Il canto dei poeti

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Il canto dei poeti
Collana di poesie
Il canto dei poeti
2 Alessandro Labriola
Alessandro Labriola
L’enfant Terrible
Silloge poetica
Sonia Demurtas
Collezioni Editoriali
L’enfant Terrible 3
Collana - Il Canto dei Poeti - NR. 4
Realizzazione editoriale:
Sonia Demurtas • Collezioni Editoriali
Via Aldo Moro, 16 - Stefanaconi
Provincia di Vibo Valentia (Italia)
Per informazioni e segnalazioni:
Sonia Demurtas
[email protected]
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Proprietà letteraria riservata
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Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale,
nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma,
senza il consenso dell’Autore.
© 2011
Sonia Demurtas
Collezioni Editoriali
Prima edizione: Dicembre 2011
In copertina: Cupido di William- Adolphe Bouguereau
Pittore francese
(La Rochelle, 30 novembre 1825 – La Rochelle, 19 agosto 1905)
4 Alessandro Labriola
Presentazione
La copertina di questo libro è stata ideata per omaggiare
l’arte di William-Adolphe Bouguereau. Il dipinto realizzato in olio su tela nel 1875 raffigura Cupido bambino.
Nella rappresentazione Cupido abbraccia se stesso come
in un gesto di dolcezza, quasi sospirando l’amore e il rifugio che l’amore crea in un caldo e avvolgente abbraccio.
Lo sguardo è penetrante, le gote vellutate e rosee. L’arco
di Cupido è poggiato sull’erba, quasi alla ricerca di un attimo di quiete e tenerezza terrena. Nel libro sono stati
scelti altri dipinti fortemente evocativi del grande autore
Bouguereau.
Cenni biografici sull’autore:
Bisogna cercare la bellezza e le verità, come dico sempre ai miei studenti, bisogna lavorare per rifinire.
C'è solo un tipo di pittura, la pittura che mostra all'occhio la perfezione, il tipo di bellezza e smalto
impeccabile che si trovano in un
Veronese o in un Tiziano.
(William-Adolphe Bouguereau)
William-Adolphe Bouguereau nasce a La Rochelle il 30
Novembre del 1825. Nell’arco della sua vita si è distinto
per la sua “pittura poetica evocativa”. Amante della bellezza e dei particolari è sempre stato molto attento ai particolari e alle rifiniture dei suoi dipinti. Prediligeva i colori
ad olio, dipingendo con entusiasmo e passione i temi dell’amore, interessandosi alla mitologia e prediligendo il
bello in tutte le sue sfumature. Dipinge vari temi tratti
L’enfant Terrible 5
dalla storia di Apuleio nella Metamorfosi. Svariati sono
nei suoi dipinti i temi mitologici.
Nel 1850 Bouguereau vinse il Prix de Rome una borsa di
studio per artisti che consentiva al vincitore di usufruire
di un soggiorno in Italia per studiare da vicino l'arte classica.
Subisce l’influenza Preraffaellita, sintetizza echi del Rinascimento italiano e dell’arte Bizantina.
Tratta temi mitologici come Flora e Zefiro, Venere, La tentazione, Amore e Pasiche.
La leggenda prende con i suoi dipinti sembianza umana,
di cui mantiene fedelmente le forme.
Bouguereau, inizia a farsi conoscere in un periodo in cui
in Francia imperversavano gli impressionisti, la sua pittura naturalistica era controcorrente e allo stesso modo
lui non amava gli impressionisti.
Dopo la sua morte nel 1905, il mondo sembra quasi dimenticarsi di lui, ma nel 1984 gli viene dedicata una retrospettiva realizzata a Parigi e portata poi a Montreal ed
Hartford.
“L’arte non si potrà mai dimenticare perché come il sole ciò che
è bello risorge sempre”.
(Sonia Demurtas)
6 Alessandro Labriola
Un uomo può compiere imprese stupefacenti e assimilare
una grande quantità di conoscenze, eppure non avere alcuna comprensione di sé. Ma la sofferenza spinge un
uomo a guardarsi dentro. Se vi riesce, ecco che là, dentro
di lui, comincia il suo apprendimento. (Sören Kierkegaard)
A
lessandro Labriola
nasce a Napoli il 27
marzo del 1990 ama
leggere e viaggiare, scoprendo di se nuovi mondi
sempre diversi e affascinanti tramite la scrittura.
Si lascia affascinare e
coinvolgere dagli scritti di
Baudelaire, Verlaine, Mallarmè, Edgar Allan Poe, O. Wilde, Ugo Foscolo, Ungaretti
e dai non poeti Thomas De Quincey, A. Camus, Nietzsche, Gilles, Huxley. I suoi libri preferiti sono: "Una stagione in Inferno" A. Rimbaud, "i fiori del male", "Il ritratto
di Dorian Gray".
Da ogn’uno di essi ha imparato qualcosa ed ogn’uno di
essi ha ispirato al poeta napoletano qualcosa di nuovo, la
sua poesia, infatti, pare scritta in altri luoghi, tempi remoti mai scalfiti da un pendolo … ed è un dondolio di parole scintillanti, una corsa nel tempo passato, un tuffo
nel sogno e nelle sensazioni. Immagini evocative prendono forma e si aprono durante la piacevole e scorrevole lettura delle sue poesie. In Alessandro si scorge un canto
sottile, una delicata affermazione delle parole partorite
dal silenzio … ed è vastità di sentimento, immensità di
sogno, struggente emozione.
Spesso è il poeta stesso il destinatario principale del proprio discorso poetico, si colloca in ambienti surreali, immagina una donna da amare, le dona il suo cuore e nella
perfezione della sua mente questa diventa quasi una divi-
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nità o una leggenda, come nella poesia “Alla sirena”, qui
il sogno si fa carnale, quasi un desiderio voluttuoso.
Originali prospettive poetiche in direzione simbolistica e
surrealistica portando il lettore in nuovi mondi … Alessandro Labriola si lascia affascinare dal mistero, dall’arcano; La leggenda evoca sogni d’infinito e proprio perché
è leggenda mai potrà finire.
Anche la scelta della copertina di questo libro svela la
personalità del poeta, il Labriola sceglie un pittore Francese che della leggenda ha fatto il suo punto di forza, pur
mantenendo le sembianze umane più belle e perfette per
le sue innumerevoli opere. Come William - Adolphe Bouguereau, nell’autore Alessandro Labriola si scorge la ricerca del sogno. Nel libro il Labriola segna un tracciato di
vita che si trasforma in percorso poetico, istintivo e allo
stesso tempo razionale che dà voce alla condizione umana terrena pur immergendosi in una profonda riflessione
spirituale.
Lo sguardo del poeta è rivolto al futuro pur mantenendo
sempre vivo il ricordo del passato e l’affermazione del presente … non trascurando mai il sogno poetico.
Sonia Demurtas
8 Alessandro Labriola
Alla sirena
Era di per sé un Miracolo.
Cullata sul fianco della scogliera nuda
sconvolgeva il prodigio del sole;
scesa sin qui per bearsi
del mio volgare pudore, sedeva
le gambe unite a soggiogare in me
lo sconvolgente desiderio,
copriva distesa la spiaggia ed ogni Altra
spalmando oli dal più suadente aroma:
tormento rovente delle notti a venire.
Al suo infallibile gesto
mi condannò alla veglia sudata,
bruciò d'indaco la sabbia
- si faceva beffe del suo potere …
gelida fendeva flutti d'argento sciolto
con scie rosse dai suoi capelli - la seguivo negli abissi
corallo e spuma come un terzo braccio
per cingere nuovamente le sue dolcezze - le mie Fortune!
L'estasi delle forme e del suo canto
che come un richiamo - quando si spense
fece cenno al mare
d'inchinarsi.
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Amore e Psiche
Su una bianca nuvola
baciò il tuo dolce viso,
ali di farfalla, anima di donna
Cupido dal piumato volo
si adagiò
sulle tue guancie di sole.
(Sonia Demurtas)
Amore e Psiche bambini (1890)
Soggetti tratti dalla storia di Amore e Psiche, narrata da
Apuleio nella Metamorfosi.
Il dipinto ritrae un piccolo angelo dalle ali piumate che
bacia teneramente sulla guancia rosata un’angioletta con
le ali da farfalla e i boccoletti d’oro.
10 Alessandro Labriola
A colei che salva
Prescelto dal Fato
o da chi sa quale Dio curioso e monco
per godere delle tue grazie avvolte di miele,
dei tuoi sensi ritorti d'estasi
in poesia di pelle: lucentezza dei lineamenti più soavi,
distrazione dei santi e dei miei salmi maledetti
Il tuo seno immaturo e perfetto
può contenere molte volte la brama d'un uomo
concedendogli tutto il lusso folle della Nobiltà; - e ancora
trasforma le mie dita disancorate
in pennelli lussuriosi d'affamati pittori
sulla tua soffice vena curva - sudore che scendi sin quì!
