annali - Laboratorio di Scienze dell`Antichità

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annali - Laboratorio di Scienze dell`Antichità
ANNALI
DELLA
SCUOLA NORMALE
SUPERIORE DI PISA
Serie IV
Quaderni, 1
CLASSE DI LETTERE E FILOSOFIA
PISA 1999
Pubbl icazione semestrale
Amor. Trib. Pisa n. 7/64 del 28 di cembre 197 1 - Di r. resp. Enrico Castelnuovo
Periodico associato all'Uni one Stampa Periodica Italiana
ISSN 1128- 1510
Sicilia Epigraphica
Atti del convegno internazionale
Erice, 15-18 Ottobre 1998
a cura di Maria Ida Gulletta
A l ricordo di Giuseppe Nenci
SOMMARIO
QUADERNO
1
UGO FANTASIA
Premessa
IX
GIUSEPPE NENCI
Saluto inaugurale
XI
LUCIANO AGOSTINIANI
L'epigrafia e1ima
l
VITTORIA AUIATA
Le epigrafi islamiche su pietra da Monte Iato
15
MARlA GIULIA AMAoASI Gu zzo
Epigrafia fenicia in Sicilia
33
RENATO ARENA
Interferenze linguistiche e grafiche
nell' epigrafia greca di Sicilia
47
ALBERTO B ERNASJ:
La laminetta orfica di Entella
53
GABRIELLA BEVILACQUA
Le epigrafi magiche
65
IRMA BITTO
Leggende monetali romane di Sicilia
LI VIA BIVONA
L'epigrafia latina
ANTONIETTA B RUGNONE
89
113
L'iscrizione del Tempio G di Selinunte e le tradizioni
sui responsi oracolari delfici
129
141
GIORGIO CAMASSA
La Lex Sacra di Selinunte
FEDERICA CORDANO
Le istituzioni delle città greche di Sicilia
nelle fonti epigrafiche
149
J AlME CURBERA
Defixiones
ALDINA CUTRON I T USA
L'epigrafia monetale greca
159
187
MARlA AMALIA DE LUCA
L'epigrafia araba in Sicilia. Bilancio degli studi
condoni nel corso dell ' ultimo cinquantennio
e prospettive per il Duemil a
197
Riflessioni sull' ono mastica punica
20 5
Corpora epigrafici siciliani da G ualthe rus a Kaibel
22 1
UG O F A..NTAS IA
I al To<jJUÀaKES e i
25 1
BRUNO GAROZZO
Nuovi bolli anfo rari dalla Sicili a occid entale
R OSSANA DE SIMONE
STEFAl'\lIA
DE Vroo
aLTWVLU
(Entell a, Erice, Segesta)
di Taurom en io
281
QUADERNO
2
MARIARITA SGARLATA
L'epigrafia greca e latina cristiana della Sicilia
CARLO DE SIMONE
L'epigrafia sicana e sicula
385
393
407
417
425
439
449
465
483
499
SHLOMO SIMONSOHN
Epigrafia ebraica in Sicilia
509
Iscrizioni su manufatti siciliani in età ellenistico-romana
531
ANDru: GUILLOU
Epigrafia bizantina e post-bizantina
HANS PETER ISLER
Iscrizioni su ghiande missili dagli scavi di Monte Iato
ALAN ]OHNSTON
Ceramic Texts, Archaic to Hellenistic
GIACOMO MANGANARO
L'epigrafia greca di Sicilia
GIACOMO MANGANARO
Annotazioni sulla epigrafia di Lipara
CHIARA MICHELINI
Reimpiego di iscrizioni a Segesta
ANNA MARIA PRESTIANNI GIALLOMBARDO
Le Tabu/ae Ha/aesinae. Aicuni aspetti grafici c linguistici
ALDO LUIGI PROSDOCIMI
Sicilia. Note sull'alfabetizzazione
ROGER
J.A. WILSON
DISCUSSIONE
557
ILLUSTRAZIONI
601
PREMESSA
Chi ha avuro il piacere di partecipare alle giornate ericine dell' ottobre 1998 dedicate a Sicilia Epigraphica
serberà certamente un vivo rico rdo dell'atmosfera di forte impegno intellettuale e di franca discussione che le
ha cararterizzate.
L'incontro era, in un certo senso, una scommessa. Si trattava da un laro di tracciare un bilancio delle
conoscenze nei diversi ambiti specialistici dell' epigrafia siciliana, dall' altro di contribuire, attraverso il
confronto fra esperienze così diverse , ad una migliore comprensione di una prassi epigrafica che, nella varietà
delle sue concrete manifestazioni, rispecchia fedelmente il carattere multietnico e multiculturale della storia
millenaria della Sicilia.
Il lettore degli Atti di quelle giornate (la cui pronta pubblicazione è stata curata con impegno e competenza
dalla dott.ssa Maria Ida Gulletta) giudicherà se lo scopo è stato raggiunto. Egli ne trarrà comunque, credo,
numerosi spunti di riflessione su molteplici aspetti del patrimonio epigrafico siciliano e sul contributo che esso
offre in campo linguistico, storico, istituzionale, religioso; e non farà fatica ascorgervi chiare tracce del progetto
culturale, ovvero politico-culturale, che ha ispirato Giuseppe Nenci nell' organizzazione di quel Convegno. La
dedica di questi Atti alla Sua memoria non è solo il nostro doveroso omaggio a colui che ne ha concepito l'idea,
ma non ha purtroppo fatto in tempo a vederne la pubblicazione. Essa è anche il giusto riconoscimento allo
studioso che ha dato un contributo decisivo alla scoperta e alla valorizzazione del patrimonio culturale della
Sicilia; che, in spirito autenticamente 'erodoteo ' , ha dedicato una larga parte del Suo impegno scientifico allo
studio dei contatti fra le diverse culture del mondo antico; che, infine, soprattutto in alcuni saggi recenti sul
plurilinguismo e sulle interferenze grafiche e linguistiche nella Sicilia antica, ha additato linee di ricerca la cui
fecondità è testimoniata proprio dalle pagine di quesro volume.
Nel licenzi are gli Atti di Sicilia Epigraphica mi è gradito rinnovare il ringraziamento alle persone e agli Enti
che, a vario titolo, ne hanno reso possibile lo svolgimento e la pubblicazione: in primo luogo il Centro 'Ettore
Majorana' di Erice che ha generosamente ospitato il Convegno, e il suo Direttore, Prof. Antonino Zichichi,
che fin dal primo mom ento h a dato la sua convinta adesione al progetto; la Scuola Normale Superiore per il
costante e concreto sostegno d ato all' iniziativa; il Prof. Enrico Castelnuovo, Direnore d egli Annali della Scuola
Normale Superiore di Pisa per avere accolto gli Arri nei Quaderni della rivista; il personale del Laboratorio di
Topografi a Storico-Archeologica del M o ndo Antico della Scuo la Norm ale per l'impegno organizzativo.
