digital photography workflow con adobe photoshop

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digital photography workflow con adobe photoshop
Paolo Castagnini
DIGITAL PHOTOGRAPHY WORKFLOW
CON
ADOBE PHOTOSHOP LIGHTROOM
- guida rapida -
Copyright 2007 - Paolo Castagnini
ACE - Adobe Certified Expert per Photoshop
INDICE
INDICE
Prefazione
5
Il formato Raw e il Digital Photography Workflow
Cosa sono i Files Raw
9
• I vantaggi dei Files Raw
10
• Le operazioni base da svolgere in un Raw Converter
15
• Settaggio della Fotocamera per il Formato Raw
16
• L’Archivio Fotografico Digitale
19
• Lightroom e il Digital Photography Workflow 21
• Requisiti di Sistema ed Installazione
22
Paolo Castagnini - Digital Photography Workflow con Adobe Photoshop Lightroom
• L’Interfaccia Utente di Adobe Photoshop Lightroom
• L’Interfaccia Utente (UI)
25
• Importare Fotografie in Lightroom 34
Il Modulo Library
• Il Modulo Library
41
• L’Interfaccia Utente del Modulo Library 42
• I Pannelli di Sinistra
45
• I Pannelli di Destra
50
Il Modulo Develop
• Il Modulo Develop
55
• L’Interfaccia Utente del Modulo Develop
55
• I Pannelli di Sinistra
58
• I Pannelli di Destra
62
INDICE
Il Modulo Slideshow
• Il Modulo Slideshow
• 75
L’Interfaccia Utente del Modulo Slideshow
75
• I Pannelli di Sinistra
76
• I Pannelli di Destra
78
85
Il Modulo Print
• Il Modulo Print
• L’Interfaccia Utente del Modulo Print
85
• I Pannelli di Sinistra
86
• I Pannelli di Destra
88
95
Paolo Castagnini - Digital Photography Workflow con Adobe Photoshop Lightroom
Il Modulo Web
• Il Modulo Web
• L’Interfaccia Utente del Modulo Web
95
• I Pannelli di Sinistra
96
• I Pannelli di Destra
98
PREFAZIONE
PREFAZIONE
Dopo circa un anno di beta testing, al quale hanno partecipato
più di 500.000 fotografi professionisti ed amatoriali, Adobe ha
finalmente rilasciato la versione 1.0 di Adobe Photoshop Lightroom: un software pensato dai fotografi per la fotografia digitale.
Paolo Castagnini - Digital Photography Workflow con Adobe Photoshop Lightroom
Lightroom è un ambiente integrato che fornisce tutti gli strumenti necessari per il digital photography workflow:
- Un’unica interfaccia per archiviazione, catalogazione, sviluppo
digitale, ridimensionamento, stampa, creazione gallerie web e
presentazioni pdf.
- In fase di importazione delle immagini permette, con
un’interfaccia molto semplice ed intuitiva, di catalogare, rinominare, etichettare, assegnare parole chiave, aggiungere dati
IPTC e molto altro.
- Un’unica interfaccia e gli stessi strumenti applicabili allo stesso
modo per qualsiasi tipo di file immagine, raw, tiff, jpeg ecc.
- Lavora esclusivamente sui metadati, lasciando inalterati i files
originali (siano raw, tiff, jpeg... è indifferente) e permette di generare infinite copie virtuali con diverse versioni della stessa immagine senza duplicare fisicamente il file, con notevole risparmio di spazio sul disco fisso.
PREFAZIONE
- Consente di lavorare esclusivamente sul raw, dall’importazione
nel database, fino alla stampa, senza la necessità di convertire
in tiff, jpeg o quant’altro.
- Lavora in parallelo su un database “fisico” basato sulla posizione dei files sull’hard disk e su un database “virtuale” con
ordinamento logico basato su metadati e parole chiave, con le
infinite possibilità di organizzazione, catalogazione e ricerca
che ne derivano
- Permette di uscire momentaneamente per elaborazioni più
complesse in Photoshop (o qualsiasi altro software a scelta non è razzista) e di rientrare per completare il workflow, senza
abbandonare l’ambiente di lavoro.
Questo volumetto vuole essere una guida rapida per accompagnare il fotografo che vuole introdurre Lightroom nel suo flusso
di lavoro e nasce dalla mia esperienza di beta-tester prima e di
utente ora di questo software che non esito a definire rivoluzionario:
Paolo Castagnini - Digital Photography Workflow con Adobe Photoshop Lightroom
per il fotografo digitale “puro” che non sente la necessità del cosiddetto foto-ritocco avanzato, tipico più della grafica che della
fotografia, a mio avviso può essere lo strumento software all in
one su cui basare il proprio workflow, senza bisogno di niente
altro.
CAPITOLO 1 - INTRODUZIONE AL FORMATO RAW
Paolo Castagnini - Digital Photography Workflow con Adobe Photoshop Lightroom
CAPITOLO 1
Il Formato RAW
e il
Digital Photography
Workflow
Paolo Castagnini - Digital Photography Workflow con Adobe Photoshop Lightroom
CAPITOLO 1 - INTRODUZIONE AL FORMATO RAW
CAPITOLO 1 - INTRODUZIONE AL FORMATO RAW
COSA SONO I FILES RAW
Sotto molti punti di vista, usare una tradizionale macchina fotografica a pellicola e una fotocamera digitale è la stessa cosa.
Ci focalizzeremo quindi su quali sono le differenze, al fine di
impostare un flusso di lavoro che abbia delle ottime basi e porti
a risultati di qualità.
Paolo Castagnini - Digital Photography Workflow con Adobe Photoshop Lightroom
Come sempre, una buona inquadratura e una corretta esposizione portano ad ottenere buone immagini. Questo non implica tuttavia che non si possano ottenere buone foto partendo
da scatti tecnicamente mediocri; ma attenzione: per arrivare a
questo occorre molto lavoro in camera oscura digitale.
Il formato fotografico digitale più diffuso attualmente è il JPEG
(Joint Photographic Experts Group) che ha tuttavia un forte limite
qualitativo: è un formato compresso con perdita di dati. Anche a
basso livello di compressione, la qualità di un’immagine JPEG
degrada fortemente. Inoltre il processo di generazione del JPEG
nella fotocamera implica forti interventi su colore, esposizione,
rumore, nitidezza che sono distruttivi, nel senso che alterano le
informazioni raccolte dal sensore e quindi limitano la possibilità
di interventi efficaci di post produzione. Il JPEG quindi è un formato immagine ideale per fotografie sulle quali non si intende
intervenire, ma sostanzialmente inutile se si vuole ottenere il
massimo dalla propria fotocamera.
Per questo motivo, negli ultimi tempi, dopo il boom della fotografia digitale, molti fotografi hanno cominciato ad utilizzare i
cosiddetti formati raw, cioè i files nativi generati dalla fotocamera, specifici per ogni tipo di macchina, che permettono la
maggiore flessibilità in post produzione.
CAPITOLO 1 - INTRODUZIONE AL FORMATO RAW
I VANTAGGI DEI FILES RAW
Per comprendere cosa sono questi “magici” files formato RAW,
è necessario capire come funzionano le fotocamere digitali.
Innanzitutto il sensore è in grado di catturare solamente le informazioni relative a immagini in scala di grigi, in quanto la
luce che arriva sugli elementi fotosensibili genera una corrente
elettrica proporzionale alla sua luminosità che viene tradotta in
una informazione digitale generalmente a 12 bit.
In altre parole, ciascuna informazione luminosa catturata da
ciascun elemento fotosensibile del sensore viene descritta con
il numero binario 000000000000 se nulla (nero) e con il numero
binario 111111111111 se massima (bianco).
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Fra questi due estremi ci sono 4096 gradazioni di grigio descritte
da tutte le possibili combinazioni di 0 e 1 su dodici posizioni.
10
CAPITOLO 1 - INTRODUZIONE AL FORMATO RAW
Come si arriva all’immagine a colori partendo da questa griglia
di grigi?
I sensori più comuni, di tipo CCD (Charge Coupled Device) o
CMOS (Complementary Metal-Oxide Semiconductor), utilizzano il metodo Bayer, sviluppato dai laboratori Kodak, che consiste in una griglia di filtri colorati, uno per ciascun elemento fotosensibile, con i tre colori del sistema RGB (Red, Green, Blue)
disposti secondo una schema prestabilito.
E’ importante notare come il 50% di questi filtri siano Verdi, il
25% Rossi e il 25% Blu
Il motivo è che l’occhio umano può distinguere maggiormente
le gradazioni di verde rispetto al rosso e al blu è quindi si è
scelto questo tipo di distribuzione.
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La luce che arriva
sul sensore è quindi filtrata da questi
colori e quindi può
essere letta come
un mosaico, nel
quale
ciascuna
tessera
contiene
l’informazione relativa ad uno dei tre
colori.
11
CAPITOLO 1 - INTRODUZIONE AL FORMATO RAW
Tuttavia per costruire un’immagine “full color” è necessario
avere, per ciascun elemento, anche le informazioni relative
agli altri due colori. Entra in gioco a questo punto il cosiddetto
“algoritmo di demosaicizzazione”, una procedura software che
calcola i colori mancanti a partire dalle informazioni raccolte dal
sensore.
Il processo prende il nome di Demosaicizzazione Bayer o Interpolazione Colore. Quello che accade in pratica è che le informazioni cromatiche mancanti per ciascun pixel vengono
determinate esaminando i pixel circostanti; tanto più è precisa
questa stima, e quindi sofisticato l’algoritmo che ne stà alla base,
tanto migliore sarà la resa dei colori nell’immagine finale.
Poichè si tratta comunque di informazioni interpolate, nel processo di interpolazione, l’algoritmo può incorrere in errori che
determinano i cosiddetti artefatti che possono inficiare la qualità
dell’immagine digitale.
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La tecnologia attuale ha messo a punto però sistemi sofisticati
che permettono di ridurre al minimo questi errori, sia con accorgimenti hardware e software “in camera”, sia con lo sviluppo di
software detti RAW Converters per il post trattamento dei files
RAW.
12
CAPITOLO 1 - INTRODUZIONE AL FORMATO RAW
Dunque per riassumere:
-
Ogni fotocamera produce un proprio tipo di dati RAW
-
I dati RAW sono i valori, in scala di grigio, della quantità di
luce catturata dal sensore
-
Per produrre un’immagine finita i dati RAW devono essere
processati o “in camera” o con un RAW Converter installato su
un computer
Nel caso i dati RAW vengano processati direttamente dal firmware della fotocamera, il risultato è un file JPEG. Ma quali sono
i limiti dei JPEGs prodotti dal firmware della fotocamera rispetto
alle immagini generate da un RAW Converter?
