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Il 21 gennaio i dirigenti reggini dei comunisti italiani hanno celebrato il 92° anniversario della nascita del PCI. Non c'erano né Ingroia, che ha epurato i comunisti calabresi, né Diliberto, che vuole riportare in Parlamento i comunisti nelle sole persone di Soffritti, Giacché, Licandro, scambiandoli per Antonio Gramsci, Palmiro Togliatti, Che Guevara. È la prima volta che gli assassini non partecipano ai funerali dei loro assassinati. ILARIO AMMENDOLIA omini “d’onore” e di ’ndrangheta, U se fossi stato nelle condizioni, vi avrei chiesto pubblicamente il voto. Un voto di scambio con chi, come me, non avrebbe avuto niente da darvi se non l’impegno di battersi con tutte le proprie forze per una società senza ’ndrangheta e senza mafie, composta da uomini liberi e uguali. Sarebbe stato morale chiedervi il voto? Sarebbe stato politicamente corretto chiedervi un appoggio elettorale? Nei modi come comunemente avviene lo considero decisamente immorale e scorretto. Ci sono coloro che vi chiedono il voto e poi per viltà si nascondono. Promettono, concordano, poi hanno paura e si trasformano in ipocriti fustigatori dei vostri costumi. Contemporaneamente esiste la folta schiera di coloro che dovrebbero baciare la terra per la vostra presenza. Voi siete la loro fortuna e il loro lasciapassare. Per voi ottengono posti in lista, scorte, privilegi, potere, fama in nome di una loro presunta, quanto bugiarda, lotta contro di voi. A volte per il cognome che portano e che sventolano come bandiera dell’antimafia. DOMENICA 27 GENNAIO 2013 LA RIVIERA 02 Parlando di... SPAZZATURA: STRATEGIE AGLI ANTIPODI Dagli asini di Lucano alle porcilaie di Scopelliti ELEONORA ARAGONA rrivando a Riace si ha la sensazione che manchi qualcosa. E manca veramente qualcosa. Tutto è lindo, tutto è pulito. Un gioiello. Riace è un’Arca e Mimmo Lucano, il suo sindaco, Noè. Entrambi salvi dal nuovo giudizio universale che sta sommergendo l’intera provincia: la spazzatura. Riace non è Locride. Per volontà del suo sindaco è rimasta fuori anche dall’Associazione dei Comuni della Locride. Lontana dalle porcilaie istituzionali e dai suoi inquilini (i politici) che l’hanno ridotta in questo stato, barattandola per qualche incarico o candidatura. Riace sa dire no a servi e padroni. A questo sindaco non interessa né personalmente né per i suoi intimi, un posto in qualche comunità montana, uno stipendio al Parco d’Aspromonte, un progetto nel Consorzio Locride Ambiente, una fetta societaria del porto di Roccella, un albergo dal contratto di Programma Riviera dei Gelsomini, un tratto di pista ciclabile. Lui sa pedalare in agilità da solo, libero e illuminato, lungo strade di concretezza. E dice di no. Anche a sua maestà Giuseppe Scopelliti. Riace non vuole i soldi del Governatore. Mimmo Lucano cataloga uomini e donne a seconda delle idee che seguono o discutono, e depenna tutti gli altri. E dalla sua rubrica ha cancellato Scopelliti, se mai l'avesse messo. Glielo ha mandato a dire attraverso i giornali subito dopo che l’urna l’aveva consacrato a numero uno della Calabria. «Giuseppe Scopelliti è un destro… e io con certe tendenze non voglio avere a che fare». Nessun rapporto. Né con la Reggio dei boia chi molla, né con quella con il braccio teso. Lui e Peppino Lavorato (l’ex sindaco di Rosarno sono l’ultima sinistra, quela autentica, disperata. Diversi in tutto dal Governatore, lontani, soprattutto culturalmente, da una città sommersa dai rifiuti, figlia di un’emergenza che prima o poi sommergerà anche i Bronzi di Riace: l’enorme debito che la città capoluogo ha nei confronti del piccolo paese sullo Jonio. Perle. Lucano durante l'ultima ondata di rifiuti, nell’estate del 2011, si è convinto che andava trovata una soluzione al problema della spazzatura. E se il sistema dell'indif- A ferenziata si è rivelato il sistema delle emergenze, non sostenibile, non ecologico e soprattutto non funzionante. Allora questo modello, fatto di cassonetti stradali e discariche, per lui e per il suo comune non andava bene. Mimmo Lucano quindi si è messo a studiare. E ha trovato l'illuminazione, per progettare e realizzare la raccolta differenziata porta a porta nel suo comune, nella conoscenza e con la collaborazione di Salvatore Procopio, assessore al comune di Botricello ma prima ancora laureato in fisica sanitaria con indirizzo ambientale. Il sindaco ha indossato il berretto del contabile e calcolatrice alla mano si è messo a fare i conti. Ha studiato quale fosse il posto in cui portare i rifiuti per lo smaltimento, come non sforare il budget dei tributi, quale fosse il miglior sistema di raccolta. Ha ripercorso tutta la filiera, è diventato quasi un esperto del settore. Riciclo, compostaggio, piattaforme ecologiche sono diventati il suo chiodo fisso. Ha fatto anche il conto dei viaggi e della benzina necessaria per portare i rifiuti al centro per il compostaggio di Palmi. Da un mese e mezzo a Riace per le strade la mattina incontrate asini che trainano carretti e Biagio e gli operatori delle cooperative che raccolgono i rifiuti. Passano per il centro storico del paese e casa per casa raccolgono i sacchetti di vari colori forniti dal comune. Si accorgono subito se qualcosa non va. E a volte aprono anche le buste per controllare se qualcuno ha mischiato carta e vetro o umido e plastica. Niente è casuale in questo progetto, sono stati fatti costruire persino dei cassonetti di legno per le abitazioni. Anche il cestino è stato trasformato in un elemento di arredo urbano. Un nuovo modello Riace, fatto su misura per i suoi 1.800 abitanti. Ma di base lo stesso sistema è applicato a Parigi, Bruxelles e potrebbe benissimo funzionare anche a Reggio e nei 42 comuni della Locride. Un sistema che ancora una volta è vincente rispetto a quello centrale. E tutto è stato realizzato senza finanziamenti regionali o commissari per l’emergenza ambientale. Anzi facendo quadrare i conti comunali e creando anche otto posti di lavoro. Un’utopia lontana per la Locride e per Reggio. Per gli incapaci che incassano lo stipendio il 27 di ogni mese, e ci lasciano puzze a pantani. Solo Roccella tiene il passo, ma a differenza di Riace ha avuto seicentomila euro di finanziamento pubblico. Comunque lodevol, ma va marcata la piccola differenza. DOMENICA 27 GENNAIO 2013 LA RIVIERA 03 Parlando di... LA SETTIMANA ‘NDRANGHETA LA COLONNA INFAME di Mimmo Gangemi I turisti del brivido vengono ancora Dall’inizio degli anni ‘80 fino a metà dei ‘90, dal Nord Italia arrivarono numerosi i turisti del brivido. Erano i tempi dei sequestri di persona - prima che il traffico della cocaina, molto più che la Legge, li rendesse improduttivi se confrontati ai sacrifici e al rischio di troppa galera che un’operazione simile comportava - e sapeva d'impavido percorrere d'inverno la Statale 112 tra Ionio e Tirreno, da Bagnara a Bovalino, prima la verde fascia tirrenica e il valico allo Zillastro con il Crocefisso sparato al fianco dove si incatenò mamma Casella, quindi la discesa brulla fino al mare dei gelsomini. Per quei valorosi significava accoppiare due pericoli, uno rappresentato dagli indigeni, certo immaginati con la coda e sospettati, armati della clava d'ordinanza, dietro i tronchi dei faggi, il secondo per il percorso dissestato, eternamente in frana, flagellato da acqua o neve, nebbia, con qualche vacca sacra sonnecchiante a bordo strada. Era un'avventura da raccontare agli amici, nel salotto di casa sorbendo un grappino. Una sera di burrasca, con il cielo impegnato a castigare la terra con troppa cattiveria che abbatteva tutta assieme - nebbia, acqua mista a neve e freddo - mi toccò soccorrere due macchine targate quel Nord Italia che gli anni trascorsi da allora hanno trasformato in Padania: c'erano otto prodi, in eroiche lacrime appena davanti ai burroni del Passo della Rondinella. Credevo fosse passato di moda. Invece, turisti del brivido ne vengono ancora, spinti fin quaggiù dalle fantasie velenose che ci sputano addosso i media. Li abbiamo rincontrati, io e due amici. Ci siamo passati l'occhiata e il sorrisino sarcastico di un attimo, era la tentazione di non impedire la loro avanzata verso un tragitto che il ventennio trascorso ha accidentato mortalmente. Ma ragione e sentimento hanno infine prevalso e fatto sì che li convincessimo a desistere e restituirsi alla civiltà. Ci siamo allontanati agitando frenetica la coda, orgogliosi e disinvolti. La Sacra Locri Unita ntrecci tra famiglie. Di questo ha parlato il collaboratore di giustizia Domenico Oppedisano. Delle amicizie tra le famiglie di Locri, Siderno, Sant'Ilario e Marina di Gioiosa. Di quali fossero i rapporti tra Cataldo, Cordì, Commisso e D'Agostino prima e dopo la pax mafiosa. Delle ataviche contrapposizioni trasformatesi in unità. Gli eventi in cui si capisce come siano cambiate sono i funerali e i matrimoni. «Se uno va a guardare gli Aquino vanno dai Cordì, i Cordì vanno I dagli Aquino». Nessuna novità. Per gli affari sono più produttive le passeggiate a braccetto sul corso e le riunioni alla lavanderia Ape Green di Siderno che i morti ammazzati. Giuseppe Commisso, u mastru, era il collante della sacra unità. Lui comandava e lo metteva in chiaro ogni qualvolta gliene capitasse l'occasione. Si imponeva sul giovane tenente del clan Cordì, Antonio, pur affidandogli l'intermediazione con le ditte a cui estorcere contributi. Ma precisando «Lo stabiliamo noi l'orario, lui deve venire quando glielo chiedo io». Questo quanto emerge dalla sentenza Locri Unita. Un gioiosano diventa segretario generale Uil della Regione Lazio Pierpaolo Bombardieri, classe 1964, è il nuovo segretario generale Uil di Roma e del Lazio. Un esperto in sicurezza sul lavoro e prevenzione degli infortuni, già segretario organizzativo del sindacato. Bombardieri, natio di Marina di Gioiosa Ionica, sostituirà Luigi Scardaone. Nel suo primo discorso il gioiosano ha tracciato le linee guida della Uil per i prossimi anni, in primo piano la questione lavoro e l’attuazione di politiche attive per implementare l’occupazione nella regione. Il segretario ha posto l’at- tenzione, inoltre, sullo sviluppo della Green Economy con un’accelerazione sulla raccolta differenziata e sviluppo delle energie rinnovabili. Poi, ha trattato la valorizzazione dei beni culturali e la partecipazione attiva dei cittadini ai processi decisionali delle pubbliche amministrazioni. DIFFERENZIATA A SIDERNO GATTUSO E IL SION A CORIGLIANO Un’estate (forse) senza emergenze Il campione e il vanaglorioso ’impianto ex Veolia, attrezzatissimo e mai entrato in funzione, potrebbe essere usato per gestire la raccolta differenziata del progetto da un milione di euro che vede Siderno come comune capofila. Sono già stati presi contatti con la Regione ed entro sei mesi si dovrebbero definire tutti gli aspetti del piano. La speranza, ci fa sapere il commissario Rotondi, sarebbe quella di partire con la raccolta differenziata subito prima dell'estate. La contemporanea messa in funzione anche solo parziale del nuovo depuratore di Siderno fa sperare in un’estate balneabile. Ci auguriamo che le intenzioni si trasformino in azioni. L o avuto la fortuna di passare 10 giorni con l’FC SION di Rino Gattuso, grazie al mio nuovo lavoro. Ringhio è di un’umanità romantica e d’altri tempi. Eccezionale, un vero campione. I ragazzi della squadra e la dirigenza sono stati straordinari e il team dei giornalisti svizzeri altrettanto. C’è stato uno però che stamattina è scappato. Un giornalista che voleva la sua gloria sulle maggiori testate italiane, approfittando come tanti di un metodo che funziona sempre: usare la mafia per scrivere un articolo che riguardi qualsiasi H argomento su qualsiasi territorio del Sud Italia. Non ha notato la nostra accoglienza che, a detta di tutti, è stata ottima. Non ha notato i posti meravigliosi della nostra terra e quello che l’ha ospitato (Relais Il Mulino), ne che tutta la roba che si è magnato era DOMENICA biologica e auto-prodotta al 90%. Non ha notato i sorrisi di Corigliano e della Calabria. È andato via senza salutare, ma scrivendo questo pezzo, che lo glorificherà di vanità per due tre giorni e continuerà ad avallare il pregiudizio e lo stereotipo facile nei confronti di tutto il sud italia. E pensare che è originario di Lecce. Ruggero Brizzi http://bari.repubblica.it/cronaca/2013/01/22/news/gattuso-51023932/ 27 GENNAIO 2013 LA RIVIERA 04 la Riviera CARTOLINE MERIDIONALI Antonio Calabrò Le notizie più lette della settimana su larivieraonline.com Palizzi Superiore, gemma di Calabria Un nido di roccia e l’Aspromonte alle spalle che sorveglia. Manca solo una Cometa, e la neve farinosa sui monti. Sono borghi di Calabria, così lontani e così vicini, inquieti e tranquilli, rivoluzionari e conservatori. Sono borghi nati direttamente dalla terra, abitati dall’uomo da migliaia di anni, e strappati ai monti con fatiche immani, e figli degli stessi monti, e di una natura a volte generosa a volte crudele. E ancora sentiamo la voce possente del suo figlio ribelle Furio Sbarnemi, che ci incita a pretendere il prezioso bene della libertà. Un pensiero che nasce tra la bellezza arcaica, la povertà e la fatica. Palizzi e il suo vino, e il bergamotto e i gelsomini, gemma di Calabria. 1) SIDERNO SEUQESTRATI I BENI DI ENZO GAUDIO 2) LA SACRA LOCRI UNITA: LA SINERGIA DELLA ‘NDRANGHETA 3) IL PDL CANDIDA LA FIGLIA DEL GIUDICE SCOPELLITI 4) GRATTERI- DE BERNARDO: ATTACCO ALLA CUPOLA DI SANT’ILARIO IL DIAVOLO NERO Dopo le vedove le orfane. Da Maria Grazia a Rosanna l giudice Antonino Scopelliti fu assassinato nel 1991. La figlia Rosanna era piccola. Bisognava darle il tempo di crescere, avanzare negli anni, mettersi alla guida, fianco a fianco con Aldo Pecora, di Ammazzateci tutti, mostrare che il sangue non è acqua. Il tempo è venuto. Il Governatore ci assicura, avendola voluta al secondo posto in lista per il Pdl, che trattasi di donna “di grande spessore”. Gli crediamo sulla parola, non disponendo delle opere della giovane I 5) L’APPELLO DI UNA MADRE: AIUTATEMI A NON COMMETTERE REATI 6) LA LETTERA BLUFF DI CORDÌ A COSTA 7) ‘NDRANGHETA E VIDEOSLOT: 29 ARRESTI IN TUTTA ITALIA 8) LOCRI: INCENDIO IN CASA MUORE ANZIANA Rosanna Scopelliti, figlia del magistrato Antonio Scopelliti ucciso nel 1991 combattente antimafia, la quale, però, ha come titolo, che ogni altro supera, d’essere figlia dell’assassinato magistrato Antonino Scopelliti. Il che è tutto in un paese, come il nostro, in cui onorato è il culto dei morti alle cui spalle vivono qual «bidelli delle sale mortuarie» e «vermi dei sepolcri» (Papini), mogli, figlie, figli, parenti vicini e lontani, che nulla hanno da raccontare se non un dolore lontano, divenuto ormai flebile eco. Sulla strada del nobile parassitismo, che porta i viventi a vivere sui resti dei loro cari, Rosanna Scopelliti è stata preceduta dalla dottoressa Maria Grazia Laganà, divenuta deputata sui crisantemi dell’assassinato marito vicepresidente della Regione Francesco Fortugno. L’ora delle vedove è finita. Questa è l’ora delle orfane, che, però, sane e piene di vita, non avrebbero più bisogno d’appoggiarsi a una tomba, e fare di quel che resta una stampella per la vita parlamentare. O Rosanna Scopelliti è come Anna Kuliscioff? PROCESSO CRIMINE Il passato di verdure di don Mico Oppedisano l presunto padrino a Locri in video collegamento da Parma. Micu Oppedisano (foto), presunto capo Crimine reggino, già condannato a 10 anni dal Gup nella sentenza abbreviata è stato chiamato in causa come teste a discarico: «Fino al giorno prima che mi arrestassero – ha affermato l’82enne di Rosarno- ho sempre prodotto per poi vendere tutte le mattine al mercato di Cinquefrondi piantine da trapiantare» Poi, dopo aver negato qualsiasi rapporto, neppure lontano con Giuseppe Giampaolo, meglio noto come “u Russellu” e con l’altro l’imputato Francesco Bonarrigo, Don Mico ha ammesso che Giuseppe Antonio Primerano era un suo cliente per l’acquisto di piantine di pomodori, peperoncini e broccoli(foto). Dopo il passato di verdure, speriamo in un po’ di ragù nella tappa successiva che si terrà il 4 febbraio, sempre a Locri. I Dati Google.com DOMENICA 27 GENNAIO 2013 LA RIVIERA 05 DOMENICA 27 GENNAIO 2013 LA RIVIERA 06 LETTERA IMPUBBLICABILE ILARIO AMMENDOLIA omini “d’onore” e di ’ndrangheta, se fossi stato nelle condizioni, vi avrei chiesto pubblicamente il voto. Un voto di scambio con chi, come me, non avrebbe