Guida alle polizze per la non autosufficienza e LTC

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Guida alle polizze per la non autosufficienza e LTC
Guida alle polizze
per la non
autosufficienza e LTC
Sommario
1. UniSalute, la prima Compagnia italiana specializzata
nell'assistenza sanitaria .................................................. 5
2. Introduzione ................................................................ 6
3. Cosa si intende con assistenza socio-sanitaria ...................... 6
4. Chi ha bisogno di prestazioni assistenziali ........................... 6
5. Quanto costa l'assistenza socio-sanitaria ............................. 8
6. Chi paga le prestazioni....... ............................................ 9
7. Quali tipi di assicurazioni sono disponibili ......................... 10
8. Quali sono le differenze fra polizze LTC "a ripartizione"
e "a capitalizzazione" ................................................... 11
9. Quanto costano le polizze.. ........................................... 12
10. Cosa coprono le polizze LTC .......................................... 13
11. Cosa non è coperto ...................................................... 14
12. Quali sono i vantaggi fiscali............................................ 15
13. Cosa altro è necessario verificare prima dell'acquisto .......... 16
14. Un consiglio finale ....................................................... 17
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1. UniSalute, la prima compagnia italiana specializzata
nell'assistenza sanitaria
E' proprio per rispondere al meglio all'emergere dei nuovi bisogni che
caratterizzano l'attuale evoluzione dell'assistenza sanitaria che è nata
UniSalute. UniSalute è la prima Compagnia che si dedica esclusivamente alla
salute, con una rete di strutture sanitarie convenzionate direttamente. Offre
principalmente coperture assicurative nell’ambito di programmi di employee
benefit, rivolti ad aziende, istituzioni, enti pubblici, associazioni e Fondi
sanitari integrativi di categoria.
La rete di strutture sanitarie convenzionate, pubbliche e private (case di cura,
poliambulatori specialistici, centri diagnostici), è caratterizzata da un’elevata
qualità delle prestazioni, qualità che viene costantemente monitorata da parte
di una direzione sanitaria costituita da UniSalute e composta da medici
appositamente reclutati.
UniSalute intende integrare le prestazioni del Servizio Sanitario Nazionale
fornendo servizi di qualità e svolgendo un ruolo attivo nell'assistere gli
assicurati nel loro rapporto con le strutture sanitarie. UniSalute paga
direttamente le prestazioni alla struttura sanitaria, senza alcun anticipo da
parte del cliente, e offre ai propri assicurati l’aiuto nell’individuazione della
miglior struttura per la risoluzione più tempestiva e idonea del proprio bisogno,
la prenotazione diretta delle prestazioni e la risoluzione di problemi burocratici
ed amministrativi.
UniSalute dispone infatti di una propria Centrale Operativa telefonica accessibile con numero verde in grado di offrire ai propri assicurati servizi di
informazione, consulenza medica, prenotazioni e prestazioni di urgenza.
Prodotti flessibili e modulari per la tutela degli assicurati con servizi
integrati a 360°, reti di fornitori convenzionati e controllo della qualità,
sono le caratteristiche che rendono unica la nostra offerta e che ci
differenziano dal mercato.
UniSalute è presente anche in settori relativamente nuovi, come l’assistenza
ai non autosufficienti, con garanzie innovative che offrono non solo il
rimborso per le spese di assistenza domiciliare o il pagamento delle spese
presso le strutture sanitarie, ma anche assistenza medica e sostegno
psicologico ai famigliari dell’assistito, per una servizio globale e di qualità.
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2. Introduzione
Quasi tutti sanno che esistono polizze che pagano le spese mediche, ma l'idea
che esista una copertura che si impegni al pagamento delle spese domiciliari o
al pagamento di una casa di riposo per persone non autosufficienti non è così
familiare.
Questa guida spiega cosa sono, e come funzionano, le assicurazioni per la non
autosufficienza e Long Term Care (LTC), e come scegliere fra soluzioni diverse
in maniera informata.