-
Maggior presenza di artefatti dovuti alla compressione
JPEG con perdita di dati
-
Sebbene le informazioni RAW siano generalmente a 12
bit, solo 8 bit sono presenti nelle informazioni del JPEG prodotto
Paolo Castagnini - Digital Photography Workflow con Adobe Photoshop Lightroom
-
Il processo di demosaicizzazione “in camera” può usare
risorse hardware certamente più limitate rispetto a quelle di un
normale Personal Computer
-
Il processo di generazione del JPEG nella fotocamera implica forti interventi su colore, esposizione, rumore, nitidezza
che sono distruttivi, nel senso che alterano le informazioni raccolte dal sensore e quindi limitano la possibilità di interventi efficaci di post produzione.
Il fatto che i files RAW siano costituiti essenzialmente da dati
grezzi, consente di operare sull’immagine con i seguenti vantaggi:
-
Nessuna compressione con perdita di dati
-
Piena disponibilità dell’informazione nativa a 12 bit; il vantaggio principale consiste nel fatto che, con gli interventi di post
produzione è inevitabile perdere dati, per cui se si parte da una
quantità elevata di informazione è più facile ottenere un risultato
finale che contiene ancora una buona quantità di dati e quindi di
buona qualità
-
La possibilità di usare software più sofisticati per la demosaicizzazione
-
Tutto quello che riguarda l’ottimizzazione dell’immagine
può essere fatto in post produzione, lasciando al controllo della
13
CAPITOLO 1 - INTRODUZIONE AL FORMATO RAW
fotocamera solo sensibilità ISO, controllo del diaframma e tempi di esposizione; ciò si traduce in un maggior controllo dello
scatto da parte del fotografo che deve solo preoccuparsi di settare correttamente pochi parametri
-
I files RAW possono essere paragonati alla pellicola impressionata, ma non ancora sviluppata, mentr i files JPEG corrispondono concettualmente a foto realizzate con una Polaroid,
dove si scatta e si ottiene immediatamente l’immagine, sulla
quale però non è possibile nessun intervento.
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-
I RAW Converters, oltre al JPEG, sono in grado di generare anche files di formato TIFF (Tagged Image File Format)
che contengono informazione a 16 bit e sono senza perdita di
dati.
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CAPITOLO 1 - INTRODUZIONE AL FORMATO RAW
LE OPERAZIONI BASE DA SVOLGERE IN UN
RAW CONVERTER
Tralasciando la demosaicizzazione, che è fondamentale nel
processo di generazione dell’immagine, ma completamente
fuori dal controllo del fotografo, in quanto effettuata dal RAW
Converter in maniera totalmente trasparente, secondo un suo
algoritmo non modificabile, ci sono alcune operazioni di base
che richiedono l’intervento del fotografo per l’ottimizzazione
dell’immagine derivante da un file RAW.
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-
Bilanciamento del Bianco ( White Balance o WB):
quando si scatta in RAW, può essere utile settare un appropriato bilanciamento del bianco già nella fotocamera, poiché questo
valore verrà usato di default nel RAW Converter come punto di
partenza. E’ comunque un punto di partenza e può essere cambiato nel RAW Converter per una più accurata resa dei colori
senza perdita di qualità dell’immagine
-
Esposizione: è forse il parametro più efficace da gestire
in un RAW Converter. Agendo su questo valore è possibile recuperare sia zone sottoesposte che sovraesposizioni, naturalmente presupponendo che i pixel interessati non siano totalmente privi di informazione
-
Nitidezza, saturazione, contrasto: possono essere gestiti nel RAW Converter, ma in alcuni casi, di cui si parlerà più
avanti, se ne può rimandare la correzione ad un successivo
step, ad es. in Photoshop
-
Ridimensionamento dell’immagine: alcuni RAW Converters offrono la possibilità di cambiare le dimensioni e la
risoluzione delle immagini digitali, con algoritmi di qualità paragonabile a quelli degli strumenti analoghi di Photoshop o altri
software.
15
CAPITOLO 1 - INTRODUZIONE AL FORMATO RAW
SETTAGGIO DELLA FOTOCAMERA PER
IL FORMATO RAW
Alcune fotocamere consentono di ottenere contemporaneamente l’immagine sia in formato RAW che in formato JPEG.
Questa opzione comporta un maggior utilizzo della memoria
disponibile e quindi non sempre conviene usarla. Tuttavia può
essere utile se si ha la necessità di avere una foto disponibile
immediatamente senza grandi pretese di qualità dell’immagine.
In un se-condo tempo si può intervenire sul RAW per ottenere l’immagine definiva. Una volta settata la fotocamera per
memorizzare i dati RAW, secondo le istruzioni del costruttore, forse l’unica cosa che il fotografo deve saper gestire, a
parte l’inquadratura, per ottenere una foto di buona qualità è
l’esposizione, modulando i tre parametri che la influenzano:
diaframma, tempi, ISO.
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Da questo punto di vista non c’è grande differenza con la fotografia tradizionale. Una buona esposizione rimane la base per
un buon risultato finale. L’elaborazione successiva dei files
RAW consente di avere buoni risultati partendo da esposizioni
non perfette, ma ciò non deve essere un motivo per trascurare
questo aspetto in ripresa.
Quello che ci si aspetta da una buona esposizione è essenzialmente:
-
Alte luci non bruciate
-
Zone in ombra non sottesposte
-
Assenza di rumore digitale nelle ombre
Nelle fotocamere digitali c’è uno strumento che permette di valutare la qualità di una esposizione, immediatamente dopo lo
scatto: l’istogramma
Uno dei vantaggi della fotografia digitale, è che la foto si può vedere immediatamente nel display della fotocamera e, nelle reflex digitali o nelle compatte più evolute, è possibile visualizzare
l’istogramma, cioè la rappresentazione grafica dell’esposizione
della foto appena scattata. Si può quindi valutare immediatamente se una esposizione è corretta o se vale la pena ripetere
lo scatto, ovviamente quando possibile.
L’istogramma rappresenta la distribuzione dei valori di grigio di
ciascun pixel che compone l’immagine, in una scala che va da
0 = nero a 255 = bianco.
16
CAPITOLO 1 - INTRODUZIONE AL FORMATO RAW
Vediamo alcuni esempi di istogramma per capirne il significato:
Sovraesposizione: le alte luci
(sulla destra dell’istogramma)
sono bruciate e i loro valori
sono condensati sul 255; il che
significa che i pixel corrispondenti appariranno completamente bianchi nell’immagine
con perdita dei dettagli. In alcuni casi, se il fuori scala non
coinvolge tutti e tre i canali R,
G e B, con il RAW Converter
sarà possibile recuperare qualche dettaglio nella foto.
Paolo Castagnini - Digital Photography Workflow con Adobe Photoshop Lightroom
Esposizione corretta: tutti i pixel sono rappresentati
nell’istogramma all’interno degli estremi e la curva si estende
per tutta l’ampiezza del grafico.
Questa è una condizione ideale,
che però si verifica in pochi casi.
Generalmente la curva può essere spostata più o meno verso
una delle due estremità o presentare più picchi. L’importante
è che tutti i valori rappresentati
rientrino nel range 0-255
Sottoesposizione: in questa
situazione molti pixel non contengono informazione e vengono rappresentati sul valore
0. Nella foto queste aree appariranno nere, prive di dettagli. Anche in questo caso se il
fuori scala non coinvolge tutti
e tre i canali R, G e B, con il
RAW Converter sarà possibile
recuperare qualche dettaglio
nella foto. C’è però un altro problema, dovuto alla caratteristica
dei sensori digitali di generare
disturbo nelle zone in ombra
che si traduce in pixel colorati
nell’immagine, il cosiddetto rumore digitale.
17
CAPITOLO 1 - INTRODUZIONE AL FORMATO RAW
Correggendo la sottesposizione c’è il rischio di estendere questo rumore anche ai mezzi toni.
Il sensore digitale, diversamente dalla pellicola, restituisce una risposta di tipo lineare in funzione della luce
che arriva sulla sua superficie; poiché il sistema di esposizione delle fotocamere è basato su una scala logaritmica,
ogni stop del diaframma raddoppia la quantità di luce che
viene catturata dal sensore.
Paolo Castagnini - Digital Photography Workflow con Adobe Photoshop Lightroom
In un range tonale di 5 stops
dell’immagine RAW a 12 bit,
ogni intervallo conterrà il doppio
di informazione relativa alla luminosità rispetto al precedente. Ne
consegue che in un’immagine
sottoesposta, ci saranno pochissime informazioni elaborabili e sarà quindi inferiore la
qualità del risultato finale.
L’esposizione dunque è fondamentale per la qualità finale di
un’immagine digitale ed il parametro fondamentale da tenere
sotto controllo in ripresa, sia scegliendo la più opportuna coppia tempo/diaframma, sia settando una sensibilità ISO che lo
consenta.
È questo uno dei plus della fotografia digitale: la possibilità di
cambiare al volo la sensibilità ISO, scegliendo quella più opportuna per ogni singolo scatto. Tuttavia c’è anche qui un rovescio
della medaglia: alti valori ISO possono produrre maggior rumore digitale che può compromettere la qualità dell’immagine.
Il consiglio quindi è di lavorare ai più bassi valori ISO possibili in
rapporto alla situazione in cui ci si trova a scattare.
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CAPITOLO 1 - INTRODUZIONE AL FORMATO RAW
L’ARCHIVIO FOTOGRAFICO DIGITALE
Uno dei problemi che maggiormente affliggono il fotografo che
si avvicina al digitale è la gestione di grandi quantità di files immagine; se l’archivio digitale non viene gestito con una certa
logica, si rischia di non essere in grado, in breve tempo, di rintracciare le proprie foto e magari di perdere il proprio lavoro.
Diventa importante quindi stabilire una logica con la quale archiviare i propri “negativi digitali” che permetta di ritrovare con
relativa facilità uno scatto e nello stesso tempo sia in grado di
conservare nel tempo l’archivio.
Sono parte integrante dell’attrezzatura del fotografo digitale i
dispositivi di archiviazione che devono comprendere quantomeno un lettore di memory cards per trasferire i files dalla fotocamera al computer, un hard disk esterno per le copie di back
up, un masterizzatore CD/DVD.