U go Fantas ia
Direnore del Labo rato rio d i Topografia
Sto rico-Archeo logica del Mondo Am ico
Pisa, settembre 2000
Autorità, Signore e Signori, cari e illustri Colleghi,
è motivo di grande soddisfazione, per gli organizzatori del presente Convegno, aprirne stamani i lavori in questa magnifica
cornice ericina in cui, un anno fo, abbiamo chiuso le Terze Giornate Internazionali di Studi suff'Area Elima.
Ed è motivo di soddisfazione anche il fatto che, in un anno che ha visto arrestarsi in Sicilia l'attività archeologica, sia stato
possibile - grazie ai congiunti sforzi della Scuola Normale Superiore di Pisa, della Fondazione 'Ettore Majorana' e del Centro
di Cultura Scientifica di Erice - dar vita a questo incontro che, per l'importanza del tema affrontato e per l'alto livello dei
Rduori, dimOsti'i ti chi ne ha la responsabilità politica quanto urgente sia che ia SiclÌia continui a valorizzare i suoi beni con
mezzi adeguati e impegno non destlltorio. E purtroppo in questa situazione non è stato possibile né allestire una Mostra dei
principali testi epigrafici della Sicilia, né esporre almeno a Trapani la 'lamina di piombo di Selinunte' che giace a Roma ormai
da anni, dopo il suo rientro in Italia nel 1992.
Quale sia la finalità del Convegno è ben chiaro a tutti i partecipanti e nasce dalproposito di cogliere gli elementi di continuità
o di rottura nella prassi epigrafica nel corso dei secoli e attraverso quei processi di interferenza linguistica che diedero vita nello
stesso tempo a fenomeni di interferenza epigrafica, in un susseguirsi e intrecciarsi di lingue e culture che, anche sotto questo profilo,
fo della Sicilia un 'unicum: Nello stesso tempo sarà questa un 'occasione per dei bilanci critici sulle scoperte epigrafiche più
significative dell'ultimo cinquantennio, in cui l'eccezionale rifiorire della ricerca archeologica in Sicilia ha tanto arricchito
anche il patrimonio epigrafico dell'isola: basterebbe citare il caso deltE/imo.
In questo senso il Convegno si articola in una serie di relazioni che affronteranno, in ordine cronologico, le testimonianze
epigrafiche peculiari delle varie lingue o alcuni specifici tematismi ad esse connessi e sarà arricchito da alcune brevi
comunicazioni.
Sono certo che i risultati saranno pari, o superiori, alle nostre attese e questo Convegno avrà raggiunto il StIO scopo se da esso
nascerà anche la consapevolezza che la documentazione epigrafica siciliana meriterebbe nei nostri musei quella esposizione che
oggi le è, nella maggior parte dei casi, del tutto negata.
Nel ringraziare i partecipanti al nostro Convegno, mi corre il gradito obbligo di ringraziare a nome di tutti il Centro 'Ettore
Majorana 'per la sua liberale, generosa, signorile ospitalità in questo anfiteatro che ha visto, negli anni, presenze e testimonianze
scientifiche fra le più illustri del nostro secolo.
Ma ci tengo a ricordare che, come diretta espressione di quello che da tempo è stato definito "lo spirito di Erice», è nata proprio
qui, quindici anni fo, la World Federation ofScientist. Questa Federazione, che opera in una larga serie di Paesi, dalla Cina
agli Stati Uniti, dal Brasile alla Repubblica di Georgia, dalla Svizzera al Giappone, ha lo scopo di richiamare l'attenzione degli
scienziati di tutto il mondo su quelle che furono definite "le quindici emergenze planetarie», a partire dai fomosi Seminari sul
nucleare che qui si svolsero negli anni della guerra fredda.
La Federazione si propone infotti di fovorire il trasferimento delle conoscenze scientifiche e tecnologiche, di contribuire alla
salvaguardia dell'ambiente ed all'ottimizzazione delle risorse, in una parola di incentivare la cooperazione scientifica fra i vari
Paesi.
La Federazione, della quale è stato fondatore ed è Presidente l'amico Pro! Zichichi, che in questo spirito ha accolto con
entusiasmo i nostri lavori ed al quale va la mia più sentita gratitudine, ha rappresentanze in centodieci Paesi ed ha costituito
quindici grandi e qualificatissimi gruppi di lavoro per ognuna delle emergenze planetarie, fra le quali - per non citarne che
alcune - la sism%gia, la desertificazione, le biotecnologie.
Si tratta, com è evidente, di competenze ben lo ntan e dalle nostre ma anche noi, in un certo senso, riflettendo su/ passato della
civiltà occidentale, contribuiamo con i nostri la vori a propagare ,cio spirito di Erice".
A quanti studiera nno i manufa tti epigrafici, in questa sorta di visione stratigrafì ca dell'epigrafia siciliana, non mi resta che
porgere il p iù cordiale augurio di buon la voro.
C iuseppe N enci
Erice, ottobre 1998
L'EPIGRAFIA MONETALE GRECA
ALDINA CUTRONI TUSA
Studiare l'epigrafia monetale siceliota significa studiarne e considerarne contenuti, nessi tra nomi
e rappresentazioni, forma ed evoluzione dei segni grafici, nel rispetto di quello che resta il campo
specifico di una disciplina che poggia le sue basi sull'inquadramento e lo sviluppo storico della
m oneta. Le leggcllJe monetali, infatti, sono vere e proprie epigrafi a tutti gli effetti, hanno carattere
pubblico e costituiscono, per così dire, il passaporto di una serie monetale.
Allo stato attuale, i supporti per questo studio analitico sono costituiti da testi generici, come il
British Museum Catafogue, gli studi di Holm, di Rizzo e di Gabrici, oltre che dalle varie Sillogi e
Cataloghi l. Ma indispensabile resta l'ausilio delle monografie numismatiche che, come vedremo con
qualche esempio specifico, permettono la visualizzazione immediata ed al meglio delle variazioni
alfabetiche, dell ' evoluzione dei segni grafici, delle imperfezioni e degli errori di scrittura. Questi
particolari mettono a contatto l'osservatore e lo studioso con il livello di preparazione tecnica e
culturale del personale e delle maestranze impiegate nelle varie zecche. Allo stato attuale disponiamo
di poche monografie complete, relative a Naxos, Gela, Camarina, Himera arcaica e Messana.
In materia di moneta si trattava di incidere segni alfabetici e grafici su un materiale duro e resistente,
la cui riproduzione rientrava nelle normali operazioni di incisione e preparazione dei coni,
diversamente da altri metodi e modi di riproduzione grafica diretta.
Di conseguenza poteva darsi il caso che, nonostante il vincolo della scansione cronologica delle
emissioni e della loro periodizzazione, spesso tali segni presentassero caratteri di conservatorismo
grafico dovuto, forse, al ritardato aggiornamento di «lettere e segni alfabetici campione», depositati
nella sede della zecca con funzione di modelli. È questo il motivo per cui talvolta il cambiamento del
segno grafico non veniva registrato in tempo uri le per la creazione di un nuovo conio.
