Scarica la relazione - Scuola Malva Arnaldi
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Domanda di aiuto n 08000463995 Relazione tecnico-scientifica delle attività condotte FRUTTALLASPINA Succo e sidri somministrati in contenitori innovativi presso strutture di ricezione turistica in area Gal Relazione finale 1 INDICE 1. Presentazione del progetto 1.1 Gruppo di lavoro 1.2 Obiettivi del progetto 2. Sintesi delle attività svolte 3. Risultati conseguiti 3.1 Sottoprogetto 1 – Realizzazione e formalizzazione della Forma Organizzata di Cooperazione 3.1.1.1 Attività 1.1 - Realizzazione e formalizzazione della Forma Organizzata di Cooperazione 3.1.1.2 Attività 1.2 - Gestione, coordinamento e partecipazione alla Forma Organizzata di Cooperazione 3.2 Sottoprogetto 2 – Succo e sidri somministrati in contenitori innovativi presso strutture di ricezione turistica in area Gal 3.2.1.1 Attività 2.1Analisi di laboratorio del prodotto fresco/frigoconservato (a seconda del momento in cui é stato possibile dare avvio alle attività): contenuto zuccherino, acidità, pH, consistenza della polpa; caratteri organolettici 3.2.1.2 Attività 2.2 - Produzione presso il laboratorio della coop. Il Frutto Permesso dei succhi di mela da destinare alle diverse trasformazioni; analisi di laboratorio dei succhi ottenuti 3.2.1.3 Attività 2.3 - Chiarifica, travasi, pastorizzazione e confezionamento del succo nelle 3 tipologie di fusti (acciaio, materiale plastico con sacco interno a perdere, materiale plastico totalmente a perdere) 3.2.1.4 Attività 2.4 - Chiarifica, travasi, conduzione della fermentazione ed infustamento per la produzione di sidro secco da gasare nelle 2 tipologie di fusto (acciaio e materiale plastico con sacco interno a perdere). Infustamento di una miscela di succo e sidro secco successivamente gasato in fusto in acciaio 3.2.1.5 Attività 2.5 - Chiarifica, travasi, conduzione della fermentazione ed infustamento per la produzione di sidro secco gasato in autoclave (acciaio e materiale plastico con sacco interno a perdere). 3.2.1.5.1 – Sidro secco gasato in autoclave 3.2.1.5.1 – Sidro demi sec gasato in autoclave 3.2.1.6 Attività 2.6 - Chiarifica, travasi, conduzione della fermentazione ed infustamento per la produzione di sidro rifermentato in fusto mediante aggiunta di lieviti selezionati e succo di mela (acciaio e materiale plastico con sacco interno a perdere). Pag. 1 Pag. 1 Pag. 2 Pag. 3 Pag. 4 Pag. 4 Pag. 4 Pag. 4 Pag. 6 Pag. 6 Pag. 8 Pag. 9 Pag. 13 Pag. 14 Pag. 14 Pag. 15 Pag. 16 2 3.2.1.7 Attività 2.7 - Analisi dei parametri chimici e microbiologici delle 4 varianti di sidro (2.4, 2.5, 2.6) e dei succhi pastorizzati confezionati nelle 3 tipologie di fusto (2.2). Totale 7 campioni 3.2.1.8 Attività 2.8 - Ricerca e coinvolgimento di locali quali bar, pub, ristoranti, alberghi... che si prestino ad affiancare i prodotti del progetto alle più comuni bevande alla spina, e a sottoporre ai propri avventori una scheda di gradimento. Noleggio spillatori e fornitura ai centri di somministrazione prescelti. 3.2.1.9 Attività 2.9 - Studio di una linea grafica tipicizzata e collegata all’immagine complessiva del territorio locale, che caratterizzi le etichette accompagnatorie dei fusti e la cartellonistica da esporre nelle sedi di somministrazione del prodotto finale 3.2.1.10 Attività 2.10 - Indagine, ad opera dei diversi partner sul grado di apprezzamento al pubblico delle varie tipologie di prodotto proposte 3.2.1.11 Attività 2.11 - Trattamento ed elaborazione dati, predisposizione relazioni e rendicontazione, divulgazione Pag. 17 Pag. 18 Pag. 20 Pag. 21 Pag. 24 3 1. Presentazione del progetto 1.3 Gruppo di lavoro Il progetto “Fruttallaspina” è stato ideato e realizzato dal gruppo di lavoro comprendente: - Il Frutto Permesso (capofila), cooperativa agricola che si occupa della produzione, conservazione, trasformazione e commercializzazione del prodotto dei soci. La produzione deriva da una ventina di aziende agricole operanti nelle Province di Torino e Cuneo dedite quasi esclusivamente alla produzione biologica. La trasformazione diretta, per la quale la cooperativa dispone di 4 diversi laboratori, riguarda i prodotti ortofrutticoli da cui si ottengono: - nettari di frutta (mele, pere, pesche, albicocche, lampone, fragola, ciliegia e mirtillo) - confetture, composte, conserve, antipasti - sidri e liquori di frutta ed erbe - succhi limpidi da spremitura di mele, pere, kiwi. E’ questa una delle lavorazioni principali della Cooperativa con una forte possibilità di espansione. - La Scuola Malva Arnaldi, Ente Morale senza fini di lucro che opera negli ambiti della ricerca, divulgazione e formazione professionale in agricoltura. L’Ente è stato il principale soggetto attuatore nell’ambito di 2 progetti INTERREG finalizzati alla salvaguardia e valorizzazione della biodiversità nei settori frutticolo e viticolo. Inoltre conduce da diversi anni studi di ricerca e caratterizzazione di antiche cv di melo, e progetti sul recupero del germoplasma di altre specie frutticole nell’ambito del Programma Regionale di Ricerca e