- Associazione Casa Nostra

Transcript

- Associazione Casa Nostra
FOTOGRAFIA DI MASSIMO MAGHENZANI ©
Buona
Pasqua
ANNO XIV - APRILE 2014
CASA NOSTRA
Un pensiero
Partecipare alla messa con i
bambini è sempre un’esperienza
unica e divertente, un’occasione di gioia grazie ai canti che ci
propongono: le parole, l’accompagnamento della chitarra, i gesti, il battere unisono delle mani,
tutto si trasforma in preghiera!
Ad esempio c’è il canto “Ti ringrazio mio Signore” che, alla terza strofa, ci fa cantare: “l’amore
non ha prezzo, non misura ciò
che dà, l’amore confini non ne
ha”. Qui di seguito condividiamo
con voi solo le parole di un altro
bellissimo canto dove i gesti del
ritornello sono in armonia con
il testo sottolineandone la forza
ad ogni movimento... ma questo
lo dobbiamo lasciare alla vostra
immaginazione... a meno che
non decidiate di partecipare direttamente di persona... noi vi
aspettiamo!
Trova il tempo di pensare
Trova il tempo di pregare
Trova il tempo di ridere
E’ la fonte del potere
E’ il più grande potere sulla Terra
E’ la musica dell’anima.
“L’amore
confini non ne ha”
Trova il tempo per giocare
Trova il tempo per amare ed essere amato
Trova il tempo di dare
E’ il segreto dell’eterna giovinezza
E’ il privilegio dato da Dio
La giornata è troppo corta per essere egoisti.
Trova il tempo di leggere
Trova il tempo di essere amico
Trova il tempo di lavorare
E’ la fonte della saggezza
E’ la strada della felicità
E’ il prezzo del successo.
Trova il tempo di fare la carità
E’ la chiave del Paradiso.
Madre Teresa di Calcutta
1
Che cosa mi attendo dalla Pasqua
2014? La certezza che è possibile
un miglioramento nella mia vita personale, nella vita delle persone che
mi stanno accanto e nella vita della
comunità cristiana in cui sono inserito e al cui servizio sono stato inviato. Avverto la necessità di questo
dono,perché talvolta corro il rischio
di pensare che il vivere consista nella
ripetizione di certi gesti, nel compimento di certe attività abituali, che
segnano il tempo che fugge veloce,
ma che non contribuiscono a mutare in meglio le situazioni in cui siamo
immersi.
È un dato di fatto, certo, che in me,
e attorno a me, ci sono sempre elementi negativi, che rendono limitata
e imperfetta l’esperienza di vita. Per
un credente tali aspetti assumono la
denominazione di “peccati”. In pratica si concretizzano in un rapporto
con Dio non sempre facile; in una
relazione spesso conflittuale con il
proprio simile e nell’uso del creato
non rispettoso delle finalità per cui
ci è stato donato.
Il cristiano è anche al corrente che,
fino alla conclusione della storia, al
bene è sempre mescolato il male e
che si deve far conto della sofferenza fisica e morale, da cui nessuno è
esente. Ma è anche vero che c’è nel
cuore di ognuno un anelito al meglio,
ad uno stato di benessere fisico e di
felicità interiore.
“Vieni,
Signore Gesù!”
che è desiderio di ogni essere umano? Una risposta che mi stimoli anche ad agire? La trovo nel libro sacro,
nella Bibbia, che è, insieme, la storia
della grandezza e della miseria umana e della tenerezza e della misericordia di Dio.
La Bibbia ci assicura che Dio pone
nel cuore dell’uomo germi di vita
nuova e indica, pure, le modalità
con cui farli fruttificare. Aprendo la
Bibbia e sfogliandola fin dalle sue
prime pagine, si resta colpiti anche
dalla semplicità dello stile di Dio nel
suo agire nei confronti dell’uomo:
c’è una radicale sproporzione tra
fini e mezzi nel modo di agire di Dio.
La risposta di Dio alla situazione di
male che investe tutta l’umanità, è
affidata ad un uomo solo, straniero
e pellegrino, Abramo. Anche quando
egli e i suoi discendenti occupano la
terra promessa, si sentono sempre
forestieri e di passaggio: la storia dei
patriarchi presenta la vita e la vicenda di una piccola famiglia di nomadi.
È una nozione, quella di nomadismo,
che sarebbe dovuta sparire con la
conquista e l’insediamento di Israele
in Palestina. La ritroviamo, invece, in
bocca a Davide nella preghiera di offerta dei beni raccolti e destinati alla
costruzione del tempio: “Noi siamo
Dove posso trovare una risposta
soddisfacente a tale mio desiderio,
2
✠ Pier Giorgio Micchiardi
Vescovo di Acqui
ricordare oltre alla figura di Abramo
il credente, due episodi in essa riferiti. Il fatto di Giacobbe che lotta con
Dio, mentre sta avvicinandosi alla
terra promessa di ritorno dallo zio
Labano: lotta che è un simbolo della
difficoltà di credere, ma che segna
per sempre nel corpo e nell’anima
Giacobbe, dandogli un’identità e un
nome nuovo (Israele). E poi l’episodio dei due discepoli di Emmaus che,
in cammino con Gesù, che spiega
loro le Scritture, si sentono “ardere
il cuore”, e, incoraggiati dall’incontro
con Lui, riconosciuto per fede allo
spezzare del pane, ripartono per
Gerusalemme e diventano testimoni
della sua risurrezione.
stranieri davanti a te (o Signore) e
pellegrini come tutti i nostri padri”
(cfr. 1 Cronache 29,14-16). La coscienza della condizione peregrinante delle origini di Israele sarà tenuta
desta dal fenomeno dell’esilio e dalla
diaspora. Negli autori del Nuovo Testamento è ripresa la consapevolezza della condizione peregrinante del
nuovo popolo di Dio, ora composto
anche dai pagani. Popolo di Dio in
cammino verso la meta finale della
Gerusalemme celeste.
Alla proposta di Dio l’uomo è chiamato a rispondere con la fede, con
il fidarsi del suo Signore, come ha
fatto Abramo, come hanno fatto gli
Apostoli che si sono affidati a Gesù il
Figlio di Dio fatto uomo per mettere
il suggello a tutte le promesse di Dio
nei confronti dell’umanità prevaricatrice.
È proprio la fede, l’apertura libera e
incondizionata a Dio, che sostiene il
nostro cammino verso la meta finale,
a darci la certezza che qualcosa può
cambiare in noi e attorno a noi. L’apertura che richiede anche la nostra
buona volontà nel seguire le indicazioni di Dio, cioè una fede operosa.
E’ sempre la Scrittura che documenta in modo efficace questa consapevolezza. Mi piace, a tal proposito,
Una rinnovata fede in Gesù risorto,
presente ed operante nella Chiesa
con la sua Parola, con i suoi Sacramenti, con il suo Spirito e nei suoi
fratelli e sorelle, è sicura certezza
della possibilità di significativi progressi nel bene in chi la vive arricchendola con la carità e sostenendola con la speranza. Per chi crede,
ama e spera in Gesù risorto, alla fine,
si realizzerà la promessa di Gesù,
riportata al termine dell’Apocalisse:
“Si, vengo presto!”. A lui, il risorto, il
vivente, ripetiamo con fiducia: “Vieni,
Signore Gesù” (Ap. 28,20) e trasformaci, già fin d’ora, perché possiamo
essere veri figli di Dio e fratelli dei
nostri simili e saggi amministratori
del Creato!
