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Innovazione e Sostenibilità
Osservatorio Innovazione e Sostenibilità
Innovazione e Sostenibilità Newsletter n. 26/2013
a cura di Giuliana Giovannelli e Alessandra Graziani
Sommario:
News dai territori:
Regione Campania:
News nazionali:
Ambiente:
Rinnovabili:
Materiali e tecnologie
innovative:
Rapporti e studi:
Eventi:
Aziende:
Estero:
Partono le gare per la banda ultralarga
Via libera del Senato al Decreto per le emergenze ambientali
GSE, Riconoscimento Certificati Verdi per biomasse da filiera corta
Anev: “Via la Robin tax dal settore delle rinnovabili”
Bollette elettriche, sconti per 550 milioni. Verso la rimodulazione degli incentivi alle
rinnovabili
Conto Termico, da oggi le P.A. possono presentare le richieste
Test pilota, energia da rinnovabili convertita in idrogeno
La turbina che sfrutta vento e sole
5 volte più potenza rispetto alle turbine eoliche tradizionali
Rapporto 2013 di I-Com: Innovazione energetica, l'Italia investe meno di Francia e
Germania 2012: 5,7 milioni persone impiegate nel settore rinnovabili
Anci-Ifel:Progetti Por-Fesr 2007-2013, i Comuni sono più attivi delle Regioni
I retrofit energetici rendono più della borsa
Dall'Antica Roma la ricetta per il calcestruzzo resistente (e green)
Minieolico: installati 18 MW, Basilicata in corsa
Van Rompuy: i 4 pilastri della strategia energetica Europea
Seminario sulle sfide del futuro – Riqualificazione edilizia e urbana
Nel 2020 l'Italia potrebbe produrre il 12% dell'energia rinnovabile di tutta l'UE
Fresia Alluminio: attraverso l’arte un futuro sostenibile
Bristol Capitale verde d'Europa 2015
News dai territori:
Regione Campania: Partono le gare per la banda ultralarga
18/06/2013 - Entro l'estate le gare per il grande progetto "Banda Larga" con una dote di 35 milioni per colmare
l'attuale digital divide e di altri 122,5 milioni (a cui si aggiungerà una quota privata pari al 30%) per realizzare una
rete a banda ultralarga. Con la firma della convenzione con il ministero dello Sviluppo Economico, la Campania per
prima in Italia mette in cantiere la rete ultraveloce. «Seguiranno - ha detto il vice ministro dell'Sviluppo Antonio
Catricalà intervenuto sul tema ieri a Napoli insieme al presidente Stefano Caldoro e all'assessore all'Innovazione Guido
Trombetti - le altre regioni meridionali. Poichè intendiamo realizzare nel Sud d'Italia l'area più infrastrutturata
d'Europa» Le gare entro l'estate e il completamento dei lavori per giugno 2015: oggi in Campania sono sprovvisti di
rete veloce 200mila abitanti, pari al 3,6% della regione, localizzati soprattutto nelle province di Salerno e di Avellino.
Per colmare tali deficit sono già partiti lavori per costruire 600 km di rete e presto se ne metteranno in opera altri 400
km circa. Non più tardi di una settimana fa erano state messe a gara, nell'ambito dei grandi progetti, opere per 145
milioni. Insomma, finalmente qualche partenza, anche se per ora si tratta di poca cosa rispetto ai 2,8 miliardi di
investimenti previsti per 19 grandi progetti: resta forte la preoccupazione che non si riesca a rispettare i tempi dettati
da Bruxelles (impegni di spesa entro fine 20l3) e che, pertanto, parte dei fondi possa essere revocata. In particolare
resta problematica la situazione - stando all'ultimo monitoraggio fatto dalla Regione - per piani che valgono circa l,3
miliardi. Perciò l'Unione Industriali di Napoli monitora da tempo lo stato dell'arte dei Grandi Progetti al fine di
sollecitare le tante amministrazioni coinvolte ad accelerare le procedure.
Fonte:Il Sole 24 Ore, Vera Viola
News nazionali:
Ambiente: Via libera del Senato al Decreto per le emergenze ambientali
14/06/2013 - Stanziamenti per le zone terremotate, nuove risorse per le ferrovie e deroghe alla normativa sulle terre
e rocce da scavo, proroga al 2014 dell’obbligo per i piccoli Comuni di bandire le gare attraverso le centrali di
committenza, misure per il Porto di Piombino.
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Ricostruzione post-sisma
Sono stanziati 1 miliardo e 200mila euro per la ricostruzione in Abruzzo. I fondi - 98,6 milioni per il 2013 e 197,2
milioni di euro all’anno tra il 2014 e il 2019 - sono destinati alla ricostruzione o riparazione degli immobili danneggiati
dal sisma del 2009 oppure all’acquisto di abitazioni sostitutive. La copertura finanziaria sarà garantita con l’aumento
da 1,81 a 14,62 euro e da 2 a 16 euro dell’imposta di bollo.
15 milioni di euro sono stanziati per interventi di ricostruzione dei danni causati in Molise dal sisma del 2002. I fondi si
sono resi disponibili grazie all’allentamento del Patto di stabilità regionale.
E ancora, 50 milioni di euro in Emilia Romagna, 5 milioni in Lombardia e Veneto e 30 milioni in Abruzzo potranno
essere spesi per riparare i danni dei terremoti, grazie alla riduzione degli obiettivi del Patto di stabilità.
Infrastrutture ferroviarie
Sono stanziati 120 milioni di euro all’anno dal 2015 al 2024, per il Terzo valico dei Giovi e per il quadruplicamento
della linea Fortezza-Verona di accesso alla galleria di base del Brennero. Per la Torino-Lione si è deciso di escludere dai
limiti del Patto di stabilità i pagamenti per la riqualificazione del territorio interessato dal progetto, nella misura di 10
milioni di euro all’anno per il 2013, 2014 e 2015; la ripartizione di dettaglio sarà individuata dai Ministeri delle
Infrastrutture e dell’Economia.
Inoltre, le risorse destinate al contratto di programma di Rfi per spese ordinarie negli anni 2012 e 2013 potranno
essere utilizzate anche per la manutenzione straordinaria dell’infrastruttura ferroviaria nazionale.
Terre e rocce da scavo
Si potrà derogare alla normativa sulle terre e rocce da scavo, di cui al DM 161/2012, nei cantieri di tutti gli interventi
previsti dal DL 43/2013 e cioè: post-sima in Abruzzo, Emilia Romagna e Lombardia, area industriale di Piombino,
emergenze rifiuti in Campania e a Palermo, Expo di Milano.
A prescindere da questi casi specifici, la normativa sulle terre e rocce da scavo nei piccoli cantieri è oggetto di una
revisione complessiva nell’ambito del Pacchetto Semplificazioni proposto dal Governo (leggi tutto).
Centrali di committenza
L’obbligo, per i Comuni fino a 5000 abitanti, di fare ricorso alle centrali di committenza è in vigore dal 1° aprile 2013,
ma molti enti hanno manifestato le proprie difficoltà a passare al nuovo sistema (leggi tutto). Con la proroga appena
decisa dal Senato, l’obbligo scatterà il 1° gennaio 2014. Per i bandi pubblicati tra il 1° aprile 2013 e l’entrata in vigore
del DL 43/2013 valgono le regole previste per gli appalti stipulati da centrali di committenza, di cui all’articolo 33,
comma 3-bis del Codice Appalti.