Sperimentazione. In relazione alle trasformazioni agroalimentari, la Scuola Malva ha partecipato, sia in qualità di soggetto capofila e coordinatore che di partner, a diversi progetti di sperimentazione nel settore viticolo-enologico. La Scuola Malva vanta un’esperienza decennale nella sperimentazione e nella produzione del sidro o “vin ‘d pum”. - L’azienda agricola Martina Paolo L’azienda agricola Martina Paolo coltiva una superficie di circa 11 ettari; azienda a prevalente carattere famigliare a conduzione biologica da 25 anni, ha mantenuto il tradizionale rapporto zootecnia/coltivazione: alleva infatti bovini di razza Piemontese e coltiva prati, frutta e ortaggi. Oltre all’attività agricola e di allevamento, l’azienda svolge attività di agriturismo con ristorazione in cascina. 1 1.4 Obiettivi del progetto Gli obiettivi diretti raggiunti dal progetto sono stati: • La definizione del procedimento di trasformazione, dell’attrezzatura e del packaging più idonei per l’ottenimento di sidro frizzante, secco o demi-sec, confezionato in contenitori idonei alla distribuzione alla spina. • La definizione del procedimento di trasformazione, dell’attrezzatura e del packaging più idonei per l’ottenimento di succo di mela confezionato in contenitori idonei alla distribuzione alla spina. Tra gli obiettivi indiretti raggiunti dal progetto: • La valorizzazione delle produzioni frutticole dell’area GAL, in particolare quelle derivanti da produzioni a basso impatto, da vecchi frutteti tradizionali, importanti anche da un punto di vista paesaggistico/ambientale. • La veicolazione dei prodotti locali attraverso prodotti trasformati fruibili tutto l’anno dai consumatori, e in particolare dai giovani consumatori e dai turisti. 2 2. Sintesi delle attività svolte Dopo la costituzione del Gruppo di lavoro, a maggio 2013 sono iniziate le attività previste dal progetto. Alla luce dei risultati ottenuti dalle analisi chimiche condotte dalla Scuola Malva sulle mele frigoconservate è stata stabilita la miscela ideale di varietà di mele da destinare alle trasformazioni. Presso la Cooperativa Il Frutto Permesso è avvenuta la produzione dei succhi di mela da destinare alle diverse trasformazioni. Sono quindi state effettuate prove di infustamento del succo, precedentemente chiarificato e pastorizzato, in diverse tipologie di fusti di plastica e di acciaio. Analoga prova è stata effettuata con sidro secco, successivamente gasato nei fusti, e con sidro (secco e demi sec) gasato in autoclave ed infustato a pressione. Sono state effettuate prove di rifermentazione del sidro nei fusti. I prodotti delle tesi risultate più interessanti e tecnicamente significative sono state oggetto di analisi del gradimento da parte dei consumatori. Il progetto ha consentito di individuare la tipologia di prodotti a base di mela, di contenitori e di tecniche di spillatura più adatti per la somministrazione alla spina in bar, ristornai, pub, fiere. 3 3. Risultati conseguiti 3.1 Sottoprogetto 1 – Realizzazione e formalizzazione della Forma Organizzata di Cooperazione 3.1.1 Risultati ottenuti In seguito ad alcuni incontri tra i partner è stata formalizzata la Forma Organizzata di Cooperazione tra la Cooperativa Agricola “Il Frutto permesso”, la Scuola Malva Arnaldi e l’azienda agricola Martina Paolo. La realizzazione di questo sottoprogetto è avvenuta in parallelo con quella del sottoprogetto 2, attraverso riunioni di coordinamento tra i partner prima e dopo ciascuna attività, per monitorare l’andamento del progetto, definire dettagli tecnici, verificare i punti critici ed effettuare gli opportuni aggiustamenti. 3.1.1.1 Attività 1.1 - Realizzazione e formalizzazione della Forma Organizzata di Cooperazione Responsabile: Partner partecipanti: Cooperativa Agricola Il Frutto Permesso Scuola Malva Arnaldi Martina Paolo Tutti i partner hanno partecipato a questa attività, adempiendo - ciascuno secondo quanto previsto dal proprio statuto o dalla prassi interna - a tutti i passaggi utili per arrivare alla formalizzazione della Forma Organizzata di Cooperazione. La cooperativa agricola Il frutto Permesso ha svolto la sua funzione di capofila, preoccupandosi della comunicazione tra i partner e dell’adempimento di tutte le operazioni che hanno portato alla sottoscrizione della Convenzione tra tutti i partner. È stato inoltre redatto e sottoscritto un Mandato collettivo speciale con rappresentanza, documento attraverso il quale i partner del progetto hanno convenuto di conferire mandato collettivo speciale, con rappresentanza, gratuito ed irrevocabile, alla Cooperativa Il Frutto Permesso, e di individuare come coordinatore del progetto l’agrotecnico Ivo Sanmartino. 