UN COMPAGNO SCOMODO ”IL DOLORE” (SE LO CONOSCI LO
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UN COMPAGNO SCOMODO ”IL DOLORE” (SE LO CONOSCI LO
UN COMPAGNO SCOMODO ”IL DOLORE” (SE LO CONOSCI LO EVITI) A cura di: Tiziana Ciravegna Infermiera Cure domiciliari ASL TO3 Distretto Collegno 1 INDICE Responsabile del progetto e persone coinvolte……………………………………………........pag. 2 Premessa………………………………………………………………………………………..pag. 3 Contesto………………………………………………………………………………………..pag. 4 Raccolta dati…………………………………………………………………………………...pag. 5 Destinatari……………………………………………………………………………………...pag. 6 Analisi dei bisogni educativi………………………………………………………………….. Stakeholders…………………………………………………………………………………... Obiettivi generali……………………………………………………………………………… Obiettivi educativi……………………………………………………………………………. Obiettivi dei formatori……………………………………………………………………….. Obiettivi aziendali…………………………………………………………………………….. Risorse………………………………………………………………………………………… Strumenti……………………………………………………………………………………… Metodi………………………………………………………………………………………… Vincoli e limiti………………………………………………………………………………… Piano………………………………………………………………………………………….. Cronoprogramma…………………………………………………………………………….. Risultati………………………………………………………………………………………. Piano di valutazione…………………………………………………………………………. Bibliografia ………………………………………………………………………………….. 2 RESPOSABILE DEL PROGETTO E PERSONE COINVOLTE COGNOME NOME D.ssa ROSSIGOLI Federica FUNZIONE/RUOLO STRUTTURA NOTE Direttore CureDomiciliari CURE DOMICILIARI DIRETTORE DI STRUTTURA CORDERO Franca CURE DOMICILIARI CIRAVEGNA Tiziana Responsabile infermieristica Infermiera RESPONSABILE INFERMIERISTICA RESPONSABILE DEL PROGETTO AGATIELLO Antonia Infermiera CURE DOMICILIARI COLOTTI Stefania Infermiera CURE DOMICILIARI DALLA COSTA Luisa Infermiera CURE DOMICILIARI DELLA MURA Maria Infermiera CURE DOMICILIARI DONADIO Lorella Infermiera CURE DOMICILIARI GIORDA Barbara Infermiera CURE DOMICILIARI GROSSI Sonia Infermiera CURE DOMICILIARI INGALA Angela Infermiera CURE DOMICILIARI MORA Chiara Infermiera CURE DOMICILIARI OREGLIA Wilma Infermiera CURE DOMICILIARI SCARAFFIA Giovanni Infermiere CURE DOMICILIARI VITERBO Elisabetta Infermiera CURE DOMICILIARI CURE DOMICILIARI 3 PREMESSA Il significato del dolore, della sofferenza, della malattia e della morte, mutano nel tempo. In tempi antichi, tali eventi sono considerati punizioni legate a colpe individuali o collettive: da qui il tentativo di presentare offerte e sacrifici per riguadagnarsi il favore degli dei. All’epoca di Ippocrate la malattia era considerata come il segno di rottura dell’equilibrio tra individuo ed ambiente ed erano noti vari medicamenti per lenire il dolore. Con il diffondersi del cristianesimo, si afferma una nuova concezione di dolore concepito come conseguenza di un disordine creato dall’uomo rispetto all’ordine stabilito da Dio. Dal 1100 al 1300 con la scuola medica di Salerno, il dolore e la malattia tornano ad essere considerati effetti di cause naturali, che l’uomo può e deve analizzare e curare. Con Galileo, l’applicazione del metodo scientifico a ogni fenomeno, incluso il dolore consente di indagare razionalmente sulle sue cause, per trovarne la spiegazione. L’illuminismo prima e il positivismo poi scardinano la fiducia nell’aldilà, quindi il dolore perde il suo valore salvifico ed è visto come qualcosa di inutile, da combattere. Aristotele definì il dolore come “un’emozione opposta al piacere”; Cartesio come “un campanello di allarme che avverte l’anima di un pericolo imminente”. Nel nostro tempo il fisiologo inglese Wall considera il dolore come “uno stato di necessità” che richiede un