3. Cosa si intende con assistenza socio-sanitaria
E' un concetto che va oltre le cure mediche e le cure assistenziali per includere
tutte le assistenze di cui il paziente può avere bisogno nel caso di una malattia
cronica o di una situazione di non autosufficienza (impossibilità di prendersi
cura autonomamente di se stessi) che duri per un certo periodo.
Le prestazioni di assistenza possono essere erogate in una residenza socio
assistenziale, in una casa protetta, in una struttura per malati cronici o anche a
domicilio, in forma di aiuto nello svolgere operazioni quotidiane come il lavarsi
e vestirsi.
Questa assistenza può servire anche ad una persona giovane o di mezza età che
ha avuto un infortunio molto grave o soffre di una malattia debilitante, ma,
ovviamente, nella maggior parte dei casi è destinata a persone anziane.
Per i casi nei quali non è necessario il ricovero in una RSA (residenza socio
assistenziale), il problema fondamentale è quello dell’integrazione delle
prestazioni in relazione alla gravità dei casi: l'assistenza fornita dai familiari
può essere integrata da prestazioni infermieristiche, prestazioni mediche
domiciliari, assistenza di ascolto, pasti a domicilio, assistenza in centri diurni
che servono anche a dare un momento di respiro a chi è impegnato in
un’attività di assistenza faticosa.
Questi servizi non sono disponibili dappertutto, anche se singole prestazioni
possono essere facilmente reperite. Bisogna fare una valutazione delle soluzioni
che esistono in ciascun territorio; inoltre, poiché la responsabilità del settore
socio-assistenziale fa capo ai Comuni, è opportuno verificare il tipo di servizi
che questi possono mettere a disposizione e a quali condizioni.
4. Chi ha bisogno di prestazioni assistenziali
In base alle previsioni predisposte dall’ISTAT sulla futura evoluzione della
popolazione, la quota di coloro che superano i 65 anni di età passerà dal 20,1 %
del 2008, al 31,3% nel 2040. In termini assoluti si passerà da 11,9 milioni di over
65 del 2008 a 18,5 milioni del 2040.
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Volendo distinguere nell’ambito degli anziani, coloro che hanno superato i 75
anni di età e che presentano caratteristiche, necessità e comportamenti
nettamente distinti, passeranno, come quota della popolazione locale, dal 9,6%
del 2008, al 16,6% nel 2040; in termini assoluti si passerà da 5,7 milioni di
individui, a 9,8 milioni nel 2040.
Tabella 11
Variazione stimata della popolazione anziana in percentuale sul totale
della popolazione italiana – anni 2008 - 2040
Classi di età
2008
2040
Over 65
20,1%
31,3%
Over 75
9,6%
16,6%
Over 85
2,4%
5,0%
La grande maggioranza della popolazione anziana è rappresentata da donne, in
virtù del fatto che la durata media della loro vita è superiore rispetto a quella
degli
uomini.
Esse
rappresenteranno
nel
2040
il
55%
degli
ultrasessantacinquenni ed oltre il 65% degli ultraottantacinquenni.
Grafico 2
Stima della percentuale di donne e uomini over 65 e over 85 nel 2040, in
Italia
Over 65
45%
Donne
Uomini
Over 85
35%
Donne
Uomini
55%
65%
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Fonte di tutti i grafici e tabelle: elaborazione Unisalute su ISTAT “Previsioni della popolazione
2007-2051”, ISTAT “Condizioni di salute, fattori di rischio e ricorso ai servizi sanitari – anno
2005” e ISTAT Sistema di Informazione Statistica sulla Disabilità “Studio sulla tematica della “Non
autosufficienza””.
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Per trarre delle previsioni circa il numero dei futuri anziani non autosufficienti
si consideri, innanzitutto, come incide oggi la "disabilità" sulle diverse classi di
età: in base a stime ISTAT, nel 2005 vi erano in Italia 2.600.000 disabili, pari al
4,8% della popolazione italiana superiore ai 6 anni. Di questi, 2.015.000 erano
ultrasessantacinquenni, pari al 77,5% del totale disabili e al 18,8% della
popolazione
ultrasessantacinquenne,
mentre
1.619.000
erano
ultrasettantacinquenni, pari quindi al 62,3% del totale disabili e al 15% della
popolazione ultrasettantacinquenne.