Buona Pasqua 2014.
3
“Nel teatro della vita non siamo spettatori,
bensì attori, se non addirittura autori e registi”
Aldo Carotenuto
IL CORAGGIO
DELLA CREATIVITA’.
DOTT.SSA ANNA COLONNA PSICOLOGA
Per molti di noi la presenza nella
vita di un evento grave, traumatico e sconvolgente (una malattia
seria, la presenza di un rapporto
gravemente compromesso con un
genitore, un abbandono o la morte di uno di essi...) determina una
FERITA che può diventare la motivazione per una crescita della
consapevolezza di sé e portare a
un vero e proprio risveglio psicologico. Quasi una seconda nascita, la nascita del proprio Sé, della
conoscenza della propria vita interiore è un evento trasformativo.
Proprio la conoscenza della propria interiorità apre la strada alla
progettualità, in ogni fase della
vita. Chi si conosce poco e male,
può confondere per convinzioni
e interessi personali quelle che
in realtà sono suggestioni: della
moda, della cultura del momento,
o dei media.
E questo porta ad ambizioni e progetti sbagliati, destinati a rivelarsi
insoddisfacenti se portati a com-
pimento, oppure abbandonati precocemente. Ma un dialogo costante con la propria interiorità può
aiutarci a formulare e mantenere
obiettivi realistici, che diano voce
alla nostra creatività.
In ogni momento della vita, pur
modificando le mete, ciò che più ci
avvicina alla felicità non è identificabile con qualcosa di concreto
(un oggetto, una persona, la ricchezza, una condizione sociale...),
ma piuttosto con la condizione di
“essere in cammino in un percorso personale e creativo”.
Il percorso può essere definito un
“processo di individuazione”, nel
quale ognuno di noi è portato a
scoprire e sviluppare ciò che è.
E questo è possibile attraverso un
continuo mantenerci aperti a progetti nei quali ciò che conta non è
il progetto in sé, quanto il piacere
di superare, attimo per attimo, il
proprio limite, la propria paura.
Un progetto è una provocazione
continua ad andare oltre ciò che
4
sappiamo, a imparare di nuovo, a
spingerci verso nuovi territori.
Ma non deve diventare una trappola per distoglierci dal presente
e rinviare a un futuro remoto la
nostra soddisfazione: per quanto promettente sia la meta che ci
proponiamo di raggiungere, essa
diviene liberatoria solo quando
la costruiamo momento per momento. E la nostra “espressione
creati-va” è altrettanto essenziale.
A volte dimentichiamo di valorizzare questo strumento straordinario, la CREATIVITA’, intesa in
senso ampio come capacità di dare forma, di far nascere dal nulla,
di sviluppare (idee, cose, progetti,
visioni...).
In ogni attività umana lo spazio
della creatività è quello che dà
piacere e che trasforma il fare in
qualcosa di unico, di speciale,
che esprime in quel momento la
visione della persona che l’ha realizzato.
Questo contemperare progettualità e amore per il singolo momento
creativo ci porta ad assumere un
ruolo attivo nell’esistenza, sempre, anche nei momenti più difficili. Ci sono circostanze che sembrano caderci addosso, ma quello
che è assolutamente personale e
creativa è la risposta che scegliamo di dare al destino ogni volta
che ci tocca e ci colpisce.
5
VOLONTARIATO:
TRA DARE
E RICEVERE
L’esperienza di volontariato presso una comunità madre-bambino ha una duplice valenza: sostenere e affiancare donne in difficoltà, particolarmente fragili e timorose nel
dover affrontare in autonomia un percorso di
vita insieme ai propri figli; un approccio ricco
di momenti fortemente ludici per i loro bimbi, anch’essi bisognosi di sostegni semplici
ma veri e autentici. Due destinatari (madre
e figli), portatori di bisogni profondi da poter
col-mare, grazie ad un sostegno educativo
quotidiano che educatori e volontari in collaborazione tra loro possono fornire. Alice Miller, una psicoanalista di grande rilievo, scrive
che “non possiamo cambiare una virgola del
nostro passato, né cancellare i danni subiti
nell’infanzia, ma possiamo riparare i guasti e
riacquistare l’identità perduta”. Di qui la necessità di interventi di tipo educativo e “missionario” il più possibile rispettosi della storia
di queste mamme e bambini, ma allo stesso
tempo qualificati. Riteniamo importante
presentarvi l’esperienza in prima persona di
una nostra volontaria, per far comprendere
quanto “ciò che si riceve conta di più di ciò
che si cerca di dare”, e quanto la creatività e
le competenze, aiutino a tirar fuori ciò che
di latente e significativo ci sia in ogni essere
umano, che sia uomo, donna e bambino.
Ecco ciò che Rosanna sperimenta e vive settimanalmente con le nostre “mammine”!
(come, dolcemente, le chiama lei).
6
“Rusin
a Casa Nostra”
semi germoglino... Dopo un anno decido
di proporre la disciplina che pratico dal
2000: il “Viet Tai Chi” cioè il tai chi vietnamita. È una ginnastica di lunga-vita
che abbina l’esercizio fisico dolce, lento
e di equilibrio alla stimolazione dei punti
energetici. La mia esperienza di insegnamento in palestra e la mia formazione di
naturopata, mi spronano a provare, perché sono convinta che le mamme ne trarrebbero gran giovamento.
L’equilibrio, la respirazione, la postura
sono i rudimenti che si imparano e che
si mettono in pratica ogni giorno, perché diamo al corpo dei messaggi corretti
che aiutano a prevenire ad esempio mal
di schiena e cervicale. Non immaginate
qualcosa di noioso e mistico, anzi piccoli
accorgimenti ludici fanno sì che la comunicazione verbale lasci spazio a quella
non verbale per se, ci si sperimenta con
il corpo, si impara a stare meglio. Anche
in questo caso “via i brutti pensieri” e
passa il mal di testa! Si lasciano fuori i
problemi e si vive il “qui e ora”; la consapevolezza corporea aiuta ad accettarsi
e a volersi bene. La maggior parte di loro
si vede in uno specchio deformante che
non riflette la loro bellezza.
Siamo solo all’inizio, ma con la loro partecipazione e interesse prevedo grandi
soddisfazioni!
La mia esperienza come volontaria comincia con la “chiamata” di Annamaria
che, conoscendomi, mi invita ad andare a
proporre ai ragazzi delle comunità Scoiattolo e Altalena i miei lavoretti creativi.
L’esperienza è molto breve, perché con
gli orari della scuola e le diverse attività
extrascolastiche non riusciamo ad avere
una continuità e una programmazione.
Ricevo allora l’invito a fare le stesse attività con le giovani mamme della Base,
soprattutto con quelle che non lavorano.
Cominciamo a creare alberelli con ritagli di stoffa, ghirlande natalizie e collane con gli avanzi di feltro, decoupage e
pulcini per Pasqua, conigli e micetti di
feltro. I lavori sono così ben riusciti che
li proponiamo ad amici e parenti così
da raccogliere qualche soldino che viene utilizzato per l’acquisto di materiale
e per le uscite organizzate per i nuclei
ospitati. Quando comincio a produrre, il
problema è frenarmi... così propongo un
nome per il gruppo: “le mammine”.
La produzione si arricchisce, con il tempo, di segnalibri, scatoline, ricamo e decori natalizi. Immaginate donne intorno
a un tavolo che lavorando chiacchierano, creando un’immagine gioiosa.