avuto niente da darvi se non l’impegno di battersi con tutte le proprie forze per una società senza ’ndrangheta e senza mafie, composta da uomini liberi e uguali. Sarebbe stato morale chiedervi il voto? Sarebbe stato politicamente corretto chiedervi un appoggio elettorale? Nei modi come comunemente avviene lo considero decisamente immorale e scorretto. Ci sono coloro che vi chiedono il voto e poi per viltà si nascondono. Promettono, concordano, poi hanno paura e si trasformano in ipocriti fustigatori dei vostri costumi. Contemporaneamente esiste la folta schiera di coloro che dovrebbero baciare la terra per la vostra presenza. Voi siete la loro fortuna e il loro lasciapassare. Per voi ottengono posti in lista, scorte, privilegi, potere, fama in nome di una loro presunta, quanto bugiarda, lotta contro di voi. A volte per il cognome che portano e che sventolano come bandiera dell’antimafia. Coloro che abusano della falsa “questione della lotta alla ’ndrangheta” per lasciare intatte le cause della corruzione, dell’ingiustizia e che determinano la vostra presenza in questa nostra Terra. Vi considerate “uomini che valete e potete”, ma, oggettivamente, siete “docili” strumenti di un “potere” che molto somiglia alla ’ndrangheta ma è ben più consistente, feroce e agguerrito. Un potere che, se solo lo volesse, vi spazzerebbe via in un sol giorno. Non lo vuole, anzi amplifica le vostre azioni, ne duplica la pericolosità, ed esalta le vostre vanità. Infatti, dedica a voi programmi televisivi, finanzia film, impegna parte dei telegiornali, pubblica libri, tutto per farvi sentire importanti. Poi, vi utilizza come si fa con i U Ci sono coloro che vi chiedono il voto e poi si nascondono. Promettono, concordano, poi hanno paura e si trasformano in ipocriti fustigatori dei vostri costumi Degli ’Ndranghetisti e delle loro opere di bene cani da guardia, agitandovi come spauracchio contro la gente normale. Intanto voi uccidete e siete uccisi, trascinate i vostri giorni nelle galere, camminate con la paura di una pallottola che vi spappoli il cervello, fate crescere i vostri figli nel terrore, macchiate la vostra coscienza, perdete la vostra dignità di uomini. Mangiate nei ristoranti di lusso? Dormite in grandi alberghi? Usate le grosse cilindrate? Insomma imitate, in tutto, la classe dominante, ma si tratta solo di un osso che vi lanciano dopo aver divorato la polpa? Per quel poco che ricevete, pagate il prezzo della vostra vita e di quella dei vostri figli. Hanno bisogno di voi come l’aria che si respira. Più d’un secolo fa, con la scusa dei “briganti” la classe dirigente trovò il modo di incamerare tanto i beni ecclesiastici che i pubblici demani. Ai briganti la forca e la mannaia, al “potere” la ricchezza. In anni recenti macinarono come teneri chicchi di grano i terroristi, per accrescere il loro potere e la loro forza. Senza di voi non potrebbero costruire l’immenso apparato repressivo che ci schiaccia, la grande menzogna che ci soffoca, non potrebbero sacralizzare un potere che non lo merita. Mentre voi diventate mercanti di droga e di morte per soldi, c’è qualcuno che, premendo un pulsante, guadagna mille volte più di voi senza correre alcun pericolo. Senza generalizzare e solo per esempio, probabilmente, ci sono banchieri che commettono più “reati” di un capo cosca. C’è qualcuno che può dare 200 milioni al giorno all’ex moglie per “alimenti”. Loro scortati, voi braccati. Il “potere” per difendere i propri interessi non esita ad armare eserciti, a bombardare innocenti, a falsificare processi, a usare i servizi segreti. Non si tratta di una sola persona, ma di larga parte di una intera classe dirigente che è responsabile e garante di questo ordine dominante che in ogni angolo odora di mafia. Un potere che ci ha derubato finanché del diritto di sceglierci i nostri rappresentanti in Parlamento. Adesso vi chiedono il voto, facendovi sentire nel giro di coloro che comandano. Forse, in piccola parte, lo siete, ma rappresentate solo una protesi marginale del potere vero. Totò Riina in una lettera al figlio Giovanni continua a dividere gli uomini tra “esteri” e “normali”. Ovviamente lui si considera “estero”cioè straordinario. Visti i risultati avrei molti dubbi. Gli uomini esteri con il diritto di opprimere quelli normali. Se fosse vera questa logica, avrebbero avuto ragione Hitler, Stalin, Mussolini, Pol Pot, Attila, Nerone. La feccia dell’umanità sarebbe stata nel giusto. Io avrei chiesto il vostro voto per poter contribuire a capovolgere questo folle logica di Riina, per una società senza mafie e senza ’ndrangheta. Voi, uomini liberi tra uomini liberi. Un tempo si rifletteva sulla grandezza della letteratura. I grandi personaggi erano coloro che si riscattavano dall’errore: Jean Valjean, o l’Innominato, erano uomini che dopo aver attraversato il fango, ne venivano fuori in tutta la loro umana grandezza. In questi giorni, mentre osservo alcuni capi partito reclamare liste pulite mi viene in mente Al Capone e lo immagino intento a vietare l’ingresso nella sua gang a quanti sono stati multati per violazioni al codice della strada. Non continuate a fare loro favori. Non lo meritano. Non siate la “bestia grande e grossa che si da morte e guerra per un solo carlin di quanti egli al re dona”. Molti anni fa dei “fuorilegge” che venivano fuori dalle galere diedero a questa Italia la Costituzione, la libertà, la speranza. La galera, invece di abbrutirli, li rese uomini ancora più forti e più temprati, più giusti, più umani. Il rispetto della Costituzione è il terreno di lotta. “Ribelli” per la Costituzione è un impegno che affascina. ’Ndranghetisti per denaro è uno spreco della propria vita. Ma a questo punto mi accorgo che la mia lettera più che impubblicabile - il Direttore è coraggioso - è inutile. Molti anni fa dei “fuorilegge” diedero a questa Italia la Costituzione, la libertà, la speranza. La galera li rese uomini ancora più forti, più giusti, più Umani. DOMENICA 27 GENNAIO 2013 LA RIVIERA 07 LA COPERTINA Il Boxeure il Latitante E a San Luca nasce l’ultima, e contraddittoria, storia di due suoi figli. La lepre, che corre veloce per sottrarsi alla caccia di gendarmi e manette. E lo stallone, che si muove agile sul ring per sfuggire a un destino che avrebbe dovuto essere segnato DOMENICA 27 GENNAIO 2013 LA RIVIERA 08 te FRANK GIORGI E GIUSEPPE GIORGI, LE MILLE ANIME DI SAN LUCA JIM BRUZZESE alla spiritualità del santuario di Polsi, alla prosaicità della ’ndrangheta. Dalle percussioni meravigliose dei fratelli Porcaro, dei Toto, al crepitio sinistro delle lupare. Dalle melodie romantiche di Strano, dei Gemelli Diversi, ai lamenti striduli delle vecchie matrone. Dalla cultura immensa di Alvaro all’incultura degli estorsori in erba. Il bello e il brutto sgorgano potenti e allo stesso modo dal ventre gravido di un paese unico. San Luca, il dio bifronte dell’Aspromonte. E a San Luca nasce l’ultima, e contraddittoria, storia di due suoi figli. La lepre, che corre veloce per sottrarsi alla caccia di gendarmi e manette. E lo stallone, che si muove agile sul ring per sfuggire a un destino che avrebbe dovuto essere segnato. Il latitante e il boxeur, due storie contro di due uomini, ambedue nati con davanti Pietra Kappa. Giuseppe Giorgi, latitante imprendibile da quasi vent’anni che continua a scappare sperando che un giorno la prescrizione gli regali una libertà definitiva e una vita nuova. E Frank Giorgi che è fuggito fino in Australia per rincorrere una nuova vita e un destino diverso da quello di tanti suoi coetanei, e che adesso torna in Italia da campione, per una sfida D LE FOTO: Il primo sulla sinistra è Frank Giorgi campione di Thai Fight. (boxe thailandese). Di fianco Giuseppe Giorgi il ricercato numero, il re dei narcos è quasi un fantasma, le uniche prove della sua esistenza sono due foto sul sito del Ministero dell’Interno. Entrambi sono di San Luca (panoramica, foto in alto). Qui sopra, Frank Giorgi proclamato vincitore di un incontro a Bangkok nel 2011. Il pugile sanluchese dal 26 gennaio è a Milano per partecipare al torneo Yokkao Extreme 2013. che dovrà portarlo sul trono mondiale della Thai Fight, la boxe thailandese. San Luca ha mille anime, ed è capace di tutto sapendola percorrere per intero la parabola dal bene al male. E altro non è se non la metafora dell’uomo che dimostra l’inesistenza di tare genetiche ma solo l’influenza delle condizioni date. Così un “santulucotu” che va fuori a vivere torna da gigantesco Alvaro o Porcaro o boxeur mondiale. E uno che ci nasce e ci resta può diventare un uomo in fuga. Perché San Luca non è il male e può produrre banditi o campioni come ogni posto nel mondo. E bisogna mostrarli, gli uni e gli altri, senza malafede. Per dimostrare che San Luca è bene e male come tutti i posti nel mondo, e dentro cova uomini che potranno essere santi o demoni a seconda delle condizioni date e non per difetti di genesi. E oggi ci sarà un campione che lotterà su un ring per dimostrare che non esistono destini segnati né figli di un dio minore. E ci sarà un uomo in fuga che forse avrebbe potuto essere migliore, e che di sicuro da qualche parte accenderà una tv, fermerà la corsa della lepre e tiferà per lo stallone che avrebbe voluto essere. DOMENICA 27 GENNAIO 2013 LA RIVIERA 09 Parlando di... MIX L’intercettazione tra Torello e Femia con le minacce al giornalista «se non la smette gli sparo in bocca» LA NOMINA Procuratore Reggio. A Cafiero de Raho il dopo Pignatone i cambia. C’è voluto un anno, ma è un sottopospra clamoroso.I rappresentanti delle correnti della quinta commissione del Consiglio Superiore della Magistratura hanno indicato chi dovrà essere il procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, l’erede di Giuseppe Pignatone, che registra, dal posto di comando dell’altissimo tribunale di Roma, la bocciatura del suo vice Michele Prestipino. Quest’ultimo infatti ha ricevuto un sola preferenza su sei, quella della corrente di centrodestra del Csm. Una preferenza anche per Nicola Gratteri, gradito alla componente del centrosinistra laico, una per Paolo Giordano. Nessun voto invece per il capo della Procura di Catanzaro Vincenzo Lombardo. Mentre sono tre le preferenze per colui che governerà la pro- S CASO KUNSKY Esorcismi antimafia negli abissi Un documento della commissione parlamentare d’inchiesta sul fenomeno della mafia dal titolo: Relazione su possibili interes- Un errore. Un tragico errore tra la notte dell’11 e 12 agosto del 1988. A Sant’Ilario veniva ucciso, mentre era alla guida la sua 112 lx verde bottiglia (uguale a quella dei fratelli Tallariti – forse il vero obiettivo del commando di mezz’estate) il giovanissimo Mimmo Carabetta. Sidernese, giovane perbene, figlio di genitori perbene. Lavorava al lido ristorante il Pentagono, sul lungomare del paese. Aiuto chef. Sono passati quasi 25 anni e dopo la sentenza di assoluzione di primo grado, ieri dinanzi alla corte d’Appello di Reggio Calabria, il Pg Francesco Scuderi ha chiesto l’ergastolo per Antonino Tripodo e Vincenzo Monteleone. Presunto basista, il primo, presunto esecutore, il secondo. 14 anni invece per Lorenzo Federico, per concorso in omicidio. cura più calda del Sud Italia. Ovvero Gaetano Cafiero de Raho, l’incubo dei Casalesi. È stato votato dalle correnti di Unicost e Magistratura democratica. Procuratore aggiunto a Napoli, è stato l’uomo che ha fatto arrestare e condannare il superboss Francesco Schiavone, meglio noto come Sandokan. Le indiscerzioni dicono che non guarda in faccia nessuno e questo a Reggio rappresenta una garanzia. In città i nodi da sciogliere sono parecchi, dato che finora ha pagato soprattutto la provincia. La zona grigia continua a pagaiare incontras t a t a lungo lo Stretto. ler su una struttura da commesso viaggiatore, si aggira incontrastato. La mala del Nord ha un nuovo punto di riferimento con un pedigree da piccolo cabotaggio. È spietato - o almeno così pare - questo guaio continuo fatto uomo. Truffe, bidoni e fatture. Assegni a vuoto. (Googlate La mala piemontese minaccia il nostro Tizian uido Torello, meglio noto come Torellino, oggi, dopo l’intercettazione telefonica, è considerato l’uomo forte della mala del Nord. A Nizza Monferrato, il suo paese d’origine però non sono d’accordo. Non credono che uno che chiacchera molto possa essere il trait d’union con la potenza criminale più temuta in Italia. Questo figuro, simil Renato Pozzetto anni Ottanta, vuole sparare in bocca a Giovanni Tizian, il Saviano calabrese. Dall’intercettazione telefonica con l’imprenditore gioiosano Nicola Femia ostenta potere Torello, minaccia azioni risolutive sul genere Marsiglia anni ‘70. Un potenziale kil- G Guido Torello per avere conferma). Non ha il carisma di quelli del Brenta, ma sostiene di avere in dotazione pallottole, mica gianduiotti o tartufi. E Femia gli crede, dal tono sembra rassicurato. Dimostra inferiorità. Gli dice bravo, grazie. La presunta ’ndrangheta imprenditoriale del Sud che si prostra dinanzi a un piemontese d’adozione che conterebbe tanto, da Roncobilaccio a Ventimiglia. Tranne che nel suo paese, come riporta la “Gazzetta di Asti” il giorno dopo gli arresti: «Tutti gli abitanti di Nizza Monferatto e coloro che conosono “Torellino” escludono la possibilità che possa fare del male. Bisogna tirarlo fuori a tutti i costi. Dopo che nell’aprile di due anni fa, su richiesta della Dda di Catanzaro, il tribunale della città, sovrano in Calabria, aveva categoricamente archiviato il caso «nave dei veleni», da qualche giorno è stato riportato a galla. Si sa che nei sud del mondo gli esorcisti non amano stare a lungo disoccupati. Quindi si riparte, all’uso dei gamberi, alla ricerca del teschio nero su sfondo giallo. Non so perché mi riappare cristallino un capitolo del romanzo Le belve di Don Winslow, ripreso da Oliver Stone con una pellicola nel 2012. Al confine tra Messico e California è pieno di belve feroci: narcos e si della criminalità organizzata sul traffico antinarcos. Solo che quest’ultimi guadagnamarittimo, riporta a galla la bufala dei vele- no di più. Questo secondo i calcoli dell’imni. Nell’Alto Tirreno calabrese c’è il male. portante autore. Il Pg Scuderi: «Ergastolo per chi avrebbe ucciso Domenico Carabetta» L’omicidio del Pentagono a Sant’Ilario. A quasi 25 anni dalla morte del giovane sidernese non e' stata ancora fatta giustizia DONNE AL TOP Ècalabrese la prima direttrice dei laboratori del Gran Sasso Le donne calabresi si fanno notare. A dimostrarlo ancora una volta una ricercatrice di Villa San Giovanni, Lucia Votano. La fisica è stata la prima donna scelta per dirigere i Laboratori nazionali del Gran Sasso. Il sogno di ogni ricercatore che passa giornate e nottate. Gli studi di questa scienziata calabrese si sono concentrati fin dagli anni dell’università e della tesi di laurea sul fenomeno delle oscillazioni dei neutrini e sullo studio dell’evoluzione dell’universo. Oltre al lavoro nei laboratori la Votano si è dovuta anche abituare ai compiti amministrativi e di responsabile del personale. Provate voi a coordinare venti progetti e 1000 scienziati provenienti da ogni parte del mondo. Lucia Votano è una delle nostre eccellenze, ma come tutti i nostri talenti è stato obbligata a lasciare la Calabria. In un’intervista DOMENICA rilasciata a calabriaonweb alla domanda Come vede oggi la sua Calabria? Ci torna spesso? “Ci torno periodicamente perché in Calabria ho i miei affetti familiari. Purtroppo però non vedo una situazione strutturalmente diversa da quella che mi ha spinto a lasciarla per seguire gli studi universitari altrove e per tentare la via della ricerca scientifica. Sarebbe necessario veramente uno scatto di orgoglio dei calabresi che pure hanno tante buone qualità per tentare una rinascita culturale, economica, morale puntando alla serietà dell’impegno, alla valorizzazione delle tante menti brillanti che costituiscono un capitale umano non utilizzato”. 