Come poteva anche darsi il caso che le due facce della moneta venissero battute con coni dei quali
uno piLI recen te ed uno più antico e destinato alla dismissione o messo da parte e riusato per errore.
In tal caso i segni grafici presenti sulle due facce dell' esemplare risalgono a due momenti cronologici
distin ti, anche se è implicito che non si tratta di divari cronologici troppo evidenti. Potrebbe rientrare
in qu es to caso il didramma imereo datato al 45 0-440 a.c., sul qu ale l'etnico I MEPAI ON del DI,
mancante del segno di asp irazione, presenta un certo arcaismo nella resa dell'alpha con barra obliqua
e del ny, a fron te dell a grafia recenziore del RI con leggenda 2:0THP: da ciò la possibilità di ai uta che
il repertorio epigrafico potrebbe dare per l'inquadramenr o cronol ogico di un a serie m onetale.
In quanto espressio ne della volontà e dell' autorità di una comunità politicamente costitui ta e com e tale
defìnita da Aristotele <pofitiMn nomisma»2 , tra gli elementi essenziali e distintivi, oltre al tipo, la moneta
presentava un a leggenda che ne sanciva il proprio carattere istituzionale, dandole paternità ed identità.
Alla an epi graficità ini ziale delle primiss ime emiss io ni (Himera, Sel inunte) subentreranno via via
leggende più o meno abbrevia te, tipiche, anco ra, della fase arcaica; si arriva quindi a leggende sempre
ALD INA CUTRONI T USA
più complete e complesse, che designano sia la città sia la comunità costituita dai cittadini dellapalis,
considerati singolarmente o nel loro complesso e con diritti paritari.
Questa concezione doveva essere talmente radicata nella mentalità greco siceliota che, perfino le
tirannidi arcaiche, nonostante detenessero il potere, non sono mai venute meno a questo principio,
nel pieno rispetto di una funzione inderogabile qual'era quella assolta dallo strumento monetale,
esprimente allo stesso tempo autorità e responsabilità, diritti e limiti del cittadino della palis.
Ai nomi delle città, espressi alternativamente al nominativo o al genitivo singolare, ed agli etnici
che normalmente caratterizzarono la moneta per tutta la durata del periodo classico, con l'ellenismo
e l' accen trarsi del potere nelle mani di singole personalità dotate di potere e carisma particolari, si
aggiungono nomi di personaggi come Agatocle, nella Siracusa di IV sec. a.c., Pino, Gerone e nma
la dinastia costituita dalla moglie Filistide, dal figlio Gelone e dal nipote Geronimo nel III sec. a.c.;
e sempre nel III sec. a.c. troviamo ad Agrigento il nome di Finzia.
Espressi al genitivo singolare, questi nomi sono spesso accompagnati dalla denominazione ufficiale
di ~a(JlÀEvS'3. Tale novità in materia di epigrafia monetale segna l'allineamento della Sicilia con le
più potenti dinastie del l' ellenismo contemporaneo, nato a seguito dell' esaurirsi della palis ed al suo
superamento come struttura politica, determinando un allargamento del tessuto sociale e dei
mutamenti politici nell'isola, in linea con le altre aree del bacino mediterraneo. Soprattutto nella fase
più antica gli etnici sono espressi al nominativo singolare, ma sempre più spesso va sostituendosi il
genitivo plurale in OV, con amicran al posto di amega, che resta recenziore, a testimonianza di quella
tendenza al rispetto della tradizione messa in evidenza da Margherita Guarducci.
Resta quindi ormai completamente esclusa l'interpretazione come un aggettivo neutro singolare
che avrebbe affiancato uno dei tre possibili sostantivi (J~lla (<<segno», nel senso di «tipo»), vOIll<Jlla
(<<regola», cioè «moneta»), àpyUPlOV (<<argento», ovvero «denaro»); infatti, le due forme con amicran
e con amega finale coesistono e talvolta addirittura si alternano anche in emissioni della stessa serie.
Stando ai contenuti, oltre che a nomi di città ed etnici, le leggende monetali possono riferirsi a nomi
di magistrati, come ad Agrigento, nel caso dei nomi L:TP ATON e L:I AANOL:, presenti sui
tetradrammi ma L:TP ATON anche su didrammi eL:I AANOL: anche su aurei, in emissioni datate
al 407-406 a.c. cioè poco prima che la città cadesse in mano cartaginese4 •
Frequenti, inoltre i riferimenti agli artisti incisori, alle divinità di vario livello gerarchico, comprese
quelle che stavano in rapporto con l'ambiente naturale e cultuale della palù, tra cui le numerose ninfe
eponime e le divinità fluviali, per arrivare perfino a leggende che specificavano il valore nominale della
moneta su cui erano apposte. Ricordiamo così le leggende A I e f'EN A J su litre e pezzi da 5 litre
d'argento, ad Agrigento; AI su litre ericine con aquila e granchi0 5; HEIAL: e ONKI A su bronzi di
Erice ricordati da Holm 6 .
Nell'insieme, quindi, il repertorio epigrafico monetale ci restituisce un documento scritto e,
nonostante la sua sinteticità, co mpleto dei vari aspetti della vita e della sto ria non solo politica ma
anche sociale, religiosa, ago nistica della paLù per cui la moneta va oltre la funzione che le è propria,
quella cioè di documento istituzionale in senso strettamente politico, per diventare attestazione di un
mondo ricco di tens ione religiosa ed artistica e ricomporre, in una sin tesi documentaria, i fotogrammi
di una storia in movimento . Ne so no un esempio, nella monetazione di Messana, i tanti aspetti della
religiosità locale che si esprime con la leggenda f'AN , accanto alla figura del dio seduto su di un a
188
EPIGRAFIA M ONETALE GRECA
roccia 7 , O le leggende <pEPAI MON8 d'EAOPI A'i}.
In questo filone riemrano anche le leggende AnOAAON a Katane IO, NI KA ad Himera ll , L:OTEP a
Galaria e L:OTEI PA a Siracusa l2 , APE80L:A e KOPAL: a Siracusa l3 , IEYL: E;\EY8EPIOL: e t.1 OL:
EAEY8EPI OY oppure EAAANI
a Siracusa l " AMENANOL: ed I nnAPI L: a Katane e Camarina l5 ,
tutte leggende collocate accanto alle teste delle divinità corrispondenti, quasi a garanzia di un loro rapido
e sicuro riconoscimento; per finire con la leggenda t.AMA THEP (intera o abbreviata) presente su monete
di Enna, datate al 340 a.C. l6 , laddove più fortemente si era radicato il culto di una divinità che dalpantheon
mediterraneo, con il rapimemo di Kore, era diventata la massima espressione di un culto locale.