immediato programma di risposta per soddisfarlo. Tiengo nel 2001 suggerisce di definire il dolore come “l’avvenuta presa di coscienza di un messaggio nocicettivo. L’associazione internazionale per lo studio del dolore (IASP) definisce tale sintomo come “una spiacevole esperienza sensitiva ed emotiva primariamente associata ad un danno reale o potenziale a carico di un tessuto e che viene descritta in termini di tale danno. L’associazione aggiunge inoltre, che l’incapacità del soggetto di comunicare verbalmente non nega la possibilità che stia provando dolore e che abbia bisogno di un trattamento che gli procuri sollievo (IASP 2002) Il dolore è un’esperienza altamente soggettiva, sempre spiacevole di cui ciascuno ha interiorizzato il significato del termine attraverso la propria personale esperienza sin dalla prima infanzia L’esperienza del dolore può determinare nell’individuo, dei profondi cambiamenti biologici e psicologici, tali da influenzare il suo modo di vedere la realtà, il suo vivere quotidiano e le sue relazioni con gli altri. La dimensione culturale , l’appartenenza ad una certa classe sociale e ad una determinata etnia l’età, il sesso possono produrre una diversa risposta comportamentale al sintomo dolore. Pertanto il dolore è da considerarsi come una complessa esperienza multidimensionale derivante 4 dalla connessione tra aspetti fisiologici, sensitivi, motivazionali, cognitivi, culturali e comportamentali. L’aspetto sensoriale si esprime attraverso la localizzazione, l’intensità, la qualità, la durata e la modalità di insorgenza del dolore. CONTESTO Lavoro in cure domiciliari presso il distretto di Collegno dell’azienda TO3. Nell’ambito dell’assistenza domiciliare integrata si è assistito negli ultimi anni ad un progressivo aumento delle patologie oncologiche. Il paziente oncologico terminale trova nel proprio domicilio un ambiente idoneo in cui vivere, contornato dagli affetti famigliari, gli ultimi giorni di vita. Per un’assistenza ottimale, diverse figure devono lavorare in sinergia (medici, infermieri, assistenti sociali, farmacisti….) al fine di garantire il proseguimento delle cure. Sempre nell’ambito dell’erogazione delle cure i professionisti oltre ad essere in grado di rilevare tempestivamente segni e sintomi, devono diventare dei facilitatori per quanto concerne la comunicazione tra le varie figure. Un aspetto importante per la qualità di vita del paziente è il controllo del dolore, ma il dolore non sempre viene definito e quantificato in modo univoco. Da questa prima sommaria analisi prende origine il mio interesse verso un progetto educativo che permetta ai pazienti e ai loro care-givers di eseguire una valutazione del dolore per una giusta comunicazione che non possa dare luogo ad erronee interpretazioni e che soprattutto non faccia incappare nell’errata convinzione sopra riportata: l’incapacità del soggetto di comunicare verbalmente non nega la possibilità che stia provando dolore e che abbia bisogno di un trattamento che gli procuri sollievo (IASP 2002) 5 RACCOLTA DATI Per valutare l'entità del problema e' stata effettuata una raccolta dati esaminando le cartelle cliniche degli utenti seguiti in regime ADI nel periodo 1.4.2009 – 30.9.2009. Le cartelle visionate sono state 68 e dall’indagine è emerso che i pazienti con patologia oncologica risultavano essere 43. Dall’anamnesi infermieristica compiuta in sede di prima visita è risultato che il sintomo dolore era riferito da 33 pazienti. In percentuale il sintomo dolore era presente nel 77% dei casi PZ Oncologici senza dolore 23% PZ Oncologici con dolore 