27 GENNAIO 2013 LA RIVIERA 10 DOMENICA 27 GENNAIO 2013 LA RIVIERA 11 Parlando di... ATTUALITÀ L’OPINIONE ANTONIO CALABRÒ l percorso storico di questo strano animale denominato uomo si è orientato con la prua rivolta verso un nuovo Nord che corrisponde ad un futuro di follia, di alienazione, di violenza e di profonde ingiustizie sociali. Le vele del suo cammino sono spinte dal vento della menzogna, menzogna politica, menzogna sociale, menzogna filosofica, menzogna storica. Viviamo frastornati in un presente di bugie, che spaziano da quelle miserabili di chi nega le evidenze a quelle colossali di chi traccia i destini dell'umanità intera. Non c’è più spazio per la verità. La verità è troppo banale, troppo a buon mercato, troppo inutile al progresso dei mercati. La verità è riduttiva, scomoda, noiosa, improduttiva, antieconomica. La verità è una palla al piede ingombrante da cui ci si deve liberare per viaggiare finalmente liberi verso il progresso. La bugia si è affermata come principio fondamentale di controllo e gestione del potere. La bugia ha assunto un carattere universale ed è al momento l’unica cosa realmente globale, l'unica cosa che vale allo stesso modo per tutti i popoli del mondo. La bugia è il simulacro delle antiche divinità, la riproduzione in scala della felicità, il surrogato delle idee, il motore della realtà. Non c’è nulla di vero in ciò che appare. Tutto è indotto e condizionato. Ogni cosa è travisata per scopi e motivi che non sono mai quelli che ci vogliono far credere. Esiste soltanto il potere assoluto di una sparuta minoranza di uomini che detta le regole e stabilisce i tempi. E questo potere è così grande e incontrollato che li ha trasformati in mostri simili a Gollum. Bugie filosofiche. L’uomo è felice quando vive uno stato di benessere. Cosa è il benessere? Il benessere è possedere beni. Chi ha tre televisioni è più felice di chi ne possiede una. Il SUV ti rende un uomo migliore. Siamo felici perché possediamo cose. Amiamo le banche come noi stessi. Il denaro è la medicina che guarisce ogni male. Bugie. Bugie spaziali. Bugie grandi come la Via Lattea. Perché si è arrivati a tanto. E come? Il lavoro è la base di ogni civiltà. Si deve aumentare la produttività. I consumi devono decollare, lo ripetono i politici di ogni razza. Il resto della vita è un corollario alla nostra fatica. Un orpello, anche inutile. Conta soltanto lavorare. Produrre. Per il bene di tutti. Dimenticare le fantasiose pretese di umani. E pensare, come api operaie, al bene comune. Bugia. Bugia grande come il sole. Il bene non è comune. I frutti del nostro lavoro non sono mai ridistribuiti in modo equo. Il novantanove per cento della nostra fatica si deposita sempre negli stessi forzieri. Noi, cazzoni di sinistra I La realtà delle bugie Siamo felici perché possediamo cose. Il denaro è la medicina che guarisce ogni male. Bugie spaziali. Bugie grandi come la Via Lattea. La bugia è la regola. Ci hanno talmente ingannati che abbiamo smarrito i valori. Siamo atei, senza famiglia e senza patria. Il lavoro è fatica, anche quando è realizzazione. E la felicità è in dissonanza con la fatica. La felicità è un mistero, ma l'infelicità è palese. L'infelicità è non avere tempo per amare il mondo. L'infelicità è la solitudine nera e gretta. Ci stanno trasformando in onanisti del possesso. Sprizziamo gioia per lo straordinario. Godiamo dei saldi, Tifiamo per l'aumento degli indici telematici delle borse mondiali, anche se non abbiamo un euro. Siamo spacciati. La bugia è regola, la bugia è applicazione pratica dell'arte della guerra. Una guerra dove loro, i potenti, hanno come nemici noi, i deboli. Ed hanno vinto. Ci hanno talmente ingannati che abbiamo smarrito anche i valori che hanno tenuto insieme l'umanità per millenni. Siamo atei, senza famiglie e senza patria. Piccoli individui solitari che tentano d'imitare gli dei. Ci odiamo a vicenda. La bugia ha un effetto a pioggia. Cade dall'alto. Si riversa in ogni aspetto della realtà quotidiana. La politica, che aveva il compito di conciliare gli uomini, ha smarrito il suo senso ed è diventata il maggiore spaccio di bugie. La politica e i suoi personaggi sono i pusher della menzogna. Quello che sta accadendo in questi giorni ne è la prova. La Calabria è sopraffatta dalle bugie. Bugie dall'alto verso il basso, e viceversa. Secoli di dominazione e di soprusi hanno prodotto questo effetto. Nascondersi dalla repressione con la bugia. Reprimere con la bugia. Difendersi con la bugia. Bugie verbali, bugie scritte. Non cambia niente. Viviamo bendati dentro una illusione di benessere. Una realtà virtuale che comprende ormai ogni aspetto, persino quelli privati, persino quelli sentimentali. Non è più una questione di lotta di classe, di mezzi di produzione, di capitale e di sfruttamento. La storia volge al termine, e ha preso il sopravvento la realtà delle bugie. Squarciamo il velo, accettiamo la nostra solitudine, perché solo il capirlo ne rallenta il decorso fatale. Diciamocelo, a sinistra siamo tutti bravi a giocare a fare i duri e i puri. “Questo non ci va bene perché è poco di sinistra, quello ci fa schifo perché è troppo di destra, quest’altro puzza di acqua santa” (spesso l’unica obiezione sensata). E così da circa un secolo, la sinistra è diventata esperta nell’arte delle scissioni. Solo per citare quelle degli ultimi anni, il Pci si è scisso in Pds e Rifondazione Comunista. Rifondazione si è scissa e sono nati i Comunisti Italiani che a loro volta hanno subito una scissione. E Rifondazione si è scissa ancora e ancora fino all’uscita di Vendola che ha fondato Sinistra e Libertà. E scissione su scissione la sinistra è riuscita in quello che sembrava impossibile nel paese che ha avuto il più grande partito comunista dell’Europa occidentale: vedere annullata la propria rappresentanza parlamentare. Una roba impensabile, ma che è successa. Grazie a chi? A quattro capre di dirigenti che per mantenere il loro piccolo potere si sono scannati fino a ridurre la sinistra ai minimi termini, fino a renderla ininfluente. Ma la colpa è davvero solo dei dirigenti? Noi popolo della sinistra siamo così immacolati? Oggi. Rivoluzione Civile sta mettendo insieme quello che è rimasto della sinistra in Italia, se si esclude Sel che è alleata col Pd. Una mischia per riportare quantomeno la sinistra nelle aule parlamentari. Non il migliore tentativo ma quantomeno un tentativo. Questi alcuni dei commenti di svariati compagni e compagne: “E adesso ci affidiamo a un magistrato? Io non voto!”. “Sul simbolo c’è il nome di Ingroia, noi combattiamo i personalismi in politica, non voto!”. “Cosa? Abbiamo caricato anche Di Pietro? Non voto!”. “Ingroia ha avuto il coraggio di aprire a quel dittatore di Grillo, col cavolo che voto!”. “Hanno candidato tizio invece di caio, mi astengo”. E potrei andare avanti per pagine. Insomma, sempre alla ricerca del pelo nell’uovo noi, sempre a scannarci con chi ci è più vicino facendo il gioco della destra. Sempre masochisti, a cercare di essere i migliori senza nemmeno accorgerci che in tutto questo bel dividerci siamo riusciti a scomparire. Continuiamo pure così, ma poi non lamentiamoci se il berlusconismo devasterà l’Italia. Col termine scissionisti ormai si intendono i camorristi di Secondigliano. Peccato, perché sarebbe la definizione giusta per noi cazzoni di sinistra. Lenin disse: che fare? E fece una rivoluzione proletaria. Poi morì e noi alla sua domanda rispondemmo: scinderci! E gli altri fecero la rivoluzione restauratrice, per usare un ossimoro, che è comunque pericoloso, perché qualcuno a sinistra potrebbe accusarmi di essermi imborghesito perché utilizzo un lessico troppo complicato per il proletariato giovanile, che nel frattempo è invecchiato e, grazie alla sinistra scomparsa, non ha nemmeno più la pensione. Per trovare la sinistra me ne sono dovuto andare in Venezuela. Ma ora pure il presidente Chavez rischia la vita. Siamo proprio degli sfigati. Giovanni Maiolo DOMENICA 27 GENNAIO 2013 12 DOMENICA 27 GENNAIO 2013 LA RIVIERA 13 Polaroid Sandra Tuzza sale in cattedra Due impavidi ciclisti sullo Zoomaro Il nostro ex direttore Sandra Tuzza con gli studenti dell’ITT Zanotti Bianco di Marina di Gioiosa Jonica. Ha tenuto la prima lezione del programma annuale studiato per le scuole superiori della Locride “Educare alla cittadinanza europea”. Nè il freddo di questi giorni né le nevicate a bassa quota hanno fermato i due impavidi ciclisti. Fin sulle vette dello Zoomaro si sono spinti con le loro bicilette e ben bardati nella loro divise. Zaino in spalla su fino in cima nonostante tutto per passare un weekend in montagna e fare un po’ di attività fisica. LOCRIDE Roccella Vincenzo Scali, di anni centotre Il signor Vincenzo Scali attraversa il suo tempo con la leggerezza di una barca che solca la tempesta; con la forza di un’ape operaia, mai distolta dal dovere e dalla fede; con l’amore per la vita di un sognatore felice e di un marito e padre esemplare; con il fuoco mai sopito di un uomo autentico e sincero. Il signor Vincenzo Scali, nato a Roccella il 15 Aprile del 1910 compirà presto il suo centotreesimo compleanno e tutta la costa Jonica lo festeggerà, felice della sua allegria, del suo buon senso, della sua saggezza. Quando nacque il signor Scali la nostra Calabria era tutt’altro. Strade polverose e rade, miseria, carabinieri a cavallo e macchine a vapore. Il mondo intero era tutt’altro. Ghette, palandrane e cappelli a cilindro, carrozze per i nobili e carrube per i poveri. Sembra ieri, per lui, ma già è storia, per noi. La scuola elementare finita a Roccella dopo la fine della prima guerra mondiale, e poi il fascismo che lo vedeva giovane e già al lavoro. Ricordate del fascismo, signor Scali, gli domando. Tre cose - mi risponde - Fame, miseria e pidocchi; niente di buono, mi ricordo. Il signor Scali nacque Il lavoro diventa subito centrale nella sua vita. Muratore, e poi quando la nostra mastro muratore. E mattoni, e da impastare, e fatica Calabria era tutt’altro. cemento dall’alba al tramonto. E sempre, Strade polversose e sempre (insiste) pagato con il prezzo e in più il premio. Per la rade, miseria, bontà del lavoro. E per la dedizioe la serietà. carabinieri a cavallo e ne E poi sua moglie, Isabella, settanmacchine a vapore. Lo tacinque anni di matrimonio. E mi recita a memoria una struggente guardo e vedo un dichiarazione d’amore, di quelle tempi, rispettosa e tenera. secolo di storia nelle d’altri E nei suoi occhi compare la luce sue rughe. del ricordo. E dei quattro figli, Zoom sulla LOCRIDE avuti a distanza di quattro anni ciascuno, il primo nel 38’, e così via, lui sempre a lavorare e pensare al futuro, e il futuro già è qui e lui anche. Signor Scali, quale è il segreto della vostra gioventù, gli domando. Mi risponde secco. Preciso e senza dubbi nella voce. -Mai rubare, mai litigare, mai avere a che fare con delinquenti, mai cedere ai vizi e credere sempre in Dio, con forza, speranza e volontà. Lo guardo e vedo un secolo di storia nelle sue rughe. Mai preso caffè e mai fumato sigarette. Solo adesso, da qualche tempo, al mattino, un goccio appena di caffè. E poi abbondante latte, con un biscottino, a volte. - Mi vedete pancia, voi ?- mi chiede. - Mangiare poco e camminare assai. E il vino solo adesso, dopo i novant’anni. Mezza tazzina dopo dei pasti. Così, per la circolazione. Ma camminare , camminare assai. Ed è vero. Mi raccontano di una sua recente camminata chilometrica, dopo aver perso il treno. E lo vedo io stesso, dopo la chiacchierata, avviarsi con passo svelto e deciso verso casa. Signor Vincenzo Scali, di anni centotre, noi ti ringraziamo del tuo sorriso. Ti ringraziamo della tua grazia e della tua voglia di parlare con gli altri. Delle tue parole e dei tuoi gesti autentici di galantuomo. Ringraziamo te e quel Signore in cui tu credi così profondamente che ti ha concesso una vita così bella da essere un esempio. E, nella tua semplicità, leggiamo un monito e un insegnamento, che ci fanno vergognare di questo nostro presente astruso e scialone. Tanti auguri, signor Scali, ti vogliamo bene come un nonno universale, mentre ti vediamo con quel tuo passo deciso attraversare il mondo, con la leggerezza di una barca che solca la tempesta. Antonio Calabrò Premiata la miglior Idea Imprenditoriale Finalmente un riconoscimento per l’imprenditoria giovane e per le innovazioni . L’assessore Caridi ha premiato la miglior Idea Imprenditoriale con il concorso promosso da Confindustria Catanzaro "La Forza delle Idee, il Coraggio delle Azioni". Il maxi, nel formato più che nel contenuto, assegno di duemila e cinuecento euro servirà a realizzare il progetto vincitore “CorIl trasporto pubblico. Forward”. Monti candida Angela Fucsia Nissoli Futzgerald Una candidata italo americana alle prossime politiche del 25 e 26 febbraio 2013. concorrerà per un posto alla Camera dei Deputati Lista “Con Monti per l’Italia” Nord e Centro America, Angela Fucsia Nissoli Fitzgerald. Segue attivamente da sempre le Comunità italiane e italo americane, promuovendo la diffusione della lingua e della cultura Italiana: oggi scende in campo, decisa a impegnarsi per fare da ponte, collegamento reale e ideale tra le due Italie, quella fuori e quella dentro i confini nazionali. Una donna che vive e ha vissuto i problemi, i desideri, le criticità e le aspirazioni della comunità italiana del Connecticut, in particolare i problemi delle donne italiane all'estero, sulle quali grava ancora, troppo spesso, l'intero carico della famiglia. in prima persona, a rendere massima mente proficuo il servizio di rappresentanza offerto agli italiani, perché giungano sul tavolo di chi decide, i temi e le priorità da affrontare” GIOIOSA IONICA BENE E MALE. Al passo felpato ed elegante delle mucche, che discendono senza tempo verso la vecchia piazza, fanno da contrasto, in negativo, i prospetti delle case dei gioiosani. Il vecchio e il nuovo si mescolano, attorno a una strada, lungo una mentalità schiava del cattivo gusto. LOCRI COMODA. A un metro dall'incrocio principe della città, quello attraversato dalla strada che dal lungomare porta al palazzo di Minosse, un camion con un cassone a muraglia impedisce la vista. Non si vede niente, neppure un controllore del traffico. MONASTERACE A SINISTRA. Negli ultimi anni la città è stata troppo impegnata a esorcizzare criminali vaganti. Il divieto per altre prospettive è prorogato a data da destinarsi. Quindi svolta obbligatoria a sinistra per altri quattro anni DOMENICA 27 GENNAIO 2013 LA RIVIERA 14 Autoscatti in Parlamento la Riviera Raduni della Protezione civile Franco Laratta ha deciso di immortalare il suo ultimo giorno in Parlamento. Forse perché poco fiducioso nella rielezione alla Camera ha voluto imprimere sulla celluloide una testimonianza della sua presenza tra i rappresentanti della Calabria a Roma? Non si sa, di certo sarà una foto che mostrerà con orgoglio a parenti e amici. Ad Agnana si è svolta un’esercitazione raduno della Protezione Civile. Visto il maltempo e le avverse condizioni i nostri volontari fanno bene a tenersi in allenamento. Sempre pronti a intervenire in caso di calamità sono proprio loro a doverci salvare. Speriamo si esercitino bene. A presiedere e coordinare la riuscita della giornata il presidente Maria Bizzantini. IMU incostituzionale: promossa class action da Codici “L'IMU è un'imposta incostituzionale, oltre che palesemente iniqua”. Questa la nota diffusa dall'Associazione Codici sulla tassa più odiata degli ultimi tempi. E la battaglia tra l'associazione e la tassa reimposta dal governo Monti si annuncia dura e senza quartiere. Si sta organizzando una vera e propria class action contro la “tassa non sul patrimonio, ma contro il patrimonio e la proprietà”. Codici sostiene fortemente che il prelievo IMU si pone in contrasto tanto con il principio di uguaglianza sancito nell'art. 3 della Costituzione, quanto con il canone della ragionevolezza che a esso si connette. Infatti, il principio di eguaglianza imporrebbe di considerare allo stesso modo situazioni uguali e di differenziare le situazioni tra loro diverse. L'imposta colpisce la titolarità di beni immobili, in modo casuale, senza considerare correttamente il loro valore e la situazione personale dei soggetti passivi. Si prescinde dal fatto che, chi possiede gli immobili sia ricco o povero, occupato o disoccupato, abbia comprato con i frutti del proprio lavoro o abbia ereditato. La misura del nuovo prelievo non è infatti legata né a probanti e realistici dati oggettivi, né si conforma (se non marginalmente) alle differenze individuali e familiari. I profili di incostituzionalità sopra descritti risultano rilevanti anche in relazione al dovere costituzionale di concorrere alle spese pubbliche in ragione della propria capacità contributiva. Per tutti questi motivi l'associazione ha deciso di lanciare una campagna a livello nazionale e ricorrere in questo modo contro quella che ritiene “una mostruosità fiscale” . Tra