nota critica - Comune di Bassano del Grappa

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nota critica - Comune di Bassano del Grappa
Saul Costa
materiaoroluce
Bassano del Grappa, chiesetta dell’Angelo
8 febbraio - 4 marzo 2012
Saul Costa persegue il viaggio: anzi, i viaggi perché, in ogni percorso, la sua dislocazione è triplice:
fisica, nello spazio, temporale, in epoche diverse, mentale ed emotiva nelle culture e nelle
sensazioni eco del contatto con nuove realtà visive ed ambientali.
Viaggi, quindi, pensati e preparati in una prima fase a livello culturale ed emotivo, verificati in seguito in
loco, sopportando la fatica dell'astrazione dai contesti turistici obbligati, dagli stravolgimenti delle
megalopoli assedianti i nuclei storici alla ricerca – e riscoperta – dello spirito originario, delle radici
primigenie del mito e della realtà.
Con la ricerca del “Mitotaurus, l'anima arcaica” Saul si è immerso nelle origini mitiche del Mediterraneo:
anzi, con una pittura decisa e pregnante, cromaticamente solida, si è ricondotto sino alle tracce preistoriche
dei grandi bovidi impressi dall'uomo cacciatore in funzione magico-rituale apotropaica.
Allo stesso modo il bovide-toro rinchiuso al centro del labirinto minoico mantiene il fascino oscuro della
potenza fisica e sacrale che esercita sull'isola e sugli uomini fin quasi alla contesa, all'alba dell'età classica,
tra i Centauri (il barbaro umano-ferino) e i Lapiti (l'umano “cultus”).
La seconda tappa del viaggio mitico di Saul lo porta in una Babele architettonica in cui la Torre assume una
simbologia complessa: miracolo di struttura compatta, immensa e solenne, apparentemente intangibile al
cui sommo “Tra cielo e terra” l'umano vorrebbe osare attingere al divino, la struttura mostra tutta la sua
interna fragilità in una audace spaccatura che ne rivela le viscere argillose e incongrue della umana
presunzione. La rappresentazione figurale dell'assunto simbolico è ancora affidata alla plasticità materica
della forma e del segno in un ductus cromatico progressivamente schiarito da tocchi di bianco luminoso.
In questi suoi viaggi iniziali Saul reinventa le forme sensibili ripartendo dal caos: la materia, inizialmente
bituminosa e terrosa, trattata a larghe masse gestuali, si accende progressivamente in vividi squarci di
colore, in bianchi improvvisi, rotture cromatiche di forte impatto emotivo.
Il nuovo viaggio – o, se volete, il suo terzo ciclo pittorico – porta l’artista ancora nel Mediterraneo, nelle
capitali delle grandi culture: al Cairo in Egitto e a Costantinopoli, lembo sospeso tra Occidente e Oriente,
l'antica Eurasia, terre in cui la storia ha già scritto pagine definite che accrescono il fascino del passato
segnato da culture ma specialmente da poteri e religioni diverse: cristianesimo, monofisismo, ortodossia,
islamismo.
Le origini romano tardoimperiali cristiane di Costantinopoli – la seconda Roma - declinano già nella
toponimia successiva una lunga storia, dalla Bisanzio imperiale d'oriente alla turca Istanbul: la matrice
dominante rimane l'opulenza incantata delle basiliche come Santa Sofia di cui l'artista carpisce l'essenza,
l'uso dell'oro musivo nel senso religioso-simbolico di potere terreno e spirituale, ma saggiamente rifugge
l'uso della foglia d'oro e illumina di bagliori aurei la materia povera dell'argilla, l'ocra del mattone, la lastra
di marmo, affidando all'uso dei bianchi l'effetto ottico di galleggiamento della cupola sostenuto dalla forza
della luce; oppure, come all'interno di Santa Irene, amalgama nell'ocra dorato diffuso la materia rossastra
richiamando la funzione spirituale dell'oro e la potenza temporale del rosso intenso.
