[NO][1994-agosto] - Nuovi Orientamenti

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[NO][1994-agosto] - Nuovi Orientamenti
Anno XVI N. 71 - Agosto 1994 - Spedizione in abbonamento postale 50% - Autor. Dir. Prov. P.T. Bari
Rivista bimestrale di Attualità, Cultura e Storia
Invitiamo i lettori a rinnovare l'abbonamento per il 1994. Le quote di iscrizione per
il 1994 sono: quota ordinaria, L. 30.000; quota sostenitrice L. 60.000. Coloro che
sottoscriveranno la quota di L. 60.000 riceveranno in omaggio la serigrafia in
quadricromia “Il balcone” di Michele Cramarossa.
E possibile versare le quote di adesione utilizzando l'allegato bollettino postale o
recandosi presso:
• la sede di Nuovi Orientamenti (Vico Fortunato, 35), ogni mercoledì dalle ore
18,30 alle ore 20,00;
• la Cartolibreria Lozito (Via Roma, 15), tutti i giorni feriali, ad eccezione del
sabato pomeriggio;
• Ciak Video (Vico Fortunato, 10), tutti i giorni feriali.
Diversi lettori ci hanno chiesto informazioni di Bledar Hoxha, il giovane albanese in attesa
di trapianto di rene, del quale ci siamo occupati nel precedente numero, il cui caso, peraltro,
è stato oggetto di diversi servizi da parte di Telenorba e della RAI regionale.
Dopo due incontri che abbiamo avuto con la Commissione Straordinaria sul problema, il dott.
E. Schiralli, responsabile della politica sociale del Comune, ha accolto la nostra richiesta:
permettere alla famiglia Hoxha di continuare ad utilizzare i locali abitativi della Scuola
Elementare di via Imbriani sino all'intervento di trapianto di rene che, speriamo, Bledar possa
affrontare quanto prima.
Un grazie a Telenorba e alla RAI regionale, in particolare al giornalista Besostri, per la
sensibilità manifestata sul difficile caso umano.
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SOMMARIO
Anno XVIN. 71
Agosto 1994
EDITORIALE
2
L'io, la politica, la filosofia
A MEDUGNE SE DISCE ADACCHESÉ
20
Raffaele M acina
ATTUALITÀ
3
J è tu tte n e blift e blaft
A nna Loì igo Massarelli
22
D ottor, e d a te n g e 'n a c u re a
L ibero c a m p a n ile , libera M o­
c c u sse
dugno
Giuseppe Martino
Serafino Conierò
5
p e r sem p lici illazioni
7
25
U n giallo im p rev isto di M aria
M arco n e
Retiate) Greco
LETTERE AL DIRETTORE
28
A P P R O F O N D IM E N T I
U n ric o rd o di g u e rra dal fro n ­
te g re co
Rocco Conierò
13
La difficile c o m p re n s io n e del
p ia n e ta giovani
Margherita De Napoli
CULTURA
15
V iaggio iniziatico
Margherita De Napoli
27
S fo g lia n d o l'a lb u m di u n a
ch iesa
Giacinto Ardito
PAG IN E D I STO R IA
16
U na M ad o n n a sc o m p a rsa
Raffaele Macina
18
La sc h e d a storico-artistica d e l­
l'ico n a di M o d u g n o
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D ina Lacalamita
gno del 1533
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P ia n o di sv ilu p p o e a d e g u a ­
n o ' 94 ad u n g ru p p o di ragazzi
m o d u g n e si
Gli scritti non pubblicati
non si restituiscono
In copertina:
2D: Madonna con Bambino, icona di Modu­
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Il m alato: u n se m p lic e n u ­
Gianfranco Morisco
Lello N u zzi
Fotografia
Foto N in o - Lello N uzzi
Edito da
Nuovi O rientam enti A.C.
© tutti i diritti riservati
autorizzazione del tribunale
di Bari n. ó lO d el 7-3-1980
24
m e n to d ella re te c o m m e rc ia le
Direttore Responsabile
R affaele M acina
Progetto grafico
R oberto Zecca
R E C E N SIO N I
Q u a n d o l'u o m o p u b b lic o p ag a
19
L'età b o rb o n ic a in T erra di
Bari
Renato Greco
29
Noi piccoli cittadini di M o d u ­
g n o d iciam o: "B isogna p ro ­
te g g e re i n o stri b en i culturali"
Pag. 2
NUOVI ORIENTAMENTI
Editoriale
L’IO, LA POLITICA, LA FILOSOFIA
La massa è mobile qual piuma al vento
Raffaele Macina
Da diversi mesi mi ritrovo spesso fra le mani testi di Pinet,
Nietzsche, Freud, Le Bon, che, da me letti negli anni Sessanta,
erano rimasti per lo più sino ad ora emarginati negli scaffali
della libreria.
In particolare, il saggio di Alfred Pinet, Le alterazioni della
personalità, espone un idea che ancora oggi sollecita alla riflessio­
ne: la nostra mente non è costituita da un solo io ma da una
totalità coalizzata di io, di cui uno solo diventa egemone.
Nietzsche, certamente influenzato da Pinet, riteneva anche lui
che ci fosse l'egemonia di un io sugli altri io, ma, interpretando
l'uomo come un insieme di tante anime o di tante volontà di
potenza o di tanti io, era convinto che Ho egemone cambiasse nei
diversi momenti della nostra vita, sì da dare la possibilità agli altri
io di divenire dominanti. Da questo punto di vista, il superuomo
nietzschiano corrisponderebbe a ll uomo che non sarebbe domina­
to per tutta la vita da un solo io, ma di volta in volta vedrebbe la
dominanza in sé di uno degli io, il che gli conferirebbe vitalità,
creatività e ricorso alle energie più autentiche.
Comunque sia, per Pinet e per Nietzsche, è essenziale per l\equi­
librio della persona che ci sia un io egemone e che esso sia legge per
gli altri io a lui sottomessi, diversamente si avrebbe dissociazione e
anarchia psichica. Potremmo semplificare questo concetto dicendo
che per l'equilibrio della nostra personalità è fondamentale che in
noi ci sia un io pastore e un insieme di io gregge.
Orbene, secondo Le Bon (autore di Psicologia delle folle, che
Mussolini si vantava di aver letto ben sette volte) la società di
massa, producendo conformismi e appiattendo il tipo di vita sugli
stessi obiettivi e sulle stesse aspirazioni, non favorirebbe l'afferma­
zione all'interno dei singoli uomini di un io egemone o pastore
ma ridurrebbe tutti gli io a gregge, provocando così una miriade
di soggetti labili, disgregati, senza identità personale. Questi
soggetti, incapaci di darsi un io interno egemone, finirebbero con
l'assumere dall'esterno un modello o, per dirla in termini più
psicologici, con l'introiettare un io esterno.
Di qui la grande domanda che c'è stata per tutto il Novecento
di capi carismatici nei quali e con i quali identificarsi. Di qui
ancora il giudizio negativo sul parlamento, sul confronto e la
mediazione politica, considerati come perdita di tempo; di qui
soprattutto l'esaltazione del rapporto fra capo e folta che non fa
leva su argomenti razionali, ma evoca miti e suscita aspettative
in cui si crede ciecamente.
Da ciò discende che il capo esteriorizza in molteplici forme un
io egemone, che la massa-gregge interiorizza sempre più. Per
facilitare un tale processo - afferma Le Bon - è indispensabile che
il capo si presenti con connotati assolutamente positivi e sappia
incarnare i miti della giovinezza, delta potenza vitale, della
vittoria che arriderà sempre e comunque.
Il problema della disgregazione della personalità e dell'afferma­
zione di soggetti che si omologano al clima dominante in una
società è a fondamento negli ultimi anni della ricerca sociologica
e filosofica. Un'affermazione accomuna sempre più gli studiosi:
la televisione, non in sé ma per come viene fatta, è oggi un
potente strumento di omologazione che, con il suo propinare
infiniti meccanismi anonimi, ci fa vivere in mezzo a pseudo­
cose, a pseudo-uomini, a pseudo-realtà, a pseudo-politiche, a
pseudo-politici.
Il problema ha visto e vede impegnati diversi filosofi. In verità,
nel dopoguerra le risposte di alcuni filosofi sembravano poter
forgiare nuovi tempi: penso all'esistenzialismo di Heidegger e di
Satire. Ma oggi il ricorso alla filosofia non sembra affatto poter
suscitare capacità di attrazione, poiché il nostro tempo è segnato
da tendenze che negano il valore e l'utilità del sapere filosofico.
Infatti, in un epoca in cui il denaro diviene lo scopo dominante
della vita, e ad esso sono legate le possibilità di ritagliarsi successi
ed una vita comoda e positiva, è chiaro che ogni uomo è
interessato esclusivamente a compiere con una cerla lucidità solo
quelle azioni necessarie per raggiungere queste finalità: ognuno
si omologa al catechismo dominante che impone ciò che è bene
fare per raggiungere una posizione positiva e ciò che, invece, non
si deve fare perché ne deriverebbe un danno o una semplice
perdita di tempo. Non si dice oggi che il tempo è denaro?
Orbene, in questo orizzonte dominante sono de! tutto assenti
quelle domande, tipiche della filosofia, che superano la struttura
mentale e operativa dei nostri tempi. Impegnarsi in una ricerca
filosofica che ci faccia capire di più intorno alla società, alle
risorse della terra, al senso e all'uso giusto del denaro, al senso
della propria vita che si disperde in mille meccanismi anonimi,
oggi appare ai tanti di una fondamentale futilità. E così dilagano
le Ambra, i Beautiful, gli Sgarbi (quest'ultimo oggi pare venga
alleggiato addirittura dagli ‘Intellettuali " della Rete 3)Il guaio è che i momenti di crisi - e il nostro è un grande
momento di crisi - sono stati superati sempre, nel bene e nel male,
da nuove prospettive del pensiero. Dal divino Platone a Sant Ago­
stino, da Rousseau ad Hegel, da Marx a Gentile, è stato sempre
così, e per il futuro, nonostante gli pseudo-uomini dominanti,
non potrà essere che così. Auguriamoci soltanto che questa
ubriacatura e passività collettiva da cui siamo segnati volga al
tramonto quanto prima.
Attualità
NUOVI ORIENTAMENTI
Pag. 3
UBERO CAMPANILE, UBERA MODUGNO
Dalla demolizione alla ricostruzione
Serafino Cornerò
Modugno, 13 giugno 1994. Piazza Umberto, non più sede
del mercato ortofrutticolo, è addobbata con una galleria di
luminarie per la piccola festa di S. Antonio. Ma quel giorno,
in quella stessa piazza, si festeggia anche u n ’altra cosa: la
ritrovata mole del bel campanile, definitivamente liberato
dall'orrido “b u b b o n e”. Libero il campanile e libera Modugno:
il 13 giugno, ultimato nella notte lo scrutinio per le elezioni
europee, sancisce infatti u n ’altra compiuta demolizione, quella
di un regime politico corrotto e infamante, del quale il
protervo edificio era diventato il triste simbolo.
Chiusa una fase, se ne apre d unque un'altra. A novembre,
probabilm ente, si vota per l'elezione diretta del Sindaco e del
nuovo Consiglio Comunale, se il Prefetto di Bari riterrà
conclusa l’opera di bonifica dei Commissari, o com unque
opportuna la ricomposizione dell'organo di governo dem o­
cratico, com e la città sem pre più insistentemente richiede.
Demolito il bubbone e abbattuto il vecchio regime politico,
bisogna pensare ora alla ricostruzione: opera non facile, anzi
oltrem odo complessa e difficile, e sulla quale tuttavia bisogna
seriamente impegnarsi. Viviamo un m om ento storico nuovo,
caratterizzato da una dim ensione politica mai prima speri­
mentata: i tradizionali partititi di governo si sono dissolti, e del
vecchio sistema politico, fondato sul ruolo dei partiti, rimane
ben poco: il Partito Democratico della Sinistra (ex-PCI ), ormai
de-ideologizzato, impegnato in una faticosa opera di m oder­
nizzazione; il Partito Popolare Italiano (ex-DC), ora minorita­
rio, in difficoltà nella ricerca di una nuova collocazione
politica; l'Alleanza Nazionale (ex-MSI), alle prese con una
ridefinizione dei suoi caratteri storici e politici, imposta dalle
sue inedite responsabilità di governo.
Intorno o al fianco o al di là di queste tre formazioni
politiche che hanno più o m eno conservato la forma-partito
tradizionale, si m uove una miriade di movimenti, associazio­
ni, organismi sociali che, sollecitati da una sincera volontà di
im pegno civile o mossi da interessi parziali, rivendicano un
ruolo politico e gestionale diretto al di fuori (o contro) i partiti.
A Modugno, associazioni o movimenti com e il club "Forza
Italia”, l’associazione “Libera Modugno!”, e poi “Progetto
M odugno”, “Assemblea '93 per la Costituzione”, e perfino un
“Comitato per la Tutela della Salute” e vari “Centri di Cultura
e di Politica”, che am biscono tutti ad occupare gli spazi che si
sono aperti in seguito alla crisi dei partiti e ad esercitare essi
stessi, senza più mediazioni, un ruolo di governo.
Naturalmente, se le formule, o le sigle, sono del tutto
nuove, non tutto è sicuram ente nuovo in queste formazioni.
Si potrebbe dire, a buon proposito, che com e il “b u b b o n e”,
persa la sua arrogante sublimità, ha conservato le sue
fondam enta e il suo piedistallo corrosi dalla ruggine, dal­
l'umidità, dalle lesioni e dal putridum e di 25 anni di imperio,
così nei m eandri di queste nuove associazioni, accanto a
giovani, uom ini e donne che si sono associati per oneste
motivazioni e con sincero im pegno, si m uovono personaggi
ambigui, oscuri faccendieri, riciclati di ogni specie, ed anche
qualche vecchia gloria della politica m odugnese, gente col
fiuto fino, che sente l’odore del Piano Regolatore e abilm en­
te m anovra, cercando di strum entalizzare idealità e aspira­
zioni autentiche.
Un'ultima analogia, infine, ci sembra di individuare tra la
vicenda del “b u bbone” e quella del Comune, ed essa riguarda
il loro futuro assetto. Nessuno sa con precisione che cosa
diventerà il piedistallo di Piazza Umberto: forse sarà ristruttu­
rato per ospitare uffici comunali, ma secondo alcuni potrebbe
anche accogliere al piano terra un mercato ortofrutticolo
coperto, tanto forte è la nostalgia per la vecchia centralissima
“piazza della frutta”; oppure, com e avvertono alcuni tecnici,
dovrà anch’esso, il piedistallo del “b u bbone”, essere abbattu­
to per le gravi condizioni di instabilità, conseguenza di tanti
anni di degrado. Analogamente, nessuno può dire con cer­
tezza che cosa avverrà al Comune di Modugno: chi vincerà le
elezioni, se si insedierà un governo veram ente nuovo e sano,
se il piedistallo della corruzione e dell'affarismo sarà del tutto
dem olito o se esso sarà soltanto riverniciato di fresco.
Intanto si sono riaperti i giochi politici. Proprio i risultati
delle elezioni europee, infatti, sem brano aver restituito paradossalm ente- nuova fiducia alla sinistra e ai progressisti,
ad onta del 65% dei voti realizzato dal centro-destra (Forza
Pag. 4
Attualità
NUOVI ORIENTAMENTI
Il v o to d elle eu ro p ee d el 12-6-94
Elettori 29.588
Votanti 19.682 -66.52%- (24.839 - 84.08% - il 26 marzo)
Forza Italia
7.407
40.90%
3.936
21.74
All. Nazionale
2.080
PDS
11.49
1.352
PPI
7.47
5.62
Rif. Comunista
1.018
652
3.60
Verdi
2.74
Patto Segni
497
2.34
Lista Pannella
423
PSI-AD
261
1.44
0.92
PSDI
• 167
La Rete
106
0.59
82
Lega D’Az. Merid.
0.45
51
0.28
Lega Nord
PRI
35
0.19
Lega Alp. Lumbarda
27
0.15
Federalismo
14
0.08
Italia, Alleanza Nazionale e -a buon diritto- Lista Pannella).
Pare, infatti, che il clamoroso risultato conseguito da Forza
Italia (41%) stia sollecitando ripensamenti sulle alleanze
elettorali e di governo di quel m ovimento e suggerisca
tentazioni a fare da soli, senza l’ausilio di Alleanza Nazionale,
la quale d ’altra parte, dopo il trionfale risultato di marzo,
quando -assente Forza Italia- sfiorò il 35% dei voti nella
scheda proporzionale, si ritrova oggi, alle europee, con un
più m odesto 21%. Questi risultati, forieri di possibili divisioni
nel raggruppam ento di centro-destra, com e anche la diversa
connotazione, tutta locale, delle elezioni amministrative,
sem brano incoraggiare naturalmente la sinistra e il centro, la
cui eventuale alleanza, alm eno al ballottaggio, potrebbe
portare ad una insperata vittoria. Se non che, anche queste ed altre- sono ormai pure sigle senza valore, o com unque
incapaci di determinare di per sé gli orientamenti degli
elettori, i quali hanno mostrato di essersi ormai compietamente “laicizzati”, passando senza problemi dal voto per
Magrone (e Capitaneo) a marzo a quello per Berlusconi e Fini
a giugno. La battaglia elettorale, quando ci sarà, si giocherà
tutta intorno agli uomini candidati alla carica di Sindaco e alla
loro capacità di sollecitare energie, interessi, simpatie, e
quindi anche alleanze elettorali.
Serie difficoltà, questa volta, em ergono a sinistra, dove
l’esperienza unitaria e vincente di marzo, che ha portato alla
elezione di Magrone, sem bra destinata a non ripetersi. C'è
già, infatti, su questo tavolo, una proposta di candidatura a
Sindaco del segretario sezionale del PDS, il prof. Fedele
Pastore, lanciata due mesi fa da un “com itato” di cittadini e,
per così dire, formalizzata attraverso un comunicato-stampa
apparso sulla “Gazzetta del Mezzogiorno”. La proposta, che
fino ai primi di luglio ha raccolto circa 750 adesioni, ha poi
ricevuto -né poteva essere altrimenti- l'approvazione del
Direttivo e degli iscritti di quel partito, inducendo il prof.
Pastore ad annunciare, nell’assemblea del 27 giugno, l'accet­
tazione della candidatura. Ma, nello stesso m om ento in cui
E NEL CUORE DEI MODUGNESI BERLUSCONI
PRENDE IL POSTO DI DE GENNARO,
L’ONOREVOLE PIÙ VOTATO NEL PASSATO
CANDIDATO
Berlusconi
Fini
Occhetto
Lobello
Segni
Pannella
Leccese
Ceci
Pettinari
Ferri
Galasso
Cito
Bossi
De Nicolo
PARTITO
(Forza Italia)
(All. Nazionale)
(PDS)
(PPI)
(Patto)
(Riformatori)
(Verdi)
(PSI-AD)
(Rif. Comunista)
(PSDI)
(La Rete)
(Lega D'Az. Mer.)
(Lega Nord)
(PRI)
PREFERENZE
2.853
2.088
524
462
226
217
151
103
97
67
32
17
7
6
veniva fatto quest'annuncio, in un'altra sala, nel corso di
un'altra assemblea di “preparazione alle elezioni amministra­
tive” convocata da “Libera Modugno!”, “Assemblea '93 per la
Costituzione” e “Comitato per la Tutela della Salute”, fon.