Porto di Piombino
Il provvedimento dichiara “area di crisi industriale complessa” la cittadina toscana e definisce le regole per
l’ammodernamento e l’adeguamento del porto. Il piano di ammodernamento è già previsto dal Piano regolatore del
porto ma, per accelerarne i lavori, il provvedimento dà al Presidente della Regione Toscana l’incarico di commissario
straordinario. Tra gli interventi più urgenti: il dragaggio dei fondali, il completamento dello svincolo fra la Tirrenica e il
porto, il risanamento dei sedimenti contaminati del porto. Le risorse per completare le opere saranno oggetto di
un’intesa fra le istituzioni interessate da concludere entro un mese e mezzo che sbloccherà 90 milioni di euro. Il ddl di
conversione del DL 43/2013 passa ora all’esame della Camera
Fonte: sito internet edilportale
Rinnovabili: GSE, Riconoscimento Certificati Verdi per biomasse da filiera corta
19/06/2013. Solo a seguito della ricezione, da parte del Ministero per le Politiche Agricole, Alimentari e Forestali
(“MiPAAF”), dei dati relativi alle certificazioni rilasciate agli operatori, il GSE (Gestore Servizi Energetici) effettuerà
l'emissione dei Certificati Verdi spettanti all’energia elettrica prodotta nel periodo dicembre 2011-novembre 2012
tramite l’utilizzo di biomassa da filiera corta.
Sarà quindi cura del GSE, dopo la ricezione della certificazione, segnalare tempestivamente agli operatori, attraverso
una news pubblicata sul proprio sito, le informazioni da trasmettere ai fini del riconoscimento dei CV per l’utilizzo di
biomassa da filiera corta. Eventuali richieste di emissione di CV da filiera corta inviate prima della pubblicazione della
news non potranno essere oggetto di valutazione da parte del GSE.
Il Gestore ricorda inoltre che, nell’attesa della certificazione da parte del MiPAAF dell’utilizzo di biomasse da filiera
corta, gli operatori possono chiedere al GSE l’emissione dei CV spettanti per la produzione di energia 2012 con
l’applicazione del coefficiente ordinario (pari a 0,8 o 1,3 a seconda della fonte di alimentazione dell’impianto).
Fonte: sito internet casa e clima
Rinnovabili: Anev: “Via la Robin tax dal settore delle rinnovabili”
18/06/2013. ntervenire con il DDL Semplificazioni in maniera decisa sulla burocrazia delle autorizzazioni, che oggi ha
raggiunto livelli insopportabili. Seguire strade lungimiranti di rilancio del settore dell'eolico, facendo sin d’ora tutto il
possibile per rendere cantierabili le iniziative già pronte per la realizzazione. Rivedere completamente il sistema degli
incentivi, promuovendo la crescita del settore e individuando un mix di sgravi fiscali, incentivi in conto capitale, project
bond e fondi ad hoc, magari con meccanismi rotativi, che consentirebbero la crescita in un settore strategico senza
contravvenire alle regole europee e senza gravare sulle bollette elettriche.
L’Anev (Associazione nazionale energia del vento) mette nero su bianco le sue richieste per il rilancio del settore eolico
e in un comunicato diffuso oggi denuncia: “le aste e la robin tax per l’eolico continuano ad inibire gli investimenti del
settore e rischiano di mettere in default iniziative in essere”.
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Dito puntato contro il meccanismo delle Aste
L'Associazione evidenzia la situazione di penalizzazione che il comparto sta vivendo a causa del meccanismo
farraginoso delle aste. “A fronte di 1000 MW di progetti eolici presentati alle Aste infatti il contingente individuato in
questa seconda tornata di aste a ribasso è poco superiore a 399 MW, un limite eccessivo per il settore che ha ancora
enormi potenzialità. Di fatto gli imprenditori del settore eolico sarebbero disposti ad investire per altri 600 MW con
capitali privati, rilanciando l’occupazione e lo sviluppo ma gli viene impedito con una riduzione ulteriore del
contingente: l’Italia può rinunciare nell’attuale situazione di crisi a 900 milioni di € di investimenti privati? Mentre
infatti il Governo Italiano cerca disperatamente risorse per tagliare le bollette ed aumentare le entrate, ammazza oltre
600 MW di nuovi progetti cantierabili e realizzati solo con risorse economiche private che se realizzati solo per il gettito
dell’Iva consentirebbero entrate superiori a 140 Milioni di €.”
I vantaggi dell'eolico
L’Anev ricorda i vantaggi dell’energia eolica: l’occupazione: potenzialmente l’eolico, se giustamente valorizzato,
potrebbe creare da qui al 2020, 65 mila posti di lavoro; lo sviluppo e la crescita: in Italia si può arrivare a 16.200 MW
di impianti eolici installati (oggi siamo a 8.122 MW); i benefici ambientali: nel 2012, grazie all’energia del vento, sono
stati risparmiati oltre 15 milioni di barili di petrolio e sono state evitate circa 9 milioni di tonnellate di CO2.
“Tutti questi vantaggi vengono messi in discussione oggi dalla normativa vigente in Italia in materia di eolico. Il settore
avrebbe la possibilità di investire per 1000 MW ma è ostacolato dalla burocrazia e dai limiti dei contingenti introdotti e
penalizzanti per lo sviluppo del Paese, in questo modo vengono così sprecati ingenti investimenti mentre l’asta per
l’eolico Off-Shore va deserta”, denuncia l'Associazione che auspica “un rapido intervento del Governo a riallocare le
potenze non installate con meccanismi competitivi e rivedendo i contingenti delle prossime Aste allocando oggi sull’OnShore i contingenti futuri dell’Off-Shore che andrebbero riproposti dopo il 2015; già questo consentirebbe di rilanciare
l’economia del Paese creando sviluppo, crescita, benefici ambientali e occupazione”.
No all'estensione della Robin tax alle imprese minori
L'Anev è anche preoccupata per le indiscrezioni di stampa che parlano di una possibile estensione della Robin tax
anche alle imprese di minori dimensioni, in modo da reperire risorse per finanziare la riduzione dei costi delle bollette
elettriche degli italiani di 550 milioni di euro all'anno, sconti previsti nel 'Decreto Fare' approvato nell'ultimo Consiglio
dei ministri. Sarebbe prevista l'estensione della 'Robin Tax' anche alle imprese energetiche con ricavi annui superiori a
3 milioni di euro e con un imponibile superiore a 300mila euro. Attualmente la Robin tax si applica solo alle imprese
energetiche con ricavi annui che superano i 10 milioni di euro e imponibile superiore a 1 milione di euro.
L'ampliamento del campo di applicazione della tassa riguarderebbe ovviamente anche le imprese minori del settore
delle energie rinnovabili. “Invece di mettere norme per lo sviluppo del settore basate sull’incremento degli investimenti
privati, o dell’eliminazione delle lungaggini e delle farraginosità delle procedure autorizzative, il Governo avrebbe
immaginato di aumentare le tasse !!! cioè di estendere gli effetti della Robin Tax aumentando gli impianti da fonti
rinnovabili soggetti a detta tassa. Questo mentre l’Unione Europea ha ripetutamente richiamato i 27 membri al rispetto
delle regole cui hanno aderito”, ricorda Anev.
Via la Robin tax dalle rinnovabili e garantire la certezza degli investimenti
L'industria eolica italiana auspica che il Governo Letta “levi definitivamente la Robin tax dalle fonti rinnovabili” e che
ascolti le raccomandazioni del Commissario europeo all’Energia Günther Oettinger, dettosi ieri preoccupato per il
previsto impatto delle nuove regolamentazioni recentemente approvate in Spagna dove è stata imposta con valore
retroattivo una tassa del 7% sulla generazione elettrica. Oettinger ha espresso il timore che quanto avvenuto nel
paese iberico possa ripetersi in altri Paesi Ue e ha chiesto quindi all'esecutivo comunitario di prendere adeguate
contromisure.
