- Associazione Casa Nostra
Transcript
- Associazione Casa Nostra
FOTOGRAFIA DI MASSIMO MAGHENZANI © Buona Pasqua ANNO XIV - APRILE 2014 CASA NOSTRA Un pensiero Partecipare alla messa con i bambini è sempre un’esperienza unica e divertente, un’occasione di gioia grazie ai canti che ci propongono: le parole, l’accompagnamento della chitarra, i gesti, il battere unisono delle mani, tutto si trasforma in preghiera! Ad esempio c’è il canto “Ti ringrazio mio Signore” che, alla terza strofa, ci fa cantare: “l’amore non ha prezzo, non misura ciò che dà, l’amore confini non ne ha”. Qui di seguito condividiamo con voi solo le parole di un altro bellissimo canto dove i gesti del ritornello sono in armonia con il testo sottolineandone la forza ad ogni movimento... ma questo lo dobbiamo lasciare alla vostra immaginazione... a meno che non decidiate di partecipare direttamente di persona... noi vi aspettiamo! Trova il tempo di pensare Trova il tempo di pregare Trova il tempo di ridere E’ la fonte del potere E’ il più grande potere sulla Terra E’ la musica dell’anima. “L’amore confini non ne ha” Trova il tempo per giocare Trova il tempo per amare ed essere amato Trova il tempo di dare E’ il segreto dell’eterna giovinezza E’ il privilegio dato da Dio La giornata è troppo corta per essere egoisti. Trova il tempo di leggere Trova il tempo di essere amico Trova il tempo di lavorare E’ la fonte della saggezza E’ la strada della felicità E’ il prezzo del successo. Trova il tempo di fare la carità E’ la chiave del Paradiso. Madre Teresa di Calcutta 1 Che cosa mi attendo dalla Pasqua 2014? La certezza che è possibile un miglioramento nella mia vita personale, nella vita delle persone che mi stanno accanto e nella vita della comunità cristiana in cui sono inserito e al cui servizio sono stato inviato. Avverto la necessità di questo dono,perché talvolta corro il rischio di pensare che il vivere consista nella ripetizione di certi gesti, nel compimento di certe attività abituali, che segnano il tempo che fugge veloce, ma che non contribuiscono a mutare in meglio le situazioni in cui siamo immersi. È un dato di fatto, certo, che in me, e attorno a me, ci sono sempre elementi negativi, che rendono limitata e imperfetta l’esperienza di vita. Per un credente tali aspetti assumono la denominazione di “peccati”. In pratica si concretizzano in un rapporto con Dio non sempre facile; in una relazione spesso conflittuale con il proprio simile e nell’uso del creato non rispettoso delle finalità per cui ci è stato donato. Il cristiano è anche al corrente che, fino alla conclusione della storia, al bene è sempre mescolato il male e che si deve far conto della sofferenza fisica e morale, da cui nessuno è esente. Ma è anche vero che c’è nel cuore di ognuno un anelito al meglio, ad uno stato di benessere fisico e di felicità interiore. “Vieni, Signore Gesù!” che è desiderio di ogni essere umano? Una risposta che mi stimoli anche ad agire? La trovo nel libro sacro, nella Bibbia, che è, insieme, la storia della grandezza e della miseria umana e della tenerezza e della misericordia di Dio. La Bibbia ci assicura che Dio pone nel cuore dell’uomo germi di vita nuova e indica, pure, le modalità con cui farli fruttificare. Aprendo la Bibbia e sfogliandola fin dalle sue prime pagine, si resta colpiti anche dalla semplicità dello stile di Dio nel suo agire nei confronti dell’uomo: c’è una radicale sproporzione tra fini e mezzi nel modo di agire di Dio. La risposta di Dio alla situazione di male che investe tutta l’umanità, è affidata ad un uomo solo, straniero e pellegrino, Abramo. Anche quando egli e i suoi discendenti occupano la terra promessa, si sentono sempre forestieri e di passaggio: la storia dei patriarchi presenta la vita e la vicenda di una piccola famiglia di nomadi. È una nozione, quella di nomadismo, che sarebbe dovuta sparire con la conquista e l’insediamento di Israele in Palestina. La ritroviamo, invece, in bocca a Davide nella preghiera di offerta dei beni raccolti e destinati alla costruzione del tempio: “Noi siamo Dove posso trovare una risposta soddisfacente a tale mio desiderio, 2 ✠ Pier Giorgio Micchiardi Vescovo di Acqui ricordare oltre alla figura di Abramo il credente, due episodi in essa riferiti. Il fatto di Giacobbe che lotta con Dio, mentre sta avvicinandosi alla terra promessa di ritorno dallo zio Labano: lotta che è un simbolo della difficoltà di credere, ma che segna per sempre nel corpo e nell’anima Giacobbe, dandogli un’identità e un nome nuovo (Israele). E poi l’episodio dei due discepoli di Emmaus che, in cammino con Gesù, che spiega loro le Scritture, si sentono “ardere il cuore”, e, incoraggiati dall’incontro con Lui, riconosciuto per fede allo spezzare del pane, ripartono per Gerusalemme e diventano testimoni della sua risurrezione. stranieri davanti a te (o Signore) e pellegrini come tutti i nostri padri” (cfr. 1 Cronache 29,14-16). La coscienza della condizione peregrinante delle origini di Israele sarà tenuta desta dal fenomeno dell’esilio e dalla diaspora. Negli autori del Nuovo Testamento è ripresa la consapevolezza della condizione peregrinante del nuovo popolo di Dio, ora composto anche dai pagani. Popolo di Dio in cammino verso la meta finale della Gerusalemme celeste. Alla proposta di Dio l’uomo è chiamato a rispondere con la fede, con il fidarsi del suo Signore, come ha fatto Abramo, come hanno fatto gli Apostoli che si sono affidati a Gesù il Figlio di Dio fatto uomo per mettere il suggello a tutte le promesse di Dio nei confronti dell’umanità prevaricatrice. È proprio la fede, l’apertura libera e incondizionata a Dio, che sostiene il nostro cammino verso la meta finale, a darci la certezza che qualcosa può cambiare in noi e attorno a noi. L’apertura che richiede anche la nostra buona volontà nel seguire le indicazioni di Dio, cioè una fede operosa. E’ sempre la Scrittura che documenta in modo efficace questa consapevolezza. Mi piace, a tal proposito, Una rinnovata fede in Gesù risorto, presente ed operante nella Chiesa con la sua Parola, con i suoi Sacramenti, con il suo Spirito e nei suoi fratelli e sorelle, è sicura certezza della possibilità di significativi progressi nel bene in chi la vive arricchendola con la carità e sostenendola con la speranza. Per chi crede, ama e spera in Gesù risorto, alla fine, si realizzerà la promessa di Gesù, riportata al termine dell’Apocalisse: “Si, vengo presto!”. A lui, il risorto, il vivente, ripetiamo con fiducia: “Vieni, Signore Gesù” (Ap. 28,20) e trasformaci, già fin d’ora, perché possiamo essere veri figli di Dio e fratelli dei nostri simili e saggi amministratori del Creato! Buona Pasqua 2014. 