Io ti innalzerò nelle nubi frizzanti d'Eden e cobalto,
che meriti alla stregua di queste lenzuola.
Tempesta io,
sulla tua carne ormai astratta,
adorata in ogni solco celato -e già
le tinte più chiare si svelano sibilando...
plagerò il buio, la caviglia, le dita;
timido raccoglierò il pudore nei miei occhi
porgendotelo come ninnolo sporco:
tu lo laverai con salive fresche
e prenderò di nuovo la comunione furente
tra le tue gambe arrossate.
L’enfant Terrible 11
Elisir
La Sua melodia è rivolo grave tra i tetti,
mano d'ambra vibrante sui rami: risate!
Mitigante apertura di qualunque poesia
lenta e invadente; L'Amore unico.
Simulò varie morti del giorno
- l'icore rappreso e il balsamo sudavano dai tizzoni
il brivido dei monologhi astuti serrò i pugni:
per le più nobili intenzioni e origini;
anche una risaia spicciola,
con qualche movimento oscillatorio
ripartiva case e ceti su più vasti scenari
- ribollì con latte e miglio nelle zuppiere annacquate
promettendo ali ramate ai volti verdastri:
gli stormi disinibiti al Vello d'oro tremanti...
l'impeto languido di qualche abbaglio.
- Basti a rendere il ricordo rugiada
Il Tuo profumo forte, apprezzato:
è pioggia che risale a queste zolle capovolte!
La passione volgare per questo figlio dell'ortica;
è Illusione che si fa tappeto e premio!
Mentre io gattono ancora,
languo e appassisco in eclissi - vinto
al torpore invitante d'otri filigranate
nei cortili senza più occhi.
12 Alessandro Labriola
Amaro
A che servono i vostri push up
se siete nella grazia di Dio?
(o le slot)
No! - Io avvelenerò prima il corpo
dell'anima:
non soffocherò piano
sogno dopo sogno;
Ne marcirò.
Acquedotti bassi
Circuiti idrici e scomodi partono (ponti orribili)
e si rituffano facendo tracimare
immondizie e indifferenza dalle strade
fino alle nostre anime di vile tabacco:
la città urla da sotto!
Il giorno scompare Fiammingo nel lume.
All'automobile lontana, l'albero in perenne martirio;
le miserie che si accatastano con queste piogge
e investono le giornate di freddo
senza più bagnarle.
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Lesbo d'angeli
Continuate vi prego,
fate di questi fiotti e queste lenzuola
una cascata scarlatta ascendente;
immergete nude
le vostre lingue di lava - i vostri gemiti segreti!
Fate che il piacere sorga dalle vostre labbra
divampando
dai grandi capezzoli complici
che s'abbracciano tanto nervosi - scavandosi
Urlate quindi ciò che mi rimane,
l'attore morboso vi manca - pianissimo
ricoprirà il suo naturale ruolo:
attrici care e maestose, i vostri sonagli tuonano
le caviglie tribali turbinano - avvolgetemi
nel mezzo della Pioggia.
Lilith
T'ascolto
le mie corde nel petto tese
al tuo seno come fili dorati d'ombra
- di un Desiderio finalmente ritrovato
Affondando nel tuo cuore, per un attimo
e più in profondità...
dove non sei che te.
Note dell’autore: “A O.L. (grazie)”
14 Alessandro Labriola
Pubertà
Farei cento passi addietro stamane
per non commetter peccato.
Faresti di te una fata per salvarmi?
Perché le nebbie che già confinano coi tuoi balèni,
la giugulare pulsante e mobile di cigno eterno
- ove scalpita il fiero palpito della giovinezza
che tremore indisponente smuove alle mie mani!
Quel petto inadatto e scontento serpeggia ignorato
ad ogni passo sudato, scoprendosi
in lembi di ardente lucidità - quale tenerezza!
Per te i miei demoni sbavanti denuncerò al rabbino
e prenderanno voti di castità infinita
- quanto la tua gioia setosa richieda
svelati,
tra le balze d'oro e bronzo mentre cogli
qualche rivolo involontario - le rugiade alla digitale
Immergi pure,
le tue dita lontane dalla mia smorfia contratta;
le bandirò con la tua vergine croce.
Nel tabernacolo di campanule morbide
le nebbie torneranno a meravigliarti china;
ed io sarò sempre ai tuoi piedi minuscoli.
L’enfant Terrible 15
Dèjà vu
Chi spegne le luci sulla tua fronte?
Chi se ne va' per le strade paventando i chiarori
della tua corona nera oh sera?
Forse gli alati figli della mezzanotte
i fuochisti dello stagno (le rane)
il folklore?
Le lucciole arse dei quartieri poveri,
forse più in là dove giace il corbezzolo e la crisalide:
tutte quelle bacche divenute musica profetica
e incendio per cuori defraudati e miti.
Vigore, incredulità febbrile
fino al mielato cordoglio capovolto in cielo;
le marmoree balaustre smuovono ogni linea
e fanno roteare follemente l'argilla e la torre
- l'indigesta quiete nei campi di battaglia
Detengono il romanticismo primitivo dei quadri bozzati,
fanno sperare in capolavori l'indomani:
incredulità cedue affiorano sbavando dal Po
scorrono l'argine senza sonno,
niente di così bizzarro infondo...
ma grondaie mistiche solleticano
gravide nivee selvagge, giacigli di crine e madreperla
fetore dei campi, ignoranza dei cicli
Meraviglie di veglia, anni teneri!
Mi arrendevo con fervore innocente
ai Vostri segreti piumati.
Note dell’Autore: “Fughe d’infanzia”
16 Alessandro Labriola
Astinenza
Ho accettato l'offesa e la condanna:
sospingono centrali sobrie pavesate d'aste,
ginestre gelide fanno da bandiere e segnali al neon:
sui battenti inospitali si ricrea la nostalgia scevra
dei pomeriggi assurdi e delle novità brevi
che sta a noi creare e tender a fatica
verso il colle piegati in dolorosa attesa
- per il diluvio o una tempesta di diamante:
ci salvi dagli sguardi vacui e dalle certezze rugose!
Per cui avvelenai questi campi
e la piazza d'ametista infondo al bivio;
dove spose bambine offrivano estasi private
affiorando dai vapori nei canali fumé,
vaporizzando orli e pizzi, organze innaturali
voluttà sobrie; la logica erotica stravolta
rivolta al cielo! - e tutte le movenze disordinate
dei cortei scomodi e pigri...
spettacoli dimenticati,
danze ridicole di claudicanti felicità al rosmarino
sensi a cui richiedono sforzi per attingere gioia,
vigore caritatevole per poco; poi finirà.
Non ricorderemo - i nostri Elisir sanno fare di meglio
Non rimpiangerò (ho promesso) un bene così modesto:
darà solamente frutti d'oblio, sollazzo per sensi avvezzi;
eppure salmodiavo promesse (poco oneste).
Restituito alle lacrime roventi dei pargoli, ai ritardi
-commoventi paure e malinconie
dimenticate per anni,
L’enfant Terrible 17
soffiate quella sera così naturalmente.
M'addormentai tra braccia di rovi
e roghi spettrali
- alla nuova madre severa
porsi la "Sinistra" vile,
nuda come la prima neve:
l'offesa e la condanna fiorirono
orgoglio e vittorie di fiele.
18 Alessandro Labriola
L'estasi malinconica
Oh calore! Cara disarmonia delle frizzanti avventure,
addestrate sin dalla pubertà all'evasione:
morale, religione, pudore - estraneità mia,
e di qualsiasi cosa si accomodi o sogni con me...
Grande balia lasciva al cui seno stillante
ho bevuto per grazie brillanti nelle alcove d'orgia
ritornando solo qualche ora
alle brezze volubili della volontà
- ogni sera fondermi col tuo ventre gioioso
Ti sei presa gioco del mio dolore
- senza che io te ne volessi mai
trasfigurando il lago e le nebbie senza alcuna voce
o rimorso; che all'estasi di luci e torce bizzarre
facevi brillare l'Iris volgare di novità e fregi squisiti.
Ora tu: nascosta e cullata, bramata fino all'alba
oltre l'infamia e la noia facendoti mia - o meglio
promettendomi io stesso eternamente;
che feroce scomparivi
di coltre in coltre fino ai pozzi oscuri
nella campagna desolata:
ti rincorrevo!
dichiarando piaceri e meraviglie implacabili,
false coincidenze per esaltarti - quanto si esalti una bellezza rara
come follia primitiva di frivole vergini accalorate!
egoiste del proprio piacere - ignoranti d'altro
urlandolo,
seppellisti il male dietro allettanti bagliori, io
sempre più grato a te! e a te soltanto:
sprecai lacrime prive di carne
e di lealtà al glicine offeso.