Nicola Magrone, dopo aver invitato i Commissari a sgom bra­
re subito il cam po per “liberare M odugno dalla cappa del­
l'inerzia e della burocrazia”, si è lanciato in una durissima
requisitoria “contro le candidature e le raccolte di firme, palesi
o occulte, condotte al di fuori di ogni confronto libero sui
programmi e sui candidati”.
Riuscirà la sinistra m odugnese a superare le sue divisioni
interne che, assorbite a marzo dal carisma di Magrone,
minacciano di riemergere con accresciuta acrimonia? E riusci­
rà, in particolare, fon. Magrone a farsi animatore e garante
dell'unità dei progressisti modugnesi, laici e cattolici, anche
in questa difficile circostanza?
Ma incertezze e difficoltà non toccano solo la sinistra. La
legge elettorale che regola l’elezione del Sindaco -ricordiamo­
lo- è diversa da quella che disciplina le elezioni politiche: se
nessun candidato supera al primo turno il 50% dei voti, si va,
dopo 15 giorni, al ballottaggio tra i due candidati meglio
piazzati. Questa norma autorizza fondate speranze, ma na­
sconde anche pericolose insidie. Se, infatti, al ballottaggio
ciascuno può sperare nella forzata convergenza dei voti di­
spersi, il problema però è proprio quello di arrivarci, al ballot­
taggio, il che è possibile -stranamente- attraverso due strade
opposte: o aggregandosi subito in vasti raggruppamenti elet­
torali oppure frantumandosi in una molteplicità di candidatu­
re, tale da ridurre fortemente il num ero dei voti necessari per
piazzarsi ai primi due posti, ma tale anche da far uscire di scena
un candidato anche soltanto per pochi voti.
Di fronte alla sinistra, dunque, ma anche di fronte agli altri
schieramenti del centro e della destra, ci sono, appunto, due
strade: prevarrà l’umiltà in nome dell'interesse com une o
vinceranno l'orgoglio e la presunzione in nom e degli interes­
si di categoria, o di parte, o di partito?
Attualità
NUOVI ORIENTAMENTI
Pag. 5
QUANDO L’UOMO PUBBLICO PAGA PER SEMPLICI ILLAZIONI
Dalla vicenda dei tabelloni elettorali, che vide 1incriminazione, poi rivelatasi del tutto infondata, della
Giunta Naglieri una riflessione per tutti: la politica a Modugno non può ridursi a semplice gioco al massacro
Gianfranco Morisco
Questa intervista era stata da noi programmata nell’estate del ’93,
ma, data la delicatezza del problema, l ’intervistato, dott. Rana, ha
avuto bisogno di tempo eprobabilmente di serenità d'animo per dare
risposte che non fossero dettate da mero risentimento ma da spirito di
riflessione. Riteniamo, comunque, importante riproporla, sia pure a
distanza di diversi mesi dai fa tti a cui si riferisce; a n zi riteniamo che
proprio ora. quando il giudizio sui fa tti amministrativi degli ultimi
a nni sta diventando più maturo e meno manicheo, l ’intervista potrà
sollecitare riflessioni costruttive.
Il clima politico che sta vivendo il nostro paese è senza,
dubbio il più tempestoso dopo gli anni bui e sanguinosi delle
stragi. Si tirano le somme dei 40 anni di malgoverno sempre
contestato, anche se condiviso, ma mai messo sul banco degli
imputati. Ora siamo alla resa dei conti. Ma attenti a non sparare
nel mucchio, a non fare giustizia sommaria.
Come è noto anche Modugno non è estranea a questo clima:
la città sta attraversando un periodo difficile e vergognoso.
Da queste pagine ci si sforza di dare un concreto contributo
per realizzare quella pulizia morale di cui si sente tanto il
bisogno. E proprio in. nome di quella morale, questa volta ci
occupiamo di un caso che per il modo in cui si concluse depone
a favore dei nostri ex amministratori.
Chi segue gli avvenimenti cittadini senz’altro ricorderà che
nel mese di agosto del 1992 fece clamore la notizia secondo la.
quale ci sarebbe stata una gara d'appalto truccata per la realiz­
zazione dei tabelloni per la campagna elettorale. In quella
occasione finirono sotto inchiesta l 'ex sindaco Gaetano Naglie­
ri, i consiglieri lieri Pietro Beccia, Giuseppe Rana, Raffaele
Lacalamita e Giacinto Ardito. Questi nomi sono poi finiti in
quello sciagurato allegato al Decreto del presidente della Re­
pubblica firmato dall' On. Mancino e pubblicato sulla Gazzetta
Ufficiale il 24/3/’9.
Ma cosa ne è stato poi di tutto quel trambusto? No, non è finito
tutto a tarallucci e vino come quclcuno potrebbe pensare: c’è
stato un regolare procedimento giudiziario, a l termine del
quale il G.I.P. dott. Curione ha. assolto gli imputati “perché il
fatto non sussiste”. Per saperne di più siamo andati a trovare
uno dei diretti interessati, il dr. Pino Rana, che all' epoca era
assesssore all'Urbanistica..
“Per entrare nel vivo di questa brutta vicenda - ci racconta
subito il dr. Rana - è necessario conoscere la dinamica degli
avvenimenti. Dopo l'improvviso scioglimento delle Camere nel
1992 si presentò la necessità di tornare alle urne prematuramen-
L'ex sindaco Naglieri con gli assessori Rana e Lacalamita in un
consiglio comunale del 1992.
te e, poiché la campagna elettorale per legge deve cominciare
almeno 30 giorni prima delle votazioni, bisognava garantire alla
cittadinanza la fornitura, dei tabelloni per l'affissione dei mani­
festi entro il 5 marzo '92.
I tabelloni risultano particolarmente utili, in quanto l'utilizzo
dei muri a volte ha provocato dei contenziosi con i privati. Così
si indisse per il 28 febbraio una riunione della Giunta alla quale
parteciparono gli assessori Beccia, Lacalamita, Ardito ed io, più
il sindaco Naglieri e il segretario generale dr. Giorgio, prove­
niente da Cassano in sostituzione di quello in carica che era
ammalato. Mancavano gli assessori democristiani in quanto
dimissionari, in seguito alla nota spaccatura in seno alla DC
modugnese in quel periodo. Cito questi particolari per amore
di chiarezza e per dimostrare l'assoluta trasparenza del nostro
operato. In casi di urgenza, come questo si ricorre sovente alla
trattativa privata. Ma fu preferita la gara d'appalto con l'unanime
consenso, anche dell'opposizione. La delibera inoltre fu inviata
alla Prefettura per ottenere legittimità, pur non essendo neces­
sario, poiché vi si ricorre solo quando c'è il sospetto di un
qualche vizio. La Prefettura approvò e accettò di accollarsi la
spesa riconoscendola di interesse pubblico".
Q uanti tabelloni si stabilì di acquistare?
Fu il capo della ripartizione demografica, dr. Silecchia, a
stabilirne il numero, 140, e il formato (m 8 x 2). Pervennero i
preventivi di sei ditte, sollecitati dai funzionari del Comune, e
furono valutati dal direttore dell’Ufficio Tecnico, ing. Borrelli;
questi, che ha come metro di misura il prezziamo stabilito dal
collegio degli ingegneri, approvò il preventivo della ditta di
Longo Raffaele, per una spesa di 200 milioni. La Giunta Comu-
Pag. 6
NUOVI ORIENTAMENTI
naie che ha facoltà di contestare le decisioni dell'Ufficio Tecni­
co, in quelfoccasione non si oppose. Per cercare di contenere
la spesa, proprio io proposi di montare i tabelloni discostati dal
muro, in modo da poterli utilizzare da entrambi i lati: la
proposta fu accolta e così la spesa scese a L. 119.000.000.
Ma allora come m ai si è verificato tutto quei polverone che
conosciamo?
Ci arriviamo subito. Il 29 giugno del '92 arriva alla Prefettura
di Bari un telegramma firmato da un inesistente Matteo Distan­
te, col quale si lanciano velate accuse di illecito. Il telegramma
viene inviato anche ai carabinieri, e su questa base parte
un’indagine segreta. Ad agosto il consiglio comunale riceve
una lettera molto critica vergata dal consigliere dimissionario
Pietro Posole. Fra le altre cose veniva citata la delibera dell’otto
febbraio come esempio di cattiva amministrazione, in quanto
c'erano tre preventivi provenienti da tre diverse parti d'Italia
protocollati progressivamente lo stesso giorno e scritti tutti con
la stessa macchina da scrivere. L’accusa questa volta è palese:
se i preventivi sono falsi, la gara d’appalto è truccata. Nella
seduta del 29 ottobre rispondo a queste accuse spiegando i fatti
della delibera del 28/2 e invitando ad indagare e a far luce, non
sapendo che le indagini a mio carico fossero partite.
E' risultata poi fo ndata l'accusa sui tre preventivi?
Certo, ma gli amministratori - spiega il dr. Rana - non c'entrano niente. I Capi Ripartizione del Comune, Proscia, Ruccia e
Silecchia, avevano chiesto il preventivo anche alla ditta “Oscar
Marta” di Torino, la quale aveva risposto che lo avrebbe fatto
pervenire al Comune tramite il loro rappresentante ai zona,
certo signor. Sacchitella, residente Foggia . Il caso volle che il
signor Sacchitella fosse anche il rappresentante in Puglia delle
ditte SVAR di Latina e INTERAMNA di Terni. Per cui in data
precedente al famoso 28 febbraio il signor Sacchitella presentò,
brevi marni, ai capi ripartizione i tre preventivi delle tre ditte
sopra citate. Questo spiega tutto, e d’altra parte il signor
Sacchitella ha dichiarato durante il processo di avere scritto i tre
preventivi con la sua macchina da scrivere.
E in che modo, allora, c entra un parente dell'assessore
Lacalamita?
Questo fatto è stato ingigantito oltre misura. Innanzitutto
questo parente non è stato nemmeno interpellato nella gara
d’appalto; e poi il signor Longo, vincitore della gara d’appalto,
si rivolse a lui solo per dei lavori che da solo non poteva
eseguire.
Come ha vissuto questa vicenda, dr. Rana?
Sono stato indagato per tanto tempo a mia insaputa, senza
aver mai ricevuto un avviso di garanzia. Solo sulla base illazioni!
Il 31 gennaio del '93 mi fu contestato il reato di abuso di ufficio
Attualità
e fui rinviato a giudizio. Vissi allora più di tre mesi d'inferno fino
al 17 maggio, quando, con gli altri, fui definitivamente assolto.
Senz’altro, questo è stato uno dei periodi più brutti della mia
vita.
Sentiamo che il dr. Rana è profondamente turbato e ci
permettiamo di insistere con lui sul piano umano. La sentenza
del G.I.P. - aggiungiamo - cosisi conclude: "il comportamento
degli am m inistratoh di Modugno, nella circostanza, non si
presta a d alcuna censura neppure sotto il profilo politico­
amministrativo ”. Orbene gli chiediamo: cosa si prova a d essere
ingiustamente accusati, quando si vorrebbe urlare a tutti la
propria innocenza e si è circondati da tanta diffidenza?
E’ difficile spiegare, afferma con molta tristezza il nostro
interlocutore, quello che si prova in situazioni del genere. Si è
co m p letam en te afferrati da am arezza, avvilim ento e
indignazione;.non si riesce a dormire. In tanto scoramento mi
è stato di conforto la solidarietà dei colleglli, di rappresentanti
delle stesse forze di opposizione e della gente comune. Nessu­
no apparentemente mi ha voltato le spalle. Neanche sul piano
professionale ne ho risentito. In particolare, sono grato alla
vostra rivista che non ha strumentalizzato quanto è accaduto.
Ma che dire di quella parte della stampa che ha spifferato il mio
nome, insieme agli altri, ai quattro venti ed ora che sono stato
dichiarato innocente si è dimenticato di me e degli altri inquisiti?
Così, questi fatti lasciano il segno nell'opinione pubblica, si
creano dei pregiudizi che poi è difficile cancellare perché una
semplice ipotesi di accusa diventa presto condanna agli occhi
della gente. Per alcuni è stato sufficiente essere chiacchierato
per essere considerato colpevole. Per altri, invece, quando
hanno avuto le prove della mia innocenza e di quella dei
colleglli di giunta, il caso è stato archiviato e dimenticato. Invece
no: bisognerebbe riflettere sui fattori umani. Non si deve mai
emettere un giudizio affrettato, positivo o negativo che sia:
sarebbe come fare giustizia sommaria.
Cosa le è rimasto di questa esperienza?
E’ stato certamente allucinante. Ho incontrato tanta superfi­
cialità, ma devo riconoscere che mi sono sentito rinfrancato
proprio in presenza del giudice: quando ho intuito di avere di
fronte una persona competente e a perfetta conoscenza dei
fatti, ho capito che non ho avevo più nulla da temere. In quel
momento ho avuto fiducia nella magistratura e nella giustizia.
E sono fiero di averne preso atto, anche se in una circostanza
così negativa.
Questa esperienza brucia ancora e si nota. Una pausa di
riflessione è naturale e comprensibile, come quando uno cerca
di riaversi dopo una sonora sberla. Ma è bene che tutti meditia­
mo sul fatto che l'iter della giustizia per produrre i risultati che
ci aspettiamo, talvolta, per eccesso di zelo, commette errori che
lasciano il segno in chi li subisce.
Pag. 7
NUOVI ORIENTAMENTI
Attualità
PIANO DI SVILUPPO E ADEGUAMENTO DELLA RETE DISTRIBUTIVA
Il nuovo piano commerciale prevede la rivitalizzazione del centro storico
Lello Nuzzi
La C om m issione Straordinaria, con
d e lib e ra n. 210 del 16 m arzo 1994,
ha a d o ttato il p ia n o di sv ilu p p o e di
a d e g u a m e n to della rete distributiva
al d ettag lio in s e d e fissa.
Il P ian o è u n lu o g o di in co n tro e di
sco n tro tra interessi contrastanti. Da
u n lato i co n su m ato ri ch e ric h ie d o ­
n o u n a rete distributiva il p iù p o ssi­
bile am p ia ed articolata al fine di
p o te r av ere m ag g io re co m o d ità ed
ec o n o m icità negli acquisti; d all’al­
tro gli o p erato ri ch e v e d o n o c o m ­
p ro m essa la loro attività dal p o ssib i­
le in serim en to di altre stru ttu re c o m ­
m erciali caratterizzate da m ag giore
p ro d u ttiv ità e com petitività.
U n b u o n P ian o d e v e sa p e re in ter­
p re ta re q u e ste realtà al fine di p o te re
realizzare u n g iu sto eq u ilib rio tra
d o m a n d a ed offeita.
Fino a q u a lc h e a n n o fa la rete
distributiva era intesa c o m e fattività
ch e p assiv am en te offriva al p u b b li­
co i p ro d o tti c h e l’in d u stria p ro p o ­
neva. L’A m m inistrazione C o m u n a­
le, in o tte m p e ra n z a alla leg g e 426
del 1971, aveva in cen trata la sua
attività sulla reg o lam en tazio n e q u a n ­
titativa del com m ercio: go v ernava,
cioè, il n u m e ro di licenze d a ero g are
sen za p o rsi eccessivi p ro b lem i circa
la q u alità d ei p u n ti di d istrib u zio n e
da in cen tiv are sul territorio.
La R ete D istrib u tiva a p o sto
fisso a M od u gn o
La situ a z io n e d eg li esercizi o p e ­
ranti n ella città è stata rilevata col
c e n s im e n to e ffe ttu a to nel g iu g n o
del 1990 e d a g g io rn a ta a g iu g n o
1992. La situ a z io n e a ttu a le n o n si
d isco sta m o lto d a q u a n to p re c e ­
d e n te m e n te rilevato. Gli esercizi
au to rizzati a v e n d e re articoli di d i­
v e rso g e n e re s o n o stati classificati
s e c o n d o la tab ella m e rc e o lo g ic a
p re v a le n te .
C o m p le ssiv a m e n te sul territo rio
c o m u n a le o p e r a n o 489 esercizi ri­
partiti s e c o n d o la tab ella N. 1.
La su p erficie m ed ia degli esercizi
è di 98 m q , la d e n sità è di u n e s e r­
cizio ogni 75 abitanti.
TABELLA N. 1
G enere
A lim entari
A b b ig liam en to
B eni casa
B eni p erso n a li
Altri-Art. T ecnici
N
%
163
104
51
91
79
33
22
11
18
16
Per “Beni Casa” si deve intendere ciò
che riguarda la vendita di mobili, casalin­
ghi ed elettrodomestici. “Beni Personali”
comprende, invece, sia gli esercizi per la
vendita di largo consumo per la famiglia
come cartoleria, profumeria e giocattoli
che quelli a bassa frequenza di acquisto
come gli articoli sportivi, cine-foto-ottica,
piante, bigiotteria. Altri-Art. Tecnici ri­
guarda la vendita di materiali edili, ferra­
menta, prodotti per l’agricoltura.
Le ab itu d in i d el m o d u g n e se
La Società SINCRON, ch e h a redatto
il P iano in esam e, ha realizzato delle
interviste ad u n ca m p io n e significati­
vo della p o p o lazio n e m o d u g n e se al
fine di p o ter ricostruire u n m odello di
p ro p e n sio n e all’acquisto verso le di­
verse form e distributive (n eg o zio tra­
dizionale, superm ercati, am bulanti).
D all’analisi dei dati della tabella N.
2 si evidenzia l'abitudine di una
b u o n a p arte di M odugnesi ad effet­
tuare tutti gli acquisti, so p attu tto le
carni (86%), presso negozi tradizio­
nali. Q u esto in ev id en te contrasto
con q u a n to si tem eva q u alch e a n n o
fa. allorché l’intro d u zio n e di m olti
superm ercati fece tem ere la sco m ­
parsa dei piccoli neg o zi a gestione
familiare.
Il su p e rm e rc a to v ien e utilizzato
soprattutto p er gli acquisti alim entari
(45.3 %) e d in m inor m isura p e r q u a n ­
to riguarda i “Beni p erso n a li”.
L’am b u lan tato ottiene risultati a p ­
prezzabili p e r i prodotti ortofrutticoli
e p e r il p esce.
Pag. 8
Le “Evasioni" so n o m olto c o n te n u ­
te p e r il co m p arto alim entare: solo
u n a piccola p ercen tu ale ha l'abitudi­
n e di fare la sp esa giornaliera fuori
città: so n o i fedelissim i frequentatori
dei m ercati rionali di Bari, soprattutto
di q u ello di via Nicolai.
D ove invece le v a sio n e risulta c o n ­
sistente è nel co m p arto extralim entare. Oscilla tra u n 12.5% p er la cartole­
ria ad u n 6 l.2 % p er le confezioni.
Q u est'ultim o d ato n o n ci so rp ren d e,
c o n o sc e n d o b e n e l'attrazione ch e le
eleganti vetrine del cen tro di Bari
esercitan o su tutti i m od u gnesi. Ed è
p ro p rio p er le confezioni ch e si dovrà
p re v ed ere u n p o ten ziam en to dell’of­
ferta. O ccorrerà in tro d u rre strutture
innovative ch e arricchiscano e quali­
fichino l’offerta riu scen d o a convin­
cere il co n su m ato re ad acquistare in
città. Ciò faciliterà gli acquisti ed inol­
tre contribuirà a ridurrre la d iso ccu ­
pazione, asp etto n o n trascurabile p er
i tem pi ch e stiam o vivendo.