Paolo Castagnini - Digital Photography Workflow con Adobe Photoshop Lightroom
Un esempio di flusso di gestione dell’archivio digitale può essere il seguente:
-
Trasferimento dei files dalla fotocamera al computer:
per questa operazione è consigliabile l’utilizzo di un card reader
anziché il collegamento diretto della fotocamera al computer,
più che altro per una questione di salvaguardia dell’hardware
della fotocamera che potrebbe risentire di eventuali sbalzi di
tensione trasmessi attraverso i cavi. E’ consigliabile fare una
copia dei files presenti nella memory card, senza cancellare gli
originali, in una cartella provvisoria sull’hard disk del computer
e, dopo aver controllato l’integrità dei files copiati, formattare la
memory card con il comando apposito nella fotocamera.
-
Allocazione e rinomina dei files sull’hard disk: I files
trasferiti dalla fotocamera possono essere ora posizionati
nell’archivio digitale. Ciascuno può trovare il proprio sistema
di organizzazione fisica dell’archivio, ma si consiglia di raccogliere i files in cartelle con un ordine logico, tipo data o luogo/
circostanza di scatto. Anche in questo caso conviene prima copiare i files dalla cartella provvisoria alla posizione definitiva e
solo al termine dell’operazione cancellare la cartella provvisoria.
Contestualmente alla copia conviene anche rinominare i files
sostituendo il nome assegnato dalla fotocamera (tipicamente
un anonimo numero progressivo) con un nome che permetta
19
CAPITOLO 1 - INTRODUZIONE AL FORMATO RAW
di capire il contenuto del file senza doverlo aprire. Un esempio può essere una sintetica descrizione seguita da un numero
progressivo: londra001, londra002 ecc., oppure compleannomamma001, compleannomamma002 ecc. Vedremo in seguito
come effettuare queste operazioni in modo automatizzato.
Paolo Castagnini - Digital Photography Workflow con Adobe Photoshop Lightroom
-
Back up dell’archivio digitale: i negativi digitali sono fragili, molto più di quello che si può pensare, e il danneggiamento
o la perdita di parte dell’archivio è una eventualità da tenere
sempre presente. Una copia di back up su un hard disk esterno
è il modo migliore per non trovarsi impreparati; si raccomanda
di effettuarla sempre dopo ogni sessione di scatto, subito dopo
aver trasferito i files dalla fotocamera al computer. Periodicamente poi, sarà utile, effettuare una copia dell’archivio digitale
anche su supporto ottico (CD o DVD) per avere un’ulteriore copia di sicurezza.
20
CAPITOLO 1 - INTRODUZIONE AL FORMATO RAW
LIGHTROOM E IL
DIGITAL PHOTOGRAPHY WORKFLOW
Adobe Photoshop Lightroom è un ambiente integrato per gestire il workflow della fotografia digitale dallo scatto in formato
RAW fino all’output finale, sia esso in stampa o come presentazione video o web.
- Un’unica interfaccia per archiviazione, catalogazione, sviluppo
digitale, ridimensionamento, stampa, creazione gallerie web e
presentazioni pdf.
Paolo Castagnini - Digital Photography Workflow con Adobe Photoshop Lightroom
- In fase di importazione delle immagini permette, con
un’interfaccia molto semplice ed intuitiva, di catalogare, rinominare, etichettare, assegnare parole chiave, aggiungere dati
IPTC e molto altro.
- Un’unica interfaccia e gli stessi strumenti applicabili allo stesso
modo per qualsiasi tipo di file immagine, raw, tiff, jpeg ecc.
- Lavora esclusivamente sui metadati, lasciando inalterati i files
originali (siano raw, tiff, jpeg... è indifferente) e permette di generare infinite copie virtuali con diverse versioni della stessa immagine senza duplicare fisicamente il file, con notevole risparmio di spazio sul disco fisso.
- Consente di lavorare esclusivamente sul raw, dall’importazione
nel database, fino alla stampa, senza la necessità di convertire
in tiff, jpeg o quant’altro.
- Lavora in parallelo su un database “fisico” basato sulla posizione dei files sull’hard disk e su un database “virtuale” con
ordinamento logico basato su metadati e parole chiave, con le
infinite possibilità di organizzazione, catalogazione e ricerca
che ne derivano
- Permette di uscire momentaneamente per elaborazioni più
complesse in Photoshop (o qualsiasi altro software a scelta non è razzista) e di rientrare per completare il workflow, senza
abbandonare l’ambiente di lavoro.
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CAPITOLO 1 - INTRODUZIONE AL FORMATO RAW
- Permette di esportare l’archivio, completo o parti a scelta, su
DVD, mantenendo tutte le informazioni di elaborazione
- Per il fotografo digitale “puro” che non sente la necessità del
cosiddetto foto-ritocco avanzato, tipico più della grafica che della fotografia, a mio avviso può essere lo strumento software all
in one su cui basare il proprio workflow, senza bisogno di niente
altro
REQUISITI DI SISTEMA ED INSTALLAZIONE
Adobe Photoshop Lightroom è installabile sia su piattaforma
PC che piattaforma Mac; i requisiti minimi di sistema richiesti
sono i seguenti:
Paolo Castagnini - Digital Photography Workflow con Adobe Photoshop Lightroom
Windows
•
Microsoft® Windows® XP con Service Pack 2
•
Processore Intel® Pentium® 4
•
768 MB di RAM (consigliato 1 GB)
•
1 GB di spazio disponibile su disco rigido
•
Risoluzione schermo 1024x768
•
Unità CD-ROM
Macintosh
•
Mac OS X v.10.4
•
Processore PowerPC® G4 o G5 a 1 GHz o processore
Intel® Core™ Duo
•
768 MB di RAM (consigliato 1 GB)
•
1 GB di spazio disponibile su disco rigido
•
Risoluzione schermo 1024x768
•
Unità CD-ROM
Adobe Photoshop Lightroom è disponibile per l’acquisto on line
o per il download gratuito di una versione trial funzionante per
30 giorni dal sito www.adobe.com, a partire dal 19 Febbraio
2007.
22
CAPITOLO 2 - INTERFACCIA UTENTE
Paolo Castagnini - Digital Photography Workflow con Adobe Photoshop Lightroom
CAPITOLO 2
L’Interfaccia Utente
di Adobe Photoshop
Lightroom
23
Paolo Castagnini - Digital Photography Workflow con Adobe Photoshop Lightroom
CAPITOLO 2 - INTEFACCIA UTENTE
24
CAPITOLO 2 - INTERFACCIA UTENTE
L’INTERFACCIA UTENTE (UI)
L’interfaccia utente (UI – User Interface) di Adobe Photoshop
Lightroom, è organizzata in modo tale da presentare, a pieno
schermo, tutti gli strumenti disponibili, in ciascun Modulo, disposti secondo un ordine logico, che segue un flusso di lavoro
standard, che va da sinistra verso destra e dall’alto verso il basso. Gli stessi Moduli del software sono disposti, in serie, secondo questa logica.
Tutto quello che serve è a portata di clic e, in pratica, il classico
menù a tendina nella parte alta dell’interfaccia diventa sostanzialmente ininfluente per il workflow standard e spesso si finisce
per dimenticarsene.
Paolo Castagnini - Digital Photography Workflow con Adobe Photoshop Lightroom
L’UI di Adobe Photoshop Lightroom è suddivisa in 5 parti fondamentali che si ripetono, con la stessa logica in ciascuno dei
Moduli di cui si compone il software.
25
CAPITOLO 2 - INTEFACCIA UTENTE
Paolo Castagnini - Digital Photography Workflow con Adobe Photoshop Lightroom
1. Il centro dell’UI è occupato dal Pannello Centrale sul
quale sono visualizzate le immagini sulle quali si sta lavorando.
In ciascun modulo sono disponibili diverse modalità di visualizzazione che saranno descritte nei capitoli corrispondenti; a
seconda del modulo in cui ci si trova, si va dalla visualizzazione
a griglia, alla singola foto, alla comparazione prima/dopo ecc.
2. Nella parte superiore dell’UI troviamo la Barra dei Menù
tipica delle applicazioni Windows e Mac e la Barra di Navigazione di Adobe Photoshop Lightroom; quest’ultima presenta,
sulla sinistra, il Logo personalizzabile e, sulla destra, i Pulsanti
di Navigazione per passare da un Modulo all’altro.
26
CAPITOLO 2 - INTERFACCIA UTENTE
3. A sinistra troviamo una serie di Pannelli che presentano comandi per operazioni di base o standardizzate (Presets)
4. A destra c’è un’altra serie di Pannelli
per i comandi manuali, sui quali l’utente
può avere il massimo controllo in ogni
operazione.
Paolo Castagnini - Digital Photography Workflow con Adobe Photoshop Lightroom
5. Infine la parte bassa dell’UI è occupata da una striscia
di immagini (Filmstrip) in miniatura che visualizza il contenuto
della cartella corrente sulla quale si sta lavorando.
Le Barre superiori e la Filmstrip inferiore sono uguali in ognuno
dei Moduli di Adobe Photoshop Lightroom, mentre i comandi
nei Pannelli Laterali variano a seconda del Modulo in cui ci si
trova.
La visualizzazione dell’IU di Adobe Photoshop Lightroom è personalizzabile in molti dettagli:
•
Premendo ripetutamente il tasto il tasto F si può passare
dalla visualizzazione a finestra alla visualizzazione a pieno
schermo e viceversa.
27
CAPITOLO 2 - INTEFACCIA UTENTE
Premendo più volte il tasto L si può abbassare la luminosità di tutta l’UI, eccetto quella dell’immagine o delle immagini
attive, fino a far apparire quest’ultime su schermo completamente nero, conservando però la funzionalità di tutti i comandi
circostanti
Paolo Castagnini - Digital Photography Workflow con Adobe Photoshop Lightroom
•
Tutti i componenti dell’UI, tranne il Pannello Centrale,
possono essere nascosti cliccando sul triangolino al centro del
bordo esterno di ciascun elemento. In questo modo si può liberare spazio sullo schermo per ingrandire il Pannello Centrale.
Per far riapparire un elemento nascosto, e utilizzarne i comandi,
è sufficiente passare con il puntatore del mouse sul triangolino
di cui sopra.
•
28
CAPITOLO 2 - INTERFACCIA UTENTE
Tutti i Pannelli laterali possono essere collassati e riaperti cliccando sul triangolino a fianco del nome del Pannello;
cliccando sul triangolino tenendo premuto
il tasto Alt (Option in Mac), si attiva una visualizzazione “liquida” dei Pannelli, con la
quale, aprendone una, automaticamente
vengono collassate tutte le altre. Particolarmente utile per monitor di piccole dimensioni.