L’enfant Terrible 19
Pira
Si levasse ancora l'ode spicciola delle gramigne,
o la vertigine!
Sorgesse l'arpeggio delle primavere che serbo,
estranee alle stagioni del mondo
- sarebbe innaturale una così frivola fuga
infatti, melodie senza requie e beltà fulve
galoppanti, scattanti selvaggiamente ostinate
in riti pagani di schiuma gorgogliante... mi circondano!
Il mio popolo: folli e pazzi!
Alla mercé d'ideali stravolti,
abomini di questa o quell'epoca.
Come il tempo stringe l’iride splendida dei bimbi
- altrettante lacrime congela
nega qualsiasi luce: un battesimo tiepido
nudo al pianto, alle rose per questo esile spirito
aggrovigliato all'edera dai roghi eterni;
ombra perenne e sterile cenere:
queste sono le prelibatezze e la "fonte"
quando la mente come fiori grami cede
assaporando il dolore (che può assuefare)
per chi non ha fuochi da ardere nei bazar di lusso;
orizzonti vaghi, istinti impoveriti dall'abuso
paradisi ormai svenduti - sommergersi
vivere, respirare e mangiare amenità scorse.
Oggi sono stato sconfitto
così come le ragioni inutili, soffocate
di crusca e intolleranza. Non sono che un uomo
20 Alessandro Labriola
privo del suo miracolo più grande: senno (e sogno)
Gli "amici" hanno solamente sparso
indifferenze flebili, refoli idioti d'ore innocue,
povertà d’Attimi costosi...
destini limpidi fino alla noia.
L’enfant Terrible 21
Panoramica
Giorni in cui mi sento etereo:
veri mattini, verdi parate
- sposare il bene col male
l'edera, decapitata attorno a noi
ci avvolge nuovamente:
ed i profumi e gli istinti puri
che traevano menzogne afrodisiache
soffiarono per acri scarmigliando campi
nelle ruvide morti estive;
sibilo acuto nel parco, veste acrilica
della muffa vittoriosa:
matrimonio dell'ape
- opere di natura grottesca
per quanto dolci apparivano e sensate...
Gelsomini, funi celesti
cascate ripide e rapide:
vertigine di colori, corolle setose
e morbide ricadute alla passione;
spine per prevenire l'assuefazione
- grandi frutti esposti
nell'algida forma di seni perfetti,
alle comodità fin troppo ambigue
del vento.
22 Alessandro Labriola
Fabula
La strada echeggia nel volteggiar dei canti:
la stagione acclamata dai fanti della campagna
cherubini tra i mosti grassi - benevolenti
assaggi proibiti e richiami d'orge; in conclusione
moderna allegria e sagre:
grandi feste per dare al popolo
di cui bere sognando a sprazzi la gloria
di furia materiale - timida sui suoi passi
Medesima mente inebriata senza più ritegni:
piegati! e piangi l'astinenza...
L'ora è matura e con essa i frutti
del nostro passato, di queste valli
profumate d'agata e sonno:
riuniremo i pagani dalle capanne.
Vedremo un po' meglio Dio
nel calice cesellato del clero
ma molti più Uomini nell'ebbrezza
attorno a fuochi di saggina sconsolata
tra botti a cui attingere
nuove "armi", nuova "guerra" - vitalità! Seppur effimera,
scintilla o luce crepitante...
fuoco che siamo, riusciamo a volte
- accettiamo di rado
Note dell’autore: “Del vino: sincerità, ossessione, vitalità,
sforzo, voluttà, inganno … - Puglianello fine Settembre”.
L’enfant Terrible 23
Oasi finali
Il ramo brulica di armonie
che il vento festeggia;
la Fine spirò uccelli che non avevo mai visto
i colori! Quella luce fatata dell'Eden,
l'esplosione della vita ultima in ogni cosa
- oltre il velo
Schianti d'insetti sui sassi e l'incoronazione
d'una regina obesa laddove non v'è mai stata luna
- gocce riesumate della notte scorsa
Nevischio gentile d'estate...
ramifica un rivolo estatico di detriti
con foglie, ricordi secchi: bagliori sconfinati e fluttuanti
lungo il letto nudo animato nella fatalità del gesto
- un addio disonesto
Terreni smossi da zolle
che donano ancora varietà alla terra;
civiltà e frutti gratuiti, invisibili sulle liane,
prati piumati a baldacchino
col tramonto, stendiamoci tutti nel lusso sconfinato:
cento pavoni hanno accettato il nostro perdono,
spiegano tele già dipinte
(dove il destino non è altro che oblio)
e riposiamo.
24 Alessandro Labriola
Ninfa notturna
Vorrei parlare al biancore del tuo viso
senza vergogna, in pace
respirare l'oro che espandi sui passanti:
una carezza che rimandi a tempi anteriori,
fortifichi le gambe - infiammi gli occhi
spalmi questa angoscia come un massaggio
per tutto il corpo,
lecchi piano lo sdegno e la Condanna:
piangimi il tuo amore da una finestra
sentiti Mia nella notte più fredda.
Io ti ho esaltata ove nessuno potrà:
né il tempo né il fuoco, oltre il desiderio
che pur ti cinge tutta alla mercé d'angeli
e biancheria meravigliosa
- orfici corredi in cui stancare la mano
stanze diverse in cui farti spogliare;
amarti inutilmente su un fazzoletto.
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L'attimo al mattino
Inguine di questo crocevia, spargi benevolenze adunche;
con i canti delle ultime ammende,
la celebrazione al mattino è sospetta:
detersa sui fiori così limpida! Per la foschia chiara
tintinnando la rugiada, magiche trame tra i chiostri
d'immense melodie concentriche
- amante intrepida con spine e bocche di brina
gesti che abbiamo già osato,
voci che abbiamo udito strillare e angosciarsi.
Faremo compagnia al lago e
alla stessa carcassa impudente; si agita già ora:
la città svegliata dagli odori lontani,
- esoticamente umidi e selvaggi
le cui magnifiche spire agitate di rosso:
vanno a spargersi e morire altrove.
26 Alessandro Labriola
Al poeta
L'orafo annoiato del tempo, fonde
chiarori passivi e gioie astratte:
dichiaratosi al sole, gemono preziose
le sue genti e Lui, non è che un misero
passeggero sposato con la duna e col mare,
dichiarato alla marea di mezzanotte.
Aleggia un po' l'amarezza nel suo incedere
con immense fornaci in periferia;
un quadrivio di luci - cartelli per l'alba
la foresta a notte fonda di cristallo,
l'erba viscida metallica e fredda
rotolarsi! Crogiolarsi nelle spine:
è svelata la saggezza!
Rifiuta di farsi uomo,
chi infine lo punirà? Ora sguazza nelle fosse
beve dai dirupi, s'infiamma e si stordisce
il sogno è così ardentemente invincibile;
lo seduce, sempre loquace; e non gli importa
- sostituto di troppe carezze, oh compagne strascicate
di vesti macchiate, mascherate un po'
la sua infamia!
il resto è povertà inaudita
- e pienezza di vita
Chiunque non fosse come Lui
usava pregare ogni sera
al plenilunio d'acanto:
l'amore.
L’enfant Terrible 27
Vanitas
Son scomodi lo so, personaggi poveri di volontà
a vederli si direbbero morti e
forse se lo augurano ogni notte.
Oggi potrebbe essere chiunque, tra voi
nascosto dall'empietà che ormai aspetta (aspira)
- è un classico ed è anche
sofferenza urlata alle stazioni periferiche
che portano alla follia del Genio, chiunque!
Con tetra noncuranza per la vita,
si accostano già vecchi ai rimedi più dolci
pregando comunque una certa indulgenza;
(hanno pianto molto) i loro occhi non negano più,
scomodano la cortesia del mondo -del sole o all'alba
nel sogno intingono vino e unguenti terribili,
poiché non basta più
una serata tiepida di incubi materni e soffrirne...
Supplicavamo fervidamente felicità inaudite,
alla dannazione infinita; se ne sentiva ancora il profumo
nostalgico.
Note dell’autore: “Osservazioni nel mezzo:
l’individualismo del sogno”
28 Alessandro Labriola
La culla
"Chi berrà da questo calice
sarà preso dalla smania di Venere"
le prime lettere sulla coppa di Nestore
- laguna di nascita e profezie
dal grembo fumante dell'antro
la Sibilla chiamava il fato
amari presagi affrescati, ovunque le Sue offerte
ci invitarono più in là
dove la Lecceta di Cuma ricadeva olivastra
fino al mare: mormorando tra incenso e
salsedine il suo triste verbo su foglie di palma al vento.