Le peculiarità di M odugno
La nostra città è stata sem p re forte­
m e n te c o n d iz io n a ta , a lm e n o p e r
q u a n to riguarda gli acquisti, dalla vi­
cinanza di Bari. Ciò, co m e ab b iam o
visto, ha p ro v o cato e provoca u n a
dilatazione della voce “Evasioni”.
Il C entro storico della città, così
d eg rad ato ed a b b a n d o n a to a se stes­
so, p o tre b b e essere re cu p era to p er
essere utilizzato p er fin serim en to di
nuovi esercizi com m erciali, crean d o
percorsi com m erciali gradevoli e co n ­
tinui. Infatti esercizi sporadici e p o co
attraenti n o n sare b b ero in g rad o di
attirare la gente.
M odu g n o risulta inoltre passaggio
obbligato, co n le strade statali 96 e 98,
p er gli abitanti dei centri abitati del
n o rd e nord-est. Q uindi u n notevole
traffico di autoveicoli d ev e attraver­
sare la periferia della città.
Ecco che gli esercizi com m erciali
extra urb an i assu m o n o g ran d e rile­
Attualità
NUOVI ORIENTAMENTI
TABELLA N. 2
A lim entari
O rtofrutticoli
C arni
V arie2
N eg o zio
%
48.2
26.1
86.0
A m b u lan ti
%
2.3
60.7
S u p e rm e rc a to
%
45.3
1.8
6.9
1.4
39.9
E vasioni
%
4.3
11.4
7.0
50.5
—
8.2
1Per “Evasioni" sono da intendersi gli acquisti fatti o al di fuori del territorio com unale o presso spacci
ed esercizi all’ingrosso; in sostanza al di fuori della rete distributiva cittadina al dettaglio.
2In “Varie” sono com presi negozi di calzature, confezioni, biancheria, cartoleria.
TABELLA N. 3
Settori
A lim entari
C arni
O rto fru tta
A bbig-C alz-P ellet
S u p erm ercati
Zona 1
Z o n a 1A
Zona 2
307
171
291
424
0
0
0
0
0
272
54
120
262
0
4399
TABELLA N. 4
Z ona
Zona 1
Z o n a 1/A
Zona 2
M ax A u to rizzab ile
Esistenti
Rilasciabili
12
2
1
10
2
2
vanza nell'econom ia com plessiva del
C om une. Sulla “M odu g n o -P alo ” e
“M odugno-B itonto” c’è orm ai u n a
rete di grandi esercizi, sp esso situati
in grandi cap an n o n i, ch e v e n d o n o di
tutto. T roviam o superm ercati al d et­
taglio ed all’ingrosso, oggettistica,
ab b ig liam en to ed articoli sportivi,
scarp e e artigianato.
N on trascurabile nella valorizza­
zione di questa zo n a risulta la p re ­
senza di consistenti insediam enti re­
sidenziali e n o n ultim o la p resen za
della zona industriale.
Q uesta area co m p resa tra le statali
so p ra dette sem bra avere tutti i req u i­
siti p e r essere destinata alla realizza­
zione di u n C entro C om m erciale di
interesse intercom unale ch e sia in
g rad o di offrire, oltre all’attività co m ­
m erciale, già in b u o n a parte svilup­
pata, a n c h e dei servizi indispensabili
—
—
1
p e r gli operatori del settore e dei suoi
fre q u en tato ri quali b a n c h e , uffici
postali, ristoranti, ecc.
T o rn a n d o dalla periferia in città va
rilevato che il baricentro di M odugno
si sposterà sem p re più, viste an c h e le
scelte del p ian o Regolatore, verso il
co m p arto direzionale di viale della
R epubblica. Q ui si sta realizzando un
C entro C om m erciale di interesse co ­
m u n ale con u n su p erm ercato ed altri
negozi specializzati. A n d reb b e inte­
grato co n u n ufficio postale, u n a ta­
baccheria, u n a farm acia, u n ristoran­
te, ecc. Un centro com m erciale ch e si
rispetti d o v re b b e avere co m e prim a
necessità la d estin azio n e di u n a d e ­
g uato spazio da adibire a p arch eg ­
gio. Ma co m e b e n sap p iam o trovare
u n p o sto libero p e r chi si rechi in
m acchina a fare sp esa in q u esta zona
è im presa ardua.
Attualità
A ssetto strutturale
Il te rrito rio c o m u n a le è sta to d i­
viso d al P ia n o in tre zo n e :
Z o n a 1 : M o d u g n o C a p o lu o g o (c o n
e s c lu s io n e d e lla z o n a 1/A);
Z o n a 1/A: A rea C o m m e rc ia le P ri­
m aria;
Z o n a 2: Q u a rtie re Cecilia.
La z o n a 1/A c o m p re n d e l’a re a
c o m p re s a tra p iazz a G arib ald i, c o r­
so U m b e rto I , via C av o u r, via
C airoli, via X M arzo, via S. G. B o ­
sco , via R om a, fin o a ll’a lte z z a di
via S. F. D 'A ssisi, via T oti, via M ar­
co n i, via XX S ettem b re.
Le lin e e g u id a d e l p ia n o s o n o
e s s e n z ia lm e n te q u e ste :
- gli ese rc iz i c h e tra tta n o g e n e ri di
larg o e g e n e ra le c o n s u m o di u so
c o rre n te , c o m e i g e n e ri alim en tari,
d e v o n o di n o rm a e s s e re u b icati
n e lle v ic in a n z e d e lle re sid e n z e ;
- gli e se rcizi c o n g e n e ri a b a ssa
fre q u e n z a di a c q u is to d e v o n o e s ­
se re c o llo c a ti a ll’in te rn o di u n ’a re a
lim itata in d iv id u a ta n ella z o n a c e n ­
trale d ella città. C osì ra g g ru p p a ti,
e s e rc ite ra n n o u n a m a g g io re a ttra ­
z io n e su lla c lie n te la c h e p o trà c o n ­
fro n ta re i p re z z i e d a v e re m a g g io ­
re p o ssib ilità di scelta e q u in d i p iù
c o n v e n ie n z a n eg li acq u isti;
- p e r gli ese rcizi atip ici e n o n d e s ti­
nati ai c o n s u m i d e lla fam iglia l'u b i­
c a z io n e p iù lo g ica s e m b ra e ss e re
q u e lla d e lle g ra n d i d irettrici del
traffico, fu o ri d al c e n tro .
P e rta n to p e r q u e s ti u ltim i e s e rc i­
zi il P ia n o p re v e d e :
-u n C e n tro C o m m e rc ia le d i in te ­
re sse in te rc o m u n a le lu n g o la S.S.
98 p e r B ito n to ;
-u n C en tro C o m m e rc ia le di in te ­
re sse c o m u n a le in V iale d e lla R e­
p u b b lic a ;
-d u e C entri C o m m erciali di v ic in a ­
to, n ella z o n a 167 in via B itritto e
nella z o n a 167 nel q u a rtie re Cecilia.
Ad e c c e z io n e d e g li ese rcizi tra ­
d izio n ali c h e d e v o n o d is p o rre di
NUOVI ORIENTAMENTI
200 m q, le su p erfici d ei n u o v i e s e r­
cizi co m m erciali, e sp re sse in m q,
s o n o e v id e n z ia te dalla tab ella N. 3.
D alla ta b e lla n o tia m o c h e n ella
z o n a 1/A, c io è q u e lla c h e c o m ­
p re n d e il c e n tro di M o d u g n o , n o n
p o trà e s s e re a u to riz z a b ile a lc u n a
su p e rfic ie p e r attività c o m m e rc ia ­
le, a m e n o c h e n o n vi sia n o altri
e se rcizi c h e c e ssin o la lo ro attività.
S tesso d is c o rs o p e r i s u p e rm e rc a ti,
p e r i q u a li v ie n e p re v ista u n a s u ­
p e rfic ie di 4399 m q. In re altà tale
su p e rfic ie è e s c lu s iv a m e n te d e s ti­
n a ta alla re a liz z a z io n e di ese rcizi
d a u b ic a rsi a ll’in te rn o d e l C en tro
C o m m e rc ia le di in te re sse in te rc o ­
m u n a le su lla SS. 98.
R iven d ite g io r n a li
Il n u m e ro di autorizzazioni rila­
sciabili è indicato nella tabella N. 4.
D alla tabella risulta ch e i punti
v en d ita autorizzabili sa ra n n o lo ca­
lizzati co m e segue:
p e r q u an to riguarda la “Z ona 1” u n o
in via P orto Torres e u n o nei pressi
dell'Istituto T ecnico C om m erciale;
p er q u an to riguarda la “Z ona 2”, ru n i­
co n u o v o esercizio ch e si potrà aprire
dovrà collocarsi ad una distanza di
alm en o 200 m etri da altre rivendite
operanti nel territorio di Bari.
Pag. 9
Q u esto , p e r g ran d i linee, è q u a n to
p re v e d e il Piano. Se o p p o rtu n a m e n ­
te applicato, p o trà d are u n assetto
p iù razionale alla rete distributiva di
M odugno, c o n ev id en ti v antaggi sia
p e r gli utenti c h e p e r gli o p e ra to ri
del settore.
U n forte co n d iz io n a m e n to alla p o ­
sitiva realizzazio n e di q u e sto p ia n o
risiede in p ro b lem i gravi, co m e q u e l­
lo della m an ca n za di zo n e adibite a
p arch eg g io e di m ezzi p u b b lici ch e
p e rm e tta n o il trasp o rto u rb a n o dei
c itta d in i.
P u ò e ss e re a n c h e g iu sto c o n c e n ­
trare i n e g o z i di a b b ig lia m e n to ,
s c a rp e e altro al c e n tro d e lla città o
a d d irittu ra in a m b ie n ti re c u p e ra ti
nel c e n tro S torico. Il p ro b le m a re ­
sta q u e llo di c o m e p o rta re la g e n te
d alla p e rife ria al c e n tro , v isto c h e
n o n si tro v a p o s to p e r la m a c c h in a
e n o n e siste u n m e z z o p u b b lic o
c h e d a Via P o rto T o rre s o d a lla
z o n a P iscina P reti, p e r e s e m p io ,
c o n d u c a l'a c q u ire n te al c e n tro . Se
le c o se re s te ra n n o co sì il c itta d in o
p re fe rirà fare le su e s p e s e a Bari,
v isto c h e a lm e n o q u e s to tra s p o rto
in te ru rb a n o è g a ra n tito d alla FAL.
Ci a u g u ria m o c h e q u e sti m otivi
sp in g a n o u n a v o lta p e r tu tte a p r e n ­
d e re in e s a m e u n p ia n o -p a re h e g g i
p e r la n o stra città.
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Attualità
NUOVI ORIENTAMENTI
Pag. 10
IL PREMIO NAZIONALE “TOPOLINO ’94”
AD UN GRUPPO DI RAGAZZI MODUGNESI
A Modugno fra il disinteresse di tutte le istituzioni
c’è qualcuno che toglie dalla strada i ragazzi
Dina Lacalamita
Prim a classificata al 4° T ro feo T o­
p o lin o di p allam an o la sq u a d ra P ro­
p a g a n d a d ella H an d b all C asavola di
M odugno: u n risultato en tu sia sm a n ­
te p e r i giovanissim i atleti allenati
dal prof. R osario Z ap p ia. All’incontro h a n n o p a rte c ip a to a n c h e i “T o­
p o lin i'’, piccoli g iocatori in erb a d el­
la p allam an o . D a q u a lc h e a n n o la
M anifestazione finale n az io n a le ch e
si svolge a M isano A driatico, con
l’afflu en za di ragazzi p ro v en ien ti da
tu tte le reg io n i d ’Italia, è p atro cin ata
dalla “W alt D isn ey ” e si configura
co m e u n a v era e p ro p ria festa dello
sp o rt, vissuta d a tutti c o m e gioia di
vivere in siem e m o m en ti esaltanti e
sicu ra m e n te in d im en ticab ili.
La p iazza della cittadina ro m a g n o ­
la, c e n tro di attrazio n e, gli stan d co n
i vari s p o n s o r c h e d istib u sc o n o g e ­
lati e su cch i di frutta a volontà, il
k arao k e, i p erco rsi di abilità, i ballet­
ti, la p re se n z a eccitan te di T o p o lin o
e M inny, s o n o alcuni dei m o m en ti
p iù belli organizzati p e r l'intratteni­
m e n to dei b am b in i, al di fuori d e l­
l'attività sportiva. L 'attenzione della
F.I.G.H. (F ed e razio n e Italiana G iu o ­
co H an d b all) è c o sta n te m e n te rivol­
ta alla p ro m o z io n e dell'attività sp o r­
tiva della p allam an o , d a u n lato e,
d a ll’altro, allo sv ilu p p o della so cia­
lizzazione d ei ragazzi attraverso l'at­
tività m otoria e il divertim ento. Pro­
p rio p e r q u e s to la F ed erazio n e ha
lanciato u n p ro g ra m m a sp e rim e n ­
tale in cui si p o s s a n o utilizzare cam ­
pi più piccoli, u n n u m e ro inferiore
di giocatori, u n a palla p iù soffice e
dalle d im en sio n i ridotte. L’obiettivo
u n o solo: d a re a tutti la possibilità di
im p arare co n facilità e di p ro v a re
l’e m o z io n e della p a rte c ip a z io n e al
g io co -sp o rt nel m o d o più id o n e o
alla loro età.
A livello n a z io n a le si registra u n
forte in c re m e n to d ella p allam an o ,
ch e è fra gli sp o rt da p alestra p iù
am ati dai giovanissim i. E’, infatti,
u n g io co d in am ico , efficace p e r lo
sv ilu p p o d ella forza, d ella v elocità,
d ella d e stre z z a e d ella resisten za
nei b a m b in i di età c o m p re sa fra gli
o tto e i tredici an n i, ta n to d a farn e
u n a d elle attività p iù id o n e e nella
p ra tic a scolastica.
La m an ifestazio n e di M isano n o n
è ch e l'ultim a fase, q u ella n azionale,
di u n a serie di incontri a livello re ­
g io n ale e provinciale, ch e co in v o l­
g e u n a m o ltitu d in e di ragazzini d e si­
derosi di stare insiem e, di scatenarsi
e divertirsi.
A M odugno, p resso la scuola m e ­
dia C asavola, v e n g o n o seguiti nel­
l’attività sportiva dai 300 ai 330 ra­
gazzi ch e si d e d ic a n o oltre ch e alla
p allam an o a n c h e al calcetto e alla
pallavolo. E' u n n u m e ro c o n sid e re ­
v o le di ad esio n i ch e testim o n ia l'in­
teresse allo sp o rt e q u in d i la n e c e s­
sità di re p erire spazi o p p o rtu n a m e n ­
te attrezzati p e r ad erire alle esig en ze
del territorio. Tra l'altro dalla p re p a ­
razione atletica e tecnica seguita nella
scu o la m o d u g n e se so n o v e n u ti fu o ­
ri talenti sportivi entrati a far p arte di
s q u a d re d ella serie A l: P ascazio
M artina nella “N azionale fem m inile
alliev e”; F olchitto P ierp ao lo , p o rtie ­
re “S en io res”; L opasso L eonardo,
a n c o ra u n p o rtiere, della “N azionale
S en io res”.
D u ran te i m esi estivi le attività n on
si ferm ano, anzi v e n g o n o incentiva­
te attraverso u n p ro g e tto rivolto a
ragazzi co n svantaggi, tram ite lab o ­
ratori n o n so lo sportivi, m a a n c h e
Attualità
grafico-teatrali-m usicali: 40 ragazzi
della scuola m ed ia C asavola nei m esi
di luglio e ag o sto tro v eran n o sicu ra­
m e n te u n luogo, d o v e stare insiem e
e gio care, d iv erso dalla strad a e lo n ­
tan o dalle facili ten tazio n i ch e q u e ­
sta offre.
Un p ro g e tto di p iù a m p io respiro,
invece sarà q u ello ch e co in v o lg erà
u n a tren tin a di qualificati o p erato ri
(psicologi, sociologi, insegnanti) che
co n vari interventi si p ro d ig h e ra n n o
in favore di specifici ragazzi co n
l’o b iettiv o della risocializzazione. Si
tratta del p ro g e tto “S p era n za”, v o lu ­
to dal M inistero d egli Interni in tutta
Italia e so p rattu tto nelle reg ioni c o ­
sid d ette a rischio (la Puglia è fra
q u este).
Esso v u o le te n ta re di ridare u n a
sere n a ad o le sc e n z a a q u e i ragazzi
ch e si s o n o trovati in situazioni d e ­
viam i o ad d irittu ra co n p ro b lem i di
tip o p en ale. Il p ro g ra m m a è am b i­
zioso e d en tu siasm an te p e rc h é d o ­
v re b b e “ s m u o v e re ” q u alco sa sul
n o stro territorio. Si d o v ra n n o re p e ­
rire, infatti, stru ttu re (a M o d u g n o ne
NUOVI ORIENTAMENTI
Pag. 11
carico dei problem i educativi dei figli
dei più poveri p e r d ar loro u n ’istru­
zione. C iascuno dei d u e n o n d im en ­
ticava la g ran d e im portanza delle at­
tività tipiche dello stare insiem e e, fra
esse, soprattutto lo sport.
N ella nostra città se m b ra n o più
ch e m ai o p p o rtu n i interventi a favo­
re dei giovani e dei giovanissim i. E'
n ecessario u n p u n to di riferim ento,
nelle p e rso n e degli ed u cato ri, nelle
attività, nei luoghi di incontro. Sa­
re b b e au sp icab ile ch e tutti gli Enti,
le associazioni culturali, le p a rro c ­
chie, c h e tan ta im p o rtan za d a n n o al
P ro g etto di P astorale giovanile, c o n ­
v erg essero sull’o b iettiv o p ro p o sto ,
sen z a d isp e rsio n e di en e rg ie e di
entusiasm o.
L’o p e ra a lta m e n te m erito ria di
q u elle p e rso n e ch e d o n a n o p arte
del loro te m p o p e r u n a cau sa cosi
giusta e bella d ev e essere più ch e
m ai so sten u ta ed incoraggiata, affin­
ch é p o ssiam o p arla re n o n di re c u ­
p e ro o re in se rim e n to o riabilitazio­
ne, m a a n c h e fin alm en te di cultura
d e g n a di u n a società civile.
esisto n o p arecch ie m ai utilizzate!),
si p o trà lavorare nelle piazze, nelle
aule, c o n la form ula cam p o -scu o la,
si d o v ra n n o ricercare diversi luoghi
d ’incontro. Le attività’ sa ra n n o varie
e, a s e c o n d a delle p re d isp o sizio n i e
delle attitudini, utilizzeranno vari tipi
di linguaggi: quelli del teatro, della
m usica, della pittura, d ello sport.
