Il canto dei poeti
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Il canto dei poeti
Collana di poesie Il canto dei poeti 2 Alessandro Labriola Alessandro Labriola L’enfant Terrible Silloge poetica Sonia Demurtas Collezioni Editoriali L’enfant Terrible 3 Collana - Il Canto dei Poeti - NR. 4 Realizzazione editoriale: Sonia Demurtas • Collezioni Editoriali Via Aldo Moro, 16 - Stefanaconi Provincia di Vibo Valentia (Italia) Per informazioni e segnalazioni: Sonia Demurtas [email protected] www.soniademurtas.it/dblog/ Proprietà letteraria riservata Isbn 978-88-96559-75-8 Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza il consenso dell’Autore. © 2011 Sonia Demurtas Collezioni Editoriali Prima edizione: Dicembre 2011 In copertina: Cupido di William- Adolphe Bouguereau Pittore francese (La Rochelle, 30 novembre 1825 – La Rochelle, 19 agosto 1905) 4 Alessandro Labriola Presentazione La copertina di questo libro è stata ideata per omaggiare l’arte di William-Adolphe Bouguereau. Il dipinto realizzato in olio su tela nel 1875 raffigura Cupido bambino. Nella rappresentazione Cupido abbraccia se stesso come in un gesto di dolcezza, quasi sospirando l’amore e il rifugio che l’amore crea in un caldo e avvolgente abbraccio. Lo sguardo è penetrante, le gote vellutate e rosee. L’arco di Cupido è poggiato sull’erba, quasi alla ricerca di un attimo di quiete e tenerezza terrena. Nel libro sono stati scelti altri dipinti fortemente evocativi del grande autore Bouguereau. Cenni biografici sull’autore: Bisogna cercare la bellezza e le verità, come dico sempre ai miei studenti, bisogna lavorare per rifinire. C'è solo un tipo di pittura, la pittura che mostra all'occhio la perfezione, il tipo di bellezza e smalto impeccabile che si trovano in un Veronese o in un Tiziano. (William-Adolphe Bouguereau) William-Adolphe Bouguereau nasce a La Rochelle il 30 Novembre del 1825. Nell’arco della sua vita si è distinto per la sua “pittura poetica evocativa”. Amante della bellezza e dei particolari è sempre stato molto attento ai particolari e alle rifiniture dei suoi dipinti. Prediligeva i colori ad olio, dipingendo con entusiasmo e passione i temi dell’amore, interessandosi alla mitologia e prediligendo il bello in tutte le sue sfumature. Dipinge vari temi tratti L’enfant Terrible 5 dalla storia di Apuleio nella Metamorfosi. Svariati sono nei suoi dipinti i temi mitologici. Nel 1850 Bouguereau vinse il Prix de Rome una borsa di studio per artisti che consentiva al vincitore di usufruire di un soggiorno in Italia per studiare da vicino l'arte classica. Subisce l’influenza Preraffaellita, sintetizza echi del Rinascimento italiano e dell’arte Bizantina. Tratta temi mitologici come Flora e Zefiro, Venere, La tentazione, Amore e Pasiche. La leggenda prende con i suoi dipinti sembianza umana, di cui mantiene fedelmente le forme. Bouguereau, inizia a farsi conoscere in un periodo in cui in Francia imperversavano gli impressionisti, la sua pittura naturalistica era controcorrente e allo stesso modo lui non amava gli impressionisti. Dopo la sua morte nel 1905, il mondo sembra quasi dimenticarsi di lui, ma nel 1984 gli viene dedicata una retrospettiva realizzata a Parigi e portata poi a Montreal ed Hartford. “L’arte non si potrà mai dimenticare perché come il sole ciò che è bello risorge sempre”. (Sonia Demurtas) 6 Alessandro Labriola Un uomo può compiere imprese stupefacenti e assimilare una grande quantità di conoscenze, eppure non avere alcuna comprensione di sé. Ma la sofferenza spinge un uomo a guardarsi dentro. Se vi riesce, ecco che là, dentro di lui, comincia il suo apprendimento. (Sören Kierkegaard) A lessandro Labriola nasce a Napoli il 27 marzo del 1990 ama leggere e viaggiare, scoprendo di se nuovi mondi sempre diversi e affascinanti tramite la scrittura. Si lascia affascinare e coinvolgere dagli scritti di Baudelaire, Verlaine, Mallarmè, Edgar Allan Poe, O. Wilde, Ugo Foscolo, Ungaretti e dai non poeti Thomas De Quincey, A. Camus, Nietzsche, Gilles, Huxley. I suoi libri preferiti sono: "Una stagione in Inferno" A. Rimbaud, "i fiori del male", "Il ritratto di Dorian Gray". Da ogn’uno di essi ha imparato qualcosa ed ogn’uno di essi ha ispirato al poeta napoletano qualcosa di nuovo, la sua poesia, infatti, pare scritta in altri luoghi, tempi remoti mai scalfiti da un pendolo … ed è un dondolio di parole scintillanti, una corsa nel tempo passato, un tuffo nel sogno e nelle sensazioni. Immagini evocative prendono forma e si aprono durante la piacevole e scorrevole lettura delle sue poesie. In Alessandro si scorge un canto sottile, una delicata affermazione delle parole partorite dal silenzio … ed è vastità di sentimento, immensità di sogno, struggente emozione. Spesso è il poeta stesso il destinatario principale del proprio discorso poetico, si colloca in ambienti surreali, immagina una donna da amare, le dona il suo cuore e nella perfezione della sua mente questa diventa quasi una divi- L’enfant Terrible 7 nità o una leggenda, come nella poesia “Alla sirena”, qui il sogno si fa carnale, quasi un desiderio voluttuoso. Originali prospettive poetiche in direzione simbolistica e surrealistica portando il lettore in nuovi mondi … Alessandro Labriola si lascia affascinare dal mistero, dall’arcano; La leggenda evoca sogni d’infinito e proprio perché è leggenda mai potrà finire. Anche la scelta della copertina di questo libro svela la personalità del poeta, il Labriola sceglie un pittore Francese che della leggenda ha fatto il suo punto di forza, pur mantenendo le sembianze umane più belle e perfette per le sue innumerevoli opere. Come William - Adolphe Bouguereau, nell’autore Alessandro Labriola si scorge la ricerca del sogno. Nel libro il Labriola segna un tracciato di vita che si trasforma in percorso poetico, istintivo e allo stesso tempo razionale che dà voce alla condizione umana terrena pur immergendosi in una profonda riflessione spirituale. Lo sguardo del poeta è rivolto al futuro pur mantenendo sempre vivo il ricordo del passato e l’affermazione del presente … non trascurando mai il sogno poetico. Sonia Demurtas 8 Alessandro Labriola Alla sirena Era di per sé un Miracolo. Cullata sul fianco della scogliera nuda sconvolgeva il prodigio del sole; scesa sin qui per bearsi del mio volgare pudore, sedeva le gambe unite a soggiogare in me lo sconvolgente desiderio, copriva distesa la spiaggia ed ogni Altra spalmando oli dal più suadente aroma: tormento rovente delle notti a venire. Al suo infallibile gesto mi condannò alla veglia sudata, bruciò d'indaco la sabbia - si faceva beffe del suo potere … gelida fendeva flutti d'argento sciolto con scie rosse dai suoi capelli - la seguivo negli abissi corallo e spuma come un terzo braccio per cingere nuovamente le sue dolcezze - le mie Fortune! L'estasi delle forme e del suo canto che come un richiamo - quando si spense fece cenno al mare d'inchinarsi. L’enfant Terrible 9 Amore e Psiche Su una bianca nuvola baciò il tuo dolce viso, ali di farfalla, anima di donna Cupido dal piumato volo si adagiò sulle tue guancie di sole. (Sonia Demurtas) Amore e Psiche bambini (1890) Soggetti tratti dalla storia di Amore e Psiche, narrata da Apuleio nella Metamorfosi. Il dipinto ritrae un piccolo angelo dalle ali piumate che bacia teneramente sulla guancia rosata un’angioletta con le ali da farfalla e i boccoletti d’oro. 10 Alessandro Labriola A colei che salva Prescelto dal Fato o da chi sa quale Dio curioso e monco per godere delle tue grazie avvolte di miele, dei tuoi sensi ritorti d'estasi in poesia di pelle: lucentezza dei lineamenti più soavi, distrazione dei santi e dei