3.1.1.2 Attività 1.2 - Gestione, coordinamento e partecipazione alla Forma Organizzata di Cooperazione Responsabile: Partner partecipanti: Cooperativa Agricola Il Frutto Permesso Scuola Malva Arnaldi 4 Sono state numerose le riunioni – anche telefoniche - di coordinamento e di confronto tra il soggetto capofila e la Scuola Malva Arnaldi, durante tutta la durata del progetto. Data la natura sperimentale di gran parte delle attività e l’interdipendenza tra i risultati sperimentali ed il prosieguo del progetto, è stato fondamentale ai fini della buona riuscita delle operazioni un periodico confronto tra i partner. Tali confronti riguardavano sia gli aspetti tecnici e tecnologici caratterizzanti alcune delle attività del sottoprogetto 2, sia l’andamento generale del progetto, il rispetto del cronoprogramma e degli aspetti burocratici legati alla domanda di contributo. Alcune delle riunioni, funzionali a dirimere questioni tecniche e tecnologiche, si sono tenuti in stabilimenti di trasformazione agroalimentare del Pinerolese. 5 3.2 Sottoprogetto 2 – Succo e sidri somministrati in contenitori innovativi presso strutture di ricezione turistica in area Gal 3.2.1.1 Attività 2.1- Analisi di laboratorio del prodotto fresco/frigoconservato (a seconda del momento in cui é stato possibile dare avvio alle attività): contenuto zuccherino, acidità, pH, consistenza della polpa; caratteri organolettici Responsabile: Partner partecipanti: Scuola Malva Arnaldi Martina Paolo La Scuola Malva Arnaldi ha provveduto al campionamento del prodotto (mele) frigoconservato dell’azienda agricola Martina Paolo, con l’assistenza della stessa. Le varietà commerciali oggetto di campionamento e analisi sono state: Gala, Pinova, Florina, Gold Rush, Fuji; tra le vecchie varietà sono inoltre state analizzate Renett a e Magna na. Figura 1 – Misurazione della durezza della polpa di frutti di Gold Rush Per ciascuna varietà sono stati misurati i seguenti parametri: - Consistenza della polpa, mediante l’impiego di penetrometro digitale, puntale da 11 mm - Residuo secco rifrattometrico (°Brix) - determinat o con rifrattometro digitale su ogni singolo frutto. Figura 2 – Misurazione della durezza della polpa di frutti di - Acidità titolabile (meq/ l), mediante titolazione Gala con idrossido di sodio N10 - pH, mediante l’impiego di pHmetro digitale - caratteristiche organolettiche della polpa: sapore dolce, acidulo e/o aromatico 6 Figura 3 – Preparazione del campione per le analisi di laboratorio Le analisi sono state effettuate su un campione di 30 frutti per ciascuna varietà. Di seguito si riportano i risultati medi per varietà. Varietà Durezza media polpa (kg/cmq) RSR °brix Acido malico (g/l) pH Qualità della polpa Florina 3,8 12,3 2,2 4,67 Dolce Fuji 7,2 14,2 2,9 4,38 Dolce Gala 4,8 13,2 3,2 3,61 Dolce Gold Rush 8,9 13,0 8,5 3,28 Acidula Magnana 5,7 12,5 5,2 3,45 Aromatica Pinova 5,5 14,2 4,7 3,72 Dolce, aromatica Renetta 6,7 12,8 9,6 3,22 Acidula Figura 4 – Misurazione del pH del succo estratto dai campioni 7 Figura 5 – Misura del RSR del succo estratto dai campioni Figura 6 – Estrazione del succo dai campioni per le analisi di laboratorio 3.2.1.2 Attività 2.2 - Produzione presso il laboratorio della coop. Il Frutto Permesso dei succhi di mela da destinare alle diverse trasformazioni; analisi di laboratorio dei succhi ottenuti Responsabile: Partner partecipanti: Cooperativa Agricola Il Frutto Permesso Scuola Malva Arnaldi Le analisi svolte nell’ambito dell’attività 2.1 hanno permesso al Frutto Permesso di mettere a punto una miscela standardizzata di varietà le cui caratteristiche di componente dolce, componente acida e componente aromatica fossero tra loro in equilibrio. Tale miscela è così composta: - 30% varietà Gala, per la sua componente dolce - 30% varietà Pinova, per la sua componente Figura 7 - Produzione del succo di mele dolce e per la sua componente aromatica tramite spremitura - 30% varietà Gold Rush per il suo elevato contenuto in acido malico 5% varietà Renetta per la sua componente acidula 5% varietà Magnana per la sua componente aromatica A partire da questa miscela è stato prodotto tutto il succo di mela utile all’attuazione delle varie tesi successive (attività 2.3, 2.4, 2.5, 2.6). Figura 8 – Misurazione dei parametri chimici Il succo è stato ottenuto da spremitura soffice a rulli in spremitura nel laboratorio di trasformazione della Cooperativa Il Frutto Permesso e successiva filtrazione. La resa in succo media è stata del 50% (50 litri di succo ogni 100 kg di mele). Sono state svolte presso la Scuola Malva Arnaldi le analisi di laboratorio sulla suddetta miscela, che hanno dato i seguenti risultati: - RSR: Ac. Titolabile: pH: 13,8° brix 42,6 meq/l 3.51 8 Figura 9 - Misurazione dei parametri chimici del succo ottenuto 3.2.1.3 Attività 2.3 - Chiarifica, travasi, pastorizzazione e confezionamento del succo nelle 3 tipologie di fusti (acciaio, materiale plastico con sacco interno a perdere, materiale plastico totalmente a perdere) Responsabile: Cooperativa Agricola Il Frutto Permesso Chiarifica La chiarifica del succo ottenuto dall’attività 2.2 avvenuta attraverso l’aggiunta alla massa di Zimopec, preparato enzimatico ad azione pectolitica, che favorisce la precipitazione delle pectine. La pectina è chimicamente un polisaccaride che svolge un'azione strutturale all'interno della cellula vegetale, però liberata nel succo durante le operazioni di spremitura provoca un aumento della viscosità del mosto, rendendo le