Contents - SIO e ChCF

Transcript

Contents - SIO e ChCF
Contents
Review article
A comprehensive approach to long-standing facial paralysis based on lengthening temporalis myoplasty
Approccio alle paralisi del facciale basato sulla plastica di allungamento del muscolo temporale
D. Labbè, F. Bussu, A. Iodice ................................................................................................................................................
pag.
145
Head and neck
Advanced carcinoma of the hypopharynx: functional results after circumferential pharyngolaryngectomy
with flap reconstruction
Carcinoma avanzato dell’ipofaringe: risultati funzionali dopo faringolaringectomia circolare e ricostruzione con lembo
F. Mura, G. Bertino, A. Occhini, N. Mevio, D. Scelsi, M. Benazzo.....................................................................................
»
154
Radial forearm free flap surgery: a modified skin-closure technique improving donor-site aesthetic appearance
Lembo microvascolare di avambraccio: risultati estetici con variante personale di chiusura del sito donatore
L. Giordano, S. Bondi, F. Ferrario, B. Fabiano, M. Bussi.....................................................................................................
»
158
Rhinology
Diode laser in the treatment of epistaxis in patients with hereditary haemorrhagic telangiectasia
Il laser a diodi nel trattamento dell’epistassi dei pazienti affetti da teleangectasia emorragica ereditaria
M.L. Fiorella, L. Lillo, R. Fiorella .........................................................................................................................................
»
164
Vestibology
Effect of eye lateralization on contralateral suppression of transient evoked otoacoustic emissions
Effetto della lateralizzazione oculare sulla soppressione controlaterale delle emissioni otoacustiche evocate transienti
D. Soi, D. Brambilla, E. Comiotto, F. Di Berardino, E. Filipponi, M. Socci, E. Spreafico, S. Forti, A. Cesarani ..............
»
170
Laryngology
A new strategy for endoscopic staging of laryngeal carcinoma: multistep endoscopy
Nuove strategie di stadiazione endoscopica nel carcinoma laringeo: la multistep endoscopy
E. Crosetti, F. Pilolli, G. Succo ..............................................................................................................................................
»
175
Laryngotracheal stenosis treated with multiple surgeries: experience, results and prognostic factors in 70 patients
Trattamento delle stenosi laringo-tracheali: esperienze, risultati e fattori prognostici su 70 pazienti
A. Gallo, G. Pagliuca, A. Greco, S. Martellucci, A. Mascelli, M. Fusconi, M. de Vincentiis .............................................
»
182
Clinical techniques and technology
Endoscopic transnasal resection of anterior skull base malignancy with a novel 3D endoscope and neuronavigation
Resezione transnasale endoscopica di neoplasia della base cranica anteriore con tecnica endoscopica 3D
e neuronavigazione
P. Castelnuovo, P. Battaglia, M. Bignami, F. Ferreli, M. Turri-Zanoni, E. Bernardini, R. Lenzi, I. Dallan........................
»
189
Case series
Vacuum-assisted closure therapy in reconstructive surgery
“Vacuum-assisted closure therapy” nella chirurgia ricostruttiva
A. Benech, F. Arcuri, G. Poglio, M. Brucoli, R. Guglielmetti, M.C. Crespi, F. Pia.............................................................
»
192
Case reports
Early onset of a nasal perivascular epithelioid cell neoplasm not related to tuberous sclerosis complex
Esordio precoce di una neoplasia nasale a cellule epiteliodi perivascolari non associata a sclerosi tuberosa
S. Gana, P. Morbini, G. Giourgos, E. Matti, F. Chu, C. Danesino, F. Pagella .....................................................................
»
198
Maxillary sinus osteoma: two cases and review of the literature
Osteoma del seno mascellare; descrizione di due casi e revisione della letteratura
B. Viswanatha.........................................................................................................................................................................
»
202
Calendar of events - Italian and International Congresses and Courses.......................................................................