P er la realizzazio n e del p ro g ra m ­
m a si d o v rà fare affid am en to sulla
scuola e su altre istituzioni p resen ti
nella com unità. Chissà, forse la sc u o ­
la, a n c h e attraverso attività ex tra­
scolastiche di q u e sto tipo, p u ò cam ­
b iare d av v e ro in m eglio! E n o n solo
la scuola, m a a n c h e tutta la società.
A ffrontando il p ro b lem a educati­
vo, incom inciando da chi ha più bi­
sogno, si p u ò p ro b ab ilm en te tentare
di risolvere le questioni più assillanti
del nostro tem po. V iene sp o n ta n e o
p en sare a San G iovanni B osco e al
su o an d are in m ezzo alle strade a
raccogliere ragazzi ch e m o m en tan e­
am en te si eran o persi p e r d ar loro
u n a dignità. V iene sp o n ta n e o p e n sa ­
re a d o n Lorenzo Milani ch e si faceva
S C U O L A DI M U S IC A
O
UCG
Autorizzata ROLAND PIANO ISM
• VIOLINO
Docente: M°. Fabrizio Signorile
• CHITARRA CLASSICA
Docenti: M.° Luca Corriera
e M.° Rosario Le Piane
• CHITARRA MODERNA-JAZZ
Docente: M.° Luciano
Damiani
• PIANOFORTE PRINCIPALE
Docente: Prof. Maria Calvi
• CLARINETTO - SAX
Docente: M°. Nicola Cotugno
• TASTIERE - PIANOFORTE
-JA Z Z
Docente: M.° Giampiero Laera
• MUSICA PER BAMBINI
(dai 4 anni in su)
Docente: Prof. Maria Calvi
• BATTERIA E PERCUSSIONI
SEMINARI DI PERFEZIONA­
MENTO BIMESTRALI
Docente: prof. Beniamino
Forestiere
Ordinario presso il Conservatorio
di musica "N. PICCINNI"
*
*
*
Le is c riz io n i si a c c e tta n o nei
g io rn i fe ria li p re s s o la s c u o la :
MODUGNO, Via Guido Dorso, 17
Tel. (080) 569956-568801
Pas. 12
NUOVI ORIENTAMENTI
Approfondimenti
LA DIFFICILE COMPRENSIONE DEL PIANETA GIOVANI
Da un'indagine su 1579 studenti emergono i progetti,
le paure, le ansie, la mentalità dei giovani
Margherita De Napoli
La so cietà, la scu o la, la fam iglia, s o n o degli “s p a z i”
c h e v e n g o n o fatti v iv ere d ag li u o m in i c h e li “a b ita n o ”.
N on s o n o en ti so v ran n a tu rali, m etafisich e p re se n z e
c h e ci so v ra sta n o v erso cui p u n ta re l’in d ice p e r a lle g g e ­
rirci d elle n o s tre re sp o n sa b ilità . C om e q u a n d o n o n
s a p e n d o sp ieg arsi le calam ità n atu rali, i n o stri p ro g e n i­
tori in c o lp a v a n o Z eus, e i cap ricci di altre divinità.
Q u a n d o q u a lc o sa n o n fu n z io n a , q u a n d o q u a lc h e m e c ­
c a n ism o si in c e p p a , ci si p a lle g g ia n o le c o lp e d e r e ­
sp o n sa b iliz z a n d o si a tu rn o . Le istituzioni c o stitu isc o n o
u n a realtà in cui tutti gli u o m in i s o n o in d isso lu b ilm e n te
legati gli uni agli altri e in te ra g isc o n o tra loro. In siem e
si d o v re b b e , se si v u o le v e ra m e n te ra g g iu n g e re u n a
q u alità di vita m igliore, fare au to critica e rim b o ccarsi le
m a n ic h e p e r offrire ai g io v an i, c h e s o n o il fu tu ro , la
p o ssib ilità di co struirsi su d elle “fo n d a m e n ta ” p sic o lo ­
g ich e e cu ltu rali c h e sia n o so lid e e resistenti.
In lin ea c o n la circo lare n. 362 del 2 2 /1 2 /9 2 del
M in istero d ella P u b b lic a Istru z io n e , Il serv izio p u b b li­
co Usi BA 10, il P ro v v ed ito rato agli studi, P resid e e
d o c e n ti del Liceo Scacchi, h a n n o iniziato “un p e rc o rs o
di ricerca te so a re n d e re o p e ra tiv o q u a n to a u sp ic a to dal
le g isla to re ”. La circ o la re afferm a “la n ecessità c h e la
sc u o la lavori n o n so lo c o n i c o n te n u ti d iscip lin ari e c o n
le d id a ttic h e sp ecifich e, m a a n c h e co n i p ro cessi, c o n le
relazio n i, c o n i significati, c o n le m o tiv a zio n i da cui
d ip e n d o n o il su c c e sso e L insuccesso sco lastico , la
gioia, la tristezza, la v o g lia di v iv ere e di lav o rare o la
rin u n cia, la disistim a di sé, il rifiuto p iù o m e n o esp licito
d ella vita, n elle fo rm e d e ll’u so d ella d ro g a , d ella fuga
d a casa, d ella no ia, d ella d ev ian z a, d ella d e lin q u e n z a ,
d ella v io le n z a e del su ic id io ”. A ttraverso u n q u e s tio ­
n ario so m m in istra to il 17 m ag g io 1993 nelle classi del
liceo scien tifico e c o m p ila to da 1579 stu d e n ti, si s o n o
v o lu ti in d a g a re i c o n testi n ei quali il g io v a n e vive, p e r
“rilev are la p re se n z a e la lo calizza zio n e (fam igliare,
sco lastica, so ciale) di e v e n tu a li situ azio n i p ro b le m a ti­
c h e e far e m e rg e re i b iso g n i dei ragazzi risp e tto ai tre
am biti in d a g a ti”. S u cce ssiv a m e n te si è p assati alla rile­
v a z io n e , e la b o ra z io n e e in te rp re ta z io n e dei dati.
L’età d el c a m p io n e te sta to va d ai 14 ai 19 anni. Di essi
907 s o n o m asch i, 669 fem m in e. L eggere i risultati
em ersi d a q u e s ta an alisi statistica n o n è facile, p e rc h é la
Un gruppo di studenti dello "Scacchi" regge il testone di Berlusconi.
c o sa c h e a p p a re c o n m a g g io r e v id e n z a è p ro p rio q u ella
c h e n o n si p u ò p iù fare rife rim e n to a sem p lificazio n i di
c o m o d o c h e v e d e v a n o la c o n d iz io n e g io v an ile c a ra tte ­
rizzata d a u n a o m o g e n e ità c h e di fatto n o n esiste. Le
g en e ra liz z a z io n i, gli ste re o tip i n o n s o n o c a p a c i di a b ­
b ra cciare le m olteplici m an ifestaz io n i attra v e rso cui
“l’e sse re g io v a n i” si e sp rim e . D o p o av e r d a to u n ra p i­
d o sg u a rd o alle c o n d iz io n i s o c io -e c o n o m ic h e della
fam iglia a cui i g io v an i a p p a rte n g o n o (titoli di stu d io ,
p ro fe ssio n e dei g en ito ri), agli altri c o m p o n e n ti del
n u c le o fam iliare (fratelli e so relle) e ad altri p aram etri
c h e s e rv o n o a d e lin e a re m eglio la fisio n o m ia d ello
stu d e n te , la ricerca m e tte a fu o c o i m o d i in cui i giovani
v iv o n o il lo ro te m p o libero.
La m u sica è al p rim o p o sto negli in teressi sia m aschili
sia fem m inili. Il m o n d o d e lle sette n o te calam ita l’a tte n ­
z io n e d elle g io v an i g e n e ra z io n i e q u e s to n o n stu p isce
visto c h e s p e s s o m olti “m iti” a d o le sc e n z ia li vi a p p a r ­
te n g o n o . La m u sica è u n facile v e ic o lo p e r tra sm e tte re
e m o z io n i, h a u n a forte v alen z a ag g reg ativ a e c o in v o l­
g e n te , è u n m o d o p e r p o rta re avanti id ee e sen tim en ti.
Gli idoli dei te e n -a g e r rie sc o n o attra v e rso la m u sica
ad a lim e n ta re i so g n i e i d e sid e ri dei loro fan s c h e si
Approfondimenti
NUOVI ORIENTAMENTI
a c c a lc a n o n eg li stad i e n elle p iazz e, o a d a r v o ce alle
lo ro in q u ietu d in i.
A n ch e la lettu ra e la te le v isio n e s o n o tra i lo ro in te re s­
si p iù forti. Ma u n o dei p a ssa te m p i c h e va p e r la
m ag g io re è il telefo n o . U n v e c c h io slo g a n diceva: il
te le fo n o ... la tu a v o ce. E se m b ra c h e i rag azzi lo a b b ia n o
p re so alla lettera. Q u a le m o d o m igliore infatti p e r
a m m a z z a re il te m p o d ello sp ro fo n d a rsi in p o ltro n a e
c h ia c c h ie ra re all’in fin ito c o n l'am ico o l’am ica d el c u o ­
re in cu ra n ti d e lle b o lle tte c h e liev itan o e d elle u rla dei
genitori? P u rtro p p o c ’è ch i s p e c u la su q u e sti “vizi" dei
giovanissim i. D a q u a lc h e te m p o im p a z z a n o le chatline, u n b u sin e ss c h e m a c in a m iliardi e c h e p re n d e p e r
la g o la chi, p e r n o ia o p e r so litu d in e n o n trova n u lla di
m eg lio c h e a g g ra p p a rsi al ricev ito re e fo rm are m agici
n u m e ri ch e, am m iccan ti, p ro m e tto n o am icizie, am ori,
feste, c o n fid e n z e e, u ltim o in arriv ab ile m iraggio, c o c ­
cole... c o n la coccolo-line. In q u e sto ca so è forse p iù
sag g io lasciar p e rd e re e ce rc a re di stu zzica re la fantasia
co n altro, p e r n o n far d iv e n ta re il te m p o libero... te m p o
p erso .
F an alin o di c o d a n elle p re fe re n z e sp e tta alla politica.
Le sed i di p artito s o n o d ise rta te dai giovanissim i: “essi
s e m b ra n o o rien tati (e q u i sta la lo ro a p p a re n te invisibi­
lità p o litica) più c h e all’a d e s io n e ad id eo lo g ie globali,
o rm ai in crisi, alla v a lo riz z a z io n e di p ro b le m a tic h e p iù
co n c rete: i p ro b le m i del lav o ro, la sanità, l ’a m b ie n te , i
p ro b le m i dalla città s o n o i “fatti" c h e o c c u p a n o la
“p ra g m a tic a ” a tte n z io n e dei g io v a n i”. S icu ram en te a n ­
c h e u n a b u o n a d o s e di scetticism o e sfid u cia d e te rm in a
il d ista c c o d alla p a s s io n e politica. Le fedi, gli ideali s o n o
stati traditi p ro p rio dagli u o m in i di p a rtito c h e h a n n o
e se rc ita to il lo ro “m e s tie re ” se n z a u n ’an im a politica,
p e r d e n d o così o g n i credibilità.
P er il rag azzo , u n im p o rta n te n u c le o di so cializzazio ­
n e c h e so d d isfa la n ec essità di u n s u o m o n d o in cui
p o te r sg an ciarsi dal ru o lo di figlio e s p rim e n d o altri
“volti"" d el sé, nel q u a le p o te r “g io c a re ” altre “parti" ch e
gli c o n s e n to n o di d efin ire m eg lio la su a p e rso n a lità , è
il g ru p p o di am ici. “L’a p p a rte n e n z a al g ru p p o di pari
ris p o n d e infatti a p re c ise e sig e n z e di rid u z io n e d ella
co m p lessità, di in d iv id u a z io n e , sicu re zza e p ro te z io ­
n e ”. A ll'in tern o d e lle “c o m itiv e ” si stru ttu ra n o ra p p o rti
di d iv ersa in ten sità: g ru p p i p iù am p i s p e sso h a n n o u n a
rete di legam i più su p erficiali, m a n m a n o c h e la cerch ia
di am ici si re strin g e c re sc e l'intim ità e si c o n so lid a n o
am icizie più p ro fo n d e .
N a tu ra lm e n te d u ra n te l’a d o le sc e n z a si va alla ricerca
d e ll’a m o re id eale, d e ll’an im a g em ella, si fo rm a n o le
c o p p ie a ll'in te rn o d e lle q u ali si v iv o n o e s p e rie n z e di
fu sio n e c o n l’altro c h e a v o lte tra sfo rm a n o la p e rc e z io ­
Pag. 13
n e d ella realtà. Il m o n d o v ie n e c o lo ra to c o n le sfu m a ­
tu re degli stati em otivi (g io ie, d e lu sio n i) vissuti d u ra n te
il ra p p o rto col p artn er.
D ai risultati d ella ricerca, tra ragazzi e rag azze, si
e v id e n z ia n o a q u e s to p u n to d elle d iffe re n z e nel m o d o
di trattare le “q u e stio n i di c u o r e ”. I m asch i s o n o più
reticen ti d elle lo ro c o e ta n e e . “Le ra g a z z e si e s p o n g o n o
di p iù , sia n e ll'a m m issio n e d e ll’e siste n z a d el ra p p o rto ,
c h e in q u e lla relativa alla q u alità d e llo s te s s o .”
D ifferen ze si rilev an o a n c h e n elle d o m a n d e in e re n ti
alla p e rc e z io n e del sé (c aratteriale, fisico).
S em bra v e n ire alla lu ce u n a c o sta n te m ag g io re p r o ­
b lem aticità co m p lessiv a del c a m p io n e fem m inile. I
m asch i n e ll'a u to v a lu ta rsi u s a n o aggettivi e s tre m a m e n ­
te positivi ( “socievoli, sicuri, ottim isti, g e n e ro si, fa n ta ­
siosi, leali, sim patici, alleg ri”), m e n tre le rag azze s e m ­
b ra n o g u a rd a re la vita e se stesse c o n u n o c c h io p iù
critico.
Q u e sta v isio n e p iù realistica, c o n q u a lc h e n o ta di
p e ssim ism o p o tre b b e e sse re a n c h e fru tto d elle d e lu ­
sioni g e n e ra te n elle d o n n e p ro p rio d a q u e ll'u n iv e rso
m asch ile c h e si m o stra così e n tu sia sta di sé e c h e p o i nel
c o n fro n to c o n “l'altra m e tà del c ie lo ” d isv ela tu tte le
fragilità, in sicu rezze, egoism i.
__________Il m ito d e lla v ir ilità _________
e la s f i d a d e lla m o r te
I ragazzi m a sc h e ra n o m a g g io rm e n te i “lati o s c u ri” del
lo ro ca rattere, o c o m u n q u e n o n n e s o n o c o n sa p e v o li e
la m an ca ta a d e re n z a al “livello di re a ltà ” p u ò e sse re u n a
d e lle c a u se d ei d ram m atici fe n o m e n i c h e n e v e d o n o
co in v o lti tanti.
Il lo ro sentirsi p a d ro n i d eg li im pulsi, il se n tire tu tto
“so tto c o n tro llo ” è so lo a p p a re n te , e d è q u e sto in realtà
il v e ro tallo n e d'A chille, la lo ro v u ln erab ilità. Ed e c c o
c h e q u a n d o si a lle n ta n o i freni inibitori, p o s s o n o sc a t­
tare m o m e n ti di e sa lta z io n e in co n tro llab ili in cui d im o ­
strare il p ro p rio co rag g io e risp e c c h ia re il m ito di u n a
virilità im p av id a e v in cen te: si sfid a n o la p a u ra , il
p e ric o lo e la m o rte.
Le rag azze in v ece da q u e s to p u n to di vista s o n o più
forti p e rc h é in te g ra n o n ella c o stru z io n e d ella lo ro im ­
m a g in e a n c h e in c e rte z z e e d in q u ie tu d in i e q u in d i so n o
m e n o facili p re d e di c o n d iz io n a m e n ti occulti.
La scu o la n o n è v issuta c o m e “a g e n z ia di s o s te g n o ”
a n c h e p e rc h é c o n tin u a a d ig n o rare i p ro b le m i legati
alla vita p sico lo g ica e d affettiva di q u e g li a d o le sc e n ti
c h e v iv o n o u n a fetta della lo ro g io rn a ta tra le p areti
sco lastich e. N o n p u ò p iù “p e rse g u ire so lo i su o i fini
istituzionali d 'istru z io n e e di p ro m o z io n e d e ll’a p p r e n ­
Pag. 14
NUOVI ORIENTAMENTI
d im e n to ”, co sì c o m e è scritto nella circ o la re c h e ha
isp ira to q u e s ta in d a g in e , m a d e v e im p eg n arsi p e r far
fro n te alle rich ieste c h e v e n g o n o d a q u e i n u m e ro sissi­
mi stu d e n ti c h e h a n n o a d e rito all'iniziativa c o m p ila n d o
il q u e s tio n a rio c o n la s p e ra n z a di d a re u n a m a n o p e r u n
m ig lio ra m e n to d ei ra p p o rti co n l'istituzione.
P er e sse re co n sid erati “referenti d ’a iu to ”, c o m e se m ­
bra d e sid e rin o i p ro m o to ri del lavoro, b iso g n a esserlo
v eram en te, n o n so lo n elle intenzioni. I giovani “v o g lio ­
no" p o s s e d e re q u elle c o n o sc e n z e cap aci di ren d erli più
forti co n tro gli “eventi" ch e se m b ra n o disorientarli e di
fro n te ai q u ali si s e n to n o fragili.
D u ra n te l’a d o le sc e n z a u n p ro b le m a co n il q u a le i
giovanissim i fa n n o i co n ti da soli e in m o d o sp esso
an g o scio so , visti i tanti tab ù c o n i q u ali è rivestita la nostra
so cietà, è il ra p p o rto col p ro p rio co rp o . Un c o rp o ch e
p o rta co n sé u n a serie di d u b b i, di d o m a n d e c h e a volte
m e tto n o in crisi il rag azzo c h e d e v e tace re le su e in q u ie­
tu d in i p e rc h é n o n ci s o n o risp o ste e a volte c'è p ro p rio
in cap acità di ascolto. P u ò u n a scuola ch e si avvia al 2000
m isco n o scere l'im p o rtan za di fornire al g io v an e u n 'e d u ­
ca zio n e sen tim en tale e sessuale? E q u esta p u ò essere
isolata d a u n a v isio n e psichica globale? T rattan d o si di
arg o m en ti delicati e ch e in v esto n o la sfera em o tiv a e il
“v issu to ” di ogni ad u lto , è chiaro ch e si è portati a
rim uoverli dal p alin sesto ed u cativ o , m a se si v u o le sul
serio aprirsi alle e sig en z e dei giovani n o n si p u ò più
rim an ere “sordi" alle loro d o m a n d e . La psicologia d a re b ­
b e ai ragazzi quegli elem en ti di c o n o sc e n z a della p e rso ­
nalità ch e s o n o stru m en ti n ecessari p e r ca p ire le p ro p rie
d in am ich e interiori, p e r g estirn e i confitti e p e r in can ala­
re le en e rg ie p erso n a li in m an iera attiva e creativa nella
società.