Se si ipotizza che la quota degli anziani non autosufficienti sul totale degli
anziani resti sostanzialmente costante, assumendo le stime che prevedono tra il
2008 e il 2040 un aumento del numero degli ultrasessantacinquenni di 6,6
milioni di individui, e mantenendo costante il dato del 2005 relativo al tasso di
disabilità del 19% degli over sessantacinque, si ottiene una stima dell’aumento
del numero degli anziani non autosufficienti pari a 1.500.000 individui.
Tabella 2
Anziani disabili sul totale dei disabili in Italia – anno 2005
Disabilità – anno 2005
Classi di età
Numero disabili
% sul totale disabili
Disabili over 65
2.015.000
77,5%
Disabili over 75
1.619.000
62,3%
Disabili over 85
1.157.000
44,5%
Totale Disabili
2.600.000 *
* pari al 4,8% della popolazione italiana con più di 6 anni
5. Quanto costa l’assistenza socio-sanitaria
L’assistenza può essere molto costosa. Per avere un’idea dei costi
dell’assistenza ai non autosufficienti basti pensare che il costo medio mensile
del ricovero in una "nursing home" (casa di cura) negli Stati Uniti è stato
valutato in media a 3.000 $, con punte fino a 6.000 $ e in Germania pari a 2.000
Euro. In Italia si può stimare che il costo mensile del ricovero in una casa di
cura si aggiri analogamente sui 2.000 – 3.000 Euro. Tale costo, nei casi più gravi
che necessitano anche di assistenza di tipo infermieristico-specializzata, potrà
arrivare ai 5.000-6.000 Euro.
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Quanto all’assistenza domiciliare, in Italia non esistono stime precise dei costi,
anche perché, essendo in gran parte affidata alla famiglia, si tratta di costi
“indiretti”. Prendendo ad esempio, invece, gli Stati Uniti, dove esiste una
situazione maggiormente istituzionale, avere un aiuto tre al giorno per lavare e
vestire il malato, preparagli i pasti costa e dargli un’assistenza sanitaria costa
circa 2.200 $ al mese.
In Emilia-Romagna i costi vanno dai 18 Euro/ora per prestazioni di base ai 39
Euro/ora per l’assistenza fisioterapica. Nella Regione Trentino Alto Adige, che
assiste oltre 11.700 cittadini non autosufficienti, la Provincia di Bolzano
fornisce un contributo, che non è sufficiente a pagare integralmente
l’assistenza domiciliare, da 500 a 1.800 Euro al mese.
6. Chi paga le prestazioni
La legge per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali
sull’assistenza è stata riformata nel 2000 (Legge n. 328/00) per portare
maggiore coordinamento nel settore. Essa non regolamenta la sola assistenza
agli anziani, ma tutte le forme di assistenza alla persona e alla famiglia
attraverso il Fondo Nazionale per le Politiche Sociali (FNPS) e prevede che i
Comuni siano titolari delle funzioni gestionali ed amministrative degli interventi
locali, nonché siano presenti nella programmazione regionale. Alle Regioni
vengono demandati i compiti di coordinamento e programmazione degli
interventi, mentre lo Stato determina i principi e gli obiettivi della politica
sociale attraverso il Piano socio-sanitario.
In realtà per il Fondo nazionale per la non autosufficienza sono stati stanziati
soltanto 300 milioni di Euro per il 2008 e 400 milioni di Euro per il 2009 che si
vanno ad aggiungere ai 26.103 milioni di Euro spesi nel 2007 per le pensioni di
invalidità (invalidità previdenziali e assistenziali), ai 930 milioni di Euro
precedentemente stanziati per gli interventi a favore dei minori, dei disabili e
delle famiglie, e a quelli delle 4.226 IPAB (Istituzioni di pubblica assistenza e
beneficienza), stimati in 19.000 milioni di Euro.