Fonte: sito internet casa e clima
Rinnovabili: Bollette elettriche, sconti per 550 milioni. Verso la rimodulazione degli incentivi alle rinnovabili
18/0672013. Riduzione dei costi della bolletta elettrica per le famiglie e le imprese; rimodulazione degli incentivi alle
energie rinnovabili; apertura del mercato del gas naturale e avvio accelerato delle gare di distribuzione del gas per
ambiti territoriali.
Sono le principali misure del pacchetto energia previsto nel “Decreto del Fare”, il decreto legge con misure urgenti per
la crescita approvato dal Consiglio dei ministri di sabato 15 giugno.
Bollette elettriche, sconti per 550 milioni di euro
“Il Decreto contiene misure importanti volte a eliminare alcuni costi e alcune complicazioni che pesano sulla
competitività del nostro sistema di imprese. Ci siamo concentrati prima di tutto sui costi della bolletta elettrica,
semplificando e rimuovendo una serie di oneri impropri e di rendite. Stimiamo un risparmio potenziale a beneficio di
tutti i consumatori pari a oltre 500 milioni di euro all’anno a partire dalla seconda metà del 2013”, recita il comunicato
stampa del Ministero dello Sviluppo economico.
“In particolare, abbiamo modificato le modalità di determinazione delle tariffe concesse agli impianti in regime Cip6, in
modo progressivo, portandole in linea con i prezzi di mercato che si sono significativamente ridotti nell’ultimo periodo;
abbiamo bloccato la maggiorazione degli incentivi all’elettricità prodotta da biocombustibili liquidi, maggiorazione che
avrebbe comportato un aumento delle tariffe di 300 milioni all’anno e avrebbe premiato impianti con scarsi benefici
ambientali che saranno invece oggetto di iniziative di riqualificazione”.
Zanonato in conferenza stampa: interventi su biodiesel e Cip 6
Nel corso della conferenza stampa tenuta dal Governo al termine della seduta, il ministro Zanonato ha spiegato:
“Complessivamente abbiamo adottato misure che consentono di ridurre le bollette elettriche degli italiani di 550 milioni
di euro. La cosa deriva da due distinti provvedimenti: il primo riguarda l'utilizzo del cosiddetto biodiesel o olio di
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palma; nel secondo caso invece andiamo a modificare il Cip 6. Entrambe le norme prevedono una 'zoomata' che
consenta alle imprese di riorganizzarsi: per quel che riguarda l'utilizzo di olio di palma sono previsti meccanismi di
riconversione; per quel che riguarda invece i contributi Cip 6 per le energie assimilabili alle rinnovabili (non sono
rinnovabili) è previsto un meccanismo che consente a queste comunque di conguagliare riferendosi al prezzo del gas e
contemporaneamente un meccanismo che consenta di uscire dalla situazione in cui si trovano in modo dolce”.
Estensione della Robin tax anche alle imprese di minori dimensioni
Secondo quanto riporta Il Sole 24 Ore, gli sconti in bolletta saranno finanziati anche attraverso l'estensione della
'Robin Tax' anche alle imprese energetiche con ricavi annui superiori a 3 milioni di euro e con un imponibile superiore a
300mila euro. Finora la Robin tax si applicava solo alle imprese energetiche con ricavi annui che superano i 10 milioni
di euro e imponibile superiore a 1 milione di euro.
Rimodulazione degli incentivi alle rinnovabili
Inoltre, il Consiglio dei Ministri ha assunto l’impegno a rivedere l’intera materia degli incentivi per la produzione di
energia elettrica, proseguendo il percorso di differenziazione delle fonti e valorizzazione delle energie rinnovabili.
“Abbiamo discusso a lungo della partita degli incentivi alle energie rinnovabili e ci siamo accordati che d'intesa con il
ministro dell'Ambiente andremo a un provvedimento generale che valorizzando le energie rinnovabili rimoduli i
contributi tenendo conto dei diversi aspetti che sono importantissimi per le nostre industrie”, ha spiegato Zanonato
durante la conferenza stampa.
Apertura del mercato del gas
Nel Decreto Fare è previsto anche “l'ampliamento dell’apertura del mercato del gas naturale, liberalizzando
completamente le piccole e medie aziende, in linea con quanto indicato dalla Commissione Europea e dall’Antitrust”.
Sono previste inoltre “misure per accelerare l’avvio delle gare di distribuzione del gas per ambiti territoriali, dalle quali
deriveranno minori costi per i cittadini utenti e significative entrate per gli enti locali”.
Fonte: sito internet casa e clima
Rinnovabili: Conto Termico, da oggi le P.A. possono presentare le richieste
18/06/2013. Domande in via telematica al GSE per tutte le tipologie di intervento
La domanda può essere presentata per tutte le tipologie di intervento previste all’art. 4 dello DM:
- isolamento termico di superfici opache delimitanti il volume climatizzato;
- sostituzione di chiusure trasparenti comprensive di infissi delimitanti il volume climatizzato;
- sostituzione di impianti di climatizzazione invernale esistenti con impianti di climatizzazione invernale utilizzanti
generatori di calore a condensazione;
- installazione di sistemi di schermatura e/o ombreggiamento di chiusure trasparenti con esposizione da Est-Sud-Est a
Ovest, fissi o mobili, non trasportabili.
- sostituzione di impianti di climatizzazione invernale esistenti con impianti di climatizzazione invernale dotati di
pompe di calore, elettriche o a gas, utilizzanti energia aerotermica, geotermica o idrotermica;
- sostituzione di impianti di climatizzazione invernale o di riscaldamento delle serre esistenti e dei fabbricati rurali
esistenti con impianti di climatizzazione invernale dotati di generatore di calore alimentato da biomassa;
- installazione di collettori solari termici, anche abbinati a sistemi di solar cooling;
- sostituzione di scaldacqua elettrici con scaldacqua a pompa di calore.
Le procedure per l’inoltro delle domande sono illustrate nell’art. 7, comma 3, del DM. Le richieste dovranno essere
presentate esclusivamente per via telematica mediante l’applicazione informatica Portaltermico disponibile sul portale
del GSE (https://applicazioni.gse.it). Nelle prossime settimane il GSE renderà disponibile l’applicazione informatica
Portaltermico anche per la procedura di accesso diretto agli incentivi. Ricordiamo che l’inoltro delle richieste di
iscrizione ai Registri del Conto Termico per la sostituzione di impianti di riscaldamento con impianti a pompa di calore
e la sostituzione degli impianti di serre e fabbricati rurali con impianti alimentati da biomassa, realizzati dalle Pubbliche
Amministrazioni e dai privati, è aperto dal 3 giugno scorso fino al 1° agosto 2013
Fonte: Rossella Calabrese, sito internet edilportale
Rinnovabili: Test pilota, energia da rinnovabili convertita in idrogeno
14/06/2013. Entrerà in funzionamento entro la fine di agosto l’innovativo impianto “power-to-gas” (P2G) per la
conversione dell’energia in eccesso prodotta da fonti rinnovabili in idrogeno da immettere nella rete gas.
GENERATI 160 M3 DI IDROGENO IN TRE ORE. Realizzato a Falkenhagen, nella Germania settentrionale, l'impianto è
stato ieri – giovedì 13 giugno - sottoposto a un primo test da parte del Gruppo E.ON. Positivi i risultati ottenuti: per
circa tre ore l’impianto è riuscito a generare 160 m3 di idrogeno, che sono stati direttamente immessi nel sistema di
trasmissione gas.
IDROGENO UTILIZZATO PER PRODURRE ENERGIA ELETTRICA O CALORE. Spiega il comunicato diffuso dall'azienda:
“l’unità P2G sfrutta l’energia generata da un vicino impianto eolico per produrre idrogeno dall’acqua tramite elettrolisi,
che viene poi immesso nel sistema regionale di trasmissione del gas”. L’idrogeno, aggiunge l'azienda, potrà essere
utilizzato per la produzione energetica elettrica o di calore.