operazioni di chiarifica difficoltose. L'obiettivo principale dell'aggiunta di enzimi è di aumentare la velocità di Figura 10 – Aggiunta di enzima pectolitico per la chiarifica degradazione delle pectine, riducendo già del succo dopo poche ore la viscosità del succo. La separazione delle fecce derivanti dall’azione degli enzimi è avvenuta per flottazione, ovvero per insufflazione di microscopiche bollicine gassose nella parte bassa della massa del succo. Tali bollicine risalendo trascinano con sé le particelle in sospensione, e sostando con esse sulla superficie liquida sotto forma di schiuma, ne permettono l’allontanamento della massa. L’utilizzo del flottatore, di cui la Cooperativa Il Frutto Permesso si è recentemente dotata, permette di ridurre del 60% la quantità di feccia prodotta, e di aumentare quindi la resa in succo finale. Pastorizzazione La pastorizzazione del succo è pratica necessaria per distruggere le forme vegetative dei microorganismi normalmente presenti, aumentando così la conservabilità del prodotto. Grazie al suo ridotto pH il succo di mela è un ambiente in cui i più comuni patogeni inquinanti (come Clostridium botulinum) sono inattivi; in particolare la maggior parte dei batteri subiscono Figura 11 – Pastorizzazione del succo di mela 9 un’elevatissima azione batteriostatica già a pH inferiori a 4,6. Tuttavia alcuni particolari microorganismi, in particolare funghi, sono ancora attivi a pH anche molto inferiori; si tratta di patogeni minori, nocivi per il prodotto (possono operare fermentazioni degli zuccheri ed altre alterazioni), non per la salute. Occorre dunque inattivarli, ed essendo forme vegetative molto termolabili, è sufficiente portare il succo per alcuni secondi alla temperatura di 80°C. Figura 12 - Pastorizzazione del succo. Particolare del termometro Per quanto riguarda la pastorizzazione del contenitore finale del succo, esperienze pregresse condotte dai tecnici del Frutto Permesso consentono di dire che il raggiungimento di una temperatura 78-80°C in tutte le parti interne del contenitore consente di non avere problemi di conservazione successiva del prodotto nel contenitore integro e chiuso. Pertanto il procedimento di infustamento deve essere caratterizzato da una prima sanificazione del contenitore, seguita da una pastorizzazione dello stesso a mezzo dello stesso succo che, a una temperatura di 80°C, è esso stesso l’agente pastorizzante le pareti del contenitore. Confezionamento Le operazioni di confezionamento nelle varie tipologie di fusto previste da questa attività sono state possibili grazie ad opportuni adattamenti tecnici, attraverso raccorderie ed attrezzature particolari, effettuati sugli impianti di trasformazione della cooperativa Il Frutto Permesso. Per ogni adattamento tecnico che via via si è rivelato necessario dalla pastorizzazione al fusto è stata fondamentale la consulenza dei mastri birrai del Birrificio Pinerolese, che hanno fornito assistenza e materiali di impiego episodico in ogni fase, fino alla spillatura del prodotto finito. Gli adattamenti e gli accorgimenti tecnici relativi a tubi e raccorderie operanti sotto pressione sono stati efficaci grazie alla consulenza e ai materiali della ditta CGI di Coalova Guido. L’attività prevedeva prove di infustamento in fusto di acciaio e in due tipologie di fusto plastico: - il Petainer, semplice fusto in PET Figura 13 – I contenitori sperimentati: fusti in acciaio, 10 Petainer in PET, Keykeg in PET - (Polietilentereftalato) dotato di un tappo adatto all’inserimento della baionetta per la spillatura del liquido contenuto il Keykeg, costituito da una boccia in PET contenente un sacchetto in plastica, vero e proprio contenitore del liquido: la spillatura avviene attraverso l’insufflazione di gas in pressione nell’intercapedine tra la boccia ed il sacchetto, che tende dunque a svuotarsi, attraverso la spillatrice cui è Figura 14 - Prova di infustamento a caldo del succo: evidenti le deformazioni sul fusto Petainer collegato, per effetto della pressione. L’infustamento del succo di mela a 80°C ha provocat o l’immediata deformazione dei contenitori. Dopo 3 ripetizioni della prova, sempre con analoghi risultati, si è abbandonata la tesi di infustamento a caldo del succo in questo tipo di fusti. Per quanto riguarda i fusti in acciaio, la prova sperimentale vera e propria è stata preceduta da uno screening delle numerosissime tipologie di fusti disponibili in commercio. Dopo averle visionate tutte, la prova si è concentrata sui classici fusti da birra, e sul fusto “cocacola”. I primi si sono rivelati non idonei, in quanto non vi è una possibilità di esplorazione interna: l’unico scambio con l’esterno avviene infatti attraverso una singola valvola con due attacchi (uno per la CO2 in ingresso, l’altro per il liquido in uscita). L’unico modo di sanificarli è dunque attraverso macchine lavafusti di carattere industriale. Inoltre questo tipo di fusto è sprovvisto di qualunque valvola di controllo della pressione interna: non Figura 15 – Prova di infustamento a caldo essendoci modo di verificare l’eventuale innescarsi di del succo: evidenti le deformazioni del fermentazioni al loro interno, sono potenzialmente in Keykeg grado di raggiungere pressioni estremamente pericolose, e comunque deleterie anche solo per la corretta spillatura del succo. Il fusto cosiddetto “cocacola” è invece dotato di una valvola di pressione; nella fattispecie è stato provato un tipo di fusto modificato da un’azienda italiana, dotata di una portella con guarnizione di dimensioni 5x4 cm circa. Tale portella consente un’ottimale sanificazione manuale dei fusti. 