Paolo Castagnini - Digital Photography Workflow con Adobe Photoshop Lightroom
•
•
L’altezza della Filmstrip, e quindi le dimensioni delle miniature in essa contenute, può essere modificata a piacimento trascinando con il mouse il bordo superiore della Filmstrip stessa.
29
CAPITOLO 2 - INTEFACCIA UTENTE
•
La Barra di Navigazione di Adobe Photoshop Lightroom
può essere personalizzata con un comando da menù.
Selezionando nella Barra dei Menù, Edit > Identity Plate Setup…
si apre una finestra di dialogo, nella quale è possibile sostituire
il titolo in alto a sinistra con una propria scritta o un proprio logo
e anche modificare a piacimento Font e colore dei Pulsanti di
navigazione sulla destra.
Paolo Castagnini - Digital Photography Workflow con Adobe Photoshop Lightroom
•
Nello stesso menù Edit è presente il comando Preferences… nel quale è possibile settare diverse opzioni di default.
Per ottimizzare il flusso di lavoro in Adobe Photoshop Lightroom, la prima cosa da fare è settare alcune preferenze che il
software eseguirà di default. Si accede al pannello delle preferenze dal Menù: Edit > Preferences…; si apre una finestra di
dialogo che presenta quattro schede:
30
CAPITOLO 2 - INTERFACCIA UTENTE
•
General: in questa scheda si possono definire alcune
opzioni di avvio del software:
- In alto troviamo due caselle Settings che attivano rispettivamente la visualizzazione dello Splash Screen e la ricerca automatica di aggiornamenti all’avvio.
- Nel riquadro Default Library è possibile definire quale archivio
Lightroom deve aprire all’avvio (è possibile mantenere diverse
Library e selezionare quella che serve di volta in volta) e, molto
importante, sono presenti alcune opzioni per la ferquenza di
back up dell’archivio.
- Il riquadro Completion Sound definisce quali avvisi acustici utilizzare come avviso quando viene completata un’operazione.
- Seguono alcuni pulsanti per resettare le diverse ozioni di default.
Paolo Castagnini - Digital Photography Workflow con Adobe Photoshop Lightroom
31
CAPITOLO 2 - INTEFACCIA UTENTE
Paolo Castagnini - Digital Photography Workflow con Adobe Photoshop Lightroom
•
External Editors: consente di definire quali software installati sul computer utilizzare per interventi di foto-ritocco più
avanzati, specificando in quale formato aprire il file (tiff, jpeg...),
in quale spazio colore e con quale profondità colore (8 - 16 bit)
•
File Mangement: in questa scheda vengono definite le
preferenze per l’importazione delle immagini nella Library:
- La prima opzione stabilisce se scaricare automaticamente le
immagini quando viene rilevata una memory card nel lettore
collegato al computer
- Preview cache stabilisce la qualità delle immagini anteprima
visulaizzate nella LIbrary; si consiglia di lasciare le impostazioni
di default.
- Metadata: attivando l’opzione Automatically Write Chages in
XMP, tutti gli interventi sulle foto verranno memorizzati in un
file sidecar con estensione .xmp, utilizzabile anche da altri software, ad esempio Adobe Camera Raw e Adobe Bridge.
- File Name Generation definisce come interpretare e/o correggere eventuali caratteri non consentiti presenti nel nome dei
files da importare
- Import Sequence Numbers permette di impostare un criterio
di numerazione sequenziale per l’ordinamento dei files da importare.
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CAPITOLO 2 - INTERFACCIA UTENTE
Paolo Castagnini - Digital Photography Workflow con Adobe Photoshop Lightroom
•
Interface: personalizza colori e fonts dell’Interfaccia
Utente
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CAPITOLO 2 - INTEFACCIA UTENTE
IMPORTARE FOTOGRAFIE IN LIGHTROOM
Possiamo ora effettuare la prima operazione con Lightroom: importare nel database qualche fotografia digitale.
In basso a destra sono presenti due pulsanti: Import… ed Export…; premere il tasto Import…
Paolo Castagnini - Digital Photography Workflow con Adobe Photoshop Lightroom
Si apre la tipica finestra di dialogo del sistema operativo per
l’apertura dei files (Windows Vista in figura), nella quale selezionare la cartella di immagini, o le singole immagini, che si
vogliono importare nel database;
34
CAPITOLO 2 - INTERFACCIA UTENTE
dopo aver dato la conferma, si apre la finestra di dialogo Import
Photos (una delle poche di Adobe Photoshop Lightroom) che
presenta una serie di opzioni:
Paolo Castagnini - Digital Photography Workflow con Adobe Photoshop Lightroom
1. File Handling: dal menù a tendina è possibile selezionare come importare le foto nel database:
•
Import Photos at their Current Location; mantiene i
files nella cartella di origine e crea solamente un riferimento
all’immagine nel database. Selezionando questa opzione, se i
files originali vengono spostati o cancellati, Adobe Photoshop
Lightroom non sarà più in grado di gestirli.
•
Copy Photos to a new location and Import; crea una
copia dei files immagine nel database, lasciando intatti gli originali.
35
CAPITOLO 2 - INTEFACCIA UTENTE
•
Move Photos to a new location and Import; crea una
copia dei files immagine nel database, cancellando gli originali.
•
Copy Photos as Digital Negative (DNG) and Import;
crea una copia dei file immagine nel database, convertendoli
nel formato DNG, indipendentemente dal formato di partenza.
Gli originali restano intatti.
Paolo Castagnini - Digital Photography Workflow con Adobe Photoshop Lightroom
2. Le due opzioni sotto il menù File Handling consentono
di scegliere come e dove copiare le foto che si stanno importando
3. File Naming: consente di attribuire un nome alle foto
importate, accoppiando, a scelta, ad un nome di fantasia, un
numero progressivo, una data, il nome file, dati exif ecc… secondo dei template personalizzabili
4.
Information to apply:
•
L’opzione Develop Settings consente di importare le foto
con un Preset di “sviluppo” predefinito; se ne parlerà diffusamente nella descrizione del Modulo Develop
•
l’opzione Metadata attribuisce a tutte le foto importate
una serie di metadati definibili dall’utente o memorizzati precedentemente in un Preset, selezionabile dal menù a tendina.
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CAPITOLO 2 - INTERFACCIA UTENTE
Selezionando New, si apre una finestra di dialogo nella quale è
possibile definire tutti i metadati da inserire nel file importato.
•
L’opzione Keywords permette di attribuire parole chiave
comuni a tutte le foto che si stanno importando.
•
L’attivazione della casella Render Standard-Sized Previews genera l’anteprima dell’immagine importata secondo i
parametri impostati nelle preferenze.
5. L’anteprima: scorrendo il cursore sottostante alle miniature è possibile vedere il contenuto della cartella di immagini
che si sta importando ed eventualmente scegliere quali foto escludere.
Paolo Castagnini - Digital Photography Workflow con Adobe Photoshop Lightroom
Dopo avere stabilito tutti i parametri per l’importazione, premere
il tasto Import per avviare il processo
37
CAPITOLO 3 - MODULO LIBRARY
CAPITOLO 3
Il Modulo
Library
Paolo Castagnini - Digital Photography Workflow con Adobe Photoshop Lightroom
39
Paolo Castagnini - Digital Photography Workflow con Adobe Photoshop Lightroom
CAPITOLO 3 - MODULO LIBRARY
40
CAPITOLO 3 - MODULO LIBRARY
IL MODULO LIBRARY
Il Modulo Library rappresenta un finestra sul database di Adobe
Photoshop Lightroom attraverso la quale è possibile, non solo
vedere, ma soprattutto gestire il suo contenuto: le fotografie
digitali. Si tratta di un potente strumento di File Mangement che
permette al fotografo digitale di avere sotto controllo, in un’unica
interfaccia, l’intero archivio fotografico digitale, nel quale è possibile importare ed esportare, o eliminare, immagini, classificare
e raccogliere in gruppi omogenei, assegnare parole chiave e
fare ricerche, effettuare semplici interventi correttivi, visualizzare e confrontare.
Paolo Castagnini - Digital Photography Workflow con Adobe Photoshop Lightroom
Il tutto indipendentemente dal formato del file: raw, dng, tiff,
jpeg, psd, png, gif…, qualsiasi formato immagine è supportato e
gestito nello stesso modo; Adobe Photoshop Lightroom supera
il concetto di formato e concentra l’attenzione del fotografo su
quello che è lo scopo del suo lavoro: la fotografia.
41
CAPITOLO 3 - MODULO LIBRARY
L’INTERFACCIA UTENTE
DEL MODULO LIBRARY
Terminato il processo di importazione (se ne può seguire lo
stato nell’indicatore di processo in alto a sinistra), le fotografie
appaiono sul Pannello Centrale come diapositive su di un piano luminoso. Le dimensioni delle miniature si possono variare
selezionando l’opportuna misura in basso (XS - S - M - L - XL).
Le stesse miniature sono visibili nella Filmstrip; scorrendo il
puntatore del mouse sulla Filmstrip la foto su cui si passa viene
visualizzata anche nel Pannello Navigator in alto a sinistra.
Paolo Castagnini - Digital Photography Workflow con Adobe Photoshop Lightroom
Nella parte bassa del Pannello Centrale è presente una barra
con varie icone e comandi per la visulalizzazione; nell’ordine da
sinistra verso destra:
•
Grid View: visualizza le foto sul Pannello Centrale come
una griglia di diapositive
•
Loupe View: visualizza una sola fotografia alla volta; si
può passare da una foto alla successiva o alla precedente con
i tasti freccia
•
Compare View: visualizza due fotografie alla volta
•
Survey View: visualizza tutte insieme, adattandone le dimensioni, tutte le foto selezionate; per selezioni multiple usare i
tasti Ctrl (Command) e Shift in abbinamento al clic del mouse
•
Sort Direction: inverte l’ordine di visualizzazione delle
miniature sul Pannello Centrale
•
Sort: ordina le miniature per sequenza di importazione,
data di scatto o rating assegnato
42
CAPITOLO 3 - MODULO LIBRARY
•
Keyword Stamper:
permette di assegnare parole chiave contemporaneamente a tutte le immagini
selezionate
•
Rating: è possibile assegnare un punteggio, o un etichetta colorata, ad ogni immagine
•
Rotate: ogni clic del mouse ruota la foto attiva di 90° a sx
o a dx
•
Previous/Next Selection: sposta
dall’immagine corrente a quella adiacente
la
selezione
•
Slideshow: visualizza le fotografie come presentazione a
tutto schermo
•
Paolo Castagnini - Digital Photography Workflow con Adobe Photoshop Lightroom
•
Thumbnails: ridimensiona le miniature nel pannello centrale
Info: visualizza il nome File della fotografia attiva
Cliccando sul triangolino all’estrema
destra si apre un
menù nel quale è
possibile selezionare quali strumenti
visualizzare nella
barra.