3 “Nel teatro della vita non siamo spettatori, bensì attori, se non addirittura autori e registi” Aldo Carotenuto IL CORAGGIO DELLA CREATIVITA’. DOTT.SSA ANNA COLONNA PSICOLOGA Per molti di noi la presenza nella vita di un evento grave, traumatico e sconvolgente (una malattia seria, la presenza di un rapporto gravemente compromesso con un genitore, un abbandono o la morte di uno di essi...) determina una FERITA che può diventare la motivazione per una crescita della consapevolezza di sé e portare a un vero e proprio risveglio psicologico. Quasi una seconda nascita, la nascita del proprio Sé, della conoscenza della propria vita interiore è un evento trasformativo. Proprio la conoscenza della propria interiorità apre la strada alla progettualità, in ogni fase della vita. Chi si conosce poco e male, può confondere per convinzioni e interessi personali quelle che in realtà sono suggestioni: della moda, della cultura del momento, o dei media. E questo porta ad ambizioni e progetti sbagliati, destinati a rivelarsi insoddisfacenti se portati a com- pimento, oppure abbandonati precocemente. Ma un dialogo costante con la propria interiorità può aiutarci a formulare e mantenere obiettivi realistici, che diano voce alla nostra creatività. In ogni momento della vita, pur modificando le mete, ciò che più ci avvicina alla felicità non è identificabile con qualcosa di concreto (un oggetto, una persona, la ricchezza, una condizione sociale...), ma piuttosto con la condizione di “essere in cammino in un percorso personale e creativo”. Il percorso può essere definito un “processo di individuazione”, nel quale ognuno di noi è portato a scoprire e sviluppare ciò che è. E questo è possibile attraverso un continuo mantenerci aperti a progetti nei quali ciò che conta non è il progetto in sé, quanto il piacere di superare, attimo per attimo, il proprio limite, la propria paura. Un progetto è una provocazione continua ad andare oltre ciò che 4 sappiamo, a imparare di nuovo, a spingerci verso nuovi territori. Ma non deve diventare una trappola per distoglierci dal presente e rinviare a un futuro remoto la nostra soddisfazione: per quanto promettente sia la meta che ci proponiamo di raggiungere, essa diviene liberatoria solo quando la costruiamo momento per momento. E la nostra “espressione creati-va” è altrettanto essenziale. A volte dimentichiamo di valorizzare questo strumento straordinario, la CREATIVITA’, intesa in senso ampio come capacità di dare forma, di far nascere dal nulla, di sviluppare (idee, cose, progetti, visioni...). In ogni attività umana lo spazio della creatività è quello che dà piacere e che trasforma il fare in qualcosa di unico, di speciale, che esprime in quel momento la visione della persona che l’ha realizzato. Questo contemperare progettualità e amore per il singolo momento creativo ci porta ad assumere un ruolo attivo nell’esistenza, sempre, anche nei momenti più difficili. Ci sono circostanze che sembrano caderci addosso, ma quello che è assolutamente personale e creativa è la risposta che scegliamo di dare al destino ogni volta che ci tocca e ci colpisce. 5 VOLONTARIATO: TRA DARE E RICEVERE L’esperienza di volontariato presso una comunità madre-bambino ha una duplice valenza: sostenere e affiancare donne in difficoltà, particolarmente fragili e timorose nel dover affrontare in autonomia un percorso di vita insieme ai propri figli; un approccio ricco di momenti fortemente ludici per i loro bimbi, anch’essi bisognosi di sostegni semplici ma veri e autentici. Due destinatari (madre e figli), portatori di bisogni profondi da poter col-mare, grazie ad un sostegno educativo quotidiano che educatori e volontari in collaborazione tra loro possono fornire. Alice Miller, una psicoanalista di grande rilievo, scrive che “non possiamo cambiare una virgola del nostro passato, né cancellare i danni subiti nell’infanzia, ma possiamo riparare i guasti e riacquistare l’identità perduta”. Di qui la necessità di interventi di tipo educativo e “missionario” il più possibile rispettosi della storia di queste mamme e bambini, ma allo stesso tempo qualificati. Riteniamo importante presentarvi l’esperienza in prima persona di una nostra volontaria, per far comprendere quanto “ciò che si riceve conta di più di ciò che si cerca di dare”, e quanto la creatività e le competenze, aiutino a tirar fuori ciò che di latente e significativo ci sia in ogni essere umano, che sia uomo, donna e bambino. Ecco ciò che Rosanna sperimenta e vive settimanalmente con le nostre “mammine”! (come, dolcemente, le chiama lei). 6 “Rusin a Casa Nostra” semi germoglino... Dopo un anno decido di proporre la disciplina che pratico dal 2000: il “Viet Tai Chi” cioè il tai chi vietnamita. È una ginnastica di lunga-vita che abbina l’esercizio fisico dolce, lento e di equilibrio alla stimolazione dei punti energetici. La mia esperienza di insegnamento in palestra e la mia formazione di naturopata, mi spronano a provare, perché sono convinta che le mamme ne trarrebbero gran giovamento. L’equilibrio, la respirazione, la postura sono i rudimenti che si imparano e che si mettono in pratica ogni giorno, perché diamo al corpo dei messaggi corretti che aiutano a prevenire ad esempio mal di schiena e cervicale. Non immaginate qualcosa di noioso e mistico, anzi piccoli accorgimenti ludici fanno sì che la comunicazione verbale lasci spazio a quella non verbale per se, ci si sperimenta con il corpo, si impara a stare meglio. Anche in questo caso “via i brutti pensieri” e passa il mal di testa! Si lasciano fuori i problemi e si vive il “qui e ora”; la consapevolezza corporea aiuta ad accettarsi e a volersi bene. La maggior parte di loro si vede in uno specchio deformante che non riflette la loro bellezza. Siamo solo all’inizio, ma con la loro partecipazione e interesse prevedo grandi soddisfazioni! La mia esperienza come volontaria comincia con la “chiamata” di Annamaria che, conoscendomi, mi invita ad andare a proporre ai ragazzi delle comunità Scoiattolo e Altalena i miei lavoretti creativi. L’esperienza è molto breve, perché con gli orari della scuola e le diverse attività extrascolastiche non riusciamo ad avere una continuità e una programmazione. Ricevo allora l’invito a fare le stesse attività con le giovani mamme della Base, soprattutto con quelle che non lavorano. Cominciamo a creare alberelli con ritagli di stoffa, ghirlande natalizie e collane con gli avanzi di feltro, decoupage e pulcini per Pasqua, conigli e micetti di feltro. I lavori sono così ben riusciti che li proponiamo ad amici e parenti così da raccogliere qualche soldino che viene utilizzato per l’acquisto di materiale e per le uscite organizzate per i nuclei ospitati. Quando comincio a produrre, il problema è frenarmi... così propongo un nome per il gruppo: “le mammine”. La produzione si arricchisce, con il tempo, di