acta orl italica issue 6

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acta orl italica issue 6
Conten ts ACTA ORL ITAL ICA ISSUE 6 /2 0 1 1 (Dec e mber)
Review article
Potential applications of human saliva as diagnostic fluid
Le potenziali applicazioni della saliva umana come fluido diagnostico
M. Castagnola, P.M. Picciotti, I. Messana, C. Fanali, A. Fiorita, T. Cabras, L. Calò, E. Pisano, G.C. Passali,
F. Iavarone, G. Paludetti, E. Scarano..............................................................................................................................................
pag.
347
Head and nec k
Management and follow-up of thyroid cancer in pregnant women
Neoplasie maligne della tiroide in gravidanza: management e follow-up
B. Gibelli, P. Zamperini, M. Proh, G. Giugliano...........................................................................................................................
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358
O tology
Overlay versus underlay myringoplasty: report of outcomes considering closure of perforation and hearing function
Risultati funzionali dopo miringoplastica overlay e underlay
B. Sergi, J. Galli, E. De Corso, C. Parrilla, G. Paludetti ................................................................................................................
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366
Rhinology
Clinico-pathological profile of sinonasal masses: a study from a tertiary care hospital of India
Aspetti clinico patologici delle masse naso-sinusali: studio effettuato in un centro ospedaliero indiano di terzo livello
A. Lathi, M.M.A. Syed, P. Kalakoti, D. Qutub, S.P. Kishve..........................................................................................................
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Vestibology
Vestibular and stabilometric findings in whiplash injury and minor head trauma
Reperti vestibolari e stabilometrici nel trauma distorsivo del rachide cervicale e nel trauma cranico minore
A. Nacci, M. Ferrazzi, S. Berrettini, E. Panicucci, J. Matteucci, L. Bruschini, F. Ursino, B. Fattori .........................................
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378
Clinical tech niques and tec h nology
The natural evolution of endoscopic approaches in skull base surgery: robotic-assisted surgery?
La naturale evoluzione degli approcci endoscopici alla base cranica: la chirurgia robotica-assistita?
I. Dallan, P. Castelnuovo, C. Vicini, M. Tschabitscher ...............................................................................................................
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390
Le tter to th e E ditor-in -Chief
Role of H.E.L.P.-apheresis in the treatment of sudden sensorineural hearing loss in a group of 230 patients
Ruolo della H.E.L.P.-aferesi nel trattamento dell’ipoacusia sensorineurale improvvisa in un gruppo di 230 pazienti
G. Bianchin, G. Russi, N. Romano, P. Fioravanti .........................................................................................................................
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395
Case report
Late recovery with cyclosporine-A of an auto-immune sudden sensorineural hearing loss
Recupero tardivo della funzionalità uditiva con terapia con ciclosporina A in un caso di ipoacusia neurosensoriale
improvvisa di origine immuno-mediata
E. Di Leo, F. Coppola, E. Nettis, A. Vacca, N. Quaranta ...............................................................................................................
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399
Calendar of even ts - Italian and Inte rnational Congresses and Courses.........................................................
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402
Acknowledgemen ts ...................................................................................................................................................................
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410
R EVIE W ARTICLE
Potential applications of human saliva
as diagnostic fluid
Le potenziali applicazioni della saliva umana come fluido diagnostico
M. CASTAGNOLA, P.M. PICCIOTTI1 , I. MESSANA2 , C. FANALI1 , A. FIORITA1 , T. CABRAS1 , L. CALÒ1 , E. PISANO2,
G.C. PASSALI1 , F. IAVARONE, G. PALUDETTI1 , E. SCARANO1
Istituto di Biochimica e Biochimica Clinica, Università Cattolica, Rome, Italy; 1 Istituto di Otorinolaringoiatria, Università
Cattolica, Rome, Italy; 2 Sezione di Biomedicina del Dipartimento di Scienze della Vita e dell’Ambiente, Università di Cagliari,
Italy
RIASSUNTO
L’uso della saliva umana come fluido corporeo diagnostico e prognostico è stato fino a poco tempo fa ignorato. Sebbene la metodica
di raccolta salivare sia non invasiva, variabili fisiologiche e genetiche sono state considerate nel passato responsabili della scarsa
applicabilità clinica del fluido salivare. Recentemente differenti studi proteomici hanno contribuito ad una parziale
rappresentazione della proteomica salivare (finora sono state caratterizzate più di 2400 proteine), per quanto riguarda la
composizione dell’intera saliva differenti studi sono stati condotti in relazione alla variabilità genetica e fisiologica. Alla luce di
questi dati, non è troppo ottimistico pensare che nel futuro prossimo la saliva possa diventare un importante fluido diagnostico. In
questa review, è stata descritta la caratterizzazione dell’approccio proteomico per identificare nuovi marker in oncologia, in
particolare nei tumori maligni del distretto testa-collo (cavità orale, orofaringe, laringe e ghiandole salivari), della mammella e dello
stomaco, nella patologie delle ghiandole salivari, nella sindrome di Sjogren, nella sclerosi sistemica, nelle patologie odontoiatriche
incluse le parodontopatie, nelle malattie sistemiche, psichiatriche e neurologiche.
