Schegge di lettura

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Schegge di lettura
Schegge di lettura
Leggere è uguale per tutti!
Gruppi educativi territoriali – Febbraio aprile 2011
Kasper nella città spledente – Philip Ridley
“Senti, bello, per un motivo o per l’altro, noi dell’Oscura non abbiamo più una casa.
Qualcuno, come me, è scappato perché lo voleva. Qualcuno perché doveva. E altri non ce
l’hanno mai avuta, una casa da cui scappare. Tutti, nell’Oscura, hanno alle spalle una
storia lacrimosa, e ogni storia lacrimosa è diversa dall’altra. Però non perdiamo tempo a
raccontarcele. Vivo nell’Oscura, punto e basta. Ci sei?”
Ragazzi di Camorra – Pina Varriale
Mio cognato dice che prima di entrare in un posto è importante sapere dov’è l’uscita, può
capitare che la porta da cui devi filartela non sia la stessa da cui sei entrato. Per la prima
volta mi ha dato una dritta. Qualche volta anche da uno come lui si può ricavare qualcosa
di buono.
Accidenti, non mi riconosco più. E dire che da quando ero più piccolo gli scugnizzi della
Sanità mi sfottevano, dicevano che ero un fifone perché non andavo a rubare le autoradio.
Papà mi ha sempre detto che miseria non vuol dire disonestà. Ci teneva tanto essere una
persona per bene e, anche se era disposto a tutto pur di mantenere la famiglia, non
avrebbe mai fatto il delinquente.
Tutti tranne uno – Pina Varriale
- Piccerè.. ‘na parola!
Mi volto di scatto. Il tipo che ho davanti è un perfetto sconosciuto.
- Sì a figlia do raggiuniere Rocco, è o’ vero?
Il cuore mi fa un balzo e comincia a battere forte.
- Sa dov’è mio padre? Gli ha parlato? L’ha visto?
Gli domando così in fretta da restare senza fiato. L’uomo stringe gli occhi e mi mette una
mano sulla spalla.
- Levammoce da ccà..
Dice facendomi cenno di seguirlo. Non è facile insinuarsi tra la folla. L’uomo si fa largo a
spallate senza curarsi delle proteste e, in poco tempo, raggiungiamo lo spiazzo davanti
alla basilica di San Lorenzo.
- Devi dire a tuo padre che il Commendatore ha avuto fin troppa pazienza… E’ ora che
saldi il conto.. non possiamo più aspettare.
Io dentro gli spari – Silvana Gandolfi
Sbattè gli occhi finchè lo sguardo tornò a fuoco sulla macchina di papà. Dietro la raggiera
di vetro macchiata di rosso, due corpi reclinati. Tanto sangue ovunque. (…) Come in un
sogno bruttissimo, osservò la faccia contorta e immobile del nonno, gli occhi aperti. Del
papà non riusciva a vedere il viso perché era chino come se stesse cercando qualcosa
sotto il sedile. Ma era … la sua schiena era spappolata come i pomodori che la mamma
schiacciava per fare il sugo.
Love lessons – Jaqueline Wilson
“ ‘Va tutto bene ho detto’. ‘Non voglio renderti le cose difficili. Non racconterò a nessun
altro quello che provo. Ma, per favore, dimmi se mi ami almeno un pochino, eh?’
‘Sono un uomo sposato, ho due bambini piccoli. Sono un insegnante e tu sei mia allieva…
e hai quattordici anni, santo cielo!’ ‘ Mi ami?’ ‘Per favore Prue, adesso basta. Entra in
casa, ora. Tua madre si starà chiedendo dove sei. Và!’
Ha aspettato che uscissi dalla macchina e salissi sul marciapiede. Poi ha sussurrato una
parola mentre ripartiva. Non sono riuscita, ovviamente a sentirla, ma l’ho visto bene in
faccia alla luce del fanale. Ha detto sì.
Sì sì sì sì sì sì sì sì sì sì sì sì sì sì sì sì sì sì sì sì sì sì sì sì sì sì sì sì sì sì sì”.