segnalibri, scatoline, ricamo e decori natalizi. Immaginate donne intorno a un tavolo che lavorando chiacchierano, creando un’immagine gioiosa. Questo è il clima che si cerca di creare: un momento di “presenza” che lascia fuori dalla porta il fardello delle difficoltà. Un grande lavoro sull’autostima, una piccola goccia nell’oceano, perché la maggior parte di loro afferma di non avere manualità, dovendosene poi ricredere con grande soddisfazione. Non sempre fila tutto liscio, le difficoltà ci sono, non riesco a coinvolgere alcune mamme, ma bisogna aver pazienza e attendere che i 7 Crediamo nel volontariato e nella collaborazione tra “professionisti educativi” e volontari, come Rosanna, che mettono a disposizione ciò che di più importante esiste: la loro persona con tutte le proprie peculiarità. La loro importante e sana “volontà” di continuare ad accompagnare e ad accogliere le nostre mamme, sia anche per noi educatori esperienza e simbolo di amore gratuito in una società frammentata e confusa, bisognosa di verità e coerenza. COMUNITA’ “L’ALTALENA” Perché un laboratorio di L’idea di proporre ai bambini e ai ragazzi delle comunità Altalena e Scoiattolo un laboratorio di fotografia, è nata dal desiderio di coinvolgerli in qualcosa di creativo e stimolante. L’intento non era certo di creare un vero e proprio corso di fotografia, dove insegnare tecniche e regole per scattare foto perfette. Anzi direi che l’intento era proprio quello di non insegnare. Lasciando in mano ai ragazzi le fotocamere, dopo una piccola premessa iniziale, il laboratorio ha iniziato a esistere. All’inizio è stato divertente vederli “giocare” con la macchina fotografica, con la quale hanno preso subito confidenza. Gli obiettivi alla base di questo progetto erano quelli di coinvolgerli in un lavoro allo stesso tempo individuale e di gruppo, stimolando la loro capacità di osservare il mondo e lo stesso contesto comunitario da punti di vista diversi, proponendo un’osservazione della realtà libera e creativa, che li spronasse a cercare e trovare la giusta prospettiva, quella che emoziona. In realtà questo laboratorio è stato anche di più. Innanzitutto è stato accompagnato per tutto il tempo dall’ingrediente fondamentale, senza il quale nessuna foto sarebbe mai stata scattata, il divertimento. Giocare con la luce, le inquadrature, gli stessi 8 fotografia? soggetti, ha incuriosito e divertito i nostri piccoli fotografi che sembravano ormai esploratori a caccia di forme, colori ma anche di qualcosa da dire, da raccontare. Perché è proprio di questo che si tratta, poter raccontare qualcosa, un momento, un’emozione o anche più semplicemente quell’oggetto che vediamo tutti i giorni, ma da un nuovo punto di vista. Ed ecco che la fotografia diventa un modo di parlare senza dover usare le parole. Passeggiare in riva al fiume o esplorare la cantina della comunità per il gusto di catturare qualcosa, sono stati momenti non solo finalizzati a scattare foto ma anche occasioni di condivisione e spensieratezza. Devo dire che è stata un’esperienza entusiasmante per i ragazzi e per gli stessi educatori e, sicuramente, ben riuscita. In un secondo momento infatti, proprio come i veri fotografi, gli scatti sono stati rivisti in post produzione e preparati per la stampa. Le immagini prodotte sono davvero interessanti, tanto da portare educatori e ragazzi a pensare di allestire una mostra all’interno della comunità, dando così la possibilità ad altri di ammirarle, ma questo accadrà più avanti, la voglia di scattare è ancora tanta, perciò, alla prossima uscita ragazzi! 9 COMUNITA’ “LA BASE” COMUNITA’ “LA BASE” Tirocinio: emozioni e malinconia Non posso che pensare a questi tre mesi trascorsi allo Scoiattolo con un sorriso enorme stampato sulla faccia e con un po’ di malinconia per aver terminato il mio tirocinio, un tirocinio pieno di emozioni, sorrisi, soddisfazione e tristezza per essere arrivata alla conclusione. Un percorso cominciato con il primo colloquio il 9 ottobre alle 16.30, me lo ricordo benissimo, mi sentivo tesa e anche un po’ fuori luogo, non conoscevo niente e nessuno e l’idea che nove ragazzi potessero giudicarmi, sin da quel momento mi ha fatto un po’ paura. Ma un istante dopo mi hanno subito messa a mio agio, tempestandomi di domande: non mi lasciavano il tempo di finire di rispondere che avevano già un’altra curiosità in testa, si continuavano a chiedere cosa ci facessi io lì e come mai volessi proprio diventare un’educatrice. A questa domanda ho sempre risposto che “questo è ciò che mi piace fare”. Non sono mai riuscita a spiegarlo a voce ma credo e spero che attraverso questo breve percorso io sia riuscita a farlo capire a chiunque mi abbia seguita, mi abbia dato consigli, a cui sono grata per avermi sempre dato una mano e a chi mi ha fatto sorridere e che mi ha insegnato tanto: EDUCATORI e RAGAZZI. Mi sono ritrovata circondata sin dal primo giorno da persone solari che in ogni momento hanno dimostrato la loro professionalità, la serietà ed il piacere che tro- 10 vano nello svolgere il loro lavoro, che anche se presi da questi turni “strani” e indaffarati da mille cose hanno sempre trovato uno spazio per accogliermi e starmi vicino anche solo chiedendomi “come va?”. Credo di aver legato con ognuno di loro, forse in maniera differente, ma instaurando una relazione costruttiva con tutti. In poco tempo sono riuscita ad entrare nell’ottica di cosa vuol dire essere un educatore e svolgere questa professione: essere prima di tutto una persona, che può avere ideologie e valori differenti da quelli di chiunque altro, che prova emozioni e sentimenti, che non sempre riesce a celare e che deve imparare costantemente qualcosa di nuovo; deve essere in grado di auto formarsi, ovviamente saper creare una rete di lavoro e relazioni solide ed essere al pari con ciò che l’istituzione chiede e ciò che è richiesto dall’utenza, in questo caso gli adolescenti. Loro, un gruppetto di ragazzi solari, a cui riesci ad affezionarti molto velocemente e loro altrettanto fanno con te. Attraverso l’affiancamento ai compiti, i momenti di gioco e le uscite insieme sono riuscita a capire molto, come vivono loro in comunità, quali sono le loro emozioni e come rapportarmi con i singoli. Ho sicuramente creato relazioni diverse, con alcuni un legame che mi piacerebbe mantenere vivo ancora nel tempo, con altri un legame che dovrebbe essere approfondito e che sicuramente si sarebbe fortificato, se solo avessi avuto maggior tempo. 