le richieste che saranno avanzate ci sarà sicuramente quella di chiedere il rimborso dei pagamenti versati. L'associazione si è offerta di aiutare i proprietari immobiliari che faranno domanda di rimborso o ricorreranno in Commissione Tributaria, sia singolarmente sia attraverso una vera e propria “class action”. Il vescovo Morosini da Papa Ratzinger Questa mattina il vescovo di Locri Giuseppe Fiorini Morosini, insieme a tutto lo Episcopato regionale è stato ricevuto da papa Benedetto XVI. Rimarrà in Vaticano fino al 25 di gennaio a discutere dei problemi della Locride, anche oltre la mera questione ecclesiastica. La relazione che Mons. Morosini ha consegnato oggi a sua Santità, considerata l'attenzione che sta dedicando alle gravi problematiche che attanagliano la Locride, vittima di mal governo e strumentalizzazioni, siamo convinti, sarà puntigliosa. L'emergenza è diffusa a tal punto che a questo territorio servirebbe un miracolo. Se non fosse possibile le famiglie della Locride si accontenterebbero anche di un piccolo spiraglio, di un'esigua prospettiva, oltre il basso e buio orizzonte a cui sono stati forzatamente costretti da qualche decennio. Pacchi di cibo per famiglie in difficoltà Nuovo progetto d’inclusione per i minorenni immigrati Dopo circa nove mesi di incubazione e prove generali, prende il via la distribuzione delle derrate alimentari nella Locride da parte delle sedi zonali dell'ANAS. Nei giorni scorsi infatti sono stati distribuiti i primi pacchi del 2013 di alimenti per le famiglie bisognose. A guidarla sulla ionica ci sono l'ardorese Gianfranco Sorbara e il bovalinese Domenico Iacopino. I monconi di un fantasma Il vecchio pontile di Siderno c’è ancora nei fondali marini È stato smantellato lo scorso inverno, ma è ancora lì. Rivive, come un fantasma. Il vecchio pontile, il plebeo, che per decenni è rimasto all'ombra del ricco serpentone dell'Italcementi, quello che buca lo Jonio alla fine del lungomare nord, non se né andato del tutto. Ombre, che si muovano di notte, spezzano la schiuma marina. Come se il mare incontrasse più ostacoli. È gli ostacoli ci sono è rappresentano un serio pericolo. Tantissimi ferri arrugginiti spuntano dall'acqua. Sono appuntiti. Sono monconi (foto) che rischiano di far veramente male. Noi lo denunciamo oggi, consapevoli del fatto che le prossime mareggiate li sotterreranno. Ma saranno lì, anche in estate e silenti come tracine sul fondale marino attenderanno bagnanti inconsapevoli. Il rischio di danni alle persone è elevatissimo. Molto probabilmente è necessario segnalare lo stato di pericolosità e delimitare con delle boe il tratto di mare. L' inagibilità è palese. Il rischio alle persone - lo ripetiamo ancora una volta - è elevatissimo. La differenziata di Ciccillo, per tramandare una Siderno migliore Ciccio Guttà detto “Ciccillo” lo raggiunge ogni due giorni. È se,pre strapieno di tutto, fino all'orlo: pampers, duracel, canne da pesca. Televisoni, lavandini, divani a un posto tavoli di vecchie abbuffate. Ma sono le buste del discount Md la fanno da padrone. Stamattina c'era anche un cane. Non dava segni di vita. Mi sono avvicinato poco, sembrava uno spinone. Ho sperato fosse di peluche. Intanto, Ciccillo, capelli bianchi, coppola e passo lento, non molla, va avanti e tra l'immensità di rifiuti di ogni genere, si sforza per trovare uno spazio alla sua differenziata. Gli domando se vale la pena. Mi Il cassonetto blu per la plastica è a 750 risponde. «Il mio dovere è quello di metri da casa sua. 750 metri secondo il tramandare una città migliore ai tuoi conta chilometri della mia Fiesta. figli». Il progetto Albatros è stato promosso dal Ministero Del Lavoro e accolto dalla Cooperativa Sociale Pathos con il partenariato dei comuni di Caulonia, Riace e Benestare. Rappresenta un percorso sperimentale d'inclusione socio-lavorativa dei “Minori stranieri non accompagnati” (MSNA), richiedenti o titolari di protezione internazionale o umanitaria, nei comuni calabresi. DOMENICA 27 GENNAIO 2013 LA RIVIERA 15 DOMENICA 27 GENNAIO 2013 LA RIVIERA 16 DOMENICA 27 GENNAIO 2013 LA RIVIERA 17 I CANDIDATI PILLOLE ADDIO GRANDE SUD Non saranno più nominati Elio Belcastro, che se ne torna al paesello, Aurelio Misiti, che ha esaurito tutti i mari in cui si può navigare, Santo Versace, che doveva cucire l'immagine della Calabria estetica. Volevano fare grande il Sud, immaginandolo come Lilliput. Unica condizione perché apparissero come Gulliver. LA DITTATRICE MARIA CARMELA E MARCO LO SCRIVANO A liste presentate dal Pd sono insorti Enzo Ciconte, mafiologo, Maria Carmela Lanzetta, la sindaca più antimafia del reame, Adriana Musella, la presidente eroica di Riferimenti. Tutt'e tre hanno lamentato, con il cuore grondante sangue e lacrime, la sottovalutazione del Pd nei riguardi della 'ndrangheta calabrese, l'organizzazione criminale più potente del mondo, non recando in Parlamento i giganti e le giganti della lotta costante, perché astratta, alla mafia. È proprio vero, l'appetito vien mangiando. I vessilliferi dell'antimafia, che hanno ottenuto molto, pretendono adesso tutto. Non a torto. La prossima volta non diciamo Bersani, ma almeno Minniti faccia da scrivano e scriva sotto la dittatura dell'antimafia collaudata: Lanzetta, Musella, Ciconte. Non solo la purezza della lista sarà assicurata, ma - oh, giorni della nostra liberazione- la 'ndrangheta, temendo per sé, si trasferirà al Nord. Dove s'è già trasferita. NINO E LELLA La biografia di Lella Golfo, che leggiamo su Wilkipedia, è assai lacunosa. Non dice nulla degli anni giovani di Lella quando era impegnata nelle fila del PCI e recitò un ruolo importante come dirigente dell'Unione Donne Italiane. Né dice nulla del suo successivo passaggio al PSI, lì portata da un grande e sincero amore per un dirigente socialista, intelligente, dal tratto aristocratico e sventurato: morì giovane. Nel 2008 Lella Golfo, stupenda, emerge come nominata del PDL alla Camera dei deputati per la Calabria. S'è fatta un buon nome. È stata in prima fila nella lotta per i diritti delle donne e s'è fatta conoscere in Italia e in Europa come Presidente della Fondazione Maria Belisario. Alla Camera dei deputati ha parlato poco, ma sempre qualcosa in più di Nino Foti, che resta, mentre Lei lascia. DOMENICA 27 GENNAIO 2013 LA RIVIERA 18 PARTITO DEMOCRATICO PDL Gigi, Rosy e Luchino Dorina Bianchi, ovvero la donna e mobile Si dice che dietro ogni grande uomo c'è una grande donna. Non vale più, almeno per quanto riguarda la politica, che è una sorta d'equazione a due incognite. Da quel che abbiamo capito, frugando nella sacrestia dei misteri, questo ormai si deve dire: dietro ogni grande donna, c'è un grand'uomo. Cioè dietro la Bindi, la meno irritante dei paracadutati per la sua intelligenza, c'è stato Gigi Meduri. Non attore, ma regista. Del tipo di Luchino Visconti ne “Il Gattopardo”. Senza offesa per le femministe: Dorina Bianchi è la perenne dimostrazione vivente che la donna è mobile. Ha veleggiato inizialmente nel CCD e nell'UDC, poi è passata al centrosinistra con La Margherita e il Partito Democratico, indi è rientrata nell'UDC, non si scorda mai. E poiché il primo amore non è mai unico, è passata ad altro amore, all'amore del Popolo della Libertà. E, sicome amor con amor si paga, Silvio Berlusconi le ha preparato un seggio al Senato. Prego, Signora. SEL FUTURO E LIBERTÀ Laura Cirella e i rospi u)nitari La pasionaria Patrizia Pelle C'era una volta una pasionaria nella destra italiana di marca fascista: Angela Napoli. La vedemmo fiammeggiare in FLI e, poi, sfumando i sogni di gloria del Futuro di Fini, far parte quasi per se stessa. Niente dramma. Una pasionaria se ne va, un’altra subentra: Patrizia Pelle. Senza speranza di vedere le stelle. E questo ce la rende simpatica oltre ogni dire. Intelligente, pensosa, simpatica, Laura Cirella ha militato per lungo tempo nelle fila dei Comunisti italiani. Poi, è passata a Sel , ma con il morbo, là contratto, della disciplina ferrea e dell' unità del Partito, che viene prima d' ogni altra cosa. E perciò alla fine ha ingoiato i rospi foresti con lo stesso piacere con cui si pasteggia un bel cannolo. CENTRO DEMOCRATICO RIVOLUZIONE CIVILE Sotto la stella della purezza Lo strillone e Lorenzo Fascì Franco Bruno è nato sotto la stella della purezza, che mal si coltiva nell'arena politica. Ma egli vi è riuscito, sottraendosi a ogni contaminazione che importa il voto. Non si è fatto mai votare. È diventato senatore del Pd per nomina grazie al Porcello. Da qualche anno aveva fatto sosta presso la stazione dell'Api. Ma la benzina è finita. E Franco Bruno riparte con la macchina di Tabacci, il Centro democratico dei trasformisti calabresi. Nella lista calabrese per la Camera dei deputati Antonio Ingroia, con l'annuenza di Oliverio Diliberto, ha cancellato i comunisti calabresi, non avendo né titolo né le carte in regola, ma solo la nomea che gli deriva dallo strillonaggio contro il Presidente della Repubblica. Fa specie che i comunisti calabresi non abbiano reagito allo strillone e abbiano abbozzato, ponendo così fine a una leggenda: al Partito comunista vivente ormai solo in Calabria. Bene, non solo i comunisti non hanno reagito, ma addirittura il segretario delle federazione reggina del Partito dei Comunisti Italiani, avv, Lorenzo Fascì, ha accettato la candidatura al Senato in una posizione d'assoluta ineleggibilità, primi venendo gli unti di Ingroia, che, non avendo a disposizione olio santo, li preserva con lo strutto del Porcello. L'avv. Lorenzo Fascì- questo lo sanno tutti - è persona di dolcezza infinita. Dolce come un bigné. Perché Ingroia non avrebbe dovuto farne un sol boccone, e con lui tutti i suoi prossimi compagni, sempre pronti per la causa a farsi mettere sotto i piedi dall'ultimo arrivato nel campo della Sinistra? TACCUINO ELETTORALE Non servono i professionisti dell’antimafia parola di Rosy Bindi Pur dopo le giuste scelte del Pd, che, ritornato nella misura delle cose, non ha candidato al Parlamento nessuna delle sacerdotesse dell'antimafia, ci pare giusto riproporre una questione, che riguarda più la logica che la politica. E la questione è questa: se in Calabria, secondo l'autoproclamazione delle interessate, la benedizione dei confratelli capi di partito, le accordate macchine di scorta dei prefetti, le sindache antimafia sono 4, non più di quattro e soltanto 4, dobbiamo concludere che le restanti sindache calabresi - Maria Lucente, sindaca di Zumpano (Cs), Beatrice Valente di Spezzano Piccolo (Cs), Barbara Mele di San Nicola Arcella (Cs), Paola Maria Candia di Orsomarso (Cs) Antonella Leone di Pedivigliano (Cs), Patrizia Linda Cecaro diSan Sostene (Cz) Teresa Procopio di San Floro (Cz), Antonella Bartucca di Francavilla Angitola (VV), Marianna Caligiuri di Caccuri (Kr), Domenica Gangemi di Santa Caterina d'Aspromonte (RC), Rosita Femia di Canolo (RC), Maria Romeo Ferruzzano (RC) - non sono sindache antimafia. Con la logica non si scherza, e la logica dà questo risultato logicamente non sorprendente. Sorprende invece che i prefetti non abbiano ancora provveduto a preparare le carte per lo scioglimento dei comuni, retti dalle sindache non antimafia. Chi ci salverà dalle professioniste dell'antimafia, bardate con la bandiera tricolore? Aprendo la campagna elettorale a Cinquefrondi Rosy Bindi, che guida la lista alla Camera del Pd, ha detto: «Non servono i professionisti dell'antimafia. Ognuno in questa terra è presidio contro l'illegalità se esercita i propri diritti e doveri». Noi lo sosteniamo da tempo. Meglio tardi che mai. E, comunque, Rosy Bindi si dimostra all'altezza della situazione. DOMENICA 27 GENNAIO 2013 LA RIVIERA 19 La ... Gerenza www.larivieraonline.com [email protected] [email protected] Tel 0964/342679 la Riviera RUBRICHE Registrazione Tribunale di Locri (RC) n. 1 del 19/06/1998 R.O.C. n°11602 del 02/11/98 Questo periodico è associato all’Unione Stampa Periodica Italiana AmministratoreUnico Rosario Vladimir Condarcuri Direttore responsabile: PASQUINO CRUPI In redazione: ERCOLE MACRÌ, ELEONORA ARAGONA, DOMENICO MACRÌ, ILARIO AMMENDOLIA, MASSIMO PETRUNGARO, KATIA CANDIDO, NINO SIGILLI. Responsabile sport: ANTONIO TASSONE Art Director: PAOLA D’ORSA Impaginazione: EUGENIO FIMOGNARI La colonna infame di Mimmo Gangemi Loqui e sproloqui di Filomena Cataldo Messagi nel tempo di Daniela Ferraro Le pillole di Eva COLLABORATORI Anna Laura Tringali, Mara Rechichi, Franco Crinò, Nicodemo Barillaro, Giuseppe Gangemi, Mimmo Romeo, Giuseppe Fiorenza, Franco Parrello, Franco Blefari, NOTE E SCHERMAGLIE LA LETTERA REPUBBLICA E MONARCHIA Proposta di un cittadino per risolvere i problemi della Locride Felicemente Votano democristiani e cortigiane Questa proposta la faremo al comitato dei Sindaci della Locride che si riunirà il prossimo 28 gennaio 2013. La nostra proposta è quella di costruire una società Public company, gli azionisti della quale dovrebbero essere esclusivamente cittadini della Locride, i quali devono detenere la maggioranza delle azioni (55-60 per cento) del capitale della società. Il rimanente 40-45 per cento delle azioni può essere detenuto da banche, società finanziarie o privati che vogliono investire per lo sviluppo di questa Area, che ha tanto bisogno di riscattarsi da sola. Come si può notare, con questo sistema il controllo della Società rimarrebbe sempre ai cittadini soci. Elaboriamo qualche ipotesi di questa società. Ogni azione dovrebbe avere una base minima di 100 euro. Somma che ogni cittadino medio potrebbe investire nella società. Quei cittadini che hanno maggiori possibilità possono arrivare ad investire anche 10.000 euro, con pagamenti rateali di media scadenza. Il socio che ha un azione da cento euro in seno all'assemblea dei soci può esprimere soltanto un voto. Invece il cittadino che possiede un capitale sociale di 10.000 euro può esprimere 100 voti in seno alla suddetta assemblea. Così anche gli azionisti di minoranza. Essenso gli abitanti della Locride 131.985, dividiamo questo numero in tre parti: ricchi, meno abbienti e ceto medio. Il ceto medio è il più numeroso, perciò lo quantifichiamo in 100.000 abitanti. Se la Società dovrà raggiungere un capitale sociale di 30.000.000 di euro. Il 55 per cento del capitale, ovvero 16.500.000 euro, lo dovrebbero detenere i soci di maggioranza, ovvero i cittadini, e il rimanente capitale sociale di 13.500.000 euro andrebbe coperto dai soci di m i n o r a n z a . 