43
CAPITOLO 3 - MODULO LIBRARY
In modalità Grid, ogni cella visualizza di
default nella parte superiore alcune informazioni sulla foto in essa contenuta:
numero progressivo, dimensioni in pixel,
nome del File. Nella parte inferiore della
cella sono presenti i comandi per ruotare
o assegnare un punteggio.
Paolo Castagnini - Digital Photography Workflow con Adobe Photoshop Lightroom
La personalizzazione delle modalità di visualizzazione può
essere totale: cliccando con il tasto destro del mouse su
un punto qualsiasi del Pannello Centrale e selezionando
la voce View Options…(oppure Ctrl/Command-J), si apre
una finestra di dialogo con moltissime opzioni personalizzabili.
44
CAPITOLO 3 - MODULO LIBRARY
I PANNELLI DI SINISTRA
1. Navigator. In questo Pannello è visualizzata la fotografia
attiva sul Pannello Centrale o, in alternativa, quella sulla quale
è posizionato il cursore del mouse nella Filmstrip. Nella parte
superiore del Pannello sono presenti quattro modalità di ingrandimento della foto nel Pannello Centrale:
Paolo Castagnini - Digital Photography Workflow con Adobe Photoshop Lightroom
•
Fit - adatta entrambe le dimensioni dell’immagine allo
spazio disponibile
•
Fill - adatta la dimensione verticale dell’immagine allo
spazio disponibile
•
1:1 - visualizza la foto a pixel reali (al 100%)
•
3:1 - visualizza la foto al 300%
La miniatura nel Navigator rimane fissa; è possibile selezionare
l’area da visualizzare nel Pannello Centrale trascinando il rettangolino all’interno della miniatura.
Cliccando sul triangolino a sx si apre un pop up nel quale è possibile selezionare ulteriori rapporti di ingrandimento:
1:4, 1:3, 1:2, 2:1, 3:1, 4:1, 8:1, 11:1
45
CAPITOLO 3 - MODULO LIBRARY
2. Library. Questo Pannello visualizza tutto il database di
Adobe Photoshop Lightroom suddiviso in tre categorie:
•
All Photographs
mostra il numero totale di immagini nel database; cliccando su questa opzione viene
visualizzato in modalità Grid
tutto il contenuto del database
•
Quick Collection
è un’area provvisoria del database nella quale è possibile
inserire temporaneamente alcune fotografie sulle cui si sta
lavorando
•
Previous Import
Paolo Castagnini - Digital Photography Workflow con Adobe Photoshop Lightroom
visualizza in modalità Grid
l’ultima sessione di Import effettuata.
3.
Find.
Il Pannello permette di visualizzare solo le fotografie che
soddisfano determinati criteri;
è possibile la ricerca per parola chiave o per data. la casella di controllo attiva/disattiva l’effetto del filtro. i menu
a tendina, a destra del nome
del filtro permettono di settare
il range di ricerca
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CAPITOLO 3 - MODULO LIBRARY
4.
Folders.
Elenca le cartelle di immagini
presenti nel database e il numero di files in esse contenuto. Cliccando su una cartella,
vengono visualizzate tutte le
fotografie in esso contenute.
Cliccando sul segno + sulla
destra è possibile creare una
nuova cartella nella quale importare nuove fotografie. Cliccando sul meno si cancella la
cartella
Paolo Castagnini - Digital Photography Workflow con Adobe Photoshop Lightroom
5.
Collections.
Elenca le Collections presenti
nel database. Una Collection
è una cartella virtuale, nella
quale sono presenti riferimenti
alle foto che fisicamente si trovano in un Folder. Mentre una
foto può essere presente fisicamente in un solo Folder, può
essere visualizzata in più Collections tramite collegamento.
Cliccando sul segno + sulla
destra è possibile creare una
nuova Collection nella quale
inserire le fotografie selezionate sul Pannello Centrale.
47
CAPITOLO 3 - MODULO LIBRARY
6.
Keyword Tags.
Paolo Castagnini - Digital Photography Workflow con Adobe Photoshop Lightroom
Il Pannello Keywords Tags
contiene l’elenco di tutte le
parole chiave assegnate alle
fotografie presenti nella Library. Cliccando su una di
esse verranno visualizzate
tutte le immagini alle quali è
associata.
6.
Metadata Browser.
Questo Pannello contiene
l’elenco di tutti i metadati EXIF
e IPTC assegnati alle fotografie presenti nella Library.
Cliccando su una di essi verranno visualizzate tutte le immagini alle quali è associato.
Per esempio è possibile
selezionare con un clic tutte le
foto fatte con una determinata
lente o scattate in determinato
luogo.
48
CAPITOLO 3 - MODULO LIBRARY
7. Nella parte bassa del pannello dei Pannelli di sinistra troviamo due pulsanti:
•
Import…: apre la finestra di dialogo per importare le immagini nella Library, come descritto all’inizio di questo capitolo
•
Export…: apre la finestra di dialogo per salvare la foto
in un nuovo file immagine con le impostazioni e le regolazioni
definite in Lightroom. Da notare che il file originale non viene
alterato, ma rimane intatto nella Library di Adobe Photoshop
Lightroom.
Paolo Castagnini - Digital Photography Workflow con Adobe Photoshop Lightroom
Nella finestra Export è possibile assegnare un nome diverso
al file, selezionare la cartella nella quale salvarlo, decidere in
quale formato grafico convertirlo, quale spazio colore assegnare, ridimensionarlo e definire una risoluzione di output e, infine, decidere se archiviarlo direttamente o aprirlo in Photoshop
o altra applicazione.
49
CAPITOLO 3 - MODULO LIBRARY
I PANNELLI DI DESTRA
1.
Histogram.
Visualizza l’istogramma, per
i canali R G B e complessivo dell’’immagine attiva;
mostra inoltre alcuni dati di
scatto come ISO, lunghezza
focale, tempo di esposizione
e diaframma.
Paolo Castagnini - Digital Photography Workflow con Adobe Photoshop Lightroom
2.
Quick Develop.
Permette di effettuare alcuni
interventi correttivi di base sulla fotografia attiva. Lo scopo
di questo Pannello è quello di
intervenire in modo approssimativo e grossolano, in quanto
non consente interventi fini, ma
comunque, se lo si desidera, di
preparare l’immagine per gli interventi più marcati e controllati
del modulo Develop. Troviamo
comandi per il Bilanciamento del Bianco, la regolazione
dell’Esposizione e il ritaglio.
Sono presenti inoltre comandi
per applicare gli stessi parametri a più immagini.
50
CAPITOLO 3 - MODULO LIBRARY
3.
Keywording.
Mostra le parole chiave associate all’immagine attiva
e consente di aggiungerne
altre. Se più immagini sono
selezionate contemporaneamente, le Keywords aggiunte
saranno associate a tutte le
foto attive.
Paolo Castagnini - Digital Photography Workflow con Adobe Photoshop Lightroom
4.
Metadata.
Mostra le i Metadati (EXIF e
IPTC) associati all’immagine attiva e consente di aggiungerne
altri. Se più immagini sono selezionate contemporaneamente, i
Metadati aggiunti saranno associati a tutte le foto attive
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CAPITOLO 4 - MODULO DEVELOP
CAPITOLO 4
Il Modulo
Develop
Paolo Castagnini - Digital Photography Workflow con Adobe Photoshop Lightroom
53
Paolo Castagnini - Digital Photography Workflow con Adobe Photoshop Lightroom
CAPITOLO 4 - MODULO DEVELOP
54
CAPITOLO 4 - MODULO DEVELOP
IL MODULO DEVELOP
Il Modulo Develop è il cuore di Adobe Photoshop Lightroom. In
esso sono concentrati tutti i comandi per l’ottimizzazione delle fotografie digitali con un livello di controllo pressoché totale
da parte dell’utente. Con i comandi del Modulo Develop si può
operare su qualsiasi tipo di file immagine, raw, tiff, jpeg, nella
stessa identica maniera, con lo stesso workflow e persino contemporaneamente su files di formato diverso, con risultati che
fino ad ora era possibile ottenere solo operando sui files raw. Il
tutto in modo semplice ed intuitivo, a volte addirittura guidato.
Con il Modulo Develop di Adobe Photoshop Lightroom diventa
quasi impossibile sbagliare.
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Paolo Castagnini - Digital Photography Workflow con Adobe Photoshop Lightroom
L’INTERFACCIA UTENTE
DEL MODULO DEVELOP
CAPITOLO 4 - MODULO DEVELOP
Cliccando sul corrispondente tasto della Barra di Navigazione,
si accede al Modulo Develop di Adobe Photoshop Lightroom.
L’Interfaccia Utente è analoga a quella degli altri moduli, con
un Pannello Centrale centrale, due pannelli di Palette laterali e
la Filmstrip alla base. Dalla Filmstrip si può attivare la fotografia
sulla quale si intende lavorare e, sempre cliccando sulle miniature della Filmstrip si può passare rapidamente da una foto ad
un’altra.
Alla base del Pannello Centrale sono presenti sulla sinistra alcune icone che determinano la modalità di visualizzazione della
foto:
•
Loupe View, visualizza la foto in
modo standard
•
Before/After, visualizza le versioni
prima e dopo della foto su cui si sta lavorando, con modalità diverse, selezionabili
dal menù contestuale.
Seguono tre strumenti di foto-ritocco:
Paolo Castagnini - Digital Photography Workflow con Adobe Photoshop Lightroom
•
Crop Overlay, attiva una maschera di ritaglio e lo strumento per ruotare la foto di un determinato angolo
Cliccando sull’icona Crop Overlay posta sotto il Pannello Centrale. Appare un bordo dotato di “maniglie” che circonda l’intera
foto. Se l’icona lucchetto è aperta le maniglie possono essere
trascinate indipendentemente; se invece è chiusa, l’area di ritaglio mantiene le proporzioni definite nel menù a tendina sulla
destra. Una volta definita l’area di ritaglio, questa può essere
spostata trascinando l’immagine sottostante e ruotata ad esempio per raddrizzare un orizzonte storto. Questa operazione
può essere fatta con il cursore presente nel riquadro oppure in
modo più preciso cliccando sull’icona righello e tracciando la
linea da rendere orizzontale. Tutte le operazioni fatte con questi
strumenti possono essere annullate con il tasto Clear.