I g e n i t o r i n o n s a n n o p i ù d ia lo g a r e
co n ip r o p r i r a g a z z i
R isp o n d e n d o alla d o m a n d a “Se nella tua scu o la ci
fosse u n o “s p a z io ” di d iscu ssio n e e di intervento, quali
arg o m en ti v o rresti fo ssero affrontati?”, i ragazzi h a n n o
m an ifestato u n g ran d issim o in teresse v erso le p ro b le ­
m atich e rig u ard an ti il lo ro sv ilu p p o se n tim e n ta le /se ssu ale e u n b iso g n o di a p p ro fo n d ire le q u estio n i legate
alla to ssico d ip en d en za .
D o p o a v e r co n sid e ra to il c o n te sto scolastico, l'indagi­
n e si è av v en tu rata n ell'am b ito delle relazioni fam iglial i.
“La fam iglia è u n sistem a attivo in co stan te trasform a­
zio n e c h e si m odifica nel te m p o p e r assicurare c o n tin u i­
tà e crescita p sico -so ciale ai m em b ri c h e la c o m p o n g o ­
no. U na d elle fasi che, sicu ra m e n te m ette a d u ra prova
la ‘fu n zio n alità’ del sistem a-fam iglia, è quella d e ll'a d o le ­
sce n za dei p ro p ri figli”.
Approfondimenti
Il “te m p o d elle m e le ” è sp e sso vissuto dai g enitori
c o m e u n te rre m o to di fro n te al q u a le si a d o tta n o atteg ­
giam enti di chiusura, n e g a n d o l’esisten za stessa di ansie
e so fferen ze esistenziali o, p eggio, iro n izzan d o . Q uesti
so n o m eccanism i di difesa ch e se d a u n lato p ro te g g o n o
l’a d u lto d all’affiorare d e ll’angoscia, dall'altro poi p ro v o ­
c a n o sco n c erto q u a n d o fe n o m e n i p erico lo si ed allar­
m anti sq u arc ian o co m e trag ed ie alc u n e fam iglie (droga,
suicidi, m alattie psichiche, d e p re ssio n e , anoressia).
La fam iglia, i singoli individui c h e c o e sisto n o so tto lo
stesso tetto d o v re b b e ro co m in ciare a far affiorare p ian
p ia n o a n c h e le co n trad d izio n i, le in sicurezze, le am b iv a­
lenze, “m e ta b o liz z a n d o le ” p e r im p ed ire c h e poi la p e r­
so n a più fragile del g ru p p o fam igliare, a sso rb e n d o co m e
u n a sp u g n a le “to ssin e ” p ro d o tte d all’o rg a n ism o fam i­
gliare “m a la to ” p ag h i p e r tutti m an ifestan d o la m alattia.
I ragazzi v o rre b b e ro av ere m ag g io re libertà, a u to n o ­
m ia e fiducia, le ragazze a n c h ’esse v o g lio n o so d d isfare
la loro ansia di in d ip e n d e n z a , m a c h ie d o n o a n c h e m ag ­
g io r c o m p re n sio n e e d ialo g o e rap p o rti più sereni.
C om pito a rd u o della fam iglia è d u n q u e q u e llo di “ride­
finirsi in relazio n e alle trasform azioni in tern e e d ester­
n e ”, e p e r far q u e sto d e v e essere “flessibile”. Ma q u esta
cap acità è la so m m a della “flessibilità” di ciascun c o m p o ­
n e n te della fam iglia. Se invece m a n c a la n ecessaria
elasticità m e n ta le e si s o n o cristallizzati co m p o rtam en ti
c h e rivelano rigidezza e p au ra di rim ettersi in discu ssio ­
ne, tutta la struttura-fam iglia n e risulta fo rte m e n te p e n a ­
lizzata.
G enitori, c h e oscillan o tra c o m p o rta m e n ti di lassism o
o all’o p p o s to di autoritarism o, h a n n o p e rso la capacità di
d ialo g are c o n l’altro (il g io v an e) nel re cip ro co p iace re di
co n o scersi p e r crescere insiem e. Ma se gli ad o lescen ti
v o g lio n o tagliare il “c o rd o n e o m b e lic a le ” d a cui si se n to ­
n o trattenuti nella loro curiosità di e sp lo ra re il m o n d o ,
del m o n d o ce rto n o n ne ig n o ra n o i pericoli.
U no dei g ran d i p u n ti interrogativi p resen ti n elle loro
c o sc ie n ze è, c o m e a b b ia m o detto, il p ro b lem a “D ro g a ”.
Essi ne av v e rto n o tu tto il p o ten ziale distruttivo e p er
q u e sto d e sid e ra n o a p p ro fo n d ire le p ro b le m a tic h e c o n ­
n esse all’u so degli stu p efacen ti, e c e rc a n o nella scuola
degli interlocutori validi e p re p arati c h e sa p p ia n o fornire
loro le arm i p e r o p p o rsi a q u e sto g ra n d e n em ico ch e
m inaccia la salu te p sch ica e fisica di u n individuo.
Le loro g ra n d i p re o c c u p a z io n i nel sociale rig u ard an o
a n c h e la crim inalità, la violenza la co rru zio n e, la diffusio­
n e dell'AIDS, il d e g ra d o e l’in q u in a m e n to am b ien tale.
C o n clu d iam o il ca m m in o di q u e sta n o stra ricognizio­
n e m e tte n d o in ev id e n z a il d e sid e rio dei ragazzi di
integrare il p ia n o di stu d i trad izio n ale co n la c reazio n e di
spazi d ed icati ad attività extrascolastiche. D ue id e e ori­
Approfondimenti
NUOVI ORIENTAMENTI
ginali, p e r e se m p io , v e n g o n o d a M ilano e da Rimini.
A M ilano, in u n a scu o la su p erio re, all’in tern o del
“P ro g etto G io v an i”, si è sv o lto u n co rso (au to rizzato e
fin an ziato dal P ro v v ed ito rato ) in orario extrascolastico
c h e ha in seg n ato a 40 rag azze alcuni acco rg im en ti p e r
m igliorare la lo ro im m agine.
“C om e nella m ag g io r p a rte delle scu o le su p e rio ri”,
d ice l'in seg n a n te “re fe re n te ” p e r il p ro g e tto giovani,
“siam o u n p o ’ tutti im p eg n ati a p re v e n ire il disagio dei
giovani. D isagio, p erò , n o n è solo la d ro g a, m a, so p ra t­
tu tto p e r le ragazze, a n c h e la d e p re ssio n e o addirittura
l'anoressia. Così è nata q u e sta attività c h e le ha im p e g n a ­
te a m odificare il p ro p rio ra p p o rto co n se stesse, e q u in d i
a sentirsi più sicu re nella relazio n e c o n gli altri. Avviare
le stu d e n te sse a u n a co rretta p e rc e z io n e e p re se n ta z io n e
della p ro p ria im m ag in e - c o n c lu d e la d o c e n te - è u n
m o d o p e r co n trib u ire ad affrontare in fu tu ro a n c h e
esam i, colloqui di lavoro, c o n c o rsi”.
In v ece da Rimini p arte u n ’iniziativa c h e v u o le offrire ai
gio v an i la c o n o sc e n z a dell'ABC della g u id a di u n “d u eruote". Q u e sto p ro g e tto , c h e v ed rà nei p an n i dei p ro fe s­
sori d ei vigili u rb a n i e d esp erti d el setto re m otociclistico,
fornirà ai giovanissim i alc u n e indicazioni utili p e r m u o ­
versi c o n sicu rezza nel traffico cittadino. P o tra n n o rico­
n o sce re i segnali stradali, e sse re a c o n o sc e n z a d elle
n o rm e del co d ice e sentirsi p iù sicuri in sella ad un
m o to rin o .
Q u e sta iniziativa è sem b rata in teressan te, tan to ch e
n u m e ro se reg io n i n e h a n n o richiesto il p ro g ram m a.
A nche la Puglia v u o l p arte cip are a q u e sto progetto.
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MODUGNO
Pag. 15
VIAGGIO INIZIATICO
A n e lli d i f u o c o h a sa lta to la m ia c o s c ie n z a ,
è p a s s a ta a ttra verso re c in ti d i f i l o sp in a to ,
h a c a m m in a to s u p erco rsi d is a b b ia in c a n d e sc e n te
sotto la lu c e g ia lla d i u n sole im pietoso.
H a fo r g ia to p ie d i d ’a m ia n to .
H a sfid a to a c q u a z z o n i d i corruzione,
m a sa re m a re su z a tte r e d i fo r tu n a .
H a visto fr a n a r e la terra in to rn o a sé
e a lb eri e f i o r i e colori sp a rire in g h io ttiti d a l
n u lla ,]
m a sa d isc h iu d e re le a li e la scia rsi g u id a r e d a l
v e n to ...]
e sola nello s p a z io lim p id o h a u d ito il c a n to
delle sfere celesti]
e lì h a in c o n tra to A m o re,
su p erb a m o n a d e .
H a va rc a to il c a n c e llo a r r u g g in ito d a l tem po,
d ietro le s u e spalle le u rla della v e cch ia C ittà
e su lle s u e la b b ra p e r sem p re la d o lce fr a te r n ità .
M a rg h erita D e N ap o li
Pag. 16
NUOVI ORIENTAMENTI
Speciale elezioni
UNA MADONNA SCOMPARSA
Sino al 1961 a Modugno c'era una pregevole icona posbizantina del 1533
Raffaele Macina
Nella prima metà del Cinquecento operò in Puglia un
“misterioso pittore noto sotto la sigla ZT, la cui origine e
formazione è avvolta a tutt’oggi nel mistero più fitto”, il quale,
oltre a tavole in stile occidentale, “ha lasciato due icone - quella
del Museo Diocesano di Bari (già nella Chiesa Matrice di
M odugno n.d.r.) e quella nella Cattedrale di Ruvo -, in cui si è
confrontato con quella cultura bizantina della quale era anco­
ra permeata la più attardata cultura pittorica del primo Cinque­
cento in Terra di Bari”
L’icona, che fu già nella Chiesa Matrice di M odugno e la cui
immagine proponiam o in grande in copertina, è denom inata
M a donna con B am bino^M adonna di Costantinopoli); è una
tem pera su tavola e misura cm 130x 103; presenta nel l'ango­
lo inferiore sinistro due segni (simili a due zeta) che sono stati
interpretati com e 33, ovvero 1533; riveste per gli studiosi
particolare interesse poiché fonde elem enti ed influenze
della scuola bizantina e di scuola veneta; fu un prototipo, al
quale si ispirarono diversi pittori del Cinquecento: ad esem ­
pio, la M a d o n n a col bam bino di Bitonto “dipende chiara­
m ente dall'icona di M odugno, per la similarità della posizio­
ne delle mani dei personaggi e per la foggia dell’abito del
Bam bino”2.
L'icona per secoli è stata nella Chiesa Matrice di M odugno
ed essa nel 1961 fu clonata al Museo Diocesano di Bari, che
volle raccogliere le icone presenti nei diversi centri della
diocesi.
Probabilm ente quando fu clonata dai responsabili della
Chiesa Matrice, l'icona non era più oggetto di culto e d'altra
parte nella religiosità popolare quella figura di M adonna
(M adonna con B am bino - M adonna di Costantinopoli)era
stata com pletam ente em arginata dalla nuova figura della
M adonna Addolorata, la cui venerazione a M odugno fu
ulteriorm ente intensificata a partire dagli anni Cinquanta (è
del 1949 il saggio dello stesso don Milano M odugno e
l ’A ddolorata). Va da sé che le due figure di M adonna sono
rappresentative di forme diverse di religiosità, di riti e tradi­
zioni.
Peraltro è forse opportuno qui rilevare che echi del culto
della M adonna di Costantinopoli sono stati presenti sino a
non molto tem po fa nella cultura popolare: è viva ancora
un'antica leggenda che parla di un misterioso ritrovamento
di una immagine della M adonna, poi chiam ata del Soccorso,
di stile bizantino, nella m ena (torrente) di Balsignano che
rischiava di straripare in seguito a piogge diluvianti che,
naturalm ente, cessarono in seguito al m iracoloso ritrova­
m ento 3; molti ricordano ancora la festa che si svolgeva a
Balsignano in onore della M adonna del Soccorso nella
seconda dom enica di maggio.
C om unque sia, la presenza a M odugno di questa icona,
che fu un prototipo sul quale furono m odellate altre icone,
è un ulteriore elem ento che, accanto al com plesso di
Balsignano (all’interno del quale - lo si ricordi - c'è la Chiesa
di S. Maria di C ostantinopoli), a S. Maria di M odugno e al
com plesso della M adonna della Grotta, m ostra com e la
storia della città si sia intrecciata con l'arte, la religiosità e la
m entalità bizantina.
Infatti la presenza in Puglia della tradizione iconografica
ci riporta ai rapporti con l'O riente ed affonda la sua genesi
nel M edioevo. Le ricerche sino ad ora prom osse p er capire
com e e perché fiorisca la pittura iconografica in Italia ed in
Puglia rinviano a molteplici e diversi m om enti sto rici4.
C ertam ente, u n m om ento im portante p er l’afferm azione
di influenze bizantine in Puglia fu quello che seguì al
decreto iconoclastico em esso nel 726 dall'im peratore di
Bisanzio Leone III. col quale fu inaugurata una dura repres­
sione dei m onaci icofili e in particolare dei basiliani, così
denom inati perché appartenenti all'ordine di San Basilio.
Un secondo m om ento sarebbe legato al periodo delle
Crociate che in particolare avrebbe instaurato un rapporto
im portante fra l’Italia, e la Puglia in particolare, sia con la città
di Bisanzio sia con il Regno Latino di Terra Santa.
Infine, un terzo m om ento sarebbe legato alla conquista di
Costantinopoli da parte dei Turchi (1453) che, peraltro,
causò una vera e propria diaspora di pittori bizantini, molti
dei quali si stabilirono a Creta e qui fondarono vere e proprie
scuole. Fra il XV e il XVI secolo diversi pittori della scuola
cretese, che certam ente am bivano di entrare in rapporto con
la com m ittenza italiana, si stabilirono in Puglia e soprattutto
a Venezia, dove nacque una scuola di pittura postbizantina.
Ecco, i tre mom enti hanno avuto certam ente una loro
ripercussione nella storia di M odugno: è certo, ad esem pio,
che il com plesso della M adonna della Grotta sia stato in un
prim o m om ento una laura basiliana e poi una stazione di
riposo per crociati che seguivano il tracciato della via “Minucio-Traiana” p er giungere a Brindisi e di qui partire alla volta
della Terra Santa; inoltre, fra il XV e il XVI secolo, Modugno,
facendo parte del Ducato di Bari, portato in dote da Isabella
d'Aragona a Sforza Maria Sforza, entrò in un circuito culturale
Speciale elezioni
Pag. 17
NUOVI ORIENTAMENTI
ZT: Madonna con bambino diModugno (Madonna di Costantinopoli).
ZT: Madonna con bambino di
e commerciale molto vasto, all’interno del quale Venezia
aveva un ruolo im portante (a Moclugno, peraltro, si stabilisce
la famiglia Zanchi, sem pre denom inata com e nobile famiglia
veneziana).
Questi riferimenti possono essere importanti per capire
com e proprio a M odugno a partire dal XVI secolo troviamo
l’icona M a donna col bam bino (M adonna di Costantinopo­
li): data la storia della città, una tale opera d ’arte aveva molte
probabilità per essere apprezzata e per divenire oggetto di
culto.
Per quanto riguarda l’autore delle icone di M odugno e di
Ruvo, noto, com e abbiam o già detto, con la sigla ZT, sappia­
mo che com pose una serie di tavole di stile occidentale, nelle
quali “si m uove nellam bito di una cultura um bro-m archigia­
na affine a quella degli artisti attivi nel Chiostro del Platano a
Napoli” e che nelle due icone si cim entò con la cultura e
pittura bizantina. In verità, nei due dipinti “di vagam ente
bizantino c'è solo l’iconografia, peraltro assai incline a licen­
ze, e il rilucere della passam aneria dorata delle vesti e del
tendaggio dietro le figure. Per il resto, il paesaggio dell'icona
di Bari (fino al 1961 a M odugno n .d .r.), reso con colori freddi
che fanno presagire una tem pesta, e il fondo cam pito di
minuscoli fiorellini multicolori dell'icona di Ruvo, risentono
chiaram ente di cose venete
Singolare il panneggio, duro, crestato, quasi im bevuto di
gesso e poi m esso in forma, che ricorda piuttosto esem pi di
pittura nordica. Ciò vuol dire forse che il pittore è di origine
nordica e che si è form ato tra l'Ungheria di Mattia C o n in o e
la Dalmazia, o che questo “fiam m inghism o” gli deriva, più
sem plicem ente, dallo stesso am biente napoletano, crogiuo­
lo in cui si sono incrociate le più varie culture? Il problem a è
aperto ad ogni ipotesi, e richiederà che si faccia maggior luce
anche sullarte ungherese del Rinascimento, così carica di
influssi fiorentini, veneziani e dalm ati”5
R iivo
(Madonna di Costantinopoli).
L 'am arezza di vivere in u n a città
insensibile verso i beni culturali
Tutto questo discorso, però, sull'icona di M odugno del
1533 non può non farci riflettere sulla situazione dei beni
culturali di questa città: qui a M odugno un bene culturale o
è in rovina o è chiuso o ha preso altre strade. Che ne è di
Balsignano e del villaggio neolitico? I cittadini conoscono o
possono conoscere le num erose tele di scuola napoletana
del XVII secolo presenti nella Chiesa del Purgatorio, sem pre
e sistematicamente chiusa, nonostante le centinaia di milioni
che lo Stato ha versato per opere di restauro e conservazione?
E, lo confesso, quando mi faccio queste dom ande, spesso
NUOVI ORIENTAMENTI
Pag. 18
Pagine di Storia
mi dico che è quasi inutile ricercare, informare, pubblicizza­
re vecchi e nuovi beni culturali e avanzare su di essi una
proposta.
Ma si sa, la speranza è l'ultima a morire ed ecco, allora, una
proposta realizzabile sull'icona della M adonna con bam bi­
no : il Com une di M odugno bandisca un concorso per pittori
che si im pegnino a fare delle copie dell'icona di Modugno;
le copie, poi, potrebbero essere sistemate nelle scuole e in
strutture pubbliche per rinnovare sull’icona del 1533 una
m em oria storica che è già tanto carente.
Speriamo che gli attuali inquilini di Palazzo Santa Croce
leggano e condividano questo nostro scritto.
1C. Gelao, Tra Creta e Venezia - Le icone dal X V a l XVIIIsecolo,
in -Icone di Puglia e Basilicata dal Medioevo al Settecento-, Mazzet­
ta, Milano 1988, p. 37.
2C. Gelao, L ’iconografia della M adonna di Costantinopoli in
Terra di Bari, in L. Bertoldi Lenoci, Le confraternite pugliesi in età
moderna, voi. 2, Schena, 1980, p. 71.
3R. Macina, Usindeche de Valsegliene, in «Nuovi O rientam enti,
N. 4/5 1980, p. 10.
4Sull’argomento v. Pina Belli D’Elia, Fra tradizione e rinnova­
mento, le icone dall XIalXIVsecolo, in "Icone di Puglia e Basilicata
dal Medioevo al Settecento>, op. cit., pp. 19-30.
SC. Gelao, op. cit., p. 37.
La Madonna di Costantinopoli di Bitonto che si rifa all'icona di
Modugno.