Vorrei ricordare anche qualche attestazione di alleanza o comunione politica quale si può riconoscere
neile due leggende i\EON , posta accanto ad una testa laureata di Apollo, e KA T ANA l ON al di sopra del
tipico toro cozzante su una emidramma di Leontini l7 ; oppure, tenendo conto dell'inrerpretazione datane
dal Manganaro l8di unavvenimenro particolare adombrato nella doppia leggenda DI AKI NON At.PANOL:
su una litra d 'argento, leggerla come attestazione della fondazione di Adranon da parte di Dionisio di
Siracusa l9 , che assegnò a questa nuova ktisis parte della chora di Piakos e parte di quella di Aitna, dove nel
397 a.c. i numerosi mercenari campani vi furono trasferiti da Katane.
Ricorderei poi le leggendeL:1 AEP A I ON e TI PPHNON ad attestazione di quei gruppi allogeni, arruolati
come mercenari da Dionisio nel IV sec. a.c. in quel turbinoso periodo in cui i KAMnANOI si stabilirono
a N akone ed Entella, per finire con la leggenda A8 AA su alcune serie di decadrammi siracusani, posta so tto
la linea d'esergo accanto ad una panoplia formata da elmo, corazza, schinieri e scudo. In essa, più che un
riferimento alleAssinarie, feste istituite per celebrare la vittoria riportata nel413 a.c. da Siracusa e dai suoi
alleati sugli Ateniesi all'Assinaros, è da vedere il ricordo di doni, ricompense o elargizioni assegnate da
Siracusa ai vincitori di gare celebrative di vi ttorie o a personaggi che si erano distinti per il valore dimostrato
in battaglia: siamo nel periodo del lungo regno di Dionisio!
or
Trovandomi ormai nel pieno di un argomento che appare senza confini vista la complessità di un
materiale che nel lungo periodo ha avuto una evoluzione di larga portata, sono costretta a trattare
rapidamente qualcuno degli aspetti più caratteristici dell'epigrafia monetale siceliota, dal momento
che a voler considerare soltanto il materiale finora pubblicato sistematicamente, la registrazione
capillare di quanto oggi conosciamo richiederebbe un impiego di tempo non indifferente, tanto
numerose e varie sono ormai le attestazioni di cui disponiamo.
Fondamentalmente, a parte il risalto dato alle leggende relative ai nomi di artisti incisori, la grande
quantità di materiale non è stato opportunamenre registrato, i dubbi sull'interpretazione di molte leggende
non sono ancora sciolti e molti sono ancora i si ti da identificare. Non essendo inoltre specialista del settore
epigrafico stricto sensu, mi scuso per le ovvie ed inevitabili omissioni e per le carenze d'informazione.
Intanto penso che, per capire certe complessità iniziali, sia necessario partire dalla considerazione
delle di versità etniche che caratterizzarono la formazion e della soci età siceliota, in conseguenza dell e
success ive ondate migratorie di genti eterogenee di diversa cu[wra e proveni enza. Come pure bisogna
ten ere co n to degli influssi locali da polis a polis, in conseguenza dei loro reciproci co ntatt i il cu i
risultato , a processo co mpiuto, sarà il costiwirsi di un a koiné alfabetica co n una mescolanza di segni
che supera le dive rsità delle etnie originari e.
Nel suo excun uss ull'inizio della monetazione in Sicilia Boeh ringer ha raccolto e m esso in evidenza anche
189
ALDINA C:UTRONI TUSA
le attestazioni grafìche delle emissioni delle più antiche poleis siceliote, le prime ad emettere moneta 20 •
Se le dracme arcaiche di Zankle si distinguono per la leggenda iniziale DANK, e quindi DANKL--e DA N KL---E, tipiche per la grafìa del delta tondeggiante e dellambda calcidese con lo spigolo in
basso 21 , Himera inizia con emissioni completamente anepigrafì, per poi passare alla leggenda HI nei
gruppi III-Vb, ed H I ME o Hl MEP nei gruppi Vc-VII; queste emissioni, nei gruppi IV e V presentano
anche le lettere L---V, laddove nel gruppo VI troviamo soltanto L---; nel VII invece le lettere TV e T V
\j/O N, (magisrrato o monetiere), dove il segno a freccia ha valore rosso di chi, mentre una emissione
frazionaria del gruppo VI è caratterizzata dall a leggenda IO! integrabile, forse, con IOIENHI22.
Per quanto riguarda Zankle, ricordiamo anche un tetradramma noto in un unico esemplare con Zeus
scattante/delfino e conchiglia e leggenda ~ANKi\AI ON, con delta a rriangolo e lambda già con lo
spigolo in alto; nella rievocazi one del nome originario e nella ripresa della primitiva tipologia
monetale esso costituisce il simbolo e la conferma della riacquistata autonomia politica della città
dopo la caduta della tirannide.
Le prime emissioni di dracme arcaiche di Naxos si caratterizzano per una notevole semplicità e
nitidezza di scrittura: la leggenda NAXI ON, con il X euboico con valore di ksi tipico degli alfabeti
rossi, presenta segni grafici tracciati con grande regolarità e precisione23 ; la leggenda manterrà
inalterata la sua struttura anche sui terradrammi, sostituendo X con:=:.
Alla leggenda iniziale '-1Ei\ I abbreviata, bustrofedica e destrorsa di Selinunte con sigma a tre tratti,
fanno riscontro per Agrigento (520-500 a.c.) le leggende AKPA , AKPACAI , AKPACANTOI con
il gamma a semicerchio usato anche a Gela, sigma a tre o quattro tratti, grafia irregolare con l'asta
deII' atj>ha trasversale e rho con appendice24 . Un tetradramma del gruppo II Jenkins presenta la
leggenda EXAKEITOI ed EXA 25 .
Per Siracusa la leggenda abbreviata '-1VPA cede presto il posto a quella completa '-1VP A 90'-11 ON ,
caratterizzata da rho con appendice, sigma a tre tratti, ypsilon a forma di ve coppa, segno distintivo
dell'origine corinzia della polis ma che già nella prima metà del V sec. a.c. scomparirà per dar posto
al kappa, mentre a Corinto persisterà fino alla fìne del IV sec. a.c. È questa la riprova che un ambiente
coloniale può essere anticipatorio rispetto a quello della madrepatria. In deroga all a prassi comune
è da annotare anche che nella Siracusa geroniana di III sec. a.C. troveremo l'etnico espresso al
nominativo plurale, IYPAKOII 01, accanto a quello in genitivo I YPAKOI I ON.
Leontini inizia a monerare intorno al490 a.c. Pur fondata dai Calcidesi provenienti da Naxos, fìn
dalla leggenda iniziale i\EONTI NON presenta un lambda di tipo euboico, di derivazione siracusana
come la quadri ga del DI (al R/ testa di leone), rivelando stretti legami con la Siracusa di Gelone I.
La leggenda non subisce cambiamenti m a, a partire dal460 a.c. la quadriga sarà sostituita dalla testa
di Apollo coronata di alloro. Per Leo ntini elementi particol ari restano la presenza di un omicron con
puntino nei terrad rammi26 e di una stra na forma di epsilon destrorso nella legge nda del tetrad ramma27
in cu i la barra vert icale dell a lettera supera il punto di incontro con le tre linee orizzo ntali E .