Alcune Regioni hanno definito Fondi Regionali specifici.
Hanno diritto di usufruire delle prestazioni tutti i cittadini italiani, quelli degli
Stati UE e gli extracomunitari in possesso di permesso di soggiorno.
Ovviamente viene fatta una graduatoria alla quale hanno accesso prioritario
innanzitutto le persone in stato di povertà, quelle con limitato reddito, quelle
inabili, fisicamente o psichicamente, e quelle con difficoltà di inserimento nella
vita sociale ed attiva, e nel mercato del lavoro.
Considerando che le risorse sono certamente insufficienti, sembra che la
possibilità di accedere a forme di contribuzione pubbliche sia limitata alla parte
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più povera della popolazione e che gli altri debbano provvedere in maniera
autonoma: per arrivare a coprire l’intera popolazione in stato di bisogno le
risorse dovrebbero essere aumentate di almeno 15 miliardi di Euro entro il
2020.
7. Quali tipi di assicurazione sono disponibili
Se lo Stato non è in grado di offrire una copertura integrale per tutti, c’è
bisogno di un’integrazione privata. In questo settore le soluzioni di pagamento
diretto sono estremamente rischiose (abbiamo visto i costi cui si può essere
esposti) e spesso neanche le Mutue offrono risposte, in quanto la copertura
richiede elevate disponibilità finanziarie che esse generalmente non hanno.
I migliori candidati sono quindi le Assicurazioni. Le coperture possono essere
individuali o collettive: queste ultime sono costituite da polizze sottoscritte
generalmente da Casse o Fondi sanitari in favore dei propri aderenti che
possono essere i dipendenti di un’azienda o di un intero comparto lavorativo (i
dipendenti bancari ad esempio). Ovviamente le polizze collettive, consentendo
una miglior ripartizione del rischio, sono più convenienti.
L’assicurazione LTC si basa sullo stesso principio delle altre polizze, di pagare
un premio ridotto, e certo, a fronte del rischio, incerto, di dover affrontare una
spesa molto maggiore. La polizza LTC è piuttosto nuova e solo poche Compagnie
in Italia offrono questo tipo di prodotto, per cui per gli esempi che seguono ci
rifaremo anche alle esperienze di altri Paesi.
Fondamentalmente vi sono due tipi di copertura che si rifanno ad un modello
“ad accumulazione” o a quello “a ripartizione”.
Nel primo caso, le polizze, collegate al ramo vita, consentono di accumulare dei
risparmi in un fondo speciale che, al verificarsi dell’evento, pagherà un capitale
una tantum, oppure una somma prefissata per tutto il periodo nel quale si
verifica la condizione di non autosufficienza (anche tutta la vita).
Naturalmente tale indennità non sarà necessariamente sufficiente per pagare
integralmente le spese: la rendita sarà in funzione di quanto versato e per
quanto tempo, anche se, in generale, si cerca di costruire un’indennità fra i 500
e i 3.000 Euro al mese che sono quasi sufficienti a pagare integralmente la retta
in una RSA, o coprono le spese per un’assistenza domiciliare di alcune ore al
giorno.
Nel secondo caso, modello “a ripartizione”, le polizze sono legate al ramo
malattia. Non vi è nessuna accumulazione e il premio pagato quell’anno serve a
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far fronte al rischio di quell’anno. Nel caso si verifichi la condizione di non
autosufficienza, la Compagnia si impegna a pagare tutte le spese socioassistenziali fino ad una cifra massima mensile, per tutto il periodo nel quale si
verifica la condizione di non autosufficienza.
Queste polizze trasformano l’indennità in servizi: sarà la Compagnia a
contattare dei fornitori di prestazioni domiciliari e, d’accordo con il medico del
paziente, definire le prestazioni di cui questi ha bisogno e a pagarle
direttamente. Il vantaggio è quello di poter usufruire di tariffe scontate da
parte dei fornitori e quindi di avere a disposizione una quantità di servizi
maggiore.