LA S C H E D A S T O R IC O -A R T IS T IC A D E L L ’IC O N A D I M O D U G N O
( La scheda che qui di seguito pubblichiamo è di Clara Gelao ed essa
è tratta da Icone di Puglia e Basilicata, op. cit., p. 147.)
Pittore: ZT
M a d o n n a co n B a m b in o ^ M ad o n n a di C o stan tin o p o li).
T e m p e ra su tavola, cm . 130 x 103- Bari, M useo D io ce­
san o .
Iscrizioni: N ell 'angolo in ferio re sinistro: x \ in te rp re ­
ta to c o m e 33 = 1533.
La tav o la si tro v av a in o rig in e nella ch iesa M atrice di
M o d u g n o (B ari), d o n d e nel 1961 è p assata nel M useo
D io c e sa n o di Bari.
Il tem a ra p p re s e n ta to è u n 'in te rp re ta z io n e , a lq u a n to
libera, d e llo sc h e m a dell'Eleousa: la V ergine, la cui
figura è tag liata all’altezz a d e lle g in o cch ia, vi c o m p a re
se d u ta , av v o lta d a u n a m p io m a p b o rio n b lu o rla to da
u n v isto so g a llo n e d o rato : da e sso s p u n ta n o la tu n ica
ro sa e il c e rc in e rig ato c h e le n a s c o n d e i capelli. C on la
m a n o sinistra strin g e a sé il B im bo, in a m ic h e tta m a rro ­
n e c h ia ro e m a n to c o lo r corallo, il q u a le ha u n rottilo
n ella sin istra e b e n e d ic e alla latina c o n la d estra. D ietro
le fig u re è u n te n d a g g io , a n c h ’e sso b o rd a to d a g allo n e
d o ra to . Lo sfo n d o è co stitu ito d a u n cielo a z z u rro c u p o
striato da n u v o lo n i, sul q u a le si stag lian o alberi.
Citata nel 1919 dal Salmi, c h e la p o n e v a in ra p p o rto
c o n i d ip in ti di sim ile so g g e tto n ella ch iesa di S. G iac o ­
m o a B arletta e nella C atted rale di R uvo, la tavola fu
su c c e ssiv a m e n te ristu d iata dal D'Elia ch e , n ell'a ccettare tali riferim enti, n e in d iv id u a v a l'a u to re nel m isterio so
p itto re n o to c o n la sigla ZT, p e r i p alesi ra p p o rti
esisten ti c o n la M a d o n n a d i C o sta n tin o p o li di S pinazzola e col polittico nella ch iesa d el C arm ine a Ruvo.
Se è in d u b b io ch e, sul p ia n o ico n o g rafico , il p itto re
h a g u a rd a to alla tra d iz io n e ico n ica b izan tin a, an c o ra
v ig o ro sa in P uglia, m u tu a n d o la p ro b a b ilm e n te dal d i­
p in to di D o n a to B izam an o già a N oicattaro, è p e rò d a
n o ta re c o m e egli re in te rp re ti il tem a in ch iav e d e c isa ­
m e n te v e n e te g g ia n te (C alò), so s titu e n d o al tra d iz io n a ­
le sfo n d o d o ra to u n fresco p a e sa g g io , forse d e s u n to da
s ta m p e di o p e re b ellin ian e.
B ib lio g ra fia : Salmi 1919 a, p. 172, n o ta 2; Q u in tav alle
1932, p. 147; M. D'Elia in Bari 1964, p. 117; P. e M. D'Elia
in Bari 1969, sc h e d a n. 32; C alò 1969, p p . 53-54;
L u catu o rto 1971, p. 57; Rotili 1976, p. 139.
Pagine di Storia
P a g .19
NUOVI ORIENTAMENTI
Una indagine storica di Rosa Antonacci De Marco, condotta sul filo delle
memorie comuni e di una ricca documentazione archivistica.
Renato Greco
Ci so n o persone, in questo nostro m o n d o d'oggi così
distratto e distolto, m olto spesso sordo al richiam o dei
valori della cultura, insofferente p e r tutto q u an to non abbia
un m ediato e im m ediato ritorno econom ico, che fanno
eccezione alla regola com une.
Ci so n o perso n e che sen to n o ancora fortissim o il d eside­
rio di ricondursi alle radici com uni e universali, esprim en­
do la condizione che si p u ò ricondurre ad un solo, grande
bisogno di certi uom ini e d o n n e, dei quali noi ard en tem en ­
te speriam o e in fondo sappiam o che non si perderà la
pianta: un valore astratto, m a valido p er tanti: la cultura e
la sua m otivazione soggettiva.
E bbene, una di quelle p erso n e di cui parliam o noi,
invece, senza meriti e dai molti meriti, è certam ente la
nostra am ica Rosa A ntonacci De Marco, la quale, udite!,
udite!, ha la passione della storia e la coltiva da sem pre con
sacrificio di ricerca e di studio, con indagine condotta negli
archivi disponibili, che esibisce, in questo suo affresco
sulla Bitetto in ep o ca borbonica, docum entazione rigorosa
e am ore patrio. L'autrice è d o cente di Lettere nella scuola
m edia inferiore e n o n è nuova alla scrittura ed alla ricerca
in cam p o storico, che da anni ha indirizzato alla storia
locale di Bitetto, città nella quale abita orm ai da decenni.
La p resente fatica della nostra am ica è u n 'o p era di largo
respiro che esam ina in oltre quattrocento pagine la storia
di Bitetto in età borbonica. Si parte da uno sguardo in
generale sulle condizioni della città nel Settecento e si parla
delle caratteristiche fisiche del borgo m urato, con le sue
vie, piazze, palazzi e chiese, in rapporto con il territorio nel
quale è ubicata Bitetto. Si fa dei luoghi sacri della città una
puntuale descrizione e se ne riferiscono aspetti d o cu m en ­
tali certi con il richiam o a carte e piante. Indi si passa ad un
esam e delle pratiche religiose principali, della nascita delle
congregazioni laiche e alla lenta evoluzione della città e
alle sue trasform azioni nel tem po.
Sono sviluppati i tem i relativi alla sede vescovile poi
abolita ai prim i dell'O ttocento, della sua im portanza ai fini
dello sviluppo locale, e i tem i che interessano la vita
econom ica, prevalentem ente a taglio agricolo, della socie­
tà bitettese del tem po. I sistemi di pesi e m isure usati
all’epoca, le fiere fam ose in tutto il circondario, una inda­
gine socio-econom ica fondata sul docum ento di cessione
del feudo al nuovo acquirente (A pprezzo del 1731), le
notizie dello stesso
g e n e re c o n te n u te
x)ì/e/fo
(/fi w'fvo/um
nel Catasto O ncia­
rio del 1753, che trat­
teggiano rendite e
ricchezze dei singo­
li cittadini con ri­
guardo alla istituzio­
ne della tassa sulle
proprietà fondiarie.
U na sto ria ch e,
sulla b ase dei d o cu ­
m enti, non ostante
l’afferm azione del­
l'autrice che non si
sente di presentarsi
com e una “scrittrice
di storia”, è invece
condotta con rigore scientifico e scende al dettaglio della
vita delle singole famiglie esam inando testam enti e capitoli
matrimoniali, indagando sulla n on sem pre facile condizio­
ne dei rapporti tra il feudatario e la com unità, sulla sp ro p o r­
zione esistente nella distribuzione delle ricchezze locali
(proprietà im mobiliari e agricole) tra il p o p o lo m inuto, il
vasto clero e apparato religioso, pochi privilegiati esercenti
arti nobili e i “m agnifici”, ossia i notabili che non avevano
problem i di m ensa e di alloggio e che al contrario si
avvantaggiarono all'epoca della dom inazione francese
con l'acquisto a vii prezzo dei beni ecclesiastici.
Una indagine di vasto respiro, com e abbiam o detto. Essa
si conclude, d o p o aver tracciato un itinerario attraverso il
tem po narrando di fatti e p erso n e della Bitetto del Settecen­
to ed O ttocento, ap p u n to con l'unificazione dei Savoia del
1860. Tutto questo in una lingua com prensibile e chiara e,
com e abbiam o già accennato, esibendo la docum entazio­
ne del caso e il sicuro riferim ento storico.
Se, trattando di storia locale, com e ci è sem brato di
cogliere nelle parole dell'autrice, il libro ha disturbato
l'ingegnosa e surrettizia suscettibilità di qualche contem ­
poraneo, è questa la prova provata che l'indagine portata
avanti dalla Rosa A ntonacci De Marco, ha tutti i crismi della
verità scientifica docum entabile e che in questa riposa la
sua validità.
f à o ia
*
J & n/tv w s a : O r
Pag. 20
NUOVI ORIENTAMENTI
A Medugne se disce adacchesé
JE TUTTE NE BLIFT E BLAFT
La fantasia e l’originalità dei modi di dire
Anna Longo massarétU
Benedétte quande squèccere de llatte ‘ngià ddate la mamme!
Benedette quante gocce di latte gli ha dato la mamma!
è una dolce espressione usata da chi, volendo esaltare le meritorie
doti di qualcuno, e nel contempo ringraziarlo del suo buon operare,
lo benedice risalendo al latte materno che gli avrebbe trasmesso
tanto bene.
Blift e blaft è una locuzione intraducibile con parole esatte, ma
l’onomatopea esprime uno sciogliersi in nulla, ragion per cui, quan­
do si diceva Le solde se n onne scinte a blift e blaft, si voleva
significare “I soldi se ne sono andati senza alcun costrutto".
Una certa rassomiglianza, se non altro neH'onomatopea, ha l'altra
espressione
Brebinghe e brebanghe. Nel pronunziarla si traduce un suono che
vuole esprimere un dire e ridire, un fare e disfare, un rumoreggiare
senza risultato o utilità.
Quando non esistevano i vari Dixan o Dash, per indicare il lindore
della biancheria il punto di riferimento era il candore della neve, e
perciò l'espressione usata era
Bianghe coni a ne shcuppe de neve
Bianco come un fiocco di neve.
La bbande de Caivane
La banda di Caivano
si richiama ad un complesso bandistico non ben armonizzato, e quindi
tale espressione costituiva l'etichetta di un gruppo discordante.
Nella civiltà contadina le categorie dei braccianti, dei piccoli
artigiani vivevano una vita molto grama, in quanto il lavoro era
scarsamente retribuito e, per contro, le famiglie erano numerose. Di
conseguenza, frequente era il debito per acquistare i primi generi di
necessità. Ma la gente era dignitosa, e chiedere di differire il paga­
mento della merce acquistata era considerato disonorevole e molto
doloroso. Da qui
Brutte coni o dèbete
Brutto come il debito.
La parola “carnè' ha un significato più ampio della comune
accezione e presenta particolari sfumature.
Carne ca cresce
Carne che cresce
indica i bambini, i giovanetti che sono ancora in via di sviluppo,
mentre
Carne sènza scionde
Carne senza aggiunta
si riferisce al celibe o alla nubile, che non hanno ancora unito il loro
corpo a quello di un altro.
Ce nan èrepe la nére a le cuézze...
Se non fosse stato per il parassita alle fave...
era una battuta piuttosto ironica per accettare l'ineluttabilità di un
avvenimento e per sottolinearne la consequenzialità. Infatti l'orobanche, pianta parassita delle fave, accompagna quasi sempre la
coltivazione di detto legume, quindi, se l’orobanche è presente, la
fava deve necessariamente sopportarne le conseguenze. Insomma,
se c’è luna, c’è pure l'altra.
Quando si voleva minacciare una conclusione irrevocabile, se non
si fosse addivenuti ad altri consigli, si diceva:
Ce attaccbe u sacche na u staccheche cchjù
Se attacco il sacco non lo stacco più,
ossia non cambio più idea.
Chjaccbjere ca nan ègnene vénde
Chiacchiere che non riempiono la pancia
sono le parole inutili e senza costrutto. Il riferimento concreto alla
sazietà derivante dal cibo è un segno dei tempi difficili, in cui
acquietare la fame non era un fatto scontato.
Cambà jind 'a la vénde de la vacche
Vivere nel ventre della vacca
sta a significare la vita comoda che una persona conduce, perché “la
vénde de la vacche è spaziosa e, figuratamente, indica benessere
economico. Lo si attribuiva particolarmente ai figli sposati che
rimanevano nella casa dei genitori delle cui ricchezze godevano.
Coni il vite u scrive
Come lo vedi così puoi descriverlo
vuole indicare persona che non possiede proprio nulla, oltre quello
che si vede.
Come ‘na cose jé l aide
Come è una cosa è l'altra
è un modo di dire sbrigativo, accondiscendente, corrispondente al
nostro tanto usuale “non ci sono problemi ".
Gli si avvicina un po’ l'altra espressione
Come sand'e sije
Come sia sia
che chiude un discorso componendolo, conciliandolo.
Cchjù rènne e cchjù pènne
Più rende e più pende
A Medugne se disce adacchesé
NUOVI ORIENTAMENTI
dà l'immagine di qualcosa di morbido, di cedibile che asseconda la
forza di trazione. L'espressione era attribuita alla coscienza che cede
alle nostre pretese, ma voleva anche dire che più si aspetta e più la
cosa diventa grave, pesante.
Ce tire e ce strazze
Chi tira e chi straccia
si pone in un certo senso a fianco al precedente modo di dire per le
immagini che desta. Esso, però, vuole indicare una situazione in cui
ognuno cerca di arraffare più che può senza rispetto alcuno, tirando
e strappando.
Cbjove e ‘ndandrandèsce
Piove e tuona
è un'espressione quasi liberatoria dall'uggia di una giornata piovosa
e nella sua onomatopea fa sentire il tambureggiare della pioggia che
picchia e il brontolìo del tuono.
M a ccadute la casa ‘agape
Mi è caduta la casa in testa
ha un tono piuttosto stupito per un accadimento improvviso di cui
non si presentiva alcunché. E la casa che cade sulla testa esplicita in
pieno la dimensione del fatto.
M a sparate ne dolore
Mi è scoppiato un dolore
mostra anch’esso con il suo verbo11sparare la repentinità dellaccadimento, veloce, forte e doloroso come un colpo di sparo che ti
coglie alla sprovvista.
Ce vene drète acbjute u vate
Chi viene dopo chiuda il passaggio
è un’espressione che denota insieme rassegnazione, accomoda­
mento, accettazione. Infatti "u vate è il viottolo privato di accesso al
fondo rustico. Quindi è un voler dire che, al momento, si approfitta
dell'ingresso libero, delle possibilità, delle disponibilità; a quelli che
seguono è affidato l'onere di provvedere alla chiusura, cioè alle
conseguenze.
Chèdde ca corre josce nan gotre era
Ciò che va oggi non va domani
è un'espressione un po' qualunquista che strizza l'occhio al mediceo
“di domani non c'è certezza”.
Cam he, ciucce, ce aspiette la paggbjia nove!
Campa, ciuccio, se aspetti la paglia nuova!
Il povero asino, animale sempre maltrattato nella storia, aspetta
invano la paglia fresca del nuovo raccolto. Nella stessa condizione di
vana attesa viene a trovarsi colui che non vedrà realizzare i suoi
desideri.
Ce cambe te vète!
Chi vivrà ti vedrà!
è un velato rimprovero che esterna il dispiacere di non vedere
frequentemente la persona a cui viene rivolto e che. naturalmente, è
fatta oggetto di attenzioni, di affetto. Questo modo di dire ha però un
Pag. 21
risvolto e può significare anche ridersi di qualcuno, infischiarsene,
tanto che spesso era accompagnato da un gesto della mano che
accostava al naso il pollice destro, spingendo verso l’orecchio le altre
dita aperte, quasi a far marameo.
Gli occhi sono ancora protagonisti di
Chestà quando 'n eccbje de facce
Costare quanto un occhio della faccia,
che è un'iperbole per quantificare il tanto denaro speso per qualcosa
o qualcuno. Un simile significato ha
Cresce a Ilatte d 'aciedde
Crescere a latte d’uccello,
simbolo di alimento costoso e introvabile, che indica quanta cura si
pone nelLallevare qualcuno.
Citte tu e citte jì
Zitto tu e zitto io
esprime un mutismo fatto di rancore, di pensieri inespressi che si
covano dentro e non si manifestano per chiarire un fatto, una
posizione.
Cangia tacque a l'auì
Cambiare l’acqua alle olive
è una garbata perifrasi per non pronunziare il disdicevole verbo
"orinare". Infatti le olive emanano un umore che rende l’acqua scura
(Lorina), che va sostituita con acqua pulita perché esse non ne
soffrano.
Cede cedè
Quasi che, come se
è un'espressione che potremmo definire come una congiunzione
conclusiva, specie per la frettolosità con cui si pronunziano le due
voci.
Chemute e mozziate
Cornuto e bastonato
esprime bene la mortificazione di chi alle beffe aggiunge il danno.
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NUOVI ORIENTAMENTI
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A Medugne se disce adacchesé
DOTTOR E DATENGE ‘NA CURE A CCHUSSE
Sono curiose le espressioni riferite alle malattie
Giuseppe Martino
lld o tt. G iuseppe M a n i no, m ed ico d ifa m ig lia a M o d u g n o d a
oltre d u e lustri, a ve va d a tem p o com preso che, p e r interpre­
ta re co rretta m e n te i sin to m i d ei su o i p a z ie n ti m en o a c c u l­
turati, biso g n a va m itra re nelle p ie g h e d el dia letto col q u a le
essi si esprim ono. D i q u i d isc en d e u n p icco lo elenco d i
espressioni tip ich e rig u a rd a n ti le p iù c o m u n i m alattie, che
egli h a raccolto sia p e r u n p ro m e m o ria p ro fessio n a le sia p e r
su o diletto, e ch e volentieri p u b b lic h ia m o .
P e r e se rcitare la p ro fe ssio n e di m e d ic o di fam iglia
b iso g n a e n tra re in sin to n ia c o n la g e n te ch e si visita,
cio è b iso g n a farsi a p p re z z a re e nel c o n te m p o ca p ire
co sa i p az ie n ti v o g lia n o e sp rim e re . A M o d u g n o , così
c o m e altro v e, ci s o n o d elle e sp re ssio n i tip ic h e p o p o la ri
c h e h a n n o b is o g n o di e ss e re in te rp re ta te . N e se g n a lo
a lc u n e c h e s o n o so lo u n a g o cc ia n e ll’o c e a n o del v e rn a ­
c o lo m o d u g n e s e .
D o tto r, so state ‘n g h e ttu re tu tte la n o tte cu zzu rre
zezzu rre, p o ' v erse starn atin e so sciu te n u p ic c h e d e
s p u rg o d e n s o
D o tto re, s o n o stato m ale tutta la n o tte cu z z u r r e e
z z u r r e , p o i v e rso stam attin a h o e m e sso u n p o ’ di
s p u rg o d e n so ..
“ U z z u r r e e z z u r r e ' in d ica varie c o se e q u e sta sig n o ra
av ev a u n a o rto p n e a d a s c o m p e n s o c a rd ia c o c o n g e sti­
zio c o n s e g u e n te ad u n a c a rd io p a tia isch em ica. T u tta ­
via e s p re s s io n e id en tica p u ò e sse re u sata p e r in d icare
del ca ta rro d e n s o , u s p u rg h e , c h e va su e giù in trach ea.