miei salmi maledetti Il tuo seno immaturo e perfetto può contenere molte volte la brama d'un uomo concedendogli tutto il lusso folle della Nobiltà; - e ancora trasforma le mie dita disancorate in pennelli lussuriosi d'affamati pittori sulla tua soffice vena curva - sudore che scendi sin quì! Io ti innalzerò nelle nubi frizzanti d'Eden e cobalto, che meriti alla stregua di queste lenzuola. Tempesta io, sulla tua carne ormai astratta, adorata in ogni solco celato -e già le tinte più chiare si svelano sibilando... plagerò il buio, la caviglia, le dita; timido raccoglierò il pudore nei miei occhi porgendotelo come ninnolo sporco: tu lo laverai con salive fresche e prenderò di nuovo la comunione furente tra le tue gambe arrossate. L’enfant Terrible 11 Elisir La Sua melodia è rivolo grave tra i tetti, mano d'ambra vibrante sui rami: risate! Mitigante apertura di qualunque poesia lenta e invadente; L'Amore unico. Simulò varie morti del giorno - l'icore rappreso e il balsamo sudavano dai tizzoni il brivido dei monologhi astuti serrò i pugni: per le più nobili intenzioni e origini; anche una risaia spicciola, con qualche movimento oscillatorio ripartiva case e ceti su più vasti scenari - ribollì con latte e miglio nelle zuppiere annacquate promettendo ali ramate ai volti verdastri: gli stormi disinibiti al Vello d'oro tremanti... l'impeto languido di qualche abbaglio. - Basti a rendere il ricordo rugiada Il Tuo profumo forte, apprezzato: è pioggia che risale a queste zolle capovolte! La passione volgare per questo figlio dell'ortica; è Illusione che si fa tappeto e premio! Mentre io gattono ancora, languo e appassisco in eclissi - vinto al torpore invitante d'otri filigranate nei cortili senza più occhi. 12 Alessandro Labriola Amaro A che servono i vostri push up se siete nella grazia di Dio? (o le slot) No! - Io avvelenerò prima il corpo dell'anima: non soffocherò piano sogno dopo sogno; Ne marcirò. Acquedotti bassi Circuiti idrici e scomodi partono (ponti orribili) e si rituffano facendo tracimare immondizie e indifferenza dalle strade fino alle nostre anime di vile tabacco: la città urla da sotto! Il giorno scompare Fiammingo nel lume. All'automobile lontana, l'albero in perenne martirio; le miserie che si accatastano con queste piogge e investono le giornate di freddo senza più bagnarle. L’enfant Terrible 13 Lesbo d'angeli Continuate vi prego, fate di questi fiotti e queste lenzuola una cascata scarlatta ascendente; immergete nude le vostre lingue di lava - i vostri gemiti segreti! Fate che il piacere sorga dalle vostre labbra divampando dai grandi capezzoli complici che s'abbracciano tanto nervosi - scavandosi Urlate quindi ciò che mi rimane, l'attore morboso vi manca - pianissimo ricoprirà il suo naturale ruolo: attrici care e maestose, i vostri sonagli tuonano le caviglie tribali turbinano - avvolgetemi nel mezzo della Pioggia. Lilith T'ascolto le mie corde nel petto tese al tuo seno come fili dorati d'ombra - di un Desiderio finalmente ritrovato Affondando nel tuo cuore, per un attimo e più in profondità... dove non sei che te. Note dell’autore: “A O.L. (grazie)” 14 Alessandro Labriola Pubertà Farei cento passi addietro stamane per non commetter peccato. Faresti di te una fata per salvarmi? Perché le nebbie che già confinano coi tuoi balèni, la giugulare pulsante e mobile di cigno eterno - ove scalpita il fiero palpito della giovinezza che tremore indisponente smuove alle mie mani! Quel petto inadatto e scontento serpeggia ignorato ad ogni passo sudato, scoprendosi in lembi di ardente lucidità - quale tenerezza! Per te i miei demoni sbavanti denuncerò al rabbino e prenderanno voti di castità infinita - quanto la tua gioia setosa richieda svelati, tra le balze d'oro e bronzo mentre cogli qualche rivolo involontario - le rugiade alla digitale Immergi pure, le tue dita lontane dalla mia smorfia contratta; le bandirò con la tua vergine croce. Nel tabernacolo di campanule morbide le nebbie torneranno a meravigliarti china; ed io sarò sempre ai tuoi piedi minuscoli. L’enfant Terrible 15 Dèjà vu Chi spegne le luci sulla tua fronte? Chi se ne va' per le strade paventando i chiarori della tua corona nera oh sera? Forse gli alati figli della mezzanotte i fuochisti dello stagno (le rane) il folklore? Le lucciole arse dei quartieri poveri, forse più in là dove giace il corbezzolo e la crisalide: tutte quelle bacche divenute musica profetica e incendio per cuori defraudati e miti. Vigore, incredulità febbrile fino al mielato cordoglio capovolto in cielo; le marmoree balaustre smuovono ogni linea e fanno roteare follemente l'argilla e la torre - l'indigesta quiete nei campi di battaglia Detengono il romanticismo primitivo dei quadri bozzati, fanno sperare in capolavori l'indomani: incredulità cedue affiorano sbavando dal Po scorrono l'argine senza sonno, niente di così bizzarro infondo... ma grondaie mistiche solleticano gravide nivee selvagge, giacigli di crine e madreperla fetore dei campi, ignoranza dei cicli Meraviglie di veglia, anni teneri! Mi arrendevo con fervore innocente ai Vostri segreti piumati. Note dell’Autore: “Fughe d’infanzia” 16 Alessandro Labriola Astinenza Ho accettato l'offesa e la condanna: sospingono centrali sobrie pavesate d'aste, ginestre gelide fanno da bandiere e segnali al neon: sui battenti inospitali si ricrea la nostalgia scevra dei pomeriggi assurdi e delle novità brevi che sta a noi creare e tender a fatica verso il colle piegati in dolorosa attesa - per il diluvio o una tempesta di diamante: ci salvi dagli sguardi vacui e dalle certezze rugose! Per cui avvelenai questi campi e la piazza d'ametista infondo al bivio; dove spose bambine offrivano estasi private affiorando dai vapori nei canali fumé, vaporizzando orli e pizzi, organze innaturali voluttà sobrie; la logica erotica stravolta rivolta al cielo! - e tutte le movenze disordinate dei cortei scomodi e pigri... spettacoli dimenticati, danze ridicole di claudicanti felicità al rosmarino sensi a cui richiedono sforzi per attingere gioia, vigore caritatevole per poco; poi finirà. Non ricorderemo - i nostri Elisir sanno fare di meglio Non rimpiangerò (ho promesso) un bene così modesto: darà solamente frutti d'oblio, sollazzo per sensi avvezzi; eppure salmodiavo promesse (poco oneste). Restituito alle lacrime roventi dei pargoli, ai ritardi -commoventi paure e malinconie dimenticate per anni, L’enfant Terrible 17 soffiate quella sera così naturalmente. M'addormentai tra braccia di rovi e roghi spettrali - alla nuova madre severa porsi la "Sinistra" vile, nuda come la prima neve: l'offesa e la condanna fiorirono orgoglio e vittorie di fiele. 