Arthur “Kit” Weathers Jr.
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Arthur “Kit” Weathers Jr.
L’INFORMATORE ENDODONTICO Estratto dal Vol. 7 n° 2, 2004 L’Endodonzia dalla cavità d’accesso al successo. Parte 2ª Come migliorare la nostra qualità, velocità ed efficacia ARTHUR K. WEATHERS, DDS IL TRIDENTE EDIZIONI ODONTOIATRICHE L’Endodonzia, dalla cavità d’accesso al successo. Parte 2 Come migliorare la nostra qualità, velocità ed efficacia Arthur K. Weathers, DDS Questa è la seconda parte di una seria di articoli intitolati “Dall’accesso al successo”. Nella prima parte è stata descritta l’importanza della preparazione di una cavità d’accesso abbastanza ampia da consentire di lavorare comodamente e da ridurre alcuni comuni rischi, quali la frattura degli strumenti. Sono stati descritti anche i “proiettori canalari” per migliorare e rifinire l’accesso al sistema dei canali radicolari. In questo articolo prenderemo in esame le modalità per migliorare la qualità, la velocità e l’efficacia delle nostre procedure endodontiche. Dalla bassa alla alta tecnologia Verranno ora presi in esame due strumenti di alta tecnologia (la radiologia digitale e i localizzatori elettronici apicali) per rendere le procedure endodontiche più sicure e più efficaci, Ma prima di fare ciò, desidero soffermarmi su uno degli strumenti più semplici e spesso evitati che abbiamo disponibili per l’esecuzione delle terapie endodontiche. Si tratta di uno strumento di talmente bassa tecnologia, che molti dentisti addirittura non lo usano, ma che io considero uno dei più importanti per ottenere il successo in endodonzia. Molti di noi hanno imparato ad odiarlo fino dal tempo del corso di laurea in Odontoiatria, e anche se non l’abbiamo messo completamente da parte, spesso trasformiamo quello che dovrebbe essere uno strumento di grande aiuto e di facile uso in qualcosa di estremamente complicato. Sto parlando della diga di gomma! Eliminazione delle scuse per non utilizzare la diga di gomma L’uso della diga di gomma in Endodonzia è diventato quello che si definisce lo “standard of care” e nei nostri corsi pratici consigliamo sempre ai dentisti di Pag. - 4 utilizzarla in ogni singolo caso che viene trattato. Ciò vuol dire nel 100% dei casi. Non esistono eccezioni a queste raccomandazioni, ed ora spiego il perché. Se si commette un errore o si ha un problema mentre si esegue una terapia endodontica e il paziente ci fa causa, al suo avvocato basta solo dimostrare che non è stata usata la diga di gomma per dimostrare che non sono state seguite le linee guide accettate ma eravamo negligenti nei confronti del nostro paziente. Questo fatto quindi ci può mettere subito dalla parte del torto in una causa anche importante. Ugualmente importanti sono le ragioni per cui è necessario posizionare la diga di gomma. Infatti, la diga ci permette di lavorare in maggior sicurezza e con più facilità e ci aiuta a risparmiare tempo. Innanzitutto sposta la lingua del paziente che altrimenti è sempre nel mezzo. Una lingua nervosa è una delle cose più fastidiose con cui un dentista può lavorare, e l’utilizzo della diga rende questo un problema inesistente. Inoltre, serve ad impedire che il paziente ingoi o aspiri corpi estranei, tra cui i piccoli strumenti che si usano in endodonzia, o che ingoi acqua o soluzioni irriganti. Ho conosciuto numerosi colleghi che affermavano di usare solo strumenti inseriti su manipoli e che quindi non esisteva la possibilità che i pazienti ingoiassero o inalassero accidentalmente qualche piccolo strumento, ma in realtà gli altri vantaggi derivanti dall’uso della diga rendono questa obiezione insostenibile. Il fatto è che l’uso della diga rende più sicura e meno stressante l’esperienza vissuta dal paziente e più efficace il nostro lavoro. Tra le altre scuse che ho sentito per evitare l’uso della diga è che alcuni non sanno scegliere l’uncino adatto. E questo al limite posso anche capirlo. Quando L’Informatore Endodontico Vol. 7, Nr. 2 2004 si combinano le varie dozzine di diversi tipi di uncini con tutte le varianti che le diverse case costruttrici propongono, si arriva a dover scegliere tra qualche centinaia. Ma cerchiamo di rendere le cose più semplici: con una assortimento