56
CAPITOLO 4 - MODULO DEVELOP
•
Remove Red Eye, basta un clic per togliere l’effetto occhi rossi da un ritratto. Lo strumento è dotato di due cursori per
regolare il diametro della pupilla sulla quale si interviene e la
tonalità.
•
Remove Spots, per togliere punti neri e macchie dalla
foto o clonare parti del’immagine, in modo molto semplice: è
sufficiente cliccare sulla zona da sostituire e trascinarla sulla
zona di origine che si vuole clonare
Paolo Castagnini - Digital Photography Workflow con Adobe Photoshop Lightroom
57
CAPITOLO 4 - MODULO DEVELOP
I PANNELLI DI SINISTRA
Paolo Castagnini - Digital Photography Workflow con Adobe Photoshop Lightroom
1. Navigator. In questo Pannello è visualizzata la fotografia
attiva sul Pannello Centrale. Nella parte superiore del Pannello
sono presenti quattro modalità di ingrandimento della foto sul
Pannello Centrale:
•
Fit - adatta entrambe le dimensioni dell’immagine allo
spazio disponibile
•
Fill - adatta la dimensione verticale dell’immagine allo
spazio disponibile
•
1:1 - visualizza la foto a pixel reali (al 100%)
•
3:1 - visualizza la foto al 300%
La miniatura nel Navigator rimane fissa, ed è possibile selezionare l’area da visualizzare nel Pannello Centrale trascinando il
rettangolino all’interno della miniatura.
Cliccando sul triangolino a sx si apre un pop up nel quale è possibile selezionare ulteriori rapporti di ingrandimento:
1:4, 1:3, 1:2, 2:1, 3:1, 4:1, 8:1, 11:1
58
CAPITOLO 4 - MODULO DEVELOP
2. Presets. È un elenco di settaggi predefiniti; scorrendo il
cursore del mouse è possibile vederne l’effetto sull’anteprima
nel Pannello Navigator. Cliccando su uno di questi Preset, le
impostazioni corrispondenti vengono applicate all’immagine attiva sul Pannello Centrale. Tutte le impostazioni rimangono comunque modificabili e personalizzabili con i Pannelli di destra.
Cliccando sul segno + in alto a destra è possibile creare nuovi
presets sulla base delle impostazioni dell’immagine corrente.
Paolo Castagnini - Digital Photography Workflow con Adobe Photoshop Lightroom
I Preset disponibili di default sono:
•
Antique Grayscale
•
Cyanotype
•
Direct Positive
•
Grayscale Conversion
Applicano l’effetto corrispondente all’immagine
•
Tone Curve – Lightroom Default
•
Tone Curve – Linear Contrast
•
Tone Curve – Medium Contrast
•
Tone Curve – Strong Contrast
Applicano una curva a S all’immagine; l’effetto è sovrapponibile
a quello delle opzioni precedenti
•
Zero’d
Visualizza l’immagine come catturata dal sensore, senza alcun
intervento
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CAPITOLO 4 - MODULO DEVELOP
3. Snapshots. Si trova sotto il Pannello Presets e consente
di creare un’istantanea della foto in lavorazione. Per ritornare
ad uno stadio precedente, nel workflow di lavorazione, basta
cliccare sulla voce corrispondente dell’elenco.
Paolo Castagnini - Digital Photography Workflow con Adobe Photoshop Lightroom
4. History. Si trova sotto il Pannello Snapshots e contiene
l’elenco di tutto quello che viene fatto sulla fotografia.
60
CAPITOLO 4 - MODULO DEVELOP
5. Nella parte bassa dei Pannelli di sinistra troviamo due pulsanti:
•
Copy: permette di selezionare le impostazioni della foto
corrente per poterle poi applicare ad altre foto con il pulsante
successivo
•
Paste: applica alla foto correntele impostazioni selezionate con il precedente pulsante Copy.
Paolo Castagnini - Digital Photography Workflow con Adobe Photoshop Lightroom
61
CAPITOLO 4 - MODULO DEVELOP
I PANNELLI DI DESTRA
1.
Histogram.
Paolo Castagnini - Digital Photography Workflow con Adobe Photoshop Lightroom
Il primo Pannello è l’Istogramma che visua-lizza in forma grafica
la distribuzione di luminanza nei tre canali RGB e in scala di grigi. Diversamente dall’istogramma presente nel modulo Library,
questo è anche uno strumento attivo in quanto permette sia
di visualizzare nell’immagine nel Pannello Centrale i pixel fuori
scala, attivando le caselle di controllo nella parte alta del Pannello, sia di regolare punto di nero e punto di bianco trascinando
con il mouse le estremita dell’istogramma stesso. Inoltre passando il cursore sull’istogramma vengono evidenziate le zone
che sono regolabili con i cursori sottostanti nel gruppo Basic.
2.
Basic.
Come già detto, i comandi e gli
strumenti di Adobe Photoshop
Lightroom sono presentati
nella sequenza standard che
dovrebbe seguire un workflow
efficiente ed efficace. Gli strumenti del Pannello Basic sono
quindi le prime (e probabilmente
le più importanti) correzioni da
applicare alle immagini digitali.
Il Pannello Basic si compone di
tre sotto-gruppi di strumenti:
62
CAPITOLO 4 - MODULO DEVELOP
•
Bilanciamento del Bianco: è possibile regolare il bilanciamento del bianco mediante il classico menù a tendina con
valori pre-definiti oppure agendo sui cursori Temperature e Tint,
oppure campionando un grigio neutro con il contagocce. Cliccando sulla corrispondente icona e spostando il contagocce
sulla foto nel Pannello Centrale, si apre una finestra di aiuto
che visualizza, ingrandita, l’area sottostante la punta del contagocce (5x5 px) e i valori RGB del pixel centrale.
In alto sono presenti due opzioni con le quali è possibile passare dall’immagine RGB ad un’immagine in scala di grigi e viceversa.
Paolo Castagnini - Digital Photography Workflow con Adobe Photoshop Lightroom
•
Tone: sono disponibili i cursori Exposure e Blacks, per
regolare esposizione e punto di nero. Come in Camera Raw,
tenendo premuto il tasto alt mentre si spostano questi due cursori, vengono evidenziati nell’immagine i pixel che vanno fuori
scala, colorati secondo il canale che perde informazioni. La differenza fra i due sistemi di warning è la stessa che abbiamo in
Camera Raw: nel primo caso l’immagine diventa nera (o bianca nel caso del cursore Blacks) e vengono evidenziati come
punti colorati (del colore del canale interessato) i pixel privi di
informazione; nel secondo caso l’immagine rimane full color e
vengono evidenziati in rosso i pixel “bruciati” e in blu i neri fuori
scala. In questo gruppo di strumenti sono presenti anche i cursori Recovery e Fill Light che permettono di recuperare rispettivamente alte luci e ombre.
63
CAPITOLO 4 - MODULO DEVELOP
Il pulsante Auto ottimizza in modo automatico il range tonale
della foto
Di seguito troviamo i cursori Brightness e Contrast. Il cursore
dello strumento Brightness permette di regolare i mezzi toni, a
destra per schiarire e a sinistra per scurire. Il cursore Contrast
trascinato verso destra scurisce le ombre e schiarisce le luci; il
contrario verso sinistra.
Paolo Castagnini - Digital Photography Workflow con Adobe Photoshop Lightroom
•
Colors: in questo gruppo troviamo i cursori Vibrance e
Saturation. Con questi due strumenti è possibile regolare la
saturazione in modo generalizzato o selettivo; lo strumento Vibrance infatti aumenta la saturazione solo in quei pixel che ne
sono carenti, lasciando invariati gli altri.
64
CAPITOLO 4 - MODULO DEVELOP
3.
Tone Curve.
Chi è abituato a lavorare con le Curve di Photoshop, noterà
subito un diverso modo di utilizzare questo strumento; la prima
cosa che appare subito evidente è che non è possibile aggiungere punti alla curva, trascinabili con il mouse per modificarne
la forma.
Gli interventi si fanno tutti ed esclusivamente con i cursori presenti in questa Palette che agiscono su un range definito dai tre
puntatori (triangolino nero, grigio e bianco) posti alla base del
grafico.
La prima cosa da fare è quindi definire su quale range di toni
dovranno agire i cursori (che controllano rispettivamente Highlights, Lights, Darks e Shadows).
Paolo Castagnini - Digital Photography Workflow con Adobe Photoshop Lightroom
65
CAPITOLO 4 - MODULO DEVELOP
In pratica i tre puntatori definiscono quali sono le ombre e le luci
della foto:
- sulla zona a sinistra, di colore nero, agisce il cursore Shadows
- sulla zona a destra , di colore bianco, agisce il cursore Highlights
- sulla zona immediatamente a destra dell’area nera agisce il
cursore Darks
- sulla zona immediatamente a sinistra dell’area bianca agisce
il cursore Lights.
Altra caratteristica dello strumento Curve in Lightroom è la visualizzazione sulla curva dell’area tonale alla quale appartiene
il punto che si trova correntemente sotto il cursore nella foto
attiva, e la pre-visualizzazione della forma che può assumere
la curva agendo su un determinato punto, visibile scorrendo il
cursore lungo la curva stessa.
Paolo Castagnini - Digital Photography Workflow con Adobe Photoshop Lightroom
Sotto questi quattro cursori è presente un menù Point Curve
che nel quale è possibile selezionare una di tre curve predefinite: Linear, Medium e Strong Contrast.
In alto a sinistra ci sono due controlli:
- l’icona rettangolare Switch per attivare/disattivare il Pannello
Tone Curve; utile per prevenire modifiche involontarie dopo che
si è trovata una corretta regolazione dell’immagine
- l’icona circolare dello strumento TAT (Targeted Adjustement
Tool); cliccando su quest’icona si attiva questo strumento che
permette di selezionare direttamente sulla foto la gamma tonale
da regolare. Cliccando in un punto dell’immagine e trascinando
il cursore in direzione alto-basso, viene regolata la tonalità di
tutti e solo i pixel di pari luminanza rispetto a quello selezionato.
66
CAPITOLO 4 - MODULO DEVELOP
5.
HSL/Color.
Questo due Pannelli forniscono gli strumenti per intervenire su
un singolo canale colore nell’ambito di una foto. Si tratta a tutti
gli effetti di un Channel Mixer molto sofisticato, che opera su
otto canali distinti che risulta particolarmente utile per rimuovere
dominanti di colore oppure per agire sul tono della pelle in un
ritratto o semplicemente per cambiare il colore di un oggetto in
una foto.