Questo è il clima che si cerca di creare:
un momento di “presenza” che lascia
fuori dalla porta il fardello delle difficoltà. Un grande lavoro sull’autostima, una
piccola goccia nell’oceano, perché la
maggior parte di loro afferma di non avere manualità, dovendosene poi ricredere
con grande soddisfazione. Non sempre
fila tutto liscio, le difficoltà ci sono, non
riesco a coinvolgere alcune mamme, ma
bisogna aver pazienza e attendere che i
7
Crediamo nel volontariato e nella collaborazione tra “professionisti educativi” e volontari, come Rosanna, che
mettono a disposizione ciò che di più
importante esiste: la loro persona con
tutte le proprie peculiarità. La loro importante e sana “volontà” di continuare ad accompagnare e ad accogliere le
nostre mamme, sia anche per noi educatori esperienza e simbolo di amore
gratuito in una società frammentata
e confusa, bisognosa di verità e coerenza.
COMUNITA’ “L’ALTALENA”
Perché un
laboratorio di
L’idea di proporre ai bambini e ai ragazzi delle comunità Altalena e Scoiattolo un laboratorio di fotografia,
è nata dal desiderio di coinvolgerli
in qualcosa di creativo e stimolante.
L’intento non era certo di creare un
vero e proprio corso di fotografia,
dove insegnare tecniche e regole per
scattare foto perfette. Anzi direi che
l’intento era proprio quello di non
insegnare. Lasciando in mano ai ragazzi le fotocamere, dopo una piccola premessa iniziale, il laboratorio ha
iniziato a esistere. All’inizio è stato
divertente vederli “giocare” con la
macchina fotografica, con la quale
hanno preso subito confidenza. Gli
obiettivi alla base di questo progetto
erano quelli di coinvolgerli in un lavoro allo stesso tempo individuale e
di gruppo, stimolando la loro capacità di osservare il mondo e lo stesso
contesto comunitario da punti di vista diversi, proponendo un’osservazione della realtà libera e creativa,
che li spronasse a cercare e trovare
la giusta prospettiva, quella che emoziona. In realtà questo laboratorio è
stato anche di più. Innanzitutto è stato accompagnato per tutto il tempo
dall’ingrediente fondamentale, senza
il quale nessuna foto sarebbe mai stata scattata, il divertimento. Giocare
con la luce, le inquadrature, gli stessi
8
fotografia?
soggetti, ha incuriosito e divertito i
nostri piccoli fotografi che sembravano ormai esploratori a caccia di
forme, colori ma anche di qualcosa
da dire, da raccontare. Perché è proprio di questo che si tratta, poter raccontare qualcosa, un momento, un’emozione o anche più semplicemente
quell’oggetto che vediamo tutti i giorni, ma da un nuovo punto di vista.
Ed ecco che la fotografia diventa un
modo di parlare senza dover usare le
parole. Passeggiare in riva al fiume
o esplorare la cantina della comunità per il gusto di catturare qualcosa,
sono stati momenti non solo finalizzati a scattare foto ma anche occasioni
di condivisione e spensieratezza.
Devo dire che è stata un’esperienza
entusiasmante per i ragazzi e per gli
stessi educatori e, sicuramente, ben
riuscita. In un secondo momento infatti, proprio come i veri fotografi, gli
scatti sono stati rivisti in post produzione e preparati per la stampa.
Le immagini prodotte sono davvero
interessanti, tanto da portare educatori e ragazzi a pensare di allestire
una mostra all’interno della comunità, dando così la possibilità ad altri
di ammirarle, ma questo accadrà più
avanti, la voglia di scattare è ancora tanta, perciò, alla prossima uscita
ragazzi!
9
COMUNITA’ “LA BASE”
COMUNITA’ “LA BASE”
Tirocinio:
emozioni e
malinconia
Non posso che pensare a questi tre mesi trascorsi allo
Scoiattolo con un sorriso enorme stampato sulla faccia
e con un po’ di malinconia per aver terminato il mio
tirocinio, un tirocinio pieno di emozioni, sorrisi, soddisfazione e tristezza per essere arrivata alla conclusione. Un percorso cominciato con il primo colloquio
il 9 ottobre alle 16.30, me lo ricordo benissimo, mi
sentivo tesa e anche un po’ fuori luogo, non conoscevo
niente e nessuno e l’idea che nove ragazzi potessero
giudicarmi, sin da quel momento mi ha fatto un po’
paura. Ma un istante dopo mi hanno subito messa a
mio agio, tempestandomi di domande: non mi lasciavano il tempo di finire di rispondere che avevano già
un’altra curiosità in testa, si continuavano a chiedere
cosa ci facessi io lì e come mai volessi proprio diventare
un’educatrice. A questa domanda ho sempre risposto
che “questo è ciò che mi piace fare”. Non sono mai riuscita a spiegarlo a voce ma credo e spero che attraverso questo breve percorso io sia riuscita a farlo capire a
chiunque mi abbia seguita, mi abbia dato consigli, a
cui sono grata per avermi sempre dato una mano e a
chi mi ha fatto sorridere e che mi ha insegnato tanto:
EDUCATORI e RAGAZZI.
Mi sono ritrovata circondata sin dal primo giorno da
persone solari che in ogni momento hanno dimostrato
la loro professionalità, la serietà ed il piacere che tro-
10
vano nello svolgere il loro lavoro, che anche se presi da
questi turni “strani” e indaffarati da mille cose hanno
sempre trovato uno spazio per accogliermi e starmi vicino anche solo chiedendomi “come va?”. Credo di aver
legato con ognuno di loro, forse in maniera differente,
ma instaurando una relazione costruttiva con tutti. In
poco tempo sono riuscita ad entrare nell’ottica di cosa
vuol dire essere un educatore e svolgere questa professione: essere prima di tutto una persona, che può
avere ideologie e valori differenti da quelli di chiunque
altro, che prova emozioni e sentimenti, che non sempre riesce a celare e che deve imparare costantemente
qualcosa di nuovo; deve essere in grado di auto formarsi, ovviamente saper creare una rete di lavoro e relazioni solide ed essere al pari con ciò che l’istituzione
chiede e ciò che è richiesto dall’utenza, in questo caso
gli adolescenti.
Loro, un gruppetto di ragazzi solari, a cui riesci ad
affezionarti molto velocemente e loro altrettanto
fanno con te. Attraverso l’affiancamento ai compiti,
i momenti di gioco e le uscite insieme sono riuscita
a capire molto, come vivono loro in comunità, quali
sono le loro emozioni e come rapportarmi con i singoli. Ho sicuramente creato relazioni diverse, con alcuni
un legame che mi piacerebbe mantenere vivo ancora
nel tempo, con altri un legame che dovrebbe essere
approfondito e che sicuramente si sarebbe fortificato, se solo avessi avuto maggior tempo. 200 ore le ho
trovate pochissime rispetto a quello che operatori e
utenti possono insegnarti; quando ormai sei riuscito
ad integrarti e a capire l’organizzazione, sotto alcuni
aspetti complicata, della comunità e a relazionarti in
maniera trasparente con tutti, le ore di tirocinio sono
ormai terminate ed è davvero un peccato. Continuo
il mio viaggio nel mondo educativo con un bagaglio
di esperienze per niente indifferente, consapevole di
dover imparare tantissimo e con la speranza di vederci
un giorno, da persone più mature, cresciute sia mentalmente che fisicamente. Ringrazio tutti, dall’équipe
ai ragazzi per i momenti fantastici che mi avete fatto
passare. A presto.