A Katane, altra fond azione Calcidese da parte dei cirradini di Naxos, le emissioni iniziano ancora
più tardi , intorno agli anni settanta del V sec. a. c. con teradrammi caratteri zza ti dalle leggende
KATANE (unicum ), KA TANA 101 O KATANA I ON completamente no rmali.
Ri epilogando qu in d i notiamo che ne lla prima fase della monetazione sicel iota i segni distintivi
restano il fambda calcidese, il segno complemen ta re a tride nte \j/ con valo re di chi, il segno
190
«
EPIGRA FIA M O NETALE GRECA
complementare a croce di S. Andrea con valore di ksi, il delta tondeggiante, il sigma a tre tratti, il rho
con l'appendice che si normalizzerà nel corso del V sec. a.C A questo proposito vorrei ricordare i
contributi della Brugnone28 e della Knoepf1er29 •
Recentemente la Brugnone riconsiderando le monetazioni di Naxos , Katane, Messana, Gela,
Camarina, Akragas e Siracusa ha messo in evidenza l'introduzione dei segni complementari azzurri,
di matrice ionica , al posto di quelli rossi: il gamma ad angolo retto al posto di quello lunato, presente
tanto nelle colonie calcidesi come in quelle doriche, H per eta, omega al posto di omicron. Altri
cambiamenti avrebbero riguardato illambda che, invece dello spigolo in basso, presenta ora lo spigolo
in alto, il sigma che passa da tre a quattro tratti, Xt-, che diventa:::: (cioè segno azzurro), l't-, che diventa
w. Stando alla cronologia delle monete, questa innovazione anticiperebbe la riforma di Archino,
fissata al 403-402 a.C, scaglionandosi fra il430 per Naxos, il425 per Camarina, Gela ed Akragas,
il420 per Siracusa, il416 per Katane, il412 per Messana: ricordiamo che, a parte Katane e Akragas,
le monetazioni di queste poleis sono già state ordinate con il metodo della sequenza dei conì.
Se co nsideriamo che l'uso dell' alfabeto calcidese a Zankle è documen tato per la prima voi ta proprio
sulle monete dell'ultimo quarto del VI sec. a.C possiamo valutare la portata del contributo che la
monetazione può dare alla testimonianza epigrafica30 .
A sua volta la Knoepf1er, per la sostituzione del coppa con il kappa nella leggenda 2:YPAK02:1 ON
delle monete di stile severo, si ricollega alla riforma ortografica decisa statalmente a Siracusa tra il4791
478 a.C (dedica di Gelone a Delfi dopo la vittoria di Himera) ed il 476/475 a.C (rifondazione
ieroniana di Leontini). In base a questa riforma si sarebbe stabilita ed attuata la sostituzione della
lettera coppa con kappa nel corpo della leggenda relativa all' etnico sulle emissioni di Siracusa3 l .
Tra i segni più caratteristici presenti su leggende monerali siceliote ricordiamo quello dell'alpha
con puntino al posto dell' asta trasversale presente su di drammi di Agrigento, litre di Gela, oboli di
Himera, tetradrammi e litre di Katane, litre di Aitna. Questo tipo di alpha, comune agli alfabeti di
tipo azzurro e rosso, è usato in iscrizioni a carattere pubblico e privato, di preferenza su metallo, per
un periodo che si muove lungo un arco di tempo di ca. sessanta anni. Soltanto per Agrigento il
fenomeno è più antico, risalendo all'ultimo decennio del VI sec. a.C; nelle altre zecche si registra su
esemplari databili tra il 470 a.C per Himera e la metà del V sec. a.C per Gela, Katane ed Aitna. La
Brugnone 32 ha collegato questa particolarità con l'immissione, in due ondate successive, di gruppi di
Messeni ed Arcadi nelle città che gravitavano nell'area dei Dinomenidi.
Prima di passare alle firme degli artisti vorrei riallacciarmi a quanto ho già accennato a proposito
della trascrizione capillare delle leggende riportate nelle monografie numismatiche, dove le monete
sono state raccolte in sequenza.
La registrazione di tutte le possibili variazioni grafiche facilita m olto lo studio epigrafico per cui,
attraverso le leggende riunite anch' esse in sequenza, è possibile conoscere al meglio le variazioni di scri ttura,
la resa delle lettere alfa betiche, il ritorno a vecchie grafie, gli errori , le omissioni di segni grafici.
Davan ti a certe ano malie viene spo ntaneo chi edersi all ora se fra le maes tranze di una zecca non fosse
impiegaro anche del personale che non conosceva o co nosceva poco la lingu a greca. È questo, ad
esempio, il caso di Cam arin a e di Segesta. A Camarina, soprattutto nel gruppo di litre nn. 109- 118
dell e sequenze stabilite dagli autori del Corp usJ3 , si notano dei segni grafici res i molro rozzamente con
191
ALDIN A CUTRON I T USA
il kappa a due linee divergenti scostate dalla linea verticale, l'alpha senza barretta ed il rho ad uncino.
Per Segesta ricordiamo un didramma a leggenda 2.: ATE 2.: 1 Al B con omissione di lettere e resa
errata di segni alfabetici 34 ; su un tetradramma della Collezione de Luynes si registra la leggenda
E rE 2.: 2.: T A l ON 35 con il raddoppiamento del sigma. Due casi di omissione di segni grafici riguardano
infine la leggenda I MEAI ON 36, AEON I NON 3? e l--EOTINON38.
Uno degli aspetti più caratteristici dell'epigrafia monetale siceliota è COStitUIto dall'onomastica
riguardante le firme degli artisti incisori. La loro documentazione inizia nella seconda metà avanzata del
V SeC. a.c. per scomparire agli inizI del IV sec. a.C. 39 . L'apposizione delle firme avrà avuto il consenso
dell'autorità preposta all'amministrazione della moneta, nella persona dei magIstrati in carica: comunque
la presenza delle firme resta sempre discreta, come se l'artista avesse voluto di proposito dissimulare il
proprio nome relegando lo o sulla linea di esergo (Kimon) o su un dittico retto da una Nike in volo sulla
quadriga (Euainetos), o collocato davanti al volto di Aretusa (Eukleidas) o sulla penna maestra dell'aquila
(Polykrates di Agrigento) o verticalmente sulla parte anteriore (antyx) del carro della quadriga «(KPA a
Katane) o sul diadema di Aretusa (Kimon) o sulla calotta dell' elmo di Atena (Eukleidas) o sotto le zampe
dei cavalli (Eumenes) o sul dorso di un delfino (Kimon).
I nomi, variamente abbreviati o interi, sono espressi al nominativo o genitivo. Nel primo caso è
sottintesa la forma verbale ÈrroL T)O'E «(fece») oppure ÈrroEl (<<faceva»); nel secondo caso è sottinteso
il sostantivo EPYOV «(opera di»).