PAROLE CHIAVE: Saliva • Ghiandole salivari • Proteine • Peptidi • Proteomica • Cavità orale • Oncologia • Patologie odontoiatriche
• Malattie sistemiche • Terapia
Acta Otorhinolaryngol Ital 2011;31:347-357
H EAD AND NECK
Management and follow-up of thyroid cancer
in pregnant women
Neoplasie maligne della tiroide in gravidanza: management e follow-up
B. GIBELLI, P. ZAMPERINI1, M. PROH, G. GIUGLIANO
Head & Neck Surgery Department, Thyroid Cancer Unit, European Institute of Oncology, Milan, Italy; 1 Gynaecology
Department, European Institute of Oncology, Milan, Italy
RIASSUNTO
I carcinomi tiroidei sono la neoplasia endocrina più frequente, si presentano facilmente in età giovanile e nelle donne, quindi una
gravidanza in seguito ad un tumore tiroideo non è un evento raro, e circa il 10% delle neoplasie tiroidee diagnosticate in età fertile si
colloca nel periodo della gravidanza o dell’immediato post-partum. I tumori differenziati della tiroide (DTC) hanno in genere una
eccellente prognosi, e la sopravvivenza libera da malattia nelle donne con DTC diagnosticato durante la gravidanza non sembra
differente da quella di pazienti non gravide della stessa età e con malattia simile per estensione locale e indici di rischio. Nonostante
ciò un tumore diagnosticato in corso di gravidanza è ovviamente fonte di ansia non solo per la scelta delle modalità e dei tempi di
trattamento, ma anche per la valutazione dei rischi materno - fetali associati sia al tumore che alla terapia stessa. Una gravidanza che
invece inizi dopo il trattamento per carcinoma della tiroide richiede accurati controlli del feto e della madre sia dal punto di vista
oncologico che biochimico. Nel monitoraggio di una paziente in gravidanza con diagnosi di carcinoma tiroideo o già trattata per
carcinoma tiroideo gli obbiettivi principali sono: 1) raggiungere un buon compenso calcio-vitaminico ma soprattutto un ottimale
livello di levo-tiroxina, assolutamente indispensabile per la maturazione del sistema nervoso centrale del feto; 2) mantenere livelli di
levotiroxina adeguati per evitare possibili recidive di malattia; 3) attuare controlli di follow-up sicuri per madre e feto e adatti a
pianificare ulteriori terapie se necessario. Dall’analisi dei dati di letteratura e dall’esperienza personale degli autori emerge che lo
sviluppo fetale è regolare nelle pazienti trattate con levotiroxina sia a dosaggio sostitutivo che a dosaggio TSH-soppressivo, la
tiroide risulta normale all’esame ecografico nel feto e alla valutazione neonatale, e la patologia materna non è influenzata dalla
gravidanza. In questa review gli autori ricordano con semplici spunti pratici che un’attenta modulazione della terapia calciovitaminica e della terapia con levotiroxina siano di estrema importanza per il benessere sia della madre che del feto.