Rovine sentitissime fino al bisbigliar fragile
dei santuari decapitati sulla via sacra
ugualmente sepolti e innalzati:
venì Diana al suo palazzo con madri gonfie,
soffiando vigore agli armenti, fertilità,
doglie lunari - il tempio s'intromise
ove lauro odoroso fu gloria di Giove
maestà sul golfo poco prima dell'onda
fregiato di spuma - vergini beltà statuarie
cantilenando alghe ed epoche: fragili superstizioni.
L'occhio del sole all'insolita fonte (per i battesimi postumi)
religioni intrecciate, ormai confuse
la cui fede cresciuta su così dolci rive
non poteva che mutare con le stagioni,
scoraggiando il pantheon divino:
L’enfant Terrible 29
sovrastando ogni volta la potestà d'ognuno.
Ginestre, ginepro e mirto:
correte! Come le figlie di Diana
sempre gravide, levatevi al plenilunio
delle maree ululanti e nude
tra giroli d'acanto - basalto egizio
e menomate sfingi: una follia!
Mangiare e bere nel trionfo di Dioniso
con maschere leonine, orgiastici abbracci
e pallori invitanti; cornucopia di fregi ovunque!
Culti Orfici, Eleusini - accanto
Iside dorata e prossima alla perfezione;
bacche! e brocche: festa, uva, delirio sacrilego
prostrazione vivida dei corpi e delle nostre teorie
così tristi e stolidamente effimere nel volo;
ci insegnasse Apollo arciere con ali di nuvola!
Spogliamoci al banchetto, cantiamo
animati d'arpe - sempreverdi cetre
adoriamo Dei più simili
scesi a grandi passi da logge cristiane - per noi
per le nostre miserie! che accolgono ridendo
come l'androgino Pan saltellante di trilli e cembali
direzionando il flusso in fontanelle ammiccanti,
rampe galanti, languori di salvezza,
angoli di pace vomitate sulle assurdità
che noi chiamiamo "ovvie"- pavoni taciturni,
forse fantasmi: allegorie macabre di terme sventrate;
Giunoniche promesse macchiate sui marmi
30 Alessandro Labriola
spensero ogni dubbio:
nacque la Superbia.
Note dell’autore: “Golfo di Pozzuoli: Acropoli di Cuma,
castello e terme di Baia – Agosto 2011”
La domenica "santa"
Come certe frivolezze che a Maggio: belle giovani
profumano i corpi sognando orge commoventi
- soccombono a tutti quei pegni ma avanzano
incuriosiscono scialbi viali e zoccoli fessi,
strappando invidia alla vecchiaia, vestendo poche fronde;
incuranti per natura inneggiano al Vago benessere,
ignorando ciò che è brutto e solitario:
un primo romantico affranto (bramava invano)
quell'afrore sparso per invitare e confondere,
nuvole indolenti dal tenero sonno
- ogni bocca schiantata nel desiderio soffocato
che la carne Prometteva!
Fingevano, tra imbarazzo e grazia ovvia.
Aizzarono bestie scontente - comparvero
carrozze araldiche
urlava invano il cinema
che non poteva e non voleva
distrarci.
L’enfant Terrible 31
Morte nella pianura
Se la grazia di qualche impeto, oh dama!
Cogliesse nuovamente questi muscoli affranti,
rialzasse la spada ferita:
bardato come i sogni furiosi della giovinezza, vi difenderò!
Con drappi eroici incitando io stesso il Male;
vessilli smarriti ad est annunceranno
stemmi di fiere intrecciate - croci ferali, crine propizio
ogni vostra benedizione garrisce furore antico...
Sulla più nobile cavalcatura verrò:
alla carica sfavillante, lo scudo fregiato
del Vostro amor di rosa e spina - il velo che donaste
al cavalier galante...
così vermiglio stringo al petto,
lancia in resta scalpito fiero; se stamane morirò:
soffio un bacio alla pianura che ritorna nebbia,
l'addio d'una viola spezzata.
- gridava già esaltato il corno della morte attorno
il cavaliere spronava lucente
verso l'abominio dell'oscura progenie
svanendo basso, sopraffatto
e amato.
32 Alessandro Labriola
Atto per la Regina (quarto) – Ringraziamento
Piacere,
è ciò per cui abbiamo pagato;
giustiziato le ultime innocenze
ammainato le vele e richiamato
il nostro spirito (così vacuo!)
il coraggio e l'egoismo per tendere d'un fiato le reti
Innalzare
oltre mura sporche, sparse di sudore
l'ideale così puro ora muto e l'avarizia
d'incredibili viaggi e mete sconsiderate
scivola via quì, dove un fiume di strane barbe
cappelli e manti cacciano notturni.
Eccesso,
non comprese peccato, alcun male;
il vero Me era al di là
di quel mattino così folle
e avvelenato,
pianto sulle travi per elargir mostruose ombre:
accenni d'alba, volti e sfondi di creta,
accecanti malinconie che schiusero il "coffee" più vicino;
Allora: coppie addolorate si strinsero al canale.
La solitudine mi si avventò addosso
con orli di brina - mani sottili
quasi raggiunse una sua Forma!
Inchinandosi sgraziatamente
L’enfant Terrible 33
mi propose una notte, poi un altra;
il suo abbraccio costò più d'ogni rimorso.
Note dell’autore: “Amsterdam – vicolo senza nome (la mattina
recò purezza, spazzò le strade persino in quegli abissi)”.
Orli di nebbia
Eppure il paese con le sue incertezze
le fontane e i pesciolini - bacio del vento
in un vortice di nebbia e palude,
prolungava la pentecoste degli orridi pioppi:
celebrò per me la curiosità dei tramonti,
dove tremolanti grigiori invitavano all'orizzonte rigoglioso;
per tutte le anime amare, il campo fiacco:
funivia di odori e ricordi rauchi - del miele più dolce
Rotolavo dentro case e tane
per giochi perversi con una simile bionda
macchiata dallo stesso male,
insieme fuggivamo nei cortili
dalle urla, fino alla fontana
e al santuario ci univamo infelici
- il paese ci diede il coraggio di correre
attraversando la notte: mostruose anzianità,
balbettanti scandali domenicali - campanili Onniscienti
soffiarono giornate mute e sorde,
nell'incompreso lusso d’una stagione
che stava per bruciare.
Note dell’autore: “Senna Lodigiana
- immagini e ricordi d’infanzia”.
34 Alessandro Labriola
Quel bacio nel nulla
Quante matricole, quanti parchi
stravolti da stagioni artificiose
e magiche - per ricrear quella cascata
quel fiotto! Quello zampillo chiaro,
che simile alla tua voce
calma lo stomaco - dona la pace
carillon dolce che solfeggia alle more - io
con un velo di barba pietosa:
pene e digiuni,
premevo contro il vetro risorto:
le dita, il fiato
poi freddo.
Note dell’autore: “a M. V.”
L’enfant Terrible 35
Cigni
Il biancore puro della piuma
- in cui si imbevono le spose della notte
altezzosi come costellazione;
infatti tra cielo e terra
rivaleggia l'estasi di questi spiriti
nel naif estivo della lucciola,
spettri risorti dalla lontana fiaba
di infinita altezza luminosa e gloria
imbevuta di diademi e zaffiri;
splendenti, increspavano le sagome
- giochi di luce e sguardi
per altrettanti bagliori che infiammavano
intonati al "do" del lago:
la vanità invadente delle giovani.
Inarcati,
in sofferente adorazione di marmo...
(mentivano)
36 Alessandro Labriola
Atto per la Regina (quinto)
Babilonia sussurra oscenità
con mille dialetti
follemente esotici o slavi - ma
come un luminoso enclave mormora
(a me solo) di nature e civiltà
perdute, di tutta la Tragedia.
Solleticavo i piedi ad un ossequioso
assenzio - perdere con dignità la forma
e regalarne il tatto di dita magiche;
soffiando pioggia dal cielo,
fumano gli arrosti per Spuistraat:
spiriti della giovinezza preda
di qualche elisir furioso
s'infiocchettano di trilli
volteggiando sonori - altre rive
ospitano le non più vergini belle
- bellissime! Tanto più che Spuistraat
dorme presto:
sorgeva un supremo Lineamento!
Comete di seni unti e graffi commoventi
- per quanto parvero veri!
li piansi.
Note dell’autore: “Amsterdam – canali finali (a J.)”
L’enfant Terrible 37
Atto per la Regina (terzo)
Fiaccole, evviva la festa!
Tergiversiamo radiosi sulle rive grigie,
splendenti come specchi - venti riflessi
di soli sanguinanti,
aborto della precedente nottata:
fierezza nello scempio di nudità estatiche
- danzanti folli come ossessi
attiravano sulla folla molti sguardi
dall'alto: malevoli ed invidiosi!
Poiché l'uomo, ricco d'un Amore scontato
detiene il ridicolo piacere (e la pena)
per mendicar da sé
il fango e la birra;
dove si nascondevano indolenti cigni
- quelle stesse pozze, abbeveravano i tuoi occhi
di lacrime impossibili.