T alvol ta, a firmare la stessa emissione, potevano essere due artisti che si dividevano il compito
dell'incisione di una delle due facce corrispondenti ai rispettivi conÌ del DI e del R/. Così Euainetos
ha firmato sia il conio della quadriga su una emissione di cui Eumenes firmava il conio della testa,
sia con Eukleidas; a sua volta Eumenes ha firmato con Eukleides e Phrygillos con Euarchidas.
A questo proposito vorrei accennare ad una ipotesi di Ross Holloway riguardante il complesso
funzionamento ed i sistemi di produzione della zecca siracusana in questo particolare periodo,
secondo una interpretazione resa possibile anche grazie alla presenza ed alla distribuzione, sulle
monete, delle leggende con i nomi degli artisti incisori 40 . Secondo tale ipotesi , in questo periodo la
zecca siracusana avrebbe compreso due ateliers, distinti rispettivamente da due simboli principali:
quello del delfino, o della coppia di delfini , e quello della spiga. Dal vecchio atelier del delfino gli
incisori più giovani come Phrygillo, Euarchides, Eukleidas cresciuti alla scuola di Eumenes, si
sarebbero trasferiti nell'atelier della spiga dove lavorava il grande Kimon.
Poteva poi darsi il caso che alcuni di questi artisti prestassero la loro opera anche in più zecche dell'isola
come Euainetos che, oltre a Siracusa lavorò anche a Camarina (testa dell'Ipparis e ninfa a dorso di un cigno
che lentamente scivola sulle onde), ed a Katane dove incise la bellissima testa della divinità fluvial e, il cui
nome è indicato dalla leggenda AMENAN 0 2.: , con lettere m olto regolari 41 • Talvolta questi artisti
svolgevano la loro opera anche in territori al di fuori del proprio normale raggio di azione.
Ris co ntriamo firme di artisti a Camarina, Himera, Katane, Naxos , Siracusa; qua e là è possibile
ri conoscere anche altri nomi abb reviat i come Erer ... , TT APM E ... , ma talvolta la loro interpretazione
resta difficile, in quanto lega ta ad ogni possibile in tegrazio ne.
A Siracusa si registra la massima presenza di firme tra il 420 a.c. e gl i ini ZI del IV sec. a.c. : si ([atta
di firme co me quelle di EYMHN02.: oppure ErMENH 2.: , forse il primo ad avere apposto il proprio
nome sulle monete; di 2.:02.: 1ON incisore dell 'atelier del delfino dove lavorava an che Eyercl-l0S'); ed
192
EPIGRMIA ,vIONETALE GRECA
ancora di <t>PYfl AAO'i. (testa femminil e coro nata di spighe), EY APXI !::.A'i. , EY AI NETO'i. attivo
a Siracusa tra il 415 e gli inizÌ del IV sec. a.c. ed EYKAE I !::.A'i. già associati dal loro maestro Eumenos
nel proprio atelier contrassegnato dal delfino; infine Kl MON.
A Camarina troviamo il nome E:=:AKE'i.ITI !::.A'i. riportato su un dittico davanti al volto d i
Herakles42 oppure E:=:AKE43, a Katane XOI PI 0 44 ed HEPAKAEI !::.A'i. 45, a Naxos 46 e Catane
npOK AE'i. 47 ; ad Agrigento troviamo i nomi abbreviati nOA YK? e MYP laddove nOA YK 48potrebbe
integrarsi co n nOA YKPATE'i. (oppure nOA Y AI NO'i.?) , restando difficile l' integrazione anche per
Myp49, che potrebbe integrarsi tanto con Myron quanto con Myriandros.
Ad Himera troviamo il nome MA I su una tavol etta che un a Nike in volo, ritratta nell'atto di
incoronare l'auriga, regge in mano. Si trana di una emissione poco conosciuta in passato, ma ora
arricchitasi di una ventina di esemplari facenti parte del c.d. ripostiglio «Himera 1984» disperso sul
mercato antiquario con il nome di The Himera Treasure proprio a causa della massiccia presenza di
119 esemplari imerei che lo datano all'ultimo decennio del V sec. a.c., in coincidenza con la
distruzione della città 50 . A Katane resta difficile l'integrazione della leggenda KP A 51.
L'importanza di questa produzione firmata è eccezionale: senza di essa non avremmo m ai
conosciuto i nomi di tanti artisti incisori che ci hanno tramandato una documentazione di così alto
prestigio a tes timonianza di uno dei m omenti più alti per la cultura artistica della Sicilia antica,
lasciandocene intravedere l'alto livello cui essa era pervenuta nella seconda metà del V sec. a.C. Un
dato interessante è costituito dal fatto che questi artisti, oltre ad incidere e firmare i conÌ per le
emissioni in oro ed argento , curarono anche la preparazione dei conÌ per alcune serie in bronzo a
Siracusa e forse in qualche altra zecca, mettendovi uguale impegno e cura e non disdegnando di
apporre la loro firma o sigla su una m oneta che non era di metallo pregiato ma che la lo ro prestazione
impreziosiva, facendone un piccolo e autentico capolavor0 52 .
A dimostrazione della complessità del problema relativo alla integrazione dei nomi, desidero riferire
su un contenzioso che si è aperto a proposito della lettura di una leggenda monetale presente su una seri e
di emilitre di argento con una testa di divinità fluviale al DI , aphlaston tra sei globetti e leggenda NI KA
al Ri, quale ritorna su una frazione d'argento di Himera; questa leggenda, se letta da sinistra verso destra,
ci restituirebbe il nome 'i. I KA integrato da Boehringer in 'i. l KANO'i. e considerato nomedell'incisore53 ;
se letta invece da destra verso sinistra essa darebbe il nome AK I 'i. attribuito da Salzmann, lo studioso
che ha riconsiderato questa serie, ad un fiume che, originatosi dall' Etna si getta in mare presso la spiaggia
o monima 54 • Boehringer avrebbe attribuito questa nuova serie monetale a Camarina, serie conosciuta
in cinque esemplari di cui tre all' estero, due fo rse a Catania. Per l'attribuzione egli si sarebbe basato sullo
stile, sul tipo del DI e sull'analisi dello schema compositivo.
Per ragioni di brevità sono costretta a questo punto a tralasciare i tanti problemi legati alla presenza di
singole lettere alfabetiche isolate, di contromarche e monogrammi, caratterizzanti soprattutto le emissioni
di età ellenistica, di graffiti aggiunti talvolca sulle monete, mentre esse si trovavano già in circolazione55 .