Martina
Laboratorio di Decoupage
“Decoupare”
non significa soltanto dipingere,
ritagliare e incollare...
Questa attività racchiude
in sé un potere espressivo
dei propri stati d’animo:
come in ogni altra forma
d’arte infatti chi la pratica
mette nella creazione qualcosa di proprio. In questo modo i ragazzi dello Scoiattolo, talvolta affiancati anche dai bambini dell’Altalena, hanno potuto sperimentare
un nuovo passatempo che hanno saputo usare costruttivamente scegliendo spesso di creare oggetti personalizzati da regalare a persone
care. Questo laboratorio si propone dunque di sensibilizzare i ragazzi all’espressività e al lavoro in gruppo, trasformando dei semplici
oggetti grezzi di vario materiale (legno, compensato...) in un dono
che contiene qualcosa di sé: per mezzo di fogli di carta disegnata,
tempere e materiale vario scelto ad hoc per la propria creazione, i
ragazzi si sono aiutati e consigliati vicendevolmente, in un clima di
divertimento e cooperazione dove non sono mancati anche piccoli
momenti di difficoltà che sono serviti però a rendere tale momento
altresì costruttivo.
Un incontro settimanale della durata di circa due ore dove poter mettere in gioco l’area della fantasia all’interno di uno spazio fisico e
temporale protetto, con un adulto
con cui confrontarsi e a cui chiedere suggerimenti costantemente, che
i ragazzi hanno potuto sperimentare
ed interiorizzare come proprio.
Francesca
11
COMUNITA’ “LO SCOIATTOLO”
MUSICA
VIDEOGAMES
RECENSIONI
ONE
DIRECTION
La mia band preferita sono gli One Direction. A me piacciono molto, io vorrei andare
a un loro concerto e vederli dal vivo: sarebbe magnifico! La band è composta da cinque componenti, che si chiamano Niall Horan, Zayn Malik, Liam Payne, Harry Styles,
Louis Tomlinson. I loro paesi di origine sono il Regno Unito, l’Irlanda e il Pakistan,
e il genere della loro musica è dance-pop/teen-pop/pop. Sono in attività dal 2010 e la
loro etichetta musicale è la Columbia, con cui hanno pubblicato tre album. Hanno un
mucchio di fan, soprattutto ragazze e io sono la Fan Numero Uno, perché io li adoro, soprattutto Zayn, che è bellissimo! Mi piacerebbe incontrarlo dal
vivo. Gli One Direction stanno preparando il loro primo film, in
3D, e pare che vogliano
coinvolgere anche le loro
fans. Chissà chi saranno
le fortunate! Vorrei essere io la fortunata! Si dice
che la data dell’uscita del
film sia il 30 agosto. È da
poco uscito il video del
loro terzo estratto dall’album “Take my home”, che
si intitola “Kiss you”.
A., 12 anni
CINEMA MAMMA,
Regia di Chris Columbus
HO PERSO L’AEREO
La notte di Natale, dopo la cena, la messa e i regali... abbiamo mangiato un pandoro
guardando un film natalizio che ci è piaciuto molto. Questo film parla di Kevin, un
bambino di otto anni che non è capace di farsi la valigia e non sa cosa metterci dentro. Un giorno, quando la famiglia decide di fare una vacanza a Parigi, lui non ci vuole andare perché non sa prepararsi i bagagli. La famiglia, molto numerosa, decide di
partire e
si dimentica Kevin a casa. Sull’aereo, la mamma si
ricorda di lui dicendo: ”Ho l’impressione di aver dimenticato qualcosa”. Quando Kevin si sveglia, non
trova nessuno in casa. Si accende la TV e guarda
film da grandi, che non potrebbe guardare, mangia schifezze e fa tutto quello che di solito gli è
proibito fare. A un certo punto entrano in casa
due ladri e cercano di acchiapparlo, ma lui piazza
delle trappole per impedire ai ladri di entrare in
casa sua. Quando la polizia becca i ladri, loro finiscono in carcere e alla fine i genitori di Kevin
ritornano a casa per lui... in tempo per il Natale!
A., 14 anni
12
NEED FOR SPEED
Electronic Arts, 2013
Need for Speed (abbreviato... NFS!)
è un videogioco uscito per le console
più importanti (Playstation, Xbox,
PSP e altre). Il giocatore utilizza nel
gioco un ragazzo che deve affrontare molti avversari in gare automobilistiche e andando avanti, il gioco si
fa sempre più duro e difficile. Il primo
capitolo di NFS è uscito nel 1994, mentre il più recente è uscito nel 2013. Quando
gioco, ho quasi la sensazione di essere per davvero all’interno della macchina che
guido. Di solito scelgo di utilizzare la Ferrari, la Porsche o la Lamborghini, perché
sono le mie preferite, ma ci sono molti altri modelli di auto e moltissimi circuiti
in cui disputare le corse.
A., 14 anni
MODA ULTIME
TENDENZE NEL LOOK
Nella stagione autunno-inverno 2014 per
la ragazza (dai 12 anni in su) vanno molto
di moda le camicie larghe e lunghe, di colori variopinti. Vanno molto anche i jeans
stretti, sia per la donna che per l’uomo,
e quest’anno è molto utilizzato l’abbigliamento stile rap/hip-hop, cioè tute larghe,
felpe sportive firmate con o senza cerniera, con tasconi e cappuccio (le marche più
in voga sono Adidas e Nike). Sono molto
di tendenza anche gli stivaletti con brillantini e piccole borchie. Quest’anno vanno molto di moda, per quanto riguarda le
acconciature da donna, le rasature sulla
nuca e su un lato solo della testa, lasciando il resto dei capelli più lunghi. Le tinte
dell’anno per le ragazze sono sicuramente
lo chatouche, che consiste nello schiarire
solo le punte dei capelli, e il balayage, che
consiste nel colorare solamente il ciuffo
davanti della pettinatura. A presto con
nuovi consigli di moda!
V., 12 anni
LIBRI
BIANCA COME IL LATTE,
ROSSA COME IL SANGUE
Il protagonista, Leo, è un ragazzo di 16 anni.
Passa il tempo con gli amici, gioca a calcetto,
ascolta musica con l’iPod; a scuola si annoia, ma
il nuovo supplente di storia e filosofia, di nome
“il Sognatore”, è diverso. Una luce gli brilla negli
occhi quando spiega, quando cerca di convincere gli studenti a cercare il proprio sogno. Leo si
sente la forza di un leone, ma c’è un nemico che
lo spaventa: il bianco. Invece il rosso è il colore
dell’amore, della passione, del sangue; rosso è il
colore dei capelli di Beatrice. Leo ha un sogno,
e si chiama Beatrice, la sua migliore amica, anche se lei ancora
non lo sa... quando scopre che
lei è ammalata,
Leo deve cercare
dentro se stesso,
per trovare il coraggio di aiutarla.
Questo libro mi è
piaciuto perché
è divertente, ma
anche commovente. Vi consiglio di
leggerlo, perché è
un bel libro!
G., 15 anni
13
SEGUE/RECENSIONI
NARUTO
FUMETTI
Testi e disegni: Masashi Kishimoto
Naruto è il protagonista di questo fumetto: lui fa parte di un gruppo di ninja. Principalmente sono tre amici: Sasuke, Sakura e il maestro Kakashi. Naruto e i suoi amici
abitano nel Villaggio della Foglia, ma nei dintorni ci sono altri villaggi, ciascuno con
i propri guerrieri ninja. Alcuni sono alleati del Villaggio della Foglia, mentre
altri sono in guerra contro Naruto e i
suoi amici. I principali sono il Villaggio del Suono, della Sabbia e il Paese
delle Onde. Ciascuno di loro ha un
simbolo e i ninja del villaggio lo indossano con una fascia sulla fronte,
come segno di riconoscimento del
villaggio di appartenenza. Naruto
ha un sigillo sul petto che, quando
si arrabbia, lo fa trasformare in
un mostro, la “volpe a nove code”.