Note dell’autore: “Amsterdam – Sint Annenstraat
(gli antri di pietra, impassibili e invisibili
in cui si affaticavano i minuti ad aspettarti)”
38 Alessandro Labriola
Atto per la Regina (primo)
Barbaro che ispirasti Belzebù,
diavolo d'un angelo - sesta ala d'infamia
tuttora è notte e rischiara:
una nube fatta più chiara;
sta olezzando dalle fogne
il canto delle papere
Si leva un torpore: luci
volti, merlature dorate
di vecchie cupole Bizantine
- la cui arte, il cui "magico arco"
mi è estraneo quanto la guerra e il dovere;
altri sguardi, stanno altrove implorando.
Molti poeti - discreti
hanno perso la voce a gridar lode
ai seni fluorescenti di Julia.
Note dell’autore: “Amsterdam – Oudezijds Voorburgwal
(l’esotismo della folla nascondeva il torto
e la colpa annegata nei canali danzanti)”
L’enfant Terrible 39
Adolescenza
Sono il re guerriero di un popolo mitissimo,
il ragazzo che dormì cento giorni beato
sognando vittorie arroganti alle Termopili.
Ho schiere urlanti e incestuosi atti con la notte
dedico le mie vaghe virtù alle piante!
scarabocchiando con linfa (che è sangue)
amori dalle ardite note, forte di un vigore arcano.
Sono la furia che dimenticò il suo tempo, i suoi anni!
e si protese ceco alle mura;
Il tragico avvoltoio che,
perduto il trono e la corona, se la prende con Dio;
gettò l'ostensorio - prese la pipa del popolo
Scelse, non per volontà,
- ormai ben rada e sorda
quest'umanità così bieca e profonda
che lo stà via via uccidendo!
Forse rimpianto per ciò che non Volle
al suo regno.
40 Alessandro Labriola
Illusioni
Causate varie doglie alla madre,
io - alchimista maldestro, con la medesima cura
mischio medicina e stregoneria:
coi salmi
seguo fugaci ombre ai piedi delle statue nude
nei parchi - violini impercettibili
e dolorosi dubbi dalle fontane mobili,
echi sempre meno morbidi; - tradizione
pretese di lusso
crebbero un esasperato orgoglio
e disgusto per la materia
- l'ipocrisia per mendicarla
la cortesia esausta del forestiero
vi è ripagata con la lacrima più cara all'anima
e altre le ripagherò volentieri!
Se giungesse nuovamente quel tempo...
per noi
delle braccia improvvise e della misericordia!
rimembranze di un epoca fantastica - mistificata
e mentirci dobbiamo!
Per vivere.
L’enfant Terrible 41
Alloggi estivi
Stagni alti che sudano,
l'invitante ovest gagliardo
- e tremende voci da casa
mi isolarono alla luna,
quando il fervente derviscio
agita come fuscelli i cuori - le nenie
li spaventa d'amore,
apre foschie dagli argini
appesi
come cornici al volto del bosco
pieno e sensuale;
le ombre della vecchia villa:
- sigillarono il Male per troppo tempo
mentre noi osavamo ammirare ciò che mostrava:
nel cielo stesso, cobalto e nobiltà!
La Notte camminava pesante
molto attraente - e lo sapeva
galoppavamo in molti alle sue vette;
Infelici nubili dall'accento strano
dal ventre piatto - il patto era:
io non avrei guardato, loro ci avrebbero punito;
cento volte, cento fruste sferzarono
le loro carezze e gentilezze
- molte
Note dell’autore: “a V. P.”
42 Alessandro Labriola
Romantico
Sopra un letto triste ci baciavamo
ed io annegavo ancora...
tu piangevi rugiada nel tormento
la passione acerba riluceva forte
sulle mani che offrivo, tu accompagnavi
l'orgoglio della tua età- l'onda del collo nudo
roteavi elegante sulle spalle;
nel buio di filigrane oro,
filtrava qualche bagliore del giorno
illuminando la dolce notte degli occhi.
Clessidre d'emozione - lenta sabbia
trappole magnetiche, la cui agile mossa mi bloccò
- non parlò mai
Ci baciavamo a lungo,
soffocavo e ti baciavo ancora.
Note dell’autore: “a L. C. G. – Quella lingua
e quelle labbra… quanto ancora le cerco”
L’enfant Terrible 43
Una stagione dopo
Mostrava la campagna
il cipiglio rigido
della festa e dei giochi campestri
il fasto delle dolci avventure,
- io sedevo su un tetto (davvero)
fiaccole sparse accentuano ingenuità,
gli odori, le famiglie al banchetto:
la cui noia viene interrotta dal Santo
scivolato nell'eterno bar col pettegolezzo;
annegare i ricordi nei campi accesi di tabacco
fiaccole e musiche amare
stendardi d'oro e falangi di vecchie strilla
- trae comunque una romantica allegria
Quasi attorno allo stesso rogo, li vedo
Lo invocano malamente
e danzano.
Note dell’autore: “Puglianello – Luglio 2011”
44 Alessandro Labriola
Ideale
Angelo del piccolo cielo,
tempo fa non mi servivo di questi riti
- d'oscene usanze, (l'erotismo orientale)
per ravvivare queste flebili note,
che già dal mattino soffiavano ovunque
nel distante oratorio, rimbalzando
sul crinale alle paludi:
io vedevo libertà e soglie infinite;
meritavo ancor di più,
questo mattino delizioso per i corpi - le idee
la torre si vestiva persino di perla e danzando
mai sazio, toccavo le mura dei Romani.
Animata, una fantasmagoria mistica
relegata alle ore più tenere - d'ora! O mai più:
non si è mai sbiadita. Nei giorni in cui arretrava
era ovviamente mia, la colpa
di questo scempio accorto che ne facevo;
le mani mie tastavano alla ceca.
Non potevo più le cristalline aurore, di volta in volta,
da ramo a ramo inseguite al trotto (più d'una!)
dalle brezze miti ed eterne - tutto l'eco fiammeggiante
di fronte a me...
ciò che non è cambiato
né cambierà mai.
Nota dell’autore: “Il Ricordo è comunque bellissimo”
L’enfant Terrible 45
Spleen
Gli allori e le Regine, preferite!
Era cessato il tempo delle sgualdrine,
eppure c'era chi mostrava lode
al pizzo e al "pedigree".
Dagli Egizi presero il lusso funebre:
quante Volte alate d'incenso! Quali sepolcri d'onice!
con varie sfingi...
con più croci e più Madonne di tutto il tempio;
quali fosse olezzavano attorno! - il decreto del povero
era alla vista di tutti. - in bella mostra
in morte! Ho convissuto varie volte
con i tormenti ustionanti degli arbusti viscidi:
voi decoravate voraci le indennità
e l'ininterrotto omicidio della notte
che tace il tempo di bruma serafica
e castiga il sognatore
col vino e con l'Ambrosia;
di questi ed altri delitti
ci macchiavamo ignoranti.
46 Alessandro Labriola
Mistica
Oh fiori! Oh civette!
nella stagione più calda;
aveva già preso il sopravvento
una scusa - e poiché era l'alba
ne presi non più di due gocce;
ma il miraggio! Tutto quanto:
oh gerani infestati di orli e di volte
di palchi sconvolti e di venature sottili alla luna!
- giaguari voluttuosi dei parchi
I cancelli di perla
e le increspature bugiarde del mattino.
Tutto quanto:
sapeva di fresco e puro: era bontà dei volti,
e le chiese così alte!
- oh viole dei pavimenti fino ai salici,
oh tinture della notte complice invidiosa;
ricopro il petto di meravigliose illusioni
- il Desiderio è forte!
la giovane assume sembianze ambigue:
bella come il mondo
scolpita nella carne perfetta - sul pallore del collo
s'infrange la Fede.
L’enfant Terrible 47
Il bacio scortese
Signora abbandonata sul sofà - morbida
dagli occhi d'oro e la voce ancor più serena;
Serafina dei miei occhi celestiali:
a me strappati,
per l'incavo dolce
dei tuoi seni brillanti - ho sognato a lungo
di ritornar un giorno
alle carezze di strega che serbavi
- sotto le ombre della foresta oscena
lontano dal rigore dei padri
- avresti donato nuovi sipari all'amore
gettato a terra il grembiule;
svelando la natura selvaggia,
veloce e repentina
del tuo sentimento bagnato:
dalle rugiade ancor stillanti,
che sapevan di gioie tumultuose
- segretamente sussurrate
dal profondo.
48 Alessandro Labriola
Alba
Dal sibilo Immortale...
per Alba piangono le assonnate aiuole
- le pinete che già si animano!
Tutto il quadro che si spalanca:
slega gli amanti rauchi d'amore,
sognano le vezzose aurore;
scioglie i tetti dal vecchio sonno.