Una volta operativo, l'impianto P2G produrrà circa 360 m3 di idrogeno ogni ora
Fonte: sito internet casa e clima
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Materiali e tecnologie innovative: La turbina che sfrutta vento e sole
17/06/2013. Dopo un periodo di studio e di test, un gruppo di ricerca dell'Università di Bath, in collaborazione con
l'azienda McCamley Middle East, ha sviluppato una nuova turbina a doppia energia rinnovabile. Il modello, infatti,
sfrutta sia l'energia del vento che quella solare.
TECNOLOGIA IBRIDA. Il sistema racchiude una turbina eolica a lama verticale in un telaio esterno che è rivestito da
celle solari. Dal design compatto, la turbina nasce per diffondere la produzione di energia eolica nelle aree urbane.
Interessante anche l'attenzione al design del rotore, che non disturba l'eventuale presenza di animali, come uccelli e
pipistrelli (spesso già messi in difficili condizioni di sopravvivenza nelle città più grandi).
OPERATIVA ANCHE IN CONDIZIONI DI VENTO FORTE. Mentre la maggior parte delle turbine perde la propria capacità
di funzionare quando i venti sono estremamente elevati e vorticosi, il design ergonomico della turbina consente di
operare in sicurezza anche in condizioni di forti folate. Il modello può anche ancora funziona quando il flusso d'aria è
molto basso, dagli 1,8 m/s e si avvia in maniera autonoma senza prendere energia dalla rete.
DUE FONTI DI ENERGIA, MAGGIORE EFFICIENZA. Infine, grazie all'aggiunta del solare, il modello dispone di una
maggiore efficienza e sfrutta due condizioni – vento e sole –, con una maggiore produzione energetica. Dopo i test –
positivi – effettuati con prototipi da 1 kilowatt nel Regno Unito e in Bulgaria, il gruppo McCamley pensa già alla messa
in commercio.
Fonte: sito internet casa e clima
Materiali e tecnologie innovative: 5 volte più potenza rispetto alle turbine eoliche tradizionali
14/06/2013. Arriva dal Regno Unito l'ultima novità in fatto di energia eolica. Il produttore londinese Poduhvat ha
sviluppato una turbina eolica che – secondo l'azienda - sarebbe in grado di produrre cinque volte più energia rispetto
alle turbine eoliche tradizionali, a parità di dimensioni del rotore.
PUÒ GENERARE 43,8 MW / H ALL'ANNO. La nuova turbina si chiama Whetar, è pressoché completamente silenziosa e
può generare 43,8 MW / h all'anno (leggermente variabile a seconda dei venti prevalenti), con la capacità di carico
sotto il 50%. La turbina risulta dotata di due rotori controrotanti racchiusi in un condotto di alloggiamento costruito
appositamente. I rotori – spiega l'azienda - annullano a vicenda le forze rotazionali, riducendo così in maniera
significativa le vibrazioni e rendendo la turbina più adatta alle aree urbane.
ERGONOMIA PROGETTUALE. La parte canalizzata della nuova turbina crea un'area anulare di alta pressione tutta
intorno alla stessa turbina. Questo accorgimento progettuale agisce come un imbuto che risucchia l'aria all'interno
della turbina. L'aria a bassa velocità accelera e viene utilizzata dai due rotori controrotanti che si accelerano
ulteriormente tra loro.
Fonte: sito internet casa e clima
Rapporti e studi: Rapporto 2013 di I-Com: Innovazione energetica, l'Italia investe meno di Francia e Germania
18/06/2013. Si è svolto oggi a Roma il convegno “Rinnovare l’innovazione energetica. Quali policy per un rilancio in
Italia e nella UE”, in occasione del quale è stato presentato il V° Rapporto annuale dell’Osservatorio I-Com (Istituto per
la Competitività) sull’Innovazione Energetica, elaborato in collaborazione con ABB Italia, Assoelettrica, CNR, ENEA,
Enel, Eni, RSE e Terna.
Il Rapporto rileva che nella classifica dei principali Paesi per gli investimenti in innovazione energetica, il primo posto è
occupato dalla Cina (37,4 miliardi di dollari nel 2011), mentre al secondo posto ci sono gli Stati Uniti (14 miliardi di
dollari). L'Italia investe 1,31 miliardi di dollari in innovazione energetica, meno della Germania (3,6 mld dol) e della
Francia (3,8 mld dol).
Boom di investimenti nella ricerca energetica
Nel 2011 c'è stato un vero e proprio boom di investimenti nella ricerca energetica nel mondo: la spesa in R&S in
campo energetico è cresciuta ad una velocità tripla rispetto alla media (+34,3% contro un +6,1% complessivo degli
altri settori). Un incremento riconducibile al ruolo decisivo del settore pubblico e al grande volume di investimenti
alimentato dalla Cina (37,4 miliardi di dollari nel 2011).
In Italia +23% gli investimenti pubblici e +5% quelli privati
Rispetto al 2010, l'Italia ha registrato un significativo aumento delle risorse pubbliche investite (+23%) e anche di
quelle private (+5%). In particolare, gli investimenti pubblici si sono concentrati sul settore dell'efficienza energetica
(24% del totale), che invece a livello globale ha un peso molto inferiore (8%). In questo comparto, tra i paesi europei
solo il Regno Unito fa meglio dell'Italia. Nel nostro Paese rispetto a 10 anni prima si è dimezzato il volume di risorse
destinate al nucleare (23%), mentre per le rinnovabili gli investimenti sono pari al 17%.
Italia produttiva nelle pubblicazioni scientifiche
Sul fronte delle pubblicazioni scientifiche nel settore dell'innovazione energetica, l'Italia è in quinta posizione con 113
articoli pubblicati nel 2012. La Lombardia è la prima regione italiana per pubblicazioni in campo energetico (21%),
seconda la Sicilia (10%).
Pochi i brevetti
Sono invece pochi, solo 154, i brevetti italiani - relativi alle tecnologie energetiche a basso impatto ambientale rilevati nel campione di 17.437 brevetti (depositati nel 2012 presso l'ufficio brevetti europeo) esaminato nel Rapporto
2013 sull'Innovazione energetica di I-Com. Ciò è dovuto principalmente alla struttura del tessuto produttivo italiano,
basato su una larga diffusione di aziende di piccola e piccolissima dimensione.
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Se, ancora una volta, la Lombardia primeggia con il 30% dei brevetti, le regioni meridionali evidenziano la scollatura
più forte nel passaggio tra ricerca di base e ricerca applicata. È il caso della Sicilia, che – nonostante la buona
produzione di articoli scientifici – si posiziona al tredicesimo posto.
Importazioni/esportazioni, nel 2011 attivo di 7,7 mld per l'Italia
Per quanto riguarda l'import/export di tecnologie energetiche, nel 2011 l'Italia ha registrato un attivo di 7,7 miliardi di
dollari, più della Germania (6,8 milioni). Negativi però i saldi relativi ai settori eolico e soprattutto fotovoltaico, che
mostra un deficit vicino ai 20 miliardi di $.
Le proposte per una politica a sostegno dell'innovazione
Lo studio di I-Com sottolinea come rendere più competitivo il paese significa agire con decisione anche sul piano delle
politiche si sostegno all’innovazione energetica. Per questo, il Rapporto propone una serie di considerazioni sul ruolo
dei diversi attori coinvolti in questo processo:
‐ Occorre affrontare il nodo delle PMI, mettendole al centro di specifiche piattaforme di sviluppo con strumenti
dedicati. È quanto accade all’estero, nei paesi più avanzati.