Così c o m e i ru m o ri asm atici p o s s o n o e sse re riferiti
c o m e “z z u r r e e z z u r r e " .
U m a le d e S a n d e D e n a te
Il male di San Donato, ovvero l’epilessia.
U frid d u a zze.
V ien e c o n q u e s to te rm in e e sp re ssa u n a in ten sa s e n ­
sa z io n e di fre d d o , a c o m p a rsa im p ro v v isa e d a c c o m p a ­
g n a ta d a s e n s a z io n e di m a le sse re c o n e v e n tu a li tre m o ­
ri. Mi è sta to di fre q u e n te riferito da p azien ti o n co lo g ici,
so p ra ttu tto affetti d a c a n c ro del c o lo n o p p u re d a p a ­
zienti c h e a v e v a n o d eg li ascessi o c h e e ra n o stati colti
d a im p ro v v ise feb b ri di tip o virale.
U c ia m m u e r v e o n a se
Il muco al naso.
Si tratta di u n ’e s p re s s io n e c h e indica u n m u c o d e n s o
al n aso , alla q u a le ric o rro n o p a z ie n ti co n p o llin o si e
c o n sin u so p a tia in g e n e re cronica.
Le c a ld a c in e
E' u n te rm in e u sa to p e r in d ic a re d elle im p ro v v ise
v a m p a te di calo re, a c c o m p a g n a te da ip ere m ia c u ta n e a
del vo lto , c h e p o s s o n o e sse re u n ite a s u d o ra z io n e più
o m e n o in ten sa. E' usata in g e n e re da d o n n e in m e n o ­
p a u sa , m a a n c h e da p a z ie n ti ip ertiro id ei o d a soggetti
ansiosi in c o rso di a tta c c o di p a n ic o più o m e n o
c lin ic a m e n te o g g e ttiv a b ili.
Dottor, vite a cchèsse: à f a t t e u c iu m m e
Dottore, osserva questa: ha messo su la gobba.
U c iu m m e è la g o b b a . Così mi parlav a u n a n z ia n o
in d ic a n d o m i la m o g lie c h e aveva a v u to u n cro llo v e rte ­
b ra le da o s te o p o ro si co m p licata.
Dottor, m a s h c a ffa te p u r e u d iste n e l proso
Dottore mi ha messo pure il dito nel proso.
Così mi ha risp o sto u n sig n o re q u a n d o gli h o ch iesto
c o sa a v e sse fatto l’u ro lo g o nel visitarlo. P e r lui il p ro so
n o n era altro c h e l’an o .
Dottor, c o m e n g e so leva te u p p a n e d a m in a n e o
m e n n i im e, c a d d e a v ’a g n e u sc iu te .
E' la d e sc riz io n e c h e fa la m am m a di u n o sp a sm o
in fantile di u n b im b o di 14 m esi: il b im b o , p riv ato del
s u o p a n e , ha u n a crisi di p ia n to c o n a p n e a così in ten sa
da sv en ire ( a v ’a g n e u s c iu te ). Si tratta di u n a situ a z io n e
c h e sp a v e n ta m o lto e p u ò n ev ro tizz are i genitori.
U trie m u e e u tre n g h e tie d d e
U tr ie m u e è u n tre m o re c ro n ic o degli arti co m e
q u e llo p a rk in s o n ia n o o q u e llo d io p a tic o , m e n tre u
tre n g h e tie d d e indica u n tre m o re in so rto im p ro v v isa­
m e n te c o m e nel c a so di brividi o di u n o stato di an sia
a se g u ito di u n ’ag itazio n e.
D ottor, e d a te n g e 'n a c u re a ccu sse
Dottore, e dategli una cura a questo.
Così si esp rim e v a u n a sig n o ra nei co n fro n ti d el m arito
c h e e ra affetto da im p o te n tia erig en d i. Q u e s to p ro b le ­
m a v ien e ra ra m e n te fu o ri nei c o llo q u i c o n le c o p p ie ,
A Medugne se disce adacchesé
NUOVI ORIENTAMENTI
Pag. 23
p e r u n s e n s o di p u d o re e p e rc h é i p ro b le m i sessuali
so n o tab ù : talvolta, b iso g n a intuirli d a e sp re ssio n i ch e
si p re s e n ta n o c o m e g e n e ric h e . U n sig n o re u n a volta,
p a rla n d o dei ra p p o rti c o n la m oglie, m i disse: “D o tto re,
c o sa volete: m ia m o g lie n o n è stata m ai g o lo sa '’.
al v e c c h io c a rro c h e u n te m p o , q u a n d o n o n c 'e ra la
fogna, p a ssa v a a racco g liere le a c q u e luride.
D o ttor, c o m e so f a t t e la p u n d u r e , m e so s e n d u te la ca p e
'n z ilu a te
C osì mi d isse u n a sig n o ra a n a lfa b e ta d o p o c h e aveva
p ra tic a to u n a fiala di an tib io tico . Il term in e 'n z ilu a te
significa a d d o rm e n ta ta , c o n fu sa , strana, e nel n o stro
ca so fa rife rim e n to alla testa, c o m e se la p a z ie n te av e sse
a v u to u n e p is o d io di v ertig in e soggettiva, a c c o m p a ­
g n ata d a lieve stato co n fu sio n a le .
è u n d e tto ch e v u o le in d icare i tipi biliosi, irritabili, co n
i q u ali n o n si p u ò co llo q u iare.
Dottor, so vviste a nepotem e: a d e v e n d a te c o m e a ‘n e
ba b b o n e, n e b a cca là .
D o tto r; le ‘n d r a m e a torce
L’e s p re s s io n e è riferita c o n l’in te n to di in d icare il
d o lo re di tip o colico, c o n sp asm i p aro ssistici di n o te v o ­
le in ten sità, di tip o b iliare o renale.
C o lleg ate alla p re c e d e n te vi s o n o altre esp re ssio n i,
n elle q u ali e n tra n o gli stessi term ini, c o m e c b e d d e ten e
le 'n d r a m e torte, c h e si riferisce a p e rso n a fu rb a, infida
ch e v u o le rag g irare, c o m e se la cattiveria ab b ia s e d e
n e ll'a d d o m e . C on l'e sp re ssio n e , in v ece, ‘n d r a m e terc iu te si in d ic a n o d ei d o lo ri a d d o m in a li in g e n e re c ro n i­
ci, di tip o colico: l'h o asco ltata sp e sso q u e sta e s p re s s io ­
ne d a p azien ti c o n c o lo n irritabile.
C are d o tto r, e cce c c o se jé : so sc in te c o r n o sfru sce e
cerra b b e te n é re ‘n ‘g uerpe, u c a ra tie d d e ?
C aro dotto re, e ch e co sa è: h o av u to co m e u n a scarica e ch e
cosa te n e v o in co rp o , u caratiedde?
Q u e sta e s p re s s io n e fu u sata d a u n a sig n o ra c h e e b b e
u n a d ia rre a c o n sca rich e v io le n te e se n z a p reav v iso , u
sfru sce, p e r cui q u a si d efecav a n elle m u ta n d e . Inoltre,
il c o lo n era e v id e n te m e n te m o lto p ie n o di feci, p e r cui
la q u a n tità e v a c u a ta fu e n o rm e e p e r q u e s to p a ra g o n a ta
C b id d e ca tè n e n e la fa c c ia verde
Q uelli che h a n n o la faccia v erd e
D o tto re, h o visto m io nipote: è d iv e n tato co m e u n o scem o,
u n baccalà.
E' l’e sp re ssio n e c h e m i ha p re se n ta to u n ’an z ia n a
sig n o ra rife ren d o si ad u n n ip o te p sico tico , in tratta­
m e n to c o n forti p sico farm aci c h e l'a v re b b e ro rid o tto a
“ n e b a b b o n e 1. In realtà, l'e sp re ssio n e v o lev a sin tetiz za­
re tutta u n a c o m p le ssa sem io tic a p sich iatrica, cio è di u n
so g g e tto sch izo fren ico e c o n seg n i di p a rk in so n ism o
ia tro g e n o , c o n sg u a rd o a tto n ito ch e fissa il v u o to , c o n
arti su p erio ri cio n d o lan ti, se n z a sin cin esie p e n d o la ri,
c o n c u te del v o lto g rassa e lucida, a n d a tu ra lenta,
talvolta b arco lla n te .
Dottor, tèn g b e u ruscete j i n d a la rècchie
D ottore, h o u n ru m o re n ell’o recchio.
Si tratta di ronzii, di acu fem i c h e v e n g o n o ac cu sati
s p e sso d a p az ie n ti c o n cerv ico artro si o c o n p a to lo g ia
d e ll’o re c c h io m e d io e, a n c o ra , del n e rv o acu stico .
C om e se p ig g b je c b è d d a m e d e c in e ‘n g e p ig g b je u
aggigghje
C om e p re n d e q u ella m ed icin a gli p re n d e l’euforia.
E' riferita a p a z ie n ti ch e , a s s u m e n d o la teofellina,
d iv e n ta v a e u fo ric o e si agitava.
A N G E LO
RAFFAELE
C AV ALLE R A
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Pag. 24
NUOVI ORIENTAMENTI
Recensioni
IL MALATO: UN SEMPLICE NUMERO
Franco G. Del Zotti. sino a qualche mese fa operante a Modugno,
ha pubblicato un interessante saggio di medicina generale
Margherita De Napoli
“Dissi, q u a n d o mi c o n se g n a ro n o il diplom a, dissi a m e
stesso ch e sarei stato b u o n o e saggio e coraggioso e
caritatevole col prossim o; dissi ch e avrei trasp o rtato il
cred o cristiano nella pratica della m edicina!”.
Le p aro le del dr. Siegfried Isem an tratte dal cap o lav o ro
letterario S po o n River riflettono forse stati d ’an im o che
a p p a rte n g o n o a tutti q uei dottori, ch e c re d e n d o nella
lo ro p ro fessione, so ffo cano l’am arezza di n o n v ed ere
p ien am en te rico n o sciu to il p ro p rio o p e ra to in u n a socie­
tà ch e sorride asco ltan d o paro le com e m issione, v o ca­
zione, fede. Ma q u esta è la risposta di u n ’e p o c a ch e è
“am m alata” di scetticism o e pigrizia, e l’unica terapia
ca p ace di ripristinarne lo stato di b en e sse re, rid an d o le
vigore, sare b b e u n ’iniezione di p assio n e ed entusiasm o.
Il dr. F ranco G. Del Zotti afferm a nel su o recen te saggio
di M edicina, intitolato M etodi d i M e d ic in a G enerale
(Levante Editori, Bari, L. 28.000, pp. 213) ch e sare b b e
necessario prescriv ere q u esta terapia d ’u rto an c h e ad un
figlio della g ra n d e “fam iglia” della Sanità, o v vero il m e­
d ico g en erale la cui im m agine è stata svilita e, a volte,
derisa, a causa della co n tin u a c o n tra p p o siz io n e ad una
m edicina “vincente, specialistica, o sp ed alo cen trica e tec­
n o lo g ica”.
Il m ed ico di fam iglia, se c o n d o Del Zotti, d ev e quindi,
attraverso un rin n o v am en to culturale so sten u to e p o rta­
to avanti a n c h e dalla SIMG (Società C ulturale dei Medici
G enerali), ridare dignità e professionalità al pro p rio
ruolo, rico n q u istan d o u n p o sto di prim o p ian o nel c o n ­
testo socio-sanitario italiano.
E ntusiasm o e p assio n e n o n so n o certo m ancati al dr.
Del Zotti d u ra n te il lavoro ch e ha p o rtato alla p u b b lica­
zio n e di q u esto testo ch e vuol essere un co n trib u to al
dibattito su ll'ep istem o lo gia della m edicina g en erale, sul­
l'esigenza cioè di trovare quei criteri ch e garantiscano
validità e fo n d in o in m aniera rigorosa e scientifica le
c o n o sc en ze frutto della ricerca di m edicina generale.
L’au to re, avvalendosi delle e sp e rie n z e m aturate attraver­
so i frequenti contatti co n noti esp o n e n ti della M edicina
G en erale A nglosassone e i viaggi ch e lo h a n n o avvicina­
to alla m edicina can ad ese, p ro p o n e “num erosi m etodi
m o d ern i ch e p o sso n o arricchire la p ro fessio n e del m edi­
co di famiglia: dalla “Logica” alla “Psicologia cognitiva”;
dal “P roblem S o lvin g “ alla “T eoria G en erale dei Sistemi";
dalla “P sicologia all’A ntropologia della Fam iglia” offren­
d o così “alla riflessione del m ed ico di fam iglia un am pio
ventaglio di fo n d am en ti m etodologici diversi p e r il suo
o p erare q u o tid ian o , ch e n o n è m ai u g u a le ”.
Il saggio di Del Zotti, M etodi d i M ed icin a G enerale,
p u ò essere un utile stru m en to nelle m ani di quanti,
se n te n d o l'esigenza di aprirsi al nuovo, vogliano m isu­
rarsi co n “le co m p lessità” ch e si in co n tran o n e ll’esercizio
della p ro fessio n e m edica, d u ra n te il p erco rso diagnostico-decisionale.
Q u este com plessità co m p o rta n o la necessità di a p ­
procci diversi. C ontinuare ad ignorare invece gli stim oli
ch e p ro v e n g o n o da altre latitudini p re clu d e la possibilità
di arricchirsi e di m igliorarsi. L 'attenzione m aggiore attri­
buita, p e r esem p io , dalla m edicina ca n a d e se alla p e rso ­
na e alla fam iglia piu tto sto ch e alla m alattia, p o tre b b e
ad d o lcire la te n d e n z a da p arte delle strutture sanitarie e
dei suoi o p erato ri a ridurre l'individuo ad un n u m ero o a
co n sid erarn e solo P o rg a n o m alato.
Da noi sp esso il p azien te avverte la sgradevole sen sa­
Recensioni
NUOVI ORIENTAMENTI
zio n e di p erdita della p ro p ria identità p erso n a le e certo
q u esto n o n giova al su o stato d 'a n im o già p ro strato dalla
m alattia.
A ncora, alcu n e ricerche n ell’am bito d e ll’A ntropologia
p ro p o n g o n o di osserv are i m iti fam igliari, ovvero le
cred en ze ch e affo n d an d o le loro radici nello strato irra­
zionale d e ll’u o m o , ch e p o sso n o essere u n fortissim o
ostaco lo ad accogliere la p arola del m edico, so p rattu tto
nell'am b ito della p rev en zio n e.
“Ad esem p io , nel m io p aese del Sud Italia - afferm a Del
Zotti - è difficile far dim agrire p e rso n e di u n a certa età
p e rc h é esse so n o legate al ricordo d ell’associazione tra
m agrezza e m alattia, im m agine m itica ed atavica p ro v e ­
nien te dalla loro infanzia p overa. P o treb b e ora essere
utile sfatare q u esta im m agine con im m agini da rotocalco
che m o stran o m olti ricchi m agri; o p arad o ssalm en te, li si
p o tre b b e invitare a sp e n d e re p iù soldi p e r cibi m en o
calorici.”
E’ n ecessario p e r il m ed ico p o rtato re del “lo g o s”, del
discorso razionale, d em olire miti di q u e sto g en e re che
Pag. 25
altrim enti si stru ttu reran n o in resistenze ch e i suggeri­
m enti terapeutici n o n riusciranno a superare.
Legati a d o p p io filo ai miti so n o i rituali m agici presenti
nelle culture so p rattu tto del n ostro M eridione co ntadino,
in cui la m alattia è co nsiderata la p u n izio n e ch e u n Dio
m an d a al peccatore. La m edicina rituale, prerazionale,
prescrive com e rim edio i riti purificatori. E' chiaro ch e
qualsiasi discorso scientifico urterà co n tro la p o ten za di
q u este concezioni m agico-religiose.
E’ quindi o p p o rtu n o ch e il m edico g en erale integri il
su o sap ere co n i contributi di altre discipline ch e cercan o
q u o tid ian am en te, ciascuna dal p ro p rio p u n to di vista, di
c o m p re n d e re i m isteri d ell’uom o.
E' q u e sto ch e il dr. F ranco D el Zotti si augura: ch e si
su p eri l'isolam ento sfu g g en d o alla logica di un S apere a
com partim enti stagni e ch e si faccia strada u n a nuova
m etodologia di lavoro: quella della co o p e razio n e, p e r­
ch é chiudersi o g n u n o nel p ro p rio guscio è perico lo so
p e r la cultura; p e r u na cultura ch e voglia essere rigoglio­
sa e viva e ch e p e r esistere d ev e coesistere.
UN GIALLO IMPREVISTO DI MARIA MARCONE
Renato Greco
Un solitario originale, il prof. Mario Tolmer, insegnante di
Diritto nelle scuole tecniche, la cui storia leggiamo nella più
recente fatica della scrittrice Maria Marcone, foggiana d'origine
ma barese d'adozione.
Più un lungo racconto che un romanzo, la vicenda si svolge sul
filo di una vacanza estiva nata per caso, come casuale sembra
essere l'impegno nella vita di colui (Mario Tolmer) che tutti
chiamano e conoscono come il “professore". Uno scapolo per
elezione, ma anche per pigrizia intellettuale e per poca voglia di
cimentarsi con le insidie del mondo femminile e con un legame
duraturo. Per quanto la sua innegabile intelligenza, il suo baga­
glio culturale, lo stesso aspetto fisico, asciutto e un poco allam­
panato, a dir suo, gli hanno sempre procurato tutte le donne che
ha voluto. Uno scrittore in attesa di scrivere il suo capolavoro, ma
che non si butta via in imprese di poco conto, e pur tuttavia
conosciuto per alcuni suoi scritti e prove come autore valido ed
esigente. Un uomo che tenta di disciplinare consapevolmente la
sete di alcool, suo tallone d'Achille privato ed anche pubblico,
che a volte lo fa guardare dai suoi conoscenti con un certo
sospetto e allarme.
Mario Tolmer, così come è tratteggiato dall’autrice in queste
pagine del II rifugio nel bosco, è tuttavia uomo vivo e problema­
tico, difficile e colto, che ha tralasciato con il tempo e comunque
trattiene le sue pulsioni più
MARIA MARGONE
autentiche, che ride del
Il rifugio nel bosco
mondo di oggi come è fatto
romanzo
e che vi si adatta ironica­
mente e consapevolmente.
L'intellettuale tipico meri­
dionale, foggiano per la pre­
cisione, aristocratico ed iso­
lato dalla massa brulicante,
senza nessuna storia fami­
liare che una sorella di mol­
to più giovane, sposata e
improvvisamente uscita dal­
EDIZIONI I»EL ROSONE
la sua vita tempo addietro:
andata a vivere a Napoli, la
grande città del Mezzogiorno, con un marito nella carriera
universitaria. Per i vicini del condominio, che tuttavia non
oserebbero mai parlarne con lui, la sparizione della sorella ha
significati oscuri ed equivoci, che comprovano una per tutte la
sregolatezza ed i vizi dell'uomo, donnaiolo, ubriacone, giocatore
incallito e tuttavia invidiato per la indipendenza intellettuale ed
etica, la superiore levatura culturale, la naturale noncuranza dei
valori su cui tenta la gente normale di arrampicarsi, almeno a
Pag. 26
NUOVI ORIENTAMENTI
parole, ogni giorno della sua vita ordinaria ed incolore.