Toglie il velo: Alba
è per te che si increspano i fiumiciattoli rosa
di così tanti coriandoli argentati
sul baldacchino di rose inermi;
la tortura di chi ha vegliato per vederti
e dei più che ti han sedotta con neri riti
- attendendo il miraggio
Vola su di noi sollevando un poco
le corolle e gli arbusti - smuovi il nettare, piano
accorre il calabrone romantico
sviolinando il suo Requiem nel mantello,
dona risalto al marmo delle tombe;
Ha salvato più volte la città,
da un'amarezza che si celava prossima:
sei d'ametista e corallo sanguinante
- dolcemente danzando
mi consegni alla Mortalità.
Note dell’autore: “Alba – Agropoli”
L’enfant Terrible 49
Infanzia
Spirando aria tiepida
e di trepidazione fortissima
con le braccia al vento,
per la dolcezza infinita dei sensuali roseti
ingioiellati nella notte -che
di rossi guizzi illuminano e dipingono
assottigliando tutto - alle Volte fatte velate
nell'infinità del momento e del petalo;
Altalene su cui posare il piccolo mondo
la deliziosa facilità dei frutti e dei fiori
alle nostre mani - rivolti
per la grazia dei nostri sensi preziosi,
dona a chiunque il suo purissimo amore;
Avvelenata di paludi stregate: come il Buio,
ancorata a piaceri gentili - da mendicante
Donami ancora i colori d'allora!
Le fontane di stelle così prossime al sole!
al mio braccio! Ogni giostra così felice
d' incoscienze bellissime;
viziata perché sola,
sei l'età senza riposo
ed il riposo stesso
- compianta da ogni altra
Brilli in un attimo.
50 Alessandro Labriola
Rive
Stesa sotto le montagne
vige la legge delle luci fantasma,
dei candori riflessi per il ristoro
dell'anima e dei rifugi smeraldo.
Dove le bestie si svelano e spiegano veli
alla fonti guizzanti di vita - le vasche delle vergini
ancora spumeggiano come allora,
alla gemma che istruì il fanciullo
e diede benessere alla solitudine;
lo piegò sulle regine della foresta
assuefatto al fruscio.
Sensibili canti provenivano e invitavano
nell'ombra - a trovar nuova luce
sconfinando nella barbarie.
Strappandosi malgrado scarpe
e occhiali, ripose alla terra i voti;
le sue radici crebbero forti
quando gettò collane e bracciali.
La sua ricchezza divenne palese:
e galoppò i cavalli dei re
verso le sorgenti damascate
- le ali chiese ai fringuelli
Scampò alle guerre e agli omicidi dell'uomo,
prese il battesimo dalla volpe;
fratello stesso della progenie arborea
si dimenò con le unghie e coi denti - Libero
fu solo per un giorno.
L’enfant Terrible 51
Vampira
Son io la grazia immane
le voluttà del corpo che piegano la natura,
il miraggio senza riflesso
- ogni specchio distrae la mia perfezione
deforma queste glorie irripetibili;
quanto è leggera questa pelle inalterata!
Niente la plagia - intatta l'armonia
non chiede ragioni al cuore né ammette
pietà per gli spasimanti e dei loro sospiri.
Son volubile celestiale senza metafore
che la metafora son io per le vostre fantasie corrotte
io dono musica - voi succhiate al mio petto
ove i guerrieri trovaron ristoro fetale.
So cosa cela il vostro buon gusto e
accorrerete sempre al mio letto;
- donerò la virtù del corpo perfetto
l'invitante promessa vi soffocherà!
Son rossa d'amore - dai lembi scoperti e lucenti
per voi niente di più succoso avverrà!
Imperiosa nell'incanto e austera
perché ingioiellata dal fato.
La vostra miseria innanzi prostrate!
Impassibile io,
come solo le Immortali - Feroce
giacché la mia bellezza di voi si nutre,
di sangue e adorazione;
sono il Desiderio e la grottesca lusinga,
52 Alessandro Labriola
dissetatemi di malizia e devozione
che i miei capelli suonano melodia bianca
ed io ho sempre Sete di voi.
Amsterdam
Ferite spiraleggianti d'acque gelide,
senza sangue né lacrime - che langue ferita
la sottigliezza di quei ponti e
l'incredulità dei balzi sulle rive opposte,
dove si riserva ancora il lusso dell'esotiche spezie.
La sua carne, le stoffe - quali essenze!
Ingiuriano le morali di tutti i popoli!
Ne bevono e fumano l'immagine - si perdono
nella metamorfosi rossa della sera, quando
è permesso ingozzarsi d’illusione; e noi sempre più grassi!
Sia anche per le caverne invernali, i tulipani
e la neve -gli antri dove i poeti nei fumosi bazar
oltraggiano la chiamata lussuosa dei neon;
molti si persero e non Videro,
i più rimasero scottati e vaganti
nel circolare mistero dell'enfasi - Eterna!
e per ogni cosa!
La luce dell'anima stessa
avrebbe comunque diluito il cielo vinoso
e richiamato i più folli tra noi:
Fragilità di tutto, Idolo d'oro per i pagani
- che scivolano nell'acqua dei tuoi canali!
Sia solamente per le voluttà impertinenti!
L’enfant Terrible 53
Per ogni volontà perduta accovacciato...
ho conquistato sogni e acquistato
la Magia che si cela dietro - e dentro
forse sul fondo,
come un gioiello Perduto ai troppi.
Il Dono
I tratti celtici scavati nel caro
velluto che è morte
e vita assieme
- che m' assale mentre ti guardo
senza alcun fine mi svegli da ogni incubo
con carezze di musica rara - ed è
la tua Bellezza, consolazione di quest'orrido;
l'Innocenza, rifugio d’ogni incertezza.
Il tuo Avvento scioglie questi nodi e le brine,
il ghiaccio nei miei occhi;
senza che tu chieda o parli
- fluisco dolcemente
faccio giaciglio del tuo ventre
adagiato.
La Fiducia rinasce Nuova
e nuovamente - gemendo
come un figlio dal tuo grembo
alle tue mani...
Note dell’autore: “a C. F. – come avrebbe dovuto essere
e non è stato, come avrei voluto e desiderato;
e rimane comunque un dono”
54 Alessandro Labriola
Maturità
Sì, le avversità hanno ucciso il bambino
non vedo più le gemme del parco, così
come le incessanti corse si mutano
in balzi stentati e ritmici.
Il sogno è vago, dove laggiù
si erge il tumulto delle banche e dei conti
dei rimpianti che uccisero molti;
Il fragile giglio cede il passo...
ogni sofferenza muta in vizio
ed ora languo in un beato esilio;
seppur sia schiacciato e troppe volte vinto
- la fiamma attinge illogica Speranza
conservo ancora ferocia nei muscoli,
- le ingenuità degli illusi
so ancora amare e commuovermi
sorreggermi e sconvolgere tramonti;
infatti ogni sera vi colgo mie Adorate:
chino sulle vostre indecenze pallidissime
lecco via ciò che mi è negato.
Posso ancora ardere senza immolarmi
sono io la fiamma.
Note dell’autore: “Diciotto anni”
L’enfant Terrible 55
Parata cittadina
La città è offerta
da cinque antiche arcate,
altrettante carreggiate di cemento
disegnate con sprezzo e senza alcun riguardo.
Un'Acropoli costruita sull'altra
con brillanti macerie e luminarie:
dilaga polizia e criminalità,
s'intonano preghiere a richiesta;
Il vino scorre a fiumi e nelle dighe
fino ai bistrot, le madri schivano i randagi
come foglie e peggio ancora!
Confidano nelle scuole!
Miserie e avversità più pie dei sagrati:
quel valore effimero del saluto e
della carità fin troppo acuta
- rivolta dai poveri ai poveracci
il garzone fausto che sfila
nell'arduo campetto dei giochi;
e più tristi i "nani" che vi abitano:
caricature sciocche di bambini
- sciatterie da marciapiede
senza fantasie né umiltà!
Siamo agli sgoccioli della civiltà
e gocciola sangue!
I ministri si corrompono facilmente
le spose si svestono,
c'è una scuola pubblica ed una privata
- i poveri inneggiano la "sacralità" dei ricchi
56 Alessandro Labriola
è la vita si è gridato!
Questa è la fanfara della parata:
a noi così piace...
ci si abitua.
D'amari presagi
Sull'estro d'un canto - dagli abeti mossi
arriva fin qui nel delicato disporsi,
il sentiero inondato di cocci e riflessi.
Quello delle poche dolcezze,
ancora di miele e latte - gli Elisi rubati
a questi occhi scossi di pece!
Quando non c'era fretta di crescere né d'imparare,
solo un lago d'erba tagliente alle mie virtù bionde:
per carezzare d'affetto tutto ciò che si poteva;
quel che manca - che mancò!
(come poteva già un bimbo sapere!)
e il sentiero mi faceva eco:
sarà stato tutto vano.