16.500.000:100.000=165 euro sarebbe l'importo di partecipazione di ogni cittadino/socio. L'importo della società potrebbe essere, inizialmente, anche di 50.000.000 di euro. Le amministrazioni comunali avrebbero l’obbligo di partecipare alla Società come soci di minoranza. Questa in linea di massima dovrebbe essere la struttura portante della società. Con questo capitale sociale, la società potrà fare investimenti produttivi nella Locride. Se i cittadini si vogliono organizzare, per costruire una vera forza sociale ed economica che sia di sostegno e collaborazione alla classe politica della Locride ora hanno l'opportunità di farlo. Benito Stinà immaginazione impareggiabile e la fantasia ardita e colta permisero ad un filosofo socialista del settecento, di catalogare e dscrivere, con magistrale precisione, ben 77 tipi di cornuti. L’opera che conserva il prezioso schema, salvo errori di memoria, si intitola “L’armonia universale” e, probabilmente, da essa è stata derivata la frase “cornuti e contenti”. Purtroppo, non ricordiamo se, come nella prima stesura del sistema periodico, v’erano delle caselle vuote, né se fosse stata prevista una corrispondenza biunivoca tra i decorati dell’imbarazzante ornamento frontale e le decoratrici, generose e abili. Tuttavia, occorre ammettere che, alla luce del nostro progresso civile, sociale e culturale, il secondo genere ha avuto un imponente sviluppo, in numero e qualità, per cui è doveroso riconoscere ad esso legittima rappresentanza ad ogni livello sociale ed istituzionale. Tralasciamo ogni altra considerazione e guardiamo, ancora una volta, alla nostra terra. Le premesse introduttive illuminano numerosi aspetti delle liste PD-SEL in Calabria e, forse, spiegano i risultati delle cosiddette primarie. A nostro avviso, però, non lasciano tranquilla la “vecchia base” che resta l’unico vero e consistente riferimento sociale, elettorale ed organizzativo della presunta sinistra democratica. La cosiddetta “fusione fredda”, generando il PD solo a livello di vertice, ha attratto poco della componente democristiana. In Calabria, forse L’ nemmeno quello. Viceversa i voti elettorali sono frutto del lavoro tenace ed incorreggibile dei devoti e sopravvissuti ex comunisti del buon tempo andato. Ebbene, questi infaticabili compagni voteranno democristiani, nomadi e stanziali, insieme con cortigiane di origine incontrollata. Si può? A rigor di logica, no! Ma loro voteranno come un sol uomo: “perché sennò vince la destra”. Hanno imbarcato soggetti in odore di mafia, parenti di mafiosi, condannati per gravi reati, accusati di corruzione e malversazione. In fondo, osserva qualche compagno le cortigiane sarebbero il male minore, se solo però non fossero state indagate per malaffare pubblico e condannate per immoralità privata. Ma, se opportunismo, trasformismo, personalismo, familismo, trasversalismo, servilismo, ruffianesimo, carrierismo, ignoranza, incompetenza, compiacenza e, chi più ne ha più ne metta, non sono più disvalori, non costituiscono impedimento alla elezione, cos’è che vogliono cambiare questi soloni del PD e dell’affabulatore che, con immenso piacere, denominiamo sellino (perché deriva da sella, la quale rimanda al ciuccio)? Anni or sono, molti dei dirigenti reggini di sinistra, democratici e non, artefici degli impresentabili elenchi elettorali, nonché occulti oppositori all’immediata sentenza di dissesto del Comune e perciò, ipocriti ed interessati fiancheggiatori del distruttore della “città metropolitana”, ci addita- DOMENICA vano, all’interno del PCI dove incredibilmente militavamo insieme, quali elementi anti-partito in quanto, a loro dire, sprecavamo il meglio e il più delle energie a contrastare il gruppo federale, cioè loro, anziché lottare contro il nemico esterno, allora costituito, come adesso, da democristiani e fascisti. Noi, con lungimiranza, rispondemmo che per trasformare la società occorre costruire lo strumento del cambiamento, cioè il Partito. In altri termini, i suoi dirigenti e i suoi militanti. Perché solo se non si è ladri si combattono i ladri, solo se non si è mafiosi si contrastano i mafiosi, solo se non si è corrotti si impedisce la corruzione, solo se non si è ambiziosi si sconfigge il carrierismo, l’arrivismo, il trasformismo, l’opportunismo, il trasversalismo, solo se si è liberi e leali si annienta il servilismo, il ruffianesimo e il tradimento. In definitiva, noi seguivamo il principio del conflitto secondo cui “È il diverso che abbatte il diverso”, poiché la storia dimostra che “l’uguale perpetua l’uguale”. Il risultato è sotto gli occhi di tutti coloro che vogliono vedere: i cripto democristiani di un tempo, un po’ fascistelli e un po’ stalinisti, votano, finalmente felici e liberati, per i democristiani di sempre e le cortigiane di questo tempo bacato. Se il futuro che ci promettevano ieri è l’oggi, immaginate un po’ cosa sarà il futuro di oggi, tracciato da questi condottieri di ieri. 27 GENNAIO 2013 LA RIVIERA 20 HANNO COLLABORATO Francesco Laddarina, Giuseppe Patamia, ,Bruno Gemelli, Carmelo Carabetta, Antonio Cormaci, Giulio Romeo, Sara Caccamo, Giuseppe Fiorenza, Daniele Mangiola. COPERTINE Dal 2003 a cura di Paola D’Orsa Le COLLABORAZIONI non precedute dalla sottoscrizione di preventivi accordi tra l’editore e gli autori sono da intendersi gratuite. FOTOGRAFIE e ARTICOLI inviati alla redazione, anche se non pubblicati, non verranno restituiti. I SERVIZI sono coperti da copyright diritto esclusivo di “la Riviera Editore” per tutto il territorio nazionale ed estero. GLI AUTORI delle rubriche in cui si esprimono giudizi o riflessioni personali, sono da ritenersi direttamente responsabili. NEW ENTRY Un aiuto bancario ai nostri lettori Nel ringraziare l'Editore e il Direttore responsabile della prestigiosa rivista "La Riviera", mi pregio annunciare che da questo numero sarà presente la rubrica "Banche e usura", che consentirà ai cittadini di ottenere su espressa domanda le risposte necessarie per poter tutelare la propria posizione in questa giungla di norme e di evidente potere del sistema bancario. Oggi il cittadino è lasciato solo dinnanzi ai voleri, spesso perversi, degli Istituti di Credito, che utilizzano la propria forza economica per vessare l'utente. Nel passato, il rapporto diretto tra il responsabile dell'agenzia bancaria ed il cliente consentiva la realizzazione di un rapporto leale e corretto, con la disponibilità umana di venire incontro alle esigenze delle famiglia, delle imprese e di tutti coloro che avevano bisogno di un intervento finanziario. Oggi, gli utenti sono dei semplici numeri che vengono trattati in base alle loro capacità patrimoniali. Con la conseguenza che le fasce deboli, che hanno naturalmente il maggior bisogno, non possono usufruire del servizio bancario. Una situazione gravissima che, specialmente nel meridione, ha paralizzato l'economia e messo sempre più in povertà i cittadini. La Riviera, consapevole di questo bisogno, ha realizzato una rubrica che mette a disposizione di tutti coloro che hanno dubbi o vogliono chiarire la propria posizione. Un servizio certamente utile che potrà aiutare coloro i quali non riescono a venire fuori dalla marea di norme e di principi sanciti dalla giurisprudenza. Mi onoro di poter fornire questo piccolo servizio alla comunità e ringrazio ancora la sensibilità dell'Editore e del Direttore responsabile. Giacomo Saccomanno avvocato PUBBLICITÀ Per richieste di pubblicità rivolgersi a: PI GRECO Comunication srl Via Gramsci, 72/A info 0964383251 GLI INSERZIONISTI sono responsabili dei marchi e dei loghi pubblicitari nei loro spazi, l’Editore non risponde per eventuali dichiarazioni, violazioni di diritti, malintesi, ecc... Tutti i marchi riportati sono registrati dai legittimi proprietari. STAMPA: Master Printing S.r.l. - Modugno (BA) DIFFUSIONE S.P. servizi - Gioiosa J. ASSOCIATO- Unione Stampa Periodica Italiana, Croanache Italiane Banche e usura ANDREA SACCOMANNO L'usura è una tipologia di reato disciplinata dall'art. 644 del codice penale, il quale stabilisce che “chiunque, fuori dei casi previsti dall'articolo 643, si fa dare o promettere, sotto qualsiasi forma, per sè o per altri, in corrispettivo di una prestazione di denaro o di altra utilità, interessi o altri vantaggi usurari, è punito con la reclusione da due a dieci anni e con la multa da euro 5.000 a euro 30.000”. La fattispecie in esame è stata oggetto di numerose modifiche legislative, finalizzate a evitare che il trascorrere degli anni e i mutamenti sociali, potessero rendere poco efficace il dettato legislativo. Le prime avvisaglie che qualcosa stava cambiando, si ebbero sul finire degli anni ottanta, allorquando si verificò un'ingerenza di soggetti appartenenti alla criminalità organizzata nel circuito delle imprese. Tali soggetti facevano ricorso all'attività usuraria per corrispondere alle imprese in difficoltà un aiuto eco- la Riviera nomico, diretto in realtà ad aggravarne le condizioni di crisi, per poi col passare del tempo acquisirne il controllo e la proprietà. Per contrastare la criminalità organizzata e il riciclaggio del denaro sporco, con l'art. 11 quinquies L. 07.08.1992, n. 356, venne inserito nel codice penale l'art. 644-bis (ora abrogato), che prevedeva la SUL WEB L’articolo integrale lo potete leggere sul nostro sito www.larivieraonline .com nuova figura denominata ”usura impropria”. Tale normativa, da una parte sostituì il probatoriamente più gravoso stato di bisogno con il criterio delle condizioni di difficoltà economica o finanziaria e, contestualmente, la condotta punibile poteva riguardare solo particolari soggetti qualificati che svolgevano un'attività imprenditoriale o professionale. La riforma del 1992 aveva indubbiamente determinato un abbassamento della soglia della condizione soggettiva della vittima. La vera novità, quindi, fu il superamento di una visione del delitto in un'ottica esclusivamente individuale, al fine di adeguare i permanenti obiettivi di tutela alle dinamiche del mercato e alle esigenze del credito nell'andamento dell'attività di impresa. I primi anni novanta furono indubbiamente contraddistinti da una frenetica spinta riformatrice, portata avanti faticosamente da alcune importanti professionalità italiane che per la prima volta intesero porre un freno alla disparità contrattuale insita, forse ancora oggi, nei rapporti tra gli istituti di credito e i clienti. Fu pertanto adottata la Legge n. 108 del 7 marzo 1996, grazie alla quale venne introdotto nella dialettica contemporanea il concetto di “USURA BANCARIA”. L'art. 644 c.p. novellato, ha introdotto accanto all'originaria fattispecie usuraria avente caratteri puramente soggettivi, una nuova formulazione dell'articolo diretta a “oggettivizzare” i casi di usura. Il legislatore del 1996 ha strutturato il reato d'usura prevedendo l'usura cosiddetta presunta e l'usura “in concreto”, lasciando al giudice il dominio sull'accertamento degli elementi integratrici della fattispecie. In relazione al primo caso, quello che a noi maggiormente interessa, oggi, si intendono usurari gli interessi che oltrepassano il tasso soglia previsto da decreti ministeriali emessi trimestralmente dal Ministero dell'Economia e delle Finanze sentita la Banca d'Italia. Tale decreto ha la funzione di stabilire il tasso effettivo globale medio relativo a categorie di operazioni della stessa natura: rappresenta il tasso soglia, oltre il quale gli interessi si intendono usurari, il tasso effettivo globale medio aumentato della metà. DOMENICA 27 GENNAIO 2013 LA RIVIERA 21 DOMENICA 27 GENNAIO 2013 LA RIVIERA 22 Serie B L’ex reggino Erjon Bogdani continua a stupire Mezzi fisici imponenti, grande generosità ed abilità nel gioco aereo, a dispetto di un passo non certo fulmineo. Queste le caratteristiche principali del 'gigante albanese' Erjon Bogdani, arrivato in Calabria nel Gennaio del 2000. Non è mai stato un titolare inamovibile dello scacchiere amaranto, ma è riuscito comunque a dare un prezioso contributo alla causa. I tifosi reggini, lo ricorderanno per lo splendido gol di testa all'Olimpico di Roma (che valse il momentaneo 1-1, ma non la sconfitta), ma soprattutto per il tocco vincente con cui ha consentito alla Reggina di espugnare per l'ennesima volta il San Vito di Cosenza, nel 2001/2002. Restando al 2001/2002, campionato che portò alla seconda promozione in A, da menzionare anche la rete che spianò la strada nel successo casalingo con la Samp, l'inzuccata vincente a tempo scaduto a Crotone (con Casale che completerà l'incredibile rimonta), ed il guizzo decisivo a Pistoia. Lascia Reggio Calabria (inizilamente in prestito) nel 2003, con 67 presenze e 11 gol all'attivo. Domenica scorsa in Siena-Sampdoria 1-0, il 'gigante' d'Albania fa il suo ingresso al 18' della ripresa al posto di un evanescente Paolucci, in un Franchi animato da fischi e contestazioni alla società di Mezzaroma. Ad 8 minuti dal suo ingresso, Bogdani riaccende la la Riviera speranza, usando la sua arma migliore, ovvero il colpo di testa: perfetta la deviazione aerea sul cross di Sestu, per Romero non c'è nulla da fare. Un gol pesantissimo, che cancella il successivo errore di mira a tu per tu con l'estremo difensore ospite, bravo a deviare in calcio d'angolo. Di sicuro, Erjon Bogdani ha dato pienamente ragione a coloro i quali sostengono che il 35enne attaccante meriterebbe decisamente più spazio (solo 7 presenze fin qui), considerando soprattutto le difficoltà sotto porta dei bianconeri. f.i.-reggionelpallone.it SPORT SERIE A Sorpassi e contrapassi MASSIMO PETRUNGARO Ci conviene, per una lettura quanto più oggettiva di questo campionato, abituarci al cosiddetto effetto fisarmonica, cioè ad un allontanamento e avvicinamento tra le squadre soprattutto nelle prime posizioni, piazzamento preliminari di Europa League compresi. Dalla Juventus capolista con quarantotto punti per arrivare alla Roma a quota 33, è un continuo sorpasso e controsorpasso. Vi risparmio il mio pronostico, tanto voi attenti lettori quali siete, se mi seguite ogni domenica, sapete come penso andrà a finire. Che poi magari non ne azzeccherò nemmeno uno, ma se c’è un minimo di logica in questo torneo, se la lettura oggettiva di cui sopra si mantiene inalterata fino a giugno, allora non ci saranno ribaltoni. Nelle prime sette posizioni ci sono le famigerate sette sorelle e queste con molta probabilità si trascineranno fino alla trentottesima e ultima giornata. Certo con qualche controsorpasso e magari qualche sorpresa, ma grosso modo resteranno queste. E uno di questi controsorpassi potrebbe avvenire proprio in questa terza giornata di ritorno che presenta delle partite interessanti. La domenica si apre con Bologna – Roma che si gioca alle 12:30. All’andata la squadra rossoblu tirò uno scherzetto ai giallorossi imponendosi per tre a due dopo una clamorosa rimonta. La gara odierna è la classica partita dove il pareggio non serve a nessuno, perché il Bologna non staccherebbe il gruppetto delle pericolanti e la Roma verrebbe risucchiata in un centro classifica che non si sposerebbe giustamente con il progetto intrapreso la scorsa estate. Rispetto alla semifinale d’andata di coppa Italia, Zeman dovrà gioco forza apportare delle modifiche alla formazione titolare. Osvaldo titolare al posto di Destro così come Pjanic che sostituirà lo squalificato Lamela. Nel Bologna quasi certamente vedremo Morleo dal primo minuto a sinistra sulla linea di difesa, mentre in attacco il folletto Diamanti agirà alle spalle del tandem formato da Gilardino e Gabbiadini. Il Milan continua la sua rincorsa al terzo posto impegnato nella trasferta di Bergamo. Così come successo per la Roma, anche per i rossoneri ci fu all’andata un “clamoroso al Cibali” con gli orobici che sbancarono San Siro grazie alla rete di Cigarini. Allegri è intenzionato a schierare l’undici che domenica scorsa ha battuto il Bologna quindi col giovane Niang titolare nel tridente d’attacco accanto a Pazzini ed El Shaarawy. Colantuono si cautela schierando una formazione un po’ più guardinga con il solito Denis unica punta e un centrocampo più folto con Moralez e Bonaventura pronti a sfruttare gli eventuali spazi tra le linee. Sfida salvezza tra Cagliari e Palermo. Qualora i siciliani non dovessero fare punti, già a gennaio lo spettro della serie B potrebbe profilarsi in tutta la sua cruda concretezza. L’uomo su cui Gasperini affida le proprie speranze è il solito Miccoli, mentre nei sardi, che hanno quattro punti di vantaggio sui rosanero è rientrato l’allarme inerente Sau, e Cossu, di nuovo disponibile, partirà 21° TURNO SERIE A - LAZIO JUVENTUS- GENOA IERI - ROMA 12,30 ATALANTA - MILAN BOLOGNA CAGLIARI PARMA - - PALERMO NAPOLI SAMPDORIA - PESCARA UDINESE- SIENA CATANIA INTER - 20-01-2013 CHIEVO IERI - FIORENTINA TORINO 20.45 17 gol: Cavani (Napoli), 14 gol : El Shaarawy (Milan) , Di Natale ( Udinese) 10 gol : Klose (Lazio), Osvaldo (Roma) , Lamela (Roma), Pazzini ( Milan) 8 gol: Gilardino (Bologna), Milito (Inter), Hernanes( (Lazio) Jovetic ( Fiorentina) 7 gol: Denis, Sau. CLASSIFICA JUVENTUS NAPOLI 48 43 LAZIO 43 INTER 39 FIORENTINA 3 6 MILAN 34 ROMA 33 CATANIA 32 PARMA 31 UDINESE 30 TORINO -1 26 25 ATALANTA-2 2 3 BOLOGNA 21 CHIEVO SAMPD. -1 PESCARA CAGLIARI GENOA PALERMO SIENA - 6 21 20 20 17 15 11 dalla panchina. Partita che promette spettacolo quella tra Catania e Fiorentina. L’attuale tecnico viola torna nella città che lo ha amato e che ancora lo ama e lo rispetta. Montella recupera Pizarro in mezzo al campo e formerà la mediana insieme a Borja Valero ed Aquilani, mentre sugli esterni agiranno Cuadrado e Pasqual. Davanti potenza e qualità con Toni Jovetic. Assenze pesanti per la squadra di Maran che dovrà sopperire alle assenze di Lodi, Bergessio e Capuano. Il Napoli secondo in classifica assieme alla Lazio fa visita al Parma, ancora imbattuto tra le mura amiche. Nei partenopei ritorna dopo il reintegro a seguito dell’annullamento della squalifica capitan Cannavaro che si posizionerà al centro della difesa. Nel Parma non ci dovrebbero essere variazioni di rilievo rispetto alla squadra che ha pareggiato a Verona, forse l’unica cambiamento riguarda Rosi a sinistra al posto di Sansone per un più coperto 3-5-2. Sampdoria – Pescara è un altro scontro salvezza e chi vince mette un buon sigillo su un’eventuale classifica avulsa di fine anno. L’Udinese, dopo i quattro gol subiti allo Juventus Stadium spera di riprendere la corsa verso l’Europa. Il Siena