Come detto, l’indennità/massimale potrebbe non essere adeguato a coprire
tutte le spese, a maggior ragione dopo un certo numero di anni, a causa
dell’erosione dell’inflazione. Alcune polizze prevedono pertanto un
aggiornamento del premio per l’inflazione, per cui l’indennità/massimale
iniziale viene incrementato automaticamente di un certo importo ogni anno.
Talvolta la polizza LTC è offerta come integrazione ad una polizza vita: in
questo caso una parte del capitale della polizza viene pagato al beneficiario
all’atto della perdita di autosufficienza, anziché al momento della morte.
8. Quali sono le differenza fra polizze LTC “a ripartizione” e
“a capitalizzazione”
I due tipi di copertura sono entrambi validi, ma, presentando caratteristiche
molto diverse, si rivolgono a due distinte tipologie di clienti.
La tipologia “a capitalizzazione”, infatti, richiede che il cliente abbia il tempo
di costituirsi un proprio capitale e quindi, se non vuole pagare un premio
estremamente elevato, deve cominciare a risparmiare in età non avanzata
(entro i 45 anni, secondo le simulazioni dell’ISVAP).
I principali vantaggi di questa soluzione sono che, in genere, anche se non
diverrà non autosufficiente, il cliente avrà la possibilità di rientrare in possesso
almeno di una parte del capitale maturato e che, optando per il capitale a
scadenza, avrà maggiore autonomia su come gestirsi la propria non
autosufficienza.
Gli svantaggi sono legati al fatto che solitamente non sono coperte le situazioni
di non autosufficienza che potrebbero presentarsi prima dei 65 anni, ad
esempio a seguito di un incidente stradale catastrofico, e che il tasso di
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adeguamento del capitale all’inflazione può non tenere conto di situazioni
particolari che si verificassero in un orizzonte temporale molto distante.
In sintesi è adatto a persone giovani, estremamente consapevoli dei rischi che
corrono e con una capacità di gestire il proprio danaro.
Esiste anche la possibilità di sottoscrivere una polizza “in Point of need”,
quando cioè si sia già verificata la non autosufficienza. In questo caso il premio
sarà ovviamente elevatissimo e pari alla rendita per la durata della vita residua
stimata dell’assicurato: la convenienza a stipulare questo tipo di polizza sta
nella speranza che la vita effettiva residua sia superiore a quella attesa.
Le polizze che operano nell’ambito della “ripartizione” operano in base al
concetto di mutualità fra i vari assicurati, prescindendo dall’accumulo nel
tempo.
Questo fa si che siano molto più economiche in confronto alle precedenti, se
sottoscritte da persone anziane. Inoltre consentono di coprire, con costi
estremamente ridotti, anche i casi di non autosufficienza giovanili.
Poiché fra il periodo di sottoscrizione e quello di utilizzo corre un numero di
anni minori, anche i problemi di inflazione e di potere d’acquisto della cifra
messa a disposizione sono meno importanti.
In conclusione è un prodotto adatto ad un pubblico di età medio-elevata, con
una maggiore esigenza di essere affiancato nella scelta delle soluzioni più
vantaggiose in caso di non autosufficienza.
9. Quanto costano le polizze
In generale i premi sono in funzione dell’età di sottoscrizione, dell’indennità
mensile definita al momento della sottoscrizione del contratto, di eventuali
limitazioni nella durata del beneficio fornito e di periodi di carenza.
Poiché il rischio aumenta con l’età, i premi saranno tanto più elevati quanto
maggiore è l’età di ingresso in polizza. Tuttavia, definita l’età di ingresso,
generalmente il premio rimane costante per tutta la vita, in quanto si tiene già
conto dei rischi legati all’invecchiamento delle persone. Quindi quanto prima si
sottoscrive, tanto meno si paga.
Esistono anche delle formule “a premio unico” con le quali si versa un premio
una tantum e si è coperti per tutta la vita. Naturalmente il premio dipende
anche dall’ammontare dell’indennità/massimale e dalla durata della
prestazione: normalmente quest’ultima è prevista per tutta la vita, ma esistono
anche prodotti che considerano un periodo di tempo limitato (3-5 anni) nel
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quale viene erogata la rendita. Quest’ultima può essere giustificata dalla
considerazione che la durata della vita in condizioni di non autosufficienza è
comunque limitata.