L’enfant Terrible 57
Epilogo
Io così degno di qualunque compassione!
Raduno fervidamente i resti nell'unico Ideale
e per la migliore salma:
una pira olandese ed un epitaffio di stelle!
avendo già visto - della Fine
l'inchino sbilenco e
la faccia scura:
identica alla mia.
Io così degno di qualsiasi "Pietas"!
In vita, seguirono futili tentativi
ed illusioni immorali;
nel silenzio mi sia donato un fiore eterno,
l'ignominia scolpita nell'effige d'edera:
al marmo cedo questa promessa
di Paradiso. (almeno)
Mi sia inciso un nome nella terra
o al vento le ceneri sparse,
la calce non sbiadisca gli intarsi
né il volo sui tramonti a venire!
Porgete margherite lilla sul mio ricordo
il più straordinario! Sia per voi Quella
la mia immagine, il mio corpo... e l'anima vera!
Per voi ho serbato con pudore tanti pianti
e silenzi, sempre.
Note dell’autore: “La Quasi fine – 26 Maggio 2011”
58 Alessandro Labriola
Città!
Siamo attori involontari
in questa Farsa, scevra e violenta!
che percuote cento bambini al giorno.
La "fame" dei circhi e delle cattedrali;
Dal lavoro passiamo al pasto,
si alternano veglia e sonno
nei parchi anneriti e nel laghetto di "sbieco",
gettato lì per caso (dietro un pub)
e dove non c'è Moralità giace - per miglia
granturco.
Rechiamo la fierezza di queste mura,
obelischi e campanili;
il pallore umano della logica
impresso ad ogni svincolo.
Derubata alla fantasia di qualsiasi autore:
quel progresso che obbiettò le stimmate
ai Santi - le stagioni
agli Dei.
La Città!
L’enfant Terrible 59
La prima Prova
Scivolò attorno le case come gioiello
- era giorno e notte assieme!
quel cielo ocra non importunò i galli,
dipinse il campanile d'oro ed io mi convertii subito.
L’Angelo e il Demone combattevano
intrecciati,
e dalla letale morsa si tinse
e dipinse di voluttà una battaglia nel cielo.
(nuvole inaudite, frecce di fuoco)
l'Oro immondo e così ferale!
Ci rapì ai nostri compiti,
diluì le fitte del Male
- per la fretta che tinse questa barba
e invocavo...
perdono per tutto! Eterno prodigio giallo!
Quella collana di perle dorate - intrecciate ad arte
ad abbellir la cima ombrosa dei soffioni.
Ci ritrovammo d'improvviso bambini
e contenti di nuovo.
60 Alessandro Labriola
La radura nascosta
Dignità di questi orti e degli occhi che videro!
Per quel cielo aperto:
snidava falene leggere attorno ai globi
come angeli sulla Luce di un sole eterno,
attorno a noi! - le nudità preziose del bosco,
le cascate segrete dei sentieri foschi:
noi abbracciati seguivamo i fossi
disarmando le fronde -le dita unite
L'Innocenza poté sfogarsi sul suo corpo;
(di nudità interiori ed esteriori!)
sofferenza di perla sotto queste labbra!
-Lei me lo concesse di nuovo
nel poco garbo di un prato:
scivolava timido nelle correnti
l 'Imbarazzo d'una veste viola - L' Ouverture
d’archi e fiati innaturali (di satiri e ninfe)
un "crescendo" via via più solenne;
Acclamava un atto di fedeltà mistica:
invero sarei poi fuggito, già lo sapeva!
- non me ne volle
La radura si apriva inondata di stelle
al sacrificio infuocato di Giugno.
Note dell’autore: “la Terza o la Quarta”
L’enfant Terrible 61
Il giovane innamorato
Cerbiatta ora colgo il tuo calore.
Volgi il tuo sguardo, il più tenue:
a me soltanto.
Se puoi ascolta:
questo corpo che freme
per la prima volta e per l'ultima,
così vivace - la fiammella inesperta
appicca veri incendi! Nei miei occhi
sulle evidenti profondità;
di queste mani ancor sporche d’erba
hai la passione evidente:
vibrano ad ogni soffio della tua gonna,
bramo (e mai così brucio!)
le tue voglie sotto le calze
e l'argentino fianco, slanciato come arco
sulle mie labbra di latte.
Quel seno gioioso - implorato
spezza ogni mia ragione;
reco in dono questi ricci e questo ardore
per te piango:
ora Uomo.
62 Alessandro Labriola
Della notte
Scorre,
le movenze distorte da un intimo sollievo:
sfugge alle fronde una veste immacolata,
col suo balletto crea sinfonia
- note e non foschia! Miracolo senza tenebra!
La nave bianca scivola tra spire e drappi rubini,
nel cielo esangue del ciclo infinito;
non tramonto ma Vittoria!
Ne beviamo distesi le gocce ed il nettare,
sussurrando promesse agli astri;
Sull'ultima via stride il Carro,
le sue Figlie accorrono ornate di bacche - pregne di lodi
lanciando corone ai principi insonni;
il Rito si compie sui cento altari di crisantemi:
nuda la luna, il cielo - gravidi i colori d'Orione
a oriente...
solo i più dolci ora vagano soli,
concedendosi ogni veleno, ogni cura ed ogni scusa
al sibilo delle rugiade abbandonano ciò che è carne:
sdegno della realtà nemica.
Il risveglio dei monti destò il mercato:
la mattina colò come sangue sulle porte;
Io piansi Andromeda, la lucciola e i grilli.
(l'armonia notturna)
Una parodia umana riempì le strade soffocando l'attesa
e la fiaba.
L’Alba annientò il furore dei nostri canti e balli:
le ormai futili parole e piroette dei folli.
L’enfant Terrible 63
L'orfano
A voi che dormite nei vostri caldi letti,
tra gli affettuosi abbracci della famiglia...
sappiate che c'è un bimbo là fuori:
tutto solo con la sua notte.
Si forma sull'incandescenza dei neon
la rivolta nella prateria;
Vento che il figlio sai onorare
- volteggiava come giostra fra le balze indifferenti
donava noi il privilegio
d'una infiorescenza nuova
e nuova infanzia... - la culla
per le sorti più avverse di chi non ha peccato
e soffre ancora
- come prima
l'abbraccio d'una madre,
un vuoto colmo d'arte - Fatale
e di seni!
Non potrebbe altro questo Guerriero:
che la gravità dei suoi occhi,
- le urla ne storpiano il petto e i polsi
nell'infausto silenzio di una vita.
Note dell’autore: ” Scritta un’interminabile notte del 2007,
allora diciassettenne. Solo la parte centrale
è stata leggermente ritoccata di recente”
64 Alessandro Labriola
Sole di mezzanotte (Icaro)
Non vagherò
camminando a vuoto nell'apatia gialla,
seppur con ali di cera continuerò a dimenar le braccia
- la mia pelle in fiamme
le ali terse
arde tutto il resto ma
con le piume al vento;
l'ultimo soffio di grazia,
prima della caduta
spettacolare arco discendente,
tragicamente splendido! Là nel cielo mi vedrete!
Cometa, così vicina...
eppur sempre irraggiungibile.
(già prima avevo compreso)
Le mie braccia ora bruciano:
le mie ali cedono,
nell'ultimo eroico battito
mi concedo con vigore alla Fiamma.
L’enfant Terrible 65
Monologo
Lambisco con entrambe le braccia
il Metodo -me l'hanno insegnato
le ritrosie perverse del buon avvocato,
le smanie del giovane inetto - ho provato i costumi tutti
degni e indegni; (anche il randagio)
Vedo scindere le vie opposte innanzi
e aggiungo:
queste proposte mi lasciano insoddisfatto.
Io marinaio nel sollazzo d'acque putride - son già perso!
ch'io mi sforzi son sempre cane: datemi briciole!
Niente giacche o castelli prego,
Io rifuggo i saloni e le danze.
Son di quei tipi molli a cui piace sperare
e sperperare. - inutile! (e inutilmente!)
Gioia mi dà ciò che criticate
e ciò che scartate dò in pasto
alle mie chimere - altro che sogni!
Contaminata oramai è la Visione
non cerco né biasimo né ragione;
- mi rivolgo ai Dottori...
pregate, siate felici! Adorate virtù! - esaltatele sempre!
Ciò che è giusto diffondete alle piazze.
Niente lustrini o indulgente "vita sana",
io son distruttore con mani deboli
e membra ancor più provate - lasciate perdere dunque
il cane... lasciatelo pasteggiare
ch'egli spreme silente quel po' dalle sue ossa;
seppur miserevole allo sguardo dei belli,
troverà nei vicoli un po' di sazietà.
66 Alessandro Labriola
Seppellirà i resti dell'oscena condotta
in buche fangose e poco profonde,
non disturberà...