PAROLE CHIAVE: Gravidanza • Carcinoma tiroideo • Terapia con tiroxina
Acta Otorhinolaryngol Ital 2011;31:358-365
O T O L O GY
Overlay versus underlay myringoplasty:
report of outcomes considering closure
of perforation and hearing function
Risultati funzionali dopo miringoplastica overlay e underlay
B. SERGI, J. GALLI, E. DE CORSO, C. PARRILLA, G. PALUDETTI
Clinic of Otorhinolaryngology, Università Cattolica, Rome, Italy
RIASSUNTO
Le due principali tecniche di miringoplastica sono l’underlay e l’overlay, che differiscono per i rapporti che l’innesto contrae con
l’anulus e i residui della membrana del timpano. Abbiamo valutato la guarigione e i risultati funzionali di 115 pazienti sottoposti a
miringoplastica per otite media cronica e perforazione post-traumatica della membrana timpanica. La miringoplastica overlay è stata
preferibilmente effettuata per le perforazioni subtotali, per quelle che interessano i quadranti anteriori e nelle revisioni. La tecnica
underlay è stata impiegata, invece, per il trattamento delle perforazioni più piccole e per quelle dei quadranti posteriori. Nella nostra
casistica 63 pazienti sono stati sottoposti a miringoplastica con tecnica overlay e 52 con tecnica underlay. Abbiamo registrato 5
insuccessi nel primo gruppo e 3 nel secondo. Il guadagno uditivo è stato significativo in entrambi i gruppi sebbene maggiore nel
gruppo di pazienti trattati con tecnica underlay. Concludendo nella nostra casistica, mediante le miringoplastiche underlay e overlay
abbiamo ottenuto un’alta percentuale di successo sia come guarigione che come guadagno uditivo, quest’ultimo più accentuato nel
gruppo underlay.
PAROLE CHIAVE: Peforazione membrana timpanica • Chirurgia • Guarigione • Funzione uditiva
Acta Otorhinolaryngol Ital 2011;31:366-371
R H INOL O GY
Clinico-pathological profile of sinonasal masses:
a study from a tertiary care hospital of India
Aspetti clinico patologici delle masse naso-sinusali: studio effettuato in un centro
ospedaliero indiano di terzo livello
A. LATHI, M.M.A. SYED1 , P. KALAKOTI1 , D. QUTUB1 , S.P. KISHVE
Department of Otorhinolaryngology, Rural Medical College, Pravara Institute of Medical Sciences, Loni, Maharashtra, India;
1
Rural Medical College, Pravara Institute of Medical Sciences, Loni, Maharashtra, India
RIASSUNTO
In questo studio vengono presi in esame gli aspetti clinico-patologici delle masse nasosinusali in pazienti seguiti presso la Clinica
Otorinolaringoiatrica del centro di cura ospedaliero di Maharashtra in India, nel periodo compreso tra il maggio 2007 ed il giugno
2009. Durante il periodo di studio una massa nasosinusale è stata riscontrata in 112 pazienti (68 maschi, 44 femmine; range di età 870 anni). Masse naso sinusali di tipo non neoplastico sono state riscontrate in 80 pazienti (71,4%) mentre quelle di tipo neoplastico
in 32 pazienti (28,6%). L’ostruzione nasale è stato il sintomo più comunemente riferito (97,32%), seguito da rinorrea (49,1%), iposmia
(31,25%), epistassi intermittente (17,85%), cefalea (16,87%), tumefazione del volto (11,6%) e sintomi oculari (10,71%). La sede di
origine più comune delle masse di tipo polipoide è stato il meato medio (54,46%), seguito dalla parete laterale della cavità nasale
(16.07%) e dal meato superiore (10,7%). Nel 47,74% dei pazienti sono state osservate masse naso sinusali unilaterali, mentre nei
restanti casi le lesioni erano bilaterali. I polipi su base allergica (62,5%) ed infiammatoria (25%) rappresentavano le masse di tipo
non neoplastico più comunemente osservate. Gli emangiomi (47,3%) e i papillomi invertiti (36,8%) rappresentavano le masse
neoplastiche benigne osservate più di frequente. Il carcinoma a cellule squamose ha rappresentato il 92,3% di tutte le masse
neoplastiche maligne. La chirurgia è stata la scelta principale per il trattamento dei pazienti, ed in particolare l’intervento di
Caldwell-Luc (7,1%), la polipectomia (17,8%), l’escissione della massa (25%) e la chirurgia endoscopica sinusale funzionale (44,6%).
Le neoplasie maligne sono state trattate con radioterapia.