In alcuni casi, poi, sono previsti dei “periodi di carenza”, cioè si considerano un
certo numero di giorni di inabilità prima che si abbia diritto a percepire
l’indennità. Tale periodo varia fra 0 e 100 giorni. Una carenza di 20 giorni, ad
esempio, significa che il calcolo dell’indennità decorre dal ventunesimo giorno.
Evidentemente periodi di carenza più lunghi riducono il costo della copertura,
per cui i due metodi per ridurne il costo sono iniziare i pagamenti da giovane ed
accettare una carenza elevata.
Nella scelta si tenga conto che in media la durata di una situazione di non
autosufficienza dovuta a tumori è di 1,8-2 anni. Diverso è il caso della non
autosufficienza dovuta a cause psichiche (Alzheimer) o a esiti di incidenti, per i
quali la durata della vita residua può superare i 12-15 anni. La polizza deve
quindi offrire un supporto concreto per sostenere il lungo periodo di degenza
dell’individuo.
10. Cosa coprono le polizze LTC
Bisogna sottolineare che le polizze LTC hanno una logica diversa dalla “Pensione
di inabilità” dell’Inps: quest’ultima certifica l’impossibilità da parte del
cittadino a svolgere qualsiasi lavoro, mentre le polizze intervengono quando la
persona è nell’impossibilità di compiere alcune funzioni fondamentali della vita
quotidiana.
La maggior parte delle polizze LTC, infatti, paga l’indennità alla perdita di un
certo numero di ADL (activities of daily living, capacità di compiere gli atti
elementari della vita: lavarsi, vestirsi, mangiare, muoversi), solitamente 3 su 4,
oppure in caso di malattia mentale invalidante quale l’Alzheimer.
Le definizioni dettagliate degli ADL sono le seguenti:
nutrirsi: capacità di portarsi il cibo, preparato da una terza persona, alla
bocca da un piatto o scodella;
vestirsi: capacità di indossare tutti i tipi di vestiario e di protesi
eventualmente necessarie, inclusa la capacità di prenderle dal luogo dove
sono normalmente custodite;
lavarsi: capacità di entrare ed uscire dal bagno, compiere in autonomia le
funzioni igieniche; entrare ed uscire dalla vasca o dalla doccia od utilizzare
una spugna per lavarsi senza l’aiuto di altre persone;
muoversi: capacità di cambiare posizione, come alzarsi dal letto, trasferirsi
su una poltrona o su una sedia a rotelle e viceversa.
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In mercati più avanzati (Francia) le polizze hanno due livelli di copertura: per
la perdita di 2 ADL (o comunque per situazioni di non autosufficienza parziale)
pagano un’indennità/massimale ridotto, mentre per situazioni più gravi viene
previsto il rimborso o il pagamento integrale.
Negli Usa vi sono modelli più sofisticati che considerano non semplicemente la
presenza o la mancanza di una capacità a compiere determinati atti, ma, con
un sistema a punteggio, cercano di tener conto anche di situazioni intermedie.
In alcuni casi, per cercare di superare la difficoltà psicologica legata alla
sottoscrizione di un contratto che si attiva solo in condizioni molto gravi, alcune
Compagnie, nell’ambito delle polizze a capitalizzazione, prevedono che esse
garantiscano comunque, al compimento del 75° anno, la messa a disposizione
del capitale maturato anche se, a quel momento, non si è verificato il caso di
perdita di autosufficienza.
11. Cosa non è coperto
Tutte le polizze contengono delle limitazioni ed esclusioni, altrimenti il prezzo
sarebbe troppo alto. In generale si parla di:
Periodo di carenza
Spesso le garanzie di polizza non decorrono subito, ma l’assicuratore chiede un
periodo di osservazione dello stato di salute dell’assicurato per evitare
situazioni in cui qualcuno fosse già malato al momento della sottoscrizione del
contratto. In generale non vi è nessun ritardo dell’effetto se la non
autosufficienza deriva da infortunio. Il periodo di osservazione dura un anno se
la non autosufficienza deriva da malattia, tre anni se deriva da malattia
mentale.