18 Alessandro Labriola L'estasi malinconica Oh calore! Cara disarmonia delle frizzanti avventure, addestrate sin dalla pubertà all'evasione: morale, religione, pudore - estraneità mia, e di qualsiasi cosa si accomodi o sogni con me... Grande balia lasciva al cui seno stillante ho bevuto per grazie brillanti nelle alcove d'orgia ritornando solo qualche ora alle brezze volubili della volontà - ogni sera fondermi col tuo ventre gioioso Ti sei presa gioco del mio dolore - senza che io te ne volessi mai trasfigurando il lago e le nebbie senza alcuna voce o rimorso; che all'estasi di luci e torce bizzarre facevi brillare l'Iris volgare di novità e fregi squisiti. Ora tu: nascosta e cullata, bramata fino all'alba oltre l'infamia e la noia facendoti mia - o meglio promettendomi io stesso eternamente; che feroce scomparivi di coltre in coltre fino ai pozzi oscuri nella campagna desolata: ti rincorrevo! dichiarando piaceri e meraviglie implacabili, false coincidenze per esaltarti - quanto si esalti una bellezza rara come follia primitiva di frivole vergini accalorate! egoiste del proprio piacere - ignoranti d'altro urlandolo, seppellisti il male dietro allettanti bagliori, io sempre più grato a te! e a te soltanto: sprecai lacrime prive di carne e di lealtà al glicine offeso. L’enfant Terrible 19 Pira Si levasse ancora l'ode spicciola delle gramigne, o la vertigine! Sorgesse l'arpeggio delle primavere che serbo, estranee alle stagioni del mondo - sarebbe innaturale una così frivola fuga infatti, melodie senza requie e beltà fulve galoppanti, scattanti selvaggiamente ostinate in riti pagani di schiuma gorgogliante... mi circondano! Il mio popolo: folli e pazzi! Alla mercé d'ideali stravolti, abomini di questa o quell'epoca. Come il tempo stringe l’iride splendida dei bimbi - altrettante lacrime congela nega qualsiasi luce: un battesimo tiepido nudo al pianto, alle rose per questo esile spirito aggrovigliato all'edera dai roghi eterni; ombra perenne e sterile cenere: queste sono le prelibatezze e la "fonte" quando la mente come fiori grami cede assaporando il dolore (che può assuefare) per chi non ha fuochi da ardere nei bazar di lusso; orizzonti vaghi, istinti impoveriti dall'abuso paradisi ormai svenduti - sommergersi vivere, respirare e mangiare amenità scorse. Oggi sono stato sconfitto così come le ragioni inutili, soffocate di crusca e intolleranza. Non sono che un uomo 20 Alessandro Labriola privo del suo miracolo più grande: senno (e sogno) Gli "amici" hanno solamente sparso indifferenze flebili, refoli idioti d'ore innocue, povertà d’Attimi costosi... destini limpidi fino alla noia. L’enfant Terrible 21 Panoramica Giorni in cui mi sento etereo: veri mattini, verdi parate - sposare il bene col male l'edera, decapitata attorno a noi ci avvolge nuovamente: ed i profumi e gli istinti puri che traevano menzogne afrodisiache soffiarono per acri scarmigliando campi nelle ruvide morti estive; sibilo acuto nel parco, veste acrilica della muffa vittoriosa: matrimonio dell'ape - opere di natura grottesca per quanto dolci apparivano e sensate... Gelsomini, funi celesti cascate ripide e rapide: vertigine di colori, corolle setose e morbide ricadute alla passione; spine per prevenire l'assuefazione - grandi frutti esposti nell'algida forma di seni perfetti, alle comodità fin troppo ambigue del vento. 22 Alessandro Labriola Fabula La strada echeggia nel volteggiar dei canti: la stagione acclamata dai fanti della campagna cherubini tra i mosti grassi - benevolenti assaggi proibiti e richiami d'orge; in conclusione moderna allegria e sagre: grandi feste per dare al popolo di cui bere sognando a sprazzi la gloria di furia materiale - timida sui suoi passi Medesima mente inebriata senza più ritegni: piegati! e piangi l'astinenza... L'ora è matura e con essa i frutti del nostro passato, di queste valli profumate d'agata e sonno: riuniremo i pagani dalle capanne. Vedremo un po' meglio Dio nel calice cesellato del clero ma molti più Uomini nell'ebbrezza attorno a fuochi di saggina sconsolata tra botti a cui attingere nuove "armi", nuova "guerra" - vitalità! Seppur effimera, scintilla o luce crepitante... fuoco che siamo, riusciamo a volte - accettiamo di rado Note dell’autore: “Del vino: sincerità, ossessione, vitalità, sforzo, voluttà, inganno … - Puglianello fine Settembre”. L’enfant Terrible 23 Oasi finali Il ramo brulica di armonie che il vento festeggia; la Fine spirò uccelli che non avevo mai visto i colori! Quella luce fatata dell'Eden, l'esplosione della vita ultima in ogni cosa - oltre il velo Schianti d'insetti sui sassi e l'incoronazione d'una regina obesa laddove non v'è mai stata luna - gocce riesumate della notte scorsa Nevischio gentile d'estate... ramifica un rivolo estatico di detriti con foglie, ricordi secchi: bagliori sconfinati e fluttuanti lungo il letto nudo animato nella fatalità del gesto - un addio disonesto Terreni smossi da zolle che donano ancora varietà alla terra; civiltà e frutti gratuiti, invisibili sulle liane, prati piumati a baldacchino col tramonto, stendiamoci tutti nel lusso sconfinato: cento pavoni hanno accettato il nostro perdono, spiegano tele già dipinte (dove il destino non è altro che oblio) e riposiamo. 24 Alessandro Labriola Ninfa notturna Vorrei parlare al biancore del tuo viso senza vergogna, in pace respirare l'oro che espandi sui passanti: una carezza che rimandi a tempi anteriori, fortifichi le gambe - infiammi gli occhi spalmi questa angoscia come un massaggio per tutto il corpo, lecchi piano lo sdegno e la Condanna: piangimi il tuo amore da una finestra sentiti Mia nella notte più fredda. Io ti ho esaltata ove nessuno potrà: né il tempo né il fuoco, oltre il desiderio che pur ti cinge tutta alla mercé d'angeli e biancheria meravigliosa - orfici corredi in cui stancare la mano stanze diverse in cui farti spogliare; amarti inutilmente su un fazzoletto. L’enfant Terrible 25 L'attimo al mattino Inguine di questo crocevia, spargi benevolenze adunche; con i canti delle ultime ammende, la celebrazione al mattino è sospetta: detersa sui fiori così limpida! Per la foschia chiara tintinnando la rugiada, magiche trame tra i chiostri d'immense melodie concentriche - amante intrepida con spine e bocche di brina gesti che abbiamo già osato, voci che abbiamo udito strillare e angosciarsi. Faremo compagnia al lago e alla stessa carcassa impudente; si agita già ora: la città svegliata dagli odori lontani, - esoticamente umidi e selvaggi le cui magnifiche spire agitate di rosso: vanno a spargersi e morire altrove. 26 Alessandro Labriola Al poeta L'orafo annoiato del tempo, fonde chiarori passivi e gioie astratte: dichiaratosi al sole, gemono preziose le sue genti e Lui, non è che un misero passeggero sposato con la duna e col mare, dichiarato alla marea di mezzanotte. Aleggia un po' l'amarezza nel suo incedere con immense fornaci in periferia; un quadrivio di luci - cartelli per l'alba la foresta a notte fonda di cristallo, l'erba viscida metallica e fredda rotolarsi! Crogiolarsi nelle spine: è svelata la saggezza! Rifiuta di farsi uomo, chi infine lo punirà? Ora sguazza nelle fosse beve dai dirupi, s'infiamma e si stordisce il sogno è così ardentemente invincibile; lo seduce, sempre loquace; e non gli importa - sostituto di troppe carezze, oh compagne strascicate di vesti macchiate, mascherate un po' la sua infamia! il resto è povertà inaudita - e pienezza di vita Chiunque non fosse come Lui usava pregare ogni sera al plenilunio d'acanto: l'amore. L’enfant Terrible 27 Vanitas Son scomodi lo so, personaggi poveri di volontà a vederli si direbbero morti e forse se lo augurano ogni notte. Oggi potrebbe essere chiunque, tra voi nascosto dall'empietà che ormai aspetta (aspira) - è un classico ed è anche sofferenza urlata alle stazioni periferiche che portano alla follia del Genio, chiunque! Con tetra noncuranza per la vita, si accostano già vecchi ai rimedi più dolci pregando comunque una certa indulgenza; (hanno pianto molto) i loro occhi non negano più, scomodano la cortesia del mondo -del sole o all'alba nel sogno intingono vino e unguenti terribili, poiché non basta più una serata tiepida di incubi materni e soffrirne... Supplicavamo fervidamente felicità inaudite, alla dannazione infinita; se ne sentiva ancora il profumo nostalgico. Note dell’autore: “Osservazioni nel mezzo: l’individualismo del sogno” 28 Alessandro Labriola La culla "Chi berrà da questo calice sarà preso dalla smania di Venere" le prime lettere sulla coppa di Nestore - laguna di nascita e profezie dal grembo fumante dell'antro la Sibilla chiamava il fato amari presagi