Betoniera

Transcript

Betoniera
01.1.a
01.1
01.1.b
01.1.c
01.1.d
in primo piano
di Valda Miani
Intervista a Massimo Matteucci sulla visita
del Presidente della Repubblica
01.1.a Il Presidente
Giorgio Napolitano durante
il suo saluto in Cmc.
01.1.b-f Momenti
della visita del Presidente.
Guardavo la lettera che inviammo lo scorso anno
al Presidente della Repubblica. Risale al febbraio
scorso, un anno fa. Ci rispose allora con grande
cortesia che non era in grado di stabilire gli impegni
per l’anno ma era grato per l’invito e per le notizie
inviategli sul nostro “prestigioso traguardo”.
Nei giorni scorsi il Presidente
della Repubblica ha concesso
il Suo Alto Patronato
alle celebrazioni per i 110 anni
di fondazione della Cmc,
formulando anche l’augurio
per un pieno successo
della manifestazione.
Pensavi veramente che sarebbe venuto a trovarci?
Ero convinto che, avendone modo, sarebbe sicuramente
venuto. Negli ultimi mesi però, con la situazione politica
complessiva del nostro Paese, con la ventilata possibilità
delle elezioni, mi sembrava difficile che il Presidente
della Repubblica potesse assumersi l’impegno di
una visita a Ravenna. È per questo che, quando a fine
anno ci è stata comunicata questa disponibilità, nel
rientro dalla visita a Reggio Emilia per le celebrazioni
legate al tricolore, la mia è stata una sorpresa genuina.
È stato difficile preparare il discorso di saluto?
Direi di no. Era molto chiaro quello che volevamo dirgli,
raccontare di Cmc, della nostra esperienza, dei problemi
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che stiamo affrontando ma anche dei successi che
abbiamo ottenuto. Anche nel breve colloquio privato nel
quale lo abbiamo incontrato, assieme all’Amministratore
Delegato e le Istituzioni Locali, la sensazione è
comunque stata di grande familiarità. Ha giovato in
tal senso la presenza della signora Clio che in un breve
scambio di battute mi ha raccontato della sua passata
esperienza in Legacoop presso l’ufficio legale.
Per tutti noi che abbiamo organizzato l’evento è
stato un impegno faticoso ma elettrizzante. Tu come
lo hai vissuto? È stato un incontro emozionante. In quei
casi è sempre ben presente, oltre al rispetto che si nutre
nei confronti della persona e del suo valore, anche
l’autorevolezza della massima istituzione del Paese. E come
ho detto nel mio intervento, è stato veramente un grande
onore. Mi ha fatto piacere oltretutto che in una giornata
che potremmo dire quasi festiva ci fossero tanti giovani.
A proposito di giovani, quando nel 1984 venne
l’allora Presidente della Repubblica, Sandro Pertini,
01.1.f
c’erano nelle prime file tanti soci anziani ex
partigiani. Mi sembra cambiato molto l’approccio
del Presidente di oggi dal Presidente di allora.
Penso proprio di sì. Non certo perché l’attuale Presidente
della Repubblica non ponga al primo posto i valori
costituenti della nostra nazione ma piuttosto perché
ha ben presente come i problemi della nostra società
si riflettano soprattutto sulle giovani generazioni.
Ho voluto richiamare nel mio intervento questo
aspetto, facendo anche un riferimento alla formazione.
La visita del Presidente Napolitano ha ufficialmente
avviato le celebrazioni per il nostro anniversario.
In questi giorni stiamo approfondendo vari
studi sulle vicende storiche di Cmc, consultando
documenti e verbali. Una domanda sorge
spontanea, cosa ricordi del tuo primo giorno in
cooperativa? Curiosità ed un po’ di timore, stemperato
dal senso di protezione ed aiuto che i più esperti
ti esprimevano. Mi è sembrato, da subito, di far parte
di una squadra, con la leggerezza dei vent’anni….!
01.2
01.2.a
01.2.b
01.2.c
in primo piano
di Massimo Matteucci
Massimo Matteucci
01.2.a-e Momenti
della visita del Presidente.
Intervento del Presidente di Cmc Massimo
Matteucci, in occasione della visita in Cmc del
Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
Signor Presidente della Repubblica, Le porgo il caloroso
saluto delle donne e degli uomini della Cooperativa
Muratori & Cementisti di Ravenna con il quale
vorremo trasmetterLe il forte sentimento di emozione
e gratitudine che noi tutti abbiamo provato, quando Lei
ha accettato il nostro invito a una breve sosta in Cmc
in occasione della sua visita di oggi alla Città di Ravenna.
Signor Presidente, abbiamo apprezzato e condiviso
i contenuti del suo recente saluto agli italiani la sera
di fine anno. Ancora una volta, Ella ha confermato
di essere l’Istituzione dello Stato che, in questa difficile
fase, meglio rappresenta l’unità del Paese e sa esserne
il punto di riferimento, per la sua capacità di ascoltare
e di interpretare le ansie, le necessità, le aspirazioni
e il bisogno di futuro di tutti.
E questo significa, come Lei ha saputo fare nel suo
discorso, prendere atto della realtà delle cose
che è esercizio spesso ingrato, ma tanto più necessario
quanto più esse sono complesse.
L’Italia è tuttora un grande Paese e possiede le capacità,
materiali e intellettuali, per risolvere i problemi
che ha di fronte. E tanto meglio riuscirà a farlo
se saprà ritrovare quell’impegno convinto
e consapevole, quella comune responsabilità, che
negli anni novanta dello scorso secolo consentirono
all’Italia l’ingresso nella moneta unica europea.
Lo scorso 30 novembre, una manifestazione degli Stati
Generali delle Costruzioni ha riunito, crediamo per
la prima volta, l’intera filiera delle Costruzioni davanti
a Montecitorio per sottolineare la gravità della crisi
in cui versa il Settore che, nel biennio 2008-2009,
ha avuto una flessione superiore al 10%, registrando
la perdita di 250.000 posti di lavoro e la chiusura
per fallimento di migliaia di imprese.
Per quanto ci riguarda, nel 2010, che sicuramente
non è andato meglio, abbiamo fatturato oltre 760
milioni di Euro, in leggera crescita sull’anno
precedente, dando lavoro, nel mondo, a 9.187
persone di cui 8.103 all’estero e 1.084 in Italia.
Anche se leggermente inferiori a quelli indicati dai Piani
Poliennali Aziendali, consideriamo questi riscontri
positivi. Essi poggiano sui risultati conseguiti nell’ultimo
decennio in termini industriali e patrimoniali e sui nostri
punti di forza storici - la capacità di costruire in qualità;
la professionalità delle maestranze, dei quadri intermedi
01.2.d
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di produzione, dei tecnici e dei dirigenti; l’affidabilità
che ci è ovunque riconosciuta per aver sempre
rispettato, in ogni occasione e in qualunque condizione,
gli impegni contrattuali assunti - che ci hanno
consentito di conquistare una posizione leader nel
mercato nazionale delle Grandi Opere in infrastrutture
e una crescente affermazione nei mercati esteri
dove oggi realizziamo il 50% del fatturato.
D’altra parte, l’articolazione internazionale è oggi
un passo pressoché dovuto. Nell’economia globalizzata
si è sempre più obbligati a ragionare e a elaborare
strategie in funzione del mercato unico. Un mercato
dove i confini nazionali sono sempre più ininfluenti, e la
competitività riguarda assieme alle imprese i sistemi paesi.
Ci scusiamo di aver affrontato gli ultimi argomenti
in forma troppo stereotipata. Ma sono problemi
che si ripercuotono sui gangli più sensibili della nostra
natura cooperativa.
Ci riferiamo al lavoro, ai soci e ai lavoratori chiamati
ad aggiornare competenze e modi di lavorare per
corrispondere a richieste inedite e complesse, per non
rimanere indietro nell’ambito di strutture organizzative
che continuamente mutano per seguire le
trasformazioni esterne. Anche questo può sembrare uno
stereotipo, ma non lo è. Ci basta citare i cambiamenti
subiti dalla nostra base sociale che, nell’ultimo decennio,
da prevalentemente operaia è diventata a larga
maggioranza impiegatizia, con un’elevatissima presenza
di diplomati e laureati chiamati a operare in tutta Italia
e in numerosi paesi del mondo.
Non è data cooperativa senza un’impresa saldamente
radicata nel territorio su cui è sorta e del quale ha
saputo interpretare, nel tempo, le istanze economiche
e culturali, se a quel territorio non fornisce risposte certe
a qualche suo concreto bisogno, “coniugando efficienza
e solidarietà”, come ci ha insegnato Nullo Baldini,
romagnolo, uno dei padri della cooperazione italiana.
Per Cmc questo significa creare occupazione.
Inserire giovani e valorizzarli in termini professionali,
sociali e della partecipazione democratica è, dunque,
un compito per noi prioritario e non eludibile.
In particolare, stiamo realizzando uno specifico
progetto di assunzione di giovani neo diplomati
e neo laureati comprensivo di ben individuati percorsi
formativi, attraverso il quale abbiamo inserito, negli
ultimi quattro anni, 83 laureati e 55 diplomati.
Intensa, inoltre, è l’attività di formazione realizzata:
in media un centinaio di corsi all’anno. Molta di questa
attività è dedicata alla prevenzione e alla sicurezza
01.2.e
nei luoghi di lavoro. Un tema sempre attuale e sensibile,
soprattutto nelle costruzioni da sempre settore a rischio.
L’inserimento dei giovani, la formazione professionale e
quella per la prevenzione e la sicurezza sono attività che
stiamo progressivamente estendendo ai cantieri esteri.
Nei nostri cantieri in Cina, Laos, Algeria, Sud Africa,
Angola, Mozambico, Lesotho, Botswana e Malawi
lavorano persone di 44 diverse nazionalità, portatori
di una multiculturalità che sta ridisegnando il paradigma
professionale e culturale di Cmc e che non potrà
non incidere, nei prossimi anni, anche su quello sociale.
Il nostro futuro, dunque, molto dipenderà da come
sapremo interpretare le opportunità e le incognite
di questa crescente complessità.
Signor Presidente, l’edificio che ci ospita era, in origine,
il vecchio magazzino della Cmc sorto per ospitare
le officine meccaniche e di carpenteria e la produzione
di manufatti in cemento. Di tutto questo sono rimaste,
alle mie spalle, solo alcune officine. Ristrutturato,
esso è oggi la sede della nostra società: i vecchi luoghi
della fatica operaia sono diventati gli uffici dei centri
nevralgici di governo e di direzione dell’intero Gruppo.
A ben guardare, qui si possono cogliere, con
immediatezza e suggestione simbolica, e forse meglio
di qualsiasi narrazione, le trasformazioni avvenute e
quanto da allora siamo cambiati. Entrando nella navata
centrale, lo spazio in cui ci troviamo, nella prima
capriata, in alto, a destra, possiamo leggere la data
di ultimazione dell’edificio: il 13 novembre del 1938.
La data ci ricorda un periodo oscuro della storia del
Paese: il fascismo, e la seconda guerra mondiale che
sarebbe presto iniziata. E poi, la Resistenza e la rinascita,
l’avvento della Repubblica e la promulgazione della
Costituzione, una delle più belle del mondo. E, ancora,
gli anni della ricostruzione e della forte espansione delle
infrastrutture e della struttura industriale del Paese
a cui anche Cmc ha partecipato, distinguendosi
nella realizzazione di impianti petrolchimici, di edilizia
industriale e di centrali idroelettriche. Subito dopo,
negli anni sessanta la cooperativa si sarebbe cimentata
nel settore della viabilità ordinaria, affermandosi
nella costruzione dei primi piani autostradali e ferroviari.
Il quel periodo si consolidava la vocazione di Cmc
per le grandi opere infrastrutturali: il core business
che le avrebbe consentito di accedere ai vertici
dell’imprenditoria nazionale delle costruzioni. Nel 1975,
infine, l’ingresso nei mercati esteri. Il resto è cronaca.
In questa Città, il 7 marzo del 1901, 35 muratori
firmarono l’atto costitutivo della “Società anonima
01.2.f
01.3
01.3.a
03.2.e
01.3.b
in primo piano
di Sonia Stefania
Sonia Stefania
cooperativa fra gli operai, muratori e manuali del
Comune di Ravenna” alla quale aderirono 83 lavoratori.
Da lì ha preso avvio il lungo viaggio di Cmc che siamo
impegnati a fare durare ancora per molto tempo.
E, al riguardo, interpretiamo come un segno di auspicio
il fatto, del tutto casuale, che ci consente nel 2011 di
festeggiare i 110 anni di vita assieme all’evento ben più
importante rappresentato dai 150 anni dell’Unità d’Italia.
Un avvenimento che, con le poche parole di cui
disponiamo, osiamo solo sfiorare. Certo, dispiace dover
constatare che anche questa occasione non è stata priva
di incomprensioni, ma noi oggi desideriamo cogliere
nel Risorgimento Italiano e nei suoi protagonisti, ai quali
va riconosciuto senza falsi pudori l’eroismo e gli atti
di estremo sacrificio di cui sono stati capaci, quello
spirito di libertà, di giustizia e di emancipazione politica
senza il quale non può nascere una grande Nazione.
Valori in cui ci riconosciamo pienamente.
Ma sappiamo anche che essi da soli non bastano
se non riescono a coagulare, attorno a valori comuni
e a un progetto condiviso, la volontà, l’impegno,
la passione e la solidarietà di tutti in difesa del bene
comune. Se non riescono a dar vita a una società giusta
e solidale, capace di accogliere, di valorizzare il merito
e le eccellenze senza abbandonare i più deboli
e i meno dotati. Una società che con generosità, a volte
con sacrificio, sappia procrastinare qualcosa per non
compromettere il futuro delle generazioni che verranno.
Se oggi festeggiamo i 150 anni dell’Unità d’Italia
vuol dire che molto di tutto questo c’è stato e c’è.
Ci affidiamo a Lei con fiducia perché questi valori
possano continuare a esserci. Per quel poco che vale
non le mancherà il nostro appoggio come
cooperatori e, soprattutto, come italiani.
Grazie ancora signor Presidente Napolitano.
01.2.g
01.2.f-h Momenti
della visita del Presidente.
01.3.a-d Momenti
Intervento di Sonia Stefania, in rappresentanza
delle Organizzazioni Sindacali dei lavoratori di
Cmc, in occasione della visita in Cmc del Presidente
della Repubblica Giorgio Napolitano.
della visita del Presidente.
Sig. Presidente, a nome di tutti i componenti della
rappresentanza Sindacale Unitaria Cmc, e dei nostri
colleghi, le porgo il nostro cordiale benvenuto
e voglio ringraziarla della visita della quale ci ha voluto
onorare in occasione del 110° anniversario di attività
della nostra cooperativa.
Le Rappresentanze Sindacali Unitarie, in applicazione
degli accordi del ‘93, sono state elette e rappresentano
tutte le sigle sindacali. Nella Cooperativa c’è una buona
rappresentanza dei lavoratori all’interno del Rsu.
Ogni settore aziendale è presente, e da ciò scaturisce
un competente lavoro e un proficuo rapporto con
la Direzione. Le problematiche di certo non mancano,
ma con un franco e costruttivo rapporto fra le parti,
la consapevolezza di lavorare per il bene delle persone
e della Cooperativa e la volontà da parte di tutti
di trovare una soluzione, siamo finora arrivati
a dei buoni risultati nel rispetto dei diritti e della dignità
dei lavoratori. Ciò ha portato anche alla recente
sottoscrizione, unitariamente, del Contratto Nazionale
di Lavoro delle Cooperative Edili e di quello di 3° livello.
È importante sottolineare che la quasi totalità dei
dipendenti che fanno riferimento all’organico fisso della
Cooperativa, di diverse età e professionalità, sono anche
soci cooperatori per cui spesso ci sono delle convergenze
fra il bene dei lavoratori stessi e quello della cooperativa.
La nostra cooperativa, dopo aver superato negli anni
‘80 e ‘90 diverse crisi aziendali e profonde
ristrutturazioni interne, nel corso dell’ultimo decennio
ha iniziato nuovamente ad inserire nel suo organico
molti giovani, con un trend costante anche negli ultimi
anni di grave crisi internazionale e si è distinta offrendo
01.3.d
01.3.c
p.05 la Betoniera
ai suoi giovani contratti di lavoro che permettono
di programmare e pianificare il proprio futuro.
Durante gli incontri tra cooperativa e rappresentanza
sindacale viene rivolta una grande attenzione al tema
della sicurezza sul lavoro. Su questo aspetto sembra
non essere mai abbastanza l’impegno profuso
soprattutto per chi svolge un attività particolarmente
“pericolosa” come quella del settore edilizio.