Note dell’autore: “Io sono quel che sono”
Fratelli
Fratello,
se tu sapessi ciò che turba gli stolti:
la Vedova d'ebano ci costringe
e ci soffoca -sentendoci deboli.
Non ascoltare e non aver pena
ch'ella ci guarda e consuma
la vita;
imbrunisce tutto laddove vi è luce,
reca lusinghe che ci tradiranno poi;
in pasto al passato getta
il futuro e l'amore...
ne fa scempio.
Delle mie orme cancellerò i tratti,
per salvarti avrò tra le mani il segreto
ma non lo svelerò, né vedrai
sconfitta e delusione - prometto
qualche tenerezza invocherà il tuo canto,
e il mio esilio non sarà vano...
potrai dormire, là
dove c'è ancora amore - cullato
che i maestri son altri ed io già lontano;
L’enfant Terrible 67
questo peso non sarà mai tuo
Fratello:
io ti schermo col mio corpo - ora
di noi, di quest’assenza
io ne faccio scudo
e Salvezza...
per te.
Nota dell’autore: “a R. G. L.
(ciò che di bello rimane lo lascio a te)”.
68 Alessandro Labriola
Vespri
Sortir di sera leggiadra,
m'incanto sulle scoscese maree;
una soave ancella che danza...
e danza origliando:
Oh per i tradimenti del nostro tempo! (a volte)
Sì, che io l'andavo cercando:
a me solo spiegò il ritmo
della passione effimera...
a me solo svelò gli occhi;
nelle caverne cesellate,
per l'orge e la purezza
alquanto infida,
ma... non potendo essere ingiusta:
ne fece bontà e benessere
sulle ali pitte del colibrì...
oh per le brutture che ci circondano! (a volte)
Ella si mostra di rado
- quale mia angoscia non porta in grembo!
Al mio posto,
a lei né ho donato il lutto...
oh per le miserie che ci affliggono!
Oh per tutto ciò di cui manco!
e voi già avete...
ignari di questo folle divincolarsi
all'eccesso in elemosina.
L’enfant Terrible 69
Soffitti sconosciuti
Nel mio girovagar vano,
tra i chiostri con le respinte
acque del canal triste
alla lurida foce:
ove sorgono gli ostelli più ingrati;
mangiar male e poco
e ripartire...
sulle strade trafficate al mezzodì slavato.
Arreco nostalgia alle stazioni
ai cari tranvieri e per gli amici:
l'essere eterno ospite,
seguir l'ultimo tramonto estraneo...
con le scarpe rotte del vagabondo;
e chi ama i vagabondi se non la strada,
se non le ortiche o i dirupi nascosti
dove pascolano gli ignoti?
Viaggiavo senza trovare meta o scusa,
l'eredità si sperperò nell'unto dei fast food
- da un letto all'altro
non avrei più trovato la via di casa
non sarebbe poi rimasto neanche
l'agio d'una cartolina o un souvenir
di quest' ingiusto errare.
Note dell’autore: “Senna Lodigiana – Pozzuoli –
Codogno – Castiglione d’Adda – Graffignana –
Amsterdam – Casalpursterlengo – Puglianello…
soffitti degli ultimi sette mesi”
70 Alessandro Labriola
Assenzio
Giovane,
sedevi tra due volte
di botti.
L'indifferenza di rovi
- un noioso pub
forse alla Donzella rovente
hai donato più d'intensi pensieri!
E ancora ne trai logiche scure:
vani telai di congetture mitiche;
- nel tuo creare
di due soldi porti la vergogna
e l'eleganza del sogno eterno:
sottili gambe verdi danzavano
languide,
fino alle caviglie cinte di sole,
d'un vello, per te!
Per questa bella giornata!
Di cui ci hai onorati.
(zufolavano morbide consolazioni)
Fuori pioveva forte.
Note dell’autore: “Praga 2008”
L’enfant Terrible 71
Notturno di fiamma
E comunque, l'alba arrivò...
gemente e dolorante,
- vecchia nuovamente sorta
s'accartocciò lungo i viali fumando nebbia;
risalì lugubre la ragnatela,
- chissà di quali incanti parlò al riccio
svelando ai sapori ricompense inaudite
addossò ai monti la responsabilità del teatro;
imbandì sopra il più strambo la grande scena.
Ne scaturirono fontane, zampilli di stelle!
Ciò che i galli acclamano trionfanti:
croci rosa a dimenarsi in circolo,
s'intrecciavano spaghi rossi traendo ombre
nel giogo d'un dirompente mattino;
teneramente trotterellando nei campi bui,
s'accendevano falò sul pendio:
gli occhi in su per i Miracoli.
72 Alessandro Labriola
All'ipocrita
Mi turba scrutarti
e osservare l'apparenza,
quando di reale non v'è nulla;
se di ciò fosse l'essenza:
il sacrificio, il terrore, la sobrietà dell'animo
e delle vanità,
in favore di qualche ingenuità modesta
per placare le giurie ai voti...
vorrei dichiarare al bando
le ipocrisie mediatiche
senza far parte di questa comicità grottesca.
Lungi dall'essere compreso
(e previsto l'agguato)
mi accontento dei tuoi indulgenti inchini.
L’enfant Terrible 73
Al villaggio
Le ginocchia nude e la feccia umida
- di nuovo
a quel gran bene della chiesa!
Cucinato in grandi pentole per la "comunità"
figlia della notte dei sabba e del noce;
le primavere infinite...
alle vele, ad arco sul mare
fin giù l'abisso, fin sulle rive,
ridestò i fantasmi e festeggiò vittorie.
Con calma leggevo e rileggevo,
svestivo le siepi dal pudore delle gonne
- immaginavo
Spighe nere agli orti, abdicavano in favore del gallo:
la regalità per regnare sui Giusti di quì;
santificò gli umili, benedì il baratto
e la carità onesta.
Note dell’autore: “Un paesino a me caro, una realtà piccola,
stretta nelle tradizioni e alla fede, all’amicizia e alla comunità;
quello stare insieme e l’umiltà dei singoli: la genuinità che colpì
forte il mio cinismo… le persone che un po’ mi cambiarono”.
74 Alessandro Labriola
Devozione
Io ecco che v' ho trovata!
Le cosce brillano d'una propria legge
tra i mille pioppi chini in processione,
le minuscole mimose nel timo, vi adorano...
Voi mi onorate Signora
prendete comodamente posto nelle notti,
i sogni cospargete di latte e carezze
siate per me "madre", io per voi l'amore ho conservato.
Ora che questo orgoglio è stato vinto,
al petto lussuoso stringete questa pena!
Questo figlio e questa sete:
permettetemi di annusarvi in silenzio.
Note dell’autore: “L’amore, quand’ero così piccolo e Lei così
grande; l’unico che potevo … la Devozione”
Onde
Il galoppo fiero di cento cavalli spumosi
bianchi e azzurri
che s'infrangono suicidi sulla battigia.
(dalle loro criniere scosse è nata la brezza)
L’enfant Terrible 75
Indice
Presentazione
5
Biografia Alessandro Labriola
7
Alla sirena
9
Amore e Psiche
10
Amore e Psiche bambini (1890)
10
A colei che salva
11
Elisir
12
Amaro
13
Acquedotti bassi
13
Lesbo d'angeli
14
Lilith
14
Pubertà
15
Dèjà vu
16
Astinenza
17
L'estasi malinconica
19
Pira
20
Panoramica
22
Fabula
23
Oasi finali
24
Ninfa notturna
25
L'attimo al mattino
26
Al poeta
27
Vanitas
28
76 Alessandro Labriola
La culla
29
La domenica "santa"
31
Morte nella pianura
32
Atto per la Regina (quarto) – Ringraziamento
33
Orli di nebbia
34
Quel bacio nel nulla
35
Cigni
36
Atto per la Regina (quinto)
37
Atto per la Regina (terzo)
38
Atto per la Regina (primo)
39
Adolescenza
40
Illusioni
41
Alloggi estivi
42
Romantico
43
Una stagione dopo
44
Ideale
45
Spleen
46
Mistica
47
Il bacio scortese
48
Alba
49
Infanzia
50
Rive
51
Vampira
52
Amsterdam
53
L’enfant Terrible 77
Il Dono
54
Maturità
55
Parata cittadina
56
D'amari presagi
57
Epilogo
58
Città!
59
La prima Prova
60
La radura nascosta
61
Il giovane innamorato
62
Della notte
63
L'orfano
64
Sole di mezzanotte (Icaro)
65
Monologo
66
Fratelli
67
Vespri
69
Soffitti sconosciuti
70
Assenzio
71
Notturno di fiamma
72
All'ipocrita
73
Al villaggio
74
Devozione
75
Onde
75
78 Alessandro Labriola
L’enfant Terrible 79
Finito di stampare nel mese di Dicembre 2011
80 Alessandro Labriola