non è un cliente facile, ma Di Natale non è uno di quelli che si fa impensierire. Chiude la terza giornata di ritorno il posticipo Inter – Torino. Ancora problemi in attacco per Stramaccioni, che ha come titolare il solo Palacio. Basterà per la rincorsa al terzo posto? Sorpassi e controsorpassi permettendo. DOMENICA 27 GENNAIO 2013 LA RIVIERA 23 Parlando di... SPORT ROCCELLA / Dopo l’incredibile rimonta oggi gli amaranto affrontano il Castrovillari COPPA ITALIA SICULA Roccella adesso “credici” l big match 19° giornata del campionato di Eccellenza sarà sicuramente quello che si disputerà allo Stadio Comunale di Viale degli Ulivi dove si affronteranno il Roccella di mister Ferraro che domenica scorsa ha battuto in casa sua la capolista Nuova Gioiese ed il Castrovillari di Graziano Nocera che dal canto suo è reduce dalla vittoria casalinga contro il Rende. La sfida del girone d’andata registrò la netta affermazione dei “lupi del Pollino” che diedero uno dei primi dispiaceri alla compagine amaranto. I motivi dunque perchè il Roccella possa sportivamente vandicarsi di quella sconfitta ci sono tutti anche perchè dopo la conquista della Coppa Italia ed un filotto di risultati utili consecutivi il Roccella si è portato a meno nove dalla vetta e con ancora 12 partite da disputare. Il capitano del Roccella, Natino Varrà, intervistato da Stadioradio, prima della gara odierna ha dichiarato che “Qualcosa all’inizio non ha funzionato. I risultati non arrivavano, fino al cambio di panchina”. “Mister Ferraro continua Varrà- ha portato qualcosa di nuovo. Noi giocatori siamo sempre gli stessi. Però ci siamo amalgamati. Il mister ci ha schierati Kamarat - Tiger rinviata a Mercoledi I CLASSIFICA N.GIOIESE 4 1 CASTROVILLARI 2 1 RENDE 3 7 BOCALE 21 GUARDAVALLE 3 4 CATONA 20 ACRI 32 SAN LUCIDO 1 7 SILANA 17 ROCCELLA 32 SOVERATO 2 8 BRANCALEONE 8 PAOLANA 27 SIDERNO 7 ISOLA C.R. 27 SERSALE 24 QUARTA GIORNATA DI RITORNO CATONA - PAOLANA RENDE - BRANCALEONE ROCCELLA - CASTROVILLARI SAN LUCIDO - GUARDAVALLE SERSALE - ACRI SIDERNO - BOCALE SILANA - N. GIOIESE SOVERATO - ISOLA C.R. con un nuovo modulo, più funzionale alle nostre caratteristiche ed ha lavorato molto sulle motivazioni.” “Crediamo molto alla coppa. Se giochiamo con forza e umiltà possiamo arrivare lontano”. Poi, continua ancora Varrà, il campionato non va trascurato perchè ancora può dire e darci tanto”. “Lo dicevo quando eravamo a -15 – esclama il difensore - pensate adesso che siamo -9. Finchè la matematica non ci condanna, noi lotteremo per recuperare. Ancora mancano tante partite.”“Noi stiamo bene”. “Lo dimostra la condizione della squadra quando scende in campo. Io sto bene sia fisicamente che tatticamente. In qualche occasione ho dovuto stringere i denti perché c’era da farlo. Ma non potevo tirarmi indietro, e non lo farò in questo finale di stagione” . “Ho parlato con Giannitti in Estate”. Sono molto legato al Presidente e mi fido di lui. Sono stato il primo che ha contattato e quindi punta molto su di me. Questo mi onora e mi ha convinto ad accettare il suo progetto. Un progetto ambizioso: il salto di categoria. Speriamo di riuscirci.” lr La Lega Sicula ha deciso di cambiare sede alla prossima finale di Coppa Italia di Eccellenza tra il Kamarat ed il Tiger Brolo. Come era noto, in un primo tempo, la scelta era ricaduta sul “Memo Di Pasquale” di Avola, ma le condizioni pessime del rettangolo di gioco, hanno convinto il massimo organo federale siciliano a cambiare rotta. La scelta è caduta sullo stadio “Mongiafora” di Leonforte per mercoledì 30 gennaio 2013, a partire dalle ore 14:30, quindi per conoscere l'avversaria del Roccella bisognerà attendere ancora una settimana. www.stadioradio.it SIDERNO / Mister Telli invita i suoi ragazzi alla massima concentrazione Contro il Bocale ultima chiamata per la salvezza Il Siderno, dopo la pesante sconfitta rimediata ad Isola Capo Rizzuto, oggi torna in casa per affrontare il Bocale in un inedito derby reggino d’eccellenza. Il team del presidente Cogliandro è una delle nuove arrivate nella massima serie calcistica regionale e domenica scorsa è stato battuto in casa dalla Silana. Sarà, probabilmente, una delle ultime chiamate per la formazione di mister Telli, costretta assolutamente a vincere per evitare l’ultimo posto della classifica e cercare di rosicchiare punti alle formazioni che attualmente si trovano in zona play-out, al fine, quantomeno, di potersi giocare lo spareggio in gara unica. Per tutta la settimana, i bianco-azzurri hanno lavorato alacremente sul terreno di gioco del “Filippo Raciti” con l’intento di trovare le giuste motivazioni e quella concentrazione necessaria che da qui sino alla fine del campionato sarà determinante per “centrare” una salvezza che, se raggiunta, avrebbe del “miracoloso” dopo tutte le traversie di questa stagione. Contro la formazione allenata da mister Logatto (fratello dell’ex giocatore del Siderno) i padroni di casa non avranno alternative. O si vince oppure il percorso salvezza diventerà ancora più accidentato con lo spettro della retrocessione diretta che inizierà a prendere forma concretamente. Prendere tre gol in sei minuti, così come accaduto ad Isola Capo Rizuto domenica scorsa, significa essere crollati psicologicamente (era già successo a San Lucido) e questa squadra non può permettersi distrazioni difensive che mortificano il lavoro di una settimana intera. L’esperienza di Carabetta, Macrì ed Errigo dovrebbe dare maggiori garanzie al pacchetto difensivo. Ed oggi, anche a causa di qualche evidente errore arbitrale, evidenziato nel referto della gara persa contro l’Acri l’altra settimana e costati quattro turni di squalifica ad Anthony Sgambelluri e addirittura sei mesi per Domenico Luciano, la squadra mancherà ancora una volta di questi due importanti calciatori in una delle sfide decisive della stagione. La società ha prodotto motivato ricorso che dovrebbe essere esaminato domani pomeriggio dalla Commissione Disciplinare. Vedremo se le eccezioni della società troveranno conferma davanti all’organo d’appello della giustizia sportiva. Intanto, dal canto suo, la società non è stata ferma. Sono arrivati in settimana due attaccanti che mister Telli ha DOMENICA provato già in allenamento consapevole del fatto che il vero “tallone d’Achille” della squadra è l’attacco. Poche le reti messe a segno in questo campionato e se non si segna le speranze per vincere le partite si riducono al lumicino. Si può sperare di non prendere gol, difendendo lo 0-0, ma alla fine l’episodio negativo finisce con il fare la differenza e condannare la pur generosa squadra del presidente Panetta. Insomma, senza troppi giri di parole, oggi serviranno tre punti, magari anche giocando male, ma sarà troppo importante muovere la classifica cercando di lasciare l’ultima posizione. Infine, segnaliamo che da un mese circa non si sta allenando più, causa infortunio, Vincenzo Fotia. Al bravo centrocampista,tornato dall’Africo ma da sempre vicino al Siderno, un caloroso augurio di pronta guarigione con la speranza di poterlo rivedere al più presto in campo. l.r. 27 GENNAIO 2013 LA RIVIERA 24 la Riviera di... PROMOZIONE Gioiosa Ionica: contro il Polistena serviranno i tre punti CLASSIFICA TAURIANOVA GALLICESE REGGIOM. M.GIOIOSA PALMESE BIANCO GIOIOSA J. GIMIGLIANO DAVOLI 42 42 34 33 32 28 27 26 23 VILLESE 22 RIZZICONI 20 POLISTENA 19 BOVALINESE 1 7 MONTEPAONE1 6 S.CALOGERO 1 5 R. CATANZARO 3 DICIANNOVESIMO TURNO BIANCO - VILLESE IERI REAL CZ - MONTEPAONE IERI REGGIOMED.- M. GIOIOSA IERI BOVALINESE - DAVOLI GIOIOSA J. - POLISTENA PALMESE - GIMIGLIANO RIZZICONI - GALLICESE SAN CALOGERO - TAURIANOVESE Ritorno amaro per Cosimo Silvano a Marina di Gioiosa i biancorossi dopo aver disputato un ottimo primo tempo nel derby sono crollati nella ripresa uscendo sconfitti pesantemente per 3-0 .Nel derby Matteo Carbone ha fatto la differenza complici anche due disattenzioni difensive. I biancorossi si sono presentati nella super sfida con una formazione decimata da infortuni e squalifiche che hanno pesato tantissimo sul terreno di gioco. Nel primo tempo Dulcianu e compagni sono riusciti a tenere bene il campo dimostrandosi ordinati nella linea della trequarti e capaci per ben tre volte di sfiorare la rete del vantaggio, c'è voluta tutta la bravura di Frascà per dire no ai biancorossi che hanno sciupato clamorosamente le occasioni da rete. Cosimo Silvano al termine del derby commenta così la sconfitta dei suoi ragazzi:” Eravamo venuti a vincere e lo abbiamo dimostrato nel primo tempo sciupando diverse occasioni che ci avrebbero consentito di arrivare al doppio vantaggio. Accettiamo il verdetto del campo coscienti di aver fatto in ogni caso la nostra partita che io considero positiva. Come commenta i fischi dei suoi ex tifosi se li aspettava ? Veramente no, non sapevo che ci fossero gli ultrà a Marina di Gioiosa penso di aver lavorato bene quando sono stato a Marina lo dicono i risultati per cui non intento commentare altro auguro al Marina di vincere il campionato. Da ottobre scorso sono a Gioiosa Jonica qui mi trovo benissimo c'è una società che sta operando positivamente con enormi sacrifici spero di rimanere a lungo qui intanto guardiamo avanti con fiducia come abbiamo sempre fatto ”. Oggi pomeriggio al comunale arriva il Polistena per il Gioiosa una sfida da non sottovalutare in quanto i pianigiani in queste ultime settimane hanno dato segnali di ripresa. I ragazzi di Silvano però vogliono ritornare alla vittoria per cancellare definitivamente la sconfitta nel derby e per ricominciare ad incamerare risultati positivi per riavvicinarsi alla griglia play off in quanto tutto è ancora possibile visto che siamo soltanto alla quarta giornata e il campionato è ancora lungo e può ancora regalare diverse sorprese. Sul fronte formazione ancora tanti i dubbi da sciogliere intanto ci sarà il rientro di Mimmo Libri e quello probabile di Omar Satta tra i poli potrebbe ritornare Saraco. N.B. Il Marina di Gioiosa adesso vuole gli spareggi per la promozione in Eccellenza Clima di festa e di euforia a Marina di Gioiosa dopo la vittoria nel derby di domenica scorsa. Il più festeggiato naturalmente è il fantasista Matteo Carbone autore della doppietta decisiva che ha trascinato la sua squadra alla vittoria. Ben tredici sono le reti fin qui segnate dal forte fantasista (un vero lusso per questa categoria) tutte di ottima fattura che ormai insieme al fratello è diventato un vero incubo per tutte le difese del campionato. Matteo Carbone è il capo cannoniere del campionato ha conferma di come il numero dieci sia diventato in questa stagione il vero trascinatore della squadra giallorossa che sotto la guida di Gianni Scigliano (domenica durante il derby a lungo osannato dai tifosi) stia disputando una grande stagione. Il tecnico commenta così la vittoria nel derby :” Sono molto contento della prestazione vincere 3-0 non è stato facile, voglio complimentarmi con i miei calciatori per l'impegno e la grande determinazione che hanno messo per ottenere i tre punti. Nella prima frazione di gioco non siamo riusciti ad esprimerci al meglio, poiché i ragazzi sentivano eccessivamente l'importanza della posta in palio. Abbiamo rischiato di subire la rete ma Frascà è stato superlativo. Nella ripresa, siamo sicuramente rientrati col piglio giusto, attaccando costantemente e riuscendo a trovare con i guizzi di Matteo Carbone la rete. I ragazzi hanno giocato con il cuore sono stati molto bravi e faccio i complimenti a tutti uno per uno per il modo in cui hanno interpretato la gara che non era per nulla facile trattandosi di un derby molto sentito. Abbiamo regalato una bella soddisfazione ai nostri tifosi ma soprattutto alla nostra società che ci teneva tanto a questa vittoria, la dedichiamo per intero al nostro presidente Vincenzo Tavernese che per motivi di salute non è stato presente domenica allo stadio . Meriti particolari? No, questo è il successo di un intero gruppo, che in settimana lavora con intensità, facilitando di fatto quello che è il mio lavoro. Stiamo crescendo tantissimo sono veramente contento e mi auguro che si continui così. Adesso guardiamo avanti e tutti insieme pensiamo a conservare la nostra invidiabile posizione di classifica. Durante il derby è stato spesso osannato dai tifosi è pronto ad aprire un ciclo a Marina di Gioiosa ?. Ringrazio di vero cuore i nostri tifosi qui si lavora molto bene ho istaurato un bel feeling con i nostri sostenitori loro sono il dodicesimo uomo in campo, per adesso penso a questa stagione chiudiamo prima bene questo campionato poi con la società parleremo del futuro al momento non voglio pensarci anche se ripeto qui sto bene e ringrazio la società per la stima che nutre nei miei confronti credo che il progetto va conservato perché è molto valido e potrebbe crescere ulteriormente. I fischi rivolti al suo collega Silvano se li aspettava domenica ? .Veramente no, mi dispiace per Cosimo che qui ha fatto un buon lavoro ma si sa quando le strade si dividono succede pure questo ”. L'uomo derby Matteo Carbone si gode il grande momento: “In questo inizio di stagione si è creata una bella sinergia nel gruppo, vado d'accordo con i mie compagni, il mister e la società perché lottiamo tutti per un obiettivo comune quello di fare bene e arrivare il più in alto possibile. Credo che questo organico abbia tutte le carte in regola per puntare sempre alla vittoria, indipendentemente da chi sia l'avversario di turno: a fine campionato tireremo le somme, vedendo dove siamo arrivati. Vincere il derby è stata una bella soddisfazione adesso godiamoci il grande momento”. N.B. CONI Calabria: Praticò rieletto Presidente Mimmo Praticò si riconferma presidente del Comitato regionale del CONI Calabria. Il massimo rappresentante dello sport della nostra regione ha battuto lo sfidante, Consolato Scopelliti, fratello di Giuseppe, presidente della Regione Calabria. Praticò ha ottenuto una netta affermazione con 33 voti contro i 24 del suo rivale pari al 58% dei suffragi (gli aventi diritto erano 57). A eleggerlo per il quarto mandato consecutivo è stata l’assemblea regionale che si è celebrata nella sede di Via dei Correttori, a Reggio Calabria. Prima del voto, i due contendenti avevano succintamente illustrato le loro linee programmatiche per il prossimo quadriennio olimpico. Nella relazione di Praticò, ampio spazio è stato riservato alla Casa regionale dello Sport del rione reggino di Gallina, all’impiantistica sportiva e alle proposte per far fronte alle problematiche di carattere economico delle federazioni sportive. «Sono felicissimo ed emozionato – ha affermato il presidente dopo l’esito dello scrutinio –. Dedico questo successo a tutti i presenti, rimgrazio chi mi ha votato e anche chi non lo ha fatto. Continuerò a essere il presidente di tutti. Rivolgo un pensiero e una dedica anche alla mia famiglia che, in un momento così delicato, mi è stata accanto costantemente. Non è stata un’elezione semplice, visto che abbiamo dovuto affrontare una sorta di sfida tra Davide e Golia. E se a vincere è chi dispone di meno mezzi, allora vuol dire che si è dimostrata la capacità di parlare al cuore delle persone: in questo caso, dei dirigenti sportivi che si riconoscono nei valori etici e morali che noi da sempre propugniamo». Frank Giorgi al Yokkao Extreme Tra i partecipanti al “Yokkao Extreme 2013” che si svolgerà il prossimo 26 Gennaio al Forum d’Assago ci sarà anche il “sanluchese” Frank Giorgi. Frank Giorgi, per chi non lo sapesse, è uno degli atleti più forti di Muay Thai (c.d. Boxe Thailandese). Conosciuto dai fans come il nuovo “stallone italiano”, è nato nel 1981 in Australia, ma entrambi i genitori sono originari di San Luca. "Io sono stato un muratore di professione- dichiara- ho sempre dovuto lavorare per essere in grado di combattere”. “Il muratore è un lavoro duro ma non ho mai risentito ed ho guardato sempre con attenzione alla mia formazione da atleta". “Il lavoro duro sembra aver messo la pietra nelle mani di Giorgi”. Lo stesso è stato introdotto nello sport da combattimento da suo zio, Frank Mesiti. Frank Giorgi è un uomo fortemente legato alla sua famiglia e gli amici, ed ha due figli, Sebastiano e Frankie. DOMENICA 27 GENNAIO 2013 LA RIVIERA 25 DOMENICA 27 GENNAIO 2013 LA RIVIERA 26 BIBLIOTECA MERIDIONALISTA GAETANO SALVEMINI La mafia del Nord Giuseppe Vinci nel volume La mafia del Nord: testimonianze sugli enti parastatali e sui privilegi