Il nostro obbiettivo e dei Rappresentanti dei Lavoratori
per la Sicurezza è di continuare ad insistere sempre
di più per garantire il massimo livello di sicurezza
nei nostri cantieri intervenendo sulla Cooperativa
in merito all’organizzazione del lavoro, alla formazione
ed informazione dei lavoratori in materia di sicurezza.
Signor Presidente, Lei sta dimostrando grande attenzione
nei confronti delle condizioni dei giovani, del mondo
del lavoro e dell’occupazione e il suo appello a ricercare
soluzioni condivise e un confronto costruttivo con
tutte le parti interessate ci trova pienamente d’accordo.
A questo proposito riteniamo che la progressione e
l’inasprimento dei toni della vicenda Fiat sia preoccupante;
i lavoratori sono consapevoli che la competitività
internazionale, l’efficienza produttiva, gli investimenti
sono problematiche che interessano il mondo del lavoro;
sono altresì convinti però che le scelte derivanti dalla
soluzione delle suddette problematiche non possano
e non debbano intaccare i diritti dei lavoratori
e la rappresentanza sindacale. Riteniamo che il dialogo
fra tutte le parti, anche se aspro, debba avvenire nel
rispetto della democrazia, senza escludere nessuno dal
confronto e nell’interesse del paese Italia e dei lavoratori.
Auspichiamo quindi che si possa arrivare ad una
soluzione della vicenda Fiat, senza imporre
regressioni ai diritti e alla dignità di chi lavora e che
sappia corrispondere alle sfide del mercato globale.
Grazie ancora Presidente
01.4
01.4.a
in primo piano
di Giorgio Napolitano
Giorgio
Napolitano
01.4.a.b Il Presidente
Giorgio Napolitano.
Saluto del Presidente della Repubblica Giorgio
Napolitano, in occasione della visita in Cmc
a Ravenna, sabato 8 gennaio 2011.
01.4.c Nella foto da sinistra:
Dario Foschini, Amministratore
Delegato di Cmc · Vasco Errani,
Presidente della Regione Emilia
Romagna · Massimo Matteucci,
Presidente Cmc · Giorgio
Napolitano, Presidente della
Repubblica · Fabrizio Matteucci,
Desidero solo porgervi un breve saluto e un caloroso
augurio. Come sapete in questo momento si
accavallano gli anniversari. Io sono qui, sono stato
ieri a Reggio Emilia, oggi a Forlì e a Ravenna per
il 150enario dell’Unità d’Italia che è un anniversario
molto importante; ma è molto importante, e non
soltanto per voi, anche il Centodecimo della Cmc.
Sindaco di Ravenna · Guido
Leoni, Vice Presidente di Cmc ·
la Signora Clio Napolitano.
Io ho ascoltato con grande interesse lo sforzo
di sintesi che ha compiuto il Presidente. Sono rimasto
ammirato guardando le costruzioni che venivano
proiettate su quello schermo. Non so se sono
tutte costruzioni vostre, effettivamente qualcosa
di impressionante, e mi ha molto colpito soprattutto
il vostro impegno all’estero.
Badate voi avete una responsabilità come l’hanno tutte
le imprese che operano fuori del nostro paese. È la
responsabilità di mostrare il meglio delle capacità italiane,
il meglio delle risorse e delle potenzialità e anche delle
tradizioni di cui è ricco il nostro Paese. Voi rappresentate
una grande tradizione e una grande realtà.
Io poco fa a Ravenna ho avuto modo di indicare come
autentici pilastri della società civile la cooperazione così
come il volontariato e più in generale l’associazionismo.
D’altronde è da molti decenni, di tempo per me ne
è passato tanto, è da molti decenni che ho appreso
a conoscere anche da vicino la realtà della cooperazione
in Emilia Romagna e in tutto il Paese. So quale grande
risorsa essa rappresenti per l’Italia, e rappresenti
per l’Italia in una fase nella quale ci aspettano molte
sfide difficili da affrontare che dobbiamo riuscire
a superare nel modo migliore attraverso uno sforzo
di innovazione, una capacità di adeguamento ai tempi
nuovi, una rinnovata forte coesione e soprattutto
con un ancoraggio sicuro a quel che ci unisce come
italiani, patrimonio dell’Unità Nazionale.
Sono certo che, come lei ha detto Presidente,
da parte vostra verrà tutto il necessario sostegno
a questa grande causa dell’Unità Nazionale a
150 anni dalla fondazione del nostro Stato Italiano.
Grazie
01.4.c
p.06 la Betoniera
01.4.b
02.1.b
02.1
02.1.a
dati economici
di Dario Foschini
Budget e piano,
verso l’assemblea
02.1.a Dario Foschini,
Amministratore
Delegato di Cmc.
02.1.b In attesa del
Il nuovo piano 2011-2013 che sottoporremo all’Assemblea del 26 Febbraio
2011 prevede una crescita di volumi e di margini più limitata rispetto ai piani
precedenti. Ciò al fine di poterci concentrare maggiormente sull’ottenimento
della migliore redditività dalle commesse e sul contenimento dell’utilizzo
delle risorse finanziarie.
Presidente, Dario Foschini
e Massimo Matteucci.
02.1.c Matteucci e Foschini
con il Presidente
della Regione Vasco Errani.
In tre anni il settore delle costruzioni in Italia è calato di circa il 20%. Il calo ha colpito
sia l’immobiliare che gli appalti pubblici. C’è qualche piccolo segno di ripresa nel
mercato immobiliare. Ovviamente non ci possiamo invece aspettare un rilancio della
spesa pubblica. Nei mercati esteri, soprattutto in quelli in via di sviluppo, non c’è stato
l’arretramento dell’Europa e dell’Italia, ma comunque la loro crescita è rallentata, e
la concorrenza fortemente aumentata. Il portafoglio lavori acquisiti, che continua ad
essere sui 3 miliardi di Euro, ci consente tuttavia di mantenere un percorso di crescita.
Il nuovo piano 2011-2013 che sottoporremo all’Assemblea del 26 Febbraio 2011
prevede una crescita di volumi e di margini più limitata rispetto ai piani precedenti.
Ciò al fine di poterci concentrare maggiormente sull’ottenimento della migliore
redditività dalle commesse e sul contenimento dell’utilizzo delle risorse finanziarie
I volumi delle costruzioni in Italia per il 2011 sono integralmente coperti da commesse
già in portafoglio. Il 94% dei volumi all’estero, sostanzialmente pari a metà del
fatturato complessivo, è coperto da commesse in portafoglio: restano da acquisire
poco più di 20 milioni di Euro.
La redditività attesa è basata su valutazioni realistiche, ma va conquistata con forti
azioni di tutti. Attualmente la nostra cooperativa non ha falle che imbarchino
acqua, ma sappiamo che il mercato delle opere pubbliche in Italia ci consente solo
di stare poco sopra la linea di galleggiamento. La redditività dell’estero è migliore,
ma conosciamo i rischi del settore e le incertezze sul futuro.
02.1.c
Le azioni e l’impegno da mettere in campo sono note:
• forte impegno nel contenimento dei costi, in particolare di quelli di
approvvigionamento, in Italia ed all’estero.
L’essere sempre più “general-contractor” ha fatto si che questa componente
dei nostri costi sia decisiva per l’equilibrio economico.
• migliorare l’efficienza aziendale con continui progressi nelle tecnologie,
nelle tecniche di programmazione e di project management, nella gestione
della mobilitazione delle commesse.
• proseguire nelle azioni contrattuali per recupero di quanto ci è dovuto, in tempi
ragionevolmente brevi.
Rispetto a questo ultimo punto dobbiamo evidenziare che negli ultimi anni il peso
finanziario di crediti da incassare, riserve su cui trovare un accordo, contenziosi da
chiudere, è notevolmente aumentato. Citiamo quale esempio il Cepav: i treni corrono
da oltre due anni, ma l’arbitrato che dovrebbe portare al riconoscimento delle nostre
richieste è ancora lontano dalla conclusione. Gran parte del nostro indebitamento
è legato a queste partite, che tardano a chiudersi.
Quest’anno, e probabilmente il prossimo anno, dobbiamo esprimere il massimo
impegno su questi fronti, al fine di ridurre l’indebitamento e di liberare risorse
finanziarie per nuovi progetti. Quest’ultimo aspetto è di estrema importanza
per Cmc che punta, nel medio periodo, all’ingresso in nuovi segmenti di mercato.
Stiamo infatti entrando nel settore delle concessioni autostradali in Italia e,
per quanto riguarda l’estero, stiamo valutando l’acquisizione di partecipazioni
in società estere che operano nei mercati di nostro interesse. Con queste operazioni
dovremmo ottenere una maggior redditività complessiva della cooperativa.
p.07 la Betoniera
02.1.c
02.1.c-f Immagini del cantiere
dell’impianto idroelettrico
Theun Hinboun in Laos.
02.1.d
02.1.e
02.2
assemblea
dei soci
Assemblea Generale
Ordinaria dei soci
02.1.f
È convocata l’Assemblea Generale Ordinaria per venerdì 25 febbraio 2011
alle ore 8.30, presso la sede sociale della Cooperativa in Ravenna,
via Trieste 76, per deliberare sul seguente:
Ordine del giorno
• bilancio di previsione 2011 della Cmc
• piano poliennale 2011-2013 della Cmc
• integrazione del Collegio sindacale: nomina di un Sindaco supplente
• varie ed eventuali.
In caso di mancanza del numero legale, resta fin d’ora stabilita
l’adunanza in seconda convocazione per le ore 8.30 di sabato 26 febbraio 2011,
presso la Sala Teodorico dell’Hotel Holiday Inn, via E. Mattei 25, Ravenna.
I Soci impediti a partecipare all’Assemblea possono farsi rappresentare
soltanto da un altro socio mediante delega scritta.
L’intervento conclusivo sarà tenuto dal Presidente della Regione
Emilia-Romagna, Vasco Errani.
p.08 la Betoniera
03.a
03.b
03.c
03.d
03
03.e
03.f
03.g
africa australe
di Emmanuele Adami
Strategie ed obiettivi
dell’Africa Australe
03.a.b.d Famigliari
presso il campo di Ingula.
03.c Operaio
del cantiere di Ingula.
03.e-g Cantiere di Ingula.
Ho intervistato Claudio Conficoni, il Presidente
del CdA di Cmc Africa Australe.
La visione aziendale sul Southern Africa é ampia,
articolata, di grande respiro. Le parole d’ordine sono
innovazione e strategia: innovazione nelle modalitá
di gestire la commessa, articolando in modo qualitativo
il reporting e il controllo; strategia nell’individuare
le occasioni commerciali migliori, quelli in cui la Cmc
puó, grazie alle specializzazioni acquisite nel corso degli
ultimi quarant’anni, stringere alleanze e joint venture
con gli attori piú competitivi del mercato globale.
“In linea con quella che é la tendenza aziendale,
da un anno, i Dirigenti dell’Area sono impegnati in
un lungo lavoro di rielaborazione e di ammodernamento
del nostro modo di fare costruzioni. Viene chiesto ai
manager di diventare sempre piú sensibili nel misurarsi
con gli scenari internazionali e con modelli organizzativi
che tendono al contenimento dei costi, all’efficacia
e all’efficenza al fine di garantire la redditivitá in
un mercato sempre piú difficile per la crisi finanziaria
mondiale e per l’arrivo di nuovi agguerriti competitors.
Dobbiamo raggiungere una maggiore e piú rapida
capacitá di reporting tra i vari livelli di responsabilitá
aziendali, e a una maggiore capacitá di controllo
delle commesse. Intendiamoci, in questo sforzo non
vi é nulla di geniale, anzi - rischieremmo per certi versi
di scoprire l’acqua calda - se non guardassimo p.09 la Betoniera
tutti, con modestia e voglia di imparare - a quegli stessi
processi di ammodernamento che tutte le principali
organizzazioni stanno affrontantando da anni’.
Ho chiesto a Tim Gaskel, il Direttore Commerciale
che segue le iniziative commerciali dei progetti di
dimensione e elevata difficoltà tecnica, cosa essi siano
e perché siano importanti per lo sviluppo della CmcAA.
“La CmcAA é un’azienda che puó vantare competenza
di alto livello e che ha maggiori margini di successo e
di profitto quando é impegnata in grandi progetti, ossia
progetti con valore da 700 milioni a un miliardo di euro
(un po’ come quello che stiamo realizzando ad Ingula, in
Sud Africa). Inoltre, progetti di grande mole e di elevata
difficoltà tecnica possono diventare grandi occasioni
per stringere alleanze strategiche di grande importanza.
Attualmente, il mio dipartimento sta guardano
alle prequalifiche per progetti in Zambia, in Uganda,
in Namibia, tutti Paesi nuovi per la Cmc e che potranno
in futuro rivestire un ruolo di primissimo piano”.
“Dimensione e difficoltà tecniche o specializzazioni
sono il passaporto per legare la Cmc a strategie globali
che possano permettere all’azienda di rimanere
in posizioni di rilievo nei prossimi dieci-quindici anni.
In un mercato dove il boom delle costruzioni
si fa nei paesi in via di sviluppo e dove le aziende
di costruzioni di quei paesi (Cina, Brasile, Sud Africa,
prossimamente India...) diventeranno, per la loro grande
competitivitá veri e propri protagonisti mondiali,
la Cmc si presenta come il partner ideale per loro: siamo
in Africa da quasi 30 anni e da sempre ci misuriamo
con le sue difficolta logistiche, abbiamo saputo costruire
relazioni stabili e significative con le principali istituzioni
locali, attualmente lavoriamo in 4 Paesi (Sud Africa,
Mozambico, Lesotho, Angola), e stiamo aprendo
cinque nuove branches (in Uganda, Zimbabwe, Zambia,
Namibia, Botswana). Di conseguenza, abbiamo relazioni
importanti con imprese cinesi, indiane, brasiliane
e infine anche africane. Certo non abbiamo tutto, ma
strada facendo incontreremo ciò che ancora ci serve”.
04.1.a
04.1.d
04.1.h
04.1.b
04.1.c
04.1
04.1.e
04.1.f
04.1.g
110 anni
di V. M.
04.1.a-c, e-g Volti dal passato.
04.1.d Eccola, è la foto più
antica della Cmc. Risale
al 1911 e si riferisce al cantiere
04.1.h I cementisti, nei primi
anni del secolo, davanti
alle loro creazioni “artistiche”.
04.2.a Il nuovo marchio
per i 110 anni di Cmc.
04.2.a
110 anni
di V. M.
Il prossimo 7 marzo Cmc
celebra i suoi 110 anni
Marchio 110
anni in 3d
Perché questo anniversario non sia solo un appuntamento
rituale ma possa assumere significato e valore può
bastare poco, per esempio riuscire a dar voce alle tante
voci che giacciono addormentate nelle pagine
manoscritte dei nostri verbali o del nostro giornale.
Come tutti sanno il marchio Cmc si sviluppa su
3 quadrati, il primo con l’acronimo su fondo rosso
(il famoso gufo inventato negli anni ‘70), il secondo
con la sigla puntata c.m.c. ed infine il terzo con
le specifiche “cooperativa muratori cementisti ravenna”.
della scuola elementare
Garibaldi a Ravenna.
04.2
Cmc è nata giovedì 7 marzo 1901, regnante Sua Maestà
Vittorio Emanuele III, in una sala della locanda del
Commercio in via Mentana al n.3. Il notaio era Giuseppe
Pirazzoli fu Adriano, Regio Notaio residente in Ravenna,
i testimoni Calderoni Ulisse di Paolo, impiegato,
e Baroncelli Augusto di Pietro, cameriere.
35 muratori, “maggiori di età, di loro pieno diritto come
essi confermano e della loro identità mi fanno fede gli
stessi testimoni, dichiarano di voler costituire, siccome
col presente atto costituiscono una società Anonima
Cooperativa sotto la denominazione di Cooperativa
fra gli operai muratori e manuali del Comune
di Ravenna con sede nella città di Ravenna e collo scopo
di assumere ed eseguire in cooperazione lavori murari,
pubblici e privati”.
Da allora sono avvenute 2 guerre mondiali, tensioni
ed ostilità in vari Paesi in cui Cmc ha operato, cataclismi
naturali come quelli del 1908 a Messina e Reggio
Calabria, cicliche crisi economiche che, dalla contrazione
degli investimenti alla difficoltà di reperimento
dei materiali ai traumi dei cambi mondiali, hanno
rappresentato per Cmc difficili sfide con cui fare i conti.