Se la situazione di non autosufficienza si verificasse in questo periodo la
Compagnia non è tenuta a pagare le prestazioni, ma rimborserà solo il premio
versato.
Condizioni preesistenti
La Compagnia potrebbe richiedere che passi un certo periodo di tempo prima
che la polizza paghi uno stato di non autosufficienza dovuto ad una malattia
evidenziatasi prima della stipula della polizza. Questa esclusione viene
chiamata “Condizione preesistente”. Alcune Compagnie escludono per sei mesi
le conseguenze di condizioni preesistenti. Se la condizione di non
autosufficienza si presentasse in questo periodo di sei mesi la Compagnia
avrebbe diritto a negare permanentemente il pagamento dell’indennità.
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Esclusioni specifiche
E’ importante, prima dell’acquisto, capire cosa è coperto e cosa non lo è. Ad
esempio, spesso vengono escluse le conseguenze di alcune (o tutte) le malattie
mentali. Certamente sono escluse le conseguenze di alcoolismo e di abuso di
droghe che portassero a stati di non autosufficienza e così pure le cure
necessitate da situazioni di guerra o di automutilazione.
Graduazione delle cure
La maggior parte delle polizze opera qualunque sia il tipo di prestazione
richiesta. All’estero è possibile trovare qualche Compagnia che richiede un
periodo di assistenza domiciliare prima di passare alla fase dell’assistenza
residenziale, o chi differenzia l’indennità in funzione del tipo di cure di cui si
ha bisogno.
In alcuni casi potrebbe essere prevista anche una graduazione dell’indennità in
funzione del numero di ADL perse.
Ovviamente, minori sono le restrizioni, migliore è la copertura.
12. Quali sono i vantaggi fiscali
Per le polizze LTC individuali e collettive non veicolate attraverso Casse e Fondi
il Decreto del Ministero delle Finanze del 22 Dicembre 2000 ha esteso anche a
questo tipo di assicurazione i benefici fiscali in vigore per le polizze vita che
consistono nella detrazione d’imposta del 19% sui premi versati con il massimo
di 1.291 Euro/anno. Tale somma fa cumulo con quella delle altre assicurazioni
detraibili (vita e infortuni) per cui chi avesse già detratto 500 Euro come premio
per una polizza vita potrà portare in detrazione solo il 19% di un premio
massimo di 791 Euro.
Tali vantaggi fiscali si applicano purché i contratti siano di lunga durata (per
tutta la vita o pari alla durata della durata del rapporto di lavoro per le polizze
collettive o almeno 10 anni con obbligo di rinnovo da parte della Compagnia) e
non esista diritto di interrompere il contratto da parte della Compagnia (diritto
che, invece, viene riconosciuto all’Assicurato).
A partire dal 2010, per le polizze collettive veicolate attraverso Casse e Fondi,
il Decreto Turco del 31 Marzo 2008 riconosce, a tutti i soggetti che eroghino
almeno il 20% delle proprie prestazioni nei settori dell’assistenza odontoiatrica
e/o assistenza agli anziani, la deducibilità fino a 3.615,20 Euro del contributo
versato. Se tale contributo è versato in tutto o in parte dalle aziende a seguito
di contratto di lavoro o di regolamento aziendale, viene riconosciuta inoltre la
deducibilità dei contributi dal reddito d’impresa, previo assoggettamento di un
contributo di solidarietà del 10% al posto della piena contribuzione.
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13. Cosa altro è necessario verificare prima dell’acquisto
Pur essendo le condizioni contrattuali delle varie Compagnie generalmente
molto simili, vi sono, tuttavia, alcune opzioni da considerare nell’acquisto delle
polizze LTC.
Età massima di ingresso
L’età massima di ingresso in copertura varia a seconda delle polizze:
evidentemente questo è un fattore di cui tenere conto se si ha già una certa
età.
