imparando lightroom - VisuaLordArt

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IMPARANDO LIGHTROOM
Una guida a cura di Marco Iannucci, con la revisione di Raffaele Cabras.
QUESTO TESTO FA PARTE DI UNA SERIE DI QUATTRO ARTICOLI (DI CUI 3 "TEORICI" E UNO PIU'
"APPLICATIVO"), DENOMINATA "IMPARANDO LIGHTROOM", INTERAMENTE DEDICATA ALL'UTILIZZO DEL
SOFTWARE ADOBE PHOTOSHOP LIGHTROOM. I CONTENUTI DELL'ARTICOLO SONO RIFERITI ALLA VERSIONE
3.x; TUTTAVIA VERRANNO INSERITE DELLE APPOSITE SEZIONI INTEGRATIVE QUALORA LA VERSIONE 4.0,
RECENTEMENTE RILASCIATA, PRESENTASSE DELLE DIFFERENZE. TUTTI GLI ARTICOLI DELLA SERIE SONO
SCARICABILI GRATUITAMENTE IN VERSIONE PDF NELL'APPOSITA SEZIONE "TUTORIAL IN PDF" DEL SITO
VISUALORDART.ALTERVISTA.ORG.
1 INTRODUZIONE
Nonostante l'immagine comune del fotografo sia quella di una persona che in una mano ha le dita (come il
resto della popolazione) e nell'altra ha impiantato una macchina fotografica, la realtà dei fatti è
leggermente diversa: il fotografo di oggi è una persona che dopo aver passato qualche ora a scattare
fotografie passerà qualche giorno davanti al proprio computer a visionare/selezionare/editare gli scatti
compiuti in precedenza. Prendendo per buono quanto vi ho appena detto, è immediato comprendere
l'importanza della fase di post-produzione di una fotografia… se non altro per il tempo che trascorrerete
davanti al computer!
Al crescere dell'importanza della post-produzione sono aumentate le capacità e le potenzialità dei software
in grado di supportare tale attività. La software house leader in questo ambito (ovviamente non lo dico per
sponsorizzarla, ma per non negare l'evidenza) è sicuramente Adobe che, con la suite Photoshop, dota il
fotografo di strumenti di elaborazione fotografica molto potenti e, allo stesso tempo, gli consente di
organizzare il proprio lavoro. A tutti coloro che non si interessano specificatamente di fotografia digitale,
ma sono comunque appassionati di informatica, il nome Photoshop risulterà sicuramente familiare (o
quantomeno non del tutto ignoto). Questo nome non indica un solo software, bensì una famiglia di
software, tra cui è incluso anche Adobe Photoshop Lightroom (forse meno famoso ma, come vedremo,
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almeno altrettanto utile se non forse di più). Se pensate che quelli di casa Adobe hanno creato due
software differenti (Photoshop e Lightroom) per gestire due fasi differenti della post-produzione... allora
state pensando bene: ma quali sono i compiti di questi due software? Soprattutto, cosa è Lightroom?
1.1 Adobe Photoshop Lightroom
Molto spesso in matematica, per dimostrare un teorema o un'affermazione, si procede per assurdo: si nega
un'ipotesi iniziale, quindi si eseguono una serie di passaggi logici con i quali si giunge a un risultato assurdo
(in quanto contraddittorio con le ipotesi iniziali) dimostrando, così, la tesi. Analogamente nella vita di tutti i
giorni, per spiegare cosa sia un determinato oggetto e quali siano le sue funzioni, può essere molto comodo
iniziare con il dire cosa questo non è. Adobe Lightroom (LR) non è un software di fotoritocco: con queste
nove parole, al netto della parentesi, abbiamo già definito la grande differenza che questo ha Photoshop
(PS), che è invece il software di fotoritocco per antonomasia da circa vent'anni. Ma quindi cosa è LR?
