Le asine di Saul

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Le asine di Saul
Le asine di Saul
All’inizio del capitolo 9 del Primo libro di Samuele si racconta come il beniaminita Chis si trovò
privo delle sue asine, che dovevano essersi smarrite. Incaricò perciò il figlio Saul di andare a
cercarle accompagnato da un servitore. Questi personaggi appaiono qui per la prima volta, perciò il
redattore del racconto si sente autorizzato ad aggiungere che Saul era giovane e bello, forte e
valoroso come nessuno in tutto Israele e che per altezza superava i suoi contemporanei dalle spalle
in su.
La ricerca delle asine si protrae per alcuni giorni, ma senza alcun risultato. Saul è sul punto di
ritornare dal padre, quando il servo gli dice che nel paese dove erano giunti abitava un veggente
molto bravo, che li avrebbe potuti aiutare. Il redattore a questo punto si sente in dovere di spiegare
che anticamente, in Israele, quando uno andava a consultare Dio, diceva: «Venite, andiamo dal
veggente!». Infatti quello che oggi si chiama profeta, anticamente si chiamava veggente (1Sam 9,9).
Saul accetta il consiglio e dopo qualche piccolo intermezzo i due arrivano alla presenza del
veggente. È solo a questo punto, che il lettore viene a sapere che il veggente anonimo non è altro
che quel Samuele, posto al centro della narrazione dei primi otto capitoli del libro.
Con una nascita apparentemente prodigiosa da una madre sterile, ottenuta tramite la promessa
pronunciata espressamente dal primo sacerdote del tempio di Silo, Eli. Il bambino poi, giunto all’età
dello svezzamento, verrà consegnato al tempio e sarà posto al servizio del medesimo sacerdote,
presso cui verrà educato. Cresciuto riceve la prima rivelazione divina della parola del Signore, che
ne fa così un profeta. E la sua fama si diffuse ben oltre i confini di Silo.
Perciò tutto Israele, da Dan fino a Bersabea, seppe che Samuele era stato costituito profeta del
Signore. Il Signore continuò ad apparire a Silo, perché il Signore si rivelava a Samuele a Silo a
Samuele con la sua parola (1Sam 3,20-21)
Ma la carriera di Samuele non ha con tutto ciò raggiunto ancora il suo vertice.
Dopo l'ennesimo confronto con i Filistei, gli Israeliti subiscono una disastrosa disfatta e l'arca,
l'equivalente religioso-militare del carroccio dei nostri comuni, viene presa come bottino di guerra.
Dovrà passare un bel po' di tempo perché essa venga restituita.
Sarà proprio allora che Samuele si mostrerà come giudice e liberatore, nella tradizione dei
precedenti giudici. Organizzerà la ricostituzione dell'esercito d'Israele e preparerà la riscossa, che
sarà vittoriosa. Cosa può ancora mancare alla sua gloria? Quale altro compito attende ancora la sua
missione?
Una cosa completamente nuova, mai successa in Israele: la creazione di un regno e la scelta, per
volontà divina di un re! Con tutte le riserve e le clausole che sono esplicitate nel c.8: fondamentale,
per chi desideri capire lo sviluppo della narrazione, che continuerà da ora fino alla fine del Secondo
libro dei Re.
E con il c.9 entrerà,come abbiamo già visto, in scena Saul il figlio di Chis, che per essere andato a
cercare le sue asine, finirà alla fine per essere unto da Samuele come re d'Israele. Due linee
narrative che qui si toccano e si intrecciano, per poi continuare assieme fino alla rottura della
sintonia, quando Samuele disconoscerà l'autorità di Saul. Da allora le vicende dei due protagonisti
tornano a svilupparsi indipendentemente: Samuele, ormai vecchio, va verso una morte tranquilla;
Saul, abbandonato dal profeta e privato del favore divino, continuerà verso la sua rovina militare e
la conseguente morte tragica in battaglia.
Come interpretare il complesso di tutta questa narrazione? Il problema non si poneva fino alla
metà dell'ottocento. Era considerato sostanzialmente una pagina di storia con l'aggiunta di qualche
intervento miracoloso. E nella storia si può salire o scendere, vincere o perdere. Perciò si riteneva
che il testo dovesse essere accettato nella sua formaletterale.
Poi il paradigma storico è stato demolito e tutto il materiale narrativo, che nell'Antico Testamento
va dalle origini della creazione fino agli avvenimenti della caduta del regno del nord, posto negli
anni 723-722 a.C., è stato collocato per i suoi primi capitoli nelle nebbie del mito e per tutto il
rimanente in quelle della leggenda.
Con ciò non si vuole affermare, che nella leggenda non siano contenuti anche elementi
storicamente fondati, ma che è difficile distinguerli sia da quelli meravigliosi come dalle
elaborazioni teologiche con cui sono ormai intrecciati. Nel caso dei racconti di Samuele e Saul
probabilmente si può concludere che si tratta dell'intreccio di due leggende. Una più antica
composta attorno al raggiungimento del potere da parte di un giovane beniaminita e conclusa poi
tragicamente con il crollo del suo piccolo regno. Un'altra più tarda, e teologicamente più articolata,
amplia il materiale della precedente per esprimere una riflessione sulla vicenda più che secolare
della monarchia, sia in Israele che in Giuda. La vicenda di Saul diventa così emblematica della sorte
di un'istituzione e di tutto un popolo, ambedue destinati alla rovina.
Una traccia di questa complessa elaborazione può esserci fornita anche da un piccolo esempio.
In 1Sam, come abbiamo già accennato, si racconta della sterilità di Anna e di come la sua
preghiera verrà esaudita.
Il mattino dopo si alzarono e dopo essersi prostrati davanti al Signore, tornarono a casa a
Rama. Elkana si unì a sua moglie e il Signore si ricordò di lei. Così al finir dell'anno Anna
concepì e partorì un figlio e lo chiamò Samuele, «perché – diceva – al Signore l'ho
richiesto». (1Sam 1,20)
Ora da almeno un secolo e mezzo gli esegeti si accapigliano sul legame che potrebbe esistere tra il
nome di Samuele e la motivazione offerta da Anna. Non si trova, a meno di ipotizzare delle
corruzioni del testo. La soluzione più semplice potrebbe essere invece, che il racconto in origine
non era riferito a Samuele, ma a Saul, come riconosce anche un recente e diffuso commento, come
quello della Bibbia di Gerusalemme nella relativa nota:
questa spiegazione, dalla radice sa'al (domandare) dovrebbe condurre al nome di sa'ul,
«Saul».
La leggenda di Samuele, sviluppandosi, avrebbe perciò conglobato elementi di quella di Saul.