Il 20 luglio 1901 il Consiglio di Amministrazione deliberò
di “acquistare una bicicletta usata, ritenuto che il
noleggio è svantaggioso alla società” per venire incontro
alle esigenze del” l’economo dovendosi recare da un
punto all’altro della città dove la cooperativa ha lavori
da eseguire, oppure dai diversi fornitori per farvi
le provviste”. Da quella prima bicicletta ai grandi mezzi
meccanici ed elettrici che Cmc ha acquistato in anni
moderni è cambiato il mondo e le 6 o 7 generazioni
che lo hanno attraversato da allora hanno visto
trasformazioni sempre più veloci e dirompenti.
Presi come siamo da un presente tumultuoso e nevrotico
abbiamo sempre meno tempo per la memoria,
per riflettere su quel che siamo stati e su quale
è il minimo comune denominatore che ha attraversato
tutto questo tempo. Rileggendo i primi verbali
ci viene incontro un mondo duro, spesso litigioso e
problematico, ma sempre vi sono stati uomini illuminati
che hanno attraversato il mare magnum delle
difficoltà per far vivere la cooperativa e farla prosperare.
p.10 la Betoniera
Ci piacerebbe che il complesso delle iniziative per
l’anno in corso mettesse in luce le energie centripete
che hanno indicato la rotta della nostra cooperativa,
gli elementi di identità e di appartenenza, per
consegnare ai più giovani - quelli che conoscono Cmc
da poco tempo - il nostro passato perché, come ebbe
a dire Indro Montanelli, “un popolo che ignora il proprio
passato non saprà mai nulla del proprio presente”.
Gli appuntamenti dei 110 in breve
Eccone brevemente alcuni dei quali non mancheremo
di dare opportuna informazione:
7 marzo 2011
• ore 17 “Cmc racconta Cmc” spettacolo inaugurale
presso la Galleria di sede in via Trieste 76.
• ore 21 “Trebbo romagnolo” presso il Teatro Socjale
di Piangipane.
n.b. Per lo spettacolo, a causa dei posti limitati,
occorre prenotarsi presso la portineria
di sede, tel. 0544 428245, oppure tramite
e-mail [email protected] entro il 1° marzo.
6-13 marzo
• Settimana rosa in collaborazione con Linea rosa
e Teodora, spettacoli e sport contro la violenza
sulle donne.
• Appuntamenti sportivi con Ravenna Calcio,
Marcegaglia Cmc e Riviera di Romagna (vedi pag. 20).
Riuscire a disciplinare un nome lungo un treno non
è cosa facile ma ci riuscimmo negli anni 90, quando
lo educammo a stare su 3 quadrati e, nonostante
qualche esuberante traduttore, il marchio di oggi regge
ancora per la sua forza visiva, molto ben espressa
dall’uso di forme semplici e colori primari (rosso e blu).
Oggi sorgeva la necessità di dare visibilità al nostro
anniversario. Vagliate varie proposte, abbiamo scelto
il marchio che ci rappresenterà per l’anno: un cubo
che introduce l’uso stilizzato della terza dimensione,
lo spazio, una profondità che rievoca il passaggio del
tempo e lo stratificarsi di esperienze nella vita di Cmc.
Per la verità avremmo voluto portarlo alla quarta
dimensione, il tempo, ma rendere il tempo sulle
due dimensioni è piuttosto complicato, a meno
che non si seguano percorsi alternativi: i futuristi
nei loro quadri lo esprimevano con violente sfocature,
la fisica si è servita di formule, il cinema ha dato
vita al flash back, che interrompeva lo svolgersi
cronologico degli eventi per inserire episodi trascorsi.
28 maggio
• Assemblea dei soci di Cmc presso il Teatro Rasi.
Al termine dell’assemblea performance
di Alessandro Bergonzoni.
Noi abbiamo scelto di mantenere invariato il concetto
alla base del nostro marchio, aggiungendo solo
una caratterizzazione che desse il senso dei 110
anni appena trascorsi: 110 anni di storie, di lavoro,
ma soprattutto 110 di anni di persone che
rappresentano il vero spessore del mondo Cmc.
Estate
• Musica, teatro e cinema coi nostri partner.
Il progetto del marchio dei 110 anni è stato realizzato
dallo studio grafico fabbricando.
Autunno
• Festa della Polisportiva Cmc con la collaborazione
di varie società sportive.
• Presentazione del volume di Vera Negri Zamagni
“Da Ravenna al mondo. Come la Cmc è diventata
una grande cooperativa internazionale 1952-1985”.
• Convegno internazionale sull’economia cooperativa.
...Questo è e questo si vedrà nel corso di tutto
il 2011, nei manifesti e negli inviti.
Dicembre
• Concerto di fine anno
Se non vi piace, c’è sempre qualche geometra
di buona volontà che se lo può inventare a suo gusto!
04.3.a
04.3.b
04.3
04.3.c
04.3.d
04.3.e
110 anni
di Cristiana Bolognesi
Un incontro speciale:
Terzo Ricci, classe 1910
04.3.a Terzo Ricci nel 1941.
04.3.b.c Terzo Ricci ad una
braciolata Cmc negli anni ‘60.
Non ho mai conosciuto un centenario, perciò
non so chi aspettarmi quando mi chiedono
di incontrarlo e porgli un po’ di domande
su quello che è stata la Cooperativa per buona
parte del secolo scorso.
04.3.d Terzo Ricci oggi.
04.3.e L’incontro per
l’intervista con Cristiana.
Terzo Ricci è il “meno giovane”, come ama definirsi
lui stesso, socio pensionato della Cmc: è nato a
Ravenna l’8 aprile 1910; “mia mamma - mi racconta
- quando andò dall’ufficiale dell’anagrafe
per registrarmi non ricordava la data esatta della
mia nascita ma solo che era un giorno di pioggia;
chissà qual è il giorno vero!” È socio della Cmc
dal 1939, ma lavora in Cooperativa almeno
dal 1932 ed è un socio pensionato dal 1970.
Quando gli telefono per accordarci, mi risponde che
si dichiara ben lieto di vedermi la settimana successiva,
“ma mi chiami il giorno prima - si raccomanda perché qua non si sa mai cosa possa succedere!”
Quando qualche giorno dopo lo incontro mi riceve
in un bell’appartamento e ci accomodiamo
nel suo confortevole divano blu: raccontare 101 anni
di vita richiede un certo tempo, meglio stare comodi!
Non ho bisogno di fare domande, Terzo Ricci inizia
subito il suo racconto da quei primi anni in Cooperativa
quando si presentava, insieme ad altre 50 e più
persone, alla mattina presto presso la vecchia sede
di via Oriani. Lì il capo delle maestranze decideva
chi avrebbe lavorato quel giorno e dove.
“Io ero fortunato, perché stavo a Ravenna, ma c’era
chi tutte le mattine veniva in bicicletta da Coccolia,
da Campiano, dal forlivese e gli toccava tornare
a casa; i giorni invece che non lavoravo, non tornavo
a casa a mani vuote, perché insieme ad un gruppetto
di altri andavamo a Marina a pavarazze!”
Gli anni sono quelli della sede di via Oriani, sede
che conosciamo bene grazie a tante foto conservate in
archivio, ma Ricci me la descrive e, magicamente, quelle
foto in bianco e nero prendono colore; “andando nella
via verso il centro, sulla destra c’era l’edificio principale
con sopra gli uffici e sotto i magazzini in cui lavoravano
i ferraioli, i cementisti e tutti gli altri artigiani;
sulla sinistra, poco più avanti, c’erano le stalle dove
si tenevano i cavalli e i muli; un mondo brulicante
di gente già dalla mattina prima dell’alba” che
dava vita ad una città che è rimasta solo nei ricordi
di pochi e nelle foto degli archivi.
p.11 la Betoniera
“Poi, finalmente, un giorno ero ancora lì a far
la coda sperando mi chiamassero per far la giornata
e Gamberini mi apostrofa dicendo: tu hai voglia
di lavorare?” “Come no, vengo qua tutte le mattine!”
“Allora prendi le tue cose che vai a Roma”.
Fu così che Terzo Ricci all’inizio degli anni ‘30
si trasferisce a Roma al cantiere di via Medaglie d’oro
nella zona di Monte Mario. In archivio ho trovato
qualche foto - bellissima - degli operai di quel
cantiere: chissà se nel mezzo c’è anche Terzo Ricci!
In quel periodo i suoi ricordi si accavallano
con quelli della sua carriera di calciatore. È a Roma
che partecipa più volte al prestigioso Torneo
del Littoriale con giocatori della Roma e della Lazio.
Lo scorso anno, in occasione del 100esimo
compleanno, il Ravenna calcio gli ha dedicato
una partita e gli ha concesso l’onore del calcio d’inizio
in quanto più anziano ex giocatore della squadra.
Tornato a Ravenna fa per qualche anno il manovale
generico in diversi lavori ordinari; gli chiedo se
si ricorda di Prometeo Balducci, che nel ventennio era
il padre-padrone della Cooperativa, il presidente voluto
dai fascisti che fece tanto in quegli anni per far lavorare
la Cmc; per chi conosce la storia della nostra Cooperativa
è un personaggio mitico, perché in quegli anni trovi lui
e soltanto lui spulciando nelle carte; e parlare con Terzo
Ricci, che Balducci se lo ricorda bene, è come conoscere
qualcuno che ha visto Atlandide e te lo racconta…
o quasi! “Meto, questo era il soprannome di Balducci,
era un omone dalla faccia bonaria ma guai a fiatare!
Quando arrivava lui, tutti abbassavano la testa
e tacevano”. Se lo ricorda quando un giorno arrivò
al lavoro nel cantiere del Liceo classico alla fine degli
anni Trenta; “c’era un vecchio muratore - ricorda Ricci che faceva un po’ il caporale e chiamavano
Brongia che dall’altro dell’edificio vide Balducci
per strada che stava arrivando e iniziò a strigliare tutti
perché si dessero da fare; ma Riccardo Minghelli,
capocantiere e repubblicano, che non aveva paura
di niente gli urlò di rimando: “digli ‘mo al signor
Direttore che non abbiamo bisogno di lui”!
Abbiamo appena citato Minghelli che segnò in modo
indelebile la storia di Terzo Ricci in Cmc; anche Ricci
infatti è repubblicano e finisce sotto l’ala protettiva
di Minghelli, vicepresidente nel dopoguerra, che lo porta
spesso con sé nei vari lavori in cui era capocantiere;
“era un vero artista, era bravissimo; lui avrebbe potuto
anche solo dirigere i lavori invece gli piaceva lavorare
e stare in mezzo a noi”, ricorda Ricci con nostalgia.
Un giorno, era quasi inverno e si iniziavano i lavori
alla Sarom, di lavoro ce n’era tanto e Minghelli spartisce
come tutte le mattine il lavoro fra i vari operai:
“Tu vai lì, tu vai là; chiamava tutti, tranne me ricorda Ricci - così gli chiedo be’ Riccardo cos’è?
Ti dimentichi di me? E lui, sta zét! Te da lunedì mattina
vai al magazzino della calce e cementi in via Trieste
e ci esci solo quando te lo dico io; non mi è mai venuto
a riprendere e in magazzino ci sono stato praticamente
fino a che non sono andato in pensione!”
“Di lavoro ce n’era tanto in quel periodo! E quanta
gente che faticava nei capannoni: i fabbri, i falegnami,
i meccanici e i cementisti, che facevano gruppo a sé.
A volte mi chiamavano anche di notte per caricare
i camion. La buca della calce spenta credo sia ancora
quella che ho messo io!”
Anche a pranzo si stava tutti insieme; di solito c’era
uno che un po’ prima di mezzogiorno preparava un
grande fuoco e poi si cucinavano le braciole; venivano
anche dai cantieri vicini a mangiare, non solo
chi era al centro operativo. Una specie di braciolata
che si svolgeva tutti i giorni! Ma Terzo Ricci può vantarsi
di aver partecipato anche alla prima braciolata che
non si tenne a Ravenna alla sede di via Trieste ma
nelle colline faentine e riuniva le cooperative ravennati.
Questo a metà degli anni Trenta. “Noi portavamo
quintali di braciole - mi racconta - e a un certo punto
tutti venivano a mangiare da noi che eravamo
quelli più forniti!” Prima dell’istituzione della “classica”
braciolata nelle 2 settimane di chiusura di solito
si andava con il pullman a fare un giro turistico
alla Fiera campionaria di Milano e nei dintorni
della città; si stava via una settimana ed era un evento!
Ogni tanto si fa più pensieroso, i ricordi devono essere
proprio tanti e fare ordine non è sempre facile ma
mi sembra che prevalga la serenità in quest’uomo che
ha vissuto praticamente tutto il Novecento e che dice
di essere stato bene perché crede di aver fatto sempre
il suo dovere; così quando terminiamo la nostra
chiacchierata e gli chiedo se gli posso fare qualche foto,
mi risponde con un sorriso furbo “spero la macchina
fotografica sia buona che non la voglio mica rompere”!
Ecco, ho conosciuto un centenario e posso dire
di avere conosciuto una persona speciale, di quelle
persone di cui leggi nelle cronache di un tempo
e che oggi fai fatica a ritrovare, e perché no...
ho conosciuto anche chi ha contribuito a costruire
buona parte della nostra Cooperativa e la sua storia.
05
05.a
05.b
05.c
05.d
05.e
elezioni consiglio
di C. B.
Al voto, al voto!
Soci per la prima volta alle urne
05.a Andrea Lorenzini.
05.b Paolo Polignone.
05.c Angela Vincenzi.
05.d Marck Bravaccini.
05.e Federica Fusconi.
05.f Foto di gruppo.
In questo numero della Betoniera inizia la nostra
marcia di avvicinamento alle elezioni per il rinnovo
del Consiglio d’Amministrazione il prossimo
28 maggio incontrando 5 soci che voteranno per
la prima volta; sono (in rigoroso ordine alfabetico):
Marck Bravaccini, lavora ai mezzi marittimi
ed è socio dal 2009; Federica Fusconi, addetta
all’ufficio legale e socia dal 2010; Andrea
Lorenzini, lavora all’ufficio impianti ed è socio
dal 2008; Paolo Polignone, è alle iniziative
sviluppo ed è socio dal 2009; Angela Vincenzi,
è ai lavori marittimi ed è divenuta socia nel 2010.
Iniziamo il nostro incontro partendo subito
da un tema caldo. Per la prima volta quest’anno
i candidati al CdA verranno scelti da un Comitato
elettorale, cosa ne sapete e pensate di questa
modalità? Federica è la più preparata, anche
perché faceva parte della Commissione consiliare
governance che ha studiato, tra l’altro, i nuovi criteri
di composizione, nomina e funzionamento del CdA:
“Il Comitato è formato da una serie di persone con
caratteristiche ben precise (fra tutte essere socio da
almeno 9 anni e rappresentare i vari settori aziendali)
che garantiranno una scelta attenta; in ogni caso
i candidati dovranno essere soci da almeno 3 anni,
possedere una generale credibilità sociale
e la propensione ad assumersi responsabilità;
resta comunque la possibilità dell’autocandidatura
con le modalità tradizionali; la lista dovrà essere
il più possibile rappresentativa dell’articolazione
organizzativa e professionale della Cooperativa”.
Interviene Angela che attualmente è in sede ma ha
lunga esperienza di cantiere: “questo significa che
dovrebbe essere garantita anche la partecipazione degli
operai? Perché mi pare che stiamo andando sempre
più verso un Consiglio per così dire di alto livello, molto
preparato sui temi dell’economia e della finanza,
ma che rischia, purtroppo, di perdere la componente
più operativa, quella operaia”. “Ma in CdA servono
persone che capiscano e sappiano risolvere i grandi
problemi - interviene Paolo - altrimenti come
si può condurre l’azienda soprattutto in questi momenti
difficili?” “Secondo me - dice Andrea - il contributo
della compagine operaia ci deve essere per fungere
da raccordo tra la sede, che è il cuore amministrativo,
e i cantieri, che sono quello produttivo”;
“infatti - ribadisce Marck - noi ci stiamo trasformando
in un’azienda amministrativa ma il principio primo
dovrebbe essere quello di costruire!”
E della quota rosa cosa ne pensate? È sempre
Federica che, regolamento alla mano, puntualizza
il tema: “almeno il 20% dei candidati della lista
deve appartenere al genere meno rappresentato,
cioè, attualmente, le donne! Dato che in Consiglio
siederanno 13 persone e che la lista dei candidati dovrà
essere pari al doppio, cioè 26, il numero di donne
candidate dovrebbe essere almeno 5; in più fra i soci
eletti ci dovrà essere almeno un socio appartenente
al genere meno rappresentato, cioè, lo dico ancora,
una donna! Se nessuna donna viene eletta, il candidato
eletto con meno voti lascerà il posto alla donna che
avrà avuto più voti; ma questo speriamo non avvenga e
che almeno una donna venga subito eletta!”. “Secondo
me è una discriminazione!” interviene subito Paolo.