11 Inoltre è possibile riempire i fusti sia attraverso la portella aperta, sia, a portella chiusa, dalle valvole. La valvola di sicurezza si è rivelata di fondamentale importanza perché ha permesso di rivelare i fusti nei quali si erano innescati processi fermentativi. Per questo tipo di prova (confezionamento di succo a caldo in fusti tipo “cocacola”) sono state eseguite due ripetizioni. La prima è stata condotta in estate: il prodotto è dunque rimasto nei fusti per 3 mesi al caldo, condizioni ideali per la verifica della fermentescibilità. Su 6 fusti riempiti, 2 sono stati interessati da fenomeni fermentativi, con alterazione del prodotto fermentato: una porzione pari al 33% delle tesi è stata valutata inaccettabile. Dall’analisi dei punti critici è emerso che il problema nasceva dalla difficoltà di pastorizzazione del fusto di acciaio a mezzo del succo caldo: il calore trasmesso Figura 16 – Infustamento a caldo del succo in acciaio (fusto tipo “cocacola”) dal succo alle pareti interne del fusto viene infatti immediatamente disperso in tutta la massa di acciaio, riducendo rapidamente di qualche grado la temperatura. Di conseguenza in alcuni anfratti del fusto non adeguatamente pastorizzati potevano rimanere alcuni microorganismi vitali in grado di attivare fermentazioni successive. Si è dunque deciso di procedere nell’autunno ad una seconda ripetizione, che avviata a novembre 2013 (causa il ritardo nella maturazione dei frutti) ha reso indispensabile la richiesta di una proroga. Rispetto alla prima prova, la differenza è stata nell’infustare succo caldo sempre in fusti in acciaio, questa volta precedentemente portati a 80°C attraverso l’immersione in acqua calda. Sono stati dunque riempiti a caldo ed immediatamente tappati e capovolti, onde permettere al succo caldo di pastorizzare la testa del fusto ed il sistema di valvole, dove è più insidiosa la presenza di microorganismi. Nessuno dei 6 fusti riempiti nella seconda ripetizione è stato interessato da successive fermentazioni. I succhi così infustati sono stati oggetto di degustazione nel mese di gennaio 2014. Secondo quanto emerso dalle prove sperimentali e dal confronto con i mastri birrai, il fusto in acciaio tipo “cocacola” è l’unico utilizzabile per tutti i prodotti: succhi, sidro demi sec, sidro secco 12 3.2.1.4 Attività 2.4 - Chiarifica, travasi, conduzione della fermentazione ed infustamento per la produzione di sidro secco da gasare nelle 2 tipologie di fusto (acciaio e materiale plastico con sacco interno a perdere). Infustamento di una miscela di succo e sidro secco successivamente gasato in fusto in acciaio Chiarifica Una parte del succo di mela ottenuto con l’attività 2.2 è stato travasato in vasca d’acciaio e chiarificato con lo stesso procedimento descritto nell’attività 2.3: aggiunta di enzima pectolitico e allontanamento delle fecce tramite flottazione. Fermentazione in vasca d’acciaio In collaborazione con i tecnici della Scuola Malva è stata avviata e condotta la fermentazione del succo: dopo l’aggiunta di lieviti (Saccharomyces cerevisiae) al succo, la fermentazione è stata condotta a temperatura controllata di 12 – 13 °C. È stato aggiunto metabisolfito di potassio, che ha portato ad un sidro a fine fermentazione con quantitativi pari a 5 mg/l di solforosa libera e 35 mg/l di solforosa totale. Filtrazione, confezionamento, gasatura Completata la fermentazione (tutti gli zuccheri trasformati in alcool, prodotto secco) parte del sidro è stato travasato, filtrato tramite filtro tangenziale ed infustato in Keykeg e in fusti tipo “cocacola”. Alla restante parte di sidro è stato aggiunto un 20% in volume di succo di mela, dopodiché il sidro “demi sec” così risultato è stato anch’esso infustato in Keykeg e in fusti tipo “cocacola”. A ciascun tipo di fusto è stata applicata l’opportuna raccorderia per poter procedere alla gasatura tramite candela porosa. Questo tipo di procedimento per gasare il sidro si è rivelato eccessivamente macchinoso e lento; inoltre il risultato ottenuto è un sidro insufficientemente gasato. Risultati molto più soddisfacenti dal punto di vista tecnologico e qualitativo sono stati ottenuti con la gasatura in autoclave (attività 2.5) 13 3.2.1.5 Attività 2.5 - Chiarifica, travasi, conduzione della fermentazione ed infustamento per la produzione di sidro secco gasato in autoclave (acciaio e materiale plastico con sacco interno a perdere). Responsabile: Partner partecipanti: Cooperativa Agricola Il Frutto Permesso Scuola Malva Arnaldi 3.2.1.5.1 – Sidro secco gasato in autoclave