PAROLE CHIAVE: Massa nasosinusale • Polipo • Ostruzione nasale • Carcinoma a cellule squamose • FESS
Acta Otorhinolaryngol Ital 2011;31:372-377
V EST I BO L O GY
Vestibular and stabilometric findings in whiplash injury and
minor head trauma
Reperti vestibolari e stabilometrici nel trauma distorsivo del rachide cervicale
e nel trauma cranico minore
A. NACCI, M. FERRAZZI, S. BERRETTINI, E. PANICUCCI1 , J. MATTEUCCI, L. BRUSCHINI, F. URSINO,
B. FATTORI
ENT, Audiology and Phoniatrics Unit, Department of Neurosciences, 1 Department of Experimental Pathology, University of
Pisa, Italy
RIASSUNTO
La presenza di vertigine ed instabilità posturale in caso di trauma distorsivo del rachide cervicale e/o trauma cranico minore, è un
evento molto frequente. Secondo alcuni autori il danno vestibolare è possibile anche in caso di trauma distorsivo isolato del rachide
cervicale, sulla base di fenomeni vascolari. Molti disturbi dell’equilibrio post-traumatici inoltre, possono trovare giustificazione
nell’alterazione dell’input propriocettivo cervicale con conseguente danno a carico del riflesso vestibolo-spinale. Lo scopo di questo
studio è stato quello di valutare dal punto di vista vestibolare e posturale, un gruppo di pazienti (Gruppo A; n = 90) affetto da
disturbi dell’equilibrio post-trauma distorsivo del rachide cervicale ed un secondo gruppo (Gruppo B; n = 20) affetto da trauma
cranico minore associato a trauma distorsivo del rachide. In entrambi i gruppi sono state effettuate videonistagmografia e
stabilometria statica (occhi aperti – OA, occhi chiusi – OC e occhi chiusi con testa retroflessa – OCR) entro 15 gg dal trauma e
ripetute entro 10 gg dal termine del trattamento fisioterapico cervicale. La VNG ha dimostrato la presenza di una vestibolopatia nel
19% dei casi nel Gruppo A (11% periferica, 5% centrale, 3% sede non definibile) e nel 60% dei casi nel Gruppo B (50% periferica, 10%
centrale). Al controllo tutti i casi di deficit labirintico non compensato andavano incontro a compenso mentre persistevano ancora 2
casi nel Gruppo A ed 1 caso nel Gruppo B di VPP. I tracciati posturografici, seppur francamente patologici soprattutto in OCR, non
presentano un pattern specifico nei due gruppi. Sia in OA sia in OC, si osserva un incremento dei valori di superficie e dei valori
relativi allo spostamento del centro di pressione sul piano sagittale, reperti che appaiono ancora più evidenti in OCR. Nel Gruppo A
il confronto pre- e post-fisioterapia, mette in evidenza nel test OCR, un miglioramento statisticamente significativo della maggior
parte dei parametri dopo trattamento. Nel Gruppo B, si osserva inoltre un frequente spostamento del centro di pressione lateralmente
probabilmente legato all’elevata percentuale di deficit labirintici. Il confronto tra il primo ed il secondo esame stabilometrico, risulta
statisticamente significativo solo per i parametri relativi allo spostamento del centro di pressione sul piano frontale correlabile
probabilmente con la progressiva risoluzione della vestibolopatia associata. Il nostro studio quindi conferma la possibilità che un
trauma distorsivo del rachide cervicale possa determinare, in una minoranza dei casi, una vestibolopatia centrale o periferica,
vestibolopatia più probabile dopo trauma cranico minore associato a trauma distorsivo del rachide. Inoltre, i nostri dati confermano
quanto già descritto in letteratura cioè che la stabilometria statica rappresenta il momento fondamentale per la valutazione di un
disturbo posturale conseguente ad una patologia propriocettiva cervicale. In questi casi, lo studio dei diversi parametri e degli indici
di interferenza cervicale permettono infatti non solo di valutare l’alterazione della performance posturale ma anche di evidenziare e
quantificare l’attività destabilizzante della componente propriocettiva cervicale.
PAROLE CHIAVE: Trauma distorsivo del rachide cervicale • Trauma cranico minore • Vestibolopatia • Stabilometria • Riflesso
vestibolo-spinale
Acta Otorhinolaryngol Ital 2011;31:378-389
C LINICAL T ECHNIQUES AND TECHNOL O GY
The natural evolution of endoscopic approaches
in skull base surgery: robotic-assisted surgery?
La naturale evoluzione degli approcci endoscopici alla base cranica: la chirurgia
robotica-assistita?