200 ore le ho trovate pochissime rispetto a quello che operatori e utenti possono insegnarti; quando ormai sei riuscito ad integrarti e a capire l’organizzazione, sotto alcuni aspetti complicata, della comunità e a relazionarti in maniera trasparente con tutti, le ore di tirocinio sono ormai terminate ed è davvero un peccato. Continuo il mio viaggio nel mondo educativo con un bagaglio di esperienze per niente indifferente, consapevole di dover imparare tantissimo e con la speranza di vederci un giorno, da persone più mature, cresciute sia mentalmente che fisicamente. Ringrazio tutti, dall’équipe ai ragazzi per i momenti fantastici che mi avete fatto passare. A presto. Martina Laboratorio di Decoupage “Decoupare” non significa soltanto dipingere, ritagliare e incollare... Questa attività racchiude in sé un potere espressivo dei propri stati d’animo: come in ogni altra forma d’arte infatti chi la pratica mette nella creazione qualcosa di proprio. In questo modo i ragazzi dello Scoiattolo, talvolta affiancati anche dai bambini dell’Altalena, hanno potuto sperimentare un nuovo passatempo che hanno saputo usare costruttivamente scegliendo spesso di creare oggetti personalizzati da regalare a persone care. Questo laboratorio si propone dunque di sensibilizzare i ragazzi all’espressività e al lavoro in gruppo, trasformando dei semplici oggetti grezzi di vario materiale (legno, compensato...) in un dono che contiene qualcosa di sé: per mezzo di fogli di carta disegnata, tempere e materiale vario scelto ad hoc per la propria creazione, i ragazzi si sono aiutati e consigliati vicendevolmente, in un clima di divertimento e cooperazione dove non sono mancati anche piccoli momenti di difficoltà che sono serviti però a rendere tale momento altresì costruttivo. Un incontro settimanale della durata di circa due ore dove poter mettere in gioco l’area della fantasia all’interno di uno spazio fisico e temporale protetto, con un adulto con cui confrontarsi e a cui chiedere suggerimenti costantemente, che i ragazzi hanno potuto sperimentare ed interiorizzare come proprio. Francesca 11 COMUNITA’ “LO SCOIATTOLO” MUSICA VIDEOGAMES RECENSIONI ONE DIRECTION La mia band preferita sono gli One Direction. A me piacciono molto, io vorrei andare a un loro concerto e vederli dal vivo: sarebbe magnifico! La band è composta da cinque componenti, che si chiamano Niall Horan, Zayn Malik, Liam Payne, Harry Styles, Louis Tomlinson. I loro paesi di origine sono il Regno Unito, l’Irlanda e il Pakistan, e il genere della loro musica è dance-pop/teen-pop/pop. Sono in attività dal 2010 e la loro etichetta musicale è la Columbia, con cui hanno pubblicato tre album. Hanno un mucchio di fan, soprattutto ragazze e io sono la Fan Numero Uno, perché io li adoro, soprattutto Zayn, che è bellissimo! Mi piacerebbe incontrarlo dal vivo. Gli One Direction stanno preparando il loro primo film, in 3D, e pare che vogliano coinvolgere anche le loro fans. Chissà chi saranno le fortunate! Vorrei essere io la fortunata! Si dice che la data dell’uscita del film sia il 30 agosto. È da poco uscito il video del loro terzo estratto dall’album “Take my home”, che si intitola “Kiss you”. A., 12 anni CINEMA MAMMA, Regia di Chris Columbus HO PERSO L’AEREO La notte di Natale, dopo la cena, la messa e i regali... abbiamo mangiato un pandoro guardando un film natalizio che ci è piaciuto molto. Questo film parla di Kevin, un bambino di otto anni che non è capace di farsi la valigia e non sa cosa metterci dentro. Un giorno, quando la famiglia decide di fare una vacanza a Parigi, lui non ci vuole andare perché non sa prepararsi i bagagli. La famiglia, molto numerosa, decide di partire e si dimentica Kevin a casa. Sull’aereo, la mamma si ricorda di lui dicendo: ”Ho l’impressione di aver dimenticato qualcosa”. Quando Kevin si sveglia, non trova nessuno in casa. Si accende la TV e guarda film da grandi, che non potrebbe guardare, mangia schifezze e fa tutto quello che di solito gli è proibito fare. A un certo punto entrano in casa due ladri e cercano di acchiapparlo, ma lui piazza delle trappole per impedire ai ladri di entrare in casa sua. Quando la polizia becca i ladri, loro finiscono in carcere e alla fine i genitori di Kevin ritornano a casa per lui... in tempo per il Natale! A., 14 anni 12 NEED FOR SPEED Electronic Arts, 2013 Need for Speed (abbreviato... NFS!) è un videogioco uscito per le console più importanti (Playstation, Xbox, PSP e altre). Il giocatore utilizza nel gioco un ragazzo che deve affrontare molti avversari in gare automobilistiche e andando avanti, il gioco si fa sempre più duro e difficile. Il primo capitolo di NFS è uscito nel 1994, mentre il più recente è uscito nel 2013. Quando gioco, ho quasi la sensazione di essere per davvero all’interno della macchina che guido. Di solito scelgo di utilizzare la Ferrari, la Porsche o la Lamborghini, perché sono le mie preferite, ma ci sono molti altri modelli di auto e moltissimi circuiti in cui disputare le corse. A., 14 anni MODA ULTIME TENDENZE NEL LOOK Nella stagione autunno-inverno 2014 per la ragazza (dai 12 anni in su) vanno molto di moda le camicie larghe e lunghe, di colori variopinti. Vanno molto anche i jeans stretti, sia per la donna che per l’uomo, e quest’anno è molto utilizzato l’abbigliamento stile rap/hip-hop, cioè tute larghe, felpe sportive firmate con o senza cerniera, con tasconi e cappuccio (le marche più in voga sono Adidas e Nike). Sono molto di tendenza anche gli stivaletti con brillantini e piccole borchie. Quest’anno vanno molto di moda, per quanto riguarda le acconciature da donna, le rasature sulla nuca e su un lato solo della testa, lasciando il resto dei capelli più lunghi. Le tinte dell’anno per le ragazze sono sicuramente lo chatouche, che consiste nello schiarire solo le punte dei capelli, e il balayage, che consiste nel colorare solamente il ciuffo davanti della pettinatura. A presto con nuovi consigli di moda! V., 12 anni LIBRI BIANCA COME IL LATTE, ROSSA COME IL SANGUE Il protagonista, Leo, è un ragazzo di 16 anni. Passa il tempo con gli amici, gioca a calcetto, ascolta musica con l’iPod; a scuola si annoia, ma il nuovo supplente di storia e filosofia, di nome “il Sognatore”, è diverso. Una luce gli brilla negli occhi quando spiega, quando cerca di convincere gli studenti a cercare il proprio sogno. Leo si sente la forza di un leone, ma c’è un nemico che lo spaventa: il bianco. Invece il rosso è il colore dell’amore, della passione, del sangue; rosso è il colore dei capelli di Beatrice. Leo ha un sogno, e si chiama Beatrice, la sua migliore amica, anche se lei ancora non lo sa... quando scopre che lei è ammalata, Leo deve cercare dentro se stesso, per trovare il coraggio di aiutarla. Questo libro mi è piaciuto perché è divertente, ma anche commovente. Vi consiglio di leggerlo, perché è un bel libro! G., 15 anni 13 SEGUE/RECENSIONI NARUTO FUMETTI Testi e disegni: Masashi Kishimoto Naruto è il protagonista di questo fumetto: lui fa parte di un gruppo di ninja. Principalmente sono tre