Chiarifica Una parte del succo di mela ottenuto con l’attività 2.2 è stato travasato in vasca d’acciaio, chiarificato con lo stesso procedimento descritto nell’attività 2.3: aggiunta di enzima pectolitico e allontanamento delle fecce tramite flottazione. Fermentazione in vasca d’acciaio In collaborazione con i tecnici della Scuola Malva è stata avviata e condotta la fermentazione del succo: dopo l’inoculo di lieviti (Saccharomyces cerevisiae) al succo la fermentazione è stata condotta a temperatura controllata di 12 – 13 °C. È stato aggiunto metabisolfito di potassio, che ha portato ad un sidro a fine fermentazione con quantitativi pari a 5 mg/l di solforosa libera e 35 mg/l di solforosa totale. Filtrazione, gasatura, confezionamento Completata la fermentazione (tutti gli zuccheri trasformati in alcool, prodotto secco) il sidro è stato filtrato tramite filtro tangenziale e travasato in autoclave. All’autoclave, tramite opportuna raccorderia, è stata applicata la candela porosa con la quale è stato gasato il sidro secco, fino al raggiungimento in autoclave di 2 bar di pressione. A questo punto parte del sidro, secco e gasato, è stato infustato a pressione: fondamentali in questa fase sono stati gli adattamenti tecnici suggeriti da parte dei mastri birrai del Birrificio Pinerolese , della Figura 17 – Infustamento isobarico di sidro ditta CGI di Coalova Guido e gli apporti tecnici della secco gasato in autoclave ditta Rolfo. L’infustamento a pressione nei Petainer è possibile tramite le normali pistole a baionetta utilizzate per infustare la birra. 14 Per quanto riguarda l’infustamento in Keykeg, esso è possibile attraverso l’utilizzo delle apposite pistole fornite in dotazione dalla ditta produttrice. L’unica criticità è costituita dal fatto che, essendo il sacchetto plastico non trasparente, è evidente che si gonfia, ma non si ha la certezza che si stia effettivamente riempiendo totalmente di liquido gasato, e non parzialmente anche di gas. L’infustamento in fusti d’acciaio tipo “cocacola” è possibile tramite gli appositi “attacchi jolly” forniti dalla ditta costruttrice; l’elevata pressione a cui si lavora (2 bar) rende tuttavia necessari alcuni adattamenti tecnici, quali bypass ai suddetti attacchi jolly con manometri e valvola di sfogo della pressione interna al fusto che va via via aumentando. È stato laborioso trovare la giusta sequenza di componenti e raccordi, ma una volta messo a punto il sistema, l’infustamento non dà alcun problema e si presta ad una parziale meccanizzazione che renda rapido il riempimento in sequenza di più fusti. 3.2.1.5.1 – Sidro demi sec gasato in autoclave È stata aggiunta in opera la presente tesi, condotta in maniera analoga a quella che prevedeva l’utilizzo di sidro secco, con alcune varianti: - al sidro secco filtrato e gasato in autoclave è stato aggiunto un 20% in volume di succo di mela - i quantitativi di metabisolfito aggiunto sono stati leggermente aumentati rispetto alla tesi precedente (50 mg/l) - il prodotto è semidolce, ma in pressione: dunque non è possibile pastorizzare a caldo i contenitori. Per evitare rifermentazioni indesiderate è pertanto necessario conservare al freddo il contenitore finale, fino alla spillatura. Quest’ultimo necessario accorgimento può costituire punto di criticità per la distribuzione del prodotto. 15 3.2.1.6 Attività 2.6 - Chiarifica, travasi, conduzione della fermentazione ed infustamento per la produzione di sidro rifermentato in fusto mediante aggiunta di lieviti selezionati e succo di mela (acciaio e materiale plastico con sacco interno a perdere). Responsabile: Partner partecipanti: Cooperativa Agricola Il Frutto Permesso Scuola Malva Arnaldi Chiarifica Una parte del succo di mela ottenuto con l’attività 2.2 è stato travasato in vasca d’acciaio, chiarificato con lo stesso procedimento descritto nell’attività 2.3: aggiunta di enzima pectolitico e allontanamento delle fecce tramite flottazione. Fermentazione in vasca d’acciaio In collaborazione con i tecnici della Scuola Malva è stata avviata e condotta la fermentazione del succo: dopo l’inoculo di lieviti (Saccharomyces cerevisiae) al succo la fermentazione è stata condotta a temperatura controllata di 12 – 13 °C. È stato aggiunto metabisolfito di potassio, che ha portato ad un sidro a fine fermentazione con quantitativi pari a 5 mg/l di solforosa libero e 35 mg/l di solforosa totale. Filtrazione, travaso, confezionamento e rifermentazione Completata la fermentazione (tutti gli zuccheri trasformati in alcool, prodotto secco) il sidro è stato filtrato tramite filtro tangenziale e travasato in due piccole vasche d’acciaio. Al contenuto della prima è stato aggiunto zucchero in quantità di 6 g/l, e sono stati inoculati i lieviti. Dopo opportuno rimescolamento, la massa è stata travasata in Keykeg e in fusti in acciaio del tipo sopra descritto. Al contenuto della seconda vasca è stato aggiunto succo di mela per arrivare a pari livello di zuccheri (6 g/l), ovvero 45 ml di succo a 14 Figura 18 – Preparazione delle aggiunte per le °brix per ogni litro si sidro. Dopo opportuno rifermentazioni in fusto rimescolamento, la massa è stata travasata in Keykeg e in fusti in acciaio del tipo sopra descritto. Le rifermentazioni in fusto, oltre ad essere scarsamente controllabili e monitorabili, hanno portato all’ottenimento, in entrambe le tesi, di un sidro eccessivamente torbido ed organoletticamente difettoso. 