massimo di tre soli uncini si riesce a mettere la diga su ogni dente che ci possa capitare. E questo è semplicemente la verità. C’è bisogno di avere solo 3 uncini: il 12A, il 13A e il 9 (modificato) (Figg. 1-3). Posso spingermi anche oltre. Se vogliamo semplificare ulteriormente le cose, possiamo utilizzare un singolo uncino per qualsiasi dente. Ciò semplifica ancora di più le nostre procedure e rende tutto più facile anche al nostro staff. L’uncino n° 9 con una leggera modifica si adatta a qualsiasi dente dell’arcata. Le chele dell’uncino originale non sono allineate, ma se si usa una piccola pinza per piegare verso il basso la chela linguale fino ad avvicinarla a quella vestibolare, a quel punto l’uncino si appoggerà saldamente anche al dente più distrutto. La Fig. 4 mostra le chele originali dell’uncino n° 9 che non sono allineate, mentre la Fig. 5 mostra le stesse chele dopo che sono state modificate piegandole leggermente. L’uncino n° 9 modificato funziona 1 Figura 1 L’uncino n° 12A è adatto ai molari superiori di sinistra e inferiori di destra. Figura 2 L’uncino n° 13A è adatto ai molari superiori di destra e inferiori di sinistra. 2 3 Figura 3 L’uncino n° 9 modificato è adatto ai frontali, ma con le modifiche descritte nell’articolo è virtualmente adatto per qualsiasi dente. Figura 4 La leggera angolazione fa vedere che le chele non sono allineate nell’uncino non modificato. 4 5 Figura 5 L’uncino n° 9 è stato modoficato piegando con una pinza la chela linguale in modo da avvicinarla alla vestibolare. Pag. - 5 PROFILO DELL’AUTORE. Da più di 30 anni il Dr. Weathers tiene corsi e conferenze. E’ promotore di strumenti in nichel titanio e di trattamenti endodontici in una singola seduta. Nel suo centro multimediale a Griffin, Ga, e nel Las Vegas Institute for Advanced Dental Studies tiene corsi teorico pratici di Endodonzia. meglio anche per l’isolamento dei denti frontali. Infatti, avvicinando le due chele tra loro, l’uncino si sposta più lingualmente e la diga interferisce meno e si ha un migliore accesso. Tra l’altro, ho trovato che talvolta piego anche le due estremità della pinza porta-uncini in maniera da allontanarle (Fig. 6) per cui si riesce ad allargare ancora di più l’uncino n° 9 per poterlo posizionare anche sopra molari larghi (Fig. 7). Se preferite utilizzare più uncini per le diverse situazioni, i numeri 12A e 13A sono l’ideale per i molari. Il 12A è indicato per molari inferiori di destra e superiori di sinistra mentre il 13A è adatto ai molari inferiori di sinistra e superiori di destra, anche se in realtà possono anche talvolta essere scambiati. Le chele di questi uncini sono molto strette e quindi questi lavorano bene in quasi tutte le situazioni, specialmente in denti molto distrutti o in denti preparati protesicamente, in cui è talvolta difficile trovare un uncino che vi resti stabilmente. Ho sentito spesso dire anche come scusa “Al mio paziente non piace”, quando i colleghi spiegano il motivo per cui non usano la diga. Questo ci porta a parlare della motivazione dei pazienti e di come trattare le aspettative dei pazienti stessi, cosa che può essere molto importante in generale e non solo per l’endodonzia in particolare. Innanzitutto non si entra nello studio annunciando ad alta voce che andremo ad installare la diga e che stiamo per usare l’uncino e la pinza porta-uncino. Partiamo inutilmente col piede sbagliato se non siamo più sensibili nei confronti del nostro paziente e delle sue possibili ansie. Diciamogli con tono rassicurante che stiamo per utilizzare un foglio protettivo che verrà posizionato e resterà in sede grazie ad un apposito dispositivo. Le parole “diga di gomma” e “uncino” non dovrebbero essere mai pronunciate davanti al paziente. Non sono termini amichevoli né rassicuranti. Se mi capita di dover usare la diga in un paziente molto giovane, spesso lo chiamo “impermeabile”. Inoltre è importante informare il paziente che l’utilizzo di quel foglio protettivo è fatto per motivi di sicurezza e che esso aiuta a prevenire che egli ingoi le soluzioni irriganti che noi utilizziamo per eliminare l’infezione esistente nei suoi canali radicolari. Anche il nostro staff apprezzerà il fatto di essere coinvolto in questo