77% Il dato preso in considerazione mi è stato altresì confermato dalla lettura della tesi di una collega che durante il conseguimento del master in geriatria prese in considerazione le cartelle dei pazienti in cure domiciliari nel periodo 2006. Dalla sua analisi emerse che su 100 cartelle esaminate il sintomo dolore era presente nel 69,1% dei casi. (3) 6 Il dato menzionato dimostra come il sintomo preso in considerazione a distanza di quasi tre anni continui ad essere presente e in percentuale come non sia diminuito ma addirittura aumentato. Durante il periodo di raccolta dati, dalla lettura delle cartelle è emerso che il sintomo dolore oltre ad essere presente è ancora sottostimato e sottovalutato, di seguito si riportano alcune frasi significative incontrate durante l'analisi: “ieri dolore non controllato, ha assunto terapia al bisogno” “oggi dolore più controllato” “dolore comunque non ancora compensato, devono sempre integrare con...” “intenso dolore non sopportabile” ….........e ancora: “dolore alla schiena adesso regredito” “dolore in progressivo aumento” “paziente meno sofferente” I termini non controllato, più controllato, più compensato non sono oggettivabili, ogni paziente come pure ogni operatore ne danno una personale lettura secondo la propria personale esperienza e cultura. Occorre ricercare una misura obbiettiva rispetto al riscontro verbale utilizzato. L’accertamento e la valutazione attraverso strumenti precisi diventano fondamentali per conoscere le caratteristiche del dolore. Sarà importante sottolineare al paziente le finalità e l’utilità della misurazione. A domicilio è fondamentale coinvolgere la famiglia e il MMG circa il monitoraggio del dolore, la valutazione e la registrazione. Non è però semplice misurare un sintomo così soggettivo in modo oggettivo. Da queste considerazione risulta evidente che: 1. IL PAZIENTE NON E' IN GRADO DI QUANTIFICARE IL PROPRIO DOLORE 2. GLI OPERATORI NON SONO FACILITATORI NELLA COMUNICAZIONE 3. I MEDICI NON HANNO LA POSSIBILITA' DI DOSARE FARMACI ANTALGICI 4. LA TERAPIA PUO’ NON ESSERE ASSUNTA IN MODO CORRETTO 7 DESTINATARI 1. TUTTI I PAZIENTI ONCOLOGICI IN ADI CHE PRESENTANO IL SINTOMO DOLORE 2. CARE- GIVERS DEI PAZIENTI ANALISI DEI BISOGNI EDUCATIVI 1. ESEGUIRE UN ACCERTAMENTO ADEGUATO CHE E’ UNA CONDIZIONE INDISPENSABILE PER UNA GESTIONE EFFICACE DEL DOLORE 2. I FAMIGLIARI DEVONO ASSUMERE UN RUOLO ATTIVO NELLA VALUTAZIONE - TALE RUOLO DIVENTERA’ ESSENZIALE IN FASE AVANZATA STAKEHOLDERS (portatori di interesse) 1. INFERMIERI DELLE CURE DOMICILIARI 2. MEDICI DI BASE OBIETTIVI GENERALI 1. IMPARARE A QUANTIFICARE IL DOLORE 2. PREVENIRE L'INSORGENZA DEL DOLORE 3. RIDURRE I PASSAGGI AI CENTRI DI TERAPIA ANTALGICA PE R SCOMPENSO ANTALGICO 4. MIGLIORARE LA QUALITA' DI VITA DEL PAZIENTE 8 OBIETTIVI DEI DESTINATARI 1. IMPARARE COME VALUTARE IL DOLORE 2. IMPARARE A UTILIZZARE LE SCHEDE DI VALUTAZIONE 3. ASSUMERE CORRETTAMENTE LA TERAPIA DEL DOLORE OBIETTIVI DEI FORMATORI 1. SENSIBILIZZARE IL RUOLO DELL'INFERMIERE E DEL MEDICO DI BASE IN AMBITO DI EDUCAZIONE TERAPEUTICA, CIRCA LA NECESSITA' DI UTILIZZO DELLA SCALA DI VALUTAZIONE DEL DOLORE QUALI STRUMENTO PER IL MIGLIORAMENTO DELLA QUALITA' DI VITA. 2. GARANTIRE TRA I DIVERSI OPERATORI, IL PASSAGGIO OGGETTIVO DELLE INFORMAZIONI. 