‐ A fronte di una quantità sempre più limitata di risorse, è urgente limitarne la frammentazione, puntando su
programmi di ricerca a lungo termine e di forte impatto.
‐ Occorre promuovere con decisione la realizzazione di progetti dimostrativi in campo energetico, snellendo i processi
autorizzativi e rendendo più efficiente il sistema delle incentivazioni.
‐ Gli operatori del settore devono essere in grado di avere una visione di medio termine sugli obiettivi di politica
energetica nazionale econ la strategia industriale e della ricerca. In questo quadro, va implementato una reale
cooperazione tra imprese e centri di ricerca e un raccordo tra amministrazioni centrali e regionali (per una governance
del settore).
‐ L’Europa ha saputo dotarsi di una politica a favore dell’innovazione energetica adeguata dal punto di vista della
governance. Il prossimo Programma Quadro (Horizon 2020) prevede, in particolare, uno specifico filone di
investimenti, pari a 5,8 miliardi di euro, cui vanno aggiunti 6,8 miliardi dedicato al settore dei trasporti, è importante
che l’Italia possa contribuire attivamente alla definizione di obiettivi e strumenti, garantendo un’adeguata
rappresentanza delle esigenze del tessuto produttivo nazionale presso diversi consessi decisionali.
“Attraverso la filigrana del comparto energetico è possibile osservare i nodi e le contraddizioni dell’intero sistema
produttivo italiano”, spiega Stefano da Empoli, Presidente di I‐Com. “Occorre sottolineare ancora una volta come la
chiave di volta dell’innovazione debba risiedere nella definizione di politiche di sostegno rivolte specificamente alle PMI,
rafforzandone la capacità di cooperazione con le grandi imprese del settore e i centri di competenza nazionali e, più in
generale, a livello italiano ma anche europeo nella razionalizzazione dell’impiego delle risorse con una capacità di
selezione molto maggiore di settori e luoghi della ricerca. Oggi siamo al paradosso che non c’è neppure un
coordinamento nazionale tra quello che fanno ad esempio Regioni ed università quando ne servirebbe uno di livello
continentale”.
Fonte: sito internet casa e clima
Rapporti e studi: 2012: 5,7 milioni persone impiegate nel settore rinnovabili
19/06/2013. E' di circa 1000 miliardi di euro la somma che dal 2006 ad oggi è stata investita nel settore delle energie
rinnovabili.
E il trend di crescita pare destinato a proseguire, stando al nuovo rapporto del Renewable Energy Policy Network per il
21esimo secolo (REN21). Il rapporto rivela anche che nel 2012, a livello internazionale, 5,7 milioni persone sono state
impiegate nel settore rinnovabili.
I PAESI IN VIA DI SVILUPPO INVESTONO SEMPRE PIÙ NELLE RINNOVABILI. Il Global Status Report 2013 rilasciato da
REN21 - gruppo internazionale che si occupa di monitorare le politiche energetiche sostenibili - afferma che il 2012 è
stato il secondo anno più alto di sempre per investimenti nelle energie rinnovabili, con un divario tra paesi sviluppati e
paesi in via di sviluppo sempre più minimo. Risultati che, commenta REN21, dimostrano in modo inequivocabile che
l'energia rinnovabile, come il solare fotovoltaico, l'energia eolica, il solare termico, i biocarburanti, l'energia
idroelettrica e geotermica, sta diventando sempre più diffusa a livello mondiale e sono una valida soluzione alternativa
ai combustibili fossili.
OPPORTUNITÀ DI LAVORO. Dalla relazione emerge, che il settore delle energie rinnovabili impiega attualmente milioni
di persone in tutto il mondo, 5,7 milioni nel 2012. Mentre una gran parte di questi posti di lavoro si concentra in paesi
come il Brasile, la Cina e gli Stati Uniti, i paesi in via di sviluppo si stanno sempre più rendendo conto del potenziale
del settore per la creazione di posti di lavoro. Nel solo Bangladesh, ad esempio, sono 150.000 le persone impiegate nel
settore.
CRESCE LA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE PER PROMUOVERE LE RINNOVABILI. Il report segnala anche
un'aumentata cooperazione internazionale per promuovere le energie pulite. Ad esempio dieci paesi membri delle
Nazioni Unite – Germania, Cina, Danimarca, Francia, India, Marocco, Sud Africa, Tonga, Emirati Arabi Uniti e Regno
Unito, hanno costituito la Renewables Club, un'alleanza il cui scopo è quello di accelerare la rivoluzione energetica
pulita. Allo stesso modo, il vertice sul clima di Bonn del 2012 ha fornito le basi per la creazione dell'Alleanza dei piccoli
Stati insulari (AOSIS), costituitasi con l'obiettivo di richiamare l'attenzione sugli sforzi politici per affrontare il
cambiamento climatico.
L'IMPEGNO GREEN DEI PAESI IN VIA DI SVILUPPO. Lo studio rivela anche che i due terzi dei 138 paesi che hanno
politiche energetiche sostenibili o target rinnovabili in atto sono situati nei paesi in via di sviluppo, a partire da Sud
Africa, Marocco, Messico, Cile, Kenya e Medio Oriente. Molti paesi sono poi al lavoro per sviluppare modelli innovativi
che potrebbero fornire le fondamenta per uno sviluppo equo e sostenibile. Da citare in tal senso un nuovo modello
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conosciuto come 5P (pro-poor public-private partnership), lanciato da Laos, Lesotho (stato dell'Africa del Sud) e Nepal.
Si tratta di un partenariato pubblico-privato che aspira a migliorare la consapevolezza dei decisori politici in materia
energie pulite e migliorare l'accesso ai servizi energetici per le popolazioni rurali.
Un quadro, dunque, positivo, quello che emerge dal Global Status Report 2013, tanto che Christiana Figueres,
Segretario Esecutivo del dipartimento Climate Change delle Nazioni Unite, ha dichiarato: "la crescente diffusione di
energia eolica, solare, geotermica e tutte le altre fonti rinnovabili dimostrano che la transizione verso un'economia a
basse emissioni di carbonio non è irraggiungibile come in molti ancora sostengono.”
E IN ITALIA? Nel nostro paese, invece, si stima che il numero di persone impiegate nel settore si attesti oggi tra le 100
e le 120 mila unità. Un numero destinato a crescere; secondo le ultime stime di Legambiente entro il 2020 oltre
250.000 persone saranno occupate nel settore delle energie rinnovabili. Come dichiara il vicepresidente di
Legambiente Edoardo Zanchini: “le fonti rinnovabili stanno ridisegnando lo scenario energetico del nostro Paese, con
impianti sempre più affidabili e competitivi
Fonte: sito internet casa e clima
Rapporti e studi: I retrofit energetici rendono più della borsa
18/06/2013. Uno studio americano calcola che un 30% di miglioramento di efficienza degli edifici porterebbe 65
miliardi di dollari l'anno nell'economia degli Stati Uniti
“L'efficienza energetica è una scelta di business conveniente per l'industria, i proprietari e il governo”, ha dichiarato
John Mandyck, responsabile sostenibilità del gruppo UTC Climate, divisione di United Technologies Corp.
Un'affermazione che commenta i risultati dell'ultimo studio lanciato da United Technologies Corp., in collaborazione
con il Gruppo Rhodium, per analizzare quale impatto avrebbe un miglioramento del 30 per cento nell'efficienza edilizia
energetica dello stock edilizio statunitense entro il 2030.