»
206
REVIEW ARTICLE
Approccio alle paralisi del facciale basato sulla plastica di allungamento del muscolo temporale
D. LABBÈ, F. BUSSU1, A. IODICE
Service de Chirurgie Maxillofaciale et Plastique, CHU Caen, France; 1 Istituto di Clinica Otorinolaringoiatrica, Università
Cattolica del Sacro Cuore, Policlinico “Agostino Gemelli”, Rome, Italy
RIASSUNTO
Le paralisi monolaterali periferiche di lunga data dell’adulto sono state per secoli un problema di difficile gestione per otorinolaringoiatri,
neurologi e chirurghi plastici, e tuttora l’obiettivo finale della normalizzazione dell’emivolto paralizzato con simmetria a riposo ed un sorriso
spontaneo e simmetrico, con al contempo la protezione della cornea non è stato ancora pienamente conseguito. All’inizio del ventesimo secolo le
opzioni principali in questi casi erano le anastomosi nervose con altri rami, possibili solo quando il moncone distale del VII fosse stato
recuperabile, ed eseguite con il nervo accessorio e l’ipoglosso. Nella prima metà del ventesimo secolo vennero proposte varie tecniche di correzione
statica, tra queste quella di Gillies e quella di McLaughlin comportavano l’utilizzo del muscolo temporale e di innesti di fascia autologhi.Gli innesti
nervosi incrociati sul nervo facciale sono stati eseguiti dall’inizio degli anni Settanta, talvolta combinati con il trapianto di tessuto muscolare nel
tentativo di ripristinare dei movimenti attivi. Tuttavia nei primi trapianti il muscolo era non rivascolarizzato ed esitavano inevitabilmente in fibrosi e
minimo recupero funzionale. Un importante passo avanti è venuto nella seconda metà degli anni Settanta con l’introduzione dei lembi liberi
rivascolarizzati nella riabilitazione delle paralisi del facciale che, combinata, spesso come seconda procedura, con un innesto nervoso sul facciale
funzionante controlaterale, è diventata l’opzione più popolare e praticata nel mondo dai cultori della materia. Nella seconda metà degli anni
Novanta la plastica di allungamento del temporale, tecnica che prevede il trasferimento di un lembo muscolare regionale, con il vantaggio di essere
monofasica, tecnicamente più semplice e relativamente rapida, si è progressivamente diffusa in Francia, guadagnando popolarità e consensi tra i
chirurghi che si occupano di paralisi del facciale. A Caen un singolo chirurgo ha trattato 111 pazienti con paralisi del facciale tra il 1997 ed il
2005, sviluppando 2 diverse varianti della tecnica (V1 e V2) basate entrambe sugli stessi principi anatomofunzionali: il trasferimento del tendine del
muscolo temporale dal processo coronoideo alla rima buccale. Ai fini di un trattamento completo della paralisi, la palpebra superiore viene
solitamente gestita attraverso la tecnica di Paul-Tessier, che prevede un allungamento del tendine dell’elevatore tramite innesto di fascia, quella
inferiore mediante una blefarrorrafia esterna secondo Krastinova-Lolov. La rianimazione del facciale attraverso la plastica di allungamento del
temporale è una procedura dinamica che affonda le sue radici nelle tecniche descritte da Gillies e McLaughlin. A differenza di queste ultime, si
tratta di una plastica di allungamento vera che non prevede l’utilizzo di innesti. Secondo la nostra opinione, complessivamente, la combinazione
in un’unica procedura di suddetta plastica di allungamento con le sopracitate tecniche di correzione statica del lagoftalmo appare ottenere
risultati comparabili con le maggiori casistiche descritte in letteratura di trasferimento di lembi muscolari microneurovascolari combinati con
innesti incrociati sul facciale controlaterale, per il trattamento di paralisi facciali monolaterali periferiche di lunga data. Gli ovvi vantaggi della
tecnica consistono nel fatto che prevede un unico tempo chirurgico, è tecnicamente relativamente semplice, sicuramente più rapida e quindi
caratterizzata da un più basso tasso di complicanze perioperatorie.
