Alain Bonnefoit: l`anima a nudo
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Alain Bonnefoit: l`anima a nudo
Mostre L’anima a nudo TEXT Carla Cavicchini C os’è la magia? Incantesimo, fascino, meraviglia, qualcosa che va al di là anche della fantasia, atmosfera fatata, dolce quale una carezza, racchiusa in mille tele capaci di comunicare con lo spettatore, tant’è vivo e sentito il disegno. Il nudo non ha confine. Spazia, ondula, offre la sua eroticità a chi lo osserva, mescolando le donne, tante donne, caste, pure, oppure lussuriose, peccaminose, dotate tuttavia di quella leggerezza cristallina che armonizza tutto, stabilendo quel sottile gioco interattivo tra il Maestro e la sua modella. E’ labile il confine tra sacro e profano: se da un lato l’ebbrezza e l’esaltazione sopraffanno cogli nei primi cento anni del Rinascimenocchi felini di ‘Isanza’ che, altezzosa to: tra il ‘400 – ‘500 nella città gigliata, nel suo bel pareo beve senza troppa le rappresentazioni di uomini nudi in voglia al suo bicchiere, d’altro canto battaglia erano moltissime, eludendo appare il busto marmoreo di Cristina, difese morali nonché religiose” che, genuflessa, spande quel senso di Sono varie le tecniche usate dall’artireligiosità nell’ambiente. sta: “sulla carta finisce ciò che vuoi” Energia pura. E’ quella che si respira – osserva – e quindi spazia verso varie presso la mostra “L’anima a nudo” miscele quali olio, acquarelli, matita, del pittore francese, naturalizzato itanonché la delicatezza del ‘sumi-e‘, liano, Alain Bonnefoit in quel di San tecnica orientale che...non perdona! Gimignano, città delle torri, che rac“E’ un metodo giapponese – racconcoglie una buona parte dei lavori del ta - che, grazie al delicatissimo inchiomaestro presstro di china, so la Galleria permette Energia pura quella che si non d’Arte Modi ‘ritornarci’, derna e Conrespira alla mostra di Alain poiché la carta temporanea subito, Bonnefoit a San Gimignano ‘beve’ “Raffaele De espandendosi Grada”. Ecil tratto immecellenti le parole del critico Maurizio diatamente”. Ogni paese conserva il Vanni che pone l’accento sulla creaproprio fascino – prosegue – ed è beltività, ‘dotata’ nelle sue larghe sfaclo calarsi ogni volta in culture nuove. cettature, di più realtà, quale linea C’è pure molta grafica, e Bonnefoit d’espansione. Questi afferma che dice la ‘gomma’ (per cancellare n.d.a.) la comunicazione artistica del braè bandita dal suo studio:”meglio fare vo parigino s’avvale di molte forze, la ‘palla’...eppoi gettare! Ricordo che vigorie, che interagiscono tra loro. il granito da me lungamente lavoraPone poi parallelismi tra l’importanza to anche in Belgio, bisognava moche i Greci davano al fisico umano e dellarlo subito, poiché faceva presto pensiero filosofico, quale simbolo di ad ‘indurire! Il marmo in confronto è compiutezza umana.”Pensiamo inoltenero! Sapete che Modigliani prentre alla rigogliosa fioritura del ‘nudo’ deva le ‘soglie’ per le sue opere? Reality M L’esposizione prosegue con “Luisa – Rosa” qual’olio su lino, come del resto ‘Aliza’. E se ‘ Marta’ appare dolce e casta, affiora il movimento sexy di ‘Jess’,’ Yoko’, ‘Nitta’, poiché l’Oriente è maestra nella sottile arte della seduzione. Alain col nudo nutre un binomio inscindibile fatto di tocchi puri, eleganti, casti, come l’erotismo che seduto, t’invita a seguirlo. “L’erotic è una forma di classe; può esserlo anche una linea che si snoda sinuosamente presentando una femminilità eccelsa ed unica. Quando le gambe delle donne si aprono, non sono certamente io a chiederlo! E’ la modella che ‘sente’ come muoversi, appoggiarsi, e quindi offrirsi alla tela. E’ basilare lasciarle vivere, ‘primeattrici’ del quadro. Nel mio atelier parliamo, beviamo tè, sfogliamo libri, riviste, eppoi quando la ‘lei’ si riposa, si rilassa, ecco apparir quella scintilla che muove le mie mani sulla tela” “Non voglio professioniste – prosegue – hanno pose accademiche troppo scontate... molte di loro lavorano nel campo dell’arte, sono attrici, cantanti, ma anche semplici studentesse che, col ‘passaparola’, vengono qui per farsi ritrarre”. Preferisce la femminilità in sboccio, quella dei seni “a punta”, oppure quella più morbida e matura? “Mah... entrambe, sia adolescenti che trentenni. Però... quest’ultime hanno quella pienezza che colgo volentieri. Nella pittura non esiste una regola precisa. E’ il tratto che guida, una sorta di tracciato che può iniziare dagli occhi, scende ai capelli, fianchi, glutei... Matisse diceva di prendere un filo piombato, farlo librare ed osservarlo. Mah... forse l’ho fatto anch’io per trarne ispirazione, ma io cerco il movimento, l’arabesque! Vede queste mezze figure? Sono volute, e non perché non c’era posto nella tela! Io amo la duttilità corporea, la plasticità in ognuna di loro, diversa l’una dall’altra.Questo è fondamentale!” In un lampo appaiono alla mia mente le pellicole francesi: scarne, essenziali, nitide. Di poche, pochissime parole, eppur dense di sguardi come quelli di Juliette Binoche, dove lo spettatore fa’ suo il film, interpretandolo secondo le proprie sensazioni. Maestro, cos’è la donna? “Non si può rispondere in un minu- Nella pagina precedente: in alto Alain Bonnefoit, sotto Isaura, 2005. In questa pagina, in alto, Ilaria, 1999, particolare e in basso Nu pelotonné, 1981, particolare to cos’è una donna! E’ universo talmente grande, intimo, delicato, profondo, che le parole difficilmente la rappresentano. Ognuno di noi vede, osserva, intuisce... eppoi trasforma! Io alla parola ‘donna’ aggiungerei anche amore in quanto il sentimento addolcisce, illumina, conferisce quell’allure così particolare... “Da racchiudere in una cornice e di getto usare il pennello per ‘costruire’ sguardi languidi e felini, seni morbidi e succosi quali colline toscane così amate da Bonnefoit, e natiche prorompenti che l’Oriente individua quale segno di buona salute. E... le gambe? Quelle regolano la vita ‘cherie’, una sorta di bussola che... spogliano l’anima! Reality