monopolistici, Palermo 1951, ha raccolto da molte pubblicazioni, con diligenza e intelligenza, notizie sullo sfruttamento economico a cui l’Italia meridionale è assoggettata attraverso gli Enti parastatali e i privilegi monopolistici, che i capitalisti dell’Italia settentrionale sono riusciti a costruirsi nella Italia politicamente unificata dal 1860 ad oggi. L’accento è messo, come è naturale, sulle condizioni a noi contemporanee. Il libro riuscirà assai utile, e perciò è raccomandabile a chi voglia farsi senza grande fatica un’idea di quello che si suol chiamare «il problema meridionale». Eppure il testo, mentre ripete verità sacrosante, lascia insoddisfatti. Perché? Perché tiene conto di non più che la metà del problema meridionale: quello che il Vinci chiama «la mafia del Nord». Non tiene conto dell’altra metà: quello che bisogna chiamare «l’autolesionismo del Sud». Che i settentrionali sfruttino i meridionali, non c’è dubbio. Ma che cosa fanno i meridionali per non essere sfruttati? I «nordici» trovano proprio fra i «sudici» i peggiori strumenti del loro sfruttamento econo- della comunità ed in modo particolare del Mezzogiorno»; «grossi interessi legano il padronato e il proletariato rosso, i quali marciano d’accordo». E quindi anche i «social-comunisti» ne hanno la loro parte. Nessuna obiezione. Ma i democratico-cristiani che fanno? Il proletariato vero, o meglio le guide del proletariato vero, si comportano meglio nel resistere alla «congiura capitalistico-operaia»? Il Vinci trova che «ogni volta che l’onorevole De Gasperi resiste a certe richieste, l’onorevole Togliatti, e cioè i socialcomunisti, sono pronti ad accusarlo di voler smantellare il nostro apparato industriale». E spiega che l’onorevole De Gasperi non «potrebbe con un colpo di bacchetta magica risanare il nostro organismo industriale». Assolviamo dunque De Gasperi. De Gasperi – cioè il partito democristiano – non può dare il colpo di bacchetta magica. Ma il partito democratico-cristiano è accusato di non far niente di niente (salvo mettere in tutti i buchi i suoi adepti), perché la mafia del Nord è in ottime relazioni con l’Azione cattolica, e perciò il partito democratico-cristiano non può disturbare un cosi profittevole connubio. Quanto alle accuse che i socialcomunisti muovono a De Finché i meridionali – cioè i piccoli borghesi intellettuali meridionali – non faranno che guaire contro la mafia del Nord, e non prenderanno di petto in casa loro la mafia del Sud, non faranno, ahinoi, molta strada Che fanno i meridionali per non essere sfruttati? I «nordici» trovano proprio fra i «sudici» i peggiori strumenti del loro sfruttamento Non gli si domanda nessun colpo di bacchetta magica, ma per cominciare faccia qualcosuccia che disturbi la mafia del Nord. mico e politico. Questa metà del problema meridionale è del tutto assente dal libro del Vinci. Ed è purtroppo assente dal pensiero di quasi tutti quei meridionali, che levano al cielo lamentele contro la «mafia del Nord». I deputati meridionali sono stati e sono forse eletti dalla mafia del Nord anzi che dagli stessi meridionali? Che cosa fecero mai quei deputati per resistere alla mafia del Nord? Meridionali furono alcuni presidenti del Consiglio: Rudinì, Crispi, Orlando. Che cosa mai fecero costoro, non per tagliare, ma almeno per accorciare le unghie a quella mafia? Aiutarono spesso ad aguzzarle […]. Le informazioni che il Vinci raccoglie sulle malefatte della mafia settentrionale, sono dovute quasi tutte a uomini di cuore oltre che di intelletto, che non sono meridionali: sono settentrionali. I meridionali si tengono del tutto, o quasi del tutto, estranei a quelle ricerche. Quando si dice «meridionali», si devono intendere le classi superiori e medie meridionali: specialmente la piccola borghesia intellettuale: avvocati, medici, insegnanti secondari ed elementari, piccoli impiegati locali, medi e piccoli proprietari cittadini oziosi. Gli operai delle scarse industrie, gli artigiani, i piccoli coltivatori diretti, i piccoli fittavoli, i giornalieri agricoli, che cosa potrebbero fare da sé? Hanno bisogno di guide. E queste vengono quasi tutte dalla piccola borghesia intellettuale: specialmente dalla solita genia degli avvocati. Saprebbe dire Vinci che cosa mai questa classe dirigente meridionale ha fatto, se non servire supinamente la mafia del Nord, tradendo i propri concittadini e se stes- Gasperi quando resiste a certe richieste, De Gasperi non ha nessun obbligo di spaventarsene. Mise alla porta dal governo i comunisti, dopo che questi gli avevano votato il Concordato, per fare a modo suo e non per fare a modo loro. I socialcomunisti si dedicano al loro mestiere di oppositori; il partito democratico-cristiano faccia il suo come maggioranza che sta al governo. Non gli si domanda nessun colpo di bacchetta magica, ma per cominciare faccia qualcosuccia che disturbi la mafia del Nord. Per esempio, perché non delibera la nazionalizzazione dell’industria idroelettrica? Nel Mezzogiorno la forza elettrica costa il doppio che al Nord. Ecco dove si potrebbe cominciare a colpire. Vada il Vinci nei congressi democraticocristiani, locali e nazionali, a proporre la nazionalizzazione immediata dell’industria idroelettrica. Sentirà la musica. Vada poi all’Azione cattolica a parlarne al professor Gedda77, e la musica diventerà un crescendo rossiniano. E allora? Finché i meridionali – cioè i piccoli borghesi intellettuali meridionali – non faranno che guaire contro la mafia del Nord, e non prenderanno di petto in casa loro la mafia del Sud, non faranno, ahinoi, molta strada. Queste cose le pensano, ma non le dicono, molti nordici. Le dica almeno un «sudicio» come me, che è sull’orlo della tomba, e non ha più niente né da sperare né da temere da nessuno. [in «Il Ponte», marzo 1952; poi, G. SALVEMINI, Scritti sulla Questione Meridionale, cit., pp. 621-625]. sa? Non ha sistematicamente venduto ogni diritto di primogenitura per miserabili piatti di lenticchie? Si suol dire che gli Italiani del Mezzogiorno sono intelligenti. Fra quelli che lavorano manualmente, e specialmente fra gli Agricoltori che vivono all’aria aperta, c’è intelligenza quanta in ogni altra popolazione di questo mondo; sono incolti e impastoiati dalle tradizioni, ma la intelligenza c’è: direi che ce n’è più che fra i contadini della Lombardia, della Francia e della Svizzera (non della Toscana). Sono uomini piccolini, magri, asciutti, dalla voce maschia, che vivono di un pezzo di pane condito con un pomodoro o un peperone. Ma appena si passa ai «galantuomini» la scena cambia: grassi, con le borse sotto gli occhi, si sbottonano i pantaloni quando mangiano, per mangiare di più, e passano la serata giocando il tressette al circolo dei civili; torpidi di comprendonio, voce in falsetto: un’altra razza. E quando un contadino si arricchisce – capita anche questo – e i suoi nipoti vanno all’Università, questa terza generazione degenera anch’essa fisicamente e intellettualmente, e passa dalla razza che ha la voce maschia alla razza che ha la voce femminea. È una leggenda che il piccolo borghese intellettuale meridionale sia intelligente. E pronto: cioè, mentre un Piemontese sta pensando alla risposta da dare alla sua domanda, lui legge la risposta sulla punta del naso del Piemontese e la dà prima ancora che l’altro cominci a fiatare. Questa prontezza, che si trova fra gli isterici indovinatori del pensiero sui palcoscenici, è scambiata con la intelligenza, ma non è. Intelligenza è saper coordinare i mezzi al fine. Il piccoloborghese intellettuale del Mezzogiorno d’Italia è di regola uno scombinato, che non coordina mai niente. Perciò è di regola, come ho detto, un autolesionista. Eccezioni ce ne sono, naturalmente. E queste eccezioni, appena possono, fuggono dalle asfissie dei loro ambienti nativi. E quelli che riman- gono, molte volte cominciano a vent’anni con buone intenzioni, ma finiscono a trent’anni anch’essi con andare a giocare a tressette nel circolo dei civili. Oppure si dedicano... alla filosofia. Tengono sulla punta delle dita Giordano Bruno, Tommaso Campanella, Giovan Battista Vico, Giovanni Bovio, Giovanni Gentile, Benedetto Croce. Ma nessuno si occupa di quanto succede, putacaso, nell’ufficio del lavoro del suo paese, dove la povera donnicciola che va a domandare il sussidio di disoccupazione, o il certificato di miserabilità per il marito infermo, o la pensione per la vecchiaia, è trattata come il cane in chiesa, e dopo un anno che ha presentato le carte le dicono che le carte non si trovano: e nessuno prende quegli impiegati cialtroni a coltellate, come avverrebbe in Romagna e perciò la povera gente in Romagna è rispettata. Sarebbe il caso che il Vinci, dopo avere compilato questo libro sulla mafia del Nord, si mettesse ad esami- nare le malefatte della mafia meridionale nel suo proprio medesimo paese: studiasse, per esempio, quel che avviene là negli uffici comunali, o nell’ufficio del lavoro, o nell’agenzia delle imposte. Badi però, che se intraprendesse studi di quel genere, si troverebbe morto dopo una settimana ad un angolo di strada; e chi gli farebbe la festa non sarebbe un mafioso del Nord: sarebbe un mafioso del Sud, dietro al quale si nasconderebbe un «galantuomo» idem; e il delegato di Pubblica Sicurezza locale non verrebbe neanche a sapere che su quell’angolo di strada è stato trovato un morto ammazzato. E forse questa la ragione per la quale i comunisti – piccoli borghesi intellettuali meridionali anche loro – lavorano a costruire il paradiso terrestre di domani, e non badano a quelle piccolezze della vita reale giornaliera che sono intrise colle lagrime e col sangue della povera gente. Il Vinci (pp. 139-43) denuncia anche la «congiura capitalistico-operaia ai danni I deputati meridionali sono stati e sono forse eletti dalla mafia del Nord anzi che dagli stessi meridionali? Che cosa fecero mai quei deputati per resistere alla mafia del Nord? Meridionali furono alcuni presidenti del Consiglio: Rudinì, Crispi, Orlando. Che cosa mai fecero costoro, non per tagliare, ma almeno per accorciare le unghie a quella mafia? Aiutarono spesso ad aguzzarle […]. DOMENICA 27 GENNAIO 2013 LA RIVIERA 27 Parlando di... Dalla rivolta di Rosarno ai traffici internazionali Da pochi giorni nelle librerie, “Il patto del giudice”, il nuovo avvincente romanzo di Mimmo Gangemi “La città è infuocata dalla rivolta. Per un giorno e una notte imperversano neri armati di bastoni, catene, spranghe di ferro. Poi se ne riappropriano i padroni, loro con pistole, fucili, coltelli. Mohà, Lodit e Kwei si sono nascosti. La vendetta li raggiunge ugualmente. L’unico testimone degli omicidi è Taiwo, che scappa lontano. Qualche CULTURA E SOCIETÀ Il rumore di una foglia che cade i dice faccia più rumore un albero abbattuto di una foglia che cade. Io non sono del tutto d'accordo perché credo dipenda dalla nostra capacità di ascolto e dalla rilevanza, quindi, che diamo a un fenomeno piuttosto che a un altro. Siamo abituati a fare da pericolosa cassa di risonanza a cose che potremmo scoprire essere “il nulla” che intontisce e svia. Ma in questo “nulla” che ci viene spacciato per “tutto” c'è una realtà nuova, vera , speciale e unica. Ed è da noi, in Calabria, a Pellaro. Io l’ho scoperto e visto, questo nuovo. È il frutto di una mente visionaria e idealista a cui il Sud deve la realizzazione di un'utopia. È alla forza del pensiero utopico che dobbiamo inchinarci, ricordando che l'utopia è ciò che è fuori dalla portata delle realizzazioni di molti. A questa mente visionaria, dicevo, dobbiamo la nascita di un nuovo modo di fare medicina. Nella nostra terra abbandonata e spesso vituperata per una fantomatica inerzia che caratterizzerebbe i suoi abitanti, a partire dal 2002 a Cittanova e dal 2011 a Pellaro, nasce S A partire dal 2002 a Cittanova e dal 2011 a Pellaro, dal recupero di strutture delle Asl, in disuso è nata l’Associazione Calabrese di Epatologia (ACE) l'Associazione Calabrese di Epatologia (ACE), realizzata recuperando strutture territoriali delle aziende locali ormai in disuso o abbandonate al degrado e all'incuria, come la struttura sanitaria di Pellaro. L’associazione vuole realizzare un programma per un nuovo modello di sanità a forte componente etica di “medicina solidale”. Tale concetto di medicina solidale pone, dunque un freno alla convulsa ricerca dell'innovazione diagnostica e terapeutica i cui costi diven- Quando a scuola ci facevano imparare le poesie tano sempre più incontrollabili. Il tempo dell'agire medico fatto di anamnesi, osservazione e raccolta di segni fisici e psichici è soppiantato dall'ansia di verifica e di razionalizzazione dei processi e dei costi. Tale meccanismo, rende antieconomica finanche la comunicazione tra medico e paziente. La medicina dell'ACE invece incoraggia questo aspetto e nasce anche come “ fatto culturale” per stringere un patto di empatia tra cittadini e operatori sanitari. Negli ambulatori il tempo dell'ascolto ha un ruolo rilevante per la diagnosi e la cura. L'obiettivo è quello di proporre un nuovo modello di sanità sociale in collaborazione col servizio pubblico ma fuori dalla logica commerciale del profitto. I servizi sono offerti in maniera gratuita consentendo, quindi, l'accesso anche alle categorie economicamente più deboli che per il SSN non esistono e che per accedere dovrebbero pagare pesantissimi ticket, ostacolo questo che inibisce un accesso equo alla cura. Naturalmente dei servizi ambulatoriali usufruisce anche chi può permettersi di pagare una visita specialistica o un esame diagnostico. E sono queste le persone che con il loro libero contributo economico consentono di realizzare la situazione perfetta: finanziare una struttura perché sia a disposizione di chi non può permettersi cure adeguate. L'entusiasmo degli operatori, la consapevolezza e l'orgoglio di fare parte di una grande realtà, unica in Italia, e nata proprio da noi, in Calabria: a Pellaro. Il rumore assordante di una foglia che cade. Caterina Azzarà È proprio vero che, ad una certa età, si torna bambini, specie quando ci si ricorda della scuola come era una volta quando ci obbligavano ad imparare le poesie a memoria. E il ricordo vola ai miei primi insegnanti: Don Titì, Donn’Ugo e il Professore (se non c'era il “Don” prima del nome, dovevi dargli la laurea!) Scopacasa. Quante ore passate intorno al braciere! A ripetere a mio padre, la sera, dopo che aveva chiuso la bottega di generi alimentari e salito in casa "d''u catarrattu", (botola di legno sul pavimento) per verificare se stavo imparando la poesia, e quando si accorgeva che ancora "n''a sapìa a campanegliu" (non la sapevo a campanella) mi ripeteva sempre: «Ripassa! Ripassa!» È quanto ho pensato stamattina quando, uscendo di casa, ho notato che c'era una timida pioggerellina, come quella di marzo, che imparavamo a scuola. "Che dice la pioggerellina / di marzo, che picchia argentina sui tegoli vecchi / del tetto, sui bruscoli secchi/ dell’orto, sul È morto Cosimo Di solito l’elemosina si chiede per bisogno. Cosimo chiedeva “l’euro” per i sui cani. Si trattava di una forma di colletta conto terzi. I cani lo sceglievano come padrone, lo seguivano con fedeltà, lo comprendevano e lui capiva loro. Camminava nelle strade di Caulonia seguito da una piccola muta che lui riusciva a governare solo con la voce. Molto spesso il termine pazzia nasconde tante cose. Cosimo non era un pazzo. Era una persona che non accettava le regole di questo nostro mondo in cui viveva in penombra senza mai dare il minimo fastidio a nessuno. Non comprendeva l’avidità, il forsennato attaccamento al denaro e già questa viene considerata la forma peggiore di pazzia. Doveva avere qualcosa di magico se tutti gli volevano bene. Al suo funerale è sventolata ancora una bandiera semiclandestina: la falce, martello e stella. L’aveva chiesto Lui. Bandiere senza più voce, per gli ultimi uomini di un sogno lontano. Addio Cosimo, vorrei dirti che ti ricorderemo! Non lo so se sarà possibile in questa società che macina gli uomini. Hai calpestato la terra con leggerezza. Io non so se esiste veramente un mondo dove “gli ultimi saranno i primi”. Ma ti voglio immaginare tra le stelle. Ilario Ammendolia fico e sul moro / ornati di gèmmule d’oro?" E come potrei dimenticare quella "Cavalla storna" (Pascoli) che portava colui che non ritorna? quella cavallina che faceva ritorno a casa trasportando sul calesse il padre del poeta ucciso da mani