PAROLE CHIAVE: Plastica di allungamento del temporale • Paralisi del facciale
Acta Otorhinolaryngol Ital 2012;32:145-153
HEAD AND NECK
Carcinoma avanzato dell’ipofaringe: risultati funzionali dopo faringolaringectomia circolare e
ricostruzione con lembo
F. MURA, G. BERTINO, A. OCCHINI, N. MEVIO, D. SCELSI, M. BENAZZO
Department of Otolaryngology Head Neck Surgery, University of Pavia, IRCCS, Policlinico “S. Matteo” Foundation, Pavia, Italy
RIASSUNTO
Il trattamento chirurgico dei carcinomi ipofaringei in stadio avanzato comporta alterazioni funzionali della deglutizione, della respirazione e
della fonazione. Lo scopo di questo studio è stato quello di analizzare i risultati funzionali dopo intervento di faringolaringectomia circolare
(FLC) e ricostruzione con lembo al fine di definire nell’ambito dell’algoritmo decisionale chirurgico il miglior metodo ricostruttivo. Abbiamo
condotto un’analisi retrospettiva sulle cartelle cliniche dei pazienti sottoposti ad intervento di FLC e ricostruzione con lembo dal Luglio 1991 al
Novembre 2011. Il 75% dei 94 pazienti analizzati sono stati ricostruiti con un lembo libero (gruppo A), mentre il 25% sono stati sottoposti a
ricostruzione con lembo peduncolato (gruppo B); l’80% dei pazienti del gruppo A e nessuno del gruppo B sono stati dimessi con una dieta
libera; il 14% dei pazienti del gruppo A ed il 26% del gruppo B non sono stati in grado di riprendere l’alimentazione per os e sono stati dimessi
con SNG o PEG. Nessuno dei pazienti ha acquisito una soddisfacente voce esofagea; il 17% dei pazienti del gruppo A ed il 7% dei pazienti del
gruppo B sono stati sottoposti a riabilitazione chirurgica della voce mediante valvola fonatoria tracheoesofagea. I lembi liberi devono essere
considerati come prima scelta per la ricostruzione dell’ipofaringe dopo FLC poiché consentono di ottenere i migliori risultati funzionali. I lembi
peduncolati tuttavia rappresentano una valida alternative nei pazienti con controindicazioni alla chirurgia microvascolare.
PAROLE CHIAVE: Cancro dell’ipofaringe • Ricostruzione con lembi • Faringolaringectomia circolare • Risultati funzionali
Acta Otorhinolaryngol Ital 2012;32:154-157
HEAD AND NECK
Lembo microvascolare di avambraccio: risultati estetici con variante personale di chiusura del sito
donatore
L. GIORDANO, S. BONDI, F. FERRARIO, B. FABIANO, M. BUSSI
Otorhinolaryngology Unit, IRCCS Vita-Salute University “San Raffaele”, Milan, Italy
RIASSUNTO
Il lembo libero di avambraccio è ancora oggi ampiamente utilizzato nella ricostruzione microvascolare di cavo orale, orofaringe ed ipofaringe.
La tecnica di prelievo è standardizzata, mentre la ricostruzione del sito donatore è alquanto controversa. L’autore descrive una nuova tecnica
di chiusura della cute dell’avambraccio elaborata per ridurre la tensione sui margini dell’innesto. Nel periodo compreso fra settembre 2007 e
dicembre 2010, 43 pazienti sono stati sottoposti ad intervento chirurgico di ricostruzione del cavo orale e dell’oro-ipofaringe con lembo libero
rivascolarizzato di avambraccio. Negli ultimi 23 casi trattati la tecnica di chiusura con innesto triangolare V-Y a tutto spessore è stata
modificata e sostituita con un nuovo modello di innesto a forma di pugnale. Utilizzando la Stony Brook Scar Evaluation Scale gli esiti
cicatriziali della superficie volare dell’avambraccio sono stati analizzati e confrontati ed è emersa una differenza statisticamente significativa a
favore del gruppo di pazienti sottoposti a ricostruzione con innesto modificato (p < 0,01). L’innesto a forma di pugnale riduce la tensione lungo
la linea di sutura e ciò consente un numero inferiore di incisioni sull’innesto riducendo l’effetto “a maglie”; ne consegue un miglior risultato
estetico a distanza. La tecnica è semplice, affidabile e non richiede un allungamento dei tempi chirurgici.