compito rassicurante. Infine, l’obiezione che sento più spesso nei confronti dell’uso della diga è che richiede troppo tempo per essere posizionata e rende l’intera procedura meno efficace. Questo si basa in parte sul fatto che all’Università ci è stato insegnato il metodo più lungo e inefficace che io Figura 6 Le estremità della pinza porta-uncini sono state piegate leggermente in fuori, in modo da poter allargare l’uncino n° 9 abbastanza da poterlo posizionare anche su di un grosso molare. Figura 7 L’uncino n° 9 modificato è stato posizionato su un molare inferiore. Pag. - 6 6 7 Il Dr. Weathers è editore della rivista Dental Magic e autore di numerosi articoli su innovazioni nel campo di prodotti per l’endodonzia, come il sistema per l’anestesia intraossea. Può essere contattato al numero 770 227 3636 o nel suo sito internet cemagic.com. L’Informatore Endodontico Vol. 7, Nr. 2 conosca per posizionare la diga. Vediamo come si fa a posizionare la diga in circa 10 secondi, dopo di che non ci sarà più nessuna scusa per non utilizzare questo importante strumento. Questa descrizione si basa sull’esecuzione della terapia su un dente alla volta, cosa che avviene normalmente in endodonzia. - 1. Si comincia usando il foro più ampio della pinza fora-diga, per eseguire un buco al centro del foglio di gomma (Figg. 8, 9). Si noti il fatto che il foro più ampio della pinza è sempre molto più piccolo del più piccolo dente. Io suggerisco sia la “HandiDam Aseptico” (Fig. 10), che ha il telaio incorporato di plastica, che quindi non si sovrappone sulle radiografie, sia la diga “Insti-Dam Zirc” (Fig. 11), più piccola e indicata per pazienti con allergia al lattice. Non suggerisco di utilizzare telai metallici, perché questi si possono sovrapporre 2004 sulle radiografia, o telai a forma di “U”, perché questi ultimi possono “pungere” i pazienti durante il loro utilizzo. - 2. Si fa scivolare il foro della diga attorno al dente e si tiene in tensione un lato mentre la nostra assistente spinge l’altro. - 3. Con la nostra mano libera si porta l’uncino al di sopra del dente per mantenere la diga in sede. Questi tre passaggi di solito non richiedono più di 10 secondi. Una volta che la diga è posizionata, il paziente può ingoiare ogni volta che lo ritenga necessario. Questo vuol dire che noi possiamo fare a meno di utilizzare l’aspirasaliva. Dobbiamo comunque avvisare il paziente di non chiudere la bocca dopo che la diga è stata posizionata. Detto questo, desidero sottolineare anche una cosa detta nel precedente articolo: non posizionate la diga fino a che non avete almeno iniziato ad eseguire la Figura 8 La pinza fora-diga. 8 9 Figura 9 Si pratica un foro all’incirca al centro della diga HandiDam. Figura 10 La diga HandiDam in posizione. 10 11 Figura 11 La diga Insti-Dam Zirc è disponibile anche priva di lattice. Pag. - 7 L’Endodonzia dalla cavità d’accesso al successo. Parte 2 Come migliorare la nostra qualità, velocità ed efficacia cavità d’accesso. Questo vi conferma che non avete isolato e ora state per aprire il dente sbagliato. Anche se non vi sentite a vostro agio nell’aprire la cavità d’accesso prima di aver posizionato la diga, io suggerisco almeno di disegnare il profilo della futura cavità fino alla profondità di 1 millimetro. Questo comporta due vantaggi. Oltre a confermare che abbiamo isolato il dente giusto, ci fa capire che il paziente è completamente anestetizzato prima di posizionare la diga. Il paziente infatti ci informa che ha bisogno di ulteriore anestesia solo quando iniziamo ad usare il trapano. E se per sbaglio abbiamo isolato il dente sbagliato, ce ne accorgeremo immediatamente, poiché non vedremo la cavità d’accesso che avevamo appena iniziato. Casi particolari: i pilastri protesici Quando si tratta un pilastro di ponte, non è necessario isolare l’intero manufatto protesico. Basta isolare il dente in causa e appoggiare la diga sopra la saldatura. In casi particolari, quando cioè non esiste abbastanza struttura coronale su cui ancorare l’uncino, ci si può appoggiare direttamente alla gengiva, in quanto questo provoca dolore solo di rado. In questi casi è consigliabile non ancorarsi troppo vicino al margine gengivale, in quanto così facendo si potrebbe