ignote? Quanta emozione, quando Don Titì, sussurrando le parole, e mimando il gesto diceva: "Mia madre alzò nel gran silenzio un dito / fece un nome, sonò alto un nitrito". Silenzio!...Che scuola di vita le poesie di una volta, quando eravamo pervasi dall'animo nobile e puro dei poeti (oggi, contaminati da quello dei politici!) che ci facevano vedere proprio in carne e ossa il bambino del poeta (Carducci nel suo "Pianto antico", ricordando il figlio morto), vicino al verde melograno che era "L'albero a cui tendevi la pargoletta mano" e che "Nel muto orto solingo rinverdì tutto or ora / e giugno lo ristora / di luce e di calor". Altri tempi, altra scuola e, principalmente, altri Professori. Con la "P" maiuscola. Franco Blefari MEMORIAL A quattro anni dalla morte di Mino Reitano Gioiosa Ionica e l'Associazione d'arte e musica “La forza della musica” lo ricorderanno con uno spettacolo. L'auditorium della scuola media di Gioiosa Ionica domenica 27 alle ore 18,00 aprirà le sue porte a tutti i fan del simbolo della canzone italiana. DOMENICA 27 GENNAIO 2013 LA RIVIERA 28 mese dopo, in un container scaricato al porto, duecento chili di cocaina: i carabinieri montano la guardia, la droga scompare lo stesso, un funzionario della dogana fa una brutta fine. Due indagini parallele affidate ad Alberto Lenzi, nato e cresciuto in quella terra dove crimine vuol dire ’ndrangheta e dove nulla è come sembra. Giostrando sul filo del peri- colo il suo rapporto diretto – di ingannevole complicità e amicizia – con un potente capobastone, Lenzi decifrerà i due misteri intrecciati, e farà la sua giustizia”. Questa la sinossi, dalla quarta di copertina, di un giallo che promette di coinvolgere e sorprendere. Da pochi giorni nelle librerie, “Il patto del giudice”, il nuovo avvincente romanzo di Mimmo Gangemi è il secondo capitolo della serie iniziata con “Il giudice meschino” (edito da Garzanti) e che vede protagonista Alberto Lenzi. La vicenda narrata muove dalla rivolta dei neri, a Rosarno, per intrecciarsi con traffici internazionali e molti misteri che Lenzi su cui Lenzi è chiamato a fare luce. Dopo “La signora di Ellis Island” (edito da Einaudi, di recente vincitore, dopo numerosi riconoscimenti, del premio Tropea), Gangemi torna a raccontare le vicende di Lenzi, indolente e un po’ pigro, con la grande passione per le donne, giudice sui generis che sarà portato sul piccolo schermo da Luca Zingaretti per Rai Fiction. la Riviera Festa per il miracolo di San Rocco Eugenio Bennato: «Gioiosa Superiore e la sua festa sono un caposaldo di una tradizione» Gioiosa Jonica, con una manifestazione devozionale, ogni anno, il 27di gennaio, festeggia San Rocco per il miracolo avvenuto il 27 gennaio del 1852. Per il 161 anniversario del miracolo i festeggiamenti saranno ancora più grandiosi del solito. La festa è molto sentita tra i seguaci e ecco come descriveva Don Nadile - Vicario della Diocesi Locri Gerace – i solenni festeggiamenti per la ricorrenza del 150° anniversario, svoltisi il 27 gennaio del 2002. «Nel gennaio 1852, la popolazione di Gioiosa si è venuta a trovare in una particolare condizione di disagio per un triplice motivo: per un susseguirsi di scosse sismiche; per una persistente siccità in un momento in cui la pioggia si rende indispensabile per la nascente vegetazione nei campi; e per l’incombente pericolo del colera. In questa circostanza la mattina del 27 gennaio 1852 tutta la popolazione si è rivolta al Santo Protettore San Rocco. I devoti si sono recati in chiesa per pregarlo, invocando la sua intercessione e la sua protezione. Ad un certo punto i fedeli si sono accorti che la Statua del Santo emanava profuso sudore. Dato l’allarme, la notizia si è rapidamente diffusa in paese. Tutti accorsero in chiesa, compreso gli BRASIMANTE Voglio scrivere poche parole su Giorgio Gaber, un artista, un italiano ed un piccolo genio dell’intrattenimento, della poesia e del cabaret più intelligente che abbiamo avuto in Italia, e scrivo per commemorarlo. Gaber fu una sorta d’ intrattenitore, un cantante da monologo solitario che occupò il teatro e la scena sino a dieci anni fa, sino al suo decesso. Ma sino a quella triste data, fu uomo, cantore e poeta di un certo spessore, profondo nei contenuti e divertente allo stesso tempo, poiché seppe trattare con il sorriso e con leggerezza profonde tematiche esistenziali e sociali, ancora e sempre scottanti, pure ai nostri tempi. L’amore, la politica, la lotta di classe, la vita in città, la destra e la sinistra, questi i temi trattati con garbo e competenza. Ironico, dotato di quell’ironia sottile, tipica delle persone speciali, che conquista e lascia il segno! Giorgio Gaber ha avuto forse un solo difetto, quello di aver precorso i tempi, ha ragionato in anticipo sui tempi, ma questo succede a tutti gli artisti, quelli veri. È capitato a Giulio Verne che immaginò i viaggi nello spazio e sulla luna, a Marinetti che teorizzò il Futurismo (che stiamo ancora vivendo), allo scrittore inglese Amministratori Comunali, i medici il clero. Hanno constatato il fatto, che è stato poi registrato in due documenti: l’atto del notaio Francesco Catalano e l’atto del medico condotto Errico Agostani. Poi la sera è stata fatta una grande processione per le vie del paese. Al rientro del Santo in chiesa, si è constatato il cadere di una benefica pioggia sul vasto territorio di Gioiosa Jonica; le scosse telluriche si sono diradate fino a terminare del tutto. Così la popolazione si è rassicurata ed ha promesso in segno di gratitudine al Santo di ricordare ogni anno questa ricorrenza». G come Gaber Quest’anno le giornate di festa saranno due, sabato pomeriggio 26 gennaio saranno aperti gli antichi catoi e le botteghe per la degustazione di prodotti tipici locali a cura dell’Associazione Borgo Antico d’intesa con il Comitato Festa San Rocco presieduta dal Padre Giuseppe Campisano. La sera dello stesso 26 ci sarà il concerto dei Taranquartet sul sacrato della Chiesa di San Rocco. In questa occasione Giorgio Seminara, voce e percussionista del gruppo, presenterà la canzone da lui scritta per San Rocco “Lu Santu i Gejusa”. Domenica mattina, alle ore 9 ci sarà la Messa e subito dopo la traOrwell, che anticipò nella sua Fattoria degli animali, la supremazia del maiale tra tutti gli animali, in paradosso ed in metafora dei nostri giorni attuali. Ebbene, si, il poeta è un Vate, un profeta, uno che sa leggere i tempi in anticipo e li trasmette, proprio come fa un profeta. E il Signor G, al secolo Giorgio Gaber, lo è stato davvero poeta, cantore, profeta e musico. Sciolto, simpatico, gradevole, ha ragionato sui palchi da teatro, sui tanti mali che affliggevano ed affliggono l’Italia, ancora e sempre. Rammento un Gaber interessante figura televisiva sino agli anni ’70, poi è svanito, ma non nel nulla!si è reinventato nella parte più interessante della sua carriera di cantore-poeta-affabulatore: quella teatrale!scegliendo come espressione artistica, il monologo teatrale che lo faceva sentire più libero, senza censura, per tutte le cose che voleva dire. E, di cose da dire e sottolineare ne ebbe tante davvero, il nostro Signor G. Io, avevo memoria del Gaber televisivo, già interessante, ma non conoscevo bene il seguito, la sua maturazione professionale avvenuta dopo gli anni ’70, e l’ho ritrovato ed approfondito quest’artista su FB, per caso. Su Face Book, infatti, molti fan nostalgici, hanno caricato su You Tube, poesie, spettacoli e monologhi dell’artista dizionale processione di San Rocco per le vie del paese che terminerà intorno alle ore 12,30. In un’intervista sulla musica popolare del ballo di San Rocco di Gioiosa Jonica, Eugenio Bennato si è così espresso: «Io vidi per la prima volta la festa di San Rocco più di dieci anni fa. Un’esperienza straordinaria, perchè si è in Calabria e si è profondamente immersi in una sacra e profana cultura mediterranea. Le paranze che arrivano da tutti i vicoli che convergono casualmente come in un racconto di Borges o di Calvino, e spuntano da lontano. Il rullante, la cassa, il piatto, l’essenzialità di un segnale ritmico che ci coinvolge. Questo è S. Rocco. Sì, è in Calabria ma si potrebbe essere in Andalusia, in Grecia; è qualcosa di straordinario, e quindi il fatto che si sia mantenuta questa tradizione nell’era della tecnologia è un segnale importante. È stato uno dei segnali forti che mi ha indotto a proseguire in questo movimento che si chiama Taranta Power che sta davvero esplodendo. In questo senso Gioiosa Superiore e la sua festa sono un caposaldo di una tradizione a cui riferirsi. E questo è un invito per tutti i musicisti». Vincenzo Logozzo scomparso prematuramente. A dieci anni dalla morte, il 20 Gennaio, Mollica su Rai 1 ha realizzato un programma su di lui, la sua carriera e la sua bravura che non tramonta, ed il 21 Gennaio su Rai 3 Fabio Fazio ha ricordato, egregiamente e con vari artisti, i monologhi e le canzoni del Signor G., reinterpretati per l’occasione da Neri Marcorè, Emma, Paolo Rossi, l’attore Bixio, Rocco Papaleo, la Litizzetto, Patty Smith, e molti altri ottimi artisti, per ricordare a tutti gli estimatori, il cantore Giorgio Gaber, che, divertendosi e divertendoci, seppe fare poesia e musica sui mali dell’Italia di ieri, che sono anche quelli di oggi, purtroppo. Gaber, forse riderà dov’è, ma con tanta amarezza a sentire tutti gli sproloqui politici di questi giorni, il cabaret televisivo dei nostri politici interessati solo al potere, e capirà, che l’annoso problema della Destra e della Sinistra non è stato ancora risolto e si chiederà ancora, “cos’è di destra e cos’è di sinistra?”e noi, mi chiedo: l’abbiamo capito?rimarranno immortali molte sue canzoni, come “Il Conformista”, “Cos’è di destra e cos’è di sinistra”, “Se fossi Dio”, “L’amore”, “Le Donne”, ed “Il mio nome è G”e molte altre canzoni, dove l’ironia del Signor G la fa da padrone! Ancora e sempre! DOMENICA foto NOTIZIE Voltarelli on tour 2 Febbraio Berlino Wabe Festival Vagabond 14 Febbraio Bruxelles Théàtre Poème 23 Febbraio San Casciano (Fi) - Teatro Niccolini 23 Marzo Francoforte - Das Bett Scrittura Zoo A lezione di scrittura giornalistica, non fiction, con Katia Colica e Antonio Aprile. I due insegnanti si sono messi a disposizione dei corsisti 24 ore su 24 per revisioni e discussioni. Seminari calabri A Pizzo Calabro un docente d’eccezione e ospiti in ternazionali. Franz Foti in cattedra insieme a André Caligal e Fredrika Lönnaeus sono riusciti ad affascinare l’uditorio come dimostra la foto. Pesca miracolosa Il totano gigante pescato miracolosamente da Nicola Carvunella è stato donato alla casa San Antonio di Siderno. Gli ospiti ringraziano e si augurano che la pesca del loro concittadino sia sempre così generosa. 27 GENNAIO 2013 LA RIVIERA 29 Parlando di... Anche People lo ha definito Fisherman of the year Il “Ringhio” di Ruggero Un augurio particolare al saggio Nonno Michele, al nostro Massimo e a sua moglie Rosy per la nascita della piccola Emma. I 3-0 e tutti a casa!!! B e l i e v e 18esimo compleanno. Tanti auguri Stefano Mamma, Danilo ed Eleonora. Il bello del Gran Premio Enzo Calderazzo It's A Man's World Augu per i tu LOQUI E SPROLOQUI di Filomena Cataldo Quelli del Nord, quelli del Sud SIENA. Di questi tempi, a Siena, non sarebbe così assurdo sentire qualcuno, molto in ansia per Babbo Monte, sussurrare, neppure tanto a bassa voce “quelli del Sud, i soliti trafficoni”, riferendosi esplicitamente all'ex - presidente della illustre Banca Senese, Monte dei Paschi, che con le sue scelte (immaginiamo non fatte da solo in vestaglia da camera) avrebbe causato un ammanco di quasi 700 milioni. Il condizionale è d'obbligo, fino a prova contraria. Giuseppe Mussari è originario di Catanzaro, ma senese di adozione. Nonostante le polemiche sulla sua gestione e l'esecutivo urgente che l'Abi, di cui Mussari è stato presidente sino alle recenti dimissioni, potrebbe convocare a causa delle perdite in questione, rimane un vanto sentir dire da quelli del Nord “quelli del Sud”. Quello del Sud che ha gestito le tasche di una delle più belle e aristocratiche città d'Italia. La stessa Siena che, ai tempi di “Una stagione a Siena” di Mario La Cava, scrittore bovalinese, avrebbe certamente inorridito immaginando a capo della sua Banca uno del Sud. Eppure, così è stato ( e speriamo di non farci cattiva figura). La cattiva figura, invece, la facciamo senza dubbio tenendoci tra i candidati in Calabria il trasformista-illusionista Scilipoti che, avendo girato come Ulisse per mari e per monti, essendo rimasto il solo non trasformato in porco da Circe ma in politico-salvo dal Cavaliere, ha trovato da noi un porto sicuro. E poiché non siamo lungimiranti né pecchiamo di autostima, ce lo terremo. D'altra parte ciò che altrove si scarica, in Calabria si discarica. E ci resta, come la monnezza. Acqua a Reggio Calabria Messaggi nel tempo di Daniela Ferraro Ferramonti, un “Paradiso inaspettato” Non si moriva a Ferramonti di Tarsia (CS) per sevizie o bruciati nelle camere a gas, ma solo per la malaria imperversante nella palude, o per fame a causa della scarsità delle derrate alimentari cui però gli abitanti della zona cercavano di sopperire fornendo agli internati tutto l’aiuto possibile. Nessuna dispotica disciplina, ma un’organizzazione democratica facente capo a un piccolo parlamento formato dai rappresentanti di ogni baracca e riconosciuto, seppure officiosamente, quale organo di autogestione. E circoli culturali, manifestazioni artistiche, sportive e religiose. I bambini frequentavano la scuola, gli ebrei le sinagoghe, un ambulatorio medico era attivo ed efficiente. Un “Paradiso inaspetta- to”, “Jerusalem post”. Più che un campo di concentramento, era infatti un grande Kibbutz in cui gli oltre duemila internati operavano in armonia sia con gli organi direzionali che con gli abitanti del luogo. Questo era dovuto all'opera di due uomini straordinari: padre Lopinot che, stimato anche dai prigionieri di fede diversa, teneva vive le relazioni tra il Vaticano e le comunità ebraiche, e Paolo Salvatore, il direttore del campo, pronto persino ad “arrivare alle mani” pur di difendere gli ebrei. Così, mentre nei ben più tristi lager di Fossoli e di San Sabba i bambini venivano avviati alla morte, Salvatore scorazzava con loro sull’auto di servizio o, ancora, passando a breve distanza dal campo un’armata tedesca in ritirata, faceva issare una bandiera gialla simulando un’epidemia. Ed è così che, a dispetto dell'orrore della guerra e del razzismo, è potuto sbocciare un fiore di umanità, di altruismo. Ed è così che la gente di Calabria ha potuto evidenziare la propria generosa indole. “L'identità umana viene prima di ogni diversità.Tutte le diversità razziali, religiose, politiche e culturali non sono che manifestazioni della ricchezza di quell'unica identità.” (Dall'epigrafe di una tomba ebraica nel cimitero di Ferramonti.) DOMENICA 11 NOVEMBRE 2012 LA RIVIERA 30 la Riviera Romanisti D.O.C Un caloroso augurio di buon compleanno dallo "STAFF CALURA". Felici di collaborare con te.. Auguriii A-A-A-A-AMANUEEELLL!!! Prossima Apertura a Siderno un nuovo locale ( non di ‘ndrangheta) Filosofia Reggina Passeggiando in bicicletta Veri “Amatori” uri Maria uoi 18 anni Ricordando Peppe per la Lolita dell’ artista Diego Cataldo che (forse) vuol essere un omaggio al suo maestro Tinto Brass Dù Pasqualins is megl’ che uan SIDERNO: PUBBLICATI E RIPARATI Sul lungomare di Siderno lato nord c’è un tombino che perde acqua. Sono già due giorni che il pozzetto è in queste condizioni. La situazione per il momento non è preoccupante. Gli addetti alla manutenzione del Comune dovrebbero intervenire quanto prima però per evitare di creare disagi ai cittadini. Una madre preoccupata ci ha informati che in Via Gramsci a Siderno c'è un cavo elettrico scoperto. Il fatto è già grave di per sè. Diventa ancora più pericoloso perché la via in questione viene percorsa dai bambini che usciranno tra poco dalle scuole elementari e medie dei plessi Pascoli e Pedullà. I vigili urbani sono stati avvisati stamattina alle 8.00, ma siamo giunti a mezzogiorno e ancora non hanno provveduto in alcun modo a mettere in sicurezza la zona. Intanto l'uscita di centinaia di bambini si avvicina. I due articoli pubblicati sul nostro sito sono stati subito notati dall’amministrazione che ha provveduto immediatamente a riparare i danni. Ah, il potere della comunicazione. DOMENICA 20 GENNAIO 2013 LA RIVIERA 31