PAROLE CHIAVE: Lembo libero di avambraccio • Chirurgia ricostruttiva • Risultato estetico • Innesto cutaneo
Acta Otorhinolaryngol Ital 2012;32:158-163
RHINOLOGY
Il laser a diodi nel trattamento dell’epistassi dei pazienti affetti da teleangectasia emorragica
ereditaria
M.L. FIORELLA, L. LILLO, R. FIORELLA
Department of Ophthalmology and Otolaryngology, Cervico-Facial Division, Phoniatrics and Rhinology, University of Bari
“Aldo Moro”, Bari, Italy
RIASSUNTO
L’epistassi spontanea e ricorrente è la più comune manifestazione clinica della teleangectasia emorragica ereditaria (HHT), presentandosi
infatti nel 95% dei pazienti affetti dalla malattia. Lo scopo di questo studio retrospettivo è stato quello di valutare la validità e la sicurezza della
diatermocoagulazione delle teleangectasie mucose nasali con laser a diodi nel trattamento delle epistassi dei pazienti affetti da teleangectasia
emorragica ereditaria. Dal 2005 al 2010, 24 pazienti con diagnosi certa di HHT e con epistassi di grado moderato e severo sono strati trattati
nella nostra U.O. con laser a diodi. I pazienti sono stati sottoposti ad un questionario di valutazione pre- e post-operatoria per determinare la
frequenza e l’entità delle epistassi, il tempo libero da recidiva in seguito al trattamento e la qualità della vita. Sono stati confrontati i valori pree post-operatori di emoglobina a distanza di tre mesi dal trattamento. In seguito al trattamento abbiamo riscontrato una riduzione della
frequenza e dell’entità settimanali delle epistassi, un sostanziale miglioramento della qualità della vita dei pazienti e un aumento della
concentrazione ematica di emoglobina. Il trattamento con laser a diodi delle teleangectasie mucose nasali rappresenta una valida, sicura,
efficace e ripetibile opzione terapeutica in caso di epistassi di grado moderato e severo, consentendo di migliorare sia da un punto di vista
psicologico che sociale oltre che clinico la qualità della vita dei pazienti trattati.
PAROLE CHIAVE: Epistassi • HHT • Diatermocoagulazione • Laser a diodi • Endoscopia nasale • Qualità della vita • Emoglobina •
Funzionalità psicologica
Acta Otorhinolaryngol Ital 2012;32:164-169
VESTIBOLOGY
Effetto della lateralizzazione oculare sulla soppressione controlaterale delle emissioni otoacustiche
evocate transienti
D. SOI1, D. BRAMBILLA2, E. COMIOTTO2, F. DI BERARDINO1, E. FILIPPONI3, M. SOCCI1, E. SPREAFICO2, S. FORTI3,
A. CESARANI1 3
1
Dipartimento di Scienze Chirurgiche Specialistiche, Università di Milano, Milan, Italy; 2 Audiology Unit, IRCCS “Eugenio
Medea”, Bosisio Parini (LC), Italy; 3 Audiology Unit, Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico, Milan, Italy
RIASSUNTO
Alcuni studi hanno precedentemente dimostrato che i cambiamenti nella postura modificano le otoemissioni acustiche evocate. Per valutare una
possibile interazione tra i muscoli oculari e le cellule ciliate dell’orecchio interno, abbiamo studiato l’effetto della lateralizzazione oculare sulla
soppressione controlaterale delle emissioni otoacustiche evocate transienti (TEOAEs). Sono stati reclutati 38 soggetti normoudenti, con
TEOAEs presenti. Le TEOAEs sono state registrate a soglia, con una soppressione controlaterale (rumore bianco), fissando lo sguardo al
centro, a destra e a sinistra. La lateralizzazione oculare nella stessa direzione del rumore bianco riduceva significativamente la soppressione
delle TEOAEs a 4 kHz (p = 0,003). Il rapporto segnale-rumore in condizione di soppressione con lo sguardo fisso al centro era 1,54
(± 4,610) dB e 3,48 (± 4,631) dB con lo sguardo omolaterale rispetto al rumore bianco. La lateralizzazione oculare sembra dunque ridurre
l’effetto di soppressione controlaterale delle TEOAEs a 4 kHz, tuttavia, sono necessari ulteriori studi per fornire le possibili spiegazioni.