Nel porre fine a queste anno tazioni debbo confessare che come una scoperta ho riletto recentemente
una piccola nota ripo rtata a piè d i pagina nel manuale di Laura Breglia56 ; in essa l'autrice accennava al
proble ma dei co ntatti e dei possibili scamb i di risultati tra numismati ca ed epigrafia, con la segreta speranza,
sembra di cap ire, d i rendere note in futuro le testimonianze che sarebbe riuscita a raccogliere. Per onorare
193
ALD INA CUTRONI TUS,A
un impegno che la studiosa non ha potuto ottemperare, mi domando se non siano ormai maturi i tempi
per iniziare un'analisi ragionata di epigrafia monetale siceliota, comprensiva ad un tempo delle leggende
greche, puniche e romane, leggende che si snodano lungo un arco di tempo che va dal VI sec. a.c. al I sec.
d.C. Si tratterebbe di organizzare un lavoro di équipe pluridisciplinare i cui risultati non potrebbero che
essere di reciproca utilità agli specialisti e cultori delle due discipline,
l,
Margherita Guarducci ha affrontato per grandi linee il problema delle leggende monetali sortO il profilo epigrafico
nel suo tratrato Epigrafia greca, Epigrafi di carattere pubblico, Roma, Ismuto Poìigrafìco dello St:lW 1969, TI, ti 15705, dedicando ampio spazio a quanto riguardava la Sic ilia, Recentemente, ha ripreso l'argomento Renato Arena,
nei quanro volumi della collana Iscrizioni greche arcaiche di Sicilia e Magna Grecia: cfr. l Iscrizioni di Megara Iblea
eSelinunte, Milano, Cisalpino Goliardica 1989; Il Iscrizioni di Gela edAgrigento, Milano, LED 1992; III Iscrizioni
delle colonie euboiche, Pisa, Nistri Lischi 1994; IV Iscrizioni achee, Alessandria, Edizioni dell'Orso 1996,
2,
ARIST" l , a, 9, 1257 a-b,
3,
Le formule registrate so no Ar A80KA E02: oppure Ar A80KAEI 02: al genitivo ed Ar A80KAE02: 8A2:1 AE02:;
8A 2: 1AH22: TIYPPOY; 1EPON02: e BA2:1 AE02: 1EPON02:; 8A2:1 AI2:2:A2: epl AI2:TI c.02:; rEAON02:;
BA 2: 1AE02: 1EPONYMOY per Siracusa; BA2:1 AE02: 4>1 NTI A per Agrigento.
4.
Cfr. IGCH 2093 (ripostiglio da Catania).
5,
A. C UTRONI T USA, Le emissioni frazionarie di argento di Erice, Finalità di una ricerca, in Seconde Giornate
Internazionali di Studi sull'Area Efima, Atti del Convegno Gibellina 22-26 ottobre 1994, Pisa - Gibellina, Scuola
Normale Superiore 1997, I, 415-428, 417, tav, LXV, nn. 1,3.
6.
Cfr. A. HOLM, Storia della moneta siciliana, Torino, C C1ausen 1906 [Bologna , A. Forni 1984), n, 39 7 , Anche la
presenza dei segni di valore espressi con globetti in numero variabile rientra nel patrimonio epigrafico caratteristico
di quel sistema m er rologico della lirra nel quale il conteggio per once presuppone una matrice di provenienza
peninsulare, Questa marcarura metrologica caratterizza le emissioni siceliote di bronzo del V sec. a,C
7,
G .E, RIZZO, Monete greche della Sicilia, Roma, La Libreria dello Stato 1946 , tav, XXVI, n. IO (tetradramma del
461-396 a,C ).
8,
RIzzo, op. cit., tav. XXVlI , n, Il (dracma) ,
RIZZO, op, cit" tav, XXVI I, nn. 12, 12a (aureo); E, GABRICI, La monetazione di bronzo della Sicilia antica, Palermo ,
9.
Reale Accademia di Scienze, Lettere e Belle Arti 1927 [Bologna, A. Forni 1985], nn, 7, 17 (bronzo),
lO.
RI ZZO, op. cit., 11 2, fi g. 24 e tav. XVI, n. 4,
Il.
12,
RI zzo, op, cit., 127, tav. XXI , n . 18 ,
RI zzo, op. cit" 266, tav, LIX, n, 19; GABRICI, op. cit" 178, 233 ss,; 179, 275-276,
13 .
RIZZO, op . cit" 238-240 e tav, L, nn , 7-8 ; HOLM, op, cit" 424 e tav. VI, n,1 4 .
14,
GABRICI, op. cit" 173 ,83 ss. e tav, IV, n. 20; 179 , 275-276; 180- 181, 3 16
15,
RI ZZO, op, cit., Il O e tav. XIV,
16.
RI ZZO, op. cit" 265, (av. LI X, n. 15.
17 .
H OLM, op, cit" n. 194 . L'esemplare può data rsi tra il 405 a,c' , data della ri co nquista ta autono mia di Leo ntin i ed
il 403 a.C, ann o di ulter iore d iStr uzione della città,
18.
C . MANGANARO, Per una storia della chora Kata naia , in Catania antica. Ani del Convegno de lla Società Italiana per
lo stud io dell'Antichità Classica (S.LS.A .C ), Catania 23-24 maggio 1992, Pisa - Roma, Istitu ti Editoriali e Poligrafìci
Internazional i 1996, 19-59 , 43 , nota 7 1.
1111,
S5 "
340 ,
7-8 ; 97 e tav, VII, nn, 1-2,
19 ,
D IOD" 14 , 37,4 .
20.
Chr. BOEH RINCFR , Der Beitrog der Numismatik zur Kenntniss Siziliens im VI Jahrhundert v, Chr., in "Ko kal os» ,
194
EPIGRAFIA MO N ETAL E GRECA
XXX-XX)Cl, 1984- 1985, 103- 126.
2 1.
Rlzzo , op cit. , XXV, n. 1 (5 15-494 a.c. ).
22 .
C.M. KRAAY, The Archaic Co /nage olHimera, Napoli, Centro Internazionale di Studi N umisma tici 1984 (C IS N
- Bibli otheca l ) ; ID., The A rchaic Coinage H imera: the Sequence Jssues, in Atti JJ Convegno CJSN, Napoli 1519 aprile 1969, Ro m a, IstitLIto Italiano d i N umismatica 197 1 [«AIlN », Suppl. 16-1 7], 3- 14.
01
23
RIzzo, op. cit. , tav. XXVI!! , nn . 1-3, 12.
24.
RIzzo, op. dt., tav. I , nn . 1- 14.
25.
G.K. ] ENKINS, The Coinage
26.
RIZZO, op. cit., tav. XXI! , nn. 5,7.
01 Gela, Berlin, Wa lter d e Gruyter &
01
C o. 1970 , ta v. XXXVII, n . 6.
27.
R,IZZO ,
28.
A BRUCNON E, Gli alfabeti arcaici delle po leis siceliate e l'introduzione dell'alfabeto milm'o, in "ASNP", S. II I, X)....V,
4, 1995, 1297- 1327.
op. c!t.) [avo )(XII, n. 13.
29.
D. KNO EPF LER, La chronologie du monnayagede Syracuse SOliS les Deinoménides: nouvefles données et critères mécoll /l llS,
in "SNR" , LXXI, 1992,5-43 , tavv. 1-3.
30.
