11 NOVEMBRE 2012
LA RIVIERA
30
la Riviera
Romanisti D.O.C
Un caloroso augurio di buon
compleanno dallo
"STAFF CALURA".
Felici di collaborare con te..
Auguriii A-A-A-A-AMANUEEELLL!!!
Prossima Apertura
a Siderno un nuovo locale
( non di ‘ndrangheta)
Filosofia
Reggina
Passeggiando
in
bicicletta
Veri “Amatori”
uri Maria
uoi 18 anni
Ricordando
Peppe
per la Lolita
dell’ artista
Diego Cataldo
che (forse) vuol
essere un
omaggio al
suo maestro
Tinto Brass
Dù Pasqualins
is megl’ che uan
SIDERNO: PUBBLICATI E RIPARATI
Sul lungomare di Siderno lato
nord c’è un tombino che
perde acqua. Sono già due
giorni che il pozzetto è in
queste condizioni. La situazione per il momento non è
preoccupante. Gli addetti alla
manutenzione del Comune
dovrebbero intervenire quanto prima però per evitare di
creare disagi ai cittadini.
Una madre preoccupata ci ha informati che
in Via Gramsci a Siderno c'è un cavo elettrico
scoperto. Il fatto è già grave di per sè. Diventa
ancora più pericoloso perché la via in questione viene percorsa dai bambini che usciranno
tra poco dalle scuole elementari e medie dei
plessi Pascoli e Pedullà. I vigili urbani sono
stati avvisati stamattina alle 8.00, ma siamo
giunti a mezzogiorno e ancora non hanno
provveduto in alcun modo a mettere in sicurezza la zona. Intanto l'uscita di centinaia di
bambini si avvicina.
I due articoli pubblicati
sul nostro sito sono stati
subito notati
dall’amministrazione
che ha provveduto
immediatamente a
riparare i danni. Ah, il
potere della
comunicazione.
DOMENICA 20 GENNAIO
2013
LA RIVIERA
31