PAROLE CHIAVE: TEOAE • Gaze • Soppressione controlaterale
Acta Otorhinolaryngol Ital 2012;32:170-174
LARYNGOLOGY
Nuove strategie di stadiazione endoscopica nel carcinoma laringeo: la multistep endoscopy
E. CROSETTI, F. PILOLLI, G. SUCCO1
ENT Department, “Martini” Hospital, Turin, Italy; 1 ENT Department, “S. Luigi Gonzaga” Hospital, University of Turin, Italy
RIASSUNTO
Oggi resta indubbiamente difficile identificare il gold standard procedurale per la stadiazione endoscopica del carcinoma laringeo, data
l’ampia disponibilità di strumenti diagnostici endoscopici. Abbiamo coniato il termine di multistep endoscopy per definire un metodo di
stadiazione endoscopica del carcinoma laringeo, utilizzando sequenzialmente diverse tecniche di endoscopia: endoscopia a luce bianca ad alta
definizione (HDTV), stroboscopia ed endoscopia ad autofluorescenza). Nel periodo novembre 2007 - novembre 2009 presso la clinica di
otorinolaringoiatria dell’Ospedale “Martini” di Torino, sono stati sottoposti a multistep endoscopy 140 pazienti, con diagnosi di sospetta
neoformazione laringea. Tutti i pazienti sono stati sottoposti in successione ad una serie di esami endoscopici in laringoscopia indiretta
(endoscopia a luce bianca con telecamera-HDTV, laringostroboscopia, endoscopia ad autofluorescenza) e successivamente in corso di
microlaringoscopia diretta (MLD) ad endoscopia a luce bianca con telecamera HDTV ed endoscopia ad autofluorescenza. Lo scopo del
presente studio prospettico è stato quello di valutare il guadagno diagnostico fornito dalla multistep endoscopy nel work-up diagnostico delle
lesioni laringee. La multistep endoscopy ha mostrato una maggiore sensibilità e predittività “biologica” sulle lesioni iniziali e sui precursori
delle neoplasie della laringe (sensibilità: 97,9%; specificità: 90,5%) rispetto alle singole metodiche endoscopiche, consentendo una migliore
pianificazione terapeutica di lesioni superficiali ed un più accurato orientamento delle biopsie di mappaggio di lesioni diffuse. A nostro parere,
in futuro, si potrà assistere ad un impiego più estensivo dell’endoscopia ad autofluorescenza indiretta anche nel follow-up, per la ricerca
sistematica di secondi tumori sincroni/metacroni.
PAROLE CHIAVE: Multistep endoscopy • Endoscopia laringea • Stadiazione del cancro laringeo
Acta Otorhinolaryngol Ital 2012;32:175-181
LARYNGOLOGY
Trattamento delle stenosi laringo-tracheali: esperienze, risultati e fattori prognostici su 70 pazienti
A. GALLO, G. PAGLIUCA, A. GRECO1, S. MARTELLUCCI, A. MASCELLI1, M. FUSCONI1, M. DE VINCENTIIS1
Department of Surgical Biotechnologies and Science, Otorhinolaryngology Section; 1 Department of Sensorial Organs,
Otorhinolaryngology Section, “Sapienza” University of Rome, Italy
RIASSUNTO
Le stenosi laringo-tracheali sono condizioni complesse che richiedono generalmente ripetute e varie procedure chirurgiche prima di ottenere il
ripristino di un’efficiente respirazione fisiologica. Lo scopo di questo studio è quello di valutare la percentuale di decannulazione in relazione al
tipo ed al numero di interventi chirurgici eseguiti. Sono state analizzate le cartelle cliniche di 70 pazienti trattati tra il 1990 ed il 2005 per
stenosi laringo-tracheale di varia eziologia: stenosi iatrogene (55 casi), stenosi post-traumatiche (11 casi), altre cause (malattie autoimmuni: 3,
difterite: 1). Con lo scopo di mantenere la pervietà laringotracheale, un tubo T di Montgomery è stato utilizzato in tutti i pazienti come unico
trattamento oppure in associazione con un trattamento endoscopico e/o per via esterna. Nella nostra casistica 54 pazienti su 70 (77,1%) sono
stati definitivamente decannualati; 39 di questi (72,2%) sono stati sottoposti al massimo a tre interventi chirurgici mostrando una differenza
statisticamente significativa rispetto ai pazienti sottoposti a più di 3 interventi (p = 0,00002). Sono stati eseguiti un totale di 257 interventi
chirurgici. Soltanto 7 pazienti dei 54 decannulati (13%) hanno subito più di 5 interventi chirurgici. Pazienti con oltre 60 anni d’età e con un
alto grado di stenosi presentano una più bassa percentuale di decannulazione (p = 0,0017 e 0,007 rispettivamente). Non è stata evidenziata
un’associazione statisticamente significativa tra percentuale di decannulazione e sesso, eziologia, sede della stenosi e tipo di intervento
chirurgico eseguito. In conclusione i pazienti sottoposti ad intervento di dilatazione di stenosi laringo-tracheale necessitano generalmente di
ripetute procedure chirurgiche. Il tubo T di Montgomery gioca un ruolo importante nel trattamento di queste condizioni. L’analisi della nostra
casistica suggerisce che, qualora non si riuscisse a chiudere il tracheostoma entro 3 interventi chirurgici, le probabilità di decannulare il
paziente diminuiscono significativamente e l’esecuzione di ulteriori interventi potrebbe rappresentare un accanimento terapeutico.