16 17 3.2.1.7 Attività 2.7 - Analisi dei parametri chimici e microbiologici delle 4 varianti di sidro (2.4, 2.5, 2.6) e dei succhi pastorizzati confezionati nelle 3 tipologie di fusto (2.2). Totale 7 campioni Responsabile e unico partecipante: Scuola Malva Arnaldi La Scuola Malva Arnaldi si è occupato del prelievo e della consegna di campioni di prodotto ad un laboratorio specializzato in analisi agroalimentari, in particolare enologiche. Di seguito si riportano i risultati delle analisi: PROVA Lieviti Batteri lattici An. Solforosa libera An. Solforosa totale Acidità totale (in acido tartarico Acidità volatile (in acido acetico) Zuccheri totali pH Titolo alcolometrico volumico Sidro secco (2.4) Sidro demi sec (2.4) Sidro secco (2.5) Sidro secco rifermentato (2.6) Inc. Inc. Inc. Inc. <1 <1 <1 <1 mg/l 4 5 4 5 mg/l 28 35 36 35 g/l 2,5 3,3 2,3 3,1 g/l 0,25 0,30 0,22 0,33 g/l 1,8 63.0 1,6 2,1 Unità di pH 3,51 3,61 3,48 3,52 %v/v 6,7 5,5 6,8 7,8 U.M. UFC/100 ml UFC/100 ml Andranno a completare tali risultati analitici le osservazioni che sarà cura dei partner effettuare nei mesi successivi alla chiusura del progetto, al fine di verificare le stabilità sul medio-lungo periodo dei prodotti, e passare alla vera e propria fase operativa. 18 3.2.1.8 Attività 2.8 - Ricerca e coinvolgimento di locali quali bar, pub, ristoranti, alberghi... che si prestino ad affiancare i prodotti del progetto alle più comuni bevande alla spina, e a sottoporre ai propri avventori una scheda di gradimento. Noleggio spillatori e fornitura ai centri di somministrazione prescelti. Responsabile: Partner partecipanti: Cooperativa Agricola Il Frutto Permesso Scuola Malva Arnaldi È stata condotta una sistematica ricerca di locali (bar, pub, ristoranti) che si rendessero disponibili a tenere i prodotti del progetto che hanno dato migliori risultati nella fase di sperimentazione. Dal momento che il fusto tipo “cocacola” è risultato essere, sulla base delle sperimentazioni condotte e per i motivi sopra descritti, l’unica tipologia di contenitore adatta a tutti i tipi di prodotto (succo, sidro demi sec e sidro secco), si è optato di proseguire nella fase di testaggio dei diversi prodotti con la sola tesi “fusto in acciaio”. La presente attività mirava a individuare strutture di gestione Turistica, in area GAL, potenzialmente disponibili a ospitare l’erogazione di “fruttallaspina”. È stata pertanto acquisita la disponibilità di una serie di locali ad accogliere “fruttallaspina” nonappena si avvierà la fase applicativa che seguirà il successo del progetto. Nel frattempo alcuni test di erogazione sono Figura 19 - Prove di erogazione al pubblico dei comunque stati effettuati presso alcuni locali, quali: prodotti del progetto "Fruttallaspina" presso la locanda “La Siia” di Bagnolo P.te - la locanda “La Siia” di Bagnolo Piemonte - il brew pub “RememBeer” di Pinerolo - il “M** Bun” di via Cernaia a Torino - Eataly Lingotto a Torino - Il punto vendita della Coop Il Frutto Permesso in Via Napione a Torino È stato predisposto dalla Scuola Malva Arnaldi una scheda denominata “Test del consumatore”, che è stata sottoposta agli avventori dei suddetti locali, e a tutti coloro che, anche in occasione di fiere ed eventi, hanno avuto modo di degustare i succhi e i sidri alla spina. I risultati di tali test sono stati accorpati con quelli dei test condotti dai partner nell’ambito dell’attività 2.10 19 Rispetto alle modalità di spillatura le opzioni tecnicamente disponibili sono: • quella del “Cooler”, raffreddatore in linea che mantiene i Figura 20 - Prove di erogazione al pubblico dei prodotti del progetto "Fruttallaspina" fusti e la bombola di anidride carbonica per la gasatura presso Eataly di Torino Lingotto in ambiente caldo (sottobancone, cantina…) mentre il prodotto viene erogato alla spina freddo. E’ il sistema normalmente impiegato da quasi tutti gli spillatori di birra. • Il sistema “fusto freddo”, consistente nel mantenere i fusti nel frigo sotto il bancone con passaggio diretto dei prodotti dal fusto alla spina. È stata studiata ed analizzata anche la modalità di “gestione” degli impianti di spillatura da parte dei locali di somministrazione: quasi tutti noleggiano l’impianto dai fornitori di bevande analogamente a quanto succede per le macchine del caffè che vengono forniti ai bar dalle marche di caffè. Tale tipo di gestione rende incompatibile l’inserimento di bevande “diverse” rispetto a quelle fornite dal proprietario del banco-spillatura che è anche il fornitore delle bevande alla spina. È stato analizzato anche il fatto che per il succo e il sidro demi sec, prodotti contenenti zucchero, il momento dell’applicazione della spina al fusto costituisce un punto critico nel quale è possibile la perdita di