amici: Sasuke, Sakura e il maestro Kakashi. Naruto e i suoi amici abitano nel Villaggio della Foglia, ma nei dintorni ci sono altri villaggi, ciascuno con i propri guerrieri ninja. Alcuni sono alleati del Villaggio della Foglia, mentre altri sono in guerra contro Naruto e i suoi amici. I principali sono il Villaggio del Suono, della Sabbia e il Paese delle Onde. Ciascuno di loro ha un simbolo e i ninja del villaggio lo indossano con una fascia sulla fronte, come segno di riconoscimento del villaggio di appartenenza. Naruto ha un sigillo sul petto che, quando si arrabbia, lo fa trasformare in un mostro, la “volpe a nove code”. Ogni personaggio ha il suo carattere e le sue tecniche: da questo fumetto hanno tratto una serie TV e diversi videogiochi! S., 12 anni ATTIVITÀ 30/12/2013 TIRO CON L’ARCO E ARRAMPICATA Questo Capodanno siamo stati sei giorni a Viù, e il secondo giorno siamo andati con un’educatrice a un centro arrampicate dove si poteva anche fare tiro con l’arco, pernottare e consumare al bar. Ci siamo imbragati e uno di noi è salito fino a dove ci ha ordinato il nostro istruttore. Subito dopo, io sono arrivato circa fino a metà perché gli appoggi erano un po’ troppo piccoli. Quindi, siamo andati in una stanza chiusa a provare il tiro con l’arco: quando è arrivato il mio turno, avevo quattro frecce a disposizione: ho sbagliato tre tiri, ma il quarto è stato centro quasi perfetto! Dopo le attività merenda a base di pizza e coca: eravamo molti ragazzi e alcuni adulti, con intrattenimento e animazione. Giornata impegnativa ma molto divertente! S., 12 anni 14 Viva i coriandoli di Carnevale Gianni Rodari Viva i coriandoli di Carnevale, bombe di carta che non fan male! Van per le strade in gaia compagnia i guerrieri dell’allegria: si sparano in faccia risate scacciapensieri, si fanno prigionieri con le stelle filanti colorate. Non servono infermieri perchè i feriti guariscono con una caramella. Guida l’assalto, a passo di tarantella, il generale in capo Pulcinella. Cessata la battaglia, tutti a nanna. Sul guanciale spicca come una medaglia un coriandolo di Carnevale. 15 INCONTRI DI RIFLESSIONE E FORMAZIONE SUL VOLONTARIATO Un volontario racconta Ciao a tutti, mi chiamo Emanuele, sono quasi quattro anni che frequento l’Associazione Casa Nostra e vorrei, ringraziando molto chi mi ha dato questa possibilità, condividere con voi le mie riflessioni e la mia esperienza in comunità. Ho cominciato, su consiglio di Paola (attuale responsabile dei volontari), a frequentare Casa Nostra a Maggio 2010 e il primo impatto con i bambini è stato abbastanza sereno, venendo già da esperienze simili di volontariato con l’unitalsi, ed emozionante: sono rimasto stupito del fatto che i bambini ci mettono veramente pochissimo tempo ad affezionarsi e a darti confidenza. Fino all’estate 2013 venivo in comunità di domenica mattina dalle 10.30 alle 12.00, mentre da settembre il mio turno è al sabato dalle 15.00 alle 16.30; in questa oretta e mezza generalmente do una mano a fare i compitini, gioco con loro in casa, mentre quando la stagione lo permette andiamo in cortile e qui il gioco più gettonato è “nascondino/acchiappino”, mentre di rado mi è capitato di portare qualche bambino fuori, o a un museo o a fare una passeggiata lungo il fiume; comunque in ogni attività che facciamo la cosa più bella è vederli quando si divertono, sono felici e passano qualche ora di spensierato divertimento e ogni volta che vado via penso al fatto che non vedo l’ora che venga di nuovo sabato per tornare da loro. Questo periodo è stato molto intenso dal lato emotivo, arricchente dal lato formativo, perché dai bambini si impara tanto, ma soprattutto tanto prezioso: stare con loro è meraviglioso, dato che danno e cercano tanto affetto, ma allo stesso tempo anche difficile, poiché sono, come mi piace spesso definirli, dei “piccoli bicchieri di cristallo” o più semplicemente dei fiori colorati, tanto belli, ma altrettanto delicati. Per il futuro mi auspico che queste meraviglie di bimbi possano crescere bene, ci penso sempre e spero con tutto il cuore che ciò accada, perché gli voglio proprio bene e per questo cercherò con tutto me stesso di essergli vicino nel migliore dei modi. Vorrei concludere esprimendo un grande Grazie per i bei momenti passati insieme. Emanuele Sede dell’Associazione Corso Casale 246, Torino Giovedì 27 Febbraio 2014 ore 20.45 – 23.00 IDENTIKIT DEL VOLONTARIO A CASA NOSTRA CHI HA BISOGNO DI CHI? Dott.sa Daniela Panero, psicopedagogista Giovedì 27 Marzo 2014 ore 20.45– 23.00 QUALE RUOLO PER IL VOLONTARIO NELLA SOCIETÀ DI OGGI? ANALISI DEI PRINCIPALI DISAGI E BISOGNI Dottor Domenico Cravero, psicoterapeuta Venerdì 9 Maggio 2014 ore 20.45– 23.00 PERCHE’ FARE VOLONTARIATO? DIMENSIONE ETICA DELLA SCELTA Don Piero Gallo, ex parroco di San Salvario, già missionario in Africa Gli incontri si terranno presso il salone delle comunità Lo scoiattolo e L’altalena accedendo da corso Casale 246 Torino. Essi sono rivolti a tutti coloro che hanno a cuore i temi del volontariato e in particolare alle persone che già collaborano, o che intenderanno farlo, presso le comunità di accoglienza dell’associazione. 16 i volontari chiediamo e doniamo, primariamente e principalmente relazioni: belle, accoglienti, prudenti, pazienti, autorevoli, affettuose, vere, capaci di riconoscere i rischi (reciproci) di atteggiamenti oppositivi, indifferenti, insicuri, strumentali, seduttivi, passivi, timorosi... A tutti chiediamo di intravedere nelle relazioni COLLABORATIVE la più bella scommessa e il più grande tesoro dell’esperienza di volontariato. CASA NOSTRA VOLONTARI Alcune riflessioni irrinunciabili per ESSERE volontari e fare volontariato. 1. LA MOTIVAZIONE A chi desidera accompagnare Casa Nostra con il proprio servizio di volontariato, si chiede una motivazione convinta e appassionata nel voler stare con bimbi, ragazzi e adulti in difficoltà, che richiedono attenzioni particolari. Si tratta di un settore molto delicato, per operare all’interno di questo occorrono convinzione, conoscenza, preparazione e il piacere e la voglia di condividere esperienze, emozioni, pensieri e sentimenti anche con chi vive nel disagio per instaurare sane relazioni. 4. IL PROGETTO EDUCATIVO Essere volontari a Casa Nostra significa conoscere e condividere il MULTIFORME progetto di accoglienza educativa verso minori e adulti in difficoltà. È indispensabile che i volontari sostengano l’operato quotidiano degli educatori, fidandosi di quanto viene fatto e proposto. Si tratta di un cosiddetto “gioco di squadra”, possibile solo se si condividono e confrontano intenti e prassi, con l’umiltà di non sapere e capire tutto, con il realismo di fare ciò che si può, con la correttezza di mantenere l’impegno preso e informare su problemi e difficoltà. Il referente dei volontari e i coordinatori d’equipe sono gli interlocutori privilegiati con cui interfacciarsi costantemente. 