L’amore secondo Ismaele – Michael Gerard Bauer
Quella sera provai veramente a scrivere una poesia per Kelly Faulkner, ma inutilmente: un
po’ come cercare di acchiappare una farfalla con una trappola per orsi. Alla fine lasciai
perdere l’intera faccenda, come uno scherzo mal riuscito. Forse Guthrie aveva ragione:
dovevo aspettare che le parole trovassero me.
La ragazza che voleva essere Jane Austen – Polly Shulman
“Non sto parlando di cotte, Miss Lefkowitz” ha replicato, “ma di Vero Amore.”
Vero Amore! Quale ragazza non l’ha desiderato? Perfino la più timida di noi sogna
un’anima gemella, qualcuno che capisca le sue speranze e paure, che rida alle sue
battute, che le offra la giacca quando il pomeriggio rinfresca, che incanti i suoi genitori e
ammiri lei, difetti e tutto (come per esempio il mento appuntito, magari, e una spiccata
incapacità di saltellare).
Anche se non avevo mai discusso con nessuno, nemmeno con Ashleigh, anch’io avevo
questo sogno. Il mio eroe ideale aveva assunto le sembianze di un ragazzo che nel mio
cuore definivo lo Straniero Misterioso.
Le lacrime dell’assassino – Anne Laure Bondoux
Se c’è una cosa che ho imparato dalla vita è accettare la felicità, anche la più impensabile.
Accetti la felicità e faccia silenzio. Tutte le sue domande sono vane …
L’uomo che corre - Michael Gerard Bauer
“Nella vita succedono tante cose… ognuno ha un bagaglio che deve portare con sé. A
volte, però, il bagaglio è eccessivo, troppo brutto, e ti sovrasta, diventa ciò che sei, e tutta
la tua vita si riduce a cercare di capire come trasportarlo. E nessuno ti vede, nessuno sa
che ci sei tu, sotto il bagaglio… (…) diventa parte di te. O trovi un modo per trasportarlo
oppure ti schiaccia”.
O sei dentro o sei fuori – Guido Sgardoli
Gabri si ferma e mi guarda in faccia per qualche istante. – tu non sei un cretino – mi dice
serio. –tu mi vieni dietro perché sei mio amico e l’amicizia è anche questo: fidarsi -.
La banda del cane a tre zampe – Mikael Engstrom
“ Mandala fuori. Se segni, quello ti uccide… noi non vogliamo vincere. Vogliamo restare
vivi.”
La tessera della biblioteca – Jerry Spinelli
I suoi piedi la portarono verso la biblioteca pubblica. Era l’unico posto con le luci accese,
però sembrava vuota. Non c’era mai entrata, eppure non esitò. Non la stupì che la porta
fosse aperta. Sul bancone, sotto il cartello QUI RESA LIBRI vide una busta gialla. L’aprì e
lesse: Cara Brenda,
Benvenuta! Ti aspettavamo. Và nella sala di lettura principale. Sezione biografie. Gli
scaffali sono in ordine alfabetico. Capirai.
Gli scaffali erano molto alti, di pesante legno scuro. Alla fine di ogni scaffale, una trghetta
ne annunciava il contenuto. La prima targhetta diceva: DA AARON A BRANDO.
La seconda : DA BRENDA A CESARE.
Eccolo là, il primo libro dell’ultimo scaffale: Brenda. Dovette salire su una sedia per
arrivarci. Lo tirò giù, si sedette, lo aprì alla prima pagina e cominciò a leggere:
Brenda fu la quattromila settecentoquarantaduesima bambina nata sulla Terra quel giorno.
Pesava più di un pompelmo e meno di un cocomero. Per essere presente alla nascita di
Brenda, suo padre Steven rinunciò all’unica occasione che avrebbe mai avuto di assistere
a un concerto del grande tenore Pavarotti…
Continuò a leggere. Della volta che si era rovesciata in testa un piatto di spaghetti. La
volta che in treno si era arrampicata sul suo sedile e aveva cantato “Una piccola teiera”
agli altri passeggeri. La volta che aveva infilato una torta di fango nel microonde. (…)
A pagina 10 lesse: il suo color preferito era il giallo.
Giallo? Possibile? Ricordò un vestito giallo. Un pigiama giallo. Il pastello giallo tanto più
corto degli altri nella scatola dei colori. Sì! Era vero. Se n’era dimenticata.