Si potrebbe banalmente dire che è tutto il resto... ovvero tutto quello che riguarda la fotografia digitale ma
non il fotoritocco: importazione delle fotografie, gestione backup, catalogazione, classificazione, correzione
dei colori, correzione della luce, stampa, creazione slideshow, … Per tutto questo c'è LR (altro che
Mastercard)! Dare un definizione più puntuale del software, vista la sua estrema versatilità e le sue infinite
potenzialità, risulta decisamente complesso, tanto che anche quella fornita sulla home-page di Adobe è
quantomeno rivedibile:
“Adobe® Photoshop® Lightroom® 4 offre una gamma completa di strumenti per la fotografia digitale, a
partire da semplicissime regolazioni applicabili con un clic fino agli innovativi controlli avanzati. Create
immagini per ispirare, informare e divertire.”
In realtà una definizione di LR molto alla moda in questo periodo e, a onor del vero, anche molto corretta
(dal mio punto di vista) è quella per cui:
“Lightroom è un software per l'organizzazione del proprio workflow fotografico, che consente ai fotografi di
gestire grandi quantità di fotografie durante il processo di post-produzione.”
Con questa seconda definizione viene introdotto un concetto decisamente importante, ovvero quello di
workflow... Ovvero?!
Con questo termine, letteralmente traducibile in italiano con "flusso di lavoro", si intende quella serie di
operazioni, scandite da una consecutio temporum ben precisa, che qualsiasi fotografo esegue quando deve
compiere il proprio lavoro. Vista la natura molto generica della definizione di workflow, se questo viene
inteso in senso "ampio", si possono includere la fase precedente al lavoro, quindi quando il fotografo
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prepara la propria borsa con gli strumenti necessari, e la fase del lavoro stesso... Tuttavia, nonostante le
grandi potenzialità di LR, un software non può ovviamente gestire l'intero workflow, ma solo la parte
inerente la post-produzione!
1.2 Il workflow e la fase di post-produzione
Senza pensare ai grandi nomi della fotografia, iniziamo a pensare a noi stessi e poniamoci la seguente
domanda:
"Cosa faccio io non appena spengo la macchina fotografica?"
Questa domanda può sembrare scontata, quasi offensiva... Ognuno sa perfettamente cosa fa dopo avere
scattato una foto! Quindi adesso poniamoci una domanda più difficile:
"Dopo aver spento la macchina fotografica... faccio sempre le stesse operazioni?"
Purtroppo in molti casi la risposta è "No!". Questo vuol dire che il vostro processo di post-produzione è
caotico, in quanto variabile, e che la vostra efficacia in questa fase è sicuramente migliorabile (ovvero fare
le stesse operazioni in meno tempo): per migliorarvi avete bisogno semplicemente un "flusso di lavoro" ben
definito! Di workflow ne esistono molteplici, più o meno adatti alle singole situazioni ed esigenze, ognuno
con i propri punti di forza e debolezza, ma, soprattutto, ognuno più o meno complesso. Visto che questa
guida è incentrata sul software Lightroom e non sullo studio del workflow ottimo, non andremo ad
analizzare le diverse tipologie e le singole peculiarità, ma ci limiteremo a vedere quali sono i punti cruciali di
qualsiasi workflow, quindi ne verranno proposti due diversi modelli.
1.2.1
Fasi fondamentali di un workflow
Prima di vedere qualche modello di workflow utilizzato nella realtà, e quindi vedere come sfruttare
Lightroom per svolgere questa serie di operazioni, andiamo a vedere quali sono le fasi fondamentali di
qualsiasi flusso di lavoro (quindi anche le fasi che ognuno di noi generalmente compie dopo aver finito una
sessione fotografica):
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Step 1
Step 2
Step 3
Step 4
Step 5
Step 6
• Importazione.
• Organizzazione.
•Backup.
• Classificazione & Selezione.
• Editing & Sviluppo.
• Esportazione & Stampa.
Figura 1.1 - Schema delle fasi fondamentali di un workflow.
Queste sei fasi sono decisamente intuitive e, come detto, sono probabilmente quelle che vengono eseguite
dalla maggior parte di noi... tuttavia, chiunque abbia avuto a che fare con il fotoritocco, sa che lo
svolgimento di tutte queste fasi può richiedere molto, molto tempo... Tempo che ovviamente può
diminuire tanto più è ben organizzato il nostro workflow!