Fra le tr as form azioni inerenti l'uso dei segni complem entar i azzurri , la Brugn o ne ha osservato ch e ad Him era so no
proprio le monete a d o cum entarn e per prime l'uso , sia nella legge nd a rEAO\ll in cui il segno a tridente ha il valo r.:
di psi ed il lambda presenta g ià lo spigolo in alto, sia nella leggenda 2.:0THP nella quale è presente la nuova grafia
d ell 'H. Poiché q ueste du e emissioni imeree sono riconducibili agli anni intorno al 470-460 a.c. il cambi am enro
d ei segni no n p uò ricollegarsi all a ri forma di Archino, mo lto più tarda; La Brugnone avrebbe perciò p ensato a
Simonide di Ceo , presente tra l'altro insiem e co n Epica rmo , nella Siracusa di Ierone e come tal e uno dei possi bili
art efi ci d ell a di ffusi one e d ella precoce adozione dei seg ni ionici ol tre che ad Atene anche in Sicil ia e cioè del piìJ
effi cace sistem a di scrittu ra usato dai Milesi.
31.
Tale cambi am ento, conseguente ad una modernizzazione o rtografica, diventerebbe di capitale impo rtanza per
l'ancoraggio della cronologia assoluta della monetazione siracusana di matrice dinomenide, con una ripartizione d i turta
la produzione monetaria dell 'epoca tra Gelone (485-478 a.c.) e G erone (478-467 a.c.) ed i conseguenti cambiamcnri
avvenuti nella zecca che rinnovò il proprio personale ed accrebbe sensibilmente la sua produzione. La data d ell a rifo rm a
ortografica fissata al 478 a. c. può costituire la risposta cronologica postquem al problema del Damareteionsul quale l'etilico
è scritto con il kappa come anche sulle altre emissioni parallele dei tetradrammi contemporanei.
32 .
A BRUGNONE, Annotazioni su/ segno f.... (afpha) , in "Kokalos", XXIV, 1978, 69-76. Cfr. anche G . M ANCANARO, La
caduta dei Dinomenidi ed il polititik6n n o misma in Sicilia nella prima metà del V sec. a. c., in "AlI N », XX I-XX II ,
1974- 1975,9-40, in part. 37. Ora cfr. anche L. AG OSTINIANI, Eterogeneità epertinenza nell'epigrafia arcaica di Gela,
in Per servire alla storia di Gela. Arti del C olloquio , Gela 2-3 ottobre 1998, c.S.
33.
Cfr. U . WESTERMARK - G. K. ] ENKINS, The Coinage olKamarina, Lo ndon , The Royal N umismatic Society I l)HO.
34.
L'esemplare faceva pane di un ripostiglio proveniente da una zona del mar Nero, costituito da tet radramm i ateniesi, sicli
persiani sfregiati e d a gioielli e lingo tti d'argento . Datato a prima del 460 a.c. come quasi tlmi i ripostigli dest inali
all' esportazione nelle aree o ri entali ed egiziane, attraverso la sfregiatura testimoniava il fenomeno d ella demonetizzazio lle
proprio delle zo ne poste al limite (ra regioni che no n conosceva no l'uso della mo neta e region i che vi erano ab ituJre.
35.
Cfr. HOLM, op. cit. , tav.
36.
EMC, 80, 45
=
rv, 12.
G ABRICI, op. cit., tav. V , n. 13.
37
BMe, 88, 15.
38.
BMe, 90, 35 e 38.
39.
Si so no occupa t j in ge nerale di q ucsco argomenco L. FORRER, Notes SUl' les signatures de graveurs sllr les Il'!O/lI/({Ì"s
grecquCf, Brux elles 1906 [« R BN " 1903- 1906]; BV. H EAD, Historìa numorum. A M anual 0
1 Greek N/lm ismarics-',
Oxford, C larendon [' res, 191 1, LXV 55 . e 93 7; F. PANVI!'-,'l ROSATI, S.V. Moneta e Medaglie , in EUA, IX (1%.?), co!.
575 , Le p ii! bell e ri p rod uzio ni d ell e fì rme degl i artis ti sono quelle ri portate i n RIzzo , op cit., in part. 199,256, tavv.
42-57. La rav , E a pagin a 200 ra ccoglie, ingrandite , d iverse fìrm e d i artisti . Di Sirac usa hanno scrino in part ico lare
A] . EVAl"S , Some NewArtists 's Signatures on Sicilia n Coins, in «NC" X, 1890 , 285-3 10; I D., SymCl/san "MedailliollS"
ALDINA CUTRO NI TUSA
and their Engravers, in «NC», XI, 1891 , 205-376; L.O.Th. T UDEER, Die Tetradrachmenpragung von Syrakus in den
Periode dersignierenden Klinstler, in «lN», XXX, 1913, 1-292, ravv. 1-7.
40.
R. Ross H OLLOWAY, La struttura de/le emissioni di Siracusa nel periodo dei Signierenden Kiinsder, in "AIIN» , XXIXXII, 1974-1975,41-48, tav. V.
4 1.
RIzzo, op. cit. , cav. XIV, n. 6: EYAI N sul tetradramma; tav. XIV, nn. 7-8: EYAI sulla dracma.
42.
RI ZZO, op. cit. , rav. V, n. 12.
43.
44 .
45.
RIzzo, op. cit., tav. V, n. 16 (didramma).
RI ZZO, op. cit., tav. XIV, n. 14 (dracma).
RI ZZO, op. cit., [avo XIV, nn . IO - II (tecradrammi) .
46.
47.
RIzzo, op. cit., cav. XV1II, n. 25 (didramma).
RI zzo, op. cit., (av. XIV, n. 16 (cetradramma); (av. XIV, n. 17 (abbreviato sulla lirra).
48.
RIzzo, op. cit., (av. II , n. 2.
49.
RIzzo, op. cit. , (av. Il , n. 5.
50.
C. ANROLD BIUCCHI, La monetazione di argento di Himera classica. I tetradrammi, in "NAC» , XVII, 1988,85-100,
ravv. I-III; Coin Hoards VIII, London, Royal Numismatic Society 1994, n. 66.
RI ZZO, op. cit., cav. X, n. 9.
RIzzo, op. cit. , 227-228.
Chr. BOEHRINGER, D er Sizilische Stempelschneider Sika, in "NAC>, XIV, 1985 ,85-95, cavv. I-III.
D. SAlZMANN, A f( I J:. Flussgott statt Stempelschneider, in "SM», XL, 1990, Heft 158, 36-39. L'autore ridata la serie
all 'ultimo quarto del V sec. a.c.
E. GABRICI, Notes on Sicilia n Numismatics, in "NC», XI, 1931,73-90,75; G. MANGANARO, Graffiti monetali e
onomastica greca, in "JNG », XXXIII, 1983,9-20 , tavv. 1-8; ID., Ancora sui graffiti monetali, in "ASNP», S. III, XX,
2-3 , 1990,4 19-427.
51.
52.
53.
54.
55.
56.
L. BREGUA, NumismafÌca antica. Storia e metod%gia, Milano, Felcrinelli 1967.
196
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