Ogni personaggio ha il suo carattere e le sue tecniche: da questo
fumetto hanno tratto una serie
TV e diversi videogiochi!
S., 12 anni
ATTIVITÀ 30/12/2013
TIRO
CON L’ARCO E ARRAMPICATA
Questo Capodanno siamo stati sei giorni a Viù, e il secondo giorno siamo andati con
un’educatrice a un centro arrampicate dove si poteva anche fare tiro con l’arco,
pernottare e consumare al bar. Ci siamo imbragati e uno di noi è salito fino a dove
ci ha ordinato il nostro istruttore. Subito dopo, io sono arrivato circa fino a metà
perché gli appoggi erano un po’ troppo piccoli. Quindi, siamo andati in una stanza
chiusa a provare il tiro con l’arco: quando è arrivato il mio turno, avevo quattro
frecce a disposizione: ho sbagliato tre tiri, ma il quarto è
stato centro quasi perfetto!
Dopo le attività merenda a
base di pizza e coca: eravamo molti ragazzi e alcuni
adulti, con intrattenimento
e animazione. Giornata impegnativa ma molto divertente!
S., 12 anni
14
Viva i coriandoli di Carnevale
Gianni Rodari
Viva i coriandoli di Carnevale,
bombe di carta che non fan male!
Van per le strade in gaia compagnia
i guerrieri dell’allegria:
si sparano in faccia risate
scacciapensieri,
si fanno prigionieri
con le stelle filanti colorate.
Non servono infermieri
perchè i feriti guariscono
con una caramella.
Guida l’assalto, a passo di tarantella,
il generale in capo Pulcinella.
Cessata la battaglia, tutti a nanna.
Sul guanciale
spicca come una medaglia
un coriandolo di Carnevale.
15
INCONTRI
DI RIFLESSIONE
E FORMAZIONE
SUL VOLONTARIATO
Un volontario
racconta
Ciao a tutti, mi chiamo Emanuele, sono quasi quattro
anni che frequento l’Associazione Casa Nostra e vorrei,
ringraziando molto chi mi ha dato questa possibilità,
condividere con voi le mie riflessioni e la mia esperienza
in comunità. Ho cominciato, su consiglio di Paola (attuale responsabile dei volontari), a frequentare Casa
Nostra a Maggio 2010 e il primo impatto con i bambini
è stato abbastanza sereno, venendo già da esperienze
simili di volontariato con l’unitalsi, ed emozionante:
sono rimasto stupito del fatto che i bambini ci mettono
veramente pochissimo tempo ad affezionarsi e a darti
confidenza. Fino all’estate 2013 venivo in comunità
di domenica mattina dalle 10.30 alle 12.00, mentre
da settembre il mio turno è al sabato dalle 15.00 alle
16.30; in questa oretta e mezza generalmente do una
mano a fare i compitini, gioco con loro in casa, mentre
quando la stagione lo permette andiamo in cortile e
qui il gioco più gettonato è “nascondino/acchiappino”, mentre di rado mi è capitato di portare qualche
bambino fuori, o a un museo o a fare una passeggiata
lungo il fiume; comunque in ogni attività che facciamo
la cosa più bella è vederli quando si divertono, sono felici e passano qualche ora di spensierato divertimento
e ogni volta che vado via penso al fatto che non vedo
l’ora che venga di nuovo sabato per tornare da loro.
Questo periodo è stato molto intenso dal lato emotivo,
arricchente dal lato formativo, perché dai bambini si
impara tanto, ma soprattutto tanto prezioso: stare con
loro è meraviglioso, dato che danno e cercano tanto affetto, ma allo stesso tempo anche difficile, poiché sono,
come mi piace spesso definirli, dei “piccoli bicchieri di
cristallo” o più semplicemente dei fiori colorati, tanto
belli, ma altrettanto delicati.
Per il futuro mi auspico che queste meraviglie di bimbi
possano crescere bene, ci penso sempre e spero con
tutto il cuore che ciò accada, perché gli voglio proprio
bene e per questo cercherò con tutto me stesso di essergli vicino nel migliore dei modi.
Vorrei concludere esprimendo un grande Grazie per i
bei momenti passati insieme.
Emanuele
Sede dell’Associazione
Corso Casale 246, Torino
Giovedì 27 Febbraio 2014
ore 20.45 – 23.00
IDENTIKIT DEL VOLONTARIO A CASA NOSTRA
CHI HA BISOGNO DI CHI?
Dott.sa Daniela Panero, psicopedagogista
Giovedì 27 Marzo 2014
ore 20.45– 23.00
QUALE RUOLO PER IL VOLONTARIO NELLA
SOCIETÀ DI OGGI?
ANALISI DEI PRINCIPALI DISAGI E BISOGNI
Dottor Domenico Cravero, psicoterapeuta
Venerdì 9 Maggio 2014
ore 20.45– 23.00
PERCHE’ FARE VOLONTARIATO?
DIMENSIONE ETICA DELLA SCELTA
Don Piero Gallo, ex parroco di San Salvario,
già missionario in Africa
Gli incontri si terranno presso il salone delle
comunità Lo scoiattolo e L’altalena accedendo
da corso Casale 246 Torino. Essi sono rivolti a
tutti coloro che hanno a cuore i temi del volontariato e in particolare alle persone che già
collaborano, o che intenderanno farlo, presso
le comunità di accoglienza dell’associazione.
16
i volontari chiediamo e doniamo, primariamente
e principalmente relazioni: belle, accoglienti, prudenti, pazienti, autorevoli, affettuose, vere, capaci
di riconoscere i rischi (reciproci) di atteggiamenti
oppositivi, indifferenti, insicuri, strumentali, seduttivi, passivi, timorosi... A tutti chiediamo di intravedere nelle relazioni COLLABORATIVE la più bella
scommessa e il più grande tesoro dell’esperienza di
volontariato.
CASA NOSTRA
VOLONTARI
Alcune riflessioni irrinunciabili
per ESSERE volontari e fare
volontariato.
1. LA MOTIVAZIONE
A chi desidera accompagnare Casa Nostra con il
proprio servizio di volontariato, si chiede una motivazione convinta e appassionata nel voler stare con
bimbi, ragazzi e adulti in difficoltà, che richiedono
attenzioni particolari. Si tratta di un settore molto
delicato, per operare all’interno di questo occorrono
convinzione, conoscenza, preparazione e il piacere e
la voglia di condividere esperienze, emozioni, pensieri e sentimenti anche con chi vive nel disagio per
instaurare sane relazioni.
4. IL PROGETTO EDUCATIVO
Essere volontari a Casa Nostra significa conoscere e
condividere il MULTIFORME progetto di accoglienza
educativa verso minori e adulti in difficoltà.
È indispensabile che i volontari sostengano l’operato
quotidiano degli educatori, fidandosi di quanto viene fatto e proposto. Si tratta di un cosiddetto “gioco
di squadra”, possibile solo se si condividono e confrontano intenti e prassi, con l’umiltà di non sapere
e capire tutto, con il realismo di fare ciò che si può,
con la correttezza di mantenere l’impegno preso e
informare su problemi e difficoltà. Il referente dei
volontari e i coordinatori d’equipe sono gli interlocutori privilegiati con cui interfacciarsi costantemente.