- I cursori Hue regolano il range di tinta di ogni singolo colore
- i cursori Saturation regolano quanto intenso deve essere un
colore
- i cursori Luminance regolano la luminosità del colore.
Tutti i cursori possono essere visualizzati in pannelli distinti o
in un unico pannello cliccando sulla corrispondente opzione in
alto.
Paolo Castagnini - Digital Photography Workflow con Adobe Photoshop Lightroom
Il pannello Color offre gli stessi controlli, ordinati per colore, anzichè per funzione.
67
CAPITOLO 4 - MODULO DEVELOP
In alto a sinistra ci sono due controlli:
- l’icona rettangolare Switch per attivare/disattivare il Pannello
HSL; utile per prevenire modifiche involontarie dopo che si è
trovata una corretta regolazione dell’immagine
- l’icona circolare dello strumento TAT (Targeted Adjustement
Tool); cliccando su quest’icona si attiva questo strumento che
permette di selezionare direttamente sulla foto il colore da regolare. Cliccando in un punto dell’immagine e trascinando il cursore in direzione alto-basso, viene regolata la tonalità di tutti e
solo i pixel di pari colore rispetto a quello selezionato.
6.
Grayscale.
Paolo Castagnini - Digital Photography Workflow con Adobe Photoshop Lightroom
Il Pannello Grayscale, permette di ottenere immaggini in bianco
e nero di elevata qualità, agendo sulla luminosità di otto canali
colore.
Anche in questo pannello sono disponibili i controlli Switch e
TAT.
68
CAPITOLO 4 - MODULO DEVELOP
7.
Split Toning.
In questo Pannello ci sono gli strumenti che permettono di aggiungere una tinta alle Highlights e una diversa tinta alle Shadows della nostra foto.
Questo processo è particolarmente utile ad esempio, dopo aver
creato un’immagine in bianco e nero, per trasformarla in una
immagine a due colori.
Paolo Castagnini - Digital Photography Workflow con Adobe Photoshop Lightroom
Sia per le Highlights che per le Shadows sono presenti due cursori: Hue per definire la tinta (visibile nella barra di scorrimento
del cursore) e Saturation per definire la percentuale di saturazione; naturalmente, in una foto già convertita in bianco e nero,
se il cursore Saturation rimane sullo zero, il cursore Hue non
avrà nessun effetto.
Il cursore Balance, permette di bilanciare le due tonalità.
Anche in questo pannello è presente il controllo switch in alto a
sinistra.
69
CAPITOLO 4 - MODULO DEVELOP
8.
Detail.
Questo Pannello è diviso in due settori: Sharpening e Noise
Reduction
•
Sharpening applica una Maschera di Contrasto la cui intensità è regolabile con il cursore Amount.
Nel settore Noise Reduction troviamo due cursori
Paolo Castagnini - Digital Photography Workflow con Adobe Photoshop Lightroom
•
Luminance riduce il rumore digitale di luminanza o disturbo colore che si verifica anche in situazioni normali ed è variabile da una fotocamera ad un’altra
•
Color riduce il rumore digitale di croma, che spesso si ha
quando si scatta in situazioni di scarsa luminosità e si usa un
alto numero di ISO e si nota soprattutto nelle ombre
Anche in questo pannello è presente il controllo switch in alto a
sinistra.
9.
Lens Corrections.
Nel Pannello Lens Corrections sono presenti gli strumenti per ridurre il fenomeno
dell’ Aberrazione Cromatica
(cursori Red/Cyan e Blue/
Yellow) che aiutano a correggere il fastidioso bordo
colorato ben noto ai fotografi
digitali, e i cursori per controllare la vignettatura (Amount
e Midpoint).
Anche in questo pannello è
presente il controllo switch in
alto a sinistra.
70
CAPITOLO 4 - MODULO DEVELOP
10. Camera Calibration.
Questo Pannello è analogo alla scheda Calibra di Camera Raw
e fornisce gli strumenti per regolare eventuali dominanti congenite della fotocamera. Sono presenti un cursore Tint (per togliere eventuali dominanti nelle ombre) e tre coppie di cursori
Hue e Saturation per i tre canali Red, Green, Blue.
Anche in questo pannello è presente il controllo switch in alto a
sinistra.
Paolo Castagnini - Digital Photography Workflow con Adobe Photoshop Lightroom
11. Alla base dei Pannelli di destra si trovano due pulsanti:
•
Previous: applica all’immagine corrente le regolazioni
della foto immediatamente precedente
•
Reset: annulla tutto e riporta la foto alle condizioni iniziali.
71
CAPITOLO 5 - MODULO SLIDESHOW
CAPITOLO 5
Il Modulo
Slideshow
Paolo Castagnini - Digital Photography Workflow con Adobe Photoshop Lightroom
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Paolo Castagnini - Digital Photography Workflow con Adobe Photoshop Lightroom
CAPITOLO 5 - MODULO SLIDESHOW
74
CAPITOLO 5 - MODULO SLIDESHOW
IL MODULO SLIDESHOW
Il Modulo Slideshow è uno strumento che consente al fotografo
digitale di costruire, rapidamente e con estrema semplicità, presentazioni delle proprie fotografie, in formato Adobe PDF, per
mostrare il proprio lavoro sul monitor di un computer, consegnare dei provini digitali ai propri clienti su CD/DVD o, perché
no, stampare provini o flyers dimostrativi senza perdere tempo
e in modo semplice ed economico.
L’INTERFACCIA UTENTE
DEL MODULO SLIDESHOW
Paolo Castagnini - Digital Photography Workflow con Adobe Photoshop Lightroom
Una volta selezionate, nella Library, le fotografie da inserire
nella presentazione si accede al Modulo Slideshow cliccando
sul corrispondente pulsante nella barra di Navigazione in alto
a destra. Prima di accedere al Modulo Slideshow può essere
conveniente creare, con le foto selezionate, una Collection, in
modo tale da poterle riavere immediatamente a disposizione in
successive sessioni di lavoro
75
CAPITOLO 5 - MODULO SLIDESHOW
Anche nel Modulo Slideshow i Pannelli di sinistra consentono
interventi veloci e predefiniti, mentre i Pannelli di destra contengono i comandi per le impostazioni manuali e le regolazioni
fini.
Nell’area centrale, il Pannello Centrale, viene mostrata
un’anteprima interattiva della presentazione che si sta costruendo. In essa è possibile, trascinando le guide con il mouse,
ridimensionare l’immagine o cambiare e ricollocare il testo descrittivo.
I PANNELLI DI SINISTRA
Paolo Castagnini - Digital Photography Workflow con Adobe Photoshop Lightroom
1. Preview.
In questo Pannello viene visualizzata l’anteprima della presentazione in lavorazione ed è
strettamente collegata al pannello successivo.
2.
Template Browser.
Qui troviamo un elenco di formati di presentazione predefiniti;
scorrendo il cursore del mouse sull’elenco, nel Pannello Preview
viene mostrata in tempo reale l’anteprima del risultato. Cliccando su uno dei template disponibili, esso viene immediatamente
applicato alle foto selezionate e viene creata automaticamente
la presentazione. Tutte le impostazioni rimangono comunque
modificabili e personalizzabili con i Pannelli di destra. I template disponibili di default sono:
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CAPITOLO 5 - MODULO SLIDESHOW
•
Caption and rating: visualizza le foto mostrando il nome
dello Shoot o della Collection a cui appartengono ed eventuale
punteggio assegnato
•
Crop to fill: presenta le foto ingrandendole e tagliandole
in modo da riempire completamente l’area di visualizzazione
•
Default: mostra il nome del file
•
Exif Metadata: visualizza le foto accompagnate dai relativi dati exif.
Paolo Castagnini - Digital Photography Workflow con Adobe Photoshop Lightroom
•
Widescreen: adatta le foto per una presentazione su
schermo formato 16:9
3. Nella parte bassa dei Pannelli di sinistra troviamo due pulsanti:
•
Add: aggiunge all’elenco un nuovo Template creato usando le impostazioni correnti; definite le impostazioni per una presentazione, è sufficiente creare un nuovo Template per poterle
riprodurre successivamente e ottenere nuove presentazioni con
un solo clic.
•
Remove: cancella dall’elenco il Template selezionato.
77
CAPITOLO 5 - MODULO SLIDESHOW
I PANNELLI DI DESTRA
1.
Options.
Contiene i comandi per determinare l’aspetto generale
della presentazione:
•
Zoom to fill frame:
riempie lo spazio disponibile
adattando l’altezza della foto
all’altezza della cornice
•
Stroke Border: aggiunge un bordo di un pixel
all’immagine; il colore può
essere scelto cliccando sul
color picker sulla destra
Paolo Castagnini - Digital Photography Workflow con Adobe Photoshop Lightroom
•
Cast Shadow: consente di aggiungere un’ombra dietro
l’immagine, per dare un senso di tridimensionalità alla presentazione; sono disponibili alcuni controlli per regolare l’opacità,
l’offset, il raggio e l’angolo dell’ombra proiettata
2.
Layout.
Permette di definire,
in pixel, la distanza
della foto dai bordi
della presentazione
e, di conseguenza, le dimensioni
dell’immagine. Lo
stesso risultato si
può ottenere trascinando con il mouse
le guide sul Pannello Centrale
78
CAPITOLO 5 - MODULO SLIDESHOW
3.
Overlays.
Attiva o disattiva la presenza, nella presenta-zione, di testo
sovrapposto alle immagini.
Da questo Pannello è possibile anche inserire nella presentazione:
- un logo come quello definito per la Identity Plate
- il punteggio assegnato alla foto
- un testo
Paolo Castagnini - Digital Photography Workflow con Adobe Photoshop Lightroom
79
CAPITOLO 5 - MODULO SLIDESHOW
4.
Backdrop.
Controlla le impostazioni dello
sfondo della presentazione:
•
Color wash: inserisce
nello sfondo un gradiente colorato (il colore è selezionabile
con il color picker sulla destra)
del quale è possibile determinare opacità e angolo
•
Background image: inserisce nello sfondo un’immagine
selezionabile fra quelle presenti nella Filmstrip e se ne può
regolare l’opacità
Paolo Castagnini - Digital Photography Workflow con Adobe Photoshop Lightroom
•
Background color: riempie lo sfondo con un colore pieno selezionabile con il color picker sulla destra
5.
Playback.