TASSO DI RENDIMENTO MIGLIORE DI QUELLO DELLE OBBLIGAZIONI SOCIETARIE. Intitolato “Unlocking American
Efficiency” (dall'inglese “liberare l'efficienza energetica americana”), il rapporto ha calcolato che un aumento di
efficienza simile potrebbe generare rendimenti di 65 miliardi di dollari all'anno. Non soltanto; lo studio ha rilevato che
gli investimenti in tecnologie innovative, come i sistemi di climatizzazione e di illuminazione efficienti, ma anche in
accorgimenti progettuali, come le pratiche di progettazione solare passiva, fornirebbero un tasso di rendimento
migliore di quello delle obbligazioni societarie e delle azioni di capitale di rischio.
RISPARMI CONSEGUIBILI. Con un investimento iniziale di 275 miliardi dollari a livello nazionale, i proprietari di edifici
commerciali dovrebbero conseguire risparmi di 34 miliardi di dollari l'anno, dichiara il rapporto, mentre i proprietari di
abitazione riuscirebbero a risparmiare 23 miliardi di dollari e gli edifici pubblici circa 8 miliardi di dollari. Ancora,
secondo lo studio, una maggiore efficienza dell'edilizia esistente permetterebbe alle aziende di assumere più
dipendenti e dare ai governi fondi supplementari per riequilibrare i bilanci o investire in altri settori, ad esempio
nell'istruzione.
LE AGENZIE GOVERNATIVE DOVREBBERO INIZIARE A DARE L'ESEMPIO. Al fine di incoraggiare questo tipo di
investimenti, gli autori del rapporto suggeriscono una serie di politiche, a partire dal rendere il sistema di etichettatura
volontario Energy Star obbligatorio per gli edifici commerciali e residenziali. Gli autori sostengono, inoltre, che le
agenzie governative dovrebbero essere le prime a dare l'esempio, attuando programmi di retrofitting sul proprio parco
immobiliare o offrendo programmi di finanziamento attingendo dai fondi pubblici.
Fonte: sito internet casa e clima
Rapporti e studi: Dall'Antica Roma la ricetta per il calcestruzzo resistente (e green)
Per migliorare il calcestruzzo di oggi, bisogna guardare all'antica Roma. Non è una provocazione, ma la conclusione di
una ricerca scientifica del Lawrence Berkeley National Laboratory (California).
SOTTO LA LENTE LE STRUTTURE PIÙ DURATURE NELLA CIVILTÀ OCCIDENTALE. Con l'obiettivo di individuare i
“segreti” per un calcestruzzo più resistente e sostenibile, una squadra internazionale di geologi e ingegneri ha infatti
trovato ispirazione nelle tecniche costruttive degli antichi romani, le cui massicce strutture in calcestruzzo hanno
resistito agli elementi naturali per più di 2.000 anni.
A BASSO IMPATTO AMBIENTALE. Una scoperta che potrebbe aiutare a migliorare la durabilità del calcestruzzo
moderno, che dopo i 50 anni tende a mostrare i primi segni di degrado, in particolare negli ambienti marittimi. Ma
l'innovatività degli antichi romani non si fermava alla sola resistenza. Il loro calcestruzzo, infatti, era anche molto più
green e a minor impatto ambientale rispetto al suo omologo moderno. Gli studiosi hanno calcolato come il processo
per la creazione del cemento utilizzato nel porto di Portland necessiti di combustibili fossili per bruciare il carbonato di
calcio (calcare) e le argille a circa 1450 gradi Celsius (2642 gradi Fahrenheit). Addirittura, i ricercatori hanno visto
come il sette per cento delle emissioni globali di anidride carbonica ogni anno provenga da questo tipo di attività. La
produzione di calce per il calcestruzzo romano, invece, era molto più pulita, e le temperature richieste erano due terzi
di quella richiesta per il cemento Portland.
CENERE VULCANICA. Ma qual'era la “ricetta segreta” dell'impasto usata dai romani e come faceva a resistere anche
immerso nell'aggressiva acqua salata? Il team di ricerca l'ha capito estraendo campioni del calcestruzzo romano da un
frangionde presso la Baia di Pozzuoli, vicino a Napoli. La ricetta per il calcestruzzo romano è stata descritto intorno al
30 aC da Marco Vitruvio Pollione, ingegnere di Ottaviano. L'ingrediente in grado di fare la differenza era costituito dalla
cenere vulcanica, che i Romani combinavano con la calce per formare la malta. Una volta preparato, questo tipo di
malta veniva integrato con pezzi di roccia e versata in stampi di legno, i quali restavano immersi in acqua di mare per
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compattare il tutto. Il risultato? Un materiale capace di resistere nel tempo, non come il nostro attuale calcestruzzo”,
commenta Marie Jackson, tra i principali autori dello studio.
Ora il team di ricerca è al lavoro per capire come poter rendere concreto questo insegnamento tratto dall'antichità, nei
nostri progetti di architetture e infrastrutture.
Fonte: sito internet casa e clima
Rapporti e studi: Minieolico: installati 18 MW, Basilicata in corsa
18/06/2013. L’associazione ASSIEME - Associazione Italiana Energia Mini Eolica - come ogni anno ha presentato il
Report Minieolico Italia aggiornato al 31/12/12 in base ai dati forniti dal GSE (bollettino 2° semestre 2012), che
mostra l’evoluzione degli impianti minieolici entro i 250kW già allacciati in rete.
Il Report considera tutti i generatori eolici installati che usufruiscono di incentivazione (Certificati Verdi o Tariffa
Onnicomprensiva), mentre non conteggia gli impianti connessi in semplice scambio sul posto e quelli ad isola stimabili
per almeno altri 500-1000 kW.
Le classi di potenza sono state suddivise le in 6 fondamentali, tenendo conto della tensione di allaccio (monofase o
trifase), suddivisione delle tariffe incentivanti, facilitazioni burocratiche per l’installazione e necessità di registro.
Le ultime classi da oltre 60 kW a 250 kW sono state aggiunte considerando anche quella che era la tariffa
onnicomprensiva precedente e considerando anche la fascia oltre 200 kW richiesta dagli organismi internazionali e da
noi poco diffusa.
La potenza totale di minieolico installato a fine 2012 è di 18.232 kW.
Potenza installata suddivisa per classi di potenza
Sono stati installati 356 impianti, 163 dei quali nella classe di potenza tra 20 e 60kW. Assieme precisa in questo caso
che gli impianti potrebbero essere composti da più macchine di minor potenza e non necessariamente da una singola
macchina.
Numero degli impianti suddivisi per classi di potenza
Il Report analizza poi la potenza suddivisa per regioni. Emerge il boom di installazioni della Basilicata, soprattutto nella
fascia medio alta oltre i 60kW dovuto sicuramente a politiche regionali molto favorevoli.
Potenza installata suddivisa per regioni
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Per dare un'idea delle prospettive del settore, Assieme ha inoltre presentato una sintesi degli impianti onshore
accettati a registro per il 2013 (registro A) che hanno potenze oltre i 60kW e sotto i 5 MW. Si tratta di impianti
accettati ma che non necessariamente verranno realizzati e che beneficerebbero della tariffa incentivante di 0,268
€/kWh entro i 200kW e di 0,149 €/kWh entro 1 MW per 20 anni. Le classi di potenza sono state suddivise in tre
fondamentali. Emerge che sono già stati autorizzati in questo periodo 58,2 MW per la maggior parte relativi a impianti
entro i 200 kW. Anche in questo caso la Basilicata ha un ruolo da regina.
Potenza accettata suddivisa per classi di potenza
Potenza accettata suddivisa per regioni
Fonte: sito internet infobuild energia
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Rapporti e studi: Van Rompuy: i 4 pilastri della strategia energetica Europea
14/06/2013. Alla luce delle conclusioni del Consiglio europeo del 22 Maggio, il presidente del Consiglio europeo
Herman Van Rompuy ha reso pubblico un discorso nel quale incita a una maggiore azione dal punto di vista delle
politiche energetiche comunitarie.