“Non sono tanto convinta, - risponde Federica - perché
in ambienti molto maschili è l’unico modo, almeno
all’inizio, per sfondare una porta, perché altrimenti forse
non ti prenderebbero mai in considerazione dato che
ci sono tanti uomini che potrebbero ricoprire quel ruolo;
vincolando un numero con le quote rosa, qualche donna
emerge, poi magari fra qualche anno non ce ne sarà più
bisogno perché tante si saranno già fatte conoscere”.
Per Angela che, precisa sorridendo, è rosa ma fa un
lavoro azzurro, è irrilevante che ci siano o non ci siano
p.12 la Betoniera
donne in Consiglio; quello che importa è che il lavoro
venga svolto bene; “io non mi sento più rappresentata
da una donna piuttosto che da un uomo; il Consiglio
d’Amministrazione dovrebbe tenere conto delle
esigenze di tutti, uomini e donne; ma se in un Consiglio
di tutti uomini questi non sono in grado di tutelare
anche i bisogni e le necessità delle donne allora ben
vengano le donne in CdA! Evidentemente se si è sentita
la necessità di fare le quote rosa si è consapevoli che
la voce delle donne non viene presa in considerazione!”
Se parliamo di elenco di candidati è un discorso,
dice Andrea, ma qui si impone qualcuno nel Consiglio
che magari non è stato eletto con dei voti e
non lo trovo giusto; “non stiamo parlando di carriera
dove è vero che le donne hanno più difficoltà,
noi stiamo parlando di un’elezione!”
Anche Marck è d’accordo che “sarebbe stato
giusto garantire le quote rosa solo nella lista
dei candidati, perché davvero il rischio è trovarsi
in situazioni sgradevoli!”
Parliamo ora della presentazione dei candidati;
nel Regolamento si legge che le liste dei candidati
saranno accompagnate da una relazione
di presentazione dei candidati e del loro profilo
professionale; fino all’ultima elezione sulla
Betoniera usciva un primo numero con le schede
dei candidati (occupazione, ruolo, elenco
dei candidati sottoscrittori), poi, nel numero
successivo, un articolo scritto dal candidato
medesimo. Voi cosa ne pensate di queste modalità
di campagna elettorale?
Per Marck “è chiaro che per leggersi tutto bisogna
essere più semplici perché alcuni alle precedenti
elezioni sono stati molto prolissi, altri molto ermetici!
Però come principio mi pare la forma giusta!”
Provo a chiedere se non sia più chiaro e leggibile
farlo sotto forma di intervista magari con
domande uguali per tutti; “non credo che sia giusto ritiene Paolo - ognuno deve essere libero di esprimere
le sue opinioni senza forzature”. È Andrea a proporre
di fare come in alcuni giornali ovvero mettere a caratteri
più grandi una parte del testo a cui si vuole dare risalto,
“poi magari se uno è interessato legge tutto
nel dettaglio altrimenti gli basta leggere ciò che è
evidenziato e che funziona come un riassunto”. “Sono
d’accordo - interviene Federica - ma bisogna comunque
cercare di limitare la lunghezza degli interventi,
soprattutto da quest’anno che ci saranno 26 candidati”.
05.f
Ma sono utili questi articoli? Possono spostare dei
voti? “In generale - risponde subito Angela - voterò
qualcuno che conosco o che mi ha consigliato qualcuno
di cui mi fido; però c’è un’altra cosa: se io fra
tre anni volessi rivotare lo stesso candidato della volta
precedente mi piacerebbe sapere se si merita di nuovo
la mia preferenza; mi piacerebbe alla fine del mandato
sapere rispetto alle “promesse elettorali ” che ha fatto
com’è la situazione”; “è vero - conferma Marck
- tu magari voti per una persona poi non la vedi per uno
o due anni”. “Io - confessa Paolo, ma tutti annuiscono
- alcuni consiglieri non li ho mai visti, non so chi siano;
mi pare che non ci sia un contatto tra consiglieri e soci.
Al di là delle relazioni sull’andamento dell’azienda,
ad esempio dell’Ad al Consiglio dei delegati,
non c’è un’informazione capillare, periodica e non
istituzionalizzata; le informazioni le hai a livello
di amicizia, se magari conosci un consigliere”; “è vero
- conferma Andrea - qui a differenza della politica
ci dovrebbe essere un rapporto che invece non c’è”.
Avete delle proposte, dei suggerimenti in merito?
Marck è il primo a lanciare un’idea: “Si potrebbero
organizzare più spesso delle riunioni in cui i consiglieri a
turno, così li conosciamo meglio, hanno la possibilità di
incontrare i soci, sia in sede sia in cantiere”; “sperando
che questi incontri non restino deserti - dice Federica
- perché a volte la partecipazione in Cooperativa
purtroppo è scarsa”; “oppure ogni consigliere potrebbe
fare dei resoconti non troppo tecnici sulla Betoniera”
propone Angela; “sono d’accordo - è Andrea
a intervenire - articoli chiari per far conoscere chi sono,
cosa stanno facendo e le attività che stanno portando
avanti ”; “un paio di questi interventi ogni 3 anni per
conoscerli meglio!” dice Paolo. “Secondo me - è Marck
che propone - il ponte dovrebbe essere maggiormente
utilizzato, sia per i discorsi preelettorali sia per questi
interventi”; “sono d’accordo - interviene Federica
- poi la Betoniera non tutti la leggono, delle volte arriva
e te ne dimentichi; invece sul ponte quando arriva
la newsletter la leggono tutti”; “visto che il ponte
è uno strumento veloce - suggerisce Andrea - magari
si potrebbe fare un estratto di quello che uscirà sulla
Betoniera”; “peccato che sul ponte non si possano
mettere video, - riflette Paolo - sarebbe bello che
i consiglieri o i candidati potessero fare dei video
messaggi; so che Cmc ha una pagina su youtube,
ma qui in ufficio non ci si connette e a casa
non tutti hanno la possibilità di accedere a internet”.
Per concludere chiedo se verranno tutti,
ravennati e non, a votare. E qui non ci sono
dubbi né perplessità, è un coro di sì!
06.a
06.b
06.c
06.d
06.e
06.f
06
06.g
06.h
intervista
di Mara Cavallari
Università e imprese,
un binomio vincente
06.a-h Immagini del Polo
Universitario Ravennate.
La storia del Polo Scientifico-Didattico di Ravenna
inizia alla fine degli anni ottanta.
Delle sue prospettive e dei suoi problemi parliamo
con il prof. Stefano Zunarelli, docente di Diritto
della navigazione e dei trasporti, riconfermato
nei mesi scorsi alla Presidenza del Polo
Scientifico-Didattico di Ravenna fino al 2013.
Nel 1986 apre a Ravenna la prima segreteria decentrata
dell’Università degli Studi di Bologna, nel 1988 viene
istituita la Scuola Diretta a fini speciali per Archivisti,
nel 1989 prende avvio il primo anno accademico
di Scienze Ambientali. Nel 2001 si costituisce
finalmente il Polo Scientifico-Didattico di Ravenna.
La Facoltà di Conservazione dei Beni Culturali,
con studenti provenienti da tutte le regioni italiane,
costituisce il più consolidato insediamento
universitario cittadino. I Corsi di studio della Facoltà
di Giurisprudenza, i Corsi legati alle professioni sanitarie
di Logopedia e Infermieristica della Facoltà di Medicina,
della Laurea in Ingegneria Edile, e della Laurea triennale
in Tecnologie per la Conservazione e il Restauro
dei Beni Culturali, oltre al già citato Corso di Laurea
in Scienze Ambientali, delineano un quadro ampio
e articolato, con una presenza dell’Università sempre
più capillare sul territorio. A questa offerta si sono
aggiunti il Corso in Chimica dei Materiali e Tecnologie
Ceramiche della Facoltà di Chimica Industriale, la laurea
Magistrale in Sistemi Edilizi e Urbani della Facoltà
in Ingegneria e la Laurea Magistrale in Biologia Marina.
Il numero delle matricole è nel frattempo aumentato
di anno in anno fino a raggiungere i circa 3.500
studenti iscritti attualmente a Ravenna.
Delle prospettive e dei problemi del Polo ravennate
parliamo con il prof. Stefano Zunarelli, docente
di Diritto della navigazione e dei trasporti,
riconfermato nei mesi scorsi alla Presidenza del Polo
scientifico-didattico di Ravenna fino al 2013.
Prof. Zunarelli, la prima domanda è d’obbligo.
In un periodo di grandi incertezze normative e
finanziarie per l’Università italiana, quali problemi
dobbiamo aspettarci per il Polo ravennate?
Il sistema universitario italiano, e quindi anche quello
bolognese-romagnolo, si trova a dover affrontare
una fase di grave restrizione delle risorse pubbliche
p.13 la Betoniera
disponibili, che comporterà necessariamente
un processo di razionalizzazione sul piano organizzativo.
La riforma recentemente attuata detta le linee lungo
le quali si dovrà procedere per realizzare tale processo
di razionalizzazione, che troveranno una prima
realizzazione nel nuovo Statuto dell’Alma Mater,
che sarà discusso ed approvato nei prossimi mesi.
Ogni processo di razionalizzazione, accanto
ad inevitabili rinunce, porta sempre con sé nuove
opportunità. I docenti ed i ricercatori del Polo
Universitario di Ravenna faranno ogni sforzo per
cogliere queste opportunità, soprattutto collocando
l’attività di ricerca nel contesto organizzativo di Ateneo
nella maniera più adatta alla sua valorizzazione a livello
internazionale e rendendo l’offerta didattica sempre più
aderente alle aspettative dei giovani, che giustamente
intendono entrare nel mondo del lavoro attrezzati
per svolgervi un ruolo da protagonisti, ed a quelle
del territorio ravennate, in tutte le sue articolazioni.
Uno dei punti di forza del Polo ravennate in
questi anni è stato senza dubbio il forte legame
con la realtà produttiva del nostro territorio.
Oggi si lavora per fare di Ravenna una importante
realtà per quanto riguarda l’energia e la nautica.
Quale contributo può venire dall’università?
Uno degli obiettivi che il Polo universitario si è dato
come prioritari è quello di intensificare le relazioni con
le realtà imprenditoriali ravennati, svolgendo un ruolo
di supporto allo sviluppo dell’economia non solo
ravennate ma di tutta la regione. In questa prospettiva,
l’avvio (soprattutto grazie agli sforzi della Regione
Emilia Romagna e degli Enti locali) della realizzazione
di Tecnopoli destinati a sviluppare la ricerca applicata (e
quindi immediatamente fruibile da parte delle imprese)
nei settori dell’energia e della nautica rappresenta
una grande opportunità per tutti quanti operano nel
territorio ravennate. Il nostro territorio potrà assumere
in futuro un ruolo di primaria importanza a livello
internazionale nei settori dell’energia e della nautica.
Ciò per evidenti ragioni storiche, geografiche
e di esperienze industriali già sviluppate nella città
o nei territori contigui. L’Università ha al proprio interno
un patrimonio di conoscenze e di professionalità
che può costituire il valore aggiunto decisivo per indurre
nuove imprese di questi settori ad avviare insediamenti
nelle aree ravennati a ciò destinate, e per convincere
le imprese già presenti a sviluppare ulteriori iniziative
industriali innovative sul piano tecnologico. Mi auguro
che le imprese sappiano cogliere l’opportunità che
viene loro offerta. Da parte nostra non solo garantiremo
la massima disponibilità, ma ci renderemo parte
attiva al fine di sollecitare occasioni di collaborazione
ed anche di elaborazione strategica comune.
Negli anni gli spazi a disposizione del polo
universitario ravennate sono cresciuti in qualità
e quantità. Quali restano i punti di maggiore
sofferenza da affrontare per la qualità didattica
e per l’accoglienza di studenti e docenti?
La situazione degli spazi è molto migliorata negli ultimi
anni. Si può dire che i Corsi delle Facoltà di Beni
Culturali, Giurispudenza ed Ingegneria abbiano trovato
una sistemazione logistica ottimale, che pone
gli studenti in condizione di vivere la propria esperienza
universitaria in un contesto nettamente più accogliente
di quello dei corrispondenti corsi della sede di Bologna
(ove esistenti), anche in termini di facilità di contatto
e di rapporto con i docenti. Gli indici relativi al livello di
soddisfazione degli studenti sono eloquenti al riguardo.
La maggiore criticità che tuttora persiste è quella relativa
alla definitiva collocazione di alcuni laboratori dei corsi
di Biologia Marina e di Scienze Ambientali, per cui,
comunque, è stata identificata una soluzione-ponte
ritenuta da tutti soddisfacente. L’Ateneo e la Provincia
di Ravenna stanno studiando come pervenire
ad una definitiva soluzione del problema.
Ravenna si candida a Capitale europea della cultura
per il 2019. Quale contributo in questa direzione
può venire dal Polo universitario ravennate?
Credo che il contributo che la presenza dell’Università
a Ravenna ha dato in questi ultimi dieci anni alla crescita
culturale della nostra città sia sotto gli occhi di tutti.
Anche la presenza di studenti stranieri, sia come
iscritti ai curricula universitari ravennati che
come partecipanti a programmi Erasmus, è in continua
crescita. Ciò non può che avere positivi effetti
sulla ‘visibilità’ internazionale di Ravenna, soprattutto
nei confronti delle generazioni più giovani.
Nei prossimi mesi cercheremo di porre i numerosi
contatti internazionali del Polo di Ravenna
(e in generale dell’Ateneo) a disposizione delle autorità
cittadine per supportare la candidatura di Ravenna
quale Capitale europea della cultura per il 2019.
07.1
comunicazione
di V. M.
Il punto sul blog Cmc
07.1.a Una schermata
del blog www.cmcblog.it.
Il prossimo maggio il nostro blog spegne la sua
prima candelina. Come sta andando? Attraverso
Analytics, lo strumento di Google che fa il punto
in tempo reale degli accessi e delle caratteristiche
dei visitatori, questo è il quadro che è emerso.
Il blog si sta integrando alla grande anche
con i social network attualmente in uso che
sono, ricordiamo, per le foto Flickr e per i video
You tube. Recentemente tra l’altro è stato
pubblicato su you tube un breve video che
si riferisce alla visita del Presidente Napolitano.
Ed altro a seguire avverrà.
Dal 3 maggio scorso è online il blog di Cmc.
Circa 300 articoli pubblicati, per un totale di 46.644
parole, 400 foto e 40 gallerie di immagini,
collegamenti costanti con i social network, news letter
settimanali ed un pubblico in continuo aumento
sono in sintesi alcuni dei dati del nostro giornale online.
Da settembre 2010 al 31 gennaio 2011 hanno visitato
il sito 6.421 persone che hanno letto 18.717 pagine.
Gli utenti fruiscono in media di un paio di pagine
per visita, rimanendo sul sito circa 2 minuti,
il tempo necessario per leggere le news più recenti.
I visitatori provengono per lo più dall’Italia
(90,87%), mentre la parte rimanente si collega
da ulteriori 76 paesi, tra cui risultano
in prima posizione il Sud Africa e il Mozambico.
Il blog si consulta prevalentemente tramite computer,
ma non mancano utenti che lo leggono anche
attraverso smartphone (es. iPhone) e tablet (es. iPad).
Nel periodo di riferimento si tratta complessivamente
di 120 visite con una media di 2 pagine a visita e
una durata complessiva della navigazione di un minuto e
mezzo (in conformità con quanto rilevato in precedenza).
della sperimentazione effettuata nel 2010
e getta ottime prospettive di crescita per il 2011.
07.1.a
Da segnalare inoltre come, rispetto al mese di settembre,
le prime settimane del 2011 riportino un evidente
incremento in termini di visitatori mensili (+150%)
e visualizzazioni di pagina (+117%), mostrando
come la consultazione del blog si sia rapidamente
diffusa non solo tra i dipendenti della Cooperativa
ma anche all’esterno, portando attualmente
il numero mensile di visitatori a sfiorare le 2.000 unità
e il numero di pagine visualizzate a oltre 5.300.
Il blog di Cmc si configura in definitiva come
uno strumento informativo di cui gli utenti sono
ben consapevoli, visitato per brevi periodi temporali
(come una sorta di bacheca virtuale) con l’obiettivo
di ottenere aggiornamenti sulla Cooperativa
e sulla sua attività sociale. L’incremento del numero
di utenti negli ultimi mesi, collegati non solo dall’Italia
ma anche da numerose località estere in cui risiedono
lavoratori italiani di Cmc, decreta la buona riuscita
07.2
comunicazione
di V. M.