sterilità del prodotto. Questo potrebbe innescare fermentazioni indesiderate presso i locali di mescita del prodotto, con conseguenti alterazioni nel gusto e nella composizione. Analizzati tutti questi punti critici si è rafforzata l’opinione che il gruppo di bevande in sperimentazione non può affiancarsi a birre e cocacole nei normali distributori alla spina ma deve essere erogati da banchi specifici. Al limite, il solo sidro secco (non fermentescibile) potrebbe venire affiancato alle birre. La cooperativa Il frutto permesso ha quindi messo a punto, con la collaborazione dei mastri birrai del Birrificio Pinerolese, e l’apporto della ditta Rolfo Luigi che l’ha realizzato, un bancone di erogazione appositamente dedicato: il vano di tale bancone contiene, oltre alle bombole di anidride carbonica ed ai riduttori di pressione, un capace frigorifero a pozzetto, nel quale sono conservati a una temperatura compresa Figura 21 - Assemblaggio del bancone di erogazione appositamente studiato e realizzato per il progetto tra 0 e 5 °C i fusti di succo e di sidro . Il prodotto è dunque sempre al fresco, a una "Fruttallaspina" temperatura di sicurezza che ne garantisce la non fermentescibilità e viene erogato dalle spine senza il rischio di alterazione. 20 Il bancone dedicato esclusivamente alle bevande di mela, oltre a risolvere problematiche tecniche ed igienico-sanitarie specifiche, può così veicolare una sua immagine caratteristica e tipica come si è dimostrato nei test di gradimento presso i locali. 21 3.2.1.9 Attività 2.9 - Studio di una linea grafica tipicizzata e collegata all’immagine complessiva del territorio locale, che caratterizzi le etichette accompagnatorie dei fusti e la cartellonistica da esporre nelle sedi di somministrazione del prodotto finale Responsabile e unico partecipante: Scuola Malva Arnaldi I tecnici della Scuola Malva hanno effettuato lo studio di una linea grafica adeguata alla tipologia di prodotto e di somministrazione dello stesso, declinabile poi in cartellonistica ed etichette. Sono state stampate alcune prove di queste etichette presso un laboratorio di stampa grafica, e sono state applicate a: - Medaglioni delle spine di erogazione - Materiale da banco da esporre nei locali - Striscioni adesivi che caratterizzano il bancone di somministrazione. Figura 22 - Bancone di mescita personalizzato con la linea grafica del progetto Figura 23 - Particolare della grafica applicata ai medaglioni delle spillatrici 22 3.2.1.10 Attività 2.10 - Indagine, ad opera dei diversi partner sul grado di apprezzamento al pubblico delle varie tipologie di prodotto proposte Responsabile: Partner partecipanti: Scuola Malva Arnaldi Martina Paolo Ciascun partner ha proposto al pubblico di propria competenza i prodotti realizzati grazie al progetto. Anche in questi casi è stata sottoposta la scheda “Test del consumatore”, predisposta per l’attività 2.8, a tutti coloro che hanno avuto modo di degustare i succhi e i sidri alla spina. I risultati di tali test sono stati accorpati con quelli dei test condotti nell’ambito dell’attività 2.8. In tutto sono stati compilati un centinaio di test del gradimento. L’età media degli intervistati è di 40 anni Il 46% degli intervistati sono di sesso femminile Il 45% degli intervistati ha un’età compresa tra i 15 e i 35 anni, il 33% tra i 36 e i 50 anni, il rimanente 22% erano over 50. Le domande presenti sul questionario erano: Figura 24 – Somministrazione dei prodotti di “Fruttallaspina presso l’agriturismo Il Frutto Permesso Il prodotto è di suo gradimento? Consumerebbe normalmente questo prodotto analcolico (succo di mela, succo di pera, succo di mela e lampone, succo di mela e kiwi…) servito alla spina presso bar, pub, centri di aggregazione, in luogo di altre bevande analcoliche ? - Consumerebbe normalmente questo prodotto moderatamente alcolico (sidro dolce) servito alla spina presso bar, pub, centri di aggregazione, in luogo di altre bevande alcoliche ? - Consumerebbe normalmente questo prodotto alcolico (sidro secco) servito alla spina presso bar, pub, centri di aggregazione, in luogo di altre bevande alcoliche? Di seguito si riportano alcune elaborazioni dei risultati. Per esigenze grafiche le domande all’interno dei grafici che seguono sono state semplificate. - 23 24 Figura 25 - Scansione di uno dei questionari di gradimento compilati dai consumatori 25 3.2.1.11 Attività 2.11 - Trattamento ed elaborazione dati, predisposizione relazioni e rendicontazione, divulgazione Responsabile: Partner partecipanti: Cooperativa Agricola Il Frutto Permesso Scuola Malva Arnaldi Martina Paolo Tutti i risultati, gli appunti, le correzioni relative alle varie fasi e attività del presente progetto sono state via via raccolte da ciascun partner ed affidate al capofila, il quale ha potuto redigere la presente relazione. Ciascun partner ha inoltre avuto cura della parte di rendicontazione di propria competenza, predisponendo tutta la documentazione che il capofila raccoglie e consegna al GAL EVV. Luogo, data firma del legale rappresentante firma del referente del progetto 26