I. DALLAN, P. CASTELNUOVO, C. VICINI1 , M. TSCHABITSCHER2
Otorhinolaryngologic Unit, University of Insubria, Italy; 1 Department of Special Surgery, ENT and Oral Surgery Unit, Ospedale
Morgagni Pietrantoni, University of Pavia in Forlì, Italy; 2 Department of systematic anatomy, University of Wien
Manfred Tschabitscher and Claudio Vicini should equally be considered as last author
RIASSUNTO
Il trend attuale, in ogni ambito chirurgico, è quello che porta verso una sempre minore invasività delle procedure; nel distretto testacollo una delle più recenti tendenze è quella di verificare l’applicabilità clinica delle nuove tecnologie robotiche. Questa evoluzione si
presenta particolarmente interessante ed intrigante soprattutto in ambito di chirurgia della base cranica. In questo lavoro
presentiamo una revisione delle recente letteratura sull’argomento e proponiamo le nostre personali considerazioni sul ruolo delle
tecniche robotiche nel campo della chirurgia di base cranica. Una breve descrizione della nostra esperienza dissettoria eseguita
utilizzando il DaVinci a livello di base cranica posteriore rappresenta lo spunto per ulteriori considerazioni. Siamo del tutto
convinti che gli stessi vantaggi offerti dalla chirurgia robotica a livello orofaringeo – dissezione bimanuale, precisa e priva di
tremore – si applicheranno anche a livello della base cranica posteriore e media. In tale contesto lo sviluppo e l’implementazione di
strumenti per la gestione dell’osso e la risoluzione dei limiti attuali incrementerà l’applicabilità clinica di questi sistemi nel prossimo
futuro.
PAROLE CHIAVE: Sistema robotico DaVinci • Chirurgia di base cranica • Chirurgia robotica • Chirurgia robotica transorale •
Endoscopia
Acta Otorhinolaryngol Ital 2011;31:390-394
L E T TER T O T H E E D IT OR - IN -C HIE F
Role of H.E.L.P.-apheresis in the treatment
of sudden sensorineural hearing loss in a group
patients
of 230
Ruolo della H.E.L.P.-aferesi nel trattamento dell’ipoacusia sensorineurale improvvisa in
un gruppo di 230 pazienti
G. BIANCHIN, G. RUSSI1 , N. ROMANO1, P. FIORAVANTI
Otorhinolaryngology Unit, “Santa Maria Nuova” Hospital, Reggio Emilia, Italy; 1 Transfusion Medicine Unit, “Santa Maria
Nuova” Hospital, Reggio Emilia, Italy
Acta Otorhinolaryngol Ital 2011;31:395-398
(No riassunto)
C ASE RE P ORT
Late recovery with cyclosporine-A of an auto-immune sudden
sensorineural hearing loss
Recupero tardivo della funzionalità uditiva con terapia con ciclosporina A
in un caso di ipoacusia neurosensoriale improvvisa di origine immuno-mediata
E. DI LEO1 , F. COPPOLA2 , E. NETTIS1 , A. VACCA1 3 , N. QUARANTA2
1
Section of Allergology and Clinical Immunology, Department of Internal Medicine and Infectious Diseases;
2
Otorhinolaryngology Clinic, “G. Lugli” Department of Ophthalmology and Otorhinolaryngoiatrics; 3 Department
of Internal Medicine and Clinical Oncology, University of Bari Medical School, Bari, Italy
RIASSUNTO
L’ipoacusia neurosensoriale di origine immuno-mediata può rappresentare uno dei sintomi di malattie autoimmuni sistemiche o può
manifestarsi come disturbo primario, senza il coinvolgimento di altri organi (malattia auto-immune dell’orecchio interno). La
diagnosi di malattia auto-immune dell’orecchio interno è ancora basata sulle caratteristiche cliniche e, al momento, non sono
disponibili test diagnostici accurati. Segnaliamo il caso di una paziente affetta da perdita improvvisa dell’udito in orecchio destro in
cui, le manifestazioni cliniche, il riscontro di ANA-positività e di ipocomplementemia ha permesso di ipotizzare una malattia autoimmune dell’orecchio interno. Il trattamento immunosoppressivo con ciclosporina A è stato in grado di indurre un recupero dell’udito
che, tuttavia, si è verificato in maniera progressiva nel tempo con la normalizzazione della funzione uditiva dopo 1 anno di
trattamento. Un trattamento a bassi dosaggi e a lungo termine con ciclosporina A potrebbe essere proposto come opzione terapeutica
in caso di malattia auto-immune dell’orecchio interno permettendo la sospensione della terapia steroidea potenzialmente gravata da
effetti collaterali anche gravi.
PAROLE CHIAVE: Ipoacusia neurosensoriale improvvisa • Ciclosporina A • Disregolazione immunitaria
Acta Otorhinolaryngol Ital 2011;31:399-401