La vicenda narrata dalla Marcone, alla quale si riconosce il
merito di una scrittura lineare e filante, da ottima professionista
della penna, si impernia, dunque, su una imprevista vacanza del
prof. Tolmer, che si risolve, purtroppo per lui, tragicamente. La
riassumiamo in breve per i nostri lettori
Appena ritornato da una sessione di esami di Stato che lo
hanno stancato, lontano dalla sua città. Foggia, al professore
viene proposta una vacanza ristoratrice in alta collina, un albergo
sopra Faeto, di proprietà del ristoratore presso il quale abitual­
mente consuma i suoi pasti.
Accettata la proposta e condotto dallo stesso Eugenio, il
ristoratore servizievole, al “rifugio” del bosco, Mario Tolmer vi
incontra vari personaggi: una bella sposa con il marito, che
prestissimo attira la sua attenzione (la sposina, non il marito), una
consistente e prevenuta (vedi!,vedi!) rappresentanza degli abi­
tanti dello stesso condominio nel quale egli abita a Foggia, alcuni
clienti baresi ed altri.
Ma il “prof.” non è per nulla il prof, ed inizia la sua residenza
in montagna con un occhio alla sposina, che per giunta è una
sportiva, sempre su e giù di corsa per i sentieri alberati, un salto
in paese per giornali con l'inserviente dell'albergo Giovanni, non
ostante la tortura giornaliera, appunto, di una riesumazione
dantesca impostagli da un ex preside in pensione, suo vecchio
amico, che sta di casa a Faeto. e un occhio al bar dello stesso
albergo, dove, d’accordo con il gestore Leonardo, stabilisce il
consumo quotidiano di birra.
Ovvio è leggere di un inizio di conoscenza con la sposina
eccitante e sportiva, di una costruzione di fantasia del prof, su
questo inizio di rapporto, che per ora si limita allo scambio di
qualche parola. Più facile del fastidio di ritrovare in questo
albergo sperduto nei boschi della montagna i pezzi migliori della
sua casa foggiana, compresa la matura e maligna coinquilina che
lo detesta per la sregolatezza della sua vita.
Ma un bel giorno, dalla consueta passeggiata su per la
montagna, dove il Tolmer si reca per leggere i suoi giornali
anche con la speranza di approfondire la conoscenza con la
sposina atletica e apparentemente abbordabile, il prof, non
rientra per pranzo.
Iniziano le ricerche dei clienti e del personale dell’albergo,
che non portano a nulla. Il prof, sembra essere sparito e non
ritorna. Viene chiesto l'intervento della polizia, che ritrova il
prof, bello stecchito, fratturato e con il cranio sfondato, ai piedi
di una scarpata in cima alla quale egli era solito fermarsi su una
panca in lettura e in meditazione delle manovre di aggancio e
di ingaggio della bella sposina.
Il racconto si tinge di giallo. Un giudice viene su in albergo per
condurvi l’interrogatorio dei clienti e del personale. Ne sortisce
un bello spaccato della psicologia comune e qui soprattutto il
volo d’aquila dell’astiosa e linguacciuta coinquilina del defunto,
mica tanto compianto, in fondo.
Recensioni
Il giallo è appeso a un capello, mi si perdoni la metafora. In
effetti, in una mano del morto, è stato ritrovato un capello nero,
bello lungo. Perciò, in mancanza di seri indizi e fatte escluse le
donne bionde, cieche o troppo anziane, viene ordinato dal
giudice un prelievo di un capello dal capo delle rimanenti. Solo
che qui c'è il trucco.
Il giudice, che ritorna all'indomani in albergo per riprendere le
indagini, ha in mano il poker servito, in quanto dal prelievocapello è sortito che in due buste diverse è stato analizzato lo
stesso capello, del tipo che non è quello stretto dalla mano del
defunto prof. Il campo delle indagini si restringe, dunque, a due
soli nomi.
Viene ordinato un secondo prelievo, più attento del preceden­
te, nel corso del quale la sposina sportiva all’improvviso viene
meno ed è necessario il suo immediato ricovero in ospedale, ma
prima il marito deve cedere alla richiesta del giudice di prelevare
un capello dal capo della bella addormentata.
Qualche giorno più tardi, come in ogni giallo, la scena
dell'epilogo.
Questa volta il giudice viene su con una scala reale servita, in
quanto le analisi di laboratorio hanno identificato il capello
giusto e gli hanno dato una proprietaria. Il capello appartiene alla
bella e sportiva sposina, presente, ma ancora sofferente per lo
choc subito qualche giorno prima.
Il marito della bella malatina, che aveva mangiato la foglia
come tutti i presenti, del resto, e che si era fatto accompagnare
alla riunione da un legale, protesta al giudice che non è possibile,
l'avvocato sostiene che non si tratta di una prova conclusiva, ma
a questo punto, deus ex machina, si leva la stessa indiziata a
raccontare, tra le rimostranze interessate dell'avvocato e del
marito, che in fondo in tutta questa storia non fa una bella figura,
che si è trattato di una disgrazia.
Che è vero che quella fatale mattina lei e il prof., come
succedeva da qualche giorno, si incontravano per caso in cima
alla scarpata, ma che lei vi andava solo per il suo sport preferito.
Ma che quella disgraziata mattina il prof., equivocando sulla
buona educazione di lei nel rispondere ai suoi discorsi un poco
fumosi, aveva fatto il tentativo come di saltarle addosso e che per
respingere il suo abbraccio, divincolandosene, lei gli aveva dato
uno spintone e fatalità aveva voluto che, cadendo, lui avesse
battuto la testa e vi fosse rimasto stecchito. Non le era rimasta in
tanta disgrazia che l'ingenua speranza di farla franca e di spingere
il corpo giù per la scarpata.
Svelato il mistero, chiusa l’indagine, accertata la preterintenzione del reato, scomparso nel nulla il prof, e il suo progetto di
capolavoro letterario, finito il racconto.
Maria Marcone non è nome nuovo nell'orizzonte della narra­
tiva contemporanea. Numerose prove dimostrano la sua validità
e giustificano il successo di una lunga carriera letteraria. Alla sua
consistente produzione si aggiunge II rifugio neI bosco, che ne
sembra confermare stile e autorevolezza.
Cultura
NUOVI ORIENTAMENTI
Pag. 27
SFOGLIANDO L’ALBUM DI UNA CHIESA
Giacinto Ardito
Si vive anche di abitudini, come il passare davanti ad una chiesa o
l'entrare in essa in diverse occasioni, senza forse porre attenzione più
di tanto. Eppure 1’edificio-chiesa è un segno pedagogico, strumento di
conoscenza, di messaggi, una specie di manifesto teologico, comples­
so ed articolato, scritto nel panorama urbano, veicolato attraverso la
struttura e la collocazione nel territorio, i muri, le immagini, lo stile, la
collocazione dell'altare, degli amboni e dei luoghi della presenza
eucaristica e della celebrazione del Battesimo e della Riconciliazione.
Sono messaggi che non si esplicitano, come forse non sempre
sono presenti a noi stessi i presupposti che consentono il nostro
comunicare quotidiano; pur tuttavia non perdono di efficacia.
Certo non è mai semplice leggere i linguaggi, specie quelli carichi
di una realtà che trascende la forma visibile e materiale, come
l’edificio-chiesa che da semplice fatto assurge ad evento spirituale e
divino: Dio si fa presente in mezzo al suo popolo e lo invita ad entrare
in comunione con Lui e ad imparare, alla luce della Sua Parola,
l'accoglienza ed il rispetto degli altri.
È noto che ogni linguaggio manifesta, solo alcuni aspetti del reale
ed esprime la concezione della realtà di chi lo usa: inquadra il tutto
da un certo punto di vista con azioni, gesti, parole.
La struttura della chiesa è un fatto estetico, è struttura del passato,
impressione di una determinata epoca storica e del radicamento di
persone nel territorio.
E la nostra, la Chiesa di S. Maria delle Grazie (comunemente
indicata, come Chiesa di Sant'Agostino), è datata 1618. Ma non per
questo cessa di parlare di Dio, il cui mistero è vivo ed inesauribile, è
perennemente nuovo, è richiamo di una presenza “oltre fumano”
anche per noi, oggi.
L'album (recentemente pubblicato col titolo S. Maria delle Grazie,
in vendita presso la parrocchia “S. Agostino” a L. 10.000) invita a
cogliere i valori di una costruzione. Si compone di foto delLedificio
costruito nel passato e ne presenta altre (l’ultima è del 1993), relative
all'allestimento del Presepio e alla preparazione dell'altare del Repositorio, “i cui motivi ispiratori sono in sintonia con il cammino della
Chiesa locale e universale, quasi una finestra sempre aperta sul
mondo e sui problemi dell'uomo contemporaneo".
L’album è un tentativo per ricordare la presenza di Dio nell’oggi di
ciascuno di noi. È riuscita la parrocchia nel suo intento? Lo direte voi.
Ciascuno vive lo sgomento e la meraviglia di Salomone registrati
dalla Bibbia, in occasione dell'inaugurazione del Tempio di Gerusa­
lemme: “Ma è proprio vero che Dio abita con gli uomini sulla terra?''.
Ma, riflettendo, non sarà difficile cogliere i “segni del, divino” negli
edifici sacri. Certo, questi non sono i soli, pur essendo convinzione
presente in tutte le religioni. L'importante è essere noi le “pietre vive"
della Chiesa, la realizzazione della presenza di Dio attraverso la
nostra, vita e le nostre azioni.
Parrocchia S ant A gostino
SANTA MARIA
DELLE GRAZIE
Vloóugno 1994
È pretenzioso augurarsi questo, sfogliando un album fotografico?
Non lo sarà, se “pur devastati dal frastuono e alla ricerca disperata di
una ecologia acustica che ci preseni dalla dissociazione”, accogliere­
mo l'invito di Maria, cattedrale del silenzio, cosi come suggerito
nell'album da don Tonino Bello. Egli scriveva: “Mi sembra di vedere,
scolpita nel bronzo dei portali, l’immagine della, Madonna, dolcissima,
col dito sulle labbra, i cui occhi di madre implorano perché non venga
turbato il sonno del figlio. È un simbolo eloquente per noi. Solo il
silenzio fascia di fecondità le opere e i giorni deH'uomo. E solo nel
silenzio maturano le crescite della vita: la conversione, l’amore, il
sacrificio. Maria ci impedisca di trasformare, magari con la complicità
di una festa, questa basilica stupenda della vita, da cattedrale del
silenzio, in piazza mercato dei nostri sterili rumori”.
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Pag. 28
NUOVI ORIENTAMENTI
Lettere al direttore
UN RICORDO DI GUERRA DAL FRONTE GRECO
Provvidenziali giunsero da Modugno nuovi indumenti
Rocco Conierò
Nel secondo conflitto ho partecipato, quale soldato del
genio, alle operazioni militari in Albania con la Divisione
Arezzo, 94° Cp. Artieri.
Sin dal m ese di febbraio del 1940, ero stato m obilitato e
assegnato alla suddetta Unità destinata in Albania. D opo lo
sbarco a Valona e vari spostam enti, la Divisione operò
prim a sul fronte jugoslavo (Scutari) e in seguito, con l'aper­
tura delle ostilità con la Grecia, su quel nuovo fronte
attestandosi nella zona m ontagnosa di “Q uota Vestile”, ove
il mio reparto fu duram ente attaccato dalle forze nem iche.
Mi sia consentito di dire, con sincero orgoglio, che ero
partito in guerra con un grande entusiasm o, anim ato dai più
puri sentim enti patriottici ed ho servito la Patria sin dal
prim o giorno con slancio e passione, ignorando ogni sacri­
ficio e pericolo.
Nel m ese di dicem bre del 1940 fui decorato con m edaglia
di bronzo sul cam po, con la seguente m otivazione: “D uran­
te u n violento attacco nem ico in cui fanti e genieri gareggia­
vano in bravura, visto un ufficiale di fanteria rim asto isolato
ed in pericolo con un altro geniere, si lanciava in suo aiuto,
riuscendo con bom be a m ano a porre in fuga l'avversario e
a trarre in salvo il superiore. Esem pio di senso del dovere e
di sprezzo del pericolo. Vestile (fronte greco) 5 dicem bre
1940- A XIX”.
Q uello del 1940-41 fu un inverno tristissimo: sulle m onta­
gne ove si operava, a causa delle condizioni atmosferiche
sem pre pessim e (neve e pioggia a non finire) che condizio­
navano il m ovim ento delle truppe, le operazioni militari
erano assai difficili. Ciò nonostante, il morale era sem pre alto.
Nel corso di un attacco delle nostre forze, verso la fine del
m ese di febbraio del 1941, fum m o costretti ad attraversare
corsi d ’acqua a guado più volte e anche di notte. Al term ine
della battaglia, m entre il m io reparto si riordinava, mi
accorsi di aver sm arrito lo zaino contenente tutto il mio
equipaggiam ento.
Può ben com prendersi la costernazione e lo sm arrim ento
da cui fui assalito, p er le inevitabili conseguenze cui andavo
incontro, se si tiene conto delle note difficoltà esistenti p er
ricevere i rifornimenti in quella zona priva di ogni via di
com unicazione.
Proprio in quel periodo, in una piovosa mattina durante
una tregua, m entre, guarda caso, m editavo sulla situazione,
certo non rosea, in cui ero venuto a trovarmi, il mio
com andante di Com pagnia mi fece chiam are p er com uni-
Rocco Corriere) (il secondo da sinistra) con alcuni suoi commilitoni
nel 1940.
carm i che le associazioni assistenziali in Italia avevano
inviato alcuni pacchi d o n o da distribuire ai soldati al fronte.
E poiché u n o di essi proveniva da M odugno, m io paese
natale e di residenza, aveva pensato di darlo a me, unico
militare del reparto di quella cittadina.
Io ne fui stupito e nel contem po felice, tant e che mi sentii
subito spiritualm ente sollevato da quello stato di depressio­
ne causatom i dalla perdita dei miei indum enti.
Presente il mio superiore ufficiale, aprii con trepidazione
il pacco e con meraviglia e gioia infinita constatai che esso
conteneva uno stupendo m aglione di cui avevo proprio
tanto bisogno ( e che bisogno!). Su di esso era appuntato un
biglietto con su scritto: “Confezionato dalla signorina W an­
da Ruccia di M odugno”.
Può ben com prendersi la com m ozione da cui fui preso in
quel m om ento. Ringraziai il Cielo p er quel provvidenziale
dono, m a il mio pensiero di gratitudine fu rivolto anche a
quella gentile ragazza della mia terra p er il suo gesto pieno
di tanto um ano sentim ento per un soldato che stava com ­
battendo p er la patria in terra straniera.
N aturalm ente mi sentii in dovere di far pervenire alla
gentile signorina Ruccia i pili calorosi ringraziam enti per
quel d o n o che fu per m e di un grande valore m orale oltre
che materiale.
D opo po co tem po, m entre vivevo giorni di trepidazioni
perché ero privo di notizie della mia famiglia e in particolare
di mia m adre che sapevo sofferente, mi giunse inaspettata­
m ente e con mio vivo piacere una lettera della signorina
W anda Ruccia le cui espressioni gentili e di incoraggiam en­
to mi com m ossero e mi furono di grandissim o sollievo.
Lettere al direttore
NUOVI ORIENTAMENTI
Ebbi la sensazione che quelle parole mi venissero da una
cara persona di famiglia. I m iei occhi si inum idirono. Con la
m ente vedevo la mia casa, i miei cari, la mia M odugno. Ne
fui non solo tanto confortato, m a mi sentii spiritualm ente
rinvigorito, sicché ripresi ad affrontare i disagi della guerra
e ad assolvere il mio dovere di soldato con im m utato
slancio.
Alla lettera era acclusa una im m aginetta della Vergine
patrona di M odugno e ciò mi intenerì ancora di più e la
portai sem pre addosso, com e era nei desideri della signo­
rina Ruccia.
Al ritorno in patria sentii il dovere ed il bisogno di recarm i
Pag. 29
a casa della signorina Ruccia p er ringraziarla di persona ed
ebbi una calorosa accoglienza da parte di tutti i fam igliali
In quella circostanza la signorina W anda Ruccia mi disse
che il pacco lo aveva confezionato presso la scuola De
Amicis di M odugno, adibita a O spedale Militare e dove lei
ed alcune sue am iche, sotto la guida della signora Ida
Alberotanza, svolgevano assistenza ai feriti di guerra e
confezionavano indum enti di lana da destinare ai combat­
tenti.
Ho conservato quella lettera per tutti questi anni e. anche
se ingiallita e un po' logorata dal tem po, essa ha per me un
significato di inestim abile valore morale.
N O I P IC C O L I C IT T A D IN I D I M O D U G N O D IC IA M O :
“B IS O G N A P R O T E G G E R E I N O S T R I B E N I C U L T U R A L I’’
Pubblichiamo volentieri queste riflessioni degli alunni della III A e III
B della Scuola Elementare “E. De Amicis" che manifestano, forse, di
essere fra i lettori 'più attenti" della nostra m ista.
A conclusione del nostro approfondimento sui Beni Cultu­
rali ed Am bientali di Modugno decidiamo di scrivere una
lettera al direttore della rivista Nuovi Orientamenti .
Gentile professor Macina,
leggendo la sua rivista, abbiamo approfondito molto i nostri
studi.
Siamo d'accordo con lei sul fatto che i nostri Beni Culturali ed
Ambientali devono essere salvaguardati e non abbandonati.
Abbiamo anche capito che un reperto archeologico è molto
importante per i cittadini del luogo dove è stata fatta la
scoperta.
Per approfondire i nostri studi sempre più e le nostre cono­
scenze continueremo sempre a leggere la sua rivista Nuovi
Orientamenti.
Noi piccoli cittadini di Modugno a gran voce diciamo: “Si
devono proteggere e conservare i Beni Culturali ed Ambientali
che costituiscono una delle “radici" più importanti di un
popolo.
Questo lavoro ci è servito per approfondire i nostri studi sulla
storia.
Spero che l’anno prossimo ci proporrà altro materiale che ci
potrà interessare.
Distinti saluti
Danilo Salatino EH A
Caro direttore,
noi alunni della III A siamo molto contenti del tem po che lei
dedica allo studio del nostro territorio.
Siamo molto contenti di avere un bravo professore come
direttore della rivista Nuovi Orientamenti.
Noi alunni abbiamo usato molto questa rivista perché è
molto interessante ed istruttiva.
Per mezzo di questa rivista possiamo conoscere la storia, le
tradizioni, i vari problemi del nostro terriotrio.
Un saluto affettuoso dagli alunni della III A.
Marlea Lavista III A
Gli alunni delle classi III A e III B
Scuola Elem entare “E. De Amicis”
Caro prof. Macina,
questa è l’occasione per ringraziarla di tutto quello che ha fatto
per noi.
Le diapositive che abbiamo visto sui reperti antichi di Modu­
gno sono state molto interessanti, anche se non si vedevano
bene a causa della luce.
Noi abbiamo capito bene ciò che i professori Tedesco e Rizzi
ci hanno spiegato.
S p o s a c i e cerimonie t?atie
Stampa bileflanti in bianco-nero e a colori
P.zza del Popolo, 28 - Tel. 56.92.96 - MODUGNO (Ba)