2. LA FORMAZIONE
Per operare a Casa Nostra occorre accettare la scommessa di confrontarsi quotidianamente con gli
educatori ed anche di prepararsi a questo servizio
particolare, che necessita di alcune attenzioni privilegiate, di un monitoraggio costante del servizio di
volontariato, di formazioni in ingresso e in itinere.
A chi desidera essere volontari si chiede la disponibilità ad accettare il confronto continuo e l’interesse
della conoscenza.
5. LA PRIVACY E LA DELICATEZZA
Tutti gli ospiti hanno il diritto al rispetto totale delle loro storie, delle loro fatiche, delle loro vite. A chi
desidera sperimentarsi come volontario, chiediamo
la maturità del rispetto di ogni tipo di privacy, del
segreto “professionale” (non si parla in giro degli
ospiti), del non giudicare mai nessuno (bimbi, ragazzi, genitori naturali, operatori...). Essere delicati
significa non fare domande, non parlare di sé, non
coinvolgersi troppo o troppo poco, non portare oggetti o fare cose senza accordarsi con gli educatori,
non dare messaggi contraddittori, rispettare tempi,
spazi, modalità di lavoro, scelte, prospettive, indicazioni, consigli, accettare suggerimenti e critiche positive. Grazie per la vostra scelta e il vostro impegno
GRATUITO.
3. LA RELAZIONE
A chi si accinge a sperimentarsi nelle relazioni con
bimbi e ragazzi ospiti di Casa Nostra si chiedono: il
piacere di stare con chi è in età evolutiva, l’attenzione a donare relazioni e non oggetti, la disponibilità
a seguire indicazioni e consigli degli educatori perché gli ospiti soffrono per altre relazioni difficili e
anche interrotte, la voglia di instaurare bei rapporti
con operatori, volontari, ospiti, direzione... A tutti
17
Le Pergamene
Solidali
Carissimi lettori, con la Pasqua è in arrivo la bella stagione, che si preannuncia solitamente ricca di eventi: comunioni, battesimi, cresime, matrimoni o feste di laurea...
È ormai in voga da anni l’idea di fare regali alternativi durante tali ricorrenze. Si trovano spesso enti che reclamizzano le proprie bomboniere
solidali per sostenere progetti tipicamente di interesse sociale, dalla ricerca medica all’assistenza a categorie sociali più svantaggiate.
Anche noi ci siamo attrezzati con le Pergamene Solidali: un modo originale e simpatico per dare un significato particolare alle ricorrenze che
andrete a festeggiare. Si tratta di fogli di cartoncino bianco, in formato A5, avvolti in un nastro colorato (a scelta tra azzurro, rosso, rosa,
verde). Al loro interno una frase di ringraziamento (personalizzabile)
comunicherà ai destinatari la vostra scelta di devolvere il denaro dedicato alle bomboniere al sostentamento di progetti educativi legati alla
nostra associazione. Insomma, un modo simpatico per allargare la gioia
dell’evento a una comunità più estesa e un modo singolare per rendere
partecipi dell’iniziativa anche i vostri invitati, coinvolti indirettamente
in maniera inaspettata.
Se interessati all’iniziativa è sufficiente mettersi in contatto con un certo preavviso (almeno 2-3 settimane) con i responsabili al seguente indirizzo email:
[email protected].
Allora vi aspettiamo numerosi e... coinvolgete pure parenti e amici che
pensiate stiano attendendo propria un’iniziativa come la nostra.
Siamo sicuri che gli ospiti delle vostre feste sapranno apprezzare il vostro gesto sentendosi essi stessi partecipi di questo gesto di solidarietà!
18
19
Anno finanziario 2009/redditi 2008 - Importo percepito: € 24.630,91.
Progetti finanziati: il contributo ha consentito di sostenere quasi per intero i costi di
manutenzione straordinaria e ordinaria in strutture diverse dell’associazione
(€ 25.117,18). In particolare gli interventi hanno riguardato:
-Fornitura ed installazione di nuovi radiatori (deteriorati a causa del gelo), sostituzione di valvole e detentori presso la casa di accoglienza di Viù (TO).
-Fornitura ed installazione di nuove valvole, detentori e testine termostatiche
per radiatori esistenti presso la sede di Corso Casale 246 Torino, per contenere
i consumi.
-Lavori di ripristino dell’intonaco, raschiatura, stuccatura e tinteggiatura della
scala dell’edificio sede delle comunità di accoglienza “Scoiattolo” e “Altalena”, in
strada alla Villa di Agliè 23/1 Torino.
Anno finanziario 2010/redditi 2009 - Importo percepito: € 26.036,77.
Grazie 1000
anzi... 5x1000!
Con il 5 per mille è possibile sostenere le spese relative ai progetti formativi e/o ai lavori ordinari e straordinari che l’Associazione
Casa Nostra deve affrontare per dare continuità alle azioni di accoglienza per minori e mamme con bambini. Il 5 per mille non sostituisce l’8 per mille e non costa nulla. Anche per il 2014 sarà possibile
sostenere le azioni di progetto con una semplice firma da apporre
nella dichiarazione dei redditi.
Basta inserire il codice fiscale di Casa Nostra e la firma nello spazio
dedicato sul Modello Unico o sul 730 oppure sul CUD.
Progetti finanziati: il contributo ha consentito di coprire quasi per intero i seguenti
costi di acquisto di beni e servizi per un valore di € 28.848,75:
-Acquisto autocarro Porter Piaggio con cassone posteriore ribaltabile, per piccoli trasporti e lavori di manutenzione (€ 10.500,00)
-Installazione n.3 vetrate in alluminio con vetri antinfortunistici con finalità di
protezione della sicurezza e di risparmio energetico, nei locali della comunità
“La base”, presso la sede Torino C.so Casale 246 (€ 6.292,00)
-Lavori di tinteggiatura comprendente rifacimento di parte dell’intonaco e stuccatura piano terra presso la casa di accoglienza di Viù (TO) (€ 3.811,50)
-Rifacimento Impianti citofonici e apertura cancelli, con sostituzione vecchi
apparecchi con nuove tecnologie a protezione e controllo a distanza presso la
sede di Torino C.so Casale 246 (€ 8.245,25)
Il contributo del 5 per mille perviene con circa tre anni di “ritardo”.
Ad oggi i finanziamenti ricevuti risalgono agli anni a cavallo tra il
2007 e il 2010: sul sito sono disponibili i dettagli di tutti gli anni, qui
riportiamo solo quelli degli ultimi due anni.
Augurando che anche quest’anno il contributo sia generoso, si
coglie l’occasione per ringraziare anticipatamente tutti coloro che
vorranno sostenere Casa Nostra.
Codice dell’associazione: 80061910016.
Il codice fiscale è reperibile anche sul sito:
http://www.associazionecasanostra.it
20
21
te piacere di condividere un momento
di riflessione e preghiera, lasciandovi
conquistare dalla Parola di Dio, e condividendo momenti di aggregazione con altri compagni che vogliono
percorrere lo stesso cammino, allora
venite pure a trovarci e sarete i benvenuti. Di seguito il calendario dei
prossimi appuntamenti, che trovate anche sul nostro sito internet
nella pagina della fraternità.