sezionare l’apporto sanguigno e causare il distacco della gengiva. Radiografia digitale Preferisco parlare di “Radiografie digitali” e non semplicemente di “Radiografie”, perché io raccomando fortemente di incorporare nei nostri studi questa nuova potente tecnologia se vogliamo ottenere il massimo in fatto di qualità, velocità ed efficacia in endodonzia. Vediamo ora di esaminare alcuni dei Pag. - 8 motivi per cui non dovremmo rinunciare alla radiografia digitale. Innanzitutto per motivi di sicurezza. La radiografia digitale infatti riduce l’esposizione alle radiazioni fino al 90%, a seconda della sensibilità e del tipo di pellicola a cui la paragoniamo. Questo va a tutto vantaggio dei nostri pazienti. Altro motivo forse ancora più importante, è il fatto che a mano a mano che si procede nella nostra terapia, si possono ottenere più informazioni dalle radiografie intraoperatorie dato che possiamo non limitarci nel numero di scatti per timore di esporre il paziente ad una dose eccessiva di radiazioni. Inoltre si ha la possibilità di vedere ogni immagine immediatamente sul monitor del computer. Ciò vuol dire un notevole risparmio di tempo nel corso di una terapia endodontica, se pensiamo ai 7 minuti di attesa necessari perché una classica pellicola radiografica venga sviluppata. Una volta che l’immagine è sul monitor, essa può poi essere ingrandita e migliorata e ciò rende ancora più indispensabile questo strumento. Installare la radiografia digitale in studio vuole anche dire incrementare i nostri guadagni. Se eravamo soliti scattare 25 radiografie al giorno, il costo delle pellicole, liquidi e supporti ammonta a circa 11,25 dollari al giorno considerando un costo medio di 0,40 dollari a radiografia. In altre parole, si spendono tra i 300 e i 500 dollari al mese tra pellicole, bagni e supporti. E il nostro staff impiega una media di 6-8 minuti per sviluppare ogni pellicola, mentre come abbiamo appena detto, le immagini digitali appaiono istantaneamente sul monitor del computer. Ciò in altre parole vuol dire che per sviluppare 25 radiografie al giorno, il nostro staff perde oltre 3 ore al giorno. Considerando un costo orario di 35 dollari, si arriva ad un totale di L’Informatore Endodontico Vol. 7, Nr. 2 almeno 105 dollari di costo giornaliero. Questo porta ad un totale di circa 25.000 dollari l’anno per 25 radiografie al giorno ed uno studio aperto 200 giorni l’anno. Paragonato al costo di circa 6.000 dollari l’anno per un acquisto in leasing di un sistema di radiografia digitale, questo vuol dire aumentare i nostri guadagni di 20.000 dollari l’anno e il guadagno comincia fino dal primo giorno. Pertanto, se immaginiamo di utilizzare la radiografia digitale nei nostri studi, tra le prime cose che desideriamo fare è scattare due immagini digitali allo scopo di avere un’idea più precisa dell’anatomia del dente che ci accingiamo a trattare. Prima di iniziare una terapia, io suggerisco sempre di scattare due immagini da due angolazioni diverse. Suggerisco anche di scattare tutte le radiografie che riteniamo necessarie nel corso della terapia per confermare che stiamo procedendo nella maniera corretta. Riteniamo che la radiografia digitale sia cosi importante, che il nostro Centro Corsi dove i colleghi vengono a seguire corsi pratici, è attrezzato di un Sistema Dexis per ogni partecipante, e lo stesso sistema è quello che utilizzo giornalmente nel mio studio. La determinazione della lunghezza di lavoro con i localizzatori elettronici apicali Nonostante il fatto che i localizzatori siano stati costruiti intorno agli anni ’60 e che siano stati utilizzati in endodonzia per ben 40 anni, i recenti miglioramenti apportati dalla nuova tecnologia hanno fatto sì che oggi sia possibile determinare la lunghezza di lavoro con una precisione che prima non era assolutamente possibile. L’uso dei localizzatori elettronici apicali rappresenta la maniera più accurata e affidabile per determina- 2004 re la lunghezza di lavoro di un canale radicolare. Fare endodonzia senza il loro uso oggi significa rendere l’endodonzia molto più complicata di quello che già è. Quaranta anni fa, prima dell’introduzione dei localizzatori elettronici apicali, le radiografie erano il principale