2. LA FORMAZIONE Per operare a Casa Nostra occorre accettare la scommessa di confrontarsi quotidianamente con gli educatori ed anche di prepararsi a questo servizio particolare, che necessita di alcune attenzioni privilegiate, di un monitoraggio costante del servizio di volontariato, di formazioni in ingresso e in itinere. A chi desidera essere volontari si chiede la disponibilità ad accettare il confronto continuo e l’interesse della conoscenza. 5. LA PRIVACY E LA DELICATEZZA Tutti gli ospiti hanno il diritto al rispetto totale delle loro storie, delle loro fatiche, delle loro vite. A chi desidera sperimentarsi come volontario, chiediamo la maturità del rispetto di ogni tipo di privacy, del segreto “professionale” (non si parla in giro degli ospiti), del non giudicare mai nessuno (bimbi, ragazzi, genitori naturali, operatori...). Essere delicati significa non fare domande, non parlare di sé, non coinvolgersi troppo o troppo poco, non portare oggetti o fare cose senza accordarsi con gli educatori, non dare messaggi contraddittori, rispettare tempi, spazi, modalità di lavoro, scelte, prospettive, indicazioni, consigli, accettare suggerimenti e critiche positive. Grazie per la vostra scelta e il vostro impegno GRATUITO. 3. LA RELAZIONE A chi si accinge a sperimentarsi nelle relazioni con bimbi e ragazzi ospiti di Casa Nostra si chiedono: il piacere di stare con chi è in età evolutiva, l’attenzione a donare relazioni e non oggetti, la disponibilità a seguire indicazioni e consigli degli educatori perché gli ospiti soffrono per altre relazioni difficili e anche interrotte, la voglia di instaurare bei rapporti con operatori, volontari, ospiti, direzione... A tutti 17 Le Pergamene Solidali Carissimi lettori, con la Pasqua è in arrivo la bella stagione, che si preannuncia solitamente ricca di eventi: comunioni, battesimi, cresime, matrimoni o feste di laurea... È ormai in voga da anni l’idea di fare regali alternativi durante tali ricorrenze. Si trovano spesso enti che reclamizzano le proprie bomboniere solidali per sostenere progetti tipicamente di interesse sociale, dalla ricerca medica all’assistenza a categorie sociali più svantaggiate. Anche noi ci siamo attrezzati con le Pergamene Solidali: un modo originale e simpatico per dare un significato particolare alle ricorrenze che andrete a festeggiare. Si tratta di fogli di cartoncino bianco, in formato A5, avvolti in un nastro colorato (a scelta tra azzurro, rosso, rosa, verde). Al loro interno una frase di ringraziamento (personalizzabile) comunicherà ai destinatari la vostra scelta di devolvere il denaro dedicato alle bomboniere al sostentamento di progetti educativi legati alla nostra associazione. Insomma, un modo simpatico per allargare la gioia dell’evento a una comunità più estesa e un modo singolare per rendere partecipi dell’iniziativa anche i vostri invitati, coinvolti indirettamente in maniera inaspettata. Se interessati all’iniziativa è sufficiente mettersi in contatto con un certo preavviso (almeno 2-3 settimane) con i responsabili al seguente indirizzo email: [email protected]. Allora vi aspettiamo numerosi e... coinvolgete pure parenti e amici che pensiate stiano attendendo propria un’iniziativa come la nostra. Siamo sicuri che gli ospiti delle vostre feste sapranno apprezzare il vostro gesto sentendosi essi stessi partecipi di questo gesto di solidarietà! 18 19 Anno finanziario 2009/redditi 2008 - Importo percepito: € 24.630,91. Progetti finanziati: il contributo ha consentito di sostenere quasi per intero i costi di manutenzione straordinaria e ordinaria in strutture diverse dell’associazione (€ 25.117,18). In particolare gli interventi hanno riguardato: -Fornitura ed installazione di nuovi radiatori (deteriorati a causa del gelo), sostituzione di valvole e detentori presso la casa di accoglienza di Viù (TO). -Fornitura ed installazione di nuove valvole, detentori e testine termostatiche per radiatori esistenti presso la sede di Corso Casale 246 Torino, per contenere i consumi. -Lavori di ripristino dell’intonaco, raschiatura, stuccatura e tinteggiatura della scala dell’edificio sede delle comunità di accoglienza “Scoiattolo” e “Altalena”, in strada alla Villa di Agliè 23/1 Torino. Anno finanziario 2010/redditi 2009 - Importo percepito: € 26.036,77. Grazie 1000 anzi... 5x1000! Con il 5 per mille è possibile sostenere le spese relative ai progetti formativi e/o ai lavori ordinari e straordinari che l’Associazione Casa Nostra deve affrontare per dare continuità alle azioni di accoglienza per minori e mamme con bambini. Il 5 per mille non sostituisce l’8 per mille e non costa nulla. Anche per il 2014 sarà possibile sostenere le azioni di progetto con una semplice firma da apporre nella dichiarazione dei redditi. Basta inserire il codice fiscale di Casa Nostra e la firma nello spazio dedicato sul Modello Unico o sul 730 oppure sul CUD. Progetti finanziati: il contributo ha consentito di coprire quasi per intero i seguenti costi di acquisto di beni e servizi per un valore di € 28.848,75: -Acquisto autocarro Porter Piaggio con cassone posteriore ribaltabile, per piccoli trasporti e lavori di manutenzione (€ 10.500,00) -Installazione n.3 vetrate in alluminio con vetri antinfortunistici con finalità di protezione della sicurezza e di risparmio energetico, nei locali della comunità “La base”, presso la sede Torino C.so Casale 246 (€ 6.292,00) -Lavori di tinteggiatura comprendente rifacimento di parte dell’intonaco e stuccatura piano terra presso la casa di accoglienza di Viù (TO) (€ 3.811,50) -Rifacimento Impianti citofonici e apertura cancelli, con sostituzione vecchi apparecchi con nuove tecnologie a protezione e controllo a distanza presso la sede di Torino C.so Casale 246 (€ 8.245,25) Il contributo del 5 per mille perviene con circa tre anni di “ritardo”. Ad oggi i finanziamenti ricevuti risalgono agli anni a cavallo tra il 2007 e il 2010: sul sito sono disponibili i dettagli di tutti gli anni, qui riportiamo solo quelli degli ultimi due anni. Augurando che anche quest’anno il contributo sia generoso, si coglie l’occasione per ringraziare anticipatamente tutti coloro che vorranno sostenere Casa Nostra. Codice dell’associazione: 80061910016. Il codice fiscale è reperibile anche sul sito: http://www.associazionecasanostra.it 20 21 te piacere di condividere un momento di riflessione e preghiera, lasciandovi conquistare dalla Parola di Dio, e condividendo momenti di aggregazione con altri compagni che vogliono percorrere lo stesso cammino, allora venite pure a trovarci e sarete i benvenuti. Di seguito il calendario dei prossimi