FRATERNITA’
Gli incontri della Fraternità continuano con rinnovato vigore. Le riflessioni
proposte da Don Piero sono sempre
interessanti e stimolanti, ed anche
la partecipazione alla S. Messa con
i bambini e al pranzo comunitario,
sono momenti di forte di aggregazione. Tra gli argomenti proposti negli
ultimi mesi ricordiamo:
Che Dio Adoriamo?
Una riflessione sul senso di Dio in un
mondo popolato da nuovi idoli, tra
cui il consumismo e il materialismo,
veri e propri dei di un nuovo paganesimo.
Progredire nella preghiera.
Alcuni suggerimenti per vivere più intensamente i momenti di incontri col
Signore, suggerendo diverse forme di
preghiera.
I riti, liturgia, ritualità.
La constatazione di come la ritualità
nei gesti della liturgia assumono un
certo significato che va incontro e sostiene la Parola.
Educare alla responsabilità e alla
relazione.
Uno stimolo ad entrare in relazione
con l’altro, accettando, ma sopratutto
riconoscendone la sua appartenenza
ad una prospettiva diversa per diversi
motivi, tra cui l’ambito culturale diverso di appartenenza. Se anche voi ave-
15 marzo
Preparazione alla Pasqua
12 aprile
Apprezzare il presente
(stoici)
24 maggio
Come affrontare la morte
21 giugno
Indifferenza/Speranza
AGENDA INCONTRI
8.30/9
Accoglienza
9/9.30
Lodi
9.30/10.15
Riflessione su un tema spirituale
guidata da Don Piero
10.15/11.00
Condivisione
11.00
S. Messa
12.30
Pranzo
comunitario
13.30/14.30
Riflessioni
condivise
22
C’
La Principessa
era una volta un re che aveva una figlia di grande bellezza e
straordinaria intelligenza. La principessa soffriva però di una
misteriosa malattia. Man mano che cresceva, si indebolivano le
sue braccia e le sue gambe, mentre vista e udito si affievolivano.
Molti medici avevano invano tentato di curarla.
Un giorno arrivò a corte un vecchio, del quale si diceva che conoscesse il
segreto della vita. Tutti i cortigiani si affrettarono a chiedergli di aiutare la
principessa malata. Il vecchio diede alla fanciulla un cestino di vimini, con
un coperchio chiuso, e disse: «Prendilo e abbine cura. Ti guarirà».
Piena di gioia e attesa, la principessa aprì il coperchio, ma quello che vide
la sbalordì dolorosamente. Nel cestino giaceva infatti un bambino, devastato dalla malattia, ancor più miserabile e sofferente di lei.
La principessa lasciò crescere nel suo cuore la compassione. Nonostante i
dolori prese in braccio il bambino e cominciò a curarlo. Passarono i mesi:
la principessa non aveva occhi che per il bambino. Lo nutriva, lo accarezzava, gli sorrideva. Lo vegliava di notte, gli parlava teneramente. Anche se
tutto questo le costava una fatica intensa e dolorosa.
Quasi sette anni dopo, accadde qualcosa di incredibile. Un mattino, il bambino cominciò a sorridere e a camminare.
La principessa lo prese in braccio e cominciò a danzare, ridendo e cantando. Leggera e bellissima come non era più da gran tempo. Senza accorgersene era guarita anche lei.
Signore, quando ho fame mandami qualcuno che ha bisogno di cibo;
quando ho sete, mandami qualcuno che ha bisogno di acqua;
quando ho freddo, mandarmi qualcuno da riscaldare;
quando sono nella sofferenza, mandami qualcuno da consolare;
quando la mia croce diviene pesante, dammi la croce di un altro da condividere;
quando sono povero, portami qualcuno che è nel bisogno;
quando non ho tempo, dammi qualcuno da aiutare per un momento;
quando mi sento scoraggiato, mandami qualcuno da incoraggiare;
quando sento il bisogno di essere compreso,
dammi qualcuno che ha bisogno della mia comprensione;
quando vorrei che qualcuno si prendesse cura di me,
mandami qualcuno di cui prendermi cura;
quando penso a me stesso, rivolgi i miei pensieri ad altri.
23
LETTO
PER VOI
I 5 linguaggi
dell’amore
dei bambini
di Gary Chapman
Cari lettori, questa volta
vogliamo consigliarvi
un libro molto utile per
confrontarvi con i vostri
bambini, figli e nipoti, e
capire se in tutti i questi
anni si sono sentiti
amati nella maniera che
si aspettavano. E, perché
no?, riflettere anche su
voi stessi e su come vi
siete sentiti amati.
L’autore è Gary Chapman, un pastore protestante americano che da
anni si occupa di consulenza matrimoniale aiutando coppie di sposi in crisi a risanare le proprie ferite e riprendere insieme il proprio
cammino di coppia con fiducia e
maggiore consapevolezza. Egli,
infatti, ha elaborato una teoria dei
linguaggi dell’amore che ha avuto
proprio successo nel sostenere le
24
coppie sposate, ma tali teorie sono
così universali in quanto legate
all’uomo in se stesso che servono
per spiegare la relazione che si ha
in generale con gli altri (coniuge,
amico, parente, collega). L’universalità di tale messaggio si evince
anche dal fatto che dello stesso
autore non esiste solo il libro “I
5 linguaggi dell’amore” rivolto
alle coppie sposate, ma anche le
versioni rivolte appunto ai bambini, agli adolescenti e addirittura a
Dio, il quale a Sua volta indirettamente sperimenta tali stessi linguaggi verso Israele, il Suo popolo
prediletto. Ma vediamo come questa teoria dell’amore si articola nel
caso particolare dei bambini, figli
o nipoti, o semplicemente oggetto
della nostra relazione negli asili,
nelle scuole, nei nostri oratori e in
tutte le attività in cui ci preme che
si sentano emotivamente sereni e
felici.
Secondo Chapman ogni individuo
vive la propria emotività secondo
5 diversi linguaggi: le Parole di
Rassicurazione, i Gesti di Servizio, i Doni, il Linguaggio Fisico e
i Momenti Speciali.
Vediamoli uno per volta.
che dice e in quello fa; è dunque
particolarmente sensibile alla critica, che seppur fatta a volte per
spronare nell’affrontare una difficoltà può in questi soggetti sortire
l’effetto contrario, ovvero minare
il proprio senso di validità ed aumentare le insicurezze e il senso di
inadeguatezza.
Gesti di Servizio.
Il bambino si sente amato quando
vede che qualcuno fa qualcosa per
lui; in tali soggetti ad esempio il
gesto di rimboccare le coperte o
preparare il proprio piatto preferito non sono gesti superficiali, ma
vengono colti con estremo piacere, e la loro mancanza potrebbe
rendere insicuro il bambino che
potrebbe sentirsi inutile in quanto
non oggetto degno dell’interesse
dell’altro.
Doni.
Il bambino si sente amato quando
vive l’esperienza del dono, che
non va inteso come regalare giochi a non finire e costosi ma piccoli doni dietro i quali il bimbo
tesse una rete di ricordi. Ad esempio, il papà torna da una trasferta
all’estero e porta come regalo un
oggetto, anche piccolo e di scarso
valore, ma che verrà conservato
con cura dal bimbo perché segno
Parole di Rassicurazione.
Il bambino si sente amato quando si sente rassicurato in quello
25
che il padre si è ricordato di lui durante la lontananza. Tipicamente
tali bambini custodiscono gelosamente con molta cura ogni oggetto
ricevuto, anche se di scarso valore,
proprio perché legato al ricordo
del gesto della persona che glielo
ha donato.