3. UNIFORMARE LE MODALITA’ DI INTERVENTI RIVOLTI AL PAZIENTE. OBIETTIVI AZIENDALI 1. MIGLIORARE LA QUALITA’ DELL’ASSITENZA 2. DIMINUIRE I COSTI 3. RIDURRE I RICOVERI IMPROPRI 9 RISORSE UMANE Infermiere che fanno parte dell’equipe di cure domiciliari TEMPO Per la formazione del personale Per i momenti di educazione al paziente e ai care-givers STRUMENTI 1. CARTELLE CLINICHE 2. COLLOQUIO INDIVIDUALE 3. SCHEDA PERSONALE DI VALUTAZIONE DEL DOLORE METODI 1. COLLOQUIO CON IL PAZIENTE 2. COSTRUZIONE DI UNA TABELLA DIARIO PER LA VALUTAZIONE DEL DOLORE 3. RISCONTRO DELLA COMPRENSIONE DEL PAZIENTE 4. RISCONTRO DELLA COMPRENSIONE DEL CARE GIVER 5. RACCOLTA SCHEDE DI VALUTAZIONE 10 VINCOLI E LIMITI (ANALISI SWOT) PUNTI DI DEBOLEZZA: 1. SCARSA ADESIONE DEGLI OPERATORI (Infermieri e Medici di base) 2. CONOSCENZE NON OMOGENEE ALL'INTERNO DELL'EQUIPE 3. RESISTENZA AL “NUOVO” 4. SCARSA COMPLIANCE DEI PAZIENTI E DEI CARE GIVERS PUNTI DI FORZA: 1. MIGLIORAMENTO DELLA QUALITA' DI VITA DEL PAZIENTE 2. VALUTAZIONE CRONOLOGICA DEL SINTOMO DOLORE OPPORTUNITA' 1. LAVORO IN SINERGIA DI DIVERSE PROFESSIONALITA' 2. CRESCITA PROFESSIONALE CRITICITA' 1. DIFFICOLTA' NELLA VALUTAZIONE SOGGETTIVA PIANO 4. SCELTA PROGETTO EDUCATIVO – (TITOLO) 5. ANALISI DEL CONTESTO 6. RACCOLTA E ANALISI DEI DATI 7. PREDISPOSIZIONE SCALA DI VALUTAZIONE IDONEA 8. PRESENTAZIONE DEL PROGETTO ALL’EQUIPE 9. CONDIVISIONE DEL PROGETTO CON L’EQUIPE 10. FORMAZIONE DELL’EQUIPE 11. PERIODO DI PROVA ATTUAZIONE PROGETTO 12. EVENTUALI REVISIONI E MODIFICHE 13. VERIFICHE 14. PRESENTAZIONE AI MMG 15. MESSA IN ONDA PROGETTO DEFINITIVO 11 CRONOPROGRAMMA 10/09 11/09 12/09 01/10 02/10 03/10 04/10 05/10 06/10 Riunione X informativa con i colleghi Controllo X cartelle cliniche Preparazione X Scheda valut. dolore Stesura X Progetto Presentazione del X progetto all’equipe Formazione X degli infermieri Sperimentazione del progetto Valutazione e verifica Revisione Presentazione all’equipe e x x x x x x MMG Messa in onda definitiva x 12 RISULTATI A BREVE TERMINE 1. ADESIONE DEL PROGETTO DA PARTE DEI PAZIENTI 2. ADESIONE AL PROGETTO DA PARTE DEI CARE-GIVERS 3. ADESIONE AL PROGETTO DA PARTE DEGLI STAKEOLDERS A MEDIO-LUNGO TERMINE 1. EFFICACIA DEL PROGETTO DI EDUCAZIONE TERAPEUTICA MONITORAGGIO Il monitoraggio del progetto verrà effettuato dalla responsabile del progetto, che farà rispettare il programma annotando le difficoltà incontrate nel percorso. Settimanalmente si terranno delle riunioni con l’equipe infermieristica per la comunicazione degli elementi di criticità che verranno presi in considerazione per apportare i correttivi. 13 PIANO DI VALUTAZIONE Di Processo secondo i seguenti indicatori o Si è seguito il crono programma o Si è costruita la scheda di valutazione del dolore Di Risultato secondo i seguenti indicatori: o compilazione delle schede da parte dei pazienti o maggior uniformità e conoscenze nell’equipe Di Impatto secondo i seguenti indicatori: o i destinatari effettuano la valutazione del dolore o i destinatari hanno compilato le schede di valutazione o i destinatari assumono correttamente la terapia 14 BIBLIOGRAFIA 1) A. Valle – Il dolore oncologico – Frabosa Soprana 2008 2) M. Torresan – La valutazione del dolore – Frabosa Soprana 2008 3) E. Zanetti – Master di specializzazione in geriatria per infermieri 4) A. Ferraresi, R. Gaiani, M. Manfredini – Educazione terapeutica, metodologia e applicazioni – Edizioni Carocci Faber 2008 5) OMS 1998: Educazione terapeutica del paziente – programmi di formazione continua per operatori sanitari nel campo della prevenzione delle patologie croniche – Edizione italiana a cura di CESPI, Torino 2007 6) Cancer Nurs. 1997 – Validity of a verbally administrered numeric rating scale 7) Pain Pract. 2009 – The Danish version of the Medication Adherence Report Scale 8) S. Minuzzo – Nursing del dolore – Edizioni Carocci Faber 2004 9) Http: www.thintag.org 15