Il discorso si apre col ricordare la rivoluzione energetica in atto in tutto il mondo. “Il settore dell'energia sta cambiando
sempre più velocemente e profondamente, con nuove fonti di energia, a partire dal gas di scisto, e una corsa sempre
più sfrenata alle risorse”.
CAMBIAMENTI RADICALI ANCHE E SOPRATTUTTO PER L'UE. Guardando all'UE, Van Rompuy ha sottolineato come “noi
europei siamo in mezzo a questi cambiamenti radicali”. Innanzi tutto l'Europa si basa sempre più su gas e petrolio entro il 2035 probabilmente fino a oltre l'80%. “A quel punto, saremo l'unico continente a dipendere ancora dalle
importazioni di energia”, sottolinea Van Rompuy. “Chiamatelo il nostro punto debole. Quel che è certo, è che una
simile situazione avrà un impatto sulla nostra competitività, sulle nostre imprese e la nostra economia nel suo
complesso. Eppure, ci sono altri modi per trasformare la nostra situazione energetica da una passività in una risorsa, a
patto che giochiamo con cura e in modo tempestivo le nostre carte”. Ma come? Il presidente del Consiglio europeo, nel
suo discorso, indica quattro priorità.
1. EFFICIENZA ENERGETICA. “La prima priorità è l'efficienza energetica. E' questa la vera sfida che l'Europa deve
cogliere e, in questo senso, si può fare molto di più e si deve essere molto più ambiziosi. Questo principio di efficienza
energetica dovrebbe essere integrato in tutto ciò che facciamo, dalla definizione di standard per gli elettrodomestici e i
veicoli, al il modo in cui svolgiamo gli appalti pubblici. È importante sottolineare che l'efficienza energetica non è solo
un modo per risparmiare denaro, ma è anche un driver efficace per il lavoro e l'attività economica. Soprattutto nel
settore delle costruzioni, che ha attraversato una crisi molto grave, è il punto da cui partire seguento l'esempio dei
paesi nordici”.
2. POLITICA ENERGETICA COMUNITARIA. “La seconda priorità è la nostra politica energetica comunitaria. Anche qui
l'obiettivo è chiaro: dobbiamo trasformare il nostro frammentato mosaico di 27 mercati in un unico mercato europeo
dell'energia. Un mercato veramente concorrenziale, senza barriere o pregiudizi nei confronti di alcune tecnologie e in
cui i consumatori siano soggetti attivi e consapevoli. Oggi abbiamo le giuste politiche, ma l'attuazione delle stesse è
ancora troppo lenta.”
3. INVESTIMENTI. Ma perché questo accada - e questa è la mia terza priorità - abbiamo bisogno di investimenti. Ad
esempio, un quinto della nostra capacità di centrali a carbone è destinato a ritirarsi entro il 2020. Avremo bisogno di
sostituire questa produzione con nuovi strumenti e questo sarà sicuramente un passaggio costoso: nel prossimo
decennio dovremo spendere almeno di 1 trilione di euro in nuove infrastrutture e in ricerca e sviluppo.”
FONTI ENERGETICHE DIVERSIFICATE. “Quarta e ultima priorità: diversificare le nostre fonti di energia. La nostra
dipendenza dalle fonti energetiche straniere è il nostro tallone d'Achille. Il conto delle importazioni di petrolio supera
oggi 300 miliardi di euro e questa dipendenza molto probabilmente continuerà ad aumentare. Vero è che la situazione
varia enormemente tra i diversi paesi europei (dal 20% all'80% ). E la conclusione che emerge è che gli Stati membri
che riescono a ridurre la loro dipendenza da un unico fornitore o da una sola strada di rifornimento beneficiano
visibilmente di questa diversificazione. In ogni caso, la sfida è chiara: l'Europa deve sfruttare al massimo il suo
potenziale di energia. Partendo con l'energia rinnovabile, naturalmente, ma anche sviluppando modi sicuri, sostenibili
e convenienti per sfruttare altre risorse autoctone - convenzionali e non convenzionali. Ad esempio lo shale gas, che –
se la la Commissione europea dovesse valutare positivamente - potrebbe presto diventare parte del mix energetico per
alcuni Stati membri.”
Fonte: sito internet casa e clima
Eventi: Seminario sulle sfide del futuro – Riqualificazione edilizia e urbana
20/06/2013. Più del 70% degli edifici, in Italia, devono essere ristrutturati, per questo motivo la ristrutturazione degli
edifici residenziali e commerciali è una delle sfide più importanti con cui sarà chiamata a misurarsi l’edilizia del futuro.
Questo il tema al centro di un importante seminario in programma venerdì 21 giugno a Villa Ca’ Dottori di Albignasego
(inizio alle ore 18.30). Riqualificazione edilizia ed urbana – attuazione in Italia delle direttive europee, il titolo
dell’appuntamento, promosso e organizzato da Voltan Associati e ArchiVisione – la Tv degli architetti, con il patrocinio
di Green Building Council Italia (GBC), Fondazione Legambiente Innovazione, Regione Veneto, Ordine degli Architetti,
Ordine degli Ingegneri.
All’orizzonte, l’importante scadenza del 30 aprile 2014, termine entro il quale ogni Paese dell’Ue, in base alla direttiva
europea sull’efficienza energetica, dovrà definire una “strategia a lungo termine per mobilitare investimenti nella
ristrutturazione del parco nazionale edifici residenziali e commerciali sia pubblici che privati”.
«Entro un anno i Paesi membri dovranno dotarsi di una mappatura del patrimonio immobiliare e individuare
concretamente un piano di interventi volti a stimolare le ristrutturazioni», spiega infatti Silvano Voltan, amministratore
della Voltan Associati, socio Gbc Italia e membro del direttivo del Chapter Veneto Friuli Venezia Giulia
dell’associazione, che opera per la diffusione di una cultura dell’edilizia sostenibile. «In vista di questa scadenza –
continua – Gbc si è attivata da tempo e ha dato vita a un laboratorio per stimolare l’adozione di un piano nazionale per
la riqualificazione edilizia e urbana. L’appuntamento del 21 giugno, che si inserisce in questo percorso e vuole offrire
un importante contributo di riflessione, vedrà insieme amministratori pubblici, professionisti e imprese del settore, che
potranno mettere a confronto idee e progetti per fare in modo che il recepimento della direttiva europea non si traduca
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in un atto formale, ma diventi l’occasione per imprimere una svolta nelle politiche a favore della sostenibilità nel nostro
Paese».
Dopo l’introduzione di Mario Zoccatelli, presidente Gbc Italia, è in programma l’intervento di Andrea Poggio, presidente
della Fondazione Legambiente Innovazione e vicedirettore Legambiente Italia. Prevista anche la partecipazione di
Paolo Gurisatti, economista e coordinatore di Green communities, importante progetto che si propone fra l’altro di
mettere in atto strategie innovative per il miglioramento dell’efficienza energetica degli edifici. Seguiranno le relazioni
di Elvio Casagrande, segretario del Chapter Veneto Friili Venezia Giulia di Gbc e di Silvia Basso, vicepresidente Ance
Padova.
Fonte: sito internet infobuild
Eventi: Nel 2020 l'Italia potrebbe produrre il 12% dell'energia rinnovabile di tutta l'UE
20/06/2013. Si è svolto al Politecnico di Milano lo scorso 18 giugno il convegno "World Energy Outlook 2012 Conseguenze sulla politica energetica nazionale" promosso da AEIT, con la collaborazione di RSE e il patrocinio di ANIE
Energia. Il convegno ha analizzato il cambiamento degli scenari energetici e le nuove strategie del settore. Dalla
ricerca è emerso che le rinnovabili nei prossimi anni continueranno a crescere, mentre ci sarà un netto calo dei
consumi di combustibili fossili.