Al Cairo l'architettura islamica trionfa nella sapienza costruttiva degli edifici sacri percepibile principalmente
negli esterni delle moschee fortificate con le alte cupole ad ogiva tra i minareti. È un paesaggio d'atmosfera
che Saul Costa riesce ad assumere e rendere nel contrasto tra la materia, lavorata a spessore e la speciale
luce del deserto: ancora “materiaoroluce” ma in senso inverso; il pulviscolo dorato è tutto esterno, sospeso
nell'aria, nella vibrazione accecante del giorno pieno, nel rosso scadente del tramonto, nei rari bagliori
notturni.
La capacità dell'artista nello schivare le retoriche ambientali, i facili “orientalismi”, l'inevitabile ripetitività
tematica delle immagini, si fonda nella sicurezza segnica del tratto, nell'uso determinato di precise gamme
cromatiche, nella specificità della trattazione materica, spesso corposa.
Questo gruppo di lavori, alcuni di grandi dimensioni, prende avvio da una serie di studi, veri appunti di
viaggio, dipinti su cartoncino con un linguaggio prevalentemente segnico e velocizzato in cui pensiero,
forma, struttura e sensazioni sono talora illuminati da cromatismi inusuali referenti a lacche o pietre dure
come ematiti, lapislazzuli, giade o turchesi.
Si potrebbe dire che questi “Appunti di viaggio” siano paragonabili a un “moleskine” pittorico, i leggendari
taccuini in cui “cultura, immaginazione, memoria, viaggio e identità personale” si concretizzano nell'uso da
personaggi famosi che hanno affidato loro i pensieri più istintivi e privati; che sia di augurio al futuro di
Saul!
Flavia Casagranda
gennaio 2012
PR IN CIPALI ESPOSIZ ION I
1997 Mirano, Barchessa di Villa XXV Aprile, “Enigmi della Matrice”
Venezia, “Studenti dell'Accademia di Venezia – 47ª Biennale di Arti Visive”
Milano, Galleria del Milione, “Supergiovani. Selezione dal programma di Rai Due”
Padova, “1° Festival Nazionale del video Toni Corti”
Torino, Lingotto Fiere, Spazio Rai salone Beni Culturali, “Supergiovani Arte”
Latisana, Centro Polifunzionale, 3ª Edizione “Arte in Contemporanea”
Milano, Galleria del Milione, “Opera Aperta”
1998 Venezia, “861998”
Mirano, Barchessa di Villa XXV aprile, “Enigmi della Matrice”
Padova, “2° Festival Nazionale del video Toni Corti”
Vicenza, Società Generale di Mutuo Soccorso, “StArt”
Vicenza, Ex Borsa Merci Basilica Palladiana, “PreGnant l'arte in attesa”
Vicenza, Centro Commerciale Palladio, “Fermenti”
1999 Latisana, Centro Polifunzionale, 5ª Edizione “Arte in Contemporanea”
2000 Mirano, Barchessa di Villa XXV Aprile, “Enigmi della Matrice”
2003 Bassano del Grappa, Uffici Agenzia Assicurativa UNIPOL, “Arte e Lavoro”
2005 Arcugnano, Laboratorio di scultura Marco Fin, “Open One”
2006 Noventa Vicentina, Villa Barbarigo, “Lisca in faccia”. Personale
Vicenza, Galleria Primo Piano, “Corpoanimale”. Personale
2007 Venezia, Ottica Urbani, “Carte Oliate”. Personale
2010 Marostica, Castello Inferiore, “Mitotaurus l'anima arcaica”. Personale
Mantova, Galleria Arianna Sartori, “Mito Ritrovato”. Personale
2011 Este, Pescheria Vecchia, “Tra cielo e terra”. Personale
Spoleto, Galleria d'Arte Poli, SpoletoFestivalArt 2011
Marina di Ravenna, 55ª Edizione Premio Marina di Ravenna
Vicenza, VIART, Premio Scamozzi 2011
2012 Venezia, Scoletta di San Giovanni Battista, “Affinità e Contrasti”
SAUL COSTA
via Albereria, 14
36050 Lisiera (Vicenza)
www.saulcosta.it
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