Tuttavia il tempo di processamento delle nostre immagini non dipenderà solo dall'organizzazione del
workflow, ma anche dalla complessità di quest'ultimo: se state scattando fotografie alla festa di
compleanno di vostra cugina, avere una sola copia delle immagini sul vostro computer vi sembrerà
sufficiente e quindi adotterete un workflow molto snello (che quindi eliminerà completamente la fase 3 del
precedente elenco), ma se siete stati ingaggiati come fotografi a un matrimonio probabilmente farete
almeno due copie di backup delle vostre foto, utilizzando un workflow più complesso (che certamente
allunga la fase 3). Per workflow "complesso" (in seguito indicato con il termine “fat”) si intende, infatti, un
flusso di lavoro che prevede un elevato numero di operazioni per ogni fase in precedenza descritta.
Vediamo quindi due diversi possibili workflow, caratterizzati da differenti livelli di complessità.
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1.2.2
"Lean Workflow"
Avere workflow differenti da utilizzare a seconda delle diverse necessità può essere una scelta molto saggia
ed efficiente. Introduciamo ora un flusso di lavoro "lean", ovvero snello, adatto per sua natura alla postproduzione di tutti i giorni (le fasi contrassegnate da un * sono quelle che presentano le maggiori differenze
tra la versione 3.x e la 4 del software):
Importazione
Classificazione
Sviluppo
Esportazione
• Denominazione delle immagini.
• Organizzazione delle immagini.
• Prima scrematura.
• Rating delle fotografie.
• Correzione del bilanciamento del bianco.
• Correzione esposizione e contrasto.*
• Correzione colori.*
• Esportazione in formato digitale.
• Esportazione su social-network.
Figura 1.2 - Schema delle fasi del "Lean Workflow".
1.2.3
"Fat Workflow"
Il workflow presentato nel paragrafo precedente è sicuramente molto snello e, allo stesso tempo,
comprensivo di tutte le fasi principali, tuttavia in ambito professionale (ma anche in ambito amatoriale un
po’ più avanzato) un simile flusso di lavoro risulta eccessivamente scarno: se si ha a che fare con un numero
di immagini molto elevato si può avere la necessità di organizzare e categorizzare le fotografie in maniera
più accurata o, prescindendo dal volume delle immagini, sicuramente si dovrà provvedere a una fase di
sviluppo molto più accurata se le fotografie dovranno essere presentate a un eventuale cliente. Vediamo
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quindi un workflow più complesso, adatto a tutte le occasioni... purché abbiate un po’ di tempo da dedicare
a questa fase.
Importazione
•
•
•
•
Denominazione delle immagini.
Personalizzazione metadati.
Inserimento delle key-words.
Organizzazione delle immagini.
• Gestione del backup su una periferica esterna.
Backup
Classificazione
•
•
•
•
Prima scrematura.
Rating delle fotografie.
Creazione di una smart-collection.
Geotagging delle fotografie.*
Sviluppo
•
•
•
•
Correzione del bilanciamento del bianco.
Correzione esposizione e contrasto e lo strumento curve.*
Correzione colori e bilanciamento delle luci.*
Correzione distorsione ottica.*
Esportazione
•
•
•
•
Esportazione in formato digitale.
Esportazione in formato digitale per successiva stampa.
Esportazione su social-network.
Esportazione in modulo Libro e Web.*
Figura 1.3 - Figura 1.3 - Schema delle fasi del "Fat Workflow".
1.2.4
Conclusioni
Dopo aver introdotto il concetto di workflow e averne fornito alcuni esempi pratici, nei capitoli successivi
verrà illustrato come organizzare il proprio flusso di lavoro tramite il software Adobe Lightroom e, quindi,
come ottimizzare la propria fase di post-produzione. In particolare, nella prossima classe, andremo ad
esaminare nel dettaglio le fasi 1, 2, 3 e 4 illustrate nella Figura 1.1, cercando di scoprire come e dove
Lightroom può veramente semplificarci la vita...
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GRAZIE ALLA COLLABORAZIONE CON L'AMICO E COLLEGA (DI HOBBY) RAFFAELE CABRAS (CHE ANCORA
RINGRAZIO PER LA REVISIONE DELL'ARTICOLO) L'INTERA SERIE DI ARTICOLI "IMPARANDO LIGHTROOM" E'
DISPONIBILE ANCHE SUL SITO MIXYOURSHOT.COM.
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