Linguaggio Fisico.
Il bambino si sente amato quando
sente il contatto fisico, pensiamo
ad esempio ad una carezza o ad un
abbraccio o un bacio, o anche soltanto ad altri gesti come il fare la
lotta con il proprio papà, che in tal
senso acquista di fatto un significato importante per i bimbi sensibili al contatto fisico.
Momenti Speciali.
Il bambino si sente amato non tanto quando riceve doni o gesti di
servizio dai propri genitori/nonni/
educatori, ma quando loro gli dedicano un momento speciale, ovvero una passeggiata o in giro in
bicicletta insieme nel parco, o anche semplicemente giocare insieme la sera in casa.
Bene, se ci pensate attentamente
tali linguaggi si addicono a qualsiasi relazione umana, tra sposi, colleghi o amici. Pensiamo al collega
sensibile alla critica smodata da
26
parte di un superiore (linguaggio
delle parole di rassicurazione), o
una moglie che preferisce guardare la tv insieme al marito (momento speciale) piuttosto che ricevere
un regalo (linguaggio dei doni), o
ad un amico che è solito abbracciare e dare pacche sulle spalle
come segno di amicizia (linguaggio fisico).
Infine, riguardo all’educazione
dei figli questo ci insegna un’altra
cosa importante, che il modello
educativo che adottiamo nei loro
confronti non deve essere univoco, ma deve sapersi adattare alle
esigenze e aspettative di ognuno
di loro. Pensate a dei genitori che
hanno più di un figlio con linguaggi d’amore predominanti diversi
tra loro, e pensiamo al falso mito
per cui certi genitori si vantano
di aver adottato un certo metodo
educativo a loro detta vincente.
Ebbene, adottare un solo metodo
educativo può nei casi fortunati andare bene con un figlio, ma
con gli altri? Ritenere che le parole di rassicurazione non siano
importanti ed eccedere nella critica, magari in certi figli non creerà
problemi, ma nei fratelli sensibili
invece a tali dinamiche? Il modello educativo univoco nasce dal
pensare inconsapevolmente che il
proprio linguaggio dell’amore sia
quello giusto, e questo è proprio il
motivo di contrasto tra le coppie
di sposi, mentre secondo queste
teorie dobbiamo mettere al centro
l’altro, e di conseguenza essere
flessibili e pronti al cambiamento,
cercando di parlare il linguaggio
dell’altro e non il nostro.
Già Pirandello nel suo romanzo
“Uno, Nessuno e Centomila” poneva l’accento sulla crisi di identità dell’individuo, per cui si è
“Uno” ai propri occhi, ma “Centomila” agli occhi delle centomila
persone che ci guardano in maniera diversa, dunque alla resa dei
conti si è “Nessuno”.
Noi potremmo dire invece che
DOBBIAMO ESSERE volutamente “Centomila”, per le centomila persone con cui abbiamo
a che fare ogni giorno e che si
aspettano da noi la capacità di ascoltarle, capirle, e soddisfare adeguatamente le loro aspettative,
condizione necessaria per farle
sentire VERAMENTE AMATE.
Dello stesso autore
27
Frida
LA RUBRICA DI
A cura di Carla
Cari amici,
sono grata a questo giornalino perché
mi offre l’occasione di un altro incontro con voi.
Sono ormai tanti anni che vi espongo
le mie riflessioni e vi racconto quello
che succede a Casa Nostra, naturalmente dal punto di vista... canino.
Torno a parlare di Lucky poiché sono
costretta a vivere con lui.
Dal momento che me lo ritrovo sempre
tra le zampe, ho pensato che mi conviene fare buon viso alle sue “esternazioni”, anzi (consideratemi pure una
presuntuosa) che posso approfittare
per cercare di insegnarli un po’ di galateo.
I “grandi” sanno fargli rispettare le
più elementari regole di convivenza,
ma per i “piccoli” il discorso si fa più
serio. Intanto, devo far capire a Lucky
che i bambini non vanno trattati con
la grazia con cui ha ridotto i peluches
che gli avevano offerto come giocattoli
quando era cucciolo.
Se fosse meno superficiale starebbe
più attento al comportamento degli
educatori, che usano verso i bimbi
sempre tanto garbo e non alzano mai
la voce (lui, invece, col suo abbaiare li
spaventa). C’è una bambina piccolissima, che chiameremo Stella: lei e il
cane sentono un’attrazione reciproca,
ma, mentre la bimba tenta un timido approccio, Lucky si avventa per un
furioso abbraccio e, se non ci fosse l’intervento dell’educatrice, atterrerebbe la
povera Stella.
Ah, i bei tempi di quando, su invito di
Zia Maria, mi avvicinavo con circospezione ai bimbi che, appena arrivati
in comunità, si ritrovavano sperduti
in un ambiente nuovo, tra gente sconosciuta! Allora io lasciavo che mi
abbracciassero e, così uniti a me, calmavano la loro angoscia.
Mi sentivano amica, capito Lucky?
Adesso tocca a te accogliere i bambini
che giungono a Casa Nostra smarriti, confusi e offrire loro tanto conforto (con tutta la gentilezza che ti
sarà possibile esercitare...). Spero di
aiutarti a capire il bel ruolo che puoi
assumere in questo casa, se solo lo vorrai.
E voi, amici, dite che riuscirò nel mio
intento?Al prossimo incontro vi informerò su com’è andata.
Ciao a tutti.
Vostra Frida.
28
E la strada si apre.
Raggio che buca le nubi ed è già cielo aperto,
acqua che scende decisa scavando da sé
l’argine per la vita, la traiettoria di un volo che
sull’orizzonte di sera,
tutto di questa natura ha una strada per sé.
Attimo che segue attimo, un salto nel tempo
passi di un mondo che tende oramai all’unità
che non è più domani.
Usiamo allora queste mani, scaviamo a fondo nel cuore
solo scegliendo l’amore il mondo vedrà...
Che la strada si apre, passo dopo passo,
ooh ooh ora, su questa strada noi.
E si spalanca un cielo, un mondo che rinasce:
si può vivere per l’unità.
Nave che segue una rotta in mezzo alle onde,
uomo che s’apre la strada in una giungla di idee,
seguendo sempre il sole
quando si sente assetato deve raggiungere l’acqua,
sabbia che nella risacca ritorna al mare.
Usiamo allora queste mani, scaviamo a fondo nel cuore
solo scegliendo l’amore il mondo vedrà...
Che la strada si apre, passo dopo passo,
ooh ooh ora, su questa strada noi.
E si spalanca un cielo, un mondo che rinasce:
si può vivere per l’unità.
E la strada si apre!
ASSOCIAZIONE “CASA NOSTRA”
CORSO CASALE, 246 - 10132 TORINO - TEL. 011 898 05 65 - FAX 011 898 08 34
e-mail: [email protected]
www.associazionecasanostra.it
Conto corrente postale n. 26402107 intestato a “Nido Bimbi” CASA NOSTRA
CODICE IBAN: IT35 I076 0101 00000002 6402 107
Per devolvere il 5 per Mille: codice fiscale 80061910016
Ai sensi del D.Lgs. 196/2003 l’informativa sulla privacy é disponibile all’indirizzo www.associazionecasanostra.it//privacy.htm
IN CASO DI MANCATO RECAPITO INVIARE AL GR.P. TORINO NORD C.M.P. PER LA RESTITUZIONE AL MITTENTE PREVIO PAGAMENTO RESI.
CASA NOSTRA