PAROLE CHIAVE: Stenosi laringotracheali • Tubo a T di Montgomery • Laser CO2
Acta Otorhinolaryngol Ital 2012;32:182-188
CLINICAL TECHNIQUES AND TECHNOLOGY
Resezione transnasale endoscopica di neoplasia della base cranica anteriore con tecnica
endoscopica 3D e neuronavigazione
P. CASTELNUOVO, P. BATTAGLIA, M. BIGNAMI, F. FERRELI, M. TURRI-ZANONI, E. BERNARDINI, R. LENZI1, I. DALLAN
Dept. of Otorhinolaryngology, Azienda Ospedaliero-Universitaria, Ospedale di Circolo e Fondazione Macchi, University of
Varese, Italy; 1 Unit of Otorhinolaryngology, Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana, Pisa, Italy
RIASSUNTO
Il trattamento chirurgico delle neoplasie naso-sinusali è in continua evoluzione. La resezione endoscopica rappresenta una valida alternativa
agli approcci esterni in determinati pazienti. Un ulteriore miglioramento della tecnica è necessario per massimizzare le possibilità di una
resezione endoscopica transnasale delle neoplasie nasosinusali. Nel presente articolo riportiamo il caso di un uomo di 56 anni affetto da
adenocarcinoma di tipo intestinale della fossa nasale sinistra con interessamento della base cranica. Il paziente è stato trattato chirurgicamente
attraverso un approccio transnasale endoscopico utilizzando un sistema endoscopico 3D e con l’ausilio del neuronavigatore. L’intervento è
stato completato in 5 ore senza complicanze. È stato possibile riconoscere e gestire le strutture anatomiche e controllare il sanguinamento con
facilità grazie alla tecnica bimanuale e alla visualizzazione tridimensionale. I nuovi endoscopi tridimensionali, insieme ad una tecnica
bimanuale e all’aiuto dei sistemi di navigazione, rappresentano una soluzione interessante che può superare i limiti dell’armamentario
endoscopico tradizionale.
PAROLE CHIAVE: Endoscopica • Base cranica • Tridimensionale • Tumori nasosinusali
Acta Otorhinolaryngol Ital 2012;32:189-191
CASE SERIES
“Vacuum-assisted closure therapy” nella chirurgia ricostruttiva
A. BENECH, F. ARCURI, G. POGLIO, M. BRUCOLI, R. GUGLIELMETTI1, M.C. CRESPI1, F. PIA1
Maxillofacial Unit, Piemonte Orientale University, Novara, Italy; 1 Otorhinolaryngology Clinic, Piemonte Orientale, University,
Novara, Italy
RIASSUNTO
Nel 1997 Argenta, basandosi su uno studio sperimentale, pubblicò un clinical report descrivendo una serie di ferite complicate trattate con successo
con medicazioni applicanti una pressione negativa a livello della ferita stessa (Vacuum Assisted Closure System – VAC); Kinetic Concepts Inc., San
Antonio, TX). Questo sistema è stato successivamente utilizzato in diversi settori della medicina (ortopedia e traumatologia, chirurgia generale,
chirurgia plastica e ricostruttiva, ginecologia ed ostetricia) per il trattamento di una grande varietà di ferite complicate, localizzate in diverse sedi,
ma in particolare di quelle localizzate a livello del tronco e delle estremità. Attualmente in letteratura non è stato ancora discusso nei dettagli
l’utilizzo della “VAC Therapy” nel trattamento delle ferite complesse successive alla chirurgia ricostruttiva con lembi liberi. Sin dal 2009, presso
l’Ospedale Unversitario di Novara, è stato introdotto l’uso, in casi selezionati, della “VAC therapy” per il trattamento delle ferite complicate della
regione maxillo-facciale. L’obiettivo del nostro studio è quello di descrivere e discutere l’utilizzo della “VAC therapy” nella gestione di ferite
complicate mandibolari (esposizione di osso e di placche ricostruttive) successive alla chirurgia ricostruttiva con lembo libero osteomiocutaneo di
fibula. Rischi e benefici dell’utilizzo della “VAC therapy”, nel trattamento di ferite complesse, sono stati riportati da diversi studi in letteratura; in
confronto alle medicazioni convenzionalmente utilizzate, questo sistema innovativo elimina l’edema e l’essudato interstiziale, incrementa la
perfusione dei tessuti e riduce la carica batterica, conducendo ad una più rapida restitutio ad integrum della ferita stessa. Tuttavia, sebbene il
debridement chirurgico, il rinnovo frequente della medicazione e la terapia antibiotica rappresentino, tutt’ora, il perno nella gestione delle ferite
della regione maxillo-facciale, la “VAC therapy” potrebbe essere utilizzata per ottenere una guarigione primaria della ferita oppure per preparare
il tessuto ai fini di una ricostruzione chirurgica definitiva.
