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M MEDICINA DI GENERE Notizie al femminile di Monica Faganello, farmacista Uomini e donne rispondono ai farmaci in maniera differente, hanno un sistema immunitario che non reagisce nel medesimo modo agli stimoli esterni e sono soggetti in misura diversa all’insorgenza di determinate patologie. La medicina di genere, prima ancora di essere una scienza, è quindi una forma di sensibilità che si contrappone a una ricerca scientifica da sempre abituata a pensare alla donna come a un “piccolo uomo”. Questa rubrica si propone di fornire le notizie più importanti riguardanti la salute e il benessere femminile; si farà riferimento ai temi trattati nelle più recenti conferenze stampa, alle iniziative di genere, alle campagne medico-informative, alle nuove ricerche, ai farmaci, ai trattamenti e ai centri di elezione per la cura delle patologie femminili. 46- NuovoCollegamento MEDICINA DI GENERE CANCRO AL SENO: EFFETTO JOLIE La scelta dell’attrice americana di sottoporsi a mastectomia per ridurre il rischio di sviluppare un cancro al seno ha scatenato un terremoto non solo tra gli oncologhi ma anche tra i chirurghi estetici. D opo la rivelazione mediatica di Angelina Jolie, i centralini di ospedali e studi medici sono stati investiti da un flusso inarrestabile ed esponenziale di richieste di chiarimenti per interventi di asportazione delle ghiandole mammarie, per paura del cancro, e plastica immediata. Se già in precedenza la Società Italiana di Urologia Oncologica (SIUrO) si era espressa negativamente sull’argomento bocciando la scelta della star americana, ora l’AICPE lancia un vero e proprio allarme, denunciando un notevole aumentato del numero di pazienti che si recano dai chirurghi plastici italiani per chiedere informazioni su questo tipo d'intervento. Il così detto “effetto Jolie” si può e si deve evitare. Come? E’ necessario che gli operatori sanitari spieghino alle donne che questo tipo d’intervento è consigliabile solo in casi particolari, casi che devono essere individuati dall’oncologo e dal senologo. Inoltre, è bene anche informare che il risultato estetico finale non è dei migliori. “Sull'onda emotiva della doppia mastectomia preventiva di Angelina Jolie, sempre più pazienti chiedono informazioni ai chirurghi plastici per questa operazione”, ha spiegato Giovanni Botti, presidente di AICPE (Associazione Italiana di Chirurgia Plastica Estetica). “In realtà i casi che presentano un'indicazione reale per tale intervento sono molti meno di quanto si creda, quindi è bene che le pazienti siano realmente informate sulla necessità di sottoporsi a un'operazione”. L'adenectomia o mastectomia sottocutanea “dal punto di vista tecnico consiste in un'incisione attorno all'areola o nella piega sottomammaria, seguita dalla rimozione della ghiandola, che rappresenta la sede più frequente di cancro nella mammella. Una volta asportata la ghiandola, è necessario riempire la mammella con una protesi”, ha spiegato Giovanni Botti. Da un punto di vista estetico, il risultato finale in genere è piuttosto scadente: “Alla scomparsa del gonfiore postoperatorio, essendo stata asportata la ghiandola, il volume del seno è costituito soltanto dalla protesi, che in genere è posta dietro al muscolo pettorale. Quest'ultimo però normalmente è troppo sottile per coprirla e nasconderla adeguatamente. Il rischio d’irregolarità e di visibilità della protesi è frequente e il risultato estetico è spesso discutibile”, ha spiegato il medico. E’ molto importante che gli operatori sanitari frenino questi allarmismi mediatici spiegando alle donne che la chirurgia preventiva non può risolvere ogni problema, che deve essere limitata a casi clinici molto particolari e che accurati controlli periodici sono in grado di garantire precocemente la scoperta di un’eventuale lesione cancerogena che, trattata opportunamente, garantisce ottimi risultati. NuovoCollegamento - 47 M MEDICINA DI GENERE notizie al femminile ENDOMETRIOSI: ARRIVA LA PRIMA TERAPIA SPECIFICA Da maggio è disponibile nel nostro Paese una cura a base di dienogest, l’unico progestinico orale in commercio con l’indicazione al trattamento dell’endometriosi, efficace, con alta tollerabilità e lievi effetti collaterali. L ’endometriosi è una malattia giovane, poiché colpisce maggiormente le donne tra i venticinque e i trentaquattro