appuntamenti, che trovate anche sul nostro sito internet nella pagina della fraternità. FRATERNITA’ Gli incontri della Fraternità continuano con rinnovato vigore. Le riflessioni proposte da Don Piero sono sempre interessanti e stimolanti, ed anche la partecipazione alla S. Messa con i bambini e al pranzo comunitario, sono momenti di forte di aggregazione. Tra gli argomenti proposti negli ultimi mesi ricordiamo: Che Dio Adoriamo? Una riflessione sul senso di Dio in un mondo popolato da nuovi idoli, tra cui il consumismo e il materialismo, veri e propri dei di un nuovo paganesimo. Progredire nella preghiera. Alcuni suggerimenti per vivere più intensamente i momenti di incontri col Signore, suggerendo diverse forme di preghiera. I riti, liturgia, ritualità. La constatazione di come la ritualità nei gesti della liturgia assumono un certo significato che va incontro e sostiene la Parola. Educare alla responsabilità e alla relazione. Uno stimolo ad entrare in relazione con l’altro, accettando, ma sopratutto riconoscendone la sua appartenenza ad una prospettiva diversa per diversi motivi, tra cui l’ambito culturale diverso di appartenenza. Se anche voi ave- 15 marzo Preparazione alla Pasqua 12 aprile Apprezzare il presente (stoici) 24 maggio Come affrontare la morte 21 giugno Indifferenza/Speranza AGENDA INCONTRI 8.30/9 Accoglienza 9/9.30 Lodi 9.30/10.15 Riflessione su un tema spirituale guidata da Don Piero 10.15/11.00 Condivisione 11.00 S. Messa 12.30 Pranzo comunitario 13.30/14.30 Riflessioni condivise 22 C’ La Principessa era una volta un re che aveva una figlia di grande bellezza e straordinaria intelligenza. La principessa soffriva però di una misteriosa malattia. Man mano che cresceva, si indebolivano le sue braccia e le sue gambe, mentre vista e udito si affievolivano. Molti medici avevano invano tentato di curarla. Un giorno arrivò a corte un vecchio, del quale si diceva che conoscesse il segreto della vita. Tutti i cortigiani si affrettarono a chiedergli di aiutare la principessa malata. Il vecchio diede alla fanciulla un cestino di vimini, con un coperchio chiuso, e disse: «Prendilo e abbine cura. Ti guarirà». Piena di gioia e attesa, la principessa aprì il coperchio, ma quello che vide la sbalordì dolorosamente. Nel cestino giaceva infatti un bambino, devastato dalla malattia, ancor più miserabile e sofferente di lei. La principessa lasciò crescere nel suo cuore la compassione. Nonostante i dolori prese in braccio il bambino e cominciò a curarlo. Passarono i mesi: la principessa non aveva occhi che per il bambino. Lo nutriva, lo accarezzava, gli sorrideva. Lo vegliava di notte, gli parlava teneramente. Anche se tutto questo le costava una fatica intensa e dolorosa. Quasi sette anni dopo, accadde qualcosa di incredibile. Un mattino, il bambino cominciò a sorridere e a camminare. La principessa lo prese in braccio e cominciò a danzare, ridendo e cantando. Leggera e bellissima come non era più da gran tempo. Senza accorgersene era guarita anche lei. Signore, quando ho fame mandami qualcuno che ha bisogno di cibo; quando ho sete, mandami qualcuno che ha bisogno di acqua; quando ho freddo, mandarmi qualcuno da riscaldare; quando sono nella sofferenza, mandami qualcuno da consolare; quando la mia croce diviene pesante, dammi la croce di un altro da condividere; quando sono povero, portami qualcuno che è nel bisogno; quando non ho tempo, dammi qualcuno da aiutare per un momento; quando mi sento scoraggiato, mandami qualcuno da incoraggiare; quando sento il bisogno di essere compreso, dammi qualcuno che ha bisogno della mia comprensione; quando vorrei che qualcuno si prendesse cura di me, mandami qualcuno di cui prendermi cura; quando penso a me stesso, rivolgi i miei pensieri ad altri. 23 LETTO PER VOI I 5 linguaggi dell’amore dei bambini di Gary Chapman Cari lettori, questa volta vogliamo consigliarvi un libro molto utile per confrontarvi con i vostri bambini, figli e nipoti, e capire se in tutti i questi anni si sono sentiti amati nella maniera che si aspettavano. E, perché no?, riflettere anche su voi stessi e su come vi siete sentiti amati. L’autore è Gary Chapman, un pastore protestante americano che da anni si occupa di consulenza matrimoniale aiutando coppie di sposi in crisi a risanare le proprie ferite e riprendere insieme il proprio cammino di coppia con fiducia e maggiore consapevolezza. Egli, infatti, ha elaborato una teoria dei linguaggi dell’amore che ha avuto proprio successo nel sostenere le 24 coppie sposate, ma tali teorie sono così universali in quanto legate all’uomo in se stesso che servono per spiegare la relazione che si ha in generale con gli altri (coniuge, amico, parente, collega). L’universalità di tale messaggio si evince anche dal fatto che dello stesso autore non esiste solo il libro “I 5 linguaggi dell’amore” rivolto alle coppie sposate, ma anche le versioni rivolte appunto ai bambini, agli adolescenti e addirittura a Dio, il quale a Sua volta indirettamente sperimenta tali stessi linguaggi verso Israele, il Suo popolo prediletto. Ma vediamo come questa teoria dell’amore si articola nel caso particolare dei bambini, figli o nipoti, o semplicemente oggetto della nostra relazione negli asili, nelle scuole, nei nostri oratori e in tutte le attività in cui ci preme che si sentano emotivamente sereni e felici. Secondo Chapman ogni individuo vive la propria emotività secondo 5 diversi linguaggi: le Parole di Rassicurazione, i Gesti di Servizio, i Doni, il Linguaggio Fisico e i Momenti Speciali. Vediamoli uno per volta. che dice e in quello fa; è dunque particolarmente sensibile alla critica, che seppur fatta a volte per spronare nell’affrontare una difficoltà può in questi soggetti sortire l’effetto contrario, ovvero minare il proprio senso di validità ed aumentare le insicurezze e il senso di inadeguatezza. Gesti di Servizio. Il bambino si sente amato quando vede che qualcuno fa qualcosa per lui; in tali soggetti ad esempio il gesto di rimboccare le coperte o preparare il proprio piatto preferito non sono gesti superficiali, ma vengono colti con estremo piacere, e la loro mancanza potrebbe rendere insicuro il bambino che potrebbe sentirsi inutile in quanto non oggetto degno dell’interesse dell’altro. Doni. Il bambino si sente amato quando vive l’esperienza del dono, che non va inteso come regalare giochi a non finire e costosi ma piccoli doni dietro i quali il bimbo tesse una rete di ricordi. Ad esempio, il papà torna da una trasferta all’estero e porta come regalo un oggetto, anche piccolo e di scarso valore, ma che verrà conservato con cura dal bimbo perché segno Parole di Rassicurazione. Il bambino si sente amato quando si sente rassicurato in quello 25 che il padre si è ricordato di lui durante la