PAROLE CHIAVE: Lembo libero di fibula • Pressione subatmosferica • Ferite maxillo facciali • VAC therapy
Acta Otorhinolaryngol Ital 2012;32:192-197
CASE REPORT
Esordio precoce di una neoplasia nasale a cellule epiteliodi perivascolari non associata a sclerosi
tuberosa
S. GANA, P. MORBINI1, G. GIOURGOS2, E. MATTI2, F. CHU2, C. DANESINO, F. PAGELLA2
Medical Genetics, University of Pavia, Pavia; 1 Pathological Anatomy Department, University of Pavia, Foundation IRCCS
Policlinico “S. Matteo”, Pavia; 2 Department of Otorhinolaryngology, University of Pavia, Foundation IRCCS Policlinico
“S. Matteo”, Pavia, Italy
RIASSUNTO
Le neoplasie a cellule epitelioidi perivascolari sono un gruppo di tumori rari che possono coinvolgere diversi organi. Questi tumori sono di
particolare interesse per la peculiare morfologia delle cellule neoplastiche e per la loro immunoreattività per marcatori melanocitari e mioidi.
È stata dimostrata una chiara associazione fra le neoplasie a cellule epitelioidi perivascolari e la sclerosi tuberosa. Le neoplasie a cellule
epitelioidi perivascolari molto raramente si manifestano nelle vie superiori. Al momento sono stati riportati solo tre casi di neoplasia a cellule
epitelioidi perivascolari a livello nasale. Nel presente lavoro presentiamo un caso di neoplasia nasale a cellule epitelioidi perivascolari non
associata a sclerosi tuberosa.
PAROLE CHIAVE: Neoplasia a cellule epitelioidi perivascolari • Immunoistochimica • Cavità nasale • Sclerosi tuberosa • Malattia rara
Acta Otorhinolaryngol Ital 2012;32:198-201
CASE REPORT
Osteoma del seno mascellare: descrizione di due casi e revisione della letteratura
B. VISWANATHA
ENT Department, Victoria Hospital, Bangalore Medical College and Research Institute, Bangalore, India
RIASSUNTO
Gli osteomi sono tumori benigni caratterizzati da proliferazione dell’osso compatto. Il sito più frequente di origine è rappresentato dalla
mandibola e a seguire dai seni paranasali. Si tratta di tumori a lenta crescita, generalmente asintomatici, diagnosticati di solito incidentalmente
grazie ad esami radiologici. Gli osteomi dei seni paranasali si localizzano più frequentemente a livello del seno frontale, e a seguire in ordine di
frequenza decrescente a livello dell’etmoide, del seno mascellare, e solo raramente nel seno sfenoidale. Diventano sintomatici in caso di
ostruzione degli osti sinusali oppure in caso di compressione delle strutture orbitali o intracraniche adiacenti. Presentiamo due casi di osteoma
del seno mascellare con revisione della letteratura.
PAROLE CHIAVE: Seno mascellare • Osteoma
Acta Otorhinolaryngol Ital 2012;32:202-205