Alcune polizze non prevedono l’assicurabilità di persone al di sotto di una certa
età in quanto il rischio è molto limitato. In questo modo, però, si perde
l’opportunità di pagare per tutta la vita un premio modesto che, ricordiamolo,
è legato all’età di ingresso in polizza.
Queste limitazioni si riferiscono solo all’età di ingresso, in quanto, una volta
entrati in garanzia, la polizza dura tutta la vita.
Durata del pagamento dell’ indennità
Sebbene nella maggior parte dei casi la perdita di autosufficienza sia definitiva,
potrebbe anche verificarsi che l’assicurato riprenda le proprie capacità (ad
esempio dopo le conseguenze di un grave incidente stradale).
Normalmente il pagamento dell’indennità viene sospeso alla perdita delle
condizioni che lo determinavano.
Alcune polizze, in altri Paesi, prevedono formule più complicate quali il
passaggio di un certo periodo di tempo fra due situazioni di non autosufficienza,
o il pagamento dell’indennità solo per un episodio nella vita, oppure ancora
solo per un periodo limitato di tempo (3-5 anni).
Rinnovabilità
Tutte le polizze LTC sono automaticamente rinnovabili: la Compagnia non ha
mai il diritto di recedere dal contratto, tranne il caso in cui l’assicurato non
abbia pagato il premio o abbia riportato dichiarazioni inesatte nel questionario
anamnestico.
Il premio della polizza non può essere aumentato al singolo assicurato per un
aggravamento del rischio; è consentito, invece, un aumento per tutti gli
assicurati, se le condizioni attuariali dovessero cambiare (tassi di morbilità o di
senescenza molto diversi da quelli ipotizzati in polizza).
La durata della copertura e le condizioni di rinnovo devono essere riportate nel
frontespizio della polizza.
Clausola di restituzione
Con questa clausola la Compagnia si impegna a restituire il capitale maturato,
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calcolato secondo le regole espresse nella polizza stipulata se, al
raggiungimento di una certa età, non si è verificata la condizione di non
autosufficienza. Tale clausola aumenta generalmente il prezzo della polizza.
Sospensione dei pagamenti
Questa clausola consente al beneficiario di sospendere il pagamento dei premi
durante il periodo in cui riscuote l’indennità. Va verificata l’esistenza di
limitazioni a questo diritto che è solitamente offerto in tutti i contratti.
Informazioni sanitarie
Il questionario sanitario è molto importante perché è sulla base di quello che la
Compagnia decide l’assicurabilità della persona.
Di conseguenza, la compilazione del questionario deve essere accurata,
completa e veritiera.
In caso contrario, la Compagnia potrebbe avanzare legittimamente riserve sul
pagamento dell’indennità.
Cambio di assicuratore
Se si cambia assicuratore c’è il rischio che la nuova polizza richieda un nuovo
periodo di carenza o una nuova valutazione delle condizione preesistenti.
Va verificato che la nuova copertura venga emessa in condizioni di “continuità
assicurativa” con la polizza precedente, come se l’assicuratore non fosse
cambiato. Generalmente questa condizione viene praticata sulle coperture
collettive, mentre è più rara su quelle individuali.
14. Un consiglio finale
Le polizze sono contratti legali. Prima di acquistare una polizza è importante
leggere e capire completamente tutte la clausole. E’ importante, anche se
difficile, leggere la polizza qualora guide o materiali di vendita, che non hanno
alcun valore legale, non fossero adeguatamente esaustive.
Non si abbia timore di chiedere consulenza, ad esempio al proprio Agente di
Assicurazione, o di cercare informazioni su internet per la spiegazione di
clausole poco chiare. Eventualmente ci si può far affiancare in questa
operazione da una persona di fiducia, senza farsi prendere dalla fretta o dalla
pressione commerciale del venditore.
E’ opportuno ricordare che, dalla data di firma del contratto, si hanno a
disposizione 10 giorni lavorativi per recedere dall’accordo senza incorrere in
alcuna penalità.
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