anni, e fortemente invalidante: otto volte su dieci le donne affette hanno difficoltà a continuare la vita lavorativa, nella maggior parte dei casi si scontrano con problemi relazionali, soffrono d’insonnia e i loro rapporti sessuali sono quasi impossibili. Il disturbo, che interessa ben tre milioni d’italiane, ha una diagnosi difficile e molto lunga tanto che in media, prima di riconoscerlo, passano anche dieci anni. “Da oggi è disponibile in Italia la prima terapia a base di dienogest“, dichiara il professor Felice Petraglia, direttore della Scuola di Specializzazione in Ginecologia e Ostetricia dell’Università di Siena, “l’unico progestinico orale studiato e messo in commercio con l’indicazione per il trattamento della patologia, con profili di tollerabilità e sicurezza che ne permettono l’impiego a lungo termine. Lo ha dimostrato un lavoro multicentrico europeo, coordinato dal Policlinico Santa Maria alle Scotte di Siena e pubblicato nel 2012 su Archives of Gynecology and Obstetrics. Sono state coinvolte 168 pazienti che avevano già completato un trattamento di tre mesi con dienogest (2mg al giorno), arrivando a ben sessantacinque settimane in totale, senza registrare particolari problematiche. L’efficacia clinica è stata valutata attraverso i seguenti parametri: sollie- 48 - NuovoCollegamento vo dal dolore e riduzione delle lesioni. La molecola attenua i sintomi senza significativi effetti collaterali da ipoestrogenismo, come la riduzione della densità minerale ossea. Dopo vent’anni di attesa disponiamo finalmente di un rimedio efficace e specifico per l’endometriosi, che per le sue caratteristiche potrebbe diventare il farmaco di riferimento per questo disturbo”. L’endometriosi è una patologia estrogeno dipendente dovuta al distacco dell’endometrio che dall’utero migra in altre sedi del corpo e risponde al naturale ciclo mestruale, infiammandosi periodicamente. La diagnosi precoce è fondamentale in quanto è una delle prime cause d’infertilità. Il nuovo prodotto a base di dienogest, disponibile in fascia C, rappresenta una vera innovazione colmando il vuoto lasciato da trattamenti farmacologici e chirurgici non incisivi a sufficienza e spesso portatori di numerosi effetti collaterali o recidive. “La chirurgia va limitata a determinate situazioni e presenta comunque recidive in un caso su due” aggiunge il professor Luigi Fedele, Direttore del Dipartimento della donna, del bambino e del neonato Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico Milano. “Finora siamo intervenuti prescrivendo farmaci non specifici per la riduzione dei sintomi o con schemi approvati per la patologia, che presentano però effetti collaterali importanti e sono utilizzabili al massimo per sei mesi. Inoltre il dienogest, a differenza del danazolo, una delle poche molecole approvate finora per la malattia, non ha conseguenze androgeniche e riduce il dolore e le lesioni. Ora sappiamo come intervenire e dobbiamo sforzarci per giungere a una diagnosi precoce. Secondo uno studio americano, il 47 per cento delle pazienti deve consultare addirittura cinque clinici prima di dare una risposta al proprio malessere. Questo gioca molto sulla qualità di vita della donna e influisce anche sul risultato della terapia”. Tra i vantaggi della terapia, è bene sottolineare che il dienogest induce uno stato d’inibizione dell’ovulazione completo ma temporaneo: una volta sospeso, quindi, la fisiologica attività ovarica e mestruale riprende regolarmente. M MEDICINA DI GENERE OMEOPATIA E CLIMATERIO Sempre più spesso le donne ricorrono alle cure naturali per alleviare i problemi e i sintomi della menopausa o più precisamente del climaterio suddiviso in premenopausa, menopausa e post-menopausa. I rregolarità del ciclo, disturbi della sfera sessuale, prevenzione dell’osteoporosi, problematiche riguardanti la fertilità, la sfera cognitiva, l’equilibrio psicoemotivo e più in generale l’assetto clinico possono trovare un valido aiuto e sostegno attraverso l’omeopatia con il vantaggio, non trascurabile, dell’assenza di effetti collaterali. “In questo periodo s’impone la necessità di rivedere le classificazioni di un tempo e di adeguare anche i criteri di approccio alla luce di cambiamenti dello stile di vita e tendenze sociali, tra cui il ricorso a tecniche di stimolazione ormonale per la ricerca di una gravidanza sempre più tardiva e talvolta mal