Il silenzio di Brenda

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Il silenzio di Brenda
Il silenzio di Brenda
Sabato 21 Novembre 2009 00:00
di Rosa Ana De Santis
Al numero 180 di Via Due Ponti, nel seminterrato dove viveva, é stato trovato il corpo
carbonizzato di Brenda, il trans brasiliano coinvolto nel caso Marrazzo. A riconoscere quel
corpo supino, con il volto girato a sinistra, è un’amica. Nella stanza invasa dal fumo, oltre alla
bottiglia di whisky, ci sono le valigie pronte per l’imminente partenza. Brenda voleva andar via.
Ritornare in Brasile, fuggire da una situazione di pericolo e d’insidie. I suoi amici la descrivono,
nell’ultimo mese, depressa e angosciata. Spaventata. Non era passato molto tempo
dall’aggressione che agli inizi di novembre l’aveva portata in ospedale. Gli era stato sottratto il
cellulare. Una persecuzione contro il trans che aveva qualcosa da raccontare. Qualcosa che
non riguardava più soltanto Marrazzo, ormai sconfitto, umiliato e fuori di scena.
Lo scandalo del sesso che ha travolto l’ex Governatore della Regione Lazio non è chiuso ed è
proprio la morte di Brenda a confermarlo. S’ipotizza l’omicidio volontario. Le valigie pronte e le
aggressioni subite negli ultimi tempi sono più che il sospetto di una condanna a morte. Brenda
era scomoda per quello che sapeva e che taceva. Era stata sentita il 2 novembre scorso dal PM
sul quel secondo video hard che la filmava insieme a Marrazzo. Quando scoppia il caso, Natalie
e Brenda, le due trans del governatore, si rincorrono nelle reciproche accuse. E’ Natalie la vera
protagonista, Brenda si tiene in disparte, ma è proprio Marrazzo a confessare di aver avuto
almeno due incontri sessuali con lei.
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Brenda, la mora, è una forte dell’ambiente. Affatto sentimentale, è una che gestisce bene gli
affari e il suo giro. Natalie alla stampa la descrive così. Conosce bene, guarda caso, proprio
Gianguarino Cafasso, il pregiudicato romano, architetto di tutto il ricatto dei video e delle foto
che ha coinvolto i carabinieri, questa volta comode “mele marce” per qualcuno, morto a
settembre anche lui in circostanze ancora da chiarire. Un’altra coincidenza davvero misteriosa.
Il mondo dei viados brasiliani custodisce segreti. Bollenti e pericolosi. Liste “secretate” di nomi
che scottano.
La Brenda terrorizzata degli ultimi giorni è una disperata inghiottita in un giro troppo grande,
nell’industria del ricatto, in dossier comandati dall’alto. Ben altro e più in alto dei nomi lanciati al
gossip dalla collega Natalie che aveva accennato a un esponente di primo piano della destra. A
calciatori, a uomini e coppie di spettacolo. Il caso Marrazzo, che davanti al Paese doveva
risarcire la dignità ferita del premier dagli scandali delle giovani escort di Palazzo Grazioli, è
diventato qualcosa di più. Una minaccia difficile da arginare e da archiviare per tanti nomi
illustri. Politica e partiti. Potere intoccabile, potere sacro. Non bastava immergere il suo pc
nell’acqua, non bastava spaventare con le aggressioni. A Brenda bisognava impedire di parlare.
Al mistero della morte si unisce la responsabilità di chi non l’ha protetta, soprattutto a fronte
degli ultimi episodi violenti che l’avevano riguardata. Una volta tolto di mezzo Marrazzo, Brenda
diventava più un pericolo che un testimone da tutelare? Dietro i seni gonfi e pompati di
estrogeni, dietro le voci maschili camuffate dai rossetti scarlatti non c’è solo il capriccio e il
vezzo di un uomo che compra sesso trasgressivo. Dietro questi corpi plastificati, turgidi e in
vendita si è mosso in blocco tutto il potere. In una escalation di mosse e reazioni.
Il governo con Berlusconi che prova a salvare Marrazzo vincolandolo alla sudditanza di un
segreto ingombrante, le cliniche di Angelucci da preservare, la stampa dell’impero mediatico del
premier che rimpalla le foto di scrivanie in scrivanie, l’Arma dei Carabinieri e le sue mele marce,
i pappa e i ricattatori che conoscono clienti e prostitute. Ponti di contatto tra chi compra e chi
vende. Servizi segreti e liste di nomi sotto lucchetto.
La scenografia di una morte plateale, che sembra strappata alla trama di un classico romanzo
giallo, richiama alla memoria di questo Paese quasi un’uccisione in perfetto stile mafioso che
poco sembra coerente con la tesi del gruppetto dei romeni violenti o di qualche spacciatore
occasionale. Il mandante va cercato più in alto, lassù. Brenda non scompare, di lei non si
perdono le tracce. La sua è stata un’esecuzione per dare un messaggio a tutte. Tacere.
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La bionda Natalie dice di non avere idea di come sia morta e di cosa sia accaduto. Dice che a
lei importa solo di sé. Insomma ha paura di pronunciare anche solo una parola. Le amiche di
Brenda, quelle che battono nelle celle dove abitano, hanno paura. Qualche esponente
dell’opposizione chiede che almeno Natalie sia protetta. Chissà cosa pensa Piero Marrazzo. Forse che qualcuno, ben più in alto e ben più protetto di lui, non finirà alla gogna mediatica e
non pagherà. Tanto Brenda ormai non parla più.
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