lontananza. Tipicamente tali bambini custodiscono gelosamente con molta cura ogni oggetto ricevuto, anche se di scarso valore, proprio perché legato al ricordo del gesto della persona che glielo ha donato. Linguaggio Fisico. Il bambino si sente amato quando sente il contatto fisico, pensiamo ad esempio ad una carezza o ad un abbraccio o un bacio, o anche soltanto ad altri gesti come il fare la lotta con il proprio papà, che in tal senso acquista di fatto un significato importante per i bimbi sensibili al contatto fisico. Momenti Speciali. Il bambino si sente amato non tanto quando riceve doni o gesti di servizio dai propri genitori/nonni/ educatori, ma quando loro gli dedicano un momento speciale, ovvero una passeggiata o in giro in bicicletta insieme nel parco, o anche semplicemente giocare insieme la sera in casa. Bene, se ci pensate attentamente tali linguaggi si addicono a qualsiasi relazione umana, tra sposi, colleghi o amici. Pensiamo al collega sensibile alla critica smodata da 26 parte di un superiore (linguaggio delle parole di rassicurazione), o una moglie che preferisce guardare la tv insieme al marito (momento speciale) piuttosto che ricevere un regalo (linguaggio dei doni), o ad un amico che è solito abbracciare e dare pacche sulle spalle come segno di amicizia (linguaggio fisico). Infine, riguardo all’educazione dei figli questo ci insegna un’altra cosa importante, che il modello educativo che adottiamo nei loro confronti non deve essere univoco, ma deve sapersi adattare alle esigenze e aspettative di ognuno di loro. Pensate a dei genitori che hanno più di un figlio con linguaggi d’amore predominanti diversi tra loro, e pensiamo al falso mito per cui certi genitori si vantano di aver adottato un certo metodo educativo a loro detta vincente. Ebbene, adottare un solo metodo educativo può nei casi fortunati andare bene con un figlio, ma con gli altri? Ritenere che le parole di rassicurazione non siano importanti ed eccedere nella critica, magari in certi figli non creerà problemi, ma nei fratelli sensibili invece a tali dinamiche? Il modello educativo univoco nasce dal pensare inconsapevolmente che il proprio linguaggio dell’amore sia quello giusto, e questo è proprio il motivo di contrasto tra le coppie di sposi, mentre secondo queste teorie dobbiamo mettere al centro l’altro, e di conseguenza essere flessibili e pronti al cambiamento, cercando di parlare il linguaggio dell’altro e non il nostro. Già Pirandello nel suo romanzo “Uno, Nessuno e Centomila” poneva l’accento sulla crisi di identità dell’individuo, per cui si è “Uno” ai propri occhi, ma “Centomila” agli occhi delle centomila persone che ci guardano in maniera diversa, dunque alla resa dei conti si è “Nessuno”. Noi potremmo dire invece che DOBBIAMO ESSERE volutamente “Centomila”, per le centomila persone con cui abbiamo a che fare ogni giorno e che si aspettano da noi la capacità di ascoltarle, capirle, e soddisfare adeguatamente le loro aspettative, condizione necessaria per farle sentire VERAMENTE AMATE. Dello stesso autore 27 Frida LA RUBRICA DI A cura di Carla Cari amici, sono grata a questo giornalino perché mi offre l’occasione di un altro incontro con voi. Sono ormai tanti anni che vi espongo le mie riflessioni e vi racconto quello che succede a Casa Nostra, naturalmente dal punto di vista... canino. Torno a parlare di Lucky poiché sono costretta a vivere con lui. Dal momento che me lo ritrovo sempre tra le zampe, ho pensato che mi conviene fare buon viso alle sue “esternazioni”, anzi (consideratemi pure una presuntuosa) che posso approfittare per cercare di insegnarli un po’ di galateo. I “grandi” sanno fargli rispettare le più elementari regole di convivenza, ma per i “piccoli” il discorso si fa più serio. Intanto, devo far capire a Lucky che i bambini non vanno trattati con la grazia con cui ha ridotto i peluches che gli avevano offerto come giocattoli quando era cucciolo. Se fosse meno superficiale starebbe più attento al comportamento degli educatori, che usano verso i bimbi sempre tanto garbo e non alzano mai la voce (lui, invece, col suo abbaiare li spaventa). C’è una bambina piccolissima, che chiameremo Stella: lei e il cane sentono un’attrazione reciproca, ma, mentre la bimba tenta un timido approccio, Lucky si avventa per un furioso abbraccio e, se non ci fosse l’intervento dell’educatrice, atterrerebbe la povera Stella. Ah, i bei tempi di quando, su invito di Zia Maria, mi avvicinavo con circospezione ai bimbi che, appena arrivati in comunità, si ritrovavano sperduti in un ambiente nuovo, tra gente sconosciuta! Allora io lasciavo che mi abbracciassero e, così uniti a me, calmavano la loro angoscia. Mi sentivano amica, capito Lucky? Adesso tocca a te accogliere i bambini che giungono a Casa Nostra smarriti, confusi e offrire loro tanto conforto (con tutta la gentilezza che ti sarà possibile esercitare...). Spero di aiutarti a capire il bel ruolo che puoi assumere in questo casa, se solo lo vorrai. E voi, amici, dite che riuscirò nel mio intento?Al prossimo incontro vi informerò su com’è andata. Ciao a tutti. Vostra Frida. 28 E la strada si apre. Raggio che buca le nubi ed è già cielo aperto, acqua che scende decisa scavando da sé l’argine per la vita, la traiettoria di un volo che sull’orizzonte di sera, tutto di questa natura ha una strada per sé. Attimo che segue attimo, un salto nel tempo passi di un mondo che tende oramai all’unità che non è più domani. Usiamo allora queste mani, scaviamo a fondo nel cuore solo scegliendo l’amore il mondo vedrà... Che la strada si apre, passo dopo passo, ooh ooh ora, su questa strada noi. E si spalanca un cielo, un mondo che rinasce: si può vivere per l’unità. Nave che segue una rotta in mezzo alle onde, uomo che s’apre la strada in una giungla di idee, seguendo sempre il sole quando si sente assetato deve raggiungere l’acqua, sabbia che nella risacca ritorna al mare. Usiamo allora queste mani, scaviamo a fondo nel cuore solo scegliendo l’amore il mondo vedrà... Che la strada si apre, passo dopo passo, ooh ooh ora, su questa strada noi. E si spalanca un cielo, un mondo che rinasce: si può vivere per l’unità. E la strada si apre! ASSOCIAZIONE “CASA NOSTRA” CORSO CASALE, 246 - 10132 TORINO - TEL. 011 898 05 65 - FAX 011 898 08 34 e-mail: [email protected] www.associazionecasanostra.it Conto corrente postale n. 26402107 intestato a “Nido Bimbi” CASA NOSTRA CODICE IBAN: IT35 I076 0101 00000002 6402 107 Per devolvere il 5 per Mille: codice fiscale 80061910016 Ai sensi del D.Lgs. 196/2003 l’informativa sulla privacy é disponibile all’indirizzo www.associazionecasanostra.it//privacy.htm IN CASO DI MANCATO RECAPITO INVIARE AL GR.P. TORINO NORD C.M.P. PER LA RESTITUZIONE AL MITTENTE PREVIO PAGAMENTO RESI. CASA NOSTRA