conciliabile con esigenze e prospettive legate alla realizzazione professionale”, ha spiegato la dottoressa Daniela Gherardini, specialista in Ostetricia e Ginecologia e omeopata a Modena. “Tra i vari aspetti è senz’altro meritevole di attenzione la richiesta sempre più diffusa di cure omeopatiche e naturali. Le donne, infatti, sono più consapevoli di quanto sia importante ricorrere a strategie le più possibili prive di effetti indesiderati e al tempo stesso della necessità di un approccio olistico e personalizzato. Questo ovviamente non significa negare il fondamento della medicina convenzionale ma cercare di migliorarne l’efficacia e superare i limiti attraverso un insieme di strategie che devono tenere conto dei sintomi ma anche della personalità, delle abitudini, delle aspettative e delle potenziali fragilità di ogni donna”. Per impostare un trattamento omeopatico è necessario un ampio inquadramento clinico che valuti, oltre all’apparato genitale, una molteplicità di aspetti, quali ad esempio la funzione delle principali ghiandole endocrine (tiroide, ipofisi, pancreas, surreni), la presenza di fattori di rischio cardiovascolare, il tono dell’umore, la qualità del sonno e il benessere intestinale. In taluni casi inoltre è opportuno approfondire possibili quesiti diagnostici attraverso specifici esami di laboratorio. “L’omeopatia, in particolare, consente di affrontare i disturbi più comuni del climaterio, caratterizzato dalla riduzione degli ormoni di base, estrogeni e progesterone”, ha precisato la dottoressa Gherardini. “Un complesso omeopatico a base di Cimicifuga, Lachesis, Sepia, Acidum sulfuricum e Sanguinaria aiuta a controllare in maniera efficace vampate di calore, sudorazione, cefalea, secchezza vaginale e parallelamente astenia e sindrome ansioso-depressiva, contrastando la diminuzione del rendimento fisico associato ad apatia, calo dell’umore e mal di testa, irregolarità del flusso mestruale e prurito vulvare”. Così l’associazione di Ammonium bromatum, Humulus lupulus, Avena sativa, Ignatia, Chamomilla, Passiflora incarnata, Coffea, Valeriana, NuovoCollegamento - 51 M MEDICINA DI GENERE notizie al femminile Escholtzia, Zincum valerianicum in diluizione omeopatica è in grado di modulare le alterazioni del tono dell’umore associate ad ansia e insonnia e la cosiddetta “sindrome delle gambe senza riposo”; un complesso omeopatico formato da Berberis, Equisetum hiemale, Cantharis, Eupatorium purpureum, Dulcamara può coprire in modo sinergico la sintomatologia urogenitale che spesso insorge successivamente all’instaurarsi della condizione menopausale e che è caratterizzata da bruciore, prurito, secchezza vaginale e vulvare, vaginiti ricorrenti, incontinenza urinaria con o senza bruciore, cistite e stimolo frequente alla minzione. Glandulae suprarenales, Hypophysis, Pancreas, Glandula thymi, Ovaria, Thyreoidinum in associazione possono armonizzare la funzione d’ipofisi, ovaie, surrene e timo e sostenere la funzione della tiroide e del pancreas. L’Allium sativum ha efficacia nel regolarizzare gli sbalzi pressori mentre per combattere eventuali condizioni di stanchezza e calo energetico si può utilizzare una combinazione a base di Acidum phosphoricum, Citrus medica limonum, Cocculus, Helonias dioica, Ignatia, Sepia, Zincum metallicum che esplica un’azione neuromodulante; l’aggiunta di Ginseng a tale composto può dare un effetto tonico a livello psicofisico grazie alla sua azione testosterone-simile che interviene sia sull’astenia sia sulla libido. “Allo stesso modo anche l’alimentazione rappresenta un aspetto determinante per ricostituire la flora batterica intestinale, la cui alterazione, soprattutto in menopausa, può ripercuotersi negativamente sull’apparato urogenitale” aggiunge la dottoressa Gherardini e in questo senso nulla vieta il ricorso a rimedio omeopatici in grado di nutrire la "flora microbica buona" e ristabilire così un’omeostasi intestinale e immunitaria. L’omeopatia può dunque offrire un aiuto concreto ed efficace per contrastare o ridurre tanti spiacevoli sintomi del climaterio ma per farlo è necessario affidarsi allo specialista che attraverso un colloquio e una visita meticolosa può garantire una prescrizione ragionata e particolarmente attenta all’equilibrio psicofisico, così instabile e precario in questo delicato momento della vita della donna. 52 - NuovoCollegamento