Determina le impostazioni di riproduzione della presentazione:
•
Soundtrack: permette di selezionare un sottofondo musicale (file audio) per accompagnare la presentazione
•
Slide
Duration:
definisce la durata in secondi
dell’immagine e del passaggio
da una foto alla successiva
•
Random order: mostra
le fotografie in ordine casuale
80
CAPITOLO 5 - MODULO SLIDESHOW
6. Nella parte bassa dei Pannelli di destra troviamo due pulsanti:
•
Export...: salva la presentazione come File PDF. Si apre
una finestra di dialogo nella quale è possibile definire nome e
percorso del file e le dimensioni e la qualità delle slides.
Paolo Castagnini - Digital Photography Workflow con Adobe Photoshop Lightroom
•
Play: mostra la presentazione a pieno schermo.
81
CAPITOLO 6 - MODULO PRINT
CAPITOLO 6
Il Modulo
Print
Paolo Castagnini - Digital Photography Workflow con Adobe Photoshop Lightroom
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Paolo Castagnini - Digital Photography Workflow con Adobe Photoshop Lightroom
CAPITOLO 6 - MODULO PRINT
84
CAPITOLO 6 - MODULO PRINT
IL MODULO PRINT
Il Modulo Print di Adobe Photoshop Lightroom è l’interfaccia di
stampa più completa attualmente disponibile in un software di
photo-editing. In un unico ambiente è possibile gestire lay out,
profili e driver di stampa in maniera semplice ed intuitiva.
L’INTERFACCIA UTENTE
DEL MODULO PRINT
Una volta selezionate, nella Library, le fotografie da stampare
si accede al Modulo Print cliccando sul corrispondente pulsante
nella barra di Navigazione in alto a destra. Prima di accedere al
Modulo Print può essere conveniente creare, con le foto selezionate, una Collection, in modo tale da poterle riavere immediatamente a disposizione in successive sessioni di lavoro.
Paolo Castagnini - Digital Photography Workflow con Adobe Photoshop Lightroom
Anche nel Modulo Print i Pannelli di sinistra consentono interventi veloci e predefiniti, mentre i Pannelli di destra contengono
i comandi per le impostazioni manuali e le regolazioni fini.
Nell’area centrale, il Pannello Centrale, viene mostrata
un’anteprima interattiva della sessione di stampa che si sta preparando.
85
CAPITOLO 6 - MODULO PRINT
I PANNELLI DI SINISTRA
1.
Preview.
Paolo Castagnini - Digital Photography Workflow con Adobe Photoshop Lightroom
In questo Pannello viene visualizzata l’anteprima del formato di
stampa in lavorazione ed è strettamente collegata al Successivo Pannello
2.
Template Browser.
Qui troviamo un elenco di formati di stampa predefiniti; scorrendo il cursore del mouse sull’elenco, nel Pannello Preview viene
mostrata in tempo reale l’anteprima del risultato. Cliccando su
uno dei template disponibili, esso viene immediatamente applicato alle foto selezionate e viene creato automaticamente il
layout di stampa. Tutte le impostazioni rimangono comunque
modificabili e personalizzabili con i Pannelli di destra. I template disponibili di default sono:
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CAPITOLO 6 - MODULO PRINT
Paolo Castagnini - Digital Photography Workflow con Adobe Photoshop Lightroom
•
2 x 2 Cells: dispone le foto sulla pagina di stampa in una
griglia di 2 x 2 celle
•
4 Wide: dispone le foto sulla pagina di stampa in 4 celle
sovrapposte verticalmente, ritagliando l’immagine secondo le
dimensioni della cella
•
4 x 5 Contact sheet: crea provini a contatto disponendo
le foto sulla pagina di stampa in una griglia di 4 x 5 celle
•
5 x 8 Contact sheet: crea provini a contatto disponendo
le foto sulla pagina di stampa in una griglia di 5 x 8 celle
•
Fine Art Mat: ottimizza le fotografie per la stampa Fine
Art su carta matte
•
Maximize size: imposta la stampa in modo tale che
l’immagine copra il più possibile la pagina
•
Maximize size centered: come sopra, centrando
l’immagine nella pagina
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CAPITOLO 6 - MODULO PRINT
3. Nella parte bassa del pannello delle Palette di sinistra troviamo due pulsanti:
•
Add: aggiunge all’elenco un nuovo Template creato
usando le impostazioni correnti; definite le impostazioni per
una stampa, è sufficiente creare un nuovo Template per poterle riprodurre successivamente e ottenere nuove stampe con
le stesse impostazioni con un solo clic.
•
Remove: cancella dall’elenco il Template selezionato.
I PANNELLI DI DESTRA
1.
Image Settings.
Paolo Castagnini - Digital Photography Workflow con Adobe Photoshop Lightroom
Contiene i comandi per determinare l’aspetto generale della
stampa:
•
Zoom to fill frame: riempie lo spazio disponibile adattando l’altezza delle foto all’altezza delle celle definite nella pagina
di stampa
•
Auto-Rotate to fill: ruota le foto per adattarle alla forma
delle celle
•
Repeat one photo per page: stampa una sola foto per
pagina, riempiendo con la stessa foto tutte le celle definite nella
pagina
•
Stroke Border: Disegna un bordo sullastampa. Puo essere definita la dimensione in pixel e il colore
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CAPITOLO 6 - MODULO PRINT
2.
Page Layout.
Permette di definire numero, dimensioni, spaziatura e margini
delle celle sulla pagina di stampa.
Lo stesso risultato si può ottenere trascinando con il mouse le
guide sul Pannello Centrale
Paolo Castagnini - Digital Photography Workflow con Adobe Photoshop Lightroom
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CAPITOLO 6 - MODULO PRINT
3.
Overlays.
Paolo Castagnini - Digital Photography Workflow con Adobe Photoshop Lightroom
Attiva o disattiva la presenza, nella stampa, di testo relativo alle
immagini. Da questa Palette è possibile selezionare quali informazioni stampare da una lista predefinita di dati EXIF/IPTC,
inserire un bordo, il numero di pagina e altre informazioni relative alle modalità di stampa
90
CAPITOLO 6 - MODULO PRINT
4.
Print Job.
Consente di definire la risoluzione di stampa, la stampante e la
gestione del colore
Paolo Castagnini - Digital Photography Workflow con Adobe Photoshop Lightroom
5. Nella parte bassa dei Pannelli di destra troviamo due pulsanti:
3
Page Setup: apre le impostazioni di stampa del driver
della stampante
4
Print: avvia la stampa.
91
CAPITOLO 7 - MODULO WEB
CAPITOLO 7
Il Modulo
Web
Paolo Castagnini - Digital Photography Workflow con Adobe Photoshop Lightroom
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Paolo Castagnini - Digital Photography Workflow con Adobe Photoshop Lightroom
CAPITOLO 7 - MODULO WEB
94
CAPITOLO 7 - MODULO WEB
IL MODULO WEB
Il Modulo Web di Adobe Photoshop Lightroom consente al fotografo digitale di produrre web photo-galleries delle proprie fotografie, senza la necessità di conoscere il linguaggio FLASH o
HTML, né di avere a disposizione software dedicati. Con pochi
clic, senza uscire dall’ambiente Lightroom, è possibile realizzare e caricare su server ftp photo-galleries di ottima qualità
per presentare il proprio lavoro sul web, ad esempio in un sito
personale oppure in un area riservata per la visione da parte di
un cliente.
L’INTERFACCIA UTENTE
DEL MODULO WEB
Paolo Castagnini - Digital Photography Workflow con Adobe Photoshop Lightroom
Una volta selezionate, nella Library, le fotografie da inserire
nella photo-gallery si accede al Modulo Web cliccando sul corrispondente pulsante nella barra di Navigazione in alto a destra. Prima di accedere al Modulo Web può essere conveniente
creare, con le foto selezionate, una Collection, in modo tale da
poterle riavere immediatamente a disposizione in successive
sessioni di lavoro.
Anche nel Modulo Web i Pannelli di sinistra consentono interventi veloci e predefiniti, mentre i Pannelli di destra contengono
i comandi per le impostazioni manuali e le regolazioni fini.
Nell’area centrale, il Pannello Centrale, viene mostrata
un’anteprima interattiva della photo-gallery che si sta costruendo.
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CAPITOLO 7 - MODULO WEB
I PANNELLI DI SINISTRA
1. Preview. In questo Pannello viene visualizzata l’anteprima
della photo-gallery in lavorazione
ed è strettamente collegato al
successivo Pannello.
2.
Template Browser.
Paolo Castagnini - Digital Photography Workflow con Adobe Photoshop Lightroom
Qui troviamo un elenco di formati predefiniti; scorrendo il cursore del mouse sull’elenco, nel Pannello Preview viene mostrata in tempo reale l’anteprima del risultato. Cliccando su uno dei
Template disponibili, esso viene immediatamente applicato alle
foto selezionate e viene creata automaticamente la photo-gallery. Tutte le impostazioni rimangono comunque modificabili e
personalizzabili con i Pannelli di destra.
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CAPITOLO 7 - MODULO WEB
3. Nella parte bassa dei Pannelli di sinistra troviamo due pulsanti:
•
Add: aggiunge all’elenco un nuovo Preset creato usando
le impostazioni correnti; definite le impostazioni per una photogallery, è sufficiente creare un nuovo Preset per poterle riprodurre successivamente e ottenere nuove presentazioni con un
solo clic.
•
Remove: cancella dall’elenco il Preset selezionato.
Paolo Castagnini - Digital Photography Workflow con Adobe Photoshop Lightroom
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CAPITOLO 7 - MODULO WEB
I PANNELLI DI DESTRA
1.
Gallery.
E’ possibile scegliere fra stili predefiniti, comunque
modificabili, di photo-galleries Flash o
Html
2.
Labels.
Paolo Castagnini - Digital Photography Workflow con Adobe Photoshop Lightroom
In questo Pannello
è possibile definire
il testo comune che
accompagna le immagini, ad esempio
titolo, sito web, email ecc.
3. Color
ette.
Pal-
In questo Pannello
è possibile definire
il colore per ciascuno dei componenti
della gallery: sfondo, testo ecc.
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CAPITOLO 7 - MODULO WEB
4.
Appearance.
Permette di definire
il lay out, la presenza di un logo /Identity Plate) nella gallery e un eventuale
link ad un sito web.
Paolo Castagnini - Digital Photography Workflow con Adobe Photoshop Lightroom
4. Output
tings.
set-
Definisce la qualità
delle immagini di
preview nella gallery e consente di
scrivere un watermark sulle foto
5. Nella parte bassa dei Pannelli di destra troviamo due pulsanti:
•
Export: salva la photo-gallery in una cartella sull’hard
disk
•
Upload: carica la photo-gallery sul server ftp definito
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Copyright 2007 - Paolo Castagnini
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