A pagina 15 lesse: Un giorno Brenda accese la televisione.
Nient’altro. Neanche un punto. Il resto di pagina 15 era vuoto. Così pure la pagina
seguente, e quella dopo ancora. Il libro aveva molte, molte pagine. Le sfogliò tutte e non
trovò una parola, neanche un numero di pagina…solo una vuota distesa bianca. Infilò la
tessera blu nella pagina dove si interrompeva lo scritto e chiuse il libro. Si guardò intorno.
Gridò: - dov’è il resto di mè?
La stanza non rispose.
I ragazzo che voleva arrivare ai confini del mondo – Henning Mankel
Non era normale che rientrasse tanto presto. (…) ma questa volta non aveva l’aria di
essere brillo. Non aveva gli occhi arrossati e non era spettinato. Non sembrava neppure
che stesse male. (…)
“Che cosa c’è?” chiese Joel. “ Perché sei già a casa?”” Samuel indicò una lettera
appoggiata sulla cerata.
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In seguito, Joel l’avrebbe ricordata come la notte in cui era diventato adulto sul serio.
Quando aveva socchiuso piano piano la porta della stanza d’albergo, era stato come
aprire la porta sul suo futuro.
Nel corridoio lasciò la sua infanzia.
Non l’avrebbe dimenticato. Mai.
Le porte dell’inferno si sono aperte – John Connoly
Se a te o me venisse detto che stiamo per fare qualcosa che si sospetta anche solo
lontanamente possa scatenare la fine del mondo, è probabile che ci fermeremo un attimo
a chiederci se tutto sommato sia una buona idea. Gli scienziati, invece, non sono come te
o me (…) In ogni caso gli scienziati supponevano che, in caso di fine del mondo, non ci
sarebbe stato più nessuno che potessi accusarli.
Tutt’al più qualcuno avrebbe fatto appena in tempo a dire: “Ehi, avevate detto che non
avrebbe causato la fine del…” prima che ci fosse una specie di esplosione e poi il silenzio.
--------------------------------E adesso Nurd, il Flagello delle Cinque Deità, era libero (…). Capì d’istinto dove si trovava.
Era nel posto della gente, gli Umani.
Nurd era un demone di grande potenza (…) Cominciò a incanalare tutta la sua rabbia,
tutto il suo dolore, tutta la sua solitudine fino a creare un’energia che gli sarebbe servita a
governare questo nuovo mondo (…).
“Io sono Nurd!” gridò. “ “vi inchinerete al mio cospetto!” (…) poi la porta si aprì, inondando
di luce il nuovo mondo di Nurd.
Un essere gigantesco troneggiò sopra di lui: un colosso con una gonna rosa e una
camicetta bianca, che teneva in mano una creatura tozza e priva di occhi, con un lungo
naso e mascelle quadrate.
“Oh, porc…” cominciò Nurd. Ma fu tutto quello che riuscì a dire prima che l’aspirapolvere
della signora Johnson calasse su di lui e tutto tornasse ad essere buio.
Troppo vicino per starti lontano – Sara Dessen
(…) una sorta di speranza. L’idea che si potesse ritrovare ciò che era andato perso.
Mentre ci allontanavamo in auto, cercavo di immaginare come sarebbe stato aprire la
porta e trovare una cosa a cui ormai avevi rinunciato. Magari era stata in posti sconosciuti,
era stata imbarcata su un altro aereo ed era passata per un sacco di mani estranee,
eppure, in un modo o nell’altro, aveva trovato la strada di casa ancor prima che spuntasse
il giorno.
-----------------Quello che voglio dire è che al mondo c’è un sacco di gente. Non c’è nessuno che la pensi
esattamente come te: è un dato di fatto. Perciò quando trovi una persona che ci azzecca
su un paio di cose, specialmente se sono importanti… magari fai bene a tenerla stretta.
No?
(…) era evidente che condividere qualcosa poteva portare molto lontano, o perlomeno in
un posto diverso da quello che si era programmato.
Come a un’amicizia o a una famiglia, o anche al semplice trovarsi sola su un cordolo di
marciapiede, di sabato, cercando di raccapezzarsi.