Comunicare noi stessi tramite Skype
In questi giorni le pagine dei giornali sono piene
di commenti di superesperti che trasmettono
ai comuni mortali le informazioni di base per
permetterci di capire in quale gesto, atteggiamento,
movimento del corpo si possa nascondere
un mostro. Fa fede in questa ricerca il bisogno
di riconoscere con assoluta certezza cosa distingue
l’essere “mostruosi” dai cosiddetti normali. E noi
“normali” quali strumenti abbiamo per comunicare?
Certo, se è vero che il corpo non mente mai,
ci sono modi inconsci per riconoscere pensieri
e sentimenti oltre il detto od oltre il voluto.
Ma nel mondo virtuale?
È curiosa la quantità di citazioni, aforismi, stralci di frasi
celebri o meno, che gli utenti di Skype utilizzano
per il loro profilo. Ne esce un quadro divertente, a volte
misterioso, che evidenzia inaspettate vie di saggezza
e di autoanalisi. Non vogliamo trarre da questa messe
di messaggi nessuna morale conclusiva, solo mettere
in evidenza il grande bisogno di umanizzare
del quale lo strumento informatico ci lascia sempre
utenti assetati ed affamati.
Ecco qua quel che ne è uscito.
Ci sono i saggi, anzi le sagge. Valentina, chi è vecchio
da giovane piange da vecchio, Elisa, citando Aristotele,
p.14 la Betoniera
“la dignità non consiste nel possedere onori ma
nella coscienza di meritarli”, Michela “Nella mia vita
c’è sempre un sottofondo musicale, ogni momento
importante è legato a una canzone, e ogni volta
che la sento parte il mio videoclip personale...”,
Raffaella “questo universo è come un oceano
dall’equilibrio perfetto. Non puoi sollevare un’onda
qui senza scavare un vuoto altrove”, l’amica
Tatiana “solo la luce che uno accende a se stesso,
risplende in seguito anche per gli altri...”
La saggezza è appannaggio delle donne? Macchè...
i colleghi non sono da meno. Claudio, citando Oscar
Wilde, “l’ottimista pensa che questo sia il migliore
dei mondi possibili, il pessimista sa che è vero”,
Daniele “secondo le leggi della fisica, il calabrone non
può volare; lui però non lo sa e vola lo stesso”,
Stelio ricorda una frase di madre Teresa, “la gioia
è assai contagiosa. Cercate, perciò, di essere sempre
traboccanti di gioia dovunque andiate”.
Ci sono quelli che fanno il punto sui guai della vita.
Partiamo da Angela “i sogni son desideri ... NON
si avverano!”, Monia “non ho mai visto niente di più
menagramo, a parte un gatto nero che passa sotto una
scala”, un’altra Valentina “...la vita è cattiva, la gente
è cattiva, l’estremo individualismo è ciò che ucciderà
la nostra mente e cancellerà le nostre sensazioni...”,
Mirella ha “imparato che la vita è dura ma ..... io di
più!”, Andrea “Tuesday’s gray and Wednesday too:)”
Poi ci sono quelli della sospence. Daniele ci invita
ad andare al Daniele 6.5 dei Libri profetici dell’Antico
testamento, Gabriele “coitado de mim! poor me!”,
Miro puntualizza che “aveva ragione Darwin...”
qualcun altro ci ricorda che “ha superato il mezzo
secolo..... ma và come un treno!!!!!!”
Grande spazio allo sport: Riccardo fa l’augurio
“che vinca il migliore”, Edo ringrazia “caracciolo di avere
evitato un derby per il prossimo anno!!!!!!”, Marco
“Fate in modo che gli resti impressa nella memoria,
per sempre, la sera che hanno incontrato i Titans”.
Poi ci sono i divertenti e divertiti: Gerardo “facciamo
che ci sono anche se non ci sono” o Polly “anche
un orologio rotto segna l’ora giusta 2 volte al giorno”.
Termino con gli esistenzialisti, quelli che ricordano
a se stessi ed agli altri, che tutto è destinato a finire.
Un memo, che sta tra memoria e medicamento,
che ci invita a non prendere la vita troppo sul serio.
È questo il significato di un messaggio in lingua
pali “tutte le cose condizionate sono impermalenti”
o del “...tutto scorre” di Roberto. Non so quanto
possa consolarci, ma anche la tecnologia avrà la stessa
sorte, se è vero il messaggio di Luca, il quale ci avverte
che anche “le cose elettroniche si rompono”.
08
08.a
osservatorio
di Monica Arena
Expo 2015
08.a Monica Arena.
08.b Giuseppe Sala,
amministratore delegato
Expo 2015.
Il 2011 sarà l’anno del lancio di Expo 2015.
Lo ha dichiarato l’amministratore delegato della
manifestazione, Giuseppe Sala. La macchina
di Expo si mette finalmente in moto, il budget
degli investimenti è stato approvato dal Consiglio
di Amministrazione, che ha previsto la cifra di 105
milioni di Euro per la sistemazione dell’area
che ospiterà l’evento e la progettazione delle opere
di superficie del sito ed i servizi generali.
Partono gli appalti integrati per la realizzazione
della “Piastra” dell’area espositiva, la ristrutturazione
della storica cascina al centro del sito, il Performance
Centre, l’anfiteatro.
A febbraio arriverà anche un nuovo logo, più dinamico
e rappresentativo del tema “Cibus Sapiens”,
alimentazione sapiente, visto il tema “Nutrire il pianeta,
energia per la vita”. Lo ideeranno giovani studenti
e neolaureati in architettura, moda,design, grafica
pubblicitaria e disegno industriale nell’ambito
di un concorso lanciato dalla società Expo. Il vecchio
marchio con l’Uomo Vitruviano al posto della X, tuttora
regolarmente utilizzato dalla società Expo anche
se pignorato da un creditore della società precedente,
verrà quindi sostituito da quello scelto dalla giuria
del concorso a presiedere la quale è stato chiamato
lo stilista Giorgio Armani. Ma la sua non è la sola
09
collaborazione eccellente all’evento. Maestri indiscussi
del mondo della scienza, dell’architettura e dello
spettacolo sono stati chiamati a dare il loro contributo.
L’architetto Daniel Libeskind si occuperà della
progettazione delle porte d’ingresso dei viali che
attraversano l’area espositiva; lo scenografo Dante
Ferretti, due volte premio Oscar, disegnerà i due
viali principali dell’Expo, il cardo e il decumano. Gli
architetti Jacques Herzog e Ricky Burdett si occuperanno
della progettazione infrastrutturale del sito.
del 2012, l’ad Sala assicura che tutti i lavori
preliminari di sistemazione del sito saranno terminati.
08.b
Grandi nomi a livello internazionale perché è all’estero,
più che in patria, che Expo 2015 suscita grande
interesse. Cina, Corea, Germania, Svizzera hanno
già confermato la loro partecipazione come espositori.
A fine febbraio il sindaco di Milano Letizia Moratti
incontrerà a Roma gli ambasciatori di mezzo mondo.
L’invito dell’Italia a partecipare alla manifestazione
è stato inviato a 190 Paesi,incluso lo Stato del Vaticano.
Quest’ultimo era già stato invitato ad altre Esposizioni
Universali e aveva partecipato all’edizione di Lisbona
nel 1998. Questa volta il tema sulla nutrizione
è particolarmente sensibile e i rapporti tra Expo e Città
del Vaticano sono molto stretti, anche perché i terreni
di Expo sono in lizza per ospitare la Giornata Mondiale
della Famiglia che si terrà a primavera del 2012
con la presenza di Papa Benedetto XVI. E per quella
occasione, che sarà esattamente nel mese di maggio
09.a
formazione
di E. A.
Lavorare e crescere nella Regione Australe
09.a Davide Domeneghetti.
Si dice che il futuro appartiene ai giovani. Cmc lancia
quest’anno il programma Cmc University anche in
Africa Australe. Tra tutor e turati sono 35 i partecipanti
al programma di Management Efficace, inaugurato
a Johannesburg, il 5 e il 6 febbraio con l’intervento di
Leondardo Potenza, Davide Casadio e Fabrizio Frasca
Fantoni dello Studio di consulenza manageriale
Ceccarelli e il saluto in conference call di Dario Foschini.
all’archivizione dei documenti. Sará quindi necessario
programmare ed attivare una forte attivitá di formazione,
non meno intensa di quella che vedrá la Cmc AA
impiegata nella formazione sulla Sicurezza. Per avere
un’idea di come siano impiegati le nostre giovani
promesse nel loro percorso di crescita professionale,
ho intervistato Davide Domeneghetti, il responsabile
del cantiere di Beira Sanitation in Mozambico.
Il futuro, per l’anno 2011, si scriverá anche potenziando
le competenze di un’altra trentina di giovani che saranno
impiegati nei loro percorsi di sviluppo e di inserimento.
Si prevede di inserire nell’area altri 10 giovani da formare
e di potenziare l’organico di personale locale con
competenze tecniche spedifiche. Continueranno anche
i corsi sul Project Management organizzati da Massimo
Tommaso Rossi, il direttore tecnico del Mozambico,
giunti quest’anni al secondo anno di programmazione e
che hanno giá visto far ottenere all’ingegnere Tong Ayala
il certificato di Project Manager, rilasciato dall’Istituto
Internazionel di Project Management (cui vanno i nostri
complimenti). Ma il futuro non si fa solo con il sapere
tecnico, ma anche con le competenze linguistiche,
soprattutto in un’area in cui si parla Portoghese, Inglese
e Francese. È quindi in partenza la terza edizione del
corso di Portoghese a Johannesburg e la prima di quello
di Inglese a Maputo. Entro il 2011 verrá realizzato
un forte programma di nuovi strumenti: dalla gestione
delle risorse umane, alla gestione della commessa,
Quali sono le attivitá di formazione cui hai
partecipato o che sono state programmate nel
corso di quest’anno? In che modo esse partecipano
alla tua crescita professionale? Quest’anno la Cmc ha
organizzato ed implementato, e non solo strettamente
per i cosidetti “addetti ai lavori”, tre seminari a tema
Project Management. Oltre all’esperienza puramente
lavorativa e quindi “tecnica”, oltre a quella umana
e interpersonale che possano maturare nell’ambito di
un’esperienza lavorativa in un individuo, personalmente
ritengo che coinvolgere in attivita’ di formazione
il personale ne influenzi indubbiamente e positivamente
il percorso professionale e formativo. Innanzitutto aiuta
a parlare tutti lo stesso “linguaggio”, a capirci prima
insomma. Ci indirizza a capire il lavoro dei colleghi,
a capire meglio il nostro ruolo e a rapportarci con
gli stessi. La formazione poi partecipa a chiarire i punti
chiave e gli obiettivi che vogliamo perseguire, ma
soprattuto ci sensibilizza agli stessi e ci da l’opportunità
di ampliare il nostro bagaglio culturale personale e,
p.15 la Betoniera
inevitabilmente, di migliorarsi professionalmente
allargando le nostre vedute.
A tal proposito tempo fa mi furono anticipate in
cantiere da MT Rossi alcune tecniche di gestione
e i primi rudimenti di un algoritmo con lo scopo
di iniziare a gestire le commesse in maniera diversa .
Subito ho guardato alla tecnica con un po’ con di
sospetto, pensando che fosse meramente una maniera
diversa per controllare i costi di una commessa.
Tuttavia, col tempo e col perfezionarsi dei pochi e
rudimentali concetti che il nostro progetto iniziava ad
applicare, percepivo come stessero realmente andando
le cose e con maggior frequenza. E subito dopo
intravedevo la possibilità, col un ritardo di pochi giorni
appena sulle lavorazioni, di comprendere a grandi
linee cosa succedeva, perché e quando succedeva,
dove succedeva, con l’enorme vantaggio di poter
interagire o far interagire rapidamente il nostro team
di conseguenza, coinvolgendolo direttamente
e invogliandolo così a partecipare attivamente
al raggiungimento degli obiettivi che ci prefiggevamo.
Il Team di progetto, usando il nuovo “algoritmo”,
stava cambiando l’approccio, sensibilità, esperienze.
Spero che il ciclo di seminari in corso continui a
sviluppare e diffondere, condividere tra noi gli strumenti
e l’uso degli stessi che ci aiutano a sviluppare insieme
una nuova sensibilità per pianificare meglio i lavori,
in maniera più sicura, più flessibile e più efficiente.
10.1
10.1.b
10.1.a
lavori in corso
di Adriano Pederzoli
Galleria di trasferimento
e diga di Tabellout in Algeria
10.1.a-b Diga di Tabellout.
Dopo l’ultimazione della diga di Koudiat
Acerdoune in Algeria, avvenuta con successo
in aprile del 2009 (la si può vedere in Google
earth in tutta la sua maestosità), superando
un cammino accidentato da ripetuti lanci
e successivi annullamenti delle gare d’appalto
per la gemella diga di Tabellout e per il tunnel di
trasferimento, finalmente Cmc è risultata vincente,
congiuntamente con la società francese Razel
già partner nella diga di Koudiat, della gara che
ha accorpato i due lotti della diga e del tunnel.
L’inizio dei lavori, che sono previsti della durata di 33
mesi, è stato pronunciato in marzo 2010 ma in realtà
hanno potuto prendere inizio solo nel mese di luglio in
seguito alle complesse e imperative misure di sicurezza
che il Committente ha istituito a salvaguardia
dell’incolumità del personale espatriato che a tutt’oggi
alloggia in campi provvisori o in città in attesa
di trasferirsi nei campi definitivi che sono in costruzione:
il primo, quello centrale e di maggior spessore,
nella località della diga in provincia di Jijel e
il secondo in corrispondenza dell’ingresso della Tbm
per lo scavo del tunnel in provincia di Setif.
I collegamenti fra i due campi sono difficili nonostante
la distanza breve, appena 40 Km sulla strada statale
Rn77, e gli espatriati sono tenuti a muoversi solo
se accompagnati dalla scorta militare che effettua
10.2.a
10.2.a
10.2.e
10.2.b
i trasferimenti percorrendo una strada alternativa
lunga ben 185 Km.
Le prime attività svolte inerenti la diga sono:
la campagna geologica, complementare a quella
realizzata in fase d’appalto, la cantierizzazione
inerente ai campi e alle zone dei depositi di materiali
e di montaggio degli impianti di calcestruzzo
e di frantumazione, le due gallerie di derivazione,
appena iniziate, da realizzare mediante l’uso di esplosivo
e infine le piste di accesso sulle spalle della diga.
A differenza di quanto avvenuto in diga, le aree
relative al tunnel sono state espropriate e consegnate
all’impresa solo il 27 dicembre scorso. Di conseguenza
i lavori di cantierizzazione sono iniziati solo
in gennaio 2011, mentre le attività relative alla
campagna geologica complementare che si sono svolte
in superficie in asse al tunnel sono pressoché ultimate.
Purtroppo, a partire dal 2010, le imprese straniere in
Algeria stanno incontrando difficoltà di tipo burocratico
sempre crescenti dovute alle restrizioni imposte
dalle autorità locali nel rispetto di precise istruzioni
governative che hanno all’origine l’obiettivo della
riduzione della disoccupazione. Così, da un punto
di vista operativo, si verifica che i permessi di lavoro
per gli espatriati vengono accordati solo in presenza
di determinati requisiti, prima non richiesti,
e che le importazioni richiedono tempi di sdoganamento
più lunghi mentre per quanto riguarda i rapporti con
le amministrazioni locali, incluso la committenza, si nota
una chiara riluttanza al consenso durante le trattative
e un distacco di fronte ai problemi dell’impresa.
Attualmente la forza lavoro espatriata è composta da
3 italiani e 22 francesi sulla diga e 4 italiani sul tunnel,
mentre quella locale è di 440 in diga e 20 al tunnel.
Vale la pena citare gli italiani per nome: in diga
Francesco Biason e Angelo Trevisan ex Koudiat
quindi più che navigati e Luciano Cipolla giovane
amministrativo neo assunto in Cmc; nella galleria
Vittorio Bianchi e Mauro Amadori che non hanno
bisogno di presentazione essendo pietre miliari,
Aurelio Mirabelli giovane ingegnere e Aldo Barbagallo
direttore di cantiere appena inserito.
In questi primi mesi non si può non riconoscere
la devozione e lo sforzo profusi dagli uomini che fanno
parte di questo cantiere avendo affrontato situazioni
logistiche veramente difficili che hanno messo
a dura prova l’impegno di tutti.
A fine febbraio è prevista l’ultimazione dei due
campi con gli alloggi in prefabbricati acquistati
localmente, saranno così ripristinate le condizioni
di una normale vita di cantiere.