Massimo Gallanti, Direttore del Dipartimento Sviluppo dei Sistemi Energetici di RSE ha sottolineato: “Lo scenario
nazionale prende la mosse dalle decisioni comunitarie e dall’implementazione delle direttive europee; la SEN, in
particolare, ha rafforzato questi obiettivi. I consumi di energie rinnovabili salgono al 20 per cento rispetto all’obiettivo
del 17 assunto in ambito UE, e si prevede una riduzione del consumo finale lordo di energia grazie all’efficienza ma
anche – purtroppo – al calo dovuto alla crisi. Sempre rispetto agli obiettivi europei, anche le riduzioni previste delle
emissioni di CO2 sono più ambiziose (meno 21 per cento), e la SEN delinea un importante incremento del ruolo delle
rinnovabili termiche”. “E nel lunghissimo periodo (al 2050) – ha aggiunto Gallanti - si prevedono interventi importanti
nello specifico dell’edilizia e dei trasporti, raggiungendo la soglia del 75 per cento di rinnovabili nei consumi elettrici e
del 60 per cento del consumo finale lordo. Un obiettivo molto sfidante”.
Alberto Gelmini, (Dipartimento Sviluppo dei Sistemi Energetici, RSE, ha illustrato i diversi scenari nazionali. Per la loro
elaborazione – con orizzonte temporale al 2030 – è stato utilizzato MONET, un modello multi-regionale (caratteristica
quest’ultima che rappresenta un importante valore aggiunto, soprattutto in una realtà come quella italiana),
particolarmente complesso. Un solo dato tra gli innumerevoli presentati. Secondo queste elaborazioni è plausibile che
nel 2020 l’Italia garantisca il 12 per cento della generazione elettrica da fonti rinnovabili in Europa.
Fonte: sito internet infobuild energia
Aziende: Fresia Alluminio: attraverso l’arte un futuro sostenibile
20/06/2013 - Si è svolto in questi giorni presso le Officine Grandi Riparazioni di Torino “ DFAFS - Dal futurismo al
futuro sostenibile” il concept progettuale elaborato da studio Greengrass per raccontare 100 anni di creatività e
industria, di arte e impresa nel triangolo industriale (Torino, Genova, Milano), oggi impegnato nelle nuove sfide “smart
city”.All’interno di una serie di importanti eventi si è tenuto, il 30 maggio, anche Il 3° Workshop Nazionale IMAGE,
Incontri sul Management della Green Economy, dedicato al tema del “Green Building: costruire e abitare la
sostenibilità” al quale Fresia Alluminio è stata invitata a partecipare come azienda leader che si è contraddistinta per
caratteri virtuosi di innovazione e sostenibilità nei propri processi produttivi e di ricerca e sviluppo di prodotti green.
La filiera del neociclo del sistema PLANET NEO certificata, insieme al gruppo Alsistem, da Bureau Veritas ormai da
circa 2 anni, sta riscontrando notevole attenzione e interesse da parte degli addetti al settore della sostenibilità, quali
progettisti, imprese di costruzione e Pubbliche Amministrazioni.
Rappresenta sicuramente un primo importante processo virtuoso a livello nazionale di certificazione da parte di un
ente terzo del contenuto di materiale di riciclo nei profili per serramenti in alluminio già ad alta efficienza energetica ed
ora anche ecosostenibili. Un processo che sta prevedendo ulteriori ambiti di sviluppo attraverso l’analisi di LCA- Life
Cycle Assestement che ha dimostrato una riduzione in termini di minor energia primaria consumata ed emissioni di
CO2 di circa il 50% E che prevederà per il 2014 la certificazione internazionale di EPD di prodotto in linea con le
prescrizioni contenute nei nuovi protocolli LEED e Itaca in prossima revisione.
Il Maestro Michelangelo Pistoletto e Cittadellarte hanno firmato l’allestimento del “quadrante verde” dedicato allo
sviluppo sostenibile con un’installazione ispirata al Terzo Paradiso. Fresia Alluminio è stata chiamata per affrontare
un'altra accattivante sfida, ovvero partecipare con una propria installazione all’allestimento, con l’obiettivo di
comunicare ai visitatori, anche non addetti al settore, i principi ispiratori di questo processo di innovazione rivolto al
riutilizzo dell’alluminio dismesso e recuperato.
“La scelta –spiega Massimiliano Fadin Resp. comunicazione di Fresia Alluminio è stata quella di realizzare un
installazione che ponesse la finestra come una cornice di un quadro proiettata verso il futuro della sostenibilità ma con
caratteristiche green già presenti nel presente testimoniate dai profili neociclati e dalle barrette verdi di poliammide
rigenerate. La catasta di alluminio di serramenti dismessi testimonia l’utilità del riciclo dell’alluminio mentre
l’illuminazione dell’installazione avviene attraverso led ad alta efficienza energetica e basso consumo”.
Fonte: Fresia alluminio su Edilportale.com
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Estero: Bristol Capitale verde d'Europa 2015
19/0672013. Lo scorso venerdì a Nantes, città attualmente detentrice del titolo, la città di Bristol si è aggiudicata
l'European Green Capital 2015, premio che ogni anno incorona la città europea che meglio ha saputo spendersi a
favore della sostenibilità ambientale e dell’innovazione urbana in chiave smart.
L'European Green Capital viene assegnato ogni anno da una giuria internazionale composta da rappresentanti della
Commissione europea, del Parlamento europeo, del Comitato delle regioni, dell’Agenzia europea dell’ambiente,
dell’ICLEI – Governi locali per la sostenibilità, dell’Ufficio del Patto dei Sindaci e dell’Ufficio europeo dell’ambiente.
La metropoli britannica ha battuto sul filo del rasoio altre rinomate concorrenti, tra cui Bruxelles (Belgio), Dublino
(Irlanda), Glasgow (Regno Unito), Lubiana (Slovenia).
INVESTIMENTI. La vittoria di Bristol non è stata così sorprendente dato che sin dall'inizio della competizione era
risultata essere la favorita. In questi anni infatti la città ha investito davvero molto nella gestione ottimale dell’energia
e nella creazione di un modello condivisibile e strutturato per l’incremento della green economy in tutto il Vecchio
Continente.
GESTIONE DEI TRASPORTI. Ma è stata soprattutto la gestione del settore dei trasporti a far pendere l'ago della
bilancia in suo favore. Basti pensare che, negli ultimi anni, il numero dei ciclisti è raddoppiato ed è previsto ancora un
aumento entro il 2020. Sono stati messi in campo ben 500 milioni di euro per migliorare le performance dei trasporti
entro il 2015: la città infatti vuole incrementare dell'11% entro il 2016 l'utilizzo degli autobus e il trasporto su rotaia,
entro il 2019, dovrebbe essere aumentato del 41%. Altri 300 milioni sono stati poi stanziati per l’incremento
dell’efficienza energetica e dell’utilizzo di fonti rinnovabili entro il 2020.
COSTO O INVESTIMENTO? Ma, in un periodo così turbolento e costellato di cambiamenti repentini, è possibile
realizzare una tale ambizione? Molte città in questo periodo faticano a sbarcare il lunario e non possono permettersi di
investire né in sostenibilità ambientale, né tantomeno in tecnologie costose. Insomma, si sentono costretta a salvare i
bilanci e, di conseguenza, a fare dei tagli radicali alla spesa. Tuttavia, ciò che spesso viene chiamato "austerity",
provoca più danni che benefici a lungo termine; almeno dal punto di vista sociale. E in Italia ne sappiamo qualc
Fonte: sito internet casa e clima