affrescati, ovunque le Sue offerte ci invitarono più in là dove la Lecceta di Cuma ricadeva olivastra fino al mare: mormorando tra incenso e salsedine il suo triste verbo su foglie di palma al vento. Rovine sentitissime fino al bisbigliar fragile dei santuari decapitati sulla via sacra ugualmente sepolti e innalzati: venì Diana al suo palazzo con madri gonfie, soffiando vigore agli armenti, fertilità, doglie lunari - il tempio s'intromise ove lauro odoroso fu gloria di Giove maestà sul golfo poco prima dell'onda fregiato di spuma - vergini beltà statuarie cantilenando alghe ed epoche: fragili superstizioni. L'occhio del sole all'insolita fonte (per i battesimi postumi) religioni intrecciate, ormai confuse la cui fede cresciuta su così dolci rive non poteva che mutare con le stagioni, scoraggiando il pantheon divino: L’enfant Terrible 29 sovrastando ogni volta la potestà d'ognuno. Ginestre, ginepro e mirto: correte! Come le figlie di Diana sempre gravide, levatevi al plenilunio delle maree ululanti e nude tra giroli d'acanto - basalto egizio e menomate sfingi: una follia! Mangiare e bere nel trionfo di Dioniso con maschere leonine, orgiastici abbracci e pallori invitanti; cornucopia di fregi ovunque! Culti Orfici, Eleusini - accanto Iside dorata e prossima alla perfezione; bacche! e brocche: festa, uva, delirio sacrilego prostrazione vivida dei corpi e delle nostre teorie così tristi e stolidamente effimere nel volo; ci insegnasse Apollo arciere con ali di nuvola! Spogliamoci al banchetto, cantiamo animati d'arpe - sempreverdi cetre adoriamo Dei più simili scesi a grandi passi da logge cristiane - per noi per le nostre miserie! che accolgono ridendo come l'androgino Pan saltellante di trilli e cembali direzionando il flusso in fontanelle ammiccanti, rampe galanti, languori di salvezza, angoli di pace vomitate sulle assurdità che noi chiamiamo "ovvie"- pavoni taciturni, forse fantasmi: allegorie macabre di terme sventrate; Giunoniche promesse macchiate sui marmi 30 Alessandro Labriola spensero ogni dubbio: nacque la Superbia. Note dell’autore: “Golfo di Pozzuoli: Acropoli di Cuma, castello e terme di Baia – Agosto 2011” La domenica "santa" Come certe frivolezze che a Maggio: belle giovani profumano i corpi sognando orge commoventi - soccombono a tutti quei pegni ma avanzano incuriosiscono scialbi viali e zoccoli fessi, strappando invidia alla vecchiaia, vestendo poche fronde; incuranti per natura inneggiano al Vago benessere, ignorando ciò che è brutto e solitario: un primo romantico affranto (bramava invano) quell'afrore sparso per invitare e confondere, nuvole indolenti dal tenero sonno - ogni bocca schiantata nel desiderio soffocato che la carne Prometteva! Fingevano, tra imbarazzo e grazia ovvia. Aizzarono bestie scontente - comparvero carrozze araldiche urlava invano il cinema che non poteva e non voleva distrarci. L’enfant Terrible 31 Morte nella pianura Se la grazia di qualche impeto, oh dama! Cogliesse nuovamente questi muscoli affranti, rialzasse la spada ferita: bardato come i sogni furiosi della giovinezza, vi difenderò! Con drappi eroici incitando io stesso il Male; vessilli smarriti ad est annunceranno stemmi di fiere intrecciate - croci ferali, crine propizio ogni vostra benedizione garrisce furore antico... Sulla più nobile cavalcatura verrò: alla carica sfavillante, lo scudo fregiato del Vostro amor di rosa e spina - il velo che donaste al cavalier galante... così vermiglio stringo al petto, lancia in resta scalpito fiero; se stamane morirò: soffio un bacio alla pianura che ritorna nebbia, l'addio d'una viola spezzata. - gridava già esaltato il corno della morte attorno il cavaliere spronava lucente verso l'abominio dell'oscura progenie svanendo basso, sopraffatto e amato. 32 Alessandro Labriola Atto per la Regina (quarto) – Ringraziamento Piacere, è ciò per cui abbiamo pagato; giustiziato le ultime innocenze ammainato le vele e richiamato il nostro spirito (così vacuo!) il coraggio e l'egoismo per tendere d'un fiato le reti Innalzare oltre mura sporche, sparse di sudore l'ideale così puro ora muto e l'avarizia d'incredibili viaggi e mete sconsiderate scivola via quì, dove un fiume di strane barbe cappelli e manti cacciano notturni. Eccesso, non comprese peccato, alcun male; il vero Me era al di là di quel mattino così folle e avvelenato, pianto sulle travi per elargir mostruose ombre: accenni d'alba, volti e sfondi di creta, accecanti malinconie che schiusero il "coffee" più vicino; Allora: coppie addolorate si strinsero al canale. La solitudine mi si avventò addosso con orli di brina - mani sottili quasi raggiunse una sua Forma! Inchinandosi sgraziatamente L’enfant Terrible 33 mi propose una notte, poi un altra; il suo abbraccio costò più d'ogni rimorso. Note dell’autore: “Amsterdam – vicolo senza nome (la mattina recò purezza, spazzò le strade persino in quegli abissi)”. Orli di nebbia Eppure il paese con le sue incertezze le fontane e i pesciolini - bacio del vento in un vortice di nebbia e palude, prolungava la pentecoste degli orridi pioppi: celebrò per me la curiosità dei tramonti, dove tremolanti grigiori invitavano all'orizzonte rigoglioso; per tutte le anime amare, il campo fiacco: funivia di odori e ricordi rauchi - del miele più dolce Rotolavo dentro case e tane per giochi perversi con una simile bionda macchiata dallo stesso male, insieme fuggivamo nei cortili dalle urla, fino alla fontana e al santuario ci univamo infelici - il paese ci diede il coraggio di correre attraversando la notte: mostruose anzianità, balbettanti scandali domenicali - campanili Onniscienti soffiarono giornate mute e sorde, nell'incompreso lusso d’una stagione che stava per bruciare. Note dell’autore: “Senna Lodigiana - immagini e ricordi d’infanzia”. 34 Alessandro Labriola Quel bacio nel nulla Quante matricole, quanti parchi stravolti da stagioni artificiose e magiche - per ricrear quella cascata quel fiotto! Quello zampillo chiaro, che simile alla tua voce calma lo stomaco - dona la pace carillon dolce che solfeggia alle more - io con un velo di barba pietosa: pene e digiuni, premevo contro il vetro risorto: le dita, il fiato poi freddo. Note dell’autore: “a M. V.” L’enfant Terrible 35 Cigni Il biancore puro della piuma - in cui si imbevono le spose della notte altezzosi come costellazione; infatti tra cielo e terra rivaleggia l'estasi di questi spiriti nel naif estivo della lucciola, spettri risorti dalla lontana fiaba di infinita altezza luminosa e gloria imbevuta di diademi e zaffiri; splendenti, increspavano le sagome - giochi di luce e sguardi per altrettanti bagliori che infiammavano intonati al "do" del lago: la vanità invadente delle giovani. Inarcati, in sofferente adorazione di marmo... (mentivano) 36 Alessandro Labriola Atto per la Regina (quinto) Babilonia sussurra oscenità con mille dialetti follemente esotici o slavi - ma come un luminoso enclave mormora (a me solo) di nature e civiltà perdute, di tutta la Tragedia. Solleticavo i piedi ad un ossequioso assenzio - perdere con dignità la forma e regalarne il tatto di dita magiche; soffiando pioggia dal cielo, fumano gli arrosti per Spuistraat: spiriti della giovinezza preda di qualche elisir furioso s'infiocchettano di trilli volteggiando sonori - altre rive ospitano le non più vergini belle - bellissime! Tanto più che Spuistraat dorme presto: sorgeva un supremo Lineamento! Comete di seni unti e graffi commoventi - per quanto parvero veri! li piansi. Note dell’autore: “Amsterdam – canali finali (a J.)” L’enfant Terrible 37 Atto per la Regina (terzo) Fiaccole, evviva la festa! Tergiversiamo radiosi sulle rive grigie, splendenti come specchi - venti riflessi di soli sanguinanti, aborto della precedente nottata: fierezza nello scempio di nudità estatiche - danzanti folli come ossessi attiravano sulla folla molti sguardi dall'alto: malevoli ed invidiosi! Poiché l'uomo, ricco d'un Amore scontato detiene il ridicolo piacere (e la pena) per mendicar da sé il fango e la birra; dove si nascondevano indolenti cigni - quelle stesse pozze, abbeveravano i tuoi occhi di lacrime impossibili. Note dell’autore: “Amsterdam – Sint Annenstraat (gli antri di pietra, impassibili e invisibili in cui si affaticavano i minuti ad aspettarti)” 38 Alessandro Labriola Atto per la Regina (primo) Barbaro che ispirasti Belzebù, diavolo d'un angelo - sesta ala d'infamia tuttora è notte e rischiara: una nube fatta più chiara; sta olezzando dalle fogne il canto delle papere Si leva un torpore: luci volti, merlature dorate di vecchie cupole Bizantine - la cui arte, il cui "magico arco" mi è estraneo quanto la guerra e il dovere; altri sguardi, stanno altrove implorando. Molti poeti - discreti hanno perso la voce a gridar lode ai seni fluorescenti di Julia. Note dell’autore: “Amsterdam – Oudezijds Voorburgwal (l’esotismo della folla nascondeva il torto e la colpa annegata nei canali danzanti)” L’enfant Terrible 39 Adolescenza Sono il re guerriero di un popolo mitissimo, il ragazzo che dormì cento giorni beato sognando vittorie arroganti alle Termopili. Ho schiere urlanti e incestuosi atti con la notte dedico le mie vaghe virtù alle piante! scarabocchiando con linfa (che è sangue) amori dalle ardite note, forte di un vigore arcano. Sono la furia che dimenticò il suo tempo, i suoi anni! e si protese ceco alle mura; Il tragico avvoltoio che, perduto il trono e la corona, se la prende con Dio; gettò l'ostensorio - prese la pipa del popolo Scelse, non per volontà, - ormai ben rada e sorda quest'umanità così bieca e profonda che lo stà via via uccidendo! Forse rimpianto per ciò che non Volle al suo regno. 40 Alessandro Labriola Illusioni Causate varie doglie alla madre, io - alchimista maldestro, con la medesima cura mischio medicina e stregoneria: coi salmi seguo fugaci ombre ai piedi delle statue nude nei parchi - violini impercettibili e dolorosi dubbi dalle fontane mobili, echi sempre meno morbidi; - tradizione pretese di lusso crebbero un esasperato orgoglio e disgusto per la materia - l'ipocrisia per mendicarla la cortesia esausta del forestiero vi è ripagata con la lacrima più cara all'anima e altre le ripagherò volentieri! Se giungesse nuovamente quel tempo... per noi delle braccia improvvise e della misericordia! rimembranze di un epoca fantastica - mistificata e mentirci dobbiamo! Per vivere. L’enfant Terrible 41 Alloggi estivi Stagni alti che sudano, l'invitante ovest gagliardo - e tremende voci da casa mi isolarono alla luna, quando il fervente derviscio agita come fuscelli i cuori - le nenie li spaventa d'amore, apre foschie dagli argini appesi come cornici al volto del bosco pieno e sensuale; le ombre della vecchia villa: - sigillarono il Male per troppo tempo mentre noi osavamo ammirare ciò che mostrava: nel cielo stesso, cobalto e nobiltà! La Notte camminava pesante molto attraente - e lo sapeva galoppavamo in molti alle sue vette; Infelici nubili dall'accento strano dal ventre piatto - il patto era: io non avrei guardato, loro ci avrebbero punito; cento volte, cento fruste sferzarono le loro carezze e gentilezze - molte Note dell’autore: “a V. P.” 42 Alessandro Labriola Romantico Sopra un letto triste ci baciavamo ed io annegavo ancora... tu piangevi rugiada nel tormento la passione acerba riluceva forte sulle mani che offrivo, tu accompagnavi l'orgoglio della tua età- l'onda del collo nudo roteavi elegante sulle spalle; nel buio di filigrane oro, filtrava qualche bagliore del giorno illuminando la dolce notte degli occhi. Clessidre d'emozione - lenta sabbia trappole magnetiche, la cui agile mossa mi bloccò - non parlò mai Ci baciavamo a lungo, soffocavo e ti baciavo ancora. Note dell’autore: “a L. C. G. – Quella lingua e quelle labbra… quanto ancora le cerco” L’enfant Terrible 43 Una stagione dopo Mostrava la campagna il cipiglio rigido della festa e dei giochi campestri il fasto delle dolci avventure, - io sedevo su un tetto (davvero) fiaccole sparse accentuano ingenuità, gli odori, le famiglie al banchetto: la cui noia viene interrotta dal Santo scivolato nell'eterno bar col pettegolezzo; annegare i ricordi nei campi accesi di tabacco fiaccole e musiche amare stendardi d'oro e falangi di vecchie strilla - trae comunque una romantica allegria Quasi attorno allo stesso rogo, li vedo Lo invocano malamente e danzano. Note dell’autore: “Puglianello – Luglio 2011” 44 Alessandro Labriola Ideale Angelo del piccolo cielo, tempo fa non mi servivo di questi riti - d'oscene usanze, (l'erotismo orientale) per ravvivare queste flebili note, che già dal mattino soffiavano ovunque nel distante oratorio, rimbalzando sul crinale alle paludi: io vedevo libertà e soglie infinite; meritavo ancor di più, questo mattino delizioso per i corpi - le idee la torre si vestiva persino di perla e danzando mai sazio, toccavo le mura dei Romani. Animata, una fantasmagoria mistica relegata alle ore più tenere - d'ora! O mai più: non si è mai sbiadita. Nei giorni in cui arretrava era ovviamente mia, la colpa di questo scempio accorto che ne facevo; le mani mie tastavano alla ceca. Non potevo più le cristalline aurore, di volta in volta, da ramo a ramo inseguite al trotto (più d'una!) dalle brezze miti ed eterne - tutto l'eco fiammeggiante di fronte a me... ciò che non è cambiato né cambierà mai. Nota dell’autore: “Il Ricordo è comunque bellissimo” L’enfant Terrible 45 Spleen Gli allori e le Regine, preferite! Era cessato il tempo delle sgualdrine, eppure c'era chi mostrava lode al pizzo e al "pedigree". Dagli Egizi presero il lusso funebre: quante Volte alate d'incenso! Quali sepolcri d'onice! con varie sfingi... con più croci e più Madonne di tutto il tempio; quali fosse olezzavano attorno! - il decreto del povero era alla vista di tutti. - in bella mostra in morte! Ho convissuto varie volte con i tormenti ustionanti degli arbusti viscidi: voi decoravate voraci le indennità e l'ininterrotto omicidio della notte che tace il tempo di bruma serafica e castiga il sognatore col vino e con l'Ambrosia; di questi ed altri delitti ci macchiavamo ignoranti. 46 Alessandro Labriola Mistica Oh fiori! Oh civette! nella stagione più calda; aveva già preso il sopravvento una scusa - e poiché era l'alba ne presi non più di due gocce; ma il miraggio! Tutto quanto: oh gerani infestati di orli e di volte di palchi sconvolti e di venature sottili alla luna! - giaguari voluttuosi dei parchi I cancelli di perla e le increspature bugiarde del mattino. Tutto quanto: sapeva di fresco e puro: era bontà dei volti, e le chiese così alte! - oh viole dei pavimenti fino ai salici, oh tinture della notte complice invidiosa; ricopro il petto di meravigliose illusioni - il Desiderio è forte! la giovane assume sembianze ambigue: bella come il mondo scolpita nella carne perfetta - sul pallore del collo s'infrange la Fede. L’enfant Terrible 47 Il bacio scortese Signora abbandonata sul sofà - morbida dagli occhi d'oro e la voce ancor più serena; Serafina dei miei occhi celestiali: a me strappati, per l'incavo dolce dei tuoi seni brillanti - ho sognato a lungo di ritornar un giorno alle carezze di strega che serbavi - sotto le ombre della foresta oscena lontano dal rigore dei padri - avresti donato nuovi sipari all'amore gettato a terra il grembiule; svelando la natura selvaggia, veloce e repentina del tuo sentimento bagnato: dalle rugiade ancor stillanti, che sapevan di gioie tumultuose - segretamente sussurrate dal profondo. 48 Alessandro Labriola Alba Dal sibilo Immortale... per Alba piangono le assonnate aiuole - le pinete che già si animano! Tutto il quadro che si spalanca: slega gli amanti rauchi d'amore, sognano le vezzose aurore; scioglie i tetti dal vecchio sonno. Toglie il velo: Alba è per te che si increspano i fiumiciattoli rosa di così tanti coriandoli argentati sul baldacchino di rose inermi; la tortura di chi ha vegliato per vederti e dei più che ti han sedotta con neri riti - attendendo il miraggio Vola su di noi sollevando un poco le corolle e gli arbusti - smuovi il nettare, piano accorre il calabrone romantico sviolinando il suo Requiem nel mantello, dona risalto al marmo delle tombe; Ha salvato più volte la città, da un'amarezza che si celava prossima: sei d'ametista e corallo sanguinante - dolcemente danzando mi consegni alla Mortalità. Note dell’autore: “Alba – Agropoli” L’enfant Terrible 49 Infanzia Spirando aria tiepida e di trepidazione fortissima con le braccia al vento, per la dolcezza infinita dei sensuali roseti ingioiellati nella notte -che di rossi guizzi illuminano e dipingono assottigliando tutto - alle Volte fatte velate nell'infinità del momento e del petalo; Altalene su cui posare il piccolo mondo la deliziosa facilità dei frutti e dei fiori alle nostre mani - rivolti per la grazia dei nostri sensi preziosi, dona a chiunque il suo purissimo amore; Avvelenata di paludi stregate: come il Buio, ancorata a piaceri gentili - da mendicante Donami ancora i colori d'allora! Le fontane di stelle così prossime al sole! al mio braccio! Ogni giostra così felice d' incoscienze bellissime; viziata perché sola, sei l'età senza riposo ed il riposo stesso - compianta da ogni altra Brilli in un attimo. 50 Alessandro Labriola Rive Stesa sotto le montagne vige la legge delle luci fantasma, dei candori riflessi per il ristoro dell'anima e dei rifugi smeraldo. Dove le bestie si svelano e spiegano veli alla fonti guizzanti di vita - le vasche delle vergini ancora spumeggiano come allora, alla gemma che istruì il fanciullo e diede benessere alla solitudine; lo piegò sulle regine della foresta assuefatto al fruscio. Sensibili canti provenivano e invitavano nell'ombra - a trovar nuova luce sconfinando nella barbarie. Strappandosi malgrado scarpe e occhiali, ripose alla terra i voti; le sue radici crebbero forti quando gettò collane e bracciali. La sua ricchezza divenne palese: e galoppò i cavalli dei re verso le sorgenti damascate - le ali chiese ai fringuelli Scampò alle guerre e agli omicidi dell'uomo, prese il battesimo dalla volpe; fratello stesso della progenie arborea si dimenò con le unghie e coi denti - Libero fu solo per un giorno. L’enfant Terrible 51 Vampira Son io la grazia immane le voluttà del corpo che piegano la natura, il miraggio senza riflesso - ogni specchio distrae la mia perfezione deforma queste glorie irripetibili; quanto è leggera questa pelle inalterata! Niente la plagia - intatta l'armonia non chiede ragioni al cuore né ammette pietà per gli spasimanti e dei loro sospiri. Son volubile celestiale senza metafore che la metafora son io per le vostre fantasie corrotte io dono musica - voi succhiate al mio petto ove i guerrieri trovaron ristoro fetale. So cosa cela il vostro buon gusto e accorrerete sempre al mio letto; - donerò la virtù del corpo perfetto l'invitante promessa vi soffocherà! Son rossa d'amore - dai lembi scoperti e lucenti per voi niente di più succoso avverrà! Imperiosa nell'incanto e austera perché ingioiellata dal fato. La vostra miseria innanzi prostrate! Impassibile io, come solo le Immortali - Feroce giacché la mia bellezza di voi si nutre, di sangue e adorazione; sono il Desiderio e la grottesca lusinga, 52 Alessandro Labriola dissetatemi di malizia e devozione che i miei capelli suonano melodia bianca ed io ho sempre Sete di voi. Amsterdam Ferite spiraleggianti d'acque gelide, senza sangue né lacrime - che langue ferita la sottigliezza di quei ponti e l'incredulità dei balzi sulle rive opposte, dove si riserva ancora il lusso dell'esotiche spezie. La sua carne, le stoffe - quali essenze! Ingiuriano le morali di tutti i popoli! Ne bevono e fumano l'immagine - si perdono nella metamorfosi rossa della sera, quando è permesso ingozzarsi d’illusione; e noi sempre più grassi! Sia anche per le caverne invernali, i tulipani e la neve -gli antri dove i poeti nei fumosi bazar oltraggiano la chiamata lussuosa dei neon; molti si persero e non Videro, i più rimasero scottati e vaganti nel circolare mistero dell'enfasi - Eterna! e per ogni cosa! La luce dell'anima stessa avrebbe comunque diluito il cielo vinoso e richiamato i più folli tra noi: Fragilità di tutto, Idolo d'oro per i pagani - che scivolano nell'acqua dei tuoi canali! Sia solamente per le voluttà impertinenti! L’enfant Terrible 53 Per ogni volontà perduta accovacciato... ho conquistato sogni e acquistato la Magia che si cela dietro - e dentro forse sul fondo, come un gioiello Perduto ai troppi. Il Dono I tratti celtici scavati nel caro velluto che è morte e vita assieme - che m' assale mentre ti guardo senza alcun fine mi svegli da ogni incubo con carezze di musica rara - ed è la tua Bellezza, consolazione di quest'orrido; l'Innocenza, rifugio d’ogni incertezza. Il tuo Avvento scioglie questi nodi e le brine, il ghiaccio nei miei occhi; senza che tu chieda o parli - fluisco dolcemente faccio giaciglio del tuo ventre adagiato. La Fiducia rinasce Nuova e nuovamente - gemendo come un figlio dal tuo grembo alle tue mani... Note dell’autore: “a C. F. – come avrebbe dovuto essere e non è stato, come avrei voluto e desiderato; e rimane comunque un dono” 54 Alessandro Labriola Maturità Sì, le avversità hanno ucciso il bambino non vedo più le gemme del parco, così come le incessanti corse si mutano in balzi stentati e ritmici. Il sogno è vago, dove laggiù si erge il tumulto delle banche e dei conti dei rimpianti che uccisero molti; Il fragile giglio cede il passo... ogni sofferenza muta in vizio ed ora languo in un beato esilio; seppur sia schiacciato e troppe volte vinto - la fiamma attinge illogica Speranza conservo ancora ferocia nei muscoli, - le ingenuità degli illusi so ancora amare e commuovermi sorreggermi e sconvolgere tramonti; infatti ogni sera vi colgo mie Adorate: chino sulle vostre indecenze pallidissime lecco via ciò che mi è negato. Posso ancora ardere senza immolarmi sono io la fiamma. Note dell’autore: “Diciotto anni” L’enfant Terrible 55 Parata cittadina La città è offerta da cinque antiche arcate, altrettante carreggiate di cemento disegnate con sprezzo e senza alcun riguardo. Un'Acropoli costruita sull'altra con brillanti macerie e luminarie: dilaga polizia e criminalità, s'intonano preghiere a richiesta; Il vino scorre a fiumi e nelle dighe fino ai bistrot, le madri schivano i randagi come foglie e peggio ancora! Confidano nelle scuole! Miserie e avversità più pie dei sagrati: quel valore effimero del saluto e della carità fin troppo acuta - rivolta dai poveri ai poveracci il garzone fausto che sfila nell'arduo campetto dei giochi; e più tristi i "nani" che vi abitano: caricature sciocche di bambini - sciatterie da marciapiede senza fantasie né umiltà! Siamo agli sgoccioli della civiltà e gocciola sangue! I ministri si corrompono facilmente le spose si svestono, c'è una scuola pubblica ed una privata - i poveri inneggiano la "sacralità" dei ricchi 56 Alessandro Labriola è la vita si è gridato! Questa è la fanfara della parata: a noi così piace... ci si abitua. D'amari presagi Sull'estro d'un canto - dagli abeti mossi arriva fin qui nel delicato disporsi, il sentiero inondato di cocci e riflessi. Quello delle poche dolcezze, ancora di miele e latte - gli Elisi rubati a questi occhi scossi di pece! Quando non c'era fretta di crescere né d'imparare, solo un lago d'erba tagliente alle mie virtù bionde: per carezzare d'affetto tutto ciò che si poteva; quel che manca - che mancò! (come poteva già un bimbo sapere!) e il sentiero mi faceva eco: sarà stato tutto vano. L’enfant Terrible 57 Epilogo Io così degno di qualunque compassione! Raduno fervidamente i resti nell'unico Ideale e per la migliore salma: una pira olandese ed un epitaffio di stelle! avendo già visto - della Fine l'inchino sbilenco e la faccia scura: identica alla mia. Io così degno di qualsiasi "Pietas"! In vita, seguirono futili tentativi ed illusioni immorali; nel silenzio mi sia donato un fiore eterno, l'ignominia scolpita nell'effige d'edera: al marmo cedo questa promessa di Paradiso. (almeno) Mi sia inciso un nome nella terra o al vento le ceneri sparse, la calce non sbiadisca gli intarsi né il volo sui tramonti a venire! Porgete margherite lilla sul mio ricordo il più straordinario! Sia per voi Quella la mia immagine, il mio corpo... e l'anima vera! Per voi ho serbato con pudore tanti pianti e silenzi, sempre. Note dell’autore: “La Quasi fine – 26 Maggio 2011” 58 Alessandro Labriola Città! Siamo attori involontari in questa Farsa, scevra e violenta! che percuote cento bambini al giorno. La "fame" dei circhi e delle cattedrali; Dal lavoro passiamo al pasto, si alternano veglia e sonno nei parchi anneriti e nel laghetto di "sbieco", gettato lì per caso (dietro un pub) e dove non c'è Moralità giace - per miglia granturco. Rechiamo la fierezza di queste mura, obelischi e campanili; il pallore umano della logica impresso ad ogni svincolo. Derubata alla fantasia di qualsiasi autore: quel progresso che obbiettò le stimmate ai Santi - le stagioni agli Dei. La Città! L’enfant Terrible 59 La prima Prova Scivolò attorno le case come gioiello - era giorno e notte assieme! quel cielo ocra non importunò i galli, dipinse il campanile d'oro ed io mi convertii subito. L’Angelo e il Demone combattevano intrecciati, e dalla letale morsa si tinse e dipinse di voluttà una battaglia nel cielo. (nuvole inaudite, frecce di fuoco) l'Oro immondo e così ferale! Ci rapì ai nostri compiti, diluì le fitte del Male - per la fretta che tinse questa barba e invocavo... perdono per tutto! Eterno prodigio giallo! Quella collana di perle dorate - intrecciate ad arte ad abbellir la cima ombrosa dei soffioni. Ci ritrovammo d'improvviso bambini e contenti di nuovo. 60 Alessandro Labriola La radura nascosta Dignità di questi orti e degli occhi che videro! Per quel cielo aperto: snidava falene leggere attorno ai globi come angeli sulla Luce di un sole eterno, attorno a noi! - le nudità preziose del bosco, le cascate segrete dei sentieri foschi: noi abbracciati seguivamo i fossi disarmando le fronde -le dita unite L'Innocenza poté sfogarsi sul suo corpo; (di nudità interiori ed esteriori!) sofferenza di perla sotto queste labbra! -Lei me lo concesse di nuovo nel poco garbo di un prato: scivolava timido nelle correnti l 'Imbarazzo d'una veste viola - L' Ouverture d’archi e fiati innaturali (di satiri e ninfe) un "crescendo" via via più solenne; Acclamava un atto di fedeltà mistica: invero sarei poi fuggito, già lo sapeva! - non me ne volle La radura si apriva inondata di stelle al sacrificio infuocato di Giugno. Note dell’autore: “la Terza o la Quarta” L’enfant Terrible 61 Il giovane innamorato Cerbiatta ora colgo il tuo calore. Volgi il tuo sguardo, il più tenue: a me soltanto. Se puoi ascolta: questo corpo che freme per la prima volta e per l'ultima, così vivace - la fiammella inesperta appicca veri incendi! Nei miei occhi sulle evidenti profondità; di queste mani ancor sporche d’erba hai la passione evidente: vibrano ad ogni soffio della tua gonna, bramo (e mai così brucio!) le tue voglie sotto le calze e l'argentino fianco, slanciato come arco sulle mie labbra di latte. Quel seno gioioso - implorato spezza ogni mia ragione; reco in dono questi ricci e questo ardore per te piango: ora Uomo. 62 Alessandro Labriola Della notte Scorre, le movenze distorte da un intimo sollievo: sfugge alle fronde una veste immacolata, col suo balletto crea sinfonia - note e non foschia! Miracolo senza tenebra! La nave bianca scivola tra spire e drappi rubini, nel cielo esangue del ciclo infinito; non tramonto ma Vittoria! Ne beviamo distesi le gocce ed il nettare, sussurrando promesse agli astri; Sull'ultima via stride il Carro, le sue Figlie accorrono ornate di bacche - pregne di lodi lanciando corone ai principi insonni; il Rito si compie sui cento altari di crisantemi: nuda la luna, il cielo - gravidi i colori d'Orione a oriente... solo i più dolci ora vagano soli, concedendosi ogni veleno, ogni cura ed ogni scusa al sibilo delle rugiade abbandonano ciò che è carne: sdegno della realtà nemica. Il risveglio dei monti destò il mercato: la mattina colò come sangue sulle porte; Io piansi Andromeda, la lucciola e i grilli. (l'armonia notturna) Una parodia umana riempì le strade soffocando l'attesa e la fiaba. L’Alba annientò il furore dei nostri canti e balli: le ormai futili parole e piroette dei folli. L’enfant Terrible 63 L'orfano A voi che dormite nei vostri caldi letti, tra gli affettuosi abbracci della famiglia... sappiate che c'è un bimbo là fuori: tutto solo con la sua notte. Si forma sull'incandescenza dei neon la rivolta nella prateria; Vento che il figlio sai onorare - volteggiava come giostra fra le balze indifferenti donava noi il privilegio d'una infiorescenza nuova e nuova infanzia... - la culla per le sorti più avverse di chi non ha peccato e soffre ancora - come prima l'abbraccio d'una madre, un vuoto colmo d'arte - Fatale e di seni! Non potrebbe altro questo Guerriero: che la gravità dei suoi occhi, - le urla ne storpiano il petto e i polsi nell'infausto silenzio di una vita. Note dell’autore: ” Scritta un’interminabile notte del 2007, allora diciassettenne. Solo la parte centrale è stata leggermente ritoccata di recente” 64 Alessandro Labriola Sole di mezzanotte (Icaro) Non vagherò camminando a vuoto nell'apatia gialla, seppur con ali di cera continuerò a dimenar le braccia - la mia pelle in fiamme le ali terse arde tutto il resto ma con le piume al vento; l'ultimo soffio di grazia, prima della caduta spettacolare arco discendente, tragicamente splendido! Là nel cielo mi vedrete! Cometa, così vicina... eppur sempre irraggiungibile. (già prima avevo compreso) Le mie braccia ora bruciano: le mie ali cedono, nell'ultimo eroico battito mi concedo con vigore alla Fiamma. L’enfant Terrible 65 Monologo Lambisco con entrambe le braccia il Metodo -me l'hanno insegnato le ritrosie perverse del buon avvocato, le smanie del giovane inetto - ho provato i costumi tutti degni e indegni; (anche il randagio) Vedo scindere le vie opposte innanzi e aggiungo: queste proposte mi lasciano insoddisfatto. Io marinaio nel sollazzo d'acque putride - son già perso! ch'io mi sforzi son sempre cane: datemi briciole! Niente giacche o castelli prego, Io rifuggo i saloni e le danze. Son di quei tipi molli a cui piace sperare e sperperare. - inutile! (e inutilmente!) Gioia mi dà ciò che criticate e ciò che scartate dò in pasto alle mie chimere - altro che sogni! Contaminata oramai è la Visione non cerco né biasimo né ragione; - mi rivolgo ai Dottori... pregate, siate felici! Adorate virtù! - esaltatele sempre! Ciò che è giusto diffondete alle piazze. Niente lustrini o indulgente "vita sana", io son distruttore con mani deboli e membra ancor più provate - lasciate perdere dunque il cane... lasciatelo pasteggiare ch'egli spreme silente quel po' dalle sue ossa; seppur miserevole allo sguardo dei belli, troverà nei vicoli un po' di sazietà. 66 Alessandro Labriola Seppellirà i resti dell'oscena condotta in buche fangose e poco profonde, non disturberà... Note dell’autore: “Io sono quel che sono” Fratelli Fratello, se tu sapessi ciò che turba gli stolti: la Vedova d'ebano ci costringe e ci soffoca -sentendoci deboli. Non ascoltare e non aver pena ch'ella ci guarda e consuma la vita; imbrunisce tutto laddove vi è luce, reca lusinghe che ci tradiranno poi; in pasto al passato getta il futuro e l'amore... ne fa scempio. Delle mie orme cancellerò i tratti, per salvarti avrò tra le mani il segreto ma non lo svelerò, né vedrai sconfitta e delusione - prometto qualche tenerezza invocherà il tuo canto, e il mio esilio non sarà vano... potrai dormire, là dove c'è ancora amore - cullato che i maestri son altri ed io già lontano; L’enfant Terrible 67 questo peso non sarà mai tuo Fratello: io ti schermo col mio corpo - ora di noi, di quest’assenza io ne faccio scudo e Salvezza... per te. Nota dell’autore: “a R. G. L. (ciò che di bello rimane lo lascio a te)”. 68 Alessandro Labriola Vespri Sortir di sera leggiadra, m'incanto sulle scoscese maree; una soave ancella che danza... e danza origliando: Oh per i tradimenti del nostro tempo! (a volte) Sì, che io l'andavo cercando: a me solo spiegò il ritmo della passione effimera... a me solo svelò gli occhi; nelle caverne cesellate, per l'orge e la purezza alquanto infida, ma... non potendo essere ingiusta: ne fece bontà e benessere sulle ali pitte del colibrì... oh per le brutture che ci circondano! (a volte) Ella si mostra di rado - quale mia angoscia non porta in grembo! Al mio posto, a lei né ho donato il lutto... oh per le miserie che ci affliggono! Oh per tutto ciò di cui manco! e voi già avete... ignari di questo folle divincolarsi all'eccesso in elemosina. L’enfant Terrible 69 Soffitti sconosciuti Nel mio girovagar vano, tra i chiostri con le respinte acque del canal triste alla lurida foce: ove sorgono gli ostelli più ingrati; mangiar male e poco e ripartire... sulle strade trafficate al mezzodì slavato. Arreco nostalgia alle stazioni ai cari tranvieri e per gli amici: l'essere eterno ospite, seguir l'ultimo tramonto estraneo... con le scarpe rotte del vagabondo; e chi ama i vagabondi se non la strada, se non le ortiche o i dirupi nascosti dove pascolano gli ignoti? Viaggiavo senza trovare meta o scusa, l'eredità si sperperò nell'unto dei fast food - da un letto all'altro non avrei più trovato la via di casa non sarebbe poi rimasto neanche l'agio d'una cartolina o un souvenir di quest' ingiusto errare. Note dell’autore: “Senna Lodigiana – Pozzuoli – Codogno – Castiglione d’Adda – Graffignana – Amsterdam – Casalpursterlengo – Puglianello… soffitti degli ultimi sette mesi” 70 Alessandro Labriola Assenzio Giovane, sedevi tra due volte di botti. L'indifferenza di rovi - un noioso pub forse alla Donzella rovente hai donato più d'intensi pensieri! E ancora ne trai logiche scure: vani telai di congetture mitiche; - nel tuo creare di due soldi porti la vergogna e l'eleganza del sogno eterno: sottili gambe verdi danzavano languide, fino alle caviglie cinte di sole, d'un vello, per te! Per questa bella giornata! Di cui ci hai onorati. (zufolavano morbide consolazioni) Fuori pioveva forte. Note dell’autore: “Praga 2008” L’enfant Terrible 71 Notturno di fiamma E comunque, l'alba arrivò... gemente e dolorante, - vecchia nuovamente sorta s'accartocciò lungo i viali fumando nebbia; risalì lugubre la ragnatela, - chissà di quali incanti parlò al riccio svelando ai sapori ricompense inaudite addossò ai monti la responsabilità del teatro; imbandì sopra il più strambo la grande scena. Ne scaturirono fontane, zampilli di stelle! Ciò che i galli acclamano trionfanti: croci rosa a dimenarsi in circolo, s'intrecciavano spaghi rossi traendo ombre nel giogo d'un dirompente mattino; teneramente trotterellando nei campi bui, s'accendevano falò sul pendio: gli occhi in su per i Miracoli. 72 Alessandro Labriola All'ipocrita Mi turba scrutarti e osservare l'apparenza, quando di reale non v'è nulla; se di ciò fosse l'essenza: il sacrificio, il terrore, la sobrietà dell'animo e delle vanità, in favore di qualche ingenuità modesta per placare le giurie ai voti... vorrei dichiarare al bando le ipocrisie mediatiche senza far parte di questa comicità grottesca. Lungi dall'essere compreso (e previsto l'agguato) mi accontento dei tuoi indulgenti inchini. L’enfant Terrible 73 Al villaggio Le ginocchia nude e la feccia umida - di nuovo a quel gran bene della chiesa! Cucinato in grandi pentole per la "comunità" figlia della notte dei sabba e del noce; le primavere infinite... alle vele, ad arco sul mare fin giù l'abisso, fin sulle rive, ridestò i fantasmi e festeggiò vittorie. Con calma leggevo e rileggevo, svestivo le siepi dal pudore delle gonne - immaginavo Spighe nere agli orti, abdicavano in favore del gallo: la regalità per regnare sui Giusti di quì; santificò gli umili, benedì il baratto e la carità onesta. Note dell’autore: “Un paesino a me caro, una realtà piccola, stretta nelle tradizioni e alla fede, all’amicizia e alla comunità; quello stare insieme e l’umiltà dei singoli: la genuinità che colpì forte il mio cinismo… le persone che un po’ mi cambiarono”. 74 Alessandro Labriola Devozione Io ecco che v' ho trovata! Le cosce brillano d'una propria legge tra i mille pioppi chini in processione, le minuscole mimose nel timo, vi adorano... Voi mi onorate Signora prendete comodamente posto nelle notti, i sogni cospargete di latte e carezze siate per me "madre", io per voi l'amore ho conservato. Ora che questo orgoglio è stato vinto, al petto lussuoso stringete questa pena! Questo figlio e questa sete: permettetemi di annusarvi in silenzio. Note dell’autore: “L’amore, quand’ero così piccolo e Lei così grande; l’unico che potevo … la Devozione” Onde Il galoppo fiero di cento cavalli spumosi bianchi e azzurri che s'infrangono suicidi sulla battigia. (dalle loro criniere scosse è nata la brezza) L’enfant Terrible 75 Indice Presentazione 5 Biografia Alessandro Labriola 7 Alla sirena 9 Amore e Psiche 10 Amore e Psiche bambini (1890) 10 A colei che salva 11 Elisir 12 Amaro 13 Acquedotti bassi 13 Lesbo d'angeli 14 Lilith 14 Pubertà 15 Dèjà vu 16 Astinenza 17 L'estasi malinconica 19 Pira 20 Panoramica 22 Fabula 23 Oasi finali 24 Ninfa notturna 25 L'attimo al mattino 26 Al poeta 27 Vanitas 28 76 Alessandro Labriola La culla 29 La domenica "santa" 31 Morte nella pianura 32 Atto per la Regina (quarto) – Ringraziamento 33 Orli di nebbia 34 Quel bacio nel nulla 35 Cigni 36 Atto per la Regina (quinto) 37 Atto per la Regina (terzo) 38 Atto per la Regina (primo) 39 Adolescenza 40 Illusioni 41 Alloggi estivi 42 Romantico 43 Una stagione dopo 44 Ideale 45 Spleen 46 Mistica 47 Il bacio scortese 48 Alba 49 Infanzia 50 Rive 51 Vampira 52 Amsterdam 53 L’enfant Terrible 77 Il Dono 54 Maturità 55 Parata cittadina 56 D'amari presagi 57 Epilogo 58 Città! 59 La prima Prova 60 La radura nascosta 61 Il giovane innamorato 62 Della notte 63 L'orfano 64 Sole di mezzanotte (Icaro) 65 Monologo 66 Fratelli 67 Vespri 69 Soffitti sconosciuti 70 Assenzio 71 Notturno di fiamma 72 All'ipocrita 73 Al villaggio 74 Devozione 75 Onde 75 78 Alessandro Labriola L’enfant Terrible 79 Finito di stampare nel mese di Dicembre 2011 80 Alessandro Labriola