Le opere sorgono in località differenti, la diga 30 Km
10.2.c
10.2.d
10.2.f
10.2.g
p.16 la Betoniera
10.1.c Diga di Tabellout.
10.1.d.e Galleria di collegamento
della diga di Tabellout.
10.1.e
10.1.d
10.1.c
a sud di Jijel, sulla confluenza dei due fiumi Djen Djen
e Rha, affiancati dalla statale Rn77 (la stessa che è stata
oggetto della gara d’appalto lanciata nel 2008 ristretta
alle imprese italiane e poi annullata), che dovrà essere
deviata perché sottostante la quota di massimo
invaso, e la zona d’ingresso della Tbm nel tunnel,
che sarà scavato procedendo in direzione della diga,
situata a 40 Km dalla diga e 80 Km da Setif.
Diga di Tabellout
• corpo diga in R.C.C. 975.400 m3
• altezza diga rispetto alla fondazione 121 m
• lunghezza diga in cresta 366 m
• larghezza diga in cresta 8 m
• larghezza diga alla base 108 m
L’opera comprende inoltre:
L’importo del contratto è di 159 milioni di euro
e l’ente appaltante è l’Anbt Agenzia delle dighe
e trasferimenti Algerina.
Le opere in costruzione fanno parte del sistema Est
del Progetto Setif-Hodna che ha la finalità di alimentare
in acqua potabile e di irrigazione la regione di El Eulma
attraverso il prelievo d’acqua dalla diga di Tabellout
e relativo trasferimento mediante pompaggio
da nord verso sud in una ritenuta chiamata Draa Diss
distante circa 40 Km in linea d’aria.
Il volume dell’acqua da trasferire è di 189 milioni
di m3/annui suddivisi in 20% ad uso potabile e 80%
ad uso irriguo. La superficie del bacino versante
è di 402 Km2 e la capacità totale dell’invaso di 294
milioni di m3 di cui utili 214.
Le caratteristiche tecniche delle opere da progetto
di gara sono le seguenti:
10.2
10.2.h
• uno sfioratore integrato nel corpo diga di lunghezza
2x22,5 m capacità di sfioro pari a 981 m3/sec.
• scarico di fondo realizzato per mezzo di due condotte
d’acciaio di diametro 2,5 m una e 3,65 l’altra
e di lunghezza 77,6 m la prima e 30 m la seconda,
equipaggiate entrambe con paratoie, che
confluiscono in una condotta metallica di diametro
3,65 m lunga 76 m su cui è installata una paratoia
di regolazione della portata.
• due gallerie di derivazione provvisoria del fiume,
che consentono una portata di 464 m3/sec, della
lunghezza una di 380 m e l’altra di 431 m entrambe
a sezione di ferro da cavallo 6 m di altezza e 4,5 m
all’arco rovescio da realizzare con metodo tradizionale.
diga di Tabellout e la porta mediante pompaggio alla
quota di partenza della galleria dove scorre per gravità
fino a raggiungere il bacino tampone sul fiume Halib da
cui viene ripresa da una seconda stazione di pompaggio
per essere immessa nella ritenuta di Draa Diss.
• canale di collegamento all’ingresso della galleria:
• sezione ad U di 3,98 m di larghezza e 2,30 m in altezza
• lunghezza 20 m
• galleria a sezione circolare da scavare con Tbm:
• lunghezza 12.980 m
• diametro di scavo 4,20 m
• Diametro interno del rivestimento finito 3,50 m
• Rivestimento interno con conci prefabbricati
• pendenza 0,12%
• due gallerie a sezione di ferro da cavallo da realizzare
con metodo tradizionale all’esplosivo:
• sezione 4,85 in altezza e 3,70 alla base
• diametro interno finito 4,20 m
• lunghezza 350 m + 90 m
Galleria di collegamento
• canale di collegamento a valle della galleria:
• sezione ad U di 3,80 m di larghezza e 1,80 m in altezza
• lunghezza 365 m
La galleria di collegamento prende origine dalla stazione
di sollevamento che prende l’acqua dall’invaso della
• bacino tampone
• capacità 57.000 m3
10.2.i
10.2.l
lavori in corso
di Elisa Beraud
Conosciamo meglio i paesi
in cui lavoriamo: il Laos
10.2.a-d Volti dal Laos.
10.2.e-g Le foto pubblicate
in questa pagina fanno parte
di un servizio fotografico
La signora Elisa Beraud, moglie di Matthieu Beraud,
uno dei rappresentanti del team di progettisti che
collabora con noi al progetto del Theun Hinboun,
ha gentilmente deciso di collaborare con il nostro
giornale inviandoci questo articolo.
realizzato in Laos dalla fotografa
Valeria Gradizzi, sorella della
geologa Annapaola impegnata
nel nostro cantiere del Theun
Hinboun. Valeria ha colto
l’occasione di una visita
in cantiere alla sorella
per riprendere con la macchina
Il Laos, ufficialmente Repubblica Democratica Popolare
del Laos dal 2 dicembre 1975, occupa una posizione
centrale nel Sud Est Asiatico dal momento che
è circondata da Cina, Vietnam, Cambogia, Tailanda
e Birmania. Il Laos è senza sbocco sul mare.
Con una superficie di circa 240.000 km2, la sua forma
allungata ricorda quella dell’Italia.
fotografica sia l’ambiente
circostante sia momenti
di vita del cantiere. Nei
prossimi mesi organizzeremo
una mostra fotografica
di questi interessanti scatti
nella galleria della nostra sede.
10.2.h-m Volti dal Laos.
Il fiume Mékong bagna il paese per circa 2.000 km,
ma sono gli altopiani e le montagne a ricoprire
l’80% del territorio, in particolare la Catena Annamita
che domina a nord e ad est del Paese.
La coltivazione del riso prevale su tutto il territorio: riso
umido nelle pianure, riso secco sulle montagne, ma
si trovano anche ogni genere di alberi da frutto: mango,
papaia, cocco, ecc. e, sorprendentemente, piantagioni
di caffè e di tè in abbondanza nel sud del paese.
Le grandi città, tutte situate lungo il corso del Mékong
sono, dopo Vientiane, Pakxe, Savannakhet
e naturalmente Luang Prabang, l’antica capitale
del regno. Vi si possono trovare i resti di una architettura
coloniale che fa oggi parte del patrimonio laotiano,
p.17 la Betoniera
ma nei numerosi villaggi prevalgono le abitazioni
tradizionali prevalentemente in legno e canna di bambù.
Le abitazioni sono costruite su palafitte per evitare
le inondazioni durante la stagione delle piogge, lo spazio
sotto la casa diventa così un luogo per godere di un po’
d’ombra durante la stagione secca. Inoltre in questo modo
si impedisce l’ingresso in casa di ospiti “indesiderati”.
Un tempo “regno di milioni di elefanti”, il Laos, o paese
del popolo Lao, deve il suo nome a questa etnia che
rappresenta circa il 50% della popolazione. L’altra metà è
divisa in una cinquantina di gruppi etnici di origini diverse
che sono stati ripartiti in 3 gruppi “lao” per rinforzare
e armonizzare il sentimento di appartenenza nazionale: i
Lao Lum (abitanti delle terre basse), i Lao Teung (abitanti
degli altopiani) ed i Lao Song (abitanti delle montagne).
Sulla base della lingua parlata i gruppi etnici sono sei:
Lao-Tai, Mon-Khmer, Mong-Yao, Tibet-Myanmar,
Viet-Mouang, Han, ciascuno con la propria lingua
ed i propri costumi, prevalentemente buddisti o animisti.
I Laotiani si distinguono per la loro gioia di vivere.
Amano le feste ed i numerosi avvenimenti familiari,
l’inaugurazione di una casa o la nascita di un bambino,
sono l’occasione di cerimonie gioiose alle quali partecipa
tutto il villaggio. Le principali feste nazionali sono:
• PiMaï, il Capodanno laotiano (il 14, 15 e 16 aprile),
che è anche la Festa dell’acqua quando si lavano le case,
gli abiti, le statue del Buddha ma soprattutto ci si spruzza
d’acqua, visto che la tradizione consiste nel versare un
bicchiere d’acqua nel collo di una persona e picchiettarle
la schiena per augurarle buon anno e buona salute!
• Bouk Khao Pansa, la fine del periodo di ritiro
dei monaci buddisti.
• la festa nazionale (il 2 dicembre) che commemora
la Rivoluzione e durante la quale si svolgono numerose
cerimonie ufficiali.
• Boun Souang Heua, festa delle Acque con gare
di piroghe lungo il Mekong. La sera il fiume diventa
protagonista assoluto, illuminato da centinaia di piccole
zattere che galleggiano sulla corrente.
10.2.m
11
11.a
11.b
11.c
11.d
brevi dai cantieri
Brevi dai cantieri
11.a Galleria Palude,
abbattimento del diaframma.
11.b.e Cantiere di Ingula.
11.c.f.g Maas, mercato
agroalimentare di Catania.
11.d. Cantiere
di Porto Empedocle.
11.h Taglio del nastro del centro
commerciale “Perla Verde”.
Riccione Taglio del nastro per il centro
commerciale “Perla Verde”
Il Sindaco di Riccione Massimo Pironi e il Presidente
di Coop Adriatica Gilberto Coffari hanno inaugurato
sabato 8 dicembre, il centro commerciale e direzionale
“Perla Verde” di Coop Adriatica nella capitale
delle vacanze. Hanno partecipato alla cerimonia, in
rappresentanza di Cmc, Massimo Matteucci, Maurizio
Fucchi, Massimo Gori e Fiorenzo Fabbri oltre a tutta
la “squadra” di cantiere. Completato in poco più
di un anno, il centro commerciale di Riccione ospita,
oltre al supermercato Coop&Coop, già consegnato
lo scorso settembre, altri sedici negozi oltre a vari uffici.
Quadrilatero Marche-Umbria Galleria Palude,
abbattimento ufficiale del diaframma
Ad un anno dall’inizio dello scavo, martedì 7 dicembre
è stato eseguito l’abbattimento del diaframma
della galleria Palude fornice nord. Il primo diaframma
abbattuto da Cmc nell’ambito del lavori del maxilotto
1 Quadrilatero Marche-Umbria è stato festeggiato
con un buffet in galleria.
Tre video per entrare nel cantiere di Ingula
Dalle prime riprese girate dalla troupe televisiva che si
è recata in Sud Africa, in attesa del documentario finale,
sono stati realizzati tre brevi filmati che riassumono
le principali attività in corso nel cantiere di Ingula.
Il primo video inizia con una panoramica dello
stabilimento del nostro subappaltatore Whessoe
all’interno del quale gli operai lavorano le lamiere, che
vengono preriscaldate prima di essere saldate,
necessarie per realizzare le tubazioni della condotta
forzata. Seguono le riprese dell’area su cui sorge l’opera
di presa. In primo piano una panoramica del canale
dell’opera di presa dove gli scavi sono stati completati
e sono in corso i lavori di protezione delle scarpate
con spritz beton e la costruzione dei solettoni.
Le immagini seguenti si riferiscono agli imbocchi
dei due tunnel di presa che al momento sono “tappati”
per evitare che, in caso di allagamenti, l’acqua entri
in galleria. Ci si sposta poi verso la zona dei due pozzi
piezometrici. In primo piano i carriponte montati
per lo scavo dei pozzi. Ogni pozzo è composto
da un tratto superiore del diametro di circa 21 metri
ed una profondità di 100 metri e da un tratto inferiore,
profondo sempre 100 metri, del diametro di 6,5 metri.
I pozzi saranno completamente rivestiti in calcestruzzo.
All’interno dei pozzi gli operai al lavoro, sempre
nel massimo rispetto delle norme di sicurezza.
Il secondo video mostra l’opera di scarico a valle dove
si possono osservare le griglie e le paratoie già montate.
Queste attività sono eseguite dal nostro subappaltatore
Calzoni Hydro. Si può osservare infine il canale
di scarico completamento rivestito in calcestruzzo
e rip rap (pietrame). Le riprese proseguono mostrando
l’area su cui sorgono gli uffici del cantiere.
Più avanti l’officina dove si svolgono i lavori
di manutenzione e riparazione dei mezzi impiegati.
Infine il campo con una veloce carrellata della mensa,
del club e, per finire un po’ di relax con una partita
a tennis sotto uno spettacolare cielo viola.
Con il terzo video entriamo nel vero e proprio dedalo
di gallerie che fanno parte dell’impianto idroelettrico.
Si parte con il Mat (Main Access Tunnel), il tunnel di
accesso alla centrale in caverna. Si arriva poi alle camere
piezometriche di valle dove sono in corso le attività
di preparazione dello scavo con la “raise borer”.
Per finire l’interno del tunnel di scarico, il più grande
con un diametro di 11 metri e della centrale in caverna
(Machine Hall) dove, finito lo scavo della calotta,
gli operai sono impegnati nel ribasso per l’installazione
tiranti per la stabilizzazione della calotta.
p.18 la Betoniera
Trovate i video su: www.youtube.com/CmcRavenna
11.e
I Ministri Altero Matteoli e Angelino Alfano
in visita ai cantieri di Cmc sulla strada statale 640
di Porto Empedocle
Lunedì 17 gennaio, in occasione del varo di un
impalcato del viadotto Pellegrino, in località Serra
Cazzola, il Ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture
Altero Matteoli e il Ministro della Giustizia Angelino
Alfano hanno visitato i nostri cantieri della strada
statale 640 di Porto Empedocle. Ad accompagnarli
anche il Presidente di Anas Pietro Ciucci.
I lavori in corso di realizzazione da parte del General
Contractor Empedocle Scpa, con Cmc capogruppo,
riguardano l’adeguamento a quattro corsie del primo
maxilotto della strada statale 640 per uno sviluppo
complessivo di circa 34 km. Fra le principali opere
d’arte si segnalano 3 viadotti principali per
una lunghezza complessiva di 2,4 km, e 3 gallerie
artificiali. Sono attualmente circa 630 i tecnici
e le maestranze impegnati nei cantieri, di cui oltre
500 residenti in Sicilia. Sono inoltre impegnate
nei lavori circa 43 imprese in gran parte provenienti
dalla Sicilia. “L’intervento in corso nella zona
di Racalmuto è fondamentale per il sistema viario
siciliano ed auspico che possa essere concluso
nei tempi previsti - ha dichiarato il Ministro Matteoli
in un’intervista. Desidero ringraziare in particolare
i tecnici e le maestranze che con dedizione si applicano
quotidianamente per trasformare un progetto
in un’opera compiuta“. “È un risultato straordinario ha rilevato il Ministro Alfano. Un anno fa eravamo
venuti per la posa della prima pietra e adesso i lavori
sono già in fase molto avanzata. La strada statale
640 sarà presto più sicura.”Durante la visita
è stato anche dato l’annuncio che nei prossimi mesi
verrà aperto un primo tratto di strada di circa 3 km.
11.f
Presentazione ufficiale del Maas di Catania
11.g
La cerimonia di presentazione del Mercato Agro
Alimentare Siciliano, Maas, si è svolta sabato
22 gennaio a Tremestieri Etneo, Catania. Presente
anche il Presidente della Regione Sicilia Raffaele
Lombardo. Il Mercato Agro Alimentare di Catania,
che si sviluppa su una superficie di 390.000 mq
di cui 49.000 mq edificata, sorge alle porte di Catania
e rappresenta il più grande polo di interscambio
commerciale del Mediterraneo. Il Maas, realizzato
da Cmc, ospita un mercato florovivaistico,
un mercato ittico ed un mercato ortofrutticolo
che rappresenta il cuore dell’intero mercato
ed è composto da 84 box modulari con una galleria
centrale per la commercializzazione dei prodotti.
Un edificio per i servizi generali, uno per i servizi
tecnologici, il centro ingressi e varie piattaforme
di distribuzione completano la struttura del Maas.
11.h
11.i
11.l
12
12.a
12.b
in breve
In breve
Nasce l’Alleanza delle Cooperative Italiane
Il 27 gennaio, a Roma, è nata l’Alleanza delle
Cooperative Italiane, il coordinamento nazionale
tra le tre centrali cooperative: Agci, Confcooperative
e Legacoop. Un unico organismo che avrà la funzione
di coordinare l’azione di rappresentanza nei confronti di
Governo, Parlamento, istituzioni europee e parti sociali.
Le tre organizzazioni cooperative rappresentano,
insieme, un universo di 43.000 imprese centrate sulle
persone e fortemente integrate nel territorio, con oltre
1 milione e centomila occupati, 12 milioni di soci,
un fatturato complessivo di 127 miliardi. “È così - hanno
detto i tre presidenti - che si rafforza il grande albero
della cooperazione che vede confluire i suoi rami
principali in un unico organismo che avrà la funzione
di coordinare l’azione di rappresentanza. Alleanza
delle Cooperative Italiane nasce per dare più forza
alle imprese cooperative. Non arriva all’improvviso,
ma è stato preceduto, negli anni, da molte esperienze
concrete, così come testimonia l’attiva collaborazione
comune”. Il Presidente di Legacoop Giuliano Poletti,
dice: “Oggi dobbiamo fare i conti con una crisi pesante
e dobbiamo trovare gli strumenti per affrontarla:
l’Alleanza è appunto lo strumento per portare
un contributo del mondo della cooperazione per
far ripartire l’economia. Quello che ci ha accomunato
sempre è stata l’adesione ai valori fondanti, ai principi
essenziali su cui si fondarono le origini delle cooperative
e si fonda oggi l’Alleanza Internazionale delle
Cooperative. È di qui che dobbiamo partire, guardando
avanti, reinterpretando quei principi e quei valori
in termini contemporanei, per cogliere bisogni ed
opportunità, in una parola per contribuire, per la nostra
parte, a ristabilire un clima di fiducia superando il peso
delle paure che bloccano l’evoluzione dei soggetti
sociali e la capacità di reagire, di crescere, di innovare”.
Tra gli intervenuti anche il Presidente di Cmc Matteucci.
A Roma, dal 6 all’8 aprile, il 38° congresso
nazionale della Lega delle Cooperative
Si terrà in aprile il congresso nazionale di Legacoop. Dice
Giuliano Poletti, Presidente nazionale dell’Associazione:
“Il 38° Congresso di Legacoop, che coincide con
il 125° anniversario di costituzione dell’associazione,
rappresenta un’occasione importante per riaffermare
il valore dell’idea cooperativa e, insieme, i buoni risultati
che le cooperative di Legacoop hanno conseguito
in questi anni. Il contesto in cui si svolgerà questo
appuntamento richiede una riflessione puntuale
su ciò che debbano fare le cooperative per superare la
difficilissima crisi economica che stiamo attraversando.
Misurarsi con la crisi significa, in primo luogo, fare i conti
con le ragioni di fondo che l’hanno causata e chiedersi
se le teorie economiche e le politiche di questi anni
abbiano effettivamente interpretato i fenomeni
che hanno scosso il mondo intero”. E ancora, parlando
della cooperazione, Poletti continua “Non dobbiamo
ricercare alcuna legittimazione: le cooperative si sono
guadagnate il loro posto con quanto hanno saputo fare.
Questo approccio è tutt’altro che autocelebrativo;
propone anzi, con grandissima evidenza, lo sforzo,
l’impegno responsabile di riflessione ed il duro lavoro
di adeguamento che dovremo compiere. Oggi abbiamo
di fronte tre grandi sfide: più qualità imprenditoriale,
più qualità cooperativa, più qualità associativa. Sul piano
imprenditoriale, anche il mondo cooperativo deve
affrontare un problema di produttività, di efficienza,
di nuovi modelli organizzativi e di assetti più efficaci.
In questo ambito la grande diversità, per noi, sta nel
fatto che questo recupero di produttività non può essere
ottenuto facendolo pagare ai più deboli, i lavoratori
o i consumatori. Ci si propone, poi, una sfida che è,
in primo luogo, culturale: dobbiamo convincerci fino
in fondo che la forma cooperativa ci consegna,
rispetto alle altre tipologie di impresa, più strumenti,
e non meno, per affrontare le problematiche
del fare impresa e, in particolare, che i nostri principi di
p.19 la Betoniera
democrazia e partecipazione non sono un’opzione, ma
una condizione che, se ben utilizzata, aiuta e supporta i
processi organizzativi ed imprenditoriali. Senza dimenticare
l’esigenza di affrontare problemi di governance, di
capitalizzazione, di internazionalizzazione, di innovazione”.
Intanto, mentre andiamo in stampa, il 9 febbraio
si è svolta la 17° Assemblea Congressuale di Legacoop
Ravenna che ha riconfermato Giovanni Monti alla guida
dell’Associazione. Un appuntamento rilevante per
il territorio, che ha messo al centro dei propri lavori le
fondamentali scelte da compiere per “costruire il futuro”
delle cooperative associate. Sulla prossima Betoniera
maggiori approfondimenti sul dibattito congressuale.
Geco 2011, le giornate dell’economia cooperativa
Grande consenso e partecipazione per la 2° edizione
delle giornate dell’economia cooperativa che si è svolta
a Milano, il 13 e 14 gennaio. “Cooperare per crescere”
è stato lo slogan di quest’anno che ha guidato
le diverse sessioni di approfondimento sul ruolo
dell’economia cooperativa con l’importante contributo
di Michael Spence, economista e Premio Nobel 2001
e di esponenti del mondo dell’economia. In questi anni
in cui l’economia rallentava e le imprese licenziavano,
la cooperazione non solo ha aumentato le sue quote
di mercato, ma ha patrimonializzato e ha continuato
ad investire in capitale umano e innovazione
con il risultato che, mentre le grandi imprese nazionali
e multinazionali licenziavano migliaia di lavoratori,
le cooperative hanno continuato ad assumere fino
a raggiungere quasi il 7% dell’occupazione nazionale.
Fra i tanti intervenuti, come si diceva, il Premio Nobel,
Michael Spence che nel proprio intervento ha voluto
sottolineare come nel mondo sia cresciuto il numero
delle grandi imprese cooperative. Sono circa 5 milioni
i posti di lavoro offerti, di cui 1 milione e cento solo
in Italia. Tutto ciò a dimostrazione di come la forma
cooperativa abbia contribuito in questa fase di crisi
economica al mantenimento dell’occupazione. Spence si
è soffermato, naturalmente, sulla grave crisi economica
internazionale “ Non siamo ancora al di là del guado ha detto il Premio Nobel - ma possiamo già vedere
i segnali di un rimbalzo. A guidarlo sono i paesi
emergenti, dove l’economia sta funzionando a pieno
ritmo e con risultati sorprendenti: prima fra tutti
la Cina, a ruota India e Brasile”. Parlando dell’Italia
Spence ha ribadito che “rispetto ad altri paesi europei
non si trova in una situazione grave grazie ad un livello
di indebitamento che, almeno per quanto riguarda
il settore privato, è ridotto. Ora l’unica strada
che l’Italia ha, è quella della crescita che passa
attraverso investimenti in ricerca e innovazione.
E proprio in queste direzioni - ha concluso Spence le imprese cooperative stanno puntando con successo,
consapevoli del fatto che per investire bisogna
prima di tutto essere disposti a fare sacrifici
a cominciare dalla rinuncia alla spartizione degli utili”.
11.c
11.i.l Cantiere
di Porto Empedocle.
12.a Il nuovo marchio
dell’Alleanza delle
Cooperative Italiane.
12.b Giuliano Poletti,
Presidente Nazionale Legacoop.
12.c Michael Spence,
economista e premio
Nobel 2001.
13.1
13.1.a
13.1.b
13.1.c
13.1.b
13.1.d
13.1.e
noi e loro
Noi e loro
13.1.b Random Dance.
» sport e 110 anni
13.1.c Mozart, the magic
Anche lo sport festeggia i 110 anni di Cmc
flute Impempe Yomlingo.
13.1.d Cinderella
di Matthew Bournes.
13.1.e La locandina
della mostra al Mar.
Anche le squadre sportive sponsorizzate da Cmc
si preparano a festeggiare i 110 anni del loro main
sponsor. Comincerà la squadra di calcio femminile
di Riviera di Romagna. Eccezionalmente il 6 marzo,
alle ore 15, proprio per festeggiare il “compleanno”
di Cmc, la squadra romagnola giocherà allo stadio
Benelli di Ravenna contro la Enodoro Marsala.
13.1.f Gianluca Lapadula
e Raffaele D’Esposito, ultimi
arrivati al Ravenna calcio.
13.1.g Foto del convegno
dedicato all’Impresa dei Mille.
13.1.h Il maestro
Claudio Abbado.
Anche la squadra di pallavolo maschile della
Marcegaglia Cmc festeggerà domenica 6 marzo
in occasione della partita casalinga con il S.Croce.
Per l’occasione sarà proprio il nostro presidente
Massimo Matteucci a lanciare in aria la palla d’inizio.
Infine, non poteva mancare il Ravenna calcio, da 10
anni “targato” Cmc. La festa in questo caso è fissata
per domenica 13 marzo in occasione della partita
casalinga con il Pavia alla quale i nostri soci e dipendenti
potranno partecipare gratuitamente prenotandosi
presso la portineria di sede, tel. 0544 428245
entro il 3 marzo. I giocatori giallorossi per l’occasione
scenderanno in campo con una divisa d’eccezione
sulla quale farà bella mostra il nuovo marchio Cmc
per i 110 anni. La partita che, come ogni anno
in occasione dell’8 marzo sarà dedicata a Linea Rosa,
vedrà il calcio d’avvio di due protagonisti
d’eccezione: Massimo Matteucci, presidente Cmc
e Alessandra Bagnara, presidente di Linea Rosa.
oltre 400, iscritte alle squadre Teodora. Ma non
mancheranno momenti rivolti a tutta la città come
la grande festa dell’8 marzo. Nel giorno della festa
della donna, all’Almagià, a partire dalle ore 19 e per
tutta la serata, si alterneranno gruppi musicali, spettacoli
di danza, letture di poesie e tanto altro ancora. E sarà
possibile bere e mangiare insieme per una serata che vuole
essere un momento di festa ma anche di riflessione
e di testimonianza contro la violenza sulle donne.
» ravenna festival
Ravenna in Festival ed in Fabula
Sei grandi direttori, una Cinderella in esclusiva per l’Italia
di Matthew Bournes, una compagnia sudafricana che
porta in scena il mozartiano Flauto magico, un’opera
comica di Mercadante mai più eseguita dopo il 1835, vie
dell’amicizia che portano quest’anno a Nairobi... sono
queste alcune delle primizie del Ravenna festival che
prende avvio il prossimo 7 giugno con Claudio Abbado.
Il programma è troppo ricco per raccontarlo. Basterà
andare sul sito www.ravennafestival.org per conoscere
tutto il ricchissimo programma della rassegna musicale.
Il tema della manifestazione di quest’anno,
rappresentato da un folletto che esce da un albero
e segnala col dito di fare silenzio, è la favola. Un pò
di leggerezza non guasta. Ed anche un pò di silenzio...
» arte italiana
L’Italia s’è desta: 1945-1953 Arte italiana del secondo
dopoguerra, da De Chirico a Guttuso, da Fontana a Burri
Una “settimana rosa” per dire che la violenza
sulle donne si può sconfiggere.
Cosa unisce tre soggetti così diversi, Linea Rosa,
Teodora Pallavolo e Cmc Ravenna nella promozione
di una settimana di eventi comuni? L’idea semplice ed
ambiziosa che la lotta contro alla violenza sulle donne
si possa vincere. Unire le proprie forze diventa allora
l’obiettivo di un’azione culturale che punta prima
di tutto all’educazione e alla prevenzione, a partire
dalle ragazze più giovani. Per questo il programma
della Settimana Rosa, che si terrà a Ravenna dal 6 al 12
marzo, sarà incentrato sull’incontro con le ragazze,
13.1.f
13.1.g
p.20 la Betoniera
Ha preso avvio il 13 febbraio e resterà aperta fino
al 26 giugno la nuova mostra esposta nelle sale del Mar
di Ravenna. Tema conduttore delle 160 opere esposte,
l’indagine sul panorama artistico italiano alla
conclusione del secondo conflitto mondiale. Per la prima
volta in modo complessivo la mostra L’Italia s’è desta:
1945-1953. Arte italiana del secondo dopoguerra
da De Chirico a Guttuso, da Fontana a Burri ne farà
un’ampia e organica ricognizione. In una manciata
d’anni, dal 1945 al 1953, il fervore innovativo delle
ultime generazioni cambia decisamente volto all’arte
italiana, da Milano a Roma, da Venezia a Torino. Pur da
sponde diverse, in alcuni casi decisamente contrapposte,
la premessa comune degli artisti italiani sembra non
poter essere che la rimozione quasi senza appello di
quasi tutto ciò che era accaduto fra le guerre, compresi
“maestri” come Carrà, De Chirico, Morandi, Sironi
ed altri che la mostra documenta. Si guarda soprattutto
a Picasso, al Picasso di Guernica, inteso come modello
stilistico e insieme ideologico. L’arco di tempo analizzato
nel percorso espositivo ha proprio come termine il 1953,
quando all’artista spagnolo viene dedicata in Italia
una vasta rassegna a Roma e a Milano. Un vivo
fermento artistico anima la penisola, sono gli anni
della dura contrapposizione fra figurazione realista
e i diversi astrattismi; sono gli anni del Fronte nuovo
delle Arti, di Forma 1, dello Spazialismo, del Mac,
del Nuclearismo, del Gruppo degli Otto; sono gli anni
di Afro, di Baj, di Burri, di Dorazio, di Dorfles, di
Fontana, di Guttuso, di Leoncillo, di Vedova, per citarne
solo alcuni; sono gli anni in cui gli artisti italiani
cercarono una nuova libertà espressiva dopo la tragedia
della guerra. La mostra del Mar, curata da Claudio
Spadoni, è promossa dal Comune di Ravenna,
dall’Assessorato alla Cultura e dal Museo d’Arte
della città, con il sostegno della Fondazione Cassa di
Risparmio di Ravenna e vede tra gli sponsor anche Cmc.
» garibaldi
L’Impresa dei Mille Le iniziative promosse da Casa
Oriani con il contributo di Cmc nel 150° dell’Unità d’Italia
L’Impresa dei Mille rappresentò un evento del tutto
imprevedibile nella storia d’Italia. Chi avrebbe potuto
pensare che nel giro di pochi mesi il complesso processo
di unificazione del Paese avrebbe avuto un tale slancio?
Eppure, seppure con diversi obiettivi e contrastanti
ideali, questo era il sogno di tanti italiani che
sacrificarono i propri affetti familiari, gli anni migliori
della loro vita per raggiungerlo. Per collocare l’Impresa
dei Mille nella storia d’Italia e discuterne le conseguenze
nei decenni successivi, grazie al contributo di Cmc,
la Fondazione Casa di Oriani ha promosso una serie di
iniziative non solo di studio ma anche di divulgazione e,
se vogliamo, di intrattenimento.
Il 19 novembre 2010 si è svolto l’evento più significativo:
il convegno “I Mille di Garibaldi fra storia e
leggenda centocinquant’anni dopo”, che ha goduto
anche del patrocinio del Comitato nazionale per le
celebrazioni del 150° dell’Unità d’Italia e che si è svolto
con una straordinaria partecipazione di pubblico. Dopo
il saluto del Sindaco di Ravenna e l’intervento del cons.
Paolo Peluffo, consigliere della Presidenza del Consiglio
per i 150 anni dell’Unità d’Italia, si sono svolti i lavori
che, con il coordinamento di Antonio Patuelli, hanno
13.1.h
13.1.m
13.1.n
13.1.o
13.1.p
13.2
13.2.a
noi e loro
di E. A.
Cmc si è fatta
in 2 a Natale
visto la partecipazione di alcuni dei maggiori studiosi
del Risorgimento. Nella relazione d’apertura Angelo
Varni (Università di Bologna) ha ricostruito la biografia
di Garibaldi e il ruolo da questi avuto nel processo
di unificazione. Luigi Lotti (Istituto storico italiano
per l’età moderna e contemporanea, Roma) ha indagato
i rapporti fra il Nizzardo e Cavour che, nonostante
la reciproca diffidenza e antipatia, furono sempre
mantenuti vivi da intermediari nella più totale segretezza
al fine del successo dell’impresa. Luigi Mascilli Migliorini
(Università di Napoli) si è soffermato sulle conseguenze
dell’impresa per la storia del Meridione, contestando
le tesi che hanno cercato di accreditare una situazione
progredita al Sud d’Italia prima dell’unificazione. Dino
Mengozzi (Università di Urbino) ha ripercorso le tappe
e le ragioni del mito di Garibaldi e ha sottolineato
le grandi capacità comunicative del Generale, il primo
ad avere intuito le potenzialità della fotografia
per diffondere la propria immagine. Infine Fulvio Conti
(Università di Firenze) ha sostenuto come il Risorgimento
non fu un movimento sentito solo da una ristretta
élite ma ampia fu la partecipazione popolare,
anche se quasi esclusivamente di origine cittadina.