mezzo visivo per determinare la lunghezza di lavoro e la loro affidabilità non era molto buona. L’uso delle radiografie per la determinazione della lunghezza di lavoro era particolarmente difficile nei pluriradicolati. Oggi esiste disponibile sul mercato un gran numero di localizzatori apicali, ma quello che preferisco è il nuovo Elements della Kerr/Sybron (Fig. 12). Quando si usa un localizzatore elettronico apicale, la camera pulpare deve essere asciutta, ma i canali radicolari devono essere bagnati. Si deve utilizzare la lima del maggior diametro che si riesca a portare alla lunghezza di lavoro. Se infatti l’ago dello strumento salta su e giù, ciò significa che la lima che stiamo utilizzando è troppo sottile. Si deve perciò passare a lime di calibro via via mag- 12 Figura 12 Il localizzatore Elements della SybronEndo è provvisto di un “satellite” da attaccare con una clip al tovagliolino del paziente, per una più facile lettura. Pag. - 9 L’Endodonzia dalla cavità d’accesso al successo. Parte 2 Come migliorare la nostra qualità, velocità ed efficacia giore fino a quando non abbiamo una lettura stabile. Si deve evitare poi che la lima prenda contatto con il metallo dell’eventuale restauro. Se questo rappresenta un problema, o si allarga la cavità d’accesso oppure si scherma con una piccola guaina di plastica il metallo della nostra lima. Traduzione dell’articolo originale: Access to Success, Part. 2. Improving your quality, speed and efficiency. Dentistry Today, 23(04):90-93, 2004 Copyright©Dentistry Today Inc. Pag. - 10 Uso del localizzatore elettronico apicale Per descrivere la corretta tecnica di utilizzo del localizzatore elettronico apicale farò riferimento al nuovo Elements della Kerr/Sybron, dal momento che questo è lo strumento che uso giornalmente nel mio studio. Lo strumento ha un display satellite a cristalli liquidi che può essere comodamente appoggiato al tovagliolino del paziente per una più facile lettura, senza dover girarsi per leggere l’unità principale. 1. Mediante l’apposito cavetto si collega il satellite all’unità principale 2. Si collega al satellite il cavetto del paziente. 3. Si inserisce la sonda bifida o la clip del file su un lato del cavetto del paziente e la clip labiale sull’altro lato. Prima di collegare la clip alla lima bisogna ricordarsi di inserire parzialmente la lima stessa all’interno del canale. 4. Una volta collegati tutti i cavi si accende lo strumento. 5. Assicurarsi di leggere la scritta “apex” nell’angolo superiore di destra. Questo conferma che siamo in modalità “localizzatore apicale”. Se la scritta non appare, si deve premere il tasto a/v. 6. Si posiziona la clip labiale al labbro del paziente. Per un corretto funzionamento è necessario che si stabilisca il contatto tra la mucosa e la clip labiale. 7. Assicurarsi che lo strumento funzioni correttamente toccando la gengiva con la punta della sonda o la lima. Si deve notare un cambiamento nel display. 8. Si fa toccare la sonda bifida o la clip della lima con lo strumento che si trova all’interno del canale. 9. Appena si stabilisce il contatto, sul display appariranno dei numeri ed al di sotto una piccola barra. 10.Si scende con la lima in direzione apicale fino a quando sul display non si legge “0.0”, il display mostra una lima intera e appare la barra “apex”. Il display deve mostrare la lima che avanza a mano a mano che ci si avvicina alla lettura “0.0”. 11.Si estrae la lima di circa 0.5 mm per raggiungere la costrizione. Mentre si fa questo, nell’angolo inferiore destro del monitor appaiono dei segmenti della scala digitale. Quando si raggiunge il livello 0.5 la scala si riempie completamente. 12.Si aggiusta quindi la desiderata lunghezza di lavoro posizionando lo stop di gomma sul gambo dello strumento. 13.Quando si interrompe il contatto il display numerico mostra due tacche dopo di che l’icona della lima scompare. Conclusione Nel prossimo articolo di questa serie verranno trattati altri tre argomenti: l’ingrandimento, compreso l’uso degli occhialini e del microscopio, le novità riguardanti gli agenti chimici per la detersione, compreso l’EDTA, e l’uso degli strumenti sonici ed ultrasonici, utili nel nostro cammino verso il successo endodontico.