Il convegno era stato preceduto da un’altra iniziativa,
rivolta in particolare agli istituti scolastici di secondo
grado. Lo spettacolo “La mente di Garibaldi”,
condotto da Emanuela Marcante e Daniele Tonini,
è stato proposto ad alcune centinaia di studenti, al
Palazzo dei Congressi di Largo Firenze: un accattivante
percorso di immagini, testi, poesia e musica (dalla Bella
Gigogin cantata dai Mille fino a Garibaldi blues di Bruno
Lauzi) ha permesso la rilettura delle vicende garibaldine
e del mito del Nizzardo dall’Ottocento ai giorni nostri.
Infine è stata anche organizzata la mostra “Garibaldini.
Uniformi e patrioti del Risorgimento italiano”,
curata da Pietro Compagni e ospitata nella sala mostra
di Casa Oriani (19 novembre-5 dicembre 2010).
» teatro socjale
In attesa di Arturo Brachetti continua la stagione
del Teatro Socjale di Piangipane
C’è grande attesa per l’evento speciale proposto
quest’anno dal Teatro Socjale di Piangipane. Martedì
5 e mercoledì 6 aprile, infatti, il Socjale “va in città” e
precisamente al Teatro Alighieri per presentare 2 serate
eccezionali con il grande trasformista Arturo Brachetti.
La prevendita è già aperta presso il Teatro Alighieri.
13.1.i
p.21 la Betoniera
Continua intanto il cartellone di musica a Piangipane.
Gli ultimi appuntamenti della stagione prevedono
per venerdì 25 febbraio “Matthew Lee - special
project - live tour 2011”. Uno straordinario performer,
pianista e cantante innamorato del Rock’n’Roll,
che ha fatto propri gli insegnamenti dei grandi maestri
del genere. Quest’anno si presenta al Teatro Socjale
con un repertorio completamente rinnovato ed una
formazione inedita. Sei musicisti d’eccezione diretti
dal maestro Davide Di Gregorio accompagneranno
Matthew in una serata indimenticabile.
13.1.i Arturo Brachetti.
13.1.l Chiefs Ravenna
in campo.
13.1.m Locandina del
convegno l’Impresa dei Mille.
13.1.n Un momento
del convegno di Casa Oriani.
13.1.o.p Un momento
Venerdì 4 marzo, infine, serata con i Gattamolesta.
La rivelazione Gypsy-Energy-Folk del nuovo panorama
musicale italiano suona un ritmo energico e denso
di riferimenti balcanici ed etno-beat maturato
in centinaia di concerti per il bel paese e l’europa.
Il tutto è arricchito da testi tra visione e denuncia
sociale siglato da Felmay ormai storica etichetta
torinese (Mau Mau-Daniele Sepe-Riccardo Tesi ecc...).
Dalla Romagna con furore, non perdeteli dal vivo!
Cmc South Africa Branch si è fatto
in due lo scorso Natale.
dell’inaugurazione
della mostra di Casa Oriani.
13.2.a Il centro per orfani
Due sono state infatti le iniziative a scopo di beneficenza
promosse dalla Cmc di Johannesburg: l’adesione
alla campagna di raccolta “Chiedilo a tuo figlio”
(lanciata da Cmc Africa Australe e dalla sede di Ravenna
a sostegno dell’Asilo italiano in Maputo) e la donazione
di giochi ai bambini del centro per orfani siero positivi
Rainbow Cottage di Kempton Park.
Quest’ultima iniziativa é nata dal desiderio di essere
vicini, con un piccolo gesto di solidarietá, ai 30 bambini di etá compresa fra gli zero e i sette anni - che sono
ospitati in un centro caritatevole a pochi chilometri dal
nostro ufficio.
sieropositivi Rainbow Cottage.
Il centro d’accoglienza, che fa capo all’Associazione
no-profit ufficialmente riconosciuta St Francis, é stato
fondato nel 1990, e si prefigge di essere un’oasi di
accoglienza, di nutrizione, di educazione e di famiglia a
questi “tragicamente” fortunati piccoli che provengono
da situazioni di grandissima deprivazione umana.
» football
Per saperne di piú:
http://www.stfranciscarecentre.co.za/index.php
Tornano in campo i Chiefs Ravenna
Si ricomincia. La Fidaf ha diramato il calendario ufficiale
del campionato 2011 Cif9. La compagine ravennate
è stata inserita nel girone nord D e dovrà vedersela
contro Neptunes Bologna, Aquile Ferrara, Hurricanes
Vicenza e Cavaliers. Il campionato 2011 è composto
da 8 gironi per un totale di 32 Team che rappresentano
gran parte dell’Italia. I Chiefs si apprestano a vivere
un campionato differente dal precedente, il coaching
staff ha subito un grosso rinnovamento ed è stato
promosso Head Coach Michele Agnoletti.
Per motivi familiari Daniele Zarri ha dovuto per questa
stagione consegnare le redini della squadra ad Agno.
Anche per quanto riguarda i Roster si notano
cambiamenti significativi, purtroppo il runner Maltoni
non affronterà la stagione nel campo da gioco,
inoltre altri atleti della vecchia guardia hanno
per diversi motivi abbandonato il rettangolo verde,
ma come accade per tutti i team le giovani leve
provenienti dall’under 21 cercheranno di sostituire
degnamente i propri ex compagni.
Chi per l’ennesima volta si troverà a difendere i colori
ravennati sarà Marcello Bertini; da lui il coaching
staff si aspetta una stagione leggermente diversa
da quella precedente con azioni da gioco più centrali.
13.1.l
14.1
14.1.a
14.1.b
attività sociali
di Emanuele Bassetti
Consegna incentivi
agli studi 2011
14.1.a Il presidente di Cmc.
Dopo la positiva esperienza del 2010, anche quest’anno i giovani affrontano
una riflessione sull’attuale mercato del lavoro.
14.1.b Il Professor Bassetti.
14.1.c Foto di gruppo
con alcuni dei giovani premiati.
Domenica 23 gennaio presso la sala corsi di Cmc si è tenuta l’annuale consegna
delle borse di studio ai figli di soci e dipendenti che si sono distinti per meriti scolastici
e universitari. Oltre all’intervento introduttivo del Presidente Massimo Matteucci,
l’incontro ha ospitato un approfondimento di Emanuele Bassetti (sociologo
ed esperto di comunicazione - Università di Bologna) sui contratti a cui i giovani
possono auspicare nel corso delle prime esperienze lavorative.
A valorizzare questo importante riconoscimento e gli eccellenti risultati conseguiti
dai 62 giovani premiati non sono mancati come di consueto numerosi genitori,
che anche quest’anno hanno approfittato dell’incontro per tenersi aggiornati
sugli sviluppi del mercato più attinenti alle future scelte professionali dei figli.
Link utili
• Archivio nazionale dei contratti collettivi di lavoro www.portalecnel.it
• Come si legge il contratto di lavoro www.ilcontrattodilavoro.it
• Guida ai nuovi contratti di lavoro www.unite.it
• Informazioni sui contributi correlati ad ogni tipologia contrattuale www.inps.it
L’incontro si è mosso dalla constatazione che in periodi di crisi essere esperti
di procedure contrattuali agevola notevolmente il riconoscimento e la successiva
concretizzazione di opportunità di impiego vantaggiose. Partendo da una suddivisione
del lavoro in subordinato, autonomo e parasubordinato si sono quindi
per prime prese in esame le esperienze di tirocinio (che attraverso apposito progetto
formativo consentono un periodo di formazione all’interno dell’azienda prescelta) e
di praticantato (collaborazione con un professionista necessaria per poter sostenere
l’esame di abilitazione). Si è poi introdotto il contratto di collaborazione occasionale,
utilizzabile ogniqualvolta l’attività svolta non è abituale né professionale e che non
prevede il pagamento dei contributi previdenziali per i primi 5.000 euro di compenso.
Si è poi passati ai contratti di apprendistato e di inserimento, che si differenziano
per durata ed età del proprio target e sono finalizzati ad ottenere dal datore
di lavoro, oltre che una retribuzione, anche gli insegnamenti necessari
al conseguimento di una qualifica / titolo di studio (apprendistato) o necessari
ad adattare le proprie competenze alle necessità aziendali (contratto di inserimento).
Sono seguiti il contratto di somministrazione (stipulato dalle imprese di fornitura
di lavoro temporaneo che pongono i propri collaboratori a disposizione di un’altra
impresa) e quello a progetto (dalla durata determinata, rinnovabile più volte,
stipulato in base a un progetto affidato al lavoratore che egli svolge in autonomia,
pur coordinandosi con il datore di lavoro).
Non potevano mancare i contratti a tempo indeterminato (senza scadenza,
con diritti quali a ferie, permessi, liquidazione, tutela in caso di malattia, pagamento
dei contributi previdenziali, impossibilità di essere licenziati senza una giusta causa,
con retribuzione regolata a livello nazionale) e quello a tempo determinato
(identico al precedente ma con uno specificato limite temporale). Si sono poi presi
in esame alcuni esempi di lavoro autonomo, sottolineando l’esistenza di vantaggiosi
regimi dedicati alle nuove realtà imprenditoriali (si veda a riguardo il regime
fiscale agevolato per le nuove iniziative imprenditoriali e di lavoro autonomo).
Distribuzione delle tipologie di attività lavorative tra i giovani laureati
Ultima indagine Almalaurea (2009), Atenei esaminati: tutti, Facoltà esaminate:
tutte, Gruppi disciplinari esaminati: tutti.
14.1.c
L’analisi è terminata con la presentazione di due contratti particolarmente innovativi,
anche se raramente adottati in Italia: il lavoro ripartito (in cui almeno due persone
si assumono un’unica obbligazione lavorativa) e il telelavoro (grazie al quale
è possibile svolgere i propri compiti in più luoghi attraverso le nuove tecnologie
e con strumenti forniti direttamente dall’azienda datrice di lavoro).
A conclusione dell’incontro la consegna delle borse di studio da parte
del Presidente Massimo Matteucci con la collaborazione di Giorgio Giordani.
14.2
14.2.a
14.2.b
14.2.c
attività sociali
Mini crociera lungo il Brenta
per pensionati, soci e dipendenti
14.2.a-c Villa Pisani.
La Csc, in collaborazione coi soci pensionati, organizza per venerdì 15 aprile una nuova
gita. Destinazione questa volta una piacevole navizione sulle acque del fiume Brenta.
prosegue la navigazione fino a Padova alla storica scalinata cinquecentesca del Portello.
• ore 19,00 partenza del pullman da Padova per Ravenna, l’arrivo è previsto alle 21 circa.
Questo il programma:
• ore 6,15 ritrovo dei partecipanti presso la sede Cmc.
• ore 9,00 arrivo e visita a villa Foscari, imbarco sul battello e navigazione
sul Brenta fino a villa Widman con visita.
• ore 12,30 pranzo al ristorante Villa Margherita.
• ore 14,30 reimbarco e navigazione fino a Stra con visita a villa Pisani. In seguito si
Il costo della gita è di 130 euro. È previsto uno sconto soci di 30 euro ed uno sconto
familiari di 10 euro. Per i ragazzi fino ai 12 anni lo sconto sarà di 40 euro.
Le quote comprendono il trasporto in pullman, il pranzo di pesce, gli ingressi alle ville,
la mini crociera lungo il Brenta, le assicurazioni. Le prenotazioni dovranno essere
fatte entro il 31 marzo, versando l’intero importo previsto, alla portineria della sede
Cmc (tel. 0544 428245).
p.22 la Betoniera
14.3
14.3.a
14.4
attività sociali
attività sociali
Convenzioni per soci,
dipendenti Cmc e Csc
Torneo Beach
Tennis Cmc
14.3.a Logo Mirabilandia.
Convenzione con Mirabilandia
Banchina Viaggi di Ravenna
Risultati del 7° Torneo Beach Tennis Cmc Christmas Tournament 2010
14.3.b Casa Cmc.
Anche quest’anno è stata rinnovata la convenzione
con Mirabilandia. L’abbonamento alla stagione 2011
riservato ai soci e dipendenti Cmc/Csc è di 65 euro
anziché 84 per Mirabilandia e di 80 euro anziché 99 per
Mirabilandia+Beach. La promozione è valida fino al 21
marzo 2011. Per prenotazioni e informazioni rivolgersi
a Raffaello Rossi presso la portineria uffici di sede.
La Banchina Viaggi in via Castel San Pietro 16 rinnova
lo sconto del 3% per i dipendenti, familiari e pensionati
Cmc. Inoltre offre:
• Diritti di agenzia ridotti a 15 euro a persona
• Per i viaggi di nozze oltre alla cura della lista nozze
in omaggio uno sconto nominativo di 50 euro sulla
prenotazione di una vacanza/soggiorno settimanale per
minimo 2 persone.
14.3.c-e Cmc 2010 oro,
argento e argentina.
Il 23 dicembre si è svolto in Cmc
il tradizionale Concerto di
Natale. Per l’occasione musica
argentina proposta dal riuscito
Pezzoli srl Ingrosso biancheria e arredo casa
Cinema City e Cinema Teatro Astoria
incontro tra l’Orchestra “Città
di Ravenna” ed il gruppo Del
Barrio. Musica classica e musica
popolare si sono incontrate
in una serata nata per Cmc
molto apprezzata dal folto
Pezzoli srl ingrosso biancheria e arredo casa si
è trasferito a Russi in via Di Vittorio 1 e continua
ad applicare lo sconto del 30% sui prezzi per tutti
i prodotti (escluso: prodotti in promozione,
articoli a metraggio e articoli di ferramenta).
pubblico. Stili e generi diversi
arricchiti dai preziosi virtuosismi
Centro medico Olympus
dei 2 bravissimi ballerini di tango.
14.3.f.g Anche il 2011
è cominciato in casa Cmc
Olympus Centro Medico Polispecialistico via Lago di
Como 25 Villaggio Anic Ravenna tel. 0544 456766 offre
i seguenti sconti e convenzioni ai dipendenti Cmc e Csc.
con il tradizionale
appuntamento della festa
della Befana. Per l’occasione
lo spettacolo “Andro presenta:
è successa una cosa incredibile!”
ha allietato piccoli e grandi
con gags, musica, palloncini,
giocolerie e tanto altro.
• Idoneità agonistica: sconto del 10%.
• Evento traumatico e/o problematiche di varia natura:
prima valutazione gratuita dell’atleta da parte
del terapista e, su sua segnalazione, del medico
dello sport con individuazione del percorso terapeutico
e/o riabilitativo necessario.
• Prestazioni di rmn, eco, rx: sconto del 10%.
• Fisiokinesiterapia + vasca riabilitativa: sconto del 10%.
• Cure inalatorie e rimanenti prestazioni: sconto del 5%.
• Utilizzo palestra: € 5 per ciascun atleta
e ciascuna giornata.
14.3.c
p.23 la Betoniera
Cmc ha stipulato una nuova convenzione con Cinema
City (via Secondo Bini 11 - Ravenna) e Cinema Teatro
Astoria (via Trieste 233 - Ravenna). La convenzione
è valida il lunedì, martedì, e giovedì al prezzo ridotto di
€ 5,50 (per i film in 2D) e € 8,00 (per i film in 3D) escluso
festivi e prefestivi. Ogni tessera dà diritto ad un solo
ingresso giornaliero e deve essere nominativa. Ricordiamo
inoltre che il prezzo intero del biglietto è di € 7,50 mentre
il mercoledì è già ridotto per tutti a €4,50 (per i film in 2D)
e € 7,50 (per i film in 3D). La validità delle tessere verrà
sospesa nel periodo delle festività pasquali e natalizie;
tale periodo di sospensione verrà comunicato con
appositi cartelli esposti presso le casse della biglietteria.
Riapre la Casa Cmc
Dal 10 gennaio è nuovamente possibile prenotare le sale
per compleanni, cerimonie, feste, presso la Casa Cmc/Csc
(via Gnani, Ravenna) ai seguenti numeri: 0544 461484 /
348 1630453. A breve comunicheremo anche la data
della riapertuta del bar, del ristorante e delle sale da
gioco/TV all’interno della struttura.
14.3.d
14.3.f
14.3.e
14.3.g
Mauro Buldrini fa l’en plein!! Vincendo il torneo
natalizio 2010, battendo in finale insieme
a Maurizio Monte la coppia Baruzzi-Valdifiori (9-3),
si porta a casa anche il titolo del Best of the Year
2010 dopo averlo vinto per la prima volta nel 2006.
Ecco i posizionamenti finali:
• 1° posto > Buldrini / Monte;
• 2° posto > Baruzzi / Valdifiori;
• 3° posto > Calderoni / Servadei;
• 4° posto > Morigi M. / Bargossi Flavio
A fine torneo come da programma si è svolto l’ormai
famoso terzo tempo, una cena tutti insieme